Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso

Pagina creata da Giacomo Manca
 
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Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
Attenti allo squillo truffa,
richiamare numeri sconosciuti
può essere pericoloso
“Uno squillo sul cellulare, uno solo, da un numero con
prefisso +373 o altro ma sempre estero, poi la telefonata
viene interrotta. Chi vede la chiamata senza risposta, il più
delle volte prova a richiamare e inizia il raggiro”. Nuova
allerta da parte della Polizia che, attraverso il profilo
Facebook “Una vita da social”, richiama l’attenzione su una
truffa che nonostante la grandissima informazione che c’è
sull’argomento, riesce a trarre in inganno ancora tantissime
persone. “Chi chiama viene dirottato su numeri e opzioni che
portano a sottoscrivere un nuovo abbonamento telefonico, il
tutto senza chiedere autorizzazioni e consensi” si legge nel
post della polizia. “Ma a volte basta richiamare il numero e,
anche senza ricevere risposta, si entra in un circuito di
collegamento internazionale che prosciuga ricariche e minuti
di abbonamento, perché senza saperlo si va su una linea a
Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
pagamento con costi che vanno da 1 euro a 1 euro e 50 ogni
dieci secondi”. Le chiamate arrivano in genere di sera, tra le
18:30 e le 20:30, “quando la maggior parte delle persone è più
libera dal lavoro e più propensa a richiamare. Che è la cosa
da evitare assolutamente – viene precisato -. Se vi capita,
consigliamo di denunciare subito il fatto alla Polizia per
permettere agli investigatori di raccogliere quanti più
elementi sul caso”. Adesso che lo sapete, se ricevete uno
squillo da un numero sospetto sul vostro telefonino cellulare
sapete cosa bisogna fare e come comportarsi. Diffondete la
notizia e avvertite amici e parenti perché per finire in un
guaio basta davvero poco.

F.P.L.
Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
Nintendo Labo, Switch e forme
di cartone per accendere la
fantasia
In un mondo in cui i videogiochi hanno preso il posto dei
giocattoli classici, dove spesso i bambini vengono tacciati di
passare ore e ore imbambolati davanti agli schermi della tv,
Nintendo prova a cambiare le carte in tavola proponendo
un’idea innovativa che unisce la fantasia al gaming. Nintendo
Labo è una nuova esperienza creativa e interattiva pensata per
l’ammiraglia del colosso giapponese, la Switch, che punta
tutto sulla fantasia riportando i giocatori indietro nel tempo
a quando per divertirsi bastava un pezzo di cartone e tanta
fantasia. Ma che cos’ è questo Nintendo Labo? Bene, l’idea è
molto semplice quanto geniale: Labo si presenta come una
scatola all’interno della quale ci sono dei semplici pezzi di
cartone. Con questi componenti il giocatore può creare varie
forme, denominate Toy-Con, che, combinate con il corpo tablet
di Nintendo Switch e con i Joy-Con, prendono vita creando
nuovi modi di giocare e una nuova esperienza di gioco
interattiva, costruttiva, educativa e divertente. Al momento
Nintendo ha presentato due kit: un Kit Base, con il quale è
possibile creare una casa, una canna da pesca, una moto, un
pianoforte e una macchina telecomandata; e un Kit Robot che
permette di assemblare una vera e propria tuta da robot per
vivere un’esperienza di gioco ancora più originale. Un terzo
kit, invece, permette a tutti i giocatori grandi e piccini di
personalizzare le proprie creazioni con pennarelli e adesivi
colorati, rendendo ancora più unica l’esperienza di gioco.
L’uscita di Nintendo Labo è prevista per il 27 aprile 2018 e i
prezzi per l’Italia sono stati convertiti 1 a 1 rispetto al
prezzo in dollari previsto negli Usa. I primi due kit saranno
quindi messi in vendita al prezzo di 69, 99 e 79, 99 euro e
ovviamente all’interno della confezione sono comprese, oltre
Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
ai componenti di cartone da montare anche le cartucce
dedicate. Il terzo kit, ossia quello di personalizzazione,
attualmente non è disponibile sullo store italiano di Amazon,
ma negli Usa sarà venduto a 9,99 dollari.

Se vi state chiedendo se Nintendo Labo è davvero adatto ai
bambini, la risposta è sicuramente “sì”. La costruzione delle
forme sarà infatti molto semplice, è stata pensata infatti
come un assemblaggio, molto in stile Ikea. All’interno dei kit
Nintendo Labo ci sarà tutto il necessario per assemblare le
forme con le quali interagire e che daranno vita ad
altrettanti giochi, senza necessità di materiale e costo
aggiuntivo. Nintendo, con Labo, va ben oltre la dimensione del
videogioco, tornando al mondo reale con una scelta eco-
friendly ed educativa, ricalcando un po’ le proprie origini,
l’azienda giapponese nacque infatti nel 1889 come manifattura
di carte da gioco. Riuscirà Nintendo Labo a conquistare i
giocatori di tutto il mondo abituati a uno standard di gioco
ormai consolidato? Al momento la risposta sembrerebbe di sì,
in quanto le prenotazioni sul sito americano di Amazon sono
già al primo posto. La vera rivoluzione del gaming risiede
davvero nel passato? Secondo Nintendo è così, proprio per tale
ragione Labo unisce oltre ai videogame, le gioie di costruire
qualcosa in stile Lego e meccano per un divertimento
assolutamente nuovo e originale.

Francesco Pellegrino Lise
Attenti allo squillo truffa, richiamare numeri sconosciuti può essere pericoloso
CES 2018, le novità Samsung:
Internet of Things, IA, auto,
domotica, ufficio e mobilità
Samsung ha presentato al Consumer Electronic Show 2018 (CES)
di Las Vegas la propria visione e la strategia per il
perseguimento di una esperienza IoT (Internet of Things)
realmente aperta e intelligente. Grazie ai nuovi prodotti e
alle tecnologie presentate, Samsung ha dimostrato la propria
capacità di rendere concreta l’idea di connettività ubiqua per
gli utenti in ogni aspetto della vita di ogni giorno, a casa,
in ufficio e in movimento. Samsung è già al lavoro per rendere
tutti i propri prodotti IoT ready entro il 2020. Inoltre,
l’azienda ha annunciato il proprio piano volto a spingere
l’adozione avanzata delle tecnologie IoT attraverso la propria
piattaforma aperta e intelligente. “In Samsung siamo convinti
che le esperienze legate alle tecnologie IoT debbano essere
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semplici come l’accensione di un interruttore. Attraverso i
nuovi prodotti e servizi che abbiamo annunciato, stiamo
rendendo l’Internet of Things realmente più semplice e
connesso” ha detto Hyunsuk (HS) Kim, President, Head of
Samsung Consumer Electronics and Samsung Research. “Siamo
fortemente impegnati ad accelerare i processi di adozione
dell’IoT da parte di tutti gli utenti e stiamo lavorando per
rendere tutti i nostri device connessi realmente intelligenti
entro il 2020. E stiamo facendo tutto ciò per aiutare le
persone a godere di tutti i benefici offerti dalla cosiddetta
connected life”.

