CONSIGLIO AGRICOLO, COPAGRI: BENE PRESIDENZA IRLANDESE - Agricolae
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CONSIGLIO AGRICOLO, COPAGRI: BENE PRESIDENZA IRLANDESE E’ apprezzabile l’obiettivo della Presidenza di turno irlandese di un’intesa sulla riforma della PAC entro giugno, ma ciò non può prescindere da un accordo sul bilancio dell’Unione Europea che rispetti il ‘peso’ dell’Italia nella formazione dello stesso bilancio, ovvero lo status di contribuente netto, e che garantisca l’invarianza di spesa per la PAC, sempre più strategica in Europa e in ambito internazionale rispetto al preventivato aumento della domanda di cibo. Qualsiasi contrazione della spesa per la PAC, seppure di minore entità rispetto a quanto fin qui proposto, sarebbe comunque una sconfitta”. Così il presidente della COPAGRI, Franco Verrascina, commentando i lavori del Consiglio europeo agricoltura svoltisi a Bruxelles. “Abbiamo apprezzato – ha aggiunto Verrascina – il lavoro della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, ma la strada è ancora lunga e occorre insistere per un accordo equo che maturi in una logica di Europa davvero integrata e coesa. A tale proposito riteniamo fondamentale il nuovo ruolo codecisionale del Parlamento. Per noi restano fondamentali – ha concluso Verrascina – il contrasto della sterile rendita; la produttività, qualità ma anche quantità; la valorizzazione dei produttori che di agricoltura vivono; convergenze esterna ed interna che tengano conto della valenza delle produzioni italiane e lo stesso dicasi anche per il greening; misure volano per i giovani. Il Governo che verrà dovrà impegnarsi con grande autorevolezza in sede europea tenendo nel dovuto conto la strategicità dell’agricoltura italiana dentro e fuori i confini nazionali”. com/gan
“ERBECOLTE” A EATALY Shampoo preparati con la farina e maschere per capelli a base di spezie. Non solo buoni da mangiare: gli alimenti si possono trasformare in preziosi alleati per la salute del corpo e della pelle. Preparazioni semplici ma efficaci, da ripetere facilmente a casa per creare prodotti di bellezza fai da te. Il 16 marzo presso la sede romana di Eataly l’associazione “Erbecolte” terrà un corso per insegnare a creare impacchi nutrienti, lacche e creme utilizzando esclusivamente prodotti naturali e di stagione. I frutti della natura che vengono in aiuto alle donne italiane sono molteplici: dai pomodori, ai cetrioli, alle carote; e poi ancora l’olio extravergine d’oliva, il sale, il miele, lo zucchero, il latte e lo yogurt. Ma anche frutta vera e propria come mele, prugne e albicocche. Senza dimenticare le spezie e le erbe officinali e aromatiche. Nel 2010 Silvia Pietrovanni, Annalisa Melis e Michela Polini hanno dato vita all’associazione che ha come obiettivo la promozione sociale e il benessere psicofisico della persona. Esplorando il ricco e variegato mondo delle erbe si punta a valorizzare l’alimentazione corretta ed etica attraverso la riscoperta della stagionalità, del buon cibo fatto in casa senza additivi, di ortaggi e piante officinali commestibili ma
funzionali anche alla cura e alla salute, ma anche a sviluppare un rapporto sano con l’ambiente, con il corpo e con le emozioni, e al recupero antropologico dei cicli della natura. Le tre socie erboriste provengono tutte dalla storica Scuola di Scienze e Tecniche del Comune di Roma, nella quale hanno conseguito il diploma Naturalistico-Erboristico per poi specializzarsi chi nell’alimentazione, chi nell’erboristeria archetipica, chi nei Fiori di Bach. E l’importanza di una vera formazione è tanto più importante quando basta navigare su internet per trovare migliaia di “esperti” e di “operatori della salute”. “Troppi – spiega ad Agricolae Silvia Pietrovanni – si improvvisano erboriste senza avere le competenze specifiche e questo può anche essere pericoloso. Per esempio basta sbagliare il dosaggio di un ingrediente come il bicarbonato e alterare il normale ph della pelle. Il nostro corso non è solo teorico – aggiunge -. I partecipanti realizzeranno con le loro mani i prodotti cosmetici come impacchi nutrienti per i capelli e unguenti così da poterli poi rifare a casa utilizzando esclusivamente prodotti di stagione”. L’appuntamento con le “Erbe colte” è il 16 marzo alle 15.30 presso l’Aula Dominici, al terzo piano di Eataly Roma. elf BIOENERGY, IN ITALIA 12 MLN TONNELLATE/ANNO DI SCARTI
