Angeli a Venezia alla Fondazione Braglia - SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Ticino Magazine

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Angeli a Venezia alla Fondazione Braglia - SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Ticino Magazine
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        Angeli a Venezia
        alla Fondazione Braglia

                                                                           SETTEMBRE - OTTOBRE 2020
Angeli a Venezia alla Fondazione Braglia - SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Ticino Magazine
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                                                               DOVE L’ I MMAGI NE
                                                                  RI SPECCH I A
                                                                L’ ECCEL L ENZA
                                                                       L’ elevato e riconosciuto valore,
                                                                   che da sempre caratterizza i vini Gialdi,
                                                                     si riflette oggi nella nuova immagine
                                                                              della linea Terre Alte.
                                                                       Un bianco, un rosato e un rosso
                                                                                che si distinguono
                                                                           per l’ eccellente personalità.

                                                                                      gialdi.ch
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                                                    SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Anno 38° - Nr. 4

                                                    Rivista del tempo libero

                                                    Redazione:
                                                    TM - Masco Consult SA, 6955 Capriasca-Cagiallo
                                                    Tel 091 923 28 77 - Mobile 079 620 51 91
                                                    ticino-magazine@ticino.com - www.ticino-magazine.ch

                                                    Editore: Masco Consult SA - Grafica e impaginazione: Mascografica

                                                    LUGANO
                                                    GIACOMO GUARDI E ZORAN MUSIC
                                                    NELL’UNIVERSO DI ANNA BRAGLIA

           L    a Fondazione Gabriele e Anna
                Braglia riapre i suoi spazi espo-
       sitivi in Riva Antonio Caccia 6A a Lu-
       gano proponendo l’esposizione “Ange-
       li a Venezia. Guardi e Music nell’uni-
       verso di Anna Braglia”, la cui riapertu-
       ra primaverile è slittata a causa dell’e-
       mergenza legata alla tragica pandemia.
       Con questa quinta esposizione la Fon-
       dazione approfondisce la figura della
       sua fondatrice attraverso le sue passio-
       ni, presentando i nuclei di opere d’arte
       che lei ha maggiormente ricercato e
       collezionato e che, dalla sua scomparsa
       nel 2015 a oggi, nel caso di Giacomo
       Guardi (1764-1835) in particolare,
       vengono ora ampliati dal marito Ga-
       briele.
       in copertina
       Zoran Music, “Venezia
       (San Marco e personaggi)”
       1946, acquerello su carta
        cm 27,5 x 22,5.

                          Giacomo Guardi
                       “Canale veneziano
                     con ponte e gondola”
                                1790 circa
            penna, pennello, inchiostro nero
                     e seppia acquerellato
                       su foglio filigranato
                              cm 28 x 18,5

                                                                   –1–
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                                      ARTE
                                                        GUARDI E MUSIC           ALLA   FONDAZIONE BRAGLIA

                                                                                               conda guerra mondiale nel campo di
                                                                                               concentramento di Dachau, rappre-
                                                                                               senta un ritorno alla vita, alla sua ama-
                                                                                               ta Ida, alla luce e al colore, tutte emo-
                                                                                               zioni che si traducono in vivacissimi
                                                                                               acquerelli su carta di ispirazione bizan-
                                                                                               tina.
                                                                                                    L’allestimento incorpora una ve-
                                                                                               duta a olio del Canal Grande di Ber-
                                                                                               nardo Canal (1664-1744), padre del fa-
                                                                                               moso Canaletto, che sancisce l’avvio
                                                                                               di un viaggio nella Venezia di un tem-
                                                                                               po che fu, a cavallo fra Settecento e
                                                                                               Ottocento, e che oggi incorpora cin-

                                                                                                La Fondazione Gabriele e Anna
                                                                                               Braglia, sede dell’omonima
        Giacomo Guardi, “Il Bucintoro dinnanzi al Lido”, 1800 circa                            collezione, e stata inaugurata a
        penna, pennello, inchiostro, acquerellato e guazzo, cm 12,1 x 18,5.                    Lugano il 1. ottobre 2015. Situata
                                                                                               nelle vicinanze del LAC Lugano Arte
             “Angeli a Venezia” mostra per la       prire in parte, attraverso una nuova       e Cultura (il Centro culturale della
        prima volta al pubblico la più impor-      chiave di lettura. Pittore e incisore,     Città di Lugano) la Fondazione si
        tante collezione di gouaches guarde-        Music si è dedicato a una ricerca arti-   configura quale luogo di grande
        sche provenienti da una raccolta priva-     stica profondamente connessa al suo        interesse che si aggiunge alle
        ta e le accosta a 19 acquerelli veneziani   tempo ispirandosi ai grandi maestri        numerose iniziative culturali della
        realizzati da Zoran Music (1909-2005)       europei del passato che lui ha saputo      Svizzera italiana.
        in laguna a partire dal 1946 e che, a       reinterpretare in diversi cicli creativi    Essa non persegue scopi
        tre anni dal primo allestimento dedi-       attraverso un linguaggio molto perso-      commerciali e non ha scopo di
        cato al pittore italo-sloveno negli spazi   nale. Quello legato alla Serenissima,      lucro; ha finalità di carattere
        della Fondazione, il pubblico può sco-      dopo gli orrori vissuti durante la se-     culturale ed educativo per l’arte ed è
                                                                                               stata costituita allo scopo di
                                                                                               organizzare, sostenere e promuovere
                                                                                               esposizioni d’arte, mostre,
                                                                                               conferenze ed altre attività culturali
                                                                                               ed educative in relazione all’arte
                                                                                               moderna e contemporanea in
                                                                                               Svizzera e all’estero.
                                                                                                La Fondazione Braglia dispone di
                                                                                               una superficie espositiva di 450 m2,
                                                                                               suddivisa su due piani, progettata e
                                                                                               realizzata dall’architetto asconese
                                                                                               Carlo Rampazzi, dove sono allestite
                                                                                               due volte all’anno esposizioni, sia
                                                                                               con opere di proprietà della stessa
                                                                                               Fondazione, sia su temi specifici
                                                                                               nell’ambito dell’arte internazionale
                                                                                               del ventesimo secolo.

                                                                    –2–
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                                     ARTE
                                                        GUARDI E MUSIC           ALLA   FONDAZIONE BRAGLIA

       quantadue temperine di Giacomo
       Guardi, figlio dell’illustre Francesco;
       una rarissima gouache di Joseph Bau-
       din (circa 1691-1753) e una “Madonna
       con bambino” di Antonio Guardi
       (1699-1760), zio di Giacomo, che in-
       troduce un insieme di sculture di sog-
       getto religioso. Angeli e Putti che vo-
       gliono essere lievi “presenze”, messag-
       geri/intermediari tra il mondo terreno
       e quello spirituale. La raffigurazione
       degli angeli ha accompagnato la pro-
       duzione artistica nei secoli e per Anna
       Braglia, profondamente credente, so-
       no oggetti dell’anima. L’allestimento è
       arricchito da tre nuovi disegni mono-
       cromi di
            In occasione di questa mostra la
       Fondazione Braglia pubblica un volu-         Zoran Music, “Rimorchiatore nel Canale della Giudecca”
       me di 204 pagine nel quale sono ri-          1948, acquerello su carta, cm 20,5 x 30.
       prodotte a colori le immagini delle
       cento opere esposte. Edita in italiano       profondita di questo personaggio bi-       (in Riva Caccia 6A a Lugano), resa
       ed inglese, la pubblicazione si compo-       strattato e la catalogazione di quasi      possibile grazie al notevole contributo
       ne di quattro contributi: dapprima un        500 delle sue opere, fra dipinti, dise-    di Helsinn Healthcare SA, si inaugura
       approfondimento sulla figura di Anna         gni e gouaches, è stata portata a termi-   il 17 settembre e rimane aperta al pub-
       Braglia di Manuela Kahn-Rossi, già           ne da Federica Spadotto. Il libro è edi-   blico (entrata piena CHF 10.-) fino al
       direttrice del Museo Cantonale d’Arte        to in italiano ed inglese da Edizioni      19 dicembre nei giorni di giovedì, ve-
       di Lugano; segue un introduzione alla        dei Soncino.                               nerdì e sabato con orario 10.00 - 12.45
       sezione di opere legate al Settecento e           La mostra alla Fondazione Braglia     e 14.00 - 18.30.
       Ottocento veneziano di Federica Spa-
       dotto, storica dell’arte specializzata nel
       Settecento veneziano mentre Marilena
       Pasquali, fondatrice del Museo Mo-
       randi a Bologna, raccoglie la sfida di
       avvicinare l’opera veneziana di un
       maestro del XX secolo come Zoran
       Music a quella di Giacomo Guardi,
       misconosciuto “figlio d’arte”; infine,
       lo storico dell’arte Vittorio Natale do-
       po aver studiato e catalogato il nucleo
       di angeli e putti scolpiti, nel suo saggio
       contestualizza l’opera scultorea for-
       nendone un’attenta analisi stilistica.
       Parallelamente la Fondazione Braglia
       ha sostenuto la realizzazione di una
       monografia di 349 pagine dedicata a
       Giacomo Guardi che rappresenta il
       primo studio scientifico completo rea-
       lizzato sull’artista. La ricerca ap-         Giacomo Guardi, “Piazza San Marco con la basilica di fronte”.