Intelligence of Things per tutti
La visione di Samsung relativa all’IoT è basata su
un’innovazione aperta e accessibile a quante più persone
possibile e, se intrisa di reale intelligenza, può aiutare gli
utenti a personalizzare la propria esperienza. L’ecosistema
IoT frammentato e complesso di oggi rappresenta un ostacolo
all’adozione delle stesse tecnologie connesse. Affinché l’IoT
possa diventare realmente accessibile, è necessario oggi
pensare all’innovazione come elemento aperto e scalabile.
Grazie a un solido portfolio di prodotti tra i quali TV,
elettrodomestici e smartphone e alla leadership dell’azienda
per la connettività 5G, Samsung si ritrova in una posizione
ottimale per offrire al mercato un ecosistema IoT aperto
tramite SmartThings. Samsung sta già lavorando con partner
come l’Open Connectivity Forum (OCF), l’ente principale in
materia di standardizzazione a livello globale, per stabilire
gli standard di settore necessari per semplificare l’utilizzo
dell’IoT, e i chip ARTIK, i nuovi condizionatori e il
frigorifero Family Hub di Samsung sono i primi prodotti a
essere certificati dall’associazione per i loro livelli di
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interoperabilità in ambito IoT. Nella primavera del 2018,
Samsung unirà le sue applicazioni IoT, tra cui Samsung
Connect, Smart Home, Smart View e altro ancora nell’app
SmartThings, per connettere e gestire qualsiasi dispositivo
abilitato SmartThings direttamente dal proprio telefono, TV o
auto attraverso una singola applicazione. Inoltre, Samsung ha
annunciato l’intenzione di collegare HARMAN Ignite allo
SmartThings Cloud, spostando l’esperienza IoT oltre la casa
intelligente verso l’auto. Di conseguenza, gli utenti saranno
ora in grado di gestire la propria casa connessa dall’auto e
viceversa. Parte integrante della visione di Samsung è
connettere i dispositivi e renderli intelligenti. Con Bixby,
Samsung sta portando il suo servizio di intelligence
personalizzato a un numero sempre maggiore di device. Nel
2018, un numero selezionato di Samsung Smart TV e i nuovi
frigoriferi Family Hub avranno il controllo vocale tramite
Bixby per semplificare le attività quotidiane. Con dispositivi
e servizi che lavorano insieme e intrisi di intelligenza
artificiale, le attività in casa diventano ora più facili.
Poiché l’aumento della connettività richiede maggiori livelli
di sicurezza, Samsung ha annunciato di aver incorporato la sua
affidabile tecnologia Samsung Knox nei suoi dispositivi
connessi, tra cui Smart TV e Smart Signage, nuovi prodotti
mobile e dispositivi intelligenti. La tecnologia Knox include
un sistema di sicurezza hardware e aggiornamenti del firmware
continui per garantire la protezione dei dispositivi.

Costruire il futuro connesso
Samsung ha sottolineato l’impegno continuo da parte
dell’azienda a investire in tecnologie rivoluzionarie. Nel
2017 il colosso coreano ha speso oltre 14 miliardi di dollari
in R&D. L’azienda ha anche incrementato gli investimenti
tramite Samsung NEXT, una iniziativa chiave per accelerare il
processo di trasformazione in azienda che integra le due anime
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hardware e software. Samsung ha anche creato un nuovo centro
dedicato alle AI (intelligenze artificiali) come parte
integrante dei propri laboratori di ricerca già esistenti. Il
lavoro del nuovo centro AI, dislocato nel 2018 su quattro
laboratori a Toronto, Montreal, Cambridge (Regno Unito) e in
Russia, sarà completato dalle attività già in corso in Corea e
nella Silicon Valley, e dalle attività di M&A, con il fine di
far crescere ancora di più le ambizioni dell’azienda
nell’ambito delle intelligenze artificiali.

La  fluidità   nell’utilizzo                              di
diversi dispositivi realizza                              la
promessa dell’IoT
I nuovi prodotti e servizi annunciati al CES 2018 evidenziano
chiaramente i progressi di Samsung verso la realizzazione di
un’esperienza fluida e semplice nell’utilizzo dell’IoT in tre
ambiti differenti e complementari differenti. 1 casa: a
partire da quest’anno, ogni Samsung Smart TV potrà diventare
uno strumento di connessione tra dispositivi, semplificando i
processi di collegamento degli utenti e consentendo di
accedere ad applicazioni, foto, contenuti multimediali e altro
ancora. I nuovi Samsung Smart TV saranno parte della
piattaforma SmartThings Cloud, grazie alla quale, ad esempio,
possono interagire con il nuovo frigorifero Family Hub per
consentire agli utenti di pianificare i programmi televisivi,
i pasti e altro ancora, indipendentemente dallo schermo.
Grazie alle ultime novità, il Family Hub raggiunge un livello
che lo pone come centro di comando della casa connessa,
integrando nuove funzioni come Meal Planner, l’app dal facile
utilizzo pensata per creare ricette basate sulle preferenze o
sulla dieta dei membri della famiglia, ma anche “leggendo” le
date di scadenza dei cibi, nuove casse AKG per esperienze
audio impeccabili. 2 ufficio: Samsung sta ridefinendo il
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concetto tradizionale di ufficio con soluzioni flessibili che
rispondono alle esigenze della moderna forza lavoro mobile. Al
CES 2018, inoltre, l’azienda ha presentato Samsung Flip, un
nuovo prodotto pensato per riunioni e lavori di gruppo che
semplifica la collaborazione connettendosi con telefoni e
notebook per permettere alle persone di condividere
velocemente contenuti e idee all’interno di un gruppo di
lavoro. Samsung Flip WM55H è un prodotto in grado di superare
la comodità dei tradizionali blocchi di fogli ma anche delle
lavagne elettroniche, il suo display da 55” offre nuove
opportunità per generare idee che cambieranno il mondo, pur
mantenendo tutta la familiarità del gesto della scrittura. 3
Mobilità: Samsung guida il passaggio verso le reti 5G,
destinate a dar vita a un gruppo totalmente nuovo di
esperienze in connessione, grazie alla collaborazione –
finalizzata alla realizzazione dei primi test di una
connettività 5G fino a 100 volte più veloce della 4G LTE oggi
disponibile sui telefoni – con alcuni dei principali operatori
mondiali nel settore. Grazie alla connettività 5G, Samsung ha
potuto presentare la propria visione per una guida più sicura
e più efficiente. Il Samsung Digital Cockpit combina
connettività 4G LTE e 5G con gli eccezionali display Samsung
per nuove esperienze di connessioni che coinvolgono
l’informazione, l’entertainment e il controllo degli stili di
vita sempre connessi, integrando anche Bixby per il controllo
con la voce. La Telematics Control Unit (TCU) può caricare e
scaricare dati più velocemente e consentire la comunicazione
tra veicoli, ponendo le basi per migliori soluzioni di guida
autonoma.