“In Itali a, ogni anno, si produ cono una media di 12mil ioni di tonne llate di scarti agroindustriali. Solo la frazione organica arriva a 9 milioni. Il loro riutilizzo, che li colloca nella categoria dei sottoprodotti e non dei rifiuti, deve essere visto come un valore aggiunto di notevole interesse”. Così Fabrizio Adani, responsabile scientifico del Gruppo Ricicla, Di.Pro.Ve (Dipartimento produzione vegetale, facoltà di Agraria) dell’Università di Milano, che il prossimo 28 febbraio, nell’ambito del ricco calendario convegnistico organizzato per la terza edizione di Bioenergy Italy, figurerà tra i relatori al terzo Food Bioenergy dal titolo “L’utilizzo degli scarti della lavorazione agroindustriale per fini energetici, per la produzione di nuove materie prime e/o di ingredienti”. “Allo stato attuale – spiega il docente universitario – non esiste un mercato consolidato per il riutilizzo di questi scarti. Esistono però aziende che stanno lavorando, con notevole lungimiranza, per perfezionare un’attività di recupero finalizzata a ottenere molecole ad alto valore aggiunto. Un’attività che, senza ombra di dubbio, sia per il mondo agroindustriale che agricolo può tradursi in una interessante opportunità di supporto al reddito”.
Attualmente questo tipo di scarti viene perlopiù convogliata nella produzione di biogas e/o in quella del compost da distribuire sui terreni come ammendante organico. “Grazie agli studi condotti e alle innovative tecnologie oggi disponibili – prosegue Adani – è possibile estrarre molecole ad elevato valore aggiunto come polifenoli, carboidrati, omega 3, omega 6, pigmenti che possono essere utilizzati nella produzione alimentare, farmaceutica, cosmetica a cui questo mercato di riferimento guarda con sempre maggiore interesse”. Un mercato che il ricercatore universitario definisce “ricco”, destinato a diventare un business di grandi dimensioni “perché il mondo sta andando verso la bioeconomy. E il riutilizzo degli scarti industriali si inserisce a pieno titolo in questa prospettiva”. Tanto per citarne alcuni, nell’elenco degli scarti agroindustriali vanno menzionate tra gli altri le buccette di pomodoro, il pastazzo d’agrume, le vinacce, gli scarti derivanti dall’olivicoltura, le acque di vegetazione. “Se fino a poco tempo fa chi si occupava di scarti lo faceva solo pensando di trattare dei semplici rifiuti, e quindi l’obiettivo era quello di disfarsene pur nel rispetto delle normative vigenti – argomenta ancora Adani – oggi la prospettiva sta cambiando e la finalità diventa quella di valorizzarli al meglio”. Studi e tecnologie innovative, si diceva prima. Ma per arrivare a questo traguardo è indispensabile solcare il sentiero della ricerca scientifica che non può prescindere dagli investimenti. “E questo è purtroppo il tasto dolente perché nel nostro Paese sono proprio questi ultimi a essere carenti. I quantitativi di scarti industriali, come abbiamo visto, non mancano, le idee applicative per come sfruttarli al meglio nemmeno. I finanziamenti da destinare a portare avanti un processo così interessante invece languono e rischiano, come peraltro avviene in altri settori, di confinarci nel fondo della classifica destinata alla ricerca scientifica”. Secondo il docente universitario, sebbene in prima battuta il
