Cin Caritate Bollettino delle suore - Natale 2020 la sua tenda è tra noi - Suore Francescane ...

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Cin Caritate Bollettino delle suore - Natale 2020 la sua tenda è tra noi - Suore Francescane ...
C
                                                                                                                                     Caritate
                                                                                                                                      in

                                                                                                                                                           Bollettino delle suore
                                                                                                                                                           terziarie francescane
                                                                                                                                                           elisabettine di Padova
                                                                                                                                                           n. 4 - ottobre/dicembre 2020
                                                                                                                                           C H R I S T I
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB PADOVA

                                                                                                                                           Natale 2020
                                                                                                                                      la sua tenda è tra noi
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IN QUESTO NUMERO
                                               anno CXCII n. 4       Nella chiesa
                                               ottobre/dicembre     Francesco e Girolamo                         4
                                               2     0    2     0   Renzo Gerardi
                                                                    Un’enciclica di fraternità e di amicizia    11
                                                                    Enzo Fortunato
                                                                     Spiritualità
                                                                    La beata Eustochio di Padova                11
                                                                    Marilisa Andretta
                                                                    Educare il cuore all'eternità (II)          14
                                                                    Luigino Bonato e Monica Cornali
                                                                     Parola chiave
                                                                    Nel fascino del mistero                     16
                                                                    Antonio Scattolini
                                                                     Radici nel cielo
                                                                    Un filo di luce                             20
                                                                    Marilena Carraro
                                                                     Finestra aperta
                                                                    Un piccolo “ospedale da campo”              21
                                                                    Gianpaolo Barbariol
                                                                    Vita fraterna in tempo di pandemia          23
                                                                    Laura Novello
                                                                    In clima di positività e accoglienza       et24
                                                                    Agnese Loppoli

   In copertina: Il presepio della parrocchia Santa Maria Assunta    In cammino
   di Salboro (Padova), part.                                       Incontro virtuale ma fraterno               26
                                                                    a cura di Chiarangela Venturin
                                                                     Accanto a...
                                                                    Le ragioni del lupo                         29
Editore                                                             Emiliana Norbiato
Istituto suore terziarie francescane
elisabettine di Padova
                                                                     Vita elisabettina
via Beato Pellegrino, 40 - 35137 Padova                             «Sono tua creatura amata dall’eternità»     31
tel. 049.8730.660 - 8730.600; fax 049.8730.690                      a cura di Antonella De Costanza
e-mail incaritate@elisabettine.it                                   Sì, per sempre                              33
                                                                    a cura di Soad Youssef
Per offerte                                                         Una festa a più colori                      34
ccp 158 92 359                                                      a cura di Manal Jaqoub Tawadros
Direttore responsabile                                              Shalom: portare pace, insieme               35
Guglielmo Frezza                                                    comunità Shalom
Direzione                                                           Un ospite desiderato                        36
Paola Furegon                                                       Silvia Melato
Collaboratori                                                        Storia e memoria
Ilaria Arcidiacono, Sandrina Codebò, Barbara Danesi e
varie collaborazioni.
                                                                    Un grazie corale nella Chiesa di Padova     38
                                                                    Giannagnese Terrazzin

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                                                                    Oltre la cronaca                            40
                                                                    a cura di Loredana Scudellaro
Imprimenda s.n.c. - Limena (PD)
Autorizzazione del Tribunale di Padova
                                                                    Il bene non può essere dimenticato          44
                                                                    a cura della Redazione
n. 77 del 12 gennaio 2012
Spedizione in abbonamento postale                                   La locanda del buon samaritano              45
                                                                    Silvano Buso
       Questo periodico è associato all’Uspi                         Nel ricordo
       (Unione stampa periodica italiana)
                                                                    Credo la vita eterna                        48
                                                                    Sandrina Codebò
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EDITORIALE

                                      Verso Betlemme
«N       on ci sarà il Natale?
   Certo che ce ne sarà uno!
                                                              È un tempo, questo, nel quale sommessamente
                                                          ci chiediamo dove sia il Dio misericordioso che ci
   Più silenzioso e più profondo,                         pareva di conoscere.
   più simile al primo Natale, quando è nato Gesù,            E attendiamo una liberazione ‘umana’, una luce
   senza tante luci sulla terra                           dalla scienza, una salvezza dalla ricerca. Chissà! Pur
   ma con la stella di Betlemme,                          consapevoli che le risposte umane non sono mai la
   con le strade intermittenti                            certezza definitiva.
   della vita nella sua immensità.                            Attendere, attesa: sono le stesse parole che segna-
   Natale ci sarà perché Dio-è-con-noi.                   no il cammino liturgico di avvento.
   E noi condivideremo,                                       Attendiamo, e con pazienza facciamo contatto
   come fece Cristo nella mangiatoia,                     con la nostra interiorità, con semi di novità che in
   la nostra povertà, la nostra prova,                    essa prendono forma, con una riflessione diversa e
   le nostre lacrime,                                     nuova; sentiamo relative le tante parole che vengono
   la nostra angoscia e la nostra condizione di orfani.   dette - che noi stessi diciamo - per lasciare spazio allo
   Ci sarà Natale.                                        sgorgare di parole di vita, di solidarietà, e anche di
   Perché abbiamo bisogno di questa luce divina           preghiera e di speranza.
   in mezzo a tante tenebre...»                               Ecco, Natale è il germoglio nuovo che si innesta
                                                          nelle nostre vite; il Dio-con-noi ci indica il senso, che
                                                          riscatta i poveri e illumina i saggi, che dona a ciascu-
   Alcuni versi della poesia di padre Javier Leoz         no la salvezza.
(parroco a Pamplona-Spagna), che ha fatto il giro             Con Maria e Giuseppe lasciamoci avvolgere dal-
del mondo, ci fanno buona compagnia in questo             la luce del mistero, consapevoli che povertà, preoc-
avvento.                                                  cupazioni, paure, sofferenze sono già riscattate:
   Ci aprono al senso del mistero che di anno in              a Betlemme per noi «è nato il Salvatore».
anno ci visita e ci sorprende, e nello stesso tempo                     Buon Natale!
rispecchiano i nostri giorni ancora
così pieni di incertezza, di                                                                        La Redazione
sospensione, spesso di
dolore e di lacrime.

                                                                                      ottobre/dicembre 2019
                                                                                                                      3
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NELLA CHIESA

    UNA LETTERA PER CELEBRARE

    Francesco e Girolamo
    Girolamo, un santo dall’amore vivo e soave per la Scrittura
    e per Cristo unito a una vita austera e di studio.

