CORDENONS NATURA - Associazione ...

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CORDENONS NATURA
                     pagine d’informazione dell’Associazione Naturalistica Cordenonese
                           Sede: Via M. della Liberta’ n°35; www: curtisnaturae.it
                                        Numero sesto, Aprile 2019

"Fridays for future" di Pordenone"        Apoidea selvatici nel Vinchiaruzzo      Agricoltura sostenibile

   Meraviglie del giardino                  Il valore ecologico delle pozze    Report animali fototrappolati
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L’ INCORAGGIAMENTO DELL’ASSOCIAZIONE NATURALISTICA CORDENONESE                           C’è da augurarsi che anche le Istituzioni, i Governi, la Scuola, i credi religiosi
        Al GIOVANI DEL " FRIDAYS FOR FUTURE" DI PORDENONE                                accolgano e facciano brillare il vostro messaggio, e non solo a parole! Genitori,
                           Mauro Caldana                                                 insegnati, educatori di ogni posizione, governanti, ascoltate attentamente il
                                                                                         messaggio che i giovani diffondono da questa festa. Per la salute del pianeta,
                                                                                         per quella nostra e delle generazioni che verranno, non possiamo che augurarvi
  Pordenone, venerdì 15 marzo 2019                                                       un impegno indipendente, un orientamento apartitico, laico, attento alla
                                                                                         scienza vera, portato avanti con grande sobrietà, senza estremismi. Nessun
                                                                                         impegno è per nulla, fate gruppo, parlatevi, sperate e i risultati arriveranno.
                                                                                         Cosa dovranno fare i giovani per il futuro del pianeta e per il loro? Come
                                                                                         dovranno agire? Noi adulti come possiamo promuovere e cambiare stili di
                                                                                         vita sbagliati e incalliti? Sabato 18 maggio, alle ore 18.00, al "Centro Culturale
                                                                                         A. Moro" di Cordenons Giovanni Bearzi, Luciana De Zorzi e Mario Liut e alcuni
                                                                                         giovani del “Fridays for future di Pordenone”, cercheranno di inquadrare il
                                                                                         problema del surriscaldamento, proporre comportamenti migliori e discutere
                                                                                         su programmi futuri.

                                                                                                          5 x MILLE: UNA OPPORTUNITÁ
                                                                                                          NON TRASCURABILE Paolo Presot
                                                                                          5xMille è diventata una voce particolarmente interessante nel bilancio
                                                                                          dell’Associazione Naturalistica Cordenonese, tant’è vero che grazie alla
                                                                                          generosità di 67 persone nel 2018 il contributo ricevuto ha superato la
                                                                                          somma di duemila euro. In questi anni, oltre a contribuire alle spese
                                                                                          ordinarie della vita associativa, con il 5xMille abbiamo potuto acquistare
Finalmente la voce di Greta Thunberg e quella vostra, voci chiare e                       alcune attrezzature che si sono rivelate particolarmente utili. Citiamo, ad
indispensabili, corali, universali, per riflettere, per spingere un cambiamento,          esempio, il caso delle foto trappole che, monitorando la fauna dei nostri
per ridare dignità e gioia alla vita sulla Terra! In trent’anni, noi appassionati         territori, ci hanno regalato alcune scoperte eccezionali. Il 5xMille ci ha pure
naturalisti di Cordenons avremmo, in merito all’ambiente, un fiume di parole              consentito di sostenere le spese notarili per le donazioni di terreni destinati
da versare, più spesso torbide, poche volte limpide. Siamo convinti che, da               alla salvaguardia naturalistica. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno
oggi, sgorgherà una nuova sorgente d’impegno per l’ambiente e nuovi stili di              effettuato questa scelta, lo riteniamo un gesto di fiducia e di apprezzamento
vita, quelli di voi giovani, puri e cristallini. Facciamo spazio a un nuovo fiume!        per il nostro operato. Il 5xMille è una scelta del contribuente che permette,
Gli adulti esprimono spesso l’opinione che la virtualità, che oggigiorno                  grazie ad una semplice firma e senza alcun costo aggiuntivo, di destinare una
occupa tanto del vostro tempo, vi stacchi dal mondo reale. Voi invece, qui,               quota dell’IRPEF a organizzazioni non-profit o enti di ricerca ecc. Se non viene
oggi, state dimostrando che non è una regola! Qui c’è l’evidenza, la volontà,             indicata nessuna preferenza il 5xMille viene destinato allo Stato. Come fare:
la passione d’iniziare un percorso per migliorare l’uomo e l’ambiente, una via            inserisci la tua firma ed il codice fiscale dell’Associazione Naturalistica
di grande civiltà. Non è una strada in discesa, ben si sa, c'è da darsi molto da          Cordenonse “91019580934” nell’apposito spazio della dichiarazione dei
fare. C’è un mondo da cambiare! Tanti adulti che vivono vicini a voi, incalliti           redditi. Anche i contribuenti che non devono presentare la dichiarazione,
nelle loro abitudini e poco attenti al pianeta, aprano le orecchie per                    possono effettuare la loro scelta utilizzando l’apposita scheda allegata alla
ascoltarvi, per impegnarsi a cambiare comportamenti che incidono sul                      “Certificazione Unica” o al modello “Redditi Persone fisiche” e seguire le
riscaldamento globale.!                                                                   relative istruzioni.

