IL RISVEGLIO DELLA STIRPE ITALICA - Centro studi formazione Zagamiani - Per la rivoluzione Zagamiana - Antieuropa
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Centro studi formazione Zagamiani. IL RISVEGLIO DELLA STIRPE ITALICA Per la rivoluzione Zagamiana. 1
ITALIANI, FRATELLI DI UNA GRANDE FAMIGLIA, RAMI DI UNO STESSO ALBERO, RESTITUIAMO GRANDEZZA ALLA NOSTRA STORIA, RIACCENDIAMO QUEL FARO CHE FU’ DI CIVILTA’ NEL MONDO! -FRONTE-UNITARIO-NAZIONALE-ZAGAMIANO -F-U-N-Z- E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIPRENDERCI LA SOVRANITA’ NAZIONALE. NOI NON ABBASSIAMO LA GUARDIA! LA SPERANZA RISIEDE NEL POPOLO! -HIC ET NUNC- CONTRO L’UNIONE EUROPEA. CONTRO LA TECNOCRAZIA SINARCHICA DELL’EURO E LA MONARCHIA DEL DOLLARO. CONTRO IL NUOVO STATO PONTIFICIO ITALIANO. CONTRO IL COMPLOTTO GESUITA-MASSONICO-SABBATIANO. CHE STA MINANDO ALLA VITA DEI POPOLI TUTTI. CONTRO IL NUOVO ORDINE MONDIALE. 2
-F-U-N-Z- MAI PIU’ SCHIAVI! LOTTA contro il fanatismo economico della tecnocrazia capitalista, che ha calpestato la nostra Sovranità Nazionale e monetaria, e sta distruggendo lo stato sociale. SUPERAMENTO delle divisioni ideologiche con cui il “potere” ci tiene divisi, in conflitto ed oppressi; rispettando le stesse. - diverse per presupposti e obbiettivi – NERI E ROSSI, GIOVANI E VECCHI, LAVORATORI E INTELLETTUALI, NORD E SUD, NOI POPOLO ITALIANO! VERTICALIZZANDO verso l’alto, contro il padrone, l’Azione Politica Operativa del “Fronte Unitario Nazionale Zagamiano” di opposizione al pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto. COMBATTERE in ogni forma, che il dissenso possa offrire, per un esistenza pura e di uguaglianza di Diritti Civili e SOCIALI senza rinunciare a nessuno di essi. RIGETTARE categoricamente la falsa universalità della globalizzazione mercatistica guardando in favore di una “Italia futura” REALMENTE sovrana e monarchica interessata al popolo e riscattare l’Italia tutta dalla miseria presente. Se v’è ancora una speranza che le cose cambino,questa risiede nel popolo. Finchè non diverrete coscienti della vostra forza, non vi ribellerete, finché non vi ribellerete non diverrete coscienti della vostra forza. Tutti i problemi da cui siamo afflitti quotidianamente devono essere messi da parte, per poter allargare l’orizzonte di riferimento, ed essere consapevoli dei PROBLEMI PIU’ GRANDI. POLITICAMENTE: L’Italia che vogliamo è un Italia sovrana e forte, compatta, non è l’Italia delle lobby dell’unione europea, del club Bilderberg, della commissione trilaterale e dei banchieri apolidi che scelgono “sovranamente’’ chi governa i popoli, e predicano il ”vangelo” della societa’ aperta,supportati dal nuovo stato pontificio italiano, rappresentato dalla chiesa di Roma, che tutto rappresenta, fuorchè la vera cristianità. ECONOMICAMENTE: Non vogliamo il sistema neoliberista sfacciato e corrotto, capeggiato da ipocriti faccendieri strapagati che credono di avere in pugno l’Italia. Vogliamo ritornare alla sovranità monetaria. Non vogliamo avere niente a che fare con la farsa della “grande distribuzione” che distrugge ogni piccola-media impresa autoctona; RIFIUTIAMO la svendita e la privatizzazione dell’impresa pubblica. SOCIALMENTE: Il governo italiano non è in grado di comprendere le esigenze del proprio popolo, il popolo italiano ODIA LE ELITES EUROPEE. L’unione europea è incapace di apportare soluzioni economiche e politiche ai popoli che aspirano alla Libertà. 3
Quando sarete pronti ad emergere, emergerete,tutto il potere di cui avete bisogno è nelle vostre mani. Adesso guardatevi intorno, il nostro sistema finanziario è stato derubato da generazioni di ladri, mentre voi lavorate sempre più duramente per avere sempre meno, il gioco viene manovrato contro di voi. Ci stanno rendendo schiavi, i predatori al cuore del nostro sistema finanziario, che impongono i prezzi delle NOSTRE preziose risorse, cibo, acqua, energia, oro, la valuta o DENARO; è stato manipolato da criminali di alti livelli in una gigantesca, massiva, truffa. LORO stanno rapinando miliardi di persone, di trigliardi di milioni di dollari all’anno, non c’è bisogno di austerità, della vergognosa sofferenza finanziaria, non c’è bisogno della povertà, non v’è nessuna scarsità. NOI siamo le vittime di una rapina di proporzioni inimmaginabili, ci hanno coperto con un velo di bugie che ha avvolto tutta l’umanità. LORO hanno rinnegato la fede in Dio e la verità. La prosperità dell’uomo viene spazzata via da una CLASSE CRIMINALE E CORROTTA, loro creano corporazioni gigantesche, aumentando i prezzi e abbassando i salari, rubando i frutti della nostra produzione. LORO controllano i media e i social media, creano problemi sociali per dividerci e mettere fratello contro fratello, combattendoci l’un l’altro per motivi che le LOBBY decidono. - migrante-autoctono, rosso-nero, nord-sud – e cosi via in altri mille distinzioni che si espandono come rivoli gonfi di odio. Ci terrorizzano con le crisi bancarie e qualunque somma loro perdano siamo noi a dovergliela procurare dai nostri redditi, questo succede ogni singolo giorno. Non vendetevi a questi schiavisti che sotto l’egida della democrazia abusano di noi, rubano e avvelenano la vita di tutta l’umanità. Perciò abbandonare la lotta orizzontale fratricida delle divisioni ideologiche, rispettando le stesse, in nome di una lotta verticale tra DOMINANTI E DOMINATI. IL FUTURO E’ NOSTRO! Se ci uniremo, potremmo creare qualsiasi futuro che noi vorremmo. MONETA AL POPOLO NOI siamo per la proprietà popolare della moneta, riprendiamoci la proprietà dei NOSTRI SOLDI, oggi la nostra moneta nasce di proprietà della BANCA CENTRALE (PRIVATA) che la emette PRESTANDOCELA, noi vogliamo che nasca proprietà dei CITTADINI e SGRAVATA DAL DEBITO -estinzione del signoraggio usurocratico bancario- venga accreditata ad ognuno come “reddito di cittadinanza” e come pagamento del valore di un lavoro eseguito. Il vero potere, il potere per il quale lottano notte e giorno, non è il potere sulle cose, ma quello sugli uomini, più questo sistema diventerà potente minore sarà la sua tolleranza, quanto più debole sarà l’opposizione tanto più duro sarà il suo dispotismo. Perciò è un diritto e un dovere di chi giace, mordere chi lo schiaccia. -FRONTE-UNITARIO-NAZIONALE-ZAGAMIANO- 4
