CACCIA, ROLFI:CENTRALISMO DEL GOVERNO CONTE SCONFITTO IN CORTE COSTITUZIONALE - Agricolae

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CACCIA, ROLFI:CENTRALISMO DEL GOVERNO CONTE SCONFITTO IN CORTE COSTITUZIONALE - Agricolae
CACCIA, ROLFI:CENTRALISMO DEL
GOVERNO CONTE SCONFITTO IN
CORTE COSTITUZIONALE
La Corte costituzionale con sentenza depositata il 27 dicembre
ha rigettato in due punti su        tre l’impugnativa per
incostituzionalità promossa dal     governo Conte contro i
provvedimenti di semplificazione normativa        in   materia
venatoria proposti dalla Regione Lombardia.

La Corte ha respinto la richiesta di incostituzionalità in
merito alle norme introdotte dal Consiglio regionale lombardo
sul recupero della fauna ferita (che potrà avvenire entro i
200 metri dall’appostamento di caccia anziché i 100 metri
precedenti) e sulla misurazione delle distanze degli
appostamenti fissi di caccia dalle civili abitazioni che d’ora
in avanti avverrà tenendo conto del profilo morfologico del
terreno. È stata accolta invece la richiesta di
incostituzionalità promossa dal governo in relazione alla
modalità di segnatura dei capi abbattuti sul tesserino, che
dovrà essere effettuata dopo l’avvenuto abbattimento e non
alla raccolta del medesimo come chiedeva il legislatore
lombardo.

Maggiori certezze e meno burocrazia per attività venatoria da
appostamento

“Ora l’attività venatoria da appostamento in Lombardia potrà
contare su maggiori certezze e minore burocrazia” ha
dichiarato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura,
Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, rimarcando come le
norme dichiarate legittime dalla Corte costituzionale
“consentiranno di favorire il recupero della fauna selvatica
abbattuta, senza per questo modificare il regime di caccia o
ampliare l’attività venatoria, anche perché il recupero deve
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avvenire a fucile scarico e riposto. Grazie alla Regione
Lombardia saranno salvaguardati i capanni di caccia esistenti
con una lettura più accurata del territorio circa le distanze
minime da osservare rispetto ad altri edifici”.

Respinto tentativo centralista dell’Esecutivo di impedire alle
Regioni di esercitare la propria autonoma competenza
legislativa

“Spiace per la norma sul tesserino che avrebbe migliorato
l’esercizio venatorio favorendo controlli più puntuali – ha
aggiunto l’assessore regionale – ma sono soddisfatto perché
viene respinto in gran parte il tentativo ideologico e
centralista del governo di impedire alle Regioni di esercitare
regolarmente la propria autonoma competenza legislativa in
materia di caccia nell’ambito dei confini della normativa
nazionale. Azione che continueremo a fare con coscienza e
concretezza per garantire lo svolgimento di un’attività
legittima e utile all’ambiente quando svolta nel rispetto
delle regole”.

2019-2020,    MERCURI:    PIU
ATTENZIONE A CRESCITA IMPRESE
E MENO CONFLITTO POLITICO.
NON MORTIFICARE SETTORE
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“
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verno che governi e che si preoccupi di piu dei problemi degli
italiani e delle imprese che fanno fatica ad andare avanti
nell’incertezza piu assoluta e meno degli attriti politici
interni”. Questo l’auspicio del presidente dell’Alleanza delle
cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri per il 2020.
“Abbiamo bisogno di stabilità e certezze per poter vincere le
sfide che ci aspettano. Il 2019 è stato un anno particolare
con tensioni e cambio di governo in un momento in cui per il
comparto non sono mancati i problemi. In molte regioni non
sono partiti ancora i Psr, restano aperte le questioni Xylella
e Cimice asiatica e c’è da lavorare su tutta la partita della
Pac. Il nostro ministro ha bisogno di un forte sostegno
politico che gli permetta di imporsi a Bruxelles ai tavoli
dove si decide”, prosegue.

