Gli algoritmi proibiti di Google - FIAMMA LAROSA
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
L’AUTRICE Sono nata a Crotone, sullo Ionio, e ne sono molto orgogliosa. Sono, però, cresciuta fin da subito a Torino, e a volte mi manca. Vivo a Firenze da da quasi vent'anni. E non vorrei vivere altrove. Sono un'apolide e ho poche certezze: i miei figli, le Chesterfiel rosse e lo scrivere. Sono una scrittrice, una copywriter, una blogger. Scrivo da sempre. A volte penso di non saper far altro. Nelle volte che mi restano mi sembra di non voler far altro. 2
Nel 2011 ho partecipato al Premio Internazionale Firenze e ho vinto la medaglia di bronzo con un racconto sulla morte di mio padre. Vittoria che ho accolto con stupore quasi colpevole. Sempre nello stesso anno è nata Arianna è nata Orfana, la pagina Facebook grazie alla quale la scrittura ha smesso per me di essere hobby ed è diventata sperimentazione: versi slegati, prosa azzardata, punteggiatura strapazzata, ritmi sincopati. E tanto altro. Su Arianna la scrittura si è trasformata in terapia, scoperta, gioia e crescita. Ancora il 2011. Un amico mi ha chiesto: " perché non scrivi contenuti per il Web?". Mi ha insegnato ed io ho imparato. E sono diventata una content web writer. Poi c'è tutto il resto: collaborazioni come freelance con testate giornalistiche online, partecipazioni a movimenti culturali, sperimentazioni di stili diversi, concorsi letterari, blogging, progetti editoriali. Alcuni andati a buon fine. In questi anni ho capito che le parole sono strumenti meravigliosi che viaggiano a bordo della passione e delle emozioni, libere, ma che richiedono rigore, fatica ed attenzione quando devono essere messe in ordine per trasformarsi in risultato. Per questo nel 2015 ho accettato la sfida di trasformare 15 pagine di appunti molto tecnici ed un po' criptici, scritti dal fondatore di SEO-Magic, in un libro che desidera svelare i segreti dell'arte della SEO per dare, a chi lo vorrà, gli strumenti necessari per domare gli algoritmi di Google e conquistare il Web. Questa sono io e più o meno sono tutta qui. Curiosa, ottimista, timida e disobbediente. Una guerriera, a volte in cocci. Un po' strega. Un po' donna. Una scrittrice. 3
PREFAZIONE Perché nasce questo libro? A domanda chiara segue risposta altrettanto chiara. Per rendere la visibilità organica, naturale, sui motori di ricerca un bene alla portata di tutti. Portare, infatti, dieci chiavi piuttosto che cinquemila nell'agognata prima pagina di Google non deve essere il risultato di investimenti economici più o meno onerosi, come l'attuale regola di mercato impone, secondo il triste principio che sul podio ci sale chi spende di più, ma deve essere l'esito di una battaglia onesta ed onorevole in cui tutti i combattenti dispongono, alla pari, delle stesse armi e l'unica discriminate valida per ottenere la vittoria è la capacità di utilizzare il proprio ingegno ed il proprio intuito per elaborare strategie migliori rispetto a quelle degli avversari. Con questo obiettivo la SEO-Magic, azienda affermata e all'avanguardia del mondo IT, ha lavorato alacremente in questi ultimi anni ed ora è pronta a condividere con chi lo vorrà i risultati del suo costante e lungimirante impegno. E questa è la sfida che vi lancia: dotarvi degli strumenti per realizzare con le vostre mani e con la vostra creatività il vostro progetto e portarlo in prima pagina di Google. Per dieci o mille chiavi. Sarete voi a stabilirne il limite. Anche in solo mezz'ora. Sarete voi a stabilire in quanto. Ad un costo minimo e fisso, alla portata di tutti. Senza discriminazioni economiche. In pratica, se mi consentite un'estrema ed efficace sintesi, SEO-Magic lancia una sfida che, se vinta, rivoluzionerà il panorama del mondo SEO. E chiede aiuto a voi lettori per poterla vincere. Ci teniamo, però, a sottolineare che questo libro, oltre ad essere vetrina di presentazione di un prodotto/servizio assolutamente innovativo che farà tremare le fragili colonne portanti della Comunicazione sul Web, ha anche, e, forse, soprattutto, un'altra ambizione: vuole essere una trattazione che vi svelerà i segreti grazie ai quali si costruiscono le strategie che permettono ad alcuni siti di essere primi rispetto ad altri. Possiamo affermare, a costo di sembrare arroganti, che una pubblicazione sulla SEO gratuita e così completa non esiste nel panorama attuale del mercato editoriale. Utile a prescindere, quindi, al di là di quello che deciderete di farne un volta terminata la lettura. 4
Potete, dunque, intraprendere la lettura di questo manuale senza dover obbligatoriamente acquistare il prodotto che presenta e ritrovarvi comunque alla fine con in mano ed in testa quelle conoscenze che, ad oggi, appartengono ad una ristretta categoria di persone che ben si guarda dal condividerle. Con ironia, leggerezza ed un pizzico di umorismo vogliamo dipingervi un quadro chiaro e rendervi semplice e divertente un argomento ritenuto dai più complesso ed oscuro. Il tono colloquiale di tutto il saggio non solo serve per avvicinare il lettore più impaurito a temi di solito affrontati in modo volutamente cattedratico, ma rappresenta soprattutto lo spirito di chi questo libro l'ha fortemente voluto: Paolo Caviezel ed Andrea Ricci, i due creatori di SEO-Magic, e Fiamma Larosa, l'autrice. Perché noi crediamo che l'estrema chiarezza e tutta l'onestà di cui siamo capaci siano gli investimenti migliori che possiamo fare per conquistare la vostra fiducia. Quella vera. Buona lettura. 5