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NATURALISTI IN QUOTA                Stefani Gabriele
                                                                                                                                               alpestre      (Mesotriton
L’ Associazione Naturalistica Cordenonese estende il suo raggio d’azione e                   Rampa anti annegamento
                                                                                                                                               alpestris Laurenti,1768),
sale in quota oramai da più di tre anni, esattamente ai circa 1450 m di                                                                        Tritone crestato (Triturus
Casera Campo, località dell’altipiano del Cavallo, sopra Aviano, in uno                                                                        carnifex Laurenti,1768) e
scenario da cartolina. Qui troviamo il gestore della malga che accudisce, con                                                                  cospicue popolazioni di
dedizione e passione, una dozzina di buoi di razza scozzese Highlander, che                                                                    Rana montana (Rana
conosce uno per uno e che chiama per nome. Il luogo è immerso in un                                                                            temporaria       L.,1758),
situazione di natura e biodiversità di prima grandezza. La ragione del                                                                         successivamente rilasciati
connubio tra l’Associazione Naturalistica, che opera normalmente in                                                                            in pozze vicine che non
pianura ed il gestore è legata alla necessità di salvaguardare una certa fauna                                                                 presentano rischi 2di
variegata presente sul posto, rappresentata anche da rarità, come alcuni                                                                       sorta. Malga Campo
                                                                                                                  Foto di Stefani Gabriele
insetti; il fatto che quest’ultimi, insieme ad una nutrita presenza di anfibi,                                                                 diventa così un sito non
che cercano l’acqua, fondamentale alla loro riproduzione, finiscano in una                solo pioniere nell’attività agrituristica e di allevamento in quota di specie
vasca - serbatoio di cemento di quattro metri per quattro, profonda più di                bovine singolari e non comuni, ma anche polo di attività scientifiche da
due, senza poter più uscire, ha fatto sì che l’Associazione abbia studiato e              parte della Associazione NaturalIstica che impreziosiscono ulteriormente
trovato una soluzione al problema dell’ annegamento. Abbiamo installato                   questo luogo. I naturalisti sottolineano la necessità e il valore di questi
una rampa mobile e galleggiante in pannelli di polistirolo a cellule chiuse               luoghi sconosciuti ai più e invitano appassionati e non ad approfondirne la
che permette ad anfibi, rettili, micro mammiferi e insetti di poter entrare e             conoscenza. Si tratta di un patrimonio che appartiene a tutti e che è
uscire dalla vasca, anche dopo cadute accidentali, limitando al minimo                    doveroso conoscere per poterlo apprezzare pienamente, ma soprattutto
l’annegamento e quindi la perdita di preziosa biodiversità.                               conservare e tramandare alle generazioni future.
 Malga Campo
                                                                                      1
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Da qui l’iniziativa di monitorare costantemente, durante la bella stagione, la               Foto di Stefani Gabriele
biodiversità dell’area , con il salvataggio, da parte di alcuni soci-ricercatori di
                                                                                              Alcuni anfibi recuperati prima della posa della rampa anti-annegamento
ANC di centinaia di esemplari di Rospo comune (Bufo bufo L.,1758), Tritone