                                                                    –3–
Angeli a Venezia alla Fondazione Braglia - SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Ticino Magazine
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                                                        CAPRIASCA
                                        ARTE            OPEN STUDIO,                 UN VIAGGIO
                                                        TRA DICIASSETTE ATELIER ARTISTICI

            L    ’Open Studio della Capriasca
                 si presenta anche quest’anno,
        sotto l’impulso della scultrice Eva An-
        tonini, con lo spirito di sempre. È alla
        sua quarta edizione (viene organizzata
        a cadenza biennale) e si propone tra le
        più qualificate manifestazioni artisti-
        co-artigianali dell’intera regione. Su
        due giornate - sabato 17 e domenica
        18 ottobre, dalle ore 10 alle 18 – va
        dunque in scena “Il fascino degli ate-
        lier d’arte”. Disseminati su un ragio-
        nato percorso, vi partecipano 17 diffe-
        renti atelier di arte e artigianato che
        hanno casa nella zona: ceramisti, pit-
        tori, scultori, artisti del vetro, tessitori,
        designer, un’artista di espressioni spiri-
        tuali, un fotografo.
             Il punto che accomuna questi
        creativi così diversi tra loro per forma-
        zione e orientamento, consiste nella
        lunga ricerca espressiva e tecnica, che
        poi si rispecchia in maniera inconfuta-
        bile nel loro operato. Il genere pittori-
        co e scultoreo spazia dal figurativo
        all’astratto, i materiali dalla carta alla      Eva Antonini, “Trilogia” (parte due).
        creta, dal marmo, alabastro, polvere
        minerale, al gesso, bronzo e vetro. Le          moderna, i mandala sono eseguiti in      opere dei ceramisti sono di impronta
        creazioni del fotografo professionista,         due e persino tre dimensioni, il vetro   classica, contemporanea, ma anche
        esperto in immagini e progetti multi-           soffiato e modellato a mano secondo      orientale, mentre i tessuti, in parte di-
        mediali, sono ispirate all’arte antica e        la tecnica dei Murrini Roll-up. Le       segnati e tinti personalmente, vengo-
                                                                                                 no lavorati sia a mano sia per mezzo di
                                                                                                 appositi telai.
                                                                                                      La novità di questa edizione con-
                                                                                                 siste in un interessante concorso idea-
                                                                                                 to dal Comune di Capriasca. Vincerà
                                                                                                 l’artista più votato, mentre il visitatore
                                                                                                 estratto a sorte si aggiudicherà un’ope-
                                                                                                 ra dell’artista vincitore. Gli appositi
                                                                                                 formulari per la partecipazione saran-
                                                                                                 no disponibili in tutti gli atelier.
                                                                                                      Il percorso per raggiungere gli ate-
                                                                                                 lier - a piedi, in bicicletta o in auto -
                                                                                                 sarà contrassegnato da frecce direzio-
                                                                                                 nali, numerate in corrispondenza degli
                                                                                                 atelier, mentre un’apposita mappa
                                                                                                 geografica con le ubicazioni può essere
                                                                                                 scaricata dal sito di riferimento open-
                                                                                                 studiocapriasca.ch.

                                                                        –4–
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                                                   LUGANO
                                     ARTE          OPERE DI WILHELM GIMMI
                                                   ALLA GALLERIA DI VIA MARCONI 2

           N      elle vetrine della piccola ma
                  pregiata Galleria di via Mar-
       coni 2 viene presentata una selezione
       di opere di Wilhelm Gimmi (Zurigo
       1886-1965 Chexbres), artista formatosi
       all’Accadémie Julian di Parigi, città
       dove ha vissuto fino al 1940. Gimmi
       ha rappresentato con René Auberjo-
       nois e Cuno Amiet l’eccellenza di
       quell’arte svizzera che si nutriva degli
       stimoli della cultura francese nel pe-
       riodo fra le due guerre mondiali. Ben
       integrato nel contesto parigino, ha
       esposto in importanti gallerie della
       città quali quella di Marcel Bernheim
       nel 1923 e ha partecipato regolarmen-
       te al Salon d’Automne dal 1919 fino
       alla sua partenza con l’occupazione te-
       desca.
            Di rilievo anche le sue aperture in-
       ternazionali - ha esposto alla galleria     l’apertura definitiva al modernismo in                              Wilhelm Gimmi
       Hans Golz di Monaco di Baviera già          Svizzera.                                         “Nudo”, olio su tela, cm 33 x 41
       nel 1912, ha partecipato alla mostra             All’inizio della sua carriera artisti-
       dell’Armory Show di New York nel            ca, Gimmi fece parte di quel nutrito
       1913 - è stato, con Klee, Jean Arp,         gruppo di giovani artisti internazionali       mente ancorati alla figurazione. La sua
       Walter Helbig e Lüthy, nel 1911, tra i      che si erano stabiliti in Francia, stilisti-   peculiarità era rappresentata dall’uso
       fondatori del Moderner Bund, il mo-         camente influenzati da Cézanne e dal           di un cromatismo vivo, deciso, attento
       vimento d’arte che aveva proclamato         cubismo, artisti che restarono salda-          da una parte alle soluzioni matissiane
                                                                                                  e dall’altra, anche per le sue origini
                                                                                                  germanofone, all’espressionismo tede-
                                                                                                  sco, nello specifico del movimento
                                                                                                  della Brücke. A partire dal 1920, gli fu
                                                                                                  naturale, partecipando al generale cli-
                                                                                                  ma di “ritorno all’ordine” delle prime
                                                                                                  avanguardie, svolgere una pittura di
                                                                                                  matrice accademica che trovava i suoi
                                                                                                  modelli nella tradizione pittorica che
                                                                                                  corre dal tardo Settecento ai post-im-
                                                                                                  pressionisti, con una pittura di forte
                                                                                                  suggestione lirica, di grande armonia
                                                                                                  formale e rigore spaziale scanditi con
                                                                                                  chiarezza e musicalità.

                                                                                                  Wilhelm Gimmi
                                                                                                  “Les Cypres près Sain-Remy”
                                                                                                  olio su tela, cm 38 x 46.

                                                                     –5–
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                                                             GLI  ITALIANI
                                                               più belli li trovate
                                                        -
                                                   Degu e
                                                                 da Bindella!
                                                       on
                                                  stazi ta
                                                        i
                                                   gra u
                                                      t

                                                             Scopri subito i migliori vini.
                                                             Nella nostra Vinoteca o online:
                                                             bindella.ch
                                                             Vinoteca Bindella            da lunedi a venerdì
                                                             Via al Molino 41, Scairolo   dalle 7.30 alle 12.00 ore
                                                             6926 Montagnola              dalle 13.30 alle 17.00 ore

                                                             +41 91 994 15 41
                                                             info@bindellavini.ch

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                           LA CORNICE
                                                                                                       visitate
                                                                                                   la nostra
                           spazio espositivo                                        galleria d’arte

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Angeli a Venezia alla Fondazione Braglia - SETTEMBRE - OTTOBRE 2020 - Ticino Magazine
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                                      ARTE
                                                         WILHELM GIMMI          ALLA   GALLERIA      DI VIA   MARCONI 2

