Primo rapporto sull'economia civile in provincia di Lucca
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Ad oggi partecipano al Tavolo dell’economia civile della provincia di Lucca i seguenti soggetti. Il tavolo è una proposta inclusiva e accoglie ulteriori adesioni nel tempo.
Indice p48 p80 3. L’ECONOMIA CIVILE A 3.2.4.11. Alcune dimensioni LUCCA: CHI LA PRATICA E “registrate” dagli intervistatori COME SI DECLINA p82 p52 3.2.5. Conclusioni 3.1. Da qualche parte si deve p84 p4 cominciare... 4. PRATICHE DI ECONOMIA Introduzione p56 CIVILE NEGLI ENTI LOCALI p8 3.2. L’economia civile DEL TERRITORIO 1. L’ANALISI DEL CONTESTO consapevole e inconsapevole: 4.1. Cercare le tracce di nuovi TERRITORIALE affondo qualitativo fenomeni con strumenti 1.1.Cosa significa “shock”? 3.2.1. Metodologia, Strumenti tradizionali p12 p57 p90 1.2. L’economia civile ed i processi 3.2.2. La traccia dell’intervista 4.2. Gli enti locali di impoverimento p93 p60 p17 4.3 La voce dei territori 3.2.3. I soggetti intervistati 1.3. Le difficoltà della famiglia p94 p64 p20 3.2.4. Le rilevanze e gli elementi 4.3.1. Castelnuovo di Garfagnana 1.4. Dalla comunità alle comunità significativi dalla lettura p97 p25 p65 4.3.2. Comune di Lucca 1.5. Il mercato del lavoro 3.2.4.1. Impatto ambientale e p100 p31 sociale 4.3.3. Comune di Viareggio 1.6. Lo stato, in tutte le sue p69 p102 articolazioni 3.2.4.4. Coesività / connessione 4.3.4. Comune di Capannori p34 con le risorse del territorio e con 1.7. I bisogni di domani i bisogni p106 Conclusioni - Da fermento a p38 p70 sistema 2. LEGGERE I PROCESSI DI 3.2.4.5. Reciprocità / cultura IMPOVERIMENTO DURANTE LA della mutua assistenza/amicizia p114 PANDEMIA: LA TESTIMONIANZA Elenco dei soggetti che hanno p71 risposto al questionario DEI CENTRI DI ASCOLTO DELLA 3.2.4.6 . L’economia civile esplorativo sulle esperienze di ARCIDIOCESI p41 p74 economia civile nella 2.1. I percorsi di impoverimento delle 3.2.4.7. Il futuro civile Provincia di Lucca persone accolte p76 p116 3.2.4.8. La variabile territorialità Bibliografia p45 2.2. Impoverimento e pandemia: p78 alcune antenne sul 3.2.4.9. La dimensione della territorio per la lettura del fenomeno consapevolezza povertà p79 3.2.4.10. Le “parole” ricorrenti 2 3
Introduzione Le pagine che seguono sono il traguardo del primo anno di lavoro del Tavolo provinciale di Lucca sull’economia civile, promosso or- mai un anno fa da Legambiente e Caritas nella Provincia di Lucca. Il Tavolo si è presentato ufficialmente alla città il 10 gennaio 2020, con la sottoscrizione di un protocollo di intesa che ha sancito un Cogliere i fermenti. primo nucleo di lavoro composto da Arcidiocesi di Lucca - Uffi- cio Pastorale Caritas, Ufficio nazionale economia civile di Legam- I perché di un lavoro biente, Legambiente Toscana, Legambiente Lucca, Legambiente Capannori e Piana lucchese, Provincia di Lucca, Comune di Lucca, di osservazione Comune di Capannori, Comune di Castelnuovo di Garfagnana, Comune di Viareggio, Camera di Commercio Industria Artigianato sull’economia civile in e Agricoltura di Lucca, Polo Tecnologico di Lucca, Associazione Ascolta la mia Voce, Nanina Cooperativa Sociale, Associazione Provincia di Lucca Nuova Solidarietà - Equinozio, Cooperativa Sociale Agricola Ca- lafata. di Donatella Turri e Maria Cristina Nanni I soggetti sottoscrittori del Tavolo si sono sempre considerati come i primi soggetti di un’alleanza che ci siamo immaginati ampia, plurale, inclusiva e aperta. Il proposito era quello di offrire al territorio della provincia di Lucca un luogo di analisi, osservazione e elaborazione di pensiero attorno ai temi dell’economia civile e della sua concretissima pre- senza nelle dinamiche di sviluppo locali. Il Tavolo ha cominciato dunque a lavorare interrogandosi sulle metodologie da utilizzare per definire l’economia civile lucchese, avviando una mappatura di esperienze in corso, ponendo le basi per una carta di valori condivisa e attivando competenze e intelli- genze collettive per rafforzare il tessuto produttivo e imprendito- riale provinciale. Nel farsi di questo percorso, siamo stati colti dalla pandemia Co- vid-19. L’intuizione è stata quella di non fermare il lavoro, ma di restituire al territorio un’istantanea di quello che stava accadendo e delle dinamiche che il nuovo contesto pandemico e le sue ricadute in termini economici e di socialità stavano muovendo. È nato così “D’istanti. Capacità di risposta sociale e orizzonti civili in tempo di Covid-19”, presentato nel giugno 2020. Il flash report rendeva ragione delle prime percezioni degli effetti sociali ed economici della pandemia sul territorio della provincia, 4 5
ma anche del potenziale civico, di solidarietà, servizio, volontaria- le chiavi di un sistema economico davvero sostenibile. to e dono che esso aveva disvelato. Il lavoro del Tavolo che oggi vi restituiamo non è stato dunque A sei mesi da quella prima elaborazione, arriva “fermenti”, il pri- solo di analisi e di riflessione sull’esistente, ma si è concentrato mo rapporto sull’economia civile in provincia di Lucca. su una possibile immagine di futuro verso la quale indirizzare le Anche questo lavoro non è da considerarsi come un’analisi esau- energie e organizzare le sinergie tra i soggetti istituzionali, profit stiva e completa delle molte e diverse esperienze di economia e no profit. civile che nel territorio lucchese sono presenti. In questo senso, davvero le conclusioni si propongono quale pun- Si tratta invece di un primo tentativo di tracciare traiettorie, indivi- to di partenza di un percorso futuro e l’attitudine di tutti i soggetti duare piste, cogliere somiglianze, aprire varchi di comprensione, promotori del Tavolo rimane quello di una ricerc-azione, in grado sintetizzare scenari. di analizzare pratiche con lo scopo di produrre cambiamenti mi- L’intenzione è dunque quella di porre interrogativi e stimolare di- gliorativi e condurre evoluzioni e innovazioni. scussione in un’ottica di apertura verso il lavoro futuro. In questo senso, il lavoro del Tavolo può essere senz’altro ricon- dotto alla recente esperienza nazionale di ricerca Caritas Italiana - Legambiente nazionale e denominata “Territori Civili. Indicatori, mappe e buone pratiche verso l’ecologia integrale”, di cui anche Caritas diocesana di Lucca Lucca è stata oggetto di osservazione. Legambiente Piana di Lucca Il presente rapporto si collega e in qualche modo costituisce un Donatella Turri affondo di contesto rispetto a quell’analisi, realizzata grazie alla Maria Cristina Nanni sinergia tra Caritas Italiana e Legambiente. Tale ricerca cercava di dare forma a quanto espresso dal Santo Padre Francesco, leggere cioè in modo integrato la dimensione sociale e quella ambientale, mettendo in luce, al contempo, le esperienze innovative nate sul territorio, in grado di rispondere e coniugare i due ambiti e appro- fondendo connessioni e sovrapposizioni tra la dimensione sociale e quella ambientale. La dimensione nazionale è quindi strettamente connessa al lavoro del Tavolo lucchese sia grazie alle intuizioni e le piste di riflessio- ne offerte dalla ricerca nazionale sia grazie alla imprescindibile riflessione e relazione con lo sviluppo dei distretti di economia civile attualmente in atto e al quale guardiamo con interesse. L’intuizione espressa dal Tavolo per l’economia civile lucchese è che il riconoscimento dei semi di economia civile nelle esperienze delle realtà profit, no profit e associative locali possa diventare un utile strumento di orientamento per potenziare le dinamiche di sviluppo territoriale improntate alla reciprocità, la comunità e il bene comune, tornando a considerare l’essere umano e l’ambiente 6 7
