Insieme si cresce Anno III - n.2 Novembre-Dicembre - Educare06
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Insieme si cresce n.2 Novembre- Dicembre Anno III Bimestrale anno III - N.02 Novembre-Dicembre 2017 - Sephirah FESTE INSIEME NATURALMENTE BAMBINO EMOZIONI E APPRENDIMENTO Sephirah EDITORE
Corso di perfezionamento per le professioni educative EDUCAZIONE ALL’INFANZIA: TRA NATURA E CULTURA PROGRAMMA Ore 9: Registrazione partecipanti Ore 9.30: SALUTI ISTITUZIONALI E INTRODUZIONE (Giulia SABATO 10 FEBBRAIO 2018 Cavalli, Università Cattolica di Milano, codirettore Educare03) Ore 9.45: IL CERVELLO AL VERDE: RISCOPRIRE IL VALORE ore 9-13.30 DELLA NATURA NELLA PRATICA EDUCATIVA (Andrea De Viale Piave 37,Treviglio (BG) Giorgio, Università eCampus) Ore 10.15: GIOCHI E GIOCATTOLI TRA NATURA E CULTURA: COSA DARE TRA LE MANI A UN BAMBINO? (Simona Vigoni, È inutile per l’uomo conquistare la codirettore Educare03) Luna, Ore 10.45: LA SCUOLA NATURALE SEMINA TALENTI (Danilo se poi finisce per perdere la Terra. (François Mauriac) Casertano, cofondatore Asilo nel Bosco, Asilo nel Mare, Scuola nel Bosco) Tutta la vita dell’uomo si snoda, fin dalla Ore 11.15: PAUSA nascita, lungo i due binari di “natura” e Ore 11.45: LA NATURA IN UNA STRUTTURA DI CITTÀ (Elisa “cultura”. Sono due poli che rimandano a Pierri, Presidente Ass.Maximo con un servizio sperimentale due dimensioni essenziali dell’esistenza umana: la natura è parte integrante della 0-6 anni) cultura umana e la cultura comprende Ore 12.15: IL MESTIERE DI “BASE SICURA” (Edoardo Bracaglia, la natura. Università degli studi di Bergamo) A seconda delle prospettive si pone Ore 12.45: LA CULTURA DELLA BUONA NATURA risalto una o l’altra, ma nell’esperienza (Sara Manzoni, vicepresidente Lombardia dell’Ass. Naz. educativa quotidiana è l’inestricabile intreccio tra natura e cultura che Pedagogisti Italiani) dà luogo a prospettive di pensiero e Ore 13.15: CONCLUSIONE operative uniche da vivere con i bambini. COSTI: • Se sei un socio Sephirah 2017-18: 35 euro (IVA inclusa) • Se hai sottoscritto un abbonamento cartaceo a Educare03, ma non sei socio Sephirah: 45 euro (IVA inclusa)* • Se non sei socio Sephirah: 55 euro (IVA inclusa)* *La quota è comprensiva di 20 euro di tessera associativa 2017-18, valida a fini assicurativi, che permette di partecipare a tutte le iniziative 2017-18 promosse da Sephirah e da Educare03) (Coloro che desiderano effettuare un abbonamento cartaceo a Educare03 possono richiederlo versando un contributo annuale di 45 euro, per i 6 numeri dell’annata 2017-18. Info su www.educare03.it) PER PERFEZIONARE L’ISCRIZIONE: Bonifico intestato ad Associazione Sephirah, IBAN: IT14 L033 5901 6001 0000 0076560 (Banca Prossima), causale: iscrizione corso di perfezionamento 10 febbraio. Scrivere ad associazionesephirah@gmail.com, inviando copia del versamento effettuato e e i dati per intestare la fattura Sephirah
N. 02 - Novembre/Dicembre 2017 - Anno III Bimestrale Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 263 dell’8/09/2015. Direzione, Redazione, Amministrazione: APS Sephirah ORIENTAMENTI Via Manzoni 11, 20060 Gessate (MI) Giulia Cavalli www.sephirah.it info@educare03.it Emozioni e apprendimento C.F. e partita I.V.A. 08288410965 Tel. 334.8282861 Per la pubblicità: info@educare03.it Direzione Scientifica: PERCORSI Giulia Cavalli, Simona Vigoni Nido "Il girotondo" Comitato Scientifico: Ottavia Albanese (Milano) Naturalmente bambino Anna Emilia Berti (Padova) Tiberia Gadaleta, Alfina Gullotto, Silvia Bonino (Torino) Anna Silvia Bombi (Roma) Simona Vigoni Lucrezia Bravo (Milano) Paolo Calidoni (Parma) Non solo per mangiare Elena Camisasca (Milano) Gabriele Catania (Monza) Silvia Crispoldi (Perugia) Carmela Di Maio (Napoli) Floriana Falcinelli (Perugia) Ivano Gamelli (Milano) RELAZIONI Miriam Gandolfi (Bolzano) Antonella Marchetti (Milano) Sara Manzoni Giuseppe Mele (Lecce) Laboratorio natalizio: un'esperienza condivisa Michele Minolli (Genova) Rosario Montirosso (Lecco) Maria Rita Parsi (Roma) Erica Francesca Poli (Milano) Un libro per natale Fulvio Scaparro (Milano) Alda Scopesi (Genova) Enzo Soresi (Milano) Gabriele Ventura (Bologna) Valeria Ugazio (Bergamo) SGUARDI Mirella Zanobini (Genova) Barbara Lucchini Gruppo di redazione: Licia Clerici, Tiberia Gadaleta, L'autismo Sara Manzoni, Mariateresa Nardi Gabriele Ventura Progetto grafico: Il piano nazionale di sviluppo del sistema Paola Saccardi integrato 0-6 Si ringraziano per le donazioni a favore di Educare03: › CIS a Saronno (VA) www.studiocis.it, specialisti in consulenza infortunistica; › Servizio Giusto a Gessate (MI) www.serviziogiusto.it, specialisti in pulizie; › Farmacia Isolaverde di Carlone dr. Armando http://farmaciaisolaverde.business.site/ a Barano d’Ischia (NA) 3
Formazione... Insieme MASTER IN Sephirah per la tua crescita TECNICHE DI COLLOQUIO NEI CONTESTI EDUCATIVI Il Master offre un percorso di formazione, rivolto a coloro che lavorano nei servizi educativi, attraverso il quale acquisire strumenti e competenze nell’ambito della comunicazione con le famiglie dei bambini e i colleghi. Competenze acquisite • tecniche per impostare una comunicazione efficace • saper condividere con i genitori la propria visione del bambino • capacità di gestione di colloqui difficili • saper individuare strategie per instaurare dialoghi costruttivi • acquisire strategie di coping utili nelle relazioni con genitori e colleghe Modalità di lavoro. Tutti gli incontri hanno • 27 gennaio 2018: I servizi per l’infanzia di fronte carattere laboratoriale, con riflessioni, confronti, PROGRAMMA ai cambiamenti: migliorare la relazione educatri- esercitazioni pratiche e role playing. ce-bambino-genitore (Valentina Indulti, psicologa Ore formative. 35 ore di lezione. Le lezioni si psicoterapeuta, supervisore strutture infanzia). tengono un sabato al mese, da gennaio a marzo • 3 febbraio 2018: Saper condurre un colloquio con i 2018, orario 9.30-13 / 14-17.30. genitori: metodo e tecniche (Giulia Cavalli, psicolo- Sede del corso. Associazione Sephirah a Gessate ga psicoterapeuta, docente universitaria, condiretto- (MI), raggiungibile con la metropolitana (linea re Educare03). verde) e in macchina dall’A4 (uscita Cavenago- • 10 febbraio 2018: Io nella relazione: nuove strate- Cambiago) o tangenziale est esterna (uscita gie per lo stare in relazione (Sara Manzoni, peda- Gessate). gogista clinico, vicepresidente Lombardia A.N.I.Ped., Esami. Al termine i corsisti sosterranno un esame coordinatore strutture per l’infanzia). scritto sui temi trattati durante il corso. • 24 febbraio 2018: L’imprevisto nelle relazioni: Materiali forniti. I corsisti riceveranno le dispen- come affrontarlo al meglio? Il ruolo del coping se del corso e in omaggio i libri “Crescere e far (Eleonora Di Terlizzi, psicopedagogista nei servizi per crescere. Spunti teorici e applicativi per il lavoro l’infanzia, dottore di ricerca) relazionale” (di G. Cavalli) e “Benessere e crea- • 24 marzo 2018: Accogliere i genitori e sostenere tività al nido” o in alternativa “Un Natale spe- la consapevolezza: aspetti psicologici e pedagogi- ciale” (di S. Manzoni). Solo per i corsisti saranno ci (Giulia Cavalli, Sara Manzoni). Esami e consegna inoltre disponibili scontati le copie cartacee delle attestati. tre annate di Educare03 e i libri dei docenti sulle tematiche trattate. Costi: 550 euro (più IVA), rateizzabili. Per informazioni e iscrizioni: Associazione Sephirah associazionesephirah@gmail.com, cell: 334.8282861, www.sephirah.it