                                                                                      2
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PICCOLI ALBERI CRESCONO                                                                                          stecchi spessi un dito e alti
                                Yvonne Cividin                                                                                             poche decine di centimetri,
                                                                                                                                           poi per curarli e bagnarli.
Nel ’76, quando mio padre iniziò a fare l’agricoltore, ricordo che i campi                                                                 Non riuscivo a immaginare
erano piccoli, a volte erano poco più di un orto o di un paio di filari di vite.                                                           quelle piantine diventare
Per confine c’erano boschetti e fossi o strade erbose. Lentamente e con                                                                    alberi adulti, ma dopo una
sacrificio mio padre acquistò vari terreni attorno a casa. Unendoli                                                                        decina d’anni, su parte della
cominciarono a sparire i fossi e i boschetti che li delimitavano. Era il                                                                   campagna              sfruttata
progresso! Servivano ampie distese per lavorare con macchine sempre più                                                                    dall’agricoltura     intensiva,
grandi. Tutto sommato la proprietà di mio padre è rimasta contenuta, come                                                                  prendeva forma un bosco
la produzione. Mentre i suoi amici si vantavano di raccolti ogni anno più                                                                  florido, che tra gli alberi si
abbondanti, lui si accontentava. Rabbrividiva quando sentiva le esagerate                                                                  arricchiva pure di fiori, ma
quantità di concimi e diserbanti utilizzati dagli altri. Per la sua parsimonia                                                             anche di uccelli, scoiattoli,
nell’uso di prodotti chimici era definito matto! Così è stato pure nel                                                                     insetti, lepri e perfino
millenovecento96 quando, per il problema della deforestazione planetaria,                                                                  caprioli.     Ne      eravamo
grazie ad una norma della Comunità Europea, ci fu la possibilità di avere dei                                                              orgogliosi.      Era       uno
contributi importanti piantando alberi da opera o da ardere. Mio padre non                                                                 spettacolo addentrarsi in
ci pensò due volte e presentò subito domanda. Così, mentre gli altri lo                                                                    quel paradiso, anche per
deridevano continuando a seminare mais e soia, lui, anzi noi, cioè tutta la                                                                raccogliere               erbe
famiglia, stavamo gobbi sul terreno arido, prima per piantare alberelli, esili                                                             commestibili ed essere
                                                                                       Foto di Yvonne Cividin
                                                                                                                                           spesso sorpresi dalla fuga di
                                                                                   qualche animale. Tutto a due passi da casa. Trascorsi vent’ anni , scaduto il
                                                                                   contratto mio padre non ha più potuto contare sui contributi e, un paio di anni
                                                                                   fa, per far quadrare i conti si è trovato costretto a rimettere a frutto il terreno.
                                                                                   Così, a malincuore ha abbattuto la sua opera, con la speranza dell’uscita di un
                                                                                   altro bando per un nuovo bosco. Finalmente, da marzo del 2019, siamo di
                                                                                   nuovo piegati a piantare bacchetti con le gemme già gonfie: frassini, ornielli,
                                                                                   aceri, carpini bianchi o neri, gelsi, ontani, ciliegi, roverelle, noccioli, bagolari, …
                                                                                   che cureremo e vedremo crescere con entusiasmo insieme a erbe fiorite, al
                                                                                   volo d’insetti e di uccelli e al ritorno di tanti altri animali. Da giorni, un uomo
                                                                                   75enne, ogni mattina prende la pala, la carriola con gli alberelli, va nel suo
                                                                                   campo, scava una buca e pianta un ciliegio, va avanti di pochi passi, scava
                                                                                   un'altra buca e pianta un carpino e così via… Lo fa per noi, non si arrende al
                                                                                   progresso, orgoglioso di lasciarci un’oasi, un polmone verde, uno scrigno di
                                                                                   piante meravigliose che richiamano e sostengono un’infinità di creature.

 Foto di Yvonne Cividin

                                                                                   3
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Report animali
   fototrappolati (3)
     Claudio Bearzatto

Questa volta tocca agli
uccelli rapaci, diurni e
notturni. Qui di seguito
alcune fotografie estratte
da video che Donato
Franculli ed io abbiamo
ripreso in libertà con le
fototrappole. Per esigenze
d’impaginazione            le
fotografie non rispettano
le proporzioni degli animali
che, di conseguenza, non
sono in scala fra di loro.
Da sinistra a destra e
dall’alto in basso: Poiana
che ha catturato un piccolo
rettile che tiene nel becco,
giovane        Astore      in
alimentazione, femmina
di Gheppio in volo, Allocco
nel nido, Civetta nella
cassetta-nido, Barbagianni.