QUANDO LA DEMOCRAZIA NASCONDE LA DITTATURA La democrazia si definisce “governo del popolo”, in forma diretta o rappresentativa, ma, come la democrazia può operare nell’interesse del popolo? Gli elettori, esercitano il diritto di voto, ma non fanno altro che scegliere i legislatori, che li dovranno rappresentare. L’atto del voto è il limite, oltre il quale, il popolo non ha alcuna competenza, ma l’azione dei rappresentanti eletti è tutt’altra cosa. Siamo stanchi di sentire le promesse non mantenute dei servili esecutori di dittatori democratici, svolti dai rappresentanti del popolo appena eletti a membri del parlamento. L’uomo comune della strada è stato tagliato fuori dalle decisioni importanti del nostro paese, e come il popolo italiano anche tutti i popoli del mondo. E’ questo il mondo che avevate sognato? Che brillava nei vostri occhi dopo il ‘45? che riscaldava i vostri cuori? Un immenso fetido e putrido mercato dove tutto è in vendita, anche la dignità, dove regna la laida mano degli speculatori, di chi ha un portafoglio al posto del cuore. Purtroppo al giorno d’oggi , scarseggiano gli uomini dotati di un impersonale senso di giustizia, bene, bellezza, forza, tali da ergersi come montagne innevate sulle pietre insignificanti e vili del nostro tempo. Sogno impossibile? In verità vi dico che basta volerlo, la volontà può sradicare in noi tutta la gramigna accumulata negli anni e nei secoli, restituire alla luce del sole interiore il nostro cuore ormai spento. La vera autorità è l’amore. La forza tendente al bene, che si irradia e tocca, accende, chi non ha ancora la mente cieca. LA VERA AUTORITA’ E’ QUELLA DELLA PERSONA BUONA, GIUSTA E FORTE. E’ bene tutto ciò che è buono, forte, bello, giovane, gioioso, pulito, limpido, coraggioso, generoso e sincero. Chi trucca le carte e non vede vuol alzar polvere. Chi disconosce queste qualità e le osteggia, è il male. Esso è debole si, destinato a soccombere come ombra di fronte al sole, ma pur sempre esistente, va combattuto. Deve indietreggiare, nel nostro cuore prima che da ogni altra parte. LA VERITA’ E’ BELLEZZA, LA BELLEZZA E’ ARTE. DIFENDIAMO oggi la nostra terra dai suoi nemici interni, che ignari o consapevoli vogliono la sua mortificazione e il suo annullamento. DIFENDIAMOLA IN NOME DI DIO CHE CE L’HA DONATA In nome dei nostri compatrioti che l’hanno difesa col sangue in passato, in nome dei nostri figli che un giorno l’abiteranno migliore e ce ne saranno riconoscenti. SOLO ILLUMINANDO FACCIAMO ARRETRARE LE TENEBRE. Solo costruendo una forza politica che sia trasposizione delle idee-verità e cioè suo simbolo potremo avere la vittoria. VIVA L’ITALIA! -FRONTE-UNITARIO-NAZIONALE-ZAGAMIANO- 5
LO ZAGAMISMO: Lo Zagamismo porta il nome del suo ideologo e fondatore, nonché nostro capo e nostro futuro Re, Leo Lyon Zagami, di cui vi consigliamo la completa Bibliografia “Le confessioni di un illuminato”. Giornalista indipendente ed esule negli Stati Uniti sotto l’ala di protezione di Donald Trump; di sangue nobile, un vero aristocratico con gli attributi contro il Nuovo Ordine Mondiale da ormai più di 20 anni con tutte le sue pubblicazioni, di cui vi consigliamo di approfondire. Molti nel nostro ambiente, storcono il naso quando sentono i termini ZAGAMISMO o FASCISMO ZAGAMIANO in quanto concetti opposti con la nostra concezione della vita. Ma essi sono un modo per reagire alla deriva liberal-democratica e progressista. Come abbiamo visto la falsità del sistema democratico di cui sopra ne abbiamo rivelato i termini. Lo Zagamismo è il ritorno allo stato nazionale tradizionale. Con un monarca che guida il suo popolo unito per diritto divino, ci esprimeremo quasi in termini di un socialismo prussiano dalle parole di Federico II “il Re, non è altro che il primo servitore del suo popolo!”. Lo Zagamismo è subordinare il proprio interesse a quello del popolo e della Patria, qualunque sia il proprio rango. L’autorità è responsabilità verso i propri subalterni, l’autorità implica, a colui che la esercita, il fine di far crescere e di elevare coloro che comanda. Un’autorità che si sacrifica per il suo popolo, muore per far si che il suo popolo viva e vinca. Questo è lo ZAGAMISMO ed è sublime! Zagamiano è quindi l’atteggiamento di chi vede coniugare la giustizia sociale e l’orgoglio nazionale, in quanto non esiste Patria senza il popolo. Zagamismo è comunità, unità, Zagamismo è unione del Popolo. Zagamismo è sentire un offesa fatta ad uno qualsiasi del proprio popolo, anche al più misero, come un offesa fatta a noi stessi. Se noi non riusciremo a fare della gioventù qualunquista e superficiale di questa Italia, una gioventù Zagamiana, e se non riusciremo a tramutare questo agglomerato di italioti, nel POPOLO ZAGAMIANO ITALIANO, non ci sarà più una patria italiana, ne più avvenire per i nostri posteri. “i poveri non hanno più nulla, la patria è la loro sola ricchezza, essi muoiono per ricordarti lo spirito di comunità”. Popolo inteso come comunità di destino, non come massa sincronica di atomi individuali. Perciò è necessario costituire un FRONTE UNITARIO ZAGAMIANO contro il comune nemico mondialista e globalista. Nello Zagamismo non si tratta di militare, nel senso che si da a questo termine nei vecchi partiti, cioè di diventare un professionista nella verbosità e nella propaganda dell’assordimento, del piccolo intrigo e della piccola menzogna quotidiana. Si tratta di ben altro. Vi dico che si tratta di aiutarsi gli uni con gli altri. Io do a questa parola il suo pieno senso umano. Bisogna che noi ci aiutiamo l’un l’altro per ritornare ad essere degli Uomini. Uomini decisi, coraggiosi, che conoscono a fondo le difficoltà in contro alle quali si dirigono. La definizione più profonda dello Zagamismo è la seguente: è il movimento politico che promuove più sinceramente, più radicalmente una grande rivoluzione dei costumi, la restaurazione del corpo -che si riesprime nella salute, nella dignità, nel pieno rifiorire della propria personalità, nell’eroismo- in difesa dell’uomo contro la metropoli e la macchina, contro il progressismo. Il fascismo Zagamiano, che assimila gli aspetti realistici di un vago 6