            Nell’ultima fase, che corrisponde
       alla sua scelta di stabilirsi a Chexbres,
       il villaggio tra i vigneti sopra il Lema-
       no tra Losanna e Vevey, ha rivolto la
       sua attenzione al contesto rurale del
       luogo illustrando volentieri il paesag-
       gio vodese in una chiave bucolica dai
       toni stemprati. Di quel periodo sono i
       ritratti del mondo contadino in cui vi-
       ve e in cui assumono una collocazione
       privilegiata i ‘vignerons’ e la loro atti-
       vità tra i filari e nelle cantine, una poe-
       tica vicina al mondo descritto con una
       poesia ruvida e di stampo popolare
       dallo scrittore Charles-Ferdinand Ra-
       muz. Negli anni della seconda guerra
       mondiale la pittura di Wilhelm Gim-
       mi ha dato forma a un’identità cultu-
       rale di una Svizzera isolata non solo at-
       traverso queste scelte tematiche, ma
       anche attraverso uno stile che tutto
       sottraeva alle retoriche propagandisti-       Wilhelm Gimmi, “Saint Malo”, olio su tela, cm 39 x 46,5.
       che dei totalitarismi d’oltre frontiera
       attraverso una semplicità e una imme-         quotidien”, è rimasto fedele a questo     da 70 dipinti e un migliaio di disegni
       diatezza pittorica in cui il pubblico e il    linguaggio all’apice della sua maturità   è confluito nel 1968 nella Fondazione
       collezionismo seppe identificarsi. Nel        artistica nel segno di una grande coe-    Wilhelm Gimmi, conservata nel Mu-
       ventennio successivo al 1945 l’artista,       renza culturale e morale.                 sée Jennisch di Vevey che ha promosso
       ormai definito come le “peintre du                 Il suo lascito artistico composto    nel 1978 il primo catalogo ragionato
                                                                                               dell’artista. Tra le mostre più recenti
                                                                                               quella dei disegni parigini al Musée
                                                                                               Jennisch del 2016 e la retrospettiva al
                                                                                               Museo L’atelier de Grandi a Cor-
                                                                                               seaux/Vevey nel 2018. La selezione di
                                                                                               opere proposte in questa mostra di
                                                                                               Lugano – una decina - tutti dipinti ad
                                                                                               olio su tela - rappresenta una delle rare
                                                                                               occasioni in Ticino con la sua autore-
                                                                                               vole pittura.
                                                                                                    Le opere dell’artista Wilhelm
                                                                                               Gimmi si possono ammirare presso la
                                                                                               galleria Marconi 2 (in centro città, vi-
                                                                                               cino al Casinò Lugano) fino al 20 set-
                                                                                               tembre nei giorni da martedì a sabato
                                                                                               nell’orario 10.30 - 18.30.

                                                                                               Wilhelm Gimmi
                                                                                               “Le Ravin de Chexbrès”
                                                                                               olio su tela, cm 54 x 65.

                                                                     –7–
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                                                     AGNO
                                      ARTE           “PIEGHE,           FORME E PASSIONI“
                                                     LE SCULTURE DI ROSITA PEVERELLI

            I   l Museo plebano di Agno pre-
                senta dal 20 settembre una mo-
        stra che vedrà un dialogo originale tra
        diverse sculture lignee di santi appar-
        tenenti alla collezione privata dei co-
        niugi Bottini con le opere scultoree -
        realizzate in terracotta, in gesso e mar-
        mo - dell’artista capriaschese Rosita
        Peverelli.
              L’unicità della collezione Bottini
        vede tre protagonisti principali: i santi
        (scelta tematica), la tecnica scultorea
        (tipologia artistica) e il legno (materia-
        le); tali protagonisti vengono accurata-
        mente accostati alle opere di Rosita
        Peverelli, artista poliedrica che crea
        un’originale miscela che è sicuramente
        in grado di sorprendere il visitatore. Si
        tratta di due universi discosti e addirit-
        tura opposti: uno immerso nella figu-
        ratività, l’altro nell’informale.
              Rosita Peverelli, dopo un periodo                                                                        Figure
        dedicato alla pittura, si è avvicinata al-
        la scultura, che è diventata la sua for-
        ma preferita di espressione artistica.       Varese di uno studio di scultura, dive-   nese. Nella sua ricerca ha poi frequen-
        Fondamentale per la sua formazione           nuto negli anni settanta un importan-     tato anche gli atelier di diversi altri
        ed evoluzione è stato l’incontro con lo      te polo di formazione per molti artisti   scultori. Partendo dalla figura, ha se-
        scultore Oreste Quattrini, titolare a        operanti nel territorio lombardo-tici-    guito un percorso verso una sempre
                                                                                               più marcata astrazione delle forme.
                                                                                               Realizza le sue opere con diversi mate-
          Sacra Famiglia.                                                                      riali: terracotta, gesso, bronzo, resine,
                                                                                               legno, metalli. Vive e lavora a Cagial-
                                                                                               lo.
                                                                                                    Claudia e Carlo Bottini condivi-
                                                                                               dono da diversi anni la passione per il
                                                                                               collezionismo di arte sacra e insieme
                                                                                               hanno abbracciato con entusiasmo
                                                                                               questo progetto al Museo plebano.
                                                                                               Carlo Bottini, già sindaco del Borgo e
                                                                                               Gran Consigliere, è titolare con il fi-
                                                                                               glio Claudio di uno studio dentistico
                                                                                               ad Agno.
                                                                                                    La mostra al Museo plebano (ac-
                                                                                               canto alla Chiesa di San Provino ad
                                                                                               Agno) rimane aperta fino a giovedì 17
                                                                                               dicembre; si può liberamente visitare
                                                                                               nei giorni di giovedì e domenica dalle
                                                                                               16.00 alle 19.00 o su appuntamento.

                                                                     –8–
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                                                      LUGANO
                                       ARTE           LA TICINESE ROSY GADDA CONTI
                                                      ESPONE LE SUE OPERE ALLA CORNICE

           P    er questa parte finale dell’esta-
                te, la galleria Spazio espositivo
       La Cornice di Lugano propone una
       personale dell’artista ticinese Rosy
       Gadda Conti. Nei contenuti spazi del-
       la galleria e nelle ampie vetrine sono
       esposte una trentina di opere fra acri-
       lici su tela e acquarelli su carta. Si trat-
       ta di lavori eseguiti dall’artista nell’ul-
       timo periodo.
             Rosy Gadda Conti ha conseguito
       nel 1988 il diploma federale in grafica
       illustrativa e precedentemente quello
       in Arti decorative presso lo CSIA, Cen-
       tro Scolastico Industrie Artistiche di
       Lugano. Lavora dal 1988 come artista
       e illustratrice indipendente, collabo-
       rando con varie case editrici, sia in
       Svizzera che all'estero, per le quali ha
       pubblicato diversi libri. Ha scritto e il-
       lustrato, fra gli altri: Sebastiano (nel
       2000) - Quanti impegni, Sebastiano!
       (2001) - Le bugie hanno le gambe cor-
       te (2003). Dal 1996 insegna arti visive,
       sia in enti pubblici che in corsi privati.

                                                                         Per i suoi lavori, Rosy Gadda Conti,
                                                                         che vive e lavora a Breganzona-Luga-
                                                                         no, predilige le tecniche pittoriche con
                                                                         l’acquerello, l’acrilico e la tecnica mi-
                                                                         sta.
                                                                              La mostra dell’artista Rosy Gadda
                                                                         Conti, dal titolo "Tra Terra e Cielo",
                                                                         rimane allestita fino al 10 ottobre
                                                                         presso lo Spazio espositivo La Cornice
                                                                         (a Lugano centro, in via Giacometti
                                                                         1); si può visionare gratuitamente du-
                                                                         rante l’ampio orario d’apertura del ne-
                                                                         gozio omonimo, nei giorni da lunedì a
                                                                         venerdì 8.00-12.00 e 14.00-18.30, sa-
                                                                         bato dalle 9.00 alle 12.00. Una parte
                                                                         della mostra è sempre visibile dall’e-
                                                                         sterno, nelle due ampie vetrine della
                                                                         galleria.

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                                                    MUZZANO
                                      ARTE          PIER ALBERTI               ESPONE
                                                    NEGLI SPAZI DI LA CANTINA

            L    o spazio espositivo “La Canti-
                 na” a Muzzano propone la
        mostra di Pier Alberti intitolata “Di
        Vinum”. L’artista luganese espone una
        trentina di opere di diverso formato,
        concepite ed eseguite in esclusiva per
        la piccola galleria di Muzzano. Ed è
        proprio al nome di quest’ultima che
        Alberti si è ispirato. ‘Cantina’ come
        crogiolo di operazioni alchemiche, di
        fermentazioni e di profumi intensi che
        nel suo percorso creativo si traducono
        in un continuo sperimentare e trasfor-
        mare vinacce e poi vini di annate di-
        verse con altri prodotti (dal solfato di
        rame al sale all’aceto) capaci di modi-                                                                             Pier
        ficare e offrire una nuova lettura sulla                                                                            Alberti,
        carta o sul gesso, sovrapponendo strati                                                                             “Filari”
        velati sulle incisioni scavate nella ma-                                                                            tecnica
        teria. Nascono così i suoi “geoglifi”,                                                                              mista su
        visioni aeree di terre coltivate e arate
        secondo antichi e ripetuti disegni co-                                                                              scagliola
        me solchi che creano paesaggi imma-                                                                                 2019
        ginari.                                                                                                             cm 50x70.
             Pier Alberti (1943) lavora e risiede
        a Davesco. Dopo gli studi al CSIA di
        Lugano ha frequentato l’Accademia           l’Ecole des Beaux Arts di Parigi. Dal      giate, al fine di innescare percorsi di
        della Grande Chaumière e in seguito         1980 si dedica alla conservazione e al     crescita e sviluppo autonomi e sosteni-
                                                          restauro di affreschi e dipinti      bili. Essa opera sia a livello internazio-
                                                          murali.                              nale, per esempio con il progetto in
                                                               Lo spazio espositivo “La        Marocco, Togo e Benin, “Formation
                                                          Cantina” è nato nel 2007 al fine     Partage” che offre cicli di formazione
                                                          di sostenere i progetti della Fon-   continua in diversi settori professiona-
                                                          dazione No Woman No Life             li, che nazionale con il progetto luga-
                                                          dapprima, e da quest’anno,           nese “Un passo verso la città” con vari
                                                          dell’Associazione MC-MC/Uno          corsi professionalizzanti ed iniziative
                                                          spazio per essere, che si propone    di integrazione per donne straniere.
                                                          di promuovere il potenziamento       Una parte dei proventi di tutte le atti-
                                                          delle capacità dei beneficiari dei   vità che si tengono alla Cantina è de-
                                                          propri progetti, tendenzialmente     voluta all’Associazione MC-MC. Lo
                                                          provenienti da categorie svantag-    spazio espositivo si trova nel nucleo
                                                                                               storico di Muzzano, in una antica can-
                                                                                               tina restaurata e presenta periodica-
                                                                                               mente mostre di artisti in diversi cam-
                                                                                               pi delle arti.
                                                         Pier Alberti, “Ceppi”                      La mostra di opere di Pier Alberti
                                                         tecnica mista su carta                rimarrà allestita fino al 13 settembre;
                                                         2019, cm 30 x 40.                     si può liberamente visitare il sabato e
                                                                                               la domenica dalle 15.00 alle 18.00.

