CCaritate - Suore Francescane Elisabettine
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C Caritate in Bollettino delle suore terziarie francescane elisabettine di Padova n. 1 - gennaio/aprile 2021 C H R I S T I Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB PADOVA San Giuseppe padre, custode, patrono
IN QUESTO NUMERO anno CXCIII n. 1 Nella chiesa gennaio/aprile 2 0 2 1 Francesco e Giuseppe 4 Renzo Gerardi Il Papa rilancia la follia francescana della fraternità cosmica 9 Giuseppe Celli Radici nel cielo Come Maddalena, di buon mattino 11 Marilena Carraro Spiritualità La forza della speranza 12 Monica Cornali Parola chiave Presenza e assenza non sono assoluti 14 Michele Visentin Finestra aperta «Figlia del tuo Figlio» 17 Giosuè Chiaradia In cammino Un comune patto educativo 20 In copertina: Transito di san Giuseppe, olio su tela, XVIII secolo. Donatella Lessio Quadro donato da don luigi Maran a Elisabetta Vendramini nei primi anni della fondazione e custodito nella Casa Madre, Alle fonti nella stanza-museo dove la beata Vendramini è tornata alla Elisabetta Vendramini e la figura di san Giuseppe Casa del Padre. 22 Chiara Zanconato Editore San Giuseppe abita qui 24 Istituto suore terziarie francescane Antonella De Costanza elisabettine di Padova via Beato Pellegrino, 40 - 35137 Padova Accanto a... tel. 049.8730.660 - 8730.600; fax 049.8730.690 e-mail incaritate@elisabettine.it “A riveder le stelle” 28 Marita Girardini Luci di speranza nel buio 30 Per offerte a cura di Barbara Danesi ccp 158 92 359 Direttore responsabile Profondamente grata 32 Lucia Corradin Guglielmo Frezza Direzione Vita elisabettina Paola Furegon Collaboratori Guida i nostri passi, Signore, sulla via della pace 34 Paola Cover Ilaria Arcidiacono, Sandrina Codebò, Barbara Danesi Scarne parole, molti i fatti 36 a cura della Redazione Stampa Imprimenda s.n.c. - Limena (PD) Storia e memoria Autorizzazione del Tribunale di Padova Addio alla Terra Santa 37 n. 77 del 12 gennaio 2012 Lucia Corradin, Gemma Mezzaro, Erika Nobs Spedizione in abbonamento postale Nel ricordo Questo periodico è associato all’Uspi (Unione stampa periodica italiana) Credo la vita eterna 41 Sandrina Codebò
EDITORIALE Getta il cuore oltre l’ostacolo S ono parole di Paolo Ferrario in un articolo di Avvenire Con esse, in questi ultimi giorni di aprile ci sono arrivate (11 marzo 2021) nel commentare l’impegno di vita di altre voci ‘buone’, come quella del comboniano Christian un ragazzo: bloccato da un incidente, non ha smesso Carlassare, che vive il suo dolore in solidarietà con la grande di amare le montagne, «facendosi testimone non solo dei sofferenza del popolo sud sudanese o della missionaria laica percorsi tra le bellezze naturali ma anche di importanti Nadia De Munari che pur minacciata ha continuato a “get- valori sociali», meritando di essere insignito del titolo di tare il cuore oltre”... “Alfiere della Repubblica” dal presidente Sergio Mattarella. Possiamo chiamarli “santi della porta accanto”? forse è Una storia che riempie di luce questo nostro tempo in cui troppo, ma sono sicuramente degli indicatori di cammini di molti scivolano nella rassegnazione che può sfociare, più risurrezione. volte, nella disperazione. Con la storia di Diego Barbieri ce ne sono altre di giova- Getta il cuore… nissimi che hanno saputo «gettare il cuore oltre l’ostacolo», Come hanno saputo fare i santi (quelli dichiarati tali), che si sono scoperti portatori di energie e creatività scono- come Elisabetta Vendramini, che di fronte al fallimento ai sciute a loro stessi: raccontano di ragazzi “eroi covid” che si Cappuccini, in Bassano, getta il suo cuore oltre… e Padova sono distinti «per l’impegno e le azioni coraggiose e solidali, diventa il qui e ora del superamento dell’ostacolo nel servi- e rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e zio e nella condivisione con i poveri. la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici Non la ferma il senso di impotenza o il legame con i eventi legati alla pandemia» e, con Diego, riceveranno il familiari, come non l’aveva fermata la minaccia di essere riconoscimento dal Presidente della Repubblica. privata dell’eredità… il suo cuore vola oltre. Il loro è un esempio che alimenta la fiducia nella vita e La memoria di lei che abbiamo appena celebrato e che ci nelle forze buone presenti nella società. accompagna sempre, può essere fonte di impegno. Getta il cuore oltre l’ostacolo. La Redazione … il cuore: per dire l’orientamento della vita, il coraggio di non rinunciare a prospettive nuove, di inventarsi lavori nuovi, di investire in settori aperti e promettenti anche se non ancora del tutto chiari. Ce lo siamo ripetuto tante volte in que- sto tempo: l’ostacolo può diventare oppor- tunità, la crisi l’occasione per un rilancio diverso. Le storie citate ne sono un esempio concreto. gennaio/aprile 2021 3
NELLA CHIESA LA LETTERA “PATRIS CORDE” Francesco e Giuseppe Presentazione della lettera di papa Francesco su san Giuseppe nel 150° anniversario della proclamazione di Giuseppe a patrono della chiesa universale. di Renzo Gerardi1 provata o atto di pietà in onore di compiere l’opera di misericordia san Giuseppe», specialmente nelle di Dio Padre. «Un padre amato; ricorrenze delle sue feste, inoltre il padre nella tenerezza; padre nel- I l 150° anniversario della pro- 19 di ogni mese e ogni mercoledì, l’obbedienza; padre nell’accoglien- clamazione di san Giuseppe a giorno dedicato alla sua memoria. za; un padre dal coraggio creativo; “patrono della Chiesa univer- Per l’occasione papa Francesco un padre lavoratore; un padre nel- sale” da parte di papa Pio IX co- ha scritto una lettera apostolica, l’ombra». Ecco chi è san Giuseppe stituiva un’occasione preziosa, che promulgata l’8 dicembre 2020 – per papa Francesco! papa Francesco non si è lasciato che inizia con le parole latine Patris sfuggire. Facendo memoria del ge- corde (“Con cuore di Padre”) [= PC] La devozione sto compiuto dal suo predecessore – nella quale ha illustrato la pater- di papa Francesco l’8 dicembre 1870, papa Francesco nità di san Giuseppe, descrivendo per san Giuseppe ha voluto che un anno intero fosse insieme l’orizzonte della Chiesa “dedicato a san Giuseppe”, invitan- oggi, madre affranta e lacerata di Abbiamo detto che egli ha pre- do a meditare sulla sua paternità tanti figli che soffrono e vivono so l’occasione di un anniversario. nei confronti delle nostre famiglie un contagio di malattie fisiche e Sappiamo però come ci sia una e della famiglia della Chiesa. Inol- spirituali. Il Papa invita a volgere devozione tutta speciale di Jorge tre, per quest’anno 2021, egli ha lo sguardo al patrono della