Consiglio Nazionale dei Geologi - 8-9-10 settembre 2018
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MATTINO BENEVENTO Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:Federico Monga Estratto da pag.:1,26 Sezione:TERREMOTI Tiratura: 34.862 Diffusione: 51.367 Lettori: 646.000 Foglio:1/3 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 380-136-080 Peso:1-7%,26-30% Servizi di Media Monitoring
MATTINO BENEVENTO Edizione del:10/09/18 Estratto da pag.:1,26 Sezione:TERREMOTI Foglio:2/3 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 380-136-080 Peso:1-7%,26-30% Servizi di Media Monitoring
MATTINO BENEVENTO Edizione del:10/09/18 Estratto da pag.:1,26 Sezione:TERREMOTI Foglio:3/3 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 380-136-080 Peso:1-7%,26-30% Servizi di Media Monitoring
PRIMO PIANO MOLISE Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:Luca Colella Estratto da pag.:9 Sezione:TERREMOTI Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Foglio:1/1 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 075-142-080 Peso:25% Servizi di Media Monitoring
QUOTIDIANO DEL MOLISE Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:n.d. Estratto da pag.:7 Sezione:TERREMOTI Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Foglio:1/1 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 075-142-080 Peso:16% Servizi di Media Monitoring
QUOTIDIANO DEL SUD Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:Rocco Valenti Estratto da pag.:4 Sezione:TERREMOTI Tiratura: 5.952 Diffusione: 11.705 Lettori: 5.467 Foglio:1/1 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 380-136-080 Peso:4% Servizi di Media Monitoring
SANNIO QUOTIDIANO Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:LUCA COLASANTO Estratto da pag.:5 Sezione:TERREMOTI Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Foglio:1/1 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 075-142-080 Peso:12% Servizi di Media Monitoring
Edizione del:10/09/18 Dir. Resp.:Mario Calabresi Estratto da pag.:1,16 Sezione:POLITICA Tiratura: 216.733 Diffusione: 267.971 Lettori: 2.015.000 Foglio:1/2 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 181-115-080 Peso:1-2%,16-36% Servizi di Media Monitoring
Edizione del:10/09/18 Estratto da pag.:1,16 Sezione:POLITICA Foglio:2/2 Il presente documento e' ad uso esclusivo del committente. 181-115-080 Peso:1-2%,16-36% Servizi di Media Monitoring
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10/09/2018 Pag. 3 L'ESPERTO RISPONDE
10/09/2018 Pag. 4 L'ESPERTO RISPONDE
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10/09/2018 Pag. 10 N.35 - 10 settembre 2018
10/09/2018 Pag. 32 N.35 - 10 settembre 2018
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10/9/2018 Ponte di Genova, Toti: deroghe al codice e niente gara, altrimenti si perde un anno 10 Set 2018 Ponte di Genova, Toti: deroghe al codice e niente gara, altrimenti si perde un anno Massimo Frontera Il progetto del nuovo ponte di Genova presentato da Toti e Renzo Piano Il nuovo Ponte di Genova sul Polcevera sarà ricostruito da un consorzio di imprese con Autostrade per l'Italia, Fincantieri e con il coinvolgimento dell'architetto Renzo Piano. La “squadra” è stata presentata pubbliamente lo scorso venerdì a Genova dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in qualità di commissario di governo, ed è stata “benedetta” anche dal sindaco di Genova Marco Bucci che ha annunciato anche un concorso internazionale per riqualificare l'area sottostante. «Nell'area del Campasso - ha annunciato il sindaco Bucci - dobbiamo rifare un quartiere, e lo faremo attraverso un concorso internazionale al quale gli uffici tecnici stanno già lavorando e che uscirà tra qualche mese». «Chiederemo di riutilizzare l'area sotto il ponte dove faremo un 1/2
10/9/2018 Ponte di Genova, Toti: deroghe al codice e niente gara, altrimenti si perde un anno quartiere importante che rigenera una parte urbana, seguendo il motto che abbiamo noi a Genova di costruire sul costruito. Non parliamo solo di ponte: rigenerare un'area così importante è un obiettivo primario per la città», ha detto Bucci. Presente lo stesso architetto Renzo Piano che ha fornito nuovi disegni e nuovi plastici dell'infrastruttura. Per il nuovo ponte, l'architetto genovese si è ispirato alle navi. La struttura, interamente in acciaio, ha infatti una sezione che ricorda quella di una nave. È leggero e sottile, e «durerà mille anni», ha assicurato Piano. Nonostante che al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli non piaccia l'idea che Autostade ricostruisca il ponte, l'idea di Toti prevede il coinvolgimento di Aspi, sia pure con modalità e quote di partecipazione non ancora rese note. L'obiettivo - ambizioso - è di ultimare l'opera entro “ottobre-novembre 2019”, ha detto il governatore della Liguria. Un tempo che, sempre secondo il presidente dela Regione Liguria, esclude decisamente la gara e punta all'affidamento diretto attraverso la realizzazione in house delle imprese coinvolte. «Credo che ci sarà un consorzio tra varie società che possa partecipare con un affidamento in house>, ha detto Toti. «Noi - ha aggiunto - abbiamo più volte chiesto al governo un provvedimento di legge straordinario che ci consenta di derogare al codice in vigore sugli appalti, anche perché se si dovesse fare una gara europea non sarebbe possibile realizzare il nuovo punte in un anno: il solo fatto che io dico che in un anno sia possibile farlo vuol dire che non ci dovrà essere una gara, altrimenti servirà un anno solo per fare la gara», ha aggiunto. «Sono prondo ad adeguarmi a qualsiasi cambiamento normativo il governo voglia fare - ha aggiunto - ma al momento questa è l'unica soluzione affiché la città abbia un nuovo ponte in un anno di tempo». Qanto alle modalità operative, Toti ha spiegato che «non appena il ponte sarà dissequestrato tornerà nella disponibilità di Autostrade, titolare della concessione». «La concessione prevede che Autostrade pagherà il conto di quel cantiere», Fincantieri è invece l'azienda pubblica che darà garanzia di solidità e Renzo Piano ci metterà il disegno». A quesati partner si unirà anche ArcelorMittal, che fornirà l'acciaio. «Da quello che mi è dato capire - ha riassunto Toti - il progetto non lo farà Autostrade. Mi auguro che il