INTRODUZIONE Era luglio del 2011 quando Paolo Caviezel mi chiamò per propormi, con il suo solito calibrato entusiasmo, di collaborare con lui. «Mi serve una scrittrice. Sai mica dove posso trovarne una?» esordì sornione come se nulla fosse. «Per scrivere cosa?» chiesi, mentre la sottile ansia che Paolo spesso mi suscita cominciava a farsi strada tra i sorrisi che sempre mi strappa, «come stai?» «Bene, benissimo!» mi rispose all'istante senza risparmiare sui punti esclamativi, «ho bisogno che tu mi scriva dei testi ottimizzati per i motori di ricerca.» «Testi ottimizzati? »domandai spiazzata. «Io?!» «Certo!» incalzò lui apparentemente incurante e sicuramente divertito per il mio stupore. «Sei la mia scrittrice preferita. Sarebbe per me un onore se li scrivessi tu.» «Addirittura un onore» mi schermii imbarazzata, «non sono capace» pigolai, «non so nulla di ottimizzazione e di motori di ricerca» conclusi mugugnando lamentosa. «Sai scrivere?» «Sì...» «Allora siamo a posto. Tu scrivi e basta. Al resto ci penso io. Ti darò lo strumento che ti permetterà di ottimizzare per i motori di ricerca i tuoi testi. Si tratta di un'applicazione nuova, sulla quale io ed i miei soci stiamo lavorando da tempo e che finalmente siamo riusciti a produrre. E abbiamo bisogno di te per testarla. Partiamo dal presupposto che chiunque ha un sito desidera avere visibilità e raggiungere la prima pagina di Google. SEO-Magic, questa applicazione, appunto, è la soluzione ideale per riuscirci, ma, come tutti gli strumenti, non funziona se non la si utilizza nel modo più corretto: bisogna scriverci dentro e bisogna saperlo fare. Visto che non siamo riusciti ad inventarci una "macchina" che sappia scrivere, ci siamo inventati la "macchina" perfetta per chi sa scrivere. Io ti do lo strumento e tu ci metti dentro le tue parole» concluse lapidario, pericolosamente pronto a cambiare discorso. «Mi stai prendendo in giro, vero? » bofonchiai per nulla convinta. «No, assolutamente. Ascoltami. Io ti assegnerò via via degli argomenti e la tua unica preoccupazione dovrà essere quella di scrivere contenuti belli, accattivanti e che siano inerenti a ciò che stai descrivendo. Utilizzerai SEO-Magic per elaborare i tuoi testi in modo che piacciano così tanto a Google che li porterà automaticamente in prima pagina nel giro di qualche giorno. L'applicazione calcolerà e ti guiderà; tu creerai.» 6
In quel momento mi tornò in mente quando, qualche mese prima, avevo chiesto ad un esperto SEO un preventivo per poter ottimizzare il mio blog di attualità, cronaca, scrittura e poesia affinché potesse essere trovato da tutti quei lettori che ancora non avevo e avrei voluto avere. Soprattutto mi tornarono in mente l'espressione eroica del titolare della web agency a cui mi ero rivolta, «Eh, non è mica facile, qui. È un lavorone, ma con un po' di impegno possiamo tirarci fuori qualcosa di buono», e la cifra in grassetto, una collezione di zeri, in fondo al foglio del preventivo. Il connubio tra entità del totale e le difficoltà espresse dal consulente mi lasciò addosso la sensazione che le competenze necessarie per poter rendere visibile il proprio sito ai destinatari per cui è stato creato per le chiavi di ricerca più efficaci a tale scopo siano di difficile apprendimento ed applicazione, tanto da rendere tutto ciò che ruota intorno alla SEO un insieme di preziose informazioni per pochi eletti, da tramandarsi con discrezione, come la ricetta della coca cola. Mi prese il panico. Se Paolo mi avesse chiesto di scrivere un trattato sulla semantica della lingua italiana mi sarei sentita più all'altezza. «Ma, Paolo, io scrivo articoli, racconti, poesie e romanzi incompiuti, non pagine ottimizzate per i motori di ricerca» cominciai a piagnucolare. «Non ti devi preoccupare di nulla, ti ho detto» mi interruppe senza farmi finire il teatrale pianto «SEO-Magic è un tool che già sa come Google analizzerà il tuo testo quando lo esaminerà e ti aiuterà a scriverlo in modo che possa passare l'esame a pieni voti ed ottenere le prime posizioni senza dover pagare pubblicità o altro. In pratica sarà Google stesso a portare in alto le pagine da te scritte semplicemente perché gli piaceranno. Vedi, mentre scriverai, SEO-Magic, come una sorta di correttore word, ti controllerà in tempo reale i testi dandoti le indicazioni per scriverli correttamente nei tag che poi verranno analizzati dagli spider. E questo, insieme alla tua capacità di scrivere, ti permetterà di creare contenuti perfetti per i motori di ricerca. Sarà una passeggiata. Fìdati di me.» Ecco. Fregata. Tool, spider, tag. Io non sapevo neanche dove mettere la lingua per pronunciarle nella mia testa, quelle parole lì, ma il "Fìdati di me" non mi lasciò scampo. Dal luglio 2011 ho scritto più di mille pagine che ancora mantengono nel Web le prime posizioni con oltre diecimila keywords vincenti. E questo grazie anche a SEO-Magic, la web application che ho imparato ad usare e di cui vi parlerò in questo manuale, e all'aiuto di Paolo e dei suoi collaboratori. ……… 7
Luglio 2015. Qualche settimana fa Paolo Caviezel mi ha chiamata per propormi, con il suo solito calibrato entusiasmo, di collaborare con lui. «Ci hanno chiesto un libro su di noi. Mi serve una scrittrice. Sai mica dove posso trovarne una?» Vi giuro. Gli sorrideva la voce. Ed eccoci qui, dunque. Io ho un po' di anni da portare e qualche figlio a cui tentare di lasciare il buon esempio. Ho vissuto l'avvento del Web come tutti quelli della mia generazione. Ero, allora, una ragazza appassionata di parole e di tempo per poterle contenere e non riuscivo a capire "dove" stesse Internet, come fosse possibile che esistesse uno spazio invisibile talmente grande da poter permettere a chiunque di condividere un qualsiasi contenuto desiderasse condividere. Sono cresciuta con le cabine telefoniche sempre occupate ed il gettone in ottone scanalato su entrambi i lati che valeva duecento lire ed ancor oggi che, come tutti, vivo con il mio smartphone sempre a portata di mano, mi stupisco se guardo indietro e vedo quanta strada ha fatto la Comunicazione in questi ultimi vent'anni. Agli albori del World Wide Web facevo la hostess nelle fiere, vendevo le connessioni di un piccolo provider di Torino e non capivo mica bene cosa stavo vendendo. Compilavo moduli, dicevo quello che mi avevano detto di dire e supplivo a ciò che non sapevo sorridendo ed inventando. Ma una cosa mi è stata chiara fin da subito, e cioè che il Web è un immenso scatolone, pressoché infinito, in cui la parola libertà assume un significato che merita di essere preso in considerazione. Libera informazione, libero pensiero, libera parola, libero mercato. E si sa che dove c'è libertà c'è anche confusione, pericolo, rischio, responsabilità. Con questo spirito nasce l'idea di questo manuale: rendere fruibile a tutti la possibilità di veicolare autonomamente le informazioni che si pubblicano sul Web in modo che arrivino a destinazione, districandosi nella giungla dei miliardi di contenuti che ci sono in Rete. Oggi quasi tutti hanno un sito, un blog o una semplice bacheca Facebook e ormai tanti sono i programmi che ne permettono la creazione gratuita. Ma quasi nessuno sa come raggiungere la prima pagina di un motore di ricerca e, soprattutto, quasi nessuno sa che può farlo in completa autonomia con facilità e sicurezza. Questo manuale vuole essere una guida semplice e completa di come questo può accadere grazie a SEO-Magic. Senza supponenza e con il massimo rispetto nei confronti delle sudate competenze di tutti i professionisti del settore. Questo gruppo di persone desiderano mettere a disposizione le loro conoscenze tecniche, la loro esperienza e le logiche degli strumenti che insieme hanno creato perché credono fermamente che la visibilità sul Web debba essere libera per tutti. Questo il loro grande sogno. E hanno chiesto a me di trovare le parole per raccontarvelo. 8
