LINEE GUIDA PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA INFRASTRUTTURA DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - AGID

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LINEE GUIDA PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA INFRASTRUTTURA DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - AGID
Linee Guida per la razionalizzazione della
  infrastruttura digitale della Pubblica
            Amministrazione
LINEE GUIDA PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA INFRASTRUTTURA DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - AGID
Linee Guida per la razionalizzazione dei
                                                                                                            CED delle PA

SOMMARIO
LINEE GUIDA PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA INFRASTRUTTURA
DIGITALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ................................................................... 1
GLOSSARIO ....................................................................................................................................................... 3
1     PREMESSA .................................................................................................................................................. 4
    1.1      L’ESIGENZA DELLA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IT .................................................... 4
    1.2      LA SITUAZIONE DELLA P.A. ITALIANA ..................................................................................................... 5
    1.3      IL RUOLO DEI CED NELLA FUNZIONE ICT ................................................................................................ 6
    1.4      VERSO IL CONSOLIDAMENTO DEI CED ..................................................................................................... 7
    1.5      RIFERIMENTI NORMATIVI E PERCORSO DI ATTUAZIONE PER LA RAZIONALIZZAZIONE NELLA PA ............. 9
2 LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA COMPONENTE ICT NELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ..................................................................................................................................... 12
    2.1 ASPETTI PECULIARI DELLA PA NELLA RAZIONALIZZAZIONE DELLA COMPONENTE ICT ......................... 12
    2.2 CLASSIFICAZIONE DEI CED .................................................................................................................... 12
       2.2.1 Classificazione dei CED secondo la TIA-942 ................................................................................ 13
    2.3 SINTESI DELLA RILEVAZIONE AGID/FUB SULLE INFRASTRUTTURE ICT DELLA P.A. ............................ 15
       2.3.1 Dimensione dei CED della PA ....................................................................................................... 16
       2.3.2 L’infrastruttura nei CED della PA................................................................................................. 17
       2.3.3 L’infrastruttura nei CED della PA................................................................................................. 22
3 PRINCIPALI MODALITÀ DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE ICT E
DIRETTRICI DI INTERVENTO .................................................................................................................... 26
    3.1 CONSOLIDAMENTO DEGLI SPAZI............................................................................................................. 26
    3.2 CONSOLIDAMENTO E VIRTUALIZZAZIONE DEGLI APPARATI HARDWARE................................................. 27
    3.3 CONSOLIDAMENTO DELLE SOLUZIONI DI CONTINUITÀ OPERATIVA........................................................ 28
    3.4 CONSOLIDAMENTO DEI SERVIZI DI ASSISTENZA E GESTIONE .................................................................. 29
    3.5 ASPETTI DI CONNETTIVITÀ ..................................................................................................................... 29
    3.6 ASPETTI DI SICUREZZA INFORMATICA .................................................................................................... 30
    3.7 INDICATORI PER I CED DELLA PA.......................................................................................................... 30
       3.7.1 Indicatori infrastrutturali ............................................................................................................... 30
       3.7.2 Indicatori ICT ................................................................................................................................ 32
       3.7.3 Indicatori di obiettivo..................................................................................................................... 32
4 INDICAZIONI PER IL PIANO TRIENNALE 2014-2016 DI RAZIONALIZZAZIONE DEI CED
DELLA PA ......................................................................................................................................................... 33
    4.1      ASPETTI AMMINISTRATIVI E CRONOPROGRAMMA ................................................................................. 33
    4.2      MODELLI DI INTERVENTO ....................................................................................................................... 34
    4.3      MONITORAGGIO DELLA MISURA............................................................................................................. 35
    4.4      CONSIDERAZIONI FINALI ........................................................................................................................ 36
    4.5      CRONOPROGRAMMA .............................................................................................................................. 37
    4.6      INDICAZIONI PER GLI ASPETTI ECONOMICI .............................................................................................. 38

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Linee Guida razionalizzazione
                                                     infrastruttura digitale della PA

Glossario

ICT (Information Communication Technology)
Insieme dei metodi e tecnologie legate alla trasmissione, ricezione ed
elaborazione di informazioni. In generale, è anche utilizzata per descrivere
l’area di attività tecnologiche e industriali relative alla comunicazione e
elaborazione di informazioni.

CED (Centro Elaborazione Dati)
Anche indicati con il termine inglese Data Center, per CED si intende una
struttura fisica, normalmente un edificio compartimentato, unitamente a tutti gli
impianti elettrici, di condizionamento, di attestazioni di rete, di cablaggi, ecc. e
a sistemi di sicurezza fisica e logica, che in tale edificio sono presenti,
progettato e allestito per ospitare e gestire un numero elevato di
apparecchiature e infrastrutture informatiche e i dati ivi contenuti, allo scopo di
garantirne la sicurezza fisica e gestionale.

CLOUD, CLOUD COMPUTING
Insieme di tecnologie che permettono a un provider di fornire come servizio a
un cliente, l’elaborazione, l’archiviazione e la memorizzazione dei dati,
memorizzare dati. Ciò viene solitamente realizzato utilizzando una connessione
di rete e risorse hardware/software distribuite e virtualizzate.

E-Government
Sistema di gestione digitalizzata della pubblica Amministrazione, con lo scopo di
ottimizzare e migliorare i processi interni degli enti, e di offrire servizi più rapidi
e innovativi agli utenti.

SPC (Sistema Pubblico di Connettività)
Insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche che ha lo scopo di
“federare” le infrastrutture ICT delle pubbliche Amministrazioni al fine di
realizzare servizi integrati mediante regole e servizi condivisi. Tale integrazione
permette di risparmiare sui costi e sui tempi, e di realizzare i servizi finali
centrati sull’utente, evitando richieste continue di dati da parte delle
Amministrazioni, oltre che duplicazioni di informazioni e controlli.

Virtualizzazione (Virtualizzazione di un sistema di elaborazione)
La virtualizzazione è un metodo di esecuzione delle applicazioni in cui esse sono
installate su una rappresentazione (da qui il termine virtuale) di un computer
reale, ottenuta via software e chiamata "macchina virtuale". Le "macchine
virtuali" a loro volta, girano (vengono eseguite) al di sopra di uno strato
software (di solito chiamato "hypervisor") che simula la disponibilità
dell'infrastruttura hardware per tutte le macchine virtuali.

