CCaritate - Suore Francescane Elisabettine

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                                                                                                                                     Caritate
                                                                                                                                      in

                                                                                                                                                           Bollettino delle suore
                                                                                                                                                           terziarie francescane
                                                                                                                                                           elisabettine di Padova
                                                                                                                                                           n. 1 - gennaio/aprile 2021
                                                                                                                                           C H R I S T I
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB PADOVA

                                                                                                                                          San Giuseppe
                                                                                                                                     padre, custode, patrono
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IN QUESTO NUMERO
                                                  anno CXCIII n. 1           Nella chiesa
                                                  gennaio/aprile
                                                  2      0     2        1   Francesco e Giuseppe                                          4
                                                                            Renzo Gerardi
                                                                            Il Papa rilancia la follia francescana della fraternità cosmica 9
                                                                            Giuseppe Celli

                                                                             Radici nel cielo
                                                                            Come Maddalena, di buon mattino                              11
                                                                            Marilena Carraro

                                                                             Spiritualità
                                                                            La forza della speranza                                      12
                                                                            Monica Cornali

                                                                             Parola chiave
                                                                            Presenza e assenza non sono assoluti                         14
                                                                            Michele Visentin

                                                                             Finestra aperta
                                                                            «Figlia del tuo Figlio»                                      17
                                                                            Giosuè Chiaradia

                                                                             In cammino
                                                                            Un comune patto educativo                                    20
  In copertina: Transito di san Giuseppe, olio su tela, XVIII secolo.       Donatella Lessio
  Quadro donato da don luigi Maran a Elisabetta Vendramini
  nei primi anni della fondazione e custodito nella Casa Madre,
                                                                             Alle fonti
  nella stanza-museo dove la beata Vendramini è tornata alla                Elisabetta Vendramini e la figura di san Giuseppe
  Casa del Padre.
                                                                                                                                          22
                                                                            Chiara Zanconato

Editore                                                                     San Giuseppe abita qui                                       24
Istituto suore terziarie francescane                                        Antonella De Costanza
elisabettine di Padova
via Beato Pellegrino, 40 - 35137 Padova                                      Accanto a...
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                                                                            Marita Girardini
                                                                            Luci di speranza nel buio                                    30
Per offerte                                                                 a cura di Barbara Danesi
ccp 158 92 359
Direttore responsabile
                                                                            Profondamente grata                                          32
                                                                            Lucia Corradin
Guglielmo Frezza
Direzione                                                                    Vita elisabettina
Paola Furegon
Collaboratori                                                               Guida i nostri passi, Signore, sulla via della pace          34
                                                                            Paola Cover
Ilaria Arcidiacono, Sandrina Codebò, Barbara Danesi
                                                                            Scarne parole, molti i fatti                                 36
                                                                            a cura della Redazione
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Imprimenda s.n.c. - Limena (PD)                                              Storia e memoria
Autorizzazione del Tribunale di Padova                                      Addio alla Terra Santa                                       37
n. 77 del 12 gennaio 2012                                                   Lucia Corradin, Gemma Mezzaro, Erika Nobs
Spedizione in abbonamento postale
                                                                             Nel ricordo
       Questo periodico è associato all’Uspi
       (Unione stampa periodica italiana)
                                                                            Credo la vita eterna                                         41
                                                                            Sandrina Codebò
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EDITORIALE

                                                   Getta il cuore
                                                  oltre l’ostacolo
S
      ono parole di Paolo Ferrario in un articolo di Avvenire         Con esse, in questi ultimi giorni di aprile ci sono arrivate
      (11 marzo 2021) nel commentare l’impegno di vita di         altre voci ‘buone’, come quella del comboniano Christian
      un ragazzo: bloccato da un incidente, non ha smesso         Carlassare, che vive il suo dolore in solidarietà con la grande
di amare le montagne, «facendosi testimone non solo dei           sofferenza del popolo sud sudanese o della missionaria laica
percorsi tra le bellezze naturali ma anche di importanti          Nadia De Munari che pur minacciata ha continuato a “get-
valori sociali», meritando di essere insignito del titolo di      tare il cuore oltre”...
“Alfiere della Repubblica” dal presidente Sergio Mattarella.          Possiamo chiamarli “santi della porta accanto”? forse è
Una storia che riempie di luce questo nostro tempo in cui         troppo, ma sono sicuramente degli indicatori di cammini di
molti scivolano nella rassegnazione che può sfociare, più         risurrezione.
volte, nella disperazione.
    Con la storia di Diego Barbieri ce ne sono altre di giova-        Getta il cuore…
nissimi che hanno saputo «gettare il cuore oltre l’ostacolo»,         Come hanno saputo fare i santi (quelli dichiarati tali),
che si sono scoperti portatori di energie e creatività scono-     come Elisabetta Vendramini, che di fronte al fallimento ai
sciute a loro stessi: raccontano di ragazzi “eroi covid” che si   Cappuccini, in Bassano, getta il suo cuore oltre… e Padova
sono distinti «per l’impegno e le azioni coraggiose e solidali,   diventa il qui e ora del superamento dell’ostacolo nel servi-
e rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e    zio e nella condivisione con i poveri.
la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici         Non la ferma il senso di impotenza o il legame con i
eventi legati alla pandemia» e, con Diego, riceveranno il         familiari, come non l’aveva fermata la minaccia di essere
riconoscimento dal Presidente della Repubblica.                   privata dell’eredità… il suo cuore vola oltre.
    Il loro è un esempio che alimenta la fiducia nella vita e         La memoria di lei che abbiamo appena celebrato e che ci
nelle forze buone presenti nella società.                         accompagna sempre, può essere fonte di impegno.

    Getta il cuore oltre l’ostacolo.                                                                            La Redazione
    … il cuore: per dire l’orientamento della vita,
il coraggio di non rinunciare a prospettive nuove,
di inventarsi lavori nuovi, di investire in settori
aperti e promettenti anche se non ancora del
tutto chiari.
    Ce lo siamo ripetuto tante volte in que-
sto tempo: l’ostacolo può diventare oppor-
tunità, la crisi l’occasione per un rilancio
diverso. Le storie citate ne sono un esempio
concreto.

                                                                                                    gennaio/aprile 2021              3
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NELLA CHIESA

    LA LETTERA “PATRIS CORDE”

    Francesco e Giuseppe
    Presentazione della lettera di papa Francesco
    su san Giuseppe nel 150° anniversario della proclamazione
    di Giuseppe a patrono della chiesa universale.

    di Renzo Gerardi1                      provata o atto di pietà in onore di      compiere l’opera di misericordia
                                           san Giuseppe», specialmente nelle        di Dio Padre. «Un padre amato;
                                           ricorrenze delle sue feste, inoltre il   padre nella tenerezza; padre nel-

