Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
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Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso “Uno squillo sul cellulare, uno solo, da un numero con prefisso +373 o altro ma sempre estero, poi la telefonata viene interrotta. Chi vede la chiamata senza risposta, il più delle volte prova a richiamare e inizia il raggiro”. Nuova allerta da parte della Polizia che, attraverso il profilo Facebook “Una vita da social”, richiama l’attenzione su una truffa che nonostante la grandissima informazione che c’è sull’argomento, riesce a trarre in inganno ancora tantissime persone. “Chi chiama viene dirottato su numeri e opzioni che portano a sottoscrivere un nuovo abbonamento telefonico, il tutto senza chiedere autorizzazioni e consensi” si legge nel post della polizia. “Ma a volte basta richiamare il numero e, anche senza ricevere risposta, si entra in un circuito di collegamento internazionale che prosciuga ricariche e minuti di abbonamento, perché senza saperlo si va su una linea a
pagamento con costi che vanno da 1 euro a 1 euro e 50 ogni dieci secondi”. Le chiamate arrivano in genere di sera, tra le 18:30 e le 20:30, “quando la maggior parte delle persone è più libera dal lavoro e più propensa a richiamare. Che è la cosa da evitare assolutamente – viene precisato -. Se vi capita, consigliamo di denunciare subito il fatto alla Polizia per permettere agli investigatori di raccogliere quanti più elementi sul caso”. Adesso che lo sapete, se ricevete uno squillo da un numero sospetto sul vostro telefonino cellulare sapete cosa bisogna fare e come comportarsi. Diffondete la notizia e avvertite amici e parenti perché per finire in un guaio basta davvero poco. F.P.L.
Nintendo Labo, Switch e forme di cartone per accendere la fantasia In un mondo in cui i videogiochi hanno preso il posto dei giocattoli classici, dove spesso i bambini vengono tacciati di passare ore e ore imbambolati davanti agli schermi della tv, Nintendo prova a cambiare le carte in tavola proponendo un’idea innovativa che unisce la fantasia al gaming. Nintendo Labo è una nuova esperienza creativa e interattiva pensata per l’ammiraglia del colosso giapponese, la Switch, che punta tutto sulla fantasia riportando i giocatori indietro nel tempo a quando per divertirsi bastava un pezzo di cartone e tanta fantasia. Ma che cos’ è questo Nintendo Labo? Bene, l’idea è molto semplice quanto geniale: Labo si presenta come una scatola all’interno della quale ci sono dei semplici pezzi di cartone. Con questi componenti il giocatore può creare varie forme, denominate Toy-Con, che, combinate con il corpo tablet di Nintendo Switch e con i Joy-Con, prendono vita creando nuovi modi di giocare e una nuova esperienza di gioco interattiva, costruttiva, educativa e divertente. Al momento Nintendo ha presentato due kit: un Kit Base, con il quale è possibile creare una casa, una canna da pesca, una moto, un pianoforte e una macchina telecomandata; e un Kit Robot che permette di assemblare una vera e propria tuta da robot per vivere un’esperienza di gioco ancora più originale. Un terzo kit, invece, permette a tutti i giocatori grandi e piccini di personalizzare le proprie creazioni con pennarelli e adesivi colorati, rendendo ancora più unica l’esperienza di gioco. L’uscita di Nintendo Labo è prevista per il 27 aprile 2018 e i prezzi per l’Italia sono stati convertiti 1 a 1 rispetto al prezzo in dollari previsto negli Usa. I primi due kit saranno quindi messi in vendita al prezzo di 69, 99 e 79, 99 euro e ovviamente all’interno della confezione sono comprese, oltre
ai componenti di cartone da montare anche le cartucce dedicate. Il terzo kit, ossia quello di personalizzazione, attualmente non è disponibile sullo store italiano di Amazon, ma negli Usa sarà venduto a 9,99 dollari. Se vi state chiedendo se Nintendo Labo è davvero adatto ai bambini, la risposta è sicuramente “sì”. La costruzione delle forme sarà infatti molto semplice, è stata pensata infatti come un assemblaggio, molto in stile Ikea. All’interno dei kit Nintendo Labo ci sarà tutto il necessario per assemblare le forme con le quali interagire e che daranno vita ad altrettanti giochi, senza necessità di materiale e costo aggiuntivo. Nintendo, con Labo, va ben oltre la dimensione del videogioco, tornando al mondo reale con una scelta eco- friendly ed educativa, ricalcando un po’ le proprie origini, l’azienda giapponese nacque infatti nel 1889 come manifattura di carte da gioco. Riuscirà Nintendo Labo a conquistare i giocatori di tutto il mondo abituati a uno standard di gioco ormai consolidato? Al momento la risposta sembrerebbe di sì, in quanto le prenotazioni sul sito americano di Amazon sono già al primo posto. La vera rivoluzione del gaming risiede davvero nel passato? Secondo Nintendo è così, proprio per tale ragione Labo unisce oltre ai videogame, le gioie di costruire qualcosa in stile Lego e meccano per un divertimento assolutamente nuovo e originale. Francesco Pellegrino Lise
CES 2018, le novità Samsung: Internet of Things, IA, auto, domotica, ufficio e mobilità Samsung ha presentato al Consumer Electronic Show 2018 (CES) di Las Vegas la propria visione e la strategia per il perseguimento di una esperienza IoT (Internet of Things) realmente aperta e intelligente. Grazie ai nuovi prodotti e alle tecnologie presentate, Samsung ha dimostrato la propria capacità di rendere concreta l’idea di connettività ubiqua per gli utenti in ogni aspetto della vita di ogni giorno, a casa, in ufficio e in movimento. Samsung è già al lavoro per rendere tutti i propri prodotti IoT ready entro il 2020. Inoltre, l’azienda ha annunciato il proprio piano volto a spingere l’adozione avanzata delle tecnologie IoT attraverso la propria piattaforma aperta e intelligente. “In Samsung siamo convinti che le esperienze legate alle tecnologie IoT debbano essere
