FermInforma Il giornalino della scuola secondaria - Anno scolastico 2017-2018 - Istituto Comprensivo "Enrico Fermi"

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FermInforma Il giornalino della scuola secondaria - Anno scolastico 2017-2018 - Istituto Comprensivo "Enrico Fermi"
FermInforma
Il giornalino della scuola secondaria
      Anno scolastico 2017-2018
FermInforma Il giornalino della scuola secondaria - Anno scolastico 2017-2018 - Istituto Comprensivo "Enrico Fermi"
LA NOSTRA REDAZIONE

1^A: Diuof Fambaye, Diouf Sagar, Kaur Jashandip, Laaouaatni Achraf,
Ndiyae Madane, Singh Nehal.

2^A: Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Gojnea Luiza Camelia,
Hallulli Edlira, Thind Harkunwarbeer Singh, Singh Harmanpreet.

3^A: Alì Kuram, Nirmine Dirane, Simran Kaur, Denis Olaru.

2^B: Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

3^B: Georgescu Denis, Legdah Ahmed, Reka Raul, Salama Ayman.

1^C: Ouajil Bilal, Ouardouni Dina, Sinani Ledjo, Xu Lu.

2 ^C: El Yadini Walid, Hasa Noemi, Meghras Fatima, Mihalache Mara,
Moujahid Yousra, Ndiaye Talla, Ndoye Aminata.

1^D: Aouni Ilias, Ardi Nada, Chiboub Anas, Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria,
Todorovic Nemanja, Xu Ke.

2^D: Chiboub Fedwa, Latifi Yassir, Olaru Adina, Salhi Ilyas, Sandhu
Prabjot.

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VIVERE “INSIEME”
           Diouf Fambaye, Diouf Sagar, Kaur Jashandip, Laaouatni Achraf,
                         Ndiaye Mame Madame, Singh Nehal.

Oggi si è discusso di convivenza civile, consapevolezza di sé, rispetto delle diversità
e del disagio, confronto responsabile e collaborazione, e come si fa per mettere in
pratica tali comportamenti corretti all’interno della classe e della scuola.

Dopo una profonda riflessione l’insegnante ci ha posto delle domande alle quali
noi abbiamo dato delle risposte. Alla domanda “Cosa significa per noi “rispetto”
ciascuno di noi ha risposto in maniera personale ma tutti con un unico significato e
cioè “saper guardare chi ci sta attorno e accorgersi della presenza del prossimo”.

Inoltre abbiamo risposto alla domanda “Cosa vuol dire rispettare se stessi” con
“l’accettarsi così come siamo” senza mai scoraggiarsi e con l’obiettivo costante di
migliorare la nostra personalità.

Infine all’ultima domanda era “cosa vuol dire rispettare l’altro” abbiamo risposto
dicendo che, innanzitutto, bisogna sempre accettare le differenze degli altri, che
possono essere linguistiche, del colore di pelle, culturali e sociali, e non bisogna mai
pretendere che l’altro si comporti diversamente da come è realmente.

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La lezione si è conclusa chiedendoci “scusa” l’uno con l’altro per tutte le volte che
dalla nostra bocca possono essere uscite parole offensive verso la persona che ci
sta accanto.

“Il mio ambiente scolastico preferito”, realizzato da Diouf Sagar.

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LA NOSTRA SCUOLA GRIDA NO AL
                    BULLISMO!
                     Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Gojnea Luiza Camelia,
                          Hallulli Edlira, Thind Harkunwarbeer Singh.

Lo      scorso   7   Febbraio   in     tutte   le   scuole   d’Italia   sono   stati   celebrati
contemporaneamente il “Safer Internet Day” (giornata della sicurezza in internet) e
la “Giornata Nazionale contro il bullismo”. Il motto comune era “La nostra scuola
grida No al bullismo”.
In occasione di questa giornata, anche all’interno del nostro istituto si è svolta
un’attività molto interessante che ha coinvolto tutte le classi e che ha avuto
l’obiettivo di promuovere tra noi alunni un uso più sicuro e responsabile del web e
delle nuove tecnologie. La Giornata ci ha poi fatto riflettere in generale sui
fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Per questo motivo riteniamo opportuno
sintetizzare di seguito le nostre riflessioni.

 “PENSATELA DAL LORO PUNTO DI VISTA”

Il bullismo si verifica quando una persona viene presa di mira per futili motivi; la
vittima può essere colpita fisicamente quando viene picchiata o spinta, ma può
essere colpita anche mentalmente con insulti che possono sembrare innocui, ma
dal punto di vista della vittima
sono veramente pesanti.
Ma ora parliamo del carnefice del
bullismo, ovvero il bullo: lui si copre
con mura trasparenti fatte di
rabbia, solitudine e invidia, infatti i
bulli    dopo    essere    cresciuti    si
sentono in colpa.

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Le vittime invece sono deboli di
animo e si lasciano scalfire da
insulti, una vittima può avere delle
diverse reazioni: può subire in
silenzio, restare a ricevere insulti
per anni perchè il cervello dopo
molti insulti inizia a crederci e inizia
a pensare che sia vero. Un' altra
reazione è controbattere, ovvero
fare il bullo a tua volta con le
persone più deboli, poi arriva
reazione preferita, il combattente, che lotta contro il bullismo, ne parla con
qualcuno come i genitori, i fratelli, gli amici o un professore...
Secondo le definizioni date dagli studiosi del fenomeno, uno studente è oggetto di
azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto,
ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto
deliberatamente da uno o più compagni.
Perché si possa parlare di bullismo è necessario che siano soddisfatti alcuni requisiti:
   -   i protagonisti sono sempre bambini o ragazzi, in genere in età scolare, che
       condividono lo stesso contesto, più comunemente la scuola;
   -   gli atti di prepotenza, le molestie o le aggressioni sono intenzionali, cioè sono
       messi in atto dal bullo (o dai bulli) per provocare un danno alla vittima o per
       divertimento;
   -   c’è persistenza nel tempo: le azioni dei bulli durano nel tempo, per settimane,
       mesi o anni e sono ripetute;
   -   c’è asimmetria nella relazione, cioè uno squilibrio di potere tra chi compie
       l’azione e chi la subisce, ad esempio per ragioni di età, di forza, di genere e
       per la popolarità che il bullo ha nel gruppo di suoi coetanei;
   -   la vittima non è in grado di difendersi, è isolata e ha paura di denunciare gli
       episodi di bullismo perché teme vendette.
Non si fa quindi riferimento ad un singolo atto, ma a una serie di comportamenti
portati avanti ripetutamente, all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno fa o
dice cose per avere potere su un’altra persona.

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Il bullismo bisogna combatterlo, non alimentarlo, ed è inutile dire davanti a tutti che
bisogna estinguerlo per poi andare ad insultare qualcuno, anche se leggermente.
Quindi la prossima volta che “dici brutto, balena, grasso, insultare la propria
religione o provenienza o altre parolacce pensaci bene, se te le dicessero a te cosa
faresti?”
Io con questa domanda credo di aver colpito in segno, perchè chi di voi non è mai
stato preso in giro per la provenienza, per l'aspetto fisico, per il modo di parlare o
per una tua caratteristica? Esatto, pensateci, quindi non prendete in giro gli altri, e
pensatela dal loro punto di vista.
Per quanto riguarda il cyber-bullismo, esso viene compiuto da una persona dietro
allo schermo, i cyber-bulli colpiscono soprattutto le persone che usano molto i
social, commentando, scrivendo o postando foto e commenti brutti. Certe persone
non ci danno peso, ma altre possono restarci molto male e questi comportamenti
possono portare alla depressione e al peggiori dei casi porta al suicidio.
Le modalità specifiche con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono molte.
Alcuni esempi sono:
   -   Pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network;
   -   Postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (incluse
       quelle false);
   -   Rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere
       in        imbarazzo         o
       danneggiare                la
       reputazione della vittima;
   -   Insultando o deridendo la
       vittima            attraverso
       messaggi     sul    cellulare,
       mail, social network, blog
       o altri media;
   -   Facendo minacce fisiche
       alla vittima attraverso un
       qualsiasi media.