progetto sarà sviluppato dallo studio Piano: da una società di ingegneria scelta dallo studio Piano in collaborazione con un consorzio di imprese di cui facciano parte gli uffici tecnici di Fincantieri e, ove necessario, anche gli uffici tecnici di Autostrade». Dall'ad di Autostrade Castellucci, è arrivato l'ok convinto a collaborare con tutti i partner. «Abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio il progetto di Renzo Piano e raccogliamo pienamente la sfida che ci è stata lanciata di poter fare un progetto nel quale i genovesi si possano riconoscere, nei tempi che ci sono stati dati», ha detto l'ad di Aspi. «Possiamo anticipare - ha aggiunto - che è nata già una squadra di lavoro con le competenze e la voglia di fare al meglio quello di cui Genova ha bisogno. Noi ci siamo e lavoreremo in squadra con Fincantieri: troveremo le modalità tecniche e amministrative per creare e consolidare questo concetto di squadra e, devo dire, che poter collaborare con l'archietto Piano è un privilegio di cui siamo perfettamente consapevoli». Forse per la troppa emozione, infine, l'amministratore delegato di Autostrade, cercando maldestramente di spostare il modellino di una sezione del ponte che Piano lo ha fatto finire in frantumi. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
10/9/2018 Caos bando periferie: solo 15 città hanno nei conti «risparmi» sufficienti per le opere 10 Set 2018 Caos bando periferie: solo 15 città hanno nei conti «risparmi» sufficienti per le opere Gianni Trovati La polemica incendiaria sul bando periferie ha sparso a piene mani certezze in Parlamento e incognite nelle amministrazioni locali. Fra Camera e Senato si confronteranno anche nella giornata decisiva di oggi le posizioni nette della maggioranza M5S-Lega, che nella sospensione delle 96 convenzioni vede lo strumento per premiare gli enti «virtuosi» titolari di avanzi senza che sia lo Stato a decidere dove promuovere investimenti e dove no, e quelle altrettanto chiare dell’opposizione, che parlano di «scippo» e provano a riesumare le convenzioni a suon di emendamenti. Tanta sicurezza si sgretola però quando dalle stanze della politica si passa agli uffici delle ragionerie locali. Che cosa si potrà fare davvero una volta in vigore il Milleproroghe? E chi può fare cosa? Prima di avventurarsi nel dedalo creato dall’emendamento notturno approvato al Senato e in via di conferma alla Camera, è utile anticipare i risultati. La sospensione delle convenzioni produce sui conti pubblici un effetto positivo per 1.030 milioni in quattro anni, di cui 140 milioni nel 2018, che servirebbero a coprire gli effetti di un primo “sblocco” generalizzato degli avanzi di amministrazione. Ma per utilizzare gli avanzi per investimenti occorre applicarli, modificando il bilancio con parere dei revisori e voto in consiglio comunale, e adeguare i programmi delle opere pubbliche (con la procedura complessa descritta nell’articolo qui a destra): mosse che richiedono mesi. «Andrebbero acquisiti - aggiungono nel loro dossier i tecnici del servizio Bilancio della Camera - chiarimenti volti a confermare l’effettiva possibilità, per i Comuni interessati, di rimodulare, senza che si determinino ulteriori oneri, gli impegni di spesa e i connessi pagamenti in relazione al differimento dell’efficacia delle convenzioni». I 140 milioni messi nella cascina del bilancio pubblico per quest’anno potrebbero però tornare utili per coprire eventuali stop alle sanzioni per chi sfora il pareggio 2018, tanto più che da annunci pubblici di governo e maggioranza il Milleproroghe è solo l’antipasto per un cambio di regole che dall’anno prossimo libererà a regime gli avanzi nei calcoli sui vincoli di finanza pubblica. Ma nessuno può garantire a priori che questi sforamenti sanabili servano davvero a investimenti e non a spesa corrente. Con la semplificazione tipica della politica, il Milleproroghe divide i Comuni in due gruppi. Via i finanziamenti alle città, e più spazi finanziari ai Comuni medi e piccoli (del Centro-Nord). Ma se in questi ultimi l’utilizzo effettivo di questi spazi incontra i problemi appena citati, anche nel mondo interessato dal bando periferie (in realtà i Comuni interessati dai 96 progetti sono 326, anche medi e piccoli, perché in gioco ci sono anche le Città metropolitane) il quadro è più complesso. I primi calcoli Anci mostrano tre situazioni diverse: in una quindicina di casi gli enti beneficiari avrebbero avanzi sufficienti per proseguire con fondi i propri i progetti del bando periferie, ma per farlo devono adeguare bilanci e programmi delle opere pubbliche. 1/2
10/9/2018 Caos bando periferie: solo 15 città hanno nei conti «risparmi» sufficienti per le opere Altri 30 hanno nei conti risorse per coprire una parte degli interventi, mentre gli altri (quindi la metà abbondante della platea) non hanno avanzi e non potrebbero far altro che abbandonare i progetti. Con la conseguenza, peraltro, di perdere gli eventuali cofinanziamenti privati, e senza poter chiedere una parte dei 300 milioni di contributi messi a disposizione della manovra perché questi sono riservati a chi non ha partecipato con successo proprio al bando periferie P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
10/9/2018 Fondo investimenti, a disposizione dei Comuni 300 milioni: ultimi dieci giorni per la tranche 2019 10 Set 2018 Fondo investimenti, a disposizione dei Comuni 300 milioni: ultimi dieci giorni per la tranche 2019 Anna Guiducci e Patrizia Ruffini Ultimi preparativi per l’accesso al contributo 2019 a fondo perduto per la messa in sicurezza di edifici e territorio. Scade il 20 settembre il termine per la richiesta dei finanziamenti messi in campo dall’ultima manovra. Il contributo ammonta a 300 milioni per il 2019 e 400 per il 2020 (commi 853-861 della legge 205/2017). La domanda al ministero dell’Interno necessita della specificazione della tipologia dell’opera, del codice unico di progetto e di eventuali cofinanziamenti. Non è richiesto un livello minimo di progettazione. Ciascun Comune non può richiedere finanziamenti di importo superiore a 5,225 milioni. Viminale ed Economia determineranno l’ammontare del contributo a ciascun Comune entro il 31 ottobre. Se le richieste supereranno le risorse disponibili, l’attribuzione sarà effettuata a favore dei