socialismo senza cadere nell’utopia criminale marxista, supera di gran lunga il socialismo per il senso e il valore dell’uomo. Perché l’Italia si riprenda e riporti una nuova vittoria su se stessa, come ne ha già riportate altre, bisogna che ogni italiano riporti una vittoria su se stesso. Non vi possono essere adesioni di un’ora al giorno, di un giorno al mese, o di un mese all’anno. Occorre un’adesione in ogni istante, bisogna unire le nostre vite l’un l’altra. Dobbiamo completamente cambiare l’atmosfera del paese, riprendere e raddrizzare ad una ad una tutte le nostre abitudini migliori, tutti i modi di pensare e di parlare, attaccando frontalmente i problemi che questo sistema ha creato. Noi non vogliamo una vittoria elettorale o un successo accademico, ma una rivoluzione, cioè un avvenimento enorme che ingloba in uno stesso trionfo l’interesse spirituale, un avvenimento in cui si uniscono il pensiero e l’azione, il programma e la dottrina Zagamiana. Quando si aspira a rinnovare una società, a trasformare una nazione, il primo tra tutti i doveri consiste nel preparare l’élite che prenderà il posto dell’élite regnante. La prima caratteristica di questa nuova aristocrazia è lo spirito di sacrificio. I fondatori hanno bisogno per affermarsi, di sacrificare la loro vita, di unire il loro coraggio sotto il vessillo del nostro capo e di giurare che non torneranno mai più indietro. I primi saranno i nobili, gli aristocratici, quelli che si saranno consacrati, senza risparmiare gli sforzi o addirittura la propria vita, ad una grande opera nazionale. Gerarchia, si! Gerarchia basata sui servigi resi dai padri? No! Gerarchia basata sui servigi resi ora e adesso, in questo momento! L’Italia ora appartiene ai borghesi. Nell’Italia di domani saranno gli Uomini d’azione a comandare, per i ruminanti non ci saranno posti disponibili. Sarà bello essere giovani, in un paese in cui tutto sarà in movimento, in costruzione, in cui tutto sarà in corsa, dove chiunque potrà salire in cima a condizione di mostrare il proprio valore di Uomo. Estremismo e settarismo sono le cause, non uniche, del fallimento dei movimenti nazional-rivoluzionari. Urgente è l’organizzazione del fronte. Urgente è affinare le capacità di adattarsi alle esigenze del popolo, occorre disciplina interna al fronte che non deve temere di applicare epurazioni ed espulsioni, pur di mantenere unità, fedeltà e compattezza. In un momento politico come l’attuale, è opportuno proporre, alcune linee di comportamento non equivoche, stante all’attuale mobilità dei punti di riferimento e la confusione oggettiva, quasi scientificamente verificabile nel mondo contemporaneo. Queste parole servono a depurare da alcune scorie la piattaforma, lo zoccolo duro d’un intento nazional-rivoluzionario. Delle pagine seguenti, non dubitiamo, che esse verranno accolte come un tracciato suscettibile di approfondimenti e arricchimenti, e perché no di correzioni non un operazione settaria, ma, al contrario comunitaria per rinvenire le comuni sensazioni, per favorire le comuni intenzioni, evocare le comuni possibilità di azione e di lotta. Chi si fermasse alla lettura di queste pagine, farebbe un pessimo servizio a se e al movimento, esse servono per iniziare un cammino, non per concluderlo. Esse, potranno essere superate in un più alto livello di consapevolezza, un ulteriore slancio di immaginazione, in maggiore sforzo di creazione politica. Ma saldo rimane il fondo ideale, la necessità di superare la mentalità borghese, l’urgenza di indicare con l’esempio e la milizia, uno stile di vita più degno. In questo senso noi lottiamo per lo Zagamismo, come concezione cristiana guerriera e tradizionale, antimaterialista, anticomunista e antiglobalista. 7
Il nostro Zagamismo è NAZIONALE, solo il capitalismo e l’ideologia marxista comunista, antinaturali, possono essere internazionalisti. Il nostro Zagamismo è POPOLARE in quanto, non è di classe ma di popolo. Il nostro Zagamismo è RIVOLUZIONARIO in quanto supera, la matrice materialista ed afferma la realtà di un popolo combattente. Nello Zagamismo non è presente la lotta di classe: è lotta di popolo in cui i cittadini di ogni ceto, combattono fianco a fianco. Il nostro impegno militante è volto all’affermazione della civiltà, dell’indipendenza, della dignità, della tradizione, della vita del nostro popolo, dei popoli in lotta, e dell’uomo. Il dovere di ognuno di noi è alimentare questo fuoco, e mettere a frutto tutte le nostre capacità, espresse e potenziali, per la rivoluzione. Tale fuoco è un fuoco d’azione, per evitare che si trasformi in agitazione improduttiva o controproducente, è necessario che tutti spingano nella stessa direzione. E’ indispensabile che l’azione sia compatta, sia l’azione d’un MOVIMENTO. Il movimento esprime naturali gerarchie, tali gerarchie collaborano e si organizzano secondo un assetto più qualificato: la ORGANIZZAZIONE, senza essere organizzati non vi è possibilità di vittoria. La gerarchia è naturale, essa emerge e si esprime nella lotta e nell’azione, come in ogni momento della vita. Noi riconosciamo il valore insostituibile della qualità. Noi vogliamo cose, che nessun italiano degno di questo nome, può non volere: fare grande l’Italia e liberarla dalla schiavitù, per cui il suo popolo deve mendicare i soldi a paesi stranieri e viene sfruttato per l’altrui ricchezza. C’è una questione sola ed unica per tutti gli italiani: salvare l’Italia! La fazione non deve prelevare sul dovere naturale. Non è possibile rifare l’Italia secondo gli ordini del nemico. Realizziamo il sogno dei rivoluzionari del risorgimento! Di Mazzini e Garibaldi, questa realtà è nostra, creata da noi italiani, per l’Italia. Noi dunque siamo liberi di scegliere e di difendere il nostro destino, noi siamo i veri ribelli, nostra è la vera ribellione contro la tecnocrazia dell’Unione Europea contro i traditori e l’onta stessa del tradimento che ha abbandonato gran parte dell’Italia e del suo popolo, alla conquista e alla rapina, all’arbitrio dell’invasore e dei suoi mercenari. Liberarci è quello che dovremmo fare noi stessi, ma purtroppo non siamo ancora un popolo, siamo degli individui. Stiamo attraversando il calvario e siamo alla fine che sarà di resurrezione per noi, se sapremo prendere la nostra parte di sacrificio. Necessità di non essere assenti dalla Vittoria, che sarà di chi l’avrà conquistata con le armi a disposizione. Smascherata la Tecnocrazia, sta a voi lavoratori prendere il posto, sta a voi dirigere la vita economica della Nazione; Il Regno d’Italia sarà vostro! C’è bisogno di gridare “bella ciao” e aspettare la parola di Pechino per questo? Noi non creiamo, non accettiamo il potere per noi stessi, per i nostri interessi, gli interessi di un partito o di un chicchesia. La nostra nobile ambizione è: di fare grandi e felici nel orgoglio di se e della loro Patria, potentee padrona dei propri destini, tutti gli Italiani, tutti i lavoratori! -FRONTE-UNITARIO-NAZIONALE-ZAGAMIANO- 8
