CACCIA, ROLFI:CENTRALISMO DEL GOVERNO CONTE SCONFITTO IN CORTE COSTITUZIONALE - Agricolae
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CACCIA, ROLFI:CENTRALISMO DEL GOVERNO CONTE SCONFITTO IN CORTE COSTITUZIONALE La Corte costituzionale con sentenza depositata il 27 dicembre ha rigettato in due punti su tre l’impugnativa per incostituzionalità promossa dal governo Conte contro i provvedimenti di semplificazione normativa in materia venatoria proposti dalla Regione Lombardia. La Corte ha respinto la richiesta di incostituzionalità in merito alle norme introdotte dal Consiglio regionale lombardo sul recupero della fauna ferita (che potrà avvenire entro i 200 metri dall’appostamento di caccia anziché i 100 metri precedenti) e sulla misurazione delle distanze degli appostamenti fissi di caccia dalle civili abitazioni che d’ora in avanti avverrà tenendo conto del profilo morfologico del terreno. È stata accolta invece la richiesta di incostituzionalità promossa dal governo in relazione alla modalità di segnatura dei capi abbattuti sul tesserino, che dovrà essere effettuata dopo l’avvenuto abbattimento e non alla raccolta del medesimo come chiedeva il legislatore lombardo. Maggiori certezze e meno burocrazia per attività venatoria da appostamento “Ora l’attività venatoria da appostamento in Lombardia potrà contare su maggiori certezze e minore burocrazia” ha dichiarato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, rimarcando come le norme dichiarate legittime dalla Corte costituzionale “consentiranno di favorire il recupero della fauna selvatica abbattuta, senza per questo modificare il regime di caccia o ampliare l’attività venatoria, anche perché il recupero deve
avvenire a fucile scarico e riposto. Grazie alla Regione Lombardia saranno salvaguardati i capanni di caccia esistenti con una lettura più accurata del territorio circa le distanze minime da osservare rispetto ad altri edifici”. Respinto tentativo centralista dell’Esecutivo di impedire alle Regioni di esercitare la propria autonoma competenza legislativa “Spiace per la norma sul tesserino che avrebbe migliorato l’esercizio venatorio favorendo controlli più puntuali – ha aggiunto l’assessore regionale – ma sono soddisfatto perché viene respinto in gran parte il tentativo ideologico e centralista del governo di impedire alle Regioni di esercitare regolarmente la propria autonoma competenza legislativa in materia di caccia nell’ambito dei confini della normativa nazionale. Azione che continueremo a fare con coscienza e concretezza per garantire lo svolgimento di un’attività legittima e utile all’ambiente quando svolta nel rispetto delle regole”. 2019-2020, MERCURI: PIU ATTENZIONE A CRESCITA IMPRESE E MENO CONFLITTO POLITICO. NON MORTIFICARE SETTORE
“ C i a s p e t t i a m o u n g o verno che governi e che si preoccupi di piu dei problemi degli italiani e delle imprese che fanno fatica ad andare avanti nell’incertezza piu assoluta e meno degli attriti politici interni”. Questo l’auspicio del presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri per il 2020. “Abbiamo bisogno di stabilità e certezze per poter vincere le sfide che ci aspettano. Il 2019 è stato un anno particolare con tensioni e cambio di governo in un momento in cui per il comparto non sono mancati i problemi. In molte regioni non sono partiti ancora i Psr, restano aperte le questioni Xylella e Cimice asiatica e c’è da lavorare su tutta la partita della Pac. Il nostro ministro ha bisogno di un forte sostegno politico che gli permetta di imporsi a Bruxelles ai tavoli dove si decide”, prosegue. “Il mondo cooperativo nel settore agroalimentare ce la sta mettendo tutta, nonostante i dazi e la Brexit. Noi come imprese ci aspettiamo di essere supportati a fronte delle sfide che ci aspettano senza essere ulteriormente tassati”, insiste Mercuri. “L’agroalimentare italiano è il primo a