Comuni che presentano la minore incidenza dell’avanzo di amministrazione (al netto della quota accantonata) rispetto alle entrate finali di competenza risultanti dai rendiconti del penultimo esercizio, desunti dalla Bdap. La mancata trasmissione del rendiconto alla Banca dati blocca le richieste. Il Comune beneficiario dovrà affidare i lavori entro 8 mesi dall’emanazione del decreto di concessione; i risparmi da ribassi d’asta sono vincolati fino al collaudo o all’esecuzione dei lavori, e poi potranno essere destinati a ulteriori investimenti per le stesse finalità, a condizione che l’impegno avvenga entro il 30 giugno dell’esercizio successivo. I contributi saranno erogati dal ministero dell’Interno per il 20% entro il 28 febbraio e per un ulteriore 60% entro il 31 maggio, previa verifica dell’affidamento. La verifica sarà effettuata attraverso il sistema di monitoraggio richiamato dal Dlgs 229/2011, con classificazione delle opere sotto la voce «Contributo investimenti Legge di bilancio 2018». Il restante 20% sarà erogato previa trasmissione del certificato di collaudo o di regolare esecuzione rilasciato dal direttore dei lavori. Nel caso di mancato rispetto di termini e condizioni, il Viminale recupererà il contributo. Sono inoltre previsti controlli a campione sulle opere. Il primo ciclo del finanziamento ha mostrato il punto critico nel requisito dell’inserimento in uno strumento programmatorio dell’ente approvato ed efficace, ad esempio Dup o piano triennale delle opere. Per le opere di importo inferiore a 100mila euro, che non entrano nella programmazione triennale, è sufficiente la previsione della realizzazione degli interventi nel Dup e nel bilancio di previsione. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
Gestione emergenze: la Protezione Civile propone una riforma del Codice dei contratti 10/09/2018 La storia recente ci ha insegnato che le norme sui contratti pubblici in Italia sono valide per tutte le opere pubbliche ma non sono "buone" in caso di emergenza. Emergenza che, spesso, è stata realizzata ad arte e altre volte simulata per derogare delle regole troppo stringenti. L'ultimo caso in ordine cronologico è rappresentato dalla realizzazione dell’Universiade Napoli 2019 e dalle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino, che si terranno a Cortina d’Ampezzo, rispettivamente, nel marzo 2020 e nel febbraio 2021. Casi difficilmente ascrivibili ad "emergenza" ma che la legge di Bilancio per il 2018 (art. 1 comma 380) ha ritenuto dover essere trattati come "speciali" derogando molti degli articoli del Codice dei contratti, tra i quali il 63, dando la possibilità al commissario straordinario di appaltare appalti pubblici di lavori, servizi e forniture di qualsiasi importo con procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara con invito rivolto ad almeno cinque operatori economici nel rispetto, però, dei principi di trasparenza, concorrenza e rotazione...(!) Ma cosa accade in Italia in caso di emergenze reali? Il crollo del Ponte di Genova, ultimo dei disastri in ordine cronologico (ma avremmo potuto citare anche il terremoto del centro Italia con le sue centinaia ordinanze), ci sta insegnando come la situazione sia tutta "in divenire" con una disciplina che era stata strutturata per evitare le tanto decantate deroghe ma che nella realtà non è minimamente idonea a fronteggiare l'emergenza. Dell'argomento ne ha parlato la dirigente del servizio legislativo della Protezione Civile, Antonella Nicotra che nell'incontro che si è tenuto a Roma il 6 settembre nella sede della Conferenza delle Regioni ha affermato la necessità di "avere una disciplina che non deroghi il Codice dei contratti pubblici ma che dia una risposta immediata nel caso di eventi di somma urgenza o di protezione civile. Non più deroghe ma una disciplina che ci possa consentire di intervenire immediatamente per rimuovere ogni stato di pregiudizio e di pericolo alla pubblica o privata incolumità". In riferimento alla Ponte Morandi, la dirigente della Protezione Civile ha affermato "Noi per il ponte di Genova abbiamo adottato un'ordinanza con 4 pagine di deroga. Abbiamo lavorato fino all'1 e mezza di notte per individuare tutte le norme che necessitavano di deroghe. Questo non deve più succedere, bisogna intervenire subito bisogna avere una disciplina positiva fermo restando il potere delle ordinanze di protezione civile di derogare alle altre disposizioni che dovessero rendersi necessarie". VIDEO: https://youtu.be/Q5jugusYcR8 La Protezione Civile ha, quindi, proposto una riforma del codice degli appalti per quanto riguarda la disciplina delle emergenze. Una proposta condivisa con le Regioni, l'Anci e la comunità scientifica: "Abbiamo voluto coinvolgere - ha spiegato Antonella Nicotra - tutti i soggetti che a vario modo vengono interessati da eventi calamitosi. E' una disciplina che nasce da esigenze concrete e da disposizioni di tipo emergenziale, per fornire risposte immediate che possono consentire di intervenire subito". A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata
Codice dei contratti: On line l’applicativo ANAC per le iscrizioni dei commissari di gara 10/09/2018 A decorrere da oggi 10 settembre 2018, è possibile iscriversi all’Albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara attraverso l’applicativo on line “Albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici” L’albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici è istituito presso l'ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ai sensi dell’articolo 78 del Codice dei contratti di cui al D.Lgs. 50/2016. L’Autorità lo gestisce e lo aggiorna secondo criteri individuati nelle linee guida n. 5 a cui ha fatto seguito la delibera ANAC 18 luglio 2018, n. 648 recante "Istruzioni operative per l’iscrizione all’Albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara e per l’estrazione dei commissari". La prima pagina del servizio fornisce le istruzioni di base per accedere all’albo in qualità di esperto o di interessato. Gli esperti che intendono candidarsi devono essere in possesso di credenziali username e password rilasciate dall’Autorità, di una casella di posta elettronica certificata (PEC) e di un dispositivo di firma digitale. Ricordiamo che all’atto della registrazione verrà richiesto l’inserimento del codice TRN (Transation Reference Number), a conferma del pagamento della tariffa di € 168,00 laddove dovuta ai sensi del DM del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 12 febbraio 2018. Il versamento della tariffa dovrà essere effettuato mediante bonifico sul c/c bancario acceso presso il Monte dei Paschi di Siena, filiale di Roma sede, intestato all’Autorità nazionale anticorruzione (codice fiscale 97584460584) - IBAN: IT 92 E 01030 03200 000005748153 (BIC: PASCITMMROM). Nella causale dovranno essere riportate le seguenti informazioni: “Iscrizione Albo commissari - Codice fiscale del soggetto richiedente l’iscrizione - annualità 2019.” Predisposta, anche, dall’ANAC la Guida utente di 12 pagine con il seguente commario • 1. Introduzione • 2. Iscrizioni