So cosa state pensando. Lo so. Tutte chiacchiere. Però permettetemi di dirvi una cosa: se ce l'ho fatta io a portare nella prima pagina di Google i siti che ho descritto spaziando nel panorama più variegato del mercato del Web, imprese di onoranze funebri, ditte che producono software, ingrossi di oggettistica per feste e accessori per il Carnevale, studi di fisioterapia, laboratori per la ricostruzione delle unghie, tanto per fare solo qualche esempio, beh, dicevo, se ce l'ho fatta io, state certi... ce la farete anche voi! Fidàtevi di me. Fiamma Larosa 9
CAPITOLO PRIMO Cenni storici: nascita della SEO e del concetto di Content Non ci resta che trovare un inizio da cui partire. Cominciamo dai macro-concetti, le fondamenta di tutto quello che andremo a trattare, e fissiamo qualche punto fermo in quel vocabolario che dobbiamo imparare ad usare. In questa sezione ci occuperemo di fare un po' di chiarezza su queste due parole, ormai dei must del World Wide Web: SEO CONTENT 1. L'evoluzione della ricerca nel web dalle origini ad oggi SEO Acronimo inglese dietro cui si cela l'espressione Search Engine Optimization che possiamo tradurre in italiano con Ottimizzazione per i motori di ricerca. Cosa significa ottimizzazione? Possiamo dire che è quell'insieme di operazioni / strategie / tecniche /abilità /regole per rendere ottimo, quindi indiscutibilmente buono, un qualcosa. Che cosa? Un sito, un blog, un qualsiasi contenuto pubblicato sul Web. A chi deve piacere il mio contenuto? Ai motori di ricerca, e cioè a quegli immensi contenitori che tutti noi utilizziamo per trovare ciò che cerchiamo in Rete. Google, tanto per intendersi, è il motore di ricerca più importante del mercato internazionale attuale, pertanto quello maggiormente consultato ed ambito; ma non è l'unico, come vedremo nel corso di questa trattazione, Perché i miei contenuti devono piacere ai motori di ricerca? Perché in questo modo verranno inseriti nelle SERP, altro acronimo inglese d'importanza capitale che significa Search Engine Results Page, ovvero quelle pagine di risultati che Google presenterà, dopo aver cercato tra i miliardi di contenuti presenti sul Web, a quell'utente che lo interrogherà alla ricerca di qualcosa di attinente al contenuto da me pubblicato. 10
Facciamo un esempio. Produco bigiotteria artigianale e voglio vendere le mie creazioni attraverso il mio sito. Il mio obiettivo dovrà essere che quell'utente che scrive nella barra di ricerca di Google vendita on-line di orecchini fatti a mano trovi la pagina del mio sito che descrive gli orecchini da me creati nella prima SERP. Questo perché quell'utente è per me un potenziale cliente ed intercettarlo, apparendo prima degli altri siti concorrenti, è di vitale importanza per la sopravvivenza del mio progetto commerciale. A cosa serve, infatti, avere un sito, un blog o una bacheca Facebook tematica se non riesco a raggiungere e catturare i destinatari del mio messaggio? APPARIRE. Giratela come volete, ma questo è l'obiettivo fondamentale sul Web e possiamo, dunque, concludere dicendo che la SEO è quell'attività indispensabile finalizzata a portare, attraverso una serie di operazioni, visibilità nei motori di ricerca ad un contenuto web. Il primo sito è stato pubblicato nel 1991 ed i primi motori di ricerca sono entrati nel mercato qualche anno dopo. Il 1997 vede sia la nascita di Google che quella dell'acronimo SEO. Siamo, pertanto, di fronte ad un evento, l'avvento del World Wide Web, relativamente giovane, ma che rappresenta una vera e propria rivoluzione sociale, la cui evoluzione ha galoppato con ritmi da progressione geometrica a crescita esponenziale. Alla fine dello scorso millennio, agli albori della SEO, perciò, le tecniche per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca si basavano esclusivamente sulla presenza di parole chiave nei contenuti che venivano scansionati dai crawler, o spider o bot, cioè quei potenti software che cercano nella giungla del Web tutte quelle pagine che abbiano informazioni attinenti rispetto a ciò per cui l'utente interroga il motore di ricerca in prima battuta. Apparire, in quegli anni lì, risultava assai semplice. Era sufficiente, infatti, inserire un po' di testo in modo strategico, magari nascosto, non visibile all'utente, testo bianco su sfondo bianco, tanto per farvi un esempio, per riuscire a catturare qualsiasi navigante del Web. Riprendiamo il nostro sito di creazioni artigianali, facciamo finta di essere ancora alla fine degli anni novanta e aggiungiamo la chiave nascosta sesso on-line nella home. Chiunque digitasse sesso on-line nella barra di ricerca si ritrovava nella SERP restituita dal motore il mio sito di bigiotteria, il quale, ovviamente, nulla c'entrava con la chiave immessa. Ora so che per voi sarà stupefacente scoprirlo, ma la chiave sesso annoverava, e ancora annovera, appassionati cultori e questa era una tecnica spesso utilizzata per infiltrarsi nelle ricerche degli spider. A quei tempi il Web era davvero una caotica e confusa accozzaglia di informazioni gestite in modo assai blando ed il sistema di gestione delle stesse, che possiamo definire quantomeno banale, era fragile e facilmente violabile. Con la spiacevole conseguenza che non si riuscivano ad avere dei risultati veramente validi per le ricerche che gli utenti si ritrovavano a fare. È dal biennio 2003-2005 che si comincia a cambiare veramente rotta, quando Google inizia a rilasciare i suoi primi aggiornamenti che verranno seguiti, negli anni successivi, da altre release, sempre più numerose e specifiche. Ci si accorge che le strategie precedenti non solo non sono etiche e vìolano tutte le regole della correttezza, ma, soprattutto, non sono utili né lungimiranti. Se io in Rete cerco orecchini, braccialetti e spille con cammeo e mi ritrovo la storia illustrata delle tecniche del Kamasutra, alla lunga perderò fiducia nel Web. 11 E la credibilità è qualità preziosa. Non solo su Internet.