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Linee Guida razionalizzazione
                                                  infrastruttura digitale della PA

1 Premessa

1.1 L’esigenza della razionalizzazione delle infrastrutture IT
Un piano di razionalizzazione delle infrastrutture IT della Pubblica
Amministrazione (PA) implica una visione di lungo periodo, importanti
investimenti e un coordinamento che tenga conto delle varie realtà presenti sul
territorio; sebbene si tratti di un percorso articolato e non del tutto agevole, i
benefici che ne derivano garantiscono un ritorno non solo economico.
Semplificare e razionalizzare l’architettura delle infrastrutture IT permette,
infatti, di:
   1. creare ambienti più sicuri e affidabili;
   2. tenere sotto controllo con maggiore facilità i costi dell’IT (minori asset da
      gestire);
   3. contenere i costi di manutenzione e gestione, inclusi quelli relativi alla
      componente energetica;
   4. agevolare l’adozione di soluzioni SOA (Service Oriented Architecture);
   5. dimensionare in modo più rapido e flessibile le risorse software e
      hardware per far fronte ad esigenze non prevedibili o non continuative;
   6. prendere decisioni più consapevoli e pro futuro nella scelta di apparati IT
      e di software;
   7. standardizzare l’hardware, le applicazioni software e le modalità stesse di
      gestione dell’ICT;
   8. facilitare la cooperazione applicativa tra Amministrazioni.
La necessità di razionalizzare i CED della PA non deve quindi essere messa in
discussione, ma deve essere considerata come un’opportunità da cogliere e da
cui non essere esclusi. Le Amministrazioni che potranno contare su CED più
innovativi, rispondenti alle caratteristiche riportate nelle presenti Linee Guida,
potranno offrire una qualità del servizio decisamente superiore. Un livello di
qualità che tutta la PA deve pretendere per la conservazione e gestione dei
propri dati, soprattutto in considerazione della straordinaria portata innovativa
del cloud computing che ha completamente scardinato le modalità di approccio
alle architetture IT.
Le presenti Linee Guida indicano i possibili approcci alla razionalizzazione delle
infrastrutture IT, ovvero l’insieme di interventi attuati sulla tecnologia, sulla
logistica e sulla organizzazione di un “sistema informativo”, al fine di diminuirne
i costi di esercizio, semplificarne la gestione operativa, aumentarne l’efficienza,
la flessibilità e la sicurezza. Il disegno architetturale delle applicazioni e le
limitazioni di alcuni sistemi operativi obbligano ancora molti server a risiedere
su diverse istanze di sistema operativo e quindi spesso su macchine diverse. Per
tali ragioni il processo di razionalizzazione è complesso e implica un ridisegno

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applicativo e architetturale del sistema informativo e un nuovo disegno
organizzativo delle funzioni IT di supporto.
Il termine “sistema informativo” ha qui una valenza estesa, volendo
rappresentare sia ciò che di solito è collocato in un CED o “Data Center”1, sia la
tecnologia che è distribuita nell’organizzazione per supportare le esigenze di
elaborazione dati degli utenti (ad es. i PC client).
La razionalizzazione nel settore dell’IT viene oggi comunemente associata e
identificata con il fenomeno della riduzione del numero e, talvolta, delle
dimensioni dei CED, attuabile anche attraverso interventi di virtualizzazione
degli apparati. La razionalizzazione si muove quindi sulle due direttrici del
consolidamento degli spazi e del consolidamento/virtualizzazione degli apparati
IT, da attuare spesso in modo combinato.
I CED hanno dei costi di gestione elevati, sia a causa della loro complessità
intrinseca, sia a causa della loro tipica distribuzione in più sedi (che non
favorisce economie di scala e ottimizzazione dei servizi di gestione). Inoltre,
richiedono l’attrezzaggio e la manutenzione di locali idonei - con conseguenti
spese per l’allestimento - la cui incidenza è destinata ad aumentare (si pensi,
per esempio ai costi dell’alimentazione elettrica).
Infine, a causa del paradigma “un servente per una funzione”, i CED hanno visto
il proliferare non solo dei server che ospitano, ma anche dei software di base e
dei middleware con cui i server funzionano, con conseguenti costi aggiuntivi di
esercizio dei Data Center.

1.2 La situazione della P.A. italiana
L’attuazione in Italia della Comunicazione della Commissione Europea,
"Un'agenda digitale europea" [COM(2010) 245], impone innovazione, efficienza,
qualità, trasparenza ai servizi della PA, come definito anche nel Codice
dell’Amministrazione Digitale in materia di e-government, dove si indica
l’obbligo di una riduzione della spesa generale.
Secondo il 1^ Osservatorio Assinform sull’ICT nelle PA, nel periodo 2005-2011
la spesa ICT della PA è passata da 6288 M€ a 5578 M€, subendo una riduzione
di circa 700 M€, con un trend medio annuo del -2%. Nel dettaglio, la PAC
(Pubblica Amministrazione Centrale) ha ridotto la spesa ICT del 3,5%, contro lo
0,9% delle Regioni e il 2.3% degli Enti Locali. Andamento in controtendenza
invece per il comparto Sanità, che ha registrato un aumento della spesa del
2.4%, localizzato soprattutto nelle regioni del Nord (68%), ma registrando
comunque una spesa pro-capite inferiore alla media europea.
La spesa pro-capite, tuttavia, può essere un dato fuorviante se il sistema di
riferimento non è ottimizzato. In Italia, infatti, la necessità di spending review
abbinata a una gestione poco lungimirante della dotazione IT della PA, ha fatto
sì che le spese per la gestione dei sistemi correnti già in esercizio nella PA stiano
progressivamente erodendo lo spazio per gli investimenti: il 30% circa della

1
    Nel presente documento i termini “CED” e “Data Center” saranno usati come sinonimi

                                                                                              Pag. 5 di 39
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spesa totale IT delle PA è dedicato alla gestione dei CED distribuiti sul territorio,
con oltre 30.000 server installati e con un elevatissimo numero di software
personalizzati da gestire e manutenere, stimato in un ordine di grandezza
superiore a quello dei server.
Le esigenze di ammodernamento e riduzione dei costi nel campo dell’ICT
possono però coincidere, nel medio periodo, adottando un approccio di sistema
capace di ridisegnare completamente il panorama IT nazionale, intervenendo
sulle principali cause di inefficienza:

−   la frammentazione delle risorse ICT;
−   una spesa per l’ICT non coordinata;
−   la mancanza di interoperabilità, integrazione e cooperazione tra i sistemi
    informativi delle Amministrazioni pubbliche;
−   la lentezza nelle procedure che consentono di recepire l’innovazione
    tecnologica e di coniugarla con l’innovazione organizzativa.
Il processo di razionalizzazione alla base delle presenti linee guida fa leva su:

−   la condivisione delle infrastrutture fisiche (edifici, locali attrezzati, sistemi di
    controllo accessi e video sorveglianza, etc…);
−   le infrastrutture tecnologiche, innovando e razionalizzando la spesa per la
    loro gestione mediante il consolidamento e la virtualizzazione dei Data
    Center oggi esistenti;
−   le reti TLC, con l’adesione ai contratti SPC e la valorizzazione delle
    infrastrutture di nuova generazione realizzate a valere sul “Piano Strategico
    Banda Ultra Larga” del Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale sono
    promosse opportune condivisioni;
−   i servizi di conduzione e gestione dell’ICT, ricercando economie di scala
    nell’acquisto di tali servizi, anche in riferimento ai contratti SPC.

