CONFEURO: CON NUOVO 730 A RISCHIO RIMBORSI FISCALI OPERAI AGRICOLI PERCETTORI DI INDENNITA' DISOCCUPAZIONE - Agricolae
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CONFEURO: CON NUOVO 730 A RISCHIO RIMBORSI FISCALI OPERAI AGRICOLI PERCETTORI DI INDENNITA’ DISOCCUPAZIONE Con le nuove procedure per la comunicazione del risultato contabile dei Modelli 730/2020, si rischia di penalizzare ingiustamente gli operai agricoli che attualmente beneficiano del sussidio di disoccupazione – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Fino allo scorso anno, infatti, il risultato contabile veniva trasmesso direttamente all’INPS in qualità di sostituto d’imposta erogatore del sussidio di disoccupazione. Questo permetteva di procedere con più precisione all’abbinamento dei pagamenti. Dalla prossima dichiarazione, invece, come già accade per la quasi totalità dei lavoratori dipendenti e pensionati, i risultati andranno inviati all’Agenzia delle entrate. Considerato che il sussidio di disoccupazione non è erogato per tutti nello stesso periodo, si potrebbe facilmente presentare una situazione di mancato abbinamento dei risultati, con la conseguenza che la tempistica per i rimborsi verrebbe allungata – spiega Tiso. Per risolvere il problema si potrebbe determinare, soltanto per questo genere di circostanze, l’utilizzo di un modello 730 senza sostituto, ma con l’indicazione delle coordinate bancarie su cui effettuare eventualmente il rimborso. Per i modelli DSU, ad esempio, i dati dei conti correnti sono già ampiamente utilizzati. L’indicazione delle coordinate bancarie nel solo caso marginale di utilizzo del modello 730 senza sostituto,
abbrevierebbe i tempi dei rimborsi e sicuramente eviterebbe a tutti i cittadini di dover effettuare un secondo adempimento, e cioè la comunicazione delle coordinate bancarie su cui effettuare i rimborsi. Al momento, infatti, la presentazione della dichiarazione e la comunicazione delle coordinate bancarie sono due momenti slegati l’uno all’altro, il che molto spesso determina la ricezione dei rimborsi fiscali anche l’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Visto che è in discussione una riforma fiscale, sarebbe opportuno pensare anche a questi aspetti pratici che potrebbero sicuramente agevolare gli operatori del settore e avvicinare la cittadinanza al fisco. E’ realmente necessario concretizzare una fattiva compliance fiscale, ma fare il primo passo spetterebbe all’amministrazione pubblica e non al contribuente. MADE IN ITALY FUORI DALLA LISTA DEI DAZI – SERPILLO, UCI: ALTRA IMPORTANTE CONFERMA PER ISTITUIRE IL MINISTERO DEL MADE IN ITALY
“L’impegno delle alte istituzioni e del Min. Bellanova ha prodotto i risultati sperati” – così il Presidente Nazionale UCI, Mario Serpillo sul rischio scongiurato di deprimere il valore dei nostri prodotti all’estero. “Questo importante risultato ci conferma pienamente che l’obiettivo che ci siamo prefissi, insieme ad AEPI, di rilanciare la proposta di legge per l’istituzione del Ministero del “Made in Italy” è fondamentale e decisivo. Riteniamo che sia lo strumento efficace per tutelare e promuovere il nostro “brand” in tutto il mondo con rinnovata energia e, visto i consensi bipartisan dei gruppi parlamentari, con l’impegno delle alte istituzioni del Paese”. I SETTE GIORNI ‘AGRICOLI’ DELLA CAMERA. TUTTI GLI
APPUNTAMENTI Si apre una settimana intensa di lavoro in commissione Agricoltura della Camera. A partire dall’indicazio ne della provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate, per cui è previsto l’inizio dell’esame per il parere al Governo. Nel corso della settimana la Commissione, in sede di Atti del Governo, inizierà l’esame dello Schema di decreto ministeriale recante disposizioni per l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate (Atto n. 159 – rel. Cillis, M5S). Inoltre, svolgerà le audizioni informali di rappresentanti dell’Associazione nazionale imprese di difesa e tutela dell’ambiente (ASSO.IMPRE.DI.A.), dell’Associazione italiana costruttori del verde (ASSOVERDE), dell’Associazione italiana centri giardinaggio (AICG), di ASSOFLORO, dell’Associazione florovivaisti veneti, dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (ANVE) e dell’Associazione vivaisti italiani, nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1824 Liuni, recante disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico. In sede referente, proseguirà l’esame delle proposte recanti, rispettivamente, Disposizioni per la valorizzazione della