    di Renzo Gerardi1                      terprete raffinato dei testi biblici,    bre 2010 pubblicò l’esortazione
                                           traduttore, esegeta e divulgatore        apostolica Verbum Domini, do-
                                           della sacra Scrittura.                   po la celebrazione, due anni prima,
        Il “perché” di una                     Fu monaco e asceta, predicatore      del Sinodo dei vescovi dedicato
              lettera                      e guida spirituale esperta, ardente      alla parola di Dio. Lì precisamen-
                                           e impetuoso difensore della verità       te viene citato un prezioso com-
        «Un affetto per la Sacra Scrit-    cristiana. Santo e grande dottore        mento fatto da Girolamo al salmo
    tura, un amore vivo e soave per        della Chiesa, per la sua opera viene     147, dove indica l’atteggiamento
    la parola di Dio scritta è l’eredità   considerato come un “ponte” tra          da avere nei confronti della parola
    che san Girolamo ha lasciato alla      Occidente e Oriente.                     di Dio: «Io penso che il vangelo è il
    Chiesa attraverso la sua vita e le         Con questa lettera, Francesco        corpo di Cristo; e le sante Scritture
    sue opere»: così inizia la lettera     ha voluto seguire le orme di suoi        sono il suo insegnamento. E quan-
    apostolica Scripturae Sacrae affec-    predecessori. Già Benedetto XV de-       do egli dice: “Chi non mangerà la
    tus, pubblicata da papa Francesco      dicò a san Girolamo il 15 settembre      mia carne e berrà il mio sangue”
    il 30 settembre 2020, in occasione     1920 – in occasione del quindicesi-      (Giovanni 6,53), benché queste pa-
    del XVI centenario della morte del     mo centenario della sua morte – la       role si possano intendere anche
    grande padre della Chiesa. Infat-      lettera enciclica Spiritus Paraclitus,   del mistero eucaristico, tuttavia il
    ti, il 30 settembre dell’anno 420,     presentandolo al mondo come «il          corpo di Cristo e il suo sangue è
    nella sua cella accanto alla grotta    più grande dottore nello spiegare        veramente la parola della Scrittura,
    di Betlemme, Sofronius Eusebius        le sacre Scritture, doctor maximus       è l’insegnamento di Dio».
    Hieronymus – san Girolamo di           explanandis Scripturis».                      Papa Francesco ha ritenuto che
    Stridone – concludeva la sua vita          E papa Benedetto XVI, nel no-        l’attuale centenario potesse costi-
    terrena.                               vembre 2007, presentò in due cate-       tuire una occasione per una rin-
        Girolamo fu studioso infatica-     chesi successive la personalità e le     novata chiamata ad «amare ciò
    bile, profondo conoscitore e in-       opere di Girolamo, e il 30 settem-       che Girolamo amò», riscoprendo
                                                                                    i suoi scritti e la sua spiritualità
                                                                                    che, nel suo nucleo più vitale, può
                                                                                    essere descritta come «il desiderio
                                                                                    inquieto e appassionato» di una
                                                                                    conoscenza più grande del Dio ri-
                                                                                    velato.
                                                                                         Sappiamo come, purtroppo, la
                                                                                    ricchezza della sacra Scrittura sia
                                                                                    ignorata da molti. Vi sono tanti
                                                                                    cristiani “analfabeti” della propria
                                                                                    tradizione religiosa. «Scarseggiano
                                                                                    le competenze ermeneutiche, che
                                                                                    ci rendano interpreti e traduttori
                 Basilica di Betlemme, tomba di san Girolamo.                       credibili della nostra stessa tradi-
     Foto di pagina accanto: Domenico Ghirlandaio, Girolamo nello studio
                        a servizio di papa Damaso, 1480.                            zione culturale». Pertanto, papa
                                                                                    Francesco invita a sviluppare una
4            ottobre/dicembre 2020
Cin Caritate Bollettino delle suore - Natale 2020 la sua tenda è tra noi - Suore Francescane ...
pedagogia ecclesiale affinché «cia-      e poi fu ad Antiochia, dove venne
scuno diventi capace di aprire il        ordinato presbitero.
libro sacro e di trarne i frutti».           Non ancora trentenne, ritira-
Si tratta di una pedagogia tanto         tosi nel deserto della Calcide, in
indispensabile quanto poco colti-        Siria, durante una grave malattia e
vata. Perciò egli lancia ai giovani      in seguito a una visione maturò la
una sfida: «Partite alla ricerca della   decisione di dedicarsi totalmente
vostra eredità. Il cristianesimo vi      e profondamente allo studio delle
rende eredi di un insuperabile pa-       sacre Scritture. Ciò significò per-
trimonio culturale di cui dovete         fezionare e completare lo studio
prendere possesso. Appassionatevi        della lingua greca e affrontare con
di questa storia, che è vostra».         fatica quello della lingua ebraica.
    Ciò a cui Girolamo spronava          «È una benedetta inquietudine a
incessantemente i suoi contem-           guidarlo e a renderlo instancabi-
poranei – «Leggi spesso le divine        le e appassionato nella ricerca»,
Scritture; anzi le tue mani non          annota papa Francesco. Girolamo
depongano mai il libro sacro» (Epi-      confessa: «Ogni tanto mi dispe-
stola 52,7) – mantiene tutto il suo      ravo, più volte mi arresi; ma poi
valore anche oggi.                       riprendevo per l’ostinata decisione
                                         d’imparare», condotto dal «seme
 Viaggiatore inquieto e                  amaro» di tali studi a raccogliere
“compagno di viaggio”                    «frutti saporosi» (Epistola 125, 12).
                                             Dopo un proficuo soggiorno            rienza spirituale e di studio biblico
    L’esortazione apostolica inizia      a Costantinopoli, nel 382 Girola-         avviata, partì alla volta dell’Egitto
ripercorrendo le tappe essenziali        mo ritornò a Roma, dove si mise           e della Palestina, stabilendosi de-
della vita di Girolamo. Da giovane,      «a disposizione di papa Damaso            finitivamente a Betlemme nel 386.
fu tutto un viaggiare da oriente a       (366-384) che, apprezzando le sue         Lì riprese gli studi filologici, «an-
occidente, dal settentrione al meri-     grandi qualità, ne fa un suo stret-       corati ai luoghi fisici», che erano
dione, lungo le strade dell’impero       to collaboratore», suo segretario e       stati lo scenario delle narrazioni
romano o solcando i mari. Poi egli       confidente. Impegnato nella revi-         bibliche.
passò più di trentaquattro anni a        sione della traduzione del Nuovo              L’esperienza di vita, nutrita dal-
Betlemme, immerso nella preghie-         Testamento, nello stesso tempo            la parola di Dio, fa di Girolamo
ra e nello studio. Però continuò a       Girolamo inizia, sull’Aventino,           una guida spirituale ricercata e
essere “compagno di viaggio” di          un’autentica “scuola” di spiritua-        raggiunta anche attraverso una fit-
tanti, donne e uomini, desidero-         lità, un cenacolo dove si leggeva         ta corrispondenza epistolare. Egli
si di vivere secondo il vangelo di       e si studiava con rigore la Bibbia,       si fa vero “compagno di viaggio”,
Cristo, dei quali fu guida saggia e      anche nelle lingue originali, con         convinto che «non c’è arte che
prudente.                                la collaborazione di un gruppo di         s’impari senza maestro».
    Nato intorno all’anno 345 a          aristocratiche romane, desiderose             Proprio a Betlemme, luogo per
Stridone, al confine tra la Dalma-       di scelte radicali evangeliche, co-       lui privilegiato, presso la grotta
zia e la Pannonia, Girolamo venne        me Marcella, Paola e la figlia di         della Natività fondò due monaste-
battezzato in età adulta a Roma,         lei Eustochio. Girolamo è esegeta,        ri, uno maschile e uno femmini-
dove era studente di retorica e          docente, guida spirituale.                le, con ospizi per l’accoglienza dei
attento lettore dei classici latini.         Però alla morte di papa Dama-         pellegrini, rivelando in tal modo
Quindi si recò in viaggio di studi       so, nel 384, Girolamo, incompreso         la sua disponibilità nell’accoglie-
nella città imperiale di Treviri, do-    e inviso al clero, che lo criticava an-   re quanti arrivavano per visitare i
ve ebbe importanti contatti con la       che per le sue amicizie femminili,        luoghi santi.
vita monastica. Ad Aquileia iniziò       si vide costretto a lasciare Roma e,          Al centro dell’ideale ascetico di
una esperienza di vita comune con        seguito da amici e da alcune don-         Girolamo brilla la Scrittura: egli
alcuni amici (“un coro di beati”!),      ne desiderose di continuare l’espe-       esorta, raccomanda, insegna a leg-