1. L'ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE Lorenzo Maraviglia, Ufficio di Statistica della Provincia di Lucca 1.1. Cosa significa “shock”? La nozione di shock evoca l'idea di qualcosa che investe i nostri sensi in modo improvviso, come un lampo di luce che provoca una cecità transitoria. In questi casi, anche quando lo stimolo lu- minoso è cessato, occorre tempo per tornare a percepire chiara- mente ciò che ci circonda. L'entità dello shock che ha colpito il nostro Paese a causa dell'epi- demia di Coronavirus può essere colta nelle stime sulla flessione attesa del PIL.1 Naturalmente le cose vanno viste in prospettiva. Nel riquadro superiore del grafico 1 abbiamo riportato l'andamen- to del prodotto interno lordo italiano negli ultimi quindici anni. Come si può notare, la contrazione del 2020 è il terzo crollo nell'ar- co di appena un decennio. Niente del genere era mai accaduto dal dopoguerra ad oggi. L'epidemia chiude dunque nel peggiore dei modi un decennio particolarmente difficile per l'economia e per la Grafico 1 - serie storica ammontare del PIL e percentuale di famiglie che vivono società del nostro Paese. in povertà assoluta (elaborazione su dati ISTAT). È utile ed interessante porre a confronto l'andamento del PIL con quello della povertà assoluta (riquadro inferiore del grafico 1) La prima cosa piuttosto evidente è il salto di qualità del fenomeno 1. Secondo le stime 2. Il dato all'introduzione più recenti diffuse sull'incidenza della del reddito di nell'ultimo decennio: in un lasso di tempo relativamente breve, dall'ISTAT, il PIL povertà assoluta nel cittadinanza). l'incidenza della povertà assoluta è raddoppiata, passando dal 3,5% nazionale diminuirà 2020 non è ancora nel 2020 del 8,9% disponibile, neppure 3. Al pari della all'attuale 7%.2 Il secondo elemento degno di nota è che l'incre- rispetto all'anno sotto forma di stima. povertà, anche la mento del numero di famiglie che vivono al di sotto della soglia in precedente. Si veda Tuttavia, tutti gli disoccupazione ha questione è avvenuto ad una certa distanza dal primo shock econo- a questo proposito il osservatori sono iniziato ad aumentare comunicato stampa concordi nel ritenere considerevolmente nel mico, quello indotto dalla famigerata crisi dei mutui sub-prime Le prospettive che vi sarà un ulteriore 2012, raggiungendo (2009). Lo stimolo negativo che all'inizio del decennio si è manife- dell'economia italiana incremento, dopo la il picco nell'anno stato repentinamente sui mercati, determinando una riduzione del nel 2020-2021 del lieve inversione di successivo ed 3 dicembre 2020 tendenza manifestatasi iniziando quindi a PIL di oltre 6 punti percentuali, ha impiegato del tempo (circa 2-3 (https://www.istat.it/ nel 2019 (che molti diminuire lentamente. anni) per propagarsi al tessuto sociale e raggiungere, infine, le fa- it/archivio/251214). analisti imputano miglie.3 10 11
Tornando all'attualità, da un lato è velleitario pensare di poter Oggi le statistiche sulla povertà assoluta sono diffuse solo per l'Ita- misurare le conseguenze sociali della recessione economica in- lia nel suo complesso e per le grandi ripartizioni geografiche nescata dall'epidemia di Covid-19 perché, presumibilmente, esse (Nord, Centro, Mezzogiorno).6 Soprattutto quando si tratta di com- devono ancora palesarsi in modo compiuto; dall'altro, le tendenze prendere e misurare un fenomeno per poter disegnare politiche ed di crisi più profonde sono già da tempo dispiegate sotto i nostri intervenire su di esso, i territori si trovano in grandi difficoltà nel occhi ed è su di esse che, in questo momento, ci si dovrebbe sfor- reperire all'interno della produzione statistica ufficiale indicatori a zare di concentrare l'attenzione. Detto in altre parole, cogliere la cui ancorare oggettivamente i propri sforzi. Nell'immediato, non qualità dei processi è in questo momento più urgente della loro esiste una soluzione semplice a tale problema.7 L'unica via percor- quantificazione. L'analisi seguente si muove in quest'ottica, propo- ribile per scrollarsi di dosso una sensazione di impotenza è cercare nendo alcune riflessioni che, pur radicate nelle evidenze offerte di mettere insieme molte informazioni, anche apparentemente ete- dalla statistica ufficiale, cercano di andare oltre ad una logica di rogenee, e scommettere sulla progressiva composizione di un qua- pura e semplice “misurazione”. dro dotato di senso, che consenta innanzitutto di cogliere lo “spiri- to” dei processi di trasformazione che animano i territori. Un approccio pluralistico è anche un antidoto rispetto ad un altro 1.2. potenziale difetto inerente ad indicatori quali il tasso di povertà L'economia civile ed i processi di impoverimento assoluta o relativa: la loro totale dipendenza da una quantificazione Una delle innovazioni più salienti nel repertorio degli indicatori monetaria e, in ultima analisi, “consumistica” dei bisogni umani. con cui la statistica ufficiale prova a descrivere le dinamiche socia- Qui ci si imbatte in un tema profondo, che riemerge periodicamen- li è stata l'introduzione di una nuova definizione di povertà assolu- te nella discussione scientifica.8 ta che, assai più che in passato, tiene conto delle differenze territo- riali nel costo della vita e, soprattutto, dell'eterogeneità dei bisogni di differenti tipologie familiari.4 Per quanto utile, la nozione di povertà assoluta presenta alcuni problemi rilevanti. Proprio la complessità che la contraddistingue richiede infatti la raccolta di una grande mole di informazioni (at- traverso questionari), rendendo l'indicatore difficilmente scalabile a livello locale.5 6. Si veda ISTAT, 7. Una delle strade informazioni disponi- 8. Si veda L. Doyal e 4. La povertà assoluta precedenti). Per un 5. Le informazioni di un campione Statistiche report, Le percorribili, indicata bili a livello nazionale I. Gough, Una teoria è stata introdotta fra approfondimento, si a partire dalle quali rappresentativo a statistiche dell'ISTAT recentemente da o ripartizionale con dei bisogni Umani, gli indicatori diffusi veda ISTAT (2009), La sono prodotte le livello di province o di sulla povertà, anno Linda Laura Sabbadini informazioni dispo- FrancoAngeli, Milano, dall'ISTAT nel 1997 misura della povertà statistiche sulla comuni implicherebbe 2019, del 16 giugno alla conferenza di nibili anche a livello 1999. e, successivamente, assoluta, collana povertà assoluta costi esorbitanti. 