semplici come l’accensione di un interruttore. Attraverso i nuovi prodotti e servizi che abbiamo annunciato, stiamo rendendo l’Internet of Things realmente più semplice e connesso” ha detto Hyunsuk (HS) Kim, President, Head of Samsung Consumer Electronics and Samsung Research. “Siamo fortemente impegnati ad accelerare i processi di adozione dell’IoT da parte di tutti gli utenti e stiamo lavorando per rendere tutti i nostri device connessi realmente intelligenti entro il 2020. E stiamo facendo tutto ciò per aiutare le persone a godere di tutti i benefici offerti dalla cosiddetta connected life”. Intelligence of Things per tutti La visione di Samsung relativa all’IoT è basata su un’innovazione aperta e accessibile a quante più persone possibile e, se intrisa di reale intelligenza, può aiutare gli utenti a personalizzare la propria esperienza. L’ecosistema IoT frammentato e complesso di oggi rappresenta un ostacolo all’adozione delle stesse tecnologie connesse. Affinché l’IoT possa diventare realmente accessibile, è necessario oggi pensare all’innovazione come elemento aperto e scalabile. Grazie a un solido portfolio di prodotti tra i quali TV, elettrodomestici e smartphone e alla leadership dell’azienda per la connettività 5G, Samsung si ritrova in una posizione ottimale per offrire al mercato un ecosistema IoT aperto tramite SmartThings. Samsung sta già lavorando con partner come l’Open Connectivity Forum (OCF), l’ente principale in materia di standardizzazione a livello globale, per stabilire gli standard di settore necessari per semplificare l’utilizzo dell’IoT, e i chip ARTIK, i nuovi condizionatori e il frigorifero Family Hub di Samsung sono i primi prodotti a essere certificati dall’associazione per i loro livelli di
interoperabilità in ambito IoT. Nella primavera del 2018, Samsung unirà le sue applicazioni IoT, tra cui Samsung Connect, Smart Home, Smart View e altro ancora nell’app SmartThings, per connettere e gestire qualsiasi dispositivo abilitato SmartThings direttamente dal proprio telefono, TV o auto attraverso una singola applicazione. Inoltre, Samsung ha annunciato l’intenzione di collegare HARMAN Ignite allo SmartThings Cloud, spostando l’esperienza IoT oltre la casa intelligente verso l’auto. Di conseguenza, gli utenti saranno ora in grado di gestire la propria casa connessa dall’auto e viceversa. Parte integrante della visione di Samsung è connettere i dispositivi e renderli intelligenti. Con Bixby, Samsung sta portando il suo servizio di intelligence personalizzato a un numero sempre maggiore di device. Nel 2018, un numero selezionato di Samsung Smart TV e i nuovi frigoriferi Family Hub avranno il controllo vocale tramite Bixby per semplificare le attività quotidiane. Con dispositivi e servizi che lavorano insieme e intrisi di intelligenza artificiale, le attività in casa diventano ora più facili. Poiché l’aumento della connettività richiede maggiori livelli di sicurezza, Samsung ha annunciato di aver incorporato la sua affidabile tecnologia Samsung Knox nei suoi dispositivi connessi, tra cui Smart TV e Smart Signage, nuovi prodotti mobile e dispositivi intelligenti. La tecnologia Knox include un sistema di sicurezza hardware e aggiornamenti del firmware continui per garantire la protezione dei dispositivi. Costruire il futuro connesso Samsung ha sottolineato l’impegno continuo da parte dell’azienda a investire in tecnologie rivoluzionarie. Nel 2017 il colosso coreano ha speso oltre 14 miliardi di dollari in R&D. L’azienda ha anche incrementato gli investimenti tramite Samsung NEXT, una iniziativa chiave per accelerare il processo di trasformazione in azienda che integra le due anime
hardware e software. Samsung ha anche creato un nuovo centro dedicato alle AI (intelligenze artificiali) come parte integrante dei propri laboratori di ricerca già esistenti. Il lavoro del nuovo centro AI, dislocato nel 2018 su quattro laboratori a Toronto, Montreal, Cambridge (Regno Unito) e in Russia, sarà completato dalle attività già in corso in Corea e nella Silicon Valley, e dalle attività di M&A, con il fine di far crescere ancora di più le ambizioni dell’azienda nell’ambito delle intelligenze artificiali. La fluidità nell’utilizzo di diversi dispositivi realizza la promessa dell’IoT I nuovi prodotti e servizi annunciati al CES 2018 evidenziano chiaramente i progressi di Samsung verso la realizzazione di un’esperienza fluida e semplice nell’utilizzo dell’IoT in tre ambiti differenti e complementari differenti. 1 casa: a partire da quest’anno, ogni Samsung Smart TV potrà diventare uno strumento di connessione tra dispositivi, semplificando i processi di collegamento degli utenti e consentendo di accedere ad applicazioni, foto, contenuti multimediali e altro ancora. I nuovi Samsung Smart TV saranno parte della piattaforma SmartThings Cloud, grazie alla quale, ad esempio, possono interagire con il nuovo frigorifero Family Hub per consentire agli utenti di pianificare i programmi televisivi, i pasti e altro ancora, indipendentemente dallo schermo. Grazie alle ultime novità, il Family Hub raggiunge un livello che lo pone come centro di comando della casa connessa, integrando nuove funzioni come Meal Planner, l’app dal facile utilizzo pensata per creare ricette basate sulle preferenze o sulla dieta dei membri della famiglia, ma anche “leggendo” le date di scadenza dei cibi, nuove casse AKG per esperienze audio impeccabili. 2 ufficio: Samsung sta ridefinendo il
concetto tradizionale di ufficio con soluzioni flessibili che rispondono alle esigenze della moderna forza lavoro mobile. Al CES 2018, inoltre, l’azienda ha presentato Samsung Flip, un nuovo prodotto pensato per riunioni e lavori di gruppo che semplifica la collaborazione connettendosi con telefoni e notebook per permettere alle persone di condividere velocemente contenuti e idee all’interno di un gruppo di lavoro. Samsung Flip WM55H è un prodotto in grado di superare la comodità dei tradizionali blocchi di fogli ma anche delle lavagne elettroniche, il suo display da 55” offre nuove opportunità per generare idee che cambieranno il mondo, pur mantenendo tutta la familiarità del gesto della scrittura. 3 Mobilità: Samsung guida il passaggio verso le reti 5G, destinate a dar vita a un gruppo totalmente nuovo di esperienze in connessione, grazie alla collaborazione – finalizzata alla realizzazione dei primi test di una connettività 5G fino a 100 volte più veloce della 4G LTE oggi disponibile sui telefoni – con alcuni dei principali operatori mondiali nel settore. Grazie alla connettività 5G, Samsung ha potuto presentare la propria visione per una guida più sicura e più efficiente. Il Samsung Digital Cockpit combina connettività 4G LTE e 5G con gli eccezionali display Samsung per nuove esperienze di connessioni che coinvolgono l’informazione, l’entertainment e il controllo degli stili di vita sempre connessi, integrando anche Bixby per il controllo con la voce. La Telematics Control Unit (TCU) può caricare e scaricare dati più velocemente e consentire la comunicazione tra veicoli, ponendo le basi per migliori soluzioni di guida autonoma. Samsung e HARMAN svelano il futuro delle auto connesse e a guida
