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CORDENONS NATURA pagine d’informazione dell’Associazione Naturalistica Cordenonese Sede: Via M. della Liberta’ n°35; www: curtisnaturae.it Numero sesto, Aprile 2019 "Fridays for future" di Pordenone" Apoidea selvatici nel Vinchiaruzzo Agricoltura sostenibile Meraviglie del giardino Il valore ecologico delle pozze Report animali fototrappolati
L’ INCORAGGIAMENTO DELL’ASSOCIAZIONE NATURALISTICA CORDENONESE C’è da augurarsi che anche le Istituzioni, i Governi, la Scuola, i credi religiosi Al GIOVANI DEL " FRIDAYS FOR FUTURE" DI PORDENONE accolgano e facciano brillare il vostro messaggio, e non solo a parole! Genitori, Mauro Caldana insegnati, educatori di ogni posizione, governanti, ascoltate attentamente il messaggio che i giovani diffondono da questa festa. Per la salute del pianeta, per quella nostra e delle generazioni che verranno, non possiamo che augurarvi Pordenone, venerdì 15 marzo 2019 un impegno indipendente, un orientamento apartitico, laico, attento alla scienza vera, portato avanti con grande sobrietà, senza estremismi. Nessun impegno è per nulla, fate gruppo, parlatevi, sperate e i risultati arriveranno. Cosa dovranno fare i giovani per il futuro del pianeta e per il loro? Come dovranno agire? Noi adulti come possiamo promuovere e cambiare stili di vita sbagliati e incalliti? Sabato 18 maggio, alle ore 18.00, al "Centro Culturale A. Moro" di Cordenons Giovanni Bearzi, Luciana De Zorzi e Mario Liut e alcuni giovani del “Fridays for future di Pordenone”, cercheranno di inquadrare il problema del surriscaldamento, proporre comportamenti migliori e discutere su programmi futuri. 5 x MILLE: UNA OPPORTUNITÁ NON TRASCURABILE Paolo Presot 5xMille è diventata una voce particolarmente interessante nel bilancio dell’Associazione Naturalistica Cordenonese, tant’è vero che grazie alla generosità di 67 persone nel 2018 il contributo ricevuto ha superato la somma di duemila euro. In questi anni, oltre a contribuire alle spese ordinarie della vita associativa, con il 5xMille abbiamo potuto acquistare Finalmente la voce di Greta Thunberg e quella vostra, voci chiare e alcune attrezzature che si sono rivelate particolarmente utili. Citiamo, ad indispensabili, corali, universali, per riflettere, per spingere un cambiamento, esempio, il caso delle foto trappole che, monitorando la fauna dei nostri per ridare dignità e gioia alla vita sulla Terra! In trent’anni, noi appassionati territori, ci hanno regalato alcune scoperte eccezionali. Il 5xMille ci ha pure naturalisti di Cordenons avremmo, in merito all’ambiente, un fiume di parole consentito di sostenere le spese notarili per le donazioni di terreni destinati da versare, più spesso torbide, poche volte limpide. Siamo convinti che, da alla salvaguardia naturalistica. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno oggi, sgorgherà una nuova sorgente d’impegno per l’ambiente e nuovi stili di effettuato questa scelta, lo riteniamo un gesto di fiducia e di apprezzamento vita, quelli di voi giovani, puri e cristallini. Facciamo spazio a un nuovo fiume! per il nostro operato. Il 5xMille è una scelta del contribuente che permette, Gli adulti esprimono spesso l’opinione che la virtualità, che oggigiorno grazie ad una semplice firma e senza alcun costo aggiuntivo, di destinare una occupa tanto del vostro tempo, vi stacchi dal mondo reale. Voi invece, qui, quota dell’IRPEF a organizzazioni non-profit o enti di ricerca ecc. Se non viene oggi, state dimostrando che non è una regola! Qui c’è l’evidenza, la volontà, indicata nessuna preferenza il 5xMille viene destinato allo Stato. Come fare: la passione d’iniziare un percorso per migliorare l’uomo e l’ambiente, una via inserisci la tua firma ed il codice fiscale dell’Associazione Naturalistica di grande civiltà. Non è una strada in discesa, ben si sa, c'è da darsi molto da Cordenonse “91019580934” nell’apposito spazio della dichiarazione dei fare. C’è un mondo da cambiare! Tanti adulti che vivono vicini a voi, incalliti redditi. Anche i contribuenti che non devono presentare la dichiarazione, nelle loro abitudini e poco attenti al pianeta, aprano le orecchie per possono effettuare la loro scelta utilizzando l’apposita scheda allegata alla ascoltarvi, per impegnarsi a cambiare comportamenti che incidono sul “Certificazione Unica” o al modello “Redditi Persone fisiche” e seguire le riscaldamento globale.! relative istruzioni. 1