2020 (https:// presentazione del locale (https://www. sottoposta ad una Metodi e Norme, vol. (ma anche sulla Questo è uno dei www.istat.it/it/ BES (Benessere Equo youtube.com/watch?- radicale revisione 39 ( https://ebiblio. povertà relativa) sono motivi per cui ha archivio/244415). e Sostenibile) delle v=y0d_9OvyKTM). Per che ha portato, a istat.it/digibib/ raccolte attraverso senso immaginare un Province, consiste un approfondimento, partire dal 2005, alla Metodi%20e%20 un questionario approccio flessibile nello sviluppare c.d. si veda J. Rao e I. diffusione di dati norme/Misura%20 somministrato ad un e pluralistico alla “stimatori di piccola Molina, Small Area completamente nuovi della%20poverta%20 campione di famiglie rilevazione della area” (small area Estimation, Wiley, New (non confrontabili assoluta%202009.pdf). (si veda ISTAT 2009). povertà su scala estimators) che con- Jersey, 2015. con quelli degli anni La costruzione locale. sentano di combinare 12 13
Da un punto di vista statistico, si è poveri se non si raggiunge alme- A giudizio di chi scrive, tuttavia, il problema non attiene all'inci- no un determinato livello di spesa per un paniere di beni giudicati denza e quindi, ancora una volta, alla rilevanza quantitativa di un essenziali.9 Questa semplificazione è il prezzo da pagare affinché fenomeno, bensì alla possibilità di contemplare fin dall'inizio altri sia possibile una misurazione10 generalizzata del fenomeno – in modelli e sistemi di riferimento (oltre a quelli che invocano il de- questo caso l'impoverimento – che si desidera descrivere ed ana- naro quale equivalente di ogni cosa). Infatti, il richiamo al livello lizzare: si sfrutta quella che Simmel chiamava l'astrattezza descrit- della povertà assoluta – così come quantificato dall'ISTAT o, co- tiva del denaro, la sua capacità di sussumere una pluralità di rap- munque, da qualche centro di produzione di statistica ufficiale – porti, per costruire un modello di quantificazione dei bisogni assume un valore fondativo, è una sorta di “evidenza che deve spin- umani.11 E, tuttavia, sempre più questo modo di procedere lascia ai gere all'azione”; in quanto tale, non è neutro nelle implicazioni che margini fenomeni che assumono un crescente rilievo, soprattutto reca con sé. Fra queste, vi è una chiara focalizzazione su ciò che si in un discorso finalizzato ad indagare le forme emergenti dell'eco- può scambiare (vendere o acquistare) sul mercato. Ora, per quanto nomia civile. Vi sono, ad esempio, i comportamenti che mirano pervasivo e assolutamente rilevante, il mercato non è palesemente intenzionalmente a ridurre i consumi (di tipo alimentare, energeti- l'unico meccanismo che può garantire la soddisfazione dei bisogni co ecc.) sulla base di considerazioni di responsabilità sociale e di delle famiglie. Uno dei principali studiosi del welfare contempora- compatibilità ambientale. Tali fenomeni assumono uno statuto in- neo, Maurizio Ferrera, parla a questo proposito di “diamante del certo all'interno di un discorso sulla povertà basato esclusivamen- welfare”, intendendo con ciò un'entità dotata di quattro vertici – il te o prevalentemente sulla rilevazione della spesa dichiarata o pre- mercato, lo stato sociale, le associazioni intermedie e il sistema-fa- sunta delle famiglie. A ciò si può opporre, legittimamente, che le miglia – che concorrono a determinare il livello di benessere e di soglie di povertà assoluta12 sono collocate talmente in basso13 da sicurezza di cui godono gli individui.15 rendere del tutto irrilevanti i comportamenti parsimoniosi posti in A questo proposito si può osservare che, alla luce delle trasforma- essere da quella che, allo stato attuale, può apparire ancora come zioni di questi ultimi anni, l'immagine tetradica invocata da Ferre- un'élite che ha ampiamente soddisfatto i propri bisogni primari e ra appare addirittura riduttiva. può volgersi ad “altro”.14 9. Le domande del ti) e del territorio di 11. G. Simmel, La 13. Il modo più sem- questionario dell'In- residenza filosofia del denaro, plice per farsi un'idea dagine sulla spesa per UTET, Torino, 1984. dell'ammontare consumi delle fami- 10. Quando il dato è delle soglie di povertà glie italiane (su cui si il prodotto di un'in- assoluta è utilizzare basano gli indicatori dagine campionaria, 12. Questa consi- il calcolatore messo 14. Su questo punto, si 15. M. Ferrera, Le po- Ferrera che Esp- questo proposito, per di povertà prodotti è più corretto parlare derazione non vale a disposizione dall'I- veda H. Maslow, Moti- litiche sociali. L'Italia ing-Andersen adottano una visione teorica di dall'ISTAT) sono tutte di “stima” piuttosto necessariamente per STAT, ad esempio in- vazione e personalità, in prospettiva compa- una prospettiva che largo respiro, resta co- del tenore: “quanto che di “misurazione” le soglie di povertà serendo le caratteristi- Armando, Roma 1973. rata, Il Mulino, Bolo- tende a privilegiare munque fondamentale spende mensilmente in senso rigoroso (la relativa, che dipendo- che del proprio nucleo gna, 2019 (3° ed.). Su le manifestazioni più K. Polanyi, La grande la tua famiglia per il stima è il risultato no dalla distribuzione familiare all’indirizzo questo punto, si veda “istituzionalizzate” trasformazione, Ein- bene x...?”. Il valore della generalizzazione complessiva dei redditi https://www.istat.it/it/ anche G. Esping-An- del welfare contem- audi, Torino, 2000. monetario del paniere di una misurazione monetari. dati-analisi-e-prodot- dersen, I fondamenti poraneo, assegnando di riferimento varia in effettuata su un cam- ti/contenuti-interattivi/ sociali delle economie un ruolo marginale funzione della tipolo- pione). soglia-di-poverta. post-industriali, Il ai movimenti o alle gia familiare (numero Mulino, Bologna, reminiscenze o risor- ed età dei componen- 1999. Peraltro, sia genze comunitarie. A 14 15
