Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One

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Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
Bleeding  Edge,   un  “Hero
Arena” con stile da vendere
in esclusiva per Pc e Xbox
One
Con Bleeding Edge i ragazzi di Ninja Theory provano ad
allontanarsi dal seminato, percorrendo la strada del brawler
multiplayer online. Microsoft, essendo il gioco in esclusiva
su Xbox One e Pc, ci ha gentilmente fornito un codice per
testare il videogame e nelle prossime righe vi esporremo la
nostra analisi. Ma che cos’è questo Bleeding Edge? Il titolo
non è assolutamente un FPS. Non è un battle arena, ma nemmeno
un MOBA in terza persona. La produzione può essere definita
come un “hero arena” in cui il combattimento a muso duro
diventa l’unico vero protagonista sul palcoscenico. Scontri
quattro contro quattro, due modalità di gioco, tre classi e
undici eroi: sono questi gli ingredienti alla base di Bleeding
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
Edge, ingredienti che lo rendono un uragano di azione al
cardiopalma fatto di rapide partite dalle quali diventa sempre
più difficile staccarsi. Fra combo di fendenti rigorosamente
in corpo a corpo, schivate, parry e contrattacchi fulminei,
l’unico momento per riprender fiato è il breve intervallo di
tempo che separa la morte dal respawn, mentre ciascuna
sconfitta, per quanto amara, insegna nuove importanti lezioni.
Ma cosa rende questo titolo così diverso dai generi sopra
citati? Bleeding Edge è diverso da tutti grazie alla
diversificazione delle meccaniche di gioco: come già
accennato, gli eroi sono suddivisi in tre categorie,
offensivi, tank e supporto, ognuno dei quali con quattro
abilità utilizzabili (3 più la classica ultimate che si attiva
a tempo), la schivata e la possibilità di sfruttare un
hoverboard per muoversi più velocemente per la mappa. Altra
novità è caratterizzata dallo stile del combattimento vero e
proprio. Si gioca 4vs4, attualmente in due modalità, Dominio e
Celle Energetiche. Nel primo caso bisogna conquistare delle
zone di controllo a tempo e ottenere più punti degli
avversari, ovviamente anche le uccisioni accumulano punti.
Nella seconda modalità, invece, basterà raccogliere le celle
energetiche sparse per la mappa e consegnarle in specifici
luoghi, facendo attenzione a non venire uccisi per non perdere
le stesse celle ottenute.

Ma come si gioca? Ogni eroe presente nell’Officina mette sul
piatto una combo base che può essere una scarica di pugni, un
turbine di lame o una sventagliata di pallottole, assieme a
tre immancabili abilità con tempi di “cooldown”, attacchi da
sfruttare con parsimonia per sterminare gli avversari più
duri. Prendiamo per esempio il ninja Daemon: oltre a disporre
della fidata nodachi con cui affettare le sue prede, può
scattare rapidamente per chiudere il gap, lanciare manciate di
shuriken dalla distanza e, addirittura, diventare
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
completamente invisibile per svariati secondi. Giocando
solamente in 4vs4 è chiaro che bisogna necessariamente
ragionare su come suddividersi. Giocare di squadra è
fondamentale e pretendere di vincere con tre o quattro
personaggi offensivi senza un curatore equivale ad andare
incontro a morte certa, così come sperare di giocarsela per
conto proprio. Il team deve quindi collaborare, muoversi in
sintonia e comunicare. In breve in Bleeding Edge non si vince
se non si gioca insieme e se non si scelgono personaggi in
grado di lavorare in maniera sinergica. Le pure meccaniche di
combattimento sono molto divertimenti e soddisfacenti, anche
se abbiamo constatato qualche piccolo problema di
bilanciamento con alcuni eroi e abilità, dovute anche a una
nuova caratteristica, le mod. Ogni personaggio può infatti
disporre di tre slot mod da inserire, queste possono essere
“fabbricate” con gli appositi punti e permettono di dare dei
vantaggi sul danno, la vitalità o su alcune abilità. Anche se
è molto probabile che uscirà una build meta per ognuno, è
comunque positivo che ci sia la possibilità di cambiare lo
stile di combattimento. In ogni caso, la sostanza non manca, e
il potenziale per crescere e fare bene in prospettiva
sembrerebbe esserci tutto. Il problema sta tuttavia nella
forma con cui Bleeding Edge si è presentato sul mercato: con
appena due modalità, undici eroi e soltanto cinque mappe
disponibili, la quantità di contenuti al lancio appare
oggettivamente risicata. Allo stato attuale, Bleeding Edge
sembra essere una scommessa affascinante, ma forse anche un
filo azzardata da parte di Ninja Theory. Ancora una volta agli
sviluppatori inglesi non sono mancati né il coraggio né
tantomeno l’apprezzabile voglia di uscire fuori dagli schemi,
osando proporre qualcosa di sorprendentemente lontano dai loro
canoni: il risultato è uno strano picchiaduro online a squadre
con sfumature da MOBA, che se da un lato si distingue per il
carattere piacevolmente sopra le righe e per un’appagante
profondità di gameplay, dall’altro denota manifesti limiti di
contenuti e una certa immaturità nello sviluppo.
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
Ad ogni modo il potenziale a Bleeding Edge non sembra di
certo mancare, e anzi si intravedono comunque le basi per
qualcosa di incoraggiante: resta da vedere quale sarà il
supporto al titolo nel medio/lungo periodo, l’unico fattore
effettivamente in grado di trasformare quella che oggi è una
promessa con tanta personalità in un’esclusiva davvero degna
di nota. A livello stilistico Bleeding Edge è invece
assolutamente insuperabile, potrebbe essere definito a tutti
gli effetti un videogioco punk: sono punk i personaggi, come
il musicista metal Nidhoggr, che si fa largo menando fendenti
di chitarra elettrica, o l’assassino messicano El Bastardo,
che si getta nella mischia accompagnato dal baffo a manubrio e
da un paio di machete. È punk l’ambientazione, un mondo in cui
innesti cibernetici e skateboard volanti hanno raggiunto il
mass-market, dando vita allo spietato Fight Club di Bleeding
Edge. È punk anche il gameplay, che rifugge gli schemi più
affermati per tentare un percorso ancora inesplorato. Insomma
Bleeding Edge è un gioco che trasuda Punk e “tamarraggine” da
tutti i pixel. Tirando le somme, l’ultima fatica di Ninja
Theory è un’opera stilisticamente inattaccabile, un
concentrato di intrattenimento da cui diventa difficile
staccarsi, ma purtroppo è un prodotto che se non verrà
supportato a dovere, potrebbe rischiare di essere sopraffatto
da altri titoli simili. In ogni caso, se si ha voglia di
provare qualcosa di nuovo, decisamente folle e che possa
essere giocato specialmente in gruppo, Bleeding Edge è un
prodotto che non va assolutamente lasciato scappare.