NATURALISTI IN QUOTA Stefani Gabriele alpestre (Mesotriton L’ Associazione Naturalistica Cordenonese estende il suo raggio d’azione e Rampa anti annegamento alpestris Laurenti,1768), sale in quota oramai da più di tre anni, esattamente ai circa 1450 m di Tritone crestato (Triturus Casera Campo, località dell’altipiano del Cavallo, sopra Aviano, in uno carnifex Laurenti,1768) e scenario da cartolina. Qui troviamo il gestore della malga che accudisce, con cospicue popolazioni di dedizione e passione, una dozzina di buoi di razza scozzese Highlander, che Rana montana (Rana conosce uno per uno e che chiama per nome. Il luogo è immerso in un temporaria L.,1758), situazione di natura e biodiversità di prima grandezza. La ragione del successivamente rilasciati connubio tra l’Associazione Naturalistica, che opera normalmente in in pozze vicine che non pianura ed il gestore è legata alla necessità di salvaguardare una certa fauna presentano rischi 2di variegata presente sul posto, rappresentata anche da rarità, come alcuni sorta. Malga Campo Foto di Stefani Gabriele insetti; il fatto che quest’ultimi, insieme ad una nutrita presenza di anfibi, diventa così un sito non che cercano l’acqua, fondamentale alla loro riproduzione, finiscano in una solo pioniere nell’attività agrituristica e di allevamento in quota di specie vasca - serbatoio di cemento di quattro metri per quattro, profonda più di bovine singolari e non comuni, ma anche polo di attività scientifiche da due, senza poter più uscire, ha fatto sì che l’Associazione abbia studiato e parte della Associazione NaturalIstica che impreziosiscono ulteriormente trovato una soluzione al problema dell’ annegamento. Abbiamo installato questo luogo. I naturalisti sottolineano la necessità e il valore di questi una rampa mobile e galleggiante in pannelli di polistirolo a cellule chiuse luoghi sconosciuti ai più e invitano appassionati e non ad approfondirne la che permette ad anfibi, rettili, micro mammiferi e insetti di poter entrare e conoscenza. Si tratta di un patrimonio che appartiene a tutti e che è uscire dalla vasca, anche dopo cadute accidentali, limitando al minimo doveroso conoscere per poterlo apprezzare pienamente, ma soprattutto l’annegamento e quindi la perdita di preziosa biodiversità. conservare e tramandare alle generazioni future. Malga Campo 1 3 Foto di Stefani Gabriele Da qui l’iniziativa di monitorare costantemente, durante la bella stagione, la Foto di Stefani Gabriele biodiversità dell’area , con il salvataggio, da parte di alcuni soci-ricercatori di Alcuni anfibi recuperati prima della posa della rampa anti-annegamento ANC di centinaia di esemplari di Rospo comune (Bufo bufo L.,1758), Tritone 2
PICCOLI ALBERI CRESCONO stecchi spessi un dito e alti Yvonne Cividin poche decine di centimetri, poi per curarli e bagnarli. Nel ’76, quando mio padre iniziò a fare l’agricoltore, ricordo che i campi Non riuscivo a immaginare erano piccoli, a volte erano poco più di un orto o di un paio di filari di vite. quelle piantine diventare Per confine c’erano boschetti e fossi o strade erbose. Lentamente e con alberi adulti, ma dopo una sacrificio mio padre acquistò vari terreni attorno a casa. Unendoli decina d’anni, su parte della cominciarono a sparire i fossi e i boschetti che li delimitavano. Era il campagna sfruttata progresso! Servivano ampie distese per lavorare con macchine sempre più dall’agricoltura intensiva, grandi. Tutto sommato la proprietà di mio padre è rimasta contenuta, come prendeva forma un bosco la produzione. Mentre i suoi amici si vantavano di raccolti ogni anno più florido, che tra gli alberi si abbondanti, lui si accontentava. Rabbrividiva quando sentiva le esagerate arricchiva