Fotografie di
Claudio Bearzatto e
Donato Franculli

                                4
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BREVI NOTE SU ALCUNI APOIDEA SELVATICI E LORO                                    Un altro parassita, in questo caso, è risultato essere un acaro del genere
                                                                                       Chaetodactylus (probabilmente sp.osmiae Dufour,1839),che in alcuni casi è
      PARASSITOIDI NELLE RISORGIVE DEL VINCHIARUZZO
                                                                                       stato osservato rivestire completamente il corpo dell’ape all’atto dello
                               Gabriele Stefani                                        sfarfallamento dell’adulto. Altri parassitoidi rilevati in prossimità dei tubi di
                                                                                       nidificazione non sono stati determinati ancora con certezza, anche se i
Da circa 4 anni l’Associazione ha avviato un programma di monitoraggio e               caratteri morfologici indirizzano con pochi dubbi verso l’imenottero
implemento degli insetti impollinatori (detti pronubi o ausiliari) nell’area           Monodontomerus obscurus Westwood,1833 (Hymenoptera, Torymidae). Le
delle Risorgive di pertinenza di ANC, con un progetto pilota che ha visto la           ricerche sono in corso nell’area in oggetto e sono attesi nuovi aggiornamenti
messa in posa nelle ultime praterie alcaline tuttora esistenti (prati polifiti)        sulle specie.
dell’area Bioforest, di alcune casette nido di cospicue dimensioni ( 1mt.x
1mt.circa),in grado di ospitare varie specie di Invertebrati Artropodi sia                1
durante il periodo di riproduzione primaverile - estivo (Hymenoptera) sia                                              1               2
durante lo svernamento (Hymenoptera, Dermaptera, Neuroptera,
Lepidoptera et alii), nonché alcune unità minori (quattro in totale) di
dimensioni contenute, posizionate in aree attigue ai prati polifiti (ecotoni di
fragmiteto e boschetto ripariale), al fine di monitorare specie diverse di
Apoidea nidificanti. Dopo circa un anno di scarsa attività, monitorata
dall’inizio primavera al tardo autunno con segnalazioni sporadiche, nella
primavera successiva (Aprile) si notavano numerose ♀♀ di Osmia rufa
(L.,1758) foto1 e Osmia cornuta (Latr.,1805) foto 2, in frenetica attività di
costruzione delle cellette pedotrofiche , con i caratteristici setti divisori di
fango impastati con la saliva, e nel successivo trasporto di polline nei tubi di                                        3             4
covata, costituiti principalmente da canna di bambù, canna comune (Arundo
donax) e cannuccia palustre (Phragmytes australis) di lunghezza di 20 cm e, in
misura minore, da tronchetti di legno forati orizzontalmente. Circa un mese
dopo, (tra Maggio e Giugno) le strutture, in particolare le cannucce di palude
e i tronchetti di legno con fori di minor diametro, venivano a loro volta
ispezionate e successivamente colonizzate da ♀♀ di Osmia (Chalcosmia)
caerulescens (L.,1758), trasportanti frammenti di foglie che venivano
successivamente masticate ed impastate con saliva per la costruzione
delle medesime cellette, e a seguire, da ♀♀ di Megachile (Megachile)
versicolor Smith,1844, caratterizzata dalle stesse abitudini etologiche per la            3                                                                          4
                                                                                                                           5     1 - Osmia rufa
costruzione delle cellette. Tra Maggio e Luglio comparivano alcune specie
                                                                                                                                 2 - Osmia cornuta
parassitoidi degli Apoidei selvatici, fra cui spiccavano due specie di
                                                                                                                                 3 - Leucospis dorsigera
Leucospidae, tra cui l’incredibile Leucospis dorsigera Fab.,1775
                                                                                                                                 4 - Chrysidea pumila
(Hymenoptera,Chalcidoidea) foto 3, attivissima nel localizzare le ninfe di
                                                                                                                                 5 - Trichodes apiarius
Osmia nelle loro cellette, la bellissima e più rara Chrysidea pumila
(Klug,1845, Hymenoptera,Chrysidinae) foto 4, il dittero Cacoxenus indagator
                                                                                                                                 Foto di Stefani Gabriele
Loew,1858 (Diptera,Drosophilidae); infine il rappresentante più vistoso dei
coleotteri predatori di uova e larve di Osmia sp., e cioè il Trichodes apiarius
(L.,1758,Coleoptera,Cleridae) foto 5.
                                                                                   5
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LA POZZANGHERA
                                Giuseppe Brun
Ricordo, da piccolo, quanto era bello rispecchiarsi nelle pozzanghere                  Ha voluto che lo porti sul posto per essere sicuro di cosa si trattasse. “È
d’acqua del cortile; ancor più bello era pestarle, per veder partire gli               una bombina!“ Ed io, di riflesso: “Una cheee?” E lui: “Ma sì, è una
schizzi da sotto le suole. Quelle pozze si formavano, puntualmente, dopo               bombina variegata o ululone dal ventre giallo. È un rospo!” Rimasi
un temporale. Ahimè, come sempre, in quelle occasioni, dovevo parare i                 particolarmente colpito quando mi disse che si trattava dell’anfibio
rimproveri di mia madre, costretta a cambiarmi scarpe e calzini e, poteva              europeo più velenoso, che era in pericolo di estinzione a causa della
capitare, anche i pantaloni. Da grande ho capito quanto quel rimprovero                scomparsa del suo Habitat, cioè le pozzanghere temporanee. La
poteva celare il ricordo nostalgico e divertito di aver pestato pozzanghere            bombina, data la sua tossicità, ha pochi predatori e di conseguenza al
anche lei. Con gli amici, passando nelle pozze con la bici, facevamo anche             momento della riproduzione non ha bisogno di rilasciare migliaia di uova,
a gara a chi spruzzava più in alto l’acqua, oppure, con la ruota posteriore            come fa il rospo comune. Tra il mese di maggio e luglio, in una
un po’ sollevata, facendo girare i pedali, ci divertivamo a svuotare la buca.          pozzanghera l’ululone rilascia 8-10 uova, trattenute da un breve
Crescevo e intanto emergeva in me la curiosità, così notai che nelle                   filamento. Un altro problema per l’ululone è dato dal passaggio sui
pozzanghere del cortile di casa c’era poca vita, infatti vi osservavo solo             tratturi di mezzi motorizzati che, con le ruote, svuotano velocemente le
qualche insetto; notavo anche che quelle pozze si asciugavano                          pozze, insieme al loro prezioso contenuto. Oggi, queste pozzanghere che
velocemente. Invece, nei tratturi della campagna la situazione cambiava,               ancora ospitano una comunità di bombine, sono diventate un impegno al
gli insetti abbondavano, sia dentro che fuori dall’acqua. Non di rado,                 quale mi dedico con grande passione . %
all’interno ci trovavamo degli ammassi gelatinosi, formati da tante sfere,
con all’interno un puntino nero: uova di anfibi, in questo caso di rana!
Uova simili erano tenute insieme da un lungo filamento, che alle volte                   Foto Mauro Caldana
copriva la pozzanghera completamente, in questo caso si trattava di uova
di rospo. A volte, le scoperte che facevamo non erano piacevoli, come
quando trovavamo i girini morti per non essere riusciti a completare la
metamorfosi, a causa del prosciugamento dell’acqua. L’acqua spariva e il
fondo della pozzanghera si tingeva di nero, cioè dei corpi rinsecchiti dei
girini. Le pozzanghere non sono tutte uguali, se in quelle formate nei
tratturi, con il fondo ghiaioso, potevamo trovare rane e rospi, in quelle
delle Risorgive, con terreno argilloso, l’ospitalità raddoppiava! Si potevano
trovare un’infinità d’insetti, come le larve delle libellule e gli scorpioni
d’acqua. Non era raro trovare anche i tritoni, dal più comune, cioè quello
punteggiato, al più colorato, cioè il crestato. Tra tutte le pozze scoperte
nelle risorgive, in una, ancora esistente, posta tra il rio Rojal ed il rio Vena
Storta, mi colpì un anfibio: se lo stuzzicavamo assumeva una posizione che
mi ricordava un neonato steso sul fasciatoio, pronto per essere cambiato,
con pancia all’aria e gambe e braccia aperte! All’inizio mi chiedevo se era
una rana o un rospo. Il colore della pelle del dorso era marroncino chiaro,            Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) mimetizzata in una
beige. Il ventre era marezzato di giallo e di nero. Era grande al massimo              pozza di un tratturo
come le cento lire di un tempo o i due euro odierni. Già da diversi anni la
mia curiosità per questo magnifico animaletto ha trovato risposta dalle
spiegazioni di un amico, esperto in anfibi.