comparto più coinvolto da questa innovazione è il mondo agroindustriale, nulla vieta di agire con un’opera di maggiore sensibilizzazione su quello agricolo, forse il più interessato a spingere sull’acceleratore della ricerca scientifica. “Non è azzardato parlare di mercato molto ricco – conclude Adani – basti pensare che attualmente le molecole ottenute dal riutilizzo degli scarti agroindustriali, a seconda della loro destinazione possono valere anche 1000euro/kg”. com/neo NITRATI, AGRINSIEME: INTERVENIRE IN TEMPI RAPIDI Il coordinamento Cia, Confagricoltura, Fedagri- Confcooperative, Agci- Agrital, Legacoop- Agroalimentare chiede di individuare un percorso coerente a livello legislativo e amministrativo che dia seguito alle indicazioni della normativa e dell’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011. Vanno evitati inutili e dannosi contenziosi con l’Unione europea. Sulla vicenda nitrati è necessario che i ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente e le Amministrazioni regionali individuino in tempi rapidi un percorso coerente a livello legislativo e amministrativo che dia seguito alle indicazioni della normativa e dell’accordo
Stato-Regioni del 5 maggio 2011, per andare incontro alle pressanti richieste delle imprese agricole, evitando inutili e dannosi contenziosi con l’Unione europea. E’ quanto sollecitano le organizzazioni aderenti ad Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital, Legacoop-Agroalimentare). La necessità di dare risposte puntuali alle esigenze delle imprese zootecniche che stanno riscontrando notevoli difficoltà ad applicare i numerosi adempimenti previsti dalla normativa sui nitrati -rileva Agrinsieme- è stata colta dal Decreto Sviluppo bis. Un provvedimento che -afferma Agrinsieme- si è posto l’obiettivo di accelerare la ridefinizione delle aree vulnerabili anche in relazione alla necessità di valutare con più attenzione il ruolo effettivo sull’inquinamento delle acque esercitato da ciascuna attività, non solo da quella agricola. Le nuove norme -sottolinea ancora Agrinsieme- fanno riferimento all’accordo Stato-Regioni che aveva ritenuto inadeguati e sproporzionati gli oneri gestionali e amministrativi previsti nei programmi d’azione a carico delle aziende zootecniche. Accordo che al primo punto aveva sollecitato l’aggiornamento della delimitazione delle aree vulnerabili, sulla base di uno specifico studio da predisporre entro il 31 dicembre 2011, ma non ancora realizzato. La formulazione delle norme recentemente approvate rischia, però, di creare -denuncia Agrinsieme- disorientamento e incertezza in ordine al rispetto della normativa comunitaria. E, questo, con il rischio che la Commissione europea prenda provvedimenti contro l’Italia e sanzioni, in una fase successiva, gli stessi agricoltori per il mancato rispetto della legislazione europea. E’ necessario, pertanto, che in tempi rapidi vengano fornite precise indicazioni, da parte delle Amministrazioni centrali e territoriali, per gestire -conclude Agrinsieme- questa delicata fase legislativa al fine di evitare ulteriori criticità a carico delle aziende. com/gan
FRUTTA NELLE SCUOLE, COMMISSIONE UE AVVIA CONSULTAZIONE L a C o m m i s s i o n e e u r o pea lancia una consultazione pubblica sulla revisione di due programmi, il programma di latte nelle scuole e Frutta nelle scuole. Rispettivamente, la fornitura di prodotti lattiero- caseari e frutta e verdura ai bambini nelle scuole. La revisione si propone di valutare l’impatto di entrambi i programmi e analizzare il modo in cui dovrebbe evolvere in futuro, in termini di scelta dei prodotti offerti ai bambini o misure educative di supporto. La Commissione cerca un input da parte del pubblico sulle opzioni politiche diverse tra le sue riflessioni sul futuro di entrambi i regimi. Nell’anno