“Il mondo cooperativo nel settore agroalimentare ce la sta
mettendo tutta, nonostante i dazi e la Brexit. Noi come
imprese ci aspettiamo di essere supportati a fronte delle
sfide che ci aspettano senza essere ulteriormente tassati”,
insiste Mercuri. “L’agroalimentare italiano è il primo a
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livello mondiale e reputiamo che le tasse come la Sugar e
Plastic tax servano solo a fare cassa in modo miope
all’interno del bilancio dello stato sulle spalle delle
imprese che faticano ogni giorno per guadagnare spazi di
mercato. Una mortificazione delle aziende che quotidianamento
lavorano all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale.
Ci auguriamo che il governo nel 2020 trovi una soluzione per
fare cassa in altro modo”, conclude.

2019-2020,       GIANSANTI,
INNOVAZIONE   E   STRATEGIA
NAZIONALE PER FAR FRONTE A
COMPETITOR    SEMPRE    PIU
AGGRESSIVI
“
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, per il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti,
nella legge di Bilancio. “Abbiamo finalmente delle attenzioni
verso le innovazioni, un tema importante perché in Italia
resta dramamtico il gap in questo senso, per poter competere
con il mercato globale”. “Il 2019 – spiega ad AGRICOLAE
tracciando il 2019 e pensando al 2020 – mostra sempre di più
con evidenza i danni del cambiamento climatico subiti dal
comparto agricolo e non solo, assieme alle specie aliene come
la cimice e la xylella che hanno provocato danni devastanti in
molteplici comparti del Primario. Auspichiamo dunque che nel
2020 si possa andare verso una strategia nazionale per
risolvere queste emergenze anche attraverso una profonda
riflessione sulle filiere agricole al fine di potenziarle a
fronte dei competitor stranieri che diventano ogni giorno piu
forti e aggressivi di noi a causa dei costi del paese e della
vita piu bassi dei nostri”, aggiunge. “Ricordiamo inoltre –
conclude infine – una riforma della Pac che è ancora tutta da
giocare a livello europeo”.
2019-2020, SCANAVINO, CIA:
CONIUGARE     SOSTENIBILITA
AMBIENTALE     A      QUELLA
ECONOMICA. TRADUCENDOLE IN
SOSTENIBILITA SOCIALE
                                                       “Ci
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gamma stanno subendo pressioni che non dipendono unicamente
dai dazi, ma da una situazione che dipende dai consumi e dalle
incertezze di mercato”. Così ad AGRICOLAE il presidente della
Cia Dino Scanavino tracciando l’andamento del 2019 e guardando
al 2020. “Il percorso che bisogna fare per sostenere le nostre
produzioni anche all’estero – aggiunge – è quello della
promozione, che è stato già avviato”.

Poi il clima, grande tema del 2020 e le fitopatie, come la
cimice asiatica. “Diventa difficile sostenere la produzione a
fronte della sfida della riduzione degli agrofarmaci e
utilizzando meno chimica”, precisa. E conclude: “gli
agricoltori devono avere conoscenze nuove e il know how
necessario per fare fronte alle nuove esigenze che coniugano
la sostenibilità ambientale a quella economica. Traducendo il
tutto in sostenibilità sociale”.

