Il flauto magIco di Mozart: guida didattica Per le scuole secondarie (inferiore e suPeriore)
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Il flauto magico di Mozart: guida didattica Per le scuole secondarie (inferiore e superiore) DI CARLO DELFRATI
3 guida didattica Per le scuole secondarie Introduzione destino di esclusione, educandolo a pren- derne confidenza. Questa guida è pensata come dispensa Mentre l’aspetto verbale e quello visivo integrativa alla pubblicazione sul Flauto occupano già uno spazio considerevole magico edita nell’ambito della collana «Vox nell’educazione, proprio l’aspetto musica- Imago» a cura di Electa / Musicom.it per le, l’aspetto caratterizzante l’opera, è quello iniziativa di Intesa Sanpaolo. più trascurato, com’è noto, nel nostro siste- È in tre parti: ma scolastico. Il compito dell’insegnante si - La prima parte propone riflessioni e at- presenta impegnativo: vincere il pregiudi- tività propedeutiche, che si considerano zio che tiene la grande maggioranza de- adatte ai due ordini di scuola secondaria. gli adolescenti lontana dal teatro lirico. Le - La seconda si rivolge più specificamente ragioni sono state raccontate più volte,1 e ai docenti della secondaria inferiore. possono essere ricondotte a una sostan- - La terza parte ai docenti della secondaria ziale mancanza di confidenza con il codice superiore. linguistico dell’opera, le sue norme di fun- La distinzione fra le attività dei due ordini zionamento, le sue particolari convenzioni. di scuola non è da intendere in modo esclu- Davanti a tutto, in netto contrasto con il sivo. Molte attività suggerite per la prima teatro di prosa, la centralità della compo- sono praticabili nella seconda rendendole nente musicale nell’elaborazione del mes- più complesse. Viceversa molte proposte saggio: la musica che circonda le parole, per la superiore sono praticabili in forma ossia l’apparato strumentale, e la musica semplificata nelle inferiori. che ‘riempie’ le parole, ossia la sostituzione A un educatore non è forse il caso di sotto- del canto al parlato. Di più: nell’opera lirica lineare la ragione di un’iniziativa didattica le parole passano addirittura in secondo come questa. Perché sa bene quanto il lin- piano rispetto alla musica, tanto è vero che guaggio operistico sia servito alle civiltà di solo chi si fermi alla lettura del libretto po- quattro secoli, e continui a servire oggi, per trebbe in certi casi avere da ridire: la mu- trasmettere uno straordinario patrimonio sica in realtà fa accettare libretti che nella di valori cognitivi, affettivi, etici, estetici, prosa sarebbero dimenticati o addirittura non inferiore a quello trasmesso per esem- ridicoleggiati. pio dal coevo teatro di prosa. La ‘linguisticità’ della musica è una con- La massificazione del gusto, che è un in- sapevolezza solo larvale nei ragazzi, che teresse vitale dell’industria dei consumi, possono averla sperimentata nelle musiche tende a escludere la persona dall’accesso che amano, senza ricavarne la chiave di let- alle forme di comunicazione diverse da tura dell’opera lirica. La musica infatti resta quelle omologate (nel nostro caso, i generi per loro un’esperienza essenzialmente lu- neopopolari). L’opera è una di queste ‘di- dica: gioco, svago, divertimento, relax… Ed versità’, come si constata facilmente da- è in questo senso che possono accettare, gli interessi della gente. Solo le istituzioni e goderne, una canzone o un breve moti- © 2012 Musicom.it S.r.l. educanti possono sottrarre il giovane a tale vo orecchiabile e ricantabile. Presumere di
4 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 5 vivere in questo modo un’opera lirica (e il di quelli con musiche non dozzinali, può es- Alla fine del ‘gioco’, la verifica. Potremo es- nessun abbinamento è ‘sbagliato’. Un abbi- discorso vale anche per tutto quanto non sere una buona attività propedeutica alme- sere stupiti dalla relativa varietà degli ab- namento diverso da quello mozartiano in- sia canzone, non appartenga cioè a uno no alla componente strumentale dell’opera. binamenti effettuati dai ragazzi. Ma è pro- dicherebbe solo un’interpretazione diversa degli amati generi neopopolari), sarebbe Diverso il problema posto dal canto, che prio quello che sarà successo. Ed è proprio della scena così come con poche parole è per loro stessi insensato. Non si gusta un come vedremo avrà bisogno di un’azione quello che permetterà di far crescere la stata dettata ai ragazzi. Flauto magico come si può gustare l’ultimo propedeutica d’altra natura, anche se col- consapevolezza dei ragazzi. Ogni abbina- Ma ovviamente, essendo noi interessati a successo televisivo. legabile alla prima. mento ha la sua ragion d’essere, che merita Mozart, si tratterà ora di capire ‘perché’ di essere esplorata e compresa. Anche una Mozart per gli armigeri abbia scelto (ab- Attività propedeutiche Attività 2. Dal cinema al teatro d’opera scena idilliaca abbinata a un brano ‘cata- bia creato!) la musica che qualche ragazzo A. La musica come linguaggio Il lavoro sulle colonne sonore porterà gli al- strofico’ ha la sua pertinenza: che semmai può avere collegato al serpente, o perché La strada che può condurre gli adolescenti lievi a rendersi conto delle numerose fun- toccherà agli altri interpretare. no a Papageno, dando ovviamente all’u- all’apprezzamento dell’opera lirica parte ine- zioni che la musica può avere in un film: no o all’altro un significato ben diverso da vitabilmente dal superamento del pregiudi- anticipare una situazione, dare consisten- Attività 4. Primo contatto con Mozart quello mozartiano. zio, dalla presa di coscienza che la musica za espressiva a una scena, commentar- La stessa esperienza si può ora condurre Riascolteremo tutti i brani, anche più vol- lì non è aggiunta alla scena semplicemente la ‘dall’esterno’, evocare eventi trascorsi, su pagine strumentali del Flauto magico, te se è il caso. E a questo riguardo vale la per ‘divertire’ o ‘svagare’ l’ascoltatore, ma evocare tempi e luoghi, caratterizzare un sostituendo, se si vuole, le immagini con la pena accennare al risultato di tante ricer- per trasmettergli un messaggio. La musica personaggio, evidenziarne lo stato d’ani- descrizione verbale delle scene. L’opera- che ‘scientifiche’, che il senso comune ba- è certamente una grande fonte di gioie, ma mo, collegare fra loro episodi diversi, creare zione si può condurre dopo che abbiamo sta a confermare: l’apprezzamento di una è ancor prima un mezzo di comunicazione, fratture all’interno di un unico episodio, e narrato ai ragazzi la vicenda originale, ma musica cresce col numero delle ripetizioni. in grado, a teatro, di imprimere alle parole altre ancora. Con una scoperta macrosco- anche prima che la vengano a conoscere. Ascoltare più volte i frammenti orchestra- un significato che mai potrebbero avere se pica: queste medesime funzioni si ritrovano La trama, come l’intero libretto, è inserita li di Mozart (come faremo poi anche con fossero semplicemente pronunziate. paro paro nell’opera lirica. Come dimostre- in questo dvd. quelli cantati) li rende familiari ai ragazzi, e E non solo nel teatro, che resta purtroppo rà l’ascolto del Flauto magico. Suggeriamo questi episodi, nella loro suc- ‘piacevoli’, proprio come una canzone o il un luogo scarsamente frequentato dai ra- cessione drammaturgica: motivo ricorrente di un film. gazzi; ma anche in quel medium dominante Attività 3. Associazioni tra musiche e im- 1. Un serpente insegue Tamino (atto primo, che è il