livello mondiale e reputiamo che le tasse come la Sugar e Plastic tax servano solo a fare cassa in modo miope all’interno del bilancio dello stato sulle spalle delle imprese che faticano ogni giorno per guadagnare spazi di mercato. Una mortificazione delle aziende che quotidianamento lavorano all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale. Ci auguriamo che il governo nel 2020 trovi una soluzione per fare cassa in altro modo”, conclude. 2019-2020, GIANSANTI, INNOVAZIONE E STRATEGIA NAZIONALE PER FAR FRONTE A COMPETITOR SEMPRE PIU AGGRESSIVI
“ C i s o n o n o t e b e l l e ” , per il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nella legge di Bilancio. “Abbiamo finalmente delle attenzioni verso le innovazioni, un tema importante perché in Italia resta dramamtico il gap in questo senso, per poter competere con il mercato globale”. “Il 2019 – spiega ad AGRICOLAE tracciando il 2019 e pensando al 2020 – mostra sempre di più con evidenza i danni del cambiamento climatico subiti dal comparto agricolo e non solo, assieme alle specie aliene come la cimice e la xylella che hanno provocato danni devastanti in molteplici comparti del Primario. Auspichiamo dunque che nel 2020 si possa andare verso una strategia nazionale per risolvere queste emergenze anche attraverso una profonda riflessione sulle filiere agricole al fine di potenziarle a fronte dei competitor stranieri che diventano ogni giorno piu forti e aggressivi di noi a causa dei costi del paese e della vita piu bassi dei nostri”, aggiunge. “Ricordiamo inoltre – conclude infine – una riforma della Pac che è ancora tutta da giocare a livello europeo”.
2019-2020, SCANAVINO, CIA: CONIUGARE SOSTENIBILITA AMBIENTALE A QUELLA ECONOMICA. TRADUCENDOLE IN SOSTENIBILITA SOCIALE “Ci sono alcune situazi oni critich e e quella general e non aiuta. Anche i prodott i di alta gamma stanno subendo pressioni che non dipendono unicamente dai dazi, ma da una situazione che dipende dai consumi e dalle incertezze di mercato”. Così ad AGRICOLAE il presidente della Cia Dino Scanavino tracciando l’andamento del 2019 e guardando al 2020. “Il percorso che bisogna fare per sostenere le nostre produzioni anche all’estero – aggiunge – è quello della promozione, che è stato già avviato”. Poi il clima, grande tema del 2020 e le fitopatie, come la
cimice asiatica. “Diventa difficile sostenere la produzione a fronte della sfida della riduzione degli agrofarmaci e utilizzando meno chimica”, precisa. E conclude: “gli agricoltori devono avere conoscenze nuove e il know how necessario per fare fronte alle nuove esigenze che coniugano la sostenibilità ambientale a quella economica. Traducendo il tutto in sostenibilità sociale”. 2019-2020, VERRASCINA: AGRICOLTURA HA CAPACITA DI ADATTAMENTO MAGGIORE RISPETTO AD ALTRI COMPARTI. MA ORA ABBIA STABILITA “Si chiude un anno con una Manovra blindata che comunque da un po di attenzione al comparto Primario sebbene non ci sia un cambio di passo. Possiamo esprimere una moderata soddisfazione”. Così ad AGRICOLAE il presidente della Copagri Franco Verrascina nel tracciare il 2019 e guardando al 2020. “Ora servono scelte coraggiose per il futuro e il Collegato agricolo sarà un banco di prova per il paese e per il settore. Bene in questa manovra le misure
relative all’Agricoltura 4.0, ai mutui agevolati, all’agricoltura di precisione. Ma bisognerà lavorare sulla mancanza di misure per una reale sburocratizzazione delle imprese agricole e ribadiamo la nostra contrarietà ad ulteriori tasse come la Sugar tax e la Plastic Tax”, prosegue ancora. Bene gli interventi per Franco Verrascina a contrasto della Xylella e della cimice asiatica “ma bisogna proseguire per far fronte a queste emergenze che rischiano di mettere in ginocchio intere produzioni. L’agricoltura ha una capacità di adattamento che altri comparti produttivi non possiedono ma non bisogna per questo motivo approfittarne. Su questo settore bisogna insistere perché l’Italia deriva dal Settore Primario. Poi viene tutto il resto”, conclude. “L’Agricoltura – ricorda infine – ha bisogno di stabilità e non può permettersi di confrontarsi ogni anno con un ministro e uno schieramento politico diverso”. 2019-2020, TISO, CONFEURO: BASTA CANTILENE E FILASTROCCHE. AGRICOLTORI NON SONO CONTENTI, PRIMARIO RESTA SQUILIBRATO “Non intendo criticare alcuno, ma ciò che preoccupa è la cantilena. Provate a domandare agli agricoltori come pensano e se hanno un