2019-2020,       VERRASCINA:
AGRICOLTURA HA CAPACITA DI
ADATTAMENTO MAGGIORE RISPETTO
AD ALTRI COMPARTI. MA ORA
ABBIA STABILITA
                                     “Si chiude un anno con
                                     una Manovra blindata
                                     che comunque da un po
                                     di    attenzione     al
                                     comparto      Primario
                                     sebbene non ci sia un
                                     cambio     di   passo.
                                     Possiamo esprimere una
                                     moderata
                                     soddisfazione”. Così ad
                                     AGRICOLAE il presidente
della Copagri Franco Verrascina nel tracciare il 2019 e
guardando al 2020. “Ora servono scelte coraggiose per il
futuro e il Collegato agricolo sarà un banco di prova per il
paese e per il settore. Bene in questa manovra le misure
relative all’Agricoltura 4.0, ai mutui agevolati,
all’agricoltura di precisione. Ma bisognerà lavorare sulla
mancanza di misure per una reale sburocratizzazione delle
imprese agricole e ribadiamo la nostra contrarietà ad
ulteriori tasse come la Sugar tax e la Plastic Tax”, prosegue
ancora. Bene gli interventi per Franco Verrascina a contrasto
della Xylella e della cimice asiatica “ma bisogna proseguire
per far fronte a queste emergenze che rischiano di mettere in
ginocchio intere produzioni. L’agricoltura ha una capacità di
adattamento che altri comparti produttivi non possiedono ma
non bisogna per questo motivo approfittarne. Su questo settore
bisogna insistere perché l’Italia deriva dal Settore Primario.
Poi viene tutto il resto”, conclude. “L’Agricoltura – ricorda
infine – ha bisogno di stabilità e non può permettersi di
confrontarsi ogni anno con un ministro e uno schieramento
politico diverso”.

2019-2020, TISO, CONFEURO:
BASTA       CANTILENE       E
FILASTROCCHE. AGRICOLTORI NON
SONO CONTENTI, PRIMARIO RESTA
SQUILIBRATO
                             “Non intendo criticare alcuno,
                             ma ciò che preoccupa è la
                             cantilena.        Provate     a
                             domandare agli agricoltori come
                             pensano e se hanno un
piano aziendale cosi luccicante.

Fino a quando capi o grandi presidenti parlano dal pulpito, il
coefficiente di affidabilità delle

filastrocche resta piatto o a meno ZERO.

Penso che gli italiani abbiano il diritto di essere
consapevoli, che quello che mangiamo di MADE IN ITALY sono
solo rimasugli”. Così ad AGRICOLAE Rocco Tiso, già presidente
Confeuro tracciano l’andamento 2019. E per quanto riguarda il
2020 Andrea Tiso spiega che “dall’anno che verrà, ogni persona
attende che le cose, migliorino e non peggiorano. Sotto ogni
tetto ci sono sogni e segreti, come in ogni stalle o in pieno
campo. Non c’è agricoltore, anche se in vero      ormai siamo
rimasti in pochi, che non va fuori acche il nuovo anno, sia
senza disgrazie, sua naturale, ma anche quelle procurate da la
non lungimiranza, per non aggiungere ciò che si lascia
immaginare, di gente che tutto potrebbe, ma mai occuparsi di
Agricoltura, cibo e ambiente”.

“L’agricoltura è un prodotto dell’uomo. Ricca di valori non
per l’involucro, ma per il contenuto”, prosegue. “Stiamo
vivendo, negli ultimi lustri, scenari incerti. Il sistema
Primario è squilibrato Non solo nel nostro Paese, ma in tutti
quelli dell’Unione Europea. A dare le carte sono gruppi
organizzati in autentiche lobby capaci di fare pressioni, di
influenzare, di imporre orientamenti e scelte che determinano
uno squilibrio pericoloso, dove ad una sparuta minoranza di
soggetti è stato consentito di impadronirsi di oltre l’80%
della superficie agricola utilizzabile nell’intera Unione. Il
resto delle terre viene coltivato da piccole aziende a
conduzione familiare, dette anche fattorie.

Di recente il Commissario all’Agricoltura della rinnovata
Commissione Europea, il polacco Janusz Wojciechowski, ha
dichiarato che: «dal 2005 al 2015, nell’Unione Europea ogni
giorno sono scomparse 1000 piccole fattorie. Di contro sono
aumentate le aziende con oltre 100 ettari.

Questi dati sono un mix che preoccupa fortemente e danno la
misura di come la politica agricola comunitaria – PAC – così
come è impostata, abbia raggiunto obiettivi diversi dall’idea
di produrre cibi di non comune eccellenza, garantendo un
equilibrio tra le diverse produzioni ai consumatori, senza
sacrificare – oltre all’ambiente anche in modo irreversibile –
i piccoli agricoltori.