GIUDIZIO GLOBALE

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Facebook, Zuckerberg ferma
gli eventi “fisici” fino a
metà 2021
Facebook cancella fino a giugno 2021 tutti gli eventi “fisici”
programmati che prevedono la presenza in uno stesso luogo di
più di 50 persone. Lo ha scritto il Ceo del popolare social
network Mark Zuckerberg in un post in cui ha spiegato anche
che il social sta “rallentando” i piani di ritorno dei
dipendenti negli uffici, “per dare priorità all’aiutare il
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
resto della nostra comunità e l’economia locale”. Tra gli
eventi sospesi, ha reso noto Facebook, ci sono anche gli
appuntamenti locali che erano stati programmati in
sostituzione della F8, la conferenza degli sviluppatori della
compagnia, già annullata nelle scorse settimane. Altri eventi
in calendario si svolgeranno online. La mossa segue quella di
Microsoft, che ha reso online tutti i suoi eventi fino a
luglio 2021. Sul telelavoro, partendo dal presupposto che la
maggior parte dei dipendenti di Facebok può lavorare da casa
molto più facilmente rispetto ad altre persone, Zuckerberg ha
detto che i suoi impiegati useranno lo smart working “almeno
fino alla fine di maggio”. Chi avrà necessità di farlo, ad
esempio per accudire i figli, potrà lavorare da casa per tutta
l’estate. A entrare prima in ufficio – ha aggiunto –
potrebbero essere alcuni ingegneri e i dipendenti che si
occupano di esaminare i contenuti pubblicati sul social per
contrastare il terrorismo e prevenire suicidi o
autolesionismo, per i quali il telelavoro è più complicato.
Giugno 2021 è una data molto lontana ma la scelta forte di
Facebook potrebbe fare da apripista a ulteriori aziende. Un
incoraggiamento quindi a lavorare da casa e ad evitare
assembramenti che possano mettere a rischio la salute di
tutti. Probabilmente gli eventi tech dal vivo diminuiranno
drasticamente anche nel periodo “post-coronavirus” favorendo
l’e-Commerce, gli eventi in live streaming e le presentazioni
virtuali.

F.P.L.
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
Yu-Gi-Oh!    Legacy  of  the
Duelist: Link Evolution è su
Pc e console
Yu-Gi-Oh! Legacy of the Duelist: Link Evolution è senza ombra
di dubbio il videogame della saga in assoluto più completo,
con la possibilità, all’interno della sua compagna principale,
di ripercorrere gli eventi di tutte e sei le serie (Yu-Gi-Oh!,
GX, 5D’s, ZEXAL, ARC-V e VRAINS) contando su tutte le
rispettive regole, carte da gioco e, dunque, su un database
impressionante di circa diecimila card giocabili. Disponibile
già su Switch (è stata un’esclusiva temporale ndr.) e
finalmente adesso anche su PS4, Xbox One e PC, Yu-Gi-Oh!
Legacy of the Duelist: Link Evolution mette a disposizione
quindi un numero incredibile di ore di gioco per tutti gli
appassionati del brand che si vogliono godere in maniera
assolutamente completa le mille sfaccettature del famoso card
game. A livello di gameplay, l’esperienza di gioco si rivela
essere assolutamente profonda e immersiva, il titolo infatti
offre una campagna che funge da fulcro della produzione.
Questa si compone di un quantitativo notevole di duelli che
non soltanto permettono di rivivere alcune delle sfide più
significative dei vari archi narrativi, ma sono anche
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
essenziali per sbloccare nuove carte e per accumulare moneta
di gioco. Tale valuta è spendibile in un apposito negozio,
tramite il quale potrete acquistare le buste di carte
suddivise per ciascun eroe, ed iniziare a dare sfogo alla
compulsione da collezionismo e fantasia nell’ideare vari tipi
di deck. Come se il piatto non fosse già piuttosto ricco in
termini quantitativi, esiste po la possibilità di rigiocare
tutti gli scontri nella prospettiva inversa, impersonando il
villain o il nemico di turno. Questo non soltanto impenna
vertiginosamente la longevità della campagna, che richiederà
decine di ore per ottenere il 100% di completamento, ma
consente anche di sperimentare nuovi mazzi e sbloccare nuovi
eroi da sfidare nuovamente in una modalità apposita.

Come accennavamo, ogni parte della campagna di Yu-Gi-Oh!
Legacy of the Duelist: Link Evolution ha una funzione ben
precisa, infatti ciascuna delle sei serie, servirà a sbloccare
carte sempre diverse, seguendo anche l’introduzione delle
nuove meccaniche come evocazioni Synchro e Pendulum che il
gioco non mancherà mai di introdurre con tutorial esaustivi,
qualora non si conoscano già. Le regole ovviamente sono quelle
ufficiali del card game, che valgono anche nei tornei: 8000
punti vita ed una sola evocazione normale di creatura per
turno, con anche tutte le limitazioni che investono gli
utilizzi ed il numero di determinate. L’intelligenza
artificiale nel complesso ci ha convinto, infatti la
difficoltà degli scontri è sempre coerente con il tipo di
avversario che bisogna affrontare. Alcune delle sfide, specie
le ultime di ciascuna delle campagne, si riveleranno
discretamente impegnative, con avversari dai mazzi
estremamente sinergici e sempre pronti a fare la mossa giusta.
La modalità multigiocatore presente in Yu-Gi-Oh! Legacy of the
Duelist: Link Evolution consente di lanciarsi in sfide contro
altri player, utilizzando i propri mazzi per partite
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
classificate e non. Così come, a completare il menu delle
modalità in aggiunta alle sfide che danno la possibilità di
duellare nuovamente e liberamente con tutti i personaggi
sbloccati, c’è il Battle Pack. Si tratta di incontri casuali
che metteranno i giocatori in condizioni particolari di sfida.
In Gioco Sigillato, ad esempio, il proprio mazzo sarà
assemblato casualmente con 10 pacchetti contenenti 5 carte
ciascuno, mentre in Gioco Draft si potranno pescare un massimo
di 45 carte in 3 turni di gioco. Nella sezione Modifica Deck,
per concludere il repertorio, si ha accesso a tutte le carte
sbloccate, e si potranno cercare, filtrare ed organizzare le
carte sbloccate in maniera snella per comporre e salvare
quanti più mazzi si vuole. Insomma di carne a cuocere ce n’è
davvero moltissima.

A livello di fluidità il gioco si difende egregiamente, con un
framerate stabile privo di qualsivoglia incertezza: ma
purtroppo ci si trova anche dinanzi a un’architettura tecnica
piuttosto scarna che finisce per macchiare quella che nel
complesso è una buona produzione. Inspiegabile ad esempio la
totale assenza di modelli 3d delle carte mostro, presenti già
12 anni fa su titoli per Nintendo DS. I pochi e brevi filmati
che vengono riprodotti in seguito all’evocazione di mostri
iconici mettono a nudo l’arretratezza del comparto tecnico,
inadeguato purtroppo ai tempi di oggi. In ogni caso, Yu-Gi-Oh!
Legacy of the Duelist: Link Evolution, trattandosi
fondamentalmente di un card game riesce comunque a divertire e
a “simulare” quanto si vede nell’anime. Tirando le somme,
possiamo dire che il videogame dedicato al card game di Yu-Gi-
Oh! è una produzione dedicata ai fan più irriducibili della
serie. Se da un lato l’ottima longevità, unita a una
completissima antologia di tutti gli archi narrativi della
serie e di tutte le carte realizzate in oltre ventitré anni,
mostrano una cura ineccepibile verso il materiale originale,
Bleeding Edge, un "Hero Arena" con stile da vendere in esclusiva per Pc e Xbox One
dall’altro lato una costante superficialità, ed evidente
pigrizia nella realizzazione grafica mina quella che poteva
essere l’esperienza definitiva a livello videoludico. In ogni
caso, il titolo è un ottimo mezzo per avvicinarsi al gioco di
carte, ma anche una fantastica opportunità di collezionare
virtualmente tutte le carte e passare ore ed ore a sfidare
amici ed altri appassionati online.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 8

