CORONAVIRUS, ECCO I FARMACI EFFICACI CONTRO IL COVID -19. LO STUDIO - Agricolae
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CORONAVIRUS, ECCO I FARMACI EFFICACI CONTRO IL COVID -19. LO STUDIO Sfo rtu nat ame nte , nes sun far mac o o vac cin o è stato ancora approvato per il trattamento dei Coronavirus umano. Diverse opzioni sono attualmente sul tavolo e sono in via di sperimentazione per controllare o prevenire l’insorgere di infezioni dovute al 2019-nCoV, compresi i vaccini, anticorpi, terapie a base di oligonucleotidi, peptidi, terapie con interferone e farmaci a piccole molecole. Ed occorreranno mesi o anni per avere una terapia “certa” e testata. Attualmente si sta lavorando sugli antivirali approvati o in fase di sviluppo per il trattamento delle infezioni causate da HIV, virus dell’epatite B (HBV), epa-virus della titis C (HCV) e influenza, sulla base di un approccio terapeutico basato sull’esperienza fatta per quanto conerne la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS).
Secondo lo studio “Therapeutic options for the 2019 novel coronavirus (2019-nCoV)” di Guangdi Li ed Erik De Clercq, – che AGRICOLAE pubblica di seguito – tra i farmaci utilizzati e potenzialmente validi figurano i cosiddetti nucleosidici (favipiravir e ribavirina) e (remdesivir e galidesivir). Secondo un recente studio il Remdesivir – che ha attività ad ampio spettro contro i virus RNA come il MERS e la SARS e già utlizzato per Ebola – sarebbe riuscito a inibire il 2019-nCoV. L’individuazione di una terapia valida e testata per sconfiggere il Coronavirus rappresenta una sfida per gli scienziati di tutto il mondo. Consantemente al lavoro per porre all’emergenza sanitaria che si sta traducendo anche in emergenza economica e sociale. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica lo studio: Therapeutic options for the 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) CORONAVIRUS, ECCO IL DECRETO DEL CDM: 11 PROVINCE ISOLATE E FUORI GIOCO FINO AL 3 APRILE
T r e a r t i c o l i c o n cui si ferma e si isola il nord Italia. Undici province del Paese che produce: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emlia, Rimini, Pesaro, Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria ‘fuori gioco’. Evitando in “modo assoluto” ogni spostamento in entrata e in uscita. Dalla bozza di decreto sul tavolo di Palazzo Chigi di cui AGRICOLAE è venuta in possesso emerge la necessità di chiudere cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, discoteche. Sospese le manifestazioni organizzate in luogo pubblico e privato di carattere culturale, religioso, ludico, sportivo. Sospese le procedure concorsuali pubbliche e private. Chiusi i centri commerciali di sabato e di domenica. Sospese le palestre, le piscine, i centri sportivi, i centri culturali e sociali. Le nuove disposizioni partiranno l’8 marzo fino al 3 aprile. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il decreto entrato a Palazzo Chigi: BOZZA DECRETO CDM NUMERO CONTAGI TABELLA
LA DIETA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS. MANGIARE BENE PER MIGLIORARE IL MICROBIOTA E RENDERE PIU EFFICIENTE SISTEMA IMMUNITARIO Siamo nel 1985 quando Gabriel García Márquez dà alle stampe L’amore ai tempi del colera, romanzo che narra di sentiment i e vita, Eros e Thanatos. Due tipi di pulsioni, una che va verso la vita e l’autoconservazione e un’altra quella di morte che si manifesta in tendenze autodistruttive. Nessuno avrebbe mai pensato che quelle atmosfere rarefatte, collocate fuori dal tempo e dallo spazio, sarebbero diventate una strana ed improvvisa quotidianità. Scuole chiuse, assembramenti limitati, zone off limit, paura dei propri simili, sia di quelli vicini sia di quelli lontani.