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                                                   LUGANO
                                     ARTE          RENZO FERRARI   CON "CORONA DIARY"
                                                   OPERE CONCEPITE DURANTE IL LOCKDOWN

           R    enzo Ferrari è puntuale con la
                sua presenza quasi annuale
       nelle gallerie luganesi. È alla galleria
       La Colomba con i suoi lavori recentis-
       simi, tutte opere uscite nel complicato
       e tragico periodo del lockdown, a par-
       tire da febbraio di quest’anno con i
       mesi di quarantena. Si propone con
       una cinquantina di opere tra oli, dise-
       gni, acrilici, teatrini.
            Così la critica dell’arte Melina
       Scalise - in un estratto - commenta in
       apertura del catalogo (editore SKIRA e
       stampato da Arti grafiche Veladini,
       Lugano, con testi di Melina Scalise,
       Sergej Roic, Luca Pietro Nicoletti) che
       accompagna la mostra luganese: «Co-
       me l’uomo primitivo nelle grotte di
       Altamira raffigurava le scene di caccia
       per mantenere memoria di esperienze
       e appropriarsi simbolicamente dell’a-                                                 Renzo Ferrari
       nimale e della forza necessaria per                                                   “Primavera
       combattere, così, Renzo Ferrari, in                                                   Plaga doctores”
       questo ciclo, “Al tempo del coronavi-                                                 marzo 2020
       rus”, esalta con la pittura lo stesso po-                                             acquerello
       tere documentativo e propiziatorio.                                                   su carta
       Per questo artista, figlio della prima                                                cm 29,5 x 21.

                                                                       metà del 900, la pandemia da Covid
                                                                       19 è diventata l’urgenza di raccontare
                                                                       la sua e la nostra battaglia quotidiana
                                                                       contro questo nemico venuto a semi-
                                                                       nare morte tra gli uomini, non senza
                                                                       porre una riflessione in chiave icono-
                                                                       grafica e simbolica. Sono dei lavori in
                                                                       simultanea, in diretta, una cronaca
                                                                       giornaliera di emozioni e considera-
                                                                       zioni…. Ferrari, come un giornalista,
                                                                       usa dei taccuini, per annotare i suoi
                                                                       percorsi narrativi tra parole e figure.
                                                                       Attinge, come sempre nella sua ricerca

                                                                       Renzo Ferrari
                                                                       “Per Josè Posada”
                                                                       aprile 2020
                                                                       china su carta, cm 13 x 18.

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                                      ARTE
                                                         RENZO FERRARI,         OPERE DAL LOCKDOWN

                                                                                Renzo Ferrari, “Cavaliere nel giallo”
                                                                                marzo 2020, olio su tavola, cm 40 x 30.

                                                                                               fuori e di dentro ovvero del reale e del-
                                                                                               l’elaborato interiore che, a sua volta, lo
                                                                                               modifica. In questo momento pande-
                                                                                               mico l’onirico prende il sopravvento,
                                                                                               l’uomo è nella sua casa, nell’ombra,
                                                                                               lontano dagli altri, in un suo mondo
                                                                                               che rischia di inghiottirlo e, metafori-
                                                                                               camente, è lontano dalla luce, da quel-
                                                                                               la luce che entra solo dalle finestre. Ed
                                                                                               è così che lo dipinge Ferrari, seduto,
                                                                                               contemplativo, inerme, passivo. Nei
                                                                                               suoi disegni si vede l’uomo immerso
                                                                                               in questa angoscia, in questa attesa e
                                                                                               timore della fine dove gli uni con gli
                                                                                               altri si ascoltano il petto, attenti ai re-
                                                                                               spiri, a scacciare demoni e paure, vici-
                                                                                               ni a finestre o davanti a televisori per
                                                                                               vedere e ad ascoltare quel mondo che
                                                                                               credevano appartenesse loro per dirit-
                                                                                               to…».
                                                                                                    La mostra di Renzo Ferrari dal ti-
                                                                                               tolo "Corona Diary" Galleria La Co-
                                                                                               lomba (via al Lido 9, Lugano-Viganel-
                                                                                               lo) rimane allestita da sabato 12 set-
        artistica, dalla realtà per poi tradurre,    lavoro che non cerca “il bello” armo-     tembre fino al 10 ottobre; si può libe-
        non senza senso critico, il suo elabora-     nioso, ma vuole rappresentare il mon-     ramente visitare nei giorni da martedì
        to emozionale ed onirico. È una pit-         do con le sue contraddizioni e conta-     a sabato nell’orario 14.00 - 18.30; do-
        tura impegnata quella di Ferrari. Un         minazioni. È un mondo che è fatto di      menica e giorni festivi 14.30 - 17.00.

            ASCONA - ”GARAVEE”               DI   MARCO SCORTI         AL   MONTE VERITÀ

            U      na mostra personale di Mar-
                   co Scorti dal titolo “Garavee”
        è in atto fino al 18 settembre nella Sala
                                                          La mostra al Monte Verità di
                                                     Ascona si può liberamente visitare tut-
                                                     ti i giorni fino al 18 settembre dalle
        Balint al Monte Verità di Ascona. In         ore 9.00 alle ore 21.00.
        esposizione dieci opere, tra pitture
        acriliche e gouache accompagnano il
        pubblico attraverso un percorso tra le                              Marco Scorti
        aree di frontiera, le zone di passaggio,                              "Sul sasso"
        i paesaggi che costituiscono la memo-                               2018 - 2020
        ria dell’artista, nato e cresciuto in Mal-                       gouache su carta
        cantone.                                                             cm 32 x 24

                                                                    – 12 –
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                                                    MENDRISIO
                                     ARTE           AL MUSEO D’ARTE ANDRÉ DERAIN
                                                    SPERIMENTATORE CONTROCORRENTE

           G      razie alla collaborazione degli
                  Archivi André Derain e ai
       prestiti di alcuni prestigiosi musei
       francesi, il Museo d’arte Mendrisio or-
       ganizza una retrospettiva di ampio re-
       spiro sull’opera di Derain: 70 dipinti,
       30 opere su carta, 20 sculture, 25 pro-
       getti per costumi e scene teatrali, illu-
       strazioni di libri e alcune ceramiche ri-
       percorrono la creatività vulcanica e
       l’attività poliedrica di questo massimo
       protagonista dell’arte moderna.
            André Derain è una delle grandi
       figure della rivoluzione artistica dell’i-
       nizio del XX secolo, sia pittorica sia
       scultorea; un’icona dell’arte del Nove-
       cento, amico di Picasso, Matisse, Bra-
       que, Giacometti. Ha formato con
       Henri Matisse e Pablo Picasso la triade      André Derain, “L’Estaque”, 1906 olio su tela, cm 38 x 55.
       di artisti che ha completamente cam-
       biato a livello mondiale l’arte del No-
       vecento. Derain è stato a capo e ispira-     il precursore del Ritorno al Classici-   Derain e Matisse, che trascorsero vari
       tore di molte delle maggiori correnti        smo.                                     anni a dipingere insieme i paesaggi di
       della pittura moderna e contempora-               Nei primissimi anni del Novecen-    mare a Collioure, nel Sud della Fran-
       nea. È stato l’erede dell’Impressioni-       to, una manciata di artisti cambiò       cia. I due diedero vita tra il 1905 e il
       smo, l’iniziatore della pittura” Fauve”      completamente il modo di vedere l’ar-    1910 a un movimento per il quale si
       e uno dei padri del Cubismo, nonché          te. Tra i massimi innovatori ci furono   coniò il termine “Fauve”, cioè il grup-
                                                                                             po dei “Selvaggi”, a causa dei vivacissi-
                                                                                             mi, infuocati colori che caratterizzava-
                                                                                             no le loro opere. Anche Picasso nutrì
                                                                                             grande ammirazione e stima per De-
                                                                                             rain, soprattutto all’inizio del secolo
                                                                                             scorso. A partire dal 1910, per diversi
                                                                                             anni, Derain e Picasso collaborarono
                                                                                             tra di loro e si studiarono reciproca-
                                                                                             mente. Si frequentarono molto e la lo-

                                                                                             André Derain
                                                                                             “Nature morte
                                                                                             au pichet et verre de vin”
                                                                                             1938
                                                                                             olio su tela, cm 43,5 x 55 .

