CONFIMI Rassegna Stampa del 05/11/2015
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INDICE CONFIMI 05/11/2015 Prima Pagina Modena - Modena 6 «Legge di stabilità, segnali positivi per le imprese» CONFIMI WEB 04/11/2015 finanza.repubblica.it 8 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi 04/11/2015 it.finance.yahoo.com 13:13 9 Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti Pa 04/11/2015 notizie.tiscali.it 10 Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti Pa 04/11/2015 www.quotidianodipuglia.it 11 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi 04/11/2015 www.teleborsa.it 03:44 12 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi 04/11/2015 economia.ilmessaggero.it 11:38 13 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi 04/11/2015 economia.ilmessaggero.it 11:38 14 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi 04/11/2015 www.lapresse.it 13:15 15 Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti Pa 04/11/2015 quifinanza.it 16 Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali positivi SCENARIO ECONOMIA 05/11/2015 Corriere della Sera - Nazionale 18 Viaggiamo con il freno tirato 05/11/2015 Corriere della Sera - Nazionale 19 «L'Europa completi l'Unione bancaria»
05/11/2015 Il Sole 24 Ore 21 LA PUNTA DELL'ICEBERG 05/11/2015 Il Sole 24 Ore 22 «Il sistema creditizio sarà più sicuro» 05/11/2015 Il Sole 24 Ore 24 Bergoglio stringe sul riassetto della finanza 05/11/2015 Il Sole 24 Ore 26 Yellen e dati Usa rilanciano il maxi-dollaro 05/11/2015 Il Sole 24 Ore 28 Serra: «Cdp ne resti fuori» 05/11/2015 La Repubblica - Nazionale 30 Tregua governo-Regioni, subito un decreto. Padoan: "Scende il debito" 05/11/2015 La Repubblica - Nazionale 32 Nel commercio è caos contratti I dipendenti di coop e Gdo verso lo sciopero 05/11/2015 La Repubblica - Nazionale 33 Porsche e auto a benzina si allarga lo scandalo Vw Titolo -9%, Moody's boccia 05/11/2015 Panorama 34 Telecom straniera, Italia disarmata 05/11/2015 MF - Nazionale 36 Messina: per noi momento magico 05/11/2015 MF - Nazionale 38 Privatizzazioni, dopo le Poste tocca all'Enav 05/11/2015 MF - Nazionale 39 Dopo un anno la Vigilanza unica è ancora monca. E gestita male 05/11/2015 MF - Nazionale 40 DOPO LA RIFORMA DELLA FINANZA VATICANA È TEMPO DI UNA VERIFICA SCENARIO PMI 05/11/2015 Corriere della Sera - Milano 42 Il regalo di Expo: fatturato raddoppiato e azienda salva 05/11/2015 La Repubblica - Torino 43 Da Nestlè a Tnt le multinazionali in fuga dal Piemonte ma arrivano i cinesi 05/11/2015 MF - Nazionale 45 Il test ai vertici può valere il 10%
05/11/2015 ItaliaOggi 47 Borse a doppia velocità
CONFIMI 1 articolo
05/11/2015
Pag. 13 Ed. Modena
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ANIEM Piacentini: «Attenzione ai pagamenti»
«Legge di stabilità, segnali positivi per le imprese»
MODENA «La legge di stabilità contiene certamente misure di stimolo e di sostegno per le pmi e per l'edilizia
in particolare». Lo sostiene dichiara Dino Piacentini (nella foto) , presidente di Aniem, l'a ssociazione delle
piccole e medie imprese edili manifatturiere aderente a Confimi Industria. « L'ab o l izione del p a t t o d i s t
ab i l i t à interno, la confer ma delle agevo l a zi o n i fiscali per ristr utturazioni e ri qual ificazione energ etica,
l'e l i m i n az i o n e de ll 'im posizione fiscale sulla prima casa c o s t i t u iscono certamente el e m e n t i
impor tanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia nazionale,
quale l'edilizia», prosegue il presidente di Aniem. «Ma non solo: si registra anche l'inversione di tendenza
rispetto agli ultimi anni in relazione alla contrazione degli stanziamenti per il settore. Siamo molto soddisfatti
anche per la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con l'obiettivo di
allinearsi ai tempi imposti dall'Ue: il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle aziende del
settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore. Quando si mette in gara u n'opera -
incalza Piacentini - deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo
Aniem propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanz i a me n t i ed una
centrale unica d i p a g amenti. C o m e Pres id en te di Aniem conclude voglio sott o li n e are con molta
forza le difficoltà che le nostre i m p r e s e h a n n o a causa del m e c c a n ismo dello s p l i t p ayment:
secondo l'Aniem, per le imprese che hanno come principale committente la pubblica amministrazione si tratta
di un ennesimo ostacolo per un settore già in gravi difficoltà perché mentre le aziende non riceveranno l'iva
sulle commesse, avranno comunque l'Iva in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento
del flusso di cassa e necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è già proibitivo durante l'attuale fase rec
e s s iva » .
CONFIMI - Rassegna Stampa 05/11/2015 6CONFIMI WEB 9 articoli
04/11/2015
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
positivi
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(Teleborsa) - La legge di Stabilità resta sotto la lente di imprese e famiglie, con alcuni sostenitori ed altri
contrari alla manovra.
Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere
aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno per le piccole e
medie imprese e per l'edilizia in particolare".