Circoscrivere l'apporto che la società civile può recare al benes- 1.3. sere degli individui alla sola azione sviluppata dalle associazioni Le difficoltà della famiglia formali non tiene conto di quello che sta prendendo corpo sot- La famiglia è la più complessa e multifunzionale fra le agenzie che to i nostri occhi; ad esempio, il protagonismo dei giovani sulle presiedono al welfare degli individui. La famiglia infatti è, allo stes- tematiche ambientali oppure la rivitalizzazione della dimensione so tempo, luogo fondamentale dell'affettività, ambito di soddisfa- comunitaria che si manifesta, declinata etnicamente, nell'appro- zione dei bisogni di cura dei soggetti più fragili (bambini, anziani, priazione di porzioni del territorio da parte di famiglie immigrate. disabili), nucleo di trasmissione di valori essenziali per la riprodu- Questo genere di strutture, qui da noi ancora marginali, hanno zione della cultura e della socialità, cellula di consumo e, in alcuni storicamente svolto un ruolo essenziale nel favorire l'integrazio- casi, unità di produzione economica.16 Peraltro, nessuna delle fun- ne e la promozione sociale di minoranze sociali (ad esempio, nel zioni sopra elencate è oggi appannaggio esclusivo del sistema fami- caso degli immigrati italiani negli Stati Uniti); e ciò è avvenuto liare. Ciò nonostante la famiglia rimane un punto di ancoraggio non, prevalentemente, attraverso il canale della costituzione di or- fondamentale, non solo per la soddisfazione dei bisogni individuali ganizzazioni formali e trasparenti (nel senso di auto-dichiarative). ma anche per la tenuta di altri sistemi sociali. Ad esempio, è la fa- È possibile che tali esperienze siano sul punto di ricostituirsi sui miglia (in senso esteso) che, assicurando in molti casi la cura degli nostri territori, andando a colmare dei vuoti che vengono inevita- anziani non auto-sufficienti, va a supplire ad un'evidente carenza bilmente a crearsi in assetti e meccanismi di integrazione che sono dello stato sociale, contribuendo ad alleviare la pressione su di stati concepiti in un contesto ormai in parte superato. esso.17 È dunque sorprendente quanto sia difficile reperire dati sta- È qui che un'analisi dei meccanismi di impoverimento, e dei nuovi tistici ufficiali che consentano di descrivere in dettaglio le caratte- sistemi di welfare che ad essi tentano di resistere, tende ad incro- ristiche familiari a livello di singoli territori e la loro evoluzione nel ciare la riflessione sull'economia civile. Da un certo punto di vista, tempo. l'economia civile può essere pensata come un tentativo, ancora agli albori, di costruire connessioni fra sistemi che sono venuti differenziandosi reciprocamente sotto il profilo dell'evoluzione so- Tali semplici informazioni sono fondamentali per ricostruire una ciale – il mercato, lo stato, la famiglia, il terzo settore – o che, come mappa dei bisogni su scala locale. La distribuzione del reddito è for- le comunità etniche, provano ad uscire da forme di autoreferenza temente influenzata da caratteristiche familiari, quali il numero di e di chiusura. componenti dei nuclei o la presenza di entrambi i genitori (nel caso Nella misura in cui il problema della misurazione viene trasforma- di famiglie con figli). In provincia di Lucca, ad esempio, l'incidenza to in ricerca ed elaborazione sui sistemi di relazione e sulle nuove del rischio di povertà economica presso le famiglie monogenitoriali forme di solidarietà, i territori hanno molte frecce al proprio arco 16. Su questo punto, 17. Un'analoga consi- per comprendere se stessi – incluse le tensioni ed i processi di si veda C. Saraceno e derazione può essere M. Naldini, Sociologia fatta per i trasferimen- impoverimento; ed anche la statistica ufficiale, tradizionalmente della famiglia, Il Muli- ti monetari dai nonni distante ed asettica, può fornire un contributo. Le pagine che se- no, Bologna, 2001. ai figli ed ai nipoti, che vanno in parte a com- guono sono un tentativo di muovere alcuni passi in tale direzione. pensare – non sempre in modo corretto – il deficit di solidarietà intergenerazionale che affligge il nostro sistema pubblico di welfare. 16 17
– un indicatore che misura la disuguaglianza dei redditi18 – è 2,8 È interessante notare, a questo proposito, che la distribuzione del volte quello delle coppie senza figli e 1,8 volte quello delle coppie reddito segue un andamento ad “U”, penalizzando oltre alla fami- con figli (tabella 1). glie numerose anche quelle composte da un solo individuo. Tutte le tipologie familiari sopra richiamate – famiglie monogenito- riali, famiglie numerose, famiglie unipersonali – risultano in cre- scita in provincia di Lucca nell'ultimo decennio (tabella 3).19 Tabella 1 - rischio di povertà relativa per tipologia familiare, provincia di Lucca, anno 2017 (elaborazione su dati ISTAT). Analogamente, il rischio in questione aumenta linearmente al cre- Tabella 3 - confronto incidenza diverse tipologie familiari, anno 2011 e 2017 scere del numero dei componenti, risultando massimo (ca. il 60%) (elaborazione su dati ISTAT). per le famiglie con più di 8 membri (Tabella 2). In particolare vi è un forte incremento delle famiglie costituite da un unico individuo, dovuto soprattutto all'invecchiamento della popolazione ma anche, in certa misura, a cambiamenti nella com- posizione dei flussi migratori. Anche l'incidenza di famiglie mo- nogenitoriali aumenta (dal 9,1% al 10,1%). Il caso delle famiglie formate da un unico genitore e da figli (spesso minori) merita par- ticolare attenzione. In primo luogo perché, nella stragrande mag- gioranza di casi (ca. l'85%), si tratta di genitrici; qui la differenza di genere nell'allocazione delle responsabilità e dei carichi di cura emerge in modo particolarmente netto. Peraltro, le donne non devono soltanto farsi carico dell'allevamento dei figli – spesso in modo prevalente e, in un crescente numero di casi, in condizione di monogenitorialità – ma anche della cura di genitori sempre più Tabella 2 - rischio di povertà relativa per dimensione (n. componenti) della fa- anziani. In secondo luogo, la questione della monogenitorialità ri- miglia, provincia di Lucca, anno 2017 (elaborazione su dati ISTAT). sulta particolarmente delicata perché la famiglia non è soltanto un 18. Il rischio di conto della dimensio- tate nel testo sono il dall'Ufficio di Statisti- luogo di produzione e/o di redistribuzione di reddito (dagli adulti povertà economica ne dei nuclei e della risultato di elabora- ca della Provincia di è un indicatore di presenza di economie zioni sui microdati di Lucca per la presente verso i bambini) ma anche un luogo di relazione, di trasmissione povertà relativa, di scala). A differenza un archivio costruito pubblicazione. I dati calcolato prendendo a degli indicatori di po- dall'ISTAT (Condizioni si riferiscono al 2017 19. Il confronto è miche delle famiglie Censimento Perma- riferimento una soglia vertà assoluta, alcuni socio-economiche del- (ultimo anno disponi- effettuato fra i dati del per l'ultimo anno nente delle Famiglie e “critica” pari al 60% indicatori di povertà le famiglie) mettendo bile al momento della Censimento del 2011 e disponibile. Nel mese delle Abitazioni, che del reddito familiare relativa sono dispo- insieme dati statistici redazione del presente quelli ricavabili dalla di dicembre 2020 è permetteranno di ag- mediano (calcolato in nibili anche a livello ed amministrativi. contributo). banca dati ISTAT sulle prevista la diffusione giornare le statistiche base ad una scala di territoriale. Le tabelle Le elaborazioni sono condizioni econo- dei primi dati del qui presentate. equivalenza che tiene presentate e commen- state prodotte ad hoc 18 19