produzione enologica e gastronomica italiana (C. 1682 Brunetta – Rel. Nevi, FI); Disposizioni in materia di agricoltura contadina (C. 1269 Cenni, C. 1825 Cunial e C. 1968 Fornaro – rel. Pignatone, M5S); Riconoscimento del pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino a denominazione di origine protetta e dei siti di relativa produzione quali patrimonio culturale nazionale (C. 229 Paolo Russo – rel. Del Sesto, M5S). In sede di Atti dell’Unione europea, proseguirà poi l’esame della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie relative al sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) nell’anno 2021 e che modifica i regolamenti (UE) n. 228/2013, (UE) n. 229/2013 e (UE) n. 1308/2013 per quanto riguarda le risorse e la loro distribuzione nell’anno 2021 e i regolamenti (UE) n. 1305/2013, (UE) n. 1306/2013 e (UE) n. 1307/2013 per quanto riguarda le loro risorse e la loro applicabilità nell’anno 2021, corredata dai relativi allegati (COM(2019)581 – rel. Gallinella, M5S). Infine, in sede consultiva, per il parere alla III Commissione Affari esteri inizierà l’esame del disegno di legge recante Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione dell’Accordo commerciale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall’altra, per tener conto dell’adesione dell’Ecuador, con Allegati, fatto a Bruxelles l’11 novembre 2016 (C. 2091 Governo – Rel. Lombardo, M5S). I SETTE GIORNI ‘AGRICOLI’ DEL
SENATO. TUTTI GLI APPUNTAMENTI S i a v v i a u n a s e t t i m a na intensa di lavori in commissione Agricoltura del Senato. Martedì 18 febbraio ore 11.30 COMMISSIONI 9ae13aRIUNITECOMITATO RISTRETTO (n. 6) Aula 9a Commissione Comitato ristretto per l’esame dei disegni di legge nn. 63,86, 164, 438, 572, 609, 843, 866, 965, 984, 1044, 1177 e 1398 (consumo del suolo) ore 13.30 UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI (n.139)
Audizione informale di rappresentanti delle organizzazioni sindacali del settore agricoloin relazione all’affare assegnato n. 178 (affare sulle problematiche concernenti i consorzi di bonifica e di irrigazione) ore 14.30 PLENARIA (n. 97) SEDE REDIGENTE Seguito discussione ddl n. 988(agricoltura con metodo biologico) -Approvato dalla Camera dei deputati -relatore: sen. Mollame Seguito discussione congiunta ddl nn. 810, 918e 933(disposizioni in materia di tartufi) -relatore: sen. VallardiDiscussione ddl n. 1130 (definizione della relazione tecnica del tecnologo alimentare) -relatrice: sen. Abate Discussione ddl n. 1576(disposizioni sul commercio delle chiocciole) -relatore: sen. Bergesio AFFARI ASSEGNATI Seguito esame affare assegnato n. 200 (questione inerente alle nuove biotecnologie in agricoltura)-relatrice: sen. Fattori Seguito esame affare assegnato n. 237 (problematiche della filiera bufalina)-relatrice: sen. Lonardo ore 16.00 ASSEMBLEA Mercoledì 19 febbraio ore 08.45 PLENARIA (n. 98) IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Esame A.G. 159 (Schema di decreto ministeriale recante disposizioni per l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate) - relatrice:sen. Biti SEDE CONSULTIVA Esame A.G. 154 (Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2017/159) Osservazioni alla 11a Commissione -relatrice: sen. Naturale AL TERMINE UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI (n.140) PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI Giovedì 20 febbraio ASSEMBLEA CHIUDE LA FAZI DI MONTICHIARI CON OLTRE 37MILA VISITATORI Bilancio positivo per la Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari, che chiude questa sera la 92ª edizione con oltre 37.000 visitatori e dà appuntamento all’anno prossimo, dal 12 al 14 febbraio, quando la FAZI si profilerà come la più importante rassegna agro-zootecnica in Italia nel primo semestre del 2021. “Siamo soddisfatto perché la FAZI è stata il cuore del