IL LEGIONARIO E LA LEGIONE Esempio di spirito di vita Legionaria e Rivoluzionaria contro gli ideali antitradizionali, individualistici, laici, antiumani e reazionari della società moderna. Ci opponiamo alla realtà materialista, il materialismo è difeso da spiriti bassi, è la negazione ideologica dell’anima e dello spirito. Le ideologie “democratiche” sono tutte materialiste. Noi ci opponiamo a questo nella certezza che l’uomo esprime l’organicità su 3 piani: quello fisico, quello psichico e quello spirituale. (corpo, anima e spirito):. Il Legionario proviene da tutto il paese e da tutti gli strati sociali: contadini, lavoratori, operai, studenti e intellettuali. Come ho sempre ribadito, la Legione è l’unica soluzione alla deriva liberal-democratica e mondialista. La Legione è un gruppo di uomini posto sotto il comando di uno. Vi è un capo che imposta le direttive, un corrispondente che tiene i contatti vari, un cassiere che raccoglie i contributi e un corriere che tiene i rapporti con gli altri camerati. Tutti costoro, come veri fratelli, obbediscono al loro camerata che ha la funzione di capo. Lo spirito di vita del Legionario, si basa su 7 regole imprescindibili: *LA LEGGE DELLA DISCIPLINA CHE E’ AUTODISCIPLINA: Sii Legionario disciplinato, perché solo in questo modo sarai vittorioso, consapevole che solo la monoliticità e l’esecuzione dei propri compiti porta alla vittoria. *LA LEGGE DEL LAVORO: Lavora, lavora ogni giorno. Lavora con amore. Ricompensa del lavoro ti sia non il guadagno, ma la soddisfazione di aver posto un mattone, per la gloria della Legione e per il fiorire dell’Italia. *LA LEGGE DEL SILENZIO: Parla poco, parla quanto occorre, di’ quanto occorre. La tua oratoria è l’oratoria dell’azione, tu opera, che siano gli altri a parlare. *LA LEGGE DELL’EDUCAZIONE: Devi diventare migliore, un Eroe! La tua scuola è la Legione, impara a conoscere bene la legione. *LA LEGGE DELL’AIUTO RECIPROCO: aiuta il tuo fratello a cui è successa una disgrazia, non abbandonarlo. *LA LEGGE DELL’ONORE: percorri soltanto le vie indicate dall’onore. Lotta, e non essere mai vile, lascia agli altri le vie dell’infamia, piuttosto che vincere con un infamia, meglio cadere lottando sulla strada dell’onore. *LA LEGGE DELLA PUREZZA: un altro punto essenziale sta nel cuore puro. Un Legionario quando si reca al Legio deve avere il cuore puro. Non vi si rechi animato con propositi di lite, di risentimento, poiché nel Legio a nessuno è permesso di litigare. Quando un Legionario avrà voglia di battersi, che vada tra i nemici. Le cose grandi e buone si operano con cuore puro, perché dove esiste un cuore puro, là è presente Dio, mentre dove esiste un cuore malvagio là vi si è insinuato il diavolo. 9
I legionari devono avere lo spirito combattente, ma, devono anche essere intellettuali (FRATELLI DI CROCE) ed adoperare la ragion critica, per poter vedere realmente e valutare i problemi che affliggono la nostra terra per poterli rimuovere e uscirne vittoriosi. Il ruolo di questi legionari è quello di promuovere l’educazione della gioventù italiana, ossia: *L’EDUCAZIONE CRISTIANA: la gioventù italiana deve riconoscere, amare Dio e comportarsi secondo gli insegnamenti cristiani. Numerosi sono gli scritti immorali che uccidono lo spirito del giovane, egli deve essere protetto da questo veleno. *L’EDUCAZIONE NAZIONALE: il giovane italiano deve amare la sua Patria, la sua terra. Senza Patria egli è come un uccello senza nido. Egli deve essere protetto dalla letteratura comunista, che insorge contro Dio, contro la famiglia e contro la proprietà. *L’EDUCAZIONE SOCIALE: nello spirito della nostra gioventù devono essere coltivati e custoditi i sentimenti cristiani di giustizia e equità sociale, e l’esigenza di lavoro creativo. *L’EDUCAZIONE FISICA: il giovane deve essere vigoroso e sano nel corpo, perché egli domani, difenderà questa terra. *L’EDUCAZIONE SANITARIA: egli deve essere protetto dalle innumerevoli malattie che esauriscono il vigore della gioventù. In una parola dobbiamo preoccuparci dell’italiano di domani, il quale porterà sulle proprie spalle la grande responsabilità dell’esistenza della Patria. *L’EDUCAZIONE DEL FATTO CREATIVO: Legionario sarà chi costruirà con il proprio lavoro la nuova Italia: non per trarne qualche guadagno, ma per l’unico desiderio di vederla diventare una terra potente e giusta. *Egli deve essere EDUCATO AL SACRIFICIO, non al guadagno, perché soltanto sacrificandosi tutti potremo avere una terra bella e ricca. Egli deve essere educato alla DISCIPLINA SEVERA, perché soltanto gli sforzi congiunti e disciplinati di tutti riusciranno ad ottenere gli effetti desiderati. Il Legionario deve sapere che la legione vincerà su tutti i partiti, tutti gli ostacoli che incontrerà sul proprio cammino. Che tutti i Legionari sono pronti a compiere con gioia qualsiasi sacrificio. Che la Legione ha un programma ben preciso che verrà reso noto al momento opportuno. Che con la realizzazione di questo programma il paese verrà rigenerato. Che i Legionari trasformeranno l’Italia in una terra bella e ricca. Che i Legionari sono chiamati da Dio dopo secoli di oscurità e di soprusi a suonare la tromba della resurrezione della stirpe italiana. Il capo del Legio cercherà di radicare profondamente nello spirito di tutti i militanti la fede in Dio, nella Patria e nella missione della nostra stirpe. La Legione è un organizzazione fondata sull’ordine e la disciplina. La Legione è animata da un nazionalismo puro, scaturito dall’amore senza limiti per la Stirpe e per il Paese. La Legione vuole ridestare alla lotta tutte le energie creative della Stirpe. La Legione difende gli altari della Chiesa di Cristo, che i nemici vogliono demolire. La Legione si inginocchia davanti alle croci dei prodi e dei martiri della Stirpe. 10