• 2.1 Nuova iscrizione • 2.1.1 Sezione e sottosezione • 2.1.2 Profilo richiedente • 2.1.3 Requisiti tecnici/professionali • 2.1.4 Pagamento della tariffa di iscrizione • 2.1.5 Requisiti di idoneità morale • 2.1.5 Riepilogo e fine • 2.2 Gestione dell’iscrizione • 3. Consultazioni Restano, in ogni caso, tutti i dubbi relativi: • al fatto che in un momento in cui si parla di rivisitazione del Codice dei contratti e, probabilmente, dell’eliminazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per le gare sotto soglia, le gare per le quali verrà richiesta la commissione di gara diventeranno un numero esiguo con la conclusione che sarà proprio un terno al lotto essere nominati all’interno delle commissioni di gara a fronte, invece di un versamento di 168,00 Euro che, invece, diventerà una tassa annuale quasi obbligatoria se si vuole mantenere l’iscrizione. Presumiamo, quindi, che nel caso di utilizzazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa i professioni iscritti come commissari di gara avrenno limitare possibilità di essere sorteggiato e, quindi, potrebbero correre il rischio di pagare la tassa per molti anni senza avere di converso alcuna nomina; • alla sentenza del TAR Lazio che con l’Ordinanza 2 agosto 2018, n. 4710, ha sospeso compensi minimi fissati dal D.M. 12 febbraio 2018 (leggi articolo). A cura di arch. Paolo Oreto © Riproduzione riservata Documenti Allegati Guida utente Linee guida Anac n. 5 delibera Anac 18 luglio 2018, n. 648 DM 12 febbraio 2018 Link Correlati Applicativo “Albo nazionale dei componenti delle commissioni giudicatrici” Speciale Codice Appalti
Codice dei Contratti: Negli affidamenti sotto soglia, il bando deve essere pubblicato 10/09/2018 Il TAR Friuli-Venezia Giulia con la sentenza 18 luglio 2018, n. 252 relativamente ad una procedura per l'affidamento del servizio di Data protection officer di importo compreso fra 40 mila e 150 mila euro bandita ai sensi dell'articolo 36, comma 2, lettera b) del codice dei contratti pubblici ha evidenziato come nel caso in esame l'urgenza non legittima l'omessa effettuazione della pubblicità dell’affidamento e della consultazione di mercato. Nel caso in argomento la Stazione appaltante aveva omesso di pubblicare l'avviso, in una situazione in cui non sussistevano i presupposti per dare corso all'affidamento diretto, ai sensi dell'articolo 63 del codice dei contratti pubblici. Nella sentenza del TAR è evidenziato che la Stazione appaltante non aveva neppure indicato quelle ragioni di “estrema urgenza derivante da eventi imprevedibili dall'amministrazione aggiudicatrice” che, se sussistenti, avrebbero consentito di derogare agli adempimenti previsti dalla procedura adottata (art. 63, comma 2, lett. c). La stazione appaltante avrebbe dovuto, invece, applicare l'articolo 36, comma 2, lett. b) del codice dei contratti pubblici che consente alle stazioni appaltanti la facoltà di dare corso alla
procedura semplificata nel caso di affidamento di contratti di importo pari o superiore a 40 mila euro e inferiore a 150mila euro con la preventiva “consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori economici per i lavori, e, per i servizi e le forniture di almeno cinque operatori economici individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti». In relazione, poi, allo svolgimento di tale attività di consultazione degli operatori economici le Linee Guida ANAC n. 4, approvate con deliberazione 1° marzo 2018, n. 206, precisano che “la stazione appaltante assicura l'opportuna pubblicità dell’attività di esplorazione del mercato, scegliendo gli strumenti più idonei in ragione della rilevanza del contratto per il settore merceologico di riferimento e della sua contendibilità, da valutare sulla base di parametri non solo economici. A tal fine la stazione appaltante pubblica un avviso sul profilo di committente, nella sezione «amministrazione trasparente» sotto la sezione «bandi e contratti», o ricorre ad altre forme di pubblicità. La durata della pubblicazione è stabilita in ragione della rilevanza del contratto, per un periodo minimo identificabile in quindici giorni, salva la riduzione del suddetto termine per motivate ragioni di urgenza a non meno di cinque giorni” (punto 5.1.4). In allegato la sentenza 18 luglio 2018, n. 252. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Sentenza 18 luglio 2018, n. 252 Link Correlati Speciale Codice Appalti
Decreto FER: Un premio per chi sostituisce l’amianto con il fotovoltaico 10/09/2018 Come abbiamo già visto sabato il nuovo decreto sulle rinnovabili, emanato dal precedente Governo e che non ha ancora completato il proprio iter, conferma che gliincentivi dedicati all’energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabiliper il triennio 2018-2020 non subiranno alcuno stravolgimento (leggi articolo). Resta, comunque, l’importante novità relativa alla maggiorazione dell’incentivo per la sostituzione dell’amianto con impianti fotovoltaici. Infatti il Governo ha ritenuto opportuno promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici i cui moduli sono installati su edifici con coperture in eternit o comunque contenenti amianto, con la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto, in quanto gli ambiziosi obiettivi sulle rinnovabili richiedono e suggeriscono l’utilizzo di superficie già impegnate per altri usi, a partire da quelle su cui l’installazione del fotovoltaico può fornire anche un vantaggio supplementare, in termini di benefici sanitari e ambientali.
