ALESSANDRO CADARIO ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO - DOMENICA 20 MAGGIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino

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ALESSANDRO CADARIO ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO - DOMENICA 20 MAGGIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino
I   C O N C E R T I       2 0 1 7 - 2 0 1 8

         ALESSANDRO CADARIO
                 DIRETTORE

           ORCHESTRA E CORO
           DEL TEATRO REGIO

     DOMENICA 20 MAGGIO 2018 – ORE 20.30
               TEATRO REGIO
ALESSANDRO CADARIO ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO - DOMENICA 20 MAGGIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino
Alessandro Cadario (foto Lorenza Daverio)
ALESSANDRO CADARIO ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO - DOMENICA 20 MAGGIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino
Alessandro Cadario direttore
Andrea Secchi maestro del coro
Orchestra e Coro del Teatro Regio

Giuseppe Verdi (1813-1901)
Quattro pezzi sacri
  I. Ave Maria
		 basata su una scala enigmatica armonizzata per quattro voci (1888-1889)
			 Moderato
 II. Stabat Mater
		 per coro a quattro voci e orchestra (1895-1897)
			 Sostenuto
 III. Laudi alla Vergine Maria
		 dall’ultimo Canto del Paradiso di Dante
		 per coro femminile a quattro voci (1888-1889)
			 Moderato
 IV. Te Deum
		 per doppio coro a quattro voci e orchestra (1895-1897)
			 Senza misura - Sostenuto
		   Soprano solista: Caterina Borruso

In occasione del 120° anniversario della prima esecuzione italiana
di Stabat Mater, Laudi alla Vergine Maria e Te Deum
diretta da Arturo Toscanini a Torino il 26 maggio 1898

Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 (1811-1812)
     I.   Poco sostenuto - Vivace
    II.   Allegretto
   III.   Presto - Assai meno presto
   IV.    Allegro con brio

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Giuseppe Verdi
  Quattro pezzi sacri

   I Quattro pezzi sacri, composti separatamente negli anni della vecchiaia (Ave
Maria e Laudi alla Vergine Maria nel 1888-89, tra Otello e Falstaff; Stabat Mater e
Te Deum tra il 1895 e il 1897), non furono concepiti come un lavoro unitario: ciò
ne spiega l’eterogeneità di concezione, proporzioni e mezzi esecutivi. Verdi, pur
essendo agnostico, li aveva scritti sulla spinta di una privata urgenza creativa, e in
effetti ne consentì la pubblicazione con una certa riluttanza, e solo dopo molte
insistenze fu possibile convincerlo a lasciarli eseguire.
   I Pezzi sacri furono presentati il 7 aprile 1898 a Parigi, ma in quell’occasione,
così come nella prima italiana avvenuta a Torino il mese successivo, il Maestro
volle che si omettesse l’Ave Maria, costruita su una «scala enigmatica» (do, reb,
mi, fa#, sol#, la#, si – con il fa naturale discendendo), perché la considerava non
più che un esperimento di scrittura: «Non è vera musica, è un tour de force, è una
sciarada». Arrigo Boito suggerì scherzosamente che Verdi l’avesse scritta come
riparazione per il blasfemo “Credo” inserito in Otello. Ma, lungi dall’apparire un
algido esercizio di stile, l’Ave Maria è pervasa da un’atmosfera di commozione
autentica, per quanto estaticamente estraniata. Ad analoghi esiti espressivi per-
vengono le Laudi, anch’esse concepite a cappella, che furono particolarmente ac-
clamate dal pubblico parigino. Verdi ne aveva ricavato il testo dall’ultimo Canto
del Paradiso: è la preghiera che Bernardo di Chiaravalle rivolge alla Vergine per-
ché a Dante sia concessa la visione dei misteri di Dio. Scritta originariamente per
quattro voci soliste, questa pagina rende omaggio alla scrittura di Palestrina, nel
quadro di una ricercata armonia tardo-ottocentesca, con esiti che all’ascoltatore
di oggi possono forse apparire curiosi.
   Lo Stabat Mater, per coro misto e grande orchestra, ci riporta invece al caratte-
re monumentale del Requiem. L’approccio alla preghiera attribuita a Jacopone da
Todi è quello dell’autore di musica per il teatro: le stilizzazioni tipiche della musi-
ca liturgica sono assenti, la musica non è suddivisa in episodi come nei grandi pre-
cedenti della tradizione italiana – da Pergolesi a Rossini –, né vi sono ripetizioni
testuali: Verdi, interessato al dramma umano della madre ai piedi del patibolo del
figlio, ne restituisce lo strazio in un affresco cupo e dolente, in un gesto espressivo
senza pause e senza respiro.
   Al realismo drammatico dello Stabat Mater si contrappone l’austero contegno
del Te Deum, per doppio coro e grande orchestra. L’esecuzione «senza misura»
del tema gregoriano, eseguito a cappella dalle voci maschili all’inizio del lavo-
ro, diffonde sull’intera composizione un’aura di severa compostezza. Verdi evita
qui il gioioso trionfalismo che solitamente caratterizza l’inno di ringraziamen-
to al Signore; questa pagina dal respiro grandioso e dalla singolare bellezza si
pone invece come una solenne meditazione pervasa da dubbi, più che sorretta da
certezze: l’estremo lascito creativo del Maestro si chiude nell’ombra malinconica
che il breve, dolente postludio strumentale proietta retrospettivamente sulle pa-
role di speranza affidate a un soprano solista: «In te, Domine, speravi».
                                                                 Enrico M. Ferrando

