Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo

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Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
Circolare interna delle Parrocchie
 dell’Alta Val Sangone – anno II – N. 4                                                                                     Dicembre 2010

                              Benvenuto Vescovo Cesare!
         entre il cardinal Poletto                                                                        dell’Arcidiocesi. Alcune di queste

M        lascia la guida della Chiesa
         torinese dopo 11 anni, il
nuovo arcivescovo monsignor
                                                                                                          presenze significative sono frutto
                                                                                                          dell’opera di grandi santi torinesi: i
                                                                                                          nomi di S. Giuseppe Cottolengo e
Nosiglia si presenta con un saluto a                                                                      di S. Giovanni Bosco sono noti in
tutti cristiani della diocesi. Dopo                                                                       tutto il mondo. Meno note ma al-
aver ringraziato il Papa Benedetto                                                                        trettanto importanti le figure di S.
XVI per la fiducia accordatagli, ri-                                                                      Giuseppe Cafasso, di S. Leonardo
corda che il giorno della sua no-                                                                         Murialdo, dei beati Francesco Faà
mina coincide con l'anniversario                                                                          di Bruno, Giuseppe Alamanno,
dell'apertura del Concilio Vaticano                                                                       Piergiorgio Frassati e di tanti altri
II, coincidenza non casuale, ma un                                                                        fratelli e sorelle, di cui è in corso la
segno per indicare la via sulla quale                                                                     causa di beatificazione e canoniz-
procedere insieme a tutta la Chiesa                                                                       zazione. Nonostante le incertezze
particolare di Torino. Ricorda                                                                            e le difficoltà del momento che
anche alcuni momenti della sua                                                                            stiamo vivendo, sia nel campo eco-
vita legati a Torino e all'inizio del                                                                     nomico che nel campo spirituale e
suo cammino sacerdotale, e tra i                                                                          sociale,      monsignor        Nosiglia
più significativi un anno di teologia al Se-    damentale per la formazione delle co-           esprime la sua profonda speranza e con-
minario di Rivoli e la sua prima esperienza     scienze, per la comunicazione del Van-          vinzione che la Chiesa locale, proprio per
come collaboratore a Santena. Trovarsi          gelo, per l'incontro con Cristo risorto,        le sue radici così forti e tuttora vitali, possa
ora nella scia dei tanti pastori importanti     vivente nell'Eucarestia, nei sacramenti, e      guardare avanti con fiducia e contribuire
che ha avuto Torino lo conforta, ma nel         nelle esperienze di carità. Queste ultime       al vero progresso, spirituale e sociale,
contempo sente la responsabilità dell'in-       sono le realtà più vicine alla gente, testi-    della gente, promuovendo quella stretta
carico assegnatogli, alla guida di una          monianza viva della chiesa locale. L'Arci-      unità tra verità, carità e giustizia che Papa
chiesa ricca di tradizione e ancora sotto il    vescovo prosegue ringraziando e                 Benedetto XVI richiama nell’enciclica so-
benefico influsso dei grandi santi che la       salutando i parroci e gli altri sacerdoti, i    ciale “Caritas in veritate”. Potrà così aver
città ha avuto. I presbiteri rappresente-       diaconi permanenti, gli operatori pasto-        origine una nuova stagione di credenti,
ranno la sua nuova famiglia, e nell'incon-      rali, le associazioni, i movimenti e gruppi     adulti nella fede e testimoni competenti e
tro, nella reciproca accoglienza e              ecclesiali, che servono con impegno la co-      coraggiosi del Vangelo ognuno nel suo
nell'ascolto inizierà il suo impegno per il     munità e ne orientano il cammino missio-        ambito di vita. Affidandosi all'intercessione
cammino ecclesiale e missionario della          nario. Insieme alle parrocchie ed alle          dei santi torinesi e soprattutto della Ver-
diocesi. La comunione e fraternità del ve-      numerose realtà di vita consacrata ed isti-     gine, onorata a Torino in particolare con
scovo con i suoi presbiteri porteranno ad       tuti religiosi, offrono all’Arcidiocesi una     i titoli di Consolata e Ausiliatrice, l'Arcive-
un impegno comune che avrà tra le prio-         testimonianza di vita evangelica ed un ser-     scovo conclude: “Cari fratelli e sorelle,
rità le vocazioni, sia quella sacerdotale,      vizio generoso in di-versi ambiti della sua     il mio cuore e tutta la mia persona sono
espressione e testimonianza dell'amore a        vita e della sua missione, qui nella nostra     ormai protesi verso di voi e mi auguro
Cristo della comunità cristiana, sia quella     terra come in tanti Paesi, dove operano         che presto potremo incontrarci e colla-
matrimoniale, obiettivo educativo fonda-        con frutto i missionari torinesi. Esprime       borare insieme come si conviene a servi
mentale per la chiesa e per la società. Per     poi riconoscenza verso le diverse aggre-        del Signore, al lavoro nella sua vigna,
queste priorità si punterà in particolar        gazioni laicali presenti nell’Arcidiocesi nel   che ci è affidata. Pregate per me, affin-
modo sui giovani, in continuità anche con       campo dell’educazione e della scuola,           ché possa svolgere con voi e per voi il
l'opera di san Giovanni Bosco, ricordando       della solidarietà; nella formazione cri-        mio ministero di Padre, Vescovo e
quanto ha sottolineato anche il papa re-        stiana, civile e professionale; nella pro-      amico e sappia ascoltarvi e seguirvi,
centemente, durante l'ostensione della          mozione e difesa della vita; nella lotta        sulla strada che state percorrendo, con
Sindone: “Giovani, siate testimoni di Cri-      all’illegalità e nell’impegno culturale e po-   un impegno che intendo condividere,
sto in questo nostro tempo! … Siate voi         litico per il bene comune; nella promo-         fianco a fianco, per accogliere quanto il
stessi nei vostri ambienti, con i vostri coe-   zione della pace e nell’accoglienza agli        Signore e il suo Spirito ci indicheranno.
tanei un'espressione visibile del volto di      immigrati e nel sostegno alle comunità et-      Vi benedico tutti e saluto con affetto e
Cristo. ”Fondamentale il lavoro nelle par-      niche cattoliche e cristiane, che arricchi-     amicizia”
rocchie, che rappresentano il luogo fon-        scono il tessuto ecclesiale e civile                                       Filippo Giovanelli

Essere Chiesa oggi                                                                                                                             1
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
La Parola ai Pastori