Samsung e HARMAN svelano il futuro
delle auto connesse e a guida
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autonoma
Ad un anno dall’acquisizione di HARMAN International da parte
di Samsung le due aziende hanno portato al CES 2018 la prima
iniziativa realizzata da entrambi i team per porre
l’attenzione sul futuro della mobilità e sulle tecnologie in
questo ambito. Durante la fiera di Las Vegas, sono state
infatti mostrate diverse soluzioni per l’auto connessa,
pensate per consentire a HARMAN e Samsung di puntare alla
leadership nel settore delle auto connesse e a guida autonoma
facendo leva su una visione del mondo in cui oggi più che mai
è importante connettere le vite delle persone, che siano a
casa, in mobilità oppure in una macchina. Tra le innovazioni
portate al Consumer Electronics Show 2018, una piattaforma che
porterà su veicoli di ogni categoria e segmento un nuovo
cruscotto digitale, nuove soluzioni di connettività tra cui la
prima soluzione telematica 5G-ready del mercato “automotive” e
un ecosistema di partner e soluzioni basate sulla piattaforma
aperta Samsung. HARMAN e Samsung hanno inoltre mostrato un
primo esempio di implementazione pratica delle ultime novità,
realizzato grazie alla collaborazione con TTTech.

20th Century Fox, Panasonic e
Samsung insieme per una grande
esperienza TV con l’HDR10+
Century Fox, Panasonic e Samsung hanno condiviso al CES alcuni
aggiornamenti relativi al programma di certificazione per la
piattaforma HDR10+, che sarà presto disponibile per le società
produttrici di contenuti, i televisori ad altissima
definizione, lettori e registratori Blu-ray e produttori di
set-top box, così come per i fornitori di SoC, esente da
royalty e con solo una commissione amministrativa nominale. Le
aziende potranno ora visualizzare il nuovo logo, conoscere il
programma di licenza comprese le specifiche finali, gli
accordi di adozione e iscriversi per ricevere una notifica
quando le specifiche tecniche per HDR10 + saranno disponibili
sul sito http://www.hdr10plus.org. Inoltre, gli strumenti di
generazione di metadata Blu-ray Ultra HD sono stati sviluppati
con terze parti e saranno presto disponibili per i creatori di
contenuti che consentiranno ai lettori Blu-ray Ultra HD di
entrare nel mercato. Verranno inoltre rilasciati a breve
dettagli sul trasferimento dei contenuti e il formato
dell’interfaccia per la pipeline di creazione dei contenuti.

Samsung svela “The Wall”, il primo
TV MicroLED modulare da 146” al
mondo
Samsung ha inoltre presentato al pubblico del CES anche “The
Wall” – la prima TV MicroLED modulare da 146” pensata per il
mercato consumer. La nuova TV è stata annunciata insieme
ultime innovazioni di Samsung nel campo delle tecnologie
display, pensate per rendere il televisore del domani un
oggetto realmente evoluto in grado di offrire agli utenti
un’esperienza visiva eccezionale, e fungendo al contempo da
hub intelligente e connesso con una vasta gamma di
dispositivi, con il fine di migliorare la vita di tutti i
giorni. Samsung ha anche presentato il primo TV QLED al mondo
con tecnologia AI da 8K, che sarà lanciato a livello
internazionale, a partire dalla Corea e dagli Stati Uniti
durante la seconda metà del 2018. La nuova tecnologia di
intelligenza artificiale sviluppata da Samsung migliora la
qualità dei contenuti a definizione standard portandoli alla
risoluzione 8K, impiegando un algoritmo proprietario per
regolare la risoluzione dello schermo in base alle
caratteristiche di ogni scena rappresentata sullo schermo, in
modo da migliorare continuamente la qualità dell’immagine e
trasformare facilmente qualsiasi tipo di contenuto,
proveniente da qualsiasi fonte, in 8K ad alta risoluzione.

La nuova lavatrice compatta con
tecnologia QuickDrive
Lavaggi più veloci e funzioni smart potenziate sono alcune
delle innovazioni della nuova lavatrice WW6850N con la
tecnologia presentata al CES. La nuova lavatrice compatta
riduce i tempi di lavaggio del 35% rispetto agli altri
modelli, e grazie alle sue dimensioni compatte e alle sue
elevate performance rappresenta la soluzione ideale per la
casa moderna. A differenza delle lavatrici convenzionali che
spostano i vestiti ripetutamente su e giù durante il ciclo, la
tecnologia QuickDrive muove i capi all’interno del cestello
dall’alto verso il basso e aggiunge un movimento in avanti e
indietro utilizzando la piastra posta sul retro, portando una
doppia azione dinamica che rimuove rapidamente e delicatamente
la sporco e fornisce un ciclo di lavaggio intenso e completo.
Il modello WW6850N è predisposto all’utilizzo dell’IoT ed è
dotato di un assistente di lavaggio chiamato Q-rator, che
fornisce tre funzioni chiave per aiutare a gestire il bucato
in maniera semplice (Laundry Recipe; Laundry Planner; HomeCare
Wizard).

F.P.L.
Ces 2018, HP presenta i nuovi
Envy x2, Spectre x360 e l’app
Omen Game Stream
HP all’edizione 2018 del CES di Las Vegas veste un ruolo da
protagonista lanciando tantissime novità nel campo della
tecnologia, dell’informatica e del gaming. Primo fra tutti
spicca la nuova variante di Envy X2, il sistema convertibile
basato su processori Snapdragon che è stato presentato lo
scorso mese, questa volta con piattaforma Intel Core di
settima generazione e connettività LTE opzionale. Come il
fratello è provvisto di display da 12,3 pollici con
risoluzione FullHD, e la differenza principale è rappresentata
dal sistema con cui la tastiera si collega al corpo
principale: questa nuova versione accoglie un sistema
ripiegabile simile a quello di iPad Pro, mentre il modello
basato su piattaforma Snapdragon ha un’impostazione più simile
a Microsoft Surface, con stand a scomparsa. HP promette 15 ore
di autonomia per questo modello e una ricarica rapida che in
90 minuti permette di arrivare al 90% della batteria. Il
sistema è inoltre provvisto di HP Digital Pen.
HP ha svelato poi una versione tutta nuova dello Spectre x360
con un lievissimo restyling estetico rispetto al predecessore
ma che racchiude all’interno i nuovi processori Intel Core di
ottava generazione, con la possibilità di scegliere versioni
con GPU Radeon RX Vega M o NVIDIA GeForce MX150. Il monitor,
da 15,6 pollici, ha risoluzione 4K, mentre tra le varie
opzioni di configurazione è possibile scegliere fino a due
porte Thunderbolt. Il sistema all-in-one HP Sprout
rappresenta, fin dal suo debutto, un concetto molto
interessante e cioè la possibilità di catturare le
caratteristiche tridimensionali di un oggetto grazie alle sue
speciali fotocamere. HP vuole ora estendere questa possibilità
anche a coloro i quali non sono in possesso di un sistema
Sprout poiché già provvisti di un altro PC/worstation ad alte
prestazioni, proponendo la nuova fotocamera Z 3D. Si tratta,
in sintesi, delle capacità di scansione tridimensionale di
Sprout Pro che vengono compattate in un accessorio portatile
che può essere attaccato a qualsiasi monitor. In questo modo
artisti e creatori possono catturare le caratteristiche
tridimensionali di qualsiasi oggetto senza la necessità di
dover acquistare un sistema desktop specializzato per questo
scopo. La fotocamera Z 3D permette inoltre di scansionare
normali documenti e di fungere da webcam per attività di
videoconferenza, telepresenza e collaborazione.