L'ottica della SEO comincia, pertanto, fortunatamente a cambiare e l'attenzione si sposta sempre più verso l'utente finale. Tutti gli aggiornamenti di algoritmi che Google e gli altri motori di ricerca hanno rilasciato in questi ultimi dieci anni hanno, infatti, il forte obiettivo comune di veicolare il messaggio verso un pubblico ben targettizzato attraverso una ricerca personalizzata che soddisfi davvero i criteri delle query per cui si interrogano i motori, in modo che il World Wide Web sia veramente un immenso libero mercato del sapere e della condivisione delle informazioni. Fare SEO in questi ultimi anni è sicuramente molto più difficile, ma possiamo stare certi, o almeno molto più certi di ieri, che se oggi cerco orecchini e braccialetti non troverò l'opera omnia di Tinto Brass. E, ovviamente, viceversa. 2. Stewart Brand Se vi dico Motore di Ricerca so che tutti sapete di cosa stiamo parlando. Consultate Google ogni giorno e non avete certo bisogno che io vi spieghi cos'è! Ma dedicatemi cinque minuti, dieci?, e, forse, dopo vi accorgerete di aver fatto un po' più di ordine tra le cose di cui, sicuramente, avete già sentito parlare perché appartengono, in qualche modo, al sapere, seppur superficiale, collettivo. Allora, cos'è un motore di ricerca? Diciamo che è un potente aggregatore di una certa categoria di contenuti. Praticamente è uno strumento che mette ordine nella giungla di informazioni presenti in un contesto come Internet e le restituisce agli utenti già filtrate ed ordinate secondo degli specifici interessi. Come fa? Proviamo a semplificare al massimo. Un motore di ricerca è un insieme di potentissimi e giganteschi computer collegati fra di loro che leggono velocemente TUTTE le pagine presenti in Internet e le schedano, attraverso dei criteri dettati da software preposti, creando degli indici che vengono poi presentati agli utenti quando digitano una query, cioè immettono una chiave di ricerca nella toolbar di un motore. Torniamo al nostro sito di creazioni artigianali, digitiamo la solita chiave di ricerca vendita on-line di orecchini fatti a mano e attendiamo. Google, o chi per lui, ci presenterà delle SERP che saranno composte dall'elenco, precedentemente salvato nella memoria comune del gruppo di computer, di tutte quelle pagine presenti in Rete che sono indicizzate secondo determinati criteri attinenti alla chiave immessa. In un certo senso potremmo, allora, aggiungere che anche un'enciclopedia può essere considerata una sorta di motore di ricerca, perché altro non è che un insieme di contenuti ordinato secondo parametri ben definiti. Ma i più attenti di voi si saranno già accorti della differenza, fondamentale, che c'è tra Google e la Treccani. Sul Web vengono quotidianamente pubblicati un'indefinita quantità di contenuti nuovi e incessantemente gli spider dei motori leggono le pagine che circolano in Rete aggiornando costantemente gli indici salvati e, di conseguenza, le SERP. L'enciclopedia è, invece, un insieme finito di informazioni ed i contenuti presenti in essa sono limitati. Un motore di ricerca è DINAMICO, quasi liquido, in continuo movimento e, per questo, imprevedibile; l'enciclopedia è 12 STATICA, certa, immutabile.
Possiamo, ancora, aggiungere che il sapere presente in un'enciclopedia è UNIDIREZIONALE, parte da chi sa per arrivare a chi non sa e ha curiosità o necessità di conoscere o approfondire qualcosa. Il sapere presente in Rete e restituito dai motori di ricerca è, invece, condiviso, senza confini e con potenzialità che tendono all'infinito. Eppure, se andiamo all'origine di tutto, scopriamo che l'antesignana del motore di ricerca è stata una pubblicazione cartacea, somigliante ad un'enciclopedia nella sua forma, pertanto, ma realmente più simile ad un motore nella sua sostanza. Siamo nel 1968, negli Stati Uniti, e Stewart Brand, un bizzarro e creativo biologo, pubblica il primo numero di The Whole Earth Catalog, che diventerà nel giro di breve tempo una rivista cult per i giovani di quell'epoca. Collochiamoci storicamente. Siamo alla fine degli anni '60 in un'America del Nord sfinita dalla Guerra del Vietnam, fibrillante per i cambiamenti che freneticamente si stavano affacciando alla finestra di una Storia che neanche i più giovani di voi possono ignorare. I Beatles cantavano All you need is love ed i Rolling Stones rispondevano con Satisfaction, le donne indossavano la minigonna e gli occhi di tutti erano puntati in alto in attesa di quel 20 luglio che arrivò l'anno dopo a fermare il respiro del mondo, quando Neil Amstrong mise piede sulla Luna e cominciò a saltellare in bianco e nero sui nostri teleschermi. Siamo nel pieno di quella che si stava preparando ad essere una vera e propria rivoluzione che avrebbe portato alla nascita di quella controcultura hippy che caratterizzò gli anni successivi. Ripeto. Siamo nel '68, trent'anni prima della nascita di Google. E Stewart Brand, un vero genio, lasciatemelo dire, pubblica il primo numero di The Whole Earth Catalog, il cui nome è già tutto un programma: Il Catalogo della Terra tutta intera. Tutta intera. Sono gli anni in cui Stewart va in giro per l'Università di Berkeley a distribuire volantini adesivi con su scritto: NASA: why haven't we seen a photo of the whole Earth yet? (NASA: perché non abbiamo ancora visto una foto della Terra tutta intera?) Ora, che una certa dose di imprevedibile follia animasse il giovane Brand è indiscutibile, ma il fuoco che lo spingeva a fare volantinaggio nel campus dell'Università era alimentato dall'ideale, alto, sottolineerei, di contribuire ad abbattere le barriere del forte razzismo che dilagava in quegli anni. Stewart era, infatti, convinto che, se gli uomini avessero visto la foto della Terra circondata dal nulla profondo dello Spazio, avrebbero percepito emotivamente di far parte di un tutt'uno, di un'unica Terra, di un'unica patria da condividere e proteggere perché bene comune di tutti. Con questo spirito pubblica il primo numero della rivista (ve lo racconto che in copertina campeggiava una foto della Terra vista dall'alto? Ovviamente tutta intera!), che, poi, alla fine, era un catalogo che annoverava un elenco di materiali, attrezzi da lavoro, libri, mappe e qualsiasi altra cosa potesse rivelarsi utile alla comunità, con tanto di prezzi e fornitori. 13