                                                                   – 13 –
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                                      ARTE
                                                        ANDRÉ DERAIN            SPERIMENTATORE CONTROCORRENTE

                                                                                             André Derain
                                                                                             “Femme au long cou”
                                                                                             eseguito dopo il 1938
                                                                                             bronzo, cm 32 x 19.5 x 4.

                                                                                                  to, il nudo femminile, le composizioni
                                                                                                  più articolate. Altrettanto significati-
                                                                                                  va, anche se più ridotta è la produzio-
                                                                                                  ne scultorea, che viene documentata
                                                                                                  con un gruppo molto interessante di
                                                                                                  lavori. Appassionato di teatro, l’artista
                                                                                                  collabora a molte importanti messe in
                                                                                                  scene di spettacoli e balletti. A Men-
                                                                                                  drisio una sezione mette in luce questo
                                                                                                  aspetto meno noto ma molto rilevante
                                                                                                  dell’attività dell’artista attraverso una
                                                                                                  selezione di disegni, bozzetti e docu-
                                                                                                  menti fotografici.
                                                                                                       Un catalogo di circa 230 pagine,
                                                                                                  edito dal Museo d’arte Mendrisio, do-
                                                                                                  cumenta con fotografie storiche e
                                                                                                  schede tutte le opere in mostra, intro-
                                                                                                  dotte dai contributi di studiosi e cura-
                                                                                                  tori e seguite dai consueti apparati ri-
        ro amicizia durò fino agli anni Trenta.     d’arte Mendrisio intende esplorare            portanti una bibliografia scelta e una
        Fu Derain a introdurre Picasso nel          tutti i principali aspetti della ricerca di   selezione delle esposizioni. Vengono
        mondo dell’arte africana e con Derain       Derain, e in particolare contribuire a        inoltre pubblicati alcuni testi teorici
        Picasso fece i primi passi verso il Cubi-   rimettere a fuoco e rivalorizzare le pe-      esemplari dell’artista, tradotti per la
        smo. Entrambi furono amanti della           culiari qualità della sua complessa e ar-     prima volta in italiano.
        mondanità, uomini di grande succes-         ticolata produzione fra le due guerre e            La mostra al Museo d’arte di
        so, celebrità delle arti del XX secolo.     fino alla sua morte. Per ciò che concer-      Mendrisio (Piazzetta dei Serviti 1 a
        Ma se la fortuna di Picasso crebbe per      ne la pittura viene analizzata in parti-      Mendrisio) si svolge dal 27 settembre
        tutto il secolo, quella di Derain ebbe      colare l’evoluzione e le sperimentazio-       al 31 gennaio 2021; si può visitare (in-
        un brusco e momentaneo declino do-          ni stilistiche e tematiche, oltre ai nu-      gresso pieno CHF 12.-) nei giorni da
        po la seconda guerra mondiale, com-         merosi riferimenti impliciti o espliciti      martedì a venerdì nell’orario 10.00 –
        plice il mondo delle gallerie d’arte e      dei più diversi territori dell’arte di tut-   12.00 / 14.00 – 17.00; sabato, domeni-
        del mercato.                                te le epoche. E questo nei vari generi:       ca e festivi dalle 10.00 alle 18.00; lu-
            La mostra organizzata dal Museo         il paesaggio, la natura morta, il ritrat-     nedì chiuso, tranne festivi.

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                                                  ASCONA
                                    ARTE          UNA      MOSTRA RIUNISCE 100 OPERE DI
                                                  ALEXEJ JAWLENSKY                 E   MARIANNE WEREFKIN

           I  l Museo d’Arte Moderna di
              Ascona ospita una importante
       retrospettiva che approfondisce il rap-
       porto tra Alexej Jawlensky (1864-
       1941) e Marianne Werefkin (1860-
       1938) che, individualmente e in cop-
       pia, hanno dato un contributo fonda-
       mentale allo sviluppo dell’arte nel pri-
       mo Novecento. Per la prima volta, la
       mostra mette a confronto queste due
       originali figure di artisti, attraverso
            100 opere che ripercorrono le car-
       riere di entrambi, in un arco tempora-
       le che dalla fine dell’Ottocento, giun-
       ge fino agli anni trenta del XX secolo,
       ponendo particolare attenzione alla lo-
       ro relazione privata. La rassegna, cura-
       ta da Mara Folini, direttrice del Museo
       d’Arte di Ascona, è la terza e ultima      Marianne Werefkin, “La strada di campagna”
       tappa di un itinerario che ha toccato      1907, tempera su carta incollata su cartone, cm 69 × 105.

                                                                                        due delle maggiori istituzioni tedesche
                                                                                        per l’arte espressionista, come lo Städ-
                                                                                        tische Museum im Lenbachhaus di
                                                                                        Monaco e il Museum Wiesbaden.
                                                                                             Il rapporto estremamente com-
                                                                                        plesso che ha legato Alexei Jawlensky e
                                                                                        Marianne Werefkin si è sviluppato tra
                                                                                        il 1892 e il 1921, dagli esordi a San
                                                                                        Pietroburgo, a Monaco di Baviera
                                                                                        (1896), città che li vide al centro del
                                                                                        dibattito artistico internazionale del-
                                                                                        l’epoca, come fondatori della “Nuova
                                                                                        Associazione degli Artisti di Monaco”
                                                                                        (1909), premessa alla nascita del
                                                                                        “Blaue Reiter” (1910) e della rivolu-
                                                                                        zionaria arte astratta del loro amico e
                                                                                        compatriota Vassilj Kandinsky, alla
                                                                                        quale Marianne Werefkin seppe dare
                                                                                        fondamento teorico nei suoi scritti, fi-
                                                                                        no agli anni trascorsi in Svizzera, in

                                                                           Alexej Jawlensky
                                                                           “Testa Mistica: Meditazione”
                                                                           1918
                                                                           olio su cartone, cm 40,1 × 30,8.

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                                      ARTE
                                                        ALEXEJ JAWLENSKY E MARIANNE WEREFKIN                          AD   ASCONA

                                                                                       Alexej Jawlensky
                                                                                       Ritratto di Marianne Werefkin
                                                                                       1906 circa, olio su cartone
                                                                                       cm 67,5 × 49,5.

                                                                                               (1917) e infine ad Ascona (1918). Per
                                                                                               la prima volta conobbero la povertà e
                                                                                               vivendo di stenti e da esiliati senza pa-
                                                                                               tria. Rimarranno insieme per altri sei
                                                                                               anni, nonostante le loro strade avesse-
                                                                                               ro ormai preso, dal punto di vista sen-
                                                                                               timentale e artistico, direzioni diverse.
                                                                                               Jawlensky fece il grande salto verso
                                                                                               un’astrazione lirica e mistica che cul-
                                                                                               minerà infine nelle sempre più radica-
                                                                                               li, perentorie croci buie della sua tarda
                                                                                               produzione a Wiesbaden (1921-
                                                                                               1938), dove si era trasferito nel 1921.
                                                                                               Marianne Werefkin continuerà lungo
                                                                                               la strada di un espressionismo più ra-
                                                                                               dicale, nell’enfatizzare sempre più le
                                                                                               forme in moti vorticosi, vitalistici, che
                                                                                               coincidono con un recupero di quesiti
                                                                                               più esistenziali e terreni, tra il visiona-
                                                                                               rio e l’aneddotico, per trovare infine,
        particolare nel borgo di Ascona, dove       mondo declinato al maschile, decise di     negli ultimi anni della sua vita, un’in-
        la stessa Werefkin fu attivissima in am-    reprimere la sua femminilità in nome       tima riconciliazione con il mondo,
        bito culturale, nel partecipare alla fon-   dell’arte come missione.                   grazie al suo rinnovato interesse per
        dazione del Museo Comunale (1922)                Abbandonato l’ambiente russo ar-      l’amore francescano di cui Ascona, pa-
        e dell’Associazione artistica “Der          tisticamente conservatore e limitante,     tria di accoglienza d’artisti, assurgerà a
        Grosse Bär” (1924).                         la coppia si trasferisce a Monaco di       simbolo cosmico di una pace interiore
             I due sono stati molto più di una      Baviera nell’autunno 1896, per rico-       a lungo agognata.
        semplice coppia d’artisti, profonda-        minciare su nuove basi e stimoli, af-           La mostra “Alexej Jawlensky e
        mente connessi dal punto di vista           fiancata da grandi personalità dell’arte   Marianne Werefkin. Compagni di vi-
        emotivo: sembravano dipendenti l’u-         quali Wassily Kandinsky, Paul Klee,        ta” al Museo Comunale d’Arte Mo-
        no dall’altra, compagni di vita, legati     Alfred Kubin, Gabriele Münter, Franz       derna (via Borgo 34, Ascona) rimane
        in una “relazione d’amore eroticamen-       Marc, Agust Macke e altri. Allo scop-      allestita dal 20 settembre al 10 gen-
        te platonica” (com’ebbe modo di sot-        pio della prima guerra mondiale, i due     naio 2021. Si può visitare (entrata pie-
        tolineare Lily, la moglie di Paul Klee),    furono costretti a riparare nella neu-     na CHF 7) nei giorni da martedì a sa-
        che in realtà nascondeva il disagio di      trale Svizzera; dapprima a Saint Prex      bato nell’orario 10.00-12.00 / 14-
        una donna che, pur di affermarsi in un      sul lago Lemano (1914), poi a Zurigo       17.00, domenica e festivi 10.30-12.30.

