FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE - ASAI
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FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Costruire comunità “Eravamo in ASAI prima, durante e dopo anche se non c’eravamo.” l’emergenza sanitaria del 2020 Le azioni, le riflessioni e i contributi di ragazzi, volontari e operatori ASAITorino asai_torino dell’associazione ASAI
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Costruire comunità prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria del 2020
PREFAZIONE 5 Stare insieme alla giusta distanza di Paola Cereda 1. STILE E METODO • Lo “StileASAI” 7 a cura di Domenico Chiesa, in collaborazione con il Gruppo Studio 2020 2. ESSERE PARTE DI: VOLONTARI E OPERATORI NELLA COMUNITÀ EDUCANTE • “Ti racconto di me”: l’esperienza di volontariato durante il lockdown. L’impegno, le relazioni e le prospettive future 13 di Claudia Burlando • APPROFONDIMENTO - Un sondaggio tra i volontari 28 • La voce dei “volontari non volontari” 30 di Elisa Lupano • Centri aggregativi e distanziamento fisico: puoi trovarci su: insieme alla giusta distanza 32 www.asai.it o contattarci scrivendo a: di Fabrizio Maniscalco, Maria Pambianco, Marta Piolatto info@asai.it • APPROFONDIMENTO: CoViD-19 e tutor online Gli educatori e i volontari entrano nelle case 35 INDICE • Essere tirocinante ai tempi del Covid 36 di Valentina Villani © 2020 ASAI Associazione di Animazione Interculturale In base alle leggi sull’editoria, senza previo consenso scritto di ASAI ogni riproduzione di quest’opera anche parziale e con qualsiasi mezzo realizzata è illegale e vietata. 3. IL LAVORO CON E SUI TERRITORI • Il punto di vista di un’insegnante 39 Titolo originale dell’opera: di Laura Manassero FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Costruire comunità prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria del 2020 • Il punto di vista di un’educatrice 42 Le azioni, le riflessioni e i contributi di ragazzi, volontari e operatori dell’associazione ASAI di Francesca Latorre Hanno collaborato: • RadioLinea4 - La radio fatta da chi l’ascolta 43 I volontari, i ragazzi e gli operatori dell’associazione di Riccardo D’Agostino
4. IN DIALOGO CON LA SCUOLA PREFAZIONE STARE INSIEME • Scuola ed extrascuola: nuove sfide, nuove opportunità 47 di Simone Piani • Progetto Inclusione Minori nei CPIA tra Ramadan e quarantena, quando la didattica incontra il vissuto dei ragazzi di Maria Pambianco • Finestre nuove, problemi vecchi. Con i bambini rom, 51 ALLA GIUSTA DISTANZA sinti e caminanti durante il lockdown 54 L’antropologa Silvia Stefani, nell’articolo scritto per la presente pubblicazione, di Guillermo Diez cita Richard Sennett che, nel suo testo “Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione” racconta l’esperienza nella Hull House di un quartiere popolare di 5. STORIE DI SPORTELLO Chicago, un vero e proprio “laboratorio di collaborazione” dove giovani e comunità • Il tempo sospeso. La quarantena al tempo intere beneficiavano di spazi in cui costruire relazioni, confrontarsi nel rispetto del Covid-19 e l’isolamento sociale dei migranti 59 delle diversità e ragionare sui conflitti per proporre soluzioni. “Fare insieme una di Massimiliano Manai cosa difficile” è come suonare in un’orchestra: ciascuno porta la sua voce e, grazie • APPROFONDIMENTO – “E Maximiliano come sta?” 63 all’impegno, costruisce relazioni che mirano al raggiungimento di un obiettivo comune che ha ricadute positive sul contesto. 6. L’ARTE CHE TRASFORMA Dal 1995 ASAI prova a essere proprio questo: un laboratorio di collaborazione e uno • Il cammino di assaiASAI, da gruppo teatrale spazio di possibilità che trova il suo significato più profondo nei legami tra le persone. a “comunità di pratica” 65 Durante l’emergenza sanitaria abbiamo sentito forte il senso e la necessità dello di Silvia Stefani “stare insieme”, nella convinzione che il doveroso rispetto del distanziamento fisico si dovesse accompagnare al tentativo di non perdere la vicinanza emotiva e sociale. 7. ADOLESCENTI. LA LORO VOCE, La presente pubblicazione raccoglie una serie di contributi di volontari, operatori e I NUOVI BISOGNI, LE DOMANDE ragazzi che riflettono sui valori dell’associazione e su come essi siano stati la base • Come te la passi? Un sondaggio tra i ragazzi comune sulla quale ridisegnare le azioni e gli interventi nel periodo del lockdown. che frequentano i doposcuola 73 Dopo l’iniziale spaesamento, tutti noi – bambini, adolescenti, adulti – siamo stati di Elisa Lupano costretti a mettere in campo nuove strategie, evidenziare nuovi bisogni e ampliare lo • Caro Lancini, ti scriviamo per dirti che... 76 sguardo sulle comunità, facendo tesoro della grande possibilità di “entrare dentro le a cura dei ragazzi, delle ragazze, dei volontari case” per condividere una quotidianità che suggerisce una prospettiva futura: quella e degli operatori di ASAI di un sempre maggior coinvolgimento delle famiglie. Anche l’impennata nell’utilizzo di tecnologia nel supporto scolastico a distanza, ci costringe a riflettere su quali GLI AUTORI 79 strumenti mantenere e ampliare, e su come recuperare gradualmente il rapporto in presenza, fondamentale affinché il supporto scolastico non sia solo “fare i compiti”. Come ridisegnare i centri aggregativi perché non siano più identificati soltanto con gli spazi fisici? Quale il ruolo del volontariato, dell’arte sociale, dei laboratori in presenza e a distanza in un contesto che cambia con il mutare della curva epidemiologica? Quali strumenti mettere a disposizione di bambini e adolescenti per favorire l’espressione dei vissuti e la piena consapevolezza delle loro risorse? Come ampliare il dialogo con le scuole, gli insegnanti, i territori, i genitori per accompagnare con entusiasmo i ragazzi nel percorso scolastico ed educativo? Sono solo alcune delle domande aperte dal recente lockdown e per le quali non esistono risposte giuste. La flessibilità ci permetterà di affrontare i prossimi mesi nella consapevolezza che, qualsiasi azione sarà intrapresa, ogni tanto varrà la pena di fermarsi a pensare su che cosa mettere e rimettere al centro: le relazioni, gli sguardi e ciò che Domenico Chiesa chiama, con poesia, il profumoASAI. Paola Cereda (curatrice della pubblicazione) 4 5