Chiesa, M. Bergoglio nei confronti di san concesso l’indulgenza plenaria ai a colui che ha custodito, amato, Giuseppe. È stato lo stesso papa fedeli che reciteranno «qualsivo- educato, protetto Gesù, avviando- Francesco a rivelarlo. È una devo- glia orazione legittimamente ap- lo, insieme alla madre Maria, a zione che risale ai tempi della sua giovinezza e della scoperta della vocazione sacerdotale (avvenuta nel 1953 nella chiesa di San José a Buenos Aires), e che si è rinno- vata all’inizio del suo ministero di vescovo di Roma (inaugurato il 19 marzo 2013, con un’omelia incentrata sulla missione di san Giuseppe come “custode”: di Ma- ria, di Gesù, della Chiesa). Papa Francesco ha raccontato più volte come egli sia solito af- fidare al santo intenzioni di pre- ghiera e speciali intercessioni. In- contrando le famiglie il 16 gennaio 2015 a Manila, egli confidò: «Io amo molto san Giuseppe, perché Espressione della devozione di papa Francesco verso san Giuseppe. è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san 4 gennaio/aprile 2021
Giuseppe che dorme. E quando ho un problema, una difficoltà, io Un angelo appare in sogno a scrivo un foglietto e lo metto sot- san Giuseppe, affresco, Parma, to san Giuseppe, perché lo sogni. chiesa della Santa Croce. Questo gesto significa: prega per questo problema!». È noto dai vangeli quanto il sognare, di rischiare e prendere i sonno e i sogni siano stati determi- compiti difficili che hanno visto nanti nella vicenda terrena di Giu- nei sogni». Lui, che era un «uomo seppe di Nazaret: per prendere in giusto», doni a tutti i cristiani «la sposa Maria; per fuggire insieme in fedeltà che generalmente cresce in Egitto onde sottrarre Gesù bambi- un atteggiamento giusto, cresce no alla persecuzione di Erode; per nel silenzio e nella tenerezza, che fare poi ritorno a Nazaret… è capace di custodire le proprie Perciò papa Francesco ha l’abi- debolezze e quelle degli altri». tudine di infilare i bigliettini sotto la statua del santo addormentato. San Giuseppe: È come se invitasse san Giuseppe sposo e custode (ma anche se stesso) a “dormirci sù. E Giuseppe diventa “il custode su”. E a “mettere una buona paro- «Salve, custode del Redentore del sogno di Dio”, collaboratore la” davanti a Dio Padre, per risol- e sposo della Vergine Maria. A te generoso e paziente dell’opera di vere situazioni difficili e aiutare i Dio affidò il suo Figlio; in te Ma- salvezza. bisognosi, rinnovando così il suo ria ripose la sua fiducia; con te Nella citata omelia del 20 mar- ruolo di padre misericordioso, tut- Cristo diventò uomo». È così che zo 2017, papa Francesco sottoli- to proteso verso coloro che ama. papa Francesco – nella prima parte nea anche il fatto che Dio con- In definitiva, per papa France- della preghiera posta al termine fida al cuore di Giuseppe alcune sco lo sposo di Maria è un santo dell’esortazione PC – si rivolge a realtà “deboli” da assumere: come davvero speciale. Il 18 dicembre san Giuseppe. lo è una “promessa”, come lo è 2017 egli disse nell’omelia che Giu- Anche se di lui sappiamo po- un “bambino che deve nascere”, seppe è «l’uomo che custodisce, co – non conosciamo neppure la come lo è una “ragazza”, da lui l’uomo che fa crescere, l’uomo che sua età – sappiamo, però, che ha amata teneramente ma sulla quale porta avanti ogni paternità e ogni portato sulle spalle le promesse di ha un sospetto. E “le debolezze” mistero, ma non prende nulla per discendenza, di eredità, di pater- continuano anche negli eventi suc- sé». Aggiungendo che «se Gesù nità, di filiazione, di stabilità del cessivi, come riferiscono i vangeli. uomo ha imparato a dire “papà”, popolo… Le promesse, fatte da Dio Ma Giuseppe le prende in mano “padre”, al suo Padre che cono- nella sua alleanza con Abramo e e soprattutto le accoglie nel cuo- sceva come Dio, lo ha imparato i suoi discendenti, hanno trovato re. E le porta avanti con tanta dalla vita, dalla testimonianza di realizzazione nella responsabilità tenerezza, con la tenerezza con la Giuseppe». che viene affidata allo sposo di quale si accoglie e si prende in San Giuseppe «agisce anche Maria, la madre di Gesù: deve iscri- braccio un bambino. Porta avan- quando dorme», perché «sogna verlo “nell’anagrafe dell’umanità, ti le promesse, perché divengano quello che Dio vuole». E, dunque, nell’anagrafe della storia”! salde e sicure. Egli è “custode delle – disse il Papa nell’omelia del 20 Questo è lo stile di Dio, nel qua- debolezze”, perché esse possano marzo 2017 – egli «dia a tutti noi la le Giuseppe si ritrova pienamente. diventare “fondamenta della fede”. capacità di sognare perché quando Perché colui che viene a essere “pa- Perciò Giuseppe è custode anche sogniamo le cose grandi, le co- dre adottivo” di Gesù è un uomo delle nostre debolezze. se belle, ci avviciniamo al sogno nascosto, è l’uomo del silenzio. Gli Sposo, padre, lavoratore. di Dio, le cose che Dio sogna su viene confidato “il sogno” di Dio Credente nella modalità più se- di noi». Giuseppe, che «era giova- nostro Padre: la redenzione e la rena e più ricca, ma anche più ne», ai giovani dia «la capacità di salvezza di tutti per mezzo di Ge- responsabile. Un uomo che ama gennaio/aprile 2021 5
NELLA CHIESA Il patrocinio di san Giuseppe «O beato Giuseppe, mostra- ti padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male». Così si conclude la preghiera, che papa Francesco rivolge a san Giuseppe, invitandoci a farla nostra. Ma papa Francesco – nella nota n. 10 della esortazione PC – rivela che da diversi decenni ogni mat- tina egli prega san Giuseppe, il “glorioso Patriarca”, con un’altra Arrivo della santa famglia in Egitto, Roma, Pontificio Collegio Leoniano. preghiera, risalente all’Ottocento francese. Forse potrebbe essere giu- dicata un po’ “ardita”, dato che con fedeltà. Uno sposo che acco- Dio ha aiutato Giuseppe, illumi- essa termina dicendo: «Che non glie un mistero che è la ricchezza nandolo nella scelta: deve acco- si dica che io ti abbia invocato di Maria sua sposa. Un padre che gliere Maria così come ella è, senza invano, e poiché tu puoi tutto esercita la paternità ubbidendo al- mettere condizioni preventive e presso Gesù e Maria, mostrami la voce dell’angelo di Dio. Un lavo- fidandosi delle parole dell’angelo. che la tua bontà è grande quan- ratore con il compito di far vivere E Giuseppe, uomo rispettoso e de- to il tuo potere». Sembra quasi la famiglia educando il figlio alla licato, pur non possedendo tutte le “una sfida”, rivolta a colui «il laboriosità. informazioni si decide a favore del- cui potere sa rendere possibili Giuseppe è stato un bravissimo la reputazione di Maria, della sua le cose impossibili», cui