Longevità: 8,5

Gameplay: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
AirPods X Generation, cuffie
personalizzabili nel futuro
di Apple
Apple vuole conquistare il mondo delle cuffie e non si
accontenta del successo degli ormai popolarissimi auricolari
AirPods. Il colosso di Cupertino, infatti, sarebbe pronto a
espandere il proprio business portando sul mercato, entro
l’anno, un paio di cuffie con il marchio della Mela. La nuova
indiscrezione in questo senso arriva da Bloomberg. Apple vende
già le cuffie a marchio Beats, azienda acquisita da Cupertino
nel 2014. Ma il nuovo prodotto, che potrebbe chiamarsi AirPods
X Generation, sarebbe diverso. La particolarità risiederebbe
nella possibilità di personalizzare le cuffie cambiando alcune
componenti:     padiglioni    auricolari    e   archetto    si
attaccherebbero magneticamente al telaio del prodotto. Sempre
stando alle indiscrezioni, Apple sarebbe al lavoro su una
versione più ricercata e confortevole in pelle e una più
leggera e tecnica, pensata per l’attività fisica. La filosofia
ricorda quella dell’Apple Watch, a cui collegare un cinturino
sportivo in gomma o uno più elegante in pelle o in acciaio. Le
cuffie di Apple, di cui si parla dal 2018, si collocano nella
fascia alta del mercato, dove competeranno con prodotti di
aziende come Bose e Sony. A bordo ci sarebbe la tecnologia già
vista sugli AirPods: il chip H1 e l’assistente vocale Siri. Se
le indiscrezioni di Bloomberg dovessero rivelarsi vere, il
colosso di Cupertino potrebbe quindi lanciare sul mercato un
prodotto di gran qualità, che farà tendenza e che potrebbe
piazzarsi fra i dispositivi più affidabili di questo settore.
Non resta altro che aspettare e tenere le dita incrociate.

F.P.L.
Doom Eternal, il re                              degli
sparatutto è tornato
Doom Eternal arriva finalmente su Xbox One, Ps4 e Pc. Fan di
vecchia data e le nuove generazioni di gamers possono
finalmente mettere le
mani sul nuovo capitolo del titolo che ha dato vita al genere
sparatutto in
prima persona nel lontano 1993. Dopo il rilancio in pompa
magna di Doom,
avvenuto quattro anni fa, Id Software è tornata sul glorioso
franchise per dare
seguito al successo raccolto dal riuscito reboot, rendendo
ancora più brutale
un sistema di gioco che appariva già estremo e aggressivo. Se
Doom era una carica
senza freni nelle viscere dell’inferno, Doom Eternal è un
treno in fiamme lanciato
a tutta velocità che sfreccia contro un pianetta fatto di
esplosivi. Esagerato,
frenetico, brillantemente violento e galvanizzante, questo
seguito dimostra
quanto il genere stesso si sia spinto verso nuove vette di
eccellenza,
superando in ogni aspetto il validissimo prequel di quattro
anni fa. Doom
Eternal è ambientato otto mesi dopo il capitolo precedente,
con le forze
demoniache che hanno ormai conquistato oltre la metà del
pianeta Terra e hanno
quasi del tutto soggiogato la specie umana. Per tentare di
invertire la
tendenza, ripristinare gli equilibri e scacciare l’orda
impazzita di demoni, il
Doom Slayer ritorna col compito di colpire il cuore
dell’inferno, sgominando e
uccidendo i tre gran sacerdoti. Benché da Doom Eternal, come
generalmente da
ogni Doom, non ci si aspettasse chissà quali qualità
narrative, bisogna dire
che anche da questo punto di vista ci sono stati degli
importanti passi in
avanti. La storia rimane però il punto più debole della
produzione, soprattutto
considerando quanto la serie non riesca ancora a distaccarsi
dai grandi cliché
che si porta dietro fin dagli albori. Doom Eternal,
oltretutto, fa l’errore di
condensare tutte le informazioni più importanti nella fase
finale, gettandovi
letteralmente addosso una discreta quantità di file di testo
che pongono la
lente d’ingrandimento sugli elementi più rilevanti. Uno dei
pregi della nuova
produzione Id Software è che fa evolvere il concept basico del
reboot
estremizzandone la frenesia, la tecnica, la precisione dei
comandi richiesta e
la qualità globale, inserendo meccaniche che spingono il
giocatore alla pura
esaltazione dei sensi. In un tripudio di esplosioni, massacri
spietati, tempeste
di frattaglie e sangue, e un continuo carnaio di demoni capace
di far
impallidire i concetti stessi di morte e genocidio, Doom
Eternal diventa il
nuovo termine di paragone per gli FPS con impostazione
“vecchia scuola”. A tal
proposito, la maggiore velocità di movimento del Doom Slayer e
dei nemici,
assieme alla possibilità di eseguire un doppio scatto, amplia
notevolmente la
mobilità globale, finalizzata a manovre il più possibile
rapide e con ristretti
margini di errore. Tutto questo esalta un gameplay già ben
rodato che diventa
una vera e propria gioia per chi sta dinanzi lo schermo.