autonoma Ad un anno dall’acquisizione di HARMAN International da parte di Samsung le due aziende hanno portato al CES 2018 la prima iniziativa realizzata da entrambi i team per porre l’attenzione sul futuro della mobilità e sulle tecnologie in questo ambito. Durante la fiera di Las Vegas, sono state infatti mostrate diverse soluzioni per l’auto connessa, pensate per consentire a HARMAN e Samsung di puntare alla leadership nel settore delle auto connesse e a guida autonoma facendo leva su una visione del mondo in cui oggi più che mai è importante connettere le vite delle persone, che siano a casa, in mobilità oppure in una macchina. Tra le innovazioni portate al Consumer Electronics Show 2018, una piattaforma che porterà su veicoli di ogni categoria e segmento un nuovo cruscotto digitale, nuove soluzioni di connettività tra cui la prima soluzione telematica 5G-ready del mercato “automotive” e un ecosistema di partner e soluzioni basate sulla piattaforma aperta Samsung. HARMAN e Samsung hanno inoltre mostrato un primo esempio di implementazione pratica delle ultime novità, realizzato grazie alla collaborazione con TTTech. 20th Century Fox, Panasonic e Samsung insieme per una grande esperienza TV con l’HDR10+ Century Fox, Panasonic e Samsung hanno condiviso al CES alcuni aggiornamenti relativi al programma di certificazione per la piattaforma HDR10+, che sarà presto disponibile per le società produttrici di contenuti, i televisori ad altissima definizione, lettori e registratori Blu-ray e produttori di set-top box, così come per i fornitori di SoC, esente da royalty e con solo una commissione amministrativa nominale. Le aziende potranno ora visualizzare il nuovo logo, conoscere il
programma di licenza comprese le specifiche finali, gli accordi di adozione e iscriversi per ricevere una notifica quando le specifiche tecniche per HDR10 + saranno disponibili sul sito http://www.hdr10plus.org. Inoltre, gli strumenti di generazione di metadata Blu-ray Ultra HD sono stati sviluppati con terze parti e saranno presto disponibili per i creatori di contenuti che consentiranno ai lettori Blu-ray Ultra HD di entrare nel mercato. Verranno inoltre rilasciati a breve dettagli sul trasferimento dei contenuti e il formato dell’interfaccia per la pipeline di creazione dei contenuti. Samsung svela “The Wall”, il primo TV MicroLED modulare da 146” al mondo Samsung ha inoltre presentato al pubblico del CES anche “The Wall” – la prima TV MicroLED modulare da 146” pensata per il mercato consumer. La nuova TV è stata annunciata insieme ultime innovazioni di Samsung nel campo delle tecnologie display, pensate per rendere il televisore del domani un oggetto realmente evoluto in grado di offrire agli utenti un’esperienza visiva eccezionale, e fungendo al contempo da hub intelligente e connesso con una vasta gamma di dispositivi, con il fine di migliorare la vita di tutti i giorni. Samsung ha anche presentato il primo TV QLED al mondo con tecnologia AI da 8K, che sarà lanciato a livello internazionale, a partire dalla Corea e dagli Stati Uniti durante la seconda metà del 2018. La nuova tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata da Samsung migliora la qualità dei contenuti a definizione standard portandoli alla risoluzione 8K, impiegando un algoritmo proprietario per regolare la risoluzione dello schermo in base alle caratteristiche di ogni scena rappresentata sullo schermo, in modo da migliorare continuamente la qualità dell’immagine e
trasformare facilmente qualsiasi tipo di contenuto, proveniente da qualsiasi fonte, in 8K ad alta risoluzione. La nuova lavatrice compatta con tecnologia QuickDrive Lavaggi più veloci e funzioni smart potenziate sono alcune delle innovazioni della nuova lavatrice WW6850N con la tecnologia presentata al CES. La nuova lavatrice compatta riduce i tempi di lavaggio del 35% rispetto agli altri modelli, e grazie alle sue dimensioni compatte e alle sue elevate performance rappresenta la soluzione ideale per la casa moderna. A differenza delle lavatrici convenzionali che spostano i vestiti ripetutamente su e giù durante il ciclo, la tecnologia QuickDrive muove i capi all’interno del cestello dall’alto verso il basso e aggiunge un movimento in avanti e indietro utilizzando la piastra posta sul retro, portando una doppia azione dinamica che rimuove rapidamente e delicatamente la sporco e fornisce un ciclo di lavaggio intenso e completo. Il modello WW6850N è predisposto all’utilizzo dell’IoT ed è dotato di un assistente di lavaggio chiamato Q-rator, che fornisce tre funzioni chiave per aiutare a gestire il bucato in maniera semplice (Laundry Recipe; Laundry Planner; HomeCare Wizard). F.P.L.
Ces 2018, HP presenta i nuovi Envy x2, Spectre x360 e l’app Omen Game Stream HP all’edizione 2018 del CES di Las Vegas veste un ruolo da protagonista lanciando tantissime novità nel campo della tecnologia, dell’informatica e del gaming. Primo fra tutti spicca la nuova variante di Envy X2, il sistema convertibile basato su processori Snapdragon che è stato presentato lo scorso mese, questa volta con piattaforma Intel Core di settima generazione e connettività LTE opzionale. Come il fratello è provvisto di display da 12,3 pollici con risoluzione FullHD, e la differenza principale è rappresentata dal sistema con cui la tastiera si collega al corpo principale: questa nuova versione accoglie un sistema ripiegabile simile a quello di iPad Pro, mentre il modello basato su piattaforma Snapdragon ha un’impostazione più simile a Microsoft Surface, con stand a scomparsa. HP promette 15 ore di autonomia per questo modello e una ricarica rapida che in 90 minuti permette di arrivare al 90% della batteria. Il sistema è inoltre provvisto di HP Digital Pen.