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 1 • Lo stileASAI lo "stileasai" a cura di Domenico Chiesa, in collaborazione con il Gruppo Studio 2020 Per conoscere una persona, e ASAI è un Chi opera mette in atto uno stile ma ha po’ una persona allargata, si deve certo difficoltà a vederlo e allora possono essere ricostruirne le azioni, valutarne i risultati utili le osservazioni semi-esterne. Da un raggiunti, comprenderne i metodi messi in lato serve afferrare la weltanschauung1 che campo. Per conoscerla bene è necessario tiene insieme l’associazione e dall’altro percepire il modo con cui pensa e traduce l’impatto che ha con chi ad essa si avvicina. in opere il pensiero, i sentimenti e le È certo utile per “conservare” i principi con STILE E METODO intenzioni. cui opera dall’inizio e, nel contempo, per Incrociare, cioè, il suo “stile”, lo sguardo con essere in grado di crescere governando il cui ha incontrato il mondo. cambiamento con cui impatta. Modificare Nel vocabolario il termine stile è proposto la forma con cui si attuano i principi è il con molte sfumature (modo abituale modo più efficace per salvaguardarli e di comportarsi, di agire, di parlare; rilanciarli. consuetudine; distinzione…). Può essere Le azioni possono evolversi ma nel loro mirabilmente riassunto in una espressione mutamento conservano lo stile, perché lo letteraria di Torquato Tasso: Segui, segui stile è l’immagine dei principi. tuo stile. Ostinata che sei. Ecco lo stile è quell’ostinazione che segna, in ogni azione, il comportamento. Si può comprendere perché è importante cogliere lo stile e non solo il metodo (o metodologia). Perché il metodo è solo l’insieme di procedure da applicare e forse sarebbe meglio parlare di “tecniche” al plurale, strumenti di lavoro coerenti con i principi che si devono trasformare in azione. Inoltre di un metodo, al fine dei risultati, non conta solo il contenuto bensì (e forse soprattutto) il modo con cui viene applicato, vissuto: il modo con cui si vive un metodo può essere chiamato stile. Lo stile di una organizzazione dice di più del semplice metodo adottato e anche dell’insieme delle azioni realizzate. 1 Visione del mondo, concezione del mondo (n.d.r.) 6 7
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 1 • Lo stileASAI Alla ricerca dello “stileASAI” 1. Principi ad esempio, educatori e volontari sono ed esperienze aggregative come campi in Lo stileASAI può essere ricomposto e È importante fare riferimento ai principi stati velocissimi ad accantonare il modo montagna e uscite sul territorio. Essere raccontato utilizzando i documenti prodotti (che non sono “comandamenti”), alle abituale di fare doposcuola e si sono gruppo è parte del cammino comune di dall’associazione (fondamentale è la lettera idee generative da condividere con attivati presto per mantenere i contatti educazione al bello e di partecipazione alla alla famiglia ASAI di Sergio Durando), dalla consapevolezza e responsabilità diffusa. a distanza. Anche chi non era molto costruzione comunitaria. ricostruzione delle azioni svolte e in corso, Rappresentano il punto da cui si parte per abituato a comunicare con i social, ha Anche l’ascolto reciproco è uno spazio dalle impressioni personali legate alle ogni escursione e ne orientano il percorso: imparato e non ha lasciato soli i ragazzi, di scambio e di crescita, all’interno del “amichevoli frequentazioni” di tanti suoi e non si è trovato da solo. I volontari tempo formale e soprattutto informale, compagni di strada. • Come antidoto a solitudine, malessere, hanno organizzato appuntamenti fissi per esempio durante le chiacchierate nei Nel tempo lo stileASAI è riuscito a portare fragilità e frustrazione serve creare con i ragazzi che seguivano e si sono corridoi o davanti alle sedi, o nella pausa l’associazione in diversi quartieri della città, rete attorno alle persone, animare trovati, in remoto, in riunioni di equipe merenda e caffè. ognuno con le sue caratteristiche specifiche. i territori e i gruppi, per costruire per continuare a confrontarsi In ASAI non è importante fare per Lo stile è l’elemento caratterizzante e legami tra persone, facilitare il senso • Al centro di ogni «attività vi è la fare, ma fare per diventare: le attività unificatore dell’associazione, non una sigla di appartenenza, il protagonismo e la coscienza dell’uomo singolo che conosce, aggregative e gli strumenti acquisiti ma un ideale. Intorno al “fare” e oltre al partecipazione vuole, ammira, crea e si concepisce non hanno, tra le loro finalità, anche la “fare”, dunque, ASAI unisce le persone, i • Tutti hanno qualcosa da dare alla isolato ma ricco di possibilità offertegli replicabilità soprattutto al di fuori gruppi, le altre associazioni. comunità. I soggetti coinvolti devono dagli altri uomini e dalla società delle del contesto associativo, affinché Il documento Il metodo di lavoro ASAI diventare e sentirsi agenti attivi di cose di cui non può non avere una certa la comunità nel suo insieme possa curato da Federica Altieri e Ingrid Muglioni cambiamento e integrazione; ne conoscenza» (Antonio Gramsci) beneficiare dei percorsi individuali e è introdotto da un domanda-risposta con consegue la valorizzazione delle di gruppo. Ci si mette in gioco come il Maestro sul cosa sia ASAI (liberamente persone e delle competenze 2. Metodo di lavoro persone, spogliandosi dei “ruoli” abituali ispirato a Il profeta di Gibran). • Quando ci si apre si cresce, quando Le tecniche di lavoro non costituiscono per aprirsi agli altri e a nuove esperienze Nelle bizzarre risposte che si accavallano ci si chiude si implode. Aprirsi agli altri uno strumento neutro, sono i valori stessi con maggiore libertà e disponibilità. emerge che lo stile di ASAI è il suo profumo; aumenta sì la complessità, ma anche gli in quanto si fanno azione e vita vissuta ASAI è quel qualcuno che coglie, con garbo e stimoli. L’attività di una associazione è (cit. Bruno Ciari). Tempi/luoghi di esperienza rispetto, il profumo delle persone. Ne coglie smuovere idee e porre interrogativi Tra le tecniche di lavoro maggiormente umana in cui opera l’ASAI le singolarità e le fantastiche mescolanze. • L’interculturalità non è un punto utilizzate in ASAI, emergono le ASAI è una struttura complessa in Può risultare illuminante. di arrivo, bensì il punto di partenza competenze nell’accoglienza e la capacità grado di rapportarsi con problematiche In cosa consiste il “profumoASAI”? dal quale si muovono tutti insieme, di unire ascolto, rispetto e fiducia nel dell’esperienza umana molto varie che In alcuni principi (1), nelle articolazioni del volontari, operatori e ragazzi, in processo di reciproco riconoscimento. necessitano, ognuna, di una specificità metodo di lavoro (2), nei tempi/luoghi di quanto soggetti attivi di una società in L’intreccio del lavoro di educatori e metodologica all’interno della stessa esperienza umana in cui vive (3) e in alcune costruzione volontari è alla base dell’intervento visione ideale: “sfumature” (4). • L’interculturalità è un atteggiamento, educativo che integra doposcuola, un insieme fatto di disponibilità verso progetti di prevenzione, centri aggregativi Sostegno allo studio e alle attività l’altro, di apertura, di attenzione, di e laboratori artistici. della scuola: fin dalla sua fondazione, curiosità; in sostanza è comunicazione Le attività diventano “strumenti” per ASAI offre supporto scolastico, per dare allo stato puro, priva di giudizio accompagnare i ragazzi nel loro percorso risposta alle difficoltà di inserimento • Le differenze sono una risorsa e vanno di crescita e di costruzione di sé, dove è e apprendimento di ragazzi stranieri e valorizzate: lo stare e fare insieme di importante non sostituirsi all’altro e non italiani. L’attività si concretizza nel lavoro persone di età, provenienza, cultura, dare la falsa speranza di poter dare la condiviso con le scuole del territorio e esperienza e condizione di vita diverse risposta a tutti i bisogni che si presentano. con proposte educative che migliorano la arricchisce e porta bellezza Le attività di sostegno allo studio sono qualità e l’efficacia del percorso scolastico, • Non dare mai niente per scontato, uno spazio didattico ma soprattutto socio- e l’inclusione sociale di bambini e ragazzi. essere flessibili: nulla è definitivo, ma educativo all’interno del quale ai ragazzi In tutte le sedi, ASAI mette a disposizione può essere cambiato se le esigenze di tutte le età è offerta la possibilità di il sostegno scolastico per la scuola cambiano. Durante l’emergenza sanitaria, frequentare laboratori artistici di qualità primaria e secondaria di primo e secondo 8 9