Approfondendo proprio il lato gameplay, molto interessante è
il sistema di progressione del personaggio. Scegliere
opportunamente in cosa
specializzarsi progredendo nella storia farà la differenza in
molteplici
occasioni, anche se una volta giunti alle fasi finali il
personaggio avrà raggiunto
comunque il massimo delle      sue   potenzialità,   a   patto
naturalmente che si giochi
con lo scopo di ricercare tutti i potenziamenti. Per quanto
riguarda invece l’evoluzione
delle armi, nel corso delle missioni ci sono dei piccoli droni
nascosti che
portano con sé delle mod di potenziamento. Una volta trovati,
sta al giocatore
scegliere per quale arma e quale potenziamento sbloccare.
Questi sono di
diversa natura, come un mirino di precisione per il fucile
pesante, che lo
trasforma in un fucile da cecchino quando si mira, o una mod
per il fucile a
pompa che gli permette di sparare delle piccole granate.
Alcune di queste
modifiche consentono di abbattere rapidamente dei nemici
specifici: con il
fucile a pompa si potrà ad esempio sparare delle granate in
bocca ai “Cacodemoni”
ed eseguire subito un’uccisione epica, oppure utilizzare il
fucile pesante e la
modifica di precisione per distruggere più semplicemente gli
armamenti in
nemici come il Mancubus o il Revenant. Oltre a ciò, ogni mod
si può
ulteriormente potenziare utilizzando i punti battaglia,
ottenibili uccidendo
nemici e completando delle sfide particolari durante le
missioni. Quando anche
tutti i potenziamenti di una data mod saranno sbloccati, si
avrà accesso a una
sfida maestria, che richiederà di eseguire più volte una
precisa azione e che
sbloccherà così un ultimo bonus per quella modifica.
Immancabile la classica
motosega, compagna del Doom Slayer da sempre e perfetta per
squarciare i
demoni. Per quanto riguarda l’armatura la gestione è più
semplice. Sempre
durante le missioni si possono trovare dei gettoni armatura,
che si possono
spendere nell’apposito menù per comprare dei potenziamenti,
raggruppati in
cinque categorie:   ambiente,   fondamentali,   lanciafiamme,
granate a
frammentazione e bombe congelanti. Sebbene queste abilità
siano meno impattanti
delle modifiche delle armi, riescono comunque a fornire un
significativo
supporto negli scontri. Ci sono poi i cristalli delle
sentinelle, anch’essi
nascosti, che servono a potenziare le statistiche quali la
salute, la corazza o
il numero massimo di munizioni trasportabili. Sbloccando i
potenzialmente in
coppie precise, si possono ottenere ulteriori bonus che
potenziano il nostro
personaggio e che migliorano il Getto Infuocato e il Pugno di
Sangue, un’altra
novità di Doom Eternal, che consiste in un pugno potenziato in
grado di
danneggiare tutti i nemici nelle vicinanze o di spaccare
rapidamente le corazze
di nemici pesanti come il Cybermancubus. Le rune infine, in
tutto nove,
rappresentano un ulteriore sussidio al giocatore migliorandone
alcune abilità o
aggiungendone di nuove. Consentono ad esempio di eseguire le
uccisioni epiche
più rapidamente, generare salute dalle uccisioni con il Pugno
di Sangue o
sopravvivere occasionalmente a un colpo mortale. Esse non
avranno bisogno di
alcun potenziamento e se ne possono equipaggiare fino a un
massimo di tre. Il
titolo, durante la nostra prova si è dimostrato un prodotto
adatto anche a quei
giocatori che cercano una vera e propria sfida, infatti,
aumentando la
difficoltà, Doom Eternal    si   rivela   davvero   proibitivo,
toccando picchi di
estremizzazione in cui anche agendo pressoché alla perfezione
si può finire per
essere sopraffatti in pochi istanti. Non bastassero già i
demoni introdotti nel
reboot, nel titolo fanno il loro debutto avversari come il
doom hunter, bestione
coriaceo e in grado di muoversi con grande rapidità su un
carrello a ruote, e
il razziatore, un nemico che vi ossessionerà e vi farà urlare
di rabbia poiché
vulnerabile solo durante brevi finestre in cui sta per
attaccare.
Doom Eternal si fregia anche di una divertente modalità
multigiocatore,
chiamata Battle Mode. Questa coinvolge gli utenti in intensi
scontri uno contro
due, schierando il DOOM Slayer contro una coppia di abomini
demoniaci. Uno
scontro solo apparentemente impari, dato che il Marine può
contare su una
resilienza di base ben maggiore rispetto a quella dei suoi
avversari, sostenuta
dalle nuove meccaniche di “caccia alle risorse” inserite da id
Software nella ricetta ludica di questo nuovo capitolo della
saga. Meccaniche
di autosostentamento valorizzate da un arsenale al gran
completo, comprensivo
di tutti i moduli secondari disponibili per ciascuna delle
bocche da fuoco.
Dall’altra parte della barricata, ognuno dei cinque demoni
inclusi nella
selezione iniziale è    dotato   di   specifiche   capacità   di
movimento, attacco e
difesa, in sostanza quelle viste all’opera sui campi di
battaglia della
campagna principale. Ogni partita si svolge al meglio dei 5
round in arene di
dimensioni contenute, caratterizzate da un design intelligente
che offre a
entrambi gli schieramenti una buona gamma di opportunità
tattiche per il
raggiungimento di un unico obiettivo: annientare il nemico.
Per ottenere la
vittoria è dunque necessario mantenersi in continuo movimento,
cercando di
sfruttare al meglio le caratteristiche dello scenario
(teletrasporti,
piattaforme di salto, barriere, ecc.) e utilizzando ogni pezzo
d’armamentario
per infliggere danni ai avversari, senza dimenticare di trarre
il massimo dalle
nuove routine “puzzle combat” di Doom Eternal per mantenere
salute e
armatura a livelli ottimali. In giro per la mappa non
mancheranno infatti
demoni minori da convertire brutalmente in risorse per la
sopravvivenza dello
Slayer, che dovrà inoltre gestire saggiamente i suoi sforzi
bellici per
soddisfare senza sforzo una condizione chiave per il suo
trionfo: entrambi i
contendenti dovranno morire entro un massimo di 20 secondi
l’uno dall’altro,
onde evitare che quello abbattuto ritorni in vita (con metà
della salute). Il
modo migliore per raggiungere lo scopo è quindi dosare in
maniera assennata il
danno inflitto a ognuno dei demoni, al fine di ridurre al
minimo i tempi tra
un’uccisione e la successiva, e conquistare così la vittoria
del round. Dinamiche
che, esattamente come avviene nella modalità principale,
richiedono abilità,
sangue freddo e grande     consapevolezza   situazionale,   da
sfruttare per comporre
alla velocità della luce strategie con un buon equilibrio tra
rischio ed
efficacia offensiva. Sul fronte opposto, la priorità numero
uno è mantenere un
ottimo controllo del terreno di scontro, in modo da ostacolare
la corsa del
nemico con ogni mezzo possibile, costringendolo a incassare
più colpi di quanto
non sia in grado di sopportare. A questo scopo, oltre al
proprio assortimento
di poteri unici, ogni demone può infatti scegliere tra due set
di azioni
tattiche, con abilità che permettono di evocare sul campo di
battaglia alleati,
creare pericoli ambientali aggiuntivi, o attivare vantaggi di
vario genere. Tutte
queste build includono inoltre un comando che impedisce al
Doomguy di
raccogliere risorse aggiuntive per 3 secondi, ottimo per
limitare le facoltà
rigenerative del nemico in vista del colpo fatale. Va da sé
che ciascuna di
queste capacità ha tempi di cooldown coerenti con la sua
efficacia, comprese
quelle che compongono la dotazione principale dei cinque
demoni. Insomma, una
modalità semplice, frenetica, ma nello stesso tempo densa di
meccaniche
profonde e interessanti.