scolastico 2010/2011, entrambi i sistemi hanno raggiunto – in totale –oltre 25 milioni di bambini in tutti gli Stati membri partecipanti che distribuiscono circa 43 000 tonnellate di frutta e verdura (di cui 8 milioni a bambini) e 300.000 tonnellate di latte e prodotti lattiero-caseari (di cui 18 milioni a bambini ). Sono 24 gli Stati membri che partecipano al programma Frutta nelle Scuole e 26 al Programma Latte. Secondo il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Cioloş “il feedback di questi regimi è positivo, sia in termini di salute e le condizioni di educare i bambini sulla produzione alimentare stagionale. Siamo pertanto alla ricerca di opzioni per ridimensionare e migliorare l’efficienza di entrambi gli schemi”. neo COPA-COGECA: BENE CALENDARIO PRESIDENZA IRLANDESE In un incon tro di alto livel lo con il Minis tro irlan dese dell’agricoltura, Simon Coveney, il Copa- Cogeca si è
rallegrato del calendario ambizioso fissato dalla presidenza irlandese che si concentra sul raggiungimento di un accordo sulla futura politica agricola comune (PAC) e sulla riforma della pesca, entro giugno al più tardi. Questa iniziativa è stata presa quando la Presidenza ha presentato oggi le sue priorità ai ministri dell’agricoltura dell’UE. Tuttavia l’avanzamento di questo dossier dipenderà dal raggiungimento di un accordo sul futuro bilancio dell’UE per il periodo 2012-2020 durante il vertice europeo del 7-8 febbraio. Coveney ha avvisato che se non sarà raggiunto un accordo sul nuovo bilancio 2014-2020 l’8 febbraio, tutto ciò non sarà possibile. D’accordo con la Presidenza, il Presidente della Cogeca, Christian Pees, ha sottolineato che una decisione celere e positiva è cruciale per poter raggiungere un accordo sulla nuova PAC a giugno e premettere agli agricoltori e alle cooperative agricole di continuare i loro piani di investimento e produzione. Oltre alla crescente incertezza cui gli agricoltori sono confrontati nella loro programmazione, il sig. Pees ha ricordato che l’estrema volatilità nei mercati agricoli rappresenta una delle maggiori sfide con cui gli agricoltori e le cooperative devono misurarsi attualmente. Ha anche insistito sul fatto che sono necessarie nella futura PAC misure più forti per una migliore gestione del mercato e per aiutare gli agricoltori e le cooperative agricole a far fronte all’estrema volatilità del mercato. Ha poi evidenziato il dissenso del Copa-Cogeca rispetto alla proposta degli eurodeputati e della Commissione europea di trasferire fondi dal primo al secondo pilastro. Il primo pilastro della PAC sarà più che mai importante se si vuole che l’UE garantisca la sicurezza alimentare, la stabilità e la sostenibilità. Per evidenziare la necessità di una PAC forte dotata di un solido bilancio, il 6 febbraio il Copa- Cogeca organizzerà a Bruxelles un incontro di alto livello che vedrà la partecipazione di circa 400 persone. L’incontro sarà seguito da un’importante conferenza stampa alle ore 14.00. Il Vicepresidente del Copa, John Bryan, ha insistito: “Il Copa-
Cogeca trasmetterà ai capi di Stato e di governo, ai mass media e alle istituzioni europee un messaggio chiaro e comune a favore di un forte bilancio per la PAC. Gli agricoltori di tutta l’Europa invocano all’unisono un solido bilancio per la PAC, in risposta alle richieste della società per un approvvigionamento di derrate alimentari sicure, sufficienti, di alta qualità, prodotte secondo norme elevate in materia di sostenibilità e a prezzi abbordabili. L’agricoltura è vitale per la crescita e l’occupazione nelle zone rurali ed esercita effetti benefici su altri settori”. Anche l’on. Coveney è a favore di un solido bilancio per la PAC. “Rappresenta un buon investimento. La sufficienza alimentare non deve essere data per scontata”, ha dichiarato. elf CRISI, CONFAGRI: NOSTRE AZIENDE PUNTANO A EXPORT “Peggiora ulteriormente il clima di fiducia dei consumatori sia per la situazione personale, sia per quella economica generale. Alla sfiducia si unisce il calo dei consumi”. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle analisi odierne dell’Istat sul sentiment dei