"L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e
riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente
elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia
nazionale, quale l'edilizia", prosegue il Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
unica di pagamenti".
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 804/11/2015 13:13
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Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti
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Roma, 4 nov. (LaPresse) - "La legge di stabilità contiene certamente misure di stimolo e di sostegno per le
pmi e per l'edilizia in particolare". Lo dichiara Dino Piacentini, presidente di Aniem, l'associazione delle
piccole e medie imprese edili manifatturiere aderente a Confimi Industria.
"L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e
riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente
elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia
nazionale, quale l'edilizia", prosegue il presidente di Aniem.
"Ma non solo - continua ancora il numero uno Aniem - si registra anche l'inversione di tendenza rispetto agli
ultimi anni in relazione alla contrazione degli stanziamenti per il settore. Siamo molto soddisfatti anche per la
misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con l'obiettivo di allinearsi ai
tempi imposti dall'Ue: il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle aziende del settore e su
questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara un'opera deve esserci
certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem propone un conto
dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale unica di pagamenti".
"Come Presidente di Aniem", conclude Piacentini, "voglio sottolineare con molta forza le difficoltà che le
nostre imprese hanno a causa del meccanismo dello split payment: secondo l'Aniem, per le imprese che
hanno come principale committente la Pubblica Amministrazione si tratta di un ennesimo ostacolo per un
settore già in gravi difficoltà perché mentre le aziende non riceveranno l'iva sulle commesse, avranno
comunque l'Iva in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa e
necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è già proibitivo durante l'attuale fase recessiva".
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 904/11/2015
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Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti
Pa
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Roma, 4 nov. (LaPresse) - "La legge di stabilità contiene certamente misure di stimolo e di sostegno per le
pmi e per l'edilizia in particolare". Lo dichiara Dino Piacentini, presidente di Aniem, l'associazione delle
piccole e medie imprese edili manifatturiere aderente a Confimi Industria."L'abolizione del patto di stabilità
interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, l'eliminazione
dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente elementi importanti che confermano la
volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia nazionale, quale l'edilizia", prosegue il
presidente di Aniem."Ma non solo - continua ancora il numero uno Aniem - si registra anche l'inversione di
tendenza rispetto agli ultimi anni in relazione alla contrazione degli stanziamenti per il settore. Siamo molto
soddisfatti anche per la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'Ue: il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
unica di pagamenti"."Come Presidente di Aniem", conclude Piacentini, "voglio sottolineare con molta forza le
difficoltà che le nostre imprese hanno a causa del meccanismo dello split payment: secondo l'Aniem, per le
imprese che hanno come principale committente la Pubblica Amministrazione si tratta di un ennesimo
ostacolo per un settore già in gravi difficoltà perché mentre le aziende non riceveranno l'iva sulle commesse,
avranno comunque l'Iva in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa
e necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è già proibitivo durante l'attuale fase recessiva".
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1004/11/2015
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
positivi
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(Teleborsa) - La legge di Stabilità resta sotto la lente di imprese e famiglie, con alcuni sostenitori ed altri
contrari alla manovra. Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili
manifatturiere aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno
per le piccole e medie imprese e per l'edilizia in particolare". "L'abolizione del patto di stabilità interno, la
conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, l'eliminazione
dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente elementi importanti che confermano la
volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia nazionale, quale l'edilizia", prosegue il
Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
unica di pagamenti".
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1104/11/2015 03:44
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
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contrari alla manovra.
Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere
aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno per le piccole e
medie imprese e per l'edilizia in particolare".
"L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e
riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente
elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia
nazionale, quale l'edilizia", prosegue il Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
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CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1204/11/2015 11:38
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
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contrari alla manovra.
Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere
aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno per le piccole e
medie imprese e per l'edilizia in particolare". "L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle
agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale
sulla prima casa costituiscono certamente elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la
ripresa di un settore strategico per l'economia nazionale, quale l'edilizia", prosegue il Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
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CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1304/11/2015 11:38
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
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contrari alla manovra.
Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere
aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno per le piccole e
medie imprese e per l'edilizia in particolare". "L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle
agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale
sulla prima casa costituiscono certamente elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la
ripresa di un settore strategico per l'economia nazionale, quale l'edilizia", prosegue il Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
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CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1404/11/2015 13:15
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Legge di Stabilità, Aniem: Segni positivi per imprese, ma occhio a debiti
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Roma, 4 nov. (LaPresse) - 'La legge di stabilità contiene certamente misure di stimolo e di sostegno per le
pmi e per l'edilizia in particolare'. Lo dichiara Dino Piacentini, presidente di Aniem, l'associazione delle piccole
e medie imprese edili manifatturiere aderente a Confimi Industria.
'L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e
riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente
elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia
nazionale, quale l'edilizia', prosegue il presidente di Aniem.
'Ma non solo - continua ancora il numero uno Aniem - si registra anche l'inversione di tendenza rispetto agli
ultimi anni in relazione alla contrazione degli stanziamenti per il settore. Siamo molto soddisfatti anche per la
misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con l'obiettivo di allinearsi ai
tempi imposti dall'Ue: il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle aziende del settore e su
questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara un'opera deve esserci
certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem propone un conto
dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale unica di pagamenti'.