vengo- “custode” di Gesù e di Maria, per- dignità e della sua vita. Così realiz- no affidate «situazioni tanto ché ha saputo ascoltare Dio e si è za pienamente la “sponsalità”, che gravi e difficili», «affinché ab- lasciato guidare dalla sua volontà. è amore e accoglienza totale, senza biano una felice soluzione»! Ora egli è custode della Chiesa e riserve. Tra il popolo sono note altre delle famiglie. Perché si è rivela- Giuseppe! L’uomo che ha la preghiere a san Giuseppe, alcune to un uomo sensibile alle persone più grande autorità, senza farla ve- delle quali proposte da altri Ponte- affidategli. Perché ha saputo leg- dere. Un uomo che potrebbe dirci fici. In particolare, in un’epoca di gere con realismo gli avvenimenti. tante cose, eppure “non parla”. O, tribolazione, a chiedere il patroci- Attento a ciò che lo circondava, meglio, ci parla col suo silenzio e nio di san Giuseppe e di «sovvenire ha saputo prendere le decisioni con i fatti. Potrebbe comandare, ai nostri bisogni», fu papa Leone più sagge. Lui, un “sognatore”, è dato che addirittura “comanda” XIII (nella enciclica Quamquam stato capace di accettare un com- sul Figlio di Dio fatto uomo, eppu- pluries, il 15 agosto 1889), a nome pito gravoso. Zitto, ha lavorato, ha re sceglie di “obbedire”. Anche se, di tutta la Chiesa, «la cara eredi- custodito, ha sostenuto e portato conoscendo i “limiti” imposti dalla tà che Gesù Cristo acquistò col avanti le debolezze, perché era “ca- vocazione del Figlio Gesù, l’azione suo Sangue», la sua «eletta prole». pace di sognare”. umana e paterna di san Giuseppe Al «padre amantissimo, provvido Un sogno di Giuseppe era di mette insieme l’esercizio di una custode della divina Famiglia», il sposare Maria. E Dio ha realizzato presenza che unita a Maria, si fa papa chiese di «allontanare da noi il sogno di Giuseppe, ma non nel amabile rimprovero, e una rinno- errori e vizi», di «assisterci propizio modo con cui quel falegname di vata ubbidienza alle parole del Fi- nella lotta col potere delle tene- Nazaret pensava. Nel suo dubbio glio, che “deve occuparsi delle cose bre», di «stendere su ciascuno il su come agire nel modo migliore, del Padre suo” (cf. Luca 2,49)... suo patrocinio». 6 gennaio/aprile 2021
Il 1° maggio 1960 (in un ra- dallo scoraggiamento, dalla rivolta ziare maggiormente il suo ruolo diomessaggio ai lavoratori) papa negatrice, come dalle tentazioni centrale nella storia della salvezza: Giovanni XXIII (che in una occa- dell’edonismo» e di pregare «per i il beato Pio IX lo ha dichiarato sione confidò che avrebbe voluto poveri, che continuano in terra la Patrono della Chiesa Cattolica (8 chiamarsi “papa Giuseppe”, ma vi povertà di Cristo, suscitando per dicembre 1870), il venerabile Pio rinunciò, non essendo un nome essi le continue provvidenze dei XII lo ha presentato quale Patrono “d’uso tra i Papi”) si rivolse a san loro fratelli più dotati». dei lavoratori (1° maggio 1955), Giuseppe chiedendo che i suoi pro- Papa Giovanni Paolo II – au- e san Giovanni Paolo II come Cu- tetti «comprendano di non essere tore della esortazione apostolica stode del Redentore (15 agosto soli nel loro lavoro, ma sappiano Redemptoris custos (promulgata il 1989)». scoprire Gesù accanto, accoglierlo 15 agosto 1989), nella quale chia- E ancora – precisa papa Fran- con la grazia, custodirlo fedelmen- ma san Giuseppe “il depositario cesco, in PC n. 5, – san Giuseppe te», come fece lui. E di poter ottene- del mistero di Dio” – nel n. 32 è davvero uno speciale patrono di re che in ogni ambiente, «ovunque chiede che egli «diventi per tutti coloro che, «costretti dalle sventu- un cristiano lavora», tutto venga un singolare maestro nel servire la re e dalla fame», devono lasciare la santificato «nella carità, nella pa- missione salvifica di Cristo», cioè loro patria a causa di guerre, odio, zienza, nella giustizia, nella ricerca nell’esercitare quel «compito che persecuzione, miseria. Custode di del ben fare». nella Chiesa spetta a ciascuno e Gesù e di Maria, Giuseppe «non Papa Paolo VI – rivolgendosi a tutti: agli sposi ed ai genitori, a può non essere il custode della (nell’omelia del 1° maggio 1969) a coloro che vivono del lavoro delle Chiesa», della sua maternità e del colui che «lavorò ogni giorno per proprie mani o di ogni altro lavoro, Corpo di Cristo: ogni bisognoso, guadagnare il pane», «accanto al alle persone chiamate alla vita con- povero, sofferente, moribondo, fo- Verbo incarnato», traendo da lui templativa come a quelle chiamate restiero, carcerato, malato, è “il «la forza di vivere e faticare», e che all’apostolato». E auspica che Giu- Bambino” che Giuseppe custodi- provò «l’ansia del domani, l’ama- seppe, uomo giusto – che «portava sce. Da lui bisogna imparare ad rezza della povertà, la precarietà in sé tutto il patrimonio dell’antica «amare la Chiesa e i poveri». del lavoro» – chiese di proteggere alleanza» ed è stato anche «intro- «i lavoratori nella loro dura esi- dotto nell’inizio della nuova ed San Giuseppe: stenza quotidiana, difendendoli eterna alleanza in Gesù Cristo» – ci uno accanto a noi indichi le strade di questa alleanza salvifica. Papa Francesco è convinto che Sono soltanto alcune citazioni, san Giuseppe – che ha accolto la delle tante che si potrebbero fare. promessa di Dio e l’ha portata Perché di san Giuseppe i Pa- avanti in silenzio con tenacia e for- pi – soprattutto quelli più recen- tezza, perché quello che Dio vuole ti – hanno parlato molto. Papa fosse compiuto – abbia “tanto da Francesco, nell’Introduzione della dire a noi in questo tempo”. lettera PC, ha detto che, «dopo C’è da imparare da lui «il corag- Maria, Madre di Dio, nessun Santo gio creativo» (PC n. 5), quello che occupa tanto spazio nel Magistero emerge soprattutto nelle difficoltà pontificio quanto Giuseppe, suo e che fa nascere nell’uomo risorse sposo». Precisando: «I miei pre- inaspettate. Il carpentiere di Naza- decessori hanno approfondito il ret «sa trasformare un problema in messaggio racchiuso nei pochi dati un’opportunità, anteponendo sem- tramandati dai vangeli per eviden- pre la fiducia nella Provvidenza». San Giuseppe ha espresso concre- San Giuseppe, icona serigrafata tamente la sua paternità “nell’aver su foglia oro e seta, Mezzojuso fatto della sua vita un’oblazione di (Palermo). sé, nell’amore posto a servizio del messia” (cf. PC n. 1). E per questo gennaio/aprile 2021 7