film, nella sala cinematografica o magini scena prima) Esperienza bifronte attraverso TV e congeneri. Vediamo un’attività che prolunga la prece- 2. Appare Papageno, il catturapasseri (atto I significati che arriviamo ad attribuire a dente e la rinforza. Una volta che gli allievi primo, scena seconda) una musica sono determinati dalla sua in- Attività 1. Confronto con il cinema sono pronti a sperimentare il contributo 3. La reggia di Sarastro (atto secondo, sce- terna struttura. Il ‘che cosa dice’ un brano Proprio il cinema può offrire all’insegnante espressivo della musica a un evento sceni- na prima) dipende dal ‘come è fatto’. Ogni nostro l’occasione facile per far cogliere la valenza co, chiediamo loro di sentirsi liberi di cre- 4. I due armigeri (atto secondo, scena ven- sforzo interpretativo (ogni attribuzione di comunicativa che ha la musica in uno spet- are abbinamenti fra immagini e musiche. totto) significato) è tanto più attendibile quanto tacolo. Nessun ragazzo avrebbe da ridire Bastano cinque o sei immagini di sogget- 5. Arrivano i nemici di Sarastro (atto secon- meglio si fonda – si giustifica e si spiega – contro la musica angosciante che accom- to molto diverso, e altrettante musiche di do, scena trentesima) sull’osservazione intelligente dei processi pagna certe scene di thriller, poniamo Shin genere e peso espressivo diversi, dal più E ora l’ascolto dei brani strumentali che organizzativi del discorso musicale. ing di Kubrick. Non vi cerca certo lo ‘svago’, energetico rock a una marcia funebre. È introducono quelle scene, proposti in un Ne deriva che educare il ragazzo a tale ‘os- il ‘divertimento’… Non la rifiuta, perché ne bene proporre un duplice ascolto: il primo ordine casuale, diverso dal precedente, servazione intelligente’, a tale analisi degli coglie facilmente la ragione espressiva. serve perché i ragazzi si rendano conto dei chiamando le musiche semplicemente col elementi strutturali della musica, è la con- Un lavoro condotto con una certa sistema- ‘pezzi’ musicali disponibili; il secondo per loro numero d’ordine. dizione per far maturare in lui capacità via ticità sulle colonne sonore dei film, almeno compiere la scelta definitiva. Potrà sembrare paradossale, ma anche qui via più avanzate di capirla.
6 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 7 Processi organizzativi, elementi struttu- balzi la prima, a note prevalentemente vi- codice suo proprio, indipendente anche se mein lieber Sohn»), perché non possono rali, mezzi espressivi, forma, significanti... cine la seconda), ritmico (scattante e ricco con l’altro interagente. farlo i ragazzi (sempre che nella loro clas- Termini diversi, usati in scuole di pensiero di piccole ‘ansimanti’ pause vs bilanciato), e Fintanto che i ragazzi non hanno matura- se si dia spazio al canto)? Ci sono infiniti diverse, per designare la dimensione og- infine, più sottile da cogliere, timbrico (pie- to questa consapevolezza l’avvicinamento modi di cantarla, e, cosa che conta qui, è gettivamente identificabile della musica; in na orchestra il primo, assenza di flauti, clari- all’opera lirica resta problematico. Anche constatare che cambiando la melodia, il rit- opposizione a quella più soggettiva e intu- netti, clarini, timpani il secondo: dunque un qui allora diventano opportune attività pre- mo, la dinamica, l’agogica – insomma uno o itiva dell’interpretare, del designare conte- tessuto denso vs uno più rarefatto). liminari. più degli stessi elementi base sperimentati nuti, dell’attribuire significati... Dinamica, agogica, melodia, ritmo, timbro: nella precedente esperienza preliminare – La strada per far crescere in un ragazzo la sono i più immediati ‘ferri del mestiere’ del Attività 6. I parametri del canto cambia il senso stesso di quella frase. O di ‘comprensione’ di una musica passa per la compositore, altrettanti ‘arnesi’ di cui ogni L’attività più immediata è far loro consta- ogni altra su cui si voglia ripetere l’esperi- messa in relazione delle due dimensioni. compositore si serve per creare la sua ope- tare come cambia il senso di una frase a mento. È difficile immaginare una positiva didat- ra, per raccontare la vicenda teatrale, e al seconda del modo in cui è cantata. Se è Una riflessione che rinforza la consapevo- tica dell’ascolto mutilata dell’una o dell’al- tempo stesso per dar voce musicale al suo complicato cercare nell’opera casi pro- lezza di quanto la musica possa plasmare tra. Un lavoro sui ‘significati’, non fondato mondo interiore. banti (faticosi i casi allestibili a scuola di il significato di una frase ci viene da que- sull’analisi dei mezzi significanti, finisce col opere diverse, nelle quali sia cantata una sta bella similitudine di Christoph Willibald far girare a vuoto la fantasia immaginifica Attività propedeutiche medesima frase), la cosa diventa più facile Gluck: «Rispetto alle parole, la musica do- dell’allievo. Viceversa una ricognizione dei B. Le ragioni del canto in altri repertori: quello della musica sacra vrebbe avere la stessa funzione che il co- mezzi espressivi, fine a sé, senza rimandi Nella sua storia il melodramma ha cono- innanzitutto, dove si contano a migliaia le lore e il sapiente chiaroscuro hanno nel a quell’universo semantico cui la musica, sciuto anche illustri detrattori, provenienti, rese musicali delle preghiere della liturgia. disegno». Come la scelta del colore può ag- come qualsiasi altra manifestazione uma- e la cosa è comprensibile, dalla blasonata O ancora il repertorio dei Lieder. Si pren- giungere un inedito ‘significato’ al disegno, na, appartiene, si risolve in uno sterile e categoria dei letterati. Francesco Saverio da per esempio l’Erlkönig, il Re degli Elfi di così la scelta dell’uno o dell’altro mezzo del cieco lavoro di catalogazione, mortifican- Quadrio, Ludovico Antonio Muratori, Sa- Goethe. Più di cento compositori, Schubert linguaggio musicale è decisiva nel fissare il te non meno del precedente l’intelligenza muel Johnson, Joseph Addison, Charles de in testa, hanno fatto interagire, cantando, il senso delle parole. stessa del fatto musicale. Saint-Evremond ironizzavano sul fatto che re, il padre, il bambino; e ogni volta il ver- Il lavoro scolastico può qui aprirsi su un sulla scena dell’opera i personaggi si met- so di Goethe è cantato in maniera diversa, campo particolarmente ricco: quello che Attività 5. I nessi tra interpretazione e tessero a comunicare fra loro cantando in- con una diversa ricaduta semantica. I ra- mette in azione i ragazzi sugli scambi analisi vece che parlando. La cultura letteraria non gazzi possono divertirsi in un’operazione possibili tra parlato e cantato. Il punto di Il reciproco rimando fra i significati e i mez- basta evidentemente per fare l’uomo colto. che gli antichi chiamavano contrafactum, partenza può essere la cruciale afferma- zi espressivi, la comprensione del nesso tra Quello di cui quegli scrittori mancavano era o travestimento, ma che anche loro cono- zione tante volte ripetuta dai composi- interpretazione e analisi, è dunque il crite- la stessa consapevolezza che vediamo fa- scono bene, quando cambiano le parole di tori, a partire almeno da Vincenzo Galilei, rio di base per una didattica dell’ascolto. cilmente mancare nei nostri ragazzi: l’ap- una canzone mantenendone la melodia. E che l’andamento musicale delle parole da Per avviarlo basta un semplice confronto porto semantico, comunicativo, espressivo valga per tutti Fratelli d’Italia cantato sul cantare debba tener conto di