                                                                                         ottobre/dicembre 2020              5
NELLA CHIESA

    gerla costantemente, meglio anco-         die e incomprensioni, fu costretto       contro con Dio, dove attraverso la
    ra se nelle lingue originali. È nella     a lasciare definitivamente l’Urbe e      contemplazione, le prove interiori,
    sacra Scrittura che, mettendosi in        a trasferirsi in Palestina, egli rima-   il combattimento spirituale, arriva
    ascolto, Girolamo trova sé stesso, il     se fortemente legato alla cattedra       alla conoscenza della fragilità, con
    volto di Dio e quello dei fratelli, e     di Pietro.                               una maggiore consapevolezza del
    affina la sua predilezione per la vita        Per Girolamo, «la Chiesa di          limite proprio e altrui, riconoscen-
    comunitaria. Da qui il suo deside-        Roma è il terreno fecondo dove           do l’importanza delle lacrime».
    rio di vivere con gli amici, come già     il seme di Cristo porta frutto ab-           La duplice testimonianza del
    ai tempi di Aquileia, perseguendo         bondante», come scrive nella Epi-        santo – monaco penitente e studio-
    l’ideale cenobitico di vita religiosa     stola 15. Ritiene la cattedra di Pie-    so – si rivela preziosa sia per chi è
    che vede il monastero come “pale-         tro punto di riferimento sicuro e        chiamato a vivere di ascesi e di pre-
    stra” in cui formare persone «che         garanzia di comunione, tanto da          ghiera, come i monaci e i cenobiti,
    si ritengono inferiori a tutti per        affermare: «Io che non seguo nes-        sia per chi sente la vocazione allo
    essere primi fra tutti», felici nella     suno se non il Cristo, mi associo in     studio e all’approfondimento della
    povertà e capaci di insegnare con il      comunione alla cattedra di Pietro.       “scienza di Dio”.
    proprio stile di vita.                    So che su quella roccia è edificata          Egli è duplice modello: per
                                              la Chiesa».                              l’ascesi e la preghiera tipica dei
          Cattolico perché                                                             monaci, e per l’amore per Cristo
              romano                            Penitente e studioso                   e l’umiltà richiesti agli studiosi. I
                                                                                       primi non possono tralasciare di
        Girolamo ebbe sempre uno stret-           Per una adeguata comprensio-         dedicarsi anche «all’assiduo trava-
    to legame con la città di Roma e un       ne della ricca personalità di Girola-    glio della ricerca e del pensiero»;
    privilegiato rapporto con la cattedra     mo, papa Francesco ritiene che sia       i secondi devono ricordare «che il
    di Pietro. Pertanto, si può giusta-       necessario tenere conto di due di-       sapere è valido religiosamente so-
    mente parlare di “romanità” di Giro-      mensioni caratteristiche della sua       lo se fondato sull’amore esclusivo
    lamo, per molteplici ragioni.             esistenza di uomo e di credente,         per Dio, sulla spogliazione di ogni
        Roma fu per lui come “un porto        che vanno fra loro coniugate.            umana ambizione e di ogni mon-
    spirituale”. A Roma egli si formò             È noto il suo eccezionale impe-      dana aspirazione».
    come umanista e letterato. A Ro-          gno di studio assiduo, volto a una           Più volte Girolamo è stato raffi-
    ma completò la sua formazione             sempre più piena comprensione            gurato come penitente in una grot-
    cristiana, ricevendo il battesimo.        del mistero del Signore. Nello stes-     ta, eccessivo nei gesti e nei toni,
    Della lingua dell’Urbe, il latino, egli   so tempo non va trascurata la sua        mentre si percuote il petto con un
    fu insigne maestro e cultore. Fu a        consacrazione a Dio, compiuta in         sasso: «monaco e penitente, con un
    Roma che iniziò la revisione della        maniera rigorosa e assoluta, con         corpo scolpito dal digiuno, in gi-
    traduzione del nuovo Testamento           una rinuncia a ogni soddisfazione        nocchio o prostrato a terra, con gli
    in lingua latina. Girolamo può es-        umana, per amore di Cristo.              occhi rivolti al crocifisso». Ma non
    sere detto, a ragione “homo romanus,          La scelta – anche se temporanea      mancano anche le raffigurazioni di
    uomo romano”, quindi cattolico.           – da lui fatta, ancora in giovane        lui come studioso riflessivo, cala-
        Soprattutto egli fu legato alla       età, di ritirarsi nel deserto, mostra    mo alla mano, intento alla lettura
    cattedra di Pietro, al punto che          il suo desiderio e la sua volontà di     e alla traduzione della Scrittura:
    l’iconografia lo ha spesso raffigu-       vivere radicalmente la vita ascetica     «seduto al suo scrittoio, attorniato
    rato con le vesti cardinalizie. Si        eremitica, dove venga dato spa-          da volumi e pergamene, investito
    tratta, evidentemente di un “ana-         zio allo studio approfondito delle       della missione di difendere la fede
    cronismo” (il cappello cardinalizio,      lingue, che meglio permettano di         attraverso il pensiero e lo scritto».
    con cui viene spesso raffigurato          penetrare nel mistero del Signore.           Il pittore Caravaggio congiunge
    fu in uso solo dalla metà del XIII        Nel deserto egli sperimenta la pre-      i due aspetti in un’unica scena:
    secolo), che però vuole segnalare la      senza concreta di Dio e la sua mi-       l’anziano asceta viene presentato
    sua appartenenza al presbiterio di        sericordiosa consolazione. Quello        «sommariamente rivestito da un
    Roma accanto a papa Damaso.               è il «luogo delle scelte esistenziali    panno rosso», che sul tavolo ha un
        Anche dopo che, a causa di invi-      fondamentali, di intimità e di in-       teschio, simbolo della vanità delle
6            ottobre/dicembre 2020
ventando i monaci, venne guarito
                                                       San Girolamo
                                                       in preghiera e              da Girolamo, tanto che gli restò
                                                       penitenza, icona,           affezionato. Simbolo della forza
                                                       XV-XVI sec., museo          bruta vinta con la pietà, un leone
                                                       nazionale Ravenna.          è presente nelle rappresentazioni
                                                                                   pittoriche di Girolamo nel deserto,
                                                                                   ma anche mentre è immerso nello
                                                         za dubbio il suo amore    studio, seduto allo scrittoio. Anzi,
                                                         appassionato per la pa-   lo stesso Girolamo è stato chiama-
                                                         rola di Dio, trasmessa    to “leone di Betlemme”.
realtà terrene; ma è pure raffigura-      alla Chiesa nella sacra Scrittura, che       La dimensione polemica, che ri-
ta la qualità dello studioso, che tie-    egli studiò soltanto perché essa lo      corre spesso nei suoi scritti – ricor-
ne gli occhi fissi sul libro, mentre      portava a conoscere Cristo. Notis-       da papa Francesco – si comprende
«la sua mano intinge la penna nel         simo è il suo detto: «L’ignoranza        meglio se letta «come una sorta di
calamaio, nell’atto caratteristico        delle Scritture è ignoranza di Cri-      calco e di attualizzazione della più
dello scrittore».                         sto». L’affetto per la sacra Scrittu-    autentica tradizione profetica».
                                          ra raggiunse la sua espressione più      Nella scia di Elia, di Giovanni Bat-
        Affettuoso e                      compiuta “nella titanica impresa”,       tista e anche dell’apostolo Paolo,
        appassionato                      portata a termine a Betlemme, della      lo sdegno nei confronti della men-
                                          prima traduzione integrale di tutta      zogna, dell’ipocrisia e delle false
    Girolamo fu uomo di affetti e         la Bibbia in lingua latina, a partire    dottrine infiamma il discorso di
di grandi passioni.                       dall’ebraico e dal greco.                Girolamo, rendendolo provocato-
    Grande fu l’affetto che egli riser-       L’amore per la verità e la difesa    rio e apparentemente aspro. «È da
vò ad amiche e amici. E anche verso       ardente di Cristo hanno portato          loro che egli attinge il fuoco inte-
chi giungeva a Betlemme come pel-         Girolamo a eccedere nella violenza       riore che diventa verbo impetuoso
legrino, da lui generosamente ospi-       verbale nelle sue lettere e nei suoi     e dirompente, necessario per espri-
tato e guidato. Egli dispiegò una         scritti. Nell’intensità delle locuzio-   mere lo zelo ardente del servitore
frenetica attività epistolare verso       ni e delle immagini si manifesta         per la causa di Dio».
chi aveva conosciuto, continuando         il coraggio del credente, che non
da lontano a consigliare, a guidare,      vuole compiacere gli uomini, ma                  Traduttore e
a manifestare tutta la sua affettuo-      esclusivamente il suo Signore, per                divulgatore
sa amicizia. Espresse i suoi affetti      il quale egli ha consumato ogni
con impeto e sincerità. Il coinvolgi-     energia spirituale.                          Nel 382, quando ritornò a Ro-
mento nelle situazioni, in cui visse          Egli si confrontò pubblicamen-       ma, su indicazione di papa Dama-
e operò, si riscontra anche nel fatto     te con autori eretici, a volte con       so intraprese una revisione delle
che egli offrì il suo lavoro di tradu-    intemperanze, ma sempre mosso            precedenti traduzioni latine dei
zione e di commento come un “mu-          sinceramente dal desiderio di di-        vangeli, forse anche di altre parti
nus amicitiae”, un compito di amici-      fendere la vera fede e il deposito       del nuovo Testamento, e conti-
zia. Era un dono prima di tutto per       delle Scritture. Quando esagerava        nuò a tradurre omelie e commenti
gli amici, destinatari e dedicatari       nei toni, lo faceva per la ricerca di    scritturistici di Origene.
delle sue opere, ai quali chiedeva        una verità della quale era pronto            Ma fu a Betlemme che Giro-
di leggerle con animo amichevole          a farsi incondizionato servitore.        lamo si dedicò assiduamente allo
piuttosto che con occhio critico, e       In questo è modello di inflessibile      studio della Scrittura e a comple-
poi per i lettori, i suoi contempora-     testimonianza della verità, che as-      tare la traduzione in latino di tut-
nei e quelli di ogni tempo.               sume la severità del rimprovero per      ta la Bibbia. Nello stesso tempo,
    Girolamo mostrò tutto il suo af-      indurre a conversione.                   egli commentò i libri profetici, i
fetto «vivo e soave» soprattutto per          Secondo la Legenda Aurea, un         salmi, le opere paoline. Nelle sue
la sacra Scrittura, quindi per Gesù, il   leone, che aveva una spina con-          opere è confluito un prezioso e
Cristo. Tratto peculiare della figura     ficcata in una zampa, entrato nel        lungo lavoro, fatto di confronti e
spirituale di Girolamo rimane sen-        monastero di Betlemme e spa-             di collaborazioni, dalla copiatura
                                                                                         ottobre/dicembre 2020              7
NELLA CHIESA

