ALESSANDRO CADARIO ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO - DOMENICA 20 MAGGIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino
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I C O N C E R T I 2 0 1 7 - 2 0 1 8 ALESSANDRO CADARIO DIRETTORE ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO DOMENICA 20 MAGGIO 2018 – ORE 20.30 TEATRO REGIO
Alessandro Cadario direttore Andrea Secchi maestro del coro Orchestra e Coro del Teatro Regio Giuseppe Verdi (1813-1901) Quattro pezzi sacri I. Ave Maria basata su una scala enigmatica armonizzata per quattro voci (1888-1889) Moderato II. Stabat Mater per coro a quattro voci e orchestra (1895-1897) Sostenuto III. Laudi alla Vergine Maria dall’ultimo Canto del Paradiso di Dante per coro femminile a quattro voci (1888-1889) Moderato IV. Te Deum per doppio coro a quattro voci e orchestra (1895-1897) Senza misura - Sostenuto Soprano solista: Caterina Borruso In occasione del 120° anniversario della prima esecuzione italiana di Stabat Mater, Laudi alla Vergine Maria e Te Deum diretta da Arturo Toscanini a Torino il 26 maggio 1898 Ludwig van Beethoven (1770-1827) Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 (1811-1812) I. Poco sostenuto - Vivace II. Allegretto III. Presto - Assai meno presto IV. Allegro con brio Restate in contatto con il Teatro Regio: fTYp
Giuseppe Verdi Quattro pezzi sacri I Quattro pezzi sacri, composti separatamente negli anni della vecchiaia (Ave Maria e Laudi alla Vergine Maria nel 1888-89, tra Otello e Falstaff; Stabat Mater e Te Deum tra il 1895 e il 1897), non furono concepiti come un lavoro unitario: ciò ne spiega l’eterogeneità di concezione, proporzioni e mezzi esecutivi. Verdi, pur essendo agnostico, li aveva scritti sulla spinta di una privata urgenza creativa, e in effetti ne consentì la pubblicazione con una certa riluttanza, e solo dopo molte insistenze fu possibile convincerlo a lasciarli eseguire. I Pezzi sacri furono presentati il 7 aprile 1898 a Parigi, ma in quell’occasione, così come nella prima italiana avvenuta a Torino il mese successivo, il Maestro volle che si omettesse l’Ave Maria, costruita su una «scala enigmatica» (do, reb, mi, fa#, sol#, la#, si – con il fa naturale discendendo), perché la considerava non più che un esperimento di scrittura: «Non è vera musica, è un tour de force, è una sciarada». Arrigo Boito suggerì scherzosamente che Verdi l’avesse scritta come riparazione per il blasfemo “Credo” inserito in Otello. Ma, lungi dall’apparire un algido esercizio di stile, l’Ave Maria è pervasa da un’atmosfera di commozione autentica, per quanto estaticamente estraniata. Ad analoghi esiti espressivi per- vengono le Laudi, anch’esse concepite a cappella, che furono particolarmente ac- clamate dal pubblico parigino. Verdi ne aveva ricavato il testo dall’ultimo Canto del Paradiso: è la preghiera che Bernardo di Chiaravalle rivolge alla Vergine per- ché a Dante sia concessa la visione dei misteri di Dio. Scritta originariamente per quattro voci soliste, questa pagina rende omaggio alla scrittura di Palestrina, nel quadro di una ricercata armonia tardo-ottocentesca, con esiti che all’ascoltatore di oggi possono forse apparire curiosi. Lo Stabat Mater, per coro misto e grande orchestra, ci riporta invece al caratte- re monumentale del Requiem. L’approccio alla preghiera attribuita a Jacopone da Todi è quello dell’autore di musica per il teatro: le stilizzazioni tipiche della musi- ca liturgica sono assenti, la musica non è suddivisa in episodi come nei grandi pre- cedenti della tradizione italiana – da Pergolesi a Rossini –, né vi sono ripetizioni testuali: Verdi, interessato al dramma umano della madre ai piedi del patibolo del figlio, ne restituisce lo strazio in un affresco cupo e dolente, in un gesto espressivo senza pause e senza respiro. Al realismo drammatico dello Stabat Mater si contrappone l’austero contegno del Te Deum, per doppio coro e grande orchestra. L’esecuzione «senza misura» del tema gregoriano, eseguito a cappella dalle voci maschili all’inizio del lavo- ro, diffonde sull’intera composizione un’aura di severa compostezza. Verdi evita qui il gioioso trionfalismo che solitamente caratterizza l’inno di ringraziamen- to al Signore; questa pagina dal respiro grandioso e dalla singolare bellezza si
pone invece come una solenne meditazione pervasa da dubbi, più che sorretta da certezze: l’estremo lascito creativo del Maestro si chiude nell’ombra malinconica che il breve, dolente postludio strumentale proietta retrospettivamente sulle pa- role di speranza affidate a un soprano solista: «In te, Domine, speravi». Enrico M. Ferrando Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 7 In quest’opera c’è «la mano di un ubriaco», sosteneva Friedrich Wieck. Vi sono eccessi oltre i quali «non è lecito spingersi», osservava Carl Maria von Weber. È una creazione uscita da «una mente malata», sentenziava «La Revue musicale». Verranno poi le celebri parole di Wagner (in L’opera d’arte dell’avvenire): «Questa sinfonia è l’apoteosi della danza; la danza nella sua suprema essenza, la