come quel- tra due pagine diverse del Flauto magico, della musica alla scena teatrale: non solo la motivo di Sapore di sale, che stempera, fino le parole sarebbero pronunciate parlando. per esempio le stesse prime due suggerite musica strumentale, si diceva, ma anche o a renderla marinaresco-balneare, la marzia- In modo sintetico lo scriveva Diderot: «Il per l’esperienza sugli abbinamenti: quella soprattutto la musica che permea le parole lità dell’inno nazionale. Virtù, se anche in canto è un’imitazione – mediante i suoni di che accenna all’aggressione del serpente e e trasforma il parlato in canto. Il canto, un questo caso vogliamo chiamarla così, della una scala inventata ad arte – degli accenti quella che introduce Papageno. Immediate linguaggio a due dimensioni, occorre dire, musica. della passione. Il suo modello è la decla- le differenze, sotto il profilo dinamico (cre la dimensione verbale e quella musicale: Se nessun altro compositore ha messo in mazione. Occorre considerare la declama- scendo nella prima, piano nella seconda), interagenti fra loro ma autonome l’una ri- musica la frase di Astrifiammante «O non zione [ossia il parlato] come una linea, e agogico (allegro vs andante), melodico (a spetto all’altra, ognuna facente capo a un tremare, mio caro figliolo» («O zittre nicht, il canto come un’altra linea che serpeggi
8 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 9 sulla prima». Il concetto centrale di Dide- prima in preda all’ira, e poi viceversa in una - col registratore acceso, proviamo modi sulla prima strategia. In quello per l’inferio- rot sta in quella «scala inventata ad arte»: è condizione di depressione grave. Invitando diversi – spontanei – di cantare quelle fra- re prevalentemente sulla seconda. A carat- proprio in questo che si coglie la specificità contestualmente gli alunni a cogliere ‘che si, cercando di seguire quelle stesse linee, terizzare questo secondo cammino, sono del linguaggio musicale: mentre il parlato cosa nei suoni’ cambia ogni volta. e di assecondare il tono di voce immagi- alcuni criteri metodologici di fondo. si svolge secondo un continuum sonoro, il A introdurre le due successive attività nato; Il primo criterio è intrecciare l’ascolto al canto seleziona in questo continuum un di praticabili a scuola sullo scambio parla- - riascoltiamo e scegliamo quello che ci fare. Gli alunni sono invitati per esempio a screto, una graduazione di suoni: una scala to/cantato valgano le parole di Ranieri de convince di più: se è il caso, correggen- cantare e suonare parti della composizio- appunto. Calzabigi, il librettista di Gluck: «Pensavo dolo fino a dargli una veste definitiva. ne; ma anche a recitare i testi del libretto, Ogni esperienza scolastica di educazione che la sola musica adatta alla poesia dram- a ideare movimenti e azioni sceniche, a in- prosodica, ossia di educazione al controllo matica, soprattutto per il dialogo e per le Attività 9. Trasformare la melodia di Mo- ventare proprie alternative alla vicenda, ai dei diversi parametri del parlato (intonazio- arie che chiamiamo d’azione, è quella che zart in parlato testi, alla stessa musica di Mozart. ne cioè melodia, velocità cioè agogica, in- maggiormente si avvicina alla declamazio- Lo si fa rovesciando le fasi precedenti: Il secondo criterio è l’opportunità di sfrut- tensità cioè dinamica, ritmo, pause, timbro ne naturale, animata, energica; che la de- - ascoltiamo più volte la melodia; tare ogni volta che è possibile la strategia di voce) diventa non solo un’esperienza che clamazione non è essa stessa che musica - trascriviamo il saliscendi della melodia del confronto, soprattutto, inutile dire, il meriterebbe a scuola uno spazio adeguato, imperfetta; che la si potrebbe trascrivere con linee coerenti; confronto tra le realizzazioni degli alunni su cui qui non è possibile minimamente fer- tal quale se avessimo trovato segni in nu- - troviamo modi diversi di recitarla seguen- e l’originale di Mozart e/o quella di Schi- marsi,2 ma costituirebbe un trampolino per mero sufficiente per indicare tanti toni, tan- do il medesimo saliscendi. kaneder. accedere all’universo semiotico del canto. te inflessioni, tanti scatti o addolcimenti, Il terzo criterio riguarda la scelta di far giun- Basti ricordare le parole di Cicerone: «Est sfumature variate, per così dire, all’infinito, Due strategie gere quanto più è possibile gli alunni stessi autem in dicendo quidam cantus obscu- quanti se ne danno alla voce declamando. Per entrare nel vivo della preparazione dei alla scoperta di quegli aspetti dell’opera che rior»: nel parlare c’è una certa qual musica, Non essendo altro la musica, su qualunque ragazzi al Flauto magico, l’insegnante può vorremmo far acquisire. Limitandoci, noi in- un po’ nascosta. verso, che una declamazione più sapiente, ricorrere a due strategie. Semplificando al segnanti, il più possibile a porre domande Una regola elementare vale per questa più studiata, e arricchita poi dall’armonia massimo: agli alunni, perché siano loro a rispondere, musica del parlare, proprio come vale per degli accompagnamenti». A. partire dall’opera. Esporre la trama, leg- dopo avere ben ascoltato la musica. In altre il canto: quanto più l’emozione del perso- gere il libretto e ascoltarla commentan- parole privilegiando il più possibile un me- naggio è accesa tanto più la voce spazia Attività 8. Trasformare una frase parlata do via via gli aspetti ritenuti più signifi- todo euristico a quello informativo. dalle regioni gravi a quelle acute, l’intensità in cantata cativi e interessanti. È la strategia più è forte o fortemente mutevole, il timbro è Possiamo seguire queste fasi. Registriamo tradizionale e consueta. aspro e sforzato e così via. All’estremo op- ogni volta le prestazioni: B. arrivare all’opera. Arrivare a conoscerla PROPOSTE PER LA SCUOLA posto una voce monocorde, tenuta sempre - scegliamo una frase del libretto da met- nella sua interezza dopo aver condotto SECONDARIA INFERIORE a un livello tra piano e mezzo piano, con un tere in musica; per esempio: «Corriamo una serie di attività orientate all’opera. Partiamo dall’operazione più scontata: rac- passo tranquillo e un timbro chiaro, è indice dalla nostra Sovrana»; All’inizio di un cammino di questo gene- contare ai ragazzi la complessa vicenda e di un’emotività trattenuta, o di indifferenza, - decidiamo lo stato d’animo in cui si trova re, che sollecita la creatività degli alun- la presentazione dei personaggi, con tutte freddezza, insensibilità e via continuando. il personaggio che pronuncia quelle frasi: ni, Il flauto magico può essere pensato le ambiguità e i colpi di scena che caratte- quindi il ‘tono di voce’ con cui dovrebbe come un ‘pacchetto di materiali’ utiliz- rizzano l’invenzione di Schikaneder. È pre- Attività 7. Esprimere emozioni esprimersi; zabile all’interno di diverse operazioni vedibile un confronto tra le diverse opinioni Almeno questa esperienza elementare di - sperimentiamo diverse possibilità; didattiche. dei ragazzi, simile a quello che ha agitato educazione prosodica è possibile speri- - facciamo nostro il sistema di Calzabigi/ intorno al Flauto magico il pensiero degli mentare: facendo leggere ai ragazzi qual- Diderot: trascriviamo con semplici trattini, Nel percorso per la scuola secondaria su- storici dell’opera, di cui nel volume e nel che battuta del libretto come se si fosse in su e in giù, l’andamento della voce; periore ci soffermiamo prevalentemente dvd si trovano contributi esemplari.