dibattito sul futuro dell’agricoltura che ha coinvolto il piano istituzionale, politico, economico e sociale del settore, con un numero elevato di imprenditori agricoli e di giovani, a conferma che il comparto primario è in grado di trainare il Made in Italy – dichiara il presidente del Centro Fiera di Montichiari, Gianantonio Rosa -. Ringrazio gli oltre 400 espositori e allevatori che hanno animato il polo fieristico in questo fine settimana e che hanno contribuito al buon esito della manifestazione, grazie alle innovazioni presentate”. Dibattiti e nuove tecnologie non sono mancate, in una provincia ad alta vocazione ad investire, come dimostra il valore della produzione lorda vendibile dell’agricoltura bresciana, la più alta d’Italia. Raggiunti gli obiettivi della sicurezza alimentare, intesa come salubrità dei prodotti, ora l’orizzonte si sposta alle nuove sfide, che impongono un incremento delle produzioni per accompagnare la crescita demografica mondiale, ma nel rispetto della sostenibilità. Obiettivi annunciati anche dal Green Deal della Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, il cui percorso sarà delineato il prossimo 25 marzo, come anticipato proprio alla FAZI dall’on. Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Cruciale sarà, ancora una volta, la Politica agricola comune, alle prese con una riforma che – ha annunciato De Castro – “non entrerà in vigore fino al 31 dicembre 2022”. Resta il nodo delle risorse, in fase di discussione in Europa. Sembra certo che, senza un incremento del contributo degli Stati membri al Pil comunitario, i fondi destinati alla Pac subiranno una contrazione (“passando da un’incidenza del 37,5% al 28,5% del bilancio Ue, con una riduzione per l’Italia che dovrebbe, qualora dovesse essere approvata l’attuale proposta,
subire la diminuzione del 4% nei pagamenti diretti e del 15% nello sviluppo rurale”, dice da Montichiari il prof. Felice Adinolfi, economista agrario dell’Università di Bologna), per andare a finanziare le politiche legati ai migranti e ai cambiamenti climatici. Sempre in ambito europeo, dalla FAZI il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova rassicura sull’impegno di Palazzo Chigi nel negoziato sulla Pac, a partire dal sistema di convergenza esterna, che penalizzerebbe l’Italia a vantaggio del blocco dei Paesi dell’Europa Centro Orientale. Ancora geopolitica a Montichiari, con l’annuncio che gli Stati Uniti non implementeranno i dazi all’agroalimentare italiano e con la promessa del ministro Bellanova a rafforzare il dialogo tanto con gli Usa quanto con la Russia, mercato dal 2014 precluso per il Made in Italy agroalimentare. La FAZI si conferma il cuore dei dibattiti anche di natura tecnica, con le stalle da latte al centro di approfondimenti che vedono le nuove tecnologie come aiuto per migliorare la produttività e controllare i parametri di gestione della mandria. Benessere dell’animale, innanzitutto, ma anche benessere dell’allevatore, che con i sistemi di mungitura robotizzata riesce a incrementare le produzioni lattiere del 10%, a ridurre il costo della manodopera, ma anche ad avere più tempo libero a disposizione. Nuove tecnologie, analisi dei big data, precision farming sono il pane dei numerosi giovani (oltre 2.000 studenti provenienti dagli istituti agrari di Brescia, della Lombardia, del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia), che guardano all’agricoltura con un approccio concreto, consapevoli che l’agricoltura 4.0 permette di proiettare le aziende agricole in un contesto competitivo. Il futuro sarà sempre più automatizzato, tanto che oltre 7 allevatori su 10 sono pensano di dotarsi di sistemi di
