Bracciano, elezioni: ecco il confronto tra i candidati
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Bracciano, elezioni: ecco il confronto tra i candidati BRACCIANO (RM) – Al Chiostro degli Agostiniani si è tenuto il confronto tra i 5 candidati a sindaco di Bracciano. L’evento è stato moderato dalle giornaliste Chiara Rai e Graziarosa Villani. Qui il video del confronto. [Portare il cursore del tempo a 7:34]
Bracciano, tutto pronto per il confronto tra i 5 candidati a Sindaco L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sabato 25 settembre alle ore 16.30 (all’interno il link per seguire) BRACCIANO (RM) – Tutto pronto per il confronto tra i 5 candidati a Sindaco di Bracciano che sarà moderato dal direttore Responsabile de L’Osservatore d’Italia la giornalista professionista Chiara Rai e dal direttore
Responsabile de L’Ortica del venerdì settimanale la giornalista professionista Graziarosa Villani. L’evento potrà essere seguito in diretta streaming sabato 25 settembre a partire dalle ore 16.30 sulla pagina Facebook di questo quotidiano all’indirizzo: facebook.com/paginaosservatoreitalia/ Le due giornaliste proporranno una serie di domande ai 5 candidati i quali avranno 3 minuti ciascuno per rispondere a ciascuna domanda e nel caso in cui uno dei candidati tiri in ballo un altro candidato quest’ultimo avrà diritto ad un minuto supplementare per poter replicare. Una vetrina quella di sabato che darà ampia possibilità ai nostri lettori di conoscere i candidati a sindaco e soprattutto le loro proposte per Bracciano. Hanno aderito e confermato la loro presenza tutti e cinque i candidati: 1. Armando Tondinelli sindaco uscente che si propone per il secondo mandato sostenuto da tutto il centrodestra e da una lista civica 2. Marco Crocicchi candidato di centrosinistra sostenuto da due liste civiche 3. Alberto Bergodi sostenuto da due liste civiche 4. Antonio Spica sostenuto da una civica 5. Renato Cozzella sostenuto dal M5s Tales of Arise, il Jrpg di
Bandai Namco che lascerà il segno Tales of Arise è arrivato finalmente sulle console (nuove e vecchie) della famiglia Xbox e PlayStation, ma anche su Pc. Il titolo si pone come il capitolo della svolta per la celebre saga, che conta oramai tra le sue fila ben sedici capitoli rilasciati negli scorsi venticinque anni. Una serie che, al pari di esponenti più celebri in Occidente quali Final Fantasy e Dragon Quest, è sempre stata considerata dagli appassionati come un punto fermo per il genere e che nel corso di oltre due decenni ha sperimentato diversi gameplay, stili e meccaniche di gioco. “Tales of” ha proposto negli anni produzioni sempre diverse e in grado di attecchire su tipologie differenti di giocatori, arrivando a far crescere globalmente la popolarità del marchio. Tales of Arise però non solo ricopre il ruolo del “nuovo capitolo”, ma ha l’importante compito di rompere con un passato fatto di arretratezze tecniche e sperimentazioni poco convincenti, provando a offrire una formula che riesca a soddisfare pienamente gli appassionati del genere, modellando una nuova identità per la serie e attingendo a quanto di buono
è stato realizzato nei capitoli precedenti, ma anche ispirandosi ad altri “capisaldi” del genere. Andando con ordine: per quanto riguarda la trama, il titolo di Bandai Namco offre una storia interessante e assolutamente ricca di colpi di scena. Dahna era un pacifico pianeta ricco di energia e panorami mozzafiato. Un vero e proprio paradiso che si trasformò in un inferno nel giro di una sola notte, quando l’esercito del pianeta Rena iniziò l’invasione dallo spazio senza dare la minima possibilità di vittoria a causa della loro superiorità tecnologia. Dahna venne quindi diviso in cinque regioni, ognuna comandata da un lord renano, e la popolazione resa schiava e sfruttata come forza lavoro per raccogliere l’energia astrale di cui il pianeta era ricco. Questa situazione è andata avanti per ben 300 anni, tanto che ormai gli abitanti di Dahna non conoscono altro che schiavitù e sofferenza, senza ricordare nemmeno la loro storia e le loro tradizioni, ma non tutte le speranze sono morte. Alcuni – in attesa di qualcosa o di qualcuno che riesca finalmente a ridare a Dahna la possibilità di tornare un luogo libero – tentano ancora una disperata resistenza nonostante la prospettiva di vittoria sia praticamente nulla. L’occasione si presenta con Alphen, uno schiavo dal misterioso passato della regione di Calaglia. Il ragazzo, destinato a diventare il protagonista di Tales of Arise, infatti, soffre di amnesia e non ricorda nulla di sé, e viene chiamato Maschera di Ferro a causa dell’altrettanto misteriosa maschera che gli copre il volto e che sembra impossibile da rimuovere. Un’altra particolarità del personaggio è la totale incapacità di percepire il dolore, una condizione che lo porta a compiere atti eroici per salvaguardare gli altri schiavi dagli abusi delle guardie, ma al tempo stesso lo mette costantemente in pericolo di vita visto che il non sentire alcun dolore non lo rende comunque immune alle ferite. La terribile routine di Dahna viene stravolta quando Alphen incontra Shionne, una bellissima ragazza dai lunghi capelli rosa, che i renani stavano portando al campo di prigionia. Il ragazzo spinto dall’istinto riesce a liberarla grazie anche all’intervento
dei Corvi Scarlatti, un gruppo di ribelli di Calaglia guidato dal carismatico Zephyr. Shionne tuttavia non è una comune prigioniera, infatti è una renana intenzionata a combattere il suo stesso popolo e rovesciare i cinque lord. L’odio verso i renani per i 300 anni di soprusi non rende comunque facile fidarsi di Shionne, tenuto conto anche che il mistero attorno a lei è alimentato ulteriormente da una maledizione capace di generare degli “aculei” elettrici, che provocano spasmi e dolori a chiunque provi a toccarla. Shionne quindi è fredda e distaccata non avendo mai avuto letteralmente contatti fisici con altre persone, almeno fino all’incontro con Alphen, il quale non sentendo il dolore, riesce a toccare la ragazza senza conseguenze. Ben presto però si verrà a scoprire che il motivo per cui Shionne è stata arrestata è il furto del Nucleo Primario del Fuoco, un oggetto di grande potere posseduto solo dai lord. Grazie al Nucleo Shionne riesce ad evocare la Spada Ardente, una lama di fiamme dalla potenza enorme, ma che nessuno riesce a brandire senza ustionarsi le mani… ed