    I
        l 150° anniversario della pro-     19 di ogni mese e ogni mercoledì,        l’obbedienza; padre nell’accoglien-
        clamazione di san Giuseppe a       giorno dedicato alla sua memoria.        za; un padre dal coraggio creativo;
        “patrono della Chiesa univer-          Per l’occasione papa Francesco       un padre lavoratore; un padre nel-
    sale” da parte di papa Pio IX co-      ha scritto una lettera apostolica,       l’ombra». Ecco chi è san Giuseppe
    stituiva un’occasione preziosa, che    promulgata l’8 dicembre 2020 –           per papa Francesco!
    papa Francesco non si è lasciato       che inizia con le parole latine Patris
    sfuggire. Facendo memoria del ge-      corde (“Con cuore di Padre”) [= PC]            La devozione
    sto compiuto dal suo predecessore      – nella quale ha illustrato la pater-       di papa Francesco
    l’8 dicembre 1870, papa Francesco      nità di san Giuseppe, descrivendo           per san Giuseppe
    ha voluto che un anno intero fosse     insieme l’orizzonte della Chiesa
    “dedicato a san Giuseppe”, invitan-    oggi, madre affranta e lacerata di           Abbiamo detto che egli ha pre-
    do a meditare sulla sua paternità      tanti figli che soffrono e vivono        so l’occasione di un anniversario.
    nei confronti delle nostre famiglie    un contagio di malattie fisiche e        Sappiamo però come ci sia una
    e della famiglia della Chiesa. Inol-   spirituali. Il Papa invita a volgere     devozione tutta speciale di Jorge
    tre, per quest’anno 2021, egli ha      lo sguardo al patrono della Chiesa,      M. Bergoglio nei confronti di san
    concesso l’indulgenza plenaria ai      a colui che ha custodito, amato,         Giuseppe. È stato lo stesso papa
    fedeli che reciteranno «qualsivo-      educato, protetto Gesù, avviando-        Francesco a rivelarlo. È una devo-
    glia orazione legittimamente ap-       lo, insieme alla madre Maria, a          zione che risale ai tempi della sua
                                                                                    giovinezza e della scoperta della
                                                                                    vocazione sacerdotale (avvenuta
                                                                                    nel 1953 nella chiesa di San José
                                                                                    a Buenos Aires), e che si è rinno-
                                                                                    vata all’inizio del suo ministero
                                                                                    di vescovo di Roma (inaugurato
                                                                                    il 19 marzo 2013, con un’omelia
                                                                                    incentrata sulla missione di san
                                                                                    Giuseppe come “custode”: di Ma-
                                                                                    ria, di Gesù, della Chiesa).
                                                                                        Papa Francesco ha raccontato
                                                                                    più volte come egli sia solito af-
                                                                                    fidare al santo intenzioni di pre-
                                                                                    ghiera e speciali intercessioni. In-
                                                                                    contrando le famiglie il 16 gennaio
                                                                                    2015 a Manila, egli confidò: «Io
                                                                                    amo molto san Giuseppe, perché
      Espressione della devozione di papa Francesco verso san Giuseppe.             è un uomo forte e silenzioso. Sul
                                                                                    mio tavolo ho un’immagine di san
4            gennaio/aprile 2021
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Giuseppe che dorme. E quando
ho un problema, una difficoltà, io              Un angelo appare in sogno a
scrivo un foglietto e lo metto sot-          san Giuseppe, affresco, Parma,
to san Giuseppe, perché lo sogni.                 chiesa della Santa Croce.
Questo gesto significa: prega per
questo problema!».
    È noto dai vangeli quanto il         sognare, di rischiare e prendere i
sonno e i sogni siano stati determi-     compiti difficili che hanno visto
nanti nella vicenda terrena di Giu-      nei sogni». Lui, che era un «uomo
seppe di Nazaret: per prendere in        giusto», doni a tutti i cristiani «la
sposa Maria; per fuggire insieme in      fedeltà che generalmente cresce in
Egitto onde sottrarre Gesù bambi-        un atteggiamento giusto, cresce
no alla persecuzione di Erode; per       nel silenzio e nella tenerezza, che
fare poi ritorno a Nazaret…              è capace di custodire le proprie
    Perciò papa Francesco ha l’abi-      debolezze e quelle degli altri».
tudine di infilare i bigliettini sotto
la statua del santo addormentato.              San Giuseppe:
È come se invitasse san Giuseppe              sposo e custode
(ma anche se stesso) a “dormirci                                                  sù. E Giuseppe diventa “il custode
su”. E a “mettere una buona paro-            «Salve, custode del Redentore        del sogno di Dio”, collaboratore
la” davanti a Dio Padre, per risol-      e sposo della Vergine Maria. A te        generoso e paziente dell’opera di
vere situazioni difficili e aiutare i    Dio affidò il suo Figlio; in te Ma-      salvezza.
bisognosi, rinnovando così il suo        ria ripose la sua fiducia; con te            Nella citata omelia del 20 mar-
ruolo di padre misericordioso, tut-      Cristo diventò uomo». È così che         zo 2017, papa Francesco sottoli-
to proteso verso coloro che ama.         papa Francesco – nella prima parte       nea anche il fatto che Dio con-
    In definitiva, per papa France-      della preghiera posta al termine         fida al cuore di Giuseppe alcune
sco lo sposo di Maria è un santo         dell’esortazione PC – si rivolge a       realtà “deboli” da assumere: come
davvero speciale. Il 18 dicembre         san Giuseppe.                            lo è una “promessa”, come lo è
2017 egli disse nell’omelia che Giu-         Anche se di lui sappiamo po-         un “bambino che deve nascere”,
seppe è «l’uomo che custodisce,          co – non conosciamo neppure la           come lo è una “ragazza”, da lui
l’uomo che fa crescere, l’uomo che       sua età – sappiamo, però, che ha         amata teneramente ma sulla quale
porta avanti ogni paternità e ogni       portato sulle spalle le promesse di      ha un sospetto. E “le debolezze”
mistero, ma non prende nulla per         discendenza, di eredità, di pater-       continuano anche negli eventi suc-
sé». Aggiungendo che «se Gesù            nità, di filiazione, di stabilità del    cessivi, come riferiscono i vangeli.
uomo ha imparato a dire “papà”,          popolo… Le promesse, fatte da Dio        Ma Giuseppe le prende in mano
“padre”, al suo Padre che cono-          nella sua alleanza con Abramo e          e soprattutto le accoglie nel cuo-
sceva come Dio, lo ha imparato           i suoi discendenti, hanno trovato        re. E le porta avanti con tanta
dalla vita, dalla testimonianza di       realizzazione nella responsabilità       tenerezza, con la tenerezza con la
Giuseppe».                               che viene affidata allo sposo di         quale si accoglie e si prende in
    San Giuseppe «agisce anche           Maria, la madre di Gesù: deve iscri-     braccio un bambino. Porta avan-
quando dorme», perché «sogna             verlo “nell’anagrafe dell’umanità,       ti le promesse, perché divengano
quello che Dio vuole». E, dunque,        nell’anagrafe della storia”!             salde e sicure. Egli è “custode delle
– disse il Papa nell’omelia del 20           Questo è lo stile di Dio, nel qua-   debolezze”, perché esse possano
marzo 2017 – egli «dia a tutti noi la    le Giuseppe si ritrova pienamente.       diventare “fondamenta della fede”.
capacità di sognare perché quando        Perché colui che viene a essere “pa-     Perciò Giuseppe è custode anche
sogniamo le cose grandi, le co-          dre adottivo” di Gesù è un uomo          delle nostre debolezze.
se belle, ci avviciniamo al sogno        nascosto, è l’uomo del silenzio. Gli         Sposo, padre, lavoratore.
di Dio, le cose che Dio sogna su         viene confidato “il sogno” di Dio        Credente nella modalità più se-
di noi». Giuseppe, che «era giova-       nostro Padre: la redenzione e la         rena e più ricca, ma anche più
ne», ai giovani dia «la capacità di      salvezza di tutti per mezzo di Ge-       responsabile. Un uomo che ama
                                                                                           gennaio/aprile 2021            5
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NELLA CHIESA

                                                                                             Il patrocinio
                                                                                           di san Giuseppe