di valori e di erogazione di prestazioni che vanno a compensare le Su questo punto la statistica ufficiale può offrire molto. In primo carenze del welfare state. Ha senso chiedersi, a questo proposito, luogo, una ricostruzione dettagliata dei trend dei gruppi nazionali come le famiglie monogenitoriali con figli minori abbiano affron- insediati nel nostro territorio (grafico 2). tato l'emergenza del lockdown, quando i figli hanno smesso di andare a scuola, nell'impossibilità di appoggiarsi ad altri adulti non conviventi e nella quasi totale assenza di servizi alternativi forniti dalla pubblica amministrazione. 1.4. Dalla comunità alle comunità Qualsiasi ragionamento sulla famiglia e, più in generale, sulla demo- grafia dei territori si intreccia oggi inevitabilmente con quello sulle migrazioni. E parlare di immigrati significa evocare, implicitamen- te o esplicitamente, l'idea di comunità. Non solo perché, nella grave carenza di meccanismi formali di integrazione, sono le comunità locali a doversi far carico, in qualche modo, della gestione dell'au- mento di complessità che l'immigrazione reca con sé; ma anche perché questo fenomeno è fonte potenziale della nascita sul terri- torio di nuovi nuclei di comunità. L'impressione è che, su questo punto, sotto il profilo conoscitivo siamo all'anno zero: nonostante più di venti anni di crescita dei fenomeni migratori, sappiamo po- chissimo – e quel sapere che possediamo è per lo più implicito e incline agli stereotipi – sui modelli di insediamento dei cittadini stranieri sul nostro territorio e sull'impatto che ciò sta avendo sui legami sociali pre-esistenti, su quel tessuto comunitario che è il col- Grafico 2 - serie storica (2002/2019) popolazione straniera che risiede in provincia di lante più elementare del nostro vivere insieme. Lucca. Dettaglio primi dodici gruppi nazionali (elaborazione su dati ISTAT). Eppure gli spunti non mancano. Fino alla fine degli anni '50, la provincia di Lucca è stata una terra di emigrazione, basta guardare alla vicenda dei nostri concittadini che hanno vissuto da immigrati in altri Paesi per trarre elementi che possono indirizzare la nostra Guardare al dettaglio delle nazionalità è importante perché, dal riflessione. Tutti i territori che, prima di noi, sono stati interessati punto di vista di un'analisi che cerca di produrre conoscenza utile da flussi migratori massicci ci raccontano una storia fatta di un per la prassi sociale e la politica locale, parlare genericamente di mix di integrazione, mantenimento parziale di identità culturali stranieri significa poco o niente. Dietro l'etichetta generica “immi- pre-esistenti (su entrambi i lati della relazione), episodi di chiusura grati” si celano differenze sociali e culturali profonde, di una scala e di ostilità reciproca. È vitale cogliere le opportunità e fronteggia- che non trova corrispondenza nella popolazione “indigena”. Per re per tempo i focolai di tensioni e di disgregazione sociale, e per cogliere tale ricchezza dobbiamo dotarci di strumenti di osserva- questo occorre un quadro conoscitivo accurato. zione nuovi. Un approccio capace di percepire le differenze fra 20 21
nazionalità è un primo passo verso una articolazione del ragiona- mento.20 Si tratta di un percorso che deve essere sorvegliato criti- camente, perché quando si evocano le differenze nazionali è facile cadere in rappresentazioni stereotipali. Comunque, dobbiamo di- sporre di strumenti che ci permettano di osservare che i gruppi nazionali più numerosi, quelli che sono stati i protagonisti dell'im- migrazione negli ultimi venti anni, ovvero rumeni, albanesi, nor- dafricani, polacchi, ucraini, filippini da un po' di tempo hanno smesso di crescere, come se una sorta di spinta inerziale fosse ces- sata. Per contro, alcuni gruppi asiatici ed africani manifestano un notevole dinamismo. Stiamo entrando in una fase in cui, nei nuovi flussi migratori che investono il territorio, la componente europea tende ad essere soppiantata da quella extra-europea. Ciò ha potenzialmente implicazioni sociali, economiche e cultura- li profonde che, peraltro, dobbiamo ancora capire nella loro inte- rezza. In termini di una nuova possibile mappa delle marginalità, ci troviamo di fronte a due fattispecie emergenti di debolezza. Da un lato vi sono individui maschi giovani, provenienti dall'Africa Occidentale o Sub-sahariana o dal sub-continente indiano, con un basso livello di istruzione e senza qualificazione, che vivono in Grafico 3 - Rapporto di femminilità (n. femmine / n. maschi) dei principali grup- contesti promiscui e particolarmente instabili. Dall'altro, vi sono pi nazionali che risiedono in Toscana (elaborazione su dati ISTAT). famiglie cingalesi, indiane, cinesi (grafico 3)21 spesso con figli mi- nori ed un tasso di intensità lavorativa piuttosto basso.22 Dove la marginalità si incontra con la presenza di barriere lingui- stiche e culturali, come è il caso di alcune comunità asiatiche o africane, si creano le condizioni per la formazione di concentrazio- ni etniche, che possono preludere nel tempo alla nascita di veri e propri quartieri-ghetto. Non è detto che accada, ma è una possibi- 20. Classificare in mento alla nazionalità Paese, possono esservi 21. Nel grafio 3 è alto (> 1,5) indica bria). Un rapporto di 22. Fanno eccezioni base alla nazionalità è dovrebbe essere inteso differenze sociali, eco- rappresentato il valore una predominanza femminilità prossimo le famiglie cinesi ovviamente un rischio. come uno stimolo nomiche e culturali attuale (2019) del rap- femminile. Dove il ad 1 indica invece la presso cui si registra Tuttavia dobbiamo ad approfondire le profonde, e tutto ciò è porto di femminilità rapporto fra i sessi è presenza di un numero in genere un elevato andare oltre alla conoscenze (parlare vitale per il futuro dei (n. donne / n. uomini) squilibrato predomina cospicuo di famigli livello di occupazio- generica etichetta di genericamente di nostri territori). per i principali gruppi un'immigrazione di con minori. I casi con ne sia maschile che “straniero” che da un “cinesi” è altrettanto nazionali presenti in tipo individuale, che tali caratteristiche femminile. lato dice troppo, insi- riduttivo, ma almeno Toscana. Un valore seleziona particolari sono evidenziati in stendo nell'estraneità, rende possibile arti- basso (< 0,7) indica tipologie di lavoratrivi/ rosso nel grafico. dall'altro troppo poco, colare il concetto che, una forte prevalenza di lavoratori (il caso del- dissolvendo al proprio all'interno del gruppo uomini in senso a quel le badanti ucraine o interno differenze di nazionalità cinese particolare gruppo; dei braccianti africani profonde. Il riferi- che vive nel nostro per contro, un valore in Sicilia ed in Cala- 22 23