pure di fiori, ma quantità di concimi e diserbanti utilizzati dagli altri. Per la sua parsimonia anche di uccelli, scoiattoli, nell’uso di prodotti chimici era definito matto! Così è stato pure nel insetti, lepri e perfino millenovecento96 quando, per il problema della deforestazione planetaria, caprioli. Ne eravamo grazie ad una norma della Comunità Europea, ci fu la possibilità di avere dei orgogliosi. Era uno contributi importanti piantando alberi da opera o da ardere. Mio padre non spettacolo addentrarsi in ci pensò due volte e presentò subito domanda. Così, mentre gli altri lo quel paradiso, anche per deridevano continuando a seminare mais e soia, lui, anzi noi, cioè tutta la raccogliere erbe famiglia, stavamo gobbi sul terreno arido, prima per piantare alberelli, esili commestibili ed essere Foto di Yvonne Cividin spesso sorpresi dalla fuga di qualche animale. Tutto a due passi da casa. Trascorsi vent’ anni , scaduto il contratto mio padre non ha più potuto contare sui contributi e, un paio di anni fa, per far quadrare i conti si è trovato costretto a rimettere a frutto il terreno. Così, a malincuore ha abbattuto la sua opera, con la speranza dell’uscita di un altro bando per un nuovo bosco. Finalmente, da marzo del 2019, siamo di nuovo piegati a piantare bacchetti con le gemme già gonfie: frassini, ornielli, aceri, carpini bianchi o neri, gelsi, ontani, ciliegi, roverelle, noccioli, bagolari, … che cureremo e vedremo crescere con entusiasmo insieme a erbe fiorite, al volo d’insetti e di uccelli e al ritorno di tanti altri animali. Da giorni, un uomo 75enne, ogni mattina prende la pala, la carriola con gli alberelli, va nel suo campo, scava una buca e pianta un ciliegio, va avanti di pochi passi, scava un'altra buca e pianta un carpino e così via… Lo fa per noi, non si arrende al progresso, orgoglioso di lasciarci un’oasi, un polmone verde, uno scrigno di piante meravigliose che richiamano e sostengono un’infinità di creature. Foto di Yvonne Cividin 3
Report animali fototrappolati (3) Claudio Bearzatto Questa volta tocca agli uccelli rapaci, diurni e notturni. Qui di seguito alcune fotografie estratte da video che Donato Franculli ed io abbiamo ripreso in libertà con le fototrappole. Per esigenze d’impaginazione le fotografie non rispettano le proporzioni degli animali che, di conseguenza, non sono in scala fra di loro. Da sinistra a destra e dall’alto in basso: Poiana che ha catturato un piccolo rettile che tiene nel becco, giovane Astore in alimentazione, femmina di Gheppio in volo, Allocco nel nido, Civetta nella cassetta-nido, Barbagianni. Fotografie di Claudio Bearzatto e Donato Franculli 4
BREVI NOTE SU ALCUNI APOIDEA SELVATICI E LORO Un altro parassita, in questo caso, è risultato essere un acaro del genere Chaetodactylus (probabilmente sp.osmiae Dufour,1839),che in alcuni casi è PARASSITOIDI NELLE RISORGIVE DEL VINCHIARUZZO stato osservato rivestire completamente il corpo dell’ape all’atto dello Gabriele Stefani sfarfallamento dell’adulto. Altri parassitoidi rilevati in prossimità dei tubi di nidificazione non sono stati determinati ancora con certezza, anche se i Da circa 4 anni l’Associazione ha avviato un programma di monitoraggio e caratteri morfologici indirizzano con pochi dubbi verso l’imenottero implemento degli insetti impollinatori (detti pronubi o ausiliari) nell’area Monodontomerus obscurus Westwood,1833 (Hymenoptera, Torymidae). Le delle Risorgive di pertinenza di ANC, con un progetto pilota che ha visto la ricerche sono in corso nell’area in oggetto e sono attesi nuovi aggiornamenti messa in posa nelle ultime praterie alcaline tuttora esistenti (prati polifiti) sulle specie. dell’area Bioforest, di alcune casette nido di cospicue dimensioni ( 1mt.x 1mt.circa),in grado di ospitare varie specie di Invertebrati Artropodi sia 1 durante il periodo di riproduzione primaverile - estivo (Hymenoptera) sia 1 2 durante lo svernamento (Hymenoptera, Dermaptera, Neuroptera, Lepidoptera et alii), nonché alcune unità minori (quattro in totale) di dimensioni contenute, posizionate in aree