                                                                                         «O beato Giuseppe, mostra-
                                                                                     ti padre anche per noi, e guidaci
                                                                                     nel cammino della vita. Ottienici
                                                                                     grazia, misericordia e coraggio, e
                                                                                     difendici da ogni male». Così si
                                                                                     conclude la preghiera, che papa
                                                                                     Francesco rivolge a san Giuseppe,
                                                                                     invitandoci a farla nostra.
                                                                                         Ma papa Francesco – nella nota
                                                                                     n. 10 della esortazione PC – rivela
                                                                                     che da diversi decenni ogni mat-
                                                                                     tina egli prega san Giuseppe, il
                                                                                     “glorioso Patriarca”, con un’altra
     Arrivo della santa famglia in Egitto, Roma, Pontificio Collegio Leoniano.       preghiera, risalente all’Ottocento
                                                                                     francese. Forse potrebbe essere giu-
                                                                                     dicata un po’ “ardita”, dato che
    con fedeltà. Uno sposo che acco-        Dio ha aiutato Giuseppe, illumi-         essa termina dicendo: «Che non
    glie un mistero che è la ricchezza      nandolo nella scelta: deve acco-         si dica che io ti abbia invocato
    di Maria sua sposa. Un padre che        gliere Maria così come ella è, senza     invano, e poiché tu puoi tutto
    esercita la paternità ubbidendo al-     mettere condizioni preventive e          presso Gesù e Maria, mostrami
    la voce dell’angelo di Dio. Un lavo-    fidandosi delle parole dell’angelo.      che la tua bontà è grande quan-
    ratore con il compito di far vivere     E Giuseppe, uomo rispettoso e de-        to il tuo potere». Sembra quasi
    la famiglia educando il figlio alla     licato, pur non possedendo tutte le      “una sfida”, rivolta a colui «il
    laboriosità.                            informazioni si decide a favore del-     cui potere sa rendere possibili
        Giuseppe è stato un bravissimo      la reputazione di Maria, della sua       le cose impossibili», cui vengo-
    “custode” di Gesù e di Maria, per-      dignità e della sua vita. Così realiz-   no affidate «situazioni tanto
    ché ha saputo ascoltare Dio e si è      za pienamente la “sponsalità”, che       gravi e difficili», «affinché ab-
    lasciato guidare dalla sua volontà.     è amore e accoglienza totale, senza      biano una felice soluzione»!
    Ora egli è custode della Chiesa e       riserve.                                     Tra il popolo sono note altre
    delle famiglie. Perché si è rivela-         Giuseppe! L’uomo che ha la           preghiere a san Giuseppe, alcune
    to un uomo sensibile alle persone       più grande autorità, senza farla ve-     delle quali proposte da altri Ponte-
    affidategli. Perché ha saputo leg-      dere. Un uomo che potrebbe dirci         fici. In particolare, in un’epoca di
    gere con realismo gli avvenimenti.      tante cose, eppure “non parla”. O,       tribolazione, a chiedere il patroci-
    Attento a ciò che lo circondava,        meglio, ci parla col suo silenzio e      nio di san Giuseppe e di «sovvenire
    ha saputo prendere le decisioni         con i fatti. Potrebbe comandare,         ai nostri bisogni», fu papa Leone
    più sagge. Lui, un “sognatore”, è       dato che addirittura “comanda”           XIII (nella enciclica Quamquam
    stato capace di accettare un com-       sul Figlio di Dio fatto uomo, eppu-      pluries, il 15 agosto 1889), a nome
    pito gravoso. Zitto, ha lavorato, ha    re sceglie di “obbedire”. Anche se,      di tutta la Chiesa, «la cara eredi-
    custodito, ha sostenuto e portato       conoscendo i “limiti” imposti dalla      tà che Gesù Cristo acquistò col
    avanti le debolezze, perché era “ca-    vocazione del Figlio Gesù, l’azione      suo Sangue», la sua «eletta prole».
    pace di sognare”.                       umana e paterna di san Giuseppe          Al «padre amantissimo, provvido
        Un sogno di Giuseppe era di         mette insieme l’esercizio di una         custode della divina Famiglia», il
    sposare Maria. E Dio ha realizzato      presenza che unita a Maria, si fa        papa chiese di «allontanare da noi
    il sogno di Giuseppe, ma non nel        amabile rimprovero, e una rinno-         errori e vizi», di «assisterci propizio
    modo con cui quel falegname di          vata ubbidienza alle parole del Fi-      nella lotta col potere delle tene-
    Nazaret pensava. Nel suo dubbio         glio, che “deve occuparsi delle cose     bre», di «stendere su ciascuno il
    su come agire nel modo migliore,        del Padre suo” (cf. Luca 2,49)...        suo patrocinio».
6            gennaio/aprile 2021
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Il 1° maggio 1960 (in un ra-          dallo scoraggiamento, dalla rivolta     ziare maggiormente il suo ruolo
diomessaggio ai lavoratori) papa          negatrice, come dalle tentazioni        centrale nella storia della salvezza:
Giovanni XXIII (che in una occa-          dell’edonismo» e di pregare «per i      il beato Pio IX lo ha dichiarato
sione confidò che avrebbe voluto          poveri, che continuano in terra la      Patrono della Chiesa Cattolica (8
chiamarsi “papa Giuseppe”, ma vi          povertà di Cristo, suscitando per       dicembre 1870), il venerabile Pio
rinunciò, non essendo un nome             essi le continue provvidenze dei        XII lo ha presentato quale Patrono
“d’uso tra i Papi”) si rivolse a san      loro fratelli più dotati».              dei lavoratori (1° maggio 1955),
Giuseppe chiedendo che i suoi pro-            Papa Giovanni Paolo II – au-        e san Giovanni Paolo II come Cu-
tetti «comprendano di non essere          tore della esortazione apostolica       stode del Redentore (15 agosto
soli nel loro lavoro, ma sappiano         Redemptoris custos (promulgata il       1989)».
scoprire Gesù accanto, accoglierlo        15 agosto 1989), nella quale chia-          E ancora – precisa papa Fran-
con la grazia, custodirlo fedelmen-       ma san Giuseppe “il depositario         cesco, in PC n. 5, – san Giuseppe
te», come fece lui. E di poter ottene-    del mistero di Dio” – nel n. 32         è davvero uno speciale patrono di
re che in ogni ambiente, «ovunque         chiede che egli «diventi per tutti      coloro che, «costretti dalle sventu-
un cristiano lavora», tutto venga         un singolare maestro nel servire la     re e dalla fame», devono lasciare la
santificato «nella carità, nella pa-      missione salvifica di Cristo», cioè     loro patria a causa di guerre, odio,
zienza, nella giustizia, nella ricerca    nell’esercitare quel «compito che       persecuzione, miseria. Custode di
del ben fare».                            nella Chiesa spetta a ciascuno e        Gesù e di Maria, Giuseppe «non
    Papa Paolo VI – rivolgendosi          a tutti: agli sposi ed ai genitori, a   può non essere il custode della
(nell’omelia del 1° maggio 1969) a        coloro che vivono del lavoro delle      Chiesa», della sua maternità e del
colui che «lavorò ogni giorno per         proprie mani o di ogni altro lavoro,    Corpo di Cristo: ogni bisognoso,
guadagnare il pane», «accanto al          alle persone chiamate alla vita con-    povero, sofferente, moribondo, fo-
Verbo incarnato», traendo da lui          templativa come a quelle chiamate       restiero, carcerato, malato, è “il
«la forza di vivere e faticare», e che    all’apostolato». E auspica che Giu-     Bambino” che Giuseppe custodi-
provò «l’ansia del domani, l’ama-         seppe, uomo giusto – che «portava       sce. Da lui bisogna imparare ad
rezza della povertà, la precarietà        in sé tutto il patrimonio dell’antica   «amare la Chiesa e i poveri».
del lavoro» – chiese di proteggere        alleanza» ed è stato anche «intro-
«i lavoratori nella loro dura esi-        dotto nell’inizio della nuova ed              San Giuseppe:
stenza quotidiana, difendendoli           eterna alleanza in Gesù Cristo» – ci        uno accanto a noi
                                          indichi le strade di questa alleanza
                                          salvifica.                                  Papa Francesco è convinto che
                                              Sono soltanto alcune citazioni,     san Giuseppe – che ha accolto la
                                          delle tante che si potrebbero fare.     promessa di Dio e l’ha portata
                                              Perché di san Giuseppe i Pa-        avanti in silenzio con tenacia e for-
                                          pi – soprattutto quelli più recen-      tezza, perché quello che Dio vuole
                                          ti – hanno parlato molto. Papa          fosse compiuto – abbia “tanto da
                                          Francesco, nell’Introduzione della      dire a noi in questo tempo”.
                                          lettera PC, ha detto che, «dopo             C’è da imparare da lui «il corag-
                                          Maria, Madre di Dio, nessun Santo       gio creativo» (PC n. 5), quello che
                                          occupa tanto spazio nel Magistero       emerge soprattutto nelle difficoltà
                                          pontificio quanto Giuseppe, suo         e che fa nascere nell’uomo risorse
                                          sposo». Precisando: «I miei pre-        inaspettate. Il carpentiere di Naza-
                                          decessori hanno approfondito il         ret «sa trasformare un problema in
                                          messaggio racchiuso nei pochi dati      un’opportunità, anteponendo sem-
                                          tramandati dai vangeli per eviden-      pre la fiducia nella Provvidenza».
                                                                                  San Giuseppe ha espresso concre-
                                         San Giuseppe, icona serigrafata          tamente la sua paternità “nell’aver
                                         su foglia oro e seta, Mezzojuso          fatto della sua vita un’oblazione di
                                         (Palermo).                               sé, nell’amore posto a servizio del
                                                                                  messia” (cf. PC n. 1). E per questo
                                                                                           gennaio/aprile 2021            7
CCaritate - Suore Francescane Elisabettine
NELLA CHIESA