di Simona Vigoni Alla ricerca della felicità. Normalmente le grandi domande sull’esistenza e Ciao mamma guarda sul senso della vita nascono in presenza del dolore, perché quando gli capita la felicità uno se la mette come mi diverto! in tasca e non si chiede il senso. (Umberto Galimberti) P er il mio intervento sulla felicità dei bambini in occasione del secondo convegno nazionale di Educare031, speravo in effetti di trovare ispira- nali che ci rendono felici”. Chiedo allora: quanti dei nostri atteggiamenti, comportamenti, stili educativi sono realmente zione dal titolo del film di Muccino e dalla canzo- volti a favorire l’apertura alla relazione con l’altro ne di Jovanotti, perché, come a buona ragione all’interno dei servizi all’infanzia? scrive Galimberti, il tema della La risposta meriterebbe un ap- felicità è poco tematizzato e i profondimento e una riflessione titoli dei corsi di aggiornamento sulla dimensione sociale, così e dei vari convegni sull’infanzia fortemente pervasiva della vita confermano questo trend: si quotidiana dei servizi eppure parla e si mettono a tema di- molto meno tematizzata rispet- sturbi, disagi, relazioni difficili, to ad altre dimensioni costitu- situazioni problematiche, ma si tive del tessuto connettivo dei parla mai della felicità e del di- nidi e delle scuole dell’infanzia. vertimento? Dire che i servizi per l’infanzia Felice quindi di aver partecipato accolgono tanti bambini è, dire, a questo evento, ho affrontato ovviamente, qualcosa di scon- l’argomento partendo da alcu- tato. Quello che non è sconta- ne ricerche condotte sul tema to è invece la riflessione intor- che potrebbero essere uno sti- no a questa socialità, spesso molo di riflessione su una tema- anzi misconosciuta dagli stessi tica cruciale per i servizi all’in- esperti del mestiere e qualifica- fanzia a mio parere ancora poco discussa. La ta o tirata in causa solo per le difficoltà di gestione prima ricerca è quella del sociologo E. Finzi, che che comporta. nel suo testo “Felici malgrado” (2012, Ecomuni- L’altra ricerca che ho citato al convegno è stata care) ci ricorda che la chiave per condurre una quella condotta dal team di ricercatori guidati da vita felice risiede nel suffisso “co”: “Collaborare, P. Tobler e E. Fehr dell’Università di Zurigo e del- coesistere, anche confliggere. Ciò che ci porta al la Northwestern University di Chicago2, team di confronto con gli altri attiva sensi e circuiti neuro- neuroscienziati che ha scoperto che le persone che hanno a cuore l’interesse altrui sono più felici 1- Estratto dal 2° Convegno Nazionale di Educare03 “Ciao mamma guarda come mi diverto! Bambini felici 2- http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2017/07/28/ al nido: proposte laboratoriali e modalità relazionali”, 7 news/volete_essere_felici_siate_piu_altrui- ottobre 2017, Milano. sti-171829461/ 5
Editoriale rispetto agli egoisti. In buona sostanza “per sen- mento dell’indipendenza. Ma esiste poi davvero tirsi più felici – precisa Tobler – basta essere un l’indipendenza? po’ più generosi”. La felicità non è altro che un Si apre quindi la riflessione su cosa intendiamo piacere condiviso con un altro (J. Dolent). per maturità, crescita e sviluppo di una perso- Per aprire le porte alla felicità, anche dai risultati na, ma soprattutto, continuando sulla scia delle di questo secondo studio, si evince che bisogna mie parole iniziali, sulla dimensione e sulla com- avere le chiavi della relazione. Felicità è quindi posizione dei gruppi nei servizi all’infanzia e sui com-partecipazione: vogliamo bambini felici? diversi impatti che l’organizzazione di un servizio Educhiamoli all’interdipendenza e non all’indi- può avere sulla coltivazione della sensibilità di un pendenza allora! “La salute mentale è in funzione bambino nei confronti degli altri. della qualità e quantità dei rapporti che l’individuo E gli adulti di riferimento che entrano in gioco instaura, mantiene con gli altri individui” (Berti, nella relazione sono felici? Si parla, si legge, si Comunello, Nicolodi, 1988). scrive sul tema dell’imitazione, ma quanto sia- Ancora una volta entra in gioco la dimensione so- mo consapevoli di rappresentare un modello, un ciale e relazionale orizzontale, quella fra bambini, esempio per i bambini che quotidianamente ci come variabile determinante per la costruzione osservano? A volte infatti “rischiamo di trascura- della nostra felicità. re la condizione di essere osservati, interpretati, Mi chiedo allora e chiedo ai lettori di Educare03: presi a modello, pensati. I bambini regolano il loro quanti dei nostri progetti educativi contengono comportamento sulla base di quanto viene loro tra le finalità e gli obiettivi il raggiungimento e la espressamente comunicato, ma anche in virtù di promozione dell’interdipendenza? quello che colgono dai comportamenti, dai silen- Quanto interessa a educatori, famiglie e più in zi, dalle posture, dai toni di voce con cui gli adulti generale alla nostra società, se davvero inte- si rivolgono loro. Sapersi guardare con gli occhi ressa, promuovere lo sviluppo della dimensio- dei bambini (…) induce a cogliere la continuità tra ne intersoggettiva che i nostri comportamenti vada oltre il superficiale e quelli di chi ci assume “Il segreto, Alice, è circondarsi di persone buonismo sul genere “i che ti facciano sorridere il cuore. E’ allo- come riferimento auto- bambini devono andare ra, solo allora, che troverai il Paese delle revole” (Musi, 2011). d’accordo?”