più beata rappresentazione del movimento del corpo»; e ancora: «Beethoven […] ha por- tato nella musica il gesto, attuando la fusione tra corpo e mente». Tutto è tensione drammatica, moto inesorabile, dialettica fra luci e ombre, un rincorrersi di domande che si rimbalzano senza risposte: è la vitalità interiore, eti- ca e fisica, il gioco eterno fra materia e spirito, fra estasi e movimento, la contem- plazione e la danza. Anche quando si ferma... Come nella musica c’è il silenzio, così alla danza appartiene anche il momento della sosta: è l’arco teso, fremente, prima di scoccare la freccia. Nasceva, la Settima Sinfonia, tra l’autunno del 1811 e l’estate del 1812 – quasi contemporaneamente all’Ottava – e il mondo la conobbe per la prima volta nel dicembre del 1813, presso l’Università di Vienna, in un concerto che celebrava i soldati austriaci vittoriosi sull’esercito napoleonico, insieme ai clangori patriottici della Vittoria di Wellington op. 91. La freccia è scoccata: seppure con mezzi espressivi semplificati (mancano trom- boni e controfagotto) la sua traiettoria è perfetta. L’asse portante è l’invenzione ritmica, iridescente, risolta in articolati gesti danzanti, già a partire dal passaggio tra il Poco sostenuto introduttivo e il Vivace del primo movimento, attraverso il ri- petersi di una sola nota. Beethoven attinge con piena coscienza alla sinfonia classi- ca, su una musica trasparente e chiara, scandita da un pensiero ritmico costante e da ampie rifrazioni timbriche. L’introduzione, con i suoi accordi a orchestra piena e i suoi brevi motti espressi dai fiati, denuncia un sotterraneo senso del tragico – di origini remote nel creator spiritus dell’artista –, mentre continua la pulsione sotto la trama orchestrale. Si affacciano momenti quasi bucolici, e i crescendo dell’orche- stra sono rotti da quella sola nota, che nel suo muoversi ostinato tra archi e fiati
subisce come una mutazione genetica, e segna l’ingresso del Vivace. Questa pagina acquista vigore caratterizzandosi per l’alternanza di volumi sonori, di moti accele- ranti e deceleranti, improvvisi arresti e repentine riprese al galoppo. Il suo aspetto è estroso, ai limiti della stravaganza, basato più su un gioco vertiginoso di cambi di timbro e registro, piuttosto che sulle abituali contrapposizioni dialettiche dei sog- getti. Siamo catturati dalla vitalità della musica, dalla varietà dinamica e coloristi- ca e dall’incalzante pulsazione che, ora ingigantendosi ora frammentandosi, domi- na ovunque, sviluppo e ripresa. Vi emerge con naturalezza un raffinato dialogo tra oboe e flauto, e tutto si muove sospinto come sotto ipnosi dall’incombente battito. Anche la coda ribadisce l’energia di movimento e l’essenza del materiale tematico. Viole, violoncelli e contrabbassi ripetono una figurazione ritorta dai cromatismi, mentre i violini vagano nell’area di la maggiore: un passo che si rispecchierà nella coda dell’ultimo tempo, a suggellare l’unità dell’opera. E se nel primo movimento festosità e gaudio non sono esenti da ombre, con un “ossimoro” diremo che l’Allegretto è di tono malinconico. Si apre in la minore, con un accordo dei fiati e una melodia degli archi dotata di una scansione ritmica pre- cisa – il dattilo (un impulso lungo, due brevi) e il ritmo spondaico (due impulsi lunghi) –, energia motoria allo stato puro, di cui tutta l’opera è improntata. Sugli archi spira un enigmatico soffio romantico per i continui ripiegamenti cromatici e la crescente onda dinamica. Poi il registro tonale si fa positivo quando le linee me- lodiche sono sostenute dai fiati, sul pizzicato e sullo staccato degli archi. Questa pagina suscitò l’entusiasmo del pubblico dell’epoca a tal punto da essere richiesto un immediato bis: era quello il tempo in cui il pubblico, più che invitato al silen- zio, era chiamato a dire la sua in sede di concerto, acclamando o protestando, in un acceso dialogo con gli interpreti e i compositori... Davvero di rara bellezza e di sottigliezza timbrica impalpabile è il fugato dei soli archi, una pagina che spicca nel firmamento beethoveniano. Dopo un nuovo incresparsi drammatico, il soggetto è nuovamente restituito ai fiati, che ne sfruttano appieno la flessibilità, verso un epilogo gentile, memore ancora una volta, per un gesto degli archi, delle precedenti tensioni. Il Presto in fa maggiore esordisce con una frase rapida, corroborata dai timpa- ni, subito sottoposta a sviluppo, in un gioco fra deviazioni timbriche e crescendo d’aspetto teatrale. Il movimento, che è un vero e proprio Scherzo ricco di sferzate dinamiche, è intercalato da un Trio esposto per due volte: il suo tema di sapore agreste evoca una melodia popolare, da marcia di pellegrini, di cui subiamo una certa fascinazione lirica. Il contrasto tuttavia è mitigato, perché strategicamente il Presto si chiude ogni volta su una nota tenuta ferma per tutta la durata delle due parentesi del Trio. E per due volte, con enfatico annuncio, riprende la galoppata, dalla figurazione continuamente variabile, per sigillare poi il movimento su un motto piuttosto enigmatico.