La Legione sta come scudo incrollabile intorno al suo Popolo e a difesa della Patria. La Legione vuole edificare con spiriti forti e braccia robuste un paese potente, la nuova Italia. FUNZIONI E GRADI Capo di Legio. Capo distaccamento. Capo di settore. Capo di squadra, di campo, di cantiere. Capo di corpo legionario. Capo di quartiere. Capo di regione. STUDENTI LEGIONARI Gli studenti legionari di un’università, di una scuola si organizzano nella maniera seguente: tutte le legioni studentesche di quartiere formano il gruppo legionario studentesco di quartiere, che porta il nome del quartiere corrispondente e viene guidato dal legionario più degno. IL CORPO DEI LEGIONARI Dai 21 ai 28 anni. Tutte le legioni con militanti di questa età formano il corpo dei Legionari. Al di sotto di questa età vengono eccezionalmente ammessi i militanti delle Legioni ove non esistono i “fratelli di croce” essi sono i militanti più attivi nella regione. Essi diffondono la dottrina: ne diffondono lo spirito, giacché hanno qualificazione per farlo. Essi fanno politica, e la politica è una lotta dalla quale esce vittorioso chi ha lo spirito più temprato, più deciso, più tenace, più disciplinato, più attivo. L’ORGANIZZAZIONE POLITICA L’organizzazione politica propriamente detta è costituita dalle legioni di uomini adulti, i quali orienteranno anch’essi la loro educazione in senso Legionario, svolgeranno compiti politici, proteggeranno e indirizzeranno i più giovani. La direzione spetta al CAPO POLITICO di quartiere, il quale sorveglia e dirige contemporaneamente anche l’attività delle altre unità Legionarie di quartiere. I CAPI LEGIONARI Tutti questi capi si alternano ogni anno. I capi politici, se ottengono l’approvazione del capo della Legione possono restare in carica anche due anni. Ogni capo si preoccuperà per tempo chi lo sostituirà. I capi sostituiti passano ad un rango superiore, continuando ad indirizzare e consigliare i capi attuali e a vegliare al buon funzionamento dell’organizzazione. Essi assistono ad ogni riunione e si comunicano sempre le loro opinioni. In particolare adempiono al ruolo di giudici nei casi di incomprensioni 11
o dispute tra i legionari, cercando con la propria saggezza ed esperienza di aggiustare le cose e di preservare l’organizzazione dal pericolo più grave: l’incomprensione, la discordia. COME DEVE ESSERE E COME DEVE COMPORTARSI UN CAPO -Un capo deve essere SAGGIO: deve meditare attentamente prima di prendere una decisione, affinchè questa si riveli efficace. La decisione va presa rapidamente e realizzata compiutamente. -Deve essere BENEVOLO e amare gli uomini al suo comando. -Deve essere SERENO: tale deve apparire a coloro che egli comanda-non triste, cupo, nervoso. -Deve essere GIUSTO: con i legionari e con tutti. Non commetterà ingiustizia neppure nei confronti dell’avversario. Lotterà contro di lui, lo sconfiggerà: ma sempre con mezzi consentiti dalla giustizia e dalla morale-non con viltà o con la menzogna. -Deve essere CORAGGIOSO E DECISO nelle ore del pericolo. Il dovere d’onore di un legionario, è affrontare il pericolo. -Deve DIVIDERE LE GIOIE E I DOLORI con tutti i suoi camerati. Deve scegliere per sé il posto più difficile, non ambisce a raggiungere il primo posto a tavola o il letto migliore. -Deve essere LUCIDO, cioè condurre a buon esito ogni iniziativa, impegnando i mezzi più intelligenti. -Deve IMPARTIRE ORDINI CHIARI e guidare i suoi uomini alla vittoria. -NON PARLI MALE DEI SUOI CAMERATI. Non permetta che gli si parli male di altri. -Sappia CONSERVARE L’ARMONIA nell’unità che egli dirige. Questa è cosa di importanza capitale. Anche un legionario con notevoli qualità, qualora intervenisse contesa, discordia o incomprensione nell’unità da lui comandata, deve essere immediatamente sostituito. Quando in un unità ci sono due persone che comandano, l’unità comincia a disgregarsi. -Sia CORTESE con tutti, non sia sgarbato con le persone per allontanarle invece di attrarle. -Sia UOMO DI PAROLA: dimostri un onore tale da suscitargli la considerazione di tutti coloro che lo circondano. Di lui possano dire “di un Legionario puoi aver fiducia, perché, quando si prende a cuore una cosa, egli la conduce felicemente a termine”. -Il capo dei legionari è un UOMO STRAORDINARIO, il quale riesce vincitore in ogni situazione, per quanto difficile sia. Egli deve essere vincitore, se cadrà, si rialzerà e vincerà. Soltanto se dotato di queste qualità un capo legionario, riuscirà – col la scuola legionaria e col potere dell’esempio- a trasformare ogni italiano, creando uno spirito nuovo, un carattere autentico che saprà vincere in tutte le occasioni e da cui il paese trarrà motivo di orgoglio. 12
PERCHE’ UN CAPO LEGIONARIO DEVE VEGLIARE SU SE STESSO? A- Per non lasciarsi adescare. Gli avversari posseggono due metodi di lotta. Il primo è l’attacco frontale per distruggerci. Se vedono che resistiamo e non veniamo distrutti, allora proveranno il secondo metodo: l’adescamento di alcuni uomini per seminare la discordia tra di noi. Ma noi saremo preparati e vinceremo. -cosa deve fare il legionario quando avverte l’insidia e l’adescamento? Fare immediatamente rapporto al suo dirigente e al capo della legione. Deve dirlo apertamente al Legio a cui appartiene. Deve cioè svelare le trame dell’avversario. B- Nella legione non è ammesso “ mi sono irritato e me ne vado” Se litiga con qualcuno, con un camerata, il legionario deve riconciliarsi con lui. Non può andarsene per questo motivo, perché non gli è consentito adirarsi con la legione -ovvero con la lotta per il riscatto della sua terra e del suo popolo- qualora se ne andasse risulterebbe gravissimo di fronte a tutti i legionari, di fronte alla bandiera della legione e della stirpe italiana. Uno può uscire quando non crede più, non quando si adira. C- L’antagonismo con gli altri legionari. E’ grave errore che un capo legionario, per invidia, comincia a sparlare di un suo camerata di fronte agli uomini del Legio o del quartiere. Questo conduce alla divisione dei legionari, alla lotta intestina, alla vittoria del nemico. Tale fatto è così grave che la legione lo considera un tradimento. Come? Distruggere la legione per le tue ambizioni? Anche se si è avversari personali dopo essere divenuti legionari non si parla male e non ci si combatte più l’un l’altro, ma ciascuno lotta secondo l’incarico che ricopre e serve con fede la causa legionaria e la vittoria di domani. D- la critica corrosiva: un’altra malattia da cui devono proteggersi un capo legionario e tutti gli uomini dell’organizzazione - perchè suscita attriti e soprattutto tarpa le ali ai grandi impulsi- è la critica corrosiva che esprime eterna insoddisfazione. La nostra organizzazione si basa sullo spirito di affermazione, di combattività, di offensiva. E- Tutti i legionari di un comune, di una fabbrica ecc. devono essere d’accordo su tutte le questioni che interessano l’organizzazione. Esempio: Il legionario X con i suoi camerati legionari si è presentato candidato per una lista, mentre un altro legionario con un altro gruppo per un altra. I legionari si sono spaccati in due e hanno perso le elezioni. I legionari non commetteranno più errori tanto gravi. Essi marceranno uniti anche su una strada cattiva, perchè la strada peggiore è quella della disunione. Invece le truppe legionarie, anche se andranno all’inferno, vinceranno -se unite- tutto l’inferno e torneranno indietro vittoriose. E gli avversari diranno “dobbiamo ottenere la benevolenza dei legionari, perché uomini tutto d’un pezzo, decisi e uniti. Colui per cui votano diventerà sindaco, giacché marciano tutti nello stesso senso. Invece di chiacchere e di lunghi discorsi, la gente vuole la frase concisa, chiara e precisa come quella del soldato. Invece dell’indecisione e della mancanza di coraggio di oggi, la gente vuole la decisione rapida. Invece di comitati democratici che discutono, litigano e non prendono mai decisioni, la gente esige un capo e la disciplina generale (soprattutto dei comitati istituiti). Invece dello scoramento, la gente vuole fede, tenacia e orgoglio da soldato. Invece di brama di guadagno, del desiderio di trarre vantaggio dalla politica, la gente esige il sacrificio per il paese, per il popolo, come il sacrificio del soldato sui campi di battaglia. Questi non cerca di guadagnare niente e invece dà tutto: lavoro, anima, vita per la loro terra, che bella cosa sarebbe per la terra Italica! 13