piano aziendale cosi luccicante. Fino a quando capi o grandi presidenti parlano dal pulpito, il coefficiente di affidabilità delle filastrocche resta piatto o a meno ZERO. Penso che gli italiani abbiano il diritto di essere consapevoli, che quello che mangiamo di MADE IN ITALY sono solo rimasugli”. Così ad AGRICOLAE Rocco Tiso, già presidente Confeuro tracciano l’andamento 2019. E per quanto riguarda il 2020 Andrea Tiso spiega che “dall’anno che verrà, ogni persona attende che le cose, migliorino e non peggiorano. Sotto ogni tetto ci sono sogni e segreti, come in ogni stalle o in pieno campo. Non c’è agricoltore, anche se in vero ormai siamo rimasti in pochi, che non va fuori acche il nuovo anno, sia senza disgrazie, sua naturale, ma anche quelle procurate da la non lungimiranza, per non aggiungere ciò che si lascia immaginare, di gente che tutto potrebbe, ma mai occuparsi di Agricoltura, cibo e ambiente”. “L’agricoltura è un prodotto dell’uomo. Ricca di valori non per l’involucro, ma per il contenuto”, prosegue. “Stiamo vivendo, negli ultimi lustri, scenari incerti. Il sistema Primario è squilibrato Non solo nel nostro Paese, ma in tutti quelli dell’Unione Europea. A dare le carte sono gruppi organizzati in autentiche lobby capaci di fare pressioni, di influenzare, di imporre orientamenti e scelte che determinano uno squilibrio pericoloso, dove ad una sparuta minoranza di soggetti è stato consentito di impadronirsi di oltre l’80% della superficie agricola utilizzabile nell’intera Unione. Il resto delle terre viene coltivato da piccole aziende a conduzione familiare, dette anche fattorie. Di recente il Commissario all’Agricoltura della rinnovata Commissione Europea, il polacco Janusz Wojciechowski, ha dichiarato che: «dal 2005 al 2015, nell’Unione Europea ogni giorno sono scomparse 1000 piccole fattorie. Di contro sono
aumentate le aziende con oltre 100 ettari. Questi dati sono un mix che preoccupa fortemente e danno la misura di come la politica agricola comunitaria – PAC – così come è impostata, abbia raggiunto obiettivi diversi dall’idea di produrre cibi di non comune eccellenza, garantendo un equilibrio tra le diverse produzioni ai consumatori, senza sacrificare – oltre all’ambiente anche in modo irreversibile – i piccoli agricoltori. Del resto i numeri sono pietre. Per rimediare visibilità anche noi potremmo puntare i piedi e chiedere un nuovo “piano nazionale di politica agraria”, lamentando la situazione nella quale si trova costretta ad operare l’agricoltura italiana, le difficoltà economiche, il calo dei redditi e la crescita dei costi di produzione, gli effetti della globalizzazione e le mutate esigenze dei consumatori. È altresi evidente la mancanza di chiare ed efficaci scelte di politica economica rivolte al sostegno del sistema primario. Sarebbe come spesso accade nelle maxi iniziative, un continuo parlarsi addosso con soluzioni fantasiose e miracolose. Piuttosto gli agricoltori sono preoccupati che la riforma della Politica Agricola Comunitaria possa introdurre il concetto della “flessibilità” e portare alla rinazionalizzazione della PAC; un danno incommensurabile preludio per la fine delle attività agricole. La riforma, invece, dovrebbe necessariamente rimodulare i criteri con i quali vengono veicolati gli aiuti, di cui i primi beneficiari dovrebbero essere i piccoli agricoltori. Occorre essere consapevoli di questa dimensione della spesa in modo che la pubblica opinione abbia piena coscienza dalla qualità del lavoro agricolo e del suo sostegno, anche dal punto di vista della conservazione e riproduzione delle risorse naturali, acqua e terreno agrario in particolare. E che questa operazione si inquadri nell’ambito di una politica per il territorio e per l’ambiente che, senza essere punitiva per la produzione, sia pienamente rispettosa della conservazione delle risorse naturali.