attigue ai prati polifiti (ecotoni di fragmiteto e boschetto ripariale), al fine di monitorare specie diverse di Apoidea nidificanti. Dopo circa un anno di scarsa attività, monitorata dall’inizio primavera al tardo autunno con segnalazioni sporadiche, nella primavera successiva (Aprile) si notavano numerose ♀♀ di Osmia rufa (L.,1758) foto1 e Osmia cornuta (Latr.,1805) foto 2, in frenetica attività di costruzione delle cellette pedotrofiche , con i caratteristici setti divisori di fango impastati con la saliva, e nel successivo trasporto di polline nei tubi di 3 4 covata, costituiti principalmente da canna di bambù, canna comune (Arundo donax) e cannuccia palustre (Phragmytes australis) di lunghezza di 20 cm e, in misura minore, da tronchetti di legno forati orizzontalmente. Circa un mese dopo, (tra Maggio e Giugno) le strutture, in particolare le cannucce di palude e i tronchetti di legno con fori di minor diametro, venivano a loro volta ispezionate e successivamente colonizzate da ♀♀ di Osmia (Chalcosmia) caerulescens (L.,1758), trasportanti frammenti di foglie che venivano successivamente masticate ed impastate con saliva per la costruzione delle medesime cellette, e a seguire, da ♀♀ di Megachile (Megachile) versicolor Smith,1844, caratterizzata dalle stesse abitudini etologiche per la 3 4 5 1 - Osmia rufa costruzione delle cellette. Tra Maggio e Luglio comparivano alcune specie 2 - Osmia cornuta parassitoidi degli Apoidei selvatici, fra cui spiccavano due specie di 3 - Leucospis dorsigera Leucospidae, tra cui l’incredibile Leucospis dorsigera Fab.,1775 4 - Chrysidea pumila (Hymenoptera,Chalcidoidea) foto 3, attivissima nel localizzare le ninfe di 5 - Trichodes apiarius Osmia nelle loro cellette, la bellissima e più rara Chrysidea pumila (Klug,1845, Hymenoptera,Chrysidinae) foto 4, il dittero Cacoxenus indagator Foto di Stefani Gabriele Loew,1858 (Diptera,Drosophilidae); infine il rappresentante più vistoso dei coleotteri predatori di uova e larve di Osmia sp., e cioè il Trichodes apiarius (L.,1758,Coleoptera,Cleridae) foto 5. 5
LA POZZANGHERA Giuseppe Brun Ricordo, da piccolo, quanto era bello rispecchiarsi nelle pozzanghere Ha voluto che lo porti sul posto per essere sicuro di cosa si trattasse. “È d’acqua del cortile; ancor più bello era pestarle, per veder partire gli una bombina!“ Ed io, di riflesso: “Una cheee?” E lui: “Ma sì, è una schizzi da sotto le suole. Quelle pozze si formavano, puntualmente, dopo bombina variegata o ululone dal ventre giallo. È un rospo!” Rimasi un temporale. Ahimè, come sempre, in quelle occasioni, dovevo parare i particolarmente colpito quando mi disse che si trattava dell’anfibio rimproveri di mia madre, costretta a cambiarmi scarpe e calzini e, poteva europeo più velenoso, che era in pericolo di estinzione a causa della capitare, anche i pantaloni. Da grande ho capito quanto quel rimprovero scomparsa del suo Habitat, cioè le pozzanghere temporanee. La poteva celare il ricordo nostalgico e divertito di aver pestato pozzanghere bombina, data la sua tossicità, ha pochi predatori e di conseguenza al anche lei. Con gli amici, passando nelle pozze con la bici, facevamo anche momento della riproduzione non ha bisogno di rilasciare migliaia di uova, a gara a chi spruzzava più in alto l’acqua, oppure, con la ruota posteriore come fa il rospo comune. Tra il mese di maggio e luglio, in una un po’ sollevata, facendo girare i pedali, ci divertivamo a svuotare la buca. pozzanghera l’ululone rilascia 8-10 uova, trattenute da un breve Crescevo e intanto emergeva in me la curiosità, così notai che nelle filamento. Un altro problema per l’ululone è dato dal passaggio sui pozzanghere del cortile di casa c’era poca vita, infatti vi osservavo solo tratturi di mezzi motorizzati che, con le ruote, svuotano velocemente le qualche insetto; notavo anche che quelle pozze si asciugavano pozze, insieme al loro prezioso contenuto. Oggi, queste pozzanghere che velocemente. Invece, nei tratturi della campagna la situazione cambiava, ancora ospitano una comunità di bombine, sono diventate un impegno