    e collazione dei manoscritti alla         dotta nelle categorie linguistiche e       assidua e la meditazione costante
    riflessione e discussione.                mentali di ogni cultura e di ogni          aveva fatto del suo cuore una biblio-
        La traduzione della Bibbia ha         generazione.                               teca di Cristo» (Epistola 60,10).
    messo a disposizione di un vasto              È un atto di “ospitalità lingui-           Davvero Girolamo è una “bi-
    pubblico dell’impero romano i testi       stica”, che mette in comunicazione         blioteca di Cristo”, una biblioteca
    fino ad allora disponibili solo nel-      differenti comunità, favorendo l’in-       perenne che continua a insegnar-
    l’originale ebraico e nella traduzione    contro e la comunione. Senza tra-          ci che cosa significhi l’amore per
    greca dei Settanta (composta dalla        duzione, non esiste comprensione.          Cristo, amore che è indissociabile
    comunità ebraica di Alessandria at-                                                  dall’incontro con la sua parola.
    torno al secondo secolo a.C.).            Diacono della Parola e                         Lo studio fu per Girolamo un
        La traduzione di Girolamo,            “biblioteca di Cristo”                     esercizio di vita spirituale, un mez-
    superati alcuni rifiuti iniziali, di-                                                zo per arrivare a Dio. Si dedicò
    ventò patrimonio comune sia dei               Girolamo non risparmiò sfor-           interamente a Cristo e alla sua pa-
    dotti, sia del popolo cristiano, del      zi al fine di arricchire la propria        rola, consacrando la sua esistenza
    vulgus, da cui il nome di Vulgata,        biblioteca, che considerò un la-           a rendere sempre più accessibile
    segnando la storia culturale del-         boratorio indispensabile per l’in-         la Bibbia agli altri, con il suo in-
    l’Occidente e modellandone il lin-        telligenza della fede e per la vita        faticabile lavoro di traduttore e
    guaggio teologico.                        spirituale: per lui, lo studio fu un       commentatore. Divenne servitore
        Con la sua traduzione, Giro-          impegno costante, una priorità di          fedele e laborioso della parola di
    lamo è riuscito a “inculturare” la        ogni giorno della sua vita.                Dio, perché innamorato della “car-
    Bibbia nella lingua e nella cultura           Assimilò un’intera biblioteca e        ne della Scrittura”.
    latina, e questa sua operazione è         divenne dispensatore di sapere per             Senza intelligenza di ciò che è
    diventata un “paradigma” perma-           molti altri. Postumiano2, che nel          stato scritto dagli autori ispirati,
    nente per l’azione missionaria del-       IV secolo viaggiò in Oriente alla          la parola di Dio rimane priva di ef-
    la Chiesa. Come la traduzione di          scoperta dei movimenti monastici,          ficacia. Ma le pagine bibliche non
    Girolamo è debitrice della lingua e       fu testimone oculare dello stile di        sempre sono immediatamente ac-
    della cultura dei classici latini, così   vita di Girolamo, presso il quale          cessibili. Il testo biblico molte volte
    essa, con il suo linguaggio e il suo      soggiornò alcuni mesi, e così lo           appare come “sigillato” e bisogno-
    contenuto, è diventata a sua volta        descrisse: «Egli è tutto nella lettura,    so di facilitatori che, con atteggia-
    “elemento creatore di cultura».           tutto nei libri; non riposa né giorno      mento “diaconale”, si pongano a
        Come disse papa Gregorio Ma-          né notte; sempre legge o scrive qual-      servizio del popolo di Dio per una
    gno (nel Commento a Ezechiele,            cosa» (Sulpicio Severo, Dialogus I,9,5).   spiegazione di quei testi che sono
    I,7), ogni traduzione arricchisce la          Ma Girolamo non fu soltanto            scritti con linguaggi e modalità
    Scrittura, perché essa “cresce con        uno dei massimi cultori della “bi-         espressive talvolta non più imme-
    il lettore”. Infatti, la Bibbia ha bi-    blioteca”, di cui si nutre il cristiane-   diatamente comprensibili.
    sogno di essere costantemente tra-        simo nel corso del tempo, a comin-             Girolamo guida anche oggi a
                                                                   ciare dal tesoro      comprendere ciò che si legge, sia
                                                                   delle sacre Scrit-    perché «conduce ogni lettore al mi-
                                                                   ture. A lui si può    stero di Gesù, sia perché assume re-
                                                                   applicare ciò che     sponsabilmente e sistematicamente
                                                                   egli stesso scrive-   le mediazioni esegetiche e culturali
                                                                   va di Nepoziano3:     necessarie, per una corretta e profi-
                                                                   «Con la lettura       cua lettura delle sacre Scritture». ■

                                                                  Caravaggio,               1  Presbitero del patriarcato di Vene-
                                                                  Girolamo,              zia, docente emerito di Teologia nella
                                                                  1605-1606,             Pontificia Università Lateranense - Roma.
                                                                                             2 Postumiano, storico latino.
                                                                  Galleria
                                                                                             3 Nepoziano, cultore della sacra
                                                                  Borghese,Roma.
                                                                                         Scrittura.

8            ottobre/dicembre 2020
IN DIALOGO CON TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ

Una enciclica di fraternità
e di amicizia
Note per una lettura della enciclica di papa Francesco:
"Fratelli tutti", firmata il 3 ottobre 2020 sulla tomba
di san Francecso ad Assisi.

di Enzo Fortunato1                      altare e cattedra di pace.
                                            Ricordo come fosse ieri la con-
                                        ferenza stampa in cui il neoeletto
                                        Vescovo di Roma spiegava davanti
         La persona                     a oltre seimila giornalisti il motivo   dii Assisi a un
        prima di tutto                  della scelta del nome.                  cavaliere
                                                                                 avaliere povero, permet-
                                            Francesco, «l’uomo della po-        tendoci di cogliere tonalità, colori

E
      ravamo abituati alle foto di      vertà, l’uomo della pace, l’uomo        ed essenza del titolo: Fratelli tutti,
      rito delle firme delle encicli-   che ama e custodisce il creato»,        sulla fraternità e l’amicizia sociale.
      che. A vedere il Papa che le      ponendo, al tempo stesso, le basi       La fraternità è un gesto, più che
siglava su un tavolo di legno. Que-     programmatiche del proprio pon-         una parola.
sta volta, 3 ottobre 2020 ore 15.00,    tificato. La scelta dell’immagine
ci siamo trovati con il Santo Padre     che accompagna questa enciclica           Una tappa storica per
che guarda san Francesco e firma        (in copertina della edizione vatica-      comprendere questo
la propria enciclica su un tavolo       na) ripropone il dono del mantel-              pontificato
di roccia facendo diventare Assisi      lo da parte del giovane Francesco
                                                                                    Quello che è accaduto ad As-
                                                                                sisi il 3 ottobre 2020 sulla tomba
                                                                                di Francesco, dopo la celebrazione
                                                                                eucaristica presieduta dal Papa, ci
                                                                                dona la possibilità di comprendere
                                                                                l’architettura intellettuale del pon-
                                                                                tificato. L’uomo di Buenos Aires di
                                                                                fatto va ad aggiungere un tassello
                                                                                dell’impalcatura di una Chiesa rin-
                                                                                novata.
                                                                                    Con la Lumen fidei, rispondeva
                                                                                all’esigenza che la fede fosse fo-
                                                                                riera di pace, perché nella fede il
                                                                                nome di Dio è Pace. Nella seconda
                                                                                enciclica, la Laudato si’, il Papa
                                                                                ha fissato il secondo motivo della
                                                                                scelta del proprio nome, dicendoci
                                                                                che il Poverello è «un esempio bello
    Giotto, Francesco dona il mantello ad un cavaliere decaduto (part.)         e motivante». Una critica netta al
               Assisi, Basilica superiore di San Francesco.                     sistema del capitalismo avvelenato
                                                                                e la proposta di un nuovo modello
                                                                                      ottobre/dicembre 2020              9
NELLA CHIESA