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NOI E IL BULLISMO
                          Yassir Latifi , Adina Olaru (disegno).

Un argomento che abbiamo trattato con la prof è il Bullismo e il Cyberbullismo.
Questo argomento mi ha fatto riflettere molto e vorrei tanto dire ai bulli “smettetela
di prendervela con i più deboli di voi!” ma alla fine non ho mai il coraggio di farlo.
Anch’io ho subito atti di bullismo da ragazzi più grandi di me. Ciò che mi ha più ferito
è stato l’atteggiamento dei miei compagni di classe che invece di chiamare i
docenti o difendermi, sono rimasti a ridere. In quel momento quelle che persone
che io chiamavo amici mi sembravano solo nemici.
Durante le ore di alternativa alla religione io, Ilias, Fedwa, Adina e Prabjot abbiamo
preparato un piccolo spettacolo sul bullismo da mostrare alla nostra classe alla fine
dell’anno.

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LETTERE DI BULLISMO
          Chiboub Fedwa, Latifi Yassir, Olaru Adina, Salhi Ilyas, Sandhu Prabjot .

La professoressa ci ha proposto di leggere alcune testimonianze di ragazzi della
nostra età che hanno subito atti di bullismo e di ragazzi invece che sono stati dei
bulli. Abbiamo letto la storia di Amanda Todd che ci ha lasciato un messaggio molto
importante… Dopo le varie letture abbiamo iniziato a creare ed inventare delle
scenette in cui fosse chiaro il messaggio di denuncia di atteggiamenti spesso
scorretti tra di noi. Abbiamo pensato di costruirci su un piccolo spettacolo da
mostrare ai nostri compagni proprio per far riflettere ognuno di noi su questa
tematica. E’ importante che ognuno di noi riesca a riconoscerlo per difenderci o si
renda conto delle conseguenze a cui va incontro un adolescente come noi che
subisce atti di bullismo.

Scena 1

Adina togliendosi la maschera:
"All'inizio era diverso, ma poi è cambiato. All'inizio era un gioco divertente, una
distrazione per non pensare al presente, ma poi cambia...diventa una ragnatela e
tu sei una mosca che non riesce più a liberarsi. Il ragno non ti mangia, ti fa paura, ti
corrode dentro, ti rende vittima di te stessa. Una volta che sei sfinita il ragno ti
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attacca e ti distrugge. Il ragno è virtuale, è un social network, l'uomo stesso. Mi sono
iscritta ad Ask qualche mese fa, volevo parlare con qualcuno, conoscere gente
nuova forse, sentirmi meno sola, meno esclusa, facevo domande apparentemente
casuali, volevo sapere qualcosa in più sulla vita degli altri, volevo sapere come
fanno ad avere tanti amici, capire perché io fossi tanto sola. Non mi vergognavo di
porre domande troppo personali. Volevo sapere...e poi nessuno sa chi sei
veramente. Ma alla fine la verità viene sempre a galla.
Si, adesso sanno che sono io...e se fino a pochi giorni fa le persone mi rispondevano
ora sembra un inferno..."Cretina, imbecille, sfigata..." È questo quello che accade
adesso. A scuola ancora peggio, mi schivano, mi passano accanto senza degnarmi
di uno sguardo come se fossi gravemente malata, mi insultano umiliandomi davanti
a tutti.
E' questo quello che merito? O forse non sono all'altezza neanche di questo?

Scena 2

Yassir: Il mondo è diviso tra forti e deboli...e sono i forti a dominare il mondo. Io ho
scelto di stare dalla parte dei più forti. Anche perché l'alternativa è molto peggio.
In fondo cosa dovrei fare? Dovrei farmi escludere dal gruppo? Dovrei diventare un
debole? Uno sfigato?
Nel frattempo entrano in scena due compagni di scuola:
Ilyas: Hai visto chi c'è?
Fedwa: Quella sfigata!
Ilyas: non doveva essere allo zoo?
Fedwa: Neanche le scimmie la vogliono.
Yassir: Dai basta ragazzi! Ora state esagerando.
Ilyas: Ma che ti piace sta scema?
Yassir: No
Fedwa: Allora stai zitto che sennò puoi anche andar via.
Camminano attorno alla ragazza umiliandola e offendendola:
"Cretina, Psicopatica, Sfigata, Imbecille, Stupida, Strega..."
La ragazza si ribella e i bulli cadono per terra...
Musica di sottofondo...Prabjot inizia a fantasticare giocando con le bolle di
sapone....

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Si rialzano i ragazzi e continuano a prenderla in giro:
Fedwa: Questa è ancora qui?
Entra Adina: “Basta, smettetela!!! Non siete divertenti!!! Non fate ridere!!!”
Rivolgendosi verso Prabjot “E tu fai vedere chi sei! Reagisci! Non puoi rimanere
chiusa in te stessa per sempre! Non sei sola! Non lo sarai mai! URLA! Qualcuno ti
sentirà e ti troverà. E poi voglio dirti una cosa... tu vali, e quanto vali lo farai vedere
al mondo intero, ma solo se regisci”.
Adina prende per mano Prabjot ed escono di scena.

Scena 3

I ragazzi entrano in aula. Adina rovista negli scatoloni che sono sotto la cattedra e
rivolgendosi verso i compagni dice:
“ragazzi, venite! Guardate cosa ho trovato.”
Yassir: “Ma dai, non sono nostri, lascia stare! Non fare l’impicciona!”
Fedwa: “Cosa sono? Fammi vedere, fammi leggere”
Adina: “sono delle lettere…dai ve ne leggo una”
…Mi chiamo Giulia, ho 13 anni, vivo a Milano, studio al liceo di scienze umane,
classe prima, e sono una bulla. Sì, una di quelle che picchia, insulta, offende.
Sono una bulla e ho cominciato seguendo gli esempi degli altri. Anzi, delle altre.
Quelle che si accanivano contro di me già alle elementari. Le mie compagne
di classe. Bambine, e io più bambina di loro perché sono andata a scuola a
cinque anni. Mi guardavano male, chissà poi perché. Mi dicevano che ero
piccola perché nata nel 2004 e non nel 2003 come loro. Che ero una fallita
perché avevo l'apparecchio per i denti e pronunciavo la esse con il sibilo. Che
mi vestivo male perché non indossavo magliette e felpe di Abercrombie. Che
ero brutta perché avevo i capelli corti e ricci come un barboncino. Mi ricordo
feste di compleanno, merende di fine scuola: non ho mai ricevuto un invito.
Sempre esclusa.
“Per anni sono stata quella brutta e sfigata, poi ho deciso che ero stufa di essere
la vittima”
Poi le medie. Io di nuovo isolata, fin da subito. Ma da lì è partito il peggio. Mi
sbattevano per terra astuccio e quaderni, mi sfilavano la sedia, mi scrivevano
ingiurie sul banco. Quando hanno detto che ero la figlia di una stronza,