'Come Presidente di Aniem', conclude Piacentini, 'voglio sottolineare con molta forza le difficoltà che le nostre
imprese hanno a causa del meccanismo dello split payment: secondo l'Aniem, per le imprese che hanno
come principale committente la Pubblica Amministrazione si tratta di un ennesimo ostacolo per un settore già
in gravi difficoltà perché mentre le aziende non riceveranno l'iva sulle commesse, avranno comunque l'Iva in
pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa e necessità di far ricorso al
credito, il cui accesso è già proibitivo durante l'attuale fase recessiva'.
CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 1504/11/2015
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Legge di Stabilità, per le piccole e medie imprese edili ci sono segnali
positivi
La legge di Stabilità resta sotto la lente di imprese e famiglie, con alcuni sostenitori ed altri contrari alla
manovra.
Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere
aderente a Confimi Industria ritiene che la manovra contenga "misure di stimolo e di sostegno per le piccole e
medie imprese e per l'edilizia in particolare".
"L'abolizione del patto di stabilità interno, la conferma delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e
riqualificazione energetica, l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa costituiscono certamente
elementi importanti che confermano la volontà di stimolare la ripresa di un settore strategico per l'economia
nazionale, quale l'edilizia", prosegue il Presidente di Aniem.
Positiva anche la misura che impone una stretta per i tempi di pagamento delle amministrazioni, con
l'obiettivo di allinearsi ai tempi imposti dall'UE: "il tema dei ritardi di pagamento è particolarmente sentito dalle
aziende del settore e su questo aspetto occorre certamente un impegno maggiore; quando si mette in gara
un'opera deve esserci certezza dei finanziamenti disponibili e dei tempi di pagamento. Per questo Aniem
propone un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile da terzi per i singoli finanziamenti ed una centrale
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CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 05/11/2015 16SCENARIO ECONOMIA 15 articoli
05/11/2015 diffusione:298071
Pag. 1 tiratura:412069
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Contratti e ripresa
Viaggiamo con il freno tirato
Dario Di Vico
Vendite di auto, esportazioni negli Usa e incremento del risparmio. Sono questi i tre soli indicatori che
riescono a motivare un ottimismo della volontà dell'anno di grazia 2015. Perché se è vero che gli indici di
fiducia delle imprese e dei consumatori sono tornati a livelli migliori, per ora non ci sono sufficienti evidenze
che questo cambio di clima si sia tradotto in conseguenti decisioni d'impresa. D'altro canto capita spesso, al
termine di un dibattito o di un'assemblea, di essere avvicinati da uno o più piccoli imprenditori che hanno
voglia di fare un'unica e fatidica domanda: «Ma lei la vede davvero questa ripresa?». È un test di come nella
vita di tutti i giorni sia difficile trovare, in buona quantità, imprese che stiano investendo significativamente:
comprandone altre, allargando l'attività orizzontalmente o verticalmente, ampliando i luoghi fisici della
produzione. Non si vede un fiume che sta portando alla crescita, tutt'al più scorrono dei rivoli. I macchinari, ad
esempio, vengono cambiati a un buon ritmo e con i super ammortamenti previsti dalla legge di Stabilità lo
saranno di più.
Sul versante dei consumi svettano le vendite di auto, anch'esse sono effetto di una sostituzione ritardata e
stanno comunque garantendo al Pil un contributo elevato. Si vendono di più le vetture del ceto medio, le
Panda e le Punto, ed è una conferma che il reddito a disposizione delle famiglie è addirittura cresciuto, ma si
rivolge ai consumi solo selettivamente preferendo in molti casi parcheggiarsi nei depositi bancari.
I nostri imprenditori che esportano negli Usa poi hanno il sorriso smagliante. Non c'è settore che non abbia
saputo approfittare della svalutazione dell'euro per conquistare nuovi consumatori ed è un'ottima notizia
anche in prospettiva, perché la nostra presenza negli States è ancora concentrata in pochi punti e ci sono
dunque le classiche praterie da conquistare.
Si potrebbe continuare a lungo illustrando la fenomenologia dell'economia reale ma il giudizio non
cambierebbe: è una ripresa che ha il freno a mano tirato. E onestamente non si vede una curva superata la
quale la strada si possa presentare in discesa, mentre non mancano qua e là segnalazioni dell'apertura di
nuove crisi aziendali, a dimostrazione se non altro che la capacità produttiva installata non è saturata. Con
questi presupposti l'occupazione non poteva certo decollare innanzitutto per gli ingenti quantitativi di
cassaintegrati ancora da riassorbire e subito dopo perché non ci sono grandi scelte di investimenti labour
intensive in atto. I provvedimenti governativi hanno sicuramente aiutato con generosità a stabilizzare quote di
lavoro precario, ma di più non potevano produrre anche perché la letteratura economica suggerisce che
l'occupazione è un'intendenza che segue, distanziata di qualche tempo.
È in questo contesto che oggi si apre la stagione contrattuale con il rinnovo dei metalmeccanici. Finora quella
che doveva essere una fase rifondatrice delle relazioni industriali è partita in maniera pasticciata: i chimici si
sono sfilati da qualsiasi impegno di sistema e hanno chiuso velocemente, gli alimentaristi prima si erano
vestiti da colombe e poi hanno sfoderato gli artigli. I metalmeccanici sostengono di voler prevedere un doppio
binario di comunicazione con i dipendenti, uno mediato dal sindacato e uno diretto e di conseguenza vogliono
spostare il baricentro della contrattazione in fabbrica dove quel mix può funzionare meglio. Ci sarà tempo e
modo per riferirne nel dettaglio; per ora l'unico errore da non commettere è trattarne come di un tema
meramente sindacale. Ci riporta, invece, a quel freno a mano che dovremmo sbloccare.