. Meraviglie” (Cappellaio Matto in “Alice e il I nostri figli e i nostri Pongo questi quesiti paese delle meraviglie”) bambini come ci vedo- perché uno stile edu- no? Siamo adulti felici? cativo orientato a foca- Possiamo far sorridere il nostro cuore, quello di lizzare l’attenzione sulle bambini e famiglie, quello del territorio in cui lavo- Riferimenti bibliografici variabili che incidono riamo? Berti E., Comunello F., maggiormente sulla La parola felicità (felicem) deriva dalla stessa radice Nicolodi G. (1988). Il la- costruzione della com- di fecundus e indica l’essere fertile e nutriente. Non birinto e le tracce. Giuf- petenza empatica sarà è solo e non è tanto il divertirsi, il sorriso del cuore frè, Milano. profondamente diver- può esserci anche nei momenti in cui si provano Musi E. (2011). Invisi- emozioni negative se siamo in contatto con ciò che so da uno stile guidato bili sapienze, pratiche siamo e ciò che viviamo, riconoscendo la natura dall’idea che la maturità di cura al Nido. Junior- processuale (sempre in movimento) della vita e di una persona sia mi- apprendendo da ciò che accade. Spaggiari, Parma. surabile dal raggiungi- g.c. 6
Formazione... Sephirah Formazione Sephirah per educatori Insieme per la tua crescita di nido La formazione, dal carattere essenzialmente pratico, si tiene il sabato dalle 9.30 alle 12.30 a 20 gennaio Gessate (MI), raggiungibile con la metropolitana Il movimento, i giochi e il corpo al nido milanese linea verde e in macchina dall’autostrada (con Georgia Gatti, dott. in scienze motorie, e Sara A4 uscita Cambiago-Cavenago o tangenziale est- Manzoni, pedagogista) esterna Gessate. 27 gennaio Il costo è di 40 euro (IVA inclusa). Si rilascia attestato formativo. La relazione dell’equipe di lavoro Per iscrizioni e informazioni: (con Valentina Indulti, psicologa psicoterapeuta) associazionesephirah@gmail.com 3 febbraio Incontrare i genitori: tecniche di colloquio 10 marzo (con Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta) Gestire i comportamenti problema dei 17 febbraio bambini Il bambino secondo il metodo Feuerstain (Barbara Lucchini, pedagogista e dott. in (con Sara Manzoni, pedagogista clinico) psicologia) 3 marzo 17 marzo I piccolissimi al nido: competenze e attività Il linguaggio al nido: come, quando e cosa (Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta) (Mara Gamba, logopedista) LIBRI PER LA TUA CRESC ITA PERSONALE E PROFESSIONALE Sephirah Editore Puoi acquistare i libri (in formato cartaceo o digitale) dal sito: Giulia Cavalli CRESCERE E FAR CRESCERE www.sephirah.it/shop Spunti teorici e applicativi oppure scrivere ad per il lavoro relazionale associazionesephirah@gmail.com o telefonare al 334.8282861
Comprendere EMOZIONI E APPRENDIMENTO Giulia Cavalli, psicologa psicoterapeuta I bambini, fin dalla nascita, apprendono attraverso la relazione col mondo circo- stante che suscita sensazioni ed emozioni - che hanno sede primariamente nel corpo. Molti di noi probabilmente, da piccoli, hanno sentito genitori e insegnanti affermare che le emozioni disturbano l’apprendimento e che imparare qualcosa non ha nulla a che fare con il provare qualcosa. Oggi gli studi sullo sviluppo del bambino e le neuroscienze ci stanno mo- strando esattamente il contrario! Già alla nascita il piccolo è portato a proces- sare e ordinare le informazioni (sono la base dell’apprendimento) e lo fa attraverso gli stru- quando arrivo al nido l’educatrice mi prende menti che ha, essenzialmente l’esplorazione, il in braccio sorridendo e mia mamma mi salu- gioco e la curiosità, che “sono altrettanto im- ta con serenità, il mio corpo sperimenterà be- portanti del bisogno di ridurre la fame, il dolore nessere e allora imparerò che andare al nido è o la fatica” (Beebe, Lachmann, 2002, p. 62). La una situazione per me positiva. In gergo psi- capacità del bambino di imparare come fun- cologico si dice che il bambino si è creato una zionano i rapporti umani, i contesti sociali, ma rappresentazione, che gli consente di sapere anche tutto ciò che riguarda l’uso degli oggetti, cosa aspettarsi – dal punto di vista spaziale, è sostenuto dal suo riuscire a percepire delle temporale, affettivo e fisiologico – dall’altro (che regolarità, non solo nel mondo circostante, ma mi prenderà in braccio e mi sorriderà) e da sé anche nelle sensazioni che prova. L’interazione (sperimenterò benessere fisiologico ed emoti- (con persone, oggetti, situazioni…) è prima di vo). Tutto questo accade già a due mesi di vita! tutto sperimentata attraverso il percepire emo- Aspetto fondamentale è che il ricordo e l’ap- tivo: il ripetersi di questo “sentire” in quel con- prendimento (di come si sta con l’educatrice, testo porta a imparare che “le cose funzionano con la mamma, di cosa accade dopo la meren- così”. Per esempio, se solitamente al mattino da, di come avviene il pranzo, di come si gioca Orientamenti 8
con i travasi o delle regole) fin dai primi mesi di tare il battito a livello base (aumentando la ca- vita è influenzato dallo stato emotivo. pacità di elaborare le informazioni e, quindi, di In un esperimento curioso, di Singer e Fagen imparare) e di tornare a guardare l’adulto. (1992, cit. in Cavalli, 2017), è stato insegnato Il bambino impara facendo, proprio perché a bambini di 2 mesi a scalciare per attivare una è nello sperimentarsi con serenità e curiosità giostrina sulla culla. Dopo un po’ la giostrina che attiva sensazioni ed emozioni, che gli con- veniva cambiata, provocando in metà dei pic- sentiranno di fissare il ricordo. Possiamo an- coli il pianto. Dopo una settimana veniva ripro- che spiegare a voce al bambino come funziona posta la giostrina. Quali bambini ricordavano un gioco o che comportamento tenere in una che la giostrina si attivava scalciando? Quelli data situazione, ma questo avrà effetto solo se che non avevano pianto (lo ricordavano anche il bambino potrà recuperare dentro di sé sen- dopo 3 settimane). Sembra, invece, che l’af- sazioni ed emozioni connesse a eventi simili e fetto negativo dei bambini che hanno pianto se in quel momento il suo stato corporeo ed abbia interferito con il recupero del ricordo e, emotivo non sono troppo attivati. di conseguenza, con l’apprendimento. Lo sta- Ma c’è di più. Ciò che il bambino percepisce to emotivo è quindi parte integrante degli ap- nel corpo diventa guida del suo agire: se spe- prendimenti del bambino. rimenta malessere (maggior attivazione fisiolo- Ricordiamoci poi che le emozioni sono vissute gica, per esempio piange, si agita, si irrigidisce) primariamente a livello corporeo e, fin dalla na- imparerà a evitare certe situazioni, se