Per quanto riguarda la grafica, nonostante a livello
estetico la versione di riferimento sia senza alcun dubbio
quella PC, nella sua
versione console Doom Eternal non se la cava affatto male.
Abbiamo provato il
gioco su Xbox One X, dove con i suoi 60 fotogrammi al secondo,
fissi, ha saputo
mantenere alto il ritmo dell’azione, senza nemmeno un calo
riscontrato nelle
sedici ore circa richieste per completare la campagna. Durata
che tra l’altro
aumenta leggermente se si vuole puntare a un completamento al
100%. In ogni
caso l’attuale generazione di console invece si difende
particolarmente bene.
Su PS4 Pro e Xbox One X il gioco è riprodotto a 60 fps
praticamente granitici e
in upscaling in 4K. PS4 Pro spinge fino a 1440p (per poi
upscalare), mentre
Xbox One X addirittura a 1800p. Su PS4 classica il gioco gira
a 1080p a 60 fps,
mentre Xbox One e One S a 900p (upscalato fino a 1080p) sempre
a 60 fps. Tutte
le versioni, tranne quella per Xbox One classica, supportano
anche l’HDR. Tutto
questo elenco per dire che anche stavolta Bethesda ha svolto
un gran bel lavoro
per quanto riguarda il port per console. Sessanta fps per un
gioco del genere
sono veramente il minimo sindacale, e non era poi così
scontato visto
l’utilizzo di un nuovo motore grafico, l’id Tech 7, ancora più
ricco di effetti.
All’ultimo posto, ma non per importanza, parliamo del comparto
sonoro. Al di la
del sound design di armi, ambienti e nemici che funziona
egregiamente, è la
colonna sonora a meritare il maggior elogio. Se si è amanti
del metal sarà
difficile non apprezzare ciò che id Software ha portato in
Doom Eternal, tracce
sonore davvero esaltanti che galvanizzano non di poco tutti i
vari
combattimenti. Mick Gordon, compositore ufficiale, è riuscito
nell’intento di
portare l’essenza del brand in versione musicale. Un vero e
proprio piacere per
le orecchie di chi gioca. Tirando le somme Doom Eternal è un
vero è proprio
capolavoro. Difficilmente era possibile far meglio. Il gioco
id Software e
Bethesda convince e stupisce dall’inizio alla fine, offrendo
al giocatore
decine di ore di massacri continui, evolvendo il precedente
capitolo in un prodotto
praticamente quasi perfetto, dove gameplay, level design,
colonna sonora si
uniscono in un connubio qualitativo sorprendente. Doom Eternal
è un’autentica
esperienza d’intrattenimento che punta tutto sull’azione
cruda, violenta,
frenetica e semplicemente esagerata che il gioco mette
davanti, facendo
immergere i giocatori in uno stile anni 90 evoluto e mai
veramente dimenticato.
Il re degli FPS è tornato, lunga vita al re.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 10

Gameplay: 9,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise
Xiaomi   Mi  10,  il   nuovo
smartphone di fascia alta
arriva in tre versioni
Xiaomi ha svelato, via Facebook, un’ampia gamma di nuovi
prodotti, fra smartphone e altri dispositivi “intelligenti”,
che saranno destinati
anche al mercato tricolore. Gli smartphone sono i modelli Mi
10, Mi 10 Pro e Mi
10 Lite 5G, posizionati tutti nella fascia alta o altissima
del mercato; gli
altri dispositivi sono 2 router, un purificatore d’aria, un
paio di cuffie
wireless e soprattutto la Mi Tv 4S 65”, uno dei televisori che
Il Secolo XIX
aveva visto in anteprima a novembre 2019. Per quanto riguarda
i telefonini: il
Mi 10 e il Mi 10 Pro sono caratterizzati da un design 3d curvo
davanti e
dietro, con bordi lisci e sagomati, entrambi con Gorilla Glass
5 sulla parte
anteriore e posteriore. Per tutti e due, il display è un
amoled curvo
“edge-to-edge” da 6.67 pollici a 90Hz e il processore è lo
“Snapdragon 865 5G”
di Qualcomm, con velocità di clock sino a 2,84 Ghz; differisce
leggermente la
capacità della batteria: 4500 mAh per il Mi 10 Pro e 4780 per
il Mi 10. Quanto
al comparto fotografico, tutti e due gli smartphone hanno il
sensore da 108
megapixel che aveva debuttato sul Mi Note 10, cui il Mi 10 Pro
abbina due
teleobiettivi e una lente ultra-grandangolare e Mi 10 abbina
una lente
ultra-grandangolare e altri due obiettivi, di cui uno “macro”.
Viste le
caratteristiche da dispositivi di fascia alta, i prezzi non
sono esattamente convenienti
e segnano l’avvicinamento del marchio Xiaomi alla fatidica
“quota 1000” (euro):
a partire dal 7 aprile, il Mi 10 Pro è disponibile in Italia
in bianco o grigio
al prezzo di 999,99 euro (versione 8-256); il Mi 10, in verde
o grigio, si può
avere nelle versioni 8-128 oppure 8-256, rispettivamente al
prezzo di 799,99
oppure 899,99 euro. L’azienda cinese ha fatto sapere che le
vendite di entrambi
partiranno online su Xiaomi Italia e su Mi Store Italia, oltre
che su Amazon e
sui siti delle principali catene di distribuzione;
successivamente, saranno
presenti anche in tutti i negozi presenti sul territorio
italiano. Chi deciderà
di pre-ordinare online i dispositivi (sino al 6 aprile) avrà
in regalo le nuove
cuffie Mi True Wireless Earphones 2 con l’acquisto di un Mi 10
e il Mi Smart
Sensor Set (l’avevamo provato qui) con Mi 10 Pro. Fra gli
altri prodotti
presentati dall’azienda asiatica, entro fine giugno sarà
disponibile in Italia
la Mi Tv 4S 65”, un televisore smart con tecnologia 4k e
Hdr10+, con già
installate app come Netflix, YouTube e Prime Video e altre
scaricabili dal Play
Store di Google. L’apparecchio costerà 649,99 euro, ma nella
prima settimana di
commercializzazione basterà aggiungerne altri 50 per portarsi
a casa anche un
“pacco regalo” con dentro il nuovo Mi Air Purifier 3H, il
router Mi AIoT AC2350
e il Mi Led Smart Bulb.

F.P.L.
Warlords of New York,                                 The
Division 2 si espande
Warlords of New York è la nuova espansione che amplia
l’universo di The Division 2 (qui potete leggere la nostra
recensione). Quello che serviva alla produzione Ubisoft, dopo
aver vagato nel nord-est americano, era un nuovo punto
d’approdo e un po’ d’ordine nell’organizzazione delle
attività. Soprattutto, serviva un motivo concreto per
rispondere alla chiamata della Divisione ancora una volta e
nuova linfa vitale a un end-game non proprio brillante.
Warlords of New York prova a rispondere a tutti questi
bisogni, e lo fa giocandosi una carta importante, quello del
ritorno a casa, perché Manhattan, per tutti gli agenti,
rappresenta l’inizio del viaggio in quanto, per chi non lo
sapesse, la Grande Mela è stato il teatro degli scontri
vissuti nel primissimo capitolo della serie The Division. In
questa versione 2.0 di New York, la neve ha lasciato spazio
all’erba incolta, a un’infinità di depositi di rifiuti
abbandonati a margine delle strade che accompagnano ogni
pattugliamento lungo le vie della metropoli. La città nella
versione proposta da Warlords of New York è bella da vedere,
bellissima da vivere, ma soprattutto mantiene un fascino
innegabile forse figlio dei ricordi dei primi momenti di The
Division, eppure dopo pochi minuti si capisce che le
sensazioni non sono eredità del passato, ma emblema del
presente. La conformazione topografica cittadina permette di
giocare con l’illuminazione tra i palazzi, con i riflessi tra
i resti delle macchine oppure con i rumori tra un vicolo e
l’altro di qualche gruppo di nemici. Nella sua desolazione,
New York è viva, piena di personalità più di quanta ne avesse
Washington nella sua immensa storia e cultura tra musei e
monumenti. Tra un raggio di sole e l’altro però, New York
mostra il suo lato tetro, putrido, marcio: i Rikers e i
Purificatori presidiano le zone e le passeggiate innevate del
primo capitolo hanno lasciato il passo a momenti concitati
ricchi d’azione. New York è casa certo, ma una casa che è
stata abbandonata da tempo e che non è più la stessa di prima.