al gli insetti abbondavano, sia dentro che fuori dall’acqua. Non di rado, quale mi dedico con grande passione . % all’interno ci trovavamo degli ammassi gelatinosi, formati da tante sfere, con all’interno un puntino nero: uova di anfibi, in questo caso di rana! Uova simili erano tenute insieme da un lungo filamento, che alle volte Foto Mauro Caldana copriva la pozzanghera completamente, in questo caso si trattava di uova di rospo. A volte, le scoperte che facevamo non erano piacevoli, come quando trovavamo i girini morti per non essere riusciti a completare la metamorfosi, a causa del prosciugamento dell’acqua. L’acqua spariva e il fondo della pozzanghera si tingeva di nero, cioè dei corpi rinsecchiti dei girini. Le pozzanghere non sono tutte uguali, se in quelle formate nei tratturi, con il fondo ghiaioso, potevamo trovare rane e rospi, in quelle delle Risorgive, con terreno argilloso, l’ospitalità raddoppiava! Si potevano trovare un’infinità d’insetti, come le larve delle libellule e gli scorpioni d’acqua. Non era raro trovare anche i tritoni, dal più comune, cioè quello punteggiato, al più colorato, cioè il crestato. Tra tutte le pozze scoperte nelle risorgive, in una, ancora esistente, posta tra il rio Rojal ed il rio Vena Storta, mi colpì un anfibio: se lo stuzzicavamo assumeva una posizione che mi ricordava un neonato steso sul fasciatoio, pronto per essere cambiato, con pancia all’aria e gambe e braccia aperte! All’inizio mi chiedevo se era una rana o un rospo. Il colore della pelle del dorso era marroncino chiaro, Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) mimetizzata in una beige. Il ventre era marezzato di giallo e di nero. Era grande al massimo pozza di un tratturo come le cento lire di un tempo o i due euro odierni. Già da diversi anni la mia curiosità per questo magnifico animaletto ha trovato risposta dalle spiegazioni di un amico, esperto in anfibi. 6
UN POMERIGGIO DA LUPI Stefano Palamin Dalle ricerche condotte finora dai volontari dell’Associazione Naturalistica “Ciao, ho avuto il tuo numero da Sandro, se ti va possiamo fare un giro per Cordenonese, l’unico sito dove è presente la Bombina Variegata nel vedere se avremo la fortuna di scorgere qualche lupo”. L’interesse comune Vinchiaruzzo, pare essere proprio la zona del Rojal, a Bosconuovo, in una ci ha fatto incontrare e con la telefonata che Claudio Bearzatto mi ha fatto è proprietà della nostra associazione. In qualche modo abbiamo “adottato” i iniziata questa avventura e questa amicizia, che spero possa continuare negli girini delle bombine, mantenendo attivo il sito di riproduzione. Nei giorni critici anni a venire. Così, come da accordi telefonici, decisi luogo data e ora ci chiudiamo l’accesso al tratturo e nelle calde giornate estive rimpinguiamo siamo incontrati con l’intento comune di scovare qualche informazione d’acqua le pozze. C’è chi arriva con i secchi vuoti e scende la scarpata per buona per incontrare i lupi. Ciò che mi spinge a cercare questi magnifici raggiungere il rio, per raccogliere l’acqua e risalire; c’è chi arriva da casa con animali non è una ricerca sterile finalizzata all’incontro, ciò che mi taniche nel bagagliaio della macchina, già piene d’acqua. Io mi sono appassiona veramente è la scoperta del territorio. È come aprire uno scrigno organizzato con una piccola cisterna, posizionata su un carrettino dietro l’auto. dove sono conservate tutte le informazioni necessarie al raggiungimento L’importante è riuscire a fare in modo che non si prosciughino le pozzanghere. dello scopo, che in questo caso si materializza in un avvistamento. Mi piace Solo così salvaguarderemo le bombine di Bosconuovo, il rospetto che, essere sul campo all’alba e quando posso rimanervi fino al tramonto, inarcando la pancia giallo - nera, con un messaggio universale a colori dice: esplorare i banchi di sabbia alla ricerca di tracce fresche, calpestare il suolo, i “non mangiarmi, sono velenoso!” prati, i sassi. Le luci, i profumi, i colori, il gelo, il caldo torrido dei greti e dei Magredi, sono indescrivibili. Ci sono situazioni che rimangono impresse nella memoria solo se vissute, ed è questo che mi attrae e mi entusiasma. Siamo custodi di luoghi e territori di valore inestimabile e non ci rendiamo conto di quanta bellezza ci circondi . Foto di Stefano Palamin Foto di Mauro Caldana Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) nella tipica postura di allarme . Si tratta di un messaggio universale per comunicare : "pericolo , non mangiarmi, ho la pelle velenosa ". 7