speri- scita, siamo in grado di percepire il nostro stato menta benessere si avvicinerà a quelle situa- di attivazione fisiologica. Il bambino (ma acca- zioni. E questo è fondamentale per la soprav- de anche a noi) coglie le variazioni del proprio vivenza! A volte però può essere difficile capire livello di attivazione (es. battito cardiaco, respi- cosa si sta sentendo e provando, il bambino razione, calore corporeo, ecc.) e, sulla base di può vivere una confusione che non gli consen- ciò, modifica i suoi comportamenti. Ogni per- te di apprendere e di capire come muoversi per sona cerca di mantenere un livello di attiva- favorire il proprio benessere ed equilibrio. zione ottimale, che è quello che gli consen- Per esempio, il piccolo può percepire il deside- te di elaborare le informazioni e imparare. Per rio di andare al nido (o di giocare con un ogget- esempio, bambini affamati e non puliti hanno to) e contemporaneamente che per l’adulto il un’elevata attivazione fisiologica e si impegna- suo andare al nido (o giocare con quell’ogget- no meno nell’elaborare le informazioni (guar- to) è fonte di preoccupazione. A questo pun- dano meno gli stimoli che gli si propongono), to diventa complicato seguire i messaggi che rispetto a bambini che sono stati puliti e nutriti. il corpo con le sue emozioni offre, non solo e L’aumento dell’attivazione (che interferisce non tanto perché sono contrastanti (si prova con l’elaborazione delle informazioni) è una ri- la gioia di esplorare e la paura di allontanarsi sposta fisiologica protettiva. Per esempio, dall’adulto), ma soprattutto perché il bambino durante l’interazione faccia a faccia, possiamo risuona non solo delle proprie emozioni ma an- osservare come il piccolo distolga ogni tanto lo che di quelle del contesto in cui sta (per esem- sguardo. Nei 5 secondi prima di quest’azione, pio, un genitore preoccupato, un’educatrice si è rilevato che la frequenza del battito cardia- stanca ecc.), allora non può far altro che agi- co aumenta molto (e parallelamente diminuisce tarsi, urlare, piangere, chiudersi in sé, opporsi il processo di elaborazione delle informazioni), e così via, senza cogliere quale sia la direzione così distogliere lo sguardo consente di ripor- migliore per sé. 9 Orientamenti
con le nostre emozioni e “prediche” (da cui in quel momento non può imparare, se prima non ascolta ciò che il corpo gli sta comunicando a livello fisiologico ed emotivo). Gestire il clima emotivo del gruppo dei bambini con cui si lavora, per favorire gli apprendimenti (sociali, cognitivi, ecc.), significa dar modo ai piccoli di ascoltare ciò che provano in relazione a materiali, persone, situazioni. Se altre emozioni, non connesse a ciò che si sta proponen- do, entrano in gioco, le reazioni emotive del bambino non lo aiuteranno a impa- rare, così come non sarebbe possibile l’apprendimento se eliminassimo tutte le emozioni. Un’at- Lasciando che i bambini si coinvolgano mosfera di fiducia e rispetto aiuta il bambi- nelle relazioni e nelle proposte che gli vengo- no a cogliere i segnali emotivi che lo guidano no fatte, permettendo che sbaglino e senta- nell’apprendimento, perché le altre emozioni – no dentro di sé ciò che accade sbagliando, è non connesse a ciò che sta imparando – non possibile fissare gli apprendimenti. Raccontare occupano spazio mentale e non confondono. senza far sperimentare, così come intervenire Questo richiede da parte delle figure educative per evitare “inciampi” al bambino, lo ostacolerà la capacità di creare ambienti rispettosi, dove nell’ascoltare la ricchezza emotiva e nell’usarla ci si può anche arrabbiare, rattristare o spa- per dirigere i propri comportamenti. “È nelle ventare e si possono usare queste emozioni deviazioni e nei passi falsi, così come nel ri- come guida per imparare a muoversi nel mon- trovare il percorso, che si esprime una ricca do. Provando dolore dopo un morso ricevuto, emotività, si accumulano preziose memorie il bambino imparerà per esempio a girare alla e si sviluppa un timone emotivo potente e larga dal compagno quando lo vedrà agitato, versatile” (Immordino-Yang, 2016), che è la ma se al dolore del morso si associa la paura o base di ogni apprendimento nella vita. la rabbia dell’educatrice (che sta già pensando a come dirlo alla mamma) e la preoccupazio- ne del genitore, diventerà più difficile “sfruttare” Riferimenti bibliografici quel dolore per imparare che non è più il caso Beebe B., Lachmann F.M. (2002). Infant research e di farsi mordere. E potrà capitare che di nuovo trattamento degli adulti. Un modello sistemico-diadico si ritorni vittime dei morsi. Lo stesso potreb- delle interazioni. Raffaello Cortina, Milano 2003. be dirsi per il “morsicatore”: può imparare che Cavalli G. (2017). Crescere e far crescere. Spunti te- quel comportamento danneggia l’altro bam- orici e applicativi per il lavoro relazionale. Sephirah, Mi- bino, il clima del gruppo e se stesso solo se lano. gli permettiamo di entrare in contatto con l’e- Immordino-Yang M.H. (2016). Neuroscienze affettive mozione che ha provato, senza “appesantirlo” ed educazione. Raffaello Cortina, Milano 2017. Orientamenti 10
Documentazione NATURALMENTE BAMBINO Nido “Il girotondo”1, Gavardo (BS) I l bambino fin da piccolo definisce la pro- pria identità entrando in relazione con l’ambiente circostante. La natura mette in moto tutte le capacità sensoriali dei bambini Obiettivi Favorire la scoperta dell’ambiente giardino e co- noscere il mondo attraverso i sensi, sperimentan- do vari tipi di materiale naturali; con i suoi colori, suoni, odori, profumi, sapori… • scoprire la libertà di sporcarsi e vincerne l’e- permettendo di vivere emozioni che si conser- ventuale paura; vano per tutta la vita. • scoprire e sperimentare l’ambiente che cam- E’ necessario permettere ai bambini di fare bia nelle varie stagioni: conoscerne i colori, gli esperienze con tutti i sensi tenendo presente odori, i profumi i rumori uscendo sistematica- che il toccare le cose è molto più di una sempli- mente all’esterno; ce esperienza sensoriale, è anche esperienza • offrire ai bambini uno spazio dove utilizzare emozionale: annusare l’odore dei fiori, ma an- diversi materiali (legnetti, sassi, terra, sabbia, che quello del terreno dopo la pioggia, impara- foglie, fiori…) libero da vincoli per incoraggiar- re a riconoscere una stagione dai suoi profumi ne la loro naturale esplorazione; è una capacità che stiamo perdendo; scoprire • offrire ai bambini la possibilità di osservare la le forme delle foglie e dei fiori, l’infinita