La qualità di un territorio è garanzia e condizione necessaria per la qualità dei prodotti agricoli ed agroalimentari. La politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego di pesticidi andrà prossimamente a finire, la stessa Unione europea sembra rendersene conto. L’auspicio è che inserisca presto forti disincentivi e sanzioni per chi ne fa uso senza uno scadenzario dal quale si deve evincere il perché fa questa scelta. L’agricoltura é “bene comune” e solo se è pulita può garantire un ciclo sostenibile, nel quale convivano e traggano il giusto profitto tutti gli attori coinvolti, dai Cittadini, all’ambiente e agli agricoltori . BASTA AGRICOLTURA INDUSTRIALE Bisogna fare sul serio AMBIENTE E BIODIVERSITÀ vanno difesi! Tipartire da una concezione di “agricoltura innovativa” al passo con i tempi. Non ricerca strumentale dei detrattori del creato, ma impegno serio per raggiungere la “Sostenibilità” di un Pianeta che muore. La strada da percorre è ben visibile e tracciata, noi chiediamo che si ponga fine all’arrembaggio, non solo a Bruxelles. Chiamiamo in causa il Consiglio Europeo e il Parlamento di Strasburgo affinché si guardino insieme Agricoltura- Ambiente, Comunicazione-Indotto e si metta in pratica una riforma della Politica Agricola Comunitaria (Pac) che sia in grado di affrontare l’attuale crisi ambientale e climatica e che punti ad accelerare la transazione verso un’agricoltura sostenibile e di piccola scala. FACCIAMO NOSTRA La lettera del mondo scientifico inviata il 5 novembre al Parlamento Europeo la facciamo nostra come l’ultimo atto. Si narra che il 23% del territorio dell’Unione sia sensibile alla desertificazione dovuta allo sfruttamento improprio della Terra. Il declino della produzione agricola è l’impoverimento del sistema ambientale. È inaccettabile che nel XXI secolo, i bambini possano ancora
morire di stenti e di fame. Non è più tollerabile che governi e le agenzie si facciano condizionare dai mercanti del cibo. Spazio alla ricerca applicata. Stop alla manipolazione anche all’informazione pilotata. NON UN APPELLO ALLA POLITICA MA UN IMPEGNO COMUNE PER SALVARE LE POPOLAZIONI E IL PIANETA: È INDEROGABILE UNA CONFERENZA EUROPEA CHE AFFRONTI CON DETERMINAZIONE LA REVISIONE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA. Le piccole aziende a condizione familiare stanno definitivamente scomparendo. La PAC deve puntare al ricambio generazionale, alla tutela del reddito piccoli agricoltori. La Politica Agricola Europea sino ad oggi ha sempre finanziato le filiere senza distinzione tra chi produce è chi fa speculazione. É innegabile che gli stanziamenti maggiori e sicuramente meno profittevoli sono andati alle agroindustrie, per non parlare poi dei possefimenti principeschi e dei vari scali aeroportuali che hanno assorbito le risorse da destinare agli agricoltori. BASTA RISORSE A CHI NON PRODUCE CIBO SIAMO EUROPEISTI, CONVINTI CHE SOLO L’EUROPA POSSA ESSERE UN RIFERIMENTO PER LE NUOVE GENERAZIONI PONENDO AL CENTRO L’UOMO COME FARO PER IL FUTURO. PRIORITÀ ALLA AGRICOLTUTRA PULITA PRIORITÀ ALL’AMBIENTE ALLA SALUBRITÀ CIBO PER TUTTI ANCHE NEL RESTO DEL MONDO”, conclude.
2019-2920, CAPPELLINI, CAI: ANNO DELLA SFIDA CAMBIAMENTI CLIMATICI, COMPETITIVITÀ E AGRICOLTURA DIGITALE “La sfida dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura digitale e della competitività del sistema agricolo non si vincono se non si adottano misure di sostegno per favorire innovazione e ricambio generazionale anche fra le imprese agromeccaniche professionali”. Così Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai) ad AGRICOLAE. Se è vero che, mediamente, in agricoltura per ogni euro investito nell’innovazione se ne generano circa 10, è necessario saper guidare gli investimenti in maniera mirata, favorendo la tendenza ormai consolidata negli ultimi anni di crescita del contoterzismo professionale. “Anche il nostro settore sta seguendo una traiettoria di profonda specializzazione – osserva Dalla Bernardina -. Le imprese agromeccaniche si stanno strutturando ulteriormente, con particolari rafforzamenti in quelle aree dove l’agricoltura mostra maggiore valore aggiunto: presenza di allevamento professionale, produzioni tipiche Dop/Igp, agricoltura a più elevata redditività. Questo significa che, guardando la mappa dell’Italia, il Nord cresce con maggiore velocità”.