10 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 11 Attività 10 Flauto magico elenchiamo solo i perso- Cosa sento? Dove sono? Che luogo ignoto l’intonazione. La vendetta dell’inferno ri L’ouverture (CD 1, n. 1) dell’opera può essere naggi con un minimo di caratterizzazione è questo? bolle nel mio cuore, grida Astrifiamman- un alveo sul quale far inventare ai ragazzi un di ciascuno. Anche qui a gruppi, i ragazzi Più in generale, chi parlerà a voce alta nel te in una scena famosa (CD 2, n. 5). Come possibile antefatto. Cosa sarà successo nel sono invitati a inventare una propria vicen- corso dell’opera? Chi a voce bassa, sussur- cambia lo stato d’animo se la pronunciamo regno di Astrifiammante o in quello di Sa- da complessiva. L’ouverture di Mozart può rata se è il caso? tutta discendente o, viceversa, tutta ascen- rastro prima che si alzi il sipario? Come mai sempre rimanere come fosse un generico dente? Astrifiammante è così nemica di Sarastro? sottofondo che potrà scorrere inavvertito, Attività 15 Come mai Sarastro ha fatto rapire Pamina? ma che potrà anche agire inconsapevol- E ora l’agogica, la velocità. Un conto è de- In ognuna delle attività precedenti non è Per quali eventi Pamina è contesa fra i due? mente sull’invenzione dei ragazzi. In ogni clamare le parole di Monostatos lentamen- importante solo far sperimentare in prima Da dove viene Tamino? E Papageno? caso è un nuovo ascolto, che rende Mozart te, un conto è rapidamente: Chiunque pro persona ai ragazzi il potenziale semantico Il punto su cui insistere con i ragazzi è che meno lontano rispetto a quando abbiamo va le gioie dell’amore, scherza, amoreggia, di ciascuno dei parametri sonori, ma anche stiano attenti a far corrispondere quello che cominciato a lavorare. accarezza, bacia… E io dovrei astenermi prendere coscienza di quali siano in realtà, stanno inventando alla musica dell’ouvertu dall’amore, perché sono nero e brutto? Pro- su quelle medesime frasi, le scelte di Mo- re. Un ascolto preventivo li aiuterà a rendersi Attività 13 vare per rendersi conto della differenza. E zart, e che significato esse abbiano. Dopo conto dei quattro principali momenti in cui Raccontiamo la vicenda fino a un certo alla fine andare a sentire la scelta di Mozart l’invenzione personale, insomma, il con- è segmentabile: il solenne adagio introdut- punto: per esempio, fino al momento in cui (atto secondo, scena settima, CD 2, n. 3). fronto con Mozart. tivo, l’allegro fino alla battuta 96, lo sviluppo Tamino e Papageno stanno per entrare nel dalla ripresentazione degli accordi, e la ri- regno di Sarastro. Attività 16 Attività 18 presa dalla battuta 144. Si ascolta prima tut- Lasciamo che siano i ragazzi a inventare Infine sul timbro. Prendiamo per esempio Questa è un’esperienza più complessa e a ti insieme l’ouverture. Poi si lavora a piccoli il finale possibile. A gruppi. Pamina potrà la scena iniziale delle tre dame (CD 1, n. 2): lungo termine. Si tratta di far apprendere gruppi, di cinque ragazzi al massimo, invitati averne abbastanza di Sarastro? La Regina Corriamo dalla nostra Sovrana, per comuni ai ragazzi, come suggeriva Calzabigi, alcu- a discutere fra loro le proposte sottovoce. riuscirà a riprendersela? I due regnanti ri- carle tale notizia. Forse questo bel giovane ni criteri elementari per trascrivere i tratti Alla fine, relazione sui risultati, con un par- troveranno un feeling? E Papageno? E Mo- può darle la serenità perduta. prosodici, in particolare intensità, velocità ticolare apprezzamento per il modo in cui nostatos? Confrontiamo i diversi finali. Poi Prima dama: Dunque andate a parlarle e intonazione. questi sono stati suggeriti dalla musica. ascoltiamo quello originale. Quale finale mentre io rimango qui. Per la velocità gli stessi musicisti si accon- preferiranno i ragazzi? Seconda dama: No, no, andateci voi,veglio tentano di aggettivi o avverbi: lento, ada Attività 11 io qui su lui! gio, moderato, allegro, presto. Per i cam- La stessa esperienza precedente può dar Attività 14 Terza dama: No no, ciò non può essere. Lo biamenti di velocità scrivono accelerando luogo non a una relazione verbale, ma a È un’applicazione, e un’estensione insieme, proteggo io sola! o rallentando. una interpretazione mimica. In questo caso dell’attività 7. Verifichiamo su alcune bat- Se differenziamo il timbro di voce delle tre, Per l’intensità scrivono pianissimo, piano, il gruppo può essere più numeroso. Ogni tute scelte del libretto l’incidenza dei para- otterremo tre modi diversi di interagire tra mezzoforte, forte, fortissimo; anzi usano componente interagirà con gli altri in una metri prosodici sul significato delle battute loro: alla seconda dama che può usare un solo le iniziali: pp, p, mf, f, ff. Per il crescendo pantomima. I meno disponibili ad agire po- stesse. Cominciando dalla dinamica, l’in- timbro energico, potrebbe rispondere la (passaggio graduale da piano a forte) usa- tranno assumersi compiti diversi: regista, tensità dei suoni della voce. Con che voce terza con l’ironico timbro nasale. Ogni altra no il segno . addetto alla riproduzione musicale… col serpente (CD 1, n. 3)? Gridando, ancora lore espressivo anche di questo elemento. Per l’intonazione si ricorre a un criterio in- spaventato? Sottovoce, al risveglio ancora tuitivo: punti collocati sopra le parole, tanto Attività 12 assonnato? Dove sono? È un sogno ch’io Attività 17 più in alto quanto più alto è il suono che vo- Questa è più complessa e richiede più tem- viva ancora? O una forza superiore mi ha Il momento più delicato di queste attività gliamo, tanto più in basso quanto più basso po. Senza avere raccontato la trama del salvato? prosodiche riguarda l’aspetto melodico, è il suono; oppure linee, che si muovono dal