HP ha svelato poi una versione tutta nuova dello Spectre x360 con un lievissimo restyling estetico rispetto al predecessore ma che racchiude all’interno i nuovi processori Intel Core di ottava generazione, con la possibilità di scegliere versioni con GPU Radeon RX Vega M o NVIDIA GeForce MX150. Il monitor, da 15,6 pollici, ha risoluzione 4K, mentre tra le varie opzioni di configurazione è possibile scegliere fino a due porte Thunderbolt. Il sistema all-in-one HP Sprout rappresenta, fin dal suo debutto, un concetto molto interessante e cioè la possibilità di catturare le caratteristiche tridimensionali di un oggetto grazie alle sue speciali fotocamere. HP vuole ora estendere questa possibilità anche a coloro i quali non sono in possesso di un sistema Sprout poiché già provvisti di un altro PC/worstation ad alte prestazioni, proponendo la nuova fotocamera Z 3D. Si tratta, in sintesi, delle capacità di scansione tridimensionale di Sprout Pro che vengono compattate in un accessorio portatile che può essere attaccato a qualsiasi monitor. In questo modo artisti e creatori possono catturare le caratteristiche tridimensionali di qualsiasi oggetto senza la necessità di dover acquistare un sistema desktop specializzato per questo scopo. La fotocamera Z 3D permette inoltre di scansionare normali documenti e di fungere da webcam per attività di videoconferenza, telepresenza e collaborazione. Ricche novità anche per quanto riguarda i videogiocatori, HP ha infatti presentato l’app Omen Game Stream che sarà integrata in tutti PC gaming della società statunitense che saranno commercializzati nel corso della prossima primavera. Sarà possibile usare la capacità computazionale dei sistemi Omen per giocare su qualsiasi PC su internet. E’ qualcosa di simile a ciò che vediamo con NVIDIA GameStream e Valve Home Streaming, ambedue però limitati alla rete locale. La chiave di Omen Game Stream è una tecnologia di Parsec, che può permettere di gestire flussi gaming 1080p fino a 60fps. Come sempre con questo genere di soluzioni l’effettiva fruibilità
dipende dalle prestazioni della rete: HP a tal proposito parla di “robusta” connessione, ma non ha meglio specificato quali debbano essere i requisiti minimi di larghezza della banda. Proprio riguardo le ultimissime novità di HP, Giampiero Savorelli, GM Personal Systems di HP Italy, ha dichiarato: “Al CES quest’anno abbiamo presentato novità in settori differenti, dai pc per i consumatori ai dispositivi per i professionisti, fino ai prodotti per il mondo del gaming. Gli annunci di oggi sono la testimonianza concreta della nostra capacità di proporre costantemente innovazione tecnologica a utenti e imprese di mercati diversi e in continua evoluzione. In occasione della fiera di Las Vegas abbiamo voluto introdurre ulteriori novità e prodotti senza precedenti in quanto a performance, comfort, sicurezza, collaboration e design, per rispondere alle esigenze di ogni cliente, che siano legate al loro lavoro oppure a un hobby. Il numero e la qualità dei prodotti annunciati confermano i nostri investimenti in innovazione e il nostro ruolo di azienda di alta tecnologia, che vuole offrire ai clienti sempre nuove e straordinarie esperienze d’uso”. F.P.L.
Single, boom di iscrizioni su app e siti di dating durante le festività Come emerso dal recentissimo annuario Istat, i single italiani sono aumentati notevolmente: le famiglie composte da una sola persona passano dal 20,5% al 31,6% (e si riducono quelle di cinque o più componenti dall”8,1% al 5,4%). Stiamo parlando di più di 8 milioni di persone. Di queste, la stragrande maggioranza (almeno il 70%) è iscritta a servizi di dating. Ed ecco la curiosità: secondo quanto risulta a Meetic (leader europeo in questo settore), tra il 3 e il 7 gennaio più di 8 single su 10 sono stati intenti a cercare il partner ideale tramite siti internet o app dedicate. Tale fenomeno viene definito come il cosiddetto “peak moment”, il giorno in cui si raggiungono i picchi più alti di nuove iscrizioni e
interazioni di ogni tipo, dalle semplici mail ai più diretti messaggi in chat. Sarà il pressing dei parenti durante le festività (“ma quando ti fidanzi?!?”), sarà l’orologio biologico e l’inesorabile trascorrere del tempo (“oddio sto invecchiando…”), sta di fatto che il peak day per le donne single è stato mercoledì 3 gennaio 2018, dalle ore 22,00 circa. Gli uomini single, invece, se la sono presa con più comodo: per loro il peak day è stato domenica 7 gennaio 2018 dalle ore 21,00 in poi. Dati alla mano, durante il peak moment si sono registrate l’81% di iscrizioni femminili in più rispetto a un periodo standard. La percentuale è aumentata notevolmente per quanto riguarda gli uomini: rispetto a una normalissima giornata dell’anno, Meetic segna infatti un più 93% di iscrizioni maschili. Naturalmente, anche le interazioni tra gli utenti sono aumentate a dismisura: nel giorno e nell’ora del peak day le donne, infatti, ricevono l’85% di mail e messaggi in più rispetto al solito, mentre gli uomini il 42%. Insomma, il peak moment ormai è diventato quasi una tradizione, un appuntamento fisso anno dopo anno…un po’ come l’oroscopo che, per il 2018, vanta anche una versione interamente dedicata ai single! Ed è così che Meetic, in collaborazione con l’astrologa pop Ginny Chiara Viola e il suo blog Una parola buona per tutti, ha pensato bene di regalare a tutti i single italiani un simpaticissimo oroscopo in formato e-book pensato appositamente per loro, con tutta una serie di tips & tricks divertenti, ma al tempo stesso utilissimi per affrontare con leggiadria e leggerezza un 2018 sotto il segno del dating, affinché la ricerca del partner ideale vada a buon fine e porti i suoi buoni frutti. Per scaricarlo gratis basta cliccare QUI! F.P.L.
PlayerUnknown’s Battlegrounds: su cento giocatori vince l’unico che resta vivo PlayerUnknown’s Battleground nasce da un’idea semplice quanto geniale. Il videogame, forte dell’incredibile successo ottenuto su PC dove ha battuto ogni tipo di record su Steam per numero di giocatori connessi contemporaneamente e per numero di download, è approdato anche su console, in esclusiva su Xbox One. La formula scelta per l’approdo sulla console di casa Microsoft è quella dell’anteprima. In pratica si mette in evidenza come il gioco non sia stato ancora completato e sia ancora work in progress ma la mania per PlayerUnknown’s Battlegrounds è così forte in questo periodo che a soli pochissimi giorni dall’uscita, il titolo ha fatto segnare
vendite milionarie solo per quanto riguarda la versione di casa Microsoft. Ma veniamo al sodo: PlayerUnknown’s Battlegrounds non è un gioco che si compra per il suo comparto narrativo e neppure per l’aspetto tecnico che, al momento e persino su Xbox One X, soffre di svariate problematiche. E’ un titolo che però riesce a coinvolgere innumerevoli giocatori per le sue meccaniche tanto semplici quanto complesse. Per gli appassionati di cinema il modello di gioco ricorda un po’ il film Hunger Games dove un gruppo di persone con solo i vestiti indosso devono recuperare armamenti e armature in un macabro gioco a eliminazione che vedrà vincere solo l’ultima persona rimasta in vita. Nello specifico, la modalità principale di PlayerUnknown’s Battlegrounds, quella che lo ha reso un fenomeno di massa, vede 100 giocatori paracadutarsi su un’isola dove completamente privi di qualsiasi arma ed equipaggiamento devono iniziare procacciarsi le attrezzature necessarie per l’unico vero importante obiettivo: rimanere l’unico sopravvissuto dell’isola. Inizialmente l’area di gioco è molto vasta e le fasi iniziali sono principalmente dedicate a trovare l’equipaggiamento. Poi pian piano, il gioco tende a ridurre le distanze riducendo l’area di gioco verso la quale i giocatori dovranno dirigersi e rendere così obbligati gli scontri a fuoco. Il gameplay di PlayerUnknown’s Battlegrounds può dirsi votato ad un certo realismo anche se purtroppo al momento la precisione è minata da un caricamento delle texture, a inizio partita, molto fastidioso e da una poca precisione del sistema di armamento. Ricordiamo però che essendo un gioco work in progress, il team di sviluppo rilascia molto spesso aggiornamenti che sono studiati per rendere il titolo sempre più fluido e prestante. Avviato il matchmaking, la banda dei 100 “killer disperati” sarà catapultata in una lobby pre partita, a seconda della tipologia di gioco selezionata si potrà partecipare in uno scontro tutti contro tutti, in una modalità composta esclusivamente da squadre da due giocatori o da quattro giocatori.