      Il Cardinal Poletto in mezzo a noi
                                                          nel maggio 2008, 160 tra sacerdoti e diaconi del-
                                                          l’Arcidiocesi, trascorrevano con lui una giornata di
                                                          riflessione e fraternità. Poi ci sono i ragazzi e i gio-
                                                          vani, “le sentinelle del mattino”, come li aveva defi-
                                                          niti Papa Giovanni XXIII. “Voi siete la speranza, voi
                                                          siete il futuro – li aveva esortati il cardinale nella visita
                                                          pastorale nel marzo 2004, in San Lorenzo – Ricor-
                                                          datevi sempre di non buttare via la vita e di sentirvi
                                                          presenza viva della Chiesa. Conservate il vostro
                                                          cuore puro”. Ragazzi che torna ad incontrare l’anno
                                                          scorso, sempre in San Lorenzo, per impartire loro la
                                                          Cresima. In questi anni di mandato, il card. Poletto
    Forno di Coazze                                       ha incontrato anche gli amministratori, nel 2004,
                                                          invitandoli a pensare al bene comune, e ha sorriso
“Undici anni fa, il 5 settembre 1999, in piazza San
                                                          nell’inaugurare il Centro di Aiuto alla Vita di Giaveno,
Giovanni a Torino, con una solenne concelebrazione
                                                          poco più di un anno fa. Momenti felici e meno, si
liturgica, il cardinale Severino Poletto dava inizio al
                                                          diceva. Ecco allora che le sue parole hanno accom-
servizio episcopale nella
                                                                                        pagnato nel salutare un’ul-
Chiesa torinese. Ripercor-
                                                                                        tima volta il giavenese don
rendo oggi questo lungo
                                                                                        Silvio Ughetto, cappellano
cammino, nel suo messag-
                                                                                        dell’ospedale Martini Nuo-
gio di saluto all’Arcidio-
                                                                                        vo di Torino, don Fer-
cesi, il vescovo traccia un
                                                                                        nando Demarchi, parroco
bilancio del suo mandato,
                                                                                        di Ponte Pietra e Madda-
“ripensando ai vostri volti,
                                                                                        lena, nel 2005, don Viotti
alle belle testimonianze di
                                                                                        nel 2008, e infine, solo
fede che mi avete dato”
                                                                                        qualche giorno fa, don
scrive rivolgendosi ai sa-
                                                                                        Gianni Sacco, parroco di
cerdoti, alle religiose e re-
                                                                                        Sala per 29 anni. Sono
ligiosi, ai diaconi, ai                                     Santuario del Selvaggio
                                                                                        solo alcuni flash, questi, del
giovani, ai fedeli laici. Volti
                                                          lungo cammino da Arcivescovo del card. Poletto,
che, in questi anni, ha incontrato anche nelle par-
                                                          scattati nelle chiese e per le strade valsangonesi, le
rocchie della nostra Unità Pastorale, condividendo
                                                          stesse che ora attendono mons. Cesare Nosiglia.
momenti sereni e altri meno. Sfogliando le foto e ap-
pellandosi ai ricordi, andiamo indietro nel tempo e                                                            Anita
scopriamo che sono davvero tante le volte in cui il
cardinal Poletto è stato presente in mezzo a noi.
Spesso ha celebrato messa al Santuario N.S. di Lour-
des del Selvaggio: ad agosto, in occasione dell’anni-
versario della dedicazione e della consacrazione -
la prima, nel 2001, per il 75esimo, e l’ultima nel
2008 -, ma anche nel maggio 2002, quando prese
parte con i fedeli alla processione da Giaveno al San-
tuario, o ancora nel giugno 2003, per la festa della
famiglia. Anche nella quiete della Grotta di Forno di
Coazze il cardinale è salito più volte, per celebrare
messa nel giorno dell’Assunta, in quel tempio della
fede costruito da don Viotti, di cui nel novembre del-
l’anno scorso ha celebrato il funerale. E sempre qui,                           S. Cresima Parrocchia S. Lorenzo

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Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
Lasciamo parlare la scrittura
                  GENEALOGIA DI GESÙ :
           COSA CI VUOLE COMUNICARE MATTEO
                                             Da una conferenza di Alberto Maggi, biblista

                                             popolo.                                        Santo. Perché?

S
      tiamo entrando nel periodo nata-
      lizio, e nelle messe della dome-       Arrivando all’ultima generazione leg-          Sempre nel libro della Genesi, quando
      nica ascolteremo alcuni brani dei      giamo: “..e Giacobbe generò Giu-               ancora c’era il caos nella creazione, lo
cosiddetti “Vangeli dell’infanzia”, cioè     seppe”. Siamo al 39° generò, e ci              Spirito di Dio aleggiava sulla creazione
dei primi capitoli dei Vangeli di Matteo     aspetteremmo lo stesso anche per               e tutto fu fatto attraverso di esso. Que-
e di Luca, i due evangelisti che parlano     Giuseppe. Invece no: dopo “Giacobbe            sto richiamo allo Spirito vuol dire che
della nascita di Gesù.                       generò Giuseppe, il marito di Maria”
                                                                                            in Gesù si manifesta una nuova crea-
                                             ecco la sorpresa: “dalla quale fu gene-
                                                                                            zione: in Gesù si realizza in pienezza la
I Vangeli dell’infanzia non sono, come       rato Gesù, detto Cristo”.
                                             Matteo ci indica quindi che la tradizione      creazione dell’uomo, un uomo che
potrebbe sembrare, Vangeli infantili o                                                      abbia anche la condizione divina.
per bambini: gli Evangelisti non inten-      di Israele, significata dai primi 39
                                             antenati di Gesù, si interrompe con            Ecco allora che con la frase: “si trovò
devano raccontare la storia di Gesù nel                                                     incinta di Spirito Santo”, l’Evangelista
                                             Giuseppe. Da Giuseppe in poi c’è qual-
senso di cronaca come intendiamo noi                                                        ci dà una indicazione teologica impor-
                                             cosa di nuovo: per l’Evangelista Gesù
al giorno d’oggi, ma ci presentano una                                                      tante che significa: in Gesù si manifesta
lettura teologica dei fatti e dei detti di
                                                                                            il piano della creazione.
Gesù e riassumono e concentrano tutto
il messaggio e l’opera di Gesù.
                                                                                            Dio, con Gesù, non sta più nell’alto dei
Il vangelo di Matteo inizia con la                                                          cieli, lontano, ma è un Dio che è pre-
genealogia di Gesù: se la confrontiamo                                                      sente tra il popolo, e la grande novità di
con quella di Luca si vede che sono                                                         questo Dio, si vedrà meglio al cap. 20
molto diverse.    Questo perché le                                                          di Matteo, è che non vorrà essere ser-
genealogie non sono di carattere sto-                                                       vito dagli uomini, ma è Lui che metterà
rico/anagrafico, ma teologico.                                                              la sua vita al servizio di tutti gli uomini.
                                                                                            Questo cambia radicalmente il rap-
In Matteo la genealogia inizia con un                                                       porto con Dio: Dio non è più da
termine che nella traduzione letterale è:                                                   cercare secondo la spiritualità ebraica,
“Libro della genesi”, e questo ci ri-                                                       come si vede ad esempio dai salmi (“al
chiama l'inizio del libro del Genesi,                                                       mattino ti cerco, di notte ti cerco” …).
dove si narra la creazione dell’umanità.                                                    Con Gesù, Dio è da accogliere: Gesù è
Con questo richiamo l’Evangelista                                                           l’Emmanuele, il Dio-con-noi, Dio in
vuole fare comprendere al lettore che                                                       mezzo agli uomini.
in Gesù si realizza in pienezza la crea-     non è il frutto di Giuseppe, egli non          Non è un Dio che chiede o un Dio che
zione dell’uomo.                             trasmette i valori e la tradizione.            assorbe le energie degli uomini, ma è
                                             In Gesù la tradizione ed i valori
                                                                                            un Dio che le potenzia al punto che la
Come il Genesi è il primo libro della        verranno dal Padre nei cieli: Dio.
                                                                                            forza vitale di Gesù, uomo-Dio, sarà
Bibbia, che parla della creazione del                                                       capace di condonare anche il male che
mondo ed in particolare dell’uomo,           È importante questa interruzione nella
                                             genealogia, perché questo fatto sottoli-       l’uomo può aver fatto. Gesù infatti
questa è la nuova creazione. Mentre la                                                      nell’ultima cena dirà : “questo è il mio
prima creazione terminava con la             nea e fa comprendere la novità straor-
                                             dinaria portata da Gesù. Gesù è il figlio      sangue per il perdono dei peccati” e il
morte, questa nuova creazione termina
                                             di Dio che ha assunto l’azione creatrice       sangue nel mondo orientale è la vita, la
con la vita. Alla fine di questo Vangelo
                                             del Padre e l’ha saputa formulare in           forza vitale, quindi con il suo sangue
c’è Gesù sul monte della resurrezione,
                                             una maniera completamente inedita e            noi siamo partecipi della sua vita.
vivo ed in mezzo ai suoi: non una scena
                                             ha fatto conoscere una maniera nuova
di morte, ma una pienezza di vita.
                                             di rapportarsi con Dio; in Lui c’è una         Comprendiamo questo, e il Natale avrà
                                             creazione completamente nuova.                 veramente un profondo e vivificante
Torniamo alla genealogia: per 40 volte
– 40 è la cifra simbolica che indica una                                                    significato, potremo accogliere Gesù in
                                             L’Evangelista poi dice che Maria “si           quanto manifestazione di Dio e del suo
generazione – si trova il verbo gene-        trovò incinta di Spirito Santo” e con
rare, e questo verbo nel mondo ebraico                                                      amore, accoglieremo la sua forza vitale
                                             questo vuole affermare che colui che è
è riservato all’uomo, solo il padre          generato da Maria è opera dello Spirito        per liberarci dal male e andare con Lui
genera, ed il padre oltre la vita tra-                                                      e come Lui verso gli altri uomini.
smette anche le tradizioni ed i valori del                                                                            Filippo Giovanelli