12 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 13 basso all’alto o dall’alto al basso. È il criterio davanti a ogni musica, diversa la ‘mappa PAPAGENO Ogni gruppo s’inventa un tableau vivant, un che adoperano gli studiosi di prosodia. Ed emotiva’ di ognuno di loro. Ciò non significa Non ne ho bisogno! – Posseggo nelle quadro vivente: cinque personaggi ‘conge- è anche il criterio dei neumi, che da qui si che si debba evitare di discutere le risposte. mani una potenza più forte delle armi. lati’, fissati nei gesti e nell’espressione che è evoluto fino a condurre alle note sul pen- Anzi: comunicare le proprie reazioni emo- ogni gruppo ritiene più adatti. tagramma. tive davanti a un brano musicale aiuta sia a TAMINO Dopo di che si ascolta la scena. Applichiamo questi segni sul libretto dell’o- correggere eventualmente il tiro, la propria L’avresti dunque strangolato? pera e avremo una sorta di sua partitura interpretazione di quel brano, sia a sollecita- Attività 22 prosodica. re un confronto tra l’interpretazione propria PAPAGENO Un’attività di ‘manipolazione preventiva’. e quella dei compagni. Strangolato! Diamo agli alunni i testi (o il loro sunto) di Attività 19 Questa esperienza permette (anzi incorag- (fra sé) alcune pagine cantate nell’opera. Faccia- Portiamo l’attenzione dei ragazzi sulla ‘so- gia) il ritorno a quel minimo di lavoro d’ana- Nella mia vita non sono mai stato così mo poi ascoltare i relativi brani dal disco, stanza emotiva’ di un brano musicale. Fac- lisi suggerito nell’attività 5. Con la doman- forte come oggi. senza comunicare agli alunni a quale dei ciamone ascoltare alcuni; compito: disporli da d’obbligo: quali elementi della musica ti testi si riferiscono: essendo cantati in tede- secondo una ‘scala di sentimenti’, per esem- hanno spinto a dare la tua interpretazione di LE TRE DAME sco, difficilmente gli alunni se ne possono pio dal più malinconico al più gioioso. quel dato brano? (minacciano e gridano insieme) rendere conto. A loro il compito di creare Proviamo con questi: solo le prime frasi (di Papageno! abbinamenti tra testi e musiche: facendosi tutti o solo di alcuni): Attività 20 guidare dall’atmosfera che intendono cre- «Der Vogelfänger bin ich» (Papageno, CD 1, Scopriamo i mutamenti emotivi all’interno TAMINO are intorno alle parole, dal senso che alle n. 4) di una medesima aria. Scegliamo la secon- Chi sono queste dame? parole vogliono dare. «Zum Leiden bin ich» (Regina della Notte, da arietta di Papageno, «Ein Mädchen oder CD 1, n. 8) Weibchen» (CD 2, n. 16). Gli alunni tracciano PAPAGENO «Es leben Sarastro» (coro, CD 1, n. 17) su un foglio due contorno del viso di Pa- Chi siano veramente, non lo so neanch’io… «Na stolzer Jüngling» (Monostatos, CD 1, pageno. Nel primo contorno tracceranno n. 17) le linee del volto secondo lo stato d’animo PRIMA DAMA «O Isis und Osiris» (Sarastro, CD 1, n. 20) che riconoscono nella prima parte dell’aria (gli porge una bella bottiglia d’acqua) «Ach ich fühl’s» (Pamina, CD 2, n. 11) (in 2/4). Nel secondo relativamente alla se- In cambio la nostra Sovrana ti manda «Bald prangt, der Morgen» (i tre fanciulli, CD 2, conda parte (in 6/8). Alla fine confrontere- oggi per la prima volta, invece di vino n. 17) mo i disegni di tutti: un’occasione in più per schietto, acqua pura. «Der, welchet wandert» (i due armigeri, CD 2, riflettere sull’emotività della musica, per ri- n. 18) ascoltare l’aria, e per cantarla tutti insieme. SECONDA DAMA Il fatto che l’opera sia cantata in tedesco non E a me ha ordinato, invece del pan è un ostacolo per le attività precedenti; anzi, Attività 21 di zucchero, di portarti questa pietra. è un bell’aiuto per poterlo svolgere: gli ab- Dividiamo la classe in gruppi di cinque. Ogni Spero che ti possa essere gradita. binamenti creati dai ragazzi restano in tal gruppo legge per conto suo i dialoghi di una modo liberi, proprio per il fatto che non si delle scene, per esempio la seguente: PAPAGENO fanno influenzare dalle parole (sempre che Cosa? Dovrei mangiare pietre? non conoscano la lingua, ovviamente). TAMINO Regola del gioco: non aspettiamoci una ri- Ma a proposito, amico, come hai fatto TERZA DAMA sposta univoca. La sensibilità è diversa da a vincere questo mostro? – Tu sei E al posto dei fichi dolci io ho l’onore di ragazzo a ragazzo. Diversa è la reazione senza armi. chiuderti la bocca con questo lucchetto d’oro.