Mi, e vi, chiederete: cosa c'è di così innovativo in un elenco di oggetti ed informazioni? Ed io vi rispondo: l'intento, rivoluzionario, della condivisione. Stewart, infatti, chiedeva espressamente commenti ed aggiornamenti ai suoi stessi lettori che via via venivano pubblicati nei numeri successivi. Così come la Terra era un bene della comunità, anche il sapere era un bene da condividere, in cui ogni singolo era un indiscusso ed indiscutibile protagonista. La rivista ebbe un grande successo di pubblico e Brand ed i suoi collaboratori continuarono a pubblicarla fino al 1972, quando uscì il numero intitolato The last Whole Earth Catalog, che sarebbe dovuto essere l'ultimo, anche se poi, per amor di cronaca, non fu veramente così. E, udite udite, volete sapere cosa c'era sulla copertina? La foto di una strada di campagna accompagnata dalla frase “Stay Hungry, Stay Foolish”, il famoso mantra che ormai spopola da quando Steve Jobs, altro genio, lo usò per chiudere lo splendido discorso tenuto agli studenti dell'Università di Stanford nell'ormai lontano 2005. E chi di voi ha avuto l'attenzione di ascoltare quel discorso fino in fondo, sa che lo stesso Jobs raccontò di Stewart Brand, confessando la sua passione giovanile per il Whole Earth Catalog da lui stesso definito "il progenitore di Google". Stay Hungry. Stay Foolish. Non smettere mai di essere "affamati", curiosi, aperti al nuovo, volitivi. E credere nella propria "follia", nella propria imprevidibilità, nelle proprie idee. Questo è quello che Internet ci offre. La possibilità di scoprire ciò di cui siamo curiosi, attraverso la condivisione del nostro e dell'altrui sapere, senza pomposi professori che dal piedistallo ci indicano i nostri limiti. E, ancora, la possibilità di costruire e perseguire i nostri progetti dotandoci di tutti gli strumenti necessari per poterlo fare. A parte il coraggio di credere nelle nostre idee. Quello, su Google, non si trova. 3. Content is king Ed eccoci arrivati al vero pilastro della nostra struttura, intorno a cui tutto ruota: il contenuto. Ed anche qui incontriamo un mostro sacro del Web: Bill Gates. La frase Content is King è stata da lui pubblicata in un suo articolo del 1996, un anno prima della nascita di Google. Come tutti i geni anche il fondatore di Microsoft è stato, ed è, un precursore, forse proprio perché il genio altro non è che la capacità di "vedere" delle cose che ancora sembrano non esserci, ma che in realtà già ci sono, disegnate tra le trame della sottile ragnatela tesa tra passato e futuro, in cui il presente è solo un filo dell'intricato diagramma. In sintesi nel suo articolo Gates sostiene che con un pc ed un modem chiunque è in grado di pubblicare qualsiasi tipo di contenuto, testuale, grafico o multimediale, e divulgare qualsiasi informazione. Non è questa la difficoltà con Internet, anzi. Il vero problema è di riuscire a dare profondità, spessore, rilevanza a ciò che pubblichiamo, in modo che riesca ad emergere, a galleggiare nel mare magnum che è il Web. 14
Ai tempi in cui Bill scrisse questo articolo la prospettiva che si andava profilando sul mercato era quella di mettere in evidenza i contenuti attraverso investimenti di pubblicità e abbonamenti periodici e la lungimiranza di Gates si palesa, col senno del poi, ovviamente, proprio nell'essere stato in grado, già nel 1996 quando la gente era ancora a bocca spalancata di fronte all'avvento del Web e, quindi, sicuramente molto più disponibile di oggi ad investire in pubblicità e link a pagamento, di mettere in discussione quella stessa politica allora apparentemente indiscutibile e di augurarsi la liberalizzazione del mercato editoriale su Internet in modo da renderlo fruibile a tutti, ricco non solo di idee e prodotti, ma anche e soprattutto di contenuti. Bill Gates riuscì a PREvedere con netto anticipo quello che oggi è un must: il contenuto, su Internet, la fa da indiscusso padrone ed è il veicolo principale da utilizzare per far partire il successo del proprio messaggio. Non credo che, al giorno d'oggi esista un SEO copywriter che non abbia marchiato a fuoco sulla scrivania il motto Content is King, pena l'esclusione con demerito dalla categoria. E si ritorna a quello di cui abbiamo in parte già parlato: per questo negli ultimi dieci anni i motori di ricerca si sono sempre più perfezionati ed hanno introdotto regole di valutazione sempre più precise per determinare l'effettivo merito e, quindi, diritto di un qualsiasi contenuto di stare in prima pagina. I content, oggi, sono effettivamente quell'elemento imprescindibile, anche se non sufficiente, per scalare le posizioni nelle SERP. Dico non sufficiente perché a parità di correttezza di struttura in chiave SEO (vedremo in seguito cosa ciò significa) sicuramente Google premierà quella pagina che: ha contenuti di qualità, accattivanti, originali ed unici, coerenti con il contenuto di riferimento; ha contenuti matematicamente corretti che soddisfano i parametri degli spider dei motori di ricerca; ha un codice sorgente, ovvero il linguaggio html con cui sono scritte le pagine prima di essere pubblicate, pulito, ordinato e scritto secondo gli attuali criteri di ottimizzazione. E se consideriamo che anche il codice sorgente è un contenuto, comprendiamo bene come la frase Content is King sia incontestabile. 4. Come fare SEO oggi. E come non farla. Abbiamo visto cos'è un motore di ricerca e abbiamo anche ampiamente spiegato come fare SEO oggi significhi posizionare "organicamente", cioè in modo naturale, le nostre pagine nei motori tramite la scrittura di contenuti semanticamente e matematicamente corretti e non per mezzo di marketing a pagamento. Ma tutto ciò non basta, ahinoi. Mancano due processi fondamentali, uno ante ed uno post la scrittura dei nostri contenuti: ANTE: l'analisi preliminare del progetto finalizzata a determinarne le struttura e la lista di keywords da portare in prima pagina; 15 POST: la pubblicazione del nostro lavoro nel modo corretto in modo da evitare che Google lo penalizzi perché non riesce a leggere i nostri contenuti.
Ma non ho finito qui. Volendo essere pignoli abbiamo anche visto come NON fare SEO. È ormai chiaro che il miglioramento qualitativo dei motori di ricerca mira a penalizzare tutti coloro che fino ad oggi hanno sfruttato la fragilità strutturale degli stessi motori per poter ottenere visibilità, in barba all'etica deontologica e alla correttezza. In passato potevamo permetterci di: farci trovare con keywords in contenuti non visibili agli utenti aggiungendo testo nascosto (stesso colore di fondo, sotto un'immagine, fuori dallo schermo); mostrare contenuti diversi a seconda di chi analizza il sito (utente o motore di ricerca), in modo da trarre in inganno Google e farci indicizzare per un qualcosa di diverso rispetto a quello che poi viene mostrato all'utente; abusare di keywords nei tag sorgenti attraverso lo scorretto utilizzo del TAG metakeywords; abusare in modo indiscriminato del link-building, cioè quell'insieme di operazioni che ha come fine quello di creare una rete di link verso il nostro sito cercando di alzarne il pagerank, parametro che può essere visto come l'indice di popolarità, secondo l'arcaico principio che più link si hanno più popolari si è. Oggi non solo tutto ciò non è più efficace, ma diventa addirittura controproducente e deleterio perché Google ci penalizzerebbe pesantemente, fino alla cancellazione definitiva delle nostre pagine dagli indici dei motori. Riassumendo tutto quello che abbiamo detto fin qui possiamo, allora, affermare che oggi fare SEO significa progettare la struttura del nostro sito e pubblicare dei contenuti di qualità creativi ed originali per determinate chiavi vincenti seguendo regole semantiche e matematiche ben precise in modo che le nostre pagine vengano scansionate dai crawler dei motori di ricerca ed indicizzate al fine di apparire nella prima SERP dei risultati di una query di un utente interessato al nostro contenuto. Tutto ciò senza barare. Tutto chiaro, no? Spaventati, eh? Ammettetelo. Vi avevo promesso facilità e se rileggo quanto ho scritto su mi domando io stessa come ho fatto. E vi giuro che non ho suggeritori nascosti sotto la sedia. Eppure...rileggete, dài! 16