I costi per l’innovazione sono elevati. Cai calcola che, per rispondere ai problemi generati dal climate change sono necessarie macchine agricole in grado di poter operare anche in condizioni dei suoli non favorevoli. Per questo servono grandi potenze, che richiedono ingenti sforzi economici di acquisto e di utilizzo. “Chi può sostenere spese per un cantiere professionale di interramento geo-referenziato dei reflui zootecnici, quando i costi si aggirano intorno a un milione di euro? Quale azienda agricola può investire una tale somma?”, si chiede il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini. “Si punta in Italia a traghettare la cerealicoltura da commodity a specialty, con caratteristiche produttive e territoriali ben individuate e certificate – prosegue Cappellini -. Gli agricoltori pensano di poterlo fare senza il contributo delle imprese agromeccaniche professionali? Con quali mezzi economici, prima ancora che meccanici”. Le risorse finanziarie potrebbero essere già messe a disposizione dalla dote dei Programmi di sviluppo rurale, in molte regioni non completamente utilizzati. “Il problema è che manca coraggio e risulta più comodo parlare di innovazione e ricambio generazionale senza avere le idee chiare su come raggiungere in concreto i due obbiettivi”, conclude Cappellini. AGRICOLTURA, MAGORNO(IV): “PAROLE VON DER LEYEN MOTIVO
DI ORGOGLIO” Gli agricoltori italiani sono un orgoglio e, come attestano le parole della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rappresentano un modello per tutta Europa. Proprio per questo è necessario sostenerli iniziando con due punti fermi: la semplificazione e la trasparenza sulle materie prime. Le produzioni italiane sono un unicum da tutelare. Così il Senatore IV, Ernesto Magorno. USA-UE, GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA): POSSIBILI NUOVI DAZI SU VINI E OLIO D’OLIVA Si profilano nuovi rischi per il “Made in Italy” agroalimentare sul mercato degli Stati Uniti. I dazi Usa – fa sapere la Confagricoltura – potrebbero essere applicati a breve scadenza anche su vini e olio d’oliva. Inoltre, i dazi già in vigore sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi ed agrumi nel contesto del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus potrebbero raddoppiare: dal 25 al 50 per cento. Con la conseguenza di spingere in nostri prodotti fuori mercato. “La prospettiva è particolarmente preoccupante per tutto il sistema agroalimentare italiano – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – . E non c’è molto tempo per reagire. Le consultazioni con gli operatori
economici, promosse dall’amministrazione Usa, si concluderanno il 13 gennaio prossimo. A seguire, i nuovi dazi potrebbero scattare al massimo nel giro di un mese”. “Siamo grati al governo per le iniziative già in corso a tutela delle nostre esportazioni – ha aggiunto Giansanti -. Analoghe iniziative sono state avviate anche da altri Stati membri. Continua, invece, a mancare una risposta dell’Unione europea”. Confagricoltura rilancia la richiesta di un negoziato diretto con l’amministrazione Usa per negoziare un accordo che metta fine al contenzioso commerciale. Dopo le intese raggiunte con Giappone e Cina, è facile prevedere che sia destinata a salire la pressione degli Usa sull’export dell’Unione europea. “All’Unione europea abbiamo anche espresso l’esigenza di accelerare la procedura, per mobilitare un’adeguata dotazione finanziaria straordinaria a supporto dei settori produttivi colpiti dai dazi Usa – ha dichiarato Giansanti -. A breve, saranno evidenti gli effetti negativi dei dazi già in vigore dall’ottobre scorso sulle nostre esportazioni destinate al mercato statunitense. In particolare, per Parmigiano Reggiano e Grana Padano si sono esaurite le scorte accumulate in precedenza dagli importatori Usa. Se necessario, si dovrà intervenire con la massima urgenza”. Confagricoltura ricorda che nel 2018 le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani sul mercato Usa hanno superato i 4 miliardi di euro e che circa la metà del valore complessivo è assicurata dalle vendite di vini (1,5 miliardi) e olio d’oliva (400 milioni), che potrebbero essere sottoposte ai nuovi dazi allo studio a Washington.