    suo ruolo di “cerniera”, che unisce      l’importanza delle persone comu-
    l’Antico e il Nuovo Testamento,          ni, quelle che, lontane dalla ribalta,
    egli è sempre stato molto amato          esercitano ogni giorno pazienza
    dal popolo cristiano. In lui, «Gesù      e infondono speranza, seminando
    ha visto la tenerezza di Dio» (PC n.     corresponsabilità. Ad esse vanno
    2), quella che ci fa accogliere la no-   riconoscimento e gratitudine.
    stra debolezza, perché la maggior
    parte dei disegni divini si realizza              Patrono
    attraverso e nonostante la nostra           della buona morte
    debolezza.
         San Giuseppe, «l’uomo che               Il popolo di Dio, con la sua
    passa inosservato, l’uomo della          intuitiva e profonda sensibilità, ha
    presenza quotidiana, discreta e na-      sempre invocato san Giuseppe
    scosta», eppure protagonista nella       anche e soprattutto come celeste
    storia della salvezza, emerge come       “patrono della buona morte”. Da
    una figura straordinaria, ma tanto       tempo immemorabile le immagini
    vicina alla condizione umana di          del “pio transito” di san Giusep-
    ciascuno di noi. Tutti possono tro-      pe, circondato dalla premura della       tu dovrai passare per la stessa stra-
    vare in san Giuseppe «un interces-       sposa Maria e del figlio Gesù, sono      da. La mattina, fa conto di non
    sore, un sostegno e una guida nei        presenti nelle nostre chiese e nelle     arrivare alla sera; e quando poi si
    momenti di difficoltà» (PC, Intro-       nostre case.                             farà sera non osare sperare nel do-
    duzione). Egli ci ricorda che molti,         Il Catechismo della Chiesa cat-      mani. Sii dunque sempre pronto; e
    che apparentemente stanno nasco-         tolica ci ricorda che «la Chiesa ci      vivi in tal modo che, in qualunque
    sti, o si trovano in “seconda linea”,    incoraggia a prepararci all’ora del-     momento, la morte non ti trovi
    spesso sono i veri protagonisti nel-     la nostra morte («Dalla morte            impreparato» (1, c. 23).
    la storia della salvezza. La stessa      improvvisa, liberaci, Signore»:              Con Francesco d’Assisi – nel
    pandemia ci ha fatto comprendere         antiche litanie dei santi), a chiede-    Cantico delle creature – non c’è
                                                        re alla Madre di Dio di       che da lodare il Signore «per sora
                                                        intercedere per noi nel-      nostra morte corporale»: da essa
                                                        l’ora della nostra morte      nessun essere umano può scappa-
                                                        (Ave Maria) e ad affidarci    re. E beati coloro che troveranno la
                                                        a san Giuseppe, patro-        morte mentre stanno rispettando
                                                        no della buona morte»         la volontà del Signore!
                                                        (n. 1014). L’autore del-          Morire è una realtà certa per
                                                        la Imitazione di Cristo ci    tutti. Morire in grazia di Dio è fare
                                                        ammonisce: «Beato colui       una buona morte. La perseveranza
                                                        che ha sempre dinanzi         finale è la grazia da chiedere al
                                                        agli occhi l’ora della sua    Signore, per l’intercessione di san
                                                        morte ed è pronto ogni        Giuseppe. Che è il singolare pro-
                                                        giorno a morire. Se qual-     tettore dei moribondi, perché
                                                        che volta hai visto uno       si sono trovati presenti alla sua
                                                        morire, pensa che anche       morte Gesù e Maria. Alla qua-
                                                                                      le chiediamo di «pregare per noi
                                                                                      peccatori, adesso e nell’ora della
                                                       Benedetto Luti (1666-
                                                       1724), Transito di san         nostra morte».                    ■
                                                       Giuseppe, olio su tela.
                                                       Sopra: San Giuseppe
                                                       dialoga con Gesù                   1 Presbitero del patriarcato di Vene-
                                                       fanciullo.                     zia, docente emerito di Teologia nella
                                                                                      Pontificia Università Lateranense - Roma.

8            gennaio/aprile 2021
IN MARGINE ALL’ENCICLICA FRATELLI TUTTI

Il Papa rilancia la follia francescana
della fraternità cosmica
Spunti di riflessione per una lettura dell’enciclica
di papa Francesco in chiave francescana.

di Giuseppe Celli1                      nazioni per realizzare il sogno di            La terza enciclica di Francesco
                                        Dio, una fraternità universale.           giunge a noi dopo otto anni dal-

C
      ome una tromba, che risuonò           Il Papa mutua il titolo dell’en-      l’inizio del suo magistero petrino e
      per il mondo intero, così il      ciclica da uno scritto di san Fran-       rappresenta il punto di confluenza
      Salmo 133 fu per coloro che       cesco, Ammonizione VI. Fratelli,          di ampia parte del suo insegna-
erano divisi e furono riuniti. La       infatti, è il modo con il quale egli si   mento (5). Articolata in otto capi-
melodia di queste parole – «Guar-       rivolgeva a tutte le donne e a tutti      toli, si sviluppa in 287 punti e 288
da come è bello e piacevole / che       gli uomini per «proporre loro una         citazioni. Il testo segue lo stile let-
i fratelli vivano insieme. / È come     forma di vita dal sapore di Vange-        terario detto a spirale, come quella
profumo d’olio prezioso. / È come       lo» (Fratelli tutti, 1).                  degli antichi orologi, o a ondate,
una fresca rugiada» –, ha svegliato         Fratelli (25x: ricorrenze), frater-   come le onde del mare. Lo stesso
in tutto il mondo fratelli [e so-       nità (44x) e fratellanza (13x) sono       stile è presente anche in numerose
relle] che maturarono il desiderio      i termini che, ovviamente, hanno          pagine della Scrittura, come nel
di abitare insieme. Ecco le parole      una maggiore ricorrenza nel testo.        lungo monologo di Gesù durante
di sant’Agostino a commento del         Partendo da questi concetti può           l’Ultima Cena (Gv 13-17) e nella
salmo.                                  essere più agevole cogliere il pen-       Prima Lettera di Giovanni. In que-
    Alla scuola del vescovo di Ippo-    siero di papa Francesco, perché la        ste pagine l’autore sacro prende un
na anche noi possiamo augurarci         categoria di fraternità è stata da lui    tema e lo analizza, quindi lo lascia
che l’enciclica Fratelli tutti di pa-   deliberatamente assunta come de-          cadere per poi riprenderlo anco-
pa Francesco risuoni come tromba        nominatore comune atto a favorire         ra e approfondirlo ulteriormente,
per il mondo intero, per convocare      il dialogo sincero e il confronto         così a più riprese. Il Papa, con il
un numero sempre maggiore di            costruttivo tra coloro che abitano        tema della fraternità, segue nel-
donne e di uomini, di popoli e di       il pianeta Terra.                         l’enciclica lo stesso procedimento,
                                                                                  con innegabile effetto estetico e di
 Incontro del Papa con l'imam Al Tayeb in Vaticano (novembre 2019).               contenuto.
 Presentazione del progetto ad Abu Dhabi: “Casa dei monoteisti” con                   Il Vescovo di Roma non scri-
 moschea, sinagoga e chiesa intitolata a san Francesco (foto Avvenire).           ve per proporre una sintesi della
                                                                                  dottrina cattolica sull’amore fra-
                                                                                  terno, ma per soffermarsi sulla sua
                                                                                  dimensione universale e sulla sua
                                                                                  apertura a tutti, con l’intento di
                                                                                  «far rinascere un’aspirazione mon-
                                                                                  diale alla fraternità», perché, egli
                                                                                  dichiara: «Voglia il Cielo che alla
                                                                                  fine non ci siano più “gli altri”, ma
                                                                                  solo un “noi”» (35).
                                                                                      Destinatari del documento,
                                                                                  com’è dichiarato fin dall’inizio,
                                                                                            gennaio/aprile 2021             9
NELLA CHIESA