Dario Di Vico
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 1805/11/2015 diffusione:298071
Pag. 29 tiratura:412069
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«L'Europa completi l'Unione bancaria»
Draghi: le prossime tappe sono il mercato comune dei capitali e l'assicurazione Ue per i d epositi La spinta
della Bce per coinvolgere Londra. «Serve un calendario preciso con le cose da fare» La fiducia «I conti negli
istituti devono ispirare lo stesso livello di fiducia ovunque siano ubicati»
Danilo Taino
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO Ancora una volta, è Mario Draghi a indicare la prospettiva all'Eurozona e all'Unione Europea. In
giornate in cui il Vecchio Continente sembra in piena confusione e attraversato da divisioni, il presidente della
Banca centrale europea ieri ha tenuto un discorso che è un'àncora di concretezza sul come si può andare
avanti. E, soprattutto, dà una spinta politica che i governi non potranno ignorare.
Parlava - a Francoforte - di un tema che può sembrare specifico, l'Unione bancaria. L'ha usato per costruirci
attorno una teoria dell'euro, se non dell'Europa. Innanzitutto, ha detto che va completata. Ora ha due gambe:
la supervisione unica delle banche, in capo alla Bce, e il meccanismo di risoluzione delle crisi. Manca
l'assicurazione europea dei depositi. «Perché il denaro sia veramente uno - ha detto - ci servono tutte e tre».
E ha chiarito. Non ci può essere una valuta unica senza un sistema bancario unico. Il denaro, per essere uno,
occorre che sia uguale ovunque indipendentemente dalla sua forma e da dove sta. Dal momento che i
depositi bancari «sono la forma di denaro più diffusa, devono ispirare lo stesso livello di fiducia ovunque
siano ubicati». Devono quindi avere lo stesso livello di protezione, in Italia come in Germania, in Grecia come
in Olanda. Questo è il senso dell'assicurazione unica europea sui depositi bancari.
Per quanto logica, la realizzazione di questa terza gamba è controversa. Il ministro delle Finanze tedesco
Wolfgang Schäuble non è tranquillo all'idea che i tedeschi debbano dare garanzie per sistemi bancari che
ritiene deboli. E la Bundesbank ha di recente ribadito che nella pancia di molte banche ci sono troppi titoli di
Stato conteggiati a rischio zero mentre non lo sono. Qualche forma di compromesso andrà trovata. Le
argomentazioni portate da Draghi, però, sono piuttosto forti. Già abbiamo fatto l'errore, quando è stato
lanciato l'euro, di lasciare a metà l'architettura che doveva sostenerlo, con il risultato di lasciarlo vulnerabile
agli choc - ha detto. Ora non possiamo rifare lo stesso sbaglio. Non solo.
Draghi parlava in occasione del primo anniversario della creazione del Meccanismo unico di supervisione
(Ssm) bancaria. E ha detto che esso è essenziale non solo per garantire un'unicità della valuta, uguale in
ogni Paese, ma anche fondamentale per il mercato unico, grande caposaldo della Ue. Per garantire che
rimanga in essere, servono però istituzioni. «E l'Ssm è una di queste istituzioni». La quale ha l'obiettivo di
rendere sicure le banche «affinché» possano finanziare investimenti, innovazione, crescita. Allo stesso modo,
un supervisore unico è necessario «affinché» il mercato unico bancario non sia messo in discussione. In un
passaggio interessante, ha aggiunto che l'istituzione è «aperta alla partecipazione dei Paesi che non sono
nell'area euro»: un invito, di fatto, al Regno Unito e al suo portentoso mercato bancario e finanziario a legarsi
maggiormente all'Eurozona.
Un Draghi pienamente «politico». Che infatti ha anche detto che lo stesso approccio vale in altri campi, ad
esempio nella creazione dell'Unione dei mercati dei capitali, che «necessita di essere realizzata in pieno e nei
tempi più veloci concretamente possibili». Velocemente perché le incertezze di oggi limitano gli investimenti
nel breve e nel lungo periodo, in particolare in una fase in cui «un treno di riforma apparentemente senza fine
non è molto favorevole a ridurre l'incertezza». La soluzione che prefigura Draghi è un altrettanto forte
messaggio ai governi: «Specificare cosa vogliamo cambiare, chiarire il calendario per farlo, e poi farlo». Così
come è accaduto per il meccanismo di supervisione, che molti dicevano non si sarebbe realizzato. Invece
non solo è stato creato ma è anche diventato «l'unità di misura con la quale possiamo ora giudicare altri
risultati». A Francoforte era presente anche il commissario europeo responsabile della Regolazione,
Jonathan Hill: ha detto che procederà, già entro l'anno, a tentare di raggiungere un accordo tra Paesi sullo
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 1905/11/2015 diffusione:298071
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schema di protezione unica dei depositi, la terza gamba dell'Unione bancaria. Non tutto è caos, nella Ue.