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 1 • Lo stileASAI grado (elementari, medie e superiori), didattici. Le realtà artistiche di ASAI si sono il filo che tiene insieme, nello stesso occhi il bambino, il ragazzo o l’adulto per corsi di Italiano L2 per i nuovi arrivati, fondano sulla metodologia dell’arte per orizzonte di senso, l’agire in situazioni salutarlo con un sorriso, chiedendogli laboratori didattici per la scuola primaria la trasformazione sociale, che riconosce molto diverse. come va, lo mette “al centro” di uno e secondaria, laboratori espressivi, ludici e alla creatività la possibilità di favorire Le cene condivise, per esempio, sono spazio condiviso dove si sta tutti insieme. sportivi per bambini e giovani, tutoraggio l’aggregazione, il pensiero e l’azione momenti di ritrovo spontanei, nati per E tutti insieme si gode della bellezza di personalizzato dei percorsi scolastici. condivisa sul territorio, promuovere il piacere di ritrovarsi in un luogo dove esserci, di essere parte di, innanzi tutto la cultura e sensibilizzare ai temi del le “porte restano aperte” alle persone e per stare bene collettivamente, grazie Aggregazione giovanile: ASAI è presente sociale. Per questo ASAI si avvale della ai territori, considerati risorse preziose a scambi reciproci in cui l’altro è visto in diversi quartieri della città di Torino, in collaborazione di artisti professionisti con proprio per la loro diversità culturale. come soggetto in grado di chiedere e di particolare in zone periferiche, con centri competenze educative. In ASAI c’è sempre qualcuno che dice “ho restituire. La gentilezza esclude di per sé aggregativi che offrono spazi e attività Alcune esperienze di ASAI si sono tempo per te”: nella società della fretta, l’aggressività nelle relazioni, e la serietà e per bambini, adolescenti e giovani, in consolidate fino ad assumere identità dove anche le relazioni si consumano il rigore non sono disgiunti dall’allegria che dialogo costante con i territori. artistiche riconosciute al di fuori velocemente, ci sono persone che “si li stempera e crea atmosfere “familiari”. Negli ultimi anni sta crescendo anche dell’associazione per il loro valore culturale fermano” per dare all’altro uno spazio di “l’educativa di galleria”, ovvero l’offerta di ed educativo, per esempio la compagnia ascolto attento. In tutto ciò lo sguardo Ogni ingrediente è parte fondamentale spazi, presenza e attività aggregative in di teatro comunitario assaiASAI, il è fondamentale: guardare dritto negli del profumoASAI. luoghi solitamente di transito, come per collettivo musicale Barriera Republic e il esempio i centri commerciali. coro comunitario Bernardo Ascoli. Sportello Lavoro: lo Sportello Lavoro Giustizia riparativa: ASAI e la cooperativa ASAI è un servizio che fornisce informazioni, Terremondo attuano dal 2012 interventi consulenze, formazione orientativa e di giustizia riparativa a favore di minori accompagnamento nella ricerca di lavoro. vittime e autori di reato. A partire dalla L’attività si rivolge prevalentemente loro consolidata esperienza, è nato One ai giovani (16-30 anni) in cerca di More Time, un programma di proposte occupazione e di orientamento formativo, diversificate che offre percorsi di giustizia e agli adulti in cerca di formazione e di riparativa a vittime, offensori e comunità, un’occupazione nell’ambito dell’assistenza al fine di ricercare insieme le soluzioni familiare. più funzionali agli effetti del conflitto Le attività della sede sono gestite dai generato da un fatto delittuoso o volontari e dagli educatori di ASAI, in inadeguato. rete con numerose realtà del pubblico One More Time mira a promuovere e del privato sociale. L’obiettivo è quello la riparazione del danno da parte di favorire politiche attive del lavoro dell’offensore tramite un percorso e co-progettare insieme ai giovani educativo, favorire l’incontro tra vittima e beneficiari percorsi volti allo sviluppo offensore, sostenere la vittima dal punto dell’autonomia personale, attraverso di vista psicologico e sociale, aumentare percorsi individualizzati e di gruppo. il benessere nelle scuole, nelle famiglie e nelle comunità, ottenere un risparmio di Arte e cultura per la trasformazione tempi e risorse per il sistema penale. sociale: per ASAI il teatro, la musica e l’arte in tutte le sue forme sono strumenti Nuance - sfumature culturali fondamentali all’interno di Le nuance rappresentano il distillato del percorsi educativi di qualità. “profumoASAI”, sensazioni difficilmente Ecco perché i laboratori espressivi occupano misurabili che raccolgono il senso dello un ruolo prioritario, accanto ai percorsi stileASAI. Al contrario dell’uniformità, 10 11
Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante ti racconto di me l’esperienza di volontariato durante il lockdown L’impegno, le relazioni e le prospettive future di Claudia Burlando VOLONTARI E OPERATORI NELLA COMUNITÀ EDUCANTE #L’intervista individui singoli, ciascuno di noi ha una Questo lavoro è il frutto dell’intervista di responsabilità; c’è un tempo per te ma anche una ventina di volontari di ASAI che hanno per gli altri, questo dovrebbe appartenere a partecipato in vario modo alle attività tutti. “Volontario” significa che fa quel che aggregative e di sostegno a distanza di vuole fino a quando vuole, invece quando bambini e ragazzi durante il periodo di prendi un impegno poi lo devi mantenere. lockdown e fino al termine del periodo Per me ASAI è uno spazio e un posto che DI: scolastico. mi permettono di fare politica, che non è Ciascuno è stato intervistato sulla sua storia una appartenenza a un partito ma mettersi in associazione, come ha partecipato e insieme con gli altri perché condividi dei vissuto il sostegno a distanza e sui pensieri valori, vedi il mondo intorno a te e dici: “dai, e considerazioni che ne sono scaturiti. facciamo qualcosa”. (S.) PARTE L’intento è di dare loro voce per condividerne le esperienze e fare tesoro dei tanti spunti # Il lockdown, di riflessione, preziosi per ASAI ben al di là come ci siamo sentiti della situazione di confinamento, anche in Le prime settimane sono state di attesa, di una prospettiva di “normalità”. vuoto, di confusione. La sensazione più diffusa tra i volontari è quella di paura, spaesamento # I volontari intervistati e solitudine. Contemporaneamente il tempo Si è cercato di raccogliere contributi da libero, l’interruzione dei ritmi e l’assenza volontari rappresentativi dei centri sparsi delle “distrazioni” della vita quotidiana è nei diversi quartieri di Torino e delle attività stata