Nell’articolo 8, comma 1 del provvedimento al Gruppo A è stato aggiunto il Gruppo A- 2 relativo ad impianti fotovoltaici i cui moduli fotovoltaici sono installati in sostituzione di coperture di edifici su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto con la precisazione che a superficie dei moduli non può essere superiore a quella della copertura rimossa. Come disposto, poi, all’articolo 7, comma 10 dello provvedimento “Gli impianti fotovoltaici di cui al gruppo A-2, hanno diritto, in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica, a un premio pari a 12 €/MWh, erogato con le stesse modalità e tempistiche degli incentivi sull’energia elettrica. Il Gse rende note le condizioni specifiche, anche relative alle corrette modalità di rimozione e smaltimento dell’eternit e dell’amianto, per accedere al premio. Il premio non è cumulabile con altri incentivi pubblici aventi analoga finalità” Appena, dunque, il decreto sarà approvato definitivamente e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, agli altri incentivi previsti dal testo si aggiunge un premio pari a 12 euro/MWh per la sostituzione delle coperture in amianto con moduli fotovoltaici. In allegato il testo del nuovo decreto sulle rinnovabili. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Decreto rinnovabili
Edilizia scolastica e sicurezza: tempi più rapidi per assegnare le risorse agli Enti locali 10/09/2018 Tempi più rapidi per l’assegnazione agli Enti locali delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole, con meno decreti e atti ministeriali da produrre. Pagamenti diretti agli Enti beneficiari dei finanziamenti, senza passaggi intermedi. Concentrazione degli stanziamenti destinati all'edilizia sul Fondo per la programmazione triennale degli interventi, con un conseguente ulteriore snellimento delle fasi di assegnazione delle risorse. Aggiornamento in tempo reale e miglioramento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo a breve di pubblicazione in chiaro dei dati, per una maggiore trasparenza e velocità nell’individuazione degli interventi prioritari. Previsione di risorse per la progettazione a sostegno degli Enti locali. Sono le novità in materia di sicurezza ed edilizia delle scuole contenute nell'Accordo promosso dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, in collaborazione con la responsabile per gli Affari Regionali, Erika Stefani, siglato il 7 settembre u.s. in Conferenza Unificata.
“Si tratta di una svolta, di un traguardo importante - sottolinea il Ministro Bussetti - frutto di una collaborazione fra più Istituzioni che mette al centro la sicurezza dei nostri ragazzi. Dobbiamo essere molto soddisfatti dell’Accordo raggiunto. Ringrazio il Ministro Stefani, i rappresentanti di Regioni ed Enti locali per il lavoro svolto in queste settimane in collaborazione con il MIUR. L’accordo di oggi è un esempio concreto di come si fa sistema. E voglio ribadire che l’edilizia scolastica è una priorità di questo Governo”. Con l’Accordo siglato “Avremo più trasparenza, efficienza e un miglioramento della governance delle risorse. Dopo anni di procedure lunghe e farraginose, abbiamo definito un sistema semplificato che consentirà di ridurre notevolmente i tempi per l’assegnazione delle risorse e, dunque, per rendere le nostre scuole più sicure. Sbloccheremo subito il primo miliardo per l’antisismica. Nelle prossime ore daremo il via libera alla programmazione triennale 2018/2020. Con l’accordo di oggi, abbiamo definito anche, una volta per tutte, i criteri di riparto a livello regionale delle risorse, con un’attenzione particolare alle zone sismiche: saranno utilizzati ogni volta che ci sono fondi da assegnare, senza dover più predisporre decreti diversi per ciascun finanziamento - prosegue il Ministro - Stiamo davvero cambiando il sistema: non vogliamo mai più risorse che restano ferme per troppo tempo, lasciando gli Enti locali in attesa e nell’impossibilità di mettere in sicurezza le nostre scuole”. L’Accordo prevede anche il rilancio dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica del MIUR prevedendo il monitoraggio e il coordinamento degli impegni previsti dall’accordo. “La scuola - conclude il Ministro - è per i nostri ragazzi una seconda casa. Devono potersi sentire protetti al suo interno. Prendiamo anche un impegno: continueremo a cercare risorse da investire sull’edilizia scolastica, già a partire dalla prossima legge di bilancio. Mantenendo il nostro metodo di lavoro che si basa su una stretta e costante collaborazione con tutti gli attori in campo”. © Riproduzione riservata
Ecco la mappa dell'Antartide, la più precisa mai realizzata Tutto il continente è stato cartografato con una risoluzione da otto a due metri, più precisa di qualsiasi altra, grazie alle immagini dei satelliti DigitalGlobe. Servirà per le spedizioni e per il monitoraggio di ghiacciai, iceberg. Ma anche per visualizzare gli effetti del riscaldamento globale di MATTEO MARINI – 08 settembre 2018 IL CONTINENTE di ghiaccio, il deserto più grande del mondo, la zona più inesplorata del Pianeta ha finalmente una mappa dettagliata di tutta la sua superficie. La nuova carta, pubblicata dalle università del Minnesota e dell'Ohio, è composta da centinaia di migliaia di immagini scattate dai satelliti della costellazione DigitalGlobe che coprono una superficie totale di circa 14 milioni di chilometri quadrati. Il Rema (Reference Elevation Model of Antarctica) ha una risoluzione senza precedenti, da due a otto metri al suolo. E pensare che “fino ad ora abbiamo avuto mappe più dettagliate della superficie di Marte che dell'Antartide. Ora è il continente meglio mappato. È di gran lunga la mappa terrestre a più alta risoluzione di tutti i continenti”, ha detto Ian Howat professore di Scienze della Terra della Ohio State University. La nuova mappa totale dell'Antartide Ecco alcune delle immagini tratte dal nuovo atlante ad altissima definizione dell'Antartide https://www.repubblica.it/scienze/2018/09/08/foto/la_nuova_mappa_del_polo_sud-205935973/1/#1 In tutto 150 terabyte di dati compongono la nuova cartografia fino a 88 gradi di latitudine Sud: “In precedenza la risoluzione era un chilometro o anche più, e non potevamo avere una mappatura delle zone costiere perché la pendenza è troppo elevata – commenta Massimo Frezzotti, ricercatore Enea e presidente del Comitato glaciologico italiano – finora le carte avevano anche sulla costa un errore molto alto. Questa sarà molto utile innanzi tutto per organizzare spedizioni e programmare le attività scientifiche in maniera più accurata. Come sempre avviene quando una tecnologia militare viene messa a disposizione della comunità scientifica”. I dati, infatti, sono rilasciati dalla National geospatial intelligence agency, che è parte del ministero della Difesa americano.