                                                                    – 16 –
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                                                   MENDRISIO
                                     ARTE          OPERE DI ARMAND RONDEZ
                                                   IN MOSTRA ALLA BANCA RAIFFEISEN

           U     na limitata scelta di opere
                 dell’artista zurighese Armand
       Rondez, selezionate dall’archivio inti-
       tolato all’artista (AAR), sono in mostra
       presso la Banca Raiffeisen di Mendri-
       sio e Valle di Muggio. Il pittore e inci-
       sore Armand Rondez (Zurigo 1928-
       1986), affascinato dalle nostre terre,
       ha soggiornato nel Mendrisiotto a par-
       tire già dalla fine degli anni Cinquanta
       del secolo scorso. Nel periodo finale
       della sua vita si preparava a stabilirsi
       definitivamente nel Magnifico Borgo
       e ad aprirvi un atelier di stampa d'arte,
       ma la morte prematura gli impedì di
       realizzare il progetto. È autore di una
       intensa e raffinata ricerca di segno esi-
       stenziale, in corrispondenza con le
       maggiori problematiche della sua epo-
       ca. Ha maturato il proprio stile, fon-
       dato sulla forza del colore e sul rigore
       del disegno, accogliendo influenze di       collaborazione con la figlia dell’artista   mento (079 386 75 56) è possibile visio-
       varie correnti artistiche, dal neocubi-     Gabrielle Dominique Rondez e testi          nare un gran numero di opere.
       smo all'informale al surrealismo. Con       di Loredana Müller Donadini. Dal                 La mostra presso gli spazi della
       l'etichetta editoriale Topík (Bellinzo-     2016 presso l'Archivio Armand Ron-          Banca Raiffeisen Mendrisio e Valle di
       na) è uscito nel 2017 il volume bilin-      dez (AAR, in Via Stella 8/9 a Mendri-       Muggio (in via Luigi Lavizzari 19A a
       gue italiano/tedesco "Armand Ron-           sio), che si occupa della valorizzazione    Mendrisio) rimane allestita fino al 25
       dez. La stagione dell'utopia / Die Zeit     dell’opera di questo artista che possia-    settembre; si può liberamente visitare
       der Utopie", a cura di Maria Will in        mo considerare ticinese, su appunta-        durante gli orari d’apertura dell’istitu-
                                                                                               to.

                                                                   – 17 –
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                                                    SESSA
                                      ARTE          ESPOSTE          A CASA TREZZINI
                                                    OPERE DI LEONARDO PECORARO

            C     asa Trezzini a Sessa ospita
                  un’esposizione di opere del-
        l’artista Leonardo Pecoraro dal titolo
        “Orizzonti e trame”. La mostra è com-
        posta da una sessantina di opere dai
        più disparati formati tra dipinti, calco-
        grafie e mosaici, opere realizzate negli
        ultimi tre anni. Leonardo Pecoraro è
        nato a è il 19 agosto del 1968. È pit-
        tore, incisore, mosaicista e scultore a
        tempo pieno. Dal 1991 al 1995 ha fre-
        quentato l’Accademia delle Belle Arti
        di Brera a Milano e dal 1996 al 1997
        la Scuola di mosaico Albe Steiner a
        Ravenna. Lavora e vive tra i cantoni
        Ticino e Berna. La mostra a Casa Trez-
        zini a Sessa (Malcantone) rimane alle-
        stita fino al 18 ottobre; si può libera-
        mente visitare nei giorni di sabato e
        domenica dalle 14.00 alle 18.00.            Leonardo Pecoraro, “Oriental vision”, 2018, olio, cm 127 x 103.

            BELLINZONA - 30             FOTOGRAFIE DI         MASSIMO PACCIORINI-JOB                 ALLA PIZZERIA         RIO

            L   a Galleria Job espone fuori
                dalla sua sede abituale di Giu-
        biasco e propone presso la pizzeria Rio
                                                    “Coronavirus” propone immagini del-
                                                    le strade deserte che portano a Bellin-
                                                    zona e di persone con le mascherine di
                                                                                                   La Galleria Job extra Muros, pres-
                                                                                              so la Pizzeria Rio (in Via Retica 2, Bel-
                                                                                              linzona) si può liberamente ammirare
        di Bellinzona 30 fotografie di Massi-       protezione durante il lockdown della      durante la normale apertura dell’eser-
        mo Pacciorini-Job. Sono immagini            scorsa primavera; queste sono fotogra-    cizio fino al 30 settembre.
        scattate lungo un periodo di circa          fie a colori digitali.
        quattro decenni con tecniche diverse,
        per molteplici committenti e su temi
        differenti. Il percorso espositivo si di-
        pana lungo tre stazioni: “Nei dintorni
        della pizzeria Rio” dove vengono pre-
        sentate fotografie in bianco e nero su
        pellicola e stampate su carta baritata.
        “Musica” comprende invece fotografie
        di Gianna Nannini 1982, Vasco Rossi
        1985, Adriano Celentano 1986; sono
        opere a colori su pellicola diapositiva.

                      Massimo Pacciorini-Job
                  “Lockdown”, maggio 2020
                  Piazza Nosetto, Bellinzona

                                                                   – 18 –
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                                                     BELLINZONA
                                  TEATRO             AL SOCIALE               I GRANDI
                                                     NOMI DELLA SCENA ITALIANA

      I   l Teatro Sociale Bellinzona annuncia
          i titoli della rassegna di prosa in ab-
       bonamento "Chi è di scena" della
                                                       Macbettu.