per molti un’opportunità di profondità, a distanza svolte durante il lockdown di mettere a fuoco l’essenziale. Sono emerse (doposcuola di tutti i cicli di istruzione, debolezze e fragilità ma anche nuovi, più ESSERE animazione, compagnia teatrale assaiASAI, profondi bisogni e, soprattutto, la voglia di giustizia riparativa). Il campione è formato mettersi in gioco. da persone di età, esperienze e formazione Voglia di (ri)mettermi in gioco e in discussione. diverse, che hanno iniziato l’attività Li dico insieme perché mi è venuta voglia in associazione spinte da motivazioni di mettermi in gioco e quindi ho dovuto molto varie. Significativa al riguardo è la mettermi in discussione per sapere quello che contestazione del termine “volontario” da voglio. (Alberto) parte di uno degli intervistati, in quanto espressione che non riesce a rappresentare # Scuole e centri aggregativi in maniera esaustiva la natura e lo scopo chiusi, come muoverci per il dell’impegno delle persone. sostegno a distanza Non mi piace la parola “volontario”, Abbiamo fatto il doposcuola prima delle apparteniamo alla società, non siamo vacanze di carnevale senza sapere che 12 13
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante sarebbe stato l’ultimo di quest’anno. (I Era una situazione nuova e imprevista per dai bisogni e richieste dei bambini e ragazzi. # Bisogno di coordinamento volontari) tutti, di difficoltà e al tempo stesso stimolo Alcuni si trovavano durante la settimana, con la scuola Appena è stato chiaro che le attività non comune a tutti. altri durante il fine settimana perché i Il coordinamento con la scuola e gli sarebbero ricominciate a breve, i coordinatori Il confinamento non ha colpito tutti allo ragazzi erano troppo occupati con la scuola. insegnanti è stato fondamentale, delle attività hanno contattato i volontari stesso modo, le situazioni sono diversissime, Chi ha usato le video-chiamate, chi solo innanzitutto per recuperare ragazzi e per sapere come stavano e se desideravano ma la condizione di isolamento, il pericolo e l’audio, chi (con ragazzi più grandi) ha bambini rimasti isolati. Alcuni si è riusciti essere coinvolti nel sostegno a distanza; la paura del contagio hanno accumunato privilegiato la comunicazione scritta, chi ha a recuperarli, altri sono rimasti indietro, qualcuno ha chiamato di sua iniziativa per tutti. Il confronto in questo senso è stato su usato tutte e tre le modalità. evidenziando la difficoltà di aiutare proprio sapere come dare una mano. C’era una gran un piano di parità. Si era tutti in difficoltà, vi quelli che hanno più bisogno. desiderio di aiutare in un momento difficile. erano esigenze da parte di tutti. (Francesco) # La relazione al centro Quando poi la didattica scolastica è I contatti tra volontari, coordinatori e L’unico aspetto positivo che vedo (per i All’inizio, in particolare quando le scuole non iniziata, c’è stata necessità di sostegno e educatori sono avvenuti nello spirito ragazzi) è un meta-aspetto: l’aver preso in avevano ancora organizzato la didattica (e coordinamento in relazione alle richieste di dare attenzione all’altro, di aiuto e carico un imprevisto – e le sue stranianti questo periodo per alcune scuole è durato della scuola a bambini e ragazzi. incoraggiamento reciproco, ma anche conseguenze operative e quotidiane – più di un mese e mezzo), si è trattato In un contesto in cui i genitori non sono in di confronto sul da farsi, di raccolta e che per una volta non dipende dalla loro soprattutto di mantenere la relazione, di grado di far fronte da soli alle richieste della discussione di proposte e suggerimenti, personale storia e situazione famigliare fare esprimere e parlare bambini e ragazzi, scuola (per esempio per problemi di lingua o di divisione dei compiti tra chi poteva (imprevisti cui hanno già certamente dato di allenare le competenze di base. tecnici legati alla possibilità di connessione contribuire. abbastanza), ma è comune a una gran parte È risultata subito evidente la necessità di in remoto), il ragazzino si è trovato solo, L’immediata priorità era contattare le dell’umanità. (Enrico) trovare un equilibrio tra momenti di gioco, di senza un confronto con l’insegnante, i famiglie dei bambini e ragazzi più giovani, Dopo i primi momenti di recupero dei dialogo e momenti di esercizi e studio. compagni, gli operatori di ASAI. Le famiglie mentre la scuola era ancora assente, stava contatti, di attenzione alle persone e di Alcuni bambini e ragazzini hanno espresso le non avevano il necessario supporto per cercando di organizzarsi. Sono state fatte confronto sul da farsi, è partita l’attività di loro ansie (avevano bisogno di capire meglio rispondere alle richieste della scuola, che di centinaia di telefonate alle famiglie. sostegno a distanza. cos’era questo virus), di rassicurazioni solito venivano risolte in collaborazione con Non potevo mandare solo un messaggio, A ciascun volontario disponibile sono stati sull’andamento dell’epidemia, di informazioni l’associazione. (Letizia) dovevo sentirli, sapere come stavano assegnati uno, due o più bambini e ragazzi sull’avanzamento della ricerca sui vaccini, Le lezioni online, tanti compiti, la scarsa vivendo l’emergenza, in quale situazione del doposcuola in cui già lavoravano, che o semplicemente desiderio di raccontare disponibilità di strumenti digitali, di si trovavano. A volte le telefonate erano spesso già conoscevano (non sempre è l’ultima puntata del cartone animato che connessione, l’insufficiente conoscenza lunghissime. (Anna) stato possibile). avevano visto. della lingua italiana di alcuni genitori, hanno I ragazzi più grandi sono stati contattati L’organizzazione e le modalità delle attività In alcuni casi il sostegno allo studio è passato messo in grande difficoltà gli studenti e le loro direttamente. sono state le più diverse, a seconda della totalmente in secondo piano: “io non ho famiglie: una impresa anche solo recuperare Abbiamo cercato di non perdere i contatti fascia d’età dei bambini e ragazzi, della bisogno, mi bastano le lezioni online” dice i compiti inviati per email o tramite cellulare con i ragazzi. Si è dovuto capire in che disponibilità e affidabilità degli strumenti R., una ragazza di 2^ media. o caricati su piattaforme online, capire condizione fossero i ragazzi a casa, se informatici, del tempo a disposizione dei R. però ha una situazione difficile a casa, è come scaricarli e, una volta fatti i compiti, avessero strumenti digitali e possibilità volontari, del carattere e preferenze dei in ansia, ha paura di uscire, anche quando le come caricarli sulle piattaforme o inviarli di connessione. Se avessero lezioni con la bambini e dei volontari. restrizioni vengono allentate. La volontaria altrimenti agli insegnanti. Tutto questo in scuola e come fossero organizzate. All’inizio L’individuazione della frequenza, durata che la segue continua a chiamarla per famiglie con più figli, di età diverse, in cui sia noi che i ragazzi abbiamo navigato a e i mezzi di comunicazione e di incontro chiacchierare, per darle il sostegno personale sovente gli unici strumenti digitali erano vista. Rispondevamo a qualsiasi ora del virtuale – anche dove sono state date di cui ha percepito il bisogno. i cellulari dei genitori o dei fratelli, la cui giorno e della notte per non lasciarli senza linee guida dai coordinatori del centro D., un bambino di 5^ elementare, non ha disponibilità era condizionata dagli impegni un aiuto: “aiutami ti prego a fare il riassunto – è avvenuta in modo naturale, talvolta voglia di fare nulla. Chi segue D. cerca sempre di lavoro o di studio, in case in cui mancava della vita di Petrarca”, “devo rispondere in progressivo, tramite la reciproca attenzione un appiglio per coinvolgerlo, interessarlo, uno spazio adeguato per seguire le lezioni e inglese a domande sul linguaggio tecnico all’altro (bambino, ragazzo, volontario) farlo aprire, ma senza successo; eppure fare i compiti. dell’aviazione”. dall’altra parte del monitor o del cellulare, non rinuncia a cercarlo, a provare, perché Per i più piccoli, i volontari hanno chiesto Piano piano ci siamo organizzati e si è entrati ai suoi bisogni, disponibilità e preferenze. sia chiaro a D. che lui c’è per fare delle cose alle maestre se potevano ricevere anche in un’ottica di normalità, di accettazione. Talvolta gli appuntamenti erano a orari e insieme o anche solo per ascoltarlo, che può loro i compiti da fare e hanno così potuto (Gaia) giorni prestabiliti, altre volte dipendevano sempre contare su di lui. aiutare le famiglie in difficoltà. 14 15
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante Il contatto diretto con le maestre #Siamo entrati l’uno nella digitale, della sfera privata di ognuno ha Ai bambini mancava molto ASAI, uno ha portato in qualche caso a una “casa” dell’altro fatto sì che nei rapporti con i bambini e spazio in cui stare insieme agli altri bambini, collaborazione più ampia, uno scambio Siamo entrati in punta di piedi nelle case ragazzi si passasse da un piano di disparità giocare, fare attività che non fossero scuola. di idee, di informazioni e conoscenze e famiglie dei ragazzi ma “senza chiedere a uno di parità. (Benedetta) utili in relazione al bambino o ragazzino. permesso”. (Letizia) Nei centri aggregativi il rapporto tra La mancanza di questo spazio è pesato a Dove c’è stata interazione con gli Abbiamo sbirciato dove questi bambini ragazzo ed educatore è di disparità, c’è una bambini e ragazzi ma anche ai volontari: più insegnanti è stata molto efficace, ha vivono e come vivono, scoperto alcune distinzione di ruoli, il ragazzo è subalterno, bimbi, più persone, tutti in un luogo e tempo permesso di mettere a fuoco situazioni dinamiche della famiglia: il papà ha un l’educatore ha informazioni sul ragazzo ma dedicato in cui il resto viene lasciato fuori. che non sarebbero altrimenti state negozio, si alza presto per andare ai mercati il ragazzo non sa nulla di lui; per quanto Alcuni volontari hanno concordato fasce evidenziate; al tempo stesso, c’è stato generali; il papà riposa e la mamma va in ci sia relazione, anche amicizia, il ruolo di orarie in cui sentirsi, ma il loro contatto era un riconoscimento da parte della scuola negozio, in quel lasso di tempo il bambino è educatore viene mantenuto ed è ben chiaro sempre a disposizione, potevano essere del lavoro dell’associazione. responsabile del fratellino più piccolo di cui a entrambi. raggiunti a ogni ora, con telefonate o In molti casi questa interazione è deve farsi carico. (S.) Essere ognuno a casa propria e aprire i propri messaggi. mancata; è mancato un ragionamento I volontari hanno sentito fratellini e spazi privati, casa, famiglia, ci ha messo in Da un lato volevano far sapere ai ragazzi che comune su cosa è meglio per quel sorelline urlare e disturbare, li hanno visti una situazione di parità e questo è un modo c’erano per l’aiuto, ma nello stesso tempo i bambino e ragazzo. giocare, hanno parlato con genitori, fratelli di essere uniti. ragazzi non dovevano diventare dipendenti. È il caso di O., 4^ elementare, che non e sorelle maggiori per organizzare le attività All’inizio mi sistemavo e truccavo prima della Per alcuni, rispetto al doposcuola in riesce a stare dietro a compiti fuori dalla dei più piccoli, condiviso la quotidianità del videochiamata, sistemavo la telecamera in presenza, è stato più difficile definire gli sua portata a causa di una notevole Ramadan e i festeggiamenti dell’ultimo modo che lo scorcio di casa visibile fosse incontri in mancanza di un momento e difficoltà nella lingua italiana (a casa non giorno, aiutato anche fratelli e sorelle a decoroso (per es. ci fossero libri dietro). Poi a luogo preciso predisposto per l’attività. Non si parla mai italiano). fare i compiti, sentito la madre urlare con poco a poco le cose sono cambiate. (Letizia) rispondere a una chiamata è “facile”, a volte Un giorno ha pianto tanto; è stato la vicina, partecipato alla nascita di due i bambini e ragazzi non rispondevano perché difficile riuscire a calmarlo senza essere gemellini. “Lei sarà sempre la benvenuta # Importanza di spazi e affaticati o semplicemente perché non ne in presenza. Per lui è fondamentale che nella nostra casa”, dice una madre a momenti propri avevano voglia. i compiti siano eseguiti e consegnati nei Franca (la volontaria che segue il figlio) per ASAI è anche fatta di luoghi e momenti tempi richiesti. Purtroppo le carenze con esprimere la sua gratitudine. dove bambini e ragazzi possono esprimersi, # Opportunità la lingua italiana compromettono ogni D’altro canto la condivisione di spazi e divertirsi, socializzare e trovare un modo di conoscersi meglio materia di studio. Il risultato è un senso momenti domestici e familiari è andata di esprimere se stessi senza avere Nel sostegno a distanza si è passati da forte di frustrazione: il bambino si trova in entrambe le direzioni. I volontari hanno “interferenze” di casa. una dimensione di gruppo in spazi e tempi stretto tra le richieste della famiglia e presentato ai bambini e ragazzi i propri Con il lockdown, i bambini si sono trovati in predefiniti a un rapporto individuale. le richieste delle maestre. Il risultato è mariti, mogli, figli, fratelli, sorelle, cani e contatto con i volontari, ma in presenza dei La relazione a due, la disponibilità un’angoscia inaccettabile. Le maestre gatti, raccontato come hanno passato la propri genitori. Ambiente e dinamiche diverse del contatto, le dilatate possibilità hanno bisogno di essere coinvolte di più al Pasqua. I bimbi e ragazzi sono diventati si sono intrecciati. I genitori che suggerivano, di comunicazione e di tempi per la fine di rendersi conto della reale situazione parte della quotidianità domestica delle sgridavano, correggevano, volevano aiutare comunicazione, sono stati una preziosa di ciascun bambino. famiglie dei volontari così come loro lo e, in realtà, tarpavano le ali. Questo è un e importante occasione per conoscere Condividere la nostra esperienza con gli sono diventati per le famiglie dei ragazzi e limite a livello di crescita personale: poter meglio i bambini, per dare spazio alla loro insegnanti, parlare molto senza timore, bambini. avere spazi “altri” per bimbi e ragazzini vuol espressione, al dialogo, alla condivisione. dialogare, trovare insieme le soluzioni Un ragazzino e il figlio di una