consumatori. “In pieno clima recessivo le famiglie sono disilluse, spesso non riescono a far quadrare i conti e tendono a risparmiare rinunciando anche al cibo. Le ripercussioni sull’economia sono inevitabili e le imprese agricole nazionali – nonostante una tassazione sempre più alta ed un reddito sempre più basso – stanno sensibilmente accentuando il processo di integrazione e di internazionalizzazione per compensare con l’export la flessione del mercato nazionale”. “Come imprenditori non possiamo permetterci di essere sfiduciati – commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – ma chiunque andrà al governo dovrà mettere in agenda il rilancio dell’agroalimentare e dell’agricoltura con adeguate politiche di sviluppo che fino ad oggi sono mancate, perché serve un maggiore impulso per ricerca, sviluppo, innovazione. Il futuro dell’agricoltura italiana è nell’export”. com/gan ASSOLATTE: “MILK SPA” CONTRO IL FREDDO Neve, pioggia e temperature polari? Da Assolatte i rimedi naturali (e low cost) a base di latticini per prendersi cura della pelle in modo semplice ed economico. Il 29, 30 e 31 gennaio sono “i giorni della merla”, considerati per tradizione i più gelidi di ogni anno. Il consiglio è riscoprire i rimedi di bellezza che proteggono e nutrono la pelle in modo naturale, sfruttando le proprietà di alcuni prodotti alimentari. Gli ingredienti giusti da valorizzare per i loro effetti benefici – sottolinea Assolatte – sono i latticini. Infatti il latte, il burro e lo yogurt apportano
proteine, minerali e vitamine, che idratano, nutrono e riparano la pelle aggredita dal freddo, dal vento e dall’umidità. Di seguito alcuni trattamenti di bellezza fai- da-te, semplici e naturali, ma molto efficaci. Bagno nutriente e rilassante: Scaldare un litro di latte e poi aggiungervi una tazza di miele. Versare il latte nella vasca da bagno piena di acqua tiepida, unire due manciate di sale integrale e un cucchiaino di olio di germe di grano. Risciacquare bene. Rimedio SOS contro la pelle secca: Mescolare tre noci di burro con un cucchiaino di olio di oliva. Usare il composto la sera, per detergere la pelle, aiutandosi con un dischetto di ovatta.Maschera super idratante: Miscelare ½ vasetto di yogurt bianco, 1 cucchiaino di olio di oliva e 1 cucchiaino di succo di limone. Distribuire il composto su viso e collo con un lieve massaggio, poi risciacquare con cura. Scrub dolce anti- ruvidità: Mescolare due cucchiai di latte intero con ¼ di tazza di zucchero e 2 cucchiai di olio di jojoba. Distribuire il composto sulla pelle inumidita e frizionarlo dolcemente facendo dei movimenti circolari. Infine, dopo un minuto, risciacquare con acqua tiepida. Esfoliante veloce e naturale: Scaldare una ciotola di latte con una manciata di prezzemolo. Farlo raffreddare e poi usarlo per immergervi gomiti e piedi. La morbidezza è assicurata già dopo pochi minuti. Impacco anti-age: Riempire un bicchiere di latte e immergervi due dischetti di ovatta. Dopo averli riposti in frigorifero per un paio di minuti, appoggiarli sugli occhi. L’effetto anti- stanchezza e anti-gonfiore si avverte da subito. com/elf