1.3 Il ruolo dei CED nella funzione ICT
Le organizzazioni caratterizzate dall’esigenza di disporre, a sostegno delle
proprie attività, di un supporto informatico di dimensioni rilevanti, hanno
tipicamente definito dei luoghi fisici in cui ospitare le apparecchiature
informatiche utilizzate, in modo da facilitare la loro gestione, ottimizzare le
infrastrutture e gli impianti necessari al corretto funzionamento degli apparati
(e.g., climatizzazione, alimentazione, antincendio, apparati d’interconnessione)
e presidiare con maggiore facilità la sicurezza degli apparati informatici e dei
loro contenuti (dati e software). Tali “luoghi” hanno storicamente assunto il
nome di CED.
In associazione a tali luoghi fisici, vengono spesso create strutture organizzative
che inquadrano il personale addetto alla gestione del CED, per cui spesso si usa

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il termine Data Center ad indicare non solo il luogo fisico ma anche la struttura
organizzativa d’esercizio di un Data Center.
I compiti di un CED riguardano tipicamente le aree del “Data Processing” (Job
Control e scheduling, gestione nastri e device di tipo DASD – Direct Access
Storage Device), l’help desk su questioni riguardanti il funzionamento degli
apparati, la gestione del software di sistema, dell’hardware, il capacity planning
delle risorse, la gestione degli apparati di telecomunicazione e delle reti, etc…
A tali funzioni vanno poi aggiunte tutte quelle non dirette alla gestione di asset
informatici, ma necessarie per il corretto funzionamento di una struttura
organizzativa che può arrivare a centinaia di addetti (e.g. logistica,
amministrazione, gestione risorse umane).
I costi dei CED possono influire notevolmente sulla funzione ICT in una
organizzazione, fino al 30-40% della spesa per l’ICT. Le categorie di costo
tipiche di un CED sono illustrate nella figura che segue.

                                                                            1
                              Figura 1 Distribuzione dei costi in un CED

Per tutte queste motivazioni, l’organizzazione dei CED rappresenta un elemento
importante della strategia di una Amministrazione nei riguardi della funzione
ICT.

1.4 Verso il consolidamento dei CED
Storicamente, la costituzione dei CED da parte delle organizzazioni è stata
guidata dall’esigenza di supportare i singoli uffici, tipicamente attraverso una
unità organizzativa tecnologica locale specificatamente addetta ad essi.

1
    (Fonte: Gartner, “How IT Leaders Can Improve the Data Center's Economic Value Amid Global Pressures”,
20/05/2013)

                                                                                                 Pag. 7 di 39
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Questo approccio ha generato una frammentazione delle sale server con
situazioni limite, ma frequenti, nelle quali le organizzazioni hanno al loro interno
più CED, eventualmente specializzati per ufficio servito.
Tali centri generano delle diseconomie di scala così come delle inefficienze
operative, dovute allo scollamento della catena operativa del supporto ICT
rispetto alle esigenze complessive dell’organizzazione e alla replica di asset e
servizi di assistenza e supporto nei vari centri. Non va poi sottovalutato che la
frammentazione dei CED anche all’interno di una stessa organizzazione provoca
molto spesso una pari frammentazione dei contratti stipulati con i fornitori,
riducendo la capacità negoziale dell’organizzazione e le possibilità di
razionalizzazione della spesa.
Appare quindi evidente come anche nelle PA si debba perseguire un’evoluzione
verso il consolidamento dei propri CED, sia dal punto di vista fisico (con
l’aggregazione in pochi Data Center di dimensioni opportune), sia dal punto di
vista logico (gestione dei CED assegnata ad una singola unità organizzativa). Il
consolidamento non riguarda solamente le infrastrutture ICT, ma anche e
soprattutto le applicazioni software, tramite un percorso graduale ma ben
delineato nel tempo. Il consolidamento delle infrastrutture è tuttavia il pre-
requisito per quello delle applicazioni.
Le motivazioni che spingono un’organizzazione ad affrontare interventi di
consolidamento delle proprie infrastrutture informatiche possono essere
molteplici, ad esempio: proliferazione degli apparati tecnologici, singolarmente
(o in piccole isole) dedicati a servire specifiche applicazioni (affollamento dei
CED), eccessiva distribuzione sul territorio di apparati con le stesse funzioni
(proliferazione di piccoli Data Center con ridondanza delle funzioni),
proliferazione di basi di dati e di apparati storage dedicati a servire specifiche
applicazioni o specifici utenti (proliferazione di apparati critici con ridondanza di
funzioni), proliferazione di soluzioni tecnologiche che devono convivere nelle
medesime installazioni (proliferazione delle tecnologie), proliferazione nella
stessa organizzazione di applicazioni con esigenze diversificate e dinamicamente
variabili (proliferazione delle esigenze di elaborazione). In tutti questi esempi, la
qualità del servizio reso agli utenti viene penalizzata e il costo di gestione
dell’ICT è maggiore di quanto sarebbe necessario.
In definitiva, l’obiettivo principale del consolidamento è quello di migliorare
l’efficienza operativa oltre che a ridurre i costi per l’ICT. A causa della
progressiva riduzione dei budget per la funzione ICT nelle organizzazioni,
proprio il contenimento dei costi diventa un elemento di primaria importanza.
E’ logico ipotizzare che il ritorno di investimento nel caso di consolidamento sia
tanto più vantaggioso quanto più il “nuovo sistema” consolidato sia in grado di:
compattare l’hardware (riducendo gli spazi occupati), abbassare i consumi
energetici e semplificare la complessità di gestione del CED, con il vantaggio
indiretto di aumentare l’affidabilità della nuova installazione.
La spinta al consolidamento è favorita dall’evoluzione delle tecnologie che,
rispetto a pochi anni fa, permettono ora di affrontare questi progetti con elevate
possibilità di successo, nella prospettiva di un successivo impiego del cloud per i

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servizi delle Amministrazioni interessate Tra le evoluzioni tecnologiche
“abilitanti” il consolidamento in ambiente distribuito, vanno considerate:
−   la disponibilità di connessioni TLC larga banda in grado di connettere i centri
    “consolidati” con le sedi remote in cui le applicazioni vengono utilizzate, con
    alte prestazioni e ad un costo contenuto;
−   le architetture degli applicativi sempre più orientate all’esercizio in ambienti
    distribuiti (e.g., applicazioni sviluppate in tecnologie web), capaci di operare
    su rete geografica;
−   la disponibilità di server di elevata capacità che permettono di concentrare in
    uno spazio ridotto risorse computazionali elevate;
−   l’orizzonte organizzativo, economico e tecnologico costituito dal cloud.