volontaria dire uscire dal proprio nido e confrontarsi con È stata l’occasione di conoscere di più adatte (per esempio la possibilità di scoprono di avere entrambi la passione per il mondo esterno. (Francesco) i bambini, di sapere cose che non sarei eseguire con il nostro aiuto compiti la cucina, inizia così uno scambio di foto Per i ragazzi l’interruzione dell’attività del mai venuto a sapere. Per esempio, R. semplificati), fare sentire alla famiglia dei piatti cucinati. Una volontaria ha fatto centro educativo è stata un doppio trauma: con dei ritagli di carta e cartone crea delle una voce unica di scuola e di ASAI, questo un tutorial con i propri figli per insegnare a da un lato non avevano più un pomeriggio costruzioni, alcune lunghe due metri, e poi mi pare sia l’insegnamento da raccogliere, costruire un gioco (un memory) al bambino rilassante, di socializzazione con coetanei, crea dei personaggi e delle storie. insegnamento che non sarebbe emerso che seguiva e lui lo ha costruito per giocarci dall’altro quel tempo veniva sostituito con Nell’attività in presenza questo non è così chiaro senza l’intervento imprevedibile con i fratelli. un tempo per i compiti, in cui si dovevano venuto fuori perché ci sono sempre cose da del lockdown. (La volontaria) Questa condivisione più ampia, seppur impegnare ed erano da soli. (Letizia) fare, non ci sono quei tempi morti in cui ce 16 17
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante la si può contare un po’. È sempre un tempo Alcuni volontari hanno organizzato con # Occasione di migliorare spegneteli, quanto state al telefono!?! da organizzare, ma in questo periodo ho regolarità attività e giochi a distanza a Il sostegno individualizzato è stato molto (Chiara) scoperto che è altrettanto necessario dare gruppetti di 3 o 4 bambini. In questi casi, importante durante la didattica a distanza Improvvisamente, dall’esortazione a spazio e tempo per permettere a questi anche i bambini hanno potuto conoscersi della scuola, in cui lezioni, spiegazioni limitarne l’uso si è passati, non senza bambini di tirare fuori quello che sentono, meglio e approfondire la relazione tra loro e compiti non raggiungevano sempre imbarazzo da parte nostra, alla richiesta quello che sono. (S.) oltre che con i volontari. tutti nello stesso modo (per mancanza di di usarli, di tenerli sempre accesi, di stare Una volta V. mi ha chiamato soltanto per Nonostante la difficoltà della situazione, strumenti, di connessione, di spazi). In sempre connessi. (Gaia) sfogarsi perché la mamma gli aveva tolto la il fatto di essere concentrati su noi tre è qualche caso ha portato al miglioramento D’altro canto, l’eccezionalità della situazione Play. (Chiara) stato positivo per conoscerci meglio. Lo a scuola di bambini e ragazzi, all’aumento di confinamento ha cambiato radicalmente In via Sant’Anselmo li “vedevo” molto di hanno detto anche i bambini: “speriamo della fiducia in loro stessi, alla progressiva la prospettiva con cui molti adulti hanno meno perché talvolta, nel corso dei due poi che l’anno prossimo potremo stare acquisizione di maggiore autonomia. percepito e vissuto gli strumenti digitali: giorni di mia presenza, seguivo anche ancora così noi tre”. Hanno sentito che In particolare, laddove ci sono grosse lacune, da motivo di distrazione a strumento altri. Il tempo limitato costringe a tagliare c’era un ambiente meno incasinato, meno dove mancano le basi, il lavoro individuale di relazione, da tecnologia che divide a tutto quello che non è immediatamente distrazioni, più concentrazione su di loro, la consente di affrontare le difficoltà. In una tecnologia che mette in relazione. indispensabile. (Enrico) possibilità di passare il tempo insieme non situazione in cui i professori mandavano Il computer, da strumento di lavoro, C’è stata la possibilità di passare il tempo solo a fare i compiti. Al doposcuola uno dei le richieste di compiti online, a volte senza al mio servizio, è diventato strumento insieme: un tempo per il gioco, non solo due aveva tantissimi compiti il sabato, era spiegazioni, un lavoro di tipo individuale è indispensabile per accedere al mondo, da cui compiti o attività, un tempo per loro tutto difficile fare altro. Quando riuscivamo lo stato fondamentale. io dipendevo per “uscire di casa”. (Patrizia) da inventare, in cui i bambini possano facevamo. Uno dei due si muoveva sempre, Due fogli scritti a mano mandati Il nuovo ruolo acquisito dagli strumenti metterci del loro. (Benedetta) andava in bagno, si faceva sempre prendere dall’insegnante di chimica con un po’ di digitali durante il periodo di confinamento Per P. è stata dura: il padre lavorava, aveva da mille distrazioni. (Benedetta) spiegazione. S. capiva già poco l’italiano, ha indotto ASAI ad attivarsi per la consegna paura che portasse il contagio (ha anche figuriamoci come poteva affrontare quei di tablet a bambini e ragazzi che non avevano avuto la febbre). Abbiamo condiviso le paure, due fogli … (Michelangelo) strumenti a disposizione per partecipare alle parlato della pandemia e persino della peste All’inizio C. aveva un po’ di pigrizia mentale, attività scolastiche di didattica a distanza. del ‘300 e del ‘600. Abbiamo chiacchierato a poco a poco è diventata più autonoma, più Pur riconoscendo l’importanza di dotare molto in questi mesi. La relazione che si che in presenza. Ha fatto progressi enormi. bambini e ragazzi di tali strumenti laddove è creata è stata molto piacevole per me. (Elisa) non ce ne fosse disponibilità, è cresciuta la Anche P. ha più volte espresso lo stesso “Io sono contentissimo di non andare a consapevolezza della loro insufficienza ai piacere. Si è creato un legame. (Gemma) scuola” mi ha detto G. Nella didattica fini di garantire una reale partecipazione Anche i bambini e ragazzi hanno potuto a distanza è venuto fuori il ragazzino di bambini e ragazzi alla didattica online conoscere meglio i volontari: oltre a intelligente che è, perché ha eliminato la o al sostegno a distanza. Non sono conoscere le loro case e famiglie, hanno dinamica di classe. Ragazzino fastidioso, risolutori da un punto di vista tecnico (per scoperto che anche loro studiano o che facilmente distratto e distraente. Così si esempio in mancanza di connessione) ma lavoro fanno, hanno condiviso con loro poteva concentrare. Gli insegnanti si sono soprattutto da un punto di vista della reale momenti difficili, emozioni, passioni, resi conto che è intuitivo, che ha pensieri partecipazione di bambini e ragazzi. fotografie, pezzi di storia della loro vita. propri, non convenzionali. (Daniela) Pur avendo i tablet, se i bambini non hanno Si è instaurata una relazione di cura e di un adulto che li assiste nell’utilizzo, o non affetto in entrambe le direzioni e dove #Smartphone, tablet hanno lo spazio fisico (o la tranquillità) già esisteva si è intensificata. I ragazzi e computer, una diversa in casa per poter ascoltare una lezione, chiamavano o scrivevano messaggi per prospettiva partecipare alle attività proposte, fare i sapere come stavano i volontari, la famiglia, L’anno scorso noi animatori al Centro compiti, e soprattutto se non si connettono, i figli. Interculturale avevamo creato l’hashtag allora i tablet non saranno serviti a nulla. Alla fine della scuola A. e A., senza che “spegni il cellulare inizia a chiacchierare”. La dipendenza dagli strumenti digitali per avessero più compiti da fare, mi hanno (Gaia) la partecipazione alle attività comporta un chiamato per salutarmi, per fare una Durante l’attività in presenza, cellulari e rischio di esclusione che i volontari hanno chiacchierata. (Franca) tablet sono un argomento di conflitto tra cercato di fronteggiare lavorando con operatori e ragazzi: mettete via i cellulari, qualsiasi mezzo sul piano della relazione, 18 19