Il pretesto di un nuovo inizio a Manhattan è dunque il modo
perfetto per introdurre indistintamente tra novizi e veterani
il nuovo sistema
di endgame e di sviluppo narrativo che da qui al futuro
condurrà gli anni di
supporto del titolo. L’ambientazione è però anche fulcro della
narrativa di
Warlords of New York, la città è infatti divisa in quattro
zone differenti,
ognuna dedicata a un agente rogue (i Warlords appunto) che
bisognerà prima
scovare e poi affrontare in una caccia all’uomo che condurrà i
giocatori nelle
braccia del caro e vecchio Aaron Keener. Il capitolo finale
della trama legata
a Aaron Keener è gestito in maniera sapiente proprio grazie
alle possibilità
offerte da New York e dai suoi quartieri così caratteristici.
Ogni Warlords ha
poi una peculiarità ben definita che sfrutta appieno
all’interno di uno
scenario ad hoc e riesce a creare diversi momenti memorabili.
Purtroppo però,
questi frangenti risultano localizzati solo nella parte finale
di ogni sezione
con gli agenti traditori, ovvero le missioni che conducono
agli scontri. Ogni
fase preliminare, invece, soffre di una certa mancanza di
pathos che purtroppo
in titoli di questo genere può sopraggiungere. Dopo aver
provato e ultimato
Warlords of New York, quello che possiamo dire è che la storia
gode di una
trama pensata in maniera sapiente nei suoi punti chiave, ma
che sì perde ogni
tanto nella messa in pratica, a causa di un sistema, quello
dei documenti
narrativi in-game, che ad oggi è forse troppo frastagliato e
poco intuitivo.
Gli approfondimenti sulle figure dei Warlords ci sono, ma
potranno risultare ai
giocatori meno attenti e più “frettolosi” più un’aggiunta
opzionale e
completamente di contorno essendo legata alle registrazioni e
agli ECHO. A
trarre vantaggio da questa situazione è proprio la figura di
Keener che ad oggi
forse è una delle meglio riuscite di tutto il franchise di The
Division. Per
quanto riguarda la giocabilità vera e propria, il Level Cap è
stato
incrementato di dieci punti e dunque la campagna da circa otto
ore permetterà
di passare dal livello 30 al livello 40 senza difficoltà, sia
che si scelga di
portar dietro il proprio personaggio, sia che si decida di
iniziare
direttamente la nuova campagna con un personaggio predefinito
che partirà dal
livello 30. La trama ha poi l’obiettivo di far conquistare
quattro nuove
abilità, ottenibili ovviamente dai quattro Warlords. Queste
abilità, di cui non
parleremo per evitare spoiler, vanno a inserirsi pienamente
nella rivalutazione
dell’ecosistema di loot e di progressione che adesso permette
una maggiore
varietà in termini di specializzazioni. La progressione dal
livello 30 al
livello 40 risulta invariata, si guadagna EXP, si cerca loot
di rarità ed
efficacia sempre maggiore e si raggiunge il cap. Qui però
tutto cambia e i
giocatori possono decidere di concentrarsi su diversi aspetti
scegliendo dunque
tra build finalmente efficaci grazie ad armi e armature scelte
al fine di
massimizzare le statistiche e abilità elevate a livelli di
danno al nemico.

Chiaramente, in tutto questo resta presente la superiore
supremazia dell’equipaggiamento esotico, ma ovviamente si
tratta di eccezioni
elitarie da inserire in un contesto che ora assume un contorno
strategico
decisamente più marcato. Infine i livelli SHADE, introdotti in
maniera
intelligente e contestualizzata, servono da ulteriore mezzo di
specializzazione
visto che permetteranno di spendere ulteriori punti extra per
potenziare le
abilità e dare una profondità maggiore alle specializzazioni.
Un’altra novità lanciata
con Warlords of New York è l’introduzione di eventi stagionali
con una
progressione free (che fornisce armi ed armature di alto
livello) e una a
pagamento (principalmente skins e casse di materiali), modello
questo assai
simile a quello implementato da Destiny 2 o Modern Warfare.
Ogni evento
stagionale è legato ad una serie di nuovi bersagli da
eliminare (nessuno
spoiler, non preoccupatevi). Questi obbiettivi non saranno
tutti disponibili da
subito ma subiranno una rotazione settimanale, per tenere
incollati i giocatori
su Division 2. Tirando le somme, Warlords of New York è
un’espansione
incredibile, dal punto di vista concettuale, tecnico e
narrativo. La completa
ristrutturazione delle meccaniche del gioco, le nuove aree e
in generale il
senso di realismo che colpisce il giocatore come un raggio di
sole a mezzo
giorno in pieno agosto, rendono questo titolo il miglior
looter shooter in
circolazione. Se avete amato The Division 2, ma anche se vi ha
lasciato
perplessi, quest’espansione merita di essere giocata in quanto
eleva il titolo
verso nuovi standard, migliorandolo sotto diversi aspetti e
arricchendo la
trama con personaggi interessanti e spunti intelligenti.
Insomma, il dlc del
videogame targato Ubisoft è un vero e proprio spettacolo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise
Huawei   P40,   la   linea
smartphone  dell’era  post
Google
Huawei sbarca su YouTube per mostrare la sua linea di
smartphone P40, primo vero banco di prova dell’era post
Google: senza app e
servizi della compagnia californiana, a causa del bando
imposto
dall’amministrazione Trump, ma con la piattaforma alternativa
Huawei Mobile
Services e un suo negozio di applicazioni, in rapida crescita.
Durante l’evento
online sono stati svelati i nuovi top di gamma P40, P40 Pro e
P40 Pro+, che
compongono la linea di nuovi smartphone insieme al più
economico P40 Lite
lanciato due settimane fa. Ma i telefoni non sono l’unica
novità: sotto i
riflettori finiscono anche lo smartwatch GT2e, uno smart
speaker (ma solo per
la Cina), gli occhiali smart “Gentle Monster”. E, sul fronte
software, un assistente virtuale chiamato Celia, il servizio
di musica in
streaming Huawei Music con 50 milioni di brani, analogo anche
nel prezzo
dell’abbonamento a Spotify, Apple Music e gli altri, e Huawei
Video che punta a
far concorrenza a Netflix & co. Tornando agli smartphone, i
P40 come da
tradizione scommettono sul comparto fotografico e video. Il
dispositivo è
infatti stato sviluppato con la tedesca Leica, e sulla forte
integrazione di
hardware e software, entrambi “fatti in casa”. I telefoni sono
tutti
5G, poggiano sul processore Kirin 990 e si basano sulla
versione open source di
Android 10, con il negozio di applicazioni App Gallery. Il
modello più
esclusivo è il P40 Pro+, con schermo Oled da 6,58 pollici,
scocca in ceramica
bianca o nera e comparto fotografico incentrato sul sensore
Ultra Vision da 50
megapixel, coadiuvato da un ultra grandangolare da 40 mp, un
sensore Tof e due
teleobiettivi, con zoom ottico 3X e un 10X che porta lo zoom
digitale fino a
100X.     Doppia fotocamera frontale da
32 e 2 mp. All’interno 8 GB di Ram e 512 GB di memoria
interna. Prezzo e data
di lancio italiana verranno comunicati nelle prossime
settimane. P40 e P40 Pro,
in vetro, saranno invece in preordine fino al 6 aprile. Il P40
Pro è da 6,58
pollici, ha la stessa fotocamera anteriore del fratello
maggiore, e sul retro
lo stesso sensore da 50 mp e lo stesso grandangolare da 40 mp,
cui si
aggiungono un teleobiettivo da 12 mp (5X) e un Tof. Con 8 GB
di Ram e 256 GB di
memoria, ha un listino di 1.050 euro e porta in regalo il
Watch GT2. Il P40 ha
schermo da 6,1 pollici e monta sul retro una tripla
fotocamera: al sensore da
50 mp si affianca il grandangolo da 16 mp e un teleobiettivo
da 8 mp (3X). Le
fotocamere anteriori sono analoghe al Pro, così come Ram e
memoria. Il prezzo
scende a 800 euro.