mungitura robotizzata entro i prossimi 10 anni. E per garantire la redditività aziendale, alla FAZI vengono presentate soluzioni innovative a tutela dei margini operativi delle stalle, attraverso fondi di stabilizzazione del reddito. La 92ª FAZI celebra la biodiversità zootecnica, con la mostra nazionale cunicola, con razze provenienti da tutta Italia. BLOCKCHAIN PRODOTTI AGROALIMENTARE, SPERIMENTAZIONE AL TRAGUARDO: IN LOMBARDIA NUOVI SERVIZI E MAGGIORI TUTELE La sperimentazione della blockchain nel comparto agroalimentare partita nei mesi scorsi sta per giungere alla conclusione. I risultati saranno analizzati per capire come trasformare il sistema della tracciabilita’ degli alimenti di origine animale in un servizio stabile e consolidato. Di blockchain si e’ parlato in Consiglio regionale in occasione dell’approvazione, all’unanimita’, di una risoluzione riguardante la creazione di una piattaforma informatica multifunzionale e l’applicazione dei servizi di tracciabilita’ e rintracciabilita’ ai prodotti agroalimentari. BLOCKCHAIN, DA SPERIMENTAZIONE A PERMANENTE – “Nel mese di dicembre e’ partita una fase di valutazione e sperimentazione del sistema blockchain sviluppato con l’avvio di una consultazione pubblica rivolta a consumatori e stakeholder rilevanti per il
processo di tracciamento delle filiere. Questo passaggio si sta ora concludendo. Successivamente analizzeremo i risultati per capire come rendere la sperimentazione un servizio stabile e consolidato a disposizione dei cittadini Lombardi”. Lo hanno detto il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala e l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi. AGROALIMENTARE LOMBARDO – “Si tratta – ha aggiunto l’assessore Rolfi – di un sistema che applicato alla tracciabilita’ degli alimenti di origine animale puo’ svolgere un ruolo fondamentale a tutela del consumatore contro frodi e contraffazioni e al contempo puo’ contribuire a garantire l’autenticita’ dei dati per assicurare la qualita’ del prodotto. Abbiamo deciso di iniziare il percorso con le filiere di carne e latte perche’ sono alla base dell’alimentazione e dell’economia della Lombardia. Il nostro comparto agroalimentare e’ il piu’ sicuro e controllato al mondo. Vogliamo valorizzarlo anche con questi sistemi” SVILUPPO DELLA LOMBARDIA – “Ci stiamo concentrando per estendere le sperimentazioni blockchain a tutto il territorio lombardo – ha sottolineato Fabrizio Sala – coinvolgendo anche diversi ambiti, partendo da imprese e sanita’. Un ringraziamento a tutto il Consiglio regionale per l’attenzione rivolta a questo settore e per avere nuovamente espresso voto favorevole all’ unanimita’, come avvenuto qualche mese fa per l’approvazione del Programma strategico triennale per la ricerca e l’innovazione. Questo testimonia – ha concluso Sala – che i temi in questione sono fondamentali per lo sviluppo della Lombardia” . TRACCIABILITA’ E TRASPARENZA – L’obiettivo della sperimentazione sui prodotti agroalimentari e’ stato quello di dare evidenza dell’attivita’ e dei controlli svolti da tutti gli attori e organi intermedi a vantaggio del consumatore finale, perche’ garantisce la tracciabilita’ e la trasparenza delle filiere. Il cittadino con il proprio smartphone puo’ certificare l’esistenza dei dati relativi alla storia del prodotto in un