E potremo osservare come cambia nel tempo il volto dei ghiacci attorno al Polo sud grazie alle immagini stereoscopiche, scattate nel corso di sei anni, che ne rilevano con precisione anche le variazioni di quota: “Vedremo come cambia la copertura nevosa – riprende Howat, che è il principal investigator del progetto – il movimento dei ghiacci, saremo in grado di monitorare la portata dei fiumi e i vulcani. E come il ghiaccio si assottiglia”. E vedremo anche come il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici minacciano anche le remote lande antartiche. Come ne modellano la forma, le fratture sulle piattaforme glaciali che preannunciano il distacco degli iceberg e le correnti di ghiaccio che ne venano la superficie: “I giganteschi ghiacciai Thwaites e Pine per esempio, restituiscono molto più ghiaccio al mare di quanto ne ricevano – continua Frezzotti – più che per l'innalzamento della temperatura, risentono della variazione della circolazione oceanica. La calotta occidentale, dove si trovano, se si sciogliesse tutta porterebbe un innalzamento dei mari fino a cinque metri. Da tenere d'occhio perché l'Antartide ogni anno contribuisce sempre di più all'innalzamento e potenzialmente potrebbe essere il principale contributore. Se si sciogliesse tutto i mari crescerebbero di 53 metri”. Le foto scattate tra il 2009 e il 2017, non hanno ancora documentato, per esempio, il distacco del mastodontico iceberg A68, dalla piattaforma Larsen C. La costa qui si è modificata. Ma l'aggiornamento arriverà presto. I ricercatori stimano, d'ora in avanti, di poter realizzare una mappa di questa risoluzione ogni anno per monitorare i cambiamenti che avvengono sulla superficie. Le università hanno realizzato un semplice tool interattivo per navigare la mappa in alta definizione e osservare i dettagli mai visti di questa landa inospitale. Comprese le numerose stazioni di ricerca che i vari paesi hanno installato sulle coste o all'interno, come la stazione Concordia, base a conduzione francese e italiana sul Plateau antartico, o la base Zucchelli sul mare di Ross.
Professionisti, nel 2019 nuovi concorsi al Mibac di Alessandra Marra Le priorità del Ministro Bonisoli: messa in sicurezza dei beni culturali e assunzione di nuovo personale 10/09/2018 – In arrivo concorsi pubblici per l’assunzione di nuovo personale per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibac). Ad annunciarlo il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, al termine dell’incontro tenutosi lo scorso 6 settembre con le numerose sigle sindacali dei lavoratori e dei dirigenti nel suo dicastero. Assunzioni Mibac: nuovo concorso nel 2019 Il Ministro ha dichiarato che “per l’assunzione di nuovo personale, ha già attivato un canale con la Funzione Pubblica per indire alcuni concorsi, ilprimo dei
quali dovrebbe vedere la luce all’inizio del prossimo anno”. Bonisoli ha anche spiegato quali sono le sue priorità: “innanzi tutto la messa in sicurezza dei beni. Ma la carenza di personale è una delle emergenze che mi sta più a cuore. Sono partito con una serie di proposte normative che sono già a punto anche rispetto al quadro esigenziale di tipo finanziario”. Nel far questo il Ministro ha dichiarato che si muoverà con “pragmatismo, trasparenza e merito” aggiungendo che “i prossimi lavoratori del ministero per i Beni e le Attività Culturali saranno assunti attraverso concorsi pubblici. L’ordine di grandezza con il quale ci muoviamo è di alcune migliaia di assunzioni”. Patrimonio culturale: unità per la messa in sicurezza Sul fronte dalla sicurezza di beni culturali il Ministro ha ricordato che già la scorsa settimana si era attivato per far diventare operativa l’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del Mibac, istituita nel 2017 e mai entrata in funzione. L’unità ha il compito di unificare le diverse strutture che si occupavano di sicurezza al fine di un migliore coordinamento delle competenze. La struttura si muoverà sia nell’ambito della prevenzione che delle emergenze e per gli interventi ordinari. “La nascita dell’Unità per la Sicurezza del Patrimonio Culturale va nella direzione di quella semplificazione non solo burocratica e amministrativa, ma anche e soprattutto operativa. Tutte le strutture che collaborano alla sicurezza, dalla Protezione civile ai Vigili del fuoco, alle strutture territoriali, ora sanno a chi rivolgersi per tutte le questioni legate alla sicurezza” aveva commentato il Ministro Bonisoli. Patrimonio culturale e imprese All’incontro dello scorso 6 settembre le imprese del settore hanno dato il loro contributo; ad esempio, Finco ha elaborato un dossier chiamato 'Per un'Italia più
bella e più sicura', con suggerimenti volti alla valorizzazione ma soprattutto alla conservazione, tutela e messa in sicurezza dei beni culturali sul territorio del nostro Paese, fornendo anche il proprio contributo tecnico e di esperienze alla rivitalizzata Unità Operativa sulla Sicurezza del Patrimonio Culturale. Per Finco, infatti, la qualificazione delle imprese è fondamentale soprattutto nel campo dei beni culturali. Il Ministro si è detto vivamente interessato all'acquisizione di ogni possibile contributo da parte delle imprese operanti nel settore, sia per gli aspetti tecnici sia per quanto attiene le vischiosità procedurali in generale sulle quali sta già operando per fare chiarezza e per ottenere risparmio nei tempi di attuazione. Ed in proposito ha illustrato sia i criteri operativi cui intende attenersi, sia in quali termini affidare specifici compiti di ricognizione, analisi e proposta ai diversi organi interni e uffici del Dicastero. Nell’incontro sono stati trattati anche altri temi rilevanti ma più specifici, tra i quali: - l’archeologia, mettendo in evidenza l'assoluta urgenza della emanazione del Decreto attuativo della Legge 110/2014: - il verde storico, istanza fortemente sollecitata da Assoverde - e condivisa da tutta la Filiera - riguardante la categoria di lavori specialistici OS 24 che dovrebbe essere suddivisa in Os 24A e OS24B, quest'ultima riferita ai soli lavori di verde storico; - il restauro, argomento d’interesse per i Presidenti sia di ARI sia di Restauratori Senza Frontiere che hanno enfatizzato l'opportunità di riservare al settore degli appalti dei beni culturali una chiara e decisa specificità. Infine, è stato espresso l'auspicio della costituzione di un Tavolo congiunto degli Uffici Legislativi Mit/Mibact in merito al tema degli appalti, così come sono state trattate più specifiche questioni connesse al DM 154/2017 di attuazione del Codice Appalti già prospettate al precedente Capo dell’Ufficio Legislativo, rimaste senza un formale riscontro. © Riproduzione riservata