Ecco l’obbiettivo della scuola legionaria. Invece di discordia e dei litigi noi poniamo il buon cameratismo del soldato e dell’unità perfetta dell’intera nazione. La Patria, una sola bandiera, un solo Dio, un solo popolo, una sola volontà: quella di servirli con fede fino alla morte! Il legionario si è dato un uniforme che indosserà alle riunioni: la camicia nera. RECLUTAMENTO DEI MILITANTI Un capo deve stare attento a scegliere gli elementi più qualificati e dotati di alto senso della dignità. I disonesti, i litigiosi, quanti danno scandalo, i boriosi, i vantoni, gli arroganti, i paurosi, i vili devono essere lasciati fuori dall’organizzazione. L’organizzazione deve essere preservata da coloro che non riescono a vivere senza litigare. Non appena si noterà che un militante non riesce ad andar d’accordo con gli altri militanti, egli dovrà lasciare l’organizzazione presentando le proprie dimissioni. Meglio pochi e vivere in fratellanza completa, in unità perfetta, piuttosto che essere molti e combatterci tra di noi. Il capo legionario cercherà di salvaguardare l’organizzazione dagli agenti provocatori e dalle spie mandate dai politicanti democratici e dagli imbroglioni di mestiere. CAMERATISMO E DISCIPLINA Un’organizzazione non può mai ottenere la vittoria senza l’unità. Le organizzazioni che rivelano una debole unità il più delle volte si spaccano in due (o meglio, è il nemico che le spacca coi suoi intrighi). A quel punto tutto è perduto. Resta un’unica realtà: la vittoria dell’avversario. Ogni organizzazione deve assicurare la propria unità. Questa di assicura con due strumenti: 1- con il cameratismo, forza interiore che unisce tutti i combattenti in una santa fratellanza. 2- con la disciplina, forza esteriore che vincola armonicamente tutte le volontà per la realizzazione del medesimo scopo. Un capo legionario deve quindi essere disciplinato, deve avere fede nei suoi capi. L’educazione alla disciplina rimane dunque una potente valvola di sicurezza per garantire l’unità e, quindi, la vittoria. Il capo dovrà sviluppare in ogni legionario il senso della disciplina -ed egli otterrà questo specialmente con l’esempio che darà-. CAMPAGNA ELETTORALE L’obbiettivo del legionario non consiste nella campagna elettorale, ma essa assume un’importanza grandissima, perchè è la sola via offertaci dalla legge per provocare qualsiasi mutamento noi desideriamo per il paese. La sorte del paese viene segnata il giorno delle elezioni. In quel momento l’elettore è arbitro del paese: si verificherà quanto egli avrà deciso col suo voto. E proprio per questo il giorno delle elezioni i compratori di anime dei partiti politici vanno in giro con denaro, beneficenze varie per acquistare voti. 14
Contro il malcostume dei politicanti noi dobbiamo opporre la fede nei giorni migliori per la stirpe italiana e allora vinceremo. PROMESSE ELETTORALI IL LEGIONARIO NON NE FA Alla vigilia della campagna elettorale tutti gli uomini politici cominciano a fare promesse. Un legionario prometterà solo quanto noi possiamo fare. Noi non promettiamo denaro, non promettiamo acquavite, non promettiamo cariche. Noi non acquistiamo con denaro le anime degli uomini. Coloro che vengono in nome di Dio non fanno ciò. Soltanto chi viene in nome di Satana acquista le anime con denaro. Un capo legionario dirà “noi non promettiamo denaro ma promettiamo giustizia. Non promettiamo di fare qualcosa per te, ma promettiamo di agire, di lottare per la nostra terra. Chi vuole lottare per la giustizia e l’onore del paese, chi vuole operare per la sua terra, chi vuole sacrificarsi accanto a noi, venga con noi”. La legione cambierà i governi dei partiti e costituirà un governo legionario, questa è l’unica promessa che un legionario fa alla vigilia delle elezioni. QUAL’E’ IL NOSTRO SCOPO? DOVE DOBBIAMO ARRIVARE? Il capo del Legio deve tener scuola a tutti i legionari e dir loro che il nostro scopo non è quello di eleggere cinque, dieci, venti deputati. Esso risulta molto più elevato, molto più santo e molto più arduo. Noi dobbiamo fare in modo che l’intera Italia divenga legionaria e Zagamiana. A comandare dev’essere il nuovo spirito legionario. Aspettate che i legionari vincano nel paese e che si espandano da un capo all’altro dell’Italia, allora vedrete le grandi riforme che realizzeranno. Le leggi che i legionari hanno preparato sono leggi di grande giustizia, leggi che il popolo aspetta da molto tempo. Chi crede nella vittoria finale, chi sa lottare sino alla fine, solo quegli è legionario. Solo chi in cuor suo non ha dubitato si rallegrerà nell’ora della vittoria allorchè il popolo italiano traccerà, secondo la propria volontà, un nuovo grande cammino, un cammino di vittoria. RICHIESTE Un legionario non chiede. Egli dice “non abbiamo bisogno di denaro o impieghi. Dateci leggi giuste nel paese, perché con leggi giuste, grazie al nostro lavoro, avremo denaro ed esistenza dignitosa. I deputati legionari non possono correre per i ministeri con duemila richieste per duemila persone mentre cinquanta milioni di contadini, lavoratori, operai e impiegati devono aspettare e ancora aspettare il giorno della loro giustizia”. I deputati legionari non procureranno una sistemazione a cinque o sei dei loro compagni -come fanno i partiti politici- lasciando l’infelice moltitudine dei poveri a lavorare come bestie da soma per tutta la vita. Se siamo entrati nella legione non chiediamo nulla per noi, ma diamo anima, lavoro, sofferenza: diamo tutto quanto abbiamo, per il santo giorno della vittoria della stirpe italiana. COME SI PRESENTA UN LEGIONARIO Il legionario tiene un atteggiamento fiero e marziale. Parla brevemente, guarda dritto negli occhi. Gli occhi non mentono. Il suo volto è pieno di speranza e risplende come un sole. Lieto e pieno di fede: così si presenta un legionario. -FRONTE-UNITARIO-NAZIONALE-ZAGAMIANO- 15