preciso momento e la correttezza delle informazioni, con la garanzia di affidabilita’ e tracciabilita’ fornita dalla tecnologia blockchain, che consente di registrare i dati in maniera immutabile. QR CODE – Con una semplice scansione del Qr code, posizionato sull’etichetta della confezione di carne o della bottiglia di latte, attraverso la fotocamera del cellulare il consumatore puo’ risalire alla storia degli alimenti e visualizzare le informazioni generali del prodotto carne (matricola del bovino, paese di nascita o alimentazione) o del latte (scadenza, provenienza del latte crudo o contenuto proteico). BASTA UN CLICK – “Con un click – ha concluso Fabio Rolfi – si puo’ risalire agli allevamenti dove e’ stato allevato il capo o agli impianti di trasformazione che hanno elaborato la materia prima e accedere quindi ai dettagli e ai controlli che hanno portato al prodotto finito” . DATI – La sperimentazione e’ realizzata in collaborazione con il Consorzio lombardo produttori carni bovine, composto da 421 soci e 491 allevamenti con un patrimonio zootecnico di oltre 100 mila bovini, e con la Latteria sociale Valtellina, societa’ che tratta oltre 33 milioni di litri all’ anno di latte DAZI, BERTINELLI, PARMIGIANO REGGIANO: CONSORZIO HA MANTENUTO COESO E COMPATTO IL
MONDO DELLE DOP
“Il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la notizia che gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei. Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre Indicazioni Geografiche, credendo fermamente che la Commissione Europea fosse l’unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione, evitando di disperdere energie portando avanti diversi interessi da parte delle singole classi di rappresentanza. Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha mantenuto coeso e
compatto il mondo delle Dop: si è reso promotore di una cordata, insieme al Ministero delle Politiche Agricole e al Parlamento Europeo, per far sì che ci fosse un grande supporto al commissario Phil Hogan e al negoziatore John Clarke affinché avessero l’appoggio delle Dop italiane coese e compatte per andare a negoziare con una maggiore forza e consapevolezza. Nervi saldi e credere di più nell’Europa come Istituzione: è questo l’approccio giusto per combattere una battaglia che è solo all’inizio e che vedrà il Parmigiano Reggiano in prima linea, considerando che il mercato americano rappresenta per noi il secondo mercato estero, con ben 10 mila tonnellate di prodotto esportato ogni anno ed enormi capacità di crescita. Negli ultimi mesi, il nostro prodotto ha subito oscillazioni di prezzo, legate a dinamiche speculative e influenzate indubbiamente anche dalle incertezze sulla situazione Oltreoceano. Il fatto che gli USA abbiano deciso di non incrementare ulteriormente i dazi sul nostro prodotto porterà sicuramente un clima più disteso e oggettivo e – ci auguriamo – un riequilibrio del mercato con un prezzo all’origine più alto” commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. DAZI, CONSORZIO PECORINO ROMANO, PALITTA: RISULTATO PREMIA NOSTRO IMPEGNO COSTANTE E AZIONE CONDIVISA
CON ALTRI CONSORZI I l s e c o n d o s c a m p a t o pericolo dai Dazi Usa firmati Trump è il risultato di un monitoraggio costante della situazione, di un impegno che va avanti da anni e di un’azione fortemente condivisa con gli altri Consorzi e con Origin Italia. “Siamo estremamente soddisfatti di questo risultato, che premia il grande lavoro condiviso dei Consorzi Pecorino Romano, Parmigiano Reggiano e Grana Padano insieme a Origin Italia”, dice il presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP, Salvatore Palitta. “Sostanzialmente gli Usa hanno deciso di mantenere i vecchi Dazi già in vigore senza coinvolgere nuovi prodotti dell’agroalimentare italiano, e questo grazie anche alle pressioni della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea e alla mediazione del commissario europeo al Commercio Hogan”, spiega Palitta.
S U P P O R T O F O N D A M E N T A L E D A M I N I STERO E UE – “Voglio poi ringraziare il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e tutto il suo staff, che in questa partita ha giocato un ruolo senz’altro determinante, mostrando capacità ed autorevolezza nel costante presidio dei tavoli europei”, sottolinea il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano. “Un ringraziamento particolare va infine a Paolo De Castro, per il prezioso lavoro svolto all’interno della Commissione INTA ”.