Essere Chiesa oggi                                                                                                                   3
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
Momenti di Chiesa

                                                                          L’esordio con
                                                                            i giovani:
                                                                             “Osate in
                                                                             nome del
                                                                             Signore”

     ra strapiena di giovani la chiesa del Santo Volto      giorno”. Ai tantissimi che lo osservano e lo ascol-
E    di Torino, venerdì scorso, 19 novembre. Entu-
siasti,attenti, curiosi, ansiosi di conoscere mons.
                                                            tano, mons. Nosiglia svela un suo sogno: “quello di
                                                            potervi ascoltare e amare sinceramente e incontrare
Cesare Nosiglia, colui che, due giorni dopo, sarebbe        non solo tutti insieme, ma anche personalmente se
diventato ufficialmente il nuovo Arcivescovo di To-         voi lo vorrete. E questo per starvi vicino e aiutarvi,
rino. L’esordio nella sua nuova diocesi è partito pro-      ma anche perché sono convinto che voi potete aiu-
prio dall’incontro con i giovani “sia perché mi piace       tarmi a svolgere bene il servizio di vescovo. Voi siete
pregare con voi il Signore affinché mi assista e guidi      come le antenne orientate sul mondo e il vescovo,
il mio servizio, sia perché intendo dare un preciso         attraverso di voi, deve poter sentire la voce della
segno di particolare affetto e vicinanza verso cia-         gente e dei giovani e ragazze di tutta la Diocesi e
scuno di voi” ha esordito mons. Nosiglia, o meglio,         deve poter trasmettere loro la sua Parola”. Per farlo,
“il vescovo Cesare”, come li invita a chiamarlo. Li         le proposte sono diverse: un Consiglio stabile di gio-
esorta e li sprona: “Ecco che cosa vi chiedo cari           vani, l’incontro nelle Unità Pastorali, l’apertura
amici: osare in nome del Signore. Non                                  dell’Episcopio con i giovani che lo desi-
accontentatevi di ciò che siete e che fate:                            derino, la presenza negli incontri, nelle
siate ambiziosi di puntare in alto, verso                              feste, nei campi estivi. È un Arcivescovo
un di più di amore e di generosità. Osate                              che vuole essere presente tra i giovani, in-
per andare là dove il Signore vi manda, in                             somma, vuole comunicare con loro. Per
mezzo ai vostri coetanei anzitutto, nella                              farlo la via più breve è quella dei media:
scuola e nell’Università, nel lavoro e nella                           l’email “segr.arcil “segr.arcivescovo@dio-
società, sulla strada se è necessario e nei                            cesi.torino.it”, il blog www.iltesoro.org e
luoghi di incontro dei ragazzi e giovani del                           il passaparola con gli sms. E tra i giovani
vostro paese o quartiere”. Rimarca il bi-                              al Santo Volto ce n’era anche un centi-
sogno della Chiesa di sacerdoti, religiosi e religiose,     naio proveniente dalle tre Unità Pastorali di Gia-
missionari, giovani generosi e chiede appoggio “per         veno, Reano e Avigliana, accompagnati da don
risvegliare dalla rassegnazione la vita spirituale e        Carlo Franco, don Ugo Bellucci, dal diacono
cristiana di tanti cristiani adulti e comunità. Voi siete   Gerardo Izzo e alcuni adulti. Entusiasti, tutti, dell’in-
le sentinelle che alzano la voce per annunciare a           contro con un Arcivescovo “dinamico, sorridente e
tutto l’accampamento che giunge l’alba di un nuovo          dalle idee chiare”.
                                                                                                        Anita Zolfini

4                                                                                              Essere Chiesa oggi
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
Vita delle nostre Comunità
 UN SECOLO E MEZZO PER TRE
 I 40 ANNI DI SACERDOZIO DEI DUE “DON GIANNI”
     E I 70 ANNI DI SERVIZIO DEL SACRESTANO
                CANDIDO GIAI CHEL

        40 anni, oggigiorno, si è ancora         con i giovani parrocchiani.                     visto don Gianni partecipare attivamente

A       giovani. È dunque un ministero sa-
        cerdotale giovane quello di don
Gianni Mondino, parroco di Giaveno dal-
                                                 Stesso giubileo sacerdotale per un altro
                                                 prete di nome Gianni: don Rege Gianas,
                                                 dal novembre 2008 parroco di Maddalena
                                                                                                 fra il 1970 e il 1990.
                                                                                                 Se don Rege ha testimoniato la sua fedeltà
                                                                                                 alla Chiesa guidando diverse parrocchie
l’ottobre 2008, che il 29 giugno scorso, so-     e Ponte Pietra di Giaveno. Classe 1944,         della diocesi torinese, “Candi el sacrista”
lennità dei Santi Pietro e Paolo, ha             don Gianni Rege fu ordinato sacerdote il 4      l’ha servita standosene per 70 anni fermo
festeggiato i suoi primi 40 anni di sacerdo-     ottobre 1970 da Mons. Livio Maritano,           in un solo posto: Santa Maria Maddalena.
zio. Ordinato prete a Fossano nel 1970,          presso la chiesa collegiata di San Lorenzo      Era infatti il novembre del 1940 e “Candi”
                                                 Martire. “Mi fu consentito di scegliere una     aveva appena 11 anni, ma il parroco di al-
                                                 data per la mia ordinazione e io non ebbi       lora, don Giovanni Battista Gallo (in carica
                                                 alcun dubbio: sarei stato ordinato il 4 otto-   dal 1919 al 1968) non esitò ad affidare al
                                                 bre, perché quello è il giorno in cui la        giovanotto gli stessi incarichi di cura degli
                                                 Chiesa tutta festeggia San Francesco di As-     edifici e degli arredi sacri che ancora oggi,
                                                 sisi, il santo degli ultimi” spiega don Rege.   con la stessa dedizione di allora, Candido
                                                 Dopo l’ordinazione, a don Gianni fu asse-
                                                                                                 porta a termine, vivendo 24 ore al giorno
                                                 gnato il primo incarico, quello di vicepar-
                                                                                                 in casa parrocchiale, incurante del pun-
                                                 roco a Testona (Moncalieri). Ruolo che
                                                                                                 gente freddo invernale e del fatto che le
                                                 ricoprì dal ’71 al ’76. Seguì l’incarico alla
                                                                                                 case vicine siano state quasi tutte abbando-
                                                 parrocchia Madre di Misericordia (1976-
                                                                                                 nate. Dal 1940 a oggi “Candi” ha visto
“prestato” da subito, su richiesta del card.     ’80) e a Orbassano dal 1980 al 1987,
                                                 quando divenne finalmente parroco presso        succedersi sei papi, sei arcivescovi di To-
Michele Pellegrino, all’arcidiocesi di Torino
                                                 Sant’Antonio, a Torino, dove rimase fino        rino e quattro parroci (don Gallo, l’amatis-
come viceparroco a Savigliano e poi, dopo
sei anni, incardinato nel clero torinese, don    al 2002. Dal 2002 al 2008 fu invece par-        simo don Fernando Demarchi, dal 1968 al
Gianni è stato anche viceparroco a Set-          roco a Rivoli (Santa Maria della Stella). In    2005, don Francesco Pairetto, dal 2005 al
timo, prima di diventare, negli ultimi 27        tutto questo “pellegrinare” per parrocchie      2008 e, ultimo, don Rege), ha visto la po-
anni, parroco a Lucento (Torino), Beina-         c’è stato tuttavia anche il tempo per una       polazione di Maddalena ridursi a un de-
sco, Marene e Giaveno, con una parentesi         lunga parentesi di collaborazione con il        cimo, ma egli è sempre rimasto un punto
missionaria tutt’altro che trascurabile di       Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, che ha        fermo per tutta la borgata. Conosciuto e ri-
circa tre anni in Algeria, quale parroco                                                         spettato da almeno tre generazioni di bor-
della cattedrale di Costantine. A Giaveno,                                                       ghigiani, li ha accompagnati quasi tutti al
l’opera di don Gianni è andata a favore so-                                                      fonte battesimale, per qualcuno ha cantato
prattutto degli ammalati e degli anziani                                                         inni di gioia al loro matrimonio con la sua
della parrocchia di San Lorenzo, che sen-                                                        inconfondibile voce, mentre per molti ha
tono profondamente la sua vicinanza,                                                             intonato il “De profundis”, come accade a
anche fisica. Ma “DonGì”, come hanno ini-                                                        chi assiste a lungo allo spettacolo offerto
ziato a chiamarlo i ragazzi dell’oratorio gia-                                                   dal movimento del cerchio della vita.
venese, ha anche uno splendido rapporto
                                                                                                                          Alberto Tessa