La SEO è un'arte in continua evoluzione e non dovete fidarvi di chi vi dice che le regole per poterla agire sono rigide ed incomprensibili, ad appannaggio di pochi eletti. Esistono strumenti adeguati, strumenti che fanno analisi matematiche sui contenuti e ci aiutano a capire se stiamo operando correttamente mano a mano che procediamo nel nostro lavoro. Ed anche questi strumenti sono in continua evoluzione, come l'universo che gli si muove intorno. Domani potrebbero essere diversi. SEO-Magic è uno di questi strumenti. SEO-Magic vi può guidare, dall'inizio alla fine del vostro progetto, aiutandovi a superare le barriere di quello che pensate di non sapere. Poi, certo. La creatività e la fiducia nei vostri mezzi personali dovete mettercele voi. Non esiste, fortunatamente, copyright su queste qualità. E diciamocelo sinceramente. Per fortuna. 17
CAPITOLO SECONDO Primi passi: HTML, spider e long tails 5. Premesse all'ottimizzazione di un progetto Abbiamo capito cos'è il posizionamento organico e ne abbiamo messo in evidenza la caratteristica principale: ci permette di far apparire il nostro sito nella prima pagina dei motori di ricerca senza ricorrere a link a pagamento. Ok. Non male, no? Però, diciamolo, non ci basta. Abbiamo ancora paura. Insomma, noi ci facciamo il nostro sito, con SEO-Magic lo ottimizziamo e lo portiamo in prima pagina di Google, e poi? Tra sei mesi che succederà? Sarà ancora in pole position o ci toccherà rifare tutto da capo? Bene, dovete sapere che, seppur legittime, le nostre paure sono infondate. Infatti un buon posizionamento organico produce non solo, appunto, un buon posizionamento, ma anche dei risultati stabili e duraturi nel tempo. Non saremo più costretti a dover mettere mano alle nostre pagine per mantenere i risultati acquisiti, anzi, al contrario possiamo tranquillamente affermare che più tempo passerà più i nostri contenuti non modificati aumenteranno di valore, consolidando il posizionamento delle chiavi trasmesse a livello semantico ai motori. Questo processo avrà come effetto il rendere stabile il nostro sito web, con la felice conseguenza che la nostra azienda, il nostro business o, più semplicemente, il nostro contenuto godrà di un ritorno d'immagine sicuramente vincente, garantendo all'utente potenzialmente interessato quella credibilità tanto importante di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente. Possiamo, dunque, tranquillizzarci. Il piccolo investimento che ci accingiamo ad affrontare per poter utilizzare l'applicazione e l'esperienza dei consulenti che SEO-Magic ci mette a disposizione è una tantum e serve ad ottenere risultati che saranno definitivi e stabili. 6. Cosa intendiamo per contenuti Nel capitolo precedente abbiamo messo un pesante accento su quanto i contenuti siano il vero pilastro della struttura che regge il nostro sito. Ricordate il mantra Content is King? Ma cosa sono esattamente questi benedetti contenuti? Ebbene, i content altro non sono che le vostre pagine, e sono così importanti perché è attraverso di esse che comunichiamo le keywords ai motori di ricerca. 18 Semplice.
Ma come fanno gli spider a leggere le nostre pagine? Aprite una qualsiasi pagina di un qualsiasi sito utilizzando il browser che siete soliti usare. Fatto? Bella la vostra pagina, eh? Avrà un titolo, delle immagini, dei link, delle parti di testo, forse dei video o, che so, quello che volete voi. Guardatela bene bene, fatevela scivolare tra gli occhi, invidiatela, magari, anche un po', perché piacerebbe tanto anche a voi avere una bella pagina colorata ed accattivante in quel modo lì. Certo che è nella prima pagina di Google e tutti la trovano, guarda lì come è bella. Giusto? No. Sbagliato. I famosi spider (ma ve li immaginate anche voi come dei ragnetti urlanti e selvaggi che si calano giù dal misterioso Web appesi al loro filo di ragnatela e si mettono a curiosare nella vostra pagina per decidere cosa gli piace o no o è un mio personale delirio da scrittrice con la fantasia ormai irrimediabilmente compromessa?)… dicevo, i famosi spider di tutto ciò che state vedendo e invidiando voi non guardano niente. O quasi. Infatti, so che dopo l'immagine folkloristica dei ragnetti arrembanti è difficile crederlo, GLI SPIDER NON HANNO GLI OCCHI e, quindi, non valutano la costruzione grafica del vostro sito, l'immagine seduttiva che, attraverso una certa composizione di vari elementi, sta catalizzando la vostra attenzione. Agli spider, per parlare chiaro, di tutta quella roba lì non gliene frega nulla. E questa è la prima notizia. Passiamo alla seconda. Cliccate su una qualsiasi parte dello schermo il tasto destro e dal menu a tendina che appare selezionate il comando visualizza sorgente pagina o HTML o qualcosa di simile. Fatto? Bene. Quello che vi appare è il codice sorgente, cioè il linguaggio informatico, con cui le vostre pagine sono scritte: il famigerato HTML. Ve lo presento. Ricordo che la prima volta che mi trovai ad avere a che fare con quei geroglifici che avete sotto gli occhi stavo cercando di costruire la mia pagina su Facebook. Vi sto parlando del 2011, proprio l'anno in cui Paolo Caviezel mi chiese di scrivere testi ottimizzati. Mi misi a costruire la landing page, a quei tempi era di gran moda averne una sulla propria pagina facebookiana, che, nei miei intenti, doveva essere la pagina di presentazione del mio poetico e nevrotico spazio sul famoso social network. 19
Fu un'esperienza quasi mistica; il mio obiettivo era di creare qualcosa che apparisse accogliente, delicato, quasi magico, sicuramente fiabesco: l'immagine di una donna bruna di spalle avvolta nel suo soffice vestito che si avviava verso il mare con i capelli che sventolavano leggeri nell'aria, una scritta/poesia/prosa lirica che si snodava apparentemente disordinata lungo le curve della donna e declamava l'incipit Sono figlia di un litigio tra mare e vento ed in sottofondo Fabrizio De Andrè che cantava Se ti tagliassero a pezzetti. Cioè, non so se mi sono spiegata! Ci spesi settimane per riuscire a capire che per raggiungere il mio obiettivo avrei dovuto comprendere il funzionamento, o almeno qualche base di funzionamento, dell'HTML per poter far atterrare i miei lettori in quel luogo fantastico che mi suonava nella fantasia, perché, se avete ancora sotto gli occhi quella lista di codici incomprensibili lo capite meglio, sul Web la “forma” non corrisponde alla “sostanza”, e l'HTML è la nostra “sostanza”. Acronimo di HyperText Markup Language, è, appunto, un linguaggio di markup, cioè un linguaggio informatico che consente di descrivere dei contenuti attraverso dei marcatori detti tag, i quali servono a mettere in evidenza le varie parti del nostro contenuto con il fine di dare alle macchine le istruzioni su come gestire le suddette parti. In pratica attraverso i tag diciamo al browser come visualizzare i nostri contenuti. È come se fossero insegne al neon a forma di freccia che dicono a tutto il sistema: “Ohi, quello che c'è qui in mezzo deve apparire scritto in grassetto, in corsivo, rosa fucsia, centrato, capovolto, chiaro?”. Ci siamo fino qui? Bene. Torniamo a quando vi ho annunciato la seconda notizia. Eccola: i nostri eroici ragnetti individuano i nostri codici in html intabulati in tag e attraverso questi si orientano nei loro calcoli, in base al risultato dei quali le nostre pagine saranno inserite negli indici dei motori. Vi do la terza notizia e poi ho finito anche con questo paragrafo. Avete ancora gli occhi sul vostro elenco di codici in HTML? Ok, non pensiate che i nostri spider si mettano a leggere tutta quella pappardella lì. I calcoli effettuati dai motori sono velocissimi, si parla di frazioni di secondo, e i software preposti hanno obiettivi ben precisi nel loro mirino: tra tutti quei tag lì, infatti, gli spider sono interessati a scansionarne e valutarne solamente 6. Sei. Già. Solo sei. Questi: URL, H1, METATITLE, H2, PARAGRAFO, METADESCRIPTION. E, perciò, è in questi sei tag che noi dovremmo andare a posizionare le nostre chiavi di ricerca per poter ottenere il nostro posizionamento nella prima SERP. Ma allora a che servono tutte gli altri tag? A descrivere, a raccontare, a colorare, a sedurre, a conquistare la nostra “vittima”, ad appagare il piacere del bello a cui noi esseri umani non siamo capaci di resistere, forse perché, per fortuna, non siamo macchine. 20