                                                                                        solo maschile, ma anche femmi-
                                                                                        nile. È talmente vera l’attenzione
                                                                                        alla fraternità che negli scritti di
                                                                                        san Francesco, il nome del Signore
                                                                                        ricorre 426 volte, immediatamente
                                                                                        seguito dalla parola fratello, ben
                                                                                        264 volte. Un dato statistico che
                                                                                        ne fa comprendere l’importanza e
                                                                                        indica che la fede nel Signore trova
                                                                                        uno specchio sostanziale nel rap-
                                                                                        porto con l’altro.
                                                                                            Nell’enciclica ben tre volte ri-
                                                                                        corre il riferimento all’Assisiate. Un
                                                                                        numero che ha un simbolismo mol-
                                                                                        to forte. Non so se l’occasione sia
                                                                                        voluta o sia frutto di una semplice
             I compagni di san Francesco tutti fratelli e fratelli di tutti.
                                                                                        coincidenza, fatto sta che il nume-
                                                                                        ro “tre” ci ricorda la comunione,
     economico fondato sul concetto dì         significa “sostenere, nutrire”. In       che vive nel cuore stesso di Dio, che
     ecologia integrale. «Niente di que-       effetti, una sorella o un fratello è     è Padre, Figlio e Spirito Santo. E il
     sto mondo ci risulta indifferente».       la persona a cui siamo legati non        Padre è tale perché guarda il Figlio
         Con Fratelli tutti completa il        solo da un rapporto di sangue, ma        e viceversa, “così” il fratello è tale
     trittico: ecco l’uomo della solida-       anche da una relazione reciproca         quando guarda il proprio simile
     rietà. Un testo francescano tout          di crescita e sostentamento. Rin-        come fratello e, insieme, guardano
     court. Il riferimento è alla sesta        saldare questa relazione all’interno     a Dio come Padre.
     delle Ammonizioni degli scritti del       dell’umanità è stata la rivoluzione          A livello sodale, in ultima istan-
     Santo: «Guardiamo con attenzio-           del Francesco di ieri ed è la vera       za, chi incontra Francesco incontra
     ne, fratelli tutti, il buon pastore,      sfida del Francesco di oggi.             la fraternità perché ci dice che la
     che per salvare le sue pecore so-             A livello ecclesiale ricordiamo      persona umana viene prima.
     stenne la passione della croce».          come proprio san Pietro, la roccia           Prima dei caratteri e della sto-
         Si tratta di vivere la fraternità,    su cui Gesù ha edificato la sua          ria che le relazioni hanno inciso
     percorrendo la strada dell’imita-         Chiesa (Mt 16,18), nella sua Pri-        nella nostra carne.
     zione del Signore, della bontà e          ma Lettera parli della comunità              Prima delle condizioni econo-
     della compassione. Tre spezie che         dei battezzati utilizzando proprio       miche e sociali, povero o ricco,
     ci aiutano a dare densità esisten-        il termine fraternità (adelphoteˉta):    malato o sano, ignorante o colto,
     ziale, francescana, sociale e politica    «Onorate tutti, amate la fraternità,     giovane o anziano.
     all’inchiostro versato sull’altare, a     temete Dio» (1 Pt 2,17). In effetti,         Prima del colore della pelle.
     quella firma minuta e robusta.            come scriveva nel 1960 il futuro         Prima viene l’uomo, nella sua di-
                                               Benedetto XVI, l’eucaristia che è        gnità. Uno dei segreti dell’essere
      La densità della parola                  al cuore della Chiesa è proprio il       fratelli tutti.                     ■
            fraternità                         «sacramento della fraternità»2.
                                                                                             1 Fra Enzo, frate minore conventua-
                                                   A livello francescano, l’Assisiate
         La percezione antica e nuova          irrobustisce il concetto di frater-      le, vive nel Sacro Convento di Assisi ed è
                                                                                        direttore della «Rivista San Francesco». Il
     che l’enciclica vuole donare agli         nità. Immagine, terminologia e si-       testo, gentilmente concesso dall'autore,
     uomini e alle donne di buona vo-          gnificato prendono così vita con la      fa da premessa alla enciclica stampata
     lontà è il senso della parola “Fra-       forza dell’esempio. Esortava ogni        dalla LEV.
                                                                                             2 JOSEPH RATZINGER, Idee fondamen-
     ternità”. Un termine che deriva           frate e chi incontrava ad amarsi e
                                                                                        tali del rinnovamento eucaristico del XX
     dal latino fraternitas. Ma non so-        sostenersi a vicenda come una ma-        secolo, in IDEM, Opera Omnia, VII/1, Li-
     lo: ne troviamo tracce anche nel          dre ama e nutre il proprio figlio,       breria Editrice Vaticana, Città del Vaticano
     sanscrito, la cui radice è bhar, che      rendendo la parola fratello non          2016, 27.

10            ottobre/dicembre 2020
SPIRITUALITÀ

UNA BEATA SPECIALE

La beata Eustochio di Padova
a 550 anni dalla morte
di Marilisa Andretta1                     potevano entrare, giorno e notte,        dromi di una malattia mentale che
                                          laici e sacerdoti.                       la fanno oscillare tra momenti di
                                              In questo contesto si colloca        dolcezza ed esplosioni di violenza.

N
       ei santi “arde la fiamma del       la vita di Lucrezia. Nasce nel 1444           Appena eletto vescovo di Padova
       divino” e si manifesta il suo      da Maddalena Cavalcabò, una mo-          Jacopo Zeno (1460-1481), le mona-
       disegno, non sempre così           naca del citato monastero bene-          che e le educande, temendo una ri-
semplice da scoprire, soprattutto         dettino di San Prosdocimo, e da          forma del monastero, sospettate, fra
nella pluralità di voci e rumori che      Bartolomeo Bellini, un signorotto        l’alto, di aver avvelenato la Badessa,
caratterizza la storia attuale.           locale già sposato.                      fuggirono presso parenti e amici. Nel
    Parlare di santi, o, meglio, ascol-       Il rapporto adulterino con una       monastero rimase solo Lucrezia.
tare i santi, può sembrare obso-          consacrata e l’illegittimità della na-        Il Vescovo decise allora la fon-
leto, fuori luogo, ritenuto impro-        scita indussero Bartolomeo ad affida-    dazione di una nuova comunità
ponibile. In particolare, la santità      re la bambina alle monache del mo-       con benedettine provenienti dal
femminile richiede una riflessione,       nastero, dove era vissuta la madre.      convento di S. Maria della Miseri-
culturale e spirituale, nuova anche           Lucrezia era la più giovane delle    cordia, sotto la guida della badessa
a partire dalle figure femminili che      educande e l’unica che conduces-         Giustina da Lazzara.
ci vengono proposte come Sante.           se una vita illibata. Pur essendo             Lucrezia chiede allora di vesti-
    È diventata di attualità, que-        soggetta a “strane” manifestazioni       re l’abito monacale anche se le
st’anno nei 550 anni dalla morte,         attribuite a possessioni diaboliche,     monache non hanno verso di lei
la beata Eustochio (Padova 1444-          cercava di mantenere a scuola un         uno sguardo benevolo essendo a
1469), esempio di grande forza e          comportamento esemplare. Mani-           conoscenza delle sue origini e rite-
determinazione che, alla fine della       festa ben presto quelli che oggi         nendola corrotta.
sua breve vita, riuscì a sconfiggere      potremmo giudicare anche pro-                 Il Vescovo tuttavia accetta la
il diavolo2.                                                                       sua richiesta e il 15 gennaio 1461,
    Oggi è considerata la protettrice                                              la giovane viene accolta nella co-
di chi soffre di tribolazioni spiritua-                                            munità con il nome di Eustochio,
li, anche di posseduti ed indemo-                                                  in ricordo della nobile romana,
niati, ed è un punto di riferimento                                                santa Eustochio (368-419), figlia
per sacerdoti ed esorcisti di tutto                                                di santa Paola e discepola di san
il mondo, oltre che per i numerosi                                                 Girolamo (341-420 ca). Fin da pic-
fedeli che tuttora la venerano.                                                    cola infatti Lucrezia era molto de-
                                                                                   vota di san Girolamo e di san Luca,
             La vita                                                               di cui amava gli scritti.
                                                                                        Durante la cerimonia della ve-
   Siamo nel XV secolo; presso                                                     stizione l’ostia consacrata desti-
le mura nella parte occidentale di                                                 nata a Lucrezia cade a terra e le
Padova, sorgeva il monastero di                                                    monache cominciano a fare mille
San Prosdocimo dell’ordine bene-                                                   supposizioni, tanto che il confes-
dettino in cui la disciplina lasciava                                              sore del monastero, Girolamo Sa-
molto a desiderare. Non esisteva           La beata Eustochio nella gloria         licario pensa di svelare alla badessa
ancora la clausura, istituita in se-            della beatificazione.              e alle consorelle che Eustochio è
guito dal concilio di Trento, e così                                               posseduta dal demonio.