è qui che nuovamente l’insensibilità al dolore di Alphen lo rende l’unico in grado di maneggiarla, purché vi sia Shionne al suo fianco, avendo lei solo la capacità di attivare il potere della lama, ma soprattutto essendo dotata di arti curative tali da lenire le ustioni provocate dall’arma sulle braccia di Alphen. I renani infatti sono gli unici in grado di canalizzare l’energia astrale per utilizzare le arti magiche, e l’improbabile coppia formata dalla renana Shionne e il dahnano Alphen diventa l’unica possibilità per sconfiggere i cinque lord e liberare il pianeta. Inutile dire che questo è solo l’incipit narrativo dei primi minuti di gioco, e che nelle oltre 40/50 ore per arrivare ai titoli di coda, l’avventura di Tales of Arise si articola in continui colpi di scena, e offre la presenza di diversi altri personaggi coprotagonisti che si uniscono al gruppo. Il giovane Law ad esempio è un esperto di arti marziali che si fida solo dei suoi pugni, Kisara è una combattente che utilizza un gigantesco scudo sia per difesa che attacco, Dohalim con il suo bastone e le sue trappole intralcia i nemici, mentre
Rinwell può lanciare devastanti incantesimi. Ogni personaggio ha una sua storia e motivazioni per seguire Alphen e Shionne nel loro viaggio, oltre ad un gameplay e abilità uniche. Insomma, con questi presupposti Tales of Arise si mostra come una vera e propria bomba dal punto di vista della trama. Per quanto riguarda la giocabilità, le battaglie sono il fulcro dell’esperienza offerta da Tales of Arise, e Bandai Namco è riuscita a svecchiare il sistema di combattimento rendendolo molto più action, ma senza rinunciare comunque ad una componente più strategica da gioco di ruolo. Oltre agli attacchi base ad ogni tasto principale del pad può essere associata un’Arte di diverso tipo utilizzabile solo quando la barra azione è sufficientemente piena. Trovando le giuste combinazioni fra arti e colpi si possono creare combo prolungate e aeree devastanti. Alcune Arti inoltre possono essere modificate tenendo premuto il relativo tasto per attivare un ulteriore attacco con la Spada Ardente, ma il prezzo da pagare è la perdita di una parte della salute di Alphen, per cui si tratta di mosse da utilizzare con parsimonia o solo quando Shionne è pronta a utilizzare le magie curative. Eseguendo mosse dopo mosse ininterrottamente, quando la salute del nemico è bassa si può attivare un devastante “Attacco Combinato” con un altro membro del party che nella maggior parte dei casi darà il colpo di grazia al nemico. Proprio per tale ragione è fondamentale trovare il giusto tempismo e alternanza tra Arti e attacchi normali, così facendo la combo nei momenti cruciali sarà sempre più lunga e devastante e a farne le spese saranno sempre gli antagonisti. A questo schema di gioco si aggiunge la schivata che, se eseguita con il giusto tempismo, permette di scattare subito contro il nemico per eseguire un contrattacco, accentuando ancora di più l’anima action del titolo. La componente strategica di Tales of Arise durante i combattimenti si trova invece negli Attacchi Boost: una volta riempito l’apposito indicatore infatti si può chiamare in soccorso uno degli alleati attraverso la pressione della croce direzionale. Il
personaggio selezionato scatenerà così un’abilità unica da utilizzare in situazioni specifiche che può essere fondamentale per portare a buon fine uno scontro. Rinwell ad esempio può neutralizzare il lancio di una magia del nemico e prevenirne l’uso per alcuni secondi, Dohalim può evocare piante dal terreno per bloccare i movimenti degli avversari troppo sfuggenti mentre Law concentrando l’energia nel pugno può sfondare le difese dei nemici corazzati e così via. Come già detto gli Attacchi Boost possono cambiare le sorti di una battaglia se utilizzate al momento giusto, in particolare negli scontri contro i boss enormi per lasciare esposti i punti deboli da colpire. Queste abilità possono essere utilizzate anche nelle fasi esplorative per sbloccare aree altrimenti inaccessibili. Tornare indietro, spostarsi in luoghi lontani per superare aree precedentemente inaccessibili o semplicemente riprendere una quest secondaria rimasta in sospeso è molto facile in quanto è presente un sistema di viaggio rapido attivabile dalla mappa di gioco. L’esplorazione del mondo in Tales of Arise è rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai precedenti capitoli, con aree all’apparenza aperte ma sostanzialmente dei lunghi corridoi che non lasciano molto spazio di manovra se non per poche deviazioni. Il ritmo di gioco è quindi serrato passando in continuazione da un combattimento all’altro concedendosi qualche breve pausa per raccogliere magari dei materiali utili per il crafting. Negli accampamenti e negozi infatti si possono creare nuove armi, armature e accessori sempre più potenti, oltre alle ricette per pietanze che offrono vari bonus passivi per un tempo limitato. Queste azioni si rendono necessarie anche per sbloccare i Titoli, ovvero i vari “rami” dell’albero della abilità. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti uccidendo mostri e completando missioni si ottengono dei punti da spendere per sbloccare nuove caratteristiche attive e passive, ma la particolarità è che per accedervi è necessario prima conquistare il relativo Titolo. Le condizioni per ottenerli sono sempre specificate e la maggior parte si può conquistare semplicemente proseguendo per la storia, ma