F.P.L.
Call of Duty Modern Warfare,
arriva Warzone, la battle
royale free to play
Call   of   Duty   Modern   Warfare:   Warzone   è   una   nuova,
rivoluzionaria esperienza gratuita per tutti. Per poter
giocare, infatti, non sarà necessario acquistare una copia
completa del titolo (qui la nostra recensione), ma basterà
scaricare dallo store il grosso file (quasi 100 giga) e il
gioco è fatto. L’update è disponibile in tutto il mondo su
PlayStation 4, Xbox One e PC. Ma che cos’è Warzone? Semplice,
è un’esperienza battle royale del tutto inedita in cui fino a
150 giocatori possono fare squadra con i propri amici e
scendere nella città immaginaria di Verdansk, un’enorme arena
di combattimento online ricca di azione e divertimento senza
fine. Al lancio, i giocatori si uniranno e combatteranno in
trio in due epiche modalità: una nuova versione della celebre
Battle Royale survival con modalità di gioco nuove e
innovative e una nuovissima modalità originale chiamata
Malloppo, dove le squadre si sfidano per raccogliere più
denaro nella partita.

Come appena accennato, nella modalità Battle Royale presente
nel pacchetto “Warzone”, ci si dovrà lanciare nell’enorme
mondo di Verdansk con
150 giocatori divisi in squadre da tre e combatti per essere
l’ultimo
sopravvissuto in un colossale scontro a fuoco. In questa
modalità di gioco, i players
di tutti i livelli e con tutti gli stili di gioco troveranno
nuovi modi di
giocare ed essere premiati nella modalità sopravvivenza. I
players possono inoltre
raccogliere denaro     durante   il   gioco   per   acquistare
equipaggiamenti,
potenziamenti da campo, serie di uccisioni o gettoni per
resuscitare i compagni
di squadra caduti, presso le stazioni di acquisto situate in
tutta la mappa per
cambiare il corso della guerra. Le squadre possono accettare
contratti,
intraprendere mini-missioni opzionali durante la partita
situate in tutta la
mappa che offrono ricompense epiche al loro completamento, tra
cui un bottino
raro, denaro nel gioco, PE e PE Armi per aiutare la squadra ad
avere la meglio
sulla concorrenza. Se si cade in una partita, non significa
che si è fuori dai
giochi. Nella Battle Royale di Warzone, ci sono diversi modi
in cui i giocatori
possono tornare sul campo di battaglia: Il Gulag è un modo
tutto nuovo di
guadagnare una seconda possibilità di sopravvivenza nella
Battle Royale. Dopo
essere stati eliminati, i giocatori verranno portati nel Gulag
per affrontare
un altro giocatore caduto in uno scontro a fuoco in cui il
vincitore avrà una
possibilità di tornare nuovamente nella partita. Inoltre, i
giocatori possono
guadagnare denaro sufficiente nel gioco per acquistare un kit
per tornare in
vita guarendo sé stessi dopo essere stati abbattuti da un
avversario. I
giocatori possono anche riportare in vita i compagni di
squadra caduti
guadagnando abbastanza denaro durante la partita in modo da
acquistare un
riscatto per un membro del team nelle stazioni di acquisto
sparse sulla mappa.

Warzone presenta anche la nuovissima modalità di combattimento
su larga scala Malloppo, in cui la libertà e la varietà di
gameplay della
Battle Royale incontra l’azione frenetica di Call of Duty. In
Malloppo, le
squadre si lanciano in una gara ricca di azione per
raccogliere quanto più
denaro possibile nel gioco, facendo razzia dele casse di
rifornimento,
eliminando gli avversari, completando i contratti o
controllando le posizioni
fondamentali dei depositi di contanti in tutta la mappa. Ogni
giocatore riceve
respawn illimitati, i propri loadout personali, le serie di
uccisioni e altro
ancora, mentre utilizzano strategie di squadra multiple per
proteggere e
accrescere la propria raccolta di denaro nel gioco. Esistono
diversi modi di
ottenere la vittoria, creando un’infinità di momenti epici e
adottando approcci
creativi per vincere questa gara sul campo di battaglia. Call
of Duty: Warzone
supporta il crossplay e presenta una progressione unificata in
Call of Duty:
Modern Warfare. Per i giocatori che possiedono già la versione
completa di
Modern Warfare, tutti i contenuti già guadagnati – inclusi gli
oggetti del
Battle Pass, Operatori, armi e oggetti di personalizzazione –
verranno
trasferiti su Warzone e tutti gli avanzamenti guadagnati in
questa nuova
modalità di gioco verranno conteggiati nella progressione
complessiva di Modern
Warfare. Per i giocatori che non possiedono la versione
completa di Modern
Warfare, tutti i progressi e gli oggetti che guadagnati in
Warzone saranno
ricompensati nel titolo, nel caso in cui decidessero di
acquistarlo. La nuova
battle royale condivide lo stesso negozio di oggetti e il
sistema Battle Pass
di Modern Warfare che include un nuovo operatore, armi,
progetti armi, skin
operatore, gettoni XP e molto altro. Il sistema Battle Pass
consente ai
giocatori di sbloccare due nuove armi funzionali gratuite,
fino a 300 punti
COD, schede telefoniche e molto altro semplicemente giocando.
Coloro che
vogliono portare il loro gioco a un livello completamente
nuovo possono
acquistare il Battle Pass della seconda stagione per 1.000
punti Call of Duty
per avere accesso e sbloccare fino a 100 livelli di nuovi
contenuti, con lo
sblocco immediato dell’iconico operatore delle forze speciali,
il tenente Simon
“Ghost” Riley. Anche il Defender Pack di Call of Duty
Endowment
(C.O.D.E.) è tornato nel Call of Duty Store per un periodo di
tempo limitato e
comprende undici oggetti digitali nel gioco, tra cui la
variante estetica della
pistola Defender, una mimetica per armi e un orologio. Il 100%
dei proventi
netti di Activision ricevuti dal Pack va direttamente alla
Call of Duty
Endowment, un’organizzazione no profit che aiuta i veterani
negli Stati Uniti e
nel Regno Unito a trovare lavori civili di alta qualità.