14 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 15 Musiche da cantare e da suonare Se i fringuelli sentono il mio fischio, Papageno arriva Il flauto magico è una miniera di pagine che che guaio corrono, che rischio! anche i nostri ragazzi possono cantare e in Posso dirvi senza temerarietà Andante W.A. Mozart parte suonare, a cominciare dalle due arie di che ogni passerotto presto mio sarà. & b 42 œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ . œ œ . œ Papageno e dal corale degli armigeri per con- p tinuare con quelle che Mozart ha scritto appo- 2. P apageno arriva, lo vedete qua sitamente per le voci bianche dei tre Knaben. sempre vispo e allegro, trallalà. Per boschi, per prati a caccia va, Pa - pa - ge - no ar - ri - va lo ve - de - te qua, sem- pre vi - spo e al- le - gro Attività 23 girando solo in libertà. Offriamo qui le due pagine famose di Papa- Se sapesse il tenero richiamo j r & b œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ. œ œ. œ geno: «Der Vogelfänger» («Papageno arri- che dice dolcemente: «T’amo!», va») e «Ein Mädchen oder Weibchen» («Co- nella rete andrebbe a gran velocità lomba o Tortorella») in una nostra versione in uno stormo di donzelle d’ogni età. italiano (esempi 1 e 2; CD1, n. 4 e CD2, n. 16). tral - la - là. Per bo - schi, per pra - ti a cac - cia va, gi - ran - do so - lo in I file audio di tutti gli esempi musicali sono 3. L e vorrebbe tutte lì davanti a sé, scaricabili dal sito www. voximago.it, acces- Papageno, delle belle il re. j strum. sibile attraverso il DVD (login). E a quella che il suo amore ricambiar vorrà & b œ œ œj œ œ. œ œ. canto eterna fede giurerà. œ œ j œ 1. Papageno arriva, lo vedete qua: La mia ala accanto alla sua ala, f œ œ pœ sempre vispo e allegro, trallalà. vedrai che il tempo vola. li - ber - tà. 1. Se i frin - Per boschi, per prati a caccia va, Una dolce ninnananna per dormir 2. Se sa - girando solo in libertà. le canterà felice all’imbrunir. U b œ œ œ œ j strum. j & œ œ œ œ œ œœ œ. œ œ œ œ œ œ œf œ guel - li sen- to-no il mio fi - schio che gua-io cor-ro - no, che ri - schio! pes- se il te - ne - ro ri - chia - mo che di - ce dol-ce-men - te "T'a - mo!", canto & b œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œJ œ œ œ . œ œ œ œ œ p Pos- so dir - vi sen - za te - me - nel - la re - te an - dreb - be a gran ve - &b œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ œ œ œj .. ra - rie - tà che o - gni pas - se - rot - to pres - to mio sa - rà. lo - ci - tà u - no stor - mo di don - zel - le d'o - gni e - tà.
& œ j œ œ œ œ #œ nœ œ œ œ œ. œœ. œ œ œ œ cor, per - ni - ce o pol - la - strel - la gli dan - no buon u - mor gli - 16 • CARLO DELFRATI ## U 6 guida didattica Per le scuole secondarie strum. • 17 & œ. œ œ œ œœ œ ‰ j œ œ œ œ œ œ ‰ œ 8 j œ œ œ œ dan - no buon u - mor, gli dan - no buon u - mor # 1. C olomba o tortorella Ah proprio nessuna lo vuole, Allegro & # 68 œ œ œ œ œ œ œ . œ ‰ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œJ ‰ œj ha Papageno in cor, fra tutte le belle figliole? j j canto pernice o pollastrella Portate una bella quaggiù: œ gli danno buon umor, non vuole lui niente di più! gli danno buon umor, Portate una bella, una bella. Che gli danno buon umor. Portate una bella quaggiù: non vuole lui niente di più, non vuoi # j & # œ œ œ œ œ œ œ . œ ‰ œj œ œ Che cene, che pranzi faresti, niente di più, j‰ j œ œ œ #œ œ. œ œ a tavola sempre staresti. non vuoi niente di più. Felice è la vita così, leggera come il colibrì. 3. Colomba o tortorella … ce - ne, che pran - zi fa - re - sti, a ta - vo - la sem - pre sta - re - sti. Fe - Felice, leggera, leggera. Felice è la vita così, Gli basta una bella soltanto # j leggera come il colibrì, per viverle sempre daccanto. come il colibrì, come il colibrì. Se poi qualche bacio gli dà, & # œ œ œ œ . œ ‰ œj œ œ œ œ œ œ ‰ Œ œj 2. Colomba o tortorella … lo colma di felicità. Se qualche, se qualche, œ œ œ œ se qualche, se qualche bacino gli dà, li - ce è la vi - ta co - sì leg - ge - ra co- me il co - li - brì 1. Fe - lo colma di felicità,di felicità, di felicità. 2. Por - ## U jU ‰ Œ j ‰ Œ j j & œ œ œ œ œ œ œ. œ ‰ œ œ œ œ œ œ œ Colomba o tortorella W.A. Mozart # Andante & # 42 j œ œ œ œ œ. œ œ. œ œ œ œ œ œ. œ œ. œ li - ce leg - ge - ra leg - ge - ra. Fe - li - ce è la vi - ta co - pCoœ - lom - ba o tor - to ta - te una bel - la una bel - la. - Por - ta - te u - na bel - la quag - # U & # œ. œ œ œj œ ‰ Œ. - rel - la ha Pa - pa - ge - no œ œ œ œ œ œ ## j & œ ‰ œj œ œ œ œ œ . # œ œ œ œ n œ œ œ œ œ . œ œ . œ œ ‰ œ sì, leg - ge - ra co - me il co - li - brì, giù: non vuo - le lui nien - te di più, # & # ‰ œ œ œ œ œ œ ‰ Œ. ‰ œ œ œ œ œ ‰ Œ . .. cor, per - ni - ce o pol - la - strel - la gli dan - no buon u - mor gli - œ ## U strum.6 & j œ. œ œ œ œ œ œ ‰ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ ‰ œ 8 j co - me il co - li - brì, co - me il co - li - brì. non vuol nien - te di più, non vuol nien - te di più. dan - no buon u - mor, gli dan - no buon u - mor # Allegro & # 68 œ œ œ œ œ ‰ j j j canto œ ‰ œ œ œ
18 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 19 I canti appresi possono offrire il pretesto devono sottolineare a matita sul libretto la Marcia per una serie di attività/gioco, utili (al di là sillaba su cui è capitato l’errore. W.A. Mozart Andante del divertimento, che ogni tanto fa bene, anche a scuola) per approfondire la cono- Attività 27 &b C ˙ ˙ ˙ Œ œ scenza dei brani stessi. L’insegnante canta solo le prime due note p di un canto. I ragazzi devono saperlo con- Attività 24 tinuare. Poi ripropone ancora le prime due Tamburello ã C œ œœœ œ œ œ œ œœœ œ œ Œ œ œœœ œ œ œ œ œœœ œ œ Œ Ci si mette in circolo. Il primo incomincia a note, ma a partire da un suono diverso, cioè cantare «Papageno arriva, lo vedete qua». in un’altra tonalità: i ragazzi devono saper p Continua il secondo: «sempre vispo e al- continuare nella nuova tonalità. Legnetti ã C Ó Œ œ p legro, trallalà». E così si continua: ognuno canta un verso. Quando si arriva alla fine si Attività 28 ã C˙ p riparte da capo. Chi sbaglia esce dal circo- Una pratica scolastica antica, rinverdita in Piatto sosp. ˙ œ œ ˙ ˙ ˙ œ œ ˙ lo. L’ultimo che resta ha vinto. questi ultimi anni, è quella di aggiungere La prova si può ripetere con gli altri canti. accompagnamenti ritmici a brani musi- cali trasmessi dal disco, affidandola a una œ œ. œ. œ 5 Attività 25 Un allievo sceglie uno dei cori e lo canta su piccola banda ritmica: la percussion band. Possiamo applicarla a qualche brano del &b œ œ œ œ ˙ J ˙ J «la la la». Un compagno deve saperlo ripe- Flauto magico. Ecco un piccolo esempio, 5 tere con le parole giuste. sulle prime otto battute con cui inizia il Tamb. ã Ó ‰ œœœ œ Œ Œ secondo atto (esempio 3, CD 1, n. 18). La p œ œ Attività 26 stessa melodia può essere eseguita (con L’insegnante (o un alunno) canta un brano tutto il suo seguito) dagli strumenti into- Legn. ã œ œ œ œ œ œ œ Œ sbagliando apposta una nota. I compagni nati a disposizione. Pt. s. ã ˙ ˙ ˙ Ó Œ œ Œ œ j œ œ. n œ œ . n œ œ . œ œ. œ. œ 8 & b œ. J n˙ Œ 8 Tamb. ã œ Œ œ Œ œ œ œ œ Œ œ œ Œ Legn. ã Œ œ œ Œ p ã Œ Œ Œ æ Pt. s. œ œ œ œ œ œ ˙ œ