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insultando mia madre, non ce l'ho più fatta. Ho deciso che quella cosa non
poteva andare avanti. E ho reagito con gli stessi comportamenti che avevo
subìto per anni. Anch'io ho cominciato a sfilare dalle cartelle libri e quaderni e a
buttarli nel cestino. Anch'io ho iniziato a scrivere con i pennarelli indelebili insulti
sui banchi, a tirare cancellini e astucci, a tormentare quelle che avevano
tormentato me. Rubavo i cellulari dalle borse, i soldi dai portafogli. Non perché
avessi bisogno di denaro ma perché volevo che provassero quello che avevano
fatto provare a me.
“Sapevo che mi stavo comportando malissimo, ma non ero completamente
consapevole, ero piena di rabbia”
È successo un giorno come tanti. A lezione di pallavolo una compagna mi ha
detto che mia madre non sarebbe guarita. Che di tumore si muore. Ho
cominciato a picchiarla e più la picchiavo più pensavo che era troppo. Troppo.
Ho visto tutto nero, non mi ricordo quasi niente. Ricordo solo che avevo di fronte
un tubo di ferro e le ho spinto la testa contro. Ricordo che non mi fermavo e che
quando ho smesso di picchiarla c'era tanto sangue. Le avevo fratturato la
fronte, fatto un occhio nero. È stato tremendo ma è stata anche la mia fortuna.
Il preside ha chiamato i miei genitori e io ho finalmente parlato con loro.
Mamma e papà mi hanno rimproverato e capito e tanto aiutato.
Chi è vittima di bullismo diventa un bullo, è questo che accade. Io mi sono resa
conto di avere sbagliato. Se racconto la mia storia è perché credo sia giusto e
utile far sapere che a scuola possono succedere cose che i genitori neanche
immaginano. Ora frequento il liceo, in una classe fantastica, che ha saputo
accettarmi per come sono e non per come sembro. Com'è che ho detto? Mi
chiamo Giulia, ho 13 anni, vivo a Milano e sono una bulla. No, non è più così. Io
mi chiamo Giulia, ho 13 anni, sono una studentessa del liceo di scienze umane,
classe prima. Ero una bulla e oggi sono una ragazza felice".

Scena 4

Sentirsi soli, diversi, esclusi dalle chiacchiere tra i banchi di scuola,

sentire gli altri che ridono e che scherzano, mentre dentro ci si sente emarginati.

Questo è quello che deve sopportare un ragazzo che viene considerato diverso
dagli altri per aspetto fisico, nazionalità, carattere?
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No! Nessuno lo merita, ma purtroppo esiste e si chiama Bullismo.
Esiste la paura di essere se stessi perché si rischia di non piacere agli altri, perché
non si rispettano gli schemi della normalità. Diventano talmente stretti che a volte
ci soffocano, zittiscono la natura dell’uomo, quella natura che ci rende unici e
speciali.
Troppe prese in giro e troppe malignità sottolineate dall’ignoranza. E’ questo il
mondo in cui un ragazzo deve vivere e imparare a crescere?
Solo, stando in mezzo a tanta gente?
E così si diventa tutti uguali,
stessi vestiti, stesse abitudini,
perché abbiamo paura di essere accettati dagli altri.

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SAFER INTERNET DAY
                        Amir Alì, Amine Chafiq, Deeponkar Singh.

Il giorno 6 febbraio 2018 si è svolta l’attività Safer Internet Day rivolta ai ragazzi di
prima e seconda media. L’obiettivo di questa iniziativa è far riflettere noi ragazzi
sull’importanza di utilizzare Internet in modo consapevole. Il mondo di internet ha
tanti vantaggi ma anche tanti svantaggi, sta a noi ragazzi capire come usarlo nel
modo più giusto.

Consigli per navigare sicuri nella rete:

1. Stare attenti a proteggere le nostre
informazioni personali.

2. Usare i social network con prudenza.

3. Attenzione a non pubblicare foto e video
personali, perchè una volta nel web non sarà
più possibile controllare la loro diffusione.

4. Segnalare i contenuti non appropriati.

5. Prudenza con chi si conosce solo sul web,
dietro   lo   schermo     potrebbe    nascondersi
chiunque.

6. Non credere a tutto quello che si legge, con
internet è molto più facile divulgare bugie.

7. Non comportarsi come dei bulli, è sbagliato
prendere in giro qualcuno tanto nella vita
quanto su internet.

8. Non permetter agli amici di condividere informazioni
private che ti riguardano senza il tuo consenso.

9. Attenzione alle password.

10. Se persone sconosciute ti inviano messaggi o file in allegato non aprirli mai.

                                                                           FermInforma 14
PER SAPERNE DI PIÙ….
                         Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

Quando è nata internet?
Facciamo un passo indietro nel tempo, fino
agli anni '60. L'antesignano di Internet,
chiamato     Arpanet,     nacque         per   scopi
militari: nel    1969,   infatti, l'Agenzia del
Dipartimento della Difesa statunitense, con
la   collaborazione      di    diverse    università
americane, diede vita a una rete di
computer        capace        di   garantire    una
condivisione sicura e veloce di dati e
informazioni, anche in caso di conflitto.
Arpanet è quindi stato un vero e proprio antenato di Internet.

Cosa significa www?
WWW significa: world wide web, letteralmente "rete di grandezza mondiale".
Questo sistema vide la luce grazie ai ricercatori del CERN (Centro Euopeo per le
Ricerche Nucleari) e in particolare a Tim Berners-Lee, oggi considerato il papà della
rete.

Chi ha inventato Google?
Google è stato inventato da due ragazzi americani che si chiamano Larry Page e
Sergey Brin sono gli “inventori” di Google. Era il 1998 e i motori di ricerca c’erano già,
il pregio di Page è stato quello di scoprire un modo per migliorare i risultati della
ricerca, centrare quindi al primo colpo il bersaglio.
Google è in grado di ricercare un numero assolutamente più alto di pagine web
rispetto a quello dei suoi concorrenti: oltre 3 miliardi!

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L’AUTOSTIMA: ciò che conta è provarci
   e imparare a dire: “posso farcela”!
                  Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Gojnea Luiza Camelia,
                        Hallulli Edlira, Thind Harkunwarbeer Singh .

Oggi abbiamo parlato dell’autostima e, dopo un’intensa riflessione abbiamo risposto
alle seguente domande.

1. In quali momenti ti senti in difficoltà?
- Mi sento in difficoltà nei momenti in cui mi chiedono di fare qualcosa che non so e
improvvisamente tutti gli sguardi sono su di me, tutte le persone aspettano una mia
mossa o una risposta, tutta la stanza ti pesa sulle spalle e non so rispondere; in questi
momenti mi sento in difficoltà.
- Mi sento in difficoltà nei momenti di lezione perché l’insegnante spiega veloce e
non capisco bene l’argomento e, visto che sono molto timida, non riesco a dirlo.
Quando però mi impegno e comprendo le cose che ho studiato faccio le cose bene
e sono contenta.
- Mi sento più in difficoltà nei momenti in cui svolgo i compiti di matematica perché
io, nel risolvere i problemi di geometria, non sono mai stata brava.

2. In questi casi, fai delle prove, da solo,
   per riuscirci o chiedi subito aiuto?
- In questi casi mi convinco che devo farlo
e inizio a provare a fare quella cosa finché
non mi esce un risultato accettabile e in
questi   momenti     momento      mi   sento
soddisfatta.
- In questi casi faccio prove da sola ma
ogni tanto non ci riesco perché sono

                                                                           FermInforma 16
distratta ma solitamente dopo tanti tentativi alla fine ci riesco.
- Di solito chiedo aiuto all’insegnante ma prima di chiedere provo a vedere se riesco
a risolvere i miei problemi da sola.
- Mi sento in difficoltà quando c'è la lezione di matematica perchè ci sono dei
problemi difficilissimi e, se per caso il professore mi dovesse chiamare, mi sento in
difficoltà. Mi sento in difficoltà anche nelle ore di francese perché per me è una
lingua nuova e diversa da quelle che conosco già.

3. Come ti senti quando riesci a trovare la soluzione al problema?
- Quando trovo la soluzione del problema mi sento di avercela fatta e gli insegnanti
sono fieri di me. Torno a casa e mi sento felicissima.
- Mi sento sollevata perché penso al fatto che ho un peso in meno da sopportare
quindi posso stare tranquilla e posso andare avanti per affrontare il successivo
problema.