  Ludwig van Beethoven
  Sinfonia n. 7

    In quest’opera c’è «la mano di un ubriaco», sosteneva Friedrich Wieck. Vi sono
eccessi oltre i quali «non è lecito spingersi», osservava Carl Maria von Weber. È
una creazione uscita da «una mente malata», sentenziava «La Revue musicale».
Verranno poi le celebri parole di Wagner (in L’opera d’arte dell’avvenire): «Questa
sinfonia è l’apoteosi della danza; la danza nella sua suprema essenza, la più beata
rappresentazione del movimento del corpo»; e ancora: «Beethoven […] ha por-
tato nella musica il gesto, attuando la fusione tra corpo e mente».
    Tutto è tensione drammatica, moto inesorabile, dialettica fra luci e ombre, un
rincorrersi di domande che si rimbalzano senza risposte: è la vitalità interiore, eti-
ca e fisica, il gioco eterno fra materia e spirito, fra estasi e movimento, la contem-
plazione e la danza. Anche quando si ferma... Come nella musica c’è il silenzio,
così alla danza appartiene anche il momento della sosta: è l’arco teso, fremente,
prima di scoccare la freccia.
    Nasceva, la Settima Sinfonia, tra l’autunno del 1811 e l’estate del 1812 – quasi
contemporaneamente all’Ottava – e il mondo la conobbe per la prima volta nel
dicembre del 1813, presso l’Università di Vienna, in un concerto che celebrava i
soldati austriaci vittoriosi sull’esercito napoleonico, insieme ai clangori patriottici
della Vittoria di Wellington op. 91.
    La freccia è scoccata: seppure con mezzi espressivi semplificati (mancano trom-
boni e controfagotto) la sua traiettoria è perfetta. L’asse portante è l’invenzione
ritmica, iridescente, risolta in articolati gesti danzanti, già a partire dal passaggio
tra il Poco sostenuto introduttivo e il Vivace del primo movimento, attraverso il ri-
petersi di una sola nota. Beethoven attinge con piena coscienza alla sinfonia classi-
ca, su una musica trasparente e chiara, scandita da un pensiero ritmico costante e
da ampie rifrazioni timbriche. L’introduzione, con i suoi accordi a orchestra piena
e i suoi brevi motti espressi dai fiati, denuncia un sotterraneo senso del tragico – di
origini remote nel creator spiritus dell’artista –, mentre continua la pulsione sotto
la trama orchestrale. Si affacciano momenti quasi bucolici, e i crescendo dell’orche-
stra sono rotti da quella sola nota, che nel suo muoversi ostinato tra archi e fiati
subisce come una mutazione genetica, e segna l’ingresso del Vivace. Questa pagina
acquista vigore caratterizzandosi per l’alternanza di volumi sonori, di moti accele-
ranti e deceleranti, improvvisi arresti e repentine riprese al galoppo. Il suo aspetto
è estroso, ai limiti della stravaganza, basato più su un gioco vertiginoso di cambi di
timbro e registro, piuttosto che sulle abituali contrapposizioni dialettiche dei sog-
getti. Siamo catturati dalla vitalità della musica, dalla varietà dinamica e coloristi-
ca e dall’incalzante pulsazione che, ora ingigantendosi ora frammentandosi, domi-
na ovunque, sviluppo e ripresa. Vi emerge con naturalezza un raffinato dialogo tra
oboe e flauto, e tutto si muove sospinto come sotto ipnosi dall’incombente battito.
Anche la coda ribadisce l’energia di movimento e l’essenza del materiale tematico.
Viole, violoncelli e contrabbassi ripetono una figurazione ritorta dai cromatismi,
mentre i violini vagano nell’area di la maggiore: un passo che si rispecchierà nella
coda dell’ultimo tempo, a suggellare l’unità dell’opera.
   E se nel primo movimento festosità e gaudio non sono esenti da ombre, con un
“ossimoro” diremo che l’Allegretto è di tono malinconico. Si apre in la minore, con
un accordo dei fiati e una melodia degli archi dotata di una scansione ritmica pre-
cisa – il dattilo (un impulso lungo, due brevi) e il ritmo spondaico (due impulsi