https://www.youtube.com/watch?v=m0Tnp-3W3z4 Saliti su un aereo bisognerà decidere quando e soprattutto in che punto paracadutarsi. Una scelta di vitale importanza considerando che, quanto si toccherà il suolo, l’inventario di ogni sarà completamente vuoto e sarà necessario armarsi prima degli altri. La prima cosa da fare sarà quindi andare alla ricerca di qualsiasi tipologia di armamento, accessorio, munizione, risorse, granate e parti di equipaggiamento, elementi che saranno generati in modo del tutto casuale all’interno di edifici e strutture a ogni match. Da non sottovalutare inoltre l’importanza di reperire un mezzo di trasporto indispensabile per spostarsi velocemente, sebbene il rombo dei motori potrebbe destare l’attenzione di qualcuno e rendere il giocatore un facile bersaglio di cecchini o imboscate. Come già accennato, poi, ad intervalli regolari e sempre con un sistema casuale la mappa si “restringerà” dando vita alla “Safe Zone”, una vera e propria area di sicurezza fuori dalla quale i giocatori subiranno danni sempre più ingenti. Raggiungerla velocemente è quindi di vitale importanza se si vuole provare ad essere i vincitori. In tutto questo non bisogna però dimenticarsi che, con il passare del tempo, l’area diventerà sempre più piccola e tutti i giocatori presenti convergeranno in quel punto: gli scontri diventeranno quindi sempre più frequenti ed essere equipaggiati al meglio è indispensabile per sopravvivere. A complicare il tutto, entrano in gioco anche le “Red Zone”, generate sempre in modo casuale, ossia aree in cui pioveranno dal cielo colpi di mortaio che, salvo il mettersi al riparo in una casa, potrebbero uccidere istantaneamente tutti i giocatori che in quel momento si trovano nel loro interno. PlayerUnknown’s Battlegrounds è un gioco molto più profondo e adrenalinico di quello che si può pensare, bisognerà sempre prestare attenzione a qualunque cosa, udire il più piccolo dei rumori ed entrare negli edifici con circospezione in quanto qualcuno potrebbe spuntar fuori sparando all’impazzata dall’angolo più buio della struttura. Il bello di questo titolo risiede
soprattutto nel fatto che ogni partita che si gioca sarà differente sia a livello di tattiche da attuare che di armi da utilizzare. Il giocatore dovrà essere in grado di improvvisare, adeguarsi e cambiare stile di gioco in base alla situazione e all’equipaggiamento. L’obiettivo finale della partita non cambia mai: per vincere bisogna essere l’unico superstite o l’unica squadra a restare in vita, ma il modo in cui si arriverà alla vittoria sarà sempre differente. In PlayerUnknown’s Battlegrounds ognuno sarà libero di scegliere il proprio metodo di approccio alla partita che comunque avrà sempre dei pro e dei contro. A inizio match, ad esempio, bisognerà scegliere quando e soprattutto in che punto della mappa paracadutarsi. Arrivare in una zona in cui edifici e strutture non mancano è indubbiamente una buona scelta. Sarà infatti maggiore la possibilità di trovare un numero più consistente e vario di equipaggiamenti ma l’area sarà di sicuro popolata da molti altri giocatori e lo scontro sarà inevitabile. Paracadutandosi invece in un luogo più isolato bisognerà invece accontentarsi di quello che si trova ma si avrà sicuramente più tempo per organizzarsi al meglio. L’inventario poi non è illimitato e solo trovando ed indossando zaini di livelli superiori si potrà aumentarne la capienza. Non si potrà quindi raccogliere tutto ma sarà necessario prendere solo armi, munizioni compatibili, kit medici, bendaggi, bevande energetiche e gli accessori che si riterranno più utili. Differentemente da altri Videogame del genere Battle Royale, in PlayerUnknown’s Battlegrounds non esiste un sistema di crafting: non si potranno creare armi o strutture difensive, ma si potranno migliorare le bocche di fuoco. Si troveranno mirini, caricatori aumentati, silenziatori e altri accessori che potranno essere montati su pistole, mitra fucili, fucili d’assalto e fucili a pompa rendendoli di fatto più performanti e anche potenti. Il bello del titolo risiede nel fatto che in ogni partita si ricomincia sempre da capo, tutti i giocatori
sono allo stesso livello e non hanno alcun tipo di vantaggio dovuto all’esperienza accumulata in partite precedenti o tramite perk o carte acquistabili e tale meccanismo rende PlayerUnknown’s Battlegrounds un titolo adatto anche per l’utenza occasionale. Non importa quante partite si sono già giocate e quante se ne sono vinte, all’inizio del match si avrà sempre l’inventario vuoto e si potrà contare solo sulla corsa, sul poter tirare pugni, scavalcare muri e saltare, proprio come per gli altri 99 giocatori. Sicuramente l’aver disputato più partite garantirà una maggiore padronanza del sistema di controllo, del gunplay e delle meccaniche di gioco ma l’esito della partita dipenderà solo dalla bravura ad improvvisare e al sapersi adeguare alla situazione di quel determinato match. Come già annunciato, sulla famiglia Xbox One il titolo è nato in versione Game Preview, di conseguenza non è un gioco completo. Va poi sottolineato che PlayerUnknown’s Battlegrounds, tecnicamente e a livello di prestazioni, non ha mai brillato neppure nell’Accesso Anticipato di Steam. Dopo questa dovuta precisazione, bisogna però sottolineare che i 30 fps stabili, soprattutto ad inizio partita, sono un miraggio lontano su entrambe le piattaforme di casa Microsoft, la situazione però migliora leggermente con il passare del tempo. Su Xbox One X i cali di frame rate si percepiscono in modo meno violento che sul modello S, nonostante siano comunque presenti soprattutto nei momenti più frenetici: scontri con gli altri giocatori e in zone con una vegetazione folta. PlayerUnknown’s Battlegrounds gira a 1080p su Xbox One e in 4K su One X; le texture in game, però, sono tutte in bassa risoluzione e sulla console Flat i problemi non mancano con vari fenomeni di pop up, stutter e pop in. Su Xbox One X l’aspetto del titolo è nettamente superiore. Un livello di dettaglio molto più alto, un campo visivo ampliato, sia in termini di qualità che distanza, e i fenomeni che si verificano sulla prima Xbox One S sono decisamente minori o