L’esperienza di questi anni ha mostrato come, sebbene le economie di scala
abbiano un effetto innegabile nel determinare i vantaggi di un consolidamento di
più CED in uno solo di ampie dimensioni, si debba comunque fare attenzione
quando le dimensioni portino il centro servizi in una fascia oltre 3.000 mq.
Infatti, in tale situazione, le economie di scala diventano non rilevanti
economicamente.

1.5 Riferimenti normativi e percorso di attuazione per la
      razionalizzazione nella PA
L’articolo 33-septies del decreto legge 18 ottobre 2012 n. 179 convertito nella
Legge n.221/2012, come modificato dall’art. 16 del decreto legge 21 giugno
2013 n. 69, prevede, al comma 1, che “L’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID),
con l’obiettivo di razionalizzare le risorse e favorire il consolidamento delle
infrastrutture digitali delle Pubbliche Amministrazioni, avvalendosi dei principali
soggetti pubblici titolari di banche dati, effettua il censimento dei Centri per
l’elaborazione delle informazioni (CED) della Pubblica Amministrazione, ovvero
dei siti che ospitano un impianto informatico atto alla erogazione di servizi
interni alle Amministrazioni pubbliche e servizi erogati esternamente dalle
Amministrazioni pubbliche che al minimo comprende apparati di calcolo,
apparati di rete per la connessione e apparati di memorizzazione di massa. Sono
esclusi da questa attività i CED soggetti alla gestione di dati classificati secondo
la normativa in materia di tutela amministrativa delle informazioni coperte da
segreto di Stato e di quelle classificate nazionali secondo le direttive
dell'Autorità nazionale per la sicurezza (ANS) che esercita le sue funzioni tramite
l'Ufficio centrale per la segretezza (UCSe) del Dipartimento delle informazioni
per la sicurezza (DIS).”
All’Agenzia per l’Italia digitale è chiesto, dunque, di elaborare le linee guida,
basate sulle principali metriche di efficienza internazionalmente riconosciute,
finalizzate alla definizione di un Piano triennale di razionalizzazione dei CED
delle Amministrazioni pubbliche che dovrà portare alla diffusione di standard
comuni di interoperabilità, a crescenti livelli di efficienza, di sicurezza e di
rapidità nell’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese.

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Lo stesso articolo prevede -al comma 4 - che “Entro il 30 settembre 2013
l’Agenzia per l’Italia Digitale trasmetta al Presidente del Consiglio dei Ministri,
dopo adeguata consultazione pubblica, i risultati del censimento effettuato e le
linee guida per la razionalizzazione dell’infrastruttura digitale della pubblica
amministrazione.”
Entro i successivi novanta giorni, il Governo, con decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, adotterà dunque il Piano triennale di
razionalizzazione dei CED delle pubbliche amministrazioni, aggiornato
annualmente.
Nell’ambito del Piano triennale sono individuati i livelli minimi di requisiti di
sicurezza, di capacità elaborativa e di risparmio energetico dei CED, nonché le
modalità di consolidamento e razionalizzazione, ricorrendo ove necessario
all’utilizzo dei CED di imprese pubbliche e private nel rispetto della legislazione
vigente in materia di contratti pubblici.
In sintesi, nel richiamato dispositivo di legge sono quindi previsti:
   - l’effettuazione del censimento dei CED della Pubblica Amministrazione;
   - la predisposizione delle presenti linee guida che evidenzino i livelli minimi
       dei CED;
   - la consultazione pubblica delle presenti linee guida;
   - la presentazione al Presidente del Consiglio del Piano triennale di
     razionalizzazione e riorganizzazione dei CED, anche ricorrendo all’utilizzo di
     quelli già presenti nelle imprese pubbliche e private, se disponibili.

L’attuazione delle attività di cui al citato art. 33-septies del D.L. 179/12 sono
effettuate da AGID con il supporto scientifico e operativo della Fondazione Ugo
Bordoni (FUB), stante il ruolo di rilevanza strategica ricoperto dalla Fondazione
nel campo della informatizzazione e nella infrastrutturazione della P.A. - anche
attraverso lo sviluppo di strumenti tecnici di valutazione in materia di analisi
della qualità degli accessi ad Internet, funzionali alla definizione della presenza
fisica, della distribuzione e del consumo dei Data Center -, e alla luce dei
consolidati rapporti con le Pubbliche Amministrazioni Centrali e Locali maturati
in progetti di interesse nazionale, sviluppati di concerto con MISE ed AGCOM.
Al fine di definire specifiche modalità, criteri, tempi e condizioni del supporto
scientifico e operativo per l’attuazione delle attività di cui al citato art. 33-
septies del D.L. 179/12, l’AGID e la Fondazione Ugo Bordoni hanno stipulato, ai
sensi dell’art. 2 comma 2 della Convenzione quadro del 14 maggio 2013,
l’Accordo esecutivo del 30 maggio 2013.
Le modalità di intervento dell’iniziativa prevedono di combinare più linee
d’azione, tra le quali:

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Linee Guida razionalizzazione
                                                      infrastruttura digitale della PA

         −   la messa a fattor comune di risorse tra soggetti diversi, ovvero
             l’utilizzo e la condivisione delle stesse infrastrutture da più
             Amministrazioni;
         −   l’introduzione di soluzioni innovative per aumentare l’efficacia degli
             investimenti e la flessibilità e scalabilità delle risorse IT disponibili;
         −   il coordinamento tra interventi tecnologici e organizzativi;
         −   la messa a fattor comune dei servizi di gestione.

   Operativamente, il percorso per la razionalizzazione dei CED è suddiviso nelle
   seguenti fasi:
a) Il censimento delle installazioni IT esistenti nella Pubblica Amministrazione,
   intese come sale server o CED. I dati raccolti sui CED delle pubbliche
   amministrazioni     attraverso   il   censimento    riguardano   principalmente
   l’infrastruttura, la tecnologia informatica installata, le misure di sicurezza
   adottate, le connessioni telematiche;
b) La consultazione pubblica aperta a tutte le aziende di settore mediante un
   dettagliato questionario sulle infrastrutture (IaaS) e sulle piattaforme (PaaS e
   SaaS) più efficienti e pro futuro;
c) La consultazione pubblica sui risultati del censimento effettuato e le linee guida
   per la razionalizzazione dell’infrastruttura digitale della PA, comprensive dei
   modelli di intervento, partendo dall’analisi della situazione rilevata con il
   censimento.
d) Il consolidamento delle linee guida per la razionalizzazione delle infrastruttura
   digitale della PA e trasmissione delle stesse al Presidente Del Consiglio dei
   Ministri.
e) L’emissione del DPCM per l’adozione del Piano triennale di razionalizzazione dei
   CED delle pubbliche amministrazioni.