Le informazioni da me raccolte nel tempo di un anno hanno dato i loro La fotocamera andava a mille, pioveva a dirotto ed era quasi buio. Poco dopo, frutti, sono riuscito a capire dove il branco si era spostato e dove era come comparvero, si dileguarono nella foschia serale. Un’esperienza che non localizzato. C’è un piccolo problema però, non sono un ricercatore e di dimenticherò mai. Nel mentre si avvicinò in auto un signore, un cercatore di certo il mio metodo di ricerca potrebbe essere migliore, così al momento funghi, il quale esordì con la frase . Non si rese conto questa persona di cosa fosse può definire una scorribanda, un’incursione, che per quanto è accaduto e testimone e della qualità del territorio dove ancora cerca i funghi. Ci siamo lasciati sto per narrarvi si può definire qualcosa di magico, fuori dal normale. Dopo con i soliti convenevoli e qualche parola di disappunto da parte sua. Noi due una mezz’oretta di auto siamo giunti dove avevo realizzato le ultime foto di ancora increduli per quanto era accaduto abbiamo ripreso la marcia e dopo un due cuccioli, il luogo era calpestato in tutte le direzioni e mostrava tracce prolungato silenzio di riflessione iniziarono le deduzioni. “Ma allora ci sono due fresche della notte precedente. Purtroppo il meteo stava volgendo al coppie, una là e una qua”, “ma forse è così...” “chissà se...” e via discorrendo. Non peggio e dopo poco iniziò a gocciolare. Incappucciati nelle giacche so quanti lupi ci siano, non lo saprà nessuno, e sinceramente non mi interessa, antipioggia abbiamo continuato a cercare muovendoci verso monte, l’importante è che ci siano, che abitino il nostro territorio e che grazie alla loro seguendo una traccia fresca, anzi freschissima. Stavamo chiacchierando a presenza questi luoghi possano diventare dei posti migliori. La natura sa come bassa voce quando Claudio mi indicò un animale in movimento che data la regolarsi e cosa fare, se sono tornati vuol dire che questo è il loro posto. Così è lontananza non ci fu possibile identificare con precisione. Le impronte però finito il nostro pomeriggio, al buio e sotto la pioggia battente. Ci siamo lasciati con non ci lasciarono alcun dubbio, era un lupo. Vista la quantità di tracce e il l’accordo di rivederci ancora per continuare a cercare, credo però che un girovagare della pista mi feci convinto che l’animale ci tenne d’occhio fin pomeriggio così non ricapiterà, non so se è stata fortuna o ricerca, ma quello che dal nostro arrivo, ma solo quando ci vide andare nella sua direzione, ci è capitato ha dell’eccezionale in tutti i sensi, un vero pomeriggio da lupi. fuggendo, si palesò. Già questo avvistamento sarebbe potuto bastare a fare di queste poche ore un pomeriggio proficuo ma non finì così. Chiacchierando confidai al mio compagno di avventura la supposizione Foto di Stefano Palamin riguardante la presenza di un’altra coppia di adulti a una decina di chilometri in linea d’aria da quel luogo. Ci siamo quindi spostati verso est percorrendo stradine interpoderali e carrarecce poco battute, abbiamo attraversato luoghi spettacolari che Claudio mi ha spiegato con dovizia di particolari: rimasugli di prati stabili, e prati da sfalcio chiusi dalle siepi, “cluses” nel mio friulano, posti unici che probabilmente scompariranno assieme agli animali che li abitano nel giro di pochi anni, per lasciar spazio alle monocolture di mais o soia. La pioggia non dava tregua ed era aumentata di intensità, ma giunti a destinazione abbiamo comunque voluto esplorare un luogo a me noto per la presenza di tracce che, seppur non fresche, abbiamo trovato. Oramai stava facendo buio e di comune accordo decidemmo di rientrare. Mentre guidavamo sulla via verso casa, due canidi di grossa taglia ci sfilarono davanti a un centinaio di metri. Increduli ci rendemmo conto che erano due lupi, adulti e in piena salute. L’eccitazione salì alle stelle, uno spettacolo indescrivibile si era materializzato davanti a noi, due splendidi esemplari ci stavano guardando fermi in un prato. 8