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante dell’interessamento e coinvolgimento di # Recuperare la dimensione consenso, si sperimenta, si fanno sbagli e si parte, la dimensione di gruppo. Volontari, bambini e ragazzi, cercando di creare per di gruppo capiscono le conseguenze. educatori, animatori hanno cercato di farlo loro spazi di gioco, dialogo, espressione Durante il periodo di confinamento, Bambini e ragazzini con difficoltà relazionali, mettendosi in gioco con creatività e risorse e protagonismo e di recuperare una la dimensione di gruppo è venuta che vivono con imbarazzo il rapporto con che molti di loro non sapevano neppure di dimensione di gruppo pur nella distanza improvvisamente meno, fatta eccezione compagni e adulti (a scuola e in ASAI), avere. fisica. per il ‘gruppo famiglia’, che si è anzi imposto hanno mostrato di trovarsi bene durante Queste alcune delle iniziative ideate e Da un lato, la “freddezza” del mezzo rendeva ai suoi membri in spazi e tempi obbligati, il confinamento nel loro “guscio familiare” realizzate durante il lockdown: difficile capire cosa stava succedendo del tutto nuovi rispetto alla precedente (l’espressione è di Ornella, che ha seguito dall’altra parte del monitor o del telefono. quotidianità familiare. uno di loro), anzi meglio, ma sono regrediti • I laboratori dei ragazzi del Centro Come fai a capire quello che succede se non Le attività del gruppo classe, gruppo ASAI, nello stare con gli altri, nell’esprimersi e nel Interculturale li vedi, se non vedi gli occhietti, se non puoi gruppo di volontari, educatori, amici, superare le proprie ansie. È stato complicato agganciare i ragazzi “ascoltare” il linguaggio corporeo? Mi è prevalentemente legate a un fare insieme, Con il prolungarsi del confinamento, è perché bisognava riformulare la proposta. mancato vedere il suo viso, “vedere” quello discutere, condividere in presenza fisica, si apparso evidente che molti bambini e Non si poteva pretendere che stessero che esprimeva. La cosa bellissima della sono bruscamente interrotte. ragazzi erano stanchi, annoiati: le video- davanti al PC come e oltre le loro lezioni, presenza è che lavori con le persone, non delle Dall’interazione con gli altri e con il lezioni, l’utilizzo costante e faticoso dei bisognava attrarli, stimolarli, con qualcosa macchine, dove metti dentro dati e aspetti la gruppo nasce un’esperienza di gruppo, mezzi digitali, ma soprattutto la mancanza di divertente. A volte mandavamo una risposta. (Maria Luisa) estremamente arricchente, che è qualcosa del gruppo li hanno molto provati. Durante fotografia, una frase d’impatto, per D’altro canto, la stessa “freddezza” del di più e di diverso dalla somma delle le video-lezioni e in genere la didattica a stimolare e captare le loro emozioni. mezzo ha reso evidente quando i bambini o interazioni tra i singoli. distanza è impossibile “rilassare i pensieri”. Come creare gruppo? Rendere i ragazzi ragazzi “non c’erano” e ha imposto a tutte In una classe, in un gruppo non impari (Letizia) protagonisti è fondamentale. Anche in le figure educative coinvolte nelle attività solo dall’insegnante, dell’educatore, ma La didattica a distanza, per come in questa situazione i ragazzi hanno avuto a distanza di escogitare altre modalità per anche dalle domande degli altri, dalle concreto prevalentemente realizzata, bisogno di sentirsi protagonisti in uno assicurarsi la “presenza”, intesa questa risposte sbagliate, da quello che fanno, richiede una concentrazione sull’oggetto spazio che deve essere il loro. Volevamo volta (finalmente!) come l’effettivo dall’interazione con gli altri in genere. dell’attività continua, faticosa e non organizzare dei laboratori ma finché coinvolgimento e la partecipazione di Questa dimensione si è improvvisamente consente quel rilassamento che deriva abbiamo tentato di farlo noi animatori non bambini e ragazzi. persa. (Patrizia) proprio dall’esposizione ai tanti stimoli funzionava, o addirittura i ragazzi neppure Era più facile capire quando la relazione non E questo è mancato a tutti. È mancato esterni e distrazioni che si hanno quando si collegavano. Abbiamo così pensato di funzionava: semplicemente la comunicazione il piacere di stare insieme, di giocare, si sta insieme a un gruppo di compagni, di dare ai ragazzi la possibilità di gestire si bloccava. Era evidente. Ci sono tanti modi chiacchierare, discutere, lavorare, creare persone. loro stessi un laboratorio. Uno dei ragazzi nelle modalità online per capire cosa succede insieme. Il venir meno del gruppo ha comportato organizzava un tutorial con gli strumenti dall’altra parte, quando si è insieme o quando Anche ragazzini che in ASAI non avevano la “perdita” di moltissimi ragazzi, in che aveva a casa (per es. sulla cura della uno dei due non c’è più. (Chiara) mostrato particolare attaccamento al particolare adolescenti, nonostante i grandi pelle, maschere, scrub … o una serie di La situazione ha imposto di esplorare nuovi gruppo, hanno espresso il desiderio di sforzi di educatori e volontari di “scovarli” e esercizi fisici): l’attenzione è esplosa! linguaggi, di guardare i ragazzi con nuovi incontrare i compagni di gioco, di sapere coinvolgerli. I ragazzi hanno bisogno di stare al centro, occhi e ascoltarli con nuove orecchie, che come stavano, cosa facevano, e si sono Molti ragazzi vengono in ASAI per stare sembra scontato ma hanno veramente aiuteranno a cogliere l’effettiva presenza riscoperti molto legati a quel gruppo. insieme. In questa situazione è venuto bisogno di fare e dire senza essere giudicati, e coinvolgimento (o l’assenza) di bambini La perdita della dimensione gruppale si è meno l’interesse principale. (Letizia) di ritrovare il loro spazio, anche virtualmente. e ragazzi anche quando si starà di nuovo mostrata in tutta la sua gravità in bambini Al centro avevamo un grosso gruppo, una (Gaia) fisicamente insieme. e ragazzi con difficoltà relazionali. sessantina di ragazzi iscritti, al pomeriggio Il contatto di persona – con il suo apporto Il gruppo è il contesto naturale di partecipavano dai 20 ai 40 ragazzi • Il laboratorio dei piccoli esploratori di linguaggi non verbali ed empatici – è apprendimento nel quale sviluppare alle attività di animazione. Durante il e i giochi di Pietro ovviamente “un’altra cosa”. Tuttavia, capacità interpersonali e sociali: si impara confinamento abbiamo preso contatti con Il sabato dei Piccoli Esploratori al centro quando esiste già una relazione, “il livello a relazionarsi con gli altri, a esprimere tutti i ragazzi per capire come si sentivano, aggregativo di San Salvario coinvolgeva di confidenza è tale che il mezzo è poco le proprie opinioni anche in disaccordo come si erano organizzati con la scuola... Ne bambini delle elementari in laboratori di importante. Almeno per un po’ è lo stesso.” con quelle degli altri, a manifestare le abbiamo agganciati una decina. (Gaia) vario genere, giri in città, visite a musei (Enrico) proprie emozioni, a negoziare, a ottenere il Bisognava recuperare, anche solo in e molto altro. Tutto questo durante il 20 21