   Nel Capitolo 4, le modalità e il percorso di attuazione sono rappresentate in
   maniera più dettagliata.

                                                                               Pag. 11 di 39
Linee Guida razionalizzazione
                                                   infrastruttura digitale della PA

2 La razionalizzazione della componente ICT nella
  Pubblica Amministrazione

2.1 Aspetti peculiari della PA nella razionalizzazione della
     componente ICT
Rispetto al contesto industriale, la Pubblica Amministrazione si configura come
un settore con specificità che richiedono un approccio peculiare. Per questo
motivo, in aggiunta alle considerazioni fin qui esposte, i seguenti elementi
dovranno necessariamente essere considerati sia in fase di programmazione, sia
in fase di realizzazione di un intervento di razionalizzazione dei CED della PA:
   a) ogni Amministrazione è composta da funzioni interne che spesso hanno
      un alto grado di autonomia, mentre nei gruppi industriali normalmente è
      possibile identificare un livello di “escalation” ove ottenere le decisioni
      necessarie;
   b) spesso anche le funzioni ICT sono frammentate nelle Amministrazioni, e
      non dipendono funzionalmente e gerarchicamente da una unica
      responsabilità (tipico è il caso di strutture ICT dislocate sul territorio che
      dipendono da centri di costo e responsabilità locali anziché centrali);
   c) il coordinamento tra le strutture ICT appartenenti a diverse
      Amministrazioni, ma anche alla stessa Amministrazione, è ancora
      limitato. Questo ha effetti sia a livello centrale (in cui si potrebbe
      ipotizzare soluzioni di CED condivisi) sia in maggior misura a livello
      d’uffici decentrati sul territorio (provinciale / regionale);
   d) ogni Amministrazione ha sistemi e processi che le sono peculiari e si sono
      sedimentati e stratificati nel tempo, in una sorta di “ecosistema”
      autoreferenziale (presenza di sistemi legacy custom), mentre
      nell’industria i consolidamenti avvengono spesso per confronto tra
      aziende che svolgono attività similari;
   e) l’azione delle Pubbliche Amministrazioni è fortemente vincolata da una
      molteplicità di provvedimenti legislativi e regolamentari (normative
      comunitarie e nazionali sugli appalti nel settore pubblico, provvedimenti
      adottati, tra gli altri, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal
      Ministero per la Pubblica Amministrazione e la semplificazione, da AGID,
      da AVCP, ecc.), è sottoposta al controllo della Corte dei Conti, non ha un
      diretto controllo sulle disponibilità di bilancio, ecc…, mentre nell’industria
      vi è ampia discrezionalità sulle strategie e gli investimenti da effettuare;
   f) spesso i CED nascono come conseguenza di disposizioni legislative, e ciò
      comporta una forte rigidità al cambiamento.

2.2 Classificazione dei CED
Come detto in precedenza, per Data Center o CED si intende una struttura
fisica, normalmente un edificio compartimentato, unitamente a tutti gli impianti

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elettrici, di condizionamento, di attestazioni di rete, di cablaggi, ecc… e a sistemi
di sicurezza fisica e logica, che in tale edificio sono presenti, progettato e
allestito per ospitare e gestire un numero elevato di apparecchiature e
infrastrutture informatiche e i dati ivi contenuti, allo scopo di garantirne la
sicurezza fisica e gestionale.
Procedere a una comparazione dei Data Center non è mai semplice, e a tal fine
può risultare utile una classificazione degli stessi secondo alcune metriche. In
queste Linee Guida si è scelto di fare riferimento alle classificazioni dei CED
secondo quanto specificato dalla TIA-942 e i suoi successivi aggiornamenti.
La TIA (Telecommunication Industry Association) è un’associazione accreditata
dall’ANSI      (American     National     Standards     Institute)  per    sviluppare
volontariamente standard basati sul consenso delle industrie per una grande
varietà di prodotti ICT ed attualmente incorpora più di 400 membri.
La necessità di un riferimento come la TIA-942 è stata dettata dal fatto che
spesso si assiste a infrastrutture dove è praticamente impossibile assicurare la
realizzazione di un ambiente centralizzato, idoneo e performante, con il risultato
di avere strutture mal dimensionate con gravi mancanze sotto il profilo della
sicurezza e dell’affidabilità e inefficienze nella erogazione dei servizi.

Nella TIA-942 (nel prosieguo, si intende per TIA 942 lo standard inclusivo degli
aggiornamenti 2010) sono presenti indicazioni sulla definizione degli spazi e il
design dei CED, sulla realizzazione dei cablaggi, sulle condizioni ambientali,
nonché viene proposta una classificazione dei CED secondo dei livelli (TIER).
Nel prossimo paragrafo verrà data una sintetica descrizione delle caratteristiche
di ciascun TIER utilizzate per la classificazione.
Per ulteriori dettagli e approfondimenti sui contenuti della TIA-942, si rimanda
al sito http://www.tiaonline.org/standards/

2.2.1 Classificazione dei CED secondo la TIA-942

La TIA-942, attualmente, propone una classificazione, in 4 livelli, dei CED in
funzione di specifiche necessità di utilizzo e disponibilità.

      TIER I (basic – 99,671%)
         o Suscettibilità a interruzioni a causa di attività pianificate e non
            pianificate;
         o Mancanza di ridondanze e con singolo sistema di alimentazione e di
            raffreddamento;
         o Presenza o meno di UPS, generatori e pavimento flottante;
         o Fermo del data center: 28,8 ore/anno;
         o Totale spegnimento durante le manutenzioni preventive.