gamma natura animale (insetti, lumache, lombrichi, dei colori di un prato verde, della terra durante uccellini, farfalle…); l’alternarsi delle stagioni, così come far presta- • entrare in contatto con gli elementi della natu- re attenzione ai bambini alle diverse sensazioni ra: l’acqua, l’aria, il vento, la terra con svariate termiche del sole sulla pelle o del vento possibilità di attività collegate; Questo è ancora più importante oggi visto che • favorire la possibilità di osservare la nascita l’approccio dei bambini alla natura, tramite la e la crescita di una pianta e riprodurre azioni tecnologia, è per la maggior parte visivo e che e semplice procedure in sequenza: invasare, spesso il vissuto dello spazio naturale diventa seminare, innaffiare e curare la piantina stes- sempre più raro a causa dei ritmi e stili di vita sa; e di un certa fobia del contatto con lo sporco. • condividere l’esperienza del nido con i genitori Al pedagogista americano Richard Louv (2006) per favorire il contatto e il rispetto della natura; va il merito di avere coniato l’espressione “di- • condividere e concretizzare il progetto dell’or- sturbo da deficit di natura”. Questo disagio to, con un gruppo di nonni. 1- Polo scolastico dell’infanzia “Ing. G. Quarena”. Percorsi 12
psicologico Questo Progetto si ispira al pensiero della pe- colpisce un dagogista Laura Malavasi, che sostiene il biso- numero cre- gno del bambino di una educazione naturale scente di per un armonioso sviluppo della personalità. bambini che, nelle città, Progettazione non trovano Il nostro progetto si svolge all’interno della spazi ricre- struttura, creando collegamenti tra esterno e ativi per il interno attraverso l’utilizzo della “valigetta dei gioco libero tesori”, che serve per la conservazione degli e trascorro- elementi naturali raccolti e selezionati dai bam- no sempre bini durante l’esplorazione dell’ambiente ester- più tempo no. in ambienti Per creare il collegamento con il giardino alle- chiusi, spa- stiamo in alcune angoli del nido dei “giardini zi che sono verticali” utilizzando dei pallets come supporto così impor- di vasi di erbe aromatiche (timo, maggiorana, tanti per la salvia…). socializzazione, per migliorare le abilità moto- Nelle sezioni proponiamo stimolanti esperienze rie (equilibrio e coordinazione), per sviluppare naturali di gioco quali: la semina e la cura di l’intelligenza e conoscere il territorio. Gli effetti piccole piante, il gioco dei travasi con sabbia, di questa carenza sono, per esempio, difficoltà sassi, legnetti; la manipolazione di elementi na- di concentrazione e iperattività. In età evoluti- turali: frutta, verdura a seconda delle stagioni, va giocare nella e con la natura significa anche rendersi indipendenti dall’adulto, sviluppare fiducia in se stessi, la creatività e l’emotività, acquisire nuove abilità linguistiche e di ascol- to (osservando le diverse condizioni atmosfe- riche). 13 Percorsi
piace la natura con i suoi rumori, colori e pro- fumi. I suoi vestiti cambiano a seconda delle stagioni… Il nostro amico esce in giardino osservando i cambiamenti della natura, ascoltandone i suoni (che potranno essere registrati) e cogliendo le diverse sfumature di colori, soffermandosi sul- le variazioni climatiche (pioggia, vento, nebbia, neve). Progetto orto didattico • Prima fase (novembre): incontro e scambio di idee con i nonni volontari per organizzare il lavoro. • Seconda fase (fine no- vembre): Preparazione e conci- mazione del terreno e recinzio- ne da parte dei nonni (con la la creazione di piccoli habitat che richiamano l’ambiente degli animali. Di grande rilevanza è l’uti- lizzo del giardino esterno, uno dei primi luoghi asso- ciati all’infanzia, al gioco e alla serenità: le scuole d’infanzia si chiamavano giardini d’infanzia. Il giardino può essere uno spazio stimolante, capace di mettere in gio- co le competenze dei bambini, vivibile come un grande atelier all’aperto, dove può cre- scere l’esperienza di sé e del mondo. Im- portante diventa un progetto educativo in grado di connettere il dentro al fuori, il natu- rale all’artificiale, di riattivare una sensibilità naturale e sviluppare un pensiero ecologico. Sfondo integratore Il progetto inizia raccontando ai bambini la storia di Teodoro, un bambino che vive in una casetta sonora, realizzata con materiale naturale allestita sull’armadio nell’atrio. A lui Percorsi 14
partecipazione dei bambini) • Terza fase (fine gennaio-febbraio): Semina di alcune pianta di stagione: piselli, cetrio- li, valeriana. I bambini sono attrezzati con zappette, rastrelli, secchielli e stivaletti ed accompagnati dalle educatrici in questa esperienza. Viene allestito un calendario con i contrasse- gni del gruppo per stabilire i turni per la cura dell’orto. Sono allestite delle piccole serre già nei primi mesi dell’anno per la coltivazione dell’insalata. Il progetto richiede la partecipazione dei piccoli coltivatori per tutto l’anno. Si possono osser- vare le varie fasi, dalla semina alla maturazione del prodotto. La stessa tipologia di ortaggio viene utilizzata anche dalla nostra cucina per la preparazione di qualche piatto, in questo modo i bambini apprezzano il frutto del loro impegno. Al momento opportuno i genitori ven- gono coinvolti, in un laboratorio, per l’allestimento di uno spaventapasseri da posizionare nel nostro orto. 15 Percorsi
Fai da te NON SOLO PER MANGIARE… “Nella nostra società per parafrasare Gertrude Stein, un tavolo è un tavolo (…). Per i bambini i tavoli sono delle cavità con un tetto. Se i bambini Tiberia Gadaleta, Alfina Gullotto, avessero il potere, con molta probabilità si Simona Vigoni mangerebbe dentro la capanna, sotto il tavolo”. (Sclavi, 2003) È vero, a volte dovremmo uscire dagli schemi, metterci nei panni dei bambini e cominciare a pensare con la loro testa. Lo diceva sempre, tanti, tanti anni fa, Giulia Marchioli, pedagogista, grande insegnante di vita e non solo di mestiere: “I nidi hanno mutuato molte delle loro pratiche dalla scuo- la dell’infanzia, ereditando anche la scomoda modalità delle attività cosiddette a tavolino, eppure una buona scuola e ancor di più un buon nido, si misura dal numero di tavoli pre- senti nelle sezioni: il minor numero possibile!” Ecco allora tre proposte dove i tavoli si tra- sformano in punti di appoggio costruttivi e creativi. Il tavolo degli incastri L’idea di costruire il “tavolo degli incastri” è nata osservando il gioco dei bambini dai 15 ai 24 mesi: mettere dentro, tirar fuori dalle scatole e guardare dentro per vedere l’oggetto inserito e ripetere l’azione. Ma perché tanto interesse? “Una spiegazione di questo comportamento è che attraverso l’azione di mettere una cosa dentro l’altra si viene a creare una nuova entità, costituita da un oggetto combinato (…), esplo- rando e manipolando questa nuova entità, il bambino fa esperienza delle proprietà di forma Percorsi 16