lunghi) –, energia motoria allo stato puro, di cui tutta l’opera è improntata. Sugli
archi spira un enigmatico soffio romantico per i continui ripiegamenti cromatici e
la crescente onda dinamica. Poi il registro tonale si fa positivo quando le linee me-
lodiche sono sostenute dai fiati, sul pizzicato e sullo staccato degli archi. Questa
pagina suscitò l’entusiasmo del pubblico dell’epoca a tal punto da essere richiesto
un immediato bis: era quello il tempo in cui il pubblico, più che invitato al silen-
zio, era chiamato a dire la sua in sede di concerto, acclamando o protestando, in
un acceso dialogo con gli interpreti e i compositori... Davvero di rara bellezza
e di sottigliezza timbrica impalpabile è il fugato dei soli archi, una pagina che
spicca nel firmamento beethoveniano. Dopo un nuovo incresparsi drammatico, il
soggetto è nuovamente restituito ai fiati, che ne sfruttano appieno la flessibilità,
verso un epilogo gentile, memore ancora una volta, per un gesto degli archi, delle
precedenti tensioni.
   Il Presto in fa maggiore esordisce con una frase rapida, corroborata dai timpa-
ni, subito sottoposta a sviluppo, in un gioco fra deviazioni timbriche e crescendo
d’aspetto teatrale. Il movimento, che è un vero e proprio Scherzo ricco di sferzate
dinamiche, è intercalato da un Trio esposto per due volte: il suo tema di sapore
agreste evoca una melodia popolare, da marcia di pellegrini, di cui subiamo una
certa fascinazione lirica. Il contrasto tuttavia è mitigato, perché strategicamente il
Presto si chiude ogni volta su una nota tenuta ferma per tutta la durata delle due
parentesi del Trio. E per due volte, con enfatico annuncio, riprende la galoppata,
dalla figurazione continuamente variabile, per sigillare poi il movimento su un
motto piuttosto enigmatico.
L’Allegro con brio manifesta con orgoglio una figurazione di danza più rustica
su un ritmo martellante, arricchito di fanfare e improvvise contrazioni del gesto
sonoro, con una certa prevalenza timbrica dei fiati. Siamo davanti a un dispiega-
mento quasi violento dell’impulso che finora si era prodotto nei precedenti movi-
menti, capace di mostrare un volto dionisiaco, folle e tumultuoso: rulli di timpani
preludono alla caotica e continua mutazione degli accenti e all’incalzare di temi
secondari e frammenti chiassosi, dando vita a uno stato confusionale che scardina
la precisione della metrica classica. Verso la fine la pagina mette in campo una
frenesia impazzita, disseminata da temi e frammenti uditi qui forse per la prima
volta, e con gli archi in volata. Pare di assistere a uno di quei film corali dove, dopo
aver seguito le singole storie, siamo avviluppati dal filo che sottilmente le unisce,
costretti a mettere rapidamente sotto un unico sguardo ogni soggetto, ogni storia.
Le fugaci linee dei fiati, le travolgenti ondate degli archi: sono tutti affluenti di
quel fiume in piena che è la vita, tradotta, come in una pellicola di Altman, in una
sinfonia di Beethoven.
                                                                      Monica Luccisano

Enrico Maria Ferrando è professore di Elementi di Composizione al Conservatorio di Torino.
Autore di saggi dedicati in particolare al teatro musicale italiano tra Ottocento e Novecento, ha
curato per Garzanti Tutti i libretti di Puccini (Milano, 1984). Ha realizzato la versione italiana
dei libretti di The Man Who Mistook His Wife for a Hat di Michael Nyman e di The Sound of a
Voice/Hotel of Dreams di Philip Glass. La sua cantata scenica Anna, o il percorso della memoria è
stata rappresentata al Piccolo Regio nel 2008 e nel 2009. Dal 1992 al 2015 è stato responsabile
dell’Archivio Musicale del Teatro Regio.