COME DEVE ESSERE UN LEGIONARIO NEL PARLARE E NELLO SCRIVERE Nel parlare e nello scrivere il legionario deve essere conciso, chiaro e preciso. Le chiacchiere lunghe e contorte sono le chiacchiere della democrazia. IL VESTITO DEL LEGIONARIO Il legionario andrà vestito con semplicità. Egli non apprezzerà gli abiti lussuosi e fastosi di alcuno. Disprezzerà il lusso che giudicherà espressione di una tendenza dell’anima alla frivolezza, alla disonestà. L’uomo amante del lusso, se non è un ladro, appartiene oggi a una delle varie categorie del brigantaggio. In ogni caso è un uomo privo di sentimenti che offende l’infinita miseria del paese. Il legionario non farà mai differenza tra un uomo povero con abiti modesti e un uomo con buoni abiti. Il legionario valuterà le persone secondo quel che hanno sotto l’abito, cioè secondo la loro anima. IL LEGIONARIO E L’AMMINISTRAZIONE DEL DENARO DELLA COMUNITA’ Il legionario che si approprierà di denaro che non gli appartiene, che amministrerà in modo disonesto il denaro della legione e di qualsiasi persona, che non potrà rendere conto in modo conforme all’impegno del denaro ricevuto dalla vendita di opuscoli, giornali ecc. verrà eliminato per sempre dalla legione, senza riguardo della posizione occupata nella legione. Nella nostra organizzazione devono crescere soltanto uomini d’onore. Un piccolo furto non può lasciarci indifferente, poiché -in definitiva- esso è solo semenza dei grandi furti, semenza che, sviluppandosi in seguito alla nostra tolleranza, potrebbe di nuovo crocifiggere attraverso le ruberie il popolo italiano e questa terra. IL SENTIMENTO DELLA DIGNITA’ Siamo stanchi della mancanza della dignità umana. Se non dai una mancia, non puoi esercitare il tuo diritto. La mancia, la bustarella e la frode hanno distrutto la sanità morale del popolo italiano. Il legionario cercherà di eliminare queste abitudini e di far rinascere il senso della dignità umana. Egli non darà niente a nessuno, non prometterà niente a nessuno e, quando renderà un servizio a qualcuno, non si umilierà ad accettare mance o bustarelle, ma prenderà per il collo il subornatore. LA SCUOLA DEL FATTO CREATIVO Il legionario dev’essere uomo d’azione. Con la sua azione, con la sua opera, egli costruirà dalle fondamenta la nuova Italia. LA PREGHIERA COME ELEMENTO DECISIVO PER LA VITTORIA Il legionario crede in Dio e prega per la vittoria della Legione Zagamiana. Non dimentichiamo che noi, popolo italiano, stiamo qui su questa terra per volontà di Dio. Intorno agli altari delle chiese si è stretta in tempo di dolore, l’intera gente italiana di questa terra -donne, bambini, vecchi- con la profonda consapevolezza che era quello l’ultimo rifugio possibile. E oggi noi, popolo italiano siamo pronti a stringerci intorno agli altari come in tempo di grande pericolo, 16
per ricevere in ginocchio la benedizione di Dio. In ultima analisi, le vittorie non dipendono solo dalla preparazione materiale dei combattenti, ma dalla capacità di assicurarsi il concorso delle forze spirituali. In questi termini si spiegano le vittorie miracolose di alcune potenze inferiori dal punto di vista materiale. COME POSSIAMO ASSICURARCI IL CONCORSO DI QUESTE FORZE? 1- con la giustizia e la moralità delle tue azioni. 2- con l’appello fervente, tenace a loro. Invocale, attraile con la potenza del tuo spirito ed esse verranno. Il nostro patrono è il Santo Arcangelo Michele. Dobbiamo tenere la sua icona nelle nostre case e nei tempi difficili chiedere aiuto a lui: egli non ci abbandonerà mai. LA SCUOLA DELLA SOFFERENZA Chi entra nella nostra lotta deve sapere fin dall’inizio che dovrà soffrire. Dopo la sofferenza viene sempre la vittoria, vincerà chi avrà imparato a soffrire. Noi legionari accetteremo dunque le sofferenze con amore. Ogni sofferenza è un passo verso il riscatto, verso la vittoria. Una sofferenza non scoraggerà il legionario, ma lo renderà d’acciaio, temprerà il suo spirito. Coloro che hanno sofferto e ancora soffriranno saranno davvero eroi della lotta legionaria. Su di essi e su le loro famiglie si estenderà la benedizione della Patria. LA STRADA CHE PERCORRE UN LEGIONARIO NELLA SUA VITA LEGIONARIA La vita legionaria è bella. Ma non bella per ricchezze, divertimenti e lusso. E’ bella invece per il gran numero di pericoli che essa offre al legionario; per il nobile cameratismo che lega tutti i legionari in una santa fratellanza di lotta; bella per l’inflessibile, virile comportamento di fronte alla sofferenza. Quando entra nell’organizzazione legionaria, uno deve conoscere fin dall’inizio la vita che lo attende, la strada che dovrà percorrere. Questa strada passerà per il monte della sofferenza, attraverso la selva delle fiere selvagge, e infine attraverso la palude dello scoramento. IL MONTE DELLA SOFFERENZA: dopo che uno s’è arruolato legionario con l’amore per la propria terra nel cuore, non lo attende una tavola imbandita. Deve accettare invece sulle sue spalle il gioco del nostro Redentore Gesù Cristo: “prendete la mia croce sopra di voi”. E il sentiero legionario comincia a inespicarsi per un monte, il monte della sofferenza. “All’inizio sembra facile scalarlo. Poco dopo la scalata diventa più ripida, la sofferenza più acuta, le prime gocce di sudore cominciano a cadere dalla fronte dei legionari. Allora uno spirito impuro, infiltratosi tra i legionari, insinua la domanda “non sarebbe meglio tornare indietro? La strada è ardua e il monte è tanto lungo e alto che non vediamo la cima”. Ma il legionario non porge ascolto, va avanti e s’arrampica con difficoltà continuando a scalare il monte senza fine, egli comincia a stancarsi e le forze sembrano abbandonarlo. Fortuna per lui che s’imbatte in una fonte, limpida come il cuore di un amico. Si rinfresca, si lava gli occhi, respira un poco e riprende a scalare il monte della sofferenza. Superata la metà, da lì ha inizio la parte priva di acqua, di erba, di ombra -solo pietre e sassi-. Il legionario vedendo questo dice “fin qui ho sofferto molto, Signore aiutami a raggiungere la vetta”. Ma lo spirito maligno 17