assenti. Tirando le somme, visto anche il prezzo invitante rispetto ad altri titoli (29,99 euro) acquistare PlayerUnknown Battleground’s è assolutamente consigliato. Il team di sviluppo aggiorna molto spesso il titolo e, visto il successo ottenuto al lancio, il gran numero di giocatori che lo hanno acquistato e che continuano a giocarci, tutto questo fa ben sperare sulle intenzioni degli sviluppatori nel migliorare il gioco fino a renderlo perfetto. Giocare a PlayerUnknown’s Battlegrounds è un turbine di adrenalina e tensione, è un’esperienza indimenticabile che, anche nel caso in cui si perda, è sempre appagante e fa venire sempre voglia di mettersi alla prova ancora e ancora. Se avete voglia di provare qualcosa di nuovo e siete possessori di una delle console di casa Microsoft, questo videogame vi terrà incollati per centinaia di ore sia in singolo che con i vostri amici. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8 Sonoro: 9,5 Gameplay: 8,5 Longevità: 10 VOTO FINALE: 9 Francesco Pellegrino Lise
Facebook parte alla conquista del business musicale L’inarrestabile avanzata di Facebook prosegue senza sosta, e stavolta il colosso di Mark Zuckerberg muove il primo vero passo nel business musicale diventando un serio rivale per YouTube. Il social da due miliardi di utenti ha infatti stretto un accordo di licenza globale pluriennale con l’etichetta Universal Music Group, controllata dalla francese Vivendi. Grazie all’intesa il social network più usato al mondo permetterà ai suoi iscritti di caricare legittimamente filmati con le musiche di brani della Universal. Non solo sul social ma anche su Instagram e sulle altre piattaforme controllate. Tra gli artisti di Universal figurano nomi di spessore come ad esempio Jay-Z, Rihanna, Bruce Springsteen e Justin Bieber. Tutto ciò rappresenta un colpo veramente duro che la compagnia di Menlo Park assesta a YouTube, controllata
da Google, che proprio pochi giorni fa ha stretto un’intesa con la stessa Universal e con Sony Music Entertainment. Nemmeno Spotify o Apple Music possono dormire sonni tranquilli. Per ora Facebook non ha intenzione di lanciare un servizio di musica in streaming, ma questo accordo potrebbe fungere da apripista per novità future. Il social conferma la sua strategia di voler valorizzare i video online, con l’obiettivo di spingere gli utenti a guardare e condividere sempre più filmati e di attrarre investitori pubblicitari. Qualche giorno fa ha annunciato che dal prossimo anno gli spot verranno introdotti a inizio clip e saranno di sei secondi. Una novità che riguarderà, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i video presenti nella piattaforma dedicata che si chiama Watch. Insomma, il colosso di Zuckerberg ancora una volta amplia i suoi orizzonti ponendo le basi per tantissimi progetti e feature che sono destinate a entrare nelle nostre vite. F.P.L.
MotoGP 2017, tutti in sella con il videogame ufficiale del Motomondiale Amanti del motociclismo e del gaming è finalmente giunto il vostro momento. Anche quest’anno infatti l’italianissima Milestone porta su Pc, Ps4 e Xbox One il videogioco ufficiale dedicato al motomondiale ossia: Moto GP 2017. Con questo nuovo titolo la software house tricolore non si discosta dai precedenti episodi per quanto riguarda le classiche modalità di gioco, che ovviamente sono incentrate sulla stagione 2017. Con a disposizione tutti i piloti, le moto, le piste e anche 70 campioni storici appartenenti alle diverse classi 4 tempi e 2 tempi, ci si può lanciare nella modalità Carriera cominciando dalla novità di quest’anno, ossia la Red Bull Rookies Cup. Qui si possono acquisire la giusta esperienza per poter salire sino alla categoria più ambita, che è ovviamente la MotoGP. Modalità Carriera a parte, si potrà comunque spezzare il ritmo affrontando i Gran Premi con vecchie moto a due e quattro tempi che rappresenteranno un divertente espediente per ricordare le gare di altri tempi. Ma attenzione, per poter vivere tali ricordi sarà necessario sudarseli per cui, mentre il più recente Valentino Rossi è da subito disponibile, il primissimo “Dottore” dell’Aprilia RS125 va sbloccato a suon di vittorie. Nel gioco non è presente un tutorial, ma una corposa sezione di modalità per gare veloci permette ai giocatori di mettersi alla prova selezionando tra Gran Premio, Campionato, Prova Cronometrata e Schermo Condiviso. Detto questo, una volta avviato MotoGP 2017 il menu principale presenta diverse opzioni fra cui spicca: una campagna single-player molto corposa che offre come novità assoluta la modalità Carriera Manageriale, dove si potrà creare e gestire un team MotoGP con
tutte le variabili e le problematiche tecnico-commerciali che ne conseguono. L’obiettivo come Team Manager è arrivare alla classe MotoGP partendo dalla Moto3, e ovviamente non sarà una passeggiata. Per raggiungere questo risultato, infatti, servirà selezionare correttamente non solo i piloti ma anche tutto lo staff che dovrà supportarli. Quindi serviranno ingegneri, tecnici, massaggiatori, cuochi, esperti di marketing e soprattutto i risultati. Solo con vittorie e crediti guadagnati sarà possibile migliorare il team e attirare gli sponsor che aiuteranno finanziariamente la scuderia scelta a raggiungere l’obbiettivo principale. Questa modalità è molto articolata, perché non si basa solo e soltanto sulle corse ma sul gestire la vita dei propri piloti in gara e fuori, il che significa curare la loro salute fisica e la loro immagine anche con campagne marketing e di social PR, inserendo così nel titolo una componente RPG del tutto nuova ed interessante. Qualsiasi modalità di gioco si scelga, MotoGP 2017 risulta subito familiare a chi ha già avuto a che fare con gli ultimi giochi Milestone dedicati alla categoria. Purtroppo il titolo è ancora basato sul vecchio motore grafico della software house, quindi, mentre sicuramente le motociclette hanno un livello di dettaglio migliorato, ci sono problemi con i tracciati che presentano colori troppo piatti e omogenei. I fondali, le aree che costeggiano le piste ed il pubblico sono uniformi, mancano di dettagli e sono poco credibili. Insomma, tutti quegli effetti realistici e grafici che servono a disegnare tracciati e scenari moderni e credibili sono assenti. La gara non ha quindi lo stesso impatto che ci si aspetterebbe e lo spettacolo non è completo se paragonato ai videogiochi, soprattutto di auto, attualmente in circolazione. Nonostante, dal punto di vista grafico, sembri di giocare a un titolo non molto recente, dove Milestone ha fatto centro con il suo nuovo MotoGP 2017 è sicuramente con il frame rate che resta sempre inchiodato sui 60 fps rendendo l’azione sullo schermo fluida ed estremamente