20 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 21 Altri esempi se li può facilmente costruire ordine casuale. Agli alunni il compito di ragazzi stessi. Le direzioni di marcia sono quelle che i ragazzi hanno potuto imparare. l’insegnante stesso. riconoscere l’ordine corretto. sostanzialmente due: la prima segue da vi- Il risultato sarà proprio un Singspiel! Il valore principale di questa pratica sta nel - Ogni profilo può essere eseguito a càno- cino l’opera stessa di Mozart e Schikaneder; Leggendo il libretto da recitare non man- fatto che i ragazzi sperimentano il ritmo in ne a due voci. Per esempio nel ritmo di nella seconda i ragazzi prendono spunto cheremo di chiarire bene tutti i significati. E un organismo vivo, invece che nelle sterili «Papageno arriva» la seconda voce en- dal Flauto magico per inventarne una pro- al tempo stesso discutiamo sui personaggi, astrazioni del solfeggio o in esercizi ritmici tra quando la prima attacca la seconda pria. Qui vediamo la prima direzione. Nella sui loro caratteri. Come ce li immaginiamo? musicalmente privi di significato; poi si fan- battuta. Oppure la terza. Differenziamo dispensa orientata alla scuola superiore E finalmente, come potrebbero essere det- no più sensibili al fraseggio e all’articolazio- timbricamente le due voci; per esempio vediamo la seconda. Anche se si può ben te, certe battute del libretto? Per esempio ne formale della musica: basta per esempio tamburello la prima voce, triangolo la se- intuire che arricchendo le modalità della Tamino al risveglio: «Dove sono? È un sogno alternare timbri o ritmi da una frase all’altra conda. prima, o semplificando le procedure del- ch’io viva ancora? o una forza superiore mi del brano accompagnato. Migliora con ciò Per i ragazzi che possono leggere le note. la seconda, le proposte possono essere ha salvato?» anche la capacità di ascolto e la memoria Trascriviamo i profili alla lavagna: eseguia- scambiate. Non dimentichiamo i gesti. Con quali gesti i musicale. Pochi mezzi come questo con- moli a ritroso: partendo dall’ultima nota per personaggi accompagneranno le loro bat- vincono un ragazzo ad ascoltare, attiva- arrivare alla prima. In questo caso natural- Attività 30 tute? Ognuno dirà la sua; e si cercherà di mente, la musica, qualsiasi musica. mente il risultato sarà diverso da quello del Il modo più scontato, ma non per questo far tesoro delle osservazioni più interessanti. Anche i brani da cantare coralmente pos- profilo originale. meno ricco ed efficace, è quello di far met- Come i gesti, anche i movimenti, le azioni, sono essere accompagnati dalla banda tere in scena una versione sintetica del li- l’utilizzo degli spazi, meritano di non esse- ritmica. Giochiamo sull’intensità. Per esempio: bretto, selezionando gli episodi salienti, e re lasciati al caso, ma pensati e decisi per - s’incomincia tutti pianissimo, si cresce cucendoli fra loro per esempio con la voce bene. I ragazzi, che quanto a esuberanza Attività 29 poco per volta, si finisce fortissimo. di un narratore esterno. Si distribuiscono le gestuale non hanno da imparare da nessu- Ogni musica ha un proprio profilo ritmico, - s’incomincia fortissimo e si finisce pianis parti, quelle dei personaggi ma anche quelle no, si inibiscono facilmente quando devono quello che otteniamo considerando solo le simo. dei compiti scenici: mimi, scenografi, costu- accompagnare le loro dizioni con i gesti. durate dei suoni, senza le relative altezze. - si alternano bruscamente pianissimo e misti, tecnici luci, regista eccetera. Sollecitiamoli in più modi, partendo dal più Ai ragazzi il concetto può essere spiega- fortissimo. Si recitano i dialoghi originali, ovviamente in scontato, quello in cui il gesto semplicemen- to facilmente: immaginiamo di essere un italiano, se a scuola non si studia il tedesco. te rinforza il significato della parola: come giorno senza voce, e di voler far sentire una Un gruppo di ragazzi batte la pulsazio- È importante recitare soprattutto le arie, quando esclamiamo «Guarda!» e puntiamo canzone. Potremo cantarla... con le mani? ne, un altro pronuncia il ritmo. Al segnale perché saranno il momento forte dello spet- il dito indice. Forse sì: ‘cantare con le mani’ una canzone dell’insegnante ci scambiamo le parti. tacolo musicale. La recitazione può essere Diciamo che in questo caso c’è convergenza vuol dire battere tutti i suoni che la forma- affidata a gruppi diversi, che operano paral- tra gesto e parola. no, a tempo. Senza mai perdere il tempo, un alunno lelamente. In ogni gruppo un alunno assume Troviamo nel nostro libretto frasi che solle- Eseguiamo con le mani (o con uno stru- dopo l’altro pronuncia il profilo ritmico del- una o anche più parti. citano gesti particolari, e facciamo praticare mento a percussione) i profili ritmici dei le prime due battute. Attenzione a non fer- Si può anche recitare una sola scena, ampia. la convergenza. cori precedenti, più altri brani del Flauto marsi mai nei passaggi! Alla fine la frase è Oppure si può decidere che ogni gruppo di Pratichiamo la divergenza. Si verifica quan- magico già ascoltati (o in alternativa, di la stessa dell’inizio? Si può continuare con ragazzi reciti una parte del libretto: in que- do con il gesto comunichiamo qualcosa di canzoni note). altri frammenti ritmici. sto caso il risultato sarà un collage di episodi diverso da ciò che dicono le nostre parole. L’attività prevede parecchie varianti: recitati da alunni diversi (avremo diversi Pa- Se esclamiamo «Guarda!» e intanto ci por- - Un ragazzo esegue un profilo a caso, sen- Creare spettacolo pageni, diverse Regine della notte eccetera). tiamo le mani al viso, oppure puntiamo i za dire il titolo. Chi lo riconosce ne propo- Il progetto più ambizioso che possiamo svi- Lo spettacolo è tanto più ‘mozartiano’ se fra pugni ai fianchi battendo il piede, oppure ne un altro, e così via. luppare a scuola intorno al Flauto magico le parti recitate inseriamo episodi cantati: le alziamo il viso al cielo strizzando gli occhi, - L’insegnante fa sentire cinque profili in consiste nel far allestire uno spettacolo ai due arie di Papageno per esempio, o tutte oppure ci grattiamo la testa, ogni volta il ge-