AGRICOLAE ripropone quanto pubblicato sull’Accademia della Dieta in merito alla dieta da seguire per far fronte – quanto più possibile – all’emergenza dettata dal Coronavirus. Una sorta di apnea delle certezze che spinge ad una riflessione, a diverse riflessioni. Una di queste concerne noi, il nostro corpo e la nostra capacità di reagire agli attacchi esterni anche mediante ciò che mangiamo. Al momento le nostre preoccupazioni individuali e collettive arrivano da COVID-19, dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata. Ma cosa sono nel concreto i coronavirus? I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (Middle East Respiratory Syndrome) e la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie (visti a microscopio, naturalmente). I sintomi più comuni di un’infezione da Coronavirus nell’uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome
respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. Gli scienziati appaiono divisi sulla portata del virus, ma di fatto ad oggi contro il Coronavirus non esiste un vaccino. Una cosa è certa: meglio farsi trovare in buona salute con un sistema immunitario efficace e forte. Domanda: ma come lo raggiungiamo questo obiettivo? Possiamo fare qualcosa mediante l’alimentazione quotidiana ed alcuni accorgimenti a tavola? Per saperne di più abbiamo interpellato Giovanni Spera, Endocrinologo, già Professore Ordinario di Medicina Interna de La Sapienza di Roma. Qui l’intervista. Professor Spera in questi giorni si parla tanto di Coronavirus, di difese immunitarie e di regimi dietetici che potrebbero proteggerci dai virus e nello specifico anche dal Coronavirus. Cosa c’è di realistico e scientifico nel mare magnum di cose che leggiamo in rete e sui giornali? Assieme a tanta paccottiglia qualche cosa di verosimile c’è. Andiamo con ordine: siamo dinanzi ad una epidemia di tipo influenzale, ma che desta evidenti preoccupazioni aggiuntive legate alle sue un po’ più misteriose caratteristiche. Come per tutte le infezioni virali non esiste una cura farmacologica se non la possibilità di prevenzione tramite vaccino che per questo nuovo virus non è ancora disponibile. E’ peraltro evidente che questo, come tutti i virus, è aggressivo in maniera diversa nei confronti dei singoli individui o delle diverse categorie di individui specie in base ad età ed a condizioni generali di salute. Ciò verosimilmente in relazione alla capacità di reazione e difesa del sistema immunitario. Ecco, ma come facciamo a migliorare la reattività del nostro sistema immunitario? La scienza ci dà qualche indicazione rispetto alle nostre abitudini alimentari? Bene, sulla base di una gran mole di dati sperimentali, il
mondo scientifico ha ormai preso atto della inconfutabile correlazione tra efficacia di risposta immunitaria e stato di salute del cosiddetto microbiota intestinale. Si tratta di un assemblaggio di miliardi e miliardi di batteri, virus e miceti che colonizzano la mucosa intestinale di ogni individuo condizionando positivamente o negativamente, ora è arcinoto, non soltanto la funzione digestiva, ma molte altre funzioni tra cui quella metabolica e finanche quella intellettiva. Oggi sono molte le prove che migliore è lo stato di salute del microbiota intestinale, più efficiente risulta il sistema immunitario. E’ anche del tutto evidente e dimostrato che a sua volta il microbiota è facilmente influenzabile e modificabile dalle nostre abitudini alimentari e cioè dalla tipologia e quantità del cibo, degli alimenti, dei liquidi, delle sostanze, farmaci od altro che assumiamo per bocca. Ma allora è vero che possiamo difenderci al Coronavirus con la dieta? Non è né provato né tantomeno dimostrato, ma è plausibile che almeno indirettamente sia possibile. Chiarisco meglio! I
nutrizionisti sanno e ci dicono che per migliorare il microbiota intestinale e di conseguenza il suo equilibrio dobbiamo eliminare gli abusi di cibi che “infiammano” l’organismo, come l’eccesso di carboidrati e di zuccheri semplici in grado spesso di creare la cosiddetta “disbiosi” intestinale. E’ di certo plausibile che se mangiamo sano, con poco sale, con fonti proteiche selezionate (pesce, legumi) con buon apporto di acidi grassi insaturi e polinsaturi come quelli della frutta secca, del pesce e dell’olio d’oliva, oltre che con abbondante uso di vegetali ricchi di oligoelementi e soprattutto fibre, ottimizziamo composizione e funzione del nostro microbiota intestinale e di conseguenza la sua capacità di implementare l’efficacia difensiva del sistema immunitario nei confronti di tutti gli agenti patogeni esterni. Quindi anche nei confronti del Coronavirus, perchè no? Ha accennato al negativo impatto dell’eccessivo introito di zuccheri semplici e carboidrati sul microbiota intestinale. Rispetto, pertanto, ai molto citati effetti positivi sull’organismo delle diete a bassissimo apporto di carboidrati e di conseguenza “chetogeniche”, ritiene che il loro uso possa in qualche modo avere un impatto sul microbiota e di conseguenza sulle difese immunitarie? Le diete chetogeniche, quelle che hanno in comune fasi di estremamente ridotto apporto di carboidrati, sono veri e propri strumenti terapeutici che trovano applicazione in specifiche patologie ed in vari ambiti. Gestite con oculatezza da specialisti competenti, danno un loro decisivo contributo per il trattamento dell’Obesità, del Diabete Mellito di Tipo 2, dell’Epilessia, dell’Emicrania, ma anche come coadiuvanti nel trattamento di malattie neuro degenerative ed oncologiche. In tutti i casi però l’uso di protocolli a base di diete chetogeniche ha dimostrato una netta riduzione dello stato infiammatorio generalizzato comune a tutte le patologie citate e soprattutto un vero e proprio reset del microbiota