FARE INSIEME UNA COSA DIFFICILE Capitolo 2 • Essere parte di: volontari e operatori nella comunità educante confinamento non era possibile. anche loro il piacere di giocare e partecipare. chilometri di distanza, lei ha dimestichezza Pietro, volontario “storico” e animatore, con (Pietro) con alcune applicazioni sul computer e si è l’enorme fantasia, impegno e disponibilità Tra le tante attività inventate durante resa disponibile con molto entusiasmo. che lo contraddistinguono, ha continuato il il periodo di confinamento, Pietro ha Fare squadra, per me è un’esperienza molto laboratorio a distanza. organizzato dei giochi (indovinelli e gratificante. (Sonia) Attraverso un gruppo WhatsApp, Pietro consegne di vario genere) a gruppetti di dava una prima consegna in simultanea a tre bambini, sempre diversi, che davano • Il diario di bordo tutti i bambini partecipanti, a volte sotto l’opportunità ai partecipanti di esprimersi I volontari del doposcuola elementare del forma di filastrocca (per esempio “disegna e confrontarsi con lui e tra di loro. La regia centro aggregativo di San Salvario hanno il posto più bello”). I bambini facevano dell’animatore ha consentito ai bambini creato un “diario di bordo” virtuale in cui il disegno a casa e mandavano la foto a di vivere esperienze di gruppo e, allo ciascun volontario raccontava agli altri Pietro. La seconda consegna (per esempio stesso tempo, di ricevere un ascolto e come era andata la settimana di sostegno “inserisci delle persone nel posto che hai un’attenzione individuali. a distanza: attività, difficoltà, emozioni… disegnato”) veniva inviata singolarmente a Il gioco del sabato ha permesso a tanti Qualunque cosa si desiderasse condividere tutti bambini che completavano la prima; e bambini di raccontare cose personali che Li sentivo due volte alla settimana. In uno con gli altri volontari ed educatori del così via sino a 6/7 consegne. Pietro passava altrimenti non sarebbero mai venute fuori. di questi incontri ci occupavamo dei compiti, doposcuola. l’intera giornata a ricevere e rispondere ai Modulavo il gioco in base alle esigenze che nell’altro facevamo una videochiamata a Per recuperare la dimensione gruppale messaggi, sciogliendo dubbi e difficoltà dei percepivo dai bambini: quando li sentivo più tre, a volte a quattro perché partecipava abbiamo fatto in modo di sentirci bambini. La partecipazione è stata alta: stanchi, le richieste del sabato dopo erano anche Guillermo [l’educatore]. I bambini costantemente con i volontari, lo stesso sono stati coinvolti fino a 45 bambini a meno impegnative. Se non si iscrivevano, chiedevano di lui. Era un momento in diario di bordo ha aiutato a mantenere lo distanza, in un solo pomeriggio. li chiamavo per sapere come stavano, se cui stavamo semplicemente insieme, spirito comunitario. (Francesco) Il risultato finale dei lavori artistici dei avevano avuto problemi, se avevano bisogno chiacchieravamo, giocavamo (per esempio singoli partecipanti era assemblato in di aiuto. (Pietro) all’impiccato, obbligo verità, il gioco dei • Le attività su Facebook del gruppo un coloratissimo video finale, inviato ai mimi, etc.). All’inizio avevo paura a gestirlo, assaiASAI bambini via WhatsApp e caricato sul canale • Le videochiamate a piccoli gruppi di ma poi è venuto tutto spontaneo e naturale. Il gruppo di teatro assaiAsai, guidato da YouTube dell’associazione, a disposizione Letizia e Benedetta Questa esperienza mi ha mostrato Paola Cereda, ha saputo mantenere forte di tutti. Letizia e un’altra giovane volontaria l’importanza di avere fantasia, di reinventare, il legame di gruppo. In continuità con Il laboratorio ha permesso di svolgere seguivano ciascuna una ragazzina del di lasciare uscire le cose spontaneamente. È la pratica e la filosofia della compagnia un’attività comune ridimensionando doposcuola medie di via Gené. Insieme si bello e più facile. (Benedetta) teatrale, tutti i membri del gruppo hanno la centralità degli strumenti digitali, sono inventate un’attività di gruppo. potuto esprimersi in libertà, sentendosi che venivano utilizzati soltanto per Abbiamo organizzato una videochiamata • Le letture animate di Carla e Sonia accolti e questo ha permesso di mantenere, documentare il risultato finale. In questo a quattro (io, l’altra tirocinante e le due Carla e Sonia hanno seguito due bambini se non rafforzare la relazione amicale e il modo lo smartphone era strumento ragazze) e proposto un gioco semplice di quarta elementare che facevano fatica senso di appartenenza al gruppo. di comunicazione e non soggetto/ (nomi, cose e città con la stessa iniziale): a svolgere i compiti a causa delle difficoltà Non potendo incontrarci, la condivisione da oggetto principale dell’attività. I bambini le ragazzine hanno interagito, parlato, con la lingua italiana. casa si è trasformata in scritti, fotografie, disegnavano, costruivano, creavano e riso e scherzato come se noi adulte non Abbiamo riassunto e adattato varie lezioni, video che postavamo sul nostro gruppo non di rado anche i genitori si sono fatti esistessimo. E un po’ lo abbiamo fatto ne abbiamo creato anche una versione chiuso di Facebook. Ogni mercoledì, alla coinvolgere e hanno giocato insieme ai anche io e l’altra tirocinante. È stato molto vocalizzata. In questo modo i bambini stessa ora del nostro laboratorio, Paola ci propri figli. bello, un momento di socializzazione per apprendono con meno fatica, forse un po’ dava un compito scritto, per esempio “Che Il gioco del sabato doveva essere un tutte e quattro. (Letizia) si divertono, l’approccio alla lezione diventa cosa vedo dalla finestra” o “Vi racconto momento piacevole, un’attività organizzata Benedetta ha seguito a distanza due amichevole, positivo e curioso. una cosa di me che non vi ho mai detto”. senza che i genitori dovessero seguire i figli, bambini dello stesso doposcuola e ha Rimane sempre la possibilità di riascoltare la Alcuni compiti venivano affidati a tutti, in modo che anche loro potessero riposarsi. organizzato un momento settimanale lezione in qualsiasi momento (ovviamente altri diretti ai singoli in base ai talenti e I bambini disegnavano, costruivano, in piccoli gruppi di tre, talvolta quattro, con gli strumenti necessari come lo capacità di ciascuno. Ne è nata condivisione creavano per conto loro; alcuni genitori con la partecipazione di un educatore del smartphone, il tablet o il PC ecc.). profonda, di aspetti anche molto personali, però si sono fatti coinvolgere e hanno avuto centro aggregativo. Ho coinvolto anche mia sorella a mille nonostante lo strumento (Facebook) non 22 23
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