Ricche novità anche per quanto riguarda i videogiocatori, HP
ha infatti presentato l’app Omen Game Stream che sarà
integrata in tutti PC gaming della società statunitense che
saranno commercializzati nel corso della prossima primavera.
Sarà possibile usare la capacità computazionale dei sistemi
Omen per giocare su qualsiasi PC su internet. E’ qualcosa di
simile a ciò che vediamo con NVIDIA GameStream e Valve Home
Streaming, ambedue però limitati alla rete locale. La chiave
di Omen Game Stream è una tecnologia di Parsec, che può
permettere di gestire flussi gaming 1080p fino a 60fps. Come
sempre con questo genere di soluzioni l’effettiva fruibilità
dipende dalle prestazioni della rete: HP a tal proposito parla
di “robusta” connessione, ma non ha meglio specificato quali
debbano essere i requisiti minimi di larghezza della banda.

Proprio riguardo le ultimissime novità di HP, Giampiero
Savorelli, GM Personal Systems di HP Italy, ha dichiarato: “Al
CES quest’anno abbiamo presentato novità in settori
differenti, dai pc per i consumatori ai dispositivi per i
professionisti, fino ai prodotti per il mondo del gaming. Gli
annunci di oggi sono la testimonianza concreta della nostra
capacità di proporre costantemente innovazione tecnologica a
utenti e imprese di mercati diversi e in continua evoluzione.
In occasione della fiera di Las Vegas abbiamo voluto
introdurre ulteriori novità e prodotti senza precedenti in
quanto a performance, comfort, sicurezza, collaboration e
design, per rispondere alle esigenze di ogni cliente, che
siano legate al loro lavoro oppure a un hobby. Il numero e la
qualità dei prodotti annunciati confermano i nostri
investimenti in innovazione e il nostro ruolo di azienda di
alta tecnologia, che vuole offrire ai clienti sempre nuove e
straordinarie esperienze d’uso”.

F.P.L.
Single, boom di iscrizioni su
app e siti di dating durante
le festività
Come emerso dal recentissimo annuario Istat, i single italiani
sono aumentati notevolmente: le famiglie composte da una sola
persona passano dal 20,5% al 31,6% (e si riducono quelle di
cinque o più componenti dall”8,1% al 5,4%). Stiamo parlando di
più di 8 milioni di persone. Di queste, la stragrande
maggioranza (almeno il 70%) è iscritta a servizi di dating. Ed
ecco la curiosità: secondo quanto risulta a Meetic (leader
europeo in questo settore), tra il 3 e il 7 gennaio più di 8
single su 10    sono stati intenti a cercare il partner ideale
tramite siti    internet o app dedicate. Tale fenomeno viene
definito come   il cosiddetto “peak moment”, il giorno in cui si
raggiungono     i picchi più alti di nuove iscrizioni e
interazioni di ogni tipo, dalle semplici mail ai più diretti
messaggi in chat. Sarà il pressing dei parenti durante le
festività (“ma quando ti fidanzi?!?”), sarà l’orologio
biologico e l’inesorabile trascorrere del tempo (“oddio sto
invecchiando…”), sta di fatto che il peak day per le donne
single è stato mercoledì 3 gennaio 2018, dalle ore 22,00
circa. Gli uomini single, invece, se la sono presa con più
comodo: per loro il peak day è stato domenica 7 gennaio 2018
dalle ore 21,00 in poi. Dati alla mano, durante il peak moment
si sono registrate l’81% di iscrizioni femminili in più
rispetto a un periodo standard. La percentuale è aumentata
notevolmente per quanto riguarda gli uomini: rispetto a una
normalissima giornata dell’anno, Meetic segna infatti un più
93% di iscrizioni maschili. Naturalmente, anche le interazioni
tra gli utenti sono aumentate a dismisura: nel giorno e
nell’ora del peak day le donne, infatti, ricevono l’85% di
mail e messaggi in più rispetto al solito, mentre gli uomini
il 42%. Insomma, il peak moment ormai è diventato quasi una
tradizione, un appuntamento fisso anno dopo anno…un po’ come
l’oroscopo che, per il 2018, vanta anche una versione
interamente dedicata ai single! Ed è così che Meetic, in
collaborazione con l’astrologa pop Ginny Chiara Viola e il suo
blog Una parola buona per tutti, ha pensato bene di regalare a
tutti i single italiani un simpaticissimo oroscopo in formato
e-book pensato appositamente per loro, con tutta una serie di
tips & tricks divertenti, ma al tempo stesso utilissimi per
affrontare con leggiadria e leggerezza un 2018 sotto il segno
del dating, affinché la ricerca del partner ideale vada a buon
fine e porti i suoi buoni frutti. Per scaricarlo gratis basta
cliccare QUI!

F.P.L.
PlayerUnknown’s
Battlegrounds:   su   cento
giocatori vince l’unico che
resta vivo
PlayerUnknown’s Battleground nasce da un’idea semplice quanto
geniale. Il videogame, forte dell’incredibile successo
ottenuto su PC dove ha battuto ogni tipo di record su Steam
per numero di giocatori connessi contemporaneamente e per
numero di download, è approdato anche su console, in esclusiva
su Xbox One. La formula scelta per l’approdo sulla console di
casa Microsoft è quella dell’anteprima. In pratica si mette in
evidenza come il gioco non sia stato ancora completato e sia
ancora work in progress ma la mania per PlayerUnknown’s
Battlegrounds è così forte in questo periodo che a soli
pochissimi giorni dall’uscita, il titolo ha fatto segnare
vendite milionarie solo per quanto riguarda la versione di
casa Microsoft. Ma veniamo al sodo: PlayerUnknown’s
Battlegrounds non è un gioco che si compra per il suo comparto
narrativo e neppure per l’aspetto tecnico che, al momento e
persino su Xbox One X, soffre di svariate problematiche. E’ un
titolo che però riesce a coinvolgere innumerevoli giocatori
per le sue meccaniche tanto semplici quanto complesse. Per gli
appassionati di cinema il modello di gioco ricorda un po’ il
film Hunger Games dove un gruppo di persone con solo i vestiti
indosso devono recuperare armamenti e armature in un macabro
gioco a eliminazione che vedrà vincere solo l’ultima persona
rimasta in vita. Nello specifico, la modalità principale di
PlayerUnknown’s Battlegrounds, quella che lo ha reso un
fenomeno di massa, vede 100 giocatori paracadutarsi su
un’isola dove completamente privi di qualsiasi arma ed
equipaggiamento devono iniziare procacciarsi le attrezzature
necessarie per l’unico vero importante obiettivo: rimanere
l’unico sopravvissuto dell’isola. Inizialmente l’area di gioco
è molto vasta e le fasi iniziali sono principalmente dedicate
a trovare l’equipaggiamento. Poi pian piano, il gioco tende a
ridurre le distanze riducendo l’area di gioco verso la quale i
giocatori dovranno dirigersi e rendere così obbligati gli
scontri a fuoco. Il gameplay di PlayerUnknown’s Battlegrounds
può dirsi votato ad un certo realismo anche se purtroppo al
momento la precisione è minata da un caricamento delle
texture, a inizio partita, molto fastidioso e da una poca
precisione del sistema di armamento. Ricordiamo però che
essendo un gioco work in progress, il team di sviluppo
rilascia molto spesso aggiornamenti che sono studiati per
rendere il titolo sempre più fluido e prestante. Avviato il
matchmaking, la banda dei 100 “killer disperati” sarà
catapultata in una lobby pre partita, a seconda della
tipologia di gioco selezionata si potrà partecipare in uno
scontro tutti contro tutti, in una modalità composta
esclusivamente da squadre da due giocatori o da quattro
giocatori.
https://www.youtube.com/watch?v=m0Tnp-3W3z4