per conquistare il pieno potenziale di un personaggio e la lista completa delle abilità è necessario dedicarsi anche ad attività extra. Dal punto di vista tecnico Tales of Arise si difende egregiamente, con la versione Xbox Series X che sfoggia una risoluzione in 4K e 60 fps stabili, mentre su Series S si mantengono i 60 fps ma con risoluzione a 1440p. Sulle console della precedente generazione invece ci si deve accontentare dei 1080p e 30 fps, anche se in un titolo così veloce e frenetico come Tales of Arise il frame rate dimezzato è un elemento da tenere in considerazione. Ottimo anche il doppiaggio sia giapponese che inglese, così come la localizzazione dei testi in italiano. Stupenda, invece, la colonna sonora di Motoi Sakuraba che, per la prima volta nella serie, ha avuto a disposizione un’orchestra sinfonica con cui dilettarsi per la composizione dei brani presenti nel gioco. Anche se in alcuni momenti ci è parso che il compositore abbia voluto utilizzare ogni singolo strumento a sua disposizione, siamo certi che moltissime delle tracce presenti all’interno di Tales Of Arise diventeranno delle “fan favorite” in seguito al primo ascolto. Al livello di difficoltà standard, il gioco offre un’esperienza estremamente equilibrata, con dei (prevedibili) picchi di difficoltà solo durante le battaglie opzionali contro gli Zeugle Giganti; in ogni caso, Tales of Arise permette un’eccellente personalizzazione del comportamento degli alleati. In ogni caso, menzione d’onore anche alla programmazione generale dei compagni di squadra, che riescono ad agire tempestivamente e in modo intelligente anche nel caso in cui si lasci loro completa autonomia. Tirando le somme, possiamo dire che Tales of Arise è un JRPG in grado di far contenti tanto i fan di vecchia data della saga, quanto i neofiti: accessibile, esteticamente appagante e dal ritmo sempre scorrevole, è riuscito a rinfrescare il sistema di combattimento con un ottimo compromesso tra azione e strategia, senza però accantonare la componente parametrica. L’ottimo doppiaggio e la bellissima colonna sonora
accompagnano alla perfezione un’avventura che merita assolutamente di essere vissuta e, perchè no, rivissuta in Nuova Partita +, con i bonus offerti dai misteriosi e potenti Manufatti. Se state cercando un Jrpg bello da vedere, con una trama coinvolgente e dai contenuti profondi, Tales of Arise è un titolo da non lasciarsi assolutamente scappare. GIUDIZIO GLOBAKLE: Grafica: 8.5 Sonoro: 8,5 Gameplay: 9 Longevità: 8,5 VOTO FINALE: 8,5 Francesco Pellegrino Lise Surface, Microsoft svela la nuova lineup con Windows 11
Microsoft ha svelato la più grande estensione della gamma di dispositivi Microsoft Surface di sempre, tutti progettati con il nuovo sistema operativo Windows 11, disponibile a partire dal prossimo 5 ottobre. Nel corso dell’evoluzione dei dispositivi Surface è stato possibile assistere a una completa sinergia tra hardware e software: per questo motivo, le new entry della gamma Surface sono state ideate per portare l’esperienza e l’innovazione di Windows a un nuovo incredibile livello. La nuova lineup include: · Una rinnovata interpretazione del concetto di laptop attraverso il nuovo Surface Laptop Studio. · New entry nella famiglia dei 2-in-1 firmati Surface con Surface Pro 8, il nuovo Surface Go 3 (disponibile sul mercato italiano dal prossimo 5 ottobre), novità per il Surface Pro X, senza dimenticare l’estensione dell’apprezzato Surface Pro 7+ anche per un’utenza consumer, a partire dal 5 ottobre.
· Il nuovo Surface Duo 2, disponibile per un’utenza business. · L’arrivo di una serie esclusiva di accessori, tra cui la nuova Surface Slim Pen 2 La prima new entry della gamma è Surface Laptop Studio, disponibile sia per un’utenza consumer che business, il dispositivo Surface più potente mai progettato all’interno della linea. Studiato appositamente per sviluppatori, professionisti, creativi, gamer e designer, Surface Laptop Studio offre la potenza di un PC desktop, la praticità di un laptop e un vero e proprio studio creativo, il tutto in un unico device. Il nuovo Laptop Studio vanta, infatti, una nuova Dynamic Woven Hinge ultra resistente, che permette la transizione dalla modalità Laptop, alla modalità Stage, sino ad arrivare alla modalità Studio. Sono stati inoltre annunciati tre nuovi 2-in-1 firmati Microsoft Surface, ideali per gli utenti che non desiderano rinunciare alla versatilità e alla praticità. Il primo è il Surface Pro 8 che, grazie al processore Intel Core di 11esima generazione e due porte Thunderbolt, diventa il 2-in-1 più potente della famiglia Surface. Il secondo è Surface Go 3, il Surface touchscreen 2- in-1 più versatile della gamma, che vanta lo stesso design e form factor di Surface Go, più potente che mail, grazie a processori Intel Core più veloci e un’autonomia in grado di coprire un’intera giornata di lavoro. La versatilità tablet- to-laptop rende questo dispositivo ideale per le attività quotidiane, i compiti e il gioco. Infine, il Surface Pro X è ora disponibile nella versione Wi-Fi only. Il device, già presente sul mercato, è perfetto per gli utenti che cercano flessibilità e velocità in un unico dispositivo. Surface Pro 8, Go 3 e Pro X saranno disponibili sia nella versione consumer, sia per un’utenza business. Dopo il successo della versione for Business, il Surface Pro 7+ arriva il prossimo 5 ottobre anche per il canale consumer, ed è il device ideale per chi è alla ricerca di un design classico e dotato dei più recenti processori. Surface Pro 7+ possiede inoltre una
maggiore estensione della batteria, SSD rimovibile e LTE. Svelato inoltre l’atteso Surface Duo 2, disponibile per un’utenza business. Rispetto al modello precedente, Surface Duo 2 vanta un design rinnovato e alcune novità, per garantire all’utente il massimo della produttività e dell’intrattenimento a portata di mano. Il nuovo Surface Duo 2 è, infatti, dotato di schermi più grandi, una maggiore durata della batteria, una fotocamera dinamica a tripla lente e supporto 5G. Dall’integrazione con Microsoft 365 e Microsoft Teams, Duo 2 consente innumerevoli abbinamenti di app e capacità multitasking senza pari. Infine, Microsoft ha annunciato nuovi accessori PC pensati appositamente per i nuovi arrivati della famiglia Surface, e non solo. Tra questi, la nuova Surface Slim Pen 2, con un design sottile e facile da impugnare, in grado di offrire un’esperienza di scrittura su schermo del tutto naturale; il nuovo Ocean Plastic Mouse, un accessorio eco-friendly, costituito in parte da plastica riciclata proveniente dagli oceani e dalle spiagge; le nuove Cuffie Microsoft Modern USB-C, certificate per Microsoft Teams, dotate di funzionalità audio e voce di alta qualità. Prezzi e disponibilità · Surface Go 3, nella versione consumer, sarà disponibile nella colorazione Platino sul Microsoft Store e presso i principali retailer fisici e online a partire dal 5 ottobre al prezzo di 449,00 €. Il pre-order è disponibile sul Microsoft Store che offre il 5% di sconto dedicato a studenti, genitori, insegnanti sul nuovo dispositivo. Sempre sullo store di Microsoft è possibile preordinare anche la versione business, nella colorazione Platino e nella variante wifi. · Surface Pro 7+ nella versione consumer sarà invece disponibile a partire dal 5 ottobre. · Surface Laptop Studio, Surface Pro 8, Surface Pro X con Windows 11 preinstallato saranno, invece, disponibili a partire da gennaio 2022. Attesi per l’inizio del prossimo anno