intestinale, il quale in virtù del nuovo equilibrio tra le popolazioni batteriche, dà il suo contributo al raggiungimento dei singoli obiettivi terapeutici. E’ verosimile, pertanto, che il trattamento con le diete chetogeniche può aiutare quantomeno a sottrarre i soggetti trattati dal maggior rischio di inefficienza del sistema immunitario ed anzi aiutarli a proteggersi indirettamente, a respingere insomma l’assalto di quest’ultimo come di tutti i futuri misteriosi aggressori virali più o meno dotati di corona. (coronavirus dieta) CORONAVIRUS, FONDO DA 350MLN PER AGRICOLTURA E DA 20 MLN PER LA PESCA. RIMBORSO PER LE MANCATE PRESENZE TURISTICHE. ECCO LE MISURE DEL GOVERNO
T u t t i a l l a v o r o – d o p o l ’ i ncontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il sistema produttivo composto da ABI – Coldiretti – Confagricoltura – Cia – Copagri- Confapi – Confindustria – Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil sul decreto deputato a sostenere il comparto a fronte dell’emergenza causata dall’espandersi del Coronavirus. AGRICOLAE, che ha potuto visionare la bozza dei provvedimenti di natura agricola ed agroalimentare, pubblica qui di seguito le misure più importanti: All’articolo 1 figurano le “Misure in favore del settore agricolo”. “Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva delle
imprese agricole per i danni diretti o indiretti derivanti dall’emergenza COVID-19 nello stato di previsione del Mipaaf – si legge – è istituito un Fondo con una dotazione pari a 350 milioni di euro per l’anno 2020″. Fondo destinato a: -“Riconoscimento di contributi per la copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati dalle banche per la ristrutturazione dei debiti; -alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle imprese; -alla concessione di mutui a tasso zero, della durata non superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti bancari in essere al 31 gennaio; -sostegno delle filiere in crisi”. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge con decreto di natura non regolamentare del ministero delle Politiche agricole, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, saranno definiti i criteri e le modalità di funzionamento del Fondo di cui al comma 1 nel rispetto delle disposizioni stabilite del Regolamento europeo 316 del 2019 della Commissione Ue relativo all’applicazione degli articolo 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti ‘de minimis’ nel settore agricolo. “Alle imprese agricole autorizzate – si legge ancora – all’esercizio dell’attività agrituristica e risultanti regolarmente inserite e attive sul repertorio nazionale dell’agriturismo istituito con decreto del ministro delle Politiche agricole e alimentari e forestali 3 giugno 2014 è concesso un contributo straordinario per ogni mancata presenza determinata dalla differenza tra le presenze effettive del periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del
2020”. Le mancate presenze dovute a disdette saranno quantificate sulla base delle comunicazioni effettuate alle competenti questure ai sensi della normativa sulla sicurezza pubblica. Ma viene anche concesso un contributo straordinario per mancata presenza alle altre aziende agrituristiche che non offrono servizio di alloggio. In questo caso per il calcolo, si adotterà la percentuale di riduzione media a livello regionale. Il contributo – da quanto si apprende – arriverà fino al tetto dei 55 milioni di euro per l’anno 2020 sulla base dei criteri e delle modalità definite con decreto di natura non regolamentare del ministro delle Politiche agricole Bellanova d’intesa con la Conferenza Stato Regioni nel rispetto delle Regolamento Ue relativo all’applicazione degli aiuti de minimis nel settore agricolo. All’articolo 2 vengono invece definite le “misure in favore della pesca e dell’acquacoltura”: Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva del settore ittico, verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro per il 2020. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore saranno definiti i criteri di concerto Mipaaf e Conferenza Stato- Regioni. All’articolo 1 comma 515 della legge del 27 dicembre 2019 n.160 le parole “nel limite di” fino a “pari a 30 euro” sono sostituite dalle seguenti “nel limite di spesa di 17 milioni di euro per l’anno 2021, un’indennità giornaliera omnicomprensiva pari a 45 euro”. Inoltre le disposizioni di cui all’articolo 41, comma 2 del decreto elgge 26 ottobre 2019 n.124 convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019 n.157, saranno
estese al settore della Pesca. CORONAVIRUS, PALITTA, PECORINO ROMANO: TUTTO FERMO. DARE ATTUAZIONE A DL EMERGENZE, FASE DI STALLO CHE SISTEMA NON SI PUO PERMETTERE “E’ tutto fermo. Siamo preoccupati per la fase congiuntural e che coinvolge l’intero sistema della distribuzion e. Un momento di estrema difficoltà sanitaria che rischia ripercussioni permanenti sul settore produttivo”. Così ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop Salvatore Palitta in merito all’emergenza che il Paese sta vivendo a causa del Coronavirus.