Del resto i numeri sono pietre. Per rimediare visibilità anche
noi potremmo puntare i piedi e chiedere un nuovo “piano
nazionale di politica agraria”, lamentando la situazione nella
quale si trova costretta ad operare l’agricoltura italiana, le
difficoltà economiche, il calo dei redditi e la crescita dei
costi di produzione, gli effetti della globalizzazione e le
mutate esigenze dei consumatori. È altresi evidente la
mancanza di chiare ed efficaci scelte di politica economica
rivolte al sostegno del sistema primario. Sarebbe come spesso
accade nelle maxi iniziative, un continuo parlarsi addosso con
soluzioni fantasiose e miracolose. Piuttosto gli agricoltori
sono preoccupati che la riforma della Politica Agricola
Comunitaria possa introdurre il concetto della “flessibilità”
e portare alla rinazionalizzazione della PAC; un danno
incommensurabile preludio per la fine delle attività agricole.

La riforma, invece, dovrebbe necessariamente rimodulare i
criteri con i quali vengono veicolati gli aiuti, di cui i
primi beneficiari dovrebbero essere i piccoli agricoltori.
Occorre essere consapevoli di questa dimensione della spesa in
modo che la pubblica opinione abbia piena coscienza dalla
qualità del lavoro agricolo e del suo sostegno, anche dal
punto di vista della conservazione e riproduzione delle
risorse naturali, acqua e terreno agrario in particolare. E
che questa operazione si inquadri nell’ambito di una politica
per il territorio e per l’ambiente che, senza essere punitiva
per la produzione, sia pienamente rispettosa della
conservazione delle risorse naturali.
La qualità di un territorio è garanzia e condizione necessaria
per la qualità dei prodotti agricoli ed agroalimentari. La
politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego
di pesticidi andrà prossimamente a finire, la stessa Unione
europea sembra rendersene conto. L’auspicio è che inserisca
presto forti disincentivi e sanzioni per chi ne fa uso senza
uno scadenzario dal quale si deve evincere il perché fa questa
scelta. L’agricoltura é “bene comune” e solo se è pulita può
garantire un ciclo sostenibile, nel quale convivano e traggano
il giusto profitto tutti gli attori coinvolti, dai Cittadini,
all’ambiente e agli agricoltori .

BASTA AGRICOLTURA INDUSTRIALE

Bisogna fare sul serio AMBIENTE E BIODIVERSITÀ   vanno difesi!
Tipartire da una concezione di “agricoltura innovativa” al
passo con i tempi. Non ricerca strumentale dei detrattori del
creato, ma impegno serio per raggiungere la “Sostenibilità” di
un Pianeta che muore.

La strada da percorre è ben visibile e tracciata, noi
chiediamo che si ponga fine all’arrembaggio, non solo a
Bruxelles. Chiamiamo in causa il Consiglio Europeo e il
Parlamento di Strasburgo affinché si guardino insieme
Agricoltura- Ambiente, Comunicazione-Indotto e si metta in
pratica una riforma della Politica Agricola Comunitaria (Pac)
che sia in grado di affrontare l’attuale crisi ambientale e
climatica e che punti ad accelerare la transazione verso
un’agricoltura sostenibile e di piccola scala.

FACCIAMO NOSTRA La lettera del mondo scientifico inviata il 5
novembre al Parlamento Europeo la facciamo nostra come
l’ultimo atto. Si narra che il 23% del territorio dell’Unione
sia sensibile alla desertificazione dovuta allo sfruttamento
improprio della Terra. Il declino della produzione agricola è
l’impoverimento del sistema ambientale.

È inaccettabile che nel XXI secolo, i bambini possano ancora
morire di stenti e di fame. Non è più tollerabile che governi
e le agenzie si facciano condizionare dai mercanti del cibo.
Spazio alla ricerca applicata. Stop alla manipolazione anche

all’informazione pilotata.