anche le versioni for business. · Surface Duo 2 sarà disponibile per i clienti aziendali e per il settore della formazione il 15 novembre. · Accessori: maggiori informazioni su Surface Slim Pen, Surface Adaptive Kit, Ocean Plastic Mouse e Microsoft Modern USB-C Headset saranno disponibili sempre sul Microsoft Store. F.P.L. NBA 2K22, un gran canestro sul parquet della next-gen NBA 2K22, l’acclamato simulatore di basket sviluppato da Visual Concepts, è arrivato come di consueto ed è pronto a regalare ore e ore d’incredibile sport simulato sulle console next-gen di casa Microsoft e Sony. Nella nostra analisi del titolo metteremo in evidenza come come il team di sviluppo per
quest’anno abbia deciso di concentrarsi da una parte sulla creazione di nuovi e potenzialmente interessanti modi di giocare, e dall’altra nel sistemare i diversi punti deboli emersi al debutto su quella che, ad un anno di distanza, viene ancora considerata la nuova generazione di console. E’ principalmente a livello di gameplay che si notano subito le prime grandi novità rispetto a quei piccoli incidenti di percorso avvenuti l’anno scorso. NBA 2K22 ha apportato alcune importanti modifiche all’azione in campo che contribuiscono a renderlo un gioco più realistico del solito, in particolare il modo in cui gestisce la perdita di resistenza e di forza fisica durante il dribbling. In 2K21 era facile correre contro un difensore sul perimetro, evitare l’intervento di un Curry qualsiasi (si fa per dire) e colpire dalla zona dei tre punti senza sudare. Contro la CPU questa tattica era quasi indifendibile, specialmente in MyTeam dove le carte giocatore sono state rapidamente rese ridicolmente potenti. In NBA 2K22 è ancora possibile impiegare tattiche del genere, ma la perdita di energia dovuta a sprint e dribbling è decisamente molto più realistica. Man mano che il giocatore diventa più stanco il suo misuratore di tiro si riduce, rendendo più difficile centrare il canestro. Questo porta a un gioco che inizialmente sembra più lento rispetto ad NBA 2K21, ma se si gioca cercando soprattutto il controllo della palla senza tener premuto il tasto dedicato allo scatto, si ha più tempo per mandare la palla a canestro grazie ad un meter di tiro più grande. Potrebbe non sembrare un cambiamento importante all’inizio, ma porta ad utilizzare uno stile di gioco molto più aderente alla realtà rispetto a quanto si sia visto la scorsa stagione. Non potendo quindi più utilizzare lo scatto in maniera indiscriminata, si è portati a giocare ad un basket di squadra con il pick and roll che diventa presto una fra le mosse più utilizzate sul parquet, soprattutto nelle modalità non on line. Imparare come e quando usare le abilità di palleggio e la velocità per superare i difensori su un pick farà la differenza. Oppure si può usare il pick and roll per forzare un cambio e andare a lavorare contro il difensore più
piccolo; si tratta di tattiche un po’ troppo devastanti a volte, anche se vengono ampiamente contrastate dai miglioramenti implementati sul versante delle tattiche difensive. Inoltre, Visual Concepts ha completamente riprogrammato i sistemi di contestazione dei tiri e di blocco. Come per il pick and roll, si può iniziare ad avere la sensazione di avere troppa potenza; tuttavia, l’attacco è molto più propenso a drenare i jumper aperti, il che significa che non si può semplicemente cedere o fare affidamento su una contestazione tardiva. Anche le situazioni legate alle palle rubate sono state migliorate con nuove animazioni basate sul punteggio totale assegnato alla capacità del giocatore di rubare palla, il tutto assolutamente fedele a quanto avviene nella realtà. Si assiste, inoltre, ad una decisa riduzione dei fastidiosi episodi di “bump steals” (il furto della palla da parte dei giocatori gestiti dall’IA) anche se permangono alcuni difetti nelle animazioni, soprattutto nella modalità “The City” quando si assiste ancora ad una spiacevole compenetrazione di poligoni. Un gameplay migliorato non significa molto però se non si hanno delle modalità di gioco in grado di sfruttarlo pienamente e, da questo punto di vista, l’offerta di Visual Concepts è particolarmente ampia e i fan della serie saranno certamente molto lieti del lavoro svolto. Iniziamo dalle aggiunte più corpose. I ragazzi di Visual Concepts hanno deciso di pensare in grande, per NBA 2K22. Come di consueto la modalità “La Mia Carriera” rappresenta il piatto più succoso dell’offerta ludica, nonostante quest’anno sia affiancata da dei contorni tutt’altro che trascurabili. Al contrario degli episodi passati, in questo nuovo titolo il percorso verso la celebrità del proprio alter ego virtuale viene calato senza grossi preamboli all’interno dello spazio “social free roaming” che, per le edizioni next-gen (ovvero PS5 e Xbox Series X), assume le sembianze di una metropoli fatta e finita. Il progetto è davvero molto ambizioso e, infatti, come spesso accade alle scommesse dalla posta troppo alta non tutto, agli sviluppatori, è riuscito come
probabilmente speravano, ma nel complesso il risultato finale è senza dubbio di altissimo livello. I Visual Concepts hanno indubbiamente lavorato per migliorare il format che debuttò nel corso del primo periodo di vita della nuova generazione di console. E, per certi versi, ci sono riusciti. Per molti altri, invece, hanno fatto il passo più lungo della gamba. La Città non è altro che un pantagruelico calderone ribollente di attività, in cui ognuno può plasmare il destino del proprio cestista digitale, quest’ultimo creato a partire dal consueto, sconfinato editor, a cui ormai i giocatori sono abituati da anni abituati. Quest’anno, infatti, le novità che accompagnano MP (questo il nome del giovane esordiente per il 2022) non mancano. Partendo dall’assunto secondo il quale ogni giocatore NBA che si rispetti è anche un “brand”, gli sviluppatori hanno parcellizzato la modalità principe del pacchetto in decine di attività diverse: abbigliamento, musica, allenamenti, social, sponsorship, il tutto declinato in un sistema di missioni del tutto inedito per il genere. In questo senso, gironzolando per la città sembra di trovarsi all’interno di una specie di sandbox in cui è possibile perdere il proprio tempo con una valanga di cose extra da