Saliti su un aereo bisognerà decidere quando e soprattutto in
che punto paracadutarsi. Una scelta di vitale importanza
considerando che, quanto si toccherà il suolo, l’inventario di
ogni sarà completamente vuoto e sarà necessario armarsi prima
degli altri. La prima cosa da fare sarà quindi andare alla
ricerca di qualsiasi tipologia di armamento, accessorio,
munizione, risorse, granate e parti di equipaggiamento,
elementi che saranno generati in modo del tutto casuale
all’interno di edifici e strutture a ogni match. Da non
sottovalutare inoltre l’importanza di reperire un mezzo di
trasporto indispensabile per spostarsi velocemente, sebbene il
rombo dei motori potrebbe destare l’attenzione di qualcuno e
rendere il giocatore un facile bersaglio di cecchini o
imboscate. Come già accennato, poi, ad intervalli regolari e
sempre con un sistema casuale la mappa si “restringerà” dando
vita alla “Safe Zone”, una vera e propria area di sicurezza
fuori dalla quale i giocatori subiranno danni sempre più
ingenti. Raggiungerla velocemente è quindi di vitale
importanza se si vuole provare ad essere i vincitori. In tutto
questo non bisogna però dimenticarsi che, con il passare del
tempo, l’area diventerà sempre più piccola e tutti i giocatori
presenti convergeranno in quel punto: gli scontri diventeranno
quindi sempre più frequenti ed essere equipaggiati al meglio è
indispensabile per sopravvivere. A complicare il tutto,
entrano in gioco anche le “Red Zone”, generate sempre in modo
casuale, ossia aree in cui pioveranno dal cielo colpi di
mortaio che, salvo il mettersi al riparo in una casa,
potrebbero uccidere istantaneamente tutti i giocatori che in
quel momento si trovano nel loro interno. PlayerUnknown’s
Battlegrounds è un gioco molto più profondo e adrenalinico di
quello che si può pensare, bisognerà sempre prestare
attenzione a qualunque cosa, udire il più piccolo dei rumori
ed entrare negli edifici con circospezione in quanto qualcuno
potrebbe spuntar fuori sparando all’impazzata dall’angolo più
buio della struttura. Il bello di questo titolo risiede
soprattutto nel fatto che ogni partita che si gioca sarà
differente sia a livello di tattiche da attuare che di armi da
utilizzare. Il giocatore dovrà essere in grado di
improvvisare, adeguarsi e cambiare stile di gioco in base alla
situazione e all’equipaggiamento.

L’obiettivo finale della partita non cambia mai: per vincere
bisogna essere l’unico superstite o l’unica squadra a restare
in vita, ma il modo in cui si arriverà alla vittoria sarà
sempre differente. In PlayerUnknown’s Battlegrounds ognuno
sarà libero di scegliere il proprio metodo di approccio alla
partita che comunque avrà sempre dei pro e dei contro. A
inizio match, ad esempio, bisognerà scegliere quando e
soprattutto in che punto della mappa paracadutarsi. Arrivare
in una zona in cui edifici e strutture non mancano è
indubbiamente una buona scelta. Sarà infatti maggiore la
possibilità di trovare un numero più consistente e vario di
equipaggiamenti ma l’area sarà di sicuro popolata da molti
altri giocatori e lo scontro sarà inevitabile. Paracadutandosi
invece in un luogo più isolato bisognerà invece accontentarsi
di quello che si trova ma si avrà sicuramente più tempo per
organizzarsi al meglio. L’inventario poi non è illimitato e
solo trovando ed indossando zaini di livelli superiori si
potrà aumentarne la capienza. Non si potrà quindi raccogliere
tutto ma sarà necessario prendere solo armi, munizioni
compatibili, kit medici, bendaggi, bevande energetiche e gli
accessori che si riterranno più utili. Differentemente da
altri Videogame del genere Battle Royale, in PlayerUnknown’s
Battlegrounds non esiste un sistema di crafting: non si
potranno creare armi o strutture difensive, ma si potranno
migliorare le bocche di fuoco. Si troveranno mirini,
caricatori aumentati, silenziatori e altri accessori che
potranno essere montati su pistole, mitra fucili, fucili
d’assalto e fucili a pompa rendendoli di fatto più performanti
e anche potenti. Il bello del titolo risiede nel fatto che in
ogni partita si ricomincia sempre da capo, tutti i giocatori
sono allo stesso livello e non hanno alcun tipo di vantaggio
dovuto all’esperienza accumulata in partite precedenti o
tramite perk o carte acquistabili e tale meccanismo rende
PlayerUnknown’s Battlegrounds un titolo adatto anche per
l’utenza occasionale. Non importa quante partite si sono già
giocate e quante se ne sono vinte, all’inizio del match si
avrà sempre l’inventario vuoto e si potrà contare solo sulla
corsa, sul poter tirare pugni, scavalcare muri e saltare,
proprio come per gli altri 99 giocatori. Sicuramente l’aver
disputato più partite garantirà una maggiore padronanza del
sistema di controllo, del gunplay e delle meccaniche di gioco
ma l’esito della partita dipenderà solo dalla bravura ad
improvvisare e al sapersi adeguare alla situazione di quel
determinato match.

Come già annunciato, sulla famiglia Xbox One il titolo è nato
in versione Game Preview, di conseguenza non è un gioco
completo. Va poi sottolineato che PlayerUnknown’s
Battlegrounds, tecnicamente e a livello di prestazioni, non ha
mai brillato neppure nell’Accesso Anticipato di Steam. Dopo
questa dovuta precisazione, bisogna però sottolineare che i 30
fps stabili, soprattutto ad inizio partita, sono un miraggio
lontano su entrambe le piattaforme di casa Microsoft, la
situazione però migliora leggermente con il passare del tempo.
Su Xbox One X i cali di frame rate si percepiscono in modo
meno violento che sul modello S, nonostante siano comunque
presenti soprattutto nei momenti più frenetici: scontri con
gli altri giocatori e in zone con una vegetazione folta.
PlayerUnknown’s Battlegrounds gira a 1080p su Xbox One e in 4K
su One X; le texture in game, però, sono tutte in bassa
risoluzione e sulla console Flat i problemi non mancano con
vari fenomeni di pop up, stutter e pop in. Su Xbox One X
l’aspetto del titolo è nettamente superiore. Un livello di
dettaglio molto più alto, un campo visivo ampliato, sia in
termini di qualità che distanza, e i fenomeni che si
verificano sulla prima Xbox One S sono decisamente minori o
assenti. Tirando le somme, visto anche il prezzo invitante
rispetto ad altri titoli (29,99 euro) acquistare PlayerUnknown
Battleground’s è assolutamente consigliato. Il team di
sviluppo aggiorna molto spesso il titolo e, visto il successo
ottenuto al lancio, il gran numero di giocatori che lo hanno
acquistato e che continuano a giocarci, tutto questo fa ben
sperare sulle intenzioni degli sviluppatori nel migliorare il
gioco fino a renderlo perfetto. Giocare a PlayerUnknown’s
Battlegrounds è un turbine di adrenalina e tensione, è
un’esperienza indimenticabile che, anche nel caso in cui si
perda, è sempre appagante e fa venire sempre voglia di
mettersi alla prova ancora e ancora. Se avete voglia di
provare qualcosa di nuovo e siete possessori di una delle
console di casa Microsoft, questo videogame vi terrà incollati
per centinaia di ore sia in singolo che con i vostri amici.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 10