Monica Luccisano, musicologa e drammaturga, vive e lavora a Torino, svolgendo attività su più
fronti: freelance per testate giornalistiche e istituzioni musicali di ambito nazionale, consulente per
case editrici, autrice e regista di spettacoli di teatro e musica. In questo campo annovera collabo-
razioni fra gli altri con il Teatro Regio, l’Unione Musicale, il Teatro Baretti, il Festival di Stresa,
il Collegio Ghislieri di Pavia. Tra gli attori per cui ha scritto figurano: Michela Cescon, Davide
Livermore, Sonia Bergamasco, Sax Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi; tra i
musicisti e gli ensemble: l’Orchestra di Stresa diretta da Gianandrea Noseda, gli Architanghi del
Teatro Regio, l’Arion Choir & Consort Ghislieri, gli Architorti, lo Xenia Ensemble.
Ave Maria
Ave Maria, gratia plena,                    Ave, o Maria, piena di grazia,
Dominus tecum,                              il Signore è con te.
benedicta tu in mulieribus,                 Tu sei benedetta fra le donne
et benedictus fructus ventris tui, Jesus.   e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Sancta Maria, mater Dei,                    Santa Maria, Madre di Dio,
ora pro nobis peccatoribus,                 prega per noi peccatori,
nunc et in hora mortis nostrae.             adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.                                       Amen.

Stabat Mater

Stabat Mater dolorosa                       Stava la Madre, addolorata,
iuxta crucem lacrimosa,                     in lacrime ai piedi della croce
dum pendebat Filius.                        cui era appeso il Figlio.
Cuius animam gementem,                      Lei, la cui anima sofferente
contristatam et dolentem                    piena di tristezza e dolore,
pertransivit gladius.                       fu trafitta da una spada.
O quam tristis et afflicta                  Oh, quanta tristezza e afflizione
fuit illa benedicta                         ebbe quella benedetta
Mater Unigeniti!                            Madre dell’Unigenito!
Quae maerebat et dolebat,                   Si affliggeva e soffriva,
pia Mater dum videbat                       la pia Madre, vedendo le pene
nati poenas incliti.                        del glorioso figlio.
Quis est homo, qui non fleret,              Quale uomo non piangerebbe,
Matrem Christi si videret                   nel vedere la Madre di Cristo
in tanto supplicio?                         in un supplizio così grande?
Quis non posset contristari,                Chi non proverebbe compassione
Christi Matrem contemplari                  alla vista della Madre di Cristo
dolentem cum Filio?                         che soffre col Figlio?
Pro peccatis suae gentis                    Per i peccati della sua stirpe
vidit Jesum in tormentis                    vide Gesù tormentato
et flagellis subditum.                      e sottoposto al flagello.
Vidit suum dulcem natum                     Vide il suo dolce figlio
moriendo desolatum,                         emettere l’ultimo respiro,
dum emisit spiritum.                        morendo abbandonato da tutti.
Eia, Mater, fons amoris,                    Orsù, Madre, fonte d’amore,
me sentire vim doloris                      fammi provare la forza del dolore
fac, ut tecum lugeam.                       affinché io pianga con te.
Fac, ut ardeat cor meum                     Fa’ che il mio cuore arda
in amando Christum Deum,                    nell’amore di Cristo Dio,
ut sibi complaceam.                         per essere a Lui gradito.
Sancta Mater, istud agas,                   Santa Madre: imprimi
Crucifixi fige plagas                       le piaghe del Crocifisso
cordi meo valide!                           con forza nel mio cuore!
Tui nati vulnerati               Del tuo figlio ferito,
tam dignati pro me pati          che s’è degnato di patire tanto per me,
poenas mecum divide.             con me pure dividi le pene.
Fac me vere tecum flere,         Fa’ che con te io pianga,
Crucifixo condolere,             condivida i dolori del Crocifisso,
donec ego vixero.                finché avrò vita.
Iuxta crucem tecum stare         Stare con te ai piedi della croce
et me tibi sociare               e unirmi a te nel pianto:
in planctu desidero.             questo desidero.
Virgo virginum praeclara,        Vergine delle vergini, la più insigne,
mihi iam non sis amara           con me non essere dura,
fac me tecum piangere.           lascia ch’io pianga con te.
Fac, ut portem Christi mortem,   Fammi partecipe della morte di Cristo,
passionis fac consortem          fammi condividere i suoi patimenti
et plagas recolere.              e onorare le sue piaghe.
Fac me plagis vulnerari,         Fammi ferire dalle sue piaghe,
fac me crucem inebriari          inebriare di questa croce
et cruore Filii.                 e del sangue del Figlio.
Flammis ne urar succensus        Ch’io non sia bruciato dalle fiamme,
per te, Virgo, sim defensus      che da te, Vergine, sia io difeso
in die iudicii!                  nel giorno del giudizio.
Christe, cum sit hinc exire,     Cristo, nel momento della morte,
da per Matrem me venire          fa’ che per mezzo della Madre io consegua
ad palmam victoriae.             la palma della vittoria.
Quando corpus morietur,          Quando il corpo morirà,
fac ut animae donetur            fa’ che all’anima sia donata
Paradisi gloria!                 la gloria del Paradiso!
Amen.                            Amen.
Laudi alla Vergine Maria