NELLA CHIESA suo ruolo di “cerniera”, che unisce l’importanza delle persone comu- l’Antico e il Nuovo Testamento, ni, quelle che, lontane dalla ribalta, egli è sempre stato molto amato esercitano ogni giorno pazienza dal popolo cristiano. In lui, «Gesù e infondono speranza, seminando ha visto la tenerezza di Dio» (PC n. corresponsabilità. Ad esse vanno 2), quella che ci fa accogliere la no- riconoscimento e gratitudine. stra debolezza, perché la maggior parte dei disegni divini si realizza Patrono attraverso e nonostante la nostra della buona morte debolezza. San Giuseppe, «l’uomo che Il popolo di Dio, con la sua passa inosservato, l’uomo della intuitiva e profonda sensibilità, ha presenza quotidiana, discreta e na- sempre invocato san Giuseppe scosta», eppure protagonista nella anche e soprattutto come celeste storia della salvezza, emerge come “patrono della buona morte”. Da una figura straordinaria, ma tanto tempo immemorabile le immagini vicina alla condizione umana di del “pio transito” di san Giusep- ciascuno di noi. Tutti possono tro- pe, circondato dalla premura della tu dovrai passare per la stessa stra- vare in san Giuseppe «un interces- sposa Maria e del figlio Gesù, sono da. La mattina, fa conto di non sore, un sostegno e una guida nei presenti nelle nostre chiese e nelle arrivare alla sera; e quando poi si momenti di difficoltà» (PC, Intro- nostre case. farà sera non osare sperare nel do- duzione). Egli ci ricorda che molti, Il Catechismo della Chiesa cat- mani. Sii dunque sempre pronto; e che apparentemente stanno nasco- tolica ci ricorda che «la Chiesa ci vivi in tal modo che, in qualunque sti, o si trovano in “seconda linea”, incoraggia a prepararci all’ora del- momento, la morte non ti trovi spesso sono i veri protagonisti nel- la nostra morte («Dalla morte impreparato» (1, c. 23). la storia della salvezza. La stessa improvvisa, liberaci, Signore»: Con Francesco d’Assisi – nel pandemia ci ha fatto comprendere antiche litanie dei santi), a chiede- Cantico delle creature – non c’è re alla Madre di Dio di che da lodare il Signore «per sora intercedere per noi nel- nostra morte corporale»: da essa l’ora della nostra morte nessun essere umano può scappa- (Ave Maria) e ad affidarci re. E beati coloro che troveranno la a san Giuseppe, patro- morte mentre stanno rispettando no della buona morte» la volontà del Signore! (n. 1014). L’autore del- Morire è una realtà certa per la Imitazione di Cristo ci tutti. Morire in grazia di Dio è fare ammonisce: «Beato colui una buona morte. La perseveranza che ha sempre dinanzi finale è la grazia da chiedere al agli occhi l’ora della sua Signore, per l’intercessione di san morte ed è pronto ogni Giuseppe. Che è il singolare pro- giorno a morire. Se qual- tettore dei moribondi, perché che volta hai visto uno si sono trovati presenti alla sua morire, pensa che anche morte Gesù e Maria. Alla qua- le chiediamo di «pregare per noi peccatori, adesso e nell’ora della Benedetto Luti (1666- 1724), Transito di san nostra morte». ■ Giuseppe, olio su tela. Sopra: San Giuseppe dialoga con Gesù 1 Presbitero del patriarcato di Vene- fanciullo. zia, docente emerito di Teologia nella Pontificia Università Lateranense - Roma. 8 gennaio/aprile 2021
IN MARGINE ALL’ENCICLICA FRATELLI TUTTI Il Papa rilancia la follia francescana della fraternità cosmica Spunti di riflessione per una lettura dell’enciclica di papa Francesco in chiave francescana. di Giuseppe Celli1 nazioni per realizzare il sogno di La terza enciclica di Francesco Dio, una fraternità universale. giunge a noi dopo otto anni dal- C ome una tromba, che risuonò Il Papa mutua il titolo dell’en- l’inizio del suo magistero petrino e per il mondo intero, così il ciclica da uno scritto di san Fran- rappresenta il punto di confluenza Salmo 133 fu per coloro che cesco, Ammonizione VI. Fratelli, di ampia parte del suo insegna- erano divisi e furono riuniti. La infatti, è il modo con il quale egli si mento (5). Articolata in otto capi- melodia di queste parole – «Guar- rivolgeva a tutte le donne e a tutti toli, si sviluppa in 287 punti e 288 da come è bello e piacevole / che gli uomini per «proporre loro una citazioni. Il testo segue lo stile let- i fratelli vivano insieme. / È come forma di vita dal sapore di Vange- terario detto a spirale, come quella profumo d’olio prezioso. / È come lo» (Fratelli tutti, 1). degli antichi orologi, o a ondate, una fresca rugiada» –, ha svegliato Fratelli (25x: ricorrenze), frater- come le onde del mare. Lo stesso in tutto il mondo fratelli [e so- nità (44x) e fratellanza (13x) sono stile è presente anche in numerose relle] che maturarono il desiderio i termini che, ovviamente, hanno pagine della Scrittura, come nel di abitare insieme. Ecco le parole una maggiore ricorrenza nel testo. lungo monologo di Gesù durante di sant’Agostino a commento del Partendo da questi concetti può l’Ultima Cena (Gv 13-17) e nella salmo. essere più agevole cogliere il pen- Prima Lettera di Giovanni. In que- Alla scuola del vescovo di Ippo- siero di papa Francesco, perché la ste pagine l’autore sacro prende un na anche noi possiamo augurarci categoria di fraternità è stata da lui tema e lo analizza, quindi lo lascia che l’enciclica Fratelli tutti di pa- deliberatamente assunta come de- cadere per poi riprenderlo anco- pa Francesco risuoni come tromba nominatore comune atto a favorire ra e approfondirlo ulteriormente, per il mondo intero, per convocare il dialogo sincero e il confronto così a più riprese. Il Papa, con il un numero sempre maggiore di costruttivo tra coloro che abitano tema della fraternità, segue nel- donne e di uomini, di popoli e di il pianeta Terra. l’enciclica lo stesso procedimento, con innegabile effetto estetico e di Incontro del Papa con l'imam Al Tayeb in Vaticano (novembre 2019). contenuto. Presentazione del progetto ad Abu Dhabi: “Casa dei monoteisti” con Il Vescovo di Roma non scri- moschea, sinagoga e chiesa intitolata a san Francesco (foto Avvenire). ve per proporre una sintesi della dottrina cattolica sull’amore fra- terno, ma per soffermarsi sulla sua dimensione universale e sulla sua apertura a tutti, con l’intento di «far rinascere un’aspirazione mon- diale alla fraternità», perché, egli dichiara: «Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (35). Destinatari del documento, com’è dichiarato fin dall’inizio, gennaio/aprile 2021 9