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d'Arco Il cambio tra euro e dollaro 1,105 1,100 1,095 1,090 28 29 01 02 03 Ieri 1,0853 ottobre novembre
«Forbes»
Il magazine americano «Forbes», nella classifica annuale degli uomini più potenti del mondo, ha inserito il
presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, all'undicesimoposto Il presidente della Fed, Janet
Yellen occupa
il settimo posto nella classifica di «Forbes»
0,05 per cento
il tasso della Bce: è fermo dal settembre 2014
-0,06 per cento
il livello del tasso Euribor
a tre mesi
0,1% per cento
il livello di inflazione atteso in Europa nel 2015 secondo le stime Bce
Foto: Mario Draghi
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LA PUNTA DELL'ICEBERG
Antonella Olivieri
L'analisi u pagine 31 -33 Un'operazione finanziaria non si conduce in questi termini. Xavier Niel denuncia il
15,1% di Telecom, ma poi di fatto può comprare al massimo il 10% oppure nulla del tutto, infilandosi in una
gabbia di rigide scadenze che aumentanoi rischi se non si saa chi rivendere un domani le azioni.
L'impressioneè che quel cheè emerso finora sia solo la punta dell'iceberg. Continua u pagina 33 Non si va da
Lazard se si vuole costruire una posizione in derivati, per il semplice motivo che Lazard non li tratta. Non si va
da Sergio Erede- che tra gli avvocati di sicuro non è il più economico - se si vuole impostare un'operazione
finanziaria, per il semplice motivo che forse è più logicoe conveniente ricorrere a un trader. Non si fa una
speculazione finanziaria imbrigliandosi volontariamente in una gabbia di scadenze rigide che aumentano
soloi rischi se non si è certi un domani di poter girarea qualcunaltro le azioni. u Continua da pagina 31 Alle
prime evidenze, la "scalata virtuale" di Xavier Niel in Telecom Italia si è rivelata quasi un bluff: i contratti
stipulati gli consentono di non comprare nemmeno un'azione. E comunque del 15,1% denunciato solo il 10%,
volendo, è effettivamente trasformabile in azioni a partire dalla metà dell'anno prossimo. Non si scala nè si
comanda con queste carte in mano, ma l'impressione è che quanto emerso finora sia solo la punta
dell'iceberg. Un contesto che lascia presupporre che per guadagnare occorra provocare uno spezzatino di
Telecom. Qualcuno potrebbe poi chiamare sulla scena un "cavaliere bianco" che, se non avesse il
passaporto europeo, si presterebbea far tornare la rete di tlc direttamente allo Stato. Davvero non ci sono
alternative? Le banche hanno attinto capitali a ripetizione sul mercato per mettere a posto i loro ratio
patrimonialie anche quelle molto malmesse ce l'hanno fatta. Perchè Telecom non dovrebbe poter chiamare
un aumento di capitale per un progetto che valga la pena di essere sostenuto? C'è lo sviluppo della banda
ultralarga, cheè d'interesse nazionale, anche se probabilmente ha tempi di ritorno lunghi per gli investitori
poco pazienti. Ma c'è anche il Brasile, ultima provincia di rilievo dell'ex impero Telecom, che offre l'occasione
unica di diventare leader potenzialmente a costo zero. Oi ha bisogno di un'integrazione industriale che solo
Tim Brasil può offrirgli per uscire dalle secche. Una fusione trai due gruppi sarebbe in grado di sprigionare
sinergie per almeno 7 miliardi che, da sole, potrebbero ripagare l'operazione. È vero che c'è il problema di un
contenzioso di analogo ordine di grandezza, ma è nei confronti del fiscoe del regolatore, di controparti
pubbliche, cioè, che hanno tutto l'interesse ad aiutare per quanto possibile l'ex campione nazionale a
risollevarsi dal tappeto. In passato la preoccupazione di non compromettere un fragile assetto di controllo,
con una parvenza di italianità, aveva sempre avuto la meglio. Ma adesso, chea contendersi- non si sa bene
per quale motivo- quel che resta di Telecom sono due francesi? Meglio guadagnare tutti con un progetto
industriale che meriti il sostegno dei capitalio meglio farsi allettare da una proposta finanziaria- lo
smembramento del quarto gruppo del Paese - che certamente avrebbe ritorni più immediati ma priverebbe
l'Italia di un ruolo in un settore non certo irrilevante come quello delle tlc?
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 2105/11/2015 diffusione:150811
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INTERVISTA PARLA ELKE KÖNIG. PRESIDENTE SINGLE RESOLUTION BOARD
«Il sistema creditizio sarà più sicuro»
Isabella Bufacchi
«Il sistema creditizio sarà più sicuro»pagina 2 «Chiarisco subito. Non siamo qui per orchestrare i funerali
delle grandi banche. Il nostro lavoro al Comitato di Risoluzione Unico è di rendere il sistema bancario più
sicuro, e di intervenire in maniera tempestivae in modo ordinato nel risolvere le crisi bancarie,idealmente a
costo zero o quasi per i contribuenti». Elke König, presidente dell'agenzia indipendente europea Single
Resolution Board (SRB),è a capo di uno dei due pilastri dell'Unione bancaria. Un "game-changer" come lo
definisce lei stessa. Dal primo gennaio 2016, il Meccanismo unico di risoluzione gestirà in maniera
accentrata, quindi "in chiave europea" le crisi delle grandi banchee affiancherà il Meccanismo di vigilanza
unico. König, ex-presidente Bafin (autorità tedesca di supervisione bancaria) è superesperta della materia e
proprio per questo è consapevole della sfida che l'attende, inaugurare una nuova era di risoluzione, di
ristrutturazione, delle banche in gravi difficoltà. «Sono 150 i gruppi bancari che ricadono sotto la nostra sfera
di competenza - spiega quelli sotto la supervisione della Bcee in aggiunta 30 banche con attività
transfrontaliere». Nella Grande Crisi il salvataggio delle banche in Europa ha mandato in bancarotta gli Stati:
il SRB è nato per evitare che questo si ripeta? L'Unione bancariaè stata creata in risposta alla crisi bancaria
del 2008-2010. Ci siamo resi conto che il coinvolgimento degli Stati era eccessivo. Noi esistiamo per fare in
modo che quando una bancaè in difficoltà, la soluzione sia veloce ed efficiente in modo da ripristinare subito
la fiducia dei cittadini. E senza costi peri contribuenti,o minimi. Il concetto "troppo grandi per fallire" (too big to
fail) appartiene al passato.I due meccanismi, di vigilanza e di risoluzione, dovranno evitare le crisi bancarie.