      TIER II (redundant component – 99,741%)
         o Meno suscettibilità a interruzioni a causa di attività pianificate e
            non pianificate;

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                                                    infrastruttura digitale della PA

          o   Componenti ridondati e con singolo sistema di alimentazione e di
              raffreddamento;
          o   Presenza di UPS, generatori e pavimento flottante;
          o   Fermo del data center: 22 ore/anno
          o   Totale spegnimento durante le manutenzioni su alimentazione e
              altre parti dell’infrastruttura

       TIER III (concurrently maintenable – 99,982%)
          o Possibilità di effettuare manutenzioni pianificate senza interruzione,
             ma suscettibilità a interruzioni a causa di attività non pianificate;
          o Componenti ridondati e collegamenti multipli per alimentazione e
             raffreddamento;
          o Presenza di UPS, generatori e pavimento flottante;
          o Fermo del data center: 1,6 ore/anno
          o Non necessario lo spegnimento totale durante le manutenzioni,
             prevista deviazione su altri collegamenti per alimentazione ed
             infrastruttura

       TIER IV (fault tolerant– 99,995%)
          o Possibilità di effettuare manutenzioni pianificate e non senza
             impatti negativi sulla gestione della propria funzionalità;
          o Componenti ridondati e collegamenti multipli contemporaneamente
             attivi per alimentazione e raffreddamento;
          o Disponibilità di UPS, generatori e pavimento flottante;
          o Fermo del data center: 0,4 ore/anno
          o Non necessario lo spegnimento totale durante le manutenzioni,
             prevista deviazione su altri collegamenti per alimentazione ed
             infrastruttura

Oltre a quanto riportato, la TIA-942 tratta aspetti relativi a:

   –   Spazi e design del data center;
   –   Infrastruttura di cablaggio;
   –   Antincendio
   –   Livelli di umidità
   –   Temperature operative
   –   Architetture di collegamento

La TIA-942 raccomanda inoltre la corretta circolazione dell’aria, con particolare
attenzione a una adeguata concentrazione degli apparati, e suggerisce la
predisposizione dei cabinet in modo da assicurare la creazione di corridoi caldi e
freddi, facilitando l’espulsione dell’aria calda dal retro delle apparecchiature.
Raccomanda infine la predisposizione di griglie perforate da pavimento in
prossimità del fronte dei rack (solo nel corridoio freddo), al fine di ottenere un

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raffreddamento ottimale delle apparecchiature e un conseguente risparmio
energetico.

2.3 Sintesi della rilevazione AGID/FUB sulle infrastrutture
     ICT della P.A.
La rilevazione condotta da AGID/FUB ha riguardato tutte la Pubblica
Amministrazione Centrale, le Regioni, le Province e i Comuni con una
popolazione superiore ai 10000 abitanti. Inoltre, sono state coinvolte nella
rilevazione anche le Unioni dei Comuni, le Aziende Ospedaliere/Aziende Sanitare
Locali (segnalate dalle Regioni) e altre Amministrazioni segnalate da Regioni e
Comuni.
In totale sono stati rilevati 986 CED, così ripartiti:

            Figura 2 Numero dei CED censiti per tipologia di amministrazione
La distribuzione geografica è riportata in Figura 3. Nella categoria “Altre” in
Figura 2, sono comprese quelle PA che non rientrano nelle altre categorie, per
un totale di 3 CED.
In generale, l’operazione di “assessment” ha evidenziato e confermato come le
PAC e le Regioni siano dotate di CED migliori non solo in termini infrastrutturali
– partendo dall’ampiezza dei locali sino ai sistemi di raffreddamento, dai
pavimenti flottanti agli impianti antincendio - ma anche in relazione alle
soluzioni ICT adottate. Quest’ultime sono, infatti, mediamente più innovative,
sostenibili e pro futuro nelle PAC e nelle Regioni, sebbene - essendo molto rari i

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CED di recente costruzione – quasi tutti fanno affidamento a soluzioni datate e
quindi da ottimizzare.

                    Figura 3 Distribuzione Geografica dei CED censiti

2.3.1 Dimensione dei CED della PA
Dai risultati del censimento effettuato, è stato evidenziato come le PAC e le
Regioni siano dotate di infrastrutture di dimensioni maggiori rispetto a quelle dei
Comuni. In particolare, si può notare (Tabella 1) come poco meno della metà
dei CED della PAC abbia una dimensione superiore a 100 mq, con 3 CED sopra i
1000 mq. Il restante 55% ha una dimensione inferiore a 100 mq, dove la
maggior parte dei CED ha una superficie inferiore a 50 mq.
Leggermente più grandi risultano essere i CED delle Regioni, dove il 55% dei
CED ha una superficie superiore a 100 mq, con 2 CED oltre i 1000 mq. Inoltre,
circa il 30% ha una dimensione inferiore a 50 mq.
Per le Province e i Comuni, la rilevazione mostra invece una situazione in cui
circa il 90% dei CED ha una superficie inferiore a 50 mq, mentre per le Unioni
dei Comuni tale percentuale sale a 97%.
Per le ASL e altri Enti sanitari regionali, il 67% dei CED rilevati risulta avere una
dimensione inferiore ai 50 mq e solo l’7% supera i 100 mq.

                                                                               Pag. 16 di 39
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Tabella 1. Dimensioni dei CED della PA
                           < 50 mq        50-100 mq           100-1000   > 1000
                                                              mq         mq
PAC                                24                   20           31       3
Regioni                            12                    6           20       2
Province                          108                    7             6      1
Comuni                            380                   22           10       2
Unioni dei Comuni                  54                    0             2      0
ASL                               184                   71           17       1
Altre                               3                    0             0      0

Per quanto riguarda l’occupazione dei CED, la situazione è riportata nella tabella
seguente:

Tabella 2. Occupazione dei CED della PA
                                          Mq             Mq       Mq
                                          Totali         Occupati Liberi
             PAC                              19301            13435         5866
             Regioni                          9953              6076         3877
             Province                         5473              2617         2856
             Comuni                          13648              6417         7231
             Unioni dei Comuni                2110               526         1584
             ASL                             27814             18743         9071
             Altre                                 66             17           49

A livello generale, sembra quindi esserci spazio nei CED per il consolidamento
degli apparati IT. Tuttavia, da un’analisi più attenta, basata sull’occupazione
regionale (cioè di tutte le entità appartenenti al territorio di una certa regione) e
sui mq liberi nei CED delle Regioni, risulta che nella maggior parte di esse lo
spazio fisico è insufficiente per ospitare nei CED delle diverse Regioni l’installato
nei CED territoriali. Emerge chiara quindi l’impossibilità di un semplice
spostamento fisico degli apparati IT dai CED territoriali verso i CED delle
Regioni, con il ricorso, laddove necessario, a tecniche di consolidamento e
virtualizzazione che sembrano quindi essere le uniche strade percorribili.

2.3.2 L’infrastruttura nei CED della PA
La rilevazione ha evidenziato che mediamente il 57% dei CED è stato costituito
prima del 2000, mentre solo il 7% ha una “anzianità” inferiore ai 3 anni. Ciò

                                                                                      Pag. 17 di 39
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                                                         infrastruttura digitale della PA

comporta non solo una obsolescenza nelle componenti infrastrutturali, ma anche
una disomogeneità all’interno dei CED, dove negli anni diverse soluzioni IT,
anche molto diverse tra loro, sono state adottate. Tutto ciò si riflette anche in
una gestione non omogenea, con conseguenti costi di gestione elevati.
Nel seguente grafico è riportato il dettaglio sulla anzianità dei CED delle PA.