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise
Facebook parte alla conquista
del business musicale
L’inarrestabile avanzata di Facebook prosegue senza sosta, e
stavolta il colosso di Mark Zuckerberg muove il primo vero
passo nel business musicale diventando un serio rivale per
YouTube. Il social da due miliardi di utenti ha infatti
stretto un accordo di licenza globale pluriennale con
l’etichetta Universal Music Group, controllata dalla francese
Vivendi. Grazie all’intesa il social network più usato al
mondo permetterà ai suoi iscritti di caricare legittimamente
filmati con le musiche di brani della Universal. Non solo sul
social ma anche su Instagram e sulle altre piattaforme
controllate. Tra gli artisti di Universal figurano nomi di
spessore come ad esempio Jay-Z, Rihanna, Bruce Springsteen e
Justin Bieber. Tutto ciò rappresenta un colpo veramente duro
che la compagnia di Menlo Park assesta a YouTube, controllata
da Google, che proprio pochi giorni fa ha stretto un’intesa
con la stessa Universal e con Sony Music Entertainment.
Nemmeno Spotify o Apple Music possono dormire sonni
tranquilli. Per ora Facebook non ha intenzione di lanciare un
servizio di musica in streaming, ma questo accordo potrebbe
fungere da apripista per novità future. Il social conferma la
sua strategia di voler valorizzare i video online, con
l’obiettivo di spingere gli utenti a guardare e condividere
sempre più filmati e di attrarre investitori pubblicitari.
Qualche giorno fa ha annunciato che dal prossimo anno gli spot
verranno introdotti a inizio clip e saranno di sei secondi.
Una novità che riguarderà, secondo quanto riportato dal Wall
Street Journal, i video presenti nella piattaforma dedicata
che si chiama Watch. Insomma, il colosso di Zuckerberg ancora
una volta amplia i suoi orizzonti ponendo le basi per
tantissimi progetti e feature che sono destinate a entrare
nelle nostre vite.

F.P.L.
MotoGP 2017, tutti in sella
con il videogame ufficiale
del Motomondiale
Amanti del motociclismo e del gaming è finalmente giunto il
vostro momento. Anche quest’anno infatti l’italianissima
Milestone porta su Pc, Ps4 e Xbox One il videogioco ufficiale
dedicato al motomondiale ossia: Moto GP 2017. Con questo nuovo
titolo la software house tricolore non si discosta dai
precedenti episodi per quanto riguarda le classiche modalità
di gioco, che ovviamente sono incentrate sulla stagione 2017.
Con a disposizione tutti i piloti, le moto, le piste e anche
70 campioni storici appartenenti alle diverse classi 4 tempi e
2 tempi, ci si può lanciare nella modalità Carriera
cominciando dalla novità di quest’anno, ossia la Red Bull
Rookies Cup. Qui si possono acquisire la giusta esperienza per
poter salire sino alla categoria più ambita, che è ovviamente
la MotoGP. Modalità Carriera a parte, si potrà comunque
spezzare il ritmo affrontando i Gran Premi con vecchie moto a
due e quattro tempi che rappresenteranno un divertente
espediente per ricordare le gare di altri tempi. Ma
attenzione, per poter vivere tali ricordi sarà necessario
sudarseli per cui, mentre il più recente Valentino Rossi è da
subito disponibile, il primissimo “Dottore” dell’Aprilia RS125
va sbloccato a suon di vittorie.

Nel gioco non è presente un tutorial, ma una corposa sezione
di modalità per gare veloci permette ai giocatori di mettersi
alla prova selezionando tra Gran Premio, Campionato, Prova
Cronometrata e Schermo Condiviso. Detto questo, una volta
avviato MotoGP 2017 il menu principale presenta diverse
opzioni fra cui spicca: una campagna single-player molto
corposa che offre come novità assoluta la modalità Carriera
Manageriale, dove si potrà creare e gestire un team MotoGP con
tutte le variabili e le problematiche tecnico-commerciali che
ne conseguono. L’obiettivo come Team Manager è arrivare alla
classe MotoGP partendo dalla Moto3, e ovviamente non sarà una
passeggiata. Per raggiungere questo risultato, infatti,
servirà selezionare correttamente non solo i piloti ma anche
tutto lo staff che dovrà supportarli. Quindi serviranno
ingegneri, tecnici, massaggiatori, cuochi, esperti di
marketing e soprattutto i risultati. Solo con vittorie e
crediti guadagnati sarà possibile migliorare il team e
attirare gli sponsor che aiuteranno finanziariamente la
scuderia scelta a raggiungere l’obbiettivo principale. Questa
modalità è molto articolata, perché non si basa solo e
soltanto sulle corse ma sul gestire la vita dei propri piloti
in gara e fuori, il che significa curare la loro salute fisica
e la loro immagine anche con campagne marketing e di social
PR, inserendo così nel titolo una componente RPG del tutto
nuova ed interessante. Qualsiasi modalità di gioco si scelga,
MotoGP 2017 risulta subito familiare a chi ha già avuto a che
fare con gli ultimi giochi Milestone dedicati alla categoria.