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NOI FACCIAMO “LA DIFFERENZA”:
     le nostre regole di comportamento per un
                 ambiente più bello
            Diouf Fambaye, Diouf Sagar, Kaur Jashandip, Laaouatni Achraf,
                        Ndiaye Mame Madame, Singh Nehal.

Oggi abbiamo discusso animatamente di un problema molto importante e cioè
come evitare che il nostro ambiente in cui viviamo si “ammali” e non non sia più in
grado di donarci i frutti della terra.
Proprio in occasione della giornata “Mi illumino di meno” tutti noi abbiamo dato il
nostro contributo producendo un messaggio per sensibilizzare all’importanza del
risparmio energetico.

Noi, però, siamo andati oltre e abbiamo sintetizzato, di seguito, le 5 regole che
bisogna rispettare per una convivenza più civile e sostenibile:

1. Separiamo in nostri rifiuti ordinari e provvediamo alla loro raccolta differenziata;
2. Teniamo puliti e ordinati gli spazi comuni (parchi, piazze, ecc..), pulendo dove
    abbiamo sporcato;
3. Non dimentichiamo le luci accese nelle stanze, nei bagni e nei corridoi;
4. Non parcheggiamo le auto negli spazi riservati ai veicoli che trasportano disabili
    o davanti alle rampe per il loro passaggio;
5. Non parliamo a voce alta e non facciamo schiamazzi.

    Noi ci siamo fermati qui perché non vogliamo essere “pesanti”! Magari il
    prossimo anno ci sarà la seconda parte, e perché no, anche la “terza”!!!

                                                                          FermInforma 18
Di seguito alcune foto di disegni realizzati dagli alunni della nostra scuola in
occasione dell’iniziativa “Mi illumino di meno”:

                                                                   FermInforma 19
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE
   El Yadini Walid, Hasa Noemi, Meghras Fati ma, Mihalache Mara, Moujahid Yousra,
                            Ndiaye Talla, Ndoye Aminata .

La Costituzione è la legge fondamentale dello
Stato, in quanto rappresenta la base della
convivenza civile. Nella Costituzione vengono
fissati i principi ed i fini che lo Stato si pone e
vengono regolati i rapporti con e fra i cittadini.
Tutte le altre leggi di un Paese devono ispirarsi
alla    Costituzione,       formando        l'insieme
dell'ordinamento giuridico. La Costituzione può
presentare caratteristiche diverse: può essere statutaria (o formale) oppure
consuetudinaria; può essere rigida oppure flessibile.
Le leggi sono tutte importanti ma ce n'è una più importante delle altre: si tratta della
Costituzione. In vigore dal 1948 stabilisce i fini dello Stato e i principi relativi alla sua
organizzazione e al suo funzionamento. È importante sapere di che cosa si tratta
perché al suo interno sono elencati i diritti e i doveri dei cittadini, quindi anche i vostri.
Nel nostro Paese, la Costituzione è talmente importante che il Parlamento non può
approvare leggi che ne contrastino i principi altrimenti interviene un "tribunale", la
Corte Costituzionale, che le annulla.
In occasione del 70° anniversario della Costituzione Italiana, giovedì 26 aprile tutte le
seconde si sono riunite nella sala polifunzionale per ascoltare delle letture fatte dalla
Prof.ssa Cappelletti, con l’accompagnamento musicale del Prof. Nosari, volte a farci
capire che cosa è la Costituzione e la sua importanza. Durante l’incontro abbiamo
visto un video che spiegava con immagini e fotografie l’importanza di questo
documento per tutti noi, il filmato è stato accompagnato da delle letture tratte dalla
“Costituzione spiegata ai ragazzi” di Mario Lodi e “Il discorso sulla Costituzione” di
Pietro Calamandrei lette dalla professoressa.

                                                                               FermInforma 20
Infine ci ha letto alcune riflessioni relative all’importanza della Costituzione, dei diritti
e della libertà dell’uomo con particolare riferimento ai diritti negati durante i regimi
totalitari
Dopo questo incontro abbiamo capito tante cose sulla nostra costituzione che non
conoscevamo e ci ha spiegato i diversi articoli della costituzione.

                                                                              FermInforma 21
FESTEGGIAMO LE DONNE
Vanessa Hasa, Denis Georgescu , Ilias Aouni, Nemanja Todorovic.

            Per me questa festa è una tra le più importanti. Viene
            festeggiata l'8 Marzo, in onore delle donne che si sono
            ribellate in passato per i loro diritti. Venivano molto
            sottovalutate ed era come se l'uomo fosse superiore.
            Secondo me, ai tempi d'oggi ci dovrebbe essere più rispetto
            per le donne ed evitare la violenza nei loro confronti. Sia gli
            uomini sia le donne devono essere alla pari, ognuno deve
            avere gli stessi diritti e la libertà di fare quello che si vuole
            senza avere la paura che succeda qualcosa. Tutti i paesi del
            mondo devono ricordarsi di questa importante festa!

                                                               FermInforma 22
FermInforma 23
PROGETTO COSTRUIAMO SOLIDARIETÀ:
   quattro chiacchiere con i volontari dell’AVIS
                        Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

I giorni 13 e 20 Aprile presso la nostra scuola c’ è stato un incontro per tutte le classi
seconde con i rappresentanti e volontari dell’AVIS locale.
Noi abbiamo pensato ad alcune domande da porre ai volontari per saperne di più
della loro attività del volontariato.

Cosa significa il vostro nome?
Il nostro nome significa: Associazione Volontari
Italiani del Sangue.

Quando è nata l’Avis?
L’Avis è nata nel 1927.

Di cosa vi occupate?
Ci occupiamo di organizzare e donare il sangue che verrà utilizzato nelle strutture
mediche ed ospedaliere per la cura dei malati.

Quali sono gli obiettivi di questa associazione?
Gli obiettivi dell’Avis sono: diffondere l’idea del dono e della solidarietà, promuovere
la raccolta di sangue, informare la collettività sull’utilizzo dello stesso.

Ci sono dei requisiti per entrare a farne parte?
Ci sono tre requisiti fondamentali per poter donare il proprio sangue che sono:
   -   essere maggiorenni,
   -   godere di buona salute,
   -   pesare più di 50 kg.

                                                                               FermInforma 24
Quanti iscritti ci sono nella provincia di Bergamo?
La provincia di Bergamo ha circa 35.000 donatori attivi.

Quante donazioni si possono fare in un anno?
In un anno gli uomini si possono effettuare fino a 4 donazioni annuali, una ogni 3 mesi.
Per le donne si possono effettuare fino a 2 donazioni annuali, una ogni 6 mesi, le
donne in stato di gravidanza e allattamento non possono donare.

Come avvengono le donazioni?
Il donatore deve fare delle visite per verificare di godere di buone salute,
successivamente potrà procedere alla donazione del sangue prenotandosi al
centro operativo on-line o telefonicamente. La mattina della donazione il donatore
deve fare una colazione leggere a base di liquidi tipo tè e caffè, ma senza latticini.
Dopo la donazione viene offerta al donatore
una colazione e poi può tornare alle sue
attività quotidiane

Donano più uomini o donne?
Nella nostra provincia donano di più gli uomini.

Perché è importante donare il sangue?
È importante donare perché il sangue è un
elemento che non può essere replicato in
laboratorio, l’unico mezzo per poter avere
sangue è la donazione volontaria dall’uomo.

                                                                          FermInforma 25
IL MERCATINO DEL VOLONTARIATO
            Diouf Fambaye, Diouf Sagar, Kaur Jashandip, Laaouatni Achraf,
                        Ndiaye Mame Madame, Singh Nehal.