EGERIA: DELICATE COMBATTENTI Francesco Lunardelli Foto di Mauro Caldana È ormai arrivata la primavera e lo sbocciare dei primi fiori è seguito dallo sfarfallare di quegli insetti che si nutrono del loro prezioso nettare. Uno di questi è la farfalla Egeria (Pararge aegeria per gli scienziati) che prende il suo nome dalla divinità romana delle acque sorgive. È proprio nei pressi delle nostre risorgive che possiamo osservare questa farfalla, dove frequenta i margini dei boschi e delle siepi. La si può riconoscere per le ali color marrone scuro, adornate da numerose macchi bianche o gialle che la aiutano a mimetizzarsi nel sottobosco. Se il camuffamento non funziona, esibiscono le macchie ocellari, presenti sulle ali anteriori e posteriori a scopo intimidatorio. Presente da marzo a settembre, l’egeria è facile da osservare posata sulle foglie degli alberi mentre è impegnata a prendere un po’ di sole e a sorvegliare il proprio territorio. Eh sì, perché queste farfalle hanno la particolarità di essere molto territoriali e i maschi si dimostrano molto aggressivi verso altri esemplari che osano sconfinare nel loro territorio. Se vi trovate ai margini di un boschetto e vedete due farfalle roteare velocemente in volo, Foto di Mauro Caldana probabilmente si tratta proprio di due maschi di egeria che si stanno contendendo lo spazio circostante. Queste farfalle, come abbiamo detto, frequentano i margini dei boschi, ma le piante nutrici dei bruchi sono graminacee come il paleo silvestre (Brachypodium sylvaticum) e l’erba fienarola (Poa pratensis) che costituiscono i nostri prati. Questa bella e risoluta farfalla è quindi uno splendido esempio di quanto siano connessi ambienti apparentemente estranei come i prati e i boschi, e di come dobbiamo impegnarci a tutelare l’ambiente nella sua totalità se vogliamo continuare a osservare questa e altre meravigliose specie con le quali abbiamo la fortuna di convivere. 9
MERAVIGLIE DEL GIARDINO Abbiamo allevato la cetonia aurata e sentita volar via, scoppiettante, una Petra Franzo volta uscita dalla terra. In particolare, ricordo l’interesse di mio figlio nel notare tante piccole palline rugose e nere posate sulle foglie del grande Dalla curiosità nascono le più grandi passioni. È così che nel settembre oleandro che abbiamo in giardino. La caccia al bruco era iniziata: è bastato 2000 ho iniziato ad allevare bruchi, perché un mio allievo mi ha portato in guardare un po’ più in alto per scovare tre bellissime larve verdi. Stavano classe delle larve in un barattolo di vetro. Quella volta mi è venuta l’idea di banchettando allegramente e con avidità. Abbiamo deciso di tagliare tenerle a scuola e nutrirle quotidianamente per vedere come si sarebbero l’intero ramo e metterlo in un vaso con dell’acqua. La nostra veranda, trasformate. Da quella prima esperienza, ogni anno ho cercato larve da attigua al giardino, si è rivelata un ottimo luogo per tenere il vaso e le allevare, apprendendo a poco a poco quali fossero le loro piante ospiti, per nostre bacinelle ricoperte da zanzariere, contenenti un substrato di poterle rifornire puntualmente di cibo. Successivamente, dopo qualche terriccio e foglie secche. In questo modo siamo riusciti ad offrire alle anno, ho conosciuto l’amico Mauro Caldana e mi sono iscritta all’A.N.C. nostre amiche un habitat che assomigliasse il più possibile ad un prato. dove mi sono stati offerti spunti ed informazioni preziose sugli animali che Dopo diversi giorni di abbuffate, ho dovuto continuamente nutrirle con popolano i nostri giardini e la nostra zona. Non contenta, mi sono letta un nuovi rami di oleandro, notando nel frattempo che le buongustaie po’ di libri