                                                                                   6
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UN POMERIGGIO DA LUPI
                                                                                                                            Stefano Palamin
Dalle ricerche condotte finora dai volontari dell’Associazione Naturalistica              “Ciao, ho avuto il tuo numero da Sandro, se ti va possiamo fare un giro per
Cordenonese, l’unico sito dove è presente la Bombina Variegata nel                        vedere se avremo la fortuna di scorgere qualche lupo”. L’interesse comune
Vinchiaruzzo, pare essere proprio la zona del Rojal, a Bosconuovo, in una                 ci ha fatto incontrare e con la telefonata che Claudio Bearzatto mi ha fatto è
proprietà della nostra associazione. In qualche modo abbiamo “adottato” i                 iniziata questa avventura e questa amicizia, che spero possa continuare negli
girini delle bombine, mantenendo attivo il sito di riproduzione. Nei giorni critici       anni a venire. Così, come da accordi telefonici, decisi luogo data e ora ci
chiudiamo l’accesso al tratturo e nelle calde giornate estive rimpinguiamo                siamo incontrati con l’intento comune di scovare qualche informazione
d’acqua le pozze. C’è chi arriva con i secchi vuoti e scende la scarpata per              buona per incontrare i lupi. Ciò che mi spinge a cercare questi magnifici
raggiungere il rio, per raccogliere l’acqua e risalire; c’è chi arriva da casa con        animali non è una ricerca sterile finalizzata all’incontro, ciò che mi
taniche nel bagagliaio della macchina, già piene d’acqua. Io mi sono                      appassiona veramente è la scoperta del territorio. È come aprire uno scrigno
organizzato con una piccola cisterna, posizionata su un carrettino dietro l’auto.         dove sono conservate tutte le informazioni necessarie al raggiungimento
L’importante è riuscire a fare in modo che non si prosciughino le pozzanghere.            dello scopo, che in questo caso si materializza in un avvistamento. Mi piace
Solo così salvaguarderemo le bombine di Bosconuovo, il rospetto che,                      essere sul campo all’alba e quando posso rimanervi fino al tramonto,
inarcando la pancia giallo - nera, con un messaggio universale a colori dice:             esplorare i banchi di sabbia alla ricerca di tracce fresche, calpestare il suolo, i
“non mangiarmi, sono velenoso!”                                                           prati, i sassi. Le luci, i profumi, i colori, il gelo, il caldo torrido dei greti e dei
                                                                                          Magredi, sono indescrivibili. Ci sono situazioni che rimangono impresse nella
                                                                                          memoria solo se vissute, ed è questo che mi attrae e mi entusiasma. Siamo
                                                                                          custodi di luoghi e territori di valore inestimabile e non ci rendiamo conto di
                                                                                          quanta bellezza ci circondi .