       prossima stagione. Essa proporrà 7
       spettacoli distribuiti da ottobre a mag-
       gio 2021. Si comincia il 28 e 29 otto-
       bre con un capolavoro che da tre anni
       miete successi in tutto il mondo, lo
       spettacolo "Macbettu" tratto dal
       "Macbeth" di William Shakespeare e
       diretto da Alessandro Serra.
       Gli spettacoli della rassegna "Chi è di
       scena" 2020-2021 del Teatro Sociale
       Bellinzona vedranno esibirsi sul palco
       della capitale alcuni dei nomi più inte-
       ressanti della scena teatrale italiana
       odierna, come Paola Gassman, Ugo
       Pagliai, Mariangela D'Abbraccio, Da-          IL PROGRAMMA                                confidenza con Dioniso e al contempo
       niele Pecci, Marina Massironi, Rober-         con inizio sempre alle ore 20.45            l’incredibile precisione formale nelle
       to Citran, Serena Autieri e Paolo Cala-                                                   danze e nei canti. Le fosche maschere
       bresi. In programma vi sono inoltre                                                       e poi il sangue, il vino rosso, le forze
       due produzioni ticinesi, "La bottega          Mercoledì 28 e giovedì 29 ottobre           della natura domate dall’uomo. Ma
       del caffè" (prod. LAC Lugano Arte e           Macbettu                                    soprattutto il buio inverno. Sorpren-
       Cultura) e, per la prima volta sulle sce-                                                 denti le analogie tra il capolavoro
       ne in lingua italiana, "Olocene" tratto       di Alessandro Serra                         shakespeariano e i tipi e le maschere
       da "L'uomo nell'Olocene" di Max Fri-          tratto dal Macbeth                          della Sardegna. La lingua sarda non li-
       sch, una produzione del Teatro Sociale        di William Shakespeare                      mita la fruizione ma trasforma in can-
       Bellinzona diretta da Flavio Stroppini                                                    to ciò che in italiano rischierebbe di
       e Monica De Benedictis e interpretata         con Fulvio Accogli, Andrea                  scadere in letteratura. Uno spazio sce-
       da Margherita Saltamacchia e Rocco            Bartolomeo, Leonardo Capuano,               nico vuoto, attraversato dai corpi degli
       Schira.                                       Andrea Carroni, Giovanni Carroni,           attori che disegnano luoghi e evocano
       Chi era già abbonato può rinnovare il         Maurizio Giordo, Stefano Mereu e            presenze. Pietre, terra, ferro, sangue,
       proprio abbonamento presso l'Ufficio          Felice Montervino                           positure di guerriero, residui di anti-
       turistico di Bellinzona, palazzo muni-        regia, scene, luci, costumi                 che civiltà nuragiche. Materia che non
       cipale. Allo stesso recapito è possibile      Alessandro Serra                            veicola significati, ma forze primordia-
       sottoscrivere da subito dei nuovi abbo-                                                   li che agiscono su chi le riceve.
       namenti, prenotando per tutta la sta-         Spettacolo in lingua sarda con sopratito-
       gione i migliori posti disponibili. La        li in italiano e riassunto distribuito a
       prevendita dei biglietti per gli spetta-      tutto il pubblico                           Giovedì 12 e venerdì 13 novembre
       coli "Macbettu" e "La bottega del                                                         La bottega del caffè
       caffè" è già in corso, quella per gli altri   Il “Macbeth” di Shakespeare recitato
       titoli inizierà nella seconda metà di         in sardo e, come nella più pura tradi-      di Carlo Goldoni
       settembre, dopo la presentazione del          zione elisabettiana, interpretato da soli   con Antonio Ballerio, Pasquale Di
       cartellone completo.                          uomini. L’idea nacque nel corso di un       Filippo, Marco Risiglione, Sacha
                                                     reportage fotografico tra i carnevali       Trapletti, Anahì Traversi, Annapaola
                                                     della Barbagia. I suoni cupi prodotti       Trevenzuoli e Massimiliano Zampetti
                                                     da campanacci e antichi strumenti, le       regia Igor Horvat
                                                     pelli di animali, le corna, il sughero.
                                                     La potenza dei gesti e della voce, la       Igor Horvat è attore dalla lunga e soli-

                                                                     – 19 –
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                                    TEATRO
                                                           AL SOCIALE      DI   BELLINZONA

                                                                                                do profondo e irriverente che caratte-
           Un tram che si chiama desiderio                                                      rizza la compagnia, ha inquadrato il
                                                                                                grande classico di Shakespeare con un
                                                                                                radicale ribaltamento di prospettiva
                                                                                                rendendo protagonista assoluta dello
                                                                                                spettacolo una coppia inossidabile co-
                                                                                                me quella formata da Pagliai e Gas-
                                                                                                sman. Questa nuova versione di “Ro-
                                                                                                meo e Giulietta” si concentra comple-
                                                                                                tamente sui protagonisti della vicenda,
                                                                                                mette da parte tutto il contorno: la
                                                                                                guerra tra le rispettive famiglie, gli
                                                                                                amici di Romeo, i genitori di Giulietta
                                                                                                e il frate. Ci interroga su quanto que-
                                                                                                sta storia sia anche nostra, su quanto
                                                                                                sia quella degli attori che la interpreta-
                                                                                                no, su quanto a lungo possa ancora so-
                                                                                                pravvivere a se stessa dopo averci ac-
                                                                                                compagnati. Attori e registi si con-
        da esperienza: lo abbiamo applaudito           Giovedì 10 e venerdì 11 dicembre         frontano tra loro a viso aperto, condi-
        al Teatro Sociale nelle nostre produ-          Romeo e Giulietta                        videndo col pubblico le domande che
        zioni “L’anno della valanga”, “Prossi-                                                  le parole del bardo hanno fatto sorgere
        ma fermata Bellinzona” e “Tell”. Ora           di Babilonia Teatri                      loro durante la costruzione dello spet-
        si misura con una prova registica im-          da William Shakespeare                   tacolo. E’ un confronto che vuole
        portante e decide di farlo mettendo in                                                  aprire degli squarci nel testo, per sco-
        scena “La bottega del caffè”, celebre          con Paola Gassmann, Ugo Pagliai,         prirne la vertigine e la follia, la violen-
        commedia goldoniana nella quale di-            Enrico Castellani, Valeria Raimondi,     za e la bellezza. Sul palco con gli attori
        rige, tra gli altri, i ticinesi Antonio        Francesco Scimemi e Luca Scotton         ci sarà un mago illusionista.
        Ballerio, Anahì Traversi e Massimilia-
        no Zampetti. Una commedia dal mec-             Ugo Pagliai e Paola Gassman sono i
        canismo teatrale perfetto, che Goldoni         protagonisti di “Romeo e Giulietta” di
        scrisse nel 1750 in toscano per farsi          William Shakespeare riscritto dalla
        comprendere dagli spettatori di tutta          compagnia Babilonia Teatri. Lo sguar-
        Italia, benché fosse ambientata a Vene-
        zia. La vicenda è piena di equivoci e
        travestimenti che arrivano ad avere il
        sopravvento sui personaggi della com-
        media. Tutto si svolge intorno alla
        bottega del caffè, luogo di ritrovo di
        avventori abituali e di passaggio, col-
        locato al centro della piazza, da cui si
        ha la visione di tutti gli edifici che l'at-
        torniano. È l'idea di un microcosmo
        in cui si creano varie dinamiche tra i
        personaggi, che litigano, si aiutano e si
        interessano delle questioni degli altri a
        vicenda.
                                                        Ugo Pagliai e Paola Gassman

                                                                      – 20 –
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                                 TEATRO
                                                       AL SOCIALE      DI    BELLINZONA

       Giovedì 21 e venerdì 22 gennaio
                                                                                                        Le verità di Bakersfield
       Un tram che si chiama desiderio

       di Tennessee Williams

       con Mariangela D’Abbraccio,
       Daniele Pecci, Angela Ciaburri,
       Stefano Scandaletti, Gabriele Anagni,
       Erika Puddu e Massimo Odierna
       regia e scene Pier Luigi Pizzi

       La leggenda vuole che fosse proprio su
       un tram, su cui girovagava da studen-
       te, che il giovanissimo Tenessee Wil-
       liams si facesse l’idea di un dramma
       che svelava il lato oscuro del sogno
       americano. Questa storia divenne il
       capolavoro di Williams un testo ama-
       to, odiato, comunque conosciuto in
       tutto il mondo, una pietra miliare del      Giovedì 11 e venerdì 12 marzo            caotica roulotte è celato un possibile
       teatro e del cinema, una storia in tre      Leverità di Bakersfield                  tesoro, un presunto quadro di Jackson
       atti che alzava il velo sulla macchina                                               Pollock. Il compito di Lionel, esperto
       oppressiva della famiglia, dell’anima       di Stephen Sachs                         d’arte di livello mondiale, volato da
       ipocrita dei pregiudizi, la feroce stupi-   con Marina Massironi                     New York a Bakersfield, è quello di fa-
       dità delle paure morali. Il dramma,         e Roberto Citran                         re l’expertise dell’opera che, in caso di
       premio Pulitzer nel ’47, mette per la       regia Veronica Cruciani                  autenticazione, potrebbe far cambiare
       prima volta l’America allo specchio su                                               completamente vita alla sua interlocu-
       cose come l’omosessualità, sesso, disa-     Due destini, due vicende umane lon-      trice. Il dialogo, che si svolge intera-
       gio mentale, famiglia come luogo non        tanissime che si incontrano nello sce-   mente tra le cianfrusaglie della casa-
       proprio raccomandabile, maschilismo,        nario di un’America sempre percorsa      roulotte, marca molto le differenze tra
       femminilità maltrattata, ipocrisia so-      da forti divari sociali. Maude, cin-     i due, ma nel prosieguo dell’incontro
       ciale. Col tempo è diventato veicolo di     quantenne disoccupata, appare come       accade che Maude si riveli assai meno
       altre ragioni, sociologiche, ideologi-      una donna ormai vinta dall’esistenza,    sprovveduta di quanto appare e la po-
       che. Il ruolo di Blanche Du Bois è af-      ma nell’evidente disordine della sua     sizione di Lionel appaia via via sempre
       fidato a Mariangela D’Abbraccio,
       grande interprete del nostro teatro e
       gradito ritorno al Teatro Sociale e il       Margherita Saltamacchia
       ruolo di Stanley Kowalski, che fu di
       Marlon Brando, è affidato a Daniele
       Pecci. La regia è affidata ad un grande
       maestro di fama internazionale, Pier
       Luigi Pizzi.