Purtroppo il titolo è ancora basato sul vecchio motore grafico
della software house, quindi, mentre sicuramente le
motociclette hanno un livello di dettaglio migliorato, ci sono
problemi con i tracciati che presentano colori troppo piatti e
omogenei. I fondali, le aree che costeggiano le piste ed il
pubblico sono uniformi, mancano di dettagli e sono poco
credibili. Insomma, tutti quegli effetti realistici e grafici
che servono a disegnare tracciati e scenari moderni e
credibili sono assenti. La gara non ha quindi lo stesso
impatto che ci si aspetterebbe e lo spettacolo non è completo
se paragonato ai videogiochi, soprattutto di auto, attualmente
in circolazione. Nonostante, dal punto di vista grafico,
sembri di giocare a un titolo non molto recente, dove
Milestone ha fatto centro con il suo nuovo MotoGP 2017 è
sicuramente con il frame rate che resta sempre inchiodato sui
60 fps rendendo l’azione sullo schermo fluida ed estremamente
godibile. La fisica, poi, è di buon livello quando si parla di
impostazione delle traiettorie e reazione del mezzo a
sollecitazioni o piccole collisioni, quello che si vede sullo
schermo è assolutamente realistico. Una volta tolti gli aiuti,
la differenza tra una dura Ducati e le più agili scuderie
nipponiche è decisamente percettibile nella governabilità del
mezzo. L’intelligenza artificiale, poi, risulta decisamente
migliorata in linea generale rispetto a quanto visto in
passato e questo fa sì che il gameplay possa offrire un
livello di sfida buono. In MotoGP 2017 per quanto riguarda le
personalizzazioni di pilota e mezzi è stato fatto veramente un
lavoro eccezionale. I dettagli sono molto soddisfacenti, sia
per quanto riguarda le silhouette dei piloti famosi, che per
ciò che concerne le personalizzazioni degli accessori e delle
livree delle moto. Sicuramente l’accordo di licenza siglato
con Dorna Sports, titolare di molti diritti della MotoGP, ha
portato all’interno del gioco la possibilità di utilizzare
un’infinità di sponsor ufficiali. Ma il lavoro di Milestone
sul nuovo MotoGP 2017 non finisce qui, infatti, nuove ed
originali campionature dei motori delle moto rappresentano un
passo importante nel creare la giusta atmosfera di gara,
facendo leva sulle emozioni che possono creare i differenti
ruggiti che si possono ben distinguere quando si cambia moto.
Per quanto riguarda il multigiocatore, MotoGP 2017 offre la
Stagione Co-Op, dove bisognerà gareggiare privatamente solo
con gli amici, oppure le classiche modalità Gran Premio e
Campionato in cui si potrà creare una partita privata o
lanciarsi nel matchmaking e affrontare giocatori da ogni parte
del globo. Tirando le somme, con questo MotoGP 2017 Milestone
ha fatto centro a metà, infatti nonostante l’aspetto grafico
piuttosto deludente rispetto ad altri titoli racing
attualmente in commercio, il gioco riesce a divertire
parecchio grazie ai 60 fps a un’intelligenza artificiale nel
complesso buona e alle tante possibilità di gioco offerte. Se
a quanto detto si aggiungono una grandissima varietà di
personalizzazioni e la profondità della nuova modalità
carriera, si può sinceramente dire che, a patto di essere
veramente appassionati di motociclismo, MotoGP 2017 è un
acquisto davvero obbligatorio.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6,5
Sonoro: 7,5
Gameplay: 7,5
Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise
MXGP 3: fango, salti e corse
realistiche nel nuovo titolo
di motocross per Pc e console
Se quello che volete sono fango, copertoni, salti incredibili
e corse fuoristrada mozzafiato, Milestone ha quello che fa per
voi. L’italianissima software house ha infatti lanciato su Pc,
PS4 e Xbox One l’incredibile MXGP 3, videogame tutto dedicato
all’intrigante quanto spericolato mondo del motocross.
L’aspetto più interessante di questo titolo è senza dubbio il
bellissimo comparto grafico che merita di essere descritto
subito. Tale passo avanti rispetto al suo predecessore è stato
possibile grazie all’impiego dell’Unreal Engine 4, favoloso
motore grafico che da oltre un anno faceva sospirare i
giocatori dei titoli Milestone per il mancato impiego nelle
precedenti produzioni, e che finalmente esordisce con un gioco
che sembra fatto apposta per mostrarne la potenza e porre
delle solide basi per tutto quello che potrebbe significare
nei prossimi anni con i capitoli futuri. Lo sforzo congiunto
di Milestone ed Epic ha infatti portato alla realizzazione di
un comparto grafico da urlo che offre una modellazione di
moto, piloti e ambientazioni che lascia letteralmente a bocca
aperta, soprattutto sfruttando la visuale dal casco, a nostro
avviso la più riuscita e immersiva tra quelle disponibili in
MGXP 3. A rendere ancor più convincente l’effetto globale è la
deformazione del terreno man mano che le moto vi passano
sopra, che si differenzia notevolmente in funzione delle
condizioni meteo, così come gli effetti particellari e
luminosi, che si rivelano sempre assolutamente convincenti. Il
tutto avviene con una fluidità più che accettabile, anche se
il frame rate è ancorato sui 30 fps, scelta probabilmente
dettata dalla prudenza dell’esordio con il nuovo motore
grafico. L’attenzione alla componente fisica Physx, fondamenta
dall’utilizzo dell’Unreal Engine 4, è stata in grado di
restituire una resa molto più coerente dell’azione della moto
rispetto al passato. Aprire completamente l’acceleratore
subito dopo l’uscita da una curva lenta non è una soluzione
possibile, perché porterebbe a cadere a terra dopo poco tempo.
Dosare, aprire il gas in curva per raddrizzare la posizione,
spostare il peso del corpo per aderire meglio al tracciato,
sono azioni che si incastrano nel modello di guida facendole
diventare necessarie ed efficaci se si vuole arrivare al primo
posto.

Anche il sonoro è stato rivoluzionato traendo vantaggio dalle
novità del comparto tecnico: i ruggiti delle moto, che siano a
2 o 4 tempi, sono stati riprodotti con il metodo procedurale
sulla base di campionamenti, e va detto che l’effetto si
rivela davvero convincente. Tra le modalità per il singolo
giocatore, quella che spicca per quantità di contenuti in MXGP
3 è senza ombra di dubbio la carriera. Il focus è incentrato
sulla figura del pilota, tanto che la prima attività da fare
sarà proprio creare l’alter ego virtuale con nome e
abbigliamento dedicato, scegliendo tra le molteplici opzioni a
disposizione. A cavallo delle due categorie principe, MXGP e
MX2, partendo come aspiranti campioni dalla seconda, sarà
possibile interpretare il ruolo di piloti di una propria
squadra personalizzata oppure di una ufficiale. Nel caso in
cui ci si trovasse nella prima situazione, sarà premura di chi
gioca scegliere la moto, potenziarla con i crediti guadagnati
partita dopo partita e affidarsi a degli sponsor. Avendo
invece a che fare con la seconda situazione bisognerà
semplicemente dare il massimo in pista. Sarà possibile
cambiare qualora una squadra dovesse raggiungere un
determinato livello d’interesse in seguito alle performance in
gara, allora si potrà scegliere se continuare con il team
originale, o passare a uno ufficiale, oppure cambiare sponsor.
Tutto scorrerà via liscio, senza intoppi vari, con una
progressione di questa parte “manageriale” molto semplificata:
forse troppo poco coinvolgente da una parte, ma che dall’altra
parte avrà il pregio di far dedicare anima e corpo alle corse.
Continuando a battere la strada dei contenuti presenti in MXGP
3, sono presenti anche la modalità campionato, gran premio,
time attack e infine la Monster Energy Fim MXON. Se le prime
sono immediatamente comprensibili, l’ultima consiste in una
sfida a nazioni, con l’unico obiettivo di mettere a confronto
i migliori piloti della scena internazionale. Nessuna di
queste è in grado di eguagliare le potenzialità della sopra
descritta carriera, ma permette comunque di affondare le ruote
dell’asfalto in men che non si dica, mettendo i giocatori
continuamente alla prova secondo le modalità che sceglieranno
di volta in volta. Per impratichirsi con le varie tecniche, è
anche possibile sfruttare la modalità solitaria Compound, dove
ci sarà a disposizione un intero circuito e si potrà
percorrerlo come si vuole, senza alcun tipo di limitazione. In
MXGP 3 è presente anche la possibilità di sfidare altri
giocatori in gare multiplayer online, anche se attualmente la
poca presenza di persone sui server fa affrontare partite poco
popolate e spesso interrotte per disconnessione dall’host.
Tirando le somme, nonostante il titolo appartenga a una
categoria poco seguita rispetto a tante altre, MXGP 3
rappresenta veramente un bel titolo, capace di emozionare e di
far apprezzare anche ai neofiti la bellezza di uno degli sport
più spericolati al mondo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
L’iMac Pro arriva anche in
Italia a partire da 5.599
euro
Apple lancia giusto in tempo per Natale l’iMac Pro, il nuovo
computer desktop svelato alla conferenza degli sviluppatori
del giugno scorso e in vendita da oggi, anche in Italia.
Pensato per gli utenti professionali, cui offre
caratteristiche top di gamma, il pc non è però un regalo alla
portata di tutti, il prezzo infatti, parte dai 4.999 dollari
negli Stati Uniti – che diventano 5.599 euro in Italia – e
arriva fino a oltre 13mila dollari. L’iMac Pro è “il Mac più
potente mai creato da Apple, progettato per supportare i
flussi di lavoro più complessi degli utenti professionali”,
per “editing grafico evoluto, realtà virtuale immersiva e
rendering 3D in tempo reale”, spiega Apple. Il computer “all
in one” ha un display Retina 5K da 27 pollici che supporta un
miliardo di colori, processori Xeon da 8 a 18 core ed
elaborazione grafica fino a 22 teraflops, racchiusi in un
guscio nel colore grigio siderale. Monta una scheda grafica
Radeon Pro Vega, Ram fino a 128 GB e memoria Ssd fino a 4 TB.
Insomma, se avete esigenze lavorative particolari con iMac Pro
sarà possibile fare qualunque cosa e il costo è sicuramente
giustificato, ma se avete intenzione di utilizzarlo per
diletto è preferibile navigare verso altri lidi.