                                                                                          Foto di Stefano Palamin

                                                           Foto di Mauro Caldana

Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) nella tipica postura di
allarme . Si tratta di un messaggio universale per comunicare : "pericolo ,
non mangiarmi, ho la pelle velenosa ".

                                                                                      7
CORDENONS NATURA - Associazione ...
Le informazioni da me raccolte nel tempo di un anno hanno dato i loro                 La fotocamera andava a mille, pioveva a dirotto ed era quasi buio. Poco dopo,
frutti, sono riuscito a capire dove il branco si era spostato e dove era              come comparvero, si dileguarono nella foschia serale. Un’esperienza che non
localizzato. C’è un piccolo problema però, non sono un ricercatore e di               dimenticherò mai. Nel mentre si avvicinò in auto un signore, un cercatore di
certo il mio metodo di ricerca potrebbe essere migliore, così al momento              funghi, il quale esordì con la frase  . Non si rese conto questa persona di cosa fosse
può definire una scorribanda, un’incursione, che per quanto è accaduto e              testimone e della qualità del territorio dove ancora cerca i funghi. Ci siamo lasciati
sto per narrarvi si può definire qualcosa di magico, fuori dal normale. Dopo          con i soliti convenevoli e qualche parola di disappunto da parte sua. Noi due
una mezz’oretta di auto siamo giunti dove avevo realizzato le ultime foto di          ancora increduli per quanto era accaduto abbiamo ripreso la marcia e dopo un
due cuccioli, il luogo era calpestato in tutte le direzioni e mostrava tracce         prolungato silenzio di riflessione iniziarono le deduzioni. “Ma allora ci sono due
fresche della notte precedente. Purtroppo il meteo stava volgendo al                  coppie, una là e una qua”, “ma forse è così...” “chissà se...” e via discorrendo. Non
peggio e dopo poco iniziò a gocciolare. Incappucciati nelle giacche                   so quanti lupi ci siano, non lo saprà nessuno, e sinceramente non mi interessa,
antipioggia abbiamo continuato a cercare muovendoci verso monte,                      l’importante è che ci siano, che abitino il nostro territorio e che grazie alla loro
seguendo una traccia fresca, anzi freschissima. Stavamo chiacchierando a              presenza questi luoghi possano diventare dei posti migliori. La natura sa come
bassa voce quando Claudio mi indicò un animale in movimento che data la               regolarsi e cosa fare, se sono tornati vuol dire che questo è il loro posto. Così è
lontananza non ci fu possibile identificare con precisione. Le impronte però          finito il nostro pomeriggio, al buio e sotto la pioggia battente. Ci siamo lasciati con
non ci lasciarono alcun dubbio, era un lupo. Vista la quantità di tracce e il         l’accordo di rivederci ancora per continuare a cercare, credo però che un
girovagare della pista mi feci convinto che l’animale ci tenne d’occhio fin           pomeriggio così non ricapiterà, non so se è stata fortuna o ricerca, ma quello che
dal nostro arrivo, ma solo quando ci vide andare nella sua direzione,                 ci è capitato ha dell’eccezionale in tutti i sensi, un vero pomeriggio da lupi.
fuggendo, si palesò. Già questo avvistamento sarebbe potuto bastare a
fare di queste poche ore un pomeriggio proficuo ma non finì così.
Chiacchierando confidai al mio compagno di avventura la supposizione                                                                             Foto di Stefano Palamin
riguardante la presenza di un’altra coppia di adulti a una decina di
chilometri in linea d’aria da quel luogo. Ci siamo quindi spostati verso est
percorrendo stradine interpoderali e carrarecce poco battute, abbiamo
attraversato luoghi spettacolari che Claudio mi ha spiegato con dovizia di
particolari: rimasugli di prati stabili, e prati da sfalcio chiusi dalle siepi,
“cluses” nel mio friulano, posti unici che probabilmente scompariranno
assieme agli animali che li abitano nel giro di pochi anni, per lasciar spazio
alle monocolture di mais o soia. La pioggia non dava tregua ed era
aumentata di intensità, ma giunti a destinazione abbiamo comunque
voluto esplorare un luogo a me noto per la presenza di tracce che, seppur
non fresche, abbiamo trovato. Oramai stava facendo buio e di comune
accordo decidemmo di rientrare. Mentre guidavamo sulla via verso casa,
due canidi di grossa taglia ci sfilarono davanti a un centinaio di metri.
Increduli ci rendemmo conto che erano due lupi, adulti e in piena salute.
L’eccitazione salì alle stelle, uno spettacolo indescrivibile si era
materializzato davanti a noi, due splendidi esemplari ci stavano guardando
fermi in un prato.