Prima delle vacanze di natale, durante un rientro pomeridiano, abbiamo realizzato
degli oggetti per il mercatino del volontariato sotto la guida della professoressa
Perini. Uno dei lavori che abbiamo realizzato è stato creare dei portatovaglioli
usando un cartoncino di carta igienica e colorandolo con la tempera. Quindi la prof
ha portato un gomitolo di spago, lo abbiamo arrotolato sul cartoncino, infine
abbiamo abbellito il tutto con dei nastri colorati e dei fiori.
Altri oggetti realizzati sono stati dischi orari a forma di gufo usando del panno
colorato. Anche le altre prime con le Prof. Delfino, Ghidoni e Damone hanno
realizzato piccoli oggetti da potere vendere come segnalibri, biglietto d’auguri
ecc…

                                                                       FermInforma 26
CIASPOLATA SUL MONTE PORA
                  Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Gojnea Luiza Camelia,
                        Hallulli Edlira, Thind Harkunwarbeer Singh.

Il 15 marzo scorso, insieme a tutte le classi seconde della nostra scuola, siamo andate
in gita sul monte Pora, sulle prealpi bergamasche, ad un’altitudine di circa 1800 m
s.l.m.. Siamo partite alle ore 8.00 da via Dante Alighieri, e siamo arrivate a
destinazione alle ore 10.00. Giunti sul posto abbiamo iniziato la nostra avventura. Per
riuscire a camminare facilmente nella neve è stato necessario utilizzare le ciaspole e
i bastoni. Gli attrezzi necessari si trovavano in un punto raggiungibile in seggiovia, così
a gruppi di quattro persone siamo salite in cima.

Una volta arrivati tutti, gli istruttori hanno aiutato noi ragazzi a mettere le ciaspole ai
piedi; infatti qualcuno ha avuto delle difficoltà ma alla fine eravamo tutti pronti per
partire. Abbiamo assistito poi ad un
momento molto educativo e formativo
da parte di alcuni esperti i quali ci hanno
spiegato come i cani da valanga
possono salvare una vita. C’è stata una
vera e propria simulazione di “salva-vita”
e la persona che si è offerta è stato don

                                                                             FermInforma 27
Daniele il quale è coperto totalmente dalla neve e subito dopo sia l'uomo che il cane
sono riusciti a “salvargli” la vita.
Dopo ci siamo diretti verso il rifugio, per riprendere le forze e mangiare, e dopo esserci
rifocillati gli insegnanti hanno concesso ai noi ragazzi di giocare all'aperto, facendo
battaglie con le palle di neve, scivolando sui rilievi ricoperti di bianco, fotografando
e “selfiando” nonostante la nebbia che tra l’altro era spettacolare.
Terminato questo momento di svago, siamo ripartiti per tornare dalle nostre famiglie.

                                                                            FermInforma 28
VIAGGIO D’ISTRUZIONE A GENOVA
                  Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Gojnea Luiza Camelia,
                        Hallulli Edlira, Thind Harkunwarbeer Singh.

Lo scorso 20 Aprile le classi 2A, 2E e 2D si sono recate a Genova in gita. La partenza
è stata alle 6.30, l'arrivo nel porto del capoluogo ligure alle 9.00 circa.

Una volta entrati nella struttura siamo stati seguiti da una guida e abbiamo visitato
l'acquario in tutta la sua bellezza: squali, lamantini, piragna, anguille e tanti altri pesci
hanno riempito i nostri occhi.
Purtroppo, arrivata l'ora di pranzo, abbiamo dovuto lasciare la struttura; i nostri
insegnanti ci hanno dato un po’ di svago, e ne abbiamo approfittato per comprare
souvenir, cibo e fotografarci a vicenda.

                                                                              FermInforma 29
La gita è continuata con la visita turistica della città, in modo da avere l'opportunità
di vedere la Genova antica, camminando tra le strette, attraversando le piccole
piazze e fermandosi qualche volta per le brevi spiegazioni della guida.
Abbiamo visto il castello dei Doria, ascoltato la storia di Andrea Doria, visto chiese,
monumenti e altre attrattive della città tra cui una fontana stupenda dove alcuni
ragazzi ne hanno approfittato dell'acqua fresca per bagnarsi i capelli e rinfrescarsi.
Anche questa gita volge al termine, così tutti gli alunni e i professori siamo tornati a
Romano di Lombardia verso le 19.30!

                                                                          FermInforma 30
PER SAPERNE DI PIÙ…
   El Yadini Walid, Hasa Noemi, Meghras Fatima, Mihalache Mara, Moujahid Yousra,
                            Ndiaye Talla, Ndoye Aminata .

L’ acquario di Genova è il più grande acquario
italiano, primo in Europa per specie animali,
secondo in Europa per superficie, dopo quello di
Valencia, in Spagna e il nono nel mondo. Si trova
a Ponte Spinola, nel cinquecentesco porto antico
di Genova.
Al momento della sua inaugurazione era il
secondo       acquario   più   grande    al   mondo.
Dall'apertura al 2014 è stato visitato da oltre 25
milioni di visitatori, con una media di 1,2 milioni all'anno.
Dopo l'inaugurazione, la struttura è stata ampliata una volta nel 1998 utilizzando gli
spazi dello scafo di una nave (denominata Nave Italia o Nave Blu) che ospita il
Padiglione della Biodiversità.
Il 27 luglio 2013 è stato inaugurato il Padiglione Cetacei.
Il percorso di circa 2 ore e 30 minuti comprende 70 vasche cui si aggiungono le 4 a
cielo aperto del Padiglione Cetacei inaugurato nell'estate del 2013. La superficie
totale della struttura è di 27.000 metri quadrati.
Le guide ci hanno informato che l'acquario ospita in vasche circa 15.000 animali di
400 specie diverse tra pesci, mammiferi marini, uccelli, rettili, anfibi, invertebrati in
ambienti che riproducono quelli originali
delle singole specie con evidenti finalità
didattiche.
Abbiamo iniziato vedendo i cavallucci
marini e i piranha dove la guida ci ha
spiegato come erano fatti e la particolarità
dei loro denti. Passammo poi a vedere I

                                                                           FermInforma 31
dugonghi. Tre mammiferi marini composti da una femmina, un maschio e un
cucciolo di lamantino.
Arrivammo, poi, a quella degli squali, vedendoli ci spaventammo, ma la guida ci
spiegò che essi senza un attacco esterno erano docili; in quella vasca ci saranno
state più di cinque specie di squali.

Le guide ci hanno riferito che una volta al mese, l'Acquario di Genova propone la
"Notte con gli Squali", offrendo a un massimo di 35 ragazzi per notte (di età comprese
tra i 7 e i 13) di dormire davanti alla vasca degli squali, passando un'intera notte
all'interno dell'acquario, per scoprire tutto sul comportamento notturno dei suoi
abitanti.
Le ultime sezioni che hanno attratto la nostra attenzione sono state quelle dei
pinguini e dei delfini.
Ai primi è stato ricreato il loro ambiente naturale con tanto di iceberg. In questa sala
dedicata ai pinguini faceva un gran freddo, ricordo.
Infine i delfini sono stati gli ultimi ad essere visti. Dal padiglione Cetacei li abbiamo
guardati che facevano giochi d'acqua con i loro istruttori. Erano bellissimi. I delfini
possono essere ammirati sia dall'alto, grazie a una grande parete vetrata con una
finestra apribile, sia da una prospettiva subacquea grazie al tunnel vetrato di 15 metri
di lunghezza e al grande acrilico lungo 20 metri.
Due volte al giorno, il pubblico può assistere al momento del pasto dei delfini con un
addestratore a disposizione per raccontare curiosità e informazioni sulla biologia
degli animali e sul lavoro quotidiano necessario al mantenimento di questi animali.

                                                                           FermInforma 32
VIAGGIO D’ISTRUZIONE A TRENTO
    Diouf Fambaye, Diouf Sagar, Kaur Jashandip, Laaouatni Achraf, Ndiaye Mame
                              Madame, Singh Nehal.