L’Allegro con brio manifesta con orgoglio una figurazione di danza più rustica su un ritmo martellante, arricchito di fanfare e improvvise contrazioni del gesto sonoro, con una certa prevalenza timbrica dei fiati. Siamo davanti a un dispiega- mento quasi violento dell’impulso che finora si era prodotto nei precedenti movi- menti, capace di mostrare un volto dionisiaco, folle e tumultuoso: rulli di timpani preludono alla caotica e continua mutazione degli accenti e all’incalzare di temi secondari e frammenti chiassosi, dando vita a uno stato confusionale che scardina la precisione della metrica classica. Verso la fine la pagina mette in campo una frenesia impazzita, disseminata da temi e frammenti uditi qui forse per la prima volta, e con gli archi in volata. Pare di assistere a uno di quei film corali dove, dopo aver seguito le singole storie, siamo avviluppati dal filo che sottilmente le unisce, costretti a mettere rapidamente sotto un unico sguardo ogni soggetto, ogni storia. Le fugaci linee dei fiati, le travolgenti ondate degli archi: sono tutti affluenti di quel fiume in piena che è la vita, tradotta, come in una pellicola di Altman, in una sinfonia di Beethoven. Monica Luccisano Enrico Maria Ferrando è professore di Elementi di Composizione al Conservatorio di Torino. Autore di saggi dedicati in particolare al teatro musicale italiano tra Ottocento e Novecento, ha curato per Garzanti Tutti i libretti di Puccini (Milano, 1984). Ha realizzato la versione italiana dei libretti di The Man Who Mistook His Wife for a Hat di Michael Nyman e di The Sound of a Voice/Hotel of Dreams di Philip Glass. La sua cantata scenica Anna, o il percorso della memoria è stata rappresentata al Piccolo Regio nel 2008 e nel 2009. Dal 1992 al 2015 è stato responsabile dell’Archivio Musicale del Teatro Regio. Monica Luccisano, musicologa e drammaturga, vive e lavora a Torino, svolgendo attività su più fronti: freelance per testate giornalistiche e istituzioni musicali di ambito nazionale, consulente per case editrici, autrice e regista di spettacoli di teatro e musica. In questo campo annovera collabo- razioni fra gli altri con il Teatro Regio, l’Unione Musicale, il Teatro Baretti, il Festival di Stresa, il Collegio Ghislieri di Pavia. Tra gli attori per cui ha scritto figurano: Michela Cescon, Davide Livermore, Sonia Bergamasco, Sax Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi; tra i musicisti e gli ensemble: l’Orchestra di Stresa diretta da Gianandrea Noseda, gli Architanghi del Teatro Regio, l’Arion Choir & Consort Ghislieri, gli Architorti, lo Xenia Ensemble.
Ave Maria Ave Maria, gratia plena, Ave, o Maria, piena di grazia, Dominus tecum, il Signore è con te. benedicta tu in mulieribus, Tu sei benedetta fra le donne et benedictus fructus ventris tui, Jesus. e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Sancta Maria, mater Dei, Santa Maria, Madre di Dio, ora pro nobis peccatoribus, prega per noi peccatori, nunc et in hora mortis nostrae. adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. Amen. Stabat Mater Stabat Mater dolorosa Stava la Madre, addolorata, iuxta crucem lacrimosa, in lacrime ai piedi della croce dum pendebat Filius. cui era appeso il Figlio. Cuius animam gementem, Lei, la cui anima sofferente contristatam et dolentem piena di tristezza e dolore, pertransivit gladius. fu trafitta da una spada. O quam tristis et afflicta Oh, quanta tristezza e afflizione fuit illa benedicta ebbe quella benedetta Mater Unigeniti! Madre dell’Unigenito! Quae maerebat et dolebat, Si affliggeva e soffriva, pia Mater dum videbat la pia Madre, vedendo le pene nati poenas incliti. del glorioso figlio. Quis est homo, qui non fleret, Quale uomo non piangerebbe, Matrem Christi si videret nel vedere la Madre di Cristo in tanto supplicio? in un supplizio così grande? Quis non posset contristari, Chi non proverebbe compassione Christi Matrem contemplari alla vista della Madre di Cristo dolentem cum Filio? che soffre col Figlio? Pro peccatis suae gentis Per i peccati della sua stirpe vidit Jesum in tormentis vide Gesù tormentato et flagellis subditum. e sottoposto al flagello. Vidit suum dulcem natum Vide il suo dolce figlio moriendo desolatum, emettere l’ultimo respiro, dum emisit spiritum. morendo abbandonato da tutti. Eia, Mater, fons amoris, Orsù, Madre, fonte d’amore, me sentire vim doloris fammi provare la forza del dolore fac, ut tecum lugeam. affinché io pianga con te. Fac, ut ardeat cor meum Fa’ che il mio cuore arda in amando Christum Deum, nell’amore di Cristo Dio, ut sibi complaceam. per essere a Lui gradito. Sancta Mater, istud agas, Santa Madre: imprimi Crucifixi fige plagas le piaghe del Crocifisso cordi meo valide! con forza nel mio cuore!