22 • CARLO DELFRATI guida didattica Per le scuole secondarie • 23 sto dice qualcosa di più, e più ricco e artico- perare musiche esistenti, scegliendole fra orchestra. Non è solo lo spazio tiranno a Spingendo più a fondo la ricerca, la rifles- lato è il messaggio che mandiamo. i brani strumentali che Mozart ha inserito impedire in questa sede di proporre sparti- sione sull’opera di Mozart permetterebbe In tutti e due i casi precedenti il gesto e la nella sua opera, a cominciare dall’ouverture ti: perché ogni scuola ha corsi di strumento ai ragazzi di entrare da vicino nel grande parola sono simultanei. Se vogliamo ren- (ma volendo, anche da altre musiche stru- diversi (in una ci sono clarinetti, nell’altra fenomeno della massoneria, con i suoi ri- dere ancora più ricca la nostra tavolozza mentali di Mozart). percussioni…), e in ognuna occorre trovare svolti iniziatici e misteriosofici, ma, cosa espressiva, sfruttiamo anche la dimensione È fondamentale che la scelta dei frammenti il collega intraprendente che possa assu- ben più importante che non le apparenze temporale: posso ancora dire «Guarda!» e sia fatta dagli alunni stessi, piuttosto che mersi il compito di adattare Mozart all’or- esterne, con gli ideali umanitari, di «lotta puntare l’indice (convergenza): ma il gesto dall’insegnante. Sarà interessante con- ganico ogni volta diverso dei suoi imberbi contro l’ignoranza e la superstizione, fra- può anticipare la parola, oppure può seguir- frontare le diverse scelte degli alunni: che orchestrali. tellanza universale, ricerca della luce della la; la stessa duplice dislocazione temporale corrisponderanno ad altrettante ‘interpre- verità» (Mario Marcarini): ideali propugnati di gesto e parola è possibile nella situazione tazioni’ delle frasi. Quando si passerà a un da quella massoneria a cui Mozart stesso divergente: prima punto i pugni ai fianchi, ascolto consapevole dell’opera, confronte- PROPOSTE PER LA SCUOLA era affiliato e alla quale dedicherà esplici- poi dico «Guarda!»; oppure viceversa. remo l’uso che gli alunni hanno fatto di un SECONDARIA SUPERIORE tamente diversi altri suoi lavori. Anche l’uso dello spazio ha un’importan- dato brano, con l’uso originale di Mozart. Nella scuola superiore possiamo spingere Le congestioni e per certi aspetti le assurdi- te funzione nella comunicazione, dentro e più a fondo la riflessione sui valori per così tà della vicenda del Flauto magico vengo- fuori il teatro. Truffaldino alterca con Fata Attività 32 dire etici che l’opera di Mozart sollecita ad no appunto lette dai suoi interpreti come il Morgana: il senso dell’alterco è ben diverso Il secondo modo di sonorizzare è piutto- affrontare. In quest’opera sembra che si op- disagio stesso che il fruitore deve pagare se i due se ne stanno lontani oppure se sono sto indicato là dove l’insegnante ha già in pongano il bene e il male, apparentemente per orientarsi verso l’inconoscibile: «che faccia a faccia... Aggiungiamo questa nuova cantiere attività creative con gli strumenti impersonati da Sarastro e Astrifiammante. l’assurdo sia il perno intorno al quale ruo- scoperta alle nostre precedenti scenette. e altri mezzi sonori. Consiste nel far inven- Ma stanno proprio così le cose? Le gentili ta l’intero corpo dell’azione è reso palese, tare il commento sonoro agli alunni stessi: damigelle che salvano Tamino hanno forse in primo luogo, dalla [varia] tipologia dei Sonorizzare scene utilizzando suoni e rumori d’ogni genere. i tratti di persone malvagie? Non è sempre personaggi […] dalla varietà di certe pre- Un’opera lirica è per così dire la ‘sonorizza- facile distinguere il bene dal male, la veri- scrizioni a sfondo esotico […] dalla presen- zione’ di una vicenda rappresentata a tea- Le musiche possono essere mescolate al tà dalla menzogna, la violenza dalla libera za di iniziati o dall’evocazione di demoni. tro. Far sonorizzare agli alunni i loro dialo- testo in più modi: scelta, l’amore nobile da quello selvaggio… L’azione è intrisa di agnizioni, apparizioni, ghi del Flauto magico è per loro un modo di – come preludio: iniziare con la musica; poi Sono interrogativi che gli esegeti del Flauto rapimenti, giuramenti, presagi, segreti, ven- ripercorrere, sia pure in modo embrionale, il far seguire la recitazione; magico si sono posti in continuazione. L’in- dette, patti, prove iniziatiche, scioglimenti cammino stesso del compositore: e quindi – come interludio: inserire la musica tra una terpretazione più condivisa di quest’opera di enigmi. E per quanto riguarda i luoghi avvicinarli ai processi compositivi. lettura e un’altra; è menzionata nei saggi contenuti in questo dell’azione, il testo parla di tempio […], di Sonorizzare non richiede solo tecniche – come postludio: iniziare con la recitazio- dvd, che l’insegnante può far leggere agli bosco, giardino, grotta, antro, cascata, ca- particolari. Richiede anche una consape- ne; poi far seguire la musica; studenti: «Dietro l’innocente apparenza stello, montagna. Ai quattro elementi (aria, volezza delle possibilità espressive della – come contrappunto: musica e recitazione del fiabesco campeggia un messaggio eti- acqua, terra, fuoco) si aggiungono le stel- musica, dei suoni. È qui che diventa impor- simultanee. co che premia la perseveranza, protegge le, il sole e la luna, il vento, lampi e tuoni, tante il lavoro a monte, l’aver portato gli la virtù, determina, alla fine di un sofferto il giorno e la notte. Gli animali chiamati in alunni a prendere coscienza delle funzioni Attività 33 cammino, la ricompensa certa e dovuta» causa sono uccelli, serpenti, leoni, mentre ‘narrative’ della musica nello spettacolo. In una scuola a indirizzo musicale il proget- (Livio Aragona); «Al cuore dei lavori fiabe- fra i metalli dominano l’oro e l’argento. Vi to si dilata. Qui possiamo disporre di una schi di Schikaneder sta l’illuminata inizia- sono infine oggetti, cose di significato for- Attività 31 piccola orchestra. E le pagine della parti- zione di un innocente» (David Buch). Sa- temente emblematico: ritratto, trono, gab- L’aggiunta di commenti strumentali si può tura mozartiana adattabili sono numerose. per controllare le proprie emozioni prima bia, lucchetto, catene, cappuccio, velo, co- fare in due modi. Il primo consiste nell’ado- Ognuna può essere adattata alla nostra di poter essere d’insegnamento agli altri. lonne, piramidi, pugnale, calice, vino, rose,
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