Lo 5 aprile, insieme a tutte le altre
prime del    nostro   istituto siamo
andati a Trento.
Tutte le prime si sono divise in 2
gruppi, la mattina le classi 1^ A e 1^
B sono andati al MUSE (Museo delle
scienze) mentre le classi 1^C e 1^D
sono andati al castello del Buon
Consiglio e poi nel pomeriggio ci
siamo scambiati.
Nel museo abbiamo visto tanti
animali imbalsamati e la guida ci
ha spiegato quali animali si trovano
in montagna, in pianura, e nel
mare. Abbiamo visto i pesci e siamo andati in una stanza dove c’era molto caldo e
dove si trovavano molti alberi e invenzioni belle. Siamo rimasti stupiti per una pallina
dentro a un grosso vaso d’acqua che girava veloce tanto da creare un “tornado”.

                                                                          FermInforma 33
Poi abbiamo mangiato e siamo andati in un negozio di souvenir dove abbiamo
comprato oggetti e giochi vari.
Dopo pranzo siamo andati al castello e la guida ci ha spiegato chi l’ha costruito e
abbiamo visto dei ritratti di persone importanti.
Dopo una merenda ci siamo rimessi in autobus per il ritorno a casa, felici e soddisfatti!

                                                                           FermInforma 34
NON PERDIAMO LA BUSSOLA:
                      la gara di orienteering
                        Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

Sabato 21 aprile tutti gli allievi hanno partecipato
alla gara di Orienteering organizzata dal nostro
Istituto in collaborazione con ADS Agorosso,
all’iniziativa hanno partecipato anche gli alunni
della scuola media dell’I.C. G.B. Rubini. Dopo il
ritrovo presso l’Oratorio S. Filippo Neri attorno alle 9,30 la gara ha avuto inizio. La gara
ha visto la partecipazione di diverse categorie come: cadetti/e, alunni/e, esordienti
e gruppi. È stata una bella giornata ci siamo molto divertiti e abbiamo passato dei
bei momenti con i nostri compagni.

                                                                             FermInforma 35
IL MIO SPORT PREFERITO
                                 Nemanja Todorovic

Il nuoto

Il nuoto è l’unico sport che faccio, ed è il mio
preferito. Il mio maestro di nuoto si chiama Alex ed è
molto bravo,ci insegna a nuotare a rana, a delfino, a
stile libero e a dorso completo. Un giorno ci ha
insegnato a nuotare a rana ed io non riuscivo a farlo
e lui mi ha aiutato con calma.
Vado a nuoto solo il sabato,quando è inverno, perché mio papà mi porta in
macchina,mentre in estate due volte alla settimana. A me piace il nuoto e sono
molto felice quando nuoto.

                                                                  FermInforma 36
LE NOSTRE ORIGINI
Ouajil Bilal, Ouardouni Dina, Sinani Ledjo, Xu Lu, Aouni Ilias, Ardi Nada, Chiboub Anas,
  Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria, Todorovic Nemanja, Xu Ke , Alì Kuram, Nirmine Dirane,
  Simran Kaur, Denis Olaru, Georgescu Denis, Legdah Ahmed, Reka Raul, Salama Ayman

                                  ALBANIA

                                                                           FermInforma 37
SERBIA

         FermInforma 38
MAROCCO

          FermInforma 39
LE NOSTRE RELIGIONI
Ouajil Bilal, Ouardouni Dina, Sinani Ledjo, Xu Lu, Aouni Ilias, Ardi Nada, Chiboub Anas,
                 Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria, Todorovic Nemanja, Xu Ke.

                                                                           FermInforma 40
LA RELIGIONE SIKH
                                     Simram Kaur

Sikh è una comunità religiosa e politico-militare dell’India. Fu fondata nel Punjab da
Nanak (1469-1538) nell’intento di unire indù e mussulmani nella fede di un unico Dio,
che non doveva essere rappresentato con figurazioni materiali, e nel rifiuto di ogni
distinzione castale.
Al tempo del quinto guru, maestro e capo della comunitò, Arjuna (1581-1606), fu
compilato il libro sacro dei Sikh, l’Adi Granth (libro primigenio). Per opera del decimo
e ultimo guru, Govind Singh (1675-1708), quella che ra stata in origin una semplice
setta religiosa divenne un organizzazione
politica e militare consolidata, al punto da
trasformarsi in una vera e propria unità
nazionale in cui cerimonie di carattere
religioso e sacre osservanze cementavano
vieppiù ed esaltavano con la loro forza
spirituale l’unione degli appartenenti alla
Khalsa (comunità).
Dopo la morte di Govind Singh, che
nominò suo successore non un uomo, ma
l’Adi Granth, e dopo un periodo di disordini interni, i Sikh ebbero un ultimo capo nella
persona di Ranjit Singh (1780-1839). Alla sua morte la potenza dei Sikh cadde
rapidamente de essi passarono sotto il dominio inglese nel 1849.
Nel 1947, con la spartizione el Punjab fra India e Pakistan, si trovarono divisi tra due
stati, venendo in seguito concentrati a forza nel Punjab indiano. Il contrasto tra il
movimento separatista dei Sikh e il governo di Nuova Delhi si aggravò a partire dai
primi anni ’80, dando luogo fino alla metà degli anni ’90 a ripetuti e gravi episodi di
violenza.
Gran parte della credenza Sikh deriva dall’Induismo. I Sikh sono monoteisti e credono
nella legge del karma e nella reincarnazione. L’ingresso nella comunità avviene
mediante una sorta di battesimo.

                                                                          FermInforma 41
Ogni Sikh aggiunge al proprio nome quello di Singh
(Leone) ed è tenuto a mantenere, oltre al turbante,
cinque segni distintivi: capelli e barba non tagliati, un
pettine di legno nella chioma, un braccialetto di ferro,
un pugnale, pantaloni corti alle ginocchia. Un rito di
fratellanza è il pasto rituale comune. Grande importanza
nelle cerimonie ha la lattura del Granth. Il numero di
seguaci supera i 23 milioni di persone.

                                                            FermInforma 42
ATTACCHI D’ARTE
              Vincitori del concorso per la realizzazione
                       della copertina del diario
                        Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

Il mese di marzo i ragazzi delle seconde e delle terze sono stati impegnati a realizzare
i disegni per i concorsi artistici di Istituto. Di seguito le immagini dei primi 3 classificati
per ogni categoria e i 2 disegni vincitori della menzione speciale.

                                       1° classificato
                                  Benedetta Morosini 2 C

                                                                                FermInforma 43
2° classificato
Ludovica Nespoli 2 A

   3° classificato
 Sabrina Merisi 2 D

                       FermInforma 44
ATTACCHI D’ARTE
Vincitori del concorso per la realizzazione della maglietta
                Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

                                 1° classificato
                                 Mattia Chiapparini 3A

                        2° classificato
               Adriana Diana Maris 3B

                                 3° classificato
                                 Sofia Bezzi 3D

                                                           FermInforma 45
MENZIONE SPECIALE A…

      Andrea Colella 3C

       Aurora Bossis 3A

                          FermInforma 46
SFUMATURE DI POESIA
                           Madane Ndiaye, Fambaye Dio uf.

L’amore per l’ambiente

     L’ambiente è importante per tutti
     Distruggendolo distruggi te stesso
     amalo per te e per gli altri
     perché l’ambiente è cibo per la vita e felicità per tutta la terra.
            -Madane Ndiaye-

L’amore tra l’ambiente e l’uomo

     Tutti noi
     dobbiamo rispettare
     le cose che dobbiamo fare
     noi dobbiamo organizzare
     per saper amare
     anche l’ambiente dobbiamo rispettare
     per aver un mondo speciale e particolare.
              - Fambaye Diouf-

Il volontariato

     Il volontariato
     deve essere amato
     è stato inventato
     per essere utilizzato
     sarà anche difficile
     ma è molto umile
     ti rende meno cattivo
     ma molto comprensivo.
     Il volontariato
     se non è amato
     non sarà mai più usato
     la felicità
     non ci sarà
     e tutto finirà.
               - Fambaye Diouf-

                                                                           FermInforma 47
VIDEO GAME CHE PASSIONE!
                       Alì Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar.