e di dimensione degli in posizione eretta. oggetti (le relazioni tra Tutto il materiale per più piccolo e più gran- la costruzione del de, tra contenente e gioco può essere contenuto).”1 acquistato nei nego- Dopo attente consi- zi di bricolage,o nei derazioni e riflessioni, negozi che vendono l’équipe ha pensato anche mobili semplici di agevolare e soste- da montare dove con nere queste azioni un pizzico di fortuna si spontanee median- può trovare una cas- te la costruzione di settiera senza la parte un gioco che so- posteriore e se stenesse la togliamo i cas- loro voglia setti e capovol- di esplora- giamo il mo- zione e sco- bile, possiamo perta e che adattarlo benis- permettesse simo al nostro azioni di tipo obiettivo! combinatorio, Nella parte su- come sceglie- periore sono re l’oggetto, stati fatti, con prenderlo e in- il seghetto al- filarlo. ternativo, dei Il “tavolo de- fori di diverse gli incastri” è forme e gran- composto da dezza, corri- un bordo (par- spondenti alla te superiore, grandezza e inferiore e le alla stessa parti laterali) in forma degli legno, mentre oggetti da inserire, messi a disposizione dei nella parte anteriore e posteriore è stato fissa- bambini, in ceste in vimini, accanto al tavolo. to un foglio di plexiglas. L’utilizzo del plexiglas Nello specifico sono stati fatti: non è stato casuale, ma è stato appositamente • due fori a forma di cerchio, dove inserire le scelto perché è un materiale resistente e so- palline da tennis o quelle in plastica colo- prattutto perché permette di osservare, grazie rata; alla trasparenza, la caduta degli oggetti. Il ta- • due fori a forma di rettangolo largo 2 cm e volo è alto 45 cm e lungo 90 cm: quest’altez- lungo 14 cm, dove inserire dei cd za permette ai bimbi di compiere azioni stando • due fori quadrati di 4 cm x 4 cm , in cui in- serire mattoncini di legno 1 - Baumgartner E. (2007). Il gioco dei bambini. Carocci, • due piccoli fori a forma circolare, posizio- Roma. 17 Percorsi
nati alle estremità, dove inserire catenelle o i bimbi nelle prime operazioni di classificazione, corde, che, a differenza degli altri materiali, poiché il materiale viene riposto nelle diverse non sono predisposti nelle ceste ma sono ceste una volta terminato il gioco. fissate nelle pareti laterali. I bambini le pren- A differenza del puzzle, questo è un gioco che dono, le inseriscono per poi tirarle fuori, si presta anche a essere condiviso, nonostante corde e catenelle non cadono interamente, richieda una buona concentrazione: i bambini ma rimangono sospese, ciò incuriosisce i si osservano reciprocamente o si guardano at- bimbi che guardano attraverso il plexiglas traverso il plexiglas, ridono, provano a toccarsi. e ripetono innumerevoli volte queste azioni. I bambini utilizzano tanto e in vari momenti della Il tavolo del frottage giornata “il tavolo degli incastri”, che è sempre a loro disposizione “nell’angolo scoperta”; si di- “Tutti i tipi di materiali che potrebbero essere vertono a mettere dentro gli oggetti, osservano nel mio campo visivo: le foglie e le loro nervature, come cadono, come si mischiano all’interno, i bordi sfilacciati di un sacchetto di tela, le provano a tirarli fuori dal foro superiore ma rara- pennellate di una pittura moderna, mente ci riescono quindi provano dall’apertura un filo di una bobina, e così via” in basso a destra, che è più grande ed è stata (Max Ernst, Au-delà de la peinture, Cahiers opportunamente realizzata per tirar fuori d’Art, 1937) i giochi. I bambini vi inseriscono la mano e prendono l’oggetto appena inserito o ne scelgono un altro. Per tentativi ed errori associano la for- ma del foro a quella dell’oggetto; que- sto tavolo per alcuni aspetti ha le stes- se funzioni dei puzzle a incastro, che solitamente vengono svolti da seduti, ma le forme che presentano questi ul- timi sono spesso più complesse, col risultato che i bambini, non riuscendo a svolgerlo, trovano il gioco poco in- teressante e finiscono per lanciare i pezzi o spargerli in giro. La semplicità delle forme del tavolo (cerchio, rettan- golo e quadrato) favorisce la riuscita dell’azione, che incoraggia i bambini a ripeterla. Ogni volta sono scoperte nuove, per- ché questo gioco permette di rico- noscere le forme, discriminare il suono che fa l’oggetto quando cade, acquisire informazioni “Il frottage è una tecnica di disegno e pittura sulle proprietà dei materiali quali grandezza, basata sul principio dello sfregamento. Già co- peso, colore, consistenza, rigidità, spessore, nosciuta nell’antica Cina e nella Grecia clas- morbidezza o durezza. Il gioco inoltre sollecita sica, dove veniva utilizzata per ricavare delle copie di bassorilievi su carta di riso o perga- Percorsi 18
mena, venne riscoperta in epoca moderna dall’artista tedesco Max Ernst” (wikipedia- frottage) Frottage significa strofinare, ricalcare, “sfruttare” le parti in rilievo dei materiali per ottenerne “l’impronta”. Il materiale viene posto sotto a un foglio che viene “sfrega- to” con un pastello a cera: il risultato che si ottiene è l’apparizione di una rappre- sentazione del materiale sottostante. E’ possibile proporre l’attività del frotta- ge a bambini dai due anni in poi, aven- do cura di presentare materiali fissati a qualcosa. Per i bambini piccoli, quindi, si può co- struire il tavolo del frottage con un foglio grande attaccato con lo scotch. E’ possibile far comparire la texture solo col colore a cera, meglio se è tondo e grande o se messo in oriz- zontale, in tal modo apparirà chiara la forma riprodotta. È un gioco divertente perché è un po’ magico. Materiale utilizzato per la costruzione: • Tavolo rettangolare o quadrato di misura 1.50x80 cm • Colla vinilica • Spago • Tovaglietta all’americana con ricamo in bambù o in stoffa plastificata fortemente in rilievo • Terriccio • Bottoni • Piastrelle per mosaici • Suolette per scarpe • Materiale vario di recupero al tatto in rilievo (ad esempio, retine) • Fissativo • Carta vetrata • Riga • Matita • Pastelloni a cera 19 Percorsi