Tui nati vulnerati Del tuo figlio ferito, tam dignati pro me pati che s’è degnato di patire tanto per me, poenas mecum divide. con me pure dividi le pene. Fac me vere tecum flere, Fa’ che con te io pianga, Crucifixo condolere, condivida i dolori del Crocifisso, donec ego vixero. finché avrò vita. Iuxta crucem tecum stare Stare con te ai piedi della croce et me tibi sociare e unirmi a te nel pianto: in planctu desidero. questo desidero. Virgo virginum praeclara, Vergine delle vergini, la più insigne, mihi iam non sis amara con me non essere dura, fac me tecum piangere. lascia ch’io pianga con te. Fac, ut portem Christi mortem, Fammi partecipe della morte di Cristo, passionis fac consortem fammi condividere i suoi patimenti et plagas recolere. e onorare le sue piaghe. Fac me plagis vulnerari, Fammi ferire dalle sue piaghe, fac me crucem inebriari inebriare di questa croce et cruore Filii. e del sangue del Figlio. Flammis ne urar succensus Ch’io non sia bruciato dalle fiamme, per te, Virgo, sim defensus che da te, Vergine, sia io difeso in die iudicii! nel giorno del giudizio. Christe, cum sit hinc exire, Cristo, nel momento della morte, da per Matrem me venire fa’ che per mezzo della Madre io consegua ad palmam victoriae. la palma della vittoria. Quando corpus morietur, Quando il corpo morirà, fac ut animae donetur fa’ che all’anima sia donata Paradisi gloria! la gloria del Paradiso! Amen. Amen.
Laudi alla Vergine Maria Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore per lo cui caldo nell’eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se’ a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar senz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fïate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate. Ave. Ave. Paradiso, xxxiii, vv. 1-21
Te Deum Te Deum laudamus: te Dominum confitemur. Noi ti lodiamo, Dio: ti proclamiamo Signore. Te aeternum Patrem, omnis terra veneratur. Tutta la terra adora te, eterno Padre. Tibi omnes angeli, A te tutti gli angeli, tibi caeli et universae potestates, tutte le potenze dei cieli, tibi cherubim et seraphim, i Cherubini e i Serafini incessabili voce proclamant: cantano con voce incessante: “Sanctus, Sanctus, Sanctus “Santo, Santo, Santo Dominus Deus Sabaoth. il Signore Dio dell’universo. Pleni sunt caeli et terra I cieli e la terra sono pieni majestatis gloriae tuae”. della tua gloria”. Te gloriosus Apostolorum chorus, Ti acclamano il coro degli apostoli, te prophetarum laudabilis numerus, le voci elogianti dei profeti te martyrum candidatus laudat exercitus. e la candida schiera dei martiri. Te per orbem terrarum In tutto il mondo sancta confitetur Ecclesia, la santa Chiesa si riconosce in te, Patrem immensae maiestatis; Padre di immensa gloria, venerandum tuum verum et unicum Filium; adora il tuo vero e unico Figlio Sanctum quoque Paraclitum Spiritum. e lo Spirito Santo Consolatore. Tu rex gloriae, Christe, O Cristo, re della gloria, tu Patris sempiternus es Filius. tu sei l’eterno Figlio del Padre. Tu, ad liberandum suscepturus hominem, Tu, per la salvezza dell’uomo, non horruisti Virginis uterum. non disdegnasti il grembo della Vergine. Tu, devicto mortis aculeo, Tu, vincitore della morte, aperuisti credentibus regna caelorum. hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Iudex crederis esse venturus. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni, A te dunque chiediamo: soccorri i tuoi figli, quos pretioso sanguine redemisti. che hai redento col tuo sangue prezioso. Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salvum fac populum tuum, Domine, Salva il tuo popolo, Signore, et benedic hereditati tuae. guida e proteggi i tuoi figli. Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum. E guidali e sorreggili in eterno. Per singulos dies benedicimus te; Ogni giorno ti benediciamo, et laudamus nomen tuum in saeculum, lodiamo il tuo nome nel mondo et in saeculum saeculi. e per sempre. Dignare, Domine, die isto Dégnati oggi, Signore, sine peccato nos custodire. di custodirci senza peccato. Miserere nostri, Domine, miserere nostri. Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Fiat misericordia tua, Domine, super nos, Sia sempre con noi la tua misericordia, quemadmodum speravimus in te. nella misura in cui in te abbiamo sperato. In te, [Domine,] speravi: In te, [Signore,] ho sperato: non confundar in aeternum. non sarò confuso in eterno. soprano solo soprano solo In te, Domine, speravi: In te, Signore, ho sperato: in te speravi, in te, in te. in te ho sperato, in te, in te.