“In questa fase occore stringere i denti e resistere. Diventa però sempre più urgente – prosegue – dare attuazione a quanto previsto dal Dl Emergenze, ovvero i 14 milioni di euro per gli indigenti”. “Chiediamo pertanto un’accelerazione della tempistica e una rapida attuazione ministeriale di quanto già deciso a livello politico, prima dal governo e poi dal Parlamento, con decretazione di urgenza. Attualmente la pratica sembra essere in una fase di stallo – conclude – che il sistema non si può permettere”. CORONAVIRUS, CENTINAIO: BELLANOVA CHIARISCA PERCHE’ RICHIESTA MIPAAF DI ANTIVIRALE A CONSORZIO GRANA “Pretendiamo risposte chiare dal ministro Bellanova alle domande inquietanti che l’inchiesta di Agricolae.eu le ha posto e che al
momento trovano solo una smentita di facciata. Come mai il MIPAAF ha chiesto al Consorzio Grana Padano di acquisire il lisozima, enzima utile contro le infezioni virali? A chi serve il quantitativo richiesto da Viale Venti Settembre? Il ministro non sente la necessità di chiarire ai dovuti organi parlamentari le motivazioni di questa spedizione? Abbiamo presentato un’interrogazione sulla vicenda perché i relativi contorni meritano di essere delineati in Parlamento. Oltre alla somma pagata dagli ignari contribuenti italiani per il quantitativo richiesto (in farmacia, ove si riuscissero a reperire, 15 grammi di lisozima costano circa 22 euro), siamo sconcertati dalla vaghezza della risposta ministeriale. C’è qualcosa che la collettività non deve sapere? È vero quanto scritto nelle missive del consorzio Grana Padano, ovvero che la richiesta veniva dal Mipaaf? O è stata un’iniziativa di singoli dipendenti del ministero? Al ministro Bellanova la risposta, da dare, però, davanti a tutti gli italiani”. Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, primo firmatario dell’interrogazione e già ministro delle Politiche Agricole. CORONAVIRUS, ECCO LA BOZZA DI DECRETO DI PALAZZO CHIGI:
L’ITALIA SI FERMA P a r l a d i d i m e n s i o n e sovranazionale il dpcm di Palazzo Chigi per far fronte al Coronavirus. Per cui – si legge nella bozza di cui AGRICOLAE è venuta in possesso e in questo momento al vaglio del Cdm – che è “ritenuto necessario individuare ulteriori misure attuative del decreto legge del 23 febbraio”. Per cui, di concerto, “si decreta, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus sul territorio nazionale la sospensione di congressi, riunioni, meeting ed eventi speciali, per il personale sanitario e il personale che gestisce i servizi pubblici essenziali e di pubblica utilità;
i l r i n v i o d i t u t t e l e a t tività convegnistiche e congressuali; la sospensione di manifestazioni di qualsiasi natura, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato e in luogo chiuso aperto al pubblico inclusi cinema e teatri – su proposta Mibact e Salute – che comportino affollamento di persone e che njon garantiscano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la bozza di DPCM: DPCM 04.03.2020 BELLANOVA SU BOZZE DPCM: NON CREIAMO DISORIENTAMENTO Posted by Redazione × Pubblicato il 04/03/2020 at 16:35 “Leggo online bozze di decreti che a me, come immagino anche ad altri colleghi, non sono mai arrivate e vedo annunciate
decisioni che non sono state ancora assunte. Invito tutti al rigore nei processi decisionali ed alla sobrietà nella comunicazione: in momenti come questi sono più che mai necessari. Il Paese sta vivendo un momento delicatissimo. Non è il caso che comunicazioni maldestre moltiplichino disorientamento e confusione”. Così il Ministro Teresa Bellanova su Facebook CORONAVIRUS, VINITALY RIMANDATO. SARA’ DAL 14 AL 17 GIUGNO D a q u a n t o a p p r e n d e AGRICOLAE il Vinitaly è stato rimandato a giugno, dal 14 al 17. Un retromarch necessario a fronte del difficile momento che
sta vivendo il Paese soprattutto nelle zone considerate ‘rosse. Nonostante la volontà di tornare quanto prima alla normalità e riaccendere il sistema produttivo del Paese. Di cui VeronaFiere e il Vinitaly sono motori potenti. Per saperne di più: VINITALY CAMBIA DATA. DECISIONE CONCERTATA CON PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DI SETTORE, ZAIA E SINDACO DI VERONA Posted by Redazione × Pubblicato il 03/03/2020 at 18:37 “In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business”. Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi. “Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale –, si svolgerà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia. In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando”.