I NUMERI DELL’ISTAT – Palitta sottolinea poi gli importanti risultati raggiunti fra gennaio e novembre 2019, secondo quanto ha reso noto l’Istat nelle ultime ore: il Pecorino Romano DOP segna il 42,2% in più di export negli Stati Uniti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un +34,3% nell’export verso gli altri Paesi. La produzione della campagna casearia in corso 2019, segna – al 31 gennaio 2020 – un incremento del 7,5%. “Siamo molto contenti della campagna in corso, con un lieve incremento che è fisiologico in rapporto all’andamento stagionale. Questi risultati sono stati raggiunti grazie anche al lavoro ininterrotto dei produttori, costantemente impegnati nel valorizzare nuove tipologie del Pecorino Romano e nel lavoro di riposizionamento del prodotto sul mercato in atto da alcuni anni grazie all’attività consortile”, conclude Palitta. “E’ compito invece delle organizzazioni agricole valorizzare al meglio, e con i mezzi a loro disposizione, l’interesse dei propri associati in materia di latte e prezzi di mercato”. DAZI USA: GRANA PADANO SODDISFATTO PER I MANCATI AUMENTI
Desenzano del Garda, 15 febbraio 2020 – “L’Europa ha centrato un obiettivo importante riuscendo ad evitare il temuto aumento dei dazi imposti dagli USA nel novembre scorso sul Grana Padano DOP ed altri prodotti, grazie ad una forte coesione dei suoi organismi, la stessa che ha dimostrato in Italia il sistema delle DOP, il ministero delle Politiche Agricole e tutte le istituzioni a sostegno delle produzioni certificate italiane”. È soddisfatto il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi, che ha ricevuto la notizia della mancata applicazione di nuovi dazi statunitensi a Dubai, a Golfood, la più importante fiera del Food & Beverage del Medio Oriente, dove il Grana Padano è presente tra gli oltre 5mila espositori da 200 paesi in un evento che attende oltre 100mila visitatori. “La notizia ci era stata preannunciata qualche giorno fa dall’europarlamentare on. Paolo De Castro che aveva rassicurato il sistema delle DOP disponendo di informazioni attendibili – prosegue Baldrighi – Dobbiamo comunque mantenere alta la guardia e forte l’unità di intenti e d’azione che hanno permesso di evitare questo pericolo. Non possiamo escludere infatti il rischio di subire ulteriori danni di questo genere, che si potranno scongiurare solo mantenendo questa coesione”. Il Consorzio Tutela Grana Padano auspica inoltre che l’impegno delle istituzioni possa portare a una positiva soluzione anche
dell’embargo russo nei confronti del Made in Italy . “Confidiamo che l’iniziativa del ministro alle politiche agricole Teresa Bellanova in Russia possa rapidamente portare anche allo sblocco dell’embargo verso la Russia, dove già andavano importanti quantità di Grana Padano con un export totalmente interrotto dall’estate del 2014 – commenta il Direttore Generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni – Quindi ci auguriamo che lo stesso impegno forte e coeso di tutte le istituzioni nazionali ed europee manifestato sui dazi americani nelle ultime settimane possa rapidamente portare alla fine di questo embargo, che oggi penalizza ancora di più i produttori di Grana Padano DOP”. DE BONIS SU PAC: “RIPENSARE ALLA DISTRIBUZIONE DEI FONDI DIRETTI PER SOSTENERE GREEN NEW DEAL E AGRICOLTURA BIOLOGICA” “L’Italia deve cominciare a pensare seriamente, con proposte concrete, a nuove modalità per garantire un futuro alla sua agricoltura e all’ambiente. In vista di una futura riduzione del budget per la Politica agricola comune (circa 40 miliardi di euro) e alla pesante crisi che investe il mondo agricolo e i comuni rurali, non è possibile adagiarsi sui vecchi meccanismi. Al riguardo ho interpellato il presidente Conte e i ministri Bellanova e Amendola, per sapere quali misure intendano adottare finalizzate ad attutire la riduzione delle risorse comunitarie, rendendo più efficiente il loro impiego.