Appalti, al via le iscrizioni all’Albo dei commissari di gara di Rossella Calabrese Pronto l’applicativo Anac per registrarsi dopo aver versato la quota di 168 euro 10/09/2018 - A partire da oggi ci si può iscrivere all’Albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara gestito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). Per iscriversi si deve utilizzare l’applicativo on line disponibile nell’area servizi del portale dell’Anac e seguire le istruzioni operative per il versamento della tariffa dovuta all’Autorità per l’iscrizione. All’atto della registrazione verrà richiesto l’inserimento del codice TRN (Transation Reference Number), a conferma del pagamento della tariffa di € 168,00 laddove dovuta ai sensi del DM 12 febbraio 2018 del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti. Il versamento della tariffa dovrà essere effettuato mediante bonifico sul c/c bancario acceso presso il Monte dei Paschi di Siena, filiale di Roma sede, intestato all’Autorità nazionale anticorruzione (codice fiscale 97584460584) - IBAN: IT 92 E 01030 03200 000005748153 (BIC: PASCITMMROM). Nella causale dovranno essere riportate le seguenti informazioni: “Iscrizione Albo commissari - Codice fiscale del soggetto richiedente l’iscrizione - annualità 2019.” Come previsto delle linee guida n.5 attuative del Codice Appalti (Dlgs 50/2016), l’utilizzo dei commissari iscritti nell’Albo dell’Anac diventerà obbligatorio per le gare in cui la scadenza delle offerte è fissata dal 15 gennaio 2019 in poi. A partire da tale data, le Stazioni Appaltanti non potranno più nominare commissari di gara in modo discrezionale. L’obiettivo del Codice Appalti e delle linee guida n.5 è quello di garantire l’imparzialità delle valutazioni delle Stazioni Appaltanti. Per importi inferiori alle soglie comunitarie, e a un milione di euro per i lavori, in mancanza di particolari complessità, la Stazione Appaltante può nominare alcuni componenti interni nella commissione. Il presidente dovrà invece essere esterno. © Riproduzione riservata Norme correlate Linee Guida 09/08/2018 Autorità Nazionale Anticorruzione ANAC - Linee guida attuative del nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni Decreto Ministeriale 12/02/2018 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Determinazione della tariffa di iscrizione all'albo dei componenti delle commissioni giudicatrici e relativi compensi Decreto Legislativo 18/04/2016 n.50 Codice dei Contratti Pubblici (Nuovo Codice Appalti)
Rinnovabili, pronto il decreto che prevede incentivi al fotovoltaico Via libera al Decreto Rinnovabili, arriva l’ok dal Ministro dell’Ambiente Di Redazione Tecnica - 10 settembre 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA La bozza del testo del Decreto Rinnovabili ha ottenuto l’approvazione informale da parte del Ministero dell’Ambiente e indicativamente il 14 settembre verrà organizzato un evento pubblico per aprire il dibattito sul tema. Il documento disciplina le norme relative agli incentivi riferiti alle energie rinnovabili, con particolare riferimento al fotovoltaico. Rinnovabili, quali sono le fonti incentivate nel decreto Il Decreto elenca le rinnovabili elettriche ritenute più vicine alla competitività che saranno oggetto di incentivi: eolico onshore, idroelettrico, gas di discarica e di depurazione, solare fotovoltaico e geotermia tradizionale. Il Ministeto dello Sviluppo Economico mira ad ottimizzare il quantitativo di energia rinnovabile che può essere prodotta, puntando sulla più alta competitività delle FER. Rinnovabili, quali impianti potranno accedere agli incentivi Sarà reso possibile accedere primariamente agli incentivi attraverso modalità competitive fondate su criteri economici. Il ne è quello di incentivare la riduzione degli oneri sulla bolletta elettrica e incrementare l’e cienza nella liera di approvvigionamento dei componenti. Gli impianti che avranno la facoltà di poter rientrare nella concessione degli incentivi, in seguito alla partecipazione alle procedure pubbliche indette per la selezione di progetti che andranno riportati in speci ci registri sono: – Gli impianti di nuova costruzione o integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW; – Gli impianti oggetto di un intervento di potenziamento, qualora la differenza tra il valore della nuova potenza installata rispetto alla potenza installata precedentemente l’intervento sia inferiore a 1 MW; – Gli impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1 MW. Gli impianti dotati di una potenza maggiore a 1 MW, potranno bene ciare degli incentivi con la partecipazione ad aste al ribasso. La suddivisione delle aste avverrà per gruppi di tecnologie, de niti https://www.ediltecnico.it/65240/rinnovabili-pronto-decreto-incentivi-fotovoltaico/
sulla base delle capacità di diminuire i costi. Da una parte eolico onshore e fotovoltaico, dall’altra idroelettrico, geotermoelettrico, gas di discarica e depurazione. Attraverso le aste verranno identi cati i livelli di incentivazione, in considerazione dei limiti di contingenti di potenza. Verrà messa a disposizione per fotovoltaico ed eolico una potenza uguale a 4.800 MW, mentre per il secondo gruppo 245 MW e per il terzo 490 MW. Rinnovabili, calendarizzazione procedure d’asta e registro Sono previsti dalla bozza di decreto sette bandi in merito alle procedure d’asta e registro, che verranno rese note dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), rispettivamente nella seguente calendarizzazione: 30 novembre 2018, 30 marzo 2019, 30 luglio 2019,30 novembre 2019, 30 marzo 2020, 30 luglio 2020, 30 novembre 2020. In relazione all’iscrizione al registro, in ogni bando rispettivamente è messa a disposizione una potenza pari a: – Primo bando (data di apertura: 30 novembre 2018): 35 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Secondo bando (data di apertura: 30 marzo 2019): 35 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Terzo bando (data di apertura: 30 luglio 2019): 90 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Quarto bando (data di apertura: 30 novembre 2019): 90 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Quinto bando (data di apertura: 30 marzo 2020): 110 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Sesto bando (data di apertura: 30 luglio 2020): 110 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C; – Settimo bando (data di apertura: 30 novembre 2020): 110 MW per il gruppo A, 20 MW per il gruppo B, 10 MW per il gruppo C. In relazione alle procedure d’asta, in ogni bando rispettivamente è messa a disposizione una potenza pari a:
– Primo bando (data di apertura: 30 novembre 2018): 500 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Secondo bando (data di apertura: 30 marzo 2019): 500 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Terzo bando (data di apertura: 30 luglio 2019): 700 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Quarto bando (data di apertura: 30 novembre 2019): 700 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Quinto bando (data di apertura: 30 marzo 2020): 700 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Sesto bando (data di apertura: 30 luglio 2020): 800 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C; – Settimo bando (data di apertura: 30 novembre 2020): 800 MW per il gruppo A, 35 MW per il gruppo B, 70 MW per il gruppo C. Gli operatori avranno a disposizione un periodo di 30 giorni a partire dalla data di pubblicazione dei bandi per presentare le domande. Lo svolgimento delle procedure avverrà in maniera telematica sul sito del GSE.