fare come far shopping, giocare in uno dei tanti campetti sparsi qua e là, oppure a completare missioni principali, sfide secondarie, eventi settimanali e stagionali. Qualsiasi cosa, all’interno dello spazio condiviso può fornire ricompense, estetiche o in esperienza, con cui arricchire la vostra collezione. Inoltre, qualsiasi cosa facciate vi porta a guadagnare punti MVP, i quali servono sostanzialmente come un indicatore della popolarità all’interno della cerchia metropolitana. Insomma, il focus non sembra essere più sul “semplice” gioco del basket, perlomeno nella modalità La Mia Carriera. La palla a spicchi e le opportunità di perseguire diverse strade come la G League, il College o direttamente il draft della NBA ci sono sembrate relegate alla funzione di mero orpello, rispetto alla priorità che è quella di diventare il giocatore più popolare di sempre. Non a caso il protagonista parte già come YouTuber da strada con il pallino della fama… insomma, non ci si trova dinanzi a
una grande storia di riscatto sportivo. Visual Concepts e 2K, così facendo però, sono riusciti a centrare l’obbiettivo: ossia quello di dare in pasto ai giocatori sempre affamati di contenuti inediti modi per passare il tempo. Questa virata verso un’esperienza ludica da GDR open world, potrebbe essere la dimensione ideale per rinnovare e svecchiare la serie e offrire un titolo ancora più longevo e appassionante. Detto ciò però c’è da dire che un’impostazione del genere va a snaturare un po’ l’essenza e il significato della Carriera. Infatti è molto facile perdersi e non seguire il filo degli eventi, prediligendo semplicemente il farming dei sempre onnipresenti VC points. Questo nuovo spazio metropolitano “open world”, ad ogni modo, soffre moltissimo anche sotto un altro punto di vista: quello tecnico. L’enorme mole processi, giocatori e attività da gestire fa singhiozzare persino la Xbox Series X. Lag, stuttering e pop up sono purtroppo onnipresenti quando si gira per la città. Insomma, spostarsi spesso diventa un’agonia. I Visual Concepts, inoltre, hanno dimostrato di non aver estrapolato le migliori caratteristiche del genere a cui si sono voluti ispirare, presentando una creatura ancora troppo ambiziosa e troppo grezza. In ogni caso lo sforzo è encomiabile e fa ben sperare per le edizioni future. Fra le varie modalità di gioco di NBA 2K22 è presente anche “The W”, ossia una sorta di carriera dedicata alle giocatrici della WNBA, il campionato femminile della NBA. Niente città, poca narrativa, tanto campo, allenamenti e microgestione della propria giocatrice. Anche sul parquet VC ha lavorato bene e si “sente” che si sta giocando ad un gioco diverso rispetto a quello dei colleghi uomini. Tutto, a partire dalle animazioni del palleggio al tiro, è diverso e bisogna reimparare a stare in campo, facendo girare di più la palla e apprezzando in questo modo questa variante della pallacanestro sicuramente meno spinta dal punto di vista fisico, ma non per questa meno vera. Anzi, il fatto che sia una modalità molto più asciutta rispetta a myPlayer consente di respirare molta più
pallacanestro in The W rispetto che nella Città, dove, tra sponsor, rap, vestiti, capricci, litigi e cavolate varie si perde un po’ di vista il lato sportivo e affascinante dello sport in favore di quello commerciale. Un’altra modalità che è tornata invece pressoché invariata è myTeam, per semplificare una sorta di FUT, ma di NBA 2K22. Si tratta di una modalità che mescola il Fantasy Basketball con il gameplay di NBA 2K. Si parte sbustando un serie di pacchetti utile a formare un quintetto sensato, più le relative riserve. Queste saranno più o meno forti in base alla fortuna del giocatore, ma potranno essere potenziate con nuovi distintivi in grado di migliorare alcune loro statistiche, così da colmare alcune lacune o rendere inarrestabili i punti di forza. Anche in questo caso i soldi, quelli veri, possono velocizzare la creazione di team formidabili e composti da carte rarissime e potentissime, ma, a differenza del mioGiocatore, qui ci sono molte più possibilità per poter giocare liberamente in modo da accumulare risorse con le quali colmare più facilmente il gap con i giocatori paganti. La necessità, anche in questo caso, di monetizzare è visibile nella modalità Draft. Qui un giocatore compone in maniera casuale il proprio team e può continuare a utilizzarlo fino a quando non accumula 3 sconfitte. La modalità perfetta per chi cerca un qualcosa di leggero e veloce, che non necessiti necessariamente ore di grinding spinto. Peccato che il numero di ticket per accedervi gratuitamente sia limitato e i nuovi biglietti vadano comprati. Questa continua presenza di microtranzazioni ed elementi di questo genere rischia di far passare in secondo piano il fatto che, alla fine dei conti, ci troviamo di fronte a uno dei migliori giochi di basket di sempre. Le modalità sono tante e adatte a tutti i gusti, da coloro che amano il basket da strada a quelli che vogliono provare le emozioni di essere un General Manager di una franchigia NBA. Ci sono le squadre della WNBA, le squadre classiche e tutta una serie di contenuti che si modificano e aggiornano quasi in tempo reale in base alla stagione in corso. Per quello che concerne l’aspetto visivo, da un punto di vista puramente grafico,
sulle console di nuova generazione ci troviamo davanti ad uno spettacolo che rasenta il fotorealismo. Soprattutto nelle fasi precedenti alla partita vera e propria, l’impostazione televisiva di riprese e menu ci regala l’illusione di essere sintonizzati per sbaglio su ESPN. Durante i match si palesa ancora, di tanto in tanto, l’eccessiva pesantezza con cui alcuni atleti si trascinano sul campo, ma complice il già citato maggior ritmo d’azione, anche questo è un difetto archiviato. I 4K e i 60 fps sono sempre garantiti anche se, durante le fasi d’esplorazione della città, come già detto, i cali di frame-rate conditi da qualche fastidioso bug come compenetrazioni di poligoni ecc… macchiano l’esperienza complessiva di gioco. Tirando le somme, con NBA 2K22 i ragazzi di Visual Concepts e 2K hanno riscritto pesantemente alcune delle dinamiche di gioco più importanti, portando su schermo un prodotto più bilanciato, equilibrato e che riesce a parlare veramente a tutte le tipologie di giocatori. Tra queste spiccano senza dubbio la difesa e il sistema di tiro, ora più chiare e soprattutto