Caratteristiche nello specifico

Gli iMac Pro sono disponibili rigorosamente con processori
Intel Xeon, fino a 18 core (Turbo Boost fino a 4,5 GHz), con
capacità grafiche fino a 22 Teraflops e display 27 pollici
Retina con risoluzione 5K (500 nits di luminosità). A queste
“macchine” spetta per il momento lo scettro di soluzioni più
potenti in assoluto nel catalogo Mac. Gli all-in-one iMac Pro
saranno destinabili senza patemi quindi a tutti i carichi di
lavoro immaginabili con la grafica 3D, rendering, applicazioni
immersive di AR e VR, ma anche flussi di lavoro e testing
intensiv per gli sviluppatori, l’elaborazione fotografica di
alto livello con file anche di diverse centinaia di Mbyte e
ovviamente l’elaborazione video 4K e 8K. Il comparto grafico è
alimentato con Gpu Radeon Pro Vega (8 e 16 Gbyte di memoria ad
ampia banda – HBM2), sono supportati i dischi fino a 4 TB SSD
e fino a 128 Gbyte di memoria Ram ECC. iMac Pro dispone
inoltre di 4 porte Thunderbolt, e quattro porte USB 3 oltre
allo slot SDXC mentre per la rete è disponibile la
connettività 10 Gbit Ethernet e WiFi 802.11 ac, oltre a
Bluetooth 4.2. Tanta potenza è erogabile ora anche senza porsi
preoccupazioni sulla corretta dissipazione perché Apple ha
completamente ridisegnato l’architettura “termica”, così da
consentire ad iMac Pro di offrire capacità di raffreddamento
fino all’80 percento superiori con un design esterno per nulla
rivoluzionato. I nuovi iMac Pro hanno uno spessore di appena
mezzo centimetro sul bordo, arrivano completi di Magic
Keyboard, Magic Mouse e Magic Trackpad. Gli iMac Pro sono
corredati di quattro microfoni e di una Webcam 1080p Face Time
HD.

F.P.L.

Star Wars: Gli ultimi Jedi,
sul grande schermo arriva
l’ottavo capitolo della saga
Tanto tempo fa, nel 1977, in una galassia lontana lontana…
arrivava nelle sale cinematografiche il primo film della saga
di Guerre Stellari, “Una nuova speranza”. Oggi a distanza di
40 anni il mito continua vivere grazie a Walt Disney Studios
Motion Picture e Lucasfilm che dopo aver portato al cinema,
Star Wars episodio VII, “Il Risveglio della Forza” e lo spin
off “Rogue One”, hanno appena lanciato sul grande schermo Star
Wars episodio VIII “Gli Ultimi Jedi”, secondo capitolo della
nuova trilogia di Guerre Stellari. Solitamente le trilogie
hanno quasi sempre un punto debole nel secondo episodio,
capita molto frequentemente che lasciano con troppi quesiti e
troppe vicende aperte o siano del tutto deludenti.
Fortunatamente Star Wars: gli Ultimi Jedi non possiede questa
fragilità e riesce a stupire sia dal punto di vista degli
effetti speciali che della storia: è un blockbuster bello,
complesso, con una buona trama e soprattutto, auto conclusivo
nonostante lasci bene intendere che ci saranno degli sviluppi
per il nono episodio e la già annunciata quarta trilogia.
Quando Gli Ultimi Jedi inizia, dopo che la trionfale musica di
apertura svanisce e tutte le scritte scorrevoli si sono
rimpicciolite fino a sparire, lo spettatore si ritrova nello
spazio, come sempre del resto, dove un convoglio di navi del
Primo Ordine è arrivato davanti al pianeta in cui l’ultimo
avamposto con gli ultimi ribelli è in fuga. Da questo punto di
partenza prende vita una trama bella e profonda intorno alla
quale orbiteranno le avventure di tutti, sia di Rey, che era
appena arrivata dinanzi Luke Skywalker, sia di Kylo Ren, alle
prese con i suoi drammi interiori, sia di Poe Dameron, del
generale Leila Organa, di Finn e di un nuovo personaggio
femminile. Il cuore pulsante dell’avventura è a bordo
dell’incrociatore stellare ribelle che vedrà l’equipaggio
della resistenza tentare di sfuggire dalla morsa degli
antagonisti. Da questa location quindi vanno e vengono tutti i
personaggi, e il progressivo avvicinarsi della minaccia è
scandito dal conto alla rovescia che dà gran ritmo ad una
storia capace di chiudere molte delle porte aperte da episodio
VII ma anche di aprirne tante altre come è giusto che sia per
un capitolo “di mezzo” di una trilogia. Venendo ai
protagonisti, c’è una crescita esponenziale in tutti, buoni
neutrali e cattivi. Durante il film nascerà, sempre nel filone
dei grandi dualismi, a cavallo tra odio e amore, tra
comprensione e avversione, un rapporto imprevedibile e
speciale tra Kylo Ren e Rey. E nonostante sembri dal principio
anche questo un cliché, ci saranno parecchie sorprese
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