L a d e c i s i o n e è s t a t a f r u t t o d i u n ’ a t t e n t a a nalisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle
posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo. “Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese. Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese”. Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati. Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni. Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare. VINITALY, LE DICHIARAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE Posted by Redazione × Pubblicato il 03/03/2020 at 18:45
S a n d r o B o s c a i n i , p r e sidente Federvini: “Condividiamo in pieno le scelte di Veronafiere, sia per quanto riguarda la decisione presa, sia per la relativa collocazione temporale insieme ad altri grandi eventi come Cosmoprof di Bologna e il Salone del Mobile di Milano, che daranno un segnale importante per la ripresa del Paese”. Ernesto Abbona, presidente Unione italiana vini: “Occorre dare un messaggio forte al Paese. Se agiamo uniti nel contesto dello spostamento di data, non solo di Vinitaly, ma di altri grandi eventi internazionali che si svolgeranno in Italia a giugno, potremo contribuire in modo corale al rilancio dell’immagine positiva che merita il made in Italy”. Riccardo Cotarella, presidente di Assoneologi: “La decisione assunta da Veronafiere su Vinitaly e supportata dalle associazioni della filiera, deriva da considerazioni intelligenti e imprenditoriali. Non si può immaginare un Vinitaly fiore all’occhiello del settore vitivinicolo
italiano, nonché evento che tutto il mondo ci invidia, ridimensionato più o meno fortemente nelle presenze di operatori che al momento danno previsioni non soddisfacenti. Questo significa tutelare l’operatività dei nostri produttori e allo stesso tempo proteggere l’immagine del vino italiano e di Vinitaly nel mondo”. Matilde Poggi, presidente Federazione italiana vignaioli indipendenti: “Siamo d’accordo con Veronafiere sulla necessità di modificare le date in calendario di Vinitaly. Giugno è l’ultima data utile per un evento sul vino. Come Fivi siamo comunque pronti ad un grande impegno per partecipare, dal momento che questo mese è dedicato tradizionalmente alle lavorazioni in vigna”. Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc: “La nostra posizione è di non dare messaggi negativi al mercato, specie in un momento cruciale per il sistema Paese e per il settore. La situazione negli ultimi giorni è stata diversa da quella sperata e per questo ci sentiamo di condividere la scelta di Veronafiere e di stare sulla stessa linea di Vinitaly, pur consapevoli che ci sarà molto da fare”. Luca Rigotti, coordinatore settore vino di Alleanza Cooperative: “Condividiamo la scelta di Veronafiere per lo spostamento delle date di Vinitaly. Ora lavoriamo assieme alla fiera affinché il mondo del vino possa dare un messaggio positivo all’economia nazionale”. Era già stato scritto: VERONAFIERE: VINITALY CONFERMA LA DATA NELLA TERZA DECADE DI APRILE 2020 Posted by Redazione × Pubblicato il 26/02/2020 at 17:59 Veronafiere conferma le date della 54ªedizione di Vinitaly che
sarà regolarmente in calendarionella terza decade di aprile, e precisamente da domenica 19 a mercoledì 22. La decisione, frutto anche di un’attenta analisi dei dati disponibilioltre chedell’ascolto delle posizioni degli stakeholder e del mercato–incluse le principali associazionidi settore–, è stata adottata oggi pomeriggio dal consiglio di amministrazione di Veronafiere. Si tratta di una decisione concertata, inoltre, con il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia e con il sindaco di Verona, Federico Sboarina.«Il mondo del vino italiano già in passato ha dato unsegnale positivodi svolta. Veronafiere è convinta che, anche in questa occasione,il settore potrà contribuire alla ripresa della nostra economia e a rilanciare un clima di fiducianel Paese», sottolinea il direttore generale Giovanni Mantovani.Veronafiere, nel mantenere altal’attenzione, ha programmato in tempi brevi un incontro con i rappresentanti della filiera per attivare tutte le risorse e le azioni di incoming e promozione sui mercati internazionali.«Siamo consapevoli –aggiunge Mantovani –delle difficoltà del momento e dell’immagine distorta dell’Italia percepita all’estero, ma siamo persuasi che l’emergenza rientrerà consentendoci di organizzare regolarmente la manifestazione, che rappresentail traino per il vino italiano nel mondo». CORONAVIRUS, MIPAAF: “NESSUNA RICHIESTA UFFICIALE A CONSORZIO GRANA.