Essere Chiesa oggi                                                                                                                         5
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
Vita delle nostre Comunità
           VALGIOIE
        “n vir a j'ere” (c'era una volta)
        a domenica, un tempo lontano        che sempre odorava di

L       era “lu dì da festa”. E festa era
        sinonimo di : “riposo”, “cele-
brazione religiosa”, “vestito e scarpe
                                            stalla e di letamai a cielo
                                            aperto, sembrava tra-
                                            sformarsi in un am-
buone”, “il pranzo con il bollito e il      biente fiabesco, mentre
risotto”, “essere tutti insieme in          tutti    cantavano,      la
famiglia”. Domenica significava es-         banda suonava motivi
sere felici, perché era bellissimo          da brivido emozionale e
poter indossare il vestito bello e le       le campane suonavano
scarpine buone, così alla Messa delle       a “baudëtta” cioè a
11, le amichette avrebbero potuto           “festa”. Al termine la
ammirarci. Era bello perché papà            processione rientrava in
non doveva andare alla Ferriera e           chiesa, si concludeva
poteva restare con noi, partecipare         con la solenne benedi-
ai nostri giochi, portarci a fare una       zione e si tornava a casa
simpatica gita sui monti con la “me-        pieni di gioia profonda.
renda sinòira”, durante la bella sta-       Nel mese di aprile v’era
gione. Il “riposo comandato”,               una bella “pocission”,
                                            non così paludata come
coscienziosamente legato al 3° Co-
                                            le altre, ma frizzante di
mandamento “ricordati di santificare
                                            gioia primaverile. Erano
le feste”, sottintendeva non solo il
                                            le cosiddette “Roga-
fatto che papà non andava in fab-                                                    vita religiosa d'allora era “radicata”
                                            zioni” cioè le preghiere e le benedi-
brica e che si andava tutti a Messa,                                                 nell'esistenza quotidiana, proprio
                                            zioni per ottenere da Dio un buon
ma anche la sospensione di tutti gli                                                 come le radici di un grande albero
                                            raccolto. E ancora, annualmente, si
altri lavori, anche quelli nei campi.                                                che si allargano silenziose sotto la
                                            partecipava alla processione votiva
Solo se il fieno o il grano nei campi                                                terra e vi attingono l'humus per far
                                            alla Sacra di S. Michele. Non ricordo
erano quasi essiccati e il cielo mi-        quale fosse il voto a cui mantenere      crescere l'albero, farlo fiorire e frutti-
nacciava pioggia, si correva a racco-       fede, ma ricordo la sveglia mattutina    ficare. Non era necessario che le ca-
gliere fieno e grano in sicuri covoni       perché bisognava arrivare alla Sacra     techiste insistessero costantemente
atti a proteggere il raccolto. Per ogni     per la Messa delle 10,30 e… biso-        perché bimbi e ragazzini andassero
altro lavoro era uno “stop” univer-         gnava essere digiuni dalla mezza-        a Messa la domenica, perché ci si
sale perché la domenica era vera-           notte per poter fare la Comunione e      andava con gioia con papà, mamma
mente sacra. Noi avevamo tre                ricordo quanto fosse faticoso cam-       le zie e i nonni. Perchè questa era la
galline e ricordo con simpatica alle-       minare pregando. Ma la festa per ec-     festa. Ricordarsi di dire “lu ben” (le
gria che… neppure loro facevano             cellenza che coinvolgeva tutta           preghiere del mattino e della sera)
l’uovo la domenica!... Alcune dome-         Valgioie e attirava gente anche da       era un gesto spontaneo perchè la
niche poi erano attese in modo par-         altri paesi era la festa della Braida,   mamma pregava con noi, perchè il
ticolare e con maggior emozione             alla fine di agosto. Le famiglie arri-   papà si inginocchiava a terra per la
perché venivano celebrate festività         vavano a gruppetti in mattinata per      preghiera del rosario e ai bimbi ve-
solenni e in quelle occasioni dopo la       partecipare alla Messa nella cappel-     niva spontaneo pensare “come deve
Messa cantata si svolgevano le pro-         letta a cui seguiva “l’ inchënt”,        essere grande Dio se il mio papà si
cessioni per le vie del paese. Le pro-      un’antica usanza simile ad un’asta       fa piccolo davanti a Lui”. Forse
cessioni erano un avvenimento               pubblica in cui si offrivano solita-     anche allora c'erano cose sbagliate,
importante! Per noi bambini la pro-         mente: salami, tome, conigli o gal-      forse esagerate o imposte ma certa-
cessione più bella era la “Pocission        line vivi, pezzi di artigianato ecc.     mente, tra i molti semi di fede e di
du Corpus Domini”. Una fiumana di           Nella serata di presentazione del        vita seminati in quei tempi, qualcosa
persone partecipava con attenzione          libro mi fu chiesto: “Com'era la vita    è rimasto ed è germogliato.
a questo momento di festa; Il paese         religiosa in quel periodo?” Ecco la                             Giovanna Cuatto

