PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA - Fofi
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ORDINE DEI FARMACISTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO VIA NEWTON,48 - 52100 AREZZO - Telefono 0575.380805 - Fax 0575.984249 ....... - E-Mail : ordinefarmacistiar@fofi.it - ordinefarmacistiar@pec.fofi.it ....... PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA 2019 - 2021
SOMMARIO PREMESSA 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO……………………………………………………………………………………….….3 2. ANALISI DEI RISCHI DI CORRUZIONE NELL’OPERATIVITA’ DELL’ORDINE……………………….…..4 3. TRASPARENZA ………………………………………………………………………………………………………….……..6 4. REGOLE DI CONDOTTA ……………………………………………………………………………………………….……6 5. SANZIONI PREVISTE………………………………………………………………………………………………………..…9 6. IL WHISTLEBLOWING……………………………………………………………………………………………………...10 7. LA COMUNICAZIONE E LA FORMAZIONE…………………………………………………………………………11 8. INCOMPATIBILITA’ E INCONFERIBILITA’…………………………………………………………………………..12 9. AUTORIZZAZIONE ALLO SVOLGIMENTO DI INCARICHI EXTRA ISTITUZIONALI………………………………………………………………………………………………………………….13 10. IL REGOLAMENTO DEL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA……………………………………………………………………………..13 11. PROCESSI A RISCHIO………………………………………………………………………………………………………..15 12. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO………………………………………………………………………………………..22 13. MISURE DI ARGINAMENTO DEL RISCHIO…………………………………………………………………………24 14. CONTROLLI DEL RPCT………………………………………………………………………………………………………26 15. PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA’………………………………………………………..27 16. ALTRI CONTENUTI…………………………………………………………………………………………………………..36 2
PREMESSA L’Ordine Professionale dei Farmacisti della Provincia di Arezzo rientra tra gli Enti Pubblici non economici a carattere associativo, istituiti per garantire il rispetto dei principi della legge di riferimento e delle regole deontologiche, l’Ordine è dotato di autonomia patrimoniale finanziaria ed organizzativa, determinata con appositi regolamenti, nel rispetto dei principi generali degli Enti Pubblici. La Legge 190 del 06 Novembre 2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della Corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione” è uno strumento di controllo adottato dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Arezzo nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza PTPCT. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza RPCT, è il Dott. Stefano Bellezza nominato dal Consiglio dell’Ordine in data 13/03/2018. Il Piano è stato approvato in data 30 Aprile 2018 dal Consiglio dell’Ordine, ha una validità triennale e verrà aggiornato annualmente entro il 31 Gennaio di ciascun anno (Legge 190/2012 art. 1 comma 8). Il RPCT proporrà al Consiglio Direttivo la modifica dello stesso ogni qualvolta si presenteranno delle violazioni o delle circostanze che possano prevenire il rischio di corruzione. 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Le normative di riferimento sono le seguenti: - la Legge 6 novembre 2012, n. 190, "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012, così come modificata dal D. Lgs. 97/2016; - il Piano Nazionale Anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblico ed approvato in data 11 settembre 2013 con la delibera dell'ANAC n. 72/2013 ed i relativi allegati; - la circolare n. 1 predisposta dal Dipartimento della Funzione Pubblica in data 25 gennaio 2013; - il Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33, "Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni", così come modificato dal D. Lgs. 97/2016; 3
- il Decreto Legislativo 8 aprile 2013, n. 39, " Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico; - il D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231, “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300"; - determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 dell’ANAC, “Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione”; - la Determinazione ANAC n. 833 del 3 agosto 2016 “Linee guida in materia di accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione. Attività di vigilanza e poteri di accertamento dell’ANAC in caso di incarichi inconferibili e incompatibili”; - la Delibera ANAC n. 831 del 3 agosto 2016 “Piano Nazionale Anticorruzione 2016”; - la Delibera ANAC n. 1309 del 28 dicembre 2016 “Linee guida recanti indicazioni operative ai fini della definizione delle esclusioni e dei limiti all’accesso civico di cui all’art. 5, co. 2 del D. Lgs. 33/2013”; - la Delibera ANAC n. 1310 del 28 dicembre 2016 “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D. Lgs. 33/2013 come modificato dal D. Lgs. 97/2016”; - la Delibera ANAC n. 241 dell’8 marzo 2017 “Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione dell’art. 14 del D. Lgs. 33/2013 “Obblighi di - pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali”. 2. ANALISI DEI RISCHI DI CORRUZIONE NELL’OPERATIVITA’ DELL’ORDINE L'analisi è avvenuta attraverso vari strumenti. In prima battuta, è stata analizzata la documentazione esistente riguardante i sistemi organizzativi, gestionali e di controllo presenti nell’Ordine. Nello specifico sono stati esaminati i seguenti documenti: - DPR 221/1950; - D. Lgs. 233/1946; - ultimi tre bilanci; - codice deontologico; - regolamento per la gestione del fondo economale. Inoltre, in fase di prima stesura del Piano l'esame della documentazione e lo svolgimento di interviste hanno permesso di analizzare tutta l'attività svolta dall’Ordine. Sono stati esaminati, dunque, tutti i processi gestionali come raccomandato dall’ANAC. L'analisi è avvenuta attraverso la tecnica della descrizione narrativa (narrative) dei processi che consiste nella descrizione analitica 4
degli elementi costitutivi dei processi medesimi. Gli output di queste attività sono riportati nelle Parti speciali del Piano e nella matrice allegata al presente documento. Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Farmacisti di Arezzo è composto da 9 membri, compreso il Presidente. Il Consiglio Direttivo ha le seguenti cariche (oltre a quelle di consigliere): - Presidente; - Vice presidente; - Tesoriere; - Segretario. Suddette cariche sono assunte da soggetti diversi. Al momento dell’approvazione della presente versione del Piano l’Ordine non ha personale alle proprie dirette dipendenze ma usufruisce di un contratto di Co.Co.Co. della validità di 36 mesi con scadenza 21/12/2020. Allo stato attuale i Consiglieri non percepiscono un compenso. Eventuali compensi devono essere deliberati dall’Assemblea degli iscritti. Il Consiglio ha individuato, in data 13/03/2018, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza nella figura del Consigliere, Dott. Stefano Bellezza. La sede dell’Ordine è all’interno della sede di Arefarma Servizi di Arezzo. Il rapporto è regolato in un contratto di locazione, comprensivo di spese condominiali, imposte e utenze. L’Ordine non dispone di beni aziendali, al di fuori delle normali attrezzature d’ufficio. Per l’effettuazione di acquisti l’Ordine è soggetto alle disposizioni del Codice degli appalti ex D. Lgs. 50/2016 e s.m.i. L’entità degli affidamenti è comunque molto limitata. Si riporta nel seguito un dettaglio delle attività sensibili individuate nel corso dell’attività di valutazione del rischio, in particolare per quanto riguarda le attività specifiche dell’Ordine: - formazione professionale continua; - rilascio di pareri di congruità sulle tariffe; - rilascio pareri ai Comuni; - indicazioni di professionisti per l’affidamento di incarichi specifici; - designazione componenti commissioni; - sanzioni disciplinari. Le misure di carattere generale si riferiscono a: a) le azioni poste in essere per assicurare la trasparenza delle attività realizzate dall’Ordine che contribuiscono a favorire la prevenzione della corruzione; b) l'informatizzazione dei processi; c) il monitoraggio sul rispetto dei termini; d) le regole di condotta; 5
e) il sistema disciplinare; f) il whistleblowing; g) la formazione e la comunicazione del Piano; h) la verifica dell’insussistenza di cause di incompatibilità e inconferibilità per gli incarichi di consigliere; i) verifica su incarichi assegnati a dipendenti pubblici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro; j) il conferimento e l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra- istituzionali; k) il regolamento di funzionamento del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. 3. TRASPARENZA La trasparenza costituisce uno dei principi più importanti che caratterizza la gestione dell’Ordine e ispira le decisioni ed i comportamenti di tutti quei Soggetti che operano per suo conto. L'adozione di tale principio e l'attuazione di un insieme di azioni finalizzate ad assicurare la trasparenza dell'attività rappresentano delle misure fondamentali anche per prevenire la corruzione e, più in generale, qualsiasi situazione che possa provocare un malfunzionamento dell’Ordine. La pubblicazione costante e tempestiva di informazioni sulle attività più esposte al rischio di comportamenti corruttivi permette, infatti, di: - favorire forme di controllo sull'attività dell’Ordine da parte di soggetti interni ed esterni; - garantire l'applicazione del principio di accountability; - svolgere un'importante azione deterrente per potenziali condotte illegali o irregolari. Tramite la pubblicazione di informazioni sul proprio sito Internet, l’Ordine rende conto a tutti i suoi stakeholders delle modalità delle attività svolte, dei provvedimenti assunti e di una serie di altri aspetti che caratterizzano la sua gestione. Per adempiere alle regole normative in vigore relative alla trasparenza l’Ordine ha provveduto alla predisposizione di un Programma Triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI) e alla creazione nel proprio sito Internet di una sezione denominata “Amministrazione Trasparente” nel quale pubblica tutte le informazioni previste dal D. Lgs. 33/2013. Il suddetto PTTI costituisce una specifica sezione del presente Piano, contenuta in particolare al paragrafo 21. La figura di Responsabile della trasparenza, in aderenza a quanto previsto dal D. Lgs. 33/2013 e dal PNA 2016, coincide con la figura di Responsabile della prevenzione della corruzione. 4. REGOLE DI CONDOTTA Tra le misure di carattere generale adottate dall’Ordine per prevenire la corruzione si annoverano le regole di condotta riportate nel seguito. Inoltre, ciascun Consigliere, in quanto farmacista, è assoggettato al Codice deontologico. Le regole di condotta contenute nel codice etico devono essere considerati parte integrante del 6
PTPCT poiché arricchiscono il sistema di controllo preventivo creato dall’Ordine per ridurre la probabilità di manifestazione dei reati di corruzione. Al fine di prevenire i reati è fatto obbligo per tutti i soggetti che a diverso titolo operano presso l’Ordine di: - rispettare le seguenti regole di condotta; - astenersi da condotte che possano determinare una violazione, anche soltanto parziale, delle regole di condotta; - astenersi dal realizzare qualsiasi comportamento che possa determinare il configurarsi di uno dei reati previsti dal Titolo II - Capo I del codice penale o che possa creare un malfunzionamento dell’Ordine; - collaborare attivamente con il RPCT per favorire l'attuazione delle misure previste dal Piano. L’Ordine informa la propria attività al pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore. Ogni dipendente e Consigliere deve, quindi, impegnarsi al rispetto delle normative applicabili all’attività dell’Ordine. L’Ordine opera nel rispetto dell’etica professionale e dei regolamenti interni. Il perseguimento dell’interesse istituzionale non può mai giustificare una condotta contraria ai principi di correttezza ed onestà; anche per questo viene rifiutata qualsiasi forma di beneficio o regalo, ricevuto od offerto, che possa essere inteso come strumento volto ad influire sulla indipendenza di giudizio e di condotta delle parti coinvolte. Sono consentiti omaggi di modico valore e altre spese di rappresentanza ordinarie e ragionevoli e purché contenuti entro limiti tali da non compromettere l'integrità e la correttezza etico-professionale delle parti e, in ogni caso, purché possano essere considerati usuali in relazione alla ricorrenza. Nelle relazioni con tutte le controparti, l’Ordine evita ogni discriminazione basata sull’età, l’origine razziale ed etnica, la nazionalità, le opinioni politiche, le credenze religiose, il sesso, la sessualità o lo stato di salute dei suoi interlocutori. L’Ordine garantisce, in conformità alle disposizioni di legge, la riservatezza delle informazioni in proprio possesso. In particolare, le informazioni, i dati, le conoscenze acquisite, elaborate e gestite dai Soggetti nell'esercizio della propria attività devono rimanere strettamente riservate ed opportunamente protette e non possono essere utilizzate, comunicate o divulgate, sia all'interno sia all'esterno, se non nel rispetto della normativa vigente. Nello svolgimento di ogni attività, l’Ordine opera per evitare di incorrere in situazioni di conflitto di interesse, reale o anche soltanto potenziale. Fra le ipotesi di “conflitto di interesse”, oltre a quelle definite dalla legge, si intende anche il caso in cui un Soggetto operi per il soddisfacimento di un interesse diverso da quello dell’Ordine per trarne un vantaggio per sé o terze persone. 7
I Soggetti dovranno tempestivamente segnalare all’Ordine qualsiasi rapporto o situazione rilevante per le attività dell’Ordine stesso in cui siano coinvolti interessi personali ovvero di persone ad essi collegate (quali, ad esempio, familiari, amici, conoscenti). Le informazioni che vengono diffuse dall’Ordine sono veritiere, complete, trasparenti e comprensibili, in modo da permettere ai destinatari di assumere decisioni consapevoli, in merito alle relazioni da intrattenere con lo stesso. L’Ordine non tollera alcuna forma di lavoro irregolare e di sfruttamento. È vietata ogni discriminazione raziale, di sesso, di nazionalità, di religione, di lingua, sindacale o politica nell’assunzione, nella retribuzione, nelle promozioni o nel licenziamento nonché ogni forma di favoritismo. L’Ordine rifiuta qualsiasi azione che possa configurare abuso d’autorità e, più in generale, che violi la dignità e l’integrità psico-fisica della persona. Per tutta la durata del rapporto di lavoro, eventuali dipendenti e collaboratori ricevono indicazioni che consentono di comprendere la natura del proprio incarico e che permettono di svolgerlo adeguatamente, nel rispetto della propria qualifica. L’Ordine si impegna a garantire il rispetto delle condizioni necessarie per l’esistenza di un ambiente di lavoro collaborativo e non ostile e a prevenire comportamenti discriminatori di qualsiasi tipo. È richiesta la collaborazione di tutti al fine di mantenere un clima di reciproco rispetto della dignità, dell’onore e reputazione di ciascuno. Fermi restando gli obblighi derivanti dalle disposizioni vigenti, la selezione del personale è subordinata alla verifica della piena rispondenza dei candidati ad una sostanziale aderenza ai profili professionali richiesti dall’Ordine, nel rispetto delle pari opportunità per tutti i soggetti interessati. I dipendenti e i collaboratori dell’Ordine non possono svolgere, durante l’orario di lavoro, altre attività estranee o non congruenti con le proprie mansioni organizzative. Tutte le attrezzature e gli strumenti di lavoro devono essere impiegati con la massima diligenza in modo da evitare qualsiasi danno. Il loro impiego, nel rispetto delle procedure di sicurezza stabilite, deve essere destinato allo svolgimento dell'attività aziendale. I dipendenti e i Consiglieri dell’Ordine rispettano le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti all’interno dell’Ordine. In particolare rispettano le prescrizioni contenute nel presente Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza. I dipendenti e i Consiglieri prestano la sua collaborazione al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e, fermo restando l’obbligo di denuncia all’Autorità giudiziaria, segnalano eventuali situazioni di illecito nell’Ordine di cui siano venuti a conoscenza. I dipendenti e i Consiglieri dell’Ordine assicurano l’adempimento degli obblighi di trasparenza previsti dalle disposizioni normative vigenti, prestando la massima collaborazione nell’elaborazione, 8
reperimento e trasmissione dei dati sottoposti all’obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale. Il perseguimento dell’interesse istituzionale non può mai giustificare una condotta contraria ai principi di correttezza ed onestà; anche per questo viene rifiutata qualsiasi forma di beneficio o regalo, ricevuto od offerto, che possa essere inteso come strumento volto ad influire sulla indipendenza di giudizio e di condotta delle parti coinvolte. Sono consentiti omaggi di modico valore, purché contenuti entro limiti tali da non compromettere l'integrità e la correttezza etico-professionale delle parti e, in ogni caso, purché possano essere considerati usuali in relazione alla ricorrenza. Non possono essere attribuiti vantaggi illeciti a soggetti pubblici e privati. Gli omaggi possono essere effettuati soltanto nei limiti e secondo le modalità definite nel presente Piano. Tutti i rapporti fra l’Ordine e la Pubblica Amministrazione sono improntati a principi di correttezza, trasparenza, collaborazione, nel rispetto dei reciproci ruoli. L’Ordine rifiuta qualsivoglia comportamento che possa essere anche soltanto interpretato come di natura collusiva o comunque idoneo a pregiudicare i suddetti principi. In particolare è tassativamente vietato erogare o promettere pagamenti o compensi, sotto qualsiasi forma, direttamente o per il tramite di altri, per indurre, facilitare o remunerare una decisione, il compimento di un atto d'ufficio o contrario ai doveri d'ufficio, della Pubblica Amministrazione. Le disposizioni contenute nel presente paragrafo non devono essere eluse ricorrendo a forme diverse di aiuti o contribuzioni, ad esempio sponsorizzazioni, incarichi, consulenze. Le modalità di scelta del fornitore devono essere conformi alle norme vigenti e ai regolamenti interni dell’Ordine. La scelta del fornitore e l’acquisto di beni e servizi di qualsiasi tipo devono avvenire nel rispetto dei principi di concorrenza e sulla base di valutazioni obiettive relative alla competitività, alla qualità, all’utilità e al prezzo della fornitura. Nella selezione l’Ordine adotta criteri oggettivi e trasparenti previsti dalla normativa vigente e dai regolamenti aziendali. 5. SANZIONI PREVISTE Il sistema disciplinare, vale a dire l’insieme delle sanzioni previste per la violazione delle norme contenute nel PTPCT, è considerato uno strumento che può contribuire a favorire l’attuazione del Piano. I dipendenti dell’Ordine sono soggetti alle disposizioni previste dal D. Lgs. 165/2001. I Consiglieri sono sottoposti a quanto disciplinato dal D. Lgs. C.P.S. 13 settembre 1946, n. 233. Inoltre, i farmacisti iscritti all’Ordine sono soggetti al processo di applicazione delle sanzioni disciplinari per l’esercizio della professione, sulla base di quanto disposto nel D. Lgs. 221/1950. Nell'ipotesi in cui la violazione riguardi un membro del Consiglio Direttivo, il giudizio è attribuito dalla Commissione centrale. 9
6. IL WHISTLEBLOWING Il whistleblowing costituisce un meccanismo per l'individuazione di irregolarità o di reati di cui l’Ordine intende avvalersi per rafforzare la sua azione di prevenzione della corruzione. Il whisteblowing è adottato per favorire la segnalazione di illeciti ed irregolarità da parte del personale dell’Ordine. Per quanto riguarda le segnalazioni da parte di soggetti interni, il comma 51 dell'art. 1 della Legge 190 ha introdotto una forma di tutela nei confronti del dipendente che segnali degli illeciti prevedendo che "Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia". Tra l’altro, le Linee Guida dell’ANAC (in particolare la Determinazione n. 6 del 28 aprile 2015) evidenziano, a loro volta, la necessità di adottare misure idonee ad incoraggiare il dipendente a denunciare gli illeciti di cui viene a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro, avendo cura di garantire la riservatezza dell’identità del segnalante dalla ricezione della segnalazione e in ogni contatto successivo alla medesima. Per favorire l'applicazione di tale strumento è stato istituito un canale di comunicazione con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, che consiste nell'istituzione di un indirizzo di posta elettronica riservato. L'indirizzo di posta elettronica da utilizzare per eventuali comunicazioni è ordinefarmacistiar@fofi.it Come previsto dal comma 51 dell'art. 1 il RPCT s'impegna ad adottare tutti i provvedimenti necessari ed agire affinché l'identità del segnalante non sia rivelata. L’identità del segnalante deve essere protetta in ogni contesto successivo alla segnalazione. L'identità può essere rivelata soltanto nei casi previsti dalle norme di legge ossia: - con il consenso del segnalante; - nei casi in cui la contestazione dell'addebito disciplinare è fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione: si tratta dei casi in cui la segnalazione è solo uno degli elementi che hanno fatto emergere l’illecito, ma la contestazione avviene sulla base di altri fatti da soli sufficienti a far scattare l’apertura del procedimento disciplinare; - la contestazione è fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione e la conoscenza dell'identità è assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza dovrà prendere in esame anche eventuali segnalazioni anonime, ove queste si presentino adeguatamente circostanziate e rese con dovizia di particolari. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza che riceve la 10
comunicazione, compiuti gli accertamenti necessari per valutare la fondatezza dei fatti denunziati, dovrà, laddove tali accertamenti dimostrino un possibile compimento di illeciti, svolgere tempestivamente le investigazioni necessarie per poter stabilire se il fatto denunziato si è ragionevolmente verificato. Delle segnalazioni ricevute e degli eventuali illeciti accertati dovrà essere data informativa al Consiglio Direttivo e nella relazione annuale sull'attività svolta, fermo restante l'esigenza di assicurare la riservatezza di eventuali dati sensibili e di dati giudiziari. 7. LA COMUNICAZIONE E LA FORMAZIONE La formazione costituisce un'altra importante componente del sistema di prevenzione della corruzione. Tramite l'attività di formazione l’Ordine intende assicurare la corretta e piena conoscenza delle regole contenute nel Piano da parte di tutti i Soggetti che operano nei processi esposti al rischio di corruzione. In particolare l'attività di formazione è finalizzata a: - assicurare lo svolgimento dell’attività da parte di soggetti consapevoli dei rischi connessi allo svolgimento del loro incarico che nell'assumere le decisioni inerenti la loro mansione operino sempre con cognizione di causa; - favorire la conoscenza e la condivisione degli strumenti di prevenzione (politiche, programmi, misure) da parte dei diversi soggetti che a vario titolo operano nell’ambito del processo di prevenzione; - contribuire alla diffusione di principi e di valori etici e di correttezza del comportamento amministrativo; - creare una base omogenea minima di conoscenza, come presupposto per programmare in futuro la rotazione del personale; - creare una competenza specifica per lo svolgimento dell’attività nelle aree a più elevato rischio di corruzione; - favorire la diffusione degli orientamenti giurisprudenziali sui vari aspetti dell’esercizio della funzione amministrativa per ridurre la probabilità di compimento di azioni che possono creare un malfunzionamento dell'amministrazione pubblica; - ridurre la possibilità che possano verificarsi delle prassi contrarie all'interpretazione delle norme applicabili. L'attività di formazione sarà svolta successivamente alla data di approvazione del presente PTPCT e ad essa partecipano i seguenti soggetti: - il Responsabile della Prevenzione della corruzione e della Trasparenza; - i Consiglieri; - i dipendenti e collaboratori che in base alle attività svolte possono essere destinatari delle regole previste nel Piano poiché operano in aree a rischio. 11
La formazione avrà ad oggetto: - una parte istituzionale sui temi dell’etica e della legalità, sulla normativa di riferimento, sul Piano ed il suo funzionamento; - una parte speciale in relazione a specifici ambiti operativi, che, avendo quale riferimento la mappatura delle attività sensibili, sia volta a diffondere la conoscenza dei reati, le fattispecie configurabili, i protocolli ed i presidi specifici. È previsto lo svolgimento di attività formative in tutte quelle circostanze in cui intervengano dei fattori di cambiamento del Piano che determinano una modifica sostanziale dei suoi contenuti ed ogni qualvolta il RPCT lo ritenga opportuno per rafforza l'efficacia delle misure di prevenzione della corruzione. 8. INCOMPATIBILITA’ E INCONFERIBILITA’ Il D. Lgs. n. 39 del 2013, recente “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190” ha disciplinato alcune specifiche ipotesi di inconferibilità e incompatibilità al conferimento di incarichi di responsabilità negli enti pubblici. In particolare, l’art. 2 del D. Lgs. 39/2013 indica che le disposizioni del decreto di applicano agli incarichi conferiti nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ivi compresi gli enti pubblici. Si ritengono pertanto applicabili, all’Ordine, e in particolare ai Consiglieri, le disposizioni previste in tema di inconferibilità e incompatibilità dal D. Lgs. Sopra citato. A tali fini, l’Ordine deve adottare le misure necessarie ad assicurare che: - siano inserite espressamente le cause di incompatibilità negli atti di attribuzione degli incarichi; - i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di incompatibilità all’atto del conferimento dell’incarico e nel corso del rapporto. L’art. 15 del D. Lgs. 39/2013 dispone che: “Il Responsabile del Piano anticorruzione di ciascuna amministrazione pubblica, ente pubblico e ente di diritto privato in controllo pubblico, di seguito denominato “responsabile”, cura, anche attraverso le disposizioni del Piano anticorruzione, che nell’amministrazione, ente pubblico e ente di diritto privato in controllo pubblico siano rispettate le disposizioni del presente decreto sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. A tal fine il responsabile contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità di cui al presente decreto”. Inoltre, ai sensi del co. 2 dell’art. 15, il Responsabile segnala i casi di possibile violazione delle disposizioni del D. Lgs. 39/2013 all’ANAC, all’Autorità garante della concorrenza e del mercato nonché alla Corte dei Conti, per l’accertamento di eventuali responsabilità amministrative. Nell’ambito delle attività di accertamento assegnata al RPCT deve tenersi conto anche dell’art. 20 del D. Lgs. 39/2013, che impone a colui al quale l’incarico è conferito, di rilasciare una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità o incompatibilità individuate dallo stesso decreto. 12
9. AUTORIZZAZIONE ALLO SVOLGIMENTO DI INCARICHI EXTRA ISTITUZIONALI Lo svolgimento di incarichi extra-istituzionali da parte di un dipendente dell’Ordine potrebbe realizzare situazioni di conflitto di interesse che potrebbero compromettere il buon andamento dell’azione dell’Ordine, ponendosi altresì come sintomo dell’evenienza di fatti corruttivi. Nell’ipotesi in cui l’Ordine abbia personale assunto con contratto diretto, si applicano le disposizioni dell’art. 53 del D. Lgs. 165/2001, il quale prevede che debbano essere adottati dei criteri generali per disciplinare il conferimento e l’autorizzazione degli incarichi extra-istituzionali; infatti, l’art. 53, comma 5, del D.Lgs. 165/2001, come modificato dalla Legge 190/2012, prevede che “In ogni caso, il conferimento operato direttamente dall’amministrazione, nonché l’autorizzazione all’esercizio di incarichi che provengano da amministrazione pubblica diversa da quella di appartenenza, ovvero da società o persone fisiche, che svolgano attività d’impresa o commerciale, sono disposti dai rispettivi organi competenti secondo criteri oggettivi e predeterminati, che tengano conto della specifica professionalità, tali da escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto, nell’interesse del buon andamento della pubblica amministrazione o situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi, che pregiudichino l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente”. 10. IL REGOLAMENTO DEL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza costituisce una figura chiave del sistema di trattamento del rischio di corruzione. A tale figura la normativa assegna alcuni importanti compiti il cui corretto assolvimento permette di rafforzare l'efficacia del sistema di controllo preventivo. Il presente regolamento, che costituisce parte integrante del Piano Triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza, è volto a disciplinare una serie di aspetti chiave, necessari per assicurare l'efficace svolgimento delle funzioni e dei compiti del RPCT. In applicazione del comma 7 dell'art. 1 della Legge 190 del 2012, il Consiglio Direttivo ha identificato il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza nella figura del Consigliere, Dott. Stefano Bellezza. All'atto di nomina del responsabile, il Consiglio Direttivo ha provveduto a verificare che il Dott. Stefano Bellezza: - non è stato condannato da parte dell'autorità giudiziaria per i reati previsti dal Titolo II - Capo I del codice penale, né per altri reati previsti dal codice penale; - non è destinatario di provvedimenti disciplinari. La durata della carica di RPCT corrisponde con la scadenza del mandato di Consigliere dell’Ordine. Le funzioni ed i compiti del RPCT previsti dalla Legge 190 del 2012 comprendono: - l'elaborazione della proposta di piano della prevenzione, che deve essere adottato dal Consiglio Direttivo; 13
- la verifica dell'efficace attuazione del Piano e la sua idoneità; - la proposta di modifiche al Piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti dell'organizzazione; - la predisposizione entro il 15 dicembre di ogni anno di una relazione recante i risultati dell'attività svolta da pubblicare sul sito dell'Ordine. Inoltre ai sensi del D. Lgs. 39/2013 rientrano tra i compiti del RPCT: - la cura, anche attraverso le disposizioni del piano anticorruzione, che siano rispettate le disposizioni del presente decreto sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi; - la contestazione all'interessato dell'esistenza o dell'insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità di cui al presente decreto; - la segnalazione di casi di possibili violazioni delle disposizioni del presente decreto all'Autorità nazionale anticorruzione, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato ai fini dell'esercizio delle funzioni di cui alla legge 20 luglio 2004, n. 215, nonché alla Corte dei conti, per l'accertamento di eventuali responsabilità amministrative. Tra gli altri compiti del RPCT il cui svolgimento appare necessario per adempiere correttamente alle funzioni previste dalla normativa rientrano: - la ricezione delle segnalazioni da parte del personale nell'ambito del meccanismo del whistleblowing descritto nel paragrafo 6; - la ricezione della comunicazione in merito ad eventuali discriminazioni subite da parte del soggetto che ha segnalato degli illeciti; - lo svolgimento di un'analisi per comprendere le ragioni/cause in base alle quali si sono verificati eventuali scostamenti tra gli obiettivi di performance riferibili al piano di prevenzione della corruzione ed i risultati conseguiti; - l'individuazione delle misure correttive da inserire nel Piano. Nello svolgimento dei compiti assegnati, il RPCT ha accesso senza limitazioni alle informazioni e ai documenti dell’Ordine per le attività di indagine, analisi e controllo. Il RPCT ha l’autorità di accedere a tutti gli atti, riservati e non, pertinenti con l’attività di controllo ed in particolare: - alla documentazione prodotta dall’Ordine nel corso dei processi strumentali e di supporto; - alla documentazione relativa ai contratti attivi e passivi; - alle informazioni e ai dati relativi al personale e più in generale qualunque tipo di informazione o dati anche se classificati “confidenziale”, fermo rimanendo il rispetto della normativa di legge in materia di “privacy”; - ai dati e alle transazioni contabili e finanziarie; - ai regolamenti interni e altra documentazione che disciplina il funzionamento dell’Ordine. Nel caso di controlli inerenti la sfera dei dati personali e/o sensibili, il RPCT individua le migliori modalità per la salvaguardia della riservatezza degli stessi. Il RPCT ha l’autorità di accedere fisicamente alle aree che sono oggetto di verifica, intervistando quindi direttamente il personale e, ove necessario, conducendo accertamenti dell’esistenza di 14
determinate informazioni o del patrimonio aziendale. La circolare n. 1 del Dipartimento della funzione pubblica stabilisce che considerato il delicato compito organizzativo e di raccordo che deve essere svolto dal responsabile della prevenzione, le amministrazioni devono assicurargli un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio. A tal fine si prevede che il RPCT è dotato dei seguenti mezzi: - avvalersi del supporto delle professionalità interne all’Ordine; - laddove le risorse e le professionalità interne non fossero sufficienti per svolgere le funzioni descritte nel paragrafo precedente, il RPCT potrà richiedere al Consiglio Direttivo di approvare, nei limiti della disponibilità di budget, una dotazione adeguata di risorse finanziarie, della quale il RPCT potrà disporre per ogni esigenza necessaria al corretto svolgimento dei compiti; - disporre della facoltà, con autonomi poteri di rappresentanza, di stipulare, modificare e/o risolvere incarichi professionali a soggetti terzi in possesso delle competenze specifiche necessarie per la migliore esecuzione dell’incarico, nei limiti della disponibilità di budget indicata nel punto precedente. Il RPCT dovrà fornire al Consiglio, la rendicontazione analitica delle spese sostenute nell’esercizio precedente; - qualora si rendesse necessario l’espletamento di attività aggiuntive rispetto a quanto previsto nel piano annuale, il RPCT potrà richiedere la convocazione del Consiglio Direttivo per una revisione dei limiti di spesa. 11. PROCESSI A RISCHIO Come evidenziato nel paragrafo 2, l’attività di analisi del rischio si è sviluppata attraverso l’individuazione di processi e sub-processi sensibili. 15
Processo Sub-Processo Descrizione attività sensibile Reato ipotizzabile Modalità ipotizzabile commissione sensibile Controparte sensibile coinvolta - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); - - Corruzione per un atto - - Manifestazione di un fabbisogno L'Ordine non ha effettuato assunzioni negli ultimi dieci contrario ai doveri d'ufficio (art. non effettivo per Gestione del anni e non sono previste assunzioni nel futuro. Attività interna 319 c.p); favorire l'assunzione di determinati personale Nell'ipotesi in cui vi fosse necessità di procedere con all'Ordine Assunzioni e - - Concussione (art. 317 c.p.); soggetti progressioni di un'assunzione l'Ordine predisporrà un avviso pubblico di - - Indebita induzione a dare - - Utilizzo di personale in distacco carriera selezione, come richiesto dalla normativa vigente. o promettere utilità (art. 319- per aggirare la normativa in L'Ordine di Arezzo, alla data di approvazione del quater c.p.) materia di assunzioni pubbliche presente Piano, non ha dipendenti; tuttavia ha - - Istigazione alla corruzione un contratto di Collaborazione Coordinata e (art. 322 c.p.) Continuativa dal 21/12/2017 della durata di 36 mesi. - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); - - Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. Firma nel registro da parte di 319 c.p); altro personale. Omissione della Gestione del - - Concussione (art. 317 c.p.); firma in caso di uscita durante personale - - Indebita induzione a dare l’orario di servizio. Gestione o promettere utilità (art. 319- Dipendenti presenze quater c.p.) - - Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) - Omissione (art. 328 c.p.) Utilizzo dei beni Utilizzo dei mezzi di Non sono presenti mezzi di trasporto aziendale. aziendali trasporto aziendale e del carburante