1.    FIFA 18
FIFA 18 è un videogioco di calcio sviluppato da EA Sports.Si
tratta del 25º titolo della celebre serie. Cristiano Ronaldo è
il testimonial ufficiale del gioco.

2.    CLASH ROYALE
Clash Royale è un videogioco di strategia in tempo
reale dove i giocatori collezionano e potenziano carte da
gioco, molte delle quali basate sui personaggi dell'universo
di Clash of Clans e non solo per duellarsi.

3.    CLASH OF CLANS
Il gioco consiste nello sviluppare un villaggio, con l'obiettivo
di portare al livello massimo tutti gli edifici presenti,
accumulare trofei e raggiungere tutti gli obiettivi proposti. I
giocatori normalmente si riuniscono in Clan, gruppi di
massimo 50 utenti che collaborano con una gerarchia
interna (capo, co-capi, anziani, reclute).

                                                                   FermInforma 48
4.    F1 2017
F1 2017 è un videogioco di guida basato sulla stagione 2017.

5.    ASPHALT 8: AIRBORNE
È un videogioco di corse con differenti modalità di gioco, ci
sono inoltre 17 tracciati inediti. Con ulteriori crediti o gettoni si
possono sbloccare numerose vetture durante il proseguimento
del gioco.

6.    ANGRY BIRDS
Angry Birds è un videogioco rompicapo. Consiste nel lanciare
gli uccelli tramite una fionda, con lo scopo di eliminare tutti i
maialini verdi, facendoli cadere da grandi altezze, o facendo
crollare su di loro le strutture che li proteggono.

7.    CANDY CRASH
È un puzzle in cui vanno create delle file di 3 figure identiche
all'interno di una griglia. Ogni livello ha un differente schema
composto da un insieme di dolcetti di colori diversi. Le mosse
consistono nello spostare di posizione i dolcetti per allinearne tre
dello stesso colore.

8.     PES 2018
Pro Evolution Soccer 2018 (abbreviato in PES 2018 e conosciuto
in Asia come Winning Eleven 2018) è un videogioco di calcio.

9.    NBA 18
La serie NBA 2K18 ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e ha
ottenuto un enorme successo, tanto da ottenere il riconoscimento
di miglior serie per simulazioni sportive.

10.   MOTO GP
L’edizione 2017 del videogioco ufficiale della MotoGP™ porta
con sè tutta l’adrenalina e la voglia di velocità della nuova
stagione del motomondiale. Il titolo includerà tutti i piloti, team
e circuiti del 2017, le nuove regolamentazioni e il campionato
Red Bull Rookies Cup.

                                                                        FermInforma 49
CHE COSA È UN ILLUSIONE OTTICA?
                       Chafiq Amine, Alì Amir, Singh Deeponkar.

L’illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l’apparto visivo, facendo
percepire qualcosa che non c’è o facendo percepire in modo scorretto ciò che
nella realtà si presenta diversamente. I nostri occhi osservano e il nostro cervello
rielabora le immagini, ma la realtà non è come ci appare, è l’arte dell’illusione ottica
a farla apparire reale. Uno dei motivi del fascino di queste immagini è che la loro
capacità di aprirci una porta su mondi fantastici, inconcepibili e talvolta assurdi.

In fotografia: un pavimento decorato con un motivo a spirale fa sembrare che la
ragazza stia per essere risucchiata dal vortice. Nella seconda immagine possiamo
vedere due volti ma anche il profilo di un cane.

Nelle illustrazioni: che cosa vedi?
Un uomo o dei cavalieri
Una lepre o una papera
Una ragazza con il cappello o un uomo con i baffi

                                                                          FermInforma 50
FermInforma 51
     Nativo americano o eschimese                                         Veliero o teschio
                            Delfino, elefante, asino, cane, gatto, topo
                                                          Osserva l’immagine, quanti animali vedi?
                       METTITI ALLA PROVA…
DO YOU LIKE MUSIC?
                 sondaggio classi prime
         Aouni Ilias, Ardi Nada, Chiboub Anas, Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria,
    Todorovic Nemanja, Xu Ke, Ouajil Bilal, Ouardouni Dina, Sinani Ledjo, Xu Lu.

La canzone che amiamo e ciò che non conosciamo…

                                                                        FermInforma 52
Ascoltiamo tantissima musica, le canzoni di Sfera ebbasta, Justin Biber…

                                                                       FermInforma 53
DO YOU LIKE MUSIC?
                sondaggio classi terze
                   Nirmine Dirane, Simran Kaur, Denis Olaru ,
          Georgescu Denis, Legdah Ahmed, Reka Raul, Salama Ayman .

La canzone che amiamo e ciò che non conosciamo…

                                                                 FermInforma 54
Che genere di musica ascoltiamo…

                           The winner is

                                           FermInforma 55
RICETTE DA TUTTO IL MONDO
                    a cura dei ragazzi della 1D, 1C, 2C, 2D, 3A, 3B
          Ouni Ilias, Ardi Nada, Chiboub Anas, Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria,
 Todorovic Nemanja, Ouajil Bilal, Ouardouni Dina, Sinani Ledjo, El Yadini Walid, Hasa
     Noemi, Meghras Fatima, Mihalache Mara, Moujahid Yous ra, Ndiaye Talla,
Ndoye Aminata, Chiboub Fedwa, Latifi Yassir, Olaru Adina, Salhi Ilyas, Sandhu Prabjot ,
            Nirmine Dirane, Simran Kaur, Denis Olaru , Georgescu Denis,
                      Legdah Ahmed, Reka Raul, Salama Ayman .

                                                                          FermInforma 56
L’ALIMENTAZIONE
                                      Yassir Latifi

In questi mesi abbiamo affrontato tanti argomenti, ma l’argomento che mi è rimasto
più in mente è quello del cibo. Io sono marocchino ed è bello per me vedere gli altri
interessati al cibo della tua nazionalità e che ti chiedono “posso assaggiare un
pezzo?”.
Mia mamma vende dolci tipici del Marocco, ha anche un profilo su Facebook su cui
pubblica le foto delle sue creazioni. Ha molti clienti, non solo marocchini, ma anche
italiani. A me fa molto piacere sapere che gli italiani apprezzano le nostre tradizioni.
Ho deciso di condividere con i miei compagni alcune foto dei dolci preparati dalla
mia mamma.

                                                                          FermInforma 57
SIAMO QUEL CHE MANGIAMO
           Chiboub Fedwa, Latifi Yassir, Olaru Adina, Salhi Ilyas, Sandhu Prabjot.