godibile. La fisica, poi, è di buon livello quando si parla di impostazione delle traiettorie e reazione del mezzo a sollecitazioni o piccole collisioni, quello che si vede sullo schermo è assolutamente realistico. Una volta tolti gli aiuti, la differenza tra una dura Ducati e le più agili scuderie nipponiche è decisamente percettibile nella governabilità del mezzo. L’intelligenza artificiale, poi, risulta decisamente migliorata in linea generale rispetto a quanto visto in passato e questo fa sì che il gameplay possa offrire un livello di sfida buono. In MotoGP 2017 per quanto riguarda le personalizzazioni di pilota e mezzi è stato fatto veramente un lavoro eccezionale. I dettagli sono molto soddisfacenti, sia per quanto riguarda le silhouette dei piloti famosi, che per ciò che concerne le personalizzazioni degli accessori e delle livree delle moto. Sicuramente l’accordo di licenza siglato con Dorna Sports, titolare di molti diritti della MotoGP, ha portato all’interno del gioco la possibilità di utilizzare un’infinità di sponsor ufficiali. Ma il lavoro di Milestone sul nuovo MotoGP 2017 non finisce qui, infatti, nuove ed originali campionature dei motori delle moto rappresentano un passo importante nel creare la giusta atmosfera di gara, facendo leva sulle emozioni che possono creare i differenti ruggiti che si possono ben distinguere quando si cambia moto. Per quanto riguarda il multigiocatore, MotoGP 2017 offre la Stagione Co-Op, dove bisognerà gareggiare privatamente solo con gli amici, oppure le classiche modalità Gran Premio e Campionato in cui si potrà creare una partita privata o lanciarsi nel matchmaking e affrontare giocatori da ogni parte del globo. Tirando le somme, con questo MotoGP 2017 Milestone ha fatto centro a metà, infatti nonostante l’aspetto grafico piuttosto deludente rispetto ad altri titoli racing attualmente in commercio, il gioco riesce a divertire parecchio grazie ai 60 fps a un’intelligenza artificiale nel complesso buona e alle tante possibilità di gioco offerte. Se a quanto detto si aggiungono una grandissima varietà di personalizzazioni e la profondità della nuova modalità carriera, si può sinceramente dire che, a patto di essere
veramente appassionati di motociclismo, MotoGP 2017 è un acquisto davvero obbligatorio. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 6,5 Sonoro: 7,5 Gameplay: 7,5 Longevità: 7 VOTO FINALE: 7,5 Francesco Pellegrino Lise
MXGP 3: fango, salti e corse realistiche nel nuovo titolo di motocross per Pc e console Se quello che volete sono fango, copertoni, salti incredibili e corse fuoristrada mozzafiato, Milestone ha quello che fa per voi. L’italianissima software house ha infatti lanciato su Pc, PS4 e Xbox One l’incredibile MXGP 3, videogame tutto dedicato all’intrigante quanto spericolato mondo del motocross. L’aspetto più interessante di questo titolo è senza dubbio il bellissimo comparto grafico che merita di essere descritto subito. Tale passo avanti rispetto al suo predecessore è stato possibile grazie all’impiego dell’Unreal Engine 4, favoloso motore grafico che da oltre un anno faceva sospirare i giocatori dei titoli Milestone per il mancato impiego nelle precedenti produzioni, e che finalmente esordisce con un gioco che sembra fatto apposta per mostrarne la potenza e porre delle solide basi per tutto quello che potrebbe significare nei prossimi anni con i capitoli futuri. Lo sforzo congiunto di Milestone ed Epic ha infatti portato alla realizzazione di un comparto grafico da urlo che offre una modellazione di moto, piloti e ambientazioni che lascia letteralmente a bocca aperta, soprattutto sfruttando la visuale dal casco, a nostro avviso la più riuscita e immersiva tra quelle disponibili in MGXP 3. A rendere ancor più convincente l’effetto globale è la deformazione del terreno man mano che le moto vi passano sopra, che si differenzia notevolmente in funzione delle condizioni meteo, così come gli effetti particellari e luminosi, che si rivelano sempre assolutamente convincenti. Il tutto avviene con una fluidità più che accettabile, anche se il frame rate è ancorato sui 30 fps, scelta probabilmente dettata dalla prudenza dell’esordio con il nuovo motore grafico. L’attenzione alla componente fisica Physx, fondamenta dall’utilizzo dell’Unreal Engine 4, è stata in grado di
restituire una resa molto più coerente dell’azione della moto rispetto al passato. Aprire completamente l’acceleratore subito dopo l’uscita da una curva lenta non è una soluzione possibile, perché porterebbe a cadere a terra dopo poco tempo. Dosare, aprire il gas in curva per raddrizzare la posizione, spostare il peso del corpo per aderire meglio al tracciato, sono azioni che si incastrano nel modello di guida facendole diventare necessarie ed efficaci se si vuole arrivare al primo posto. Anche il sonoro è stato rivoluzionato traendo vantaggio dalle novità del comparto tecnico: i ruggiti delle moto, che siano a 2 o 4 tempi, sono stati riprodotti con il metodo procedurale sulla base di campionamenti, e va detto che l’effetto si rivela davvero convincente. Tra le modalità per il singolo giocatore, quella che spicca per quantità di contenuti in MXGP 3 è senza ombra di dubbio la carriera. Il focus è incentrato sulla figura del pilota, tanto che la prima attività da fare sarà proprio creare l’alter ego virtuale con nome e abbigliamento dedicato, scegliendo tra le molteplici opzioni a disposizione. A cavallo delle due categorie principe, MXGP e MX2, partendo come aspiranti campioni dalla seconda, sarà possibile interpretare il ruolo di piloti di una propria squadra personalizzata oppure di una ufficiale. Nel caso in cui ci si trovasse nella prima situazione, sarà premura di chi gioca scegliere la moto, potenziarla con i crediti guadagnati partita dopo partita e affidarsi a degli sponsor. Avendo invece a che fare con la seconda situazione bisognerà semplicemente dare il massimo in pista. Sarà possibile cambiare qualora una squadra dovesse raggiungere un determinato livello d’interesse in seguito alle performance in gara, allora si potrà scegliere se continuare con il team originale, o passare a uno ufficiale, oppure cambiare sponsor. Tutto scorrerà via liscio, senza intoppi vari, con una progressione di questa parte “manageriale” molto semplificata: forse troppo poco coinvolgente da una parte, ma che dall’altra