NELLA CHIESA sono «tutti gli uomini di buona volontà» che abitano nel mondo intero. Non è, pertanto, riservato ai cattolici e neppure ai credenti, ma a tutte le donne e a tutti gli uomini. Infatti leggiamo: «Conse- gno questa Enciclica sociale come zioni, famiglie e comunità, anche ingiuste. Ci sta insegnando che un umile apporto alla riflessione quelle religiose, nel costruire una possiamo adoperare risorse eco- affinché, di fronte a diversi modi fraternità universale in dialogo nomiche, persone e tutto quanto attuali di eliminare o ignorare gli perseverante, in un clima sereno è necessario per farci carico – sul- altri, siamo in grado di reagire con e, comunque, rispettoso dell’altro, l’esempio della stupenda pagina un nuovo sogno di fraternità e di della sua dignità, dei suoi diritti evangelica del Buon samaritano amicizia sociale che non si limiti imprescindibili. All’insegna di una (Lc 10, 29-37), riproposta da Fran- alle parole» (6). Il Papa ha questa fratellanza qualificata dalla tene- cesco nel capitolo secondo –, dei visione a 360°, perché sa bene di rezza (5x) e dalla gentilezza (5x). disagi di chi soffre, perché tutti gli poter parlare a molta gente di fede Avendo costantemente presente altri, perché ogni altro è mia sorel- che oggi non è necessariamente tra che «dialogare significa anche evi- la, è mio fratello, così come ogni la gente di Chiesa. Con la fiducia tare le inutili discussioni» (Dichia- creatura, da fratello sole, a sorella che tanta gente di Chiesa diventi razione di Abu Dhabi). madre terra, a sorelle allodole. anche gente di fede. Contro la cultura dello scar- Il nuovo Francesco, come il pri- to (5x), la cultura dell’indifferenza mo, ha ascoltato le parole del Cro- Dalla pietra miliare (7x) e la cultura dei muri (7x), papa cefisso e le ripropone con forza, di Abu Dhabi Francesco invita, dunque, a non affinché tutti possano ascoltarle: pensare pensieri già pensati, ben- «Non vedete che questa casa, la ca- Motivo ispiratore dell’enciclica, sì a sognare (19x) processi nuovi, sa comune, il nostro pianeta Terra, più volte citato, è il Documento di capaci di generare una cultura del- è malato e sta crollando?». Abu Dhabi 2019, sulla fratellanza l’incontro (57x), perché gli altri so- Con questo accorato appello umana, oramai pietra miliare del no necessari. Invita a promuovere invita tutti a promuovere percorsi dialogo interreligioso. In esso pa- una cultura del dialogo, perché ci di speranza e a generare cultura pa Francesco e Ahmad al-Tayyeb appassiona condividere, progettare che favorisca un pensare altro, per hanno scritto: «In nome di Dio insieme e coinvolgere tutti. avere in noi «gli stessi sentimenti che ha creato tutti gli esseri umani di Cristo Gesù» (Fil 2, 5). Saremo uguali nei diritti, nei doveri e nella Una fraternità allora persone libere che, alzando dignità, e li ha chiamati a convivere cosmica il capo verso il cielo e prendendosi come fratelli tra di loro; in nome per mano, come in una festa, po- dei poveri, degli esiliati; in nome Il Papa gesuita ha rilanciato la tremo proclamare con gioia: Padre della fratellanza umana; in nome follia francescana di una fraternità nostro. Ci guarderemo intorno e della libertà, che Dio ha donato cosmica. Un manifesto programma- non incontreremo più nemici da a tutti gli esseri umani; in nome tico per i nostri giorni caratterizzati cui difenderci o da abbattere. I no- della giustizia e della misericordia dalla globalizzazione, che ci fa più stri occhi vedranno sempre e uni- dichiariamo di adottare la cultura vicini, ma non ci rende fratelli. Un camente sorelle e fratelli da amare del dialogo come via, la collabora- piano d’azione necessario per la pa- e da sostenere nelle loro fatiche e zione comune come condotta, la ce. Un piano politico di respiro glo- necessità, secondo il modello nor- conoscenza reciproca come meto- bale. Come un laboratorio enorme di mativo della prima comunità di do e criterio (cf. 285). fraternità, una scuola di santità. Gerusalemme, dove «nessuno tra La cultura (98x) del dialogo e La pandemia, nonostante i lutti, loro era bisognoso» (At 4, 34). ■ la collaborazione comune, favorita le sofferenze e le povertà che origi- dalla conoscenza reciproca, sono na, sta dimostrando che è possibile 1 Francescano cappuccino studioso i pilastri che possono sostenere fermare la corsa agli armamenti della Bibbia, vive nella comunità di Vie- in ogni circostanza popoli e na- che generano solo guerre, sempre tri di Potenza. 10 gennaio/aprile 2021
RADICI NEL CIELO Come Maddalena, di buon mattino (Salmo 18) A l mattino a Oriente si spalanca la tenda G rata per il ritorno della luce, e il sole fa il suo ingresso rinnovo la mia fede in te, sulla terra. certa della tua venuta nel giorno ultimo, E sce come sposo il Giorno del Risorto. dalla stanza nunziale accendendo la speranza nei cuori. D sempre ammi di alzarmi prima del sole, I suoi raggi raggiungono e fanno brillare di attenderti con speranza di rinnovare la mia fede in te sostegno per camminare nel tuo amore, di luce nuova ogni cosa: Signore. torna la vita. O gni mattina attendo l’accendersi suor Marilena Carraro tfe delle vetrate, delle antenne e persino delle grondaie… fili di luce che mi parlano di te, Signore, vero Sole di vita. gennaio/aprile 2021 11
SPIRITUALITÀ PER PROSEGUIRE IL CAMMINO La forza della speranza La speranza è una sorta di “ancora” lanciata nelle rive dell’aldilà. Sperare non significa non vedere ma significa vedere oltre. di Monica Cornali1 del presente, spera in un compi- quello che ci attrae maggiormen- mento altro, che non necessaria- te; quindi vivere come se il bene mente corrisponde ai traguardi che desideriamo fosse già presente, La speranza, della scienza, non necessariamente spostare l’attenzione su un oriz- dono misterioso risponde alle nostre aspettative e zonte di bene. Tenendo infatti lo alle nostre tempistiche. sguardo su un obiettivo, su una I progressi della scienza, di cui La speranza stessa è un do- meta, su un valore, riusciamo a siamo contenti, non potranno mai no misterioso, capace di guardare trovare la forza per proseguire il esaurire la dimensione del Mistero avanti ed illuminare a ritroso il cammino, anche qualora si facesse in cui siamo immersi. È bene ricor- nostro cammino, di trasformare più difficile. darlo in questi tempi di angoscia. le narrazioni che facciamo sulla Viktor Frankl, psicologo e psi- Si dice continuamente “speriamo”, nostra vita, di trasfigurare le nostre chiatra austriaco che ha vissuto ma si tratta di vedere cosa si inten- memorie e sofferenze, di attribuire l’esperienza del lager in prima per- de per speranza. un senso diverso al nostro cammi- sona, ci ha lasciato un prezioso Mentre l’ottimismo si illude di no. Papa Francesco ha usato una insegnamento. Osservando i com- orientare il futuro lungo il sentie- bella immagine: per i primi cristia- pagni di prigionia, ha potuto no- ro delle aspirazioni, la speranza ni la speranza era una sorta di “an- tare come coloro che riuscivano a sa riconoscere la dimensione del cora” lanciata nelle rive dell’aldilà. mantenere un piccolo obiettivo di mistero, che dischiude dinanzi a Sperare non significa non vedere trascendenza, ad avere una proie- noi un futuro non mai prevedibi- ma significa vedere