Alessandro Cadario è attualmente Direttore Oltre al repertorio classico, Alessandro Cadario ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Mu- rivolge la sua attenzione alla musica contemporanea, sicali di Milano. Direttore dal gesto raffinato ed che interpreta con particolare dedizione, vista la sua espressivo, si distingue per la presenza carismatica e duplice natura di direttore e compositore. Ha diret- le sue interpretazioni meditate e convincenti, sia nel to numerose prime esecuzioni assolute, e tra queste repertorio sinfonico sia in quello operistico. From Depth to Deepness di Ivan Fedele nella stagio- Ha compiuto gli studi di direzione d’orchestra al ne sinfonica 2017-2018 del Teatro Carlo Felice di Conservatorio “G. Verdi” di Milano, perfezionan- Genova. dosi con due diplomi di merito presso l’Accademia Ha collaborato ad alcuni dei più prestigiosi pro- Musicale Chigiana di Siena. Ha inoltre conseguito getti dedicati ai giovani musicisti tra cui El Sistema, il diploma di violino, la laurea in direzione di coro e fortemente voluto in Italia da Claudio Abbado, e in composizione. l’Orchestra Sinfonica Nazionale dei Conservatori Ha diretto importanti orchestre tra cui l’Orche- italiani, promossa dal Miur. stra Filarmonica di Monte-Carlo, l’Orchestra Filar- I suoi prossimi impegni includono il debutto con monica della Fenice, l’Orchestra del Teatro Carlo l’Orchestra Regionale Toscana, il ritorno nella sta- Felice, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, gione sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari e al l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, Festival Mito Settembre Musica. Con questo con- la Filarmonica Arturo Toscanini, l’Orchestra Haydn certo debutta al Teatro Regio. di Bolzano e Trento, l’Orchestra e il Coro del Tea- tro Verdi di Trieste, l’Orchestra e il Coro del Teatro Nato a Colle Val d’Elsa (Siena), Andrea Secchi Lirico di Cagliari, i Cameristi della Scala, l’Orche- ha iniziato gli studi musicali all’età di cinque anni. stra Sinfonica Concerto Budapest e la Sofia Festival Dopo aver conseguito la maturità classica si è di Orchestra. plomato a pieni voti in Pianoforte presso il Con Vincitore del premio “Peter Maag” nel 2012, ha servatorio “L. Cherubini” di Firenze sotto la guida definitivamente attirato l’attenzione degli addetti di Giorgio Sacchetti. Ha frequentato corsi di perfe ai lavori nel 2014, in occasione del suo debutto alla zionamento tenuti da Paul Badura-Skoda, Joaquín Società del Quartetto di Milano e, nel 2015, con Achúcarro e Maurizio Pollini presso l’Accademia la direzione di Pollicino di H.W. Henze al Maggio Musicale Chigiana di Siena; è stato allievo di An- Musicale Fiorentino e con un concerto nella stagio- drea Lucchesini all’Accademia Internazionale di ne sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari, di cui è Musica di Pinerolo e, per la Direzione d’orchestra, stata particolarmente apprezzata l’interpretazione di Piero Bellugi. rossiniana («Stabat Mater: con Cadario è un gran Si è esibito in Italia e all’estero, prendendo parte a Rossini», titola la «Gazzetta del Mezzogiorno»). numerosi cicli concertistici, in particolare a Torino, Sempre nel 2015 ha debuttato al Teatro alla Scala di Siena, Roma, Palermo e Firenze, nella Beethoven Milano in occasione del Festival delle orchestre in- Haus di Bonn, nel Museo Chopin di Varsavia, a ternazionali. Nel 2016 ha debuttato con l’Orchestra Dublino, Londra, Monaco di Baviera, Kiel, Craco del Teatro Massimo di Palermo e al Festival Mito via, Pechino, Pretoria e Tokyo, riscuotendo ovunque Settembre Musica. Ha diretto inoltre la City Cham- unanimi e calorosi consensi per la sua personalità e ber Orchestra di Hong Kong nella Grande Messa in passione interpretativa. Ha vinto oltre venti concor do minore k 427 di Mozart, in occasione del suo de- si nazionali e internazionali ottenendo inoltre premi butto in Cina. Lo stesso anno ha debuttato anche speciali per la migliore interpretazione di musiche di alla Biennale Musica di Venezia dirigendo due atti Bach, Mozart, Schubert, Schoenberg e Beethoven. unici in prima assoluta. Nel 2003 si è distinto come miglior italiano nella Alessandro Cadario ha inoltre collaborato con prestigiosa Leeds International Piano Competition, solisti come Mario Brunello, Vittorio Grigolo, Ales- raggiungendo la semifinale, ottenendo un notevole sandro Carbonare, Gautier Capuçon, Francesco apprezzamento da parte di pubblico e critica, debut- Meli, Giovanni Sollima, Francesca Dego. tando dunque alla Salle Cortot di Parigi. Da sempre Nella primavera 2017 è ritornato alla Società si interessa al repertorio cameristico e dal 2002 al del Quartetto di Milano con la Quinta Sinfonia di 2006 ha fatto parte del Quartetto Accademia. Čajkovskij e al Teatro Massimo di Palermo nel- Vasta è la sua esperienza anche nel repertorio li- la Stagione d’Opera e Balletto. È stato scelto dalla rico come maestro collaboratore. Dal 2006 al 2013 Presidenza del Senato per dirigere il prestigio- è stato Altro maestro del coro del Maggio Musicale so concerto natalizio 2017, in diretta tv su Rai 1 Fiorentino, incarico che gli ha permesso di collabo- dall’Aula del Senato. rare con alcuni dei più grandi direttori d’orchestra,