Cosa intende per «maniera tempestiva»? Per esempio, nell'arco di una notteo entro un week-end. Lunedì
mattina la crisi deve essere risolta. Cosa significa gestire una crisi bancaria "in modo ordinato"? Quali sono
gli strumenti, gli interventi previsti, cosa c'è nella sua "cassetta degli attrezzi"? Entriamo in campo in
alternativa alla normale legge di liquidazione e al giudice. Quando una banca si trova sull'orlo del dissesto,
possiamo intervenire costituendo una "banca-ponte" (bridge-bank) per trasferirea un'altra entità alcune attività,
vendere asset a privati, con operazioni di mercato. Anche fusioni sono previste. E poi c'è il bail-in, cioè la
possibilità di distribuire i costi della risoluzione agli azionisti e poi ai creditori della banca. In Italia una quota
importante di obbligazioni bancarie seniorè in mano ai risparmiatori: il bailin era l'unico modo per tirar fuori i
contribuenti dai salvataggi bancari? Quando una banca fallisce, si devono applicare i principi dell'economia di
mercato. Mettendo fine ai bail-out, i contribuenti non dovranno pagare il conto attraverso l'intervento dello
Stato. Il Meccanismo di risoluzione è una garanzia per i sottoscrittori dei bond perché vita che vi siano
soluzioni di matrice nazionale. Noi tuteliamo gli interessi di tuttii paesi coinvolti. Questi sonoi principi di
mercato che si applicheranno in caso di risoluzione bancaria: per primi sono coinvolti gli azionisti, se questo
non basterà passeremo ai creditori e questo per gradi: prima il livello subordinatoe se necessario si arriverà ai
sottoscrittori di bond senior. Ma non bisogna dimenticare che i depositi sono protetti finoa 100.000 euro per
depositante. Solo nei casi in cui gli azionisti e i creditori abbiano contribuito almeno per l'8% della passività
totale, potremmo decidere di utilizzare il Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund SRF) . Il Fondo è
un'altra novità. Come funziona? Quanto è grande? Chi lo gestisce? Il Meccanismo di Risoluzione unico
gestisce questo fondo. Noi, il SRB, lo possediamo. E il numero due del Comitato di Risoluzione Unico ne è
responsabile. Il Fondo verrà alimentato dalle stesse banche nell'arco di 8 anni, dal 2016 al 2023, e la sua
dimensione finale sarà equivalente all'1% dei depositi coperti, quindi attualmente si stima attorno ai 55
miliardi di euro. Ma il Fondo sarà coinvolto solo in ultima istanza.Prima che venga usato, sono previste molte
altre strade: la vendita di assets, la chiusura di rami di azienza, il bail-in. E prima del 2023, se dovessero
servire interventi pesanti del Fondo, che farete? Gli Stati membri anticipano la somma con un prestito-ponte,
somma che viene poi restituita dal Fondo quando operativo. Sembrano pochi 55 miliardi. Non spetta a noi, al
Meccanismo di Risoluzione, risolvere i problemi strutturali dell'intero sistema bancario.Il Fondo verrà usato
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 2205/11/2015 diffusione:150811
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solo nei casi in cui la macchina della risoluzione avrà bisogno di liquidità aggiuntiva per funzionare. Ma
è,ripeto, una soluzione di ultima istanza. E guardando ai salvataggi bancari del passato, solo in un singolo
caso si sarebbe andati oltre il bail-in, oltre quell'8%. In passato, erano gli Stati a livello nazionale a decidere.
Non sarà più così? Come interagisce il SRB con il Meccanismo di Vigilanza Unico e con le banche centrali
nazionali? Chi ha l'ultima parola nella gestione di una risoluzione bancaria? Noi siamo responsabili per la
risoluzione di 150 banche.E il nostro Board ha l'ultima parola attraverso i suoi 6 membri permanenti. Detto
questo, cooperiamo strettamente con le autorità di risoluzionea livello nazionale,e con il Meccanismo di
Vigilanza Unico. E naturalmente interveniamo dopo esserci consultati con le autorità locali, la Bcee la
Commissione europea. Normalmente,è la Bcea decidere se una banca è in dissesto o sull'orlo di esserlo. Nel
caso in cui non lo dovesse fare, potremmo essere noi a tirare il grilletto. La nostra decisione è soggetta al
varo della Commissione europea e a volte del Consiglio europeo. Avviata la nostra procedura di risoluzione,
in luogo della normale liquidazione, le autorità di risoluzione nazionale saranno chiamate a implementare le
nostre decisioni.