     sono «tutti gli uomini di buona
     volontà» che abitano nel mondo
     intero. Non è, pertanto, riservato
     ai cattolici e neppure ai credenti,
     ma a tutte le donne e a tutti gli
     uomini. Infatti leggiamo: «Conse-
     gno questa Enciclica sociale come        zioni, famiglie e comunità, anche         ingiuste. Ci sta insegnando che
     un umile apporto alla riflessione        quelle religiose, nel costruire una       possiamo adoperare risorse eco-
     affinché, di fronte a diversi modi       fraternità universale in dialogo          nomiche, persone e tutto quanto
     attuali di eliminare o ignorare gli      perseverante, in un clima sereno          è necessario per farci carico – sul-
     altri, siamo in grado di reagire con     e, comunque, rispettoso dell’altro,       l’esempio della stupenda pagina
     un nuovo sogno di fraternità e di        della sua dignità, dei suoi diritti       evangelica del Buon samaritano
     amicizia sociale che non si limiti       imprescindibili. All’insegna di una       (Lc 10, 29-37), riproposta da Fran-
     alle parole» (6). Il Papa ha questa      fratellanza qualificata dalla tene-       cesco nel capitolo secondo –, dei
     visione a 360°, perché sa bene di        rezza (5x) e dalla gentilezza (5x).       disagi di chi soffre, perché tutti gli
     poter parlare a molta gente di fede      Avendo costantemente presente             altri, perché ogni altro è mia sorel-
     che oggi non è necessariamente tra       che «dialogare significa anche evi-       la, è mio fratello, così come ogni
     la gente di Chiesa. Con la fiducia       tare le inutili discussioni» (Dichia-     creatura, da fratello sole, a sorella
     che tanta gente di Chiesa diventi        razione di Abu Dhabi).                    madre terra, a sorelle allodole.
     anche gente di fede.                         Contro la cultura dello scar-             Il nuovo Francesco, come il pri-
                                              to (5x), la cultura dell’indifferenza     mo, ha ascoltato le parole del Cro-
       Dalla pietra miliare                   (7x) e la cultura dei muri (7x), papa     cefisso e le ripropone con forza,
         di Abu Dhabi                         Francesco invita, dunque, a non           affinché tutti possano ascoltarle:
                                              pensare pensieri già pensati, ben-        «Non vedete che questa casa, la ca-
         Motivo ispiratore dell’enciclica,    sì a sognare (19x) processi nuovi,        sa comune, il nostro pianeta Terra,
     più volte citato, è il Documento di      capaci di generare una cultura del-       è malato e sta crollando?».
     Abu Dhabi 2019, sulla fratellanza        l’incontro (57x), perché gli altri so-        Con questo accorato appello
     umana, oramai pietra miliare del         no necessari. Invita a promuovere         invita tutti a promuovere percorsi
     dialogo interreligioso. In esso pa-      una cultura del dialogo, perché ci        di speranza e a generare cultura
     pa Francesco e Ahmad al-Tayyeb           appassiona condividere, progettare        che favorisca un pensare altro, per
     hanno scritto: «In nome di Dio           insieme e coinvolgere tutti.              avere in noi «gli stessi sentimenti
     che ha creato tutti gli esseri umani                                               di Cristo Gesù» (Fil 2, 5). Saremo
     uguali nei diritti, nei doveri e nella          Una fraternità                     allora persone libere che, alzando
     dignità, e li ha chiamati a convivere             cosmica                          il capo verso il cielo e prendendosi
     come fratelli tra di loro; in nome                                                 per mano, come in una festa, po-
     dei poveri, degli esiliati; in nome          Il Papa gesuita ha rilanciato la      tremo proclamare con gioia: Padre
     della fratellanza umana; in nome         follia francescana di una fraternità      nostro. Ci guarderemo intorno e
     della libertà, che Dio ha donato         cosmica. Un manifesto programma-          non incontreremo più nemici da
     a tutti gli esseri umani; in nome        tico per i nostri giorni caratterizzati   cui difenderci o da abbattere. I no-
     della giustizia e della misericordia     dalla globalizzazione, che ci fa più      stri occhi vedranno sempre e uni-
     dichiariamo di adottare la cultura       vicini, ma non ci rende fratelli. Un      camente sorelle e fratelli da amare
     del dialogo come via, la collabora-      piano d’azione necessario per la pa-      e da sostenere nelle loro fatiche e
     zione comune come condotta, la           ce. Un piano politico di respiro glo-     necessità, secondo il modello nor-
     conoscenza reciproca come meto-          bale. Come un laboratorio enorme di       mativo della prima comunità di
     do e criterio (cf. 285).                 fraternità, una scuola di santità.        Gerusalemme, dove «nessuno tra
         La cultura (98x) del dialogo e           La pandemia, nonostante i lutti,      loro era bisognoso» (At 4, 34). ■
     la collaborazione comune, favorita       le sofferenze e le povertà che origi-
     dalla conoscenza reciproca, sono         na, sta dimostrando che è possibile            1 Francescano cappuccino studioso
     i pilastri che possono sostenere         fermare la corsa agli armamenti           della Bibbia, vive nella comunità di Vie-
     in ogni circostanza popoli e na-         che generano solo guerre, sempre          tri di Potenza.

10            gennaio/aprile 2021
RADICI NEL CIELO

  Come Maddalena,
  di buon mattino                        (Salmo 18)

  A     l mattino
  a Oriente si spalanca la tenda
                                   G    rata
                                   per il ritorno della luce,
  e il sole fa il suo ingresso     rinnovo la mia fede in te,
  sulla terra.                     certa della tua venuta
                                   nel giorno ultimo,

  E    sce come sposo
                                   il Giorno del Risorto.

  dalla stanza nunziale
  accendendo la speranza
  nei cuori.
                                   D
                                   sempre
                                         ammi di alzarmi

                                   prima del sole,

  I    suoi raggi
  raggiungono e fanno brillare
                                   di attenderti con speranza
                                   di rinnovare la mia fede in te
                                   sostegno per camminare nel tuo amore,
  di luce nuova ogni cosa:         Signore.
  torna la vita.

  O     gni mattina attendo
  l’accendersi
                                                            suor Marilena Carraro tfe

  delle vetrate, delle antenne
  e persino delle grondaie…
  fili di luce
  che mi parlano di te, Signore,
  vero Sole di vita.

                                                                gennaio/aprile 2021     11
SPIRITUALITÀ

     PER PROSEGUIRE IL CAMMINO

     La forza della speranza
     La speranza è una sorta di “ancora” lanciata nelle rive
     dell’aldilà. Sperare non significa non vedere
     ma significa vedere oltre.