fra i quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Seiji Oza- Buenos Aires e il Regio ospite per la seconda volta al wa, Lorin Maazel, Kurt Masur, Riccardo Chailly, Festival di Edimburgo con quattro recite di Bohème, Daniel Oren, Semyon Bychkov e Gianandrea Nose- tre di Macbeth (riproposto in forma di concerto a da. Dall’agosto del 2013 è Maestro sostituto e Altro Parigi) e la Messa da Requiem di Verdi. Nel set- maestro del Coro alla Den Norske Opera & Ballett tembre 2017 si è infine tenuta la prima tournée in di Oslo. Come maestro collaboratore è stato invita- Medioriente, con tre rappresentazioni di Aida alla to alla Staatsoper di Vienna e al Teatro Regio dove, Royal Opera House di Muscat, in Oman. dopo una prima collaborazione nel 2012-2013, ha L’Orchestra e il Coro del Teatro hanno una in- assunto nel corso di questa stagione il ruolo di Di- tensa attività discografica, nell’ambito della quale si rettore del Coro. segnalano diverse produzioni video di particolare interesse: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur, L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del Boris Godunov, Un ballo in maschera, I Vespri siciliani, complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Artu- Leggenda, Don Carlo, Faust, Aida, La bohème e L’in- ro Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti coronazione di Dario. Tra le incisioni discografiche numerosissimi concerti e molte storiche produzioni più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, fi- operistiche. L’Orchestra ha in particolare eseguito gurano la Seconda Sinfonia di Mahler (Fonè), il cd la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner Fiamma del Belcanto con Diana Damrau (Warner- e della Salome di Strauss, nonché le prime assolute Classics/Erato), recensito dal «New York Times» di Manon Lescaut e La bohème di Puccini. Nel cor- come uno dei 25 migliori dischi di musica classica del so della sua lunga storia ha dimostrato una spicca- 2015, due cd verdiani con Rolando Villazón e Anna ta duttilità nell’affrontare il grande repertorio così Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando D’Ar- come molti titoli del Novecento, anche in prima cangelo (Deutsche Grammophon); Chandos ha assoluta, come Gargantua di Corghi e Leggenda di pubblicato Quattro pezzi sacri di Verdi e, nell’ambito Solbiati. della collana «Musica Italiana», due album dedicati a L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri composizioni sinfonico-corali di Petrassi. e alla guida del complesso si sono alternati diret- tori di fama internazionale come Roberto Abba- Fondato alla fine dell’Ottocento e ricostituito nel do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, 1945 dopo il secondo conflitto mondiale, il Coro Dantone, Gelmetti, Gergiev, Hogwood, Luisi, del Teatro Regio e uno dei maggiori cori teatrali Luisotti, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infi- europei. Sotto la guida di Bruno Casoni (1994- ne Gianandrea Noseda, che dal 2007 al 2018 ha 2002) ha raggiunto un alto livello internazionale, ricoperto il ruolo di Direttore musicale del Teatro dimostrato anche dall’esecuzione dell’Otello di Ver- Regio. Ha inoltre accompagnato grandi compagnie di sotto la guida di Claudio Abbado e dalla stima di di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca e del Semyon Bychkov che, dopo averlo diretto al Regio Mariinskij di San Pietroburgo. nel 2002 per la Messa in si minore di Bach, lo ha Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri; invitato a Colonia per l’incisione della Messa da Re- negli ultimi anni è stata ospite, sempre con la di- quiem di Verdi ed è tornato a coinvolgerlo nel 2012 rezione del maestro Noseda, in Germania, Spagna, in un concerto brahmsiano con l’Orchestra Sinfo- Austria, Francia e Svizzera. Nell’estate del 2010 ha nica Nazionale della Rai. Il Coro è stato successiva- tenuto una trionfale tournée in Giappone e in Cina mente diretto da Claudio Marino Moretti e Rober- con La traviata e La bohème, un successo ampia- to Gabbiani, raggiungendo ulteriori vette artistiche; mente bissato nel 2013 con il “Regio Japan Tour”. nel 2010 l’incarico è stato assegnato a Claudio Fe- Nel 2014, dopo le tournée a San Pietroburgo ed noglio, che nel febbraio 2018 ha passato il testimo- Edimburgo, si è tenuto a dicembre il primo tour ne ad Andrea Secchi. Oltre alla Stagione d’Opera, il negli Stati Uniti e in Canada. Tre gli importanti Coro svolge una significativa attività concertistica e, appuntamenti internazionali nel 2016: i complessi insieme all’Orchestra del Teatro Regio, figura oggi artistici del Teatro sono stati ospiti d’onore al 44° nei video di alcune delle più interessanti produzioni Hong Kong Arts Festival, poi a Parigi e a Essen, delle ultime Stagioni, nonché in diverse registrazio- infine allo storico Savonlinna Opera Festival. La ni discografiche, quali, in particolare, i Quattro pezzi scorsa stagione, dopo le tappe a Ginevra e a Luga- sacri di Verdi e i due cd dedicati a Petrassi sotto la no, ha visto l’Orchestra impegnata in un concerto a direzione di Noseda.