6                                                                                                     Essere Chiesa oggi
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
In Comunità
PRIMA CANDELINA PER IL CAV L’ANNUNCIAZIONE                                    madre, di un’intera famiglia si apre alla vita e può a sua volta essere
                                                                              testimone di speranza. Per questo e per tutto ringraziamo il buon Dio
“Educare alla pienezza della vita” è il titolo del Messaggio del Consi-       e lo preghiamo affinché ci illumini e ci guidi sempre.
glio Episcopale Permanente per la 33a Giornata Nazionale per la vita                                                        Teresa Bava Spoto
che sarà celebrata il 6 febbraio 2011. “L’educazione è la sfida e il
compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo
proprio e la specifica vocazione” si legge nel Messaggio del Consiglio
Episcopale Permanente. “Auspichiamo e vogliamo impegnarci per
educare alla pienezza della vita - prosegue il Messaggio -, sostenendo        Scuola dell’Infanzia B.V. Consolata
e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della        Suor Fiorella è la nuova coordinatrice
vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine na-
turale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa           Nuovo anno scolastico e nuova coordinatrice all’asilo Beata Ver-
di aiuto”. Noi diremmo “soprattutto quando è debole” ed ecco perché           gine Consolata di Giaveno: è suor Fiorella Brillo, veneta di ori-
un piccolo gruppo di volontari, da un anno si è attivato anche a Gia-         gine ma piemontese di adozione, che raccoglie il testimone di Sr.
veno, mettendo a disposizione della comunità talenti e fatiche al ser-        Giovanna Passiatore. Da quarant’anni a contatto con i bambini,
vizio della vita, in particolare della vita nascente: è nato così il Centro   sr. Fiorella è arrivata a Giaveno lo scorso 21 agosto dopo tre anni
di Aiuto alla Vita (CAV) l’Annunciazione in frazione Buffa, nella vec-        trascorsi a coordinare la scuola d’Infanzia a Villadossola, nel Ver-
chia canonica della chiesa di San Giovanni. Il mercoledì pomeriggio           bano. Qualche giorno per ambientarsi e per aprire un nuovo ca-
dalle 17 alle 18:30 e il sabato mattina dalle 10 alle 11:30, la sede          pitolo in una vita dedicata gran parte alla scuola. “Più che di lavoro
apre le porte per accogliere chi è in difficoltà a causa dell’arrivo di un    parlerei di missione – spiega, sorridendo, sr Fiorella, che ha nel
nuovo figlio. Ma poiché i drammi non hanno orario (né tantomento              suo trascorso anche tre anni di insegnamento in una scuola ma-
la fame dei bimbi!), attraverso il numero verde S.O.S. VITA                   terna in Egitto – Stare ogni giorno tra i bambini, vederli crescere
800813000, è attivo un servizio 24 ore su 24, per ogni necessità o            è di per sé una missione. E non c’è una formula particolare con
urgenza. Ad oggi le famiglie che hanno bussato alla porta del CAV             loro: semplicemente amarli, abituarli a stupirsi ogni giorno, a ve-
sono state 45 e per ciascuna di esse è stato attivato uno sportello di        dere il bello delle cose. L’educazione del cuore, diceva don Bosco”
ascolto e la successiva elaborazione di un progetto di aiuto persona-         . Un ruolo importante il suo, anche se sr Fiorella non è fatta per
lizzato che prevede, a seconda delle situazioni e dei reali bisogni,          stare dietro ad una scrivania perché i bimbi li vuole conoscere uno
l’erogazione di beni e servizi diversi: fornitura di indumenti e corredini,   ad uno. Novanta, dai 2 anni e mezzo, gli iscritti quest’anno al-
pappe, latte in polvere, pannolini, pagamento di utenze domestiche            l’asilo Consolata di piazza San Lorenzo, tre le sezioni, cinque mae-
e di affitti, consulenza medico-legale-psicologica. Tutto questo per-         stre e una segretaria. Ecco la “squadra” che suor Fiorella si trova
ché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, “nessuna madre debba               a coordinare: “Sono stata accolta molto bene – continua - Ho tro-
mai sentirsi così sola da dover rinunciare al proprio figlio”. Durante        vato un ambiente sereno, insegnanti preparate e genitori dispo-
questo primo anno di servizio, sono già nati 20 bambini che hanno             nibili, una comunità meravigliosa, una scuola spaziosa e piena di
ricevuto aiuto dal CAV e per alcuni di questi era già stato richiesto il      luce”. E’ serena, non teme cambiamenti, anche perché è abituata
certificato di aborto. Con l’amore e la condivisione molti ostacoli che       a fare i bagagli, cambiare città, abitudini e ritmi di vita. In fondo,
potevano in un primo momento sembrare insormontabili, si sono pian            il suo primo e ultimo interesse sono i bimbi. La giornata all’asilo
piano spianati, dando spazio alla speranza e all’accoglienza di quel fi-      Consolata inizia alle 7.30, con un’ora di pre-asilo, per concludersi
glio che già viveva nel grembo della sua mamma e che chiedeva solo            alle 15.45 “ma facciamo anche servizio di doposcuola, fino alle
di crescere ed essere amato. Molte trepidazioni di fronte a situazioni        17.45– spiega sr. Fiorella – Si organizzano tanti laboratori e c’è
difficili ma anche tanta gioia quando si guarda negli occhi quel “pic-        un’ottima collaborazione con la Materna di Sala”. Per quest’anno
colo fagottino”, immagine e presenza di Cristo, che ora vive e si af-         l’Infanzia Consolata è al completo ma lo sguardo è già rivolto al
faccia al mondo. I volontari del CAV si preparano all’accoglienza con         futuro, con la possibile apertura anche di una sezione primavera.
la preghiera e con l’adesione a momenti formativi sia attuati in loco,                                                               Anita Zolfini
sia attraverso la partecipazione a seminari e convegni che si svolgono
non solo in Piemonte ma in tutta Italia. Esperienza di crescita è data
anche dalla possibilità di partecipare a concorsi come il “concorso
scolastico europeo”, che ha visto candidarsi e vincere il secondo pre-
mio, proprio una nostra giovane volontaria. Il CAV l’Annunciazione
offre pure, per chi lo desidera, momenti di approfondimento, forma-
zione e sensibilizzazione rivolti a gruppi di giovani o famiglie. Al CAV
l’Annunciazione c’è posto per tutti, anzi c’è molto bisogno di tutti!
C’è chi si occupa di sistemare i corredini, chi pulisce la sede, chi fa i
colloqui, chi accompagna le mamme dal medico o dall’assistente so-
ciale, chi coordina il gruppo, chi tiene i contatti con le associazioni e
gli enti del territorio, chi si occupa degli approvvigionamenti, chi segue
le pratiche burocratiche, chi si occupa della formazione dei volontari.
Insomma, ci pare di cogliere che fra mille fatiche lo Spirito Santo stia
operando affinchè si possano ottenere buoni frutti. Quando un bam-
bino nasce è sempre una vittoria, non solo perché si è salvato un in-
nocente da morte certa, ma perché attraverso il dialogo e la
testimonianza, dati dalla vicinanza e dalla condivisione, il cuore di una      Le maestre e la coordinatrice sr. Fiorella Brillo F.M.A.

Essere Chiesa oggi                                                                                                                                7
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
In Comunità
    COME SORGONO, CHI SONO E COSA FANNO
          I SALESIANI COOPERATORI
    l 17 maggio 1861 Torino diventava la prima capitale         presentata dal Rettor Maggiore don Pacual Chavez

I   d’Italia. Da molto tempo la città si disponeva a tale
    evento, evolvendo in modo radicale l’industria e
l’economia che avrebbero dovuto competere con gli altri
                                                                Villanueva,       rispose    un     decreto     dato
                                                                Vaticano il 15 marzo 2007. A Giaveno la nascita uffi-
                                                                                                                         dal