lità che è necessario prendere seriamente in considerazione. Chi Il gruppo in questione presenta un rapporto fra i sessi equilibrato, é fragile e non può contare sul supporto dello Stato (perché non pertanto appartiene al novero di quelli che hanno una fisionomia cittadino) e della comunità locale (perché straniero) deve neces- marcatamente familiare. Le famiglie, naturalmente, hanno una sariamente agglomerarsi, per poter formare un minimo di massa maggior propensione a legarsi stabilmente ad un territorio perché critica e beneficiare di quella forma di supporto reciproco che, in hanno figli, ed essi sono radici gettate in un luogo. Le famiglie sri un contesto “ostile”, può essere fornito soltanto dai propri conna- lankesi sono anche mediamente povere – più povere, ad esempio, zionali. Questi processi devono in qualche modo essere gestiti e, di quelle filippine e cinesi.25 I bambini e gli adolescenti di tale affinché ciò avvenga, devono essere prima cercati e riconosciuti.23 gruppo nazionale hanno spesso un rendimento scolastico non ele- Uno dei tanti possibili indizi è riportato nel grafico 4, dove abbia- vato, soprattutto perché devono fronteggiare notevoli barriere lin- mo rappresentato l'andamento della concentrazione territoriale24 guistiche, rinforzate dal fatto che l'idioma prevalente nelle relazio- del quarto gruppo nazionale (il secondo nel capoluogo) residente ni domestiche e di stretto vicinato è il singalese o il tamil. Per in provincia di Lucca, quello dei cittadini dello Sri Lanka. finire, mentre in provincia di Lucca risiedono (ufficialmente) 2.127 cittadini dello Sri Lanka (di cui 1.089 uomini e 1.038 donne), in provincia di Pisa, a pochi chilometri di distanza, i residenti di na- zionalità sri lankese sono appena 108.26 1.5. Il mercato del lavoro Quando si parla di povertà, la condizione particolarmente sfavo- revole della componente straniera della popolazione che vive nel nostro territorio balza immediatamente all'occhio. Gli stranieri, infatti, sono appena l'8,3% della popolazione residen- te in provincia di Lucca ma ben il 19,6% della popolazione residen- te a rischio di povertà economica.27 Grafico 4 - andamento indice di concentrazione territoriale relativo nel periodo 2002/2019, confronto fra cittadini rumeni e cittadini sri lankesi che risiedono in provincia di Lucca (elaborazione su dati ISTAT). Tabella 4 – rischio di povertà relativa per composizione etnica della fa- 23. Vanno in primo 24. La concentrazione della popolazione 25. Si veda ISTAT, miglia, provincia di Lucca, anno 2017 (elaborazione su dati ISTAT) luogo cercati, anche territoriale è espressa italiana. Quanto Condizioni di vita 26. Quello che è è del tutto evidente i processi, assumere se non sono evidenti, attraverso un indice più elevato il valore 27. Per la nozione delle famiglie con il terzo gruppo, in che i territori stanno piena consapevolezza perché la storia ed il di concentrazione dell'indice, tanto più di rischio di povertà stranieri, 2011. espansione, in un luogo assumendo una sorta della specializzazione buon senso ci dicono relativo che paragona concentrato il gruppo economica, si veda la è appena il 52° nel ter- di “specializzazione” etnica del proprio nota 18. che sono altamente la distribuzione in oggetto. ritorio accanto. Questo etnica. Per chi deve territorio è sempre più probabili (se poi non geografica del gruppo è importante, perché cercare di governare importante. si verificano, meglio!). in questione a quella 24 25
Il 68,3% delle famiglie composte esclusivamente da stranieri è a ancora una volta, dobbiamo sforzarci di andare oltre alle proposi- rischio di povertà economica, contro il 48,3% delle famiglie “mi- zioni generiche. Una dei maggiori fattori di eterogeneità che carat- ste” ed il 23,9% delle famiglie tutte italiane (tabella 4).28 terizza la popolazione immigrata attiene alle differenze di genere La ragione principale della vulnerabilità economica degli stranieri nei livelli di attività economica. è connessa alla posizione marginale che essi occupano nel merca- to del lavoro. Gli stranieri, infatti, non possono contare in genere su fonti di rendita e su cospicui trasferimenti intergenerazionali;29 pertanto il loro benessere economico dipende prevalentemente dalla capacità o dall'attitudine a generare reddito attraverso un'at- tività lavorativa. Tabella 5 - distribuzione delle famiglie residenti in provincia di Lucca per classe di intensità lavorativa, disaggregazione per composizione etnica, anno 2017 (elaborazione su dati ISTAT) Per approfondire questo aspetto, nella tabella 5 abbiamo riportato la distribuzione delle famiglie residenti in provincia di Lucca, per classe di intensità lavorativa e per composizione etnica. L’intensità lavorativa è calcolata come rapporto fra il totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l’anno di riferimento, e il totale di mesi potenzialmente disponibili per attività lavorative. L’intensità lavorativa è una misura annuale e assume valori com- presi tra 0 e 100 (rispettivamente: totale assenza di segnali lavora- tivi nell’anno, e partecipazione continuativa al mercato del lavoro nel corso dell’anno).30 Si può notare che la frazione di famiglie stra- niere e miste appartenenti alla classe più elevata di intensità lavo- Grafico 5 – tassi di occupazione per la classe di età da 15 a 59 anni dei principali gruppi rativa (> 80%) è decisamente più bassa rispetto a quella delle fami- nazionali che vivono in Italia (elaborazione su dati ISTAT). glie italiane. Ciò dipende in parte dal fatto che molti stranieri svolgono lavori stagionali (soprattutto sulla costa versiliese). Ma, 30. La classe di pensionati forniscono dei mesi potenzial- delle percentuali 28. Da notare che non contengono il det- 29. Spesso è vero il intensità lavorativa per definizione un mente disponibili riportate in tabella 5 siamo scivolati taglio per nazionalità; contrario: gli stranieri a cui appartengono contributo pari a zero (ovvero il denomina- le famiglie costituite nuovamente nell'uso proveremo comunque inviano le proprie le famiglie è una al numero di mesi tore della frazione di esclusivamente da generico della nozione a dire qualcosa di più rimesse a familiari e variabile calcolata e lavorati (più precisa- calcolo dell'indica- ultra 65enni. di “stranieri”. I dati specifico su questo congiunti che vivono fornita direttamente mente, con segnali di tore), per ridurre le sulle condizioni eco- punto un po' più all'estero. dall'ISTAT. Poiché attività lavorativa) ma distorsioni, abbiamo nomiche delle famiglie avanti. bambini, casalinghe e entrano nel computo escluso dal computo 26 27