Francesco Pellegrino Lise
Bayonetta e Vanquish su Xbox
One e PS4 in 4K e 60 fps
Bayonetta e Vanquish rappresentano per la maggior parte degli
appassionati di videogiochi due fra i titoli di maggior
successo dello studio giapponese Platinum Games. La Strega di
Umbra e il cyber-soldato della Darpa Sam Gideon, d’altronde,
incarnano in sé la quintessenza dello stile del team di
sviluppo nipponico, fatto di esagerazione, frenesia,
virtuosismo e azione a tutto spiano. Quindi, proprio per
festeggiare il decimo anniversario di queste due produzioni di
culto, SEGA ha distribuito per PS4 e Xbox One un fantastico
bundle che contiene al suo interno entrambe le opere in
versione rimasterizzata a 60 fps, ad un prezzo ridotto di
39,99 euro: un’occasione praticamente imperdibile per scoprire
o rigiocare al meglio due tra gli action game più iconici
della passata generazione, rinvigoriti sul piano tecnico e
pronti a risplendere sulle console di attuale generazione. Con
un port dignitoso, che svolge adeguatamente il suo compito,
Bayonetta e Vanquish 10th Anniversary Bundle resta una
collezione che si rivolge prevalentemente ai neofiti, i quali
si preparano per la prima volta a combattere schiere angeliche
a suon di tacchi appuntiti o crivellare ammassi di ferraglia
futuristica. Il titolo però è anche rivolto a tutto quel
pubblico di nostalgici che sognavano di rivedere questi
capolavori riadattati per le console di attuale generazione.
Prima di passare alla descrizione dei titoli, ricordiamo che i
titoli sono acquistabili in bundle sia in edizione fisica che
in edizione digitale, ma sono acquistabili anche singolarmente
sullo store Xbox e PlayStation.

Per quanto riguarda Bayonetta, la strega nata dalla geniale
mente
di Hideki Kamiya e del suo team rappresenta ancora oggi un
vero e proprio punto
di riferimento per lo stylish action. Il genere nato proprio
dallo stesso
autore giapponese con Devil May Cry era stato in grado di
raggiungere, con
Bayonetta, un definitivo stato di grazia. Purtroppo la
versione PlayStation 3
soffriva di una quantità di problemi tecnici che ne avevano
affossato la
percezione da parte dell’utenza, senza per questo rovinarne la
reputazione
acquisita col tempo anche e soprattutto grazie alla versione
Xbox 360, decisamente
migliore della controparte. Il primo capitolo della saga
racconta il risveglio
e il ritorno alla ribalta della strega che dà il nome al
gioco, capace com’è di
combattere in maniera spettacolare e di aggiungere alle
proprie abilità corpo a
corpo anche quattro pistole, due in pugno e due montate sui
tacchi degli
stivali. La campagna, divisa nelle solite iconiche missioni,
si conclude in una
dozzina di ore senza troppi picchi narrativi, ma con quel
gusto per il trash
che è sempre stato prerogativa del genere fin dagli albori.
Nonostante la
facciata volutamente eccessiva e poco approfondita,
l’immaginario di Bayonetta
risulta comunque più interessante e ricercato di quanto non ci
si possa
attendere da un titolo del genere, grazie anche
all’approfondimento
dell’universo avvenuto successivamente con il secondo
capitolo, quest’ultimo
però esclusiva di Nintendo su Wii U e Switch. Dal punto di
vista della
giocabilità, la ciliegina sulla torta di un sistema action già
rodato negli
anni lo si riscontra nel cosiddetto Witch Time: una tecnica
praticata dalle
streghe di Umbra e utile a rallentare il tempo intorno a loro.
Nella fruizione
del gameplay questo elemento non fa che aggiungere un piano
importantissimo
alla sequenza di combo: la schivata. Riuscire ad utilizzare
questa tecnica al
momento giusto comporta appunto il rallentamento del tempo per
i nemici e non
per la bela protagonista, dettaglio che permette di cambiare
totalmente le
sorti della battaglia. Attivare il Witch Time significa
ottenere il tempo di
assestare più colpi, di combattere agilmente più nemici
insieme e anche di
attivare una serie di quick time event che diventano il fiore
all’occhiello di
boss fight tra le più ispirate del decennio. La scelta di
inserire questa
meccanica è ciò che ha reso Bayonetta il capolavoro che è
ancora oggi, capace
di non soffrire minimamente del passaggio del tempo.
Padroneggiare gli stili,
le diverse combinazioni di armi da fuoco e il Witch Time,
significa arrivare
all’espressione massima del gameplay del gioco, spingendo i
giocatori a voler completare
ogni incontro senza essere mai colpiti. A venire incontro al
giocatore per
quanto concerne la soddisfazione personale ci pensano i soliti
punteggi tanto
cari ai giochi di Platinum Games. Ogni sezione è infatti
divisa in
“versetti” alla fine dei quali viene assegnato un punteggio
che è una
media dei valori raggiunti nel corso del segmento stesso. Dal
punto di vista
tecnico, su Xbox One X e su PS4 Pro il gioco si comporta
egregiamente,
mantenendo granitici i 60fps già visto qualche anno fa su PC e
facendo dimenticare
con piacere il passato a tutti gli utenti Sony. Difficile
attendersi un titolo incredibilmente
perfetto dal punto di vista della conta poligonale, ma le
forme della bella
Bayonetta sono ancora tutte al loro posto e a distanza di
molti anni sono
ancora in grado di mandare in visibilio il pubblico maschile.

Parlando di Vanquish invece, anche in questo caso il
risultato è di ottima fattura. Originariamente pubblicato nel
2010 su
Playstation 3 e Xbox 360, questo bizzarro e adrenalinico
sparatutto propose la
classica formula marchio distintivo di PlatinumGames, ma
traslata in un
universo dove, a differenza delle altre produzioni, i
proiettili si aggiungono
all’equazione. La possibilità di scivolare a velocità
supersonica in qualsiasi
momento, sparando contemporaneamente centinaia di proiettili,
è qualcosa che
ogni amante dei film d’azione non osava nemmeno sognare, e che
rende adrenaliniche
praticamente tutte le sequenze d’azione del gioco, che,
difatti, aumenta a
dismisura i ritmi e, come conseguenza, si spegne molto prima
di tanti altri
titoli Platinum, assestandosi poco oltre le sei ore di durata
complessiva.
Tuttavia, quelle sei ore sembreranno sei secoli, e non solo
perché anche qui,
immancabile, c’è un sistema che piega il tempo ai bisogni del
giocatore: Vanquish
è un mix di azione incessante, esagerato come pochi ma
altrettanto tecnico,
capace di frustrare per l’alto livello di difficoltà di certe
boss fight, ma
anche di regalare soddisfazioni senza pari a coloro che gli
dedicheranno il
tempo dovuto per comprenderne a pieno i favolosi meccanismi.
Oltre a questo gli
sviluppatori inserirono anche una serie di quick time events
mai troppo
invasivi, la possibilità di ripararsi dietro protezioni
improvvisate, un
intelligente sistema di upgrade delle armi, e la possibilità
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