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CORDENONS NATURA - Associazione ...
EGERIA: DELICATE COMBATTENTI
                        Francesco Lunardelli                              Foto di Mauro Caldana

È ormai arrivata la primavera e lo sbocciare dei primi fiori è
seguito dallo sfarfallare di quegli insetti che si nutrono del loro
prezioso nettare. Uno di questi è la farfalla Egeria (Pararge
aegeria per gli scienziati) che prende il suo nome dalla divinità
romana delle acque sorgive. È proprio nei pressi delle nostre
risorgive che possiamo osservare questa farfalla, dove
frequenta i margini dei boschi e delle siepi. La si può
riconoscere per le ali color marrone scuro, adornate da
numerose macchi bianche o gialle che la aiutano a
mimetizzarsi nel sottobosco. Se il camuffamento non
funziona, esibiscono le macchie ocellari, presenti sulle ali
anteriori e posteriori a scopo intimidatorio. Presente da marzo
a settembre, l’egeria è facile da osservare posata sulle foglie
degli alberi mentre è impegnata a prendere un po’ di sole e a
sorvegliare il proprio territorio. Eh sì, perché queste farfalle
hanno la particolarità di essere molto territoriali e i maschi si
dimostrano molto aggressivi verso altri esemplari che osano
sconfinare nel loro territorio. Se vi trovate ai margini di un
boschetto e vedete due farfalle roteare velocemente in volo,              Foto di Mauro Caldana
probabilmente si tratta proprio di due maschi di egeria che si
stanno contendendo lo spazio circostante. Queste farfalle,
come abbiamo detto, frequentano i margini dei boschi, ma le
piante nutrici dei bruchi sono graminacee come il paleo
silvestre (Brachypodium sylvaticum) e l’erba fienarola (Poa
pratensis) che costituiscono i nostri prati. Questa bella e
risoluta farfalla è quindi uno splendido esempio di quanto
siano connessi ambienti apparentemente estranei come i
prati e i boschi, e di come dobbiamo impegnarci a tutelare
l’ambiente nella sua totalità se vogliamo continuare a
osservare questa e altre meravigliose specie con le quali
abbiamo la fortuna di convivere.