Foto: REUTERS Banche. Il presidente del Meccanismo unico di risoluzione Elke König "LA MISSIONE Il
nostro compito è di risolvere le crisi bancarie a costo zero per il contribuente GLI STRUMENTI Possiamo
creare una bridge-bank, vendere asset, facilitare fusioni o ricorrere al bail-in .@isa_bufacchi
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 2305/11/2015 diffusione:150811
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Bergoglio stringe sul riassetto della finanza
Carlo Marroni
Continua u pagina 29 Lo ha fatto capire bene nei mesi recenti ai vertici delle finanze vaticane, in buona parte
rinnovatie messia capo di dicasteri nati dal processo di riforma, da quandoè pontefice: le decisioni importanti,
se serve, le deve prendere lui. Bergoglio sa bene che la gestione della "cassa"è il nodo sensibile della Santa
Sede, quello dove si consumano gli scontri, ma anche la fonte dove attingere per svolgere la funzione
"missionaria" della Chiesa. Ecco perché appena insediato, ha deciso di tenere in testa all'Agenda lo Iore gli
enti economici vaticani. u Continua da pagina 1 Dopo due annie mezzo di pontificato e tante riforme fatte,
scoppia un nuovo caso, Vatileaks-2 (che ha modalitàe presupporti diverse dallo scandalo che contribuì alla
rinunicia di Ratzinger) ma insiste sempre sul denaro, la gesitone di quella "cassa" che in quella riunione
registrata in segreto poneva come punto dolente. Non c'è naturalmente solo l'economia interna al piccolo
stato nel suo programma riformista,e il Sinodo sulla famiglia dimostra come per il Pontefice ci siano delle vere
priorità per la Chiesa e il papato, che lui cerca di portare verso un cammino di reale "conversione". In ogni
caso l'Agenda-Bergoglio, dopo due anni e mezzo di pontificato è già piena di realizzazioni "concrete", ma
resta esposta al sabotaggio, che si sostanzia spesso in una scarsa (o inesistente) reattività agli impulsi
rinnovatorio tesi alla realizzazione di elevato grado di trasparenza, come si è visto in alcuni casi relativi alle
finanze,a partire dallo Iore da altri dicasteri economici. La banca vaticana, al centro di scandali fino al 2013,
non ha visto cambiamenti nella sua struttura originale, mentre la linea che era stata delineata dallo stesso
Papa quando decise di non chiuderla - come parve possibile al tempo dello scandalo di monsignor Scaranoè
che tornasse alla funzione originaria di "opere per la religione", sterzando quindi dal modello di investment
bank, come invece è stata negli ultimi annie un po' anche di recente (il caso del progetto bocciato del Papa
della Sicava Lussembrugoè emblematico). Va pure detto che molta strada è stata percorsa sul fronte della
trasparenza interna, su cui vigila l'Aif, l'authority di controllo sui flussi nato dalla prima riforma delle finanze,
che decise Benedetto XVI nel 2011. Al centro poi del processo di riforma in campo economico resta ancora
irrisolto il nodo della gestione del patrimonio immobiliare, in buona parte concentrato nell'Apsa (dopo che era
stato scorporato per qualche mesea favore della Segreteria per l'Economia), nel Governatorato e in
Propaganda Fide. Le proposte di una concen- trazione, anche solo gestionale, di questo patrimonio, non sono
mai decollate, nonostante sia sentita molto la necessità di una razionalizzazione. Lo stesso vale peri
portafogli finanziari, sui quale il progetto di concentrazione in un unico soggetto, il Vatican Asset Management
(Vam), non ha mai superato lo stadio dell'ipotesi di studio. In realtà, attornoa tutti questi nodi, c'è stata la
creazione dell'ente destinatoa fare da pivot dell'intero sistema, la Segreteria per l'Economia, dove
inizialmente era previsto che tutto o quasi si concentrasse e che poi ha visto ridimensionati un pò i propri
poteri (come appunti gli immobili tornati all'Apsa). Alla guida del dicastero il Papa ha nominato il cardinale
Gerge Pell,a cui ha mandato più volte dei segnali: prima ha nominato come suo vice Alfred Xuereb, invece di
Luis Vallejo Balda (il monsignore spagnolo coinvolto nel caso Vatileaks 2 e tuttora agli aresti nella stanze
della Gendarmeria)e successivamente gli ha tolto, appunto, il patrimonio immobiliare. Non solo: di recente
Bergoglio ha mandato una lettera al cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato - e quindi primo ministro di
tutta la Curia - in cui si esplicita il divieto a tutti gli uffici di fare assunzioni che eccedano gli organici previsti.
Secondo molti osservatori si è trattao di un chiaro segnale a Pell, che a quanto pare stava effettuando delle
assunzioni. E ha assegnato alla Segreteria di Stato il potere di "nulla-osta" su ogni decisione riguardo le
risorse umane, compresi i trasferimenti, e di fatto quindi ridimensionandoi poteri di quello che all'inizio era
stato definitio il "super-dicastero delle Finanze". Mentre per adesso restano immutate le competenze del
Governatorato - l'amministrazione dello Stato, compresi i Musei Vaticani, la Gendarmeria e gli altri servizi -
appare chiaro come il processo, che sulla carta sembrava ormai concluso, sembra ancora un po' in mezzo al
guado. Gli statuti da poco varati risultano un pò incompleti, ci sono quae là delle contraddizioni sulle
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 2405/11/2015 diffusione:150811
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
competenze. Insomma, forse questa vicenda spingerà il Papa - che riunirà i cardinali del C-9 il 10 dicembre-a
stringere ancora una volta sui nodi irrisolti delle finanze.