AGRINSIEME: NUOVA LEGISLATURA SEGNI SVOLTA “Una rinnovata strategia, sia a livello nazionale che europeo, in grado di collocare il sistema agroalimentare e le sue imprese nelle dinamiche della crescita, per contribuire e partecipare alla ripresa economica del Paese”. Lo ha chiesto il Direttore di Fedagri Fabiola Di Loreto intervenendo a nome di Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital), alla tavola rotonda organizzata dal Forum nazionale agricoltura del Partito Democratico svoltasi questa mattina a Roma nella sede nazionale del PD. Nel suo intervento, Di Loreto ha illustrato i contenuti del documento unitario dal titolo “Lo sviluppo dell’agroalimentare nel paese” elaborato per le prossime elezioni del 24 e 25 febbraio, che è stato inviato ai candidati premier e ai segretari dei partiti politici sul quale, ha proseguito la Di Loreto, “Agrinsieme intende aprire nei prossimi mesi un confronto serio e costruttivo con le istituzioni e la politica”. Tra i punti programmatici: una maggiore e qualificata presenza delle istituzioni italiane in Europa – il contesto in cui si compiranno scelte strategiche destinate a cambiare la politica agricola del paese – e l’esigenza, sul piano interno, di un generale rafforzamento del sistema agroalimentare del paese, che passi attraverso incentivi all’aggregazione, sostegno alla ricerca e all’innovazione, difesa del made in Italy dalla contraffazione, maggior impulso all’export agroalimentare, incentivi per il mercato del lavoro e per il ricambio generazionale, riduzione della pressione contributiva e fiscale e rafforzamento, infine, degli strumenti per il credito. Per lo sviluppo dell’agroalimentare costituiscono inoltre delle priorità: la semplificazione burocratica, la
corretta gestione delle risorse naturali, e sul piano interno, una armonizzazione del quadro normativo di riferimento e la sottolineatura di come il settore agricolo non trovi più corrispondenza in termini progettuali e di sviluppo nell’attuale configurazione del Ministero delle politiche agricole. com/elf CONFAGRI: CRISI COLPISCE FIORI E PIANTE F o r t e l a c o n t r a z i o n e d ella domanda interna di piante e fiori che quest’anno si è
tradotta addirittura in rimanenze di fiori tipici delle feste, come crisantemi e stelle di Natale. E’ emerso nel corso dei lavori della Federazione nazionale Florovivaistica dei produttori di Confagricoltura che ha tracciato un primo preoccupante bilancio dell’andamento del settore nella passata campagna. Il significativo calo delle vendite si unisce al forte aumento dei costi di produzione (+7,3% i costi energetici nel 2012 rispetto all’anno precedente – secondo una stima di Confagricoltura su dati Ismea) ed alla crescente concorrenza dei Paesi Terzi. Una situazione che costringe molte aziende del comparto che non riescono a far quadrare i conti a cessare l’attività. “Il momento è drammatico – commenta il presidente della Federazione dei florovivaisti di Confagricoltura Francesco Mati -. In alcune aree vocate si sta assistendo alla chiusura di storiche aziende produttrici con conseguente perdita dei posti di lavoro e con ricorso alla cassa integrazione. Un danno quindi non solo economico ma anche sociale, se si pensa ad esempio al patrimonio di conoscenze che si rischia di perdere, che interessa il settore e coinvolge l’indotto”. “In questa delicata situazione – osserva Mati – il florovivaismo ha bisogno di considerazione, di politiche rapide e mirate per superare la crisi dei consumi interni, di investimenti in ricerca e sviluppo di nuove varietà, di stimoli per raggiungere nuovi mercati, anche eliminando le barriere non tariffarie nei Paesi Terzi”. “Occorre avere la consapevolezza comune che il verde è un investimento e che quindi prestare attenzione per far ripartire questo comparto – conclude il rappresentante di Confagricoltura per il florovivaismo – significa benefici per l’economia, in termini di crescita dell’occupazione e del settore turistico. Significa anche contribuire in maniera determinante al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita, rendendo più salubre l’aria che respiriamo, riducendo l’inquinamento e donando benessere ed energia come solo un habitat ben curato può offrire”. com/elf
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