VERIFICHEREMO” “ I n r e l a z i o n e a l l ’ a r t icolo uscito oggi “CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: DISTRUGGE LA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO”, il Ministero smentisce categoricamente di aver mai chiesto, anche tramite l’ICQRF, di “reperire lisozima perché parrebbe che 1,5 grammi al giorno – diviso tra mattina, pomeriggio e sera – per 5 o 7 giorni al mese sciolti in un bicchiere d’acqua possano essere assai utili contro le infezioni e soprattutto perché è una proteina naturale e non di sintesi chimica”. Pertanto la notizia è infondata: nessun rapporto tra Ministero, ICQRF e Consorzio c’è stato sulla questione. Qualora il lisozima sia stato richiesto da singoli lavoratori del Ministero è questione che verrà immediatamente approfondita in sede disciplinare.
Il Ministero, altresì smentisce qualsiasi valutazione circa l’efficacia o meno del Lisozima in tema di Coronavirus, essendo materia di totale spettanza del Ministero della Salute”. Questa la nota che il ministero delle Politiche agricole ha inviato ad AGRICOLAE in merito all’articolo: CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: “AGISCE SULLA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA”. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO. L’AZIENDA: FATTORE NATURALE DELL’IMMUNITA ASPECIFICA, CELLULARE ED UMORALE AD AZIONE ANTIVIRALE, ANTIBATTERICA E IMMUNOMODULANTE CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: “AGISCE SULLA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA”. MA LE SCORTE “SONO ESAURITE”. E IL MIPAAF LO
CHIEDE AL GRANA PADANO (ECCO LE LETTERE). POI LA SMENTITA DEL MINISTERO: NESSUNA RICHIESTA UFFICIALE A CONSORZIO. VERIFICHEREMO ED EVENTUALMENTE AGIREMO PER VIE DISCIPLINARI. AL VIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI Il Made in Italy ha un potenziale alleato contro il Coronavirus: il Lisozima. Tanto che – da quanto ha potuto verificare AGRICOLAE – il ministero delle Politiche agricole – MIPAAF -, tramite l’ICQRF, ha chiesto al Consorzio del Grana Padano – prodotto da latte crudo a cui viene aggiunto il caglio, il lisozima e infine il sale – di “reperire lisozima perché parrebbe che 1,5 grammi al giorno – diviso tra mattina, pomeriggio e sera – per 5 o 7 giorni al mese sciolti in un bicchiere d’acqua possano essere assai utili contro le infezioni e soprattutto perché è una proteina naturale e non di sintesi chimica”.
Il Mip aaf ha pre gat o il Con sor zio
di re cu pe ra rn e in qu an ti tà e di in vi ar lo a vi a Ve nt i Se tt em br e. Co sa ch e – da qu an
to si apprende – è stata fatta tramite corriere per far fronte a un momento difficile che sta vivendo il Paese. La faccenda – di cui AGRICOLAE ha saputo indirettamente tramite circolari interne recapitate in redazione – è accaduta una settimana fa. “Si tratta di un farmaco di vecchia data sempre stato in commercio ma che aveva poca attenzione da parte dei medici. Da tre settimane le richieste sono aumentate in maniera esponenziale”, spiega ad AGRICOLAE Giovanna Caccia, della Spa – Società Prodotti Antibiotici, l’unica azienda italiana a produrre il Lisozima in farmaco. La Spa produce il Lisozima dagli anni Cinquanta sviluppando il principio attivo scoperto da Fleming attraverso un processo di estrazione e produzione messo a punto in house. “Per ora non siamo stati contattati direttamente dalle istituzioni”, prosegue. “Ma abbiamo avuto un incremento di richieste da parte dei grossisti che riforniscono anche gli ospedali”. Nelle farmacie, da quanto si è potuto verificare – è già quasi impossibile fare ordinazioni del farmaco in questione in quanto “non più disponibile”. “Tutti i depositi sono vuoti”, spiegano le farmacie contattate da AGRICOLAE . “Tutte le scorte sono esaurite”, precisano dall’azienda farmaceutica. “Essendo catalogato come ‘farmaco’ ci sono procedure di produzione di buona fabbricazione molto complesse e lunghe che non possono essere bypassate. Stiamo facendo di tutto per incrementare la produzione a fronte di una incrementata richiesta”. Il concetto semplificato, spiegano dall’azienda, è che “il lisozima è un enzima litico (la lisi è la morte della cellula) in grado di distruggere la capsula proteica dei virus facendo in modo che questi non si riproducano. Tutto in maniera naturale”. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la scheda tecnica inviata