                                                                ciale dell’Associazione Locale risale al 1914 presso l’Isti-
modelli europei. Il che creava tensioni e scompensi             tuto Maria Ausiliatrice. È interessante che proprio una
soprattutto negli strati sociali più poveri e scarsamente       signorina giavenese, Giuseppina Giacone, benemerita
istruiti, che non risultavano affatto preparati a un tale       per aver ottenuto la presenza delle FMA alla “Buffa”, ri-
salto di qualità e venivano lasciati ai bordi della società.    cevesse dalle mani del Beato Michele Rua, allora Rettor
Tra i molti che scendevano dalle vallate del Piemonte in        Maggiore, il diploma di Cooperatrice Salesiana già nel
cerca di lavoro, buona parte erano giovani e ragazzi che        1889. Attualmente il centro dei SSCC di Giaveno conta
venivano utilizzati nelle na-                                                                  una ventina di membri. Gli
scenti industrie con quasi                                                                     associati degli ultimi dieci
totale assenza di tutele e                                                                     anni, dopo un corso di pre-
garanzie del lavoro e della                                                                    parazione fanno una “Pro-
persona. In tale contesto,                                                                     messa” nella Basilica di
insieme ai noti uomini poli-                                                                   Maria Ausiliatrice, insieme
tici, quali Cavour e Rat-                                                                      ad “aspiranti” di tutta la
tazzi, sono menzionati                                                                         Provincia Piemonte - Valle
nomi di “santi sociali”,                                                                       d’Aosta. Si trovano a ca-
come Cottolengo, Ro-                                                                           denza mensile dalle ore 21
smini, tra i quali venne a                                                                     alle ore 23 presso l’Isituto
trovarsi il giovane don                                                                        Maria Ausiliatrice con gli
Bosco, che orientato dal                                                                       associati anteriori, per un
Cafasso, ebbe occhi per                                                                        incontro formativo. È come
vedere e cuore grande per                                                                      una sorta di Lectio divina
incominciare la sua opera                                                                      sulla Parola di Dio. L’argo-
nei prati di Valdocco tra                                                                      mento prende lo spunto da
molteplici difficoltà e in-                                                                    una proposta pastorale an-
comprensioni, raccgliendo moltissimi giovani “abban-            nuale elaborata per Regione Italia - Medioriente - Malta,
donati” a se stessi, e offrì loro i mezzi per diventare         che si basa sulla “strenna” del Rettor Maggiore. Per
“buoni cristiani e onesti cittadini”. Riuscì a portare avanti   l’anno 2010 - 11 il tema è : “Venite e vedrete”
il “sogno dei nove anni” con la collaborazione di ban-          (Gv.1.42). Sul territorio i SSCC sono a disposizione di
chieri, imprenditori o artigiani. Fin dal 1864 pensò op-        alcuni servizi parrocchiali - Unità Pastorale 42, partico-
portuno offrire ai laici di qualsiasi condizione la             larmente del catechismo, di alcuni momenti folcloristici
possibilità di appartenere ad un’Associazione e ne stese        come spaghettopoli e sempre attenti alle situazioni dei
un regolamento, che il 9 maggio 1876 ricevette l’ap-            ragazzi e quindi della ‘famiglia’. Sono loro affidati l’or-
provazione di S.S. Pio IX. Nel 1882 affermò che i “Coo-         ganizzazione dei Festeggiamenti in onore di Maria Ausi-
peratori Salesiani” avrebbero dovuto ‘adoperarsi con            liatrice in collaborazione con le suore e con le altre realtà
ogni mezzo possibile per cooperare alla salvezza dei loro       parrocchiali. Ovviamente tendono alla comunione con
fratelli, in particolar modo della gioventù’. Nel 1884,         gli altri gruppi della Famiglia Salesiana - Exallieve -
parlando con il suo segretario, manifestò un pensiero           ADMA. Un bellissimo esempio, che coinvolge docenti e
che si era via via sempre più chiarito in lui: ‘Lo scopo di-    genitori con gli alunni, ha avuto inizio con l’ottobre
retto dei Cooperatori non è quello di coadiuvare i Sale-        scorso. Il giorno 24 di ogni mese, nella cappella del-
siani, ma di prestare aiuto alla Chiesa, ai Vescovi, ai         l’Istituto M.A. ci auguriamo di vedere sempre più nu-
Parroci’. Con il Congresso mondiale tenuto a Roma dal           merosi i diversi gruppi per la preghiera del Santo
9 al 12 novembre 2006 si volle mettere in evidenza              Rosario davanti al Santissimo Sacramento : segno che
l’appartenenza alla Congregazione e al carisma di don           l’umanità sconvolta di oggi ritroverà i valori e il senso
Bosco, - che è la salvezza della gioventù, porzione la più      della vita soltanto rivolgendo lo sguardo al suo Creatore.
delicata e la più preziosa dell’umana società - invertendo                                         Il Consiglio Direttivo
così i termini: “Salesiani Cooperatori”. A tale richiesta                                    Salesiani Cooperatori Giaveno

8                                                                                                     Essere Chiesa oggi
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
In Comunità
                                                                                          Gianni, mettendo anche quanto aveva
              Giornata comunitaria                                                        di suo personale e dell’eredità dei ge-
                                                                                          nitori, e con l’aiuto di benefattori, co-
              del 7 Novembre 2010                                                         struì –vicino alla parrocchia- una nuova
                                                                                          casa che aveva voluto per gli anziani,
      uando Gesù giunse in quel luogo,       eletto da tutta la comunità, sarà l’or-
Q     alzati gli occhi, gli disse: «Zac-
cheo, scendi, presto, perché oggi
                                             ganismo preposto a questo compito.
                                             Ci siamo così lasciati domenica sera
                                                                                          specie per chi era solo, completata ora
                                                                                          dal successore don Rosolino Fieschi, in
                                                                                          “mini alloggi” per gli anziani. Così ri-
debbo fermarmi a casa tua». (Lc.15,5.)       con due impegni: 1) L’impegno per-           fece l’oratorio parrocchiale e, come
La solitudine non è un dono di Dio.          sonale per mantenere una relazione           Vice Presidente della Scuola Materna
Quante volte Gesù ha cercato il              con Dio attraverso la preghiera. 2) Es-      paritaria “G. Pacchiotti”, si prese cura
cuore, lo sguardo di coloro che Dio gli      sere presenza attiva, nella comunità
                                                                                          di tanti lavori di ristrutturazione ed era
ha affidato? Quante volte ha voluto          con i fratelli. Questo ci aiuta anche a
                                                                                          solito riunire, una volta al mese, i ge-
strappare gli uomini dalla solitudine,       verificare il nostro cammino personale
                                                                                          nitori dei bimbi per tenere conferenze
non solo quella relazionale, ma quella       di santità. Ringraziamo il Signore, per-
                                                                                          ed insegnare a vivere i problemi della
più profonda del cuore, che non per-         chè ha suscitato nella Chiesa, oltre che
                                                                                          famiglia, con spirito cristiano, for-
mette di sentirsi parte di qualcosa o di     lo Spirito Santo, anche gli organi pa-
                                                                                          mando piccoli e poi adulti secondo gli
qualcuno? Quanto volte ha cercato il         storali come strumenti per la santifica-
                                                                                          insegnamenti della Chiesa. Dal 1995
nostro sguardo, spesso distratto ed oc-      zione delle nostre vite. Per questo,
                                             sappiamo certamente che il Signore           fu anche Cappellano dell’Ospedale Ci-
cupato in faccende di poco conto? Ep-
                                             vuole per ciascuno di noi il “vero           vile di Giaveno, portando ai malati la
pure siamo fatti poco meno degli
angeli, con un potenziale a noi spesso       bene” ( Rm.8), nella libertà dei figli di    sua parola amica, sorridente, confor-
sconosciuto e comunque poco speri-           Dio e per realizzare quell’anticipazione     tando gli infermi – come anche quelli
mentato (Sal. 8,6.), e il Signore che        del Regno di Dio sulla terra, qui ed ora.    in casa - portando loro la S.Comu-
non si dimentica di questo dono ci                         Francesco Paolo Rotunno        nione ed il Sacramento dell’Unzione
chiede di viverlo nella relazione con i                                                   degli Infermi. Nella sua vita austera e
fratelli. Ecco il progetto di Salvezza di                                                 tribolata ha sofferto molto di tanta so-
                                             L’addio a                                    litudine, anche se aveva vicino nel-
Dio, nel quale Egli ci chiama ad essere
suoi collaboratori. Benediciamo il Si-
                                             don Gianni Sacco,                            l’aiutarlo i “suoi giovani” che sono il
gnore, perché nella sua bontà e mise-        per 29 anni                                  più autentico ricordo del ministero di
ricordia, ci offre un piano di Salvezza      parroco di Sala                              questo parroco, dal carattere forte, che
non solo personale ma da vivere in co-                                                    sapeva a tutti dire sempre la verità se-
munione con i fratelli. Ed è per questo,                                                  condo l’insegnamento del Vangelo. Ai
                                             Il 13 novembre, don
che noi cristiani ci dobbiamo sentire                                                     funerali nella parrocchia di Pancalieri
                                             Gianni Sacco si è
interpellati e corresponsabili all’interno   spento presso la Casa                        lunedì 15 novembre (presente una
di questa comunità cristiana locale in       del Clero “Beati Boc-                        folta rappresentanza della Sala col par-
cui siamo stati chiamati ad operare,         cardo” di Pancalieri.                        roco don Lino) ha presieduto la con-
questa e non un’altra. Tutto questo è        Era nato a Savigliano,                       celebrazione           eucaristica       il
stato motivo di condivisione nella gior-     in provincia di Cuneo, nel 1936. Fu          Card.Poletto, Amministratore Aposto-
nata comunitaria del 7 Novembre              ordinato sacerdote in Argentina e poi        lico di Torino, con quattordici sacer-
2010, dove ognuno ha potuto, in fra-         dopo qualche anno ritornò in diocesi         doti, tra i quali il successore Don Lino
ternità e amicizia, raccontarsi e mani-      di Torino, dove svolse il suo ministero      che ne ha rievocato la figura e l’in-
festare la volontà di sentirsi “Corpo“,      di vice parroco ad Avigliana S.Maria,        tenso apostolato e, tra gli altri, Don
con a capo colui che è regista e datore      dal 1967 al ’70, poi alla Cattedrale di
                                                                                          Giorgio Gonella (già prevosto di S.Lo-
                                             Torino dal 1970 al 1974. In seguito –
dei doni. Pertanto quel piccolo nostro                                                    renzo), Don Marco Arnolfo, priore di
                                             dal 1974 al 2003- fu Curato (parroco)
“Si”, anche al più misero servizio, può      della parrocchia S.Giacomo apostolo          Orbassano, don Angelo, prevosto di
trasformarsi in un contributo prezioso       alla frazione Sala di Giaveno. Un ser-       Moretta (Cn), don Giov. Battista
per tutti. Noi sappiamo che il Signore       vizio attivissimo, per 29 anni, la-          Grande, don Gabriele, don Giovanni
ci lascia un compito molto importante,       sciando tante opere realizzate durante       Musso e due sacerdoti – cugini di don
che è quello di riconoscere la sua vo-       il suo ministero e più ancora seppe cir-     Sacco- della Diocesi di Alba. La salma,
lontà, sia per il cammino di ognuno          condarsi di giovani (oggi padri e madri      dopo il rito è stata tumulata vicino ai
che per la comunità. È necessario            di famiglia) che educò con il suo zelo ai    suoi amatissimi genitori nel campo-
dunque fare discernimento sui bisogni        principi della vita cristiana tuttora pro-   santo di Savigliano. Lo ricordiamo con
espressi da ciascuno e sui doni e cari-      fessata da loro che ricordano don
                                                                                          rimpianto, grati per tutto il bene com-
smi necessari a farvi fronte. Il consiglio   Gianni con tanta riconoscenza. Nel
                                             settore delle opere materiali, don           piuto nella parrocchia della Sala.
Pastorale, che verrà nuovamente                                                                                Abele Luigi Bergeretti