oltre. Si tratta zione positiva verso un futuro (per le né programmabile. Se hai una di uno sguardo più lungimirante, esempio un lavoro da ultimare, un meta di bellezza, puoi affrontare il sospinto dal nostro desiderio di viaggio da compiere o una perso- cammino anche quando si fa più bene, cui viene incontro una pro- na da incontrare, insomma una impervio. Non si tratta di fuggi- messa divina. possibilità di andare oltre il me- re da quello che stiamo vivendo, ro presente), riuscivano a resistere quanto di andare verso la nostra Tutto è redento meglio a quella dura condizione; destinazione, perché attirati da un mentre chi mancava di tale pro- valore supremo, che ci aiuta a rela- C’è una frase bella e significati- spettiva veniva come risucchiato e tivizzare tutto ciò che ci troviamo va di don Piero Balestro, sacerdote crollava. a vivere, nel senso di metterlo in e psicoterapeuta, che ci provoca relazione a Dio. salutarmente: «Se tutto è redento “Resilienza”, Continuando ad esercitare le tutto vale la pena di essere vis- capacità di riprendersi, buone pratiche sanitarie, cosa altro suto». Dunque, aggiungo, anche di ricominciare possiamo fare, in questo tempo, nel quello che stiamo vivendo oggi. raccoglimento del nostro cuore, se Gli sviluppi delle neuroscien- Potremmo dire che si tratta di non confrontarci con la nostra im- ze e della Psicologia Positiva in quella che oggi viene chiamata “re- potenza, fragilità, col limite della particolare, hanno evidenziato il silienza” che indica qualcosa di più nostra umanità? La speranza spera potere terapeutico del vivere “come rispetto alla “resistenza”. Infatti anche a proposito dell’incompiu- se”, che non vuol dire ignorare la si riferisce alla capacità di ripren- tezza del passato e dell’impotenza realtà, ma spostare l’attenzione su dersi, di ricominciare il cammino. 12 gennaio/aprile 2021
I latini la usavano per indicare to concorre al bene per coloro che Di Maria si è detto che è stata la risalita su una barca dopo che amano Dio» ci ricorda san Paolo. donna “aoristica”. L’aoristo è un si è rovesciata. A dirci, anche og- C’è stata un’altra persona che tempo verbale della lingua greca e gi, che dopo una crisi possiamo ha fatto l’esperienza della prigionia sostanzialmente indica un tempo riprendere il nostro viaggio, con durante la seconda guerra mondia- non definito, un tempo che si di- delle risorse rinnovate, con nuovi le: il pastore protestante Dietrich lata e si adatta bene a intrecciare apprendimenti e anche con quella Bonhoeffer. presente, passato e futuro; esso sta creatività che si è attivata grazie Egli ha scritto: «Vivere partendo ad indicare un’azione già conclusa alla crisi. dalla Resurrezione, questo signi- anche se non è ancora avvenuta, Einstein sosteneva che il cervel- fica Pasqua». Troviamo di nuovo una sorta di contraddizione per la lo umano dispiega il suo pieno po- l’invito a partire dalla fine che poi è nostra mente! Eppure Maria, che tenziale solo nel momento in cui si “il fine”, cioè quello che ci aspetta, ancora doveva dare alla luce Gesù, trova a fronteggiare dei problemi, la nostra meta. la troviamo che canta il suo Ma- degli ostacoli. Dunque questo pen- gnificat con una gioia tale, come se siero può intercettare proprio tut- Consapevoli della tutto fosse già compiuto. ti, anche i fratelli e le sorelle che si vocazione celeste Ci sono anche testimonianze di ritenessero “non credenti”: tenere altri Santi, come Teresa di Lisieux, presente il vivere “come se”, spo- È questa a poter illuminare che diceva: «Il tempo non è che un stare l’attenzione verso l’orizzonte e rinvigorire il nostro cammino. miraggio. Già fin d’ora Dio ci vede di bene, verso uno scopo. L’invito è proprio di diventare con- nella gloria e gioisce della nostra Dal punto di vista spirituale sapevoli della nostra vocazione ce- beatitudine eterna». È un pensiero la frase «se tutto è redento, tutto leste. Non si tratta di “fuggire da” bellissimo! val la pena di essere vissuto» ha quello che stiamo vivendo, si tratta Poi, che dire di Padre Pio, che una portata molto forte. Ci indica piuttosto di “andare verso” la no- col suo tono sempre molto schiet- sostanzialmente che può succedere stra destinazione, perché attirati to, ha osato dire: «Ma di cosa ti di tutto, ma tutto rimane comun- da un valore supremo. Allora po- preoccupi? Di soffrire per pochi que dentro lo sguardo di Dio. «Dio tremo portare semi di vita eterna anni su questa terra, se poi hai tut- è colui che può trarre il bene anche anche quaggiù, nella nostra vita ta l’eternità per godere!»? dal male» dice sant’Agostino. «Tut- quotidiana. Sono pensieri luminosissimi, Che belle le parole allusive del- ma vanno accostati nella medi- l’Apocalisse: «non ci sarà più né tazione profonda, per non venire lutto né lamento né affanno», che fraintesi, altrimenti possono anche è invece è proprio quello che ci tro- urtare le persone. Occorre calarli viamo a vivere in questo periodo. dentro un contesto di consapevo- E che hanno vissuto tutti gli lezza e maturità di fede, in cui si uomini e le donne durante le guer- comprende che nutrire questi pen- re, nei periodi di crisi, durante le sieri di gioia nei confronti di Dio, catastrofi naturali, nelle malattie, non significa ignorare la realtà che senza dimenticare tutti quei picco- stiamo vivendo, non significa manca- li o grandi martiri quotidiani che re di rispetto a chi soffre, ma può rap- si consumano spesso in maniera presentare un colpo d’ala per librarsi, invisibile. protendersi verso il Bene assoluto. Siamo invitati a sperare e a de- Vediamo di onorare il tempo che siderare ciò che speriamo. ci è dato: pensiamo bene, pensiamo al bene e facciamo il bene. ■ Il Risorto, fondamento della nostra speranza. Ambone della chiesa di San Giuseppe - Casa Madre. 1 Psicologa clinica, formatrice, scrit- trice (monicacornali@yahoo.it). gennaio/aprile 2021 13