dall’azienda. rcp-lisozima-2015-MKT “Pertanto è un fattore naturale dell’immunità aspecifica cellulare ed umorale ad azione antivirale, antibatterica ed immunomodulante”, precisano ancora dall’azienda per maggiore chiarezza. “È uno dei bracci armati del sistema immunitario. Infatti è presente naturalmente nella saliva, nelle lacrime, nel sudore, e nel latte materno, proprio come prima barriera protettiva al fine di evitare infezioni e l’attacco di agenti patogeni”. Si legge infatti nel foglio illustrativo della versione farmaceutica che rientra nella categoria farmacoterapeutica: “antivirale per uso sistemico”. Il Lisozima, scoperto nel 1922 dallo stesso ricercatore che scopri la penicillina, Alexander Fleming, è un’enzima presente in tessuti animali dotato di forte attività battericida. E’ infatti in grado di ledere la parete batterica dei batteri atattraverso la catalizzazione dell’idrolisi del legame beta 1,4 tra l’acido N-Acetilmuramico (NAM) e la N- acetilglucosamina (NAG) che sono la componente principale del peptidoglicano. È abbondantemente presente in numerose secrezioni animali e umane come le lacrime (fanno eccezione quelle dei bovini). Soprattutto nel latte materno. Si trova in concentrazioni elevate anche nell’albume d’uovo. Il Lisozima, legandosi alla superficie batterica, ne riduce infatti la carica elettrica negativa superficiale, rendendo più facile la fagocitosi del batterio, prima che intervengano le opsonine del sistema immunitario.
Non c’è nessuna evidenza scientifica pubblicata che questo possa rappresentare la soluzione al Coronavirus, salvo andando a cercare a tappeto nella letteratura scientifica. Dallo studio pubblicato sulla il 5 settembre 2019 sulla BMC Veterinary Research da Joanna Małaczewska, Edyta Kaczorek- Łukowska, Roman Wójcik, and Andrzej Krzysztof Siwicki dal titolo “Antiviral effects of nisin, lysozyme, lactoferrin and their mixtures against bovine viral diarrhoea virus” emerge che il Lisozima, mischiato con la Nisina e la Lactoferrina è attivo nei vari stadi dell’infezione e dimostra un forte effetto antivirale intervendo sui livelli di RNA virali, il dna del virus. Lo studio è stato conseguito sulla diarrea virale dei bovini. Negli anni passati molti lavori dimostrano che il Lisozima “ricombinante” – vale a dire riprodotto da colture batteriche – ha effetto su alcuni virus come quello dell’Herpes e dell’HIV. La ricerca dal titolo “The Effects of the Recombinant CCR5 T4 Lysozyme Fusion Protein on HIV-1 Infection” è stata pubblicata su PLOS ONE l’8 luglio del 2015 a firma Qingwen Jin, Hong Chen, Xingxia Wang, Liandong Zhao, Qingchen Xu, Huijuan Wang, Guanyu Li, Xiaofan Yang, Hongming Ma, Haoquan Wu, and Xiaohui Ji. Inoltre da uno Studio del 2018 emerge che il Lisozima viene usato assieme ad altri componenti come lavaggio polmonare per infezioni batteriche gravi. Arrivata poi la smentita da parte del ministero delle Politiche agricole, che annuncia di approfondire la questione ed eventualmente provvedere in sede disciplinare: CORONAVIRUS, MIPAAF: “NESSUNA RICHIESTA UFFICIALE A CONSORZIO GRANA. VERIFICHEREMO” Posted by Redazione × Pubblicato il 02/03/2020 at 17:55
“ I n r e l a z i o n e a l l ’ a r t icolo uscito oggi “CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: DISTRUGGE LA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO”, il Ministero smentisce categoricamente di aver mai chiesto, anche tramite l’ICQRF, di “reperire lisozima perché parrebbe che 1,5 grammi al giorno – diviso tra mattina, pomeriggio e sera – per 5 o 7 giorni al mese sciolti in un bicchiere d’acqua possano essere assai utili contro le infezioni e soprattutto perché è una proteina naturale e non di sintesi chimica”. Pertanto la notizia è infondata: nessun rapporto tra Ministero, ICQRF e Consorzio c’è stato sulla questione. Qualora il lisozima sia stato richiesto da singoli lavoratori del Ministero è questione che verrà immediatamente approfondita in sede disciplinare. Il Ministero, altresì smentisce qualsiasi valutazione circa l’efficacia o meno del Lisozima in tema di Coronavirus, essendo materia di totale spettanza del Ministero della