Nel grafico 5 abbiamo riportato le stime dei tassi di occupazione Con ciò, naturalmente, non si intende negare l'esistenza di sacche maschili e femminili dei principali gruppi immigrati che vivono di povertà fra la popolazione anziana.32 Quello su cui si vuole ri- oggi in Italia.31 A fronte di una certa omogeneità dei tassi maschili, chiamare l'attenzione è che, globalmente, negli ultimi anni la posi- si deve osservare un'enorme variabilità di quelli femminili. I valori zione economica della fascia anziana della popolazione è andata nettamente più bassi sono quelli delle comunità africane ed asiati- consolidandosi mentre quella delle famiglie e dei giovani si è inde- che (con l'eccezione di Cina e Filippine). Queste sono anche le bolita. I giovani hanno in parte reagito allungando i tempi di per- comunità che si sono stabilite in tempi più recenti nei nostri terri- manenza nel nucleo di origine ed accentuando i tratti di dipenden- tori e che, pertanto, hanno avuto minore tempo per assimilare i za economica da adulti ed anziani. Le coppie con figli sono rimaste valori ed i modelli di comportamento “indigeni”. Abbiamo anche letteralmente “stritolate”. Queste sono interpretazioni opinabili. Il visto che, seppur ancora minoritari, tali gruppi nazionali sono dato di fatto è che abbiamo, oggi, uno dei tassi di fertilità più bassi quelli che stanno crescendo ad un tasso più elevato nel nostro ter- al mondo. ritorio. Si apre una sfida senza precedenti sul fronte delle politiche di integrazione sociale, economica e culturale. La bassa intensità lavorativa non è un problema che affligge sol- tanto le famiglie immigrate. In generale i giovani e le donne, a prescindere dalla nazionalità, incontrano problemi a stare in modo pieno e duraturo nel mercato del lavoro. Tale fatto è probabilmente una concausa del ritardo con cui i giovani si staccano dal proprio nucleo familiare di provenienza e dell'età elevata a cui le donne hanno il primo figlio. Nel nostro territorio, oggi, avere figli minori è un fattore di rischio di povertà economica. Tale rischio è, come già detto, un indicatore Tabella 6 - distribuzione delle famiglie residenti in provincia di Lucca per classe di tipo relativo, che misura la disuguaglianza nella distribuzione di intensità lavorativa, disaggregazione per composizione etnica, anno 2017 dei redditi monetari. Comunque, ciò non sposta di molto il proble- (elaborazione su dati ISTAT) ma: avere figli è un elemento che risulta empiricamente associato ad una condizione di significativa sperequazione economica. Per È su questo quadro, già ampiamente formato ed intellegibile che contro, le famiglie al cui interno vi è almeno un componente con interviene lo shock esogeno dell'epidemia di Covid-19. più di 64 anni godono di un fattore di protezione dal rischio di Come accennato nell'introduzione, siamo ancora troppo a ridosso povertà economica. Se poi in famiglia vi sono due over 64, la pro- dei fatti per disporre di dati sufficientemente disaggregati che ci tezione diviene particolarmente rilevante (11,1% di rischio contro consentano di quantificare l'impatto di questi mesi tribolati sull'e- il 27,4% medio). conomia e sul mercato del lavoro. 32. Gli anziani, inol- certo senso, un fattore 31. I tassi di occu- Rilevazione ISTAT modello multilivello Press, 2006). Anche tre, sono mediamente di compensazione pazione per genere e sulle Forze di Lavoro (si veda A. Gelman e in questo caso, quelle più fragili ed hanno auspicabile rispetto ad nazionalità sono stati (https://www.istat.it/ J. Hill, Data Analysis presentate nel testo bisogni più qualificati. altre fonti di vulnera- calcolati a partire da it/archivio/127792). Using Regression and sono elaborazioni ad La maggior disponibi- bilità che connotano un ampio campione Le stime sono state Multilevels Models, hoc prodotte per il lità di risorse econo- tale condizioni. di microdati della ottenute applicando un Cambridge University presente contributo. miche è dunque, in un 28 29
Nel grafico 6 abbiamo riportato i trend dei tassi di occupazione 1.6. della popolazione con età compresa fra 15 e 64 anni in alcune re- Lo stato, in tutte le sue articolazioni gioni italiane.33 Le serie storiche iniziano dal 1° trimestre 2014 e si Dopo dieci anni di aumento costante della povertà assoluta (grafi- concludono al 2° trimestre 2020; pertanto, i trend incorporano le co 1), nel 2019 lo Stato ha fatto infine sentire la propria voce con conseguenze dell'epidemia, chiaramente visibili nelle flessioni che l'introduzione del reddito di cittadinanza. In un contesto di sostan- caratterizzano l'ultimo tratto delle curve.34 A differenza del passato, ziale stagnazione economica e del mercato del lavoro, è opinione gli stimoli negativi parrebbero essersi propagati immediatamente diffusa che tale innovazione sia responsabile della moderata fles- al mercato del lavoro. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che, a parti- sione nella percentuale di famiglie in condizioni di povertà assolu- re dalla crisi del 2008-2009, è aumentata ulteriormente la quota di ta verificatasi poco prima dello shock epidemico.35 occupazione impiegata con contratti atipici e/o in forme precarie. Seppur con una serie di limitazioni, il reddito di cittadinanza rap- presenta la prima misura monetaria consistente e su larga scala specificamente indirizzata verso la riduzione della povertà in sé, intesa come condizione estrema di bisogno e senza ulteriori qua- lificazioni (attinenti, ad esempio, all'età, alla presenza di malattie ecc.). È dunque importante avere una percezione delle proporzioni as- sunte da tale misura sul nostro territorio. Grafico 6 - trend tassi di occupazione in alcune regioni italiane, dal 1° trimestre 2014 al 2° trimestre 2020 (elaborazione su dati ISTAT). Table 7 - percettori di redditto di cittadinanza e di pensione di cittadinanza in provincia di Lucca, confronto 2019-2020 (elaborazione su dati INPS). Seppur ormai presente in tutti gli strati della forza lavoro, il pre- cariato è soprattutto appannaggio di giovani, donne ed immigrati. 33. Idem come 34. Quelle rappresen- 35. Si veda ISTAT, Tutto ciò induce a supporre che, come in passato, le conseguenze per la nota 31. tate sono serie storiche Le statistiche sulla 01=Piemonte; più nefaste della crisi si scaricheranno soprattutto sulle fasce più 03=Lombardia; lisciate in base ad un povertà, anno 2019 funzione di tipo loess. (cit.). deboli della popolazione, quelle che già ora subiscono una situa- 05=Veneto; 06=Friuli Venezia Giulia; zione fortemente sperequata. 08=Emilia Romagna; 09 = Toscana 30 31