PAROLA CHIAVE IN TEMPO DI PANDEMIA Presenza e assenza non sono assoluti L’essere presenti, in questo tempo, si è rivelato essere più una qualità interna, una disposizione personale verso l’altra persona, che una condizione determinata dalla vicinanza fisica. di Michele Visentin1 caso della scuola che ha dovuto ri- soprattutto per chi si prende cura conoscere che l’allievo o il docente, degli altri o svolge una professione connessi, si siano sentiti, in alcuni a servizio delle persone. Perché la D a più di un anno il nostro casi, più vicini e performativi lì, presenza è il predittore più forte modo di vivere le relazio- “a distanza”, di quanto non erano di come le persone reagiscono a ni è stato condizionato da nella “vicinanza” della classe. chi entra in contatto con loro? un evento inaspettato e per certi Abbiamo così imparato a non È possibile essere presenti senza aspetti traumatico. Il distanzia- considerare apertura e chiusura, essere nello spazio fisico dell’altro, mento sociale ci ha però permes- presenza ed assenza, vicinanza e ed è possibile essere vicini all’altro so di entrare in contatto con ele- lontananza come degli assoluti. senza essere presenti? menti fondativi del vivere sociale. L’essere presenti, in particolare, si La presenza ha a che fare con la Uno di questi è “l’essere presenti” è rivelato essere più una qualità qualità della nostra vita mentale. Se mentre ci si relaziona con un altro interna, una disposizione perso- la mente è quel processo regolativo essere umano. nale verso l’altra persona, che una dei flussi di energia e informazioni Il distanziamento sociale ha condizione determinata dalla vici- che caratterizzano la nostra espe- obiettivamente limitato la “presen- nanza fisica. rienza quotidiana (Siegel, 2012) za” e la vicinanza fisica, ma è pur la consapevolezza di questi flussi, vero che, anche attraverso forme Essere presenti. l’abilità di mantenerli in equilibrio, nuove di comunicazione mediate Essere ricettivi rappresenterebbero le condizioni dalle nuove tecnologie, ha permes- necessarie alla presenza e alla salu- so di mantenere e talvolta di raf- Che cosa significa essere pre- te della mente più in generale. Del forzare i legami. Emblematico il senti? L’interrogativo è decisivo resto, prendersi cura della propria vita interiore, della propria mente e del proprio sé è pregiudiziale per prendersi cura degli altri. Essere presenti significa anzi- tutto essere ricettivi ed entrare in risonanza con gli altri. Essere ri- cettivi è un’esperienza di libertà, la libertà di immaginare possibilità infinite, di aprirsi alla realtà che ci incontra, ci resiste, ci ispira. Molto più spesso è l’aspettativa che abbiamo verso ciò che incon- triamo, il nostro giudizio aprioristi- co, la nostra chiusura, ad impedirci l’esperienza dell’essere realmente 14 gennaio/aprile 2021
PRESENZA presenti. La nostra mente quando non è ricettiva è reattiva, reagisce impulsivamente agli stimoli, è go- vernata dall’esterno e perde il suo equilibrio. Perché questo accade? Perché la presenza ha bisogno che la mente garantisca un senso di si- curezza. Possiamo perdere questo senso di sicurezza quando percepia- mo gli stimoli che i nostri organi di senso raccolgono come minacciosi. Il cervello monitora costantemente l’ambiente esterno, lo scandaglia alla ricerca di segnali di pericolo. A volte ci mettiamo in uno stato di allerta pronti a fuggire, ad aggredire o a irrigidirci. Quando percepiamo una sen- sazione di pericolo non possiamo quella tecnologica, quella relativa valori, i linguaggi. Non è semplice attivare quella che Porges (2014) ai mutamenti sociali, e quella che comprendere e soprattutto misu- chiama il “sistema dell’impegno impatta sul ritmo di vita. rare questa accelerazione. Ciò che sociale”. Invece di essere presenti A) L’accelerazione tecnologica. conosciamo oggi, o anche solo ciò siamo distanti, soli e paralizzati. La Tutti possiamo constatare che i che possediamo e che ci dà una nostra mente non è pacificata, non “processi orientati ad un fine” in relativa stabilità (un obiettivo rag- è recettiva e quando siamo reattivi qualsiasi attività umana (comu- giunto, il lavoro, informazioni che la presenza è bloccata. Per realizza- nicazione, trasporti, produzione) possediamo…) ha un arco tempo- re la presenza che porta con sé fles- si siano velocizzati in maniera rale sempre più breve. sibilità, capacità di adattamento, esponenziale. Ed è precisamente C) Accelerazione del ritmo di stabilità, energia, abbiamo bisogno questo che Rosa definisce acce- vita. L’accelerazione tecnologica di imparare a sintonizzarci con lerazione tecnologica: «la cresci- e i mutamenti sociali sono tal- l’esperienza dell’altro. ta intenzionale della velocità di mente evidenti che basta osser- processi orientati verso un fine». vare le nostre stesse vite. Ma è Presenza e Semplificando, potremmo dire l’accelerazione del ritmo di vita accelerazione che ci vuole meno tempo rispetto ad essersi insinuata nel presente al passato per realizzare prodotti, della tarda modernità e ad es- Perché facciamo fatica ad es- attività. Il problema è che non sere vissuta come estremamente sere realmente presenti? Secondo abbiamo in questo modo liberato problematica. Impatta, infatti, sul molti osservatori (Rosa, 2015) è del tempo per noi perché contem- modo in cui gestiamo il tempo. Ci qualcosa che ha a che fare con la poraneamente sono aumentate a aspetteremmo che l’accelerazione velocizzazione della vita sociale dismisura il numero delle attività tecnologica ci lasci più tempo per che impatta nelle esistenze dei sin- che ci vedono implicati. L’acce- fare ciò che desideriamo, invece, e goli trasformando la vita materia- lerazione tecnologica ci produce questo è paradossale, il tempo sta le, sociale e spirituale. L’accelera- una sorta di infarto psichico. diventando una merce rarissima zione della vita sociale sta produ- B) L’accelerazione dei mutamen- e sempre più cara. È veramente cendo nuove forme di alienazione ti sociali. I mutamenti tecnologici paradossale, ma il nostro presente sconosciute fino a qualche tempo sono interni alla società mentre è accompagnato da sentimenti fa e che colorano il disagio delle esiste anche una forma di acce- soggettivi di mancanza di tempo persone con tinte del tutto origi- lerazione che riguarda la società per sé, stress per l’accelerazione nali. Secondo Rosa, ci sono tre ca- stessa, il modo in cui funziona della vita, il non riuscire a fare tegorie differenti di accelerazione: e si organizza, gli stili di vita, i tutto ciò che si deve. gennaio/aprile 2021 15