                           Anzianità CED della PA
 100%
  90%
  80%
  70%
  60%
  50%                                                                            < 2000
  40%                                                                            2000-2010
  30%                                                                            >2010

  20%
  10%
   0%
         PAC    Regioni Province Comuni   Unioni   ASL       Altre   Anzianità
                                            dei                       Media
                                          Comuni

                            Figura 4. Anzianità CED della PA
Per quanto riguarda l’utilizzo dei CED, esso risulta essere in gran parte esclusivo
della singola Amministrazione. In particolare, per quanto riguarda la PAC, il
94% dei CED è utilizzato solo da una singola Amministrazione, e il rimante 6% è
condiviso tra più Amministrazioni. Anche per le PAL l’utilizzo dei CED avviene
quasi esclusivamente da una singola Amministrazione (Fig.5).

                                                                                    Pag. 18 di 39
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                              Figura 5. Utllizzo dei CED
A livello infrastrutturale, la rilevazione ha evidenziato una diffusa carenza
infrastrutturale dei CED, con una situazione generale migliore per la PAC
rispetto alla PAL (Fig. 6). Da notare, come meno del 40% dei CED della PAC non
sia dotato di un sistema antincendio, mentre la maggior parte è dotata di
controsoffitto. Quasi tutti risultano invece dotati di pavimento flottante, sistema
di raffreddamento e gruppi di continuità.
Per le PAL, la gran parte dei CED risulta sprovvista di controsoffitto e pavimento
flottante, mentre circa l’80% ha un sistema antincendio. Anche per le PAL, la
quasi totalità dei CED ha un sistema di raffreddamento e sistemi per la
continuità elettrica.
Le diffuse carenze infrastrutturali riguardanti il pavimento flottante e
controsoffitto costituiscono una criticità importante in quanto tali requisiti sono
ormai imprescindibili per i moderni CED, dove tutte le parti legate ai sistemi di

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Linee Guida razionalizzazione
                                                      infrastruttura digitale della PA

raffreddamento, all’alimentazione e al cablaggio sono “nascoste” appunto sotto i
pavimenti flottanti e sopra il controsoffitto

                            Figura 6. Infrastruttura dei CED

Ancora più critica è la situazione riguardante la sicurezza fisica dei CED della PA
(Fig. 7): circa il 50% dei CED della PAC non risulta in possesso del certificato di
agibilità, mentre l’85% ha implementato un sistema di controllo degli accessi ai
locali ospitanti le infrastrutture IT. Situazione peggiore per le PAL, dove solo 1/3
dei CED ha il certificato di agibilità, e il 50% ha un controllo degli accessi.

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                          Figura 7. Sicurezza fisica nei CED
Il controllo degli accessi in un CED è uno dei requisiti fondamentali per garantire
la sicurezza e per evitare il rischio di intrusione e manomissione da parte di
personale non autorizzato. Il controllo oggi avviene principalmente con badge
elettronici rilasciati dal personale di sorveglianza o posseduti dal personale
addetto. Altre modalità, più o meno robuste, vengono impiegate, come ad
esempio serrature con combinazioni numeriche o accesso tramite firma.

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2.3.3 I sistemi ICT dei CED della PA
Dal punto di vista delle architetture hardware, sono stati rilevati oltre 20000
server fisici installati nei CED della PA, a cui vanno aggiunti quasi 35000 server
virtuali. La tipologia dei diversi server vede una netta prevalenza dei server di
tipo rack, sia per la PAC he per le PAL. Interessante notare come sia ancora
presente, soprattutto nelle PAL, una rilevante quantità di server di tipo Tower
(Fig. 8).

                             Figura 8. Tipologia Server
Per quanto riguarda i sistemi operativi, sia per la PAC che per le PAL, è stata
rilevata una situazione di prevalenza dei sistemi Windows, di cui la maggior
parte risulta precedente alla versione 2008. A seguire, per numerosità, Linux e
gli altri sistemi basati su UNIX. La Fig. 9 che segue rappresenta tale
distribuzione.

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                           Figura 9. Sistemi Operativi

Molto interessante è poi vedere come i CED sono connessi alla rete Internet e
chi fornisce tale connettività.

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                    Figura 10. Tipologia di Connessione a Internet
Come si può osservare in Fig. 10, il 72% dei CED della PAC è collegato in fibra
ottica alla rete Internet, contro il 45% dei CED delle PAL, dove poco meno della
metà è collegato tramite doppino telefonico.
Per quanto riguarda il fornitore della connettività (Fig.11), la maggior parte dei
CED della PAC (circa il 78%) è connesso tramite SPC, e il 17% ricorre a
connettività offerta dal mercato privato. Diversa la situazione per le PAL, dove
c’è una situazione di parità tra i CED connessi tramite SPC e quelli connessi
tramite ISP privati.

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Linee Guida razionalizzazione
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                         Figura 11. Fornitore di connettività

In conclusione, dall’analisi dei dati raccolti durante il censimento, risulta che
circa il 65% dei CED totali non supera il TIER I, secondo la classificazione
contenuta nella TIA-942 e riportata all’inizio di questo Capitolo.

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Linee guida alla razionalizzazione IT

3 Principali   modalità di razionalizzazione                                delle
   infrastrutture ICT e direttrici di intervento

Come visto nel capitolo precedente, l’Italia è caratterizzata da una
frammentazione di CED ad alti costi di gestione, che spesso non possiedono
requisiti minimi di capacità elaborativa, di risparmio energetico e di sicurezza,
creando inefficienza. La razionalizzazione è, pertanto, necessaria e urgente.
Le principali modalità di razionalizzazione delle infrastrutture tecnologiche ICT
sono classificabili in queste macro categorie:
   1) Consolidamento degli spazi.
   2) Razionalizzazione    delle     infrastrutture   informatiche hardware
      (principalmente server e storage), compresi gli interventi di
      consolidamento e virtualizzazione degli apparati IT (cloud).
   3) Condivisione dei servizi (servizi di gestione delle infrastrutture, servizi di
      Continuità Operativa).
La messa in atto di tali tipologie di intervento ha un ordine logico che ne
definisce la sequenza corretta. In particolare, il consolidamento degli spazi è il
requisito base che deve essere soddisfatto per attuare tutte le altre attività di
razionalizzazione, che, essendo viceversa tra loro non sempre correlate,
possono essere poi attuate anche indipendentemente.
Si presentano qui di seguito sinteticamente le tipologie di razionalizzazione
sopra individuate, rimandando ai successivi capitoli per una trattazione di
maggior dettaglio.