                                                                                          ottobre/dicembre 2020             11
SPIRITUALITÀ

         La rivelazione suscita ribellione        La badessa guarisce ed Eusto-       feriva soffrire nel corpo in questa
     e nessuna religiosa le rivolge più la    chio sopravvive. Una volta liberata,    vita per Cristo, piuttosto che avere
     parola.                                  Eustochio tornò ad essere tormen-       gioie momentanee e passeggere.
         Il 1 ottobre 1461 nel chiostro       tata dal demonio, con flagellazioni         Riteneva di essere particolarmen-
     accadde un incidente: Eustochio,         sanguinose, incontrollabili vomiti      te fortunata per quelle terribili ves-
     “spinta dal demonio” minaccia con        e altri strani patimenti che lei sop-   sazioni che mettevano a dura prova
     un coltello le altre monache. Gero-      portava con inossidabile pazienza.      la sua costanza e la sua volontà.
     lamo Salicario, accorso, costrinse           Per quanto le monache cercas-           Non volle mai nutrirsi di carne,
     con esorcismi lo spirito a parlare       sero di persuaderla a lasciare il       nemmeno quando era ammalata
     e questo, per bocca di Eustochio,        convento e a sposarsi, lei volle ri-    e debolissima. Inoltre digiunava
     disse di essere stato inchiodato ad      manere e si aggrappò saldamente         molto spesso anche per due o tre
     un banco da san Girolamo, protet-        alla sua vocazione.                     giorni di seguito.
     tore della monaca. Effettivamen-             Così cominciarono finalmente            Per non indulgere alla benché
     te, sembrava che ella non potesse        ad averne compassione e la porta-       minima gioia dei sensi, non si con-
     muoversi di lì e, poiché continuava      rono anche nella Basilica di S. Giu-    cedeva mai la vista di un oggetto
     ad agitarsi pericolosamente, la le-      stina a visitare la tomba di S. Luca,   curioso, né una vivanda gustosa o
     garono ad una colonna, senza cibo        protettore degli indemoniati.           una amena passeggiata.
     e bevande per più giorni.                                                            Come risulta dagli scritti del
         Quando la badessa cadde am-            Finalmente monaca                     suo confessore don Girolamo Sa-
     malata Eustochio venne accusata di                                               licario, si può ritenere che abbia
     averla avvelenata con mezzi satanici.        La storia della beata Eustochio     sofferto, in certi momenti, i dolori
         Le dicerie su quanto sta suc-        si caratterizza sin dal principio per   della passione di Cristo, special-
     cedendo nel convento raggiungo-          una profonda sofferenza ed espe-        mente quelli della flagellazione.
     no gli abitanti di Padova, così il       rienza dell’interferenza diabolica,     Egli riferisce anche di “fantastica
     convento viene preso d’assalto con       che condizionò la sua esistenza         visione”, certamente in relazione a
     l’intenzione di bruciare Eustochio       a tal punto da rendere per certi        momenti di estasi mistica.
     come strega.                             aspetti misteriosa ed enigmatica            Prega anche molto e tiene sem-
         Il Vescovo, anche con l’intento      la sua figura ed il suo particolare     pre con sé un Crocifisso.
     di salvarla, la rinchiuse in una cella   ideale di santità.                          Le consorelle restano profon-
     per tre mesi.                                Padre Giulio Cordera3, gesuita,     damente colpite dalla serena accet-
                                              biografo della beata afferma:           tazione con cui ella si sottomette a
                                                  «Incominciò il demonio a stra-      quelle terribili torture e compren-
                                              ziarla dall’età di quattro anni, e      dono che il suo è un animo puro,
                                              durò pressoché fino al termine di       desideroso solo di ritrovare libertà
                                              sua vita che fu di anni 25…».           e salvezza.
                                                  All’inizio del 1465 Eustochio fu        Lucrezia, cresciuta nella bellez-
                                              ammessa al coro e il 25 marzo alla      za del corpo e dell’anima, patì così
                                              professione, all’età di 21 anni.        tanto da rimanerne segnata fino
                                                  Tre anni dopo, essendo mol-         alla morte prematura 4.
                                              to debole «per le vessazioni del            Nell’ultimo periodo della sua
                                              demonio» e per le penitenze che         vita non si poteva riconoscerla
                                              s’imponeva, non poté più alzarsi        guardando il suo volto deturpa-
                                              dal letto.                              to ed il corpo ferito e coperto di
                                                  Il 14 settembre 1467, festa del-    piaghe.
                                              l’Esaltazione della S. Croce rice-
                                              vette il velo nero dal Vescovo che         La morte e la fama
                                              glielo portò a letto.                          di santità
         Una delle prime pagelline                In tutte le sofferenze non si
          in onore della Beata.               lamentava mai, anzi sorrideva sem-         Morì il 13 febbraio 1469, a 25
                                              pre e ringraziava il Signore. Pre-      anni. Prima della morte il demonio
12            ottobre/dicembre 2020
aperto, il 6 gennaio 1473 com-
                                                                                  parve una vena d’acqua limpida
                                                                                  ed abbondante che fu ritenuta da
                                                                                  tutti miracolosa, sia per il luogo sia
                                                                                  perché la natura del terreno non
                                                                                  presentava alcuna traccia di umi-
                                                                                  dità, la cui presenza avrebbe inve-
                                                                                  ce comportato la corruzione del
                                                                                  corpo di Eustochio. Quest’acqua
                                                                                  prodigiosa guariva ogni infermità,
                                                                                  purché nell’infermo non fossero
                                                                                  mancate la fede e la disposizione
                                                                                  che si richiede per ricevere la gra-
                                                                                  zia. L’acqua miracolosa continuò
                                                                                  a sgorgare fino al 26 aprile 1797 e
                                                                                  nel 1805 cessò per sempre di ripre-
           L'urna che contiene le spoglie della beata Eustochio                   sentarsi.
                     esposta nel duomo di PaEova.
                                                                                       Beatificazione di
                                                                                        Lucrezia Bellini
la lasciò per sempre, riconoscendo-       suo sepolcro proseguiva ininter-
si sconfitto dalla fortezza d’animo       rotto, soprattutto degli indemo-            Con decreto della Sacra Con-
di colei che non era riuscito a sog-      niati che accorrono a lei e ricevono    gregazione dei Riti, nel 1760 fu
giogare.                                  benefici e guarigioni.                  dichiarata Beata. Il 22 marzo 1760,
    Segno visibile di tale sconfitta          Anche il vescovo Jacopo Zeno fu     papa Clemente XIII (già vescovo
fu la restituzione, sul letto di morte,   testimone di un evento miracoloso       di Padova) concesse il culto della
della bellezza e del sorriso perduti,     quando fece portare sul suo sepolcro    Beata alla città di Padova, culto
alla monaca vittoriosa, come ripor-       una donna riconosciuta ossessa.         esteso nel 1767 a tutta la Repub-
tato nella biografia della beata.             Tre anni e nove mesi dopo la        blica Veneta.
    Le monache trovarono inciso so-       sua morte, poiché si moltiplicava-          La memoria viene celebrata
pra il suo cuore, in pieno petto, il      no i miracoli e perdurava il profu-     dalla diocesi il 13 febbraio, il dies
monogramma IHS5, il nome di Ge-           mo, il Vescovo accordò il permesso      natalis.
sù. E affermarono che dal suo corpo       di riesumare i resti per porli in più       In esecuzione del decreto napo-
emanava un soave profumo. Tale            degna sepoltura. La traslazione av-     leonico del 5 aprile 1806 la chiesa
profumo perdurò per anni e anni           venne il 16 novembre 1472, e, ben-      di San Prosdocimo con l’annesso
nei pressi della sua tomba, come          ché Eustochio fosse stata inumata       monastero e quindi anche la fonte
risulta da numerose testimonianze.        senza cassa, si ritrovarono corpo e     furono abbandonati e le monache
    Al momento della morte Eusto-         vesti intatti.                          si trasferirono nel monastero di
chio apparve in sogno al confesso-            Nella circostanza, il corpo ven-    San Pietro apostolo, sempre in Pa-
re «rilucente di gloria».                 ne rivestito con un nuovo abito         dova. Il 12 settembre 1806, alle 2
    Molti cittadini di Padova rac-        monacale e deposto, in cassa, in        del mattino, di nascosto, il corpo
contarono di aver visto la sua im-        un altro sepolcro da dove, il 14        della Beata fu traslato nella chiesa
magine che ascendeva al cielo.            novembre 1475, fu solennemente          di S. Pietro6, luogo ricco di storia
    Immediatamente dopo la sua            trasportato in Chiesa e tumulato        e di arte.
morte si sparse dentro e fuori città      in un’arca di marmo vicino all’alta-        La tomba e le reliquie della bea-
la fama della santità di Eustochio,       re con l’iscrizione “Beatae Eustochio   ta Eustochio sono da allora ogget-
accresciuta e confermata dai nu-          Paduanae” (alla Beata Eustochio         to di devozione.
merosi prodigi e si composero inni        Padovana).                                  La cappella della beata Eusto-
e preghiere in suo onore.                     Nel frattempo, nel luogo del-       chio ha custodito le sue spoglie,
    Un grande afflusso di fedeli al       la sua prima sepoltura, rimasto         in una teca di vetro, fino al 10
                                                                                         ottobre/dicembre 2020             13
SPIRITUALITÀ