                                                                  – 21 –
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          Trattoria - Pizzeria
          GALLERIA
          via Vegezzi 4 - 6900 Lugano
          091 922 24 15
          www.trattoriagalleria.ch

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                                 TEATRO
                                                       AL SOCIALE        DI   BELLINZONA

                                                                                               Martedì 11 e mercoledì 12 maggio
                                                                         La menzogna           La menzogna

                                                                                               di Florian Zeller
                                                                                               con Serena Autieri, Paolo Calabresi,
                                                                                               Totò Onnis e Eleonora Vanni
                                                                                               regia Piero Maccarinelli

                                                                                               Desiderio, tradimento, verità e
                                                                                               menzogna in amore: sono questi i
                                                                                               temi della brillante commedia scritta
                                                                                               dal commediografo francese Florian
                                                                                               Zeller che hanno ispirato il regista
                                                                                               Piero Maccarinelli. Lo spettacolo vede
                                                                                               protagonista un cast d’eccezione
                                                                                               composto da Serena Autieri e Paolo
                                                                                               Calabresi, affiancati da Toto Onnis e
                                                                                               Eleonora Vanni. Due coppie di amici
       più fragile in una sorta di ribaltamen-     nista de “L’uomo nell’Olocene” di           si incontrano a una cena dopo molto
       to di ruoli che conduce all’epilogo.        Max Frisch - sembrano esistere solo la      tempo e avvertono un grande disagio
       Ispirato a eventi veri, questo dramma       pioggia, le interruzioni di elettricità e   tra loro. Paolo e Alice, Lorenza e
       comico crea domande vitali su ciò che       l’atmosfera da fine del mondo. Anche        Michele credono di vivere in un
       rende l’arte e le persone veramente au-     lui finirà e se ne rende conto. Nella so-   sistema di valori condivisi che si
       tentiche. Marina Massironi e Roberto        litudine del suo eremo in Valle Onser-      possono facilmente trasgredire:
       Citran, attori molto amati, lo inter-       none il signor Geiser ha trovato nella      l’adulterio sembra essere l’unico
       pretano magistralmente diretti da Ve-       memoria e nei libri in suo possesso le      orizzonte della vita coniugale. La
       ronica Cruciani.                            armi per resistere al tempo. La lotta è     commedia costringe gli attori ad
                                                   contro se stesso, contro l’erosione im-     abbandonare l’arco psicologico o
                                                   pietosa del suo corpo e della sua men-      narrativo dei personaggi, perché di
       Giovedì 22 e venerdì 23 aprile              te. Inizialmente legge, poi ritaglia,       volta in volta ognuno di loro è
       Olocene                                     schizza, attacca fogli alle pareti; riem-   chiamato a recitare o giocare un ruolo
                                                   pie lo spazio della sua casa di sapere,     opposto a quello che ha vissuto nella
       di Max Frisch                               come se tutte quelle parole possano es-     scena precedente e deve farlo con
       con Margherita Saltamacchia                 sere un esorcismo contro la morte. L’a-     molta leggerezza senza dare la
       e Rocco Schir                               dattamento di Stroppini e De Bene-          sensazione che sta mentendo. La
       regia Flavio Stroppini                      dictis parte dall’ineluttabile scomparsa    ridicola resa dei conti nel cerchio di
       e Monica De Benedictis                      del signor Geiser. La figlia Corinne        amici mostra la falsa morale che si
                                                   torna in valle per svuotare la casa del     nasconde dietro le convenzioni, ma la
       Nella valle selvaggia in cui abita il si-   padre. La donna si ritrova così nel mu-     dimensione non è psicologica: tutto è
       gnor Geiser - vedovo quasi settanta-        seo della conoscenza del genitore; di-      affidato alla parola, ai dialoghi. Il
       quattrenne di origini basilesi, protago-    sorientata, cerca di trovare un legame      grande inganno del teatro rimanda a
                                                   tra quell’accozzaglia di informazioni.      un abile gioco di maschere.
                                                   Ne esce una veglia al padre e al mondo
                                                   che ci ritroviamo a vivere oggi, così
                                                   fragile ed esposto alle intemperie che
                                                   l’uomo stesso ha provocato.

                                                                   – 23 –
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            Osteria Grotto                   da PIERINO - Cureggia
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                                                                                        a dizio
                                                                                      tr
                                                                                o stra ntinua:
                                                                            la n       co         !
                                                                     .. . e 3 anni al 1967
                                                                          da 5 attivi
                                                                                        d
                                                                                o
                                                                           siam
                                                                                              Cucina nostrana
                                                                                      La vera Polenta al camino
                                                                                     Salumi nostrani - Formaggi
                                                                                     Formaggini - Minestrone....
                                                                            Ambiente familiare - Ampio giardino

                                                                      CUREGGIA- Lugano - tel 091 941 87 96
             Propr.: Fam. Mauro Cassina                           www.grottopierino.swiss - info@grottopierino.swiss

                                                         – 24 –
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                                                    LUGANO
                                 TEATRO             IL FIT FESTIVAL INTERNAZIONALE
                                                    ALLA SUA VENTINOVESIMA EDIZIONE

           I   l FIT Festival si propone come
               sempre nei diversi spazi teatrali
       di Lugano. Questa à la sua ventinove-
       sima edizione che si terrà tra il 29 set-
       tembre e l'11 ottobre con una coda il
       12 e il 13 ottobre.
             Evento culturale dedicato al con-
       temporaneo, il FIT porta a Lugano le
       creazioni di alcuni tra i più interessan-
       ti artisti della scena teatrale e perfor-
       mativa svizzera, europea ed extraeuro-
       pea. L’arco della programmazione pre-
       senta artisti originari di Belgio, Fran-
       cia, Israele, Italia, Svizzera, Sud Corea,                                                                    Sergio Blanco
       Urugay e forse Argentina.
            La rassegna apre con due compa-
       gnie del territorio: il debutto interna-     20.30. Si tratta di uno straordinario     il dolore, spiegando anche la necessità
       zionale della danzatrice luganese Lore-      concerto per immagini, con musica         di celebrare qualcosa che ci collega co-
       na Dozio il 29 settembre (Palco Teatro       dal vivo, che appare come un'opera        sì tanto alla vita.
       LAC, ore 20.30). A partire dal 30 set-       profetica per temi e per forma, nel suo         Si prosegue con il doppio appun-
       tembre (Teatrostudio LAC, ore 20.30)         presentarsi come spettacolo dal vivo      tamento del 10 ottobre (Teatrostudio
       fino al 4 ottobre, la ripresa, dopo la       ma in assenza dei corpi. L'ultimo         LAC, ore 19.00 e possibile replica alle
       chiusura improvvisa per il lockdown,         week-end del FIT (9 ottobre, Palco        21.00) con Simon Senn, e il suo espe-
       della nuova installazione performativa       Teatro LAC ore 20.30) vede in scena lo    rimento con un corpo-avatar che lui,
       della compagnia Trickster-p. la quale        straordinario autore e regista franco-    attraverso una ricostruzione in 3D,
       esprime una linea poetica che pone al        uruguaiano Sergio Blanco, che torna       abita nella versione digitale, con le sue
       centro l'esperienza dello spettatore,        al festival dopo circa 10 anni con il     conseguenze esistenziali, legali e psi-
       nella convinzione che l’incontro con la      suo Memento Mori, che affronta un         coanalitiche. E, si spera, con l'attesissi-
       proposta artistica debba essere perso-       tema con cui oggi è inevitabile con-      ma Marina Otero (Teatro Foce, ore
       nale e immersiva.                            frontarsi. Con profondità, radicalità e   20.30), artista che gli organizzatori
            Apertura ufficiale, con Anagoor il      nitidezza ci convincerà che è possibile   hanno fortemente voluta, ma che a
       2 ottobre (Palco Teatro LAC, alle ore        parlare della morte senza evocare solo    causa della sua provenienza, l'Argenti-
                                                                                              na, forse non sarà possibile avere per
                                                                                              via delle disposizioni federali sui paesi
                                                                            Trickster-p       a rischio. Qualora riuscisse a parteci-
                                                                                              pare parlerà di Gustavo Garzon, attore
                                                                                              famosissimo abituato sempre e solo a
                                                                                              lavorare per lauti cachet. Uno spetta-
                                                                                              colo che diventa un incontro impossi-
                                                                                              bile tra il teatro e la performance, tra
                                                                                              l'arte e il denaro.
                                                                                                    In tutto sono 15 giorni, 17 spetta-
                                                                                              coli, 4 eventi collaterali, 6 incontri con
                                                                                              gli artisti, 3 laboratori di alta forma-
                                                                                              zione, la Radio on the road e le dirette
                                                                                              del team giovani, il progetto editoria-
                                                                                              le, il progetto sulla visione dedicato al
                                                                                              pubblico, le cene tematiche.

                                                                   – 25 –
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