parte avrà il pregio di far dedicare anima e corpo alle corse. Continuando a battere la strada dei contenuti presenti in MXGP 3, sono presenti anche la modalità campionato, gran premio, time attack e infine la Monster Energy Fim MXON. Se le prime sono immediatamente comprensibili, l’ultima consiste in una sfida a nazioni, con l’unico obiettivo di mettere a confronto i migliori piloti della scena internazionale. Nessuna di queste è in grado di eguagliare le potenzialità della sopra descritta carriera, ma permette comunque di affondare le ruote dell’asfalto in men che non si dica, mettendo i giocatori continuamente alla prova secondo le modalità che sceglieranno di volta in volta. Per impratichirsi con le varie tecniche, è anche possibile sfruttare la modalità solitaria Compound, dove ci sarà a disposizione un intero circuito e si potrà percorrerlo come si vuole, senza alcun tipo di limitazione. In MXGP 3 è presente anche la possibilità di sfidare altri giocatori in gare multiplayer online, anche se attualmente la poca presenza di persone sui server fa affrontare partite poco popolate e spesso interrotte per disconnessione dall’host. Tirando le somme, nonostante il titolo appartenga a una categoria poco seguita rispetto a tante altre, MXGP 3 rappresenta veramente un bel titolo, capace di emozionare e di far apprezzare anche ai neofiti la bellezza di uno degli sport più spericolati al mondo. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8,5 Sonoro: 8 Gameplay: 8 Longevità: 7,5 VOTO FINALE: 8 Francesco Pellegrino Lise
L’iMac Pro arriva anche in Italia a partire da 5.599 euro Apple lancia giusto in tempo per Natale l’iMac Pro, il nuovo computer desktop svelato alla conferenza degli sviluppatori del giugno scorso e in vendita da oggi, anche in Italia. Pensato per gli utenti professionali, cui offre caratteristiche top di gamma, il pc non è però un regalo alla portata di tutti, il prezzo infatti, parte dai 4.999 dollari negli Stati Uniti – che diventano 5.599 euro in Italia – e arriva fino a oltre 13mila dollari. L’iMac Pro è “il Mac più potente mai creato da Apple, progettato per supportare i flussi di lavoro più complessi degli utenti professionali”, per “editing grafico evoluto, realtà virtuale immersiva e rendering 3D in tempo reale”, spiega Apple. Il computer “all
in one” ha un display Retina 5K da 27 pollici che supporta un miliardo di colori, processori Xeon da 8 a 18 core ed elaborazione grafica fino a 22 teraflops, racchiusi in un guscio nel colore grigio siderale. Monta una scheda grafica Radeon Pro Vega, Ram fino a 128 GB e memoria Ssd fino a 4 TB. Insomma, se avete esigenze lavorative particolari con iMac Pro sarà possibile fare qualunque cosa e il costo è sicuramente giustificato, ma se avete intenzione di utilizzarlo per diletto è preferibile navigare verso altri lidi. Caratteristiche nello specifico Gli iMac Pro sono disponibili rigorosamente con processori Intel Xeon, fino a 18 core (Turbo Boost fino a 4,5 GHz), con capacità grafiche fino a 22 Teraflops e display 27 pollici Retina con risoluzione 5K (500 nits di luminosità). A queste “macchine” spetta per il momento lo scettro di soluzioni più potenti in assoluto nel catalogo Mac. Gli all-in-one iMac Pro saranno destinabili senza patemi quindi a tutti i carichi di lavoro immaginabili con la grafica 3D, rendering, applicazioni immersive di AR e VR, ma anche flussi di lavoro e testing intensiv per gli sviluppatori, l’elaborazione fotografica di alto livello con file anche di diverse centinaia di Mbyte e ovviamente l’elaborazione video 4K e 8K. Il comparto grafico è alimentato con Gpu Radeon Pro Vega (8 e 16 Gbyte di memoria ad ampia banda – HBM2), sono supportati i dischi fino a 4 TB SSD e fino a 128 Gbyte di memoria Ram ECC. iMac Pro dispone inoltre di 4 porte Thunderbolt, e quattro porte USB 3 oltre allo slot SDXC mentre per la rete è disponibile la connettività 10 Gbit Ethernet e WiFi 802.11 ac, oltre a Bluetooth 4.2. Tanta potenza è erogabile ora anche senza porsi preoccupazioni sulla corretta dissipazione perché Apple ha completamente ridisegnato l’architettura “termica”, così da consentire ad iMac Pro di offrire capacità di raffreddamento fino all’80 percento superiori con un design esterno per nulla rivoluzionato. I nuovi iMac Pro hanno uno spessore di appena mezzo centimetro sul bordo, arrivano completi di Magic
Keyboard, Magic Mouse e Magic Trackpad. Gli iMac Pro sono corredati di quattro microfoni e di una Webcam 1080p Face Time HD. F.P.L. Star Wars: Gli ultimi Jedi, sul grande schermo arriva l’ottavo capitolo della saga Tanto tempo fa, nel 1977, in una galassia lontana lontana… arrivava nelle sale cinematografiche il primo film della saga di Guerre Stellari, “Una nuova speranza”. Oggi a distanza di 40 anni il mito continua vivere grazie a Walt Disney Studios Motion Picture e Lucasfilm che dopo aver portato al cinema, Star Wars episodio VII, “Il Risveglio della Forza” e lo spin off “Rogue One”, hanno appena lanciato sul grande schermo Star
Wars episodio VIII “Gli Ultimi Jedi”, secondo capitolo della nuova trilogia di Guerre Stellari. Solitamente le trilogie hanno quasi sempre un punto debole nel secondo episodio, capita molto frequentemente che lasciano con troppi quesiti e troppe vicende aperte o siano del tutto deludenti. Fortunatamente Star Wars: gli Ultimi Jedi non possiede questa fragilità e riesce a stupire sia dal punto di vista degli effetti speciali che della storia: è un blockbuster bello, complesso, con una buona trama e soprattutto, auto conclusivo nonostante lasci bene intendere che ci saranno degli sviluppi per il nono episodio e la già annunciata quarta trilogia. Quando Gli Ultimi Jedi inizia, dopo che la trionfale musica di apertura svanisce e tutte le scritte scorrevoli si sono rimpicciolite fino a sparire, lo spettatore si ritrova nello spazio, come sempre del resto, dove un convoglio di navi del Primo Ordine è arrivato davanti al pianeta in cui l’ultimo avamposto con gli ultimi ribelli è in fuga. Da questo punto di partenza prende vita una trama bella e profonda intorno alla quale orbiteranno le avventure di tutti, sia di Rey, che era appena arrivata dinanzi Luke Skywalker, sia di Kylo Ren, alle prese con i suoi drammi interiori, sia di Poe Dameron, del generale Leila Organa, di Finn e di un nuovo personaggio femminile. Il cuore pulsante dell’avventura è a bordo dell’incrociatore stellare ribelle che vedrà l’equipaggio della resistenza tentare di sfuggire dalla morsa degli antagonisti. Da questa location quindi vanno e vengono tutti i personaggi, e il progressivo avvicinarsi della minaccia è scandito dal conto alla rovescia che dà gran ritmo ad una storia capace di chiudere molte delle porte aperte da episodio VII ma anche di aprirne tante altre come è giusto che sia per un capitolo “di mezzo” di una trilogia. Venendo ai protagonisti, c’è una crescita esponenziale in tutti, buoni neutrali e cattivi. Durante il film nascerà, sempre nel filone dei grandi dualismi, a cavallo tra odio e amore, tra comprensione e avversione, un rapporto imprevedibile e speciale tra Kylo Ren e Rey. E nonostante sembri dal principio anche questo un cliché, ci saranno parecchie sorprese
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