                                                                                       mezza incrollabili. Il Crocifisso che
                                                                                       lei porta sempre con sé ci parla di
                                                                                       vita oltre la morte e di riscatto.
                                                                                           Sono i miracoli i veri testimoni
                                                                                       della Beata, sono ciò che in ogni
                                                                                       tempo ci stupisce, ci meraviglia e ci
                                                                                       trasforma.                         ■

                                                                                            1 Marilisa Andretta: medico chirur-
                                                                                       go, specialista in otorinolaringoiatria,
                                                                                       diplomata in teologia nella facoltà Teo-
                                                                                       logica del Triveneto..
                                                                                            2 «Sternere, superbe, sub pedibus
                                                                                       foeminae»: incisione nel cartiglio in ma-
                                                                                       no ad un angelo sulla copertina della
                                                                                       biografia del gesuita GIULIO CORDERA,
                                                                                       «Vita, virtù e miracoli della Beata Eusto-
                                                                                       chio», 1765.
               Celebrazione per la traslazione della beata Eustochio                        3 GIULIO CORDERA (1704-1785), «Vi-

        dalla chiesa di San Pietro al duomo di Padova, 10 febbraio 2019.               ta, virtù e miracoli della Beata Eusto-
                                                                                       chio», 1765.
                                                                                            4 Vedi anche BRAZZALE, Una monaca

     febbraio 2019, giorno in cui le sue     mortuaria della beata, costruita          vittoriosa contro il maligno, Ed Tipogra-
                                                                                       fia regionale veneta, Padova, 2013.
     spoglie sono state traslate. in pro-    per l’occasione attraverso la rileva-          5 Dice il Salicario: «Il demonio in-
     cessione, da San Pietro al duomo        zione con scanner 3D.                     fisse ad Eustochio un coltello nel petto
     di Padova, e l’urna è stata posta           Colpisce la bellezza del volto        minacciando di colpirla al cuore, ma
     presso la cappella Giustiniani.         che lascia trasparire serenità e mo-      ella, incrollabile nella sua fede, gli rispo-
                                                                                       se di inciderle sul petto dalla parte del
        La data è stata decisa in occa-      stra un sorriso rasserenante.             cuore il nome IESU, ed effettivamente
     sione delle celebrazioni per i 550          Oggi, in tempi particolarmente        quando dopo la sua morte le sorelle la
     anni dalla morte della beata pa-        difficili si riscopre la devozione alla   spogliarono per lavarla, trovarono que-
     dovana.                                 beata Eustochio,                          sta parola incisa sul suo corpo».
                                                                                            6 La chiesa nel 1026 era stata asse-
        Tuttora (luglio 2020) le reliquie        Eustochio ci parla sì di soffe-       gnata ad una comunità di benedettine,
     sono esposte nel duomo di Padova        renza e di male, ma soprattutto ci        che ebbero il titolo di canonichesse:vi
     e si può ammirare la maschera           mostra una speranza ed una fer-           rimasero per qualche decennio.

     CORPO/ANIMA O “ESSERE NUOVO”?

     Educare il cuore all’eternità (II)
     Oltre ogni dualismo la carità.

     di Luigino Bonato1 e Monica Cornali 2   gia tradizionale, destini separati        cose: anche moglie e marito sa-
                                             fino al giudizio universale. Ma an-       ranno come gli angeli, è detto nel

     S
          i tende a perpetrare il dua-       che l’uso di queste categorie di          vangelo (Mc 12,25; Lc 20,35-36).
          lismo di corpo e anima, che        linguaggio e di pensiero andrebbe         Fede e speranza finiranno il loro
          avrebbero, secondo la teolo-       riveduto. Nell’Oltre saltano tante        compito, mentre la carità sarà la
14             ottobre/dicembre 2020
realtà di coronamento massimo:           che misteriosamente manterranno         del corpo)» per essere in miglio-
Dio è Amore! Anche i sacramenti          l’essenza della loro identità profon-   re sintonia e maggior consonanza
verranno meno. In una parola, di         da, che già ci connota, ma che non      con la fede che siamo richiesti di
là verranno azzerati sia lo spa-         è detto sia da noi conosciuta. In       professare.
zio che il tempo.                        altre parole, saremo anche noi una          In effetti, il biblista A. Maggi1 fa
    Forse che il corpo si trasmuterà?    sorpresa a noi stessi!                  notare che l’espressione paolina ek
Cosa significa, nel credo, la doppia         Consideriamo poi che carne          nekrôn riferita alla risurrezione si-
versione: credo la risurrezione della    (basàr – sarx), per la Bibbia, ma       gnifica risurrezione dai morti, non
carne, la risurrezione dei corpi?        soprattutto in Giovanni, significa      dei morti!
Forse questa trafila di domande          finitezza, fragilità, caducità, mor-        L’evangelista Giovanni, nella
sarebbe tutta da ripensare e da          talità, che diventa la caratteristica   sua narrazione distingue il termine
riformulare. Potrebbe tuttavia es-       di Dio stesso, che l’assume come        bios, utilizzato per indicare la vita
sere intuitivamente semplice anche       metodo di relazione con gli uo-         biologica, da zoé, significativo per
la risposta: siccome soprattutto il      mini e le donne: «il Logos-Verbo        la vita eterna.
corpo, se vogliamo obiettivarlo,         carne fu fatto» (Gv 1,14).                  Sempre Giovanni sembra por-
dovremmo collocarlo nello spazio             Anche per Paolo nelle lettere a     tarci a tale presa d’atto, lì proprio
e nel tempo, non ha più senso par-       Romani e a Galati, sarx indica la       dove accenna alla nostra facoltà
lare di “corpo”.                         condizione umana, mentre soˉma          visiva: blepéin (il vedere fisico, Gv
    Saremo esseri in una condizione      ne è la rappresentazione faticosa e     20,12), theoréin (il verbo dell’in-
del tutto nuova, inimmaginabile, in-     pesante, il fardello lavorativo sot-    telletto, Gv 20,5b), idéin (il verbo
descrivibile, sovra bellissima. Certo,   tomesso alle necessita del tempo        della mente e del cuore, in senso
il mistero ci impedisce ora di sapere    e dello spazio, cioè della storia.      simbolico e figurato, Gv 20,8b):
come saremo. Nel pieno riserbo in        Per questo bisognerebbe tradurre:       solo quest’ultimo cattura tutto e
cui esso ci vuole, potremmo però         «Crediamo la risurrezione dalla         meglio, compresi i particolari che
parlare di noi come di esseri nuovi,     (non della) carne, dal corpo (non       ad altri, o sfuggono, o paiono poco
                                                                                 importanti.
                                                                                     Se la funzione del corpo è quel-
                                                                                 la che consente la relazione con
                                                                                 l’altro, è la relazione che è impor-
                                                                                 tante, non il corpo. Se, dell’Oltre,
                                                                                 si dice che nemmeno ci saranno
                                                                                 più i legami marito/moglie, perché
                                                                                 mai insistere sul corpo? Il corpo
                                                                                 è tanto ripreso soprattutto nelle
                                                                                 prediche del giorno dell’Assunzio-
                                                                                 ne di Maria: lo si mette con troppa
                                                                                 disinvoltura in complementarietà
                                                                                 con l’anima. A questo punto, è an-
                                                                                 cora il dualismo greco che sembra
                                                                                 dover sopravvivere. Non si riesce
                                                                                 proprio a lasciare Maria nel suo
                                                                                 meraviglioso essere nuovo?           ■

                                                                                    1  Luigino Bonato, presbitero, teolo-
                                                                                 go, Villa S. Carlo, Vicenza.
                                                                                     2 Monica Cornali, psicologa, esperta
                                                                                 in Death Education, scrittrice, Padova.
         Beato Angelico, Il Giudizio universale, particolare, 1431,                  2 MAGGI A., L’ultima beatitudine. La
                     Museo di San Marco, Firenze.                                morte come pienezza di vita, Garzanti
                                                                                 Milano 2017.