gli insinua la domanda “non sarebbe meglio tornare indietro? Lascia stare l’amore per la tua terra. Non vedi che devi patire se ami la Patria, la Stirpe e la Terra? Che cosa guadagni qui? Non è meglio che te ne stia tranquillo a casa tua?”. Con fede infinita continua ad arrampicarsi sulla nuda pietra. E’ stanco e cade, si sbuccia le mani e le ginocchia, si leva come un prode e parte di nuovo, il sangue gli sgorga dal petto e gocciola sulla pietra inclemente. “Non è meglio tornare indietro?” si ode di nuovo lo spirito maligno. Ma all’improvviso sente una voce che grida dal profondo “Avanti, ragazzi! Non abbattetevi!” un ultimo sforzo e la sua fronte da prode giunge trionfante alla vetta, sulla cima del monte della sofferenza, con lo spirito cristiano e italiano colmo di felicità e di gioia. “Sarete felici quando vi perseguiteranno e diranno solo parole cattive contro di voi...ed essi partivano rallegrandosi di essere stati percossi per il nome di Gesù”. Molte pene soffrono i legionari scalando il monte, a descrivere la loro sofferenza occorrerebbe un libro intero. LA SELVA DELLE FIERE SELVAGGE: Chi desidera diventare legionario non si immagini però che i tentativi siano terminati qui, sulla vetta del monte della sofferenza. Ciascuno è bene sappia dall’inizio quanto l’aspetta. Seconda prova: non trascorre molto tempo e la strada legionaria entra in una selva a cui il mondo ha posto il nome di “selva delle fiere selvagge”. Dal margine della selva si odono le urla di queste fiere selvagge, le quali attendono solo che uno vi entra per sbranarlo. Dopo il monte della sofferenza, questa è la seconda prova che i legionari devono superare. Chi è codardo rimane al margine della selva. Chi ha cuore di prode, vi penetra, lotta con valore e affronta migliaia di pericoli intorno ai quali si potrebbe scrivere un libro intero. Durante questa lotta il legionario non fugge il pericolo, non si nasconde dietro gli alberi. Al contrario, si mostra la dove il pericolo risulta forte. Dopo aver attraversato la selva ed esserne uscito con successo, una nuova prova lo attende. LA PALUDE DELLO SCORAMENTO: La strada di perde ed essi devono attraversare una palude, “La palude dello scoramento”, perché chi vi entra viene preso dallo scoramento prima di giungere all’altra sponda. Alcuni non hanno il coraggio di entrarvi -cominciano a dubitare del buon esito della lotta, perché esso è troppo lontano- e non giungeranno alla vittoria. Molti di coloro che hanno attraversato la selva delle fiere selvagge e hanno scalato il monte della sofferenza, annegano così in questa palude dello scoramento. Altri entrano e poi tornano indietro; altri vi affogano. Ma i veri legionari non si perdono d’animo e superano anche quest’ultima prova e giungono a riva, coperti di gloria. Là al termine dell’arduo cammino delle tre prove, ha inizio l’opera bella, l’opera benedetta per costruire dalle fondamenta la nuova Italia. Soltanto chi ha superato i tre esami, ovvero chi è passato per il monte della sofferenza, per la selva delle fiere selvagge e per la palude dello scoramento -ed è riuscito nelle prove- soltanto questi è legionario vero. Chi non è passato attraverso queste prove non può chiamarsi legionario, benchè sia iscritto all’organizzazione, porti il distintivo della legione o paghi i contributi. Chi, in anni di vita legionaria è stato tanto abile da evitarle sempre, senza quindi aver conosciuto e dato nè l’esame del dolore, né l’esame della virilità e neppure l’esame della fede,può essere uomo “abile”, ma non un legionario. Il capo della legione quando valuta la personalità di un legionario, si basa su questi tre esami. La legione è contro coloro che si agitano e si danno da fare per ottenere vittorie senza rischi e senza sacrificio, poiché costoro sono uomini meschini, le loro vittorie si rivelano passeggere 18
come la spuma del mare. Dove non c’è rischio non c’è gloria. La legione è contro coloro che dopo le vittorie mirano ad innalzarsi sopra i rischi e sacrifici altrui. La legione è pure contro coloro che lottano si, ma spinti da un movente inferiore: desiderio di guadagno, godimento di benefici, creazione di una posizione. Costoro quando raggiungono la vittoria cominciano a divorarla. L’anima superiore trova le sue grandi soddisfazioni nel piacere della lotta e del sacrificio. IL LEGIONARIO E GLI “ALTRI” -Il legionario e il politicante: Il legionario e il politicante -l’uomo dei partiti- stanno su due posizioni opposte tra loro. L’uomo dei partiti rovina l’Italia, a lui oppone il proprio petto il legionario. Quando il politicante è entrato in un partito, la prima domanda che si è posto è stata: “che cosa guadagnerò qui? Che beneficio ne trarrò?” perciò i politicanti guadagnano mentre il paese va a pezzi. Quando il legionario è entrato nella legione ha detto: “per me non voglio niente” e si è chiesto “che cosa posso dare, che sacrificio posso fare io per la mia terra?” il legionario dice: “gli antenati hanno sofferto un migliaio d’anni e sono morti col pensiero rivolto a questa terra, oggi che Dio ce l’ha donata per intera, invece di cadere in ginocchio, invece di inchinarci di fronte a lei come ad un’icona sacra, noi la deprediamo e la spogliamo?” di fronte a lei il legionario si presenta con sacri doveri. L’obbiettivo del politicante è accumulare ricchezze, il nostro ricostruire la Patria rigogliosa e potente. Per lei lavoreremo e costruiremo, per lei faremo di ogni italiano un eroe, pronto alla lotta e al sacrificio, pronto alla morte. “Contro i cuori impuri che vengono nella purissima casa di Dio senza misericordia io stendo la mia spada” Santo Arcangelo Michele- -Il legionario e il comunista: Il legionario è contro il comunista e lotterà con tutte le proprie forze affinché il comunista ovunque sia annidato, venga smascherato e sconfitto. In Italia il trionfo del comunismo significherebbe l’abbattimento dell’insegnamento religioso, l’abbattimento della famiglia, l’abolizione della proprietà individuale e l’abolizione delle libertà. Significherebbe la privazione di quanto forma il patrimonio morale dell’umanità e contemporaneamente l’espropriazione di tutti i beni materiali in favore dei profittatori che stanno all’ombra del comunismo, i sionisti sabbatiani-franchisti e la finanza internazionale. Nel movimento comunista si trovano riuniti tutti i nostri avversari, i quali non vedono di buon occhio la grande Italia. CONTRO L’USURA POESIA DI EZRA POUND “Con l’usura nessuno ha una solida casa di pietra squadrata e liscia per istoriarne la facciata, con usura non vi è chiesa con affreschi di Paradiso Harpes et luz e l’annunciazione dell’angelo con le aureole sbalzate, con usura nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine 19
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