Teatro Regio Orchestra Violini primi Viole Ottavino Corni Sergey Galaktionov * Enrico Carraro * Roberto Baiocco Natalino Ricciardo * Marina Bertolo Gustavo Fioravanti Flauti Giacomo Bianchi Francesco Gilardi Martina Anselmo Federico Giarbella * Fabrizio Dindo Elio Lercara Andrea Arcelli Maria Siracusa Evandro Merisio Carmen Lupoli Rita Bracci Trombe Enrico Luxardo Oboi Federico Carraro Sandro Angotti * Luigi Finetto * Miriam Maltagliati Maria Elena Eusebietti Mauro Pavese Stefano Simondi Alessio Murgia Alma Mandolesi Marco Rigoletti Valentina Rauseo Roberto Musso Corno inglese Alessandro Cammilli Tromboni Daniele Soncin Nicola Russo Vincent Lepape * Marta Tortia Clarinetti Violoncelli Paolo Masi Giuseppe Tripodi Alessandro Dorella * Amedeo Cicchese * Roberto Basile Claudia Zanzotto Vittoria Ecclesia Roberto Zoppi Martina Biondi Tuba Fabio Fausone Clarinetto basso Rudy Colusso Violini secondi Alfredo Giarbella Edmondo Tedesco Marco Polidori * Timpani Giuseppe Massaria Fagotti Ranieri Paluselli * Tomoka Osakabe Armando Matacena Corrado Barbieri * Bartolomeo Angelillo Anna Maria Barbaglia Percussioni Luisa Miroglio Paola Bettella Orazio Lodin Massimiliano Francese Marco Mosca Antonella D’Andrea Federico Lodovichi Arpa Andrea Del Moro Contrabbassi Elena Corni * Silvio Gasparella Davide Botto * Fation Hoxholli Atos Canestrelli Marcello Iaconetti Alessandra Avico Anselma Martellono Fulvio Caccialupi Paola Pradotto Andrea Cocco Seo Hee Seo Stefano Schiavolin * Prime parti Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Sergey Galaktionov (violino Giovanni Battista Guadagnini, Torino 1772), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano, Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.), Amedeo Cicchese (violoncello Giovanni Grancino, Milano 1712), Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano 1751) e Bartolomeo Angelillo (violino Bernardo Calcanius, Genova 1756). Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola.
Argomento Atto I Quadro I. In una piazza di Siviglia. Il conte di Almaviva ha seguito a Siviglia da Madrid – dove l’aveva intravista casualmente, innamoran- dosene – la bella Rosina: sotto le finestre della casa dove la ragazza vive sotto l’occhiuta protezione di Don Bartolo, canta una serenata. Giunge l’intraprendente barbiere Figaro, «factotum della città», che Coro in passato aveva già incontrato il conte. Figaro spiega che Bartolo, suo cliente, è il tutore e non il padre Soprani Mezzosoprani della ragazza. Rosina si affaccia / un biglietto per gettare Tenori Baritoni / ilBassi al giovane ma Bartolo, notandone comporta- Sabrina Amè Contralti mento circospetto, si allarma: decide di dar corso al proprio progetto di sposarla,Leonardo Pierangelo Aimé Baldi ed esce ordinando alla Nicoletta servitù diBaù Angelica impedire l’ingresso BuzzolanAccompagnato a chicchessia. Janos Buhalla Mauro alla chitarra da Figaro, Barra risponde Almaviva alle domande Chiara Bongiovanni Sabina di Rosina con Cacioppo un’altra Marino Capettini serenata, dichiarando di chiamarsi LindoroLorenzo Battagion e di essere povero. Ma come Anna Mariaincontrarla? Borri Shiow-hwa Chang Antonio Coretti Enrico Bava L’astuzia di Figaro, esaltata dalla prospettiva di una ricompensa, partorisce su due piediBorruso Caterina Corallina un piano: Almaviva Demaria fingerà di appartenereLuigi Della Monica al reggimento Umberto appena giunto Ginanni in città, ed entrerà per mezzo Sabrina Claudia di un biglietto di Boscarato De Pian alloggio. Luis Odilon Dos Santos Vladimir Jurlin Eugenia Maria Di Mauro Alejandro Escobar Desaret Lika QuadroBraynova II. Una camera nella casa di Don Bartolo. Serafina Cannillo Roberta Garelli Giancarlo Fabbri Riccardo Mattiotto Figaro entra in casa di Bartolo per sondare i sentimenti di Rosina, che gli affida una lettera per il Chiara Rossana Gariboldi Sabino Gaita Gianluca Monti giovaneChisu sconosciuto, di cui si sta innamorando. Giunge Basilio, maestro di musica e faccendiere di famiglia,Cogno Cristina Elena Induni che riferisce allo sgomento Mauro Bartolo la voce della Ginestrone presenza Davide in città del conte Motta Frée sug- di Almaviva, gerisce che Naoko Ito Roberto Guenno Gheorghe solo una calunnia potrà mettere fuori gioco il