Nel 2020, i nuclei familiari che hanno percepito il reddito di citta- Il reddito di cittadinanza ha accentuato la dicotomia fra welfare dinanza sono stati 5.357, per un totale di 12.724 individui benefi- amministrato a livello centrale, da grandi organismi tecno-burocra- ciati, pari al 3,3% della popolazione provinciale; l'importo medio tici quali l'INPS, e welfare degli enti locali. Questo è un punto assai percepito (per nucleo familiare) è stato di 475,5 euro. Per dare delicato, data la natura palesemente residuale – in termini quanti- un'idea della proporzione fra platea dei beneficiari e area potenzia- tativi – della spesa sociale gestita direttamente o congiuntamente le del bisogno, secondo le stime dell'ISTAT nel 2019 la percentuale (spesa socio-sanitaria) dai comuni.37 Se sotto il profilo quantitativo di individui residenti nel Centro Italia che versavano in condizioni il reddito di cittadinanza è stato un grande passo in avanti, sotto di povertà assoluta era del 5,6%;36 peraltro è assai probabile che, a quello dell'integrazione fra livelli di erogazione dei servizi è stato seguito della crisi economica indotta dalla pandemia, tale percen- fatto un passo indietro rispetto all'esperienza del Reddito di Inclu- tuale sia cresciuta (almeno di un 30-40%). Quindi, ci troviamo di sione (REI). fronte ad una misura che – per quanto ampia – ha raggiunto, nella La politica sociale locale, si trova nella necessità di ripensare al- migliore delle ipotesi, appena la metà di coloro per cui è stata con- cuni aspetti del proprio profilo nel nuovo scenario. Un possibile cepita. punto di partenza è una riflessione sui punti critici del reddito di È interessante notare che, nel 2020, il numero di beneficiari del cittadinanza. Quest'ultimo, per motivi complessi, non ha raggiunto reddito di cittadinanza è aumentato di circa il 20%, mentre il nu- in modo adeguato alcuni fra gli strati più deboli della popolazio- mero di beneficiari di pensioni di cittadinanza è rimasto stabile. La ne, in particolare (per motivi in parte diversi) gli immigrati e le maggior elasticità alla congiuntura del reddito di cittadinanza può famiglie numerose.38 Vi sono dunque ampi margini per azioni che avere varie spiegazioni. Questa dinamica è coerente con la lettura vadano ad integrare l'azione svolta a livello centrale favorendo un secondo cui, in questi ultimi anni, il rischio di povertà si è diffuso coordinamento ed una sinergia di intenti che appaiono quanto mai più fra giovani ed adulti che non fra i pensionati; ma non vi sono necessari in questa fase. elementi conclusivi ed è necessario raccoglie ulteriori dati per ap- profondire la questione. Peraltro, si può anche osservare che l'in- cremento è stato maggiore fra le famiglie senza minori a carico (+ 27,2%) piuttosto che fra quelle con minori a carico (+ 16,6%). Anche in questo caso, occorrono altri elementi per capire se ciò è dipeso da una minore esposizione alla congiuntura delle seconde o, piuttosto, da un disegno tecnico della misura che penalizza tale gruppo. 36. Come detto, i Nell'opinione di chi 37. Su questo punto si 38. Questo punto, tps://www.corteconti. dati sulla povertà scrive, il valore medio veda ISTAT, Statistiche oltre che nelle analisi it/Download?id=9e- assoluta sono diffusi del Centro (5,6%) report, La spesa dei dell'ISTAT (cit.), è 8923ba-4ef4-480e-90f dall'ISTAT con livello fornisce una stima comuni per i servizi stato sollevato anche 0-ef307c3fa756). di disaggregazione plausibile dell'inci- sociali, 18 febbraio dalla Corte dei Conti per grandi ripartizioni denza del fenomeno in 2020. nel Rapporto 2020 di territoriali (Nord, provincia di Lucca. Coordinamento della Centro, Mezzogiorno). Finanza Pubblica (ht- 32 33
1.7. Peraltro, l'abbandono degli studi è l'esito finale di problemi che I bisogni di domani iniziano a manifestarsi precocemente nella vita degli interessati. La società in cui viviamo è interessata da profonde trasformazioni Poiché l'istruzione è uno dei principali fattori di protezione dai demografiche, culturali e tecnologiche. Quando il cambiamento rischi di fragilizzazione e di impoverimento, è utile provare ad ap- è strutturale, quando interessa quello che una volta sarebbe stato profondire la questione. Il tema è tanto più rilevante dopo ciò che chiamato il “modo di produzione”, emergono nuove costellazioni è accaduto negli ultimi mesi. È opinione diffusa che lo sconvolgi- di bisogni destinate a consolidarsi negli anni a venire. In un certo mento dei ritmi e dei modelli tradizionali di frequenza scolastica senso, si gettano anche le premesse per le possibili disuguaglianze abbia danneggiato soprattutto gli studenti più deboli, quelli che – a di domani ed è importante interrogarsi su ciò che sta accadendo, fronte della difficoltà iniziale della scuola a garantire i livelli con- per dotarsi degli strumenti per intervenire in tempo. Terminiamo sueti di offerta didattica – non hanno potuto contare sul supporto pertanto questa analisi con qualche dato ed alcune considerazioni delle proprie famiglie; oppure che si sono ritrovati privi dei mezzi che attengono ai processi educativi. tecnologici e delle risorse per poter fruire in modo adeguato delle Una delle poche statistiche ufficiali disponibili a livello territoriale forme di didattica a distanza. – risalente, a qualche anno fa39 – mostra per la provincia di Lucca A questo proposito, nella tabella 9 abbiamo riportato, per la pro- una situazione abbastanza preoccupante sul versante dei processi vincia nel suo complesso, e per i comuni di maggiori dimensioni, di dispersione scolastica e formativa. Stando all'ISTAT, circa un gio- le percentuali di studenti delle scuole medie che non dispongono vane su cinque (20%) di età compresa fra 18 e 24 anni sarebbe a casa propria, rispettivamente, di un pc (utilizzabile ad esempio privo di un diploma, e non starebbe frequentando un corso regola- per la didattica a distanza), di una connessione ad internet e di una re di studi finalizzato alla sua acquisizione (tabella 8). scrivania. Tabella 8 - Bes delle province. Indicatori sul tema dell'istruzione (fonte: Rappor- to sul BES della provincia di Lucca, anno 2015). 39. Ufficio di Statistica re Equo e Sostenibile Tabella 9 - percentuale di studenti che frequentano la terza media che non di- della Provincia di (BES) in Provincia spongono a casa di un pc, di una connessione ad internet, di una scrivania Lucca, in collaborazio- di Lucca, anno 2015 ne con UPI ed ISTAT, (www.besdellepro- (fonte: elaborazione su dati INVALSI, anno 2017/2018). Rapporto sul Benesse- vince.it) 34 35
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