     di Monica Cornali1                      del presente, spera in un compi-         quello che ci attrae maggiormen-
                                             mento altro, che non necessaria-         te; quindi vivere come se il bene
                                             mente corrisponde ai traguardi           che desideriamo fosse già presente,
           La speranza,                      della scienza, non necessariamente       spostare l’attenzione su un oriz-
          dono misterioso                    risponde alle nostre aspettative e       zonte di bene. Tenendo infatti lo
                                             alle nostre tempistiche.                 sguardo su un obiettivo, su una
         I progressi della scienza, di cui       La speranza stessa è un do-          meta, su un valore, riusciamo a
     siamo contenti, non potranno mai        no misterioso, capace di guardare        trovare la forza per proseguire il
     esaurire la dimensione del Mistero      avanti ed illuminare a ritroso il        cammino, anche qualora si facesse
     in cui siamo immersi. È bene ricor-     nostro cammino, di trasformare           più difficile.
     darlo in questi tempi di angoscia.      le narrazioni che facciamo sulla             Viktor Frankl, psicologo e psi-
     Si dice continuamente “speriamo”,       nostra vita, di trasfigurare le nostre   chiatra austriaco che ha vissuto
     ma si tratta di vedere cosa si inten-   memorie e sofferenze, di attribuire      l’esperienza del lager in prima per-
     de per speranza.                        un senso diverso al nostro cammi-        sona, ci ha lasciato un prezioso
         Mentre l’ottimismo si illude di     no. Papa Francesco ha usato una          insegnamento. Osservando i com-
     orientare il futuro lungo il sentie-    bella immagine: per i primi cristia-     pagni di prigionia, ha potuto no-
     ro delle aspirazioni, la speranza       ni la speranza era una sorta di “an-     tare come coloro che riuscivano a
     sa riconoscere la dimensione del        cora” lanciata nelle rive dell’aldilà.   mantenere un piccolo obiettivo di
     mistero, che dischiude dinanzi a        Sperare non significa non vedere         trascendenza, ad avere una proie-
     noi un futuro non mai prevedibi-        ma significa vedere oltre. Si tratta     zione positiva verso un futuro (per
     le né programmabile. Se hai una         di uno sguardo più lungimirante,         esempio un lavoro da ultimare, un
     meta di bellezza, puoi affrontare il    sospinto dal nostro desiderio di         viaggio da compiere o una perso-
     cammino anche quando si fa più          bene, cui viene incontro una pro-        na da incontrare, insomma una
     impervio. Non si tratta di fuggi-       messa divina.                            possibilità di andare oltre il me-
     re da quello che stiamo vivendo,                                                 ro presente), riuscivano a resistere
     quanto di andare verso la nostra              Tutto è redento                    meglio a quella dura condizione;
     destinazione, perché attirati da un                                              mentre chi mancava di tale pro-
     valore supremo, che ci aiuta a rela-        C’è una frase bella e significati-   spettiva veniva come risucchiato e
     tivizzare tutto ciò che ci troviamo     va di don Piero Balestro, sacerdote      crollava.
     a vivere, nel senso di metterlo in      e psicoterapeuta, che ci provoca
     relazione a Dio.                        salutarmente: «Se tutto è redento            “Resilienza”,
         Continuando ad esercitare le        tutto vale la pena di essere vis-        capacità di riprendersi,
     buone pratiche sanitarie, cosa altro    suto». Dunque, aggiungo, anche              di ricominciare
     possiamo fare, in questo tempo, nel     quello che stiamo vivendo oggi.
     raccoglimento del nostro cuore, se          Gli sviluppi delle neuroscien-           Potremmo dire che si tratta di
     non confrontarci con la nostra im-      ze e della Psicologia Positiva in        quella che oggi viene chiamata “re-
     potenza, fragilità, col limite della    particolare, hanno evidenziato il        silienza” che indica qualcosa di più
     nostra umanità? La speranza spera       potere terapeutico del vivere “come      rispetto alla “resistenza”. Infatti
     anche a proposito dell’incompiu-        se”, che non vuol dire ignorare la       si riferisce alla capacità di ripren-
     tezza del passato e dell’impotenza      realtà, ma spostare l’attenzione su      dersi, di ricominciare il cammino.
12            gennaio/aprile 2021
I latini la usavano per indicare           to concorre al bene per coloro che            Di Maria si è detto che è stata
la risalita su una barca dopo che          amano Dio» ci ricorda san Paolo.          donna “aoristica”. L’aoristo è un
si è rovesciata. A dirci, anche og-            C’è stata un’altra persona che        tempo verbale della lingua greca e
gi, che dopo una crisi possiamo            ha fatto l’esperienza della prigionia     sostanzialmente indica un tempo
riprendere il nostro viaggio, con          durante la seconda guerra mondia-         non definito, un tempo che si di-
delle risorse rinnovate, con nuovi         le: il pastore protestante Dietrich       lata e si adatta bene a intrecciare
apprendimenti e anche con quella           Bonhoeffer.                               presente, passato e futuro; esso sta
creatività che si è attivata grazie            Egli ha scritto: «Vivere partendo     ad indicare un’azione già conclusa
alla crisi.                                dalla Resurrezione, questo signi-         anche se non è ancora avvenuta,
     Einstein sosteneva che il cervel-     fica Pasqua». Troviamo di nuovo           una sorta di contraddizione per la
lo umano dispiega il suo pieno po-         l’invito a partire dalla fine che poi è   nostra mente! Eppure Maria, che
tenziale solo nel momento in cui si        “il fine”, cioè quello che ci aspetta,    ancora doveva dare alla luce Gesù,
trova a fronteggiare dei problemi,         la nostra meta.                           la troviamo che canta il suo Ma-
degli ostacoli. Dunque questo pen-                                                   gnificat con una gioia tale, come se
siero può intercettare proprio tut-            Consapevoli della                     tutto fosse già compiuto.
ti, anche i fratelli e le sorelle che si       vocazione celeste                         Ci sono anche testimonianze di
ritenessero “non credenti”: tenere                                                   altri Santi, come Teresa di Lisieux,
presente il vivere “come se”, spo-             È questa a poter illuminare           che diceva: «Il tempo non è che un
stare l’attenzione verso l’orizzonte       e rinvigorire il nostro cammino.          miraggio. Già fin d’ora Dio ci vede
di bene, verso uno scopo.                  L’invito è proprio di diventare con-      nella gloria e gioisce della nostra
     Dal punto di vista spirituale         sapevoli della nostra vocazione ce-       beatitudine eterna». È un pensiero
la frase «se tutto è redento, tutto        leste. Non si tratta di “fuggire da”      bellissimo!
val la pena di essere vissuto» ha          quello che stiamo vivendo, si tratta          Poi, che dire di Padre Pio, che
una portata molto forte. Ci indica         piuttosto di “andare verso” la no-        col suo tono sempre molto schiet-
sostanzialmente che può succedere          stra destinazione, perché attirati        to, ha osato dire: «Ma di cosa ti
di tutto, ma tutto rimane comun-           da un valore supremo. Allora po-          preoccupi? Di soffrire per pochi
que dentro lo sguardo di Dio. «Dio         tremo portare semi di vita eterna         anni su questa terra, se poi hai tut-
è colui che può trarre il bene anche       anche quaggiù, nella nostra vita          ta l’eternità per godere!»?
dal male» dice sant’Agostino. «Tut-        quotidiana.                                   Sono pensieri luminosissimi,
                                               Che belle le parole allusive del-     ma vanno accostati nella medi-
                                           l’Apocalisse: «non ci sarà più né         tazione profonda, per non venire
                                           lutto né lamento né affanno», che         fraintesi, altrimenti possono anche
                                           è invece è proprio quello che ci tro-     urtare le persone. Occorre calarli
                                           viamo a vivere in questo periodo.         dentro un contesto di consapevo-
                                               E che hanno vissuto tutti gli         lezza e maturità di fede, in cui si
                                           uomini e le donne durante le guer-        comprende che nutrire questi pen-
                                           re, nei periodi di crisi, durante le      sieri di gioia nei confronti di Dio,
                                           catastrofi naturali, nelle malattie,      non significa ignorare la realtà che
                                           senza dimenticare tutti quei picco-       stiamo vivendo, non significa manca-
                                           li o grandi martiri quotidiani che        re di rispetto a chi soffre, ma può rap-
                                           si consumano spesso in maniera            presentare un colpo d’ala per librarsi,
                                           invisibile.                               protendersi verso il Bene assoluto.
                                               Siamo invitati a sperare e a de-          Vediamo di onorare il tempo che
                                           siderare ciò che speriamo.                ci è dato: pensiamo bene, pensiamo
                                                                                     al bene e facciamo il bene.          ■
                                           Il Risorto, fondamento
                                           della nostra speranza.
                                           Ambone della chiesa
                                           di San Giuseppe - Casa Madre.                 1 Psicologa clinica, formatrice, scrit-
                                                                                     trice (monicacornali@yahoo.it).