3.1 Consolidamento degli spazi
Il consolidamento degli spazi consiste nella ridistribuzione dei server esistenti su
un numero di siti inferiore a quello di partenza (box moving o co-location). I
vantaggi di questa tipologia di intervento sono:
   a) la diminuzione dei costi di gestione e manutenzione dell’IT (sia per
      hardware che software), derivante dalle economie di scala conseguibili
      riunendo in un unico sito gli apparati da gestire;
   b) la diminuzione dei costi della logistica (affitti dei locali, sorveglianza,
      etc…),
   c) la diminuzione dei costi dell’impiantistica e della alimentazione.
Si possono identificare alcuni schemi di consolidamento basandosi su due
dimensioni: localizzazione territoriale dei CED e numero di soggetti coinvolti, nel
nostro caso le pubbliche Amministrazioni.

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Linee guida alla razionalizzazione IT

3.2 Consolidamento e virtualizzazione degli apparati hardware
Nel corso degli anni ogni organizzazione (e ogni Pubblica Amministrazione) ha
sviluppato il proprio sistema informatico in modo sostanzialmente autonomo. La
situazione che emerge dalla rilevazione svolta da AGID/FUB sulle infrastrutture
IT della PA evidenzia un parco hardware molto frammentato in termini di
architetture tecnologiche e un largo utilizzo di macchine obsolete. Un notevole
guadagno di efficienza si può recuperare agendo sul consolidamento e
virtualizzazione dei server.
La server consolidation consiste nel raggruppare le applicazioni di diversi
serventi in una singola macchina (generalmente di potenza maggiore) e di
eseguirle all’interno di una singola “system image”.
La server virtualization consiste nella creazione di una immagine “virtuale” di
una risorsa fisica (in questo caso un server). Sulla stessa macchina fisica
possono essere tipicamente messe più “immagini” virtuali, che riescono a
condividere delle risorse per erogare i propri servizi specifici. E’ possibile
ridefinire dinamicamente sia la mappatura delle risorse fisiche su quelle virtuali,
sia le caratteristiche delle immagini virtuali, per far fronte al variare delle
esigenze (tipico caso del cloud computing che realizza un vero e proprio
computing on demand).
Questi approcci sono rappresentati nella successiva figura.

                    Applicazione
                    Applicazione                                  Applicazione
                                                                  Applicazione                        Applicazione
                                                                                                      Applicazione
                                    OS
                                    OS                                OS
                                                                      OS                                              OS
                                                                                                                      OS
                                    HW
                                    HW                                HW
                                                                      HW                                              HW
                                                                                                                      HW
                                                                n

                                                                           Vi
                                                         lid er
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                                                                            Se aliz
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                                                                                u
                                                    on Se

                                                                                  er io
                                                                                       n
                                                   C
                     Applicazione

                                    Applicazione

                                                   Applicazione

                                                                                       Applicazione

                                                                                                       Applicazione

                                                                                                                       Applicazione
                     Applicazione

                                    Applicazione

                                                   Applicazione

                                                                                       Applicazione

                                                                                                       Applicazione

                                                                                                                       Applicazione
                                                                                        OS

                                                                                                       OS

                                                                                                                       OS
                                                                                        OS

                                                                                                       OS

                                                                                                                       OS

                                       OS
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                                      HW
                                      HW                                                                 HW
                                                                                                         HW
         Figura 12. Schema attività di consolidamento e virtualizzazione dei server
Il ritorno di investimento di un processo di integrazione dei server e la sua
efficacia sono tanto maggiori quanto migliori risultano la capacità di virtualizzare
le componenti hardware (CPU, Memoria, I/O).
I vantaggi di questo tipo di intervento sono:

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Linee guida alla razionalizzazione IT

      −   la diminuzione dei costi di gestione dell’IT dovuta all’utilizzo di un
          numero inferiore di server (di potenza più elevata);
      −   una maggiore flessibilità delle risorse IT, che possono essere più
          facilmente allocate “on demand”;
      −   la maggiore facilità di realizzare soluzioni di Business Continuity e
          Disaster Recovery.
Va rilevato come la server consolidation associata alla server virtualization, che
costituiscono i fondamenti del cloud computing, permette di ridurre non solo il
numero dei sistemi hardware (e quindi di tutti i costi ricorrenti ad essi correlati,
fra cui quelli energetici) ma anche il numero di istanze di sistema operativo e
quindi di licenze software e di relativo supporto.
Laddove venga ridotto anche il numero di licenze di software applicativo, ad
esempio collassando serventi di una stessa tipologia applicativa su un singolo
sistema (es Mail Server), il risparmio complessivo è estremamente significativo
e rappresenta solitamente il massimo obiettivo di risparmio derivato dalla
razionalizzazione dei sistemi server, permettendo di ridurre tutte le voci di costo
legate ai sistemi server.
Analogamente, la storage consolidation si pone l’obiettivo di consolidare i dati
su un unico storage centralizzato (es. Storage Area Network), ottenendo il
risultato di eliminare completamente i costi e la inefficienza di gestione derivanti
dalla distribuzione della capacità di memorizzazione su varie macchine.
I vantaggi di questo tipo di intervento sono:
      −   la riduzione dei costi di gestione dell’IT per la diminuzione del numero
          di database;
      −   l’incremento della disponibilità, della ripristinabilità e della gestione dei
          dati;
      − una maggiore affidabilità dei sistemi storage.
Per quanto attiene ai servizi, già gli interventi di razionalizzazione sopra descritti
inducono dei risparmi significativi sulle spese operative. Altri vantaggi possono
conseguire dalla razionalizzazione dei servizi connessi alla gestione degli
apparati: contratti di manutenzione, servizi di gestione dei sistemi, servizi
amministrativi, servizi di gestione e manutenzione delle applicazioni, etc.

3.3 Consolidamento delle soluzioni di Continuità Operativa
Premesso che si rimanda alle linee guida pubblicate da AGID per una trattazione
in dettaglio      di questo     tema, reperibili sul sito        web di AGID
http://www.digitpa.gov.it/fruibilita-del-dato/continuita-operativa, ai fini della
razionalizzazione dei CED, anche sotto il profilo della garanzia di continuità dei
servizi, è conveniente prevedere di identificare, tra i CED oggetto della
razionalizzazione, un sottoinsieme di CED che ospitino i sistemi alternativi di
gruppi di CED primari, qualora questi ultimi non si siano già dotati di siti
alternativi. Dal punto di vista di dimensionamento dei sistemi alternativi, ed in
particolare per quanto attiene l’infrastruttura IT, è consigliabile limitare le
risorse elaborative alternative dimensionate per garantire il ripristino di una

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