Vi rendete conto di che scenario vi si apre davanti? La libertà di costruire il vostro sito come meglio credete, perché una volta che avrete posizionato nel modo corretto le vostre keywords in quei tag, avrete già dato ai motori le istruzioni necessarie per indicizzare il vostro lavoro ed avrete gettato le basi per intercettare quegli utenti da cui desiderate farvi trovare. Tutto il resto è libero sfogo della vostra creatività. Sento rumoreggiare qualcuno nella prima fila. Ora che abbiamo capito a spanne sia cos'è l'HTML e sia che gli spider parlano quel linguaggio lì, che ce ne facciamo? Lo so, lo so, avete ancora gli occhi su quella lista di codici talmente incomprensibile che la Stele di Rosetta, in confronto, sembra Topolino e avete la sensazione che io l'abbia fatta troppo semplice. E avete anche ragione, perché scrivere in HTML è assai complicato. Ma non dovete preoccuparvi. Se mi avete seguito fin qui già sapete che l'applicazione di SEO- Magic che vi verrà messa a disposizione per la creazione del vostro progetto vi faciliterà molto la vita. Infatti voi dovrete solo scrivere i vostri contenuti senza preoccuparvi di insegne al neon e di ragni pirati. Sarà la web application stessa a guidarvi, a convertire in codici intabulati in tag tutto ciò che creerete e a permettervi di dare struttura informatica al vostro progetto. Avevate paura che vi mollassi lì a scrivervi tutto il vostro sito in HTML e scappassi con il bottino, vero? 7. Come comunichiamo i nostri contenuti ai motori di ricerca Con il paragrafo precedente abbiamo fatto nostro il necessario concetto che le keywords vincenti del nostro sito sono trasmesse ai motori dalle nostre pagine, le quali rappresentano, a loro volta, le fondamenta dell'architettura delle informazioni che abbiamo creato attraverso quella che si chiama alberatura, cioè quella struttura gerarchica che parte dalla home e distribuisce i contenuti all'interno del sito. Siamo a buon punto. Ricordiamoci che i crawler (mi preme aprire un'inutile parentesi su questo sinonimo di spider: crawler in italiano si può tradurre come cosa o persona che striscia, tanto per aggiungere un tocco colorato alla personalità dei nostri software) non sono né intelligenti né creativi e, pertanto, dobbiamo dirgli come leggere l'insieme di contenuti presenti nel nostro sito. Per fare ciò ci serve la sitemap, strumento fondamentale scritto in linguaggio XML per comunicare in modo corretto agli spider le nostre chiavi. Di cosa si tratta? Tanto per cominciare ci troviamo di fronte ad un altro acronimo interessante: XML, ovvero eXtensible Markup Language, un altro linguaggio di markup, come l'HTML, ma che a differenza di quest'ultimo, deputato e definire la presentazione di un contenuto, si occupa di definirne la struttura. Cos'è la SITEMAP? Si tratta di un file (www.dominio.it/sitemap.xml) in cui troviamo la lista dei link agli URL di un determinato sito che desideriamo sottoporre al motore di ricerca. 21
Occorre aggiungere che se il nostro sito è di grandi dimensioni, multi-lingua, ricco di contenuti diversi (immagini, video, infografiche, etc.), sarà necessario creare sitemap specifiche per comunicare l'organizzazione e la distribuzione di TUTTI i contenuti presenti; sarà così che avremo sitemap ad uso esclusivo delle immagini (www.dominio.it/sitemap-images.xml) o sitemap per ogni lingua presente nel sito o, comunque, sitemap per ogni settore tematico presente nel nostro sito. In pratica ed in estrema sintesi, una volta che siamo riusciti a catturare i nostri magnifici ragni striscianti dobbiamo condurli attraverso un ben obbligato percorso all'interno di tutto il nostro sito, in modo che si vadano a cercare le keywords che abbiamo scritto nei nostri sei famosi tag senza saltarne neanche uno. Ha un senso, no? 8. Short is brand, long is market Ma qual è il vero senso della SEO? Cerchiamo di farcelo spiegare direttamente dagli americani, maestri indiscussi del World Wide Web, attraverso un mantra che sicuramente avete già sentito: Short in Brand, long is Market. A cosa si riferiscono i due aggettivi short e long? Parto subito da un esempio pratico per facilitare la spiegazione. I più affezionati di voi mi perdoneranno se per questa volta abbandono il mio sito di artistiche creazioni artigianali. Proviamo a fare un esercizio diverso e mettiamoci nei panni di un utente che si appresta a fare una ricerca su internet. Sempre per restare sull'effimero, se no la trattazione si fa noiosa, ipotizziamo che voglio organizzare un week end a Parigi insieme a Beatrice, amica da sempre e sfacciata complice di apericene a base di spritz e quant'altro. Mi siedo davanti al computer per cercare una sistemazione per due povere donne di mezza età un po' acciaccate. Sono di fronte alla barra di ricerca di Google. Secondo voi come potrei formulare la mia query? Provo a scrivere Hotel Parigi. 28.700.000 risultati: hotel di lusso con piscina e spa, stamberghe pericolanti, ville in campagna, stanze equivoche vicino alla stazione... Il caos. Rifletto un attimo e mi concentro sulla faccia sbarazzina della mia compagna di viaggio. Digito Hotel economico a Parigi con colazione inclusa vicino a Montmartre: circa 20.600 risultati. Già meglio e, soprattutto, mi trovo di fronte ad una SERP in cui i risultati sono già filtrarti secondo i miei desideri e le mie aspettative (giuro che la presenza a Montmartre di locali aperti fino a notte fonda non ha minimamente influito sulla mia scelta...). Questo per dire che traffico, ovvero il numero di persone che visitano il nostro sito, non è sinonimo di conversione, ovvero la trasformazione della visita dell'utente in “vendita”, perché l'utente che cerca la conversione cerca non con chiavi secche (1 o 2 termini) ma con chiavi lunghe (4 termini o più). 22