                                                                                                gennaio/aprile 2021                13
PAROLA CHIAVE

     IN TEMPO DI PANDEMIA

     Presenza e assenza
     non sono assoluti
      L’essere presenti, in questo tempo, si è rivelato essere più
      una qualità interna, una disposizione personale verso l’altra
      persona, che una condizione determinata dalla vicinanza fisica.

     di Michele Visentin1                  caso della scuola che ha dovuto ri-     soprattutto per chi si prende cura
                                           conoscere che l’allievo o il docente,   degli altri o svolge una professione
                                           connessi, si siano sentiti, in alcuni   a servizio delle persone. Perché la

     D
           a più di un anno il nostro      casi, più vicini e performativi lì,     presenza è il predittore più forte
           modo di vivere le relazio-      “a distanza”, di quanto non erano       di come le persone reagiscono a
           ni è stato condizionato da      nella “vicinanza” della classe.         chi entra in contatto con loro?
     un evento inaspettato e per certi         Abbiamo così imparato a non         È possibile essere presenti senza
     aspetti traumatico. Il distanzia-     considerare apertura e chiusura,        essere nello spazio fisico dell’altro,
     mento sociale ci ha però permes-      presenza ed assenza, vicinanza e        ed è possibile essere vicini all’altro
     so di entrare in contatto con ele-    lontananza come degli assoluti.         senza essere presenti?
     menti fondativi del vivere sociale.   L’essere presenti, in particolare, si       La presenza ha a che fare con la
     Uno di questi è “l’essere presenti”   è rivelato essere più una qualità       qualità della nostra vita mentale. Se
     mentre ci si relaziona con un altro   interna, una disposizione perso-        la mente è quel processo regolativo
     essere umano.                         nale verso l’altra persona, che una     dei flussi di energia e informazioni
        Il distanziamento sociale ha       condizione determinata dalla vici-      che caratterizzano la nostra espe-
     obiettivamente limitato la “presen-   nanza fisica.                           rienza quotidiana (Siegel, 2012)
     za” e la vicinanza fisica, ma è pur                                           la consapevolezza di questi flussi,
     vero che, anche attraverso forme           Essere presenti.                   l’abilità di mantenerli in equilibrio,
     nuove di comunicazione mediate             Essere ricettivi                   rappresenterebbero le condizioni
     dalle nuove tecnologie, ha permes-                                            necessarie alla presenza e alla salu-
     so di mantenere e talvolta di raf-       Che cosa significa essere pre-       te della mente più in generale. Del
     forzare i legami. Emblematico il      senti? L’interrogativo è decisivo       resto, prendersi cura della propria
                                                                                   vita interiore, della propria mente
                                                                                   e del proprio sé è pregiudiziale per
                                                                                   prendersi cura degli altri.
                                                                                       Essere presenti significa anzi-
                                                                                   tutto essere ricettivi ed entrare in
                                                                                   risonanza con gli altri. Essere ri-
                                                                                   cettivi è un’esperienza di libertà,
                                                                                   la libertà di immaginare possibilità
                                                                                   infinite, di aprirsi alla realtà che ci
                                                                                   incontra, ci resiste, ci ispira.
                                                                                        Molto più spesso è l’aspettativa
                                                                                   che abbiamo verso ciò che incon-
                                                                                   triamo, il nostro giudizio aprioristi-
                                                                                   co, la nostra chiusura, ad impedirci
                                                                                   l’esperienza dell’essere realmente
14             gennaio/aprile 2021
PRESENZA

presenti. La nostra mente quando
non è ricettiva è reattiva, reagisce
impulsivamente agli stimoli, è go-
vernata dall’esterno e perde il suo
equilibrio. Perché questo accade?
Perché la presenza ha bisogno che
la mente garantisca un senso di si-
curezza. Possiamo perdere questo
senso di sicurezza quando percepia-
mo gli stimoli che i nostri organi di
senso raccolgono come minacciosi.
Il cervello monitora costantemente
l’ambiente esterno, lo scandaglia alla
ricerca di segnali di pericolo. A volte
ci mettiamo in uno stato di allerta
pronti a fuggire, ad aggredire o a
irrigidirci.
    Quando percepiamo una sen-
sazione di pericolo non possiamo          quella tecnologica, quella relativa     valori, i linguaggi. Non è semplice
attivare quella che Porges (2014)         ai mutamenti sociali, e quella che      comprendere e soprattutto misu-
chiama il “sistema dell’impegno           impatta sul ritmo di vita.              rare questa accelerazione. Ciò che
sociale”. Invece di essere presenti           A) L’accelerazione tecnologica.     conosciamo oggi, o anche solo ciò
siamo distanti, soli e paralizzati. La    Tutti possiamo constatare che i         che possediamo e che ci dà una
nostra mente non è pacificata, non        “processi orientati ad un fine” in      relativa stabilità (un obiettivo rag-
è recettiva e quando siamo reattivi       qualsiasi attività umana (comu-         giunto, il lavoro, informazioni che
la presenza è bloccata. Per realizza-     nicazione, trasporti, produzione)       possediamo…) ha un arco tempo-
re la presenza che porta con sé fles-     si siano velocizzati in maniera         rale sempre più breve.
sibilità, capacità di adattamento,        esponenziale. Ed è precisamente             C) Accelerazione del ritmo di
stabilità, energia, abbiamo bisogno       questo che Rosa definisce acce-         vita. L’accelerazione tecnologica
di imparare a sintonizzarci con           lerazione tecnologica: «la cresci-      e i mutamenti sociali sono tal-
l’esperienza dell’altro.                  ta intenzionale della velocità di       mente evidenti che basta osser-
                                          processi orientati verso un fine».      vare le nostre stesse vite. Ma è
         Presenza e                       Semplificando, potremmo dire            l’accelerazione del ritmo di vita
        accelerazione                     che ci vuole meno tempo rispetto        ad essersi insinuata nel presente
                                          al passato per realizzare prodotti,     della tarda modernità e ad es-
    Perché facciamo fatica ad es-         attività. Il problema è che non         sere vissuta come estremamente
sere realmente presenti? Secondo          abbiamo in questo modo liberato         problematica. Impatta, infatti, sul
molti osservatori (Rosa, 2015) è          del tempo per noi perché contem-        modo in cui gestiamo il tempo. Ci
qualcosa che ha a che fare con la         poraneamente sono aumentate a           aspetteremmo che l’accelerazione
velocizzazione della vita sociale         dismisura il numero delle attività      tecnologica ci lasci più tempo per
che impatta nelle esistenze dei sin-      che ci vedono implicati. L’acce-        fare ciò che desideriamo, invece, e
goli trasformando la vita materia-        lerazione tecnologica ci produce        questo è paradossale, il tempo sta
le, sociale e spirituale. L’accelera-     una sorta di infarto psichico.          diventando una merce rarissima
zione della vita sociale sta produ-           B) L’accelerazione dei mutamen-     e sempre più cara. È veramente
cendo nuove forme di alienazione          ti sociali. I mutamenti tecnologici     paradossale, ma il nostro presente
sconosciute fino a qualche tempo          sono interni alla società mentre        è accompagnato da sentimenti
fa e che colorano il disagio delle        esiste anche una forma di acce-         soggettivi di mancanza di tempo
persone con tinte del tutto origi-        lerazione che riguarda la società       per sé, stress per l’accelerazione
nali. Secondo Rosa, ci sono tre ca-       stessa, il modo in cui funziona         della vita, il non riuscire a fare
tegorie differenti di accelerazione:      e si organizza, gli stili di vita, i    tutto ciò che si deve.
                                                                                           gennaio/aprile 2021            15
PAROLA CHIAVE