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo nell’eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
Ave. Ave.
                                Paradiso, xxxiii, vv. 1-21
Te Deum

Te Deum laudamus: te Dominum confitemur.           Noi ti lodiamo, Dio: ti proclamiamo Signore.
Te aeternum Patrem, omnis terra veneratur.         Tutta la terra adora te, eterno Padre.
Tibi omnes angeli,                                 A te tutti gli angeli,
tibi caeli et universae potestates,                tutte le potenze dei cieli,
tibi cherubim et seraphim,                         i Cherubini e i Serafini
incessabili voce proclamant:                       cantano con voce incessante:
“Sanctus, Sanctus, Sanctus                         “Santo, Santo, Santo
Dominus Deus Sabaoth.                              il Signore Dio dell’universo.
Pleni sunt caeli et terra                          I cieli e la terra sono pieni
majestatis gloriae tuae”.                          della tua gloria”.
Te gloriosus Apostolorum chorus,                   Ti acclamano il coro degli apostoli,
te prophetarum laudabilis numerus,                 le voci elogianti dei profeti
te martyrum candidatus laudat exercitus.           e la candida schiera dei martiri.
Te per orbem terrarum                              In tutto il mondo
sancta confitetur Ecclesia,                        la santa Chiesa si riconosce in te,
Patrem immensae maiestatis;                        Padre di immensa gloria,
venerandum tuum verum et unicum Filium;            adora il tuo vero e unico Figlio
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.                e lo Spirito Santo Consolatore.
Tu rex gloriae, Christe,                           O Cristo, re della gloria,
tu Patris sempiternus es Filius.                   tu sei l’eterno Figlio del Padre.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,             Tu, per la salvezza dell’uomo,
non horruisti Virginis uterum.                     non disdegnasti il grembo della Vergine.
Tu, devicto mortis aculeo,                         Tu, vincitore della morte,
aperuisti credentibus regna caelorum.              hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.        Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Iudex crederis esse venturus.                      Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,           A te dunque chiediamo: soccorri i tuoi figli,
quos pretioso sanguine redemisti.                  che hai redento col tuo sangue prezioso.
Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari.   Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi.
Salvum fac populum tuum, Domine,                   Salva il tuo popolo, Signore,
et benedic hereditati tuae.                        guida e proteggi i tuoi figli.
Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum.   E guidali e sorreggili in eterno.
Per singulos dies benedicimus te;                  Ogni giorno ti benediciamo,
et laudamus nomen tuum in saeculum,                lodiamo il tuo nome nel mondo
et in saeculum saeculi.                            e per sempre.
Dignare, Domine, die isto                          Dégnati oggi, Signore,
sine peccato nos custodire.                        di custodirci senza peccato.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.          Pietà di noi, Signore, pietà di noi.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos,          Sia sempre con noi la tua misericordia,
quemadmodum speravimus in te.                      nella misura in cui in te abbiamo sperato.
In te, [Domine,] speravi:                          In te, [Signore,] ho sperato:
non confundar in aeternum.                         non sarò confuso in eterno.
soprano solo                                       soprano solo
In te, Domine, speravi:                            In te, Signore, ho sperato:
in te speravi, in te, in te.                       in te ho sperato, in te, in te.
Alessandro Cadario è attualmente Direttore                Oltre al repertorio classico, Alessandro Cadario
ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Mu-          rivolge la sua attenzione alla musica contemporanea,
sicali di Milano. Direttore dal gesto raffinato ed        che interpreta con particolare dedizione, vista la sua
espressivo, si distingue per la presenza carismatica e    duplice natura di direttore e compositore. Ha diret-
le sue interpretazioni meditate e convincenti, sia nel    to numerose prime esecuzioni assolute, e tra queste
repertorio sinfonico sia in quello operistico.            From Depth to Deepness di Ivan Fedele nella stagio-
   Ha compiuto gli studi di direzione d’orchestra al      ne sinfonica 2017-2018 del Teatro Carlo Felice di
Conservatorio “G. Verdi” di Milano, perfezionan-          Genova.
dosi con due diplomi di merito presso l’Accademia            Ha collaborato ad alcuni dei più prestigiosi pro-
Musicale Chigiana di Siena. Ha inoltre conseguito         getti dedicati ai giovani musicisti tra cui El Sistema,
il diploma di violino, la laurea in direzione di coro e   fortemente voluto in Italia da Claudio Abbado, e
in composizione.                                          l’Orchestra Sinfonica Nazionale dei Conservatori
   Ha diretto importanti orchestre tra cui l’Orche-       italiani, promossa dal Miur.
stra Filarmonica di Monte-Carlo, l’Orchestra Filar-          I suoi prossimi impegni includono il debutto con
monica della Fenice, l’Orchestra del Teatro Carlo         l’Orchestra Regionale Toscana, il ritorno nella sta-
Felice, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna,       gione sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari e al
l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari,     Festival Mito Settembre Musica. Con questo con-
la Filarmonica Arturo Toscanini, l’Orchestra Haydn        certo debutta al Teatro Regio.
di Bolzano e Trento, l’Orchestra e il Coro del Tea-
tro Verdi di Trieste, l’Orchestra e il Coro del Teatro       Nato a Colle Val d’Elsa (Siena), Andrea Secchi
Lirico di Cagliari, i Cameristi della Scala, l’Orche-     ha iniziato gli studi musicali all’età di cinque anni.
stra Sinfonica Concerto Budapest e la Sofia Festival      Dopo aver conseguito la maturità classica si è di­
Orchestra.                                                plomato a pieni voti in Pianoforte presso il Con­
   Vincitore del premio “Peter Maag” nel 2012, ha         servatorio “L. Cherubini” di Firenze sotto la guida
definitivamente attirato l’attenzione degli addetti       di Giorgio Sacchetti. Ha frequentato corsi di perfe­
ai lavori nel 2014, in occasione del suo debutto alla     zionamento tenuti da Paul Badura-Skoda, Joaquín
Società del Quartetto di Milano e, nel 2015, con          Achúcarro e Maurizio Pollini presso l’Accademia
la direzione di Pollicino di H.W. Henze al Maggio         Musicale Chigiana di Siena; è stato allievo di An-
Musicale Fiorentino e con un concerto nella stagio-       drea Lucchesini all’Accademia Internazionale di
ne sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari, di cui è     Musica di Pinerolo e, per la Direzione d’orchestra,
stata particolarmente apprezzata l’interpretazione        di Piero Bellugi.
rossiniana («Stabat Mater: con Cadario è un gran             Si è esibito in Italia e all’estero, prendendo parte a
Rossini», titola la «Gazzetta del Mezzogiorno»).          numerosi cicli concertistici, in particolare a Torino,
Sempre nel 2015 ha debuttato al Teatro alla Scala di      Siena, Roma, Palermo e Firenze, nella Beethoven
Milano in occasione del Festival delle orchestre in-      Haus di Bonn, nel Museo Chopin di Varsavia, a
ternazionali. Nel 2016 ha debuttato con l’Orchestra       Dublino, Londra, Monaco di Baviera, Kiel, Craco­
del Teatro Massimo di Palermo e al Festival Mito          via, Pechino, Pretoria e Tokyo, riscuotendo ovunque
Settembre Musica. Ha diretto inoltre la City Cham-        unanimi e calorosi consensi per la sua personalità e
ber Orchestra di Hong Kong nella Grande Messa in          passione interpretativa. Ha vinto oltre venti concor­
do minore k 427 di Mozart, in occasione del suo de-       si nazionali e internazionali ottenendo inoltre premi
butