Cin Caritate Bollettino delle suore - Natale 2020 la sua tenda è tra noi - Suore Francescane ...
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C Caritate in Bollettino delle suore terziarie francescane elisabettine di Padova n. 4 - ottobre/dicembre 2020 C H R I S T I Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB PADOVA Natale 2020 la sua tenda è tra noi
IN QUESTO NUMERO anno CXCII n. 4 Nella chiesa ottobre/dicembre Francesco e Girolamo 4 2 0 2 0 Renzo Gerardi Un’enciclica di fraternità e di amicizia 11 Enzo Fortunato Spiritualità La beata Eustochio di Padova 11 Marilisa Andretta Educare il cuore all'eternità (II) 14 Luigino Bonato e Monica Cornali Parola chiave Nel fascino del mistero 16 Antonio Scattolini Radici nel cielo Un filo di luce 20 Marilena Carraro Finestra aperta Un piccolo “ospedale da campo” 21 Gianpaolo Barbariol Vita fraterna in tempo di pandemia 23 Laura Novello In clima di positività e accoglienza et24 Agnese Loppoli In copertina: Il presepio della parrocchia Santa Maria Assunta In cammino di Salboro (Padova), part. Incontro virtuale ma fraterno 26 a cura di Chiarangela Venturin Accanto a... Le ragioni del lupo 29 Editore Emiliana Norbiato Istituto suore terziarie francescane elisabettine di Padova Vita elisabettina via Beato Pellegrino, 40 - 35137 Padova «Sono tua creatura amata dall’eternità» 31 tel. 049.8730.660 - 8730.600; fax 049.8730.690 a cura di Antonella De Costanza e-mail incaritate@elisabettine.it Sì, per sempre 33 a cura di Soad Youssef Per offerte Una festa a più colori 34 ccp 158 92 359 a cura di Manal Jaqoub Tawadros Direttore responsabile Shalom: portare pace, insieme 35 Guglielmo Frezza comunità Shalom Direzione Un ospite desiderato 36 Paola Furegon Silvia Melato Collaboratori Storia e memoria Ilaria Arcidiacono, Sandrina Codebò, Barbara Danesi e varie collaborazioni. Un grazie corale nella Chiesa di Padova 38 Giannagnese Terrazzin Stampa Oltre la cronaca 40 a cura di Loredana Scudellaro Imprimenda s.n.c. - Limena (PD) Autorizzazione del Tribunale di Padova Il bene non può essere dimenticato 44 a cura della Redazione n. 77 del 12 gennaio 2012 Spedizione in abbonamento postale La locanda del buon samaritano 45 Silvano Buso Questo periodico è associato all’Uspi Nel ricordo (Unione stampa periodica italiana) Credo la vita eterna 48 Sandrina Codebò
EDITORIALE Verso Betlemme «N on ci sarà il Natale? Certo che ce ne sarà uno! È un tempo, questo, nel quale sommessamente ci chiediamo dove sia il Dio misericordioso che ci Più silenzioso e più profondo, pareva di conoscere. più simile al primo Natale, quando è nato Gesù, E attendiamo una liberazione ‘umana’, una luce senza tante luci sulla terra dalla scienza, una salvezza dalla ricerca. Chissà! Pur ma con la stella di Betlemme, consapevoli che le risposte umane non sono mai la con le strade intermittenti certezza definitiva. della vita nella sua immensità. Attendere, attesa: sono le stesse parole che segna- Natale ci sarà perché Dio-è-con-noi. no il cammino liturgico di avvento. E noi condivideremo, Attendiamo, e con pazienza facciamo contatto come fece Cristo nella mangiatoia, con la nostra interiorità, con semi di novità che in la nostra povertà, la nostra prova, essa prendono forma, con una riflessione diversa e le nostre lacrime, nuova; sentiamo relative le tante parole che vengono la nostra angoscia e la nostra condizione di orfani. dette - che noi stessi diciamo - per lasciare spazio allo Ci sarà Natale. sgorgare di parole di vita, di solidarietà, e anche di Perché abbiamo bisogno di questa luce divina preghiera e di speranza. in mezzo a tante tenebre...» Ecco, Natale è il germoglio nuovo che si innesta nelle nostre vite; il Dio-con-noi ci indica il senso, che riscatta i poveri e illumina i saggi, che dona a ciascu- Alcuni versi della poesia di padre Javier Leoz no la salvezza. (parroco a Pamplona-Spagna), che ha fatto il giro Con Maria e Giuseppe lasciamoci avvolgere dal- del mondo, ci fanno buona compagnia in questo la luce del mistero, consapevoli che povertà, preoc- avvento. cupazioni, paure, sofferenze sono già riscattate: Ci aprono al senso del mistero che di anno in a Betlemme per noi «è nato il Salvatore». anno ci visita e ci sorprende, e nello stesso tempo Buon Natale! rispecchiano i nostri giorni ancora così pieni di incertezza, di La Redazione sospensione, spesso di dolore e di lacrime. ottobre/dicembre 2019 3
NELLA CHIESA UNA LETTERA PER CELEBRARE Francesco e Girolamo Girolamo, un santo dall’amore vivo e soave per la Scrittura e per Cristo unito a una vita austera e di studio. di Renzo Gerardi1 terprete raffinato dei testi biblici, bre 2010 pubblicò l’esortazione traduttore, esegeta e divulgatore apostolica Verbum Domini, do- della sacra Scrittura. po la celebrazione, due anni prima, Il “perché” di una Fu monaco e asceta, predicatore del Sinodo dei vescovi dedicato lettera e guida spirituale esperta, ardente alla parola di Dio. Lì precisamen- e impetuoso difensore della verità te viene citato un prezioso com- «Un affetto per la Sacra Scrit- cristiana. Santo e grande dottore mento fatto da Girolamo al salmo tura, un amore vivo e soave per della Chiesa, per la sua opera viene 147, dove indica l’atteggiamento la parola di Dio scritta è l’eredità considerato come un “ponte” tra da avere nei confronti della parola che san Girolamo ha lasciato alla Occidente e Oriente. di Dio: «Io penso che il vangelo è il Chiesa attraverso la sua vita e le Con questa lettera, Francesco corpo di Cristo; e le sante Scritture sue opere»: così inizia la lettera ha voluto seguire le orme di suoi sono il suo insegnamento. E quan- apostolica Scripturae Sacrae affec- predecessori. Già Benedetto XV de- do egli dice: “Chi non mangerà la tus, pubblicata da papa Francesco dicò a san Girolamo il 15 settembre mia carne e berrà il mio sangue” il 30 settembre 2020, in occasione 1920 – in occasione del quindicesi- (Giovanni 6,53), benché queste pa- del XVI centenario della morte del mo centenario della sua morte – la role si possano intendere anche grande padre della Chiesa. Infat- lettera enciclica Spiritus Paraclitus, del mistero eucaristico, tuttavia il ti, il 30 settembre dell’anno 420, presentandolo al mondo come «il corpo di Cristo e il suo sangue è nella sua cella accanto alla grotta più grande dottore nello spiegare veramente la parola della Scrittura, di Betlemme, Sofronius Eusebius le sacre Scritture, doctor maximus è l’insegnamento di Dio». Hieronymus – san Girolamo di explanandis Scripturis». Papa Francesco ha ritenuto che Stridone – concludeva la sua vita E papa Benedetto XVI, nel no- l’attuale centenario potesse costi- terrena. vembre 2007, presentò in due cate- tuire una occasione per una rin- Girolamo fu studioso infatica- chesi successive la personalità e le novata chiamata ad «amare ciò bile, profondo conoscitore e in- opere di Girolamo, e il 30 settem- che Girolamo amò», riscoprendo i suoi scritti e la sua spiritualità che, nel suo nucleo più vitale, può essere descritta come «il desiderio inquieto e appassionato» di una conoscenza più grande del Dio ri- velato. Sappiamo come, purtroppo, la ricchezza della sacra Scrittura sia ignorata da molti. Vi sono tanti cristiani “analfabeti” della propria tradizione religiosa. «Scarseggiano le competenze ermeneutiche, che ci rendano interpreti e traduttori Basilica di Betlemme, tomba di san Girolamo. credibili della nostra stessa tradi- Foto di pagina accanto: Domenico Ghirlandaio, Girolamo nello studio a servizio di papa Damaso, 1480. zione culturale». Pertanto, papa Francesco invita a sviluppare una 4 ottobre/dicembre 2020
pedagogia ecclesiale affinché «cia- e poi fu ad Antiochia, dove venne scuno diventi capace di aprire il ordinato presbitero. libro sacro e di trarne i frutti». Non ancora trentenne, ritira- Si tratta di una pedagogia tanto tosi nel deserto della Calcide, in indispensabile quanto poco colti- Siria, durante una grave malattia e vata. Perciò egli lancia ai giovani in seguito a una visione maturò la una sfida: «Partite alla ricerca della decisione di dedicarsi totalmente vostra eredità. Il cristianesimo vi e profondamente allo studio delle rende eredi di un insuperabile pa- sacre Scritture. Ciò significò per- trimonio culturale di cui dovete fezionare e completare lo studio prendere possesso. Appassionatevi della lingua greca e affrontare con di questa storia, che è vostra». fatica quello della lingua ebraica. Ciò a cui Girolamo spronava «È una benedetta inquietudine a incessantemente i suoi contem- guidarlo e a renderlo instancabi- poranei – «Leggi spesso le divine le e appassionato nella ricerca», Scritture; anzi le tue mani non annota papa Francesco. Girolamo depongano mai il libro sacro» (Epi- confessa: «Ogni tanto mi dispe- stola 52,7) – mantiene tutto il suo ravo, più volte mi arresi; ma poi valore anche oggi. riprendevo per l’ostinata decisione d’imparare», condotto dal «seme Viaggiatore inquieto e amaro» di tali studi a raccogliere “compagno di viaggio” «frutti saporosi» (Epistola 125, 12). Dopo un proficuo soggiorno rienza spirituale e di studio biblico L’esortazione apostolica inizia a Costantinopoli, nel 382 Girola- avviata, partì alla volta dell’Egitto ripercorrendo le tappe essenziali mo ritornò a Roma, dove si mise e della Palestina, stabilendosi de- della vita di Girolamo. Da giovane, «a disposizione di papa Damaso finitivamente a Betlemme nel 386. fu tutto un viaggiare da oriente a (366-384) che, apprezzando le sue Lì riprese gli studi filologici, «an- occidente, dal settentrione al meri- grandi qualità, ne fa un suo stret- corati ai luoghi fisici», che erano dione, lungo le strade dell’impero to collaboratore», suo segretario e stati lo scenario delle narrazioni romano o solcando i mari. Poi egli confidente. Impegnato nella revi- bibliche. passò più di trentaquattro anni a sione della traduzione del Nuovo L’esperienza di vita, nutrita dal- Betlemme, immerso nella preghie- Testamento, nello stesso tempo la parola di Dio, fa di Girolamo ra e nello studio. Però continuò a Girolamo inizia, sull’Aventino, una guida spirituale ricercata e essere “compagno di viaggio” di un’autentica “scuola” di spiritua- raggiunta anche attraverso una fit- tanti, donne e uomini, desidero- lità, un cenacolo dove si leggeva ta corrispondenza epistolare. Egli si di vivere secondo il vangelo di e si studiava con rigore la Bibbia, si fa vero “compagno di viaggio”, Cristo, dei quali fu guida saggia e anche nelle lingue originali, con convinto che «non c’è arte che prudente. la collaborazione di un gruppo di s’impari senza maestro». Nato intorno all’anno 345 a aristocratiche romane, desiderose Proprio a Betlemme, luogo per Stridone, al confine tra la Dalma- di scelte radicali evangeliche, co- lui privilegiato, presso la grotta zia e la Pannonia, Girolamo venne me Marcella, Paola e la figlia di della Natività fondò due monaste- battezzato in età adulta a Roma, lei Eustochio. Girolamo è esegeta, ri, uno maschile e uno femmini- dove era studente di retorica e docente, guida spirituale. le, con ospizi per l’accoglienza dei attento lettore dei classici latini. Però alla morte di papa Dama- pellegrini, rivelando in tal modo Quindi si recò in viaggio di studi so, nel 384, Girolamo, incompreso la sua disponibilità nell’accoglie- nella città imperiale di Treviri, do- e inviso al clero, che lo criticava an- re quanti arrivavano per visitare i ve ebbe importanti contatti con la che per le sue amicizie femminili, luoghi santi. vita monastica. Ad Aquileia iniziò si vide costretto a lasciare Roma e, Al centro dell’ideale ascetico di una esperienza di vita comune con seguito da amici e da alcune don- Girolamo brilla la Scrittura: egli alcuni amici (“un coro di beati”!), ne desiderose di continuare l’espe- esorta, raccomanda, insegna a leg- ottobre/dicembre 2020 5
NELLA CHIESA gerla costantemente, meglio anco- die e incomprensioni, fu costretto contro con Dio, dove attraverso la ra se nelle lingue originali. È nella a lasciare definitivamente l’Urbe e contemplazione, le prove interiori, sacra Scrittura che, mettendosi in a trasferirsi in Palestina, egli rima- il combattimento spirituale, arriva ascolto, Girolamo trova sé stesso, il se fortemente legato alla cattedra alla conoscenza della fragilità, con volto di Dio e quello dei fratelli, e di Pietro. una maggiore consapevolezza del affina la sua predilezione per la vita Per Girolamo, «la Chiesa di limite proprio e altrui, riconoscen- comunitaria. Da qui il suo deside- Roma è il terreno fecondo dove do l’importanza delle lacrime». rio di vivere con gli amici, come già il seme di Cristo porta frutto ab- La duplice testimonianza del ai tempi di Aquileia, perseguendo bondante», come scrive nella Epi- santo – monaco penitente e studio- l’ideale cenobitico di vita religiosa stola 15. Ritiene la cattedra di Pie- so – si rivela preziosa sia per chi è che vede il monastero come “pale- tro punto di riferimento sicuro e chiamato a vivere di ascesi e di pre- stra” in cui formare persone «che garanzia di comunione, tanto da ghiera, come i monaci e i cenobiti, si ritengono inferiori a tutti per affermare: «Io che non seguo nes- sia per chi sente la vocazione allo essere primi fra tutti», felici nella suno se non il Cristo, mi associo in studio e all’approfondimento della povertà e capaci di insegnare con il comunione alla cattedra di Pietro. “scienza di Dio”. proprio stile di vita. So che su quella roccia è edificata Egli è duplice modello: per la Chiesa». l’ascesi e la preghiera tipica dei Cattolico perché monaci, e per l’amore per Cristo romano Penitente e studioso e l’umiltà richiesti agli studiosi. I primi non possono tralasciare di Girolamo ebbe sempre uno stret- Per una adeguata comprensio- dedicarsi anche «all’assiduo trava- to legame con la città di Roma e un ne della ricca personalità di Girola- glio della ricerca e del pensiero»; privilegiato rapporto con la cattedra mo, papa Francesco ritiene che sia i secondi devono ricordare «che il di Pietro. Pertanto, si può giusta- necessario tenere conto di due di- sapere è valido religiosamente so- mente parlare di “romanità” di Giro- mensioni caratteristiche della sua lo se fondato sull’amore esclusivo lamo, per molteplici ragioni. esistenza di uomo e di credente, per Dio, sulla spogliazione di ogni Roma fu per lui come “un porto che vanno fra loro coniugate. umana ambizione e di ogni mon- spirituale”. A Roma egli si formò È noto il suo eccezionale impe- dana aspirazione». come umanista e letterato. A Ro- gno di studio assiduo, volto a una Più volte Girolamo è stato raffi- ma completò la sua formazione sempre più piena comprensione gurato come penitente in una grot- cristiana, ricevendo il battesimo. del mistero del Signore. Nello stes- ta, eccessivo nei gesti e nei toni, Della lingua dell’Urbe, il latino, egli so tempo non va trascurata la sua mentre si percuote il petto con un fu insigne maestro e cultore. Fu a consacrazione a Dio, compiuta in sasso: «monaco e penitente, con un Roma che iniziò la revisione della maniera rigorosa e assoluta, con corpo scolpito dal digiuno, in gi- traduzione del nuovo Testamento una rinuncia a ogni soddisfazione nocchio o prostrato a terra, con gli in lingua latina. Girolamo può es- umana, per amore di Cristo. occhi rivolti al crocifisso». Ma non sere detto, a ragione “homo romanus, La scelta – anche se temporanea mancano anche le raffigurazioni di uomo romano”, quindi cattolico. – da lui fatta, ancora in giovane lui come studioso riflessivo, cala- Soprattutto egli fu legato alla età, di ritirarsi nel deserto, mostra mo alla mano, intento alla lettura cattedra di Pietro, al punto che il suo desiderio e la sua volontà di e alla traduzione della Scrittura: l’iconografia lo ha spesso raffigu- vivere radicalmente la vita ascetica «seduto al suo scrittoio, attorniato rato con le vesti cardinalizie. Si eremitica, dove venga dato spa- da volumi e pergamene, investito tratta, evidentemente di un “ana- zio allo studio approfondito delle della missione di difendere la fede cronismo” (il cappello cardinalizio, lingue, che meglio permettano di attraverso il pensiero e lo scritto». con cui viene spesso raffigurato penetrare nel mistero del Signore. Il pittore Caravaggio congiunge fu in uso solo dalla metà del XIII Nel deserto egli sperimenta la pre- i due aspetti in un’unica scena: secolo), che però vuole segnalare la senza concreta di Dio e la sua mi- l’anziano asceta viene presentato sua appartenenza al presbiterio di sericordiosa consolazione. Quello «sommariamente rivestito da un Roma accanto a papa Damaso. è il «luogo delle scelte esistenziali panno rosso», che sul tavolo ha un Anche dopo che, a causa di invi- fondamentali, di intimità e di in- teschio, simbolo della vanità delle 6 ottobre/dicembre 2020
ventando i monaci, venne guarito San Girolamo in preghiera e da Girolamo, tanto che gli restò penitenza, icona, affezionato. Simbolo della forza XV-XVI sec., museo bruta vinta con la pietà, un leone nazionale Ravenna. è presente nelle rappresentazioni pittoriche di Girolamo nel deserto, ma anche mentre è immerso nello za dubbio il suo amore studio, seduto allo scrittoio. Anzi, appassionato per la pa- lo stesso Girolamo è stato chiama- rola di Dio, trasmessa to “leone di Betlemme”. realtà terrene; ma è pure raffigura- alla Chiesa nella sacra Scrittura, che La dimensione polemica, che ri- ta la qualità dello studioso, che tie- egli studiò soltanto perché essa lo corre spesso nei suoi scritti – ricor- ne gli occhi fissi sul libro, mentre portava a conoscere Cristo. Notis- da papa Francesco – si comprende «la sua mano intinge la penna nel simo è il suo detto: «L’ignoranza meglio se letta «come una sorta di calamaio, nell’atto caratteristico delle Scritture è ignoranza di Cri- calco e di attualizzazione della più dello scrittore». sto». L’affetto per la sacra Scrittu- autentica tradizione profetica». ra raggiunse la sua espressione più Nella scia di Elia, di Giovanni Bat- Affettuoso e compiuta “nella titanica impresa”, tista e anche dell’apostolo Paolo, appassionato portata a termine a Betlemme, della lo sdegno nei confronti della men- prima traduzione integrale di tutta zogna, dell’ipocrisia e delle false Girolamo fu uomo di affetti e la Bibbia in lingua latina, a partire dottrine infiamma il discorso di di grandi passioni. dall’ebraico e dal greco. Girolamo, rendendolo provocato- Grande fu l’affetto che egli riser- L’amore per la verità e la difesa rio e apparentemente aspro. «È da vò ad amiche e amici. E anche verso ardente di Cristo hanno portato loro che egli attinge il fuoco inte- chi giungeva a Betlemme come pel- Girolamo a eccedere nella violenza riore che diventa verbo impetuoso legrino, da lui generosamente ospi- verbale nelle sue lettere e nei suoi e dirompente, necessario per espri- tato e guidato. Egli dispiegò una scritti. Nell’intensità delle locuzio- mere lo zelo ardente del servitore frenetica attività epistolare verso ni e delle immagini si manifesta per la causa di Dio». chi aveva conosciuto, continuando il coraggio del credente, che non da lontano a consigliare, a guidare, vuole compiacere gli uomini, ma Traduttore e a manifestare tutta la sua affettuo- esclusivamente il suo Signore, per divulgatore sa amicizia. Espresse i suoi affetti il quale egli ha consumato ogni con impeto e sincerità. Il coinvolgi- energia spirituale. Nel 382, quando ritornò a Ro- mento nelle situazioni, in cui visse Egli si confrontò pubblicamen- ma, su indicazione di papa Dama- e operò, si riscontra anche nel fatto te con autori eretici, a volte con so intraprese una revisione delle che egli offrì il suo lavoro di tradu- intemperanze, ma sempre mosso precedenti traduzioni latine dei zione e di commento come un “mu- sinceramente dal desiderio di di- vangeli, forse anche di altre parti nus amicitiae”, un compito di amici- fendere la vera fede e il deposito del nuovo Testamento, e conti- zia. Era un dono prima di tutto per delle Scritture. Quando esagerava nuò a tradurre omelie e commenti gli amici, destinatari e dedicatari nei toni, lo faceva per la ricerca di scritturistici di Origene. delle sue opere, ai quali chiedeva una verità della quale era pronto Ma fu a Betlemme che Giro- di leggerle con animo amichevole a farsi incondizionato servitore. lamo si dedicò assiduamente allo piuttosto che con occhio critico, e In questo è modello di inflessibile studio della Scrittura e a comple- poi per i lettori, i suoi contempora- testimonianza della verità, che as- tare la traduzione in latino di tut- nei e quelli di ogni tempo. sume la severità del rimprovero per ta la Bibbia. Nello stesso tempo, Girolamo mostrò tutto il suo af- indurre a conversione. egli commentò i libri profetici, i fetto «vivo e soave» soprattutto per Secondo la Legenda Aurea, un salmi, le opere paoline. Nelle sue la sacra Scrittura, quindi per Gesù, il leone, che aveva una spina con- opere è confluito un prezioso e Cristo. Tratto peculiare della figura ficcata in una zampa, entrato nel lungo lavoro, fatto di confronti e spirituale di Girolamo rimane sen- monastero di Betlemme e spa- di collaborazioni, dalla copiatura ottobre/dicembre 2020 7
NELLA CHIESA e collazione dei manoscritti alla dotta nelle categorie linguistiche e assidua e la meditazione costante riflessione e discussione. mentali di ogni cultura e di ogni aveva fatto del suo cuore una biblio- La traduzione della Bibbia ha generazione. teca di Cristo» (Epistola 60,10). messo a disposizione di un vasto È un atto di “ospitalità lingui- Davvero Girolamo è una “bi- pubblico dell’impero romano i testi stica”, che mette in comunicazione blioteca di Cristo”, una biblioteca fino ad allora disponibili solo nel- differenti comunità, favorendo l’in- perenne che continua a insegnar- l’originale ebraico e nella traduzione contro e la comunione. Senza tra- ci che cosa significhi l’amore per greca dei Settanta (composta dalla duzione, non esiste comprensione. Cristo, amore che è indissociabile comunità ebraica di Alessandria at- dall’incontro con la sua parola. torno al secondo secolo a.C.). Diacono della Parola e Lo studio fu per Girolamo un La traduzione di Girolamo, “biblioteca di Cristo” esercizio di vita spirituale, un mez- superati alcuni rifiuti iniziali, di- zo per arrivare a Dio. Si dedicò ventò patrimonio comune sia dei Girolamo non risparmiò sfor- interamente a Cristo e alla sua pa- dotti, sia del popolo cristiano, del zi al fine di arricchire la propria rola, consacrando la sua esistenza vulgus, da cui il nome di Vulgata, biblioteca, che considerò un la- a rendere sempre più accessibile segnando la storia culturale del- boratorio indispensabile per l’in- la Bibbia agli altri, con il suo in- l’Occidente e modellandone il lin- telligenza della fede e per la vita faticabile lavoro di traduttore e guaggio teologico. spirituale: per lui, lo studio fu un commentatore. Divenne servitore Con la sua traduzione, Giro- impegno costante, una priorità di fedele e laborioso della parola di lamo è riuscito a “inculturare” la ogni giorno della sua vita. Dio, perché innamorato della “car- Bibbia nella lingua e nella cultura Assimilò un’intera biblioteca e ne della Scrittura”. latina, e questa sua operazione è divenne dispensatore di sapere per Senza intelligenza di ciò che è diventata un “paradigma” perma- molti altri. Postumiano2, che nel stato scritto dagli autori ispirati, nente per l’azione missionaria del- IV secolo viaggiò in Oriente alla la parola di Dio rimane priva di ef- la Chiesa. Come la traduzione di scoperta dei movimenti monastici, ficacia. Ma le pagine bibliche non Girolamo è debitrice della lingua e fu testimone oculare dello stile di sempre sono immediatamente ac- della cultura dei classici latini, così vita di Girolamo, presso il quale cessibili. Il testo biblico molte volte essa, con il suo linguaggio e il suo soggiornò alcuni mesi, e così lo appare come “sigillato” e bisogno- contenuto, è diventata a sua volta descrisse: «Egli è tutto nella lettura, so di facilitatori che, con atteggia- “elemento creatore di cultura». tutto nei libri; non riposa né giorno mento “diaconale”, si pongano a Come disse papa Gregorio Ma- né notte; sempre legge o scrive qual- servizio del popolo di Dio per una gno (nel Commento a Ezechiele, cosa» (Sulpicio Severo, Dialogus I,9,5). spiegazione di quei testi che sono I,7), ogni traduzione arricchisce la Ma Girolamo non fu soltanto scritti con linguaggi e modalità Scrittura, perché essa “cresce con uno dei massimi cultori della “bi- espressive talvolta non più imme- il lettore”. Infatti, la Bibbia ha bi- blioteca”, di cui si nutre il cristiane- diatamente comprensibili. sogno di essere costantemente tra- simo nel corso del tempo, a comin- Girolamo guida anche oggi a ciare dal tesoro comprendere ciò che si legge, sia delle sacre Scrit- perché «conduce ogni lettore al mi- ture. A lui si può stero di Gesù, sia perché assume re- applicare ciò che sponsabilmente e sistematicamente egli stesso scrive- le mediazioni esegetiche e culturali va di Nepoziano3: necessarie, per una corretta e profi- «Con la lettura cua lettura delle sacre Scritture». ■ Caravaggio, 1 Presbitero del patriarcato di Vene- Girolamo, zia, docente emerito di Teologia nella 1605-1606, Pontificia Università Lateranense - Roma. 2 Postumiano, storico latino. Galleria 3 Nepoziano, cultore della sacra Borghese,Roma. Scrittura. 8 ottobre/dicembre 2020
IN DIALOGO CON TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ Una enciclica di fraternità e di amicizia Note per una lettura della enciclica di papa Francesco: "Fratelli tutti", firmata il 3 ottobre 2020 sulla tomba di san Francecso ad Assisi. di Enzo Fortunato1 altare e cattedra di pace. Ricordo come fosse ieri la con- ferenza stampa in cui il neoeletto Vescovo di Roma spiegava davanti La persona a oltre seimila giornalisti il motivo dii Assisi a un prima di tutto della scelta del nome. cavaliere avaliere povero, permet- Francesco, «l’uomo della po- tendoci di cogliere tonalità, colori E ravamo abituati alle foto di vertà, l’uomo della pace, l’uomo ed essenza del titolo: Fratelli tutti, rito delle firme delle encicli- che ama e custodisce il creato», sulla fraternità e l’amicizia sociale. che. A vedere il Papa che le ponendo, al tempo stesso, le basi La fraternità è un gesto, più che siglava su un tavolo di legno. Que- programmatiche del proprio pon- una parola. sta volta, 3 ottobre 2020 ore 15.00, tificato. La scelta dell’immagine ci siamo trovati con il Santo Padre che accompagna questa enciclica Una tappa storica per che guarda san Francesco e firma (in copertina della edizione vatica- comprendere questo la propria enciclica su un tavolo na) ripropone il dono del mantel- pontificato di roccia facendo diventare Assisi lo da parte del giovane Francesco Quello che è accaduto ad As- sisi il 3 ottobre 2020 sulla tomba di Francesco, dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal Papa, ci dona la possibilità di comprendere l’architettura intellettuale del pon- tificato. L’uomo di Buenos Aires di fatto va ad aggiungere un tassello dell’impalcatura di una Chiesa rin- novata. Con la Lumen fidei, rispondeva all’esigenza che la fede fosse fo- riera di pace, perché nella fede il nome di Dio è Pace. Nella seconda enciclica, la Laudato si’, il Papa ha fissato il secondo motivo della scelta del proprio nome, dicendoci che il Poverello è «un esempio bello Giotto, Francesco dona il mantello ad un cavaliere decaduto (part.) e motivante». Una critica netta al Assisi, Basilica superiore di San Francesco. sistema del capitalismo avvelenato e la proposta di un nuovo modello ottobre/dicembre 2020 9
NELLA CHIESA solo maschile, ma anche femmi- nile. È talmente vera l’attenzione alla fraternità che negli scritti di san Francesco, il nome del Signore ricorre 426 volte, immediatamente seguito dalla parola fratello, ben 264 volte. Un dato statistico che ne fa comprendere l’importanza e indica che la fede nel Signore trova uno specchio sostanziale nel rap- porto con l’altro. Nell’enciclica ben tre volte ri- corre il riferimento all’Assisiate. Un numero che ha un simbolismo mol- to forte. Non so se l’occasione sia voluta o sia frutto di una semplice I compagni di san Francesco tutti fratelli e fratelli di tutti. coincidenza, fatto sta che il nume- ro “tre” ci ricorda la comunione, economico fondato sul concetto dì significa “sostenere, nutrire”. In che vive nel cuore stesso di Dio, che ecologia integrale. «Niente di que- effetti, una sorella o un fratello è è Padre, Figlio e Spirito Santo. E il sto mondo ci risulta indifferente». la persona a cui siamo legati non Padre è tale perché guarda il Figlio Con Fratelli tutti completa il solo da un rapporto di sangue, ma e viceversa, “così” il fratello è tale trittico: ecco l’uomo della solida- anche da una relazione reciproca quando guarda il proprio simile rietà. Un testo francescano tout di crescita e sostentamento. Rin- come fratello e, insieme, guardano court. Il riferimento è alla sesta saldare questa relazione all’interno a Dio come Padre. delle Ammonizioni degli scritti del dell’umanità è stata la rivoluzione A livello sodale, in ultima istan- Santo: «Guardiamo con attenzio- del Francesco di ieri ed è la vera za, chi incontra Francesco incontra ne, fratelli tutti, il buon pastore, sfida del Francesco di oggi. la fraternità perché ci dice che la che per salvare le sue pecore so- A livello ecclesiale ricordiamo persona umana viene prima. stenne la passione della croce». come proprio san Pietro, la roccia Prima dei caratteri e della sto- Si tratta di vivere la fraternità, su cui Gesù ha edificato la sua ria che le relazioni hanno inciso percorrendo la strada dell’imita- Chiesa (Mt 16,18), nella sua Pri- nella nostra carne. zione del Signore, della bontà e ma Lettera parli della comunità Prima delle condizioni econo- della compassione. Tre spezie che dei battezzati utilizzando proprio miche e sociali, povero o ricco, ci aiutano a dare densità esisten- il termine fraternità (adelphoteˉta): malato o sano, ignorante o colto, ziale, francescana, sociale e politica «Onorate tutti, amate la fraternità, giovane o anziano. all’inchiostro versato sull’altare, a temete Dio» (1 Pt 2,17). In effetti, Prima del colore della pelle. quella firma minuta e robusta. come scriveva nel 1960 il futuro Prima viene l’uomo, nella sua di- Benedetto XVI, l’eucaristia che è gnità. Uno dei segreti dell’essere La densità della parola al cuore della Chiesa è proprio il fratelli tutti. ■ fraternità «sacramento della fraternità»2. 1 Fra Enzo, frate minore conventua- A livello francescano, l’Assisiate La percezione antica e nuova irrobustisce il concetto di frater- le, vive nel Sacro Convento di Assisi ed è direttore della «Rivista San Francesco». Il che l’enciclica vuole donare agli nità. Immagine, terminologia e si- testo, gentilmente concesso dall'autore, uomini e alle donne di buona vo- gnificato prendono così vita con la fa da premessa alla enciclica stampata lontà è il senso della parola “Fra- forza dell’esempio. Esortava ogni dalla LEV. 2 JOSEPH RATZINGER, Idee fondamen- ternità”. Un termine che deriva frate e chi incontrava ad amarsi e tali del rinnovamento eucaristico del XX dal latino fraternitas. Ma non so- sostenersi a vicenda come una ma- secolo, in IDEM, Opera Omnia, VII/1, Li- lo: ne troviamo tracce anche nel dre ama e nutre il proprio figlio, breria Editrice Vaticana, Città del Vaticano sanscrito, la cui radice è bhar, che rendendo la parola fratello non 2016, 27. 10 ottobre/dicembre 2020
SPIRITUALITÀ UNA BEATA SPECIALE La beata Eustochio di Padova a 550 anni dalla morte di Marilisa Andretta1 potevano entrare, giorno e notte, dromi di una malattia mentale che laici e sacerdoti. la fanno oscillare tra momenti di In questo contesto si colloca dolcezza ed esplosioni di violenza. N ei santi “arde la fiamma del la vita di Lucrezia. Nasce nel 1444 Appena eletto vescovo di Padova divino” e si manifesta il suo da Maddalena Cavalcabò, una mo- Jacopo Zeno (1460-1481), le mona- disegno, non sempre così naca del citato monastero bene- che e le educande, temendo una ri- semplice da scoprire, soprattutto dettino di San Prosdocimo, e da forma del monastero, sospettate, fra nella pluralità di voci e rumori che Bartolomeo Bellini, un signorotto l’alto, di aver avvelenato la Badessa, caratterizza la storia attuale. locale già sposato. fuggirono presso parenti e amici. Nel Parlare di santi, o, meglio, ascol- Il rapporto adulterino con una monastero rimase solo Lucrezia. tare i santi, può sembrare obso- consacrata e l’illegittimità della na- Il Vescovo decise allora la fon- leto, fuori luogo, ritenuto impro- scita indussero Bartolomeo ad affida- dazione di una nuova comunità ponibile. In particolare, la santità re la bambina alle monache del mo- con benedettine provenienti dal femminile richiede una riflessione, nastero, dove era vissuta la madre. convento di S. Maria della Miseri- culturale e spirituale, nuova anche Lucrezia era la più giovane delle cordia, sotto la guida della badessa a partire dalle figure femminili che educande e l’unica che conduces- Giustina da Lazzara. ci vengono proposte come Sante. se una vita illibata. Pur essendo Lucrezia chiede allora di vesti- È diventata di attualità, que- soggetta a “strane” manifestazioni re l’abito monacale anche se le st’anno nei 550 anni dalla morte, attribuite a possessioni diaboliche, monache non hanno verso di lei la beata Eustochio (Padova 1444- cercava di mantenere a scuola un uno sguardo benevolo essendo a 1469), esempio di grande forza e comportamento esemplare. Mani- conoscenza delle sue origini e rite- determinazione che, alla fine della festa ben presto quelli che oggi nendola corrotta. sua breve vita, riuscì a sconfiggere potremmo giudicare anche pro- Il Vescovo tuttavia accetta la il diavolo2. sua richiesta e il 15 gennaio 1461, Oggi è considerata la protettrice la giovane viene accolta nella co- di chi soffre di tribolazioni spiritua- munità con il nome di Eustochio, li, anche di posseduti ed indemo- in ricordo della nobile romana, niati, ed è un punto di riferimento santa Eustochio (368-419), figlia per sacerdoti ed esorcisti di tutto di santa Paola e discepola di san il mondo, oltre che per i numerosi Girolamo (341-420 ca). Fin da pic- fedeli che tuttora la venerano. cola infatti Lucrezia era molto de- vota di san Girolamo e di san Luca, La vita di cui amava gli scritti. Durante la cerimonia della ve- Siamo nel XV secolo; presso stizione l’ostia consacrata desti- le mura nella parte occidentale di nata a Lucrezia cade a terra e le Padova, sorgeva il monastero di monache cominciano a fare mille San Prosdocimo dell’ordine bene- supposizioni, tanto che il confes- dettino in cui la disciplina lasciava sore del monastero, Girolamo Sa- molto a desiderare. Non esisteva La beata Eustochio nella gloria licario pensa di svelare alla badessa ancora la clausura, istituita in se- della beatificazione. e alle consorelle che Eustochio è guito dal concilio di Trento, e così posseduta dal demonio. ottobre/dicembre 2020 11
SPIRITUALITÀ La rivelazione suscita ribellione La badessa guarisce ed Eusto- feriva soffrire nel corpo in questa e nessuna religiosa le rivolge più la chio sopravvive. Una volta liberata, vita per Cristo, piuttosto che avere parola. Eustochio tornò ad essere tormen- gioie momentanee e passeggere. Il 1 ottobre 1461 nel chiostro tata dal demonio, con flagellazioni Riteneva di essere particolarmen- accadde un incidente: Eustochio, sanguinose, incontrollabili vomiti te fortunata per quelle terribili ves- “spinta dal demonio” minaccia con e altri strani patimenti che lei sop- sazioni che mettevano a dura prova un coltello le altre monache. Gero- portava con inossidabile pazienza. la sua costanza e la sua volontà. lamo Salicario, accorso, costrinse Per quanto le monache cercas- Non volle mai nutrirsi di carne, con esorcismi lo spirito a parlare sero di persuaderla a lasciare il nemmeno quando era ammalata e questo, per bocca di Eustochio, convento e a sposarsi, lei volle ri- e debolissima. Inoltre digiunava disse di essere stato inchiodato ad manere e si aggrappò saldamente molto spesso anche per due o tre un banco da san Girolamo, protet- alla sua vocazione. giorni di seguito. tore della monaca. Effettivamen- Così cominciarono finalmente Per non indulgere alla benché te, sembrava che ella non potesse ad averne compassione e la porta- minima gioia dei sensi, non si con- muoversi di lì e, poiché continuava rono anche nella Basilica di S. Giu- cedeva mai la vista di un oggetto ad agitarsi pericolosamente, la le- stina a visitare la tomba di S. Luca, curioso, né una vivanda gustosa o garono ad una colonna, senza cibo protettore degli indemoniati. una amena passeggiata. e bevande per più giorni. Come risulta dagli scritti del Quando la badessa cadde am- Finalmente monaca suo confessore don Girolamo Sa- malata Eustochio venne accusata di licario, si può ritenere che abbia averla avvelenata con mezzi satanici. La storia della beata Eustochio sofferto, in certi momenti, i dolori Le dicerie su quanto sta suc- si caratterizza sin dal principio per della passione di Cristo, special- cedendo nel convento raggiungo- una profonda sofferenza ed espe- mente quelli della flagellazione. no gli abitanti di Padova, così il rienza dell’interferenza diabolica, Egli riferisce anche di “fantastica convento viene preso d’assalto con che condizionò la sua esistenza visione”, certamente in relazione a l’intenzione di bruciare Eustochio a tal punto da rendere per certi momenti di estasi mistica. come strega. aspetti misteriosa ed enigmatica Prega anche molto e tiene sem- Il Vescovo, anche con l’intento la sua figura ed il suo particolare pre con sé un Crocifisso. di salvarla, la rinchiuse in una cella ideale di santità. Le consorelle restano profon- per tre mesi. Padre Giulio Cordera3, gesuita, damente colpite dalla serena accet- biografo della beata afferma: tazione con cui ella si sottomette a «Incominciò il demonio a stra- quelle terribili torture e compren- ziarla dall’età di quattro anni, e dono che il suo è un animo puro, durò pressoché fino al termine di desideroso solo di ritrovare libertà sua vita che fu di anni 25…». e salvezza. All’inizio del 1465 Eustochio fu Lucrezia, cresciuta nella bellez- ammessa al coro e il 25 marzo alla za del corpo e dell’anima, patì così professione, all’età di 21 anni. tanto da rimanerne segnata fino Tre anni dopo, essendo mol- alla morte prematura 4. to debole «per le vessazioni del Nell’ultimo periodo della sua demonio» e per le penitenze che vita non si poteva riconoscerla s’imponeva, non poté più alzarsi guardando il suo volto deturpa- dal letto. to ed il corpo ferito e coperto di Il 14 settembre 1467, festa del- piaghe. l’Esaltazione della S. Croce rice- vette il velo nero dal Vescovo che La morte e la fama glielo portò a letto. di santità Una delle prime pagelline In tutte le sofferenze non si in onore della Beata. lamentava mai, anzi sorrideva sem- Morì il 13 febbraio 1469, a 25 pre e ringraziava il Signore. Pre- anni. Prima della morte il demonio 12 ottobre/dicembre 2020
aperto, il 6 gennaio 1473 com- parve una vena d’acqua limpida ed abbondante che fu ritenuta da tutti miracolosa, sia per il luogo sia perché la natura del terreno non presentava alcuna traccia di umi- dità, la cui presenza avrebbe inve- ce comportato la corruzione del corpo di Eustochio. Quest’acqua prodigiosa guariva ogni infermità, purché nell’infermo non fossero mancate la fede e la disposizione che si richiede per ricevere la gra- zia. L’acqua miracolosa continuò a sgorgare fino al 26 aprile 1797 e nel 1805 cessò per sempre di ripre- L'urna che contiene le spoglie della beata Eustochio sentarsi. esposta nel duomo di PaEova. Beatificazione di Lucrezia Bellini la lasciò per sempre, riconoscendo- suo sepolcro proseguiva ininter- si sconfitto dalla fortezza d’animo rotto, soprattutto degli indemo- Con decreto della Sacra Con- di colei che non era riuscito a sog- niati che accorrono a lei e ricevono gregazione dei Riti, nel 1760 fu giogare. benefici e guarigioni. dichiarata Beata. Il 22 marzo 1760, Segno visibile di tale sconfitta Anche il vescovo Jacopo Zeno fu papa Clemente XIII (già vescovo fu la restituzione, sul letto di morte, testimone di un evento miracoloso di Padova) concesse il culto della della bellezza e del sorriso perduti, quando fece portare sul suo sepolcro Beata alla città di Padova, culto alla monaca vittoriosa, come ripor- una donna riconosciuta ossessa. esteso nel 1767 a tutta la Repub- tato nella biografia della beata. Tre anni e nove mesi dopo la blica Veneta. Le monache trovarono inciso so- sua morte, poiché si moltiplicava- La memoria viene celebrata pra il suo cuore, in pieno petto, il no i miracoli e perdurava il profu- dalla diocesi il 13 febbraio, il dies monogramma IHS5, il nome di Ge- mo, il Vescovo accordò il permesso natalis. sù. E affermarono che dal suo corpo di riesumare i resti per porli in più In esecuzione del decreto napo- emanava un soave profumo. Tale degna sepoltura. La traslazione av- leonico del 5 aprile 1806 la chiesa profumo perdurò per anni e anni venne il 16 novembre 1472, e, ben- di San Prosdocimo con l’annesso nei pressi della sua tomba, come ché Eustochio fosse stata inumata monastero e quindi anche la fonte risulta da numerose testimonianze. senza cassa, si ritrovarono corpo e furono abbandonati e le monache Al momento della morte Eusto- vesti intatti. si trasferirono nel monastero di chio apparve in sogno al confesso- Nella circostanza, il corpo ven- San Pietro apostolo, sempre in Pa- re «rilucente di gloria». ne rivestito con un nuovo abito dova. Il 12 settembre 1806, alle 2 Molti cittadini di Padova rac- monacale e deposto, in cassa, in del mattino, di nascosto, il corpo contarono di aver visto la sua im- un altro sepolcro da dove, il 14 della Beata fu traslato nella chiesa magine che ascendeva al cielo. novembre 1475, fu solennemente di S. Pietro6, luogo ricco di storia Immediatamente dopo la sua trasportato in Chiesa e tumulato e di arte. morte si sparse dentro e fuori città in un’arca di marmo vicino all’alta- La tomba e le reliquie della bea- la fama della santità di Eustochio, re con l’iscrizione “Beatae Eustochio ta Eustochio sono da allora ogget- accresciuta e confermata dai nu- Paduanae” (alla Beata Eustochio to di devozione. merosi prodigi e si composero inni Padovana). La cappella della beata Eusto- e preghiere in suo onore. Nel frattempo, nel luogo del- chio ha custodito le sue spoglie, Un grande afflusso di fedeli al la sua prima sepoltura, rimasto in una teca di vetro, fino al 10 ottobre/dicembre 2020 13
SPIRITUALITÀ mezza incrollabili. Il Crocifisso che lei porta sempre con sé ci parla di vita oltre la morte e di riscatto. Sono i miracoli i veri testimoni della Beata, sono ciò che in ogni tempo ci stupisce, ci meraviglia e ci trasforma. ■ 1 Marilisa Andretta: medico chirur- go, specialista in otorinolaringoiatria, diplomata in teologia nella facoltà Teo- logica del Triveneto.. 2 «Sternere, superbe, sub pedibus foeminae»: incisione nel cartiglio in ma- no ad un angelo sulla copertina della biografia del gesuita GIULIO CORDERA, «Vita, virtù e miracoli della Beata Eusto- chio», 1765. Celebrazione per la traslazione della beata Eustochio 3 GIULIO CORDERA (1704-1785), «Vi- dalla chiesa di San Pietro al duomo di Padova, 10 febbraio 2019. ta, virtù e miracoli della Beata Eusto- chio», 1765. 4 Vedi anche BRAZZALE, Una monaca febbraio 2019, giorno in cui le sue mortuaria della beata, costruita vittoriosa contro il maligno, Ed Tipogra- fia regionale veneta, Padova, 2013. spoglie sono state traslate. in pro- per l’occasione attraverso la rileva- 5 Dice il Salicario: «Il demonio in- cessione, da San Pietro al duomo zione con scanner 3D. fisse ad Eustochio un coltello nel petto di Padova, e l’urna è stata posta Colpisce la bellezza del volto minacciando di colpirla al cuore, ma presso la cappella Giustiniani. che lascia trasparire serenità e mo- ella, incrollabile nella sua fede, gli rispo- se di inciderle sul petto dalla parte del La data è stata decisa in occa- stra un sorriso rasserenante. cuore il nome IESU, ed effettivamente sione delle celebrazioni per i 550 Oggi, in tempi particolarmente quando dopo la sua morte le sorelle la anni dalla morte della beata pa- difficili si riscopre la devozione alla spogliarono per lavarla, trovarono que- dovana. beata Eustochio, sta parola incisa sul suo corpo». 6 La chiesa nel 1026 era stata asse- Tuttora (luglio 2020) le reliquie Eustochio ci parla sì di soffe- gnata ad una comunità di benedettine, sono esposte nel duomo di Padova renza e di male, ma soprattutto ci che ebbero il titolo di canonichesse:vi e si può ammirare la maschera mostra una speranza ed una fer- rimasero per qualche decennio. CORPO/ANIMA O “ESSERE NUOVO”? Educare il cuore all’eternità (II) Oltre ogni dualismo la carità. di Luigino Bonato1 e Monica Cornali 2 gia tradizionale, destini separati cose: anche moglie e marito sa- fino al giudizio universale. Ma an- ranno come gli angeli, è detto nel S i tende a perpetrare il dua- che l’uso di queste categorie di vangelo (Mc 12,25; Lc 20,35-36). lismo di corpo e anima, che linguaggio e di pensiero andrebbe Fede e speranza finiranno il loro avrebbero, secondo la teolo- riveduto. Nell’Oltre saltano tante compito, mentre la carità sarà la 14 ottobre/dicembre 2020
realtà di coronamento massimo: che misteriosamente manterranno del corpo)» per essere in miglio- Dio è Amore! Anche i sacramenti l’essenza della loro identità profon- re sintonia e maggior consonanza verranno meno. In una parola, di da, che già ci connota, ma che non con la fede che siamo richiesti di là verranno azzerati sia lo spa- è detto sia da noi conosciuta. In professare. zio che il tempo. altre parole, saremo anche noi una In effetti, il biblista A. Maggi1 fa Forse che il corpo si trasmuterà? sorpresa a noi stessi! notare che l’espressione paolina ek Cosa significa, nel credo, la doppia Consideriamo poi che carne nekrôn riferita alla risurrezione si- versione: credo la risurrezione della (basàr – sarx), per la Bibbia, ma gnifica risurrezione dai morti, non carne, la risurrezione dei corpi? soprattutto in Giovanni, significa dei morti! Forse questa trafila di domande finitezza, fragilità, caducità, mor- L’evangelista Giovanni, nella sarebbe tutta da ripensare e da talità, che diventa la caratteristica sua narrazione distingue il termine riformulare. Potrebbe tuttavia es- di Dio stesso, che l’assume come bios, utilizzato per indicare la vita sere intuitivamente semplice anche metodo di relazione con gli uo- biologica, da zoé, significativo per la risposta: siccome soprattutto il mini e le donne: «il Logos-Verbo la vita eterna. corpo, se vogliamo obiettivarlo, carne fu fatto» (Gv 1,14). Sempre Giovanni sembra por- dovremmo collocarlo nello spazio Anche per Paolo nelle lettere a tarci a tale presa d’atto, lì proprio e nel tempo, non ha più senso par- Romani e a Galati, sarx indica la dove accenna alla nostra facoltà lare di “corpo”. condizione umana, mentre soˉma visiva: blepéin (il vedere fisico, Gv Saremo esseri in una condizione ne è la rappresentazione faticosa e 20,12), theoréin (il verbo dell’in- del tutto nuova, inimmaginabile, in- pesante, il fardello lavorativo sot- telletto, Gv 20,5b), idéin (il verbo descrivibile, sovra bellissima. Certo, tomesso alle necessita del tempo della mente e del cuore, in senso il mistero ci impedisce ora di sapere e dello spazio, cioè della storia. simbolico e figurato, Gv 20,8b): come saremo. Nel pieno riserbo in Per questo bisognerebbe tradurre: solo quest’ultimo cattura tutto e cui esso ci vuole, potremmo però «Crediamo la risurrezione dalla meglio, compresi i particolari che parlare di noi come di esseri nuovi, (non della) carne, dal corpo (non ad altri, o sfuggono, o paiono poco importanti. Se la funzione del corpo è quel- la che consente la relazione con l’altro, è la relazione che è impor- tante, non il corpo. Se, dell’Oltre, si dice che nemmeno ci saranno più i legami marito/moglie, perché mai insistere sul corpo? Il corpo è tanto ripreso soprattutto nelle prediche del giorno dell’Assunzio- ne di Maria: lo si mette con troppa disinvoltura in complementarietà con l’anima. A questo punto, è an- cora il dualismo greco che sembra dover sopravvivere. Non si riesce proprio a lasciare Maria nel suo meraviglioso essere nuovo? ■ 1 Luigino Bonato, presbitero, teolo- go, Villa S. Carlo, Vicenza. 2 Monica Cornali, psicologa, esperta in Death Education, scrittrice, Padova. Beato Angelico, Il Giudizio universale, particolare, 1431, 2 MAGGI A., L’ultima beatitudine. La Museo di San Marco, Firenze. morte come pienezza di vita, Garzanti Milano 2017. ottobre/dicembre 2020 15
PAROLA CHIAVE ARTE E FEDE Nel fascino del mistero Un dipinto testimonianza magistrale di un artista geniale che suscita nei fedeli il desiderio di corrispondere nella quotidianità al dono della salvezza offerta nel Bambino Gesù. di Antonio Scattolini1 re rivelano non solo una mano (cf. costruzione sapiente delle sua esperta dal punto di vista tecnico composizioni, morbidezza veneta Il dipinto La narrazione del secondo ca- pitolo del vangelo secondo Luca (2,1-14), che accompagna la litur- gia natalizia, articola l’evento in due scene distinte: i versetti 1- 14, prendendo le mosse dal censi- mento di Cesare Augusto e dallo spostamento forzato della Santa Famiglia a Betlemme, raccontano la nascita del Bambino e l’annun- cio della grande gioia rivolto dagli angeli ai pastori che vegliavano il loro gregge. Questa pagina si legge nella Messa della Notte. Dal ver- setto 15 in poi invece l’evangelista presenta il movimento dei pastori che vanno, trovano il Bambino, rac- contano e glorificano Dio (pagina proposta nella messa dell’Aurora). Lorenzo Lotto2, in questo bel dipinto che è custodito a Washin- gton, si concentra sulla prima par- te del brano di Luca, realizzando, con la sua tipica dolcezza, una im- magine devozionale per una ignota famiglia di Bergamo. È un dipinto semplice, di facile lettura. Lotto è un protagonista di pri- mo piano del Rinascimento, anche se è stato riscoperto recentemente, in special modo per merito di Ber- nard Berenson3, voce autorevole Lorenzo Lotto, Natività, 1523, National Gallery, Washington - USA. della critica moderna. Le sue ope- 16 ottobre/dicembre 2020
STUPORE E del colore, cura dei dettgli…) ma analisi emerge la complessità della intese come un richiamo allegori- anche una originalità di invenzio- sua composizione piramidale, in co biblico presente già nei salmi ne, un’adesione ai valori di dignità cui la duplice postura ad inchino (cf. 54, 1-9) e poi nella scena della e nobiltà interiore e soprattutto di Maria e Giuseppe crea due dia- Presentazione di Gesù al Tempio, un’attenzione agli aspetti psicolo- gonali ascendenti verso il cielo, come offerta della Sacra Famiglia gici dell’animo umano. dove vediamo il Gloria degli An- (cf. Luca 2, 22-24). In questa piccola Natività (46 x gioletti, diagonali che se rovesciate Va evidenziato anche il bel gio- 35 cm), il pittore, uomo inquieto rivelano il loro vertice terreno, do- co di riflessi di luce che si intravede ma di fede sincera e di cultura ve sta il Bambino. all’interno dell’ambiente. Le linee teologica di ispirazione domeni- Inoltre, due assi invisibili si in- di fuga delle strutture architetto- cana, ci fa entrare in profonda crociano esattamente a metà del niche conducono l’occhio verso lo empatia con i protagonisti della dipinto, così che Lotto, pittore mi- sfondo, dov’è visibile un paesaggio scena e ci introduce all’evento non stico, sembra concepire l’opera co- tipicanente prealpino articolato in lasciandoci solo spettatori di ciò me un’icona. L’evento della nascita più piani: sul colle più vicino si tro- che accade: insieme a questi due del Salvatore accade sotto un arco va un prato, luogo di pascolo di un genitori amorevoli, anche il fedele accennato dai due grandi pilastri gregge vegliato attentamente da partecipa alla venerazione devota che fungono da quinta teatrale un pastore, mentre in lontananza del neonato Gesù, con un senti- asimmentrica. si scorgono i profili di montagne mento confidenziale, domestico, La stalla è visibile al di là di che si allontanano sotto un cielo poetico. questo arco. Una scala, accostata al solcato da nubi. Per questa ragione noi non as- muro esterno, è collocata significa- sisitiamo alla scena dall’esterno, tivamente proprio dietro la testa di ma siamo immediatamente collo- Maria, quasi ad evocare il doppio Gli angeli cati all’interno della stalla in cui ruolo di colei che fa discendere il nasce il Figlio di Dio! Ricordiamo Figlio sulla terra, ma che anche è Il vertice che quando Lotto realizza questa nostro aiuto per salire al cielo. superiore super Natività erano tempi critici per la Questa immagine era un at- della fede cristiana (cf. Riforma lutera- tributo riferito a Maria già dai strut- na): «La ricerca di una religione Padri della Chiesa e dagli autori tura viva ed umana, capace di offrire monastici medievali in riferimento com- certezze interiori per la propria sal- alla visione della Scala del Cielo di posi- vezza caratterizzò tutta quest’epo- Giacobbe ed era presente pure in tiva tiv pi- ca e conferì toni patetici, di tipo alcune icone bizantine a motivo ramida- ram sentimentale e intimo, alle forme dell’allusione ai gradi dell’ascesi le coincide coin della pietà», scrive Adriano Prospe- spirituale; non dimentichiano che con il gruppo gru ri. L’opera è considerata una delle la mediazione di Maria veniva esal- degli angeli che cantano il Gloria, migliori di Lotto, uno degli esempi tata al tempo del pittore in polemi- così come narra il Vangelo della più alti della pittura lombarda del ca con i protestanti. Messa della Notte (cf. Luca 2,9-14). Cinquecento (Giordana Mariani Riprendendo ancora i verset- Le loro ali diversamente colorate Canova). ti della visione di Giacobbe (cf. alludono alle tre virtù teologali, Genesi 28,17) Lotto ha disposto cioè alla fede, alla speranza ed alla proprio dietro a Maria anche la carità. Questo piccolo coro celeste La stalla prima delle due porte della stalla: aggiunge al dipinto una nota di in tal modo, associandola alla lita- tenerezza, specialmente a motivo Lotto imposta la scena collo- nia “Porta del cielo”, l’artista raf- del gesto affettuoso dell’angioletto cando i personaggi in un’ambien- forza ulteriormente l’importanza centrale che abbraccia gli altri due tazione sapientemente costruita. della sua persona, certamente in compagni: insieme sostengono la Se ad un primo sguardo questa ossequio alla devozione dei suoi grande pagina di un antico corale Natività ci può sembrare molto committenti. Anche le due colom- con le note ed il testo. Anche la lo- semplice, in realtà con una attenta be collocate sopra l’ingresso vanno ro nudità si contrappone a quella ottobre/dicembre 2020 17
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