Per iniziare la costruzione di un tavolo da frotta- priori dove incollare i vari pezzi seguendo un ge è necessario recuperare un tavolo. percorso segnato ben preciso. Ideale sarebbe quello utilizzato per il pranzo del L’uso di questo tavolo potrebbe essere desti- bambino al nido, ma un tavolino basso va co- nato anche a un percorso sensoriale per i più munque bene. piccoli. Di solito i tavoli presentano una superficie lu- Vengono offerti, infatti, non solo forme diverse, cida se trattati, occorre allora passare in su- ma anche materiali che hanno una consisten- perficie la cartavetrata per far aderire meglio le za, una temperatura, un colore diverso. Gom- colle. ma, plastica, piastrelle, spago, legno… Prima di attaccare ogni tipo di materiale si de- Con un po’ di fantasia e pazienza il tavolo del vono prendere le misure degli oggetti e riporta- frottage è pronto per l’uso! re con riga e matita sul foglio. Pertanto il tavolo è stato diviso in sezioni piuttosto ampie tanto Il tavolo delle costruzioni da permettere di posizionare un foglio grande durante il gioco del frottage. Creare un pannello/tavolo utilizzando i matton- La colla vinilica è ideale per attaccare i materia- cini grandi per le costruzioni (come i Lego Du- li, purché venga stesa bene e uniformemen- te, posando un peso sul materiale attaccato e attendendo l’incollatura anche per un giorno. E’ possibile attaccare lo spago fa- cendolo girare con attenzione per formare onde, girandole, righe.., come appare in foto. Una volta incol- lato è bene anche in questo caso ri- porre un peso per farlo aderire bene. Attaccare il terriccio risulta un lavoro più lungo. Il terriccio deve essere pu- lito, dunque setacciato se è il caso. Dopo va mischiato in un piatto con colla e fissativo. Una volta omoge- neo, va spalmato sul tavolo con una spatola non in maniera uniforme ma creando delle onde. Il tempo di asciu- gature è di oltre 24 ore se necessario. E’ molto semplice creare un tavolo di frottage, purché si rispettino i tempi di asciugatura di ogni materiale. plo) è cosa molto semplice, ma bisogna essere precisi sin dall’inizio; infatti a garantire la riusci- Il secondo tavolo del frottage presenta un’ar- ta sono le misure precise di tutto! monia anche nei colori. Bottoni e piastrelline di Occorrente per la costruzione: mosaico sono state incollate seguendo il con- torno delle scarpe. Pertanto è bene sapere a • 1 pannello/tavolino di legno Percorsi 20
• mattoncini grandi Qual è il segreto per le costruzioni di una buona in- in gran quantità (è collatura? indifferente il colore Prima di incol- e la dimensione) lare provate • collaprene o bostik a toccare en- per plastica (per ri- trambe le parti vestire un tavolino da incollare: tipo Ikea va bene quando non anche il silicone) appiccicano • cartavetrata più sulle dita • riga e matita è l’ora esatta Se si usano pannelli è per procede- necessario passare leg- re! germente la cartavetrata Questi pan- per far aderire me- nelli sono glio la colla. molto semplici, sia nella costruzione, Come s’incollano sia nel prodotto i mattoncini di du- finale e soprat- plo? tutto sono molto Per incollare i du- amati dai bambi- plo al legno è ni. necessario pro- I bambini metto- curarsi una spa- no insieme pezzo tolina per sten- per pezzo, uno dere la colla e sull’altro o uno ac- una pezzuola canto all’altro… per pulirsi all’oc- Il piano orizzontale correnza. permette a due o La colla va te- più bambini insie- nuta sempre me di costruire. Alle col beccuccio volte si collabora, verso l’alto: altre volte si entra in questo tipo conflitto. In entram- di colle sono molto liquide e sporchevoli. bi i casi è la tavola Con la spatola bisogna stendere la “prima fila” colorata e invitante a favorire le relazioni di colla in corrispondenza con la prima fila di tra coetanei! Attenzione e concentrazione si duplo, prestando attenzione a non sprecare potenziano rispetto all’utilizzo di un semplice duplo e a contare precedentemente quanti ne angolo dove generalmente il bidone delle co- sono necessari per ogni fila. struzioni viene “rovesciato” e proposto. La colla va messa anche sui duplo. E’ impor- “Si dice che Einstein a tre anni ancora non sa- tante aspettare i minuti indicati sul foglio di pesse parlare: preferiva comunicare con i cubi istruzioni della colla. Di solito sono 5. per le costruzioni” (Bettelheim). 21 Percorsi
Feste insieme LABORATORIO NATALIZIO: UN’ESPERIENZA CONDIVISA Conservare lo spirito dell'infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di Sara Manzoni, conoscere, il piacere di capire, pedagogista la voglia di comunicare. I (Bruno Munari, 1986) l linguaggio tattile è la prima forma di comunicazione del bambino, è un linguaggio di conoscenza, esperienza, amore e curiosità: il bambino coglie la realtà che lo circonda mettendosi in contatto con le cose. Se comprendiamo l'importanza di questo linguaggio, dobbiamo essere consa- pevoli anche del contesto che creiamo per il bambino. Il bambino è spinto da una curiosità innata, una spinta a conoscere, toccare e fare “suo”. Importantissime quindi sono tutte le esperien- ze che gli regalano sensazioni di questo tipo, dove la vista è solo uno degli aspetti coinvolti nella sua scoperta e nella quale le mani diven- tano occhi della mente, le emozioni e sensa- zioni che ne derivano diventano il “cervello” del suo sviluppo. Il bambino che può godere dell'esperienza stimola il suo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo: tutti i materiali allora diventano at- tori della sua conoscenza e lui è il protagoni- sta di ogni trama che racconta. La condivisione di queste esperienze anche con i genitori è importante. L'ambiente del nido può offrire un contesto adeguato per farlo: grazie alla predisposizione di materiali nuovi, diversi, luci, ombre e sorprese l’edu- catrice crea occasioni nelle quali il bambino con la sua famiglia possa assaporare nuo- Relazioni 22
ve esperienze, solleticare le nuove competenze, farle proprie e godere del gioco condiviso. Proprio l’e- sperienza ludica – che spesso di- mentichiamo con l’età adulta – è la cornice che consente all’adul- to di sintonizzarsi col vissuto del bambino: entrare nel mondo dei piccoli, giocare con loro, lasciar- si entusiasmare e meravigliare dalle scoperte, senza filtri, senza pensare, ma solo apprezzando il momento condiviso. Un'occasione dove può essere possibile questa magia è la spe- rimentazione di un laboratorio natalizio: un ambiente creato appositamente per favorire questo gene- re di esperienza con i bambini e con i genitori. dove i genitori si mettono i panni Un contesto dove tutto può succedere, dove dei bambini, dove il tempo non esiste ma esiste l'atmosfera del Natale è condivisa ed è vissuta l’adesso, insieme, con il cuore. Così com’è il dal punto di vista del bambino. In un contesto Natale. 23 Relazioni