su piccoli mammiferi, uccelli, insetti e ragni. Di seguito, mi sono preferivano le foglie nuove: più morbide e fresche. Dalla mattina al armata di lente d’ingrandimento e cannocchiale da birdwatcher e sono pomeriggio, una delle tre larve si è imbrunita, cambiando completamente andata a caccia dei nostri animali. Ho sempre in borsa il cannocchiale e colore. Sembrava un altro bruco: era diventata di un marrone scuro sul non il rossetto, perché non si sa mai! Ho scoperto meraviglie che non dorso e un giallo senape sul ventre. In più era molto agitata, perché sapevo fossero a portata di mano. Ho trovato le larve di tante sfingi e le ho continuava a scendere dalla pianta e camminare lungo la veranda. Ho allevate con mio figlio. Insieme abbiamo cercato la pianta del convolvolo capito subito che era arrivato il momento di rinchiuderla nella teca col per nutrire la sua sfinge. Abbiamo scovato la larva della sfinge terriccio perché s’impupasse. Filippo ed io abbiamo seguito in diretta il dell’oleandro e quella del tiglio e visto le loro farfalle. sotterramento del bruco. Con la testa ha scavato un ingresso e si è Foto di Petra Franzo infossato nella terra, coprendosi anche di foglie. Incredibile! Passati pochi giorni, anche le altre due larve hanno seguito la metamorfosi della prima. Dopo qualche settimana, una mattina abbiamo trovato una stupenda farfalla dai colori molto mimetici… Sembrava un militare e stava aggrappata al bordo della bacinella. Non si può descrivere la forte emozione di stupore ed ammirazione che mi ha travolta, vedendola uscire dal suo nascondiglio. Aveva le ali ancora piccole e le stava allungando con la propria emolinfa. In gran velocità hanno raggiunto una grandezza ideale per il volo. Era quasi autunno e la farfalla è stata un’intera giornata ad aspettare il momento giusto per volare. Di notte è partita per il lungo viaggio verso luoghi con climi dagli inverni temperati. Consiglio a tutti i naturalisti e a quelli che ancora si stupiscono per la bellezza e la semplicità della natura di avviare esperimenti di questo tipo. Stupefacente è anche alzarsi di mattina e fare colazione con le cinciallegre, merli e i pettirossi, osservandoli, ghiotti e sempre vigili, nella mangiatoia installata vicino alla finestra della cucina. Questa primavera sto osservando anche il viavai delle apine che hanno insediato la casetta nido per insetti impollinatori. 10
Stupefacente è anche alzarsi di mattina e fare colazione con le cinciallegre, Larva di sfinge dell’oleandro nella Foto di Petra Franzo merli e i pettirossi, osservandoli, ghiotti e sempre vigili, nella mangiatoia installata vicino alla finestra della cucina. Questa primavera sto osservando sua pianta nutrice anche il viavai delle apine che hanno insediato la casetta nido per insetti impollinatori. Sono incantata nel notare che i documentari non li trasmette solo la tv, essi sono “in onda” intorno a noi in ogni momento e in ogni luogo. Anche dove non ci aspettiamo di vedere qualcosa di interessante c’è vita. Ma è importante sapere che chiunque si cimenti in queste piccole imprese deve essere pronto a continuare a mantenere il rifornimento di cibo alle larve che “intrappola” nelle teche per la propria personale osservazione. Bisogna che garantisca cibo e acqua agli uccellini nel periodo invernale, perché se ci inseriamo nella loro esistenza, essi poi dipendono da noi. La loro vita diventa una nostra responsabilità. Coscienziosamente, bisogna pensare che l’impegno di salvaguardare l’esistenza della fauna locale va garantito fino a sviluppo completo del progetto che si inizia. Solo allora si potrà sorridere vedendo una cinciallegra tornare l’anno successivo e sentirsi parte attiva del tutto. Non si può pensare di voler aiutare una creatura solo per un po’, finché non ce se ne dimentica. In quel caso, meglio avere un pizzico di umiltà ed accontentarsi di osservarli con riconoscenza su internet o in televisione. Cetonia Foto di Petra Franzo Sfinge dell’oleandro appena sfarfallata Foto di Petra Franzo 11
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