NON UN APPELLO ALLA POLITICA MA UN IMPEGNO COMUNE PER SALVARE
LE POPOLAZIONI E IL PIANETA:

È INDEROGABILE UNA CONFERENZA EUROPEA CHE AFFRONTI CON
DETERMINAZIONE LA REVISIONE DELLA POLITICA AGRICOLA
COMUNITARIA.

Le piccole aziende a condizione familiare stanno

definitivamente scomparendo.

La PAC deve puntare al ricambio generazionale, alla tutela del
reddito piccoli agricoltori.

La Politica Agricola Europea sino ad oggi ha sempre finanziato
le filiere senza distinzione tra chi produce è chi fa
speculazione. É innegabile che gli stanziamenti maggiori e
sicuramente meno profittevoli sono andati alle agroindustrie,
per non parlare poi dei possefimenti principeschi e dei vari
scali aeroportuali che hanno assorbito le risorse da destinare
agli agricoltori.

BASTA RISORSE A CHI NON PRODUCE CIBO

SIAMO EUROPEISTI, CONVINTI CHE SOLO L’EUROPA POSSA ESSERE UN
RIFERIMENTO

PER LE NUOVE GENERAZIONI PONENDO AL CENTRO L’UOMO COME FARO
PER IL FUTURO.

PRIORITÀ ALLA AGRICOLTUTRA PULITA

PRIORITÀ ALL’AMBIENTE ALLA SALUBRITÀ

CIBO PER TUTTI ANCHE NEL RESTO DEL MONDO”, conclude.
2019-2920, CAPPELLINI, CAI:
ANNO DELLA SFIDA CAMBIAMENTI
CLIMATICI, COMPETITIVITÀ E
AGRICOLTURA DIGITALE
                          “La   sfida    dei    cambiamenti
                          climatici,      dell’agricoltura
                          digitale e della competitività del
                          sistema agricolo non si vincono se
                          non si adottano misure di sostegno
                          per favorire innovazione e ricambio
                          generazionale anche fra le imprese
                          agromeccaniche professionali”.

Così Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione
Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai) ad AGRICOLAE.

Se è vero che, mediamente, in agricoltura per ogni euro
investito nell’innovazione se ne generano circa 10, è
necessario saper guidare gli investimenti in maniera mirata,
favorendo la tendenza ormai consolidata negli ultimi anni di
crescita del contoterzismo professionale.

“Anche il nostro settore sta seguendo una traiettoria di
profonda specializzazione – osserva Dalla Bernardina -. Le
imprese agromeccaniche si stanno strutturando ulteriormente,
con particolari rafforzamenti in quelle aree dove
l’agricoltura mostra maggiore valore aggiunto: presenza di
allevamento professionale, produzioni tipiche Dop/Igp,
agricoltura a più elevata redditività. Questo significa che,
guardando la mappa dell’Italia, il Nord cresce con maggiore
velocità”.
I costi per l’innovazione sono elevati. Cai calcola che, per
rispondere ai problemi generati dal climate change sono
necessarie macchine agricole in grado di poter operare anche
in condizioni dei suoli non favorevoli. Per questo servono
grandi potenze, che richiedono ingenti sforzi economici di
acquisto e di utilizzo. “Chi può sostenere spese per un
cantiere professionale di interramento geo-referenziato dei
reflui zootecnici, quando i costi si aggirano intorno a un
milione di euro? Quale azienda agricola può investire una tale
somma?”, si chiede il vicepresidente di Cai, Sandro
Cappellini.

“Si punta in Italia a traghettare la cerealicoltura da
commodity a specialty, con caratteristiche produttive e
territoriali ben individuate e certificate – prosegue
Cappellini -. Gli agricoltori pensano di poterlo fare senza il
contributo delle imprese agromeccaniche professionali? Con
quali mezzi economici, prima ancora che meccanici”.