Provate a pensarci. Gli hotel presenti nelle SERP della mia prima ricerca, quella con la chiave short “Hotel Parigi”, molto probabilmente avranno un traffico maggiore di quello del sito dell'hotel che alla fine sceglierò nelle prime SERP della seconda ricerca, quella con chiave long, ma, credetemi, il sito del mio hotel avrà un tasso di conversione maggiore rispetto agli altri e, quindi, migliori risultati. Non ha molto senso, infatti, ottimizzare il proprio sito per keywords troppo generiche. Short e long, dunque, si riferiscono alle chiavi. Bisogna imparare a scrivere, e mi riferisco anche e soprattutto alle keywords, per soddisfare i bisogni della nicchia di utenti, grande o piccola che sia, a cui il nostro messaggio è destinato. La chiave corta si rivolge ad un pubblico ampio, generalizzato, impersonale, mentre quella lunga, 4 o più termini che presi singolarmente hanno una competitività minima ma che sommati fra di loro generano un tasso di conversione maggiore di quello generato da chiavi brevi e generiche, “parla” proprio all'utente che sta cercando quello che noi stiamo proponendo. Praticamente le nostre chiavi lunghe sono come le frecce di Cupido: se raggiungono qualcuno lo conquistano. Basta prendere bene la mira e scagliare dardi ben appuntiti. 23
Riassunto? Riassumendo i concetti base di questo capitolo possiamo affermare che un buon posizionamento organico sarà duraturo nel tempo e che sarà molto importante in fase progettuale calibrare per i destinatari del mercato in cui intendiamo posizionarci le nostre strategie esse intese come “chiavi” . Individuate le chiavi migliori per noi le andremo ad inserire nei 6 tag della nostra ALBERATURA, ovvero l’insieme di pagine che verranno valutate dagli spider dei motori di ricerca attraverso la scansione della SITEMAP che avremo creato per sintetizzare la struttura del nostro sito. Ogni volta che arriviamo in fondo ad un capitolo e mi lancio nel riassunto, ci si spaventa tutti un po', compresa l'autrice del saggio, ovvero io. Non dobbiamo, però, arrenderci, anzi dobbiamo proseguire perché la conoscenza di queste cose che stiamo scoprendo è lo strumento di cui ci stiamo dotando per dare fiato alla nostra libertà creativa. Qualche saggio ha sicuramente detto che non c'è libertà senza conoscenza. Ed è proprio così. Per poter controllare qualcosa dobbiamo sapere come funziona. E poi noi, cioè io più voi, abbiamo un asso nella manica: SEO-Magic, che ci guiderà in tutte le fasi del processo, inizialmente attraverso una consulenza con esperti che vi aiuteranno a strutturare la fase progettuale, alberatura e keywords vincenti, ed in seguito mettendovi a disposizione il tool omonimo che vi assisterà nella fase di compilazione dei 6 tag e delle sitemap. Il tutto con un investimento una tantum veramente minimo e che vi permetterà in poco tempo di vedere il vostro sito nella prima SERP dei motori di ricerca Impossibile fallire, quindi. Siamo destinati al successo. Andiamo avanti. 24
CAPITOLO TERZO Utilizzo della semantica nella compilazione dei tag HTML In questo capitolo vi darò istruzioni precise su come compilare i famosi sei tag che tanto piacciono agli spider, indicandovi come vanno confezionati per poter conquistare il nostro Big G. Voglio fare una premessa, però. Possiamo dire che ottimizzare ai fini organici una pagina web è da intendersi come un percorso ad ostacoli in cui meno errori si commettono più si porta in alto il nostro sito web. Ci sono, infatti, regole precise che si basano su calcoli matematici. Algoritmici, se proprio vogliamo essere corretti. Sapete cos'è un algoritmo? Io, per esempio, non lo sapevo prima di trovarmi nella necessità di doverlo spiegare a voi. Un algoritmo è un insieme finito di azioni semplici da eseguirsi in un determinato ordine per ottenere la risoluzione di un problema. Tanto per intendersi, lo spritz che mi piacerebbe prendere con la mia amica Beatrice ad un tavolino di un bar di Montmartre è la risoluzione del seguente algoritmo: - 3 parti di prosecco - 2 parti di bitter rosso - 1 parte di soda Se ci metto un distillato al posto del bitter non sarà più uno spritz. Il concetto è semplice. Gli spider si basano su calcoli algoritmici e, pertanto, non hanno nessuna elasticità: o le nostre azioni rientrano tra quelle previste o niente. Non c'è possibilità di compromesso. Non si vuole discutere né in questo saggio né in altre sedi l'etica delle regole fissate dagli algoritmi dei motori di ricerca. Il nostro obiettivo è solo quello di farvele conoscere per poterle controllare ed utilizzare a nostro vantaggio. Non so se avete mai sentito parlare del Sun Tzu – L'arte della Guerra. È un trattato di strategia militare risalente al VI o V secolo a.C. Siamo in Cina, immersi nella cultura millenaria di quei luoghi, i quali, secondo l'immaginario collettivo, non possono che tramandare saggezza. Infatti questo libro è tuttora fonte d'ispirazione per chi con la strategia deve averci a che fare per forza. 25
Vi cito una frase estratta dal Sun Tzu: “La capacità di assicurarsi la vittoria adeguandosi al nemico è chiamata genialità.” Ora, forse l'ho messa giù un po' folkloristica, tra guerre e monaci shaolin, ma indossate un attimo il kimono e pensateci: non è forse la nostra “vittoria” arrivare in quella famosa prima pagina? Ebbene, per poterlo fare, dobbiamo imparare a conoscere “il nemico” ed adeguarci a lui. Che in termini pratici, poi, significa che dobbiamo imparare a scrivere come e cosa gli spider valuteranno corretto secondo gli algoritmi per cui sono programmati. Questa è la nostra “guerra”. Senza retorica o drammatizzazioni. Forza, prendiamo la katana e partiamo. 9. Quali sono i calcoli effettuati dai motori Pensate che quando un utente digita una query nella barra di un motore di ricerca gli spider scansionano milioni di siti, ordinandoli dal primo all'ultimo secondo determinati criteri di valutazione. È affascinante scoprire che lo fanno in una frazione di secondo. Sono strumenti di calcolo potentissimi gestiti da server farm (che si può, poco elegantemente, tradurre con fattorie di server), dotate di attrezzature con una solidità hardware davvero notevole. Immaginatevi una grande struttura ricolma di potentissimi computer collegati fra di loro che gestiscono miliardi di calcoli e dati e danno vita a quel pachiderma invadente che è Google; a me viene in mente Hal 9000, l'elaboratore ribelle dell'astronave Discovery di 2001: Odissea nello Spazio, infallibile ed insolente, che gioca a scacchi con l'astronauta Poole e poi impazzisce e fa fuori tutti a parte quel poveretto che continua a girovagare per lo Spazio profondo e, perciò, mi immagino un'infilata di giganteschi computer con tanto di campanaccio bucolico intorno al piedistallo del monitor su cui campeggia, su sfondo nero, l'immortale occhio rosso di Hal che nessuno mai dimenticherà. Forse non è proprio così, ma io vi avevo avvertito che a fantasia non sono credibile. Voi, che state messi meglio di me, immaginatevi pure un qualcosa di più serio. Cerchiamo di capire quali sono questi calcoli partendo dalle macro-categorie di valutazione secondo i criteri delle quali le nostre pagine vengono giudicate. Calcoli di correlazione: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando è realmente correlata alle attività del sito? Calcoli di presenza: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in che ordine di presenza la trovo rispetto alle altre chiavi presenti nei tag che sto leggendo? Calcoli di qualità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in quanti tag dei 6 rilevanti è presente? Calcoli di densità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando come è presentata all'utente? I risultati sommati di tutti questi calcoli determinano la qualità semantica di una chiave in 26 relazione ai contenuti della pagina di riferimento.
Puoi anche leggere