10
Dicembre. Ill Consiglio dei Cardinali che dall'inizio del Pontificato consiglia il Papae studia la riforma si riunirà
dal 10 al 12 dicembree si occuperà anche del nuovo Vatileaks
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 2505/11/2015 diffusione:150811
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Mercati globali LA GIORNATA
Yellen e dati Usa rilanciano il maxi-dollaro
Borse contrastate La reazione negativa di Wall Street alle parole della Federal Reserve condiziona la seduta
in Europa Titoli di Stato La scommessa sulla «stretta» ha provocato un rialzo dei rendimenti di Bund e T-bond
Euro ai minimi da tre mesi sotto 1,09 sull'«apertura» del presidente Fed al rialzo dei tassi a dicembre IL
SONDAGGIO ADP Il rapporto di Adp sul mercato del lavoro negli Stati Uniti ha riportato una crescita oltre le
attese dei nuovi occupati nel settore privato ad ottobre
Andrea Franceschi
PLa divergenza di orientamento tra la Fed proiettata alla stretta monetaria e la Bce nel pieno della sua fase
espansiva è stato il tema che ha condizionato di più l'andamento dei mercati nel corso dell'anno.
Un'aspettativa messa in discussione dalle turbolenze che hanno colpitoi mercati questa estate ma che la
recente tornata di vertici dei banchieri centrali ha contribuito a ristabilire. La Bce ha premuto sull'accelleratore
delle politiche espansive aprendo esplicitamente all'ipotesi di un "Quantitative easing 2" senza escludere un
nuovo ritocco al ribasso al tasso sui depositi. La Fed, dal canto suo, ha espresso fermamente la pro- pria
convinzione ad operare la tanto annunciata stretta sui tassi di interesse entro l'anno. Un'aspettativa, quella
sulle prossime mosse dei banchieri centrali che ieri ha ricevuto importanti conferme. Soprattutto sul fronte più
incerto: quello americano. Il primo rialzo dei tassi da 10 anni è una decisione che si sta dimostrando difficile
da prendere ma il numero uno della Fed Janet Yellen, che ieri ha tenuto un'importante audizione alla
commissione sui servizi finanziari alla Camera Usa, ha espresso la convinzione che i presupposti per una
stretta a dicembre ci siano tutti. Sebbene «nessuna decisione sia stata ancora presa» il numero uno della
Fed ha sottoloneato che le aspettative dei banchieri sono per «una crescita dell'economia tale da generare
miglioramenti sul mercato del lavoro e il ritorno dell'inflazione verso l'obiettivo del 2% nel medio termine».
Andamento dei prezzi e mercato del lavoro sono i due presupposti chiave per operare l'aumento del costo del
denaro. Ma se per ora non si vede all'orizzonte una ripresa sostenuta dell'inflazione (anche per la persistente
debolezza delle materie prime) sul mercato del lavoro i segnali positivi sono inequivocabili. La conferma più
attesa in questo senso dovrebbe arrivare dalle rilevazioni del dipartimento del Lavoro attese per domani. Ieri
in ogni caso gli investitori hanno iniziato a farsi un'idea di come andranno le cose leggendo i risultati del
sondaggio della società Adp. Dal rapporto che, come di consueto, anticipa i numeri ufficiali, è risultato un
incremento dei nuovi occupati di 182mila unità superiore ai 180mila stimati dagli analisti. Questi dati prima e
le dichiarazioni del presidente Fed poi hanno avuto importanti ripercussioni sull'andamento del cambio
euro-dollaro. La moneta unica, che in apertura di seduta viaggiava a quota 1,0960 dollari, dopo la
pubblicazione del rapporto Adp ha sfondato la soglia di 1,09 per poi arrivare a un minimo di 1,0845 nel corso
dell'audizione di Janet Yellen. Un movimento dettato soprattutto dalla forza del biglietto verde che ieri è
tornato ad apprezzarsi rispetto tutte le sue principali controparti con il dollar index sui massimi da marzo.
Questo rafforzamento del dollaro si è accompagnato a un'ondata di vendite sui Tbond americani che hanno
registrato marcati rialzi dei rendimenti su tutte le scadenze. Un movimento che ha condizionato anche i titoli
di Stato europei i cui tassi, dopo una mattinata in calo, hanno archiviato la seduta in rialzo. La reazione
negativa di Wall Street all'ipotesi, benché scontata, di una stretta sui tassi a dicembre ha condizionato anche
la giornata di Borsa in Europa. Dopo una mattinata positiva gli indici continentali hanno chiuso gli scambi
contrastati: positive Parigi (+0,25%), Londra (+0,46%) e Madrid (+0,08%), negative Milano (-0,65%) e
Francoforte (-0,97%). La Borsa tedesca ha sofferto la nuova pesante ondata di vendite che ha colpito il titolo
Volkswagen che ieri ha perso il 9,5% affossato dall'apertura di nuovi fronti dello scandalo sui test di
emissione truccati (vedi approfondimenti a pagina 5).
Spagna
Italia
4/11/2015
SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 05/11/2015 26Puoi anche leggere