                                                                                        ottobre/dicembre 2020               15
PAROLA CHIAVE

     ARTE E FEDE

     Nel fascino del mistero
     Un dipinto testimonianza magistrale di un artista geniale
     che suscita nei fedeli il desiderio di corrispondere
     nella quotidianità al dono della salvezza offerta
     nel Bambino Gesù.

     di Antonio Scattolini1                 re rivelano non solo una mano        (cf. costruzione sapiente delle sua
                                            esperta dal punto di vista tecnico   composizioni, morbidezza veneta

            Il dipinto
         La narrazione del secondo ca-
     pitolo del vangelo secondo Luca
     (2,1-14), che accompagna la litur-
     gia natalizia, articola l’evento in
     due scene distinte: i versetti 1-
     14, prendendo le mosse dal censi-
     mento di Cesare Augusto e dallo
     spostamento forzato della Santa
     Famiglia a Betlemme, raccontano
     la nascita del Bambino e l’annun-
     cio della grande gioia rivolto dagli
     angeli ai pastori che vegliavano il
     loro gregge. Questa pagina si legge
     nella Messa della Notte. Dal ver-
     setto 15 in poi invece l’evangelista
     presenta il movimento dei pastori
     che vanno, trovano il Bambino, rac-
     contano e glorificano Dio (pagina
     proposta nella messa dell’Aurora).
         Lorenzo Lotto2, in questo bel
     dipinto che è custodito a Washin-
     gton, si concentra sulla prima par-
     te del brano di Luca, realizzando,
     con la sua tipica dolcezza, una im-
     magine devozionale per una ignota
     famiglia di Bergamo. È un dipinto
     semplice, di facile lettura.
         Lotto è un protagonista di pri-
     mo piano del Rinascimento, anche
     se è stato riscoperto recentemente,
     in special modo per merito di Ber-
     nard Berenson3, voce autorevole          Lorenzo Lotto, Natività, 1523, National Gallery, Washington - USA.
     della critica moderna. Le sue ope-
16             ottobre/dicembre 2020
STUPORE
                                                                                         E

del colore, cura dei dettgli…) ma        analisi emerge la complessità della        intese come un richiamo allegori-
anche una originalità di invenzio-       sua composizione piramidale, in            co biblico presente già nei salmi
ne, un’adesione ai valori di dignità     cui la duplice postura ad inchino          (cf. 54, 1-9) e poi nella scena della
e nobiltà interiore e soprattutto        di Maria e Giuseppe crea due dia-          Presentazione di Gesù al Tempio,
un’attenzione agli aspetti psicolo-      gonali ascendenti verso il cielo,          come offerta della Sacra Famiglia
gici dell’animo umano.                   dove vediamo il Gloria degli An-           (cf. Luca 2, 22-24).
    In questa piccola Natività (46 x     gioletti, diagonali che se rovesciate          Va evidenziato anche il bel gio-
35 cm), il pittore, uomo inquieto        rivelano il loro vertice terreno, do-      co di riflessi di luce che si intravede
ma di fede sincera e di cultura          ve sta il Bambino.                         all’interno dell’ambiente. Le linee
teologica di ispirazione domeni-             Inoltre, due assi invisibili si in-    di fuga delle strutture architetto-
cana, ci fa entrare in profonda          crociano esattamente a metà del            niche conducono l’occhio verso lo
empatia con i protagonisti della         dipinto, così che Lotto, pittore mi-       sfondo, dov’è visibile un paesaggio
scena e ci introduce all’evento non      stico, sembra concepire l’opera co-        tipicanente prealpino articolato in
lasciandoci solo spettatori di ciò       me un’icona. L’evento della nascita        più piani: sul colle più vicino si tro-
che accade: insieme a questi due         del Salvatore accade sotto un arco         va un prato, luogo di pascolo di un
genitori amorevoli, anche il fedele      accennato dai due grandi pilastri          gregge vegliato attentamente da
partecipa alla venerazione devota        che fungono da quinta teatrale             un pastore, mentre in lontananza
del neonato Gesù, con un senti-          asimmentrica.                              si scorgono i profili di montagne
mento confidenziale, domestico,              La stalla è visibile al di là di       che si allontanano sotto un cielo
poetico.                                 questo arco. Una scala, accostata al       solcato da nubi.
    Per questa ragione noi non as-       muro esterno, è collocata significa-
sisitiamo alla scena dall’esterno,       tivamente proprio dietro la testa di
ma siamo immediatamente collo-           Maria, quasi ad evocare il doppio                Gli angeli
cati all’interno della stalla in cui     ruolo di colei che fa discendere il
nasce il Figlio di Dio! Ricordiamo       Figlio sulla terra, ma che anche è                                   Il vertice
che quando Lotto realizza questa         nostro aiuto per salire al cielo.                                     superiore
                                                                                                               super
Natività erano tempi critici per la          Questa immagine era un at-                                          della
fede cristiana (cf. Riforma lutera-      tributo riferito a Maria già dai                                         strut-
na): «La ricerca di una religione        Padri della Chiesa e dagli autori                                         tura
viva ed umana, capace di offrire         monastici medievali in riferimento                                        com-
certezze interiori per la propria sal-   alla visione della Scala del Cielo di                                     posi-
vezza caratterizzò tutta quest’epo-      Giacobbe ed era presente pure in                                         tiva
                                                                                                                  tiv pi-
ca e conferì toni patetici, di tipo      alcune icone bizantine a motivo                                         ramida-
                                                                                                                 ram
sentimentale e intimo, alle forme        dell’allusione ai gradi dell’ascesi                                  le coincide
                                                                                                                 coin
della pietà», scrive Adriano Prospe-     spirituale; non dimentichiano che                                con il gruppo
                                                                                                                  gru
ri. L’opera è considerata una delle      la mediazione di Maria veniva esal-        degli angeli che cantano il Gloria,
migliori di Lotto, uno degli esempi      tata al tempo del pittore in polemi-       così come narra il Vangelo della
più alti della pittura lombarda del      ca con i protestanti.                      Messa della Notte (cf. Luca 2,9-14).
Cinquecento (Giordana Mariani                Riprendendo ancora i verset-           Le loro ali diversamente colorate
Canova).                                 ti della visione di Giacobbe (cf.          alludono alle tre virtù teologali,
                                         Genesi 28,17) Lotto ha disposto            cioè alla fede, alla speranza ed alla
                                         proprio dietro a Maria anche la            carità. Questo piccolo coro celeste
       La stalla                         prima delle due porte della stalla:        aggiunge al dipinto una nota di
                                         in tal modo, associandola alla lita-       tenerezza, specialmente a motivo
   Lotto imposta la scena collo-         nia “Porta del cielo”, l’artista raf-      del gesto affettuoso dell’angioletto
cando i personaggi in un’ambien-         forza ulteriormente l’importanza           centrale che abbraccia gli altri due
tazione sapientemente costruita.         della sua persona, certamente in           compagni: insieme sostengono la
Se ad un primo sguardo questa            ossequio alla devozione dei suoi           grande pagina di un antico corale
Natività ci può sembrare molto           committenti. Anche le due colom-           con le note ed il testo. Anche la lo-
semplice, in realtà con una attenta      be collocate sopra l’ingresso vanno        ro nudità si contrappone a quella

                                                                                           ottobre/dicembre 2020              17
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