più accessibili e meno frustranti. A ciò si aggiunge il solito, strabordante, numero di modalità di gioco, quest’anno arricchite ulteriormente da tantissime chicche in grado di incrementare a dismisura la giocabilità sia in modalità offline che online, in primis MyTeam e MyCareer. Quest’ultima rappresenta il punto più alto della produzione made in 2K grazie ad un palese miglioramento del comparto tecnico; allo stesso tempo, però, contiene anche l’unico vero elemento negativo del gioco, ossia quella componente pay-to-win che inevitabilmente richiama l’attenzione del giocatore. In definitiva, se siete appassionati di basket quest’anno andate a colpo sicuro, quindi non pensateci su due volte e date fiducia a questo incredibile se pur non perfetto NBA 2K22 e siamo certi che non ve ne pentirete. Se invece siete curiosi di scoprire il mondo di gioco offerto dalla saga oppure vi avvicinate per la prima volta a un videogame del genere, quest’ultima edizione della saga 2K saprà farvi tuffare nell’incredibile mondo del basket contemporaneo e vi regalerà molte ore di sano divertimento sia
da soli che online. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 9 Sonoro: 8,5 Gameplay: 8,5 Longevità: 8,5 VOTO FINALE: 8,5 Francesco Pellegrino Lise iPhone 13, Apple svela i nuovi modelli dei suoi smartphone
iPhone 13 è finalmente realtà, ma cosa hanno da offrire realmente i nuovi smartphone della Mela morsicata? Andiamo a scoprirlo insieme. Martedì 14 settembre Apple ha presentato i nuovi iPhone 13 e iPhone 13 Pro, nel corso di un evento trasmesso in streaming e organizzato all’Apple Park, il campus da poco costruito dalla società a Cupertino in California. Al primo sguardo, i nuovi iPhone 13 e 13 mini sono praticamente indistinguibili dagli iPhone 12 e 12 mini presentati l’anno scorso: le uniche differenze estetiche sono il fatto che il cosiddetto “notch”, cioè la tacca scura che si trova nella parte superiore dello schermo e che contiene la fotocamera frontale e i sensori per il riconoscimento facciale, è più piccolo (di circa il 20 per cento) e che la disposizione delle due fotocamere posteriori è cambiata: prima erano una sopra l’altra, adesso sono leggermente sfalsate, in diagonale. Dal punto di vista delle caratteristiche, ci sono alcune novità più sostanziose. Gli schermi di iPhone 13 e iPhone 13 mini, rispettivamente da 6,1 e da 5,4 pollici, secondo Apple sono più luminosi all’aperto del 28 per cento rispetto alla versione precedente ma, al contrario delle aspettative di alcuni esperti, non godono della tecnologia ProMotion, che rende la visualizzazione più fluida aumentando la frequenza di aggiornamento dello schermo. I nuovi iPhone sono inoltre equipaggiati con l’ultimo processore prodotto da Apple, che si chiama A15 Bionic. Al contrario di quanto faceva negli anni precedenti, Apple non ha paragonato le performance del nuovo processore con quelle della generazione precedente (A14 Bionic), ma si è limitata a dire che A15 Bionic è fino al 50 per cento più veloce della concorrenza nella capacità di calcolo e fino al 30 per cento più veloce nella grafica. I processori di Apple, anche grazie all’integrazione tra hardware e software, sono comunque considerati unanimemente i migliori sul mercato, e tutti gli anni si mostrano nei test come notevolmente più potenti di quelli della concorrenza. Due novità che faranno piacere ai clienti riguardano la batteria, la cui durata secondo Apple è migliorata rispetto al modello
precedente (fino a due ore e mezza in più per iPhone 13 e fino a un’ora e mezza in più per iPhone 13 mini) e la memoria: il modello più economico di iPhone 13 non parte più da 64 gigabyte di memoria (considerati ormai da anni come un po’ pochi anche per le esigenze comuni) ma da 128 giga. Come tutti gli anni, Apple ha insistito molto sulle nuove performance delle fotocamere dei suoi iPhone, che sono sempre due: una con obiettivo grandangolare, che potrà catturare il 47 per cento di luce in più e avrà un nuovo sistema di stabilizzazione per evitare le foto mosse, e una con obiettivo “ultra grandangolo”. Apple ha presentato anche una nuova funzione chiamata “modalità Cinema”, che consente di registrare filmati che abbiano gli sfondi sfocati simili a quelli di un film, e che riconoscono automaticamente i volti di chi è inquadrato. I nuovi iPhone 13 e 13 mini saranno disponibili a partire dal 24 settembre. I prezzi di iPhone 13 partono da 939 euro, mentre quelli di iPhone 13 mini da 839 euro. Anche i nuovi modelli Pro e Pro Max degli iPhone 13 (con schermi rispettivamente da 6,1 e 6,7 pollici) sono esteticamente quasi indistinguibili da quelli vecchi, eccezion fatta per il “notch” più piccolo e alcuni nuovi colori. Tra le differenze più importanti a livello di caratteristiche ci sono lo schermo, che utilizza la tecnologia ProMotion e ha una frequenza di aggiornamento massima di 120 Hz, che rende le animazioni e i video più fluidi, un miglioramento della durata della batteria (un’ora e mezza in più per iPhone 13 Pro e due ore e mezza in più per iPhone 13 Pro Max) e il nuovo processore A15 Bionic, che nella versione installata sugli iPhone Pro è un filo più potente anche di quello installato sugli iPhone “normali”. Sono migliorate anche le fotocamere. Apple si è concentrata in particolare su quella ultra grandangolare, che dovrebbe essere più luminosa e avere un autofocus migliore. Anche la fotocamera grandangolare ha una migliore apertura, che le consente di catturare più luce. Sono state aggiunte inoltre nuove modalità fotografiche, come la fotografia macro. I nuovi iPhone 13 Pro e 13 Pro Max saranno disponibili a partire dal 24 settembre. I prezzi di iPhone 13 Pro partono da 1.189 euro,
mentre quelli di iPhone 13 Pro Max da 1.289 euro. F.P.L. A Roma riunita una piccola Europa Si è svolto, al palazzo del Quirinale in Roma, il 16° incontro dei Capi di Stato del “Gruppo Arraiolos” Il Gruppo “Uniti per l’Europa” o “Gruppo Arraiolos” – che riunisce i Capi di Stato di Italia, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta,
Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia – prende il nome da una citatdina dell’entroterra portoghese dove, il 18 ottobre 2003, i Capi di Stato di Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo e Ungheria si sono incontrati informalmente, su invito dell’allora Presidente portoghese Jorge Sampaio, per discutere attuali complesse questioni europee.