È ormai noto che le Regioni non riescono ad utilizzare, in maniera efficiente, i fondi destinati allo sviluppo rurale anche a causa del cofinanziamento. Fondi che sono disimpegnati e impropriamente utilizzati per diminuire la contribuzione dell’Italia all’Ue a spese degli agricoltori. Alla luce di quanto avvenuto in Puglia, che sarebbe nel mirino dell’antifrode europea a causa di una non corretta gestione dei bandi PSR, ho delineato la mia proposta che prevede la rinegoziazione in sede europea per favorire il trasferimento diretto dal secondo al primo pilastro, contrariamente a quanto deciso dalla Commissione Europea. La mia proposta di rimodulazione prevede per l’Italia il trasferimento al primo pilastro di 2/3 dei fondi PSR non spesi, quantificabili nel prossimo settennio in circa 7 miliardi, necessario a favorire i territori rurali destinatari dei fondi europei, e in particolare chi fa una agricoltura biologica, salubre e rispettosa dell’ambiente e non fondata su pesticidi, Ogm e NBT. Ciò permetterebbe al settore di tornare ad essere volano di sviluppo rurale del Mezzogiorno, diventando così uno dei punti di forza del Green New Deal, cui anche il nostro governo si è detto favorevole. In sintesi, continuando con le attuali modalità di ripartizione, l’agricoltura del Mezzogiorno, con i fondi non utilizzati dalle regioni, contribuisce al pagamento delle tasse del Nord per un importo pari a un miliardo annuo”. Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della Commissione Agricoltura del Senato, commentando l’interrogazione sui fondi PAC al Presidente del Consiglio e ai Ministri per gli affari europei e delle politiche agricole alimentari e forestali.
“La proposta della Commissione europea per la PAC 2021-2027 – si legge nell’interrogazione – prevede uno stanziamento di 365 miliardi di euro a prezzi correnti: una dotazione che corrisponde a circa il 28,5% del bilancio complessivo dell’UE nello stesso periodo di tempo”. Nel precedente quadro finanziario (2014-2020) la spesa PAC a prezzi correnti è stata di 408,31 miliardi di euro (37,6% del bilancio complessivo). Dell’importo totale, “286,2 miliardi di euro sono destinati al Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), il primo pilastro della PAC, che finanzia i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di mercato, senza necessità di cofinanziamento. 78,8 miliardi sono invece destinati al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il secondo pilastro, che finanzia lo sviluppo rurale in regime di cofinanziamento”. Le ripercussioni per la nostra agricoltura nazionale sarebbero notevoli: “In base alla proposta, l’Italia avrebbe una dotazione complessiva di circa 36,3 miliardi di euro a prezzi correnti (24,9 miliardi di euro per i pagamenti diretti, circa 2,5 miliardi per le misure di mercato e circa 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale)”, con una riduzione rispetto agli stanziamenti precedenti di circa 5,2 miliardi di euro. Questi alcuni punti fondamentali dai quali parte l’interpellanza del senatore: tra gli obiettivi specifici della PAC, contenuti nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), all’articolo 39, comma 1, lett. b), vi è quello di “assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura”; la proposta della Commissione invece “prevede che gli stanziamenti dei due pilastri possano essere trasferiti dall’uno all’altro fino a un massimo del 15% + 15%”; “le Regioni italiane hanno più volte dimostrato scarsa efficienza nella spesa dei fondi destinati ai programmi di sviluppo sociale”; anche i fondi di coesione non spesi non
tornano all’UE ma si traducono in minore contribuzione per gli italiani verso l’Europa; la capacità di assorbimento delle risorse europee da parte dell’Italia, a fine 2019, “si è fermata al 28,53%, uno tra i dati più bassi dell’intera Unione”. Nel caso specifico della Puglia, poi, “pare che il programma sviluppo rurale Puglia, a seguito di bandi affetti da errori macroscopici che avrebbero falsato la graduatoria favorendo di fatto le soccide, sia nel mirino dell’antifrode europea”.
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