Essere Chiesa oggi                                                                                                                9
Benvenuto Vescovo Cesare! - San Lorenzo
In Comunità

   UOMINI DI DIO
  È il titolo di un film che in questi mesi   preceduti dall’assas-
batte ogni record di incassi in Francia       sinio di dodici operai
anzitutto e che è stato anche premiato        croati sgozzati non
quest’anno a Cannes. Regista è Xavier         lontano dal mona-
Beauvois.                                     stero dell’Atlas il 14
   Vi si narra la vicenda dei sette mo-       dicembre del ’93, fu-
naci di Thiberine in Algeria, rapiti la       rono uccisi “sul
notte tra il 26 e il 27 marzo e ritrovati     campo”.
uccisi il 21 maggio 1996. Una trage-               Era l’8 maggio
dia che colpì a suo tempo il mondo            1994 quando sulle
cattolico e in Francia soprattutto l’opi-     alture della casbah di
nione pubblica generale trattandosi di        Algeri, nella biblio-
cittadini francesi. Il grande merito del      teca messa dalla dio-
regista è di coinvolgere lo spettatore in     cesi a disposizione
modo totalizzante nella vita di quei re-      degli studenti univer-
ligiosi, scrutando gli ultimi anni della      sitari venivano uccisi
loro esistenza quando il grosso inter-        una piccola sorella
                                              dell’Assunzione                  I monaci di Tibhirine prima della tragedia
rogativo era: partire o restare? ri-
schiare la vita o salvarsi? D’altronde        Paule Hélène Saint
una visita minacciosa dei “fratelli della     Raymond e il fratello marista Henri Claverie, vescovo di Orano, insieme al
                                              Vergès.                                     suo fedele amico e collaboratore, gio-
montagna”, nome che i frati davano ai
terroristi, l’avevano già avuta a Natale         Pochi mesi dopo, il 23 ottobre dello vane algerino mussulmano, Moha-
del ’93. Ed erano rimasti là, coscienti       stesso anno, nel quartiere della capi- med.
                                              tale detto Bab el Oued, non distante           È una storia di fedeltà e di incarna-
del rischio che correvano ma più co-
scienti ancora di aver donato la loro         dalla casbah, due suore agostiniane zione non comune quella che abbiamo
vita a Dio e ai fratelli e di non potersi     spagnole , Esther Paniagua e Caridad intravisto. E quella Chiesa oggi conti-
per nessuna ragione sottrarre a tale          Alvarez, vcnivano assassinate sulla nua ad essere là, apparentemente in-
impegno. Vivevano fra la gente di que-        porta della casa delle piccole sorelle di significante, ma ben cosciente di
                                              Charles de Foucauld dove si stavano essere lievito, seme di senapa, lam-
sta regione povera e montagnosa,                                                          pada in vista di ogni algerino.
                                              recando per la Messa.
esposta a razzie e violenze di ogni ge-                                                     Forse a questo punto è lecita una ri-
                                                 Ma il ’94 non era ancora finito. Il 27
nere per opera di quel terrorismo esa-                                                    serva al film di Beauvois. I nostri mo-
                                              dicembre a Tizi Ouzou nella regione
sperato che aveva investito l’Algeria in
                                              della Kabilia, quattro Padri Bianchi, naci appaiono soli, slegati da una
quel preciso momento storico. Tutto           Alain Dieulangard, Jean Chevillard, Chiesa che non si sa bene se esista.
era cominciato con la vittoria eletto-        Charles Decker e Christian Chessel Ma quella Chiesa c’era e li ha sempre
rale del FIS (fronte islamico di salvezza)    venivano abbattuti a colpi di mitra da sostenuti, incoraggiati, accompagnati.
resa vana dall’intervento dell’esercito       falsi poliziotti che si erano introdotti La scelta di rimanere venne presa in
che aveva assunto direttamente il po-         nella loro casa in pieno giorno.            presenza dell’allora arcivescovo di Al-
tere. Certo non era una violenza di-              L’anno successivo non fu davvero geri mons. Henri Teissier che come
retta in modo specifico verso i cristiani     migliore. Ancora ad Algeri nel quar- loro e tanti altri, religiosi e laici, rimase
perché in una decina di anni, proprio         tiere di Belcourt la sera del 3 settem- al suo posto condividendo il dramma
gli anni 90 persero la vita per violenza      bre 1995 altre due religiose, Angèle- di un popolo a cui aveva donato la
terroristica o conseguente reazione           Mary Littlejhon e Bibiane Leclercq, vita. Prova di questa presenza e vita-
dello stato, almeno 150.000 persone           piccole sorelle di Nostra Signora degli lità di Chiesa è che la notte della cat-
su una popolazione di poco più di             apostoli, perdevano la vita in un ag- tura nel monastero erano presenti
trenta milioni di abitanti, a detta dello     guato teso loro sulla strada del ritorno altre persone là ospiti per una sessione
stesso attuale presidente algerino Bou-       dopo la messa celebrata presso l’ora- di studio del “Ribat es salam” (Legame
teflika.                                      torio delle Salesiane.                      di pace), gruppo di dialogo tra cristiani
     Certo gli europei e i cristiani fini-        Sempre nel ’95 e sempre ad Algeri e mussulmani fondato da fr. Christian,
rono subito nel mirino dei terroristi e       due piccole sorelle del Sacro Cuore, Priore del monastero. Non furono toc-
difatti i pochi rimasti in quel paese         suor Odette Prévost e suor Chantal Ga- cate perché la loro presenza non era
dopo la rivoluzione del 1962 si ridus-        licher vengono fatte oggetto di una spa- nota ai terroristi e perché dormivano
sero a pochissimi. Anche intere fami-         ratoria. La prima perde la vita sul colpo, in un’altra ala del monastero.
glie religiose abbandonarono il campo.        la seconda gravemente ferita si salva.         Non sarebbe onorare i monaci se
Ma la Chiesa algerina rimase là con i             Siamo nel ’96, l’anno della morte ancora una volta si lasciasse spazio al-
suoi pastori e i suoi fedeli. Si sentiva,     dei monaci cistercensi. Ma anche l’idea che nella Chiesa i martiri e i
e si sente tuttora, parte viva di un po-      l’anno in cui viene ucciso, il primo di santi sono tali nonostante la Chiesa
polo, non un’aggiunta o l’ospite di un        agosto, con una bomba piazzata al- mentre i peccatori e i gli indegni sono
momento. E pagò caro questo suo ri-           l’ingresso della sua casa mons. Pierre la norma.
manere là: ben diciannove religiosi,                                                                                 don Gianni