Salute”. Questa la nota che il ministero delle Politiche agricole ha inviato ad AGRICOLAE in merito all’articolo: CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: “AGISCE SULLA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA”. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO. L’AZIENDA: FATTORE NATURALE DELL’IMMUNITA ASPECIFICA, CELLULARE ED UMORALE AD AZIONE ANTIVIRALE, ANTIBATTERICA E IMMUNOMODULANTE Per saperne di più: CORONAVIRUS, CENTINAIO: BELLANOVA CHIARISCA PERCHE’ RICHIESTA MIPAAF DI ANTIVIRALE A CONSORZIO GRANA Posted by Redazione × Pubblicato il 04/03/2020 at 17:16 “Pretendiamo risposte chiare dal ministro Bellanova alle domande inquietanti che l’inchiesta di Agricolae.eu le ha posto e che al momento trovano solo una smentita di facciata. Come mai il MIPAAF ha chiesto al Consorzio Grana Padano di acquisire il lisozima, enzima utile contro le infezioni virali? A chi serve il quantitativo richiesto da Viale Venti Settembre? Il ministro non sente la necessità di chiarire ai dovuti organi parlamentari le motivazioni di questa spedizione? Abbiamo presentato un’interrogazione sulla vicenda perché i relativi contorni meritano di essere delineati in
Parlamento. Oltre alla somma pagata dagli ignari contribuenti italiani per il quantitativo richiesto (in farmacia, ove si riuscissero a reperire, 15 grammi di lisozima costano circa 22 euro), siamo sconcertati dalla vaghezza della risposta ministeriale. C’è qualcosa che la collettività non deve sapere? È vero quanto scritto nelle missive del consorzio Grana Padano, ovvero che la richiesta veniva dal Mipaaf? O è stata un’iniziativa di singoli dipendenti del ministero? Al ministro Bellanova la risposta, da dare, però, davanti a tutti gli italiani”. Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, primo firmatario dell’interrogazione e già ministro delle Politiche Agricole. CORONAVIRUS, DE BONIS: “MINISTRA BELLANOVA RIFERISCA URGENTEMENTE IN AULA SU ACQUISTO DI LISOZIMA PER IL MIPAAF” Posted by Redazione × Pubblicato il 04/03/2020 at 17:27
“ È a s s o l u t a m e n t e d o v e roso che la ministra Bellanova venga a riferire in Aula sulla richiesta di acquisto di lisozima, di cui si è avuta notizia da fonti di stampa, da parte del MIPAAF tramite l’ICQRF e il Consorzio Grana Padano. È vero che il Ministero ha chiesto al consorzio di reperire quantità di questo prezioso enzima, molto efficace come antivirale? Tale acquisto riguarda singoli funzionari o l’intera istituzione? Questa richiesta massiccia ha forse esaurito le scorte del farmaco nelle farmacie e presso i grossisti? In un momento così delicato per il paese, è necessario che il ministro della Salute dia maggiori informazioni su questo enzima dotato di azione batteriolitica e se possa essere usato nella cura del COVID-19. Un eventuale effetto positivo del lisozima nel fronteggiare l’evolversi della situazione epidemiologica non solo rasserenerebbe gli animi, ma servirebbe anche ad invertire la preoccupante rotta che ha investito tutto il tessuto socioeconomico del Paese. Non ci accontenteremo di risposte evasive, come quelle che sembrano essere arrivate finora dalla ministra Bellanova”.
Così il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, che ha presentato, assieme ai senatori Carlo Martelli e Maurizio Buccarella, una interrogazione urgente alla Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali. Nell’interrogazione si chiedono chiarimenti in merito alla notizia, pubblicata dall’agenzia Agricolae, circa la richiesta proveniente dal MIPAAF “di reperire per loro un po’ di lisozima… (omissis)”, così come scritto nelle due circolari del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano dirette ai Produttori, la Circolare n. 23/2020 SB/ca prot. n. 25 del 24 febbraio 2020 e la Circolare n. 24/2020 SB/ca prot. n. 27 del 25 febbraio 2020.
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