        La saturazione ci                    esaurimento dell’io». Anche se in           La risonanza è quindi una for-
      impedisce la presenza                  relazione, poiché sono saturo di        ma di relazione bidirezionale, in
                                             input sensoriali, continuamente         cui il soggetto e il mondo si lascia-
         Perché non mi riapproprio del       esposto ad una logica di presta-        no reciprocamente trasformare.
     mio tempo decelerando? Come             zione e competitiva, non sono mai       Presuppone un interesse intrinse-
     cambia il mio modo di esperire          veramente presente, ma sempre           co alla relazione da entrambi i poli.
     il mondo in relazione al mio mo-        sfasato e proiettato nell’istante       Non si tratta di una relazione in
     do di esperire il tempo accelerato?     successivo. È una sorta di stabilità    cui uno risponde all’altro come se
     La velocità che contraddistingue il     dinamica, per cui se mi fermo per-      fosse la sua eco, ma una relazione
     nostro modo di vivere il tempo, per     do l’equilibrio, e mi è indifferente    tra entità distinte, indipendenti,
     cui tutto finisce per diventare un      dove sto andando. Ciò che conta è       compatte e allo stesso tempo aper-
     fatto che si aggiunge a mille altri     che non mi devo fermare.                te per lasciarsi toccare. Per essere in
     fatti della nostra vita senza tessere                                           risonanza bisogna esporsi all’incer-
     un discorso coerente, ci isola da           La risonanza è la                   tezza, all’indisponibilità, all’impre-
     noi stessi e dagli altri. Contraria-            soluzione                       visto. Anche l’eccesso di risonanza
     mente a quanto possiamo pen-                                                    potrebbe risolversi in una forma di
     sare, l’isolamento è una reazione           Quanta accelerazione siamo in       alienazione.
     all’eccesso di relazioni che siamo      grado di sostenere come individui?          La caratteristica più importante
     vincolati a gestire. È una reazione     Che impatto ha nel nostro modo          di una relazione risonante riguarda
     ad uno stato di saturazione.            di essere presenti? Qual è l’impatto    il fatto che la porzione di mondo
         La saturazione ci costringe al-     che la stabilizzazione dinamica, co-    con la quale si entra in risonanza
     l’evitamento e alla indisponibilità     me la chiama Rosa, ha nel nostro        (grazie a degli assi di risonanza, di-
     ad un coinvolgimento profondo,          modo di vivere il mondo? Utili          rebbe Rosa) deve rappresentare per
     significativo. Ci impedisce la pre-     spunti per la riflessione sulla riso-   me una fonte di valore, deve essere
     senza. Non sarebbe grave se non         nanza come antidoto all’incapacità      ricco di significato.
     fosse che il nostro senso dell’io è     di essere presenti nelle relazioni li       L’essere presenti, in definitiva,
     fortemente legato alla qualità delle    propone Rosa nel suo ultimo lavo-       si esprime come disposizione alla
     nostre relazioni e al nostro sentirci   ro Pedagogia della risonanza.           risonanza, come atteggiamento
     parte di un contesto nel quale sia-         La risonanza è l’unione di due      positivo di fronte al mondo, a
     mo in grado di integrare le nostre      entità indipendenti all’interno di      ritagli di mondo, dei quali ci si
     singole esperienze con quelle di        un insieme funzionale. Entriamo         appropria lasciandosi trasforma-
     una comunità più ampia.                 in risonanza nel momento in cui         re e trasformandoli. Quando si
         L’isolamento invece ci aliena da    ci sintonizziamo reciprocamente         stabilisce una relazione di riso-
     noi stessi e dagli altri e «ciò può     fino a trasformarci. Nel momento        nanza la corda si tende, gli occhi
     portare – sottolinea Rosa – ad un       in cui due corde risuonano il suo-      brillano.                           ■
                                             no di ciascuna è modulato dall’in-
                                             fluenza dell’altro.                     Per approfondire:
                                                 Siamo presenti/vicini all’altra         D. Siegel, Mappe per la men-
                                             persona nel momento in cui ci           te. Guida alla neurobiologia inter-
                                             sintonizziamo su di lei, veniamo        personale, Raffaello Cortina, 2012
                                             cambiati da questa presenza e que-      Milano.
                                             sto nostro essere presenti cambia           H. Rosa, Accelerazione e aliena-
                                             la persona con la quale ci sinto-       zione, 2015 Torino.
                                             nizziamo. La risonanza è un’espe-           H. Rosa, Pedagogia della riso-
                                             rienza umana fondamentale e ha          nanza, Scholé, 2020 Brescia.
                                             nell’alienazione il suo contrario.          S. W. Porges, La teoria poliva-
                                             Non è tanto la distanza, il distan-     gale, 2014.
                                             ziamento sociale a minare le basi
                                             del legame sociale, quanto la man-         1    Docente di pedagogia ISSR - Pa-
                                             canza di relazioni risonanti.           dova.

16            gennaio/aprile 2021
FINESTRA APERTA

                                        LA VERGINE MARIA NELLA DIVINA COMMEDIA

                                        «Figlia del tuo Figlio»
                                        Nel ricordo del settimo centenario della morte di Dante
                                        Alighieri (1321), rivisitiamo la sua percezione della
di Giosuè Chiaradia1                    figura di Maria, accompagnate da uno studioso molto
                                        vicino alla famiglia elisabettina.

D
      i quel miracolo che è la Piazza   gratuita, è lui stesso che ce lo dice        pochi anni di vita – la “sua” donna,
      del Duomo a Firenze – che il      nel XXIII canto del Paradiso1, dove,         «vestita di colore bianchissimo»:
      mondo con gli occhi lucidi        riferendosi a Maria, la indica con           nulla da raccontare, uno sguardo
di commozione ci invidia – Dante,       «il nome del bel fior ch’io sempre           sorridente di saluto, che nel Dan-
nato nel 1265 a pochi passi di lì,      invoco / e mane e sera». È per               te diciannovenne accese un amore
vide solo quello che lui chiama «il     questo che già nel 1307, all’inizio          intenso quanto silenzioso e lo fece
mio bel San Giovanni», il suo bat-      del poema sacro che doveva sal-              diventare poeta. L’umanità le è gra-
tistero, che era comunque ancora        varlo dalla disperazione dell’esilio,        ta, per così poco, che per Dante fu
ben lontano dall’attuale insieme        immagina che fosse stata proprio             immensamente tanto.
di capolavori. Il duomo di Santa        Maria ad accorgersi che lui stava                Quanto a Maria, dopo quel-
Maria del Fiore, Arnolfo di Cambio      naufragando nella «selva oscura»             l’esordio salvifico cui sopra s’è ac-
cominciò a costruirlo nel 1296,         di un’esistenza sbagliata, e ad af-          cennato, a lei non si accenna più
quando Dante aveva poco più di          fidare a due donne del cielo, Lu-            nell’Inferno. Vi si accenna, inve-
trent’anni: e lui, condannato nel       cia e Beatrice, l’incarico di salvarlo       ce, in molti passi del Purgatorio,
1302 per odio politico dal governo      convincendo il grande poeta latino           soprattutto come protagonista di
fiorentino al rogo, e quindi alla       Virgilio a guidarlo in un lungo              testimonianza delle virtù opposte
forzata alternativa dell’esilio per-    viaggio di meditazione attraverso            ai vizi dei quali in Purgatorio si
petuo, non fece in tempo a vederlo.     l’Inferno e il Purgatorio.                   scontano le conseguenze negative.
Però fece in tempo a ricevere dalla         Alla santa martire siracusana,               Per dare qualche esempio: agli
mamma – che morì quando lui             Dante era molto
aveva solo sette anni – la forma-       devoto da quan-
zione religiosa di base, consolidata    do riteneva di
poi, anche sul piano culturale, dai     essere stato da
francescani e dai domenicani nelle      lei – invocata già
scuole inferiori e superiori della      allora per la lu-
città, e poi dagli studi che non ab-    ce e quindi per
bandonò mai per tutta la vita.          la vista – guarito
                                        da un fastidioso
      Dante e il culto                  problema giova-
        mariano                         nile agli occhi.
                                            Quanto alla
    Fu così che si radicò in lui il     fiorentina Beatri-
culto mariano, proprio nel seco-        ce Portinari, sulla
lo che questo esplodeva nell’arte,      quale è impernia-
nella letteratura, nel teatro, nella    ta la terza parte        Dante e Beatrice si avvicinano al cielo del Sole.
                                                                 Miniatura dell’artista senese Giovanni di Paolo (1399
vita dei movimenti religiosi, nella     del poema sacro,         ca -1482). Sono dello stesso artista tutte le immagini
pratica quotidiana, anche in quel-      il Paradiso, era         riprodotte in questo contributo.
la di Dante stesso: non è ipotesi       stata – nei suoi
                                                                                              gennaio/aprile 2021            17
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