L’eterogeneità di uno schema che riunisce Paesi estremamente diversi per dimensione, situazione economica e localizzazione geografica è stata così ben accolta che, negli anni, il gruppo si è progressivamente ampliato fino alle dimensioni attuali. L’Italia partecipa agli incontri dal 2006, quando sono stati organizzati a Dresda, e ha accolto i Capi di Stato del Gruppo Arraiolos a Napoli nel giugno 2009. Le due sessioni di lavoro, una la mattina e l’altra nel
pomeriggio, hanno avuto come temi: “Unione Europea sulla via dell’autonomia strategica: responsabilità e opportunità” e “Il contributo dell’Unione Europea al multilateralismo nel mondo post-pandemia”. Al termine dei lavori i Presidenti hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Hanno preso parte alla riunione i Capi di Stato di Italia, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia. Mattarella: l’Europa è al bivio Molto apprezzato l’intervento del presidente Mattarella per il quale “Ci troviamo a un punto di svolta molto importante per l’Unione europea, un punto nel quale, a mio avviso, senza remore e senza temi intoccabili, dobbiamo prima di tutto impegnarci per completare tanti cantieri aperti nella nostra integrazione. La nuova fase ha bisogno di basi molto solide: lo dobbiamo alle nuove generazioni di europei. Come la pandemia ci ha dimostrato, nella drammatica tristezza del suo sopravvenire, le sfide di questi anni ci chiamano ad alzare il nostro livello di ambizione. Il Next Generation è il nostro orizzonte, la nostra strategia per il futuro. E il percorso per realizzarlo è l’autonomia strategica dell’Unione. Sul fronte della politica estera di difesa, la recente vicenda in Afghanistan sprona e dimostra ulteriormente quanto sia ineludibile compiere un passo avanti per costruire una credibilità maggiore dell’Unione in termini di sicurezza; una credibilità ovviamente complementare con la Nato e tesa al rafforzamento della cornice del reciproco sostegno e rispetto tra gli Stati. Di fronte a carenze e omissioni, vi sono tanti commentatori, tanti opinionisti e esponenti della società civile che si chiedono spesso dove sia l’Europa e come intenda muoversi. Sono interrogativi che chiedono una maggiore presenza dell’Europa. Il nostro impegno deve essere, allora, colmare questo divario tra le attese e la risposta che l’Unione europea è capace di dare per costruire un futuro nel quale l’Unione sia protagonista e possa parlare
autorevolmente, con un’identità precisa. Credo che questo serva, fortemente, alla causa della pace internazionale e alla tutela degli interessi dei popoli dell’Unione europea”. Significativa la battuta del presidente austriaco che ha detto, ringraziandolo, che “Mattarella costituisce per me un modello, anche se lui non lo sa”. Per la Finlandia, necessario rafforzare i denominatori comuni Anche il Presidente della Repubblica finlandese Sauli Niinistö ha partecipato alla riunione del Gruppo Arraiolos dei Presidenti Europei il 15 settembre 2021 a Roma., avendo anche un incontro bilaterale con Mattarella il giorno seguente. Nel suo discorso, Niinistö ha affrontato il ruolo globale dell’UE. Secondo il Presidente, il rischio per l’Europa è quello di passare da soggetto a oggetto nell’accelerata competizione delle superpotenze. La bussola strategica, che l’Ue sta attualmente preparando per definire le linee guida della sua cooperazione in materia di sicurezza e difesa, è un buon strumento, ma “deve anche essere sulla mappa”. Il Presidente ha osservato che tutti conoscono il paradosso per cui trovare soluzioni globali comuni diventa più difficile man mano che i problemi e le sfide comuni diventano più urgenti. Per superare questo paradosso sono necessari denominatori comuni. Secondo il Presidente, la Finlandia intende utilizzare il 50° anniversario della riunione della CSCE, Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione Europea per rivitalizzare lo ‘Spirito di Helsinki’ nel 1975 in tutto il mondo. “La conferenza originale di Helsinki si è distinta proprio per questo spirito: la volontà di dialogare tra avversari e concorrenti, costruire fiducia e cercare denominatori comuni, anche piccoli all’inizio”. Nell’incontro bilaterale con Mattarella, sono stati approfonditi gli argomenti discussi nelle sessioni plenarie e
nel confro0nto è stata riscontrata sintonia sull’estensione della sovranità a livello europeo. Tra Roma ed Helsinki c’è stata poi una comune adesione al piano di investimenti europeo su digitale e transizione ecologica. La prossima riunione del Gruppo sarà ospitata a Malta l’anno prossimo. Premio Lago di Castel Gandolfo, la Commissione Europea protagonista: riconoscimento al dott. Daniel Calleja La Commissione Europea protagonista del Premio Lago di Castel
Gandolfo attraverso il riconoscimento conferito al dottor Daniel Calleja, Direttore Generale del Servizio Giuridico a Bruxelles. Calleja è stato destinatario del prestigioso Premio Castel Gandolfo dedicato all’”Acqua e la vita” in quanto simbolo e alto rappresentante di questo tema. Dal 2015 al 2020, Calleja è stato il Direttore Generale dell’Ambiente della Commissione Europea (DG ENV). Ha ricoperto quel ruolo dopo aver avuto la responsabilità di Direttore Generale per l’Industria, l’Impresa e poi anche del Mercato Interno (DG ENTR e DG GROW) dal 2011 al 2015. Dimostrandosi un leader europeo e mondiale nel settore Ambiente, che ben conosce anche quello dell’industria. Grazie a questa grande esperienza anche dell’industria, ha potuto essere protagonista di alcune tra le riforme più ambiziose nel panorama europeo, quale la direttiva quadro sull’acqua nell’U.E. e la stesura della proposta del Green Deal europeo. Esperienze delle quali l’Unione Europea continua a beneficiare perché Calleja è oggi al vertice del Servizio Giuridico della Commissione Europea, guardiana dei Trattati e dello stesso stato di diritto Ue. Dei quali fanno parte le norme Ue a tutela dell’ambiente. Calleja ha dedicato un video saluto a tutti i protagonisti del Premio Lago di Castel Gandolfo. Importanti le sue parole: “Vorrei innanzitutto ringraziare gli organizzatori per avere pensato di dedicare il Premio all’Unione Europea, ne sono onorato. In secondo luogo vorrei dire alcune parole sul tema che è stato scelto: l’acqua, elemento fondamentale per il nostro pianeta, è per l’umanità fonte di vita purificazione ristoro e benessere da sempre, non a caso le città sorgevano vicino alle fonti d’acqua. E ne è
esempio anche la bellissima città che ci ospita, Castelgandolfo e il suo splendido lago. Quando però gli equilibri del nostro pianeta vengono disturbati per colpa del cambiamento climatico o dell’inquinamento, l’acqua può trasformarsi anche in fonte di grandi disagi e disperazione. Sono ancora impresse nella mia mente le terribili immagini degli allagamenti che questa estate hanno colpito il Nord Europa in particolare la Germania il Belgio e l’Olanda. Così come l’eccesso d’acqua anche la carenza d’acqua può essere un grande problema, pensiamo ad esempio agli effetti della certificazione sulla nostra economia ma anche sulle popolazioni e sulle migrazioni. Per queste ragioni e per molte altre ancora l’implementazione del Green Deal europeo rappresenta una delle priorità della Unione Europea per implementare l’accordo di Parigi e limitare il surriscaldamento del nostro pianeta. Diverse azioni sono previste per preservare il delicato equilibrio del ciclo delle acque per garantire l’accesso all’acqua potabile di buona qualità e soprattutto per far sì che questa risorsa sempre più preziosa venga utilizzata e qualora possibile anche riutilizzata nel modo più efficiente possibile. La strategia di contrasto all’inquinamento recentemente adottata dalla Commissione Europea si basa su tre pilastri: terra aria e acqua. il tema dell’acqua è un tema molto vicino ai cittadini europei e vorrei infatti ricordare che il diritto all’acqua potabile è stato oggetto della prima iniziativa cittadina Europea presentata a Bruxelles, la raccolta di più di un milione di firme in tutta Europa ha portato infatti alla recente revisione della direttiva sull’acqua potabile di cui mi sono occupato in quanto Direttore Generale per l’Ambiente. Grazie a questa direttiva abbiamo garantito l’accesso, in particolare alle persone più vulnerabili, all’acqua con i più elevati standard di qualità a livello mondiale. Oltre a questo provvedimento, vorrei menzionare una legge europea molto importante per i paesi che hanno problemi di siccità come l’Italia la Spagna e molti altri che punta al riutilizzo delle acque per fini agricoli una iniziativa promossa da Simona
Bonafè deputata Europea italiana e che si inserisce nell’ambito della strategia sull’economia circolare. Infatti Grazie a questo regolamento sarà possibile riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua entro il 2025, evitando più del 5% di estrazioni diretta dai corpi idrici e dalle falde acquifere. Vorrei concludere il mio intervento sottolineando che l’acqua è anche uno strumento fondamentale per la lotta alle pandemie non solo come strumento per garantire il rispetto delle norme igieniche fondamentali come lavarsi la mani ma anche come strumento di allerta rapida e monitoraggio veloce. Infatti, grazie al monitoraggio delle acque reflue urbane è stato possibile monitorare gli sviluppi del covid 19 il nascere di focolai nelle diverse città europee e soprattutto la presenza e diffusione delle diverse varianti. L’Unione Europea ha promosso e finanziato lo sviluppo di un protocollo europeo e la creazione di una piattaforma digitale per lo scambio dei dati tra i diversi paesi che ha dato e continua a dare risultati veramente straordinari e l’Italia partecipa attivamente a questo programma anche grazie al supporto del centro di ricerca di Ispra e diverse città italiane sono state pioniere. Questa è l’ennesima dimostrazione dell’importanza vitale dell’acqua per tutti noi. Vi ringrazio per la vostra attenzione”. Il PREMIO LAGO DI CASTEL GANDOLFO continua a perseguire la tutela dell’ambiente con una particolare attenzione alla prevenzione dell’inquinamento delle acque. Il tema permanente è “Acqua e Vita” e si declina attraverso gli ambiti: ambiente, economia, occupazione, territorio e cultura. La manifestazione, mirando alla valorizzazione delle bellezze e ricchezze naturalistiche e storico-culturali del territorio, risponde anche alle aspettative del mondo dell’agricoltura, del turismo e delle attività produttive. L’evento, ogni anno, coinvolge istituzioni, Amministrazioni, enti ed Aziende deputate a dare una risposta alle aspettative dei cittadini e imprenditori. Data e luogo della
manifestazione possono variare in relazione ai temi sociali che vengono affrontati. Per il 2021 la serata della premiazione si è tenuta venerdì 10 settembre con inizio alle ore 20,00 sulle rive del lago Albano a Castelgandolfo presso la location “I Quadri” in via dei Pescatori, 21. Le personalità premiate sono state individuate tre quelle ritenute espressione di realtà virtuose o che si sono distinte per azioni di rilievo morale e istituzionale promuovendo i valori fondanti della Costituzione della Repubblica Italiana. All’interno della manifestazione sono stati altresì consegnati dei riconoscimenti speciali a realtà del territorio nazionale e locale. Il Premio Lago di Castel Gandolo ritiene fondamentale la concertazione fra tutti i portatori d’interesse, al fine di progettare azioni sinergiche e mirate alla tutela e valorizzazione del territorio, accelerando i tempi decisionali e beneficiando dello snellimento delle procedure burocratiche. Temi come l’ambiente e l’energia, strettamente correlati a quello del climate change, sono da sempre elementi importanti nel panorama della sicurezza internazionale e fattori centrali nel confronto tra stati. Fondamentali nella loro dimensione geopolitica ed economica e, per questo, spesso oggetto di alleanze, rivalità o conflitti. Nei prossimi anni intorno al tema della transizione ecologica, tecnologica ed energetica, si giocherà una parte considerevole della competizione geopolitica globale e la stessa sicurezza nazionale degli stati ne sarà fortemente interessata. Ma le nuove condizioni ambientali generate anche dalla crisi climatica (desertificazione, innalzamento dei mari, nuove rotte artiche, eventi meteorologici catastrofici) potrebbero rappresentare una sfida rilevantissima, sotto più punti di
vista, per il loro impatto in alcune aree geografiche e le conseguenze sulle popolazioni e la vivibilità di certe regioni. Da qui la necessità di essere sempre più resilienti, e reattivi, rispetto alle nuove tipologie di minacce emergenti, anche di origine ambientale sviluppando una strategia comune tra tutti i Paesi europei e gli alleati atlantici, che tenga conto sia degli aspetti più generali del problema, delle loro ricadute globali, ma ovviamente anche quelli più “regionali” derivanti dalla nostra posizione geografica tra regioni fortemente esposte a questi rischi come quella artica, il Mediterraneo e l’Africa. Sanremo, massacrano di botte il titolare di un bar per futili motivi
Arrestate e trasferite in carcere 3 persone SANREMO (IM) – In manette 3 persone per aver provocato lesioni personali gravissime al titolare di un bar del centro cittadino di Sanremo. Nella notte del primo settembre, tramite il Numero Unico di Emergenza 112, arrivava una richiesta di intervento, in quanto il titolare di un bar situato in Piazza Borea D’Olmo era stato aggredito brutalmente da tre avventori per futili motivi. I poliziotti giungevano nel giro di pochi minuti sul posto e notavano tre persone visibilmente alterate, probabilmente dall’assunzione di alcol, ed il titolare del bar dolorante, che perdeva sostanza ematica dall’occhio sinistro. Quest’ultimo riusciva a dire agli agenti, poco prima di essere trasportato in ospedale, di essere stato aggredito dai clienti presenti sul posto, solo per aver chiesto loro di fare attenzione ai bicchieri durante la consumazione, in quanto poco prima ne avevano rotto uno facendolo cadere a terra. I poliziotti apprendevano quanto accaduto e procedevano alla compiuta identificazione degli avventori del bar, acquisendo ogni notizia utile alla ricostruzione dei fatti. Gli agenti del Commissariato di Sanremo avviavano una tempestiva indagine, ricostruendo immediatamente la dinamica dei fatti, grazie anche al prezioso aiuto delle telecamere di videosorveglianza che riprendevano in modo chiaro la violenta aggressione al titolare del bar, il quale in più modi aveva cercato di difendersi, ma quasi inerme veniva colpito a diverse riprese dai tre individui identificati poi dalla volante. Dalle immagini in visione si notava come lo stesso veniva picchiato con violenti colpi sferrati dai tre, in diversi
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