- Utilizzo da parte dei dipendenti e dei Consiglieri della rete internet e della telefonia dell’Ordine finalità Utilizzo dei beni Peculato (art. 314 c.p.) estranee all'attività lavorativa Utilizzo della rete Dipendenti/ - Rischio che dipendenti e/o aziendali Utilizzo della rete internet e della telefonia fissa Consiglieri Consiglieri utilizzino la rete internet internet e della telefonia fissa aziendale per download/upload di file/applicazioni particolarmente pesanti, in grado di congestionare la rete Utilizzo dei beni Utilizzo di carte di Non sono presenti carte di credito aziendali. aziendali credito aziendali I consiglieri non ricevono compensi, ma - - Corruzione per l'esercizio unicamente rimborsi spese per le trasferte della funzione (art. 318 c.p.); effettuate nell’ambito dell’attività istituzionale. Allo - - Corruzione per un atto stato attuale non è presente un Regolamento contrario ai doveri d'ufficio (art. Trasferte e Inosservanza delle norme e 319 c.p); rimborsi Trasferte e rimborsi interno che disciplina tali aspetti. Ma tali rimborsi delle regole e procedure avvengono con delibera del 05/12/2016dell’Assemblea Consiglieri - - Concussione (art. 317 c.p.); interne per prevedere il rimborso degli Iscritti inerente “Indennità e rimborso spese dei - - Indebita induzione a dare di spese non rimborsabili Consiglieri, dei Rappresentanti e o promettere utilità (art. 319- dei componenti delle commissioni interne dell’Ordine” quater c.p.) - - Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); L'Ordine eroga eventuali omaggi unicamente in - - Corruzione per un atto favore di relatori che hanno svolto corsi di contrario ai doveri d'ufficio (art. formazione organizzati dall'Ordine. L'erogazione Dipendenti/ 319 c.p); Ricezione dell'omaggio per Omaggi e spese di Omaggi e spese di dell'omaggio viene deliberata da parte del Consiglio. Consiglieri - - Concussione (art. 317 c.p.); favorire un terzo soggetto rappresentanza rappresentanza L’Ordine sostiene eventuali spese di - - Indebita induzione a dare rappresentanza in occasioni di pranzi o cene a cui o promettere utilità (art. 319- partecipano i componenti dell’Ordine stesso ed eventuali quater c.p.) relatori. - - Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.)
L'Ordine effettua acquisti di beni, servizi - - Corruzione per l'esercizio e lavori attenendosi alle disposizioni del Codice degli della funzione (art. 318 c.p.); appalti ex D. Lgs. 50/2016 e s.m.i. La maggior parte degli acquisti vengono effettuati con il fondo - - Corruzione per un atto Acquisto di beni non economale, poiché di piccolissima entità. Tutte le contrario ai doveri d'ufficio (art. necessari ovvero presso fornitori spese vengono ratificate dal Consiglio. È stato nominato 319 c.p); non idonei da un punto di vista Acquisti di beni, un RUP, individuato nella figura del tesoriere. Per gli - - Concussione (art. 317 c.p.); del prezzo ovvero della qualità servizi e lavori acquisti di importo più rilevante viene fatta una Acquisti valutazione commerciale tra diversi operatori economici Fornitori - - Indebita induzione a dare del bene/servizio/lavoro e successivamente stipulato un contratto. Quando o promettere utilità (art. 319- al fine di favorire un terzo possibile gli acquisti vengono effettuati su MEPA. Inoltre, quater c.p.) soggetto il Tesoriere provvede al pagamento delle uscite - - Istigazione alla corruzione minute tramite il Fondo economale, come disciplinato nel “Regolamento per la gestione del fondo (art. 322 c.p.) economale”, - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) approvato dal Consiglio dell’Ordine. - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); - Pagamenti a fronte di acquisti - - Corruzione per un atto inesistenti contrario ai doveri d'ufficio (art. - Pagamenti per ammontare Le fatture vengono pagate tramite home banking, ad 319 c.p); superiore al valore della fattura Pagamento Fatture esclusione delle spese minute, pagate tramite il fondo - - Concussione (art. 317 c.p.); effettiva Acquisti Fornitori economale. Per il pagamento tramite home banking è - - Indebita induzione a dare Avvantaggiare un fornitore nei presente un’autorizzazione al pagamento da parte del o promettere utilità (art. 319- tempi di pagamento dietro Tesoriere e l’effettuazione da parte del Cassiere. quater c.p.) riconoscimento di denaro o altra - - Istigazione alla corruzione utilità (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) - Peculato (art. 314 c.p.) - Abuso di ufficio (art. 232 c.p.) - Malversazione (art. 316-bis Dipendenti/ c.p.) Rischio di appropriazione indebita Gestione Gestione delle Consiglieri - Concussione (art. 317 c.p.) da parte dei dipendenti o dei giacenze di cassa Il fondo economale è gestito come disciplinato dal finanziaria - Corruzione (art. 319-bis c.p.) Consiglieri, ovvero da parte di terzi “Regolamento per la gestione del fondo economale”, - Istigazione alla corruzione (art. con complicità da parte di approvato dal Consiglio dell’Ordine. 322 c.p.) dipendenti o Consiglieri - Indebita induzione a dare o promettere utilità (art. 319- quater c.p.) - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); - - Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. Gestione del 319 c.p); Affari legali e Soggetti esterni contenzioso - - Concussione (art. 317 c.p.); Chiusura del contenzioso su basi contenzioso giudiziale ed extra- Non si sono verificate casistiche in passato. - - Indebita induzione a dare immotivate in seguito al ricevimento giudiziale o promettere utilità (art. 319- di denaro o altra utilità quater c.p.) - - Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.)