10                                                                                                         Essere Chiesa oggi
Le nostre Borgate
                                                           Giaveno:
                                                   capoluogo di 124 borgate
                                               “Il      catasto    romena sono i più integrati e se ne contano all’anagrafe
                                               D’Envicis del       500. Fanno parte a sè i marocchini. Una parte dei primi
                                               1791 elenca,        frequentano la chiesa cattolica locale e manifestano la ne-
                                               accanto al ca-      cessità del loro rito ortodosso, ma i secondi non è dato sa-
                                               poluogo,      nel   pere se frequentano una moschea. Così pure gli africani
    Fulvio e Gemma alla Merlera                primo     tomo,     di religione protestante. La chiesa della borgata è l’unico
                                               Ruata     Pado-     segno di vita societaria, ma è veramente poco. Non in
vani, Botetto, San Martino, Buffa, Paschero e Ruata Fa-            tutte le borgate i giovani sentono la necessità di parteci-
sella. Toponimi che il moderno riferimento a vie, strade e         pare alla Messa mensile. L’unica cosa che tiene sono le
piazze non ha affatto cancellato, tenuti in vita anche da          feste delle borgate dove ancora si trova la disponibilità e
feste patronali ancora partecipate e sentite. Anche bor-           la voglia di fare qualcosa insieme. Le strade di borgata
gate storicamente staccate come quelle di Villa e Sala             sono strette e sarebbe opportuna una regolamentazione
sono state fagocitate dalla crescita urbanistica e si può dire     visto il parcheggio stile partenopeo. Gli esercizi commer-
che ognuna delle tante strade che s’irradiano dal capo-            ciali sono efficienti sia per qualità del prodotto che per il
luogo è costeggiata da costruzioni che protendono quasi            rapporto con la clientela. Le osterie sono segni di vita
senza soluzione di continuità verso Selvaggio, Pontepie-           della borgata specie le sere del sabato e domenica. Per
tra, Ruata Sangone e Colpastore”. Inizia così il capitolo          gli scolari funzionano gli scuolabus. La nettezza urbana è
alla scoperta del territorio e dell’arte nel libro “Giaveno e      garantita e le borgate sono pulite. Anche lo spartineve
i suoi protagonisti”, edizione moderna e ben curata facil-         funziona, direi ancora meglio che al centro di Giaveno,
mente reperibile nelle nostre librerie. Indubbiamente il no-       ma rimane il problema dello sgombero quando le mac-
stro territorio è frammentato e da sempre gli abitanti di          chine gli ostruiscono il passaggio. Cosa spinge i nuovi abi-
Giaveno considerano centro: piazza S. Lorenzo, piazza              tanti a vivere la realtà di borgata? Gemma, centralinista al
S. Antero, piazza della Vittoria; dalla Confraternita di S.        Pronto - taxi di Torino svolge il suo lavoro su tre turni e
Rocco alla torre campanaria fino al Municipio; la Colle-           ha scelto di andare a vivere alla Merlera con Fulvio che ha
giata, via Rametti e viale Regina Elena. Giaveno centro e’         lavorato come taxista di notte a Torino per vent’anni.
sotto la torre campanaria la cui proprietà è del comune.           “Abitiamo alla Merlera da sei mesi. Ero alla ricerca di
Le stesse campane sono date in gestione alla Parrocchia.           pace, di silenzio ed ho trovato questo posto durante una
Prova ne è che gli abitanti delle borgate anche limitrofe di-      passeggiata. Mi sono innamorato dello stretto contatto
cono: “ Vado a Giaveno”. Oppure: “Vado in piazza a fare            con la natura. Dal balcone vediamo Torino in lontananza,
commissioni”. Compongono Giaveno 124 borgate. Di                   ma io non sento nostalgia e qui respiro aria pura. Quando
queste solo una quindicina hanno un numero di abitanti             voglio vedere gente, scendo di 10 km. con la macchina a
superiore alle 50 unità. Risultano una quarantina con              Giaveno”, asserisce Fulvio. Gemma aggiunge: “Siamo
meno di 10 abitanti. Ma esistono borgate che contano un            contenti di abitare in questo posto. Ho seguito Fulvio e
solo abitante che vive tutto l’anno. Dalle antiche frazioni        condivido con lui la scelta di vita. Non mi pesano i 40 km.
come Villa e Sala, alle piccole borgate che distano pa-            di strada che mi separano dal lavoro e ritorno volentieri
recchi chilometri dal centro come Cant Galet e Merlera,            dopo il lavoro. Qui la vita scorre tranquilla. Godiamo di
il denominatore comune è la qualità della vita, la consa-          ciò che abbiamo e accettiamo le sfide del tempo nelle
pevolezza di abitare a stretto contatto con la natura, si-         quattro stagioni. Non ci preoccupiamo perchè il cellulare
lenzio, tranquillità. Negli anni sessanta quando la                alterna il suo funzionamento e neanche della televisione
disponibilità di un lavoro in città rendeva necessario ac-         che non ci fa vedere la Rai”. Fulvio aspetta il trattore che
corciare i tempi di percorrenza si cercava l’avvicinamento         ha appena acquistato per svolgere meglio il lavoro di bo-
al centro del progresso. Da un po’ di tempo si assiste alla        scaiolo e tra i progetti nel cassetto pensa alla costruzione
controtendenza. Oggi chi ne ha le possibilità cerca di iso-        di un pollaio. Gemma mi dice che il contatto con la natura
larsi dal centro, anche perchè i costi delle unità abitative       le riserva parecchie sorprese tra le quali l’avvistamento di
sono più convenienti verso la periferia che non nel cen-           caprioli, cinghiali, volpi e proprio ieri ritornando dal la-
tro. Ma quali sono le caratteristiche dei nuovi abitanti di        voro, un tasso la precedeva nel bosco, sulla strada di casa.
borgata?. Si ha l’impressione che questi abitanti siano alla       Due ragazzi realizzati che hanno qualcosa da dirsi nella
ricerca della tranquillità, del quieto vivere, forse stufi delle   quiete della valle silente, felici di ripopolare una zona di
giornate piene di rapporti umani e di lottare col video del        Giaveno che conta una settantina di abitanti residenti. A
pc. La vera integrazione tra gli autoctoni che sono rima-          2,5 km. tra Provonda, Giai e Merlera è ancora cant
sti fedeli al loro luogo di nascita e i nuovi flussi migratori     Nanot, una borgata abitata tutto l’anno da Rosalba, unica
è difficile da attuare. Stile di vita, modi, usi e costumi sono    superstite, con cui Gemma e Fulvio si scambiano parole
diversi e anche il modo di concepire la vita di borgata,           e favori. I rintocchi della campana di Provonda rompono
seppure siano tutte persone ricche di buone intenzioni.            il silenzio della valle. Le foglie cadono e il vento le ac-
L’impressione è quella che ognuno faccia gli affari suoi           compagna verso terra. L’occhio cade su una data scritta
senza preoccuparsi troppo degli altri. Vige assoluta non           sul frontale di una vecchia casa: 1860. Osservo gl’occhi
invadenza, almeno così pare di percepire. Se pensiamo              di Gemma e Fulvio. Sono limpidi. Anche le loro voci
che a Torino 1 bimbo su 4 è straniero, dobbiamo per                hanno tono gradevole, quasi sommesso. Eppure siamo
forza attivarci ad una seria integrazione. I cittadini di etnia    alla fine dell’anno 2010.
                                                                                                              Enrico Usseglio
Essere Chiesa oggi                                                                                                          11
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