Abbiamo riflettuto sul Cibo e ci siamo resi conto di quanto sia importante per varie
ragioni.
“Siamo quello che mangiamo”. Abbiamo studiato con la prof.ssa Lupo Pasini in
scienze quanto sia importante per la salute mangiar bene, infatti un sano e corretto
stile di vita ci permette di prevenire alcune malattie.
Durante i primi incontri di alternativa alla religione abbiamo letto “Un libro buono un
mondo”, abbiamo raccontato e condiviso le nostre abitudini alimentari tipiche del
nostro paese d’origine.
I musulmani per esempio, come alcuni di noi, non possono mangiare la carne di
maiale, né bere vino, devono rispettare le ricorrenze del calendario musulmano
come il mese del Ramadan, ringraziano sempre Allah prima e dopo il pasto.
Questo è un piatto tipico marocchino: il cous cous. In Marocco, il venerdì a pranzo
tutti mangiano il couscous. Nell’Islam il giorno santo è il venerdì. Malgrado il giorno di
riposo in Marocco sia la domenica come in occidente, dopo la gran preghiera è
d’abitudine riunirsi nelle case, in famiglia, intorno a un enorme e fumante piatto di
couscous. È un po’ come il pranzo domenicale dalla nonna: la famiglia intera si
riunisce e si mangia bene e anche tanto. l gran piatto è servito al centro di un tavolo

                                                                             FermInforma 58
basso e i membri della famiglia lo gustano con la loro mano destra, con la quale
fanno una pallina insieme alle verdure. Il fatto di mangiare tutti da uno stesso piatto
posto al centro del tavolo è una delle cose che più ho amato di quel paese. Questa
condivisione simbolizza la gran solidarietà, simpatia e ospitalità che caratterizzano i
marocchini.
Il cibo è ricco di significati simbolici ed ha un valore sacro in molte culture. Rifiutare i
cibi degli "altri", significa rifiutare le altre culture. Nutrirsi del cibo altrui, al contrario,
significa introiettare un po' del mondo degli altri, tentare di capirlo, di comprenderlo
per riuscire magari un giorno ad apprezzarlo. A volte a diventarne ghiotti!
Il cibo è condivisione…il cibo unisce i popoli, non li divide.

                                                                                  FermInforma 59
IL NOSTRO RICETTARIO

                       FermInforma 60
ALBA CA ZAPADA
                                      Ricetta rumena

INGREDIENTI
Per la base
3 uova grandi
70 ml olio di girasole (8 cucchiai)
200 g zucchero (8 cucchiai)
50 ml latte (8 cucchiai)
550 g farina 00
Lievito per dolci
Un pizzico di sale
Per la crema
1 litro latte
200 g di zucchero
200 g farina
200-250 g burro con 82% grassi
2 limoni bio
1 aroma vaniglia
Zucchero a velo per la decorazione

PROCEDIMENTO:

Montate le uova con lo zucchero, il sale e l’olio, mescolate il tutto fino a quando lo
zucchero si scioglie completamente. Aggiungete la farina, il latte e il lievito con un
po’ di succo di limone e mescolate il tutto (dovrebbe risultare un impasto
abbastanza appiccicoso, ma non troppo morbido, in tale caso mettete altro
cucchiaio di farina).
Lasciate riposare l’impasto per circa 2 ore avvolto in un foglio di alluminio, in modo
che non si secchi. Dopo dividete l’impasto in 4 pezzi uguali.

                                                                        FermInforma 61
Cospargete sul tavolo della farina e iniziate a lavorare l’impasto con il matterello,
dandogli la forma rettangolare. Fate così con tutti i pezzi e poi cuoceteli sul retro
della leccarda del forno, in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 5 minuti.
Cuocere le sfoglie una per volta e, dopo aver finito, lasciateli raffreddare e riposare
quindi occupatevi della crema.
In una ciotola mettete il latte assieme allo zucchero, l’aroma di vaniglia e la buccia
grattugiata dei limoni.
Quando inizia a bollire unite la farina e mescolate velocemente, così non si formano
degli grumi. Si lascia cuocere per circa 2-3 minuti, poi spegnete il fuoco e lasciatela
raffreddare, dopo unite il burro morbido e il succo di un limone.
Assemblare il dolce.
Dividete la crema in tre parti. Mettete una base, poi una parte di crema e così finché
finite il tutto. Fate riposare per tutta la notte, poi la mattina dopo tagliate la torta
come preferite e cospargete con dello zucchero a velo.
Quando mettete a cuocere i fogli nel forno, dopo 3 minuti verificate se non si sono
bruciati (devono essere belli bianchi con i laterali un po’ bruciati, ma non troppo).
Quando stendete i fogli per cuocerli metteteli su carta da forno, sarà molto più facile
cuocerli e poi spostarli, perché sono molto fragili e si rompono subito, quindi dovete
fare molta attenzione.

CURIOSITÀ

Il nome di questo dolce Biancaneve deriva dal suo colore pallido e dalla spolverata
finale di zucchero a velo che sembra neve candida.

                                                                          FermInforma 62
COUS COUS
                                 Ricetta del nord africa

INGREDIENTI
1 Kg Couscous precotto 1 kg
310 g Acqua calda 320 g
10 g Olio extravergine d’oliva 10 g
1 cucchiaino di Curcuma in polvere
1 pizzico Sale fino
180 g Carote
180 g Melanzane
100 g Pomodorini ciliegino
Sale fino q.b.
20 g Olio extravergine d’oliva
1Peperoncino fresco
100 g Cipolotto fresco
1 spicchio Aglio
180 g Zucchine
100 g Taccole
10 g Zenzero fresco

PROCEDIMENTO
Pulite   e   tagliate   tutte   le   verdure    a   dadini   della   stessa   dimensione.
Mettetela l’aglio nel wok con un po' di olio.
Aggiungete le verdure e rigirate gli ingredienti, continuate la cottura per 10 minuti
circa. A questo punto regolate di sale. Ricoprite con un mestolo di brodo caldo,
continuate a cuocere per altri 10 minuti circa.
Intanto preparate il cous cous mettendolo in una ciotola ed aggiungendogli l’acqua
e la curcuma. Appena avrà assorbito tutta la parte liquida sgranatelo con una
forchetta.
Mettetelo quindi in un piatto da portata lasciando libera la parte centrale.

                                                                              FermInforma 63
Aggiungete le verdure stufate in precedenza e portate in tavola il vostro cous cous.

CURIOSITÀ
Il cuscus (o con grafia francese "couscous") è un alimento tipico del Nordafrica,
ricavato dal grano duro macinato in modo “grossolano”, preparato in speciali
pentole di terracotta sovrapposte, dette cuscussiera, dove nella parte inferiore
cuociono le verdure e i pezzi di carne, e nella parte superiore (bucherellata) bolle la
semola. Vi sono crescenti indizi del fatto che il processo di cottura tipico del cuscus,
in particolare la cottura a vapore, potrebbe avere avuto origine prima del X secolo
in un'area dell'Africa Occidentale che abbraccia gli attuali Niger, Mali, Mauritania,
Ghana, e Burkina Faso.
Questa preparazione rappresenta la cultura del popolo berbero che praticava la
pastorizia e aveva a disposizione solo grano da frantumare, setacciare, lavorare a
mano, e far seccare, per poi raccogliere in grandi sacchi di tela e sistemarli nella
parte più fresca della tenda. Per secoli il cuscus ha sfamato i nomadi, le cui donne
solevano radunarsi in gruppo per prepararlo.
Oggi nei paesi del Maghreb il cous cous viene portato sulle tavole alla sera, una
tradizione che trae le sue origini dal fatto che i popoli nomadi consumavamo il pasto
la sera, quando si fermavano per la notte sotto la tenda.
La tradizione vuole che si mangi tutti insieme intorno a un unico piatto utilizzando le
mani. Ma attenzione! Una rigida etichetta regola il mangiare con le dita. Prima di
iniziare il pasto viene sussurrato "Biss'mi Allah", una preghiera di benedizione per la
mensa. Per servirsi non si utilizzano posate ma pane non lievitato. Forte è la valenza
sociale di questo piatto: si mangia solo insieme alla famiglia o a chi viene considerato
parte della comunità.
I novelli sposi dei popoli del Maghreb in occasione dei banchetti nuziali ricevono
come pietanza simbolica di conclusione il “cuscus permesso”, che li autorizza alle
follie della prima notte, purché ne conservino un pò da offrire ai poveri.
In questa area del Nord Africa il cuscus ha anche una variante adatta a celebrare
l’arrivo di un nuovo figlio. Il giorno del parto, la famiglia della donna imbandisce per
la puerpera la tavola con piatti energetici e ricostituenti e fra questi c’è un cuscus

                                                                          FermInforma 64
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