Infogenitori Educare03 - www.educare03.it STA ARRIVANDO BABBO NATALE! Antonio di Pietro, pedagogista ludico Molto spesso capita che un bambino piccolo pianga nel trovarsi di fronte a Babbo Natale. Babbo Natale viene presentato sempre con molta enfasi e, quando si incontra (nei negozi, per strada...), attiva “particolari” comportamenti degli adulti, soprattutto se vogliono fare foto o video. Un bambino potrebbe piangere perché quello strano modo di agire di genitori, parenti, persone care, può essere inteso come un segnale d'allarme. Babbo Natale parla con una voce particolare, ha un volto poco visibile, è vestito in modo inusuale. Un bambino potrebbe piangere perché può impaurirsi verso ciò che non è familiare. Babbo Natale è un personaggio che vive nell'immaginario. Un bambino potrebbe piangere nel trovarselo di fronte in carne ed ossa. Babbo Natale è una figura misteriosa, raccontata attraverso libri, storie orali, film, cartoni animati... talvolta con una pressione che aumenta con l'avvicinarsi del 25 dicembre. Un bambino può piangere per sovraccarico emotivo. Naturalmente, non tutti piangono. Ma, piangere di fronte a Babbo Natale è più naturale di quanto si possa immaginare. Cosa fare? Accogliere il suo stato emotivo, non sminuirlo e non paragonarlo con chi non piange. Ma, soprattutto, non forzarlo a un “incontro ravvicinato”. Ricerchiamo la “giusta distanza” fra un bambino e l'uomo barbuto vestito di rosso che compare d'improvviso da un mondo incantato suscitando reazioni mai viste. 24
Letture UN LIBRO PER NATALE Il regalo di Natale Il bambino è spinto da una curiosità inna- ta, una spinta a conoscere, toccare e fare “suo”. Peter e i suoi fratelli dopo aver preparato l’albero attendono impazienti l’arrivo di Babbo Natale. Peter è talmente emozio- nato che fa fatica a prendere sonno. Un libro delicato che racconta la magia del Natale e il senso dell’attesa. Adatto a bambini di 2-3 anni. Illustrazioni di Beatrix Potter, traduzione di Chiara Carminati (Mondadori, 2017). Il Natale di Pimpa La Pimpa, ideata nel 1975 dal fumettista Altan, alle prese insieme ad Armando e ai suoi amici con il Natale ci ricorda il senso dei preparativi e l’importanza di avere gli amici con cui condividere i momenti spe- ciali. Editore Franco Panini, 2017. Babbo Natale e la notte dei sogni Dove sono finite le lettere per Babbo Na- tale? Un postino distratto le ha smarri- te…Chi aiuterà Babbo Natale a ritrovarle? Dai 3 anni di Valentina Rizzi e Francesca Carabelli ed. Gribaudo, 2016. Relazioni 25
Un libro costruito dai genitori in occasione del laboratorio natalizio organizzato dal Nido O Questo libro tattile è stato ispirato a “La stellina viaggiante” (Tafuri J., 2007). Una stellina che ama viaggiare un giorno si ritrova catapultata sulla terra, ma l’atterraggio non sarà dei più morbidi. “Questa storia sollecita le capacità musicali visto che nel testo sono presenti interventi cantati che stimolano la partecipazione dei bambini” (Nardi M.T., La relazione sonora, La Scuola Brescia, 2009) Relazioni 26
Approfondimenti L’AUTISMO Barbara Lucchini, dottoressa in Scienze dell’educazione e in Psicologia N el 1943 Leo Kanner individuò per primo in I deficit di linguaggio, non essendo universali undici bambini incapacità di comunicare e nell’autismo, non sono più considerati parte della socializzare ipotizzando l’esistenza di una sintomatologia della sindrome autistica. sindrome e definendo il quadro autismus infan- L’autismo è definito un “disturbo dello sviluppo” tum. Kanner aveva descritto alcune caratteristi- che interessa la persona nell’intero suo essere che comuni che sono state in parte anticipato- coinvolgendo aspetti comportamentali, emotivi, rie, come il disinteresse verso il mondo sociale, i comunicativi, relazionali e cognitivi. Rispetto a una problemi di comunicazione, la preferenza verso il patologia definita in termini di “disturbo mentale” mondo inanimato, la resistenza al cambiamento e che implica che spesso il primo trattamento sia la presenza di interessi ristretti e ripetitivi, e in parte di tipo psichiatrico, la definizione di disturbo dello disconfermate come l’appartenenza a categorie sviluppo evidenzia come nei Disturbi dello Spettro socioeconomiche elevate, le buone potenzialità dell’Autismo sia invece prioritario un intervento di cognitive, la spiegazione del “ritiro” come una di- tipo educativo (Peeters, 1998). fesa dal mondo esterno. Non esiste ancora una risposta in grado di spie- Nell’attuale e quinta edizione del DSM (Manuale gare le cause dell’autismo e quindi di prevenirlo Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) per indicandone la cura. Vi sono oggi diverse interpre- la classificazione della sindrome autistica si sosti- tazioni che spaziano da origini biologiche (es. ori- tuisce la dicitura Disturbi Pervasivi dello Sviluppo gini genetiche) a correlati neurobiologici (es. basi (del precedente DSM IV) con quella di Disturbi neurali). Sono state superate e disconfermate al- dello Spettro dell’Autismo1 evidenziando così la cune ipotesi iniziali, come la concezione di origi- grande variabilità individuale e le diverse sfuma- ne psicogenetica, secondo cui il comportamento ture presenti nella sindrome. I sintomi non sono freddo e distaccato della madre nei primi mesi di più definiti all’interno di una triade, ma in due ca- vita del bambino poteva portare a un progressi- tegorie: va chiusura del piccolo nei confronti del mondo • deficit persistente della comunicazione sociale esterno. e dell’interazione sociale in molteplici contesti Nonostante l’idea di spettro faccia pensare a una e vasta gamma di caratteristiche, comportamenti, • pattern di comportamento, interessi o attività modi di pensiero e più in generale modi di essere, ristretti e ripetitivi, con uno specificatore di gra- è possibile identificare della caratteristiche comuni vità in tre livelli (lieve-moderato-grave). (comunicative, emotive e comportamentali). Il deficit nell’ambito della comunicazione è uno 1 Nel 1981, Lorna Wing, diede una sistematica descri- dei criteri diagnostici essenziali. Tra le caratteristi- zione del disturbo e fece rientrare l’autismo in quello che l’autrice definì autistic continuum o Autistic Spectrum Di- che comunicative e sociali si trovano in primo luo- sorders, ovvero Disturbi dello Spettro Autistico. go le difficoltà nella reciprocità socio-emotiva: diffi- 27 Sguardi
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