Le risorse finanziarie potrebbero essere già messe a
disposizione dalla dote dei Programmi di sviluppo rurale, in
molte regioni non completamente utilizzati. “Il problema è che
manca coraggio e risulta più comodo parlare di innovazione e
ricambio generazionale senza avere le idee chiare su come
raggiungere in concreto i due obbiettivi”, conclude
Cappellini.

AGRICOLTURA,   MAGORNO(IV):
“PAROLE VON DER LEYEN MOTIVO
DI ORGOGLIO”
Gli agricoltori italiani sono un orgoglio e, come attestano le
parole della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der
Leyen, rappresentano un modello per tutta Europa. Proprio per
questo è necessario sostenerli iniziando con due punti fermi: la
semplificazione   e   la   trasparenza   sulle   materie   prime.   Le
produzioni italiane sono un unicum da tutelare.

Così il Senatore IV, Ernesto Magorno.

USA-UE,            GIANSANTI
(CONFAGRICOLTURA): POSSIBILI
NUOVI DAZI SU VINI E OLIO
D’OLIVA
Si profilano nuovi rischi per il “Made in Italy”
agroalimentare sul mercato degli Stati Uniti. I dazi Usa – fa
sapere la Confagricoltura – potrebbero essere applicati a
breve scadenza anche su vini e olio d’oliva. Inoltre, i dazi
già in vigore sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi ed
agrumi nel contesto del contenzioso sugli aiuti pubblici al
consorzio Airbus potrebbero raddoppiare: dal 25 al 50 per
cento. Con la conseguenza di spingere in nostri prodotti fuori
mercato.

“La prospettiva è particolarmente preoccupante per tutto il
sistema agroalimentare italiano – sottolinea il presidente di
Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – . E non c’è molto
tempo per reagire. Le consultazioni con gli operatori
economici, promosse dall’amministrazione Usa, si concluderanno
il 13 gennaio prossimo. A seguire, i nuovi dazi potrebbero
scattare al massimo nel giro di un mese”.

“Siamo grati al governo per le iniziative già in corso a
tutela delle nostre esportazioni – ha aggiunto Giansanti -.
Analoghe iniziative sono state avviate anche da altri Stati
membri. Continua, invece, a mancare una risposta dell’Unione
europea”.

Confagricoltura rilancia la richiesta di un negoziato diretto
con l’amministrazione Usa per negoziare un accordo che metta
fine al contenzioso commerciale. Dopo le intese raggiunte con
Giappone e Cina, è facile prevedere che sia destinata a salire
la pressione degli Usa sull’export dell’Unione europea.

“All’Unione europea abbiamo anche espresso l’esigenza di
accelerare la procedura, per mobilitare un’adeguata dotazione
finanziaria straordinaria a supporto dei settori produttivi
colpiti dai dazi Usa – ha dichiarato Giansanti -. A breve,
saranno evidenti gli effetti negativi dei dazi già in vigore
dall’ottobre scorso sulle nostre esportazioni destinate al
mercato statunitense. In particolare, per Parmigiano Reggiano
e Grana Padano si sono esaurite le scorte accumulate in
precedenza dagli importatori Usa. Se necessario, si dovrà
intervenire con la massima urgenza”.

Confagricoltura ricorda che nel 2018 le esportazioni di
prodotti agroalimentari italiani sul mercato Usa hanno
superato i 4 miliardi di euro e che circa la metà del valore
complessivo è assicurata dalle vendite di vini (1,5 miliardi)
e olio d’oliva (400 milioni), che potrebbero essere sottoposte
ai nuovi dazi allo studio a Washington.
LE CUN DEI SUINI E DEI
CONIGLI IL 30 GENNAIO 2020 A
FIERAGRICOLA
Il   prossimo   giovedì   30   gennaio   Fieragricola,   rassegna
internazionale dedicata trasversalmente all’agricoltura e alla
zootecnia, ospiterà le Commissioni uniche nazionali (Cun) dei
suini da macello, dei suinetti, delle scrofe da macello e dei
conigli.