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MERAVIGLIE DEL GIARDINO                                     Abbiamo allevato la cetonia aurata e sentita volar via, scoppiettante, una
                                 Petra Franzo                                       volta uscita dalla terra. In particolare, ricordo l’interesse di mio figlio nel
                                                                                    notare tante piccole palline rugose e nere posate sulle foglie del grande
Dalla curiosità nascono le più grandi passioni. È così che nel settembre
                                                                                    oleandro che abbiamo in giardino. La caccia al bruco era iniziata: è bastato
2000 ho iniziato ad allevare bruchi, perché un mio allievo mi ha portato in
                                                                                    guardare un po’ più in alto per scovare tre bellissime larve verdi. Stavano
classe delle larve in un barattolo di vetro. Quella volta mi è venuta l’idea di
                                                                                    banchettando allegramente e con avidità. Abbiamo deciso di tagliare
tenerle a scuola e nutrirle quotidianamente per vedere come si sarebbero
                                                                                    l’intero ramo e metterlo in un vaso con dell’acqua. La nostra veranda,
trasformate. Da quella prima esperienza, ogni anno ho cercato larve da
                                                                                    attigua al giardino, si è rivelata un ottimo luogo per tenere il vaso e le
allevare, apprendendo a poco a poco quali fossero le loro piante ospiti, per
                                                                                    nostre bacinelle ricoperte da zanzariere, contenenti un substrato di
poterle rifornire puntualmente di cibo. Successivamente, dopo qualche
                                                                                    terriccio e foglie secche. In questo modo siamo riusciti ad offrire alle
anno, ho conosciuto l’amico Mauro Caldana e mi sono iscritta all’A.N.C.
                                                                                    nostre amiche un habitat che assomigliasse il più possibile ad un prato.
dove mi sono stati offerti spunti ed informazioni preziose sugli animali che
                                                                                    Dopo diversi giorni di abbuffate, ho dovuto continuamente nutrirle con
popolano i nostri giardini e la nostra zona. Non contenta, mi sono letta un
                                                                                    nuovi rami di oleandro, notando nel frattempo che le buongustaie
po’ di libri su piccoli mammiferi, uccelli, insetti e ragni. Di seguito, mi sono
                                                                                    preferivano le foglie nuove: più morbide e fresche. Dalla mattina al
armata di lente d’ingrandimento e cannocchiale da birdwatcher e sono
                                                                                    pomeriggio, una delle tre larve si è imbrunita, cambiando completamente
andata a caccia dei nostri animali. Ho sempre in borsa il cannocchiale e
                                                                                    colore. Sembrava un altro bruco: era diventata di un marrone scuro sul
non il rossetto, perché non si sa mai! Ho scoperto meraviglie che non
                                                                                    dorso e un giallo senape sul ventre. In più era molto agitata, perché
sapevo fossero a portata di mano. Ho trovato le larve di tante sfingi e le ho
                                                                                    continuava a scendere dalla pianta e camminare lungo la veranda. Ho
allevate con mio figlio. Insieme abbiamo cercato la pianta del convolvolo
                                                                                    capito subito che era arrivato il momento di rinchiuderla nella teca col
per nutrire la sua sfinge. Abbiamo scovato la larva della sfinge
                                                                                    terriccio perché s’impupasse. Filippo ed io abbiamo seguito in diretta il
dell’oleandro e quella del tiglio e visto le loro farfalle.
                                                                                    sotterramento del bruco. Con la testa ha scavato un ingresso e si è
 Foto di Petra Franzo                                                               infossato nella terra, coprendosi anche di foglie. Incredibile! Passati pochi
                                                                                    giorni, anche le altre due larve hanno seguito la metamorfosi della prima.
                                                                                    Dopo qualche settimana, una mattina abbiamo trovato una stupenda
                                                                                    farfalla dai colori molto mimetici… Sembrava un militare e stava
                                                                                    aggrappata al bordo della bacinella. Non si può descrivere la forte
                                                                                    emozione di stupore ed ammirazione che mi ha travolta, vedendola uscire
                                                                                    dal suo nascondiglio. Aveva le ali ancora piccole e le stava allungando con
                                                                                    la propria emolinfa. In gran velocità hanno raggiunto una grandezza ideale
                                                                                    per il volo. Era quasi autunno e la farfalla è stata un’intera giornata ad
                                                                                    aspettare il momento giusto per volare. Di notte è partita per il lungo
                                                                                    viaggio verso luoghi con climi dagli inverni temperati. Consiglio a tutti i
                                                                                    naturalisti e a quelli che ancora si stupiscono per la bellezza e la semplicità
                                                                                    della natura di avviare esperimenti di questo tipo. Stupefacente è anche
                                                                                    alzarsi di mattina e fare colazione con le cinciallegre, merli e i pettirossi,
                                                                                    osservandoli, ghiotti e sempre vigili, nella mangiatoia installata vicino alla
                                                                                    finestra della cucina. Questa primavera sto osservando anche il viavai delle
                                                                                    apine che hanno insediato la casetta nido per insetti impollinatori.

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Stupefacente è anche alzarsi di mattina e fare colazione con le cinciallegre,
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merli e i pettirossi, osservandoli, ghiotti e sempre vigili, nella mangiatoia
installata vicino alla finestra della cucina. Questa primavera sto osservando          sua pianta nutrice
anche il viavai delle apine che hanno insediato la casetta nido per insetti
impollinatori. Sono incantata nel notare che i documentari non li trasmette
solo la tv, essi sono “in onda” intorno a noi in ogni momento e in ogni luogo.
Anche dove non ci aspettiamo di vedere qualcosa di interessante c’è vita. Ma
è importante sapere che chiunque si cimenti in queste piccole imprese deve
essere pronto a continuare a mantenere il rifornimento di cibo alle larve che
“intrappola” nelle teche per la propria personale osservazione. Bisogna che
garantisca cibo e acqua agli uccellini nel periodo invernale, perché se ci
inseriamo nella loro esistenza, essi poi dipendono da noi. La loro vita diventa
una nostra responsabilità.         Coscienziosamente, bisogna pensare che
l’impegno di salvaguardare l’esistenza della fauna locale va garantito fino a
sviluppo completo del progetto che si inizia. Solo allora si potrà sorridere
vedendo una cinciallegra tornare l’anno successivo e sentirsi parte attiva del
tutto. Non si può pensare di voler aiutare una creatura solo per un po’, finché
non ce se ne dimentica. In quel caso, meglio avere un pizzico di umiltà ed
accontentarsi di osservarli con riconoscenza su internet o in televisione.

    Cetonia

                                                                                       Foto di Petra Franzo           Sfinge dell’oleandro appena sfarfallata
                                                          Foto di Petra Franzo

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