L'Ordine attesta lo svolgimento del tirocinio formativo pre- laurea. Al fine di disciplinare il rapporto tra l’Ordine e l’Università, tra i due viene stipulata apposita convenzione. Il Presidente dell'Ordine verifica i libretti dei tirocinanti al fine di accertarsi che vengano - svolte le ore concordate. Inoltre, l'Ordine può - svolgere verifiche dirette presso le farmacie al - fine di verificare che il tirocinio si stia - effettivamente svolgendo. Al termine del - tirocinio la documentazione viene inviata - all'Università. I soggetti che svolgono il ruolo di - tutor per i tirocinanti acquisiscono crediti - - Corruzione per l'esercizio formativi. Questi sono certificati direttamente della funzione (art. 318 c.p.); - - Alterazioni documentali volte dall’Ordine dopo validazione da parte dell’Università. - - Corruzione per un atto a favorire l’accreditamento L'Ordine non è un provider accreditato, pertanto per contrario ai doveri d'ufficio (art. di determinati soggetti lo 319 c.p); - - Mancata o inefficiente vigilanza svolgimento di eventuali corsi di formazione si rivolge - - Concussione (art. 317 c.p.); sugli “enti terzi” Attività specifica Formazione a provider accreditati dal Ministero della Salute. In Iscritti - - Indebita induzione a dare autorizzati all’erogazione della dell'Ordine professionale continua queste ipotesi l'Ordine può comunque organizzare o promettere utilità (art. 319- formazione il corso, selezionando i relatori e verificando la quater c.p.) - - Erogazione di certificazioni presenza dei partecipanti al corso. Il provider - - Istigazione alla corruzione dietro rilascio di un'utilità personale rilascia in seguito gli attestati ai partecipanti ai (art. 322 c.p.) corsi formativi. Tutti gli attestati dei provider sono - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) documentati in una banca dati nazionale (COGEAPS). Alla fine di ciascun triennio, su richiesta dell’iscritto, l'Ordine deve rilasciare una certificazione agli iscritti circa l'acquisizione dei crediti formativi necessari. Nell'ipotesi di svolgimento di master universitari è direttamente l'Ordine che inserisce il dato sull’acquisizione dei crediti formativi nella banca dati, dietro presentazione di adeguata documentazione da parte del soggetto. Anche per eventuali maternità ovvero malattie è l'Ordine che inserisce tali dati nella banca dati nazionale.
Nonostante l’abrogazione delle tariffe professionali, ad opera del d.l. 1/2012 (come convertito dalla l. 27/2012), sussiste ancora la facoltà del Consiglio dell’Ordine di esprimersi sulla «liquidazione di onorari e spese» relativi alle - - Incertezza nei criteri prestazioni professionali, avendo la predetta - - Corruzione per l'esercizio della di quantificazione degli abrogazione inciso soltanto sui criteri da porre funzione (art. 318 c.p.); onorari professionali a fondamento della citata procedura di Iscritti - - Corruzione per un atto contrario- - Effettuazione di una Rilascio di pareri di accertamento. ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p); istruttoria lacunosa e/o parziale Attività specifica congruità sulle tariffe per favorire l’interesse del Il parere di congruità resta, quindi, necessario - - Concussione (art. 317 c.p.); dell'Ordine per il professionista che, ai sensi dell’art. 636 - - Indebita induzione a dare o professionista c.p.c., intenda attivare lo strumento promettere utilità (art. 319-quater - Valutazione erronea delle “monitorio” della domanda di ingiunzione di c.p.) indicazioni in fatto e di pagamento, per ottenere quanto dovuto dal cliente, - - Istigazione alla corruzione (art. tutti i documenti a corredo nonché per il giudice che debba provvedere alla 322 c.p.) dell’istanza e necessari alla liquidazione giudiziale dei compensi, ai sensi - - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) corretta valutazione dell’attività dell’art. 2233 c.c. professionale Sono molto limitati i casi in cui si verificano le ipotesi sopra citate. In tali circostanze l’Ordine si può attenere a quanto disciplinato nei contratti di riferimento ASSOFARM e FEDERFARMA. - - Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.); - - Corruzione per un atto contrario I Comuni richiedono pareri all'Ordine per quanto ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p); Rilascio di pareri non veritieri Comuni Attività specifica attiene ferie, orari di apertura, turni, pianta - - Concussione (art. 317 c.p.); dietro ricezione di utilità personale dell'Ordine Rilascio pareri ai organica, eventuali trasferimenti, decentramenti - - Indebita induzione a dare o comuni promettere utilità (art. 319-quater delle farmacie. I pareri vengono rilasciati dal Consiglio dell’Ordine. c.p.) - - Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) - Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) Attività specifica Indicazioni di Nell'ipotesi di designazione di CTU tale attività viene dell'Ordine professionisti per svolta direttamente dal Tribunale, l'Ordine conferma Iscritti Non si ravvisano rischi per Non si ravvisano rischi per tale l’affidamento di unicamente l'iscrizione del soggetto individuato dal tale attività attività incarichi specifici Tribunale.
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