Professionisti: sono sempre dovuti i contributi a Inarcassa? La Corte di Cassazione si è espressa sul tema del versamento dei contributi da parte dei professionisti Di Redazione Tecnica - 10 settembre 2018 © RIPRODUZIONE RISERVATA La Corte di Cassazione con la sentenza 20389/2018 ha stabilito che se le attività eseguite dai professionisti non sono fortemente connesse con il loro titolo professionale, il versamento dei contributi a Inarcassa non è più obbligatorio. Nel caso speci co valutato dalla Cassazione, era stata effettuata un’attività di marketing come consulente per un’azienda da parte di un ingegnere nucleare che si era dedicato all’analisi di marginalità e dei processi per mettere i prodotti sul mercato. I contributi sui compensi guadagnati grazie a queste attività, non erano stati versati dal professionista (iscritto ad Inarcassa), perché le riteneva non attinenti al suo campo professionale. Mentre, Intarcassa aveva preteso la corresponsione dei contributi calcolati sui compensi percepiti e di una sanzione aggiuntiva. Professionisti: quando si devono versare i contributi? La Corte di Cassazione si è espressa respingendo il ricorso presentato di Inarcassa e ha motivato la decisione affermando che l’attività eseguita dall’ingegnere “era connotata dalla sua prevalente operatività delle strategie di marketing, quindi estranea all’ambito della riserva della categoria professionale, come prevista dagli artt. 51 e 52 del Regolamento di cui al Regio Decreto n.2537/1925”. Qualsiasi collegamento tra l’attività svolta e il bagaglio culturale del titolo professionale acquisito con la laurea in ingegneria nucleare è stato escluso dai giudici, che hanno quindi ritenuto “non dovuti” i contributi pretesi da Inarcassa. Inoltre, la Corte di Cassazione ha sottolineato che si sono riscontrati vari contenziosi, in seguito superati in base a due linee interpretative. Una è quella più restrittiva che contempla il pagamento dei contributi ad Inarcassa esclusivamente per le attività attribuite in base alla normativa vigente agli ingegneri e agli architetti. L’altra, più essibile, prevede il versamento dei
10/9/2018 Professionisti: sono sempre dovuti i contributi a Inarcassa? contributi ad Inarcassa pure per le attività che non sono attribuite agli ingegneri e agli architetti, ma esclusivamente se il bagaglio culturale dei professionisti è stato di primaria importanza durante lo svolgimento dell’attività medesima, ovvero se l’ingegnere o l’architetto ha fatto uso di speci che competenze di cui era venuto in possesso nel corso della sua formazione professionale. Perciò i giudici hanno affermato che è necessario stabilire l’attività realmente svolta dal professionista che, nel caso citato, non si è servito di competenze del suo corso di studi per compiere attività di martketing.
Toninelli: assunzione di molti ingegneri al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Redazione INGENIO 09/09/2018 Il Ministro Danilo Toninelli ha annunciato: “Sono arrivato in un ministero in cui non ci sono ingegneri, ci sono solo amministrativi e impiegati”. Una denuncia che INGENIO - raccogliendo il grido di allarme lanciato da diversi mesi dal Presidente del Consiglio Superiore dei LLPP, l’ing. Massimo Sessa - ha sottolineato da tempo. “Costituiremo – ha aggiunto Toninelli - un'agenzia pubblica indipendente per il controllo dei concessionari e per le ispezioni con ingegneri pubblici. La struttura che deve gestire la sorveglianza delle infrastrutture attraverso delle ispezioni avrebbe dovuto avere 250 elementi, tutti ingegneri specializzati, ne ha invece 118 di cui la metà sono impiegati. Questo è lo Stato che ci hanno lasciato gli esperti della politica. In questa agenzia metteremo tanti ingegneri a controllare finalmente chi si è appropriato della cosa pubblica grazie a un regalo della vecchia politica”. Da più fonti si evidenzia che è peraltro già pronto un decreto del governo che contiene “Disposizioni per la messa in sicurezza” delle infrastrutture e degli edifici pubblici italiani: ponti, cavalcavia e anche strade.
L’esecutivo chiederà più soldi alla Ue e pensa che riaprire i cantieri potrà avere un effetto positivo sull’economia. “Assumeremo giovani ingegneri per controllare”, annuncia il ministro. Ma il testo sbloccherà i cantieri e i collaudi proprio come chiedevano i costruttori, che sono pronti a concedere una tregua all’esecutivo. Lo stesso Toninelli ha rivelato alcuni particolari del decreto per la messa in sicurezza delle infrastrutture in Italia: “Lo Stato deve sapere, attraverso una banca dati centrale che sarà costituita nel decreto, lo stato di salute delle nostre infrastrutture perché al momento non lo sappiamo. Tutto questo non è stato fatto prima perché in gioco c'erano tanti interessi e un sistema di potere imprenditoriale. Il decreto è veramente una cosa importante. Penso che in due settimane o al massimo a fine mese potrebbe approdare in Consiglio dei ministri e poi in Aula”.
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