LE CUN DEI SUINI E DEI CONIGLI IL 30 GENNAIO 2020 A FIERAGRICOLA Il prossimo giovedì 30 gennaio Fieragricola, rassegna internazionale dedicata trasversalmente all’agricoltura e alla zootecnia, ospiterà le Commissioni uniche nazionali (Cun) dei suini da macello, dei suinetti, delle scrofe da macello e dei conigli. «Ringraziamo la Borsa merci telematica italiana, lo staff, i commissari e i componenti delle Commissioni uniche nazionali, che hanno accettato l’invito di Fieragricola e che, con la loro presenza, non solo riconoscono la leadership della manifestazione in ambito italiano, ma contribuiranno al dibattito in due segmenti strategici della zootecnia italiana, quali appunto i suini e i conigli», dichiara il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Trasferimento da Mantova, dunque, nei padiglioni di Fieragricola per la Cun scrofe da macello (alle ore 13), seguita dalle Cun suini da macello e suinetti (entrambe in calendario per le ore 14). Alle ore 15, invece, si riuniranno gli operatori della Cun conigli vivi da carne (che ha abitualmente sede a Verona, nella sede della Borsa merci). Rispetto al tradizionale appuntamento del venerdì, la Cun dei conigli anticipa di fatto di un giorno, giovedì 30 gennaio. Momento d’oro per i suini. I suini da macello stanno attraversando una fase di mercato particolarmente felice. In tutta Europa i maiali stanno macinando record sui listini, trascinati dalle importazioni cinesi in conseguenza delle peste suina (le ultime quotazioni della Cun suini grassi da macello, nella categoria grassi/circuito tutelato, oscillano
tra 1,803 e 1,808 euro al chilogrammo). Un trend che, secondo il presidente di Anas (Associazione nazionale allevatori suini), Thomas Ronconi, dovrebbe proseguire anche per il 2020, confermando quotazioni al di sopra delle medie abituali. Conigli. Anche la coniglicoltura sta attraversando una fase positiva, con prezzi in rialzo sia per la categoria di peso «fino a 2,5 chilogrammi» che per la categoria «oltre 2,5 chilogrammi», quotate nelle rispettive Cun di Verona. La crescita dei prezzi, secondo gli analisti del Crefis, segue una parabola crescente, che caratterizza tradizionalmente questa fase dell’anno. Le mercuriali si collocano in ogni caso su valori più levati mediamente del 5% rispetto al mese precedente e del 7,7%-7,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. A Fieragricola focus sulla mangimistica. Fieragricola (29 gennaio-1 febbraio) dedicherà una rinnovata attenzione alla mangimistica, comparto quanto mai strategico nell’ambito zootecnico. La nuova frontiera della mangimistica, in particolare, è legata anche al ruolo che può assumere la razione alimentare nel miglioramento del benessere animale e della questione ambientale. Mangimistica e Area Forum. Cuore della mangimistica sarà il padiglione 9 di Veronafiere, all’interno del quale è stata organizzata anche un’area attrezzata per convegni e dibattiti. Fra gli eventi già programmati (il programma è in costante aggiornamento ed è consultabile sul sito www.fieragricola.it), i visitatori potranno seguire: «Nuovi trend gestionali nell’allevamento del bovino da carne in Italia», in programma mercoledì 29 gennaio, ore 11, nel padiglione 9, organizzato da New Business Media; «Alimentazione dei bovini da latte: per un uso consapevole dei mangimi», in programma il 29 gennaio, alle ore 14:30, nel padiglione 9, organizzato da New Business
Media; «Modelli di economia circolare nella zootecnia bovina da latte», in programma venerdì 31 gennaio, alle ore 11, al padiglione 9, organizzato da New Business Media. Il Premio Assalzoo. All’interno del Nutrition Forum (padiglione 9), dedicato alla mangimistica, si inserisce il «Premio Assalzoo», che è rivolto agli studenti universitari e viene assegnato al miglior elaborato per Laurea Magistrale e per Dottorato di ricerca, a conferma dell’attenzione del mondo produttivo alla ricerca scientifica in un settore strategico come la nutrizione animale.
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