PAROLA CHIAVE La saturazione ci esaurimento dell’io». Anche se in La risonanza è quindi una for- impedisce la presenza relazione, poiché sono saturo di ma di relazione bidirezionale, in input sensoriali, continuamente cui il soggetto e il mondo si lascia- Perché non mi riapproprio del esposto ad una logica di presta- no reciprocamente trasformare. mio tempo decelerando? Come zione e competitiva, non sono mai Presuppone un interesse intrinse- cambia il mio modo di esperire veramente presente, ma sempre co alla relazione da entrambi i poli. il mondo in relazione al mio mo- sfasato e proiettato nell’istante Non si tratta di una relazione in do di esperire il tempo accelerato? successivo. È una sorta di stabilità cui uno risponde all’altro come se La velocità che contraddistingue il dinamica, per cui se mi fermo per- fosse la sua eco, ma una relazione nostro modo di vivere il tempo, per do l’equilibrio, e mi è indifferente tra entità distinte, indipendenti, cui tutto finisce per diventare un dove sto andando. Ciò che conta è compatte e allo stesso tempo aper- fatto che si aggiunge a mille altri che non mi devo fermare. te per lasciarsi toccare. Per essere in fatti della nostra vita senza tessere risonanza bisogna esporsi all’incer- un discorso coerente, ci isola da La risonanza è la tezza, all’indisponibilità, all’impre- noi stessi e dagli altri. Contraria- soluzione visto. Anche l’eccesso di risonanza mente a quanto possiamo pen- potrebbe risolversi in una forma di sare, l’isolamento è una reazione Quanta accelerazione siamo in alienazione. all’eccesso di relazioni che siamo grado di sostenere come individui? La caratteristica più importante vincolati a gestire. È una reazione Che impatto ha nel nostro modo di una relazione risonante riguarda ad uno stato di saturazione. di essere presenti? Qual è l’impatto il fatto che la porzione di mondo La saturazione ci costringe al- che la stabilizzazione dinamica, co- con la quale si entra in risonanza l’evitamento e alla indisponibilità me la chiama Rosa, ha nel nostro (grazie a degli assi di risonanza, di- ad un coinvolgimento profondo, modo di vivere il mondo? Utili rebbe Rosa) deve rappresentare per significativo. Ci impedisce la pre- spunti per la riflessione sulla riso- me una fonte di valore, deve essere senza. Non sarebbe grave se non nanza come antidoto all’incapacità ricco di significato. fosse che il nostro senso dell’io è di essere presenti nelle relazioni li L’essere presenti, in definitiva, fortemente legato alla qualità delle propone Rosa nel suo ultimo lavo- si esprime come disposizione alla nostre relazioni e al nostro sentirci ro Pedagogia della risonanza. risonanza, come atteggiamento parte di un contesto nel quale sia- La risonanza è l’unione di due positivo di fronte al mondo, a mo in grado di integrare le nostre entità indipendenti all’interno di ritagli di mondo, dei quali ci si singole esperienze con quelle di un insieme funzionale. Entriamo appropria lasciandosi trasforma- una comunità più ampia. in risonanza nel momento in cui re e trasformandoli. Quando si L’isolamento invece ci aliena da ci sintonizziamo reciprocamente stabilisce una relazione di riso- noi stessi e dagli altri e «ciò può fino a trasformarci. Nel momento nanza la corda si tende, gli occhi portare – sottolinea Rosa – ad un in cui due corde risuonano il suo- brillano. ■ no di ciascuna è modulato dall’in- fluenza dell’altro. Per approfondire: Siamo presenti/vicini all’altra D. Siegel, Mappe per la men- persona nel momento in cui ci te. Guida alla neurobiologia inter- sintonizziamo su di lei, veniamo personale, Raffaello Cortina, 2012 cambiati da questa presenza e que- Milano. sto nostro essere presenti cambia H. Rosa, Accelerazione e aliena- la persona con la quale ci sinto- zione, 2015 Torino. nizziamo. La risonanza è un’espe- H. Rosa, Pedagogia della riso- rienza umana fondamentale e ha nanza, Scholé, 2020 Brescia. nell’alienazione il suo contrario. S. W. Porges, La teoria poliva- Non è tanto la distanza, il distan- gale, 2014. ziamento sociale a minare le basi del legame sociale, quanto la man- 1 Docente di pedagogia ISSR - Pa- canza di relazioni risonanti. dova. 16 gennaio/aprile 2021
FINESTRA APERTA LA VERGINE MARIA NELLA DIVINA COMMEDIA «Figlia del tuo Figlio» Nel ricordo del settimo centenario della morte di Dante Alighieri (1321), rivisitiamo la sua percezione della di Giosuè Chiaradia1 figura di Maria, accompagnate da uno studioso molto vicino alla famiglia elisabettina. D i quel miracolo che è la Piazza gratuita, è lui stesso che ce lo dice pochi anni di vita – la “sua” donna, del Duomo a Firenze – che il nel XXIII canto del Paradiso1, dove, «vestita di colore bianchissimo»: mondo con gli occhi lucidi riferendosi a Maria, la indica con nulla da raccontare, uno sguardo di commozione ci invidia – Dante, «il nome del bel fior ch’io sempre sorridente di saluto, che nel Dan- nato nel 1265 a pochi passi di lì, invoco / e mane e sera». È per te diciannovenne accese un amore vide solo quello che lui chiama «il questo che già nel 1307, all’inizio intenso quanto silenzioso e lo fece mio bel San Giovanni», il suo bat- del poema sacro che doveva sal- diventare poeta. L’umanità le è gra- tistero, che era comunque ancora varlo dalla disperazione dell’esilio, ta, per così poco, che per Dante fu ben lontano dall’attuale insieme immagina che fosse stata proprio immensamente tanto. di capolavori. Il duomo di Santa Maria ad accorgersi che lui stava Quanto a Maria, dopo quel- Maria del Fiore, Arnolfo di Cambio naufragando nella «selva oscura» l’esordio salvifico cui sopra s’è ac- cominciò a costruirlo nel 1296, di un’esistenza sbagliata, e ad af- cennato, a lei non si accenna più quando Dante aveva poco più di fidare a due donne del cielo, Lu- nell’Inferno. Vi si accenna, inve- trent’anni: e lui, condannato nel cia e Beatrice, l’incarico di salvarlo ce, in molti passi del Purgatorio, 1302 per odio politico dal governo convincendo il grande poeta latino soprattutto come protagonista di fiorentino al rogo, e quindi alla Virgilio a guidarlo in un lungo testimonianza delle virtù opposte forzata alternativa dell’esilio per- viaggio di meditazione attraverso ai vizi dei quali in Purgatorio si petuo, non fece in tempo a vederlo. l’Inferno e il Purgatorio. scontano le conseguenze negative. Però fece in tempo a ricevere dalla Alla santa martire siracusana, Per dare qualche esempio: agli mamma – che morì quando lui Dante era molto aveva solo sette anni – la forma- devoto da quan- zione religiosa di base, consolidata do riteneva di poi, anche sul piano culturale, dai essere stato da francescani e dai domenicani nelle lei – invocata già scuole inferiori e superiori della allora per la lu- città, e poi dagli studi che non ab- ce e quindi per bandonò mai per tutta la vita. la vista – guarito da un fastidioso Dante e il culto problema giova- mariano nile agli occhi. Quanto alla Fu così che si radicò in lui il fiorentina Beatri- culto mariano, proprio nel seco- ce Portinari, sulla lo che questo esplodeva nell’arte, quale è impernia- nella letteratura, nel teatro, nella ta la terza parte Dante e Beatrice si avvicinano al cielo del Sole. Miniatura dell’artista senese Giovanni di Paolo (1399 vita dei movimenti religiosi, nella del poema sacro, ca -1482). Sono dello stesso artista tutte le immagini pratica quotidiana, anche in quel- il Paradiso, era riprodotte in questo contributo. la di Dante stesso: non è ipotesi stata – nei suoi gennaio/aprile 2021 17
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