«Ringraziamo la Borsa merci telematica italiana, lo staff, i
commissari e i componenti delle Commissioni uniche nazionali,
che hanno accettato l’invito di Fieragricola e che, con la
loro presenza, non solo riconoscono la leadership della
manifestazione in ambito italiano, ma contribuiranno al
dibattito in due segmenti strategici della zootecnia italiana,
quali appunto i suini e i conigli», dichiara il direttore
generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

Trasferimento da Mantova, dunque, nei padiglioni di
Fieragricola per la Cun scrofe da macello (alle ore 13),
seguita dalle Cun suini da macello e suinetti (entrambe in
calendario per le ore 14).

Alle ore 15, invece, si riuniranno gli operatori della Cun
conigli vivi da carne (che ha abitualmente sede a Verona,
nella sede della Borsa merci). Rispetto al tradizionale
appuntamento del venerdì, la Cun dei conigli anticipa di fatto
di un giorno, giovedì 30 gennaio.

Momento d’oro per i suini. I suini da macello stanno
attraversando una fase di mercato particolarmente felice. In
tutta Europa i maiali stanno macinando record sui listini,
trascinati dalle importazioni cinesi in conseguenza delle
peste suina (le ultime quotazioni della Cun suini grassi da
macello, nella categoria grassi/circuito tutelato, oscillano
tra 1,803 e 1,808 euro al chilogrammo).

Un trend che, secondo il presidente di Anas (Associazione
nazionale allevatori suini), Thomas Ronconi, dovrebbe
proseguire anche per il 2020, confermando quotazioni al di
sopra delle medie abituali.

Conigli. Anche la coniglicoltura sta attraversando una fase
positiva, con prezzi in rialzo sia per la categoria di peso
«fino a 2,5 chilogrammi» che per la categoria «oltre 2,5
chilogrammi», quotate nelle rispettive Cun di Verona. La
crescita dei prezzi, secondo gli analisti del Crefis, segue
una parabola crescente, che caratterizza tradizionalmente
questa fase dell’anno.

Le mercuriali si collocano in ogni caso su valori più levati
mediamente del 5% rispetto al mese precedente e del 7,7%-7,9%
rispetto allo stesso periodo del 2018.

A Fieragricola focus sulla mangimistica. Fieragricola (29
gennaio-1 febbraio) dedicherà una rinnovata attenzione alla
mangimistica, comparto quanto mai strategico nell’ambito
zootecnico. La nuova frontiera della mangimistica, in
particolare, è legata anche al ruolo che può assumere la
razione alimentare nel miglioramento del benessere animale e
della questione ambientale.

Mangimistica e Area Forum. Cuore della mangimistica sarà il
padiglione 9 di Veronafiere, all’interno del quale è stata
organizzata anche un’area attrezzata per convegni e dibattiti.

Fra gli eventi già programmati (il programma è in costante
aggiornamento ed è consultabile sul sito www.fieragricola.it),
i visitatori potranno seguire: «Nuovi trend gestionali
nell’allevamento del bovino da carne in Italia», in programma
mercoledì 29 gennaio, ore 11, nel padiglione 9, organizzato da
New Business Media; «Alimentazione dei bovini da latte: per un
uso consapevole dei mangimi», in programma il 29 gennaio, alle
ore 14:30, nel padiglione 9, organizzato da New Business
Media; «Modelli di economia circolare nella zootecnia bovina
da latte», in programma venerdì 31 gennaio, alle ore 11, al
padiglione 9, organizzato da New Business Media.

Il Premio Assalzoo. All’interno del Nutrition Forum
(padiglione 9), dedicato alla mangimistica, si inserisce il
«Premio Assalzoo», che è rivolto agli studenti universitari e
viene assegnato al miglior elaborato per Laurea Magistrale e
per Dottorato di ricerca, a conferma dell’attenzione del mondo
produttivo alla ricerca scientifica in un settore strategico
come la nutrizione animale.
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