potente aristocratico. Sempre più Valentin Nistor inquieto, Cristiana Cordero Bartolo Degregori Antonella Martin Leopoldo Lo Sciuto Sandro affronta Rosina rimproverandole il comportamento sospetto. Infine si presenta Almaviva, Pucci Eugenia fingendosi DiperPaolo Raffaella di più ubriaco, e creaRiello Vito un tale scompiglio daMartino provocare l’intervento Franco dellaRizzo forza pubblica. Alessandra Ma Almaviva, furtivamente, Marina rivelaSandberg la propria identitàMatteo Mugavero all’ufficiale: le guardie si Gianluca allontanano Secci senza arre- Manuela Giacomini starlo, Teresa Uda Matteo Pavlica Enrico Speroni Rita Lalasciando Vecchia tutti stupiti e disorientati. Daniela Valdenassi Dario Prola Marco Tognozzi Laura Lanfranchi Tiziana Valvo Gualberto Silvestri Francesco Toso INTERVALLO Paola Isabella Lopopolo Barbara Vivian Sandro Tonino Emanuele Vignola Lyudmyla Atto II Porvatova Franco Traverso M. Lourdes Quadro Rodrigues I. In casa di Don Bartolo. Valerio Varetto Martins si ripresenta a casa di Bartolo, questa volta spacciandosi per Don Alonso, maestro di Almaviva Pierina musica Trivero inviato dal malato Basilio per sostituirlo. Per vincere i sospetti dell’anziano tutore gli conse- Giovanna Zerilli del conte, che sostiene di aver trovato sotto la sua locanda; gli propone di sottoporlo gna un biglietto a Rosina, dicendole di averlo avuto da un amante del conte, per provarle che Almaviva si prende gioco di lei. Dunque Bartolo acconsente allo svolgimento della lezione di musica, durante la quale giunge Figaro, che convince il padrone di casa a farsi radere, e ne approfitta per sottrargli la chiave del balcone. All’arrivo inaspettato di Basilio, i tre cospiratori lo convincono con una ricca borsa ad allontanarsi, dando seguito alla storia della presunta malattia: i due giovani possono finalmente accordarsi per fuggire insieme, ma una parola imprudente richiama l’attenzione di Bartolo, che scaccia tutti. Quadro II. La stessa scena. Rosina si fa convincere da Don Bartolo che Lindoro è un impostore, inviato dal subdolo Almaviva, e per ripicca accetta di sposare l’anziano tutore, cui svela il piano concordato con Figaro per fuggire a mezzanotte. Mentre Don Bartolo si allontana per trovare i gendarmi che arrestino Figaro e Almaviva, questi ultimi si recano, entrando dal balcone, all’appuntamento fissato con la ragazza; le chiariscono l’equivoco – Lindoro è in realtà lo stesso conte di Almaviva – e quando arriva Basilio con il notaio convocato da Bartolo per il contratto nuziale, Figaro, con un’ulteriore astuzia, fa sì che le nozze a essere ratificate siano quelle tra i due giovani. A Bartolo, giunto troppo tardi, non resta che far buon viso a cattivo gioco. Prima rappresentazione assoluta: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816. Questa scheda di sala è scaricabile dal sito del Regio all’indirizzo www.teatroregio.torino.it/node/6820. Se ritieni che la cultura musicale sia un valore irrinunciabile e pensi che sia importante dare direttamente il tuo appoggio, puoi f irmare a favore del tuo Teatro, destinando il 5 per mille dell’IRPEF. È suf f iciente scrivere il codice f iscale del Regio (00505900019) nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi. La destinazione del 5 per mille non comporta nessuna spesa e non è alternativa all’8 per mille né al 2 per mille. © Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 1 Scheda di sala Il barbiere di Siviglia.indd 3 13/03/2018 12:31:33
APPUNTAMENTO STRAORDINARIO #ANTROPOCENE L’ODISSEA TRAGICOMICA DI DUE NAUFRAGHI DELL’ERA CONTEMPORANEA Teatro Regio Venerdì 25 maggio 2018 ore 20.30 Sabato 26 maggio 2018 ore 20.30 MARIO BRUNELLO DIRETTORE E VIOLONCELLO MARCO PAOLINI VOCE NARRANTE FRANKIE HI-NRG MC TESTI RAP E VOCE CONCERTANTE MAURO MONTALBETTI MUSICHE ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO Una coproduzione Fondazione Teatro Massimo, Romaeuropa Festival e Fondazione Musica per Roma, Teatro Regio Torino, Fondazione Teatro di San Carlo BIGLIETTI Biglietteria del Teatro Regio - Tel. 011.8815.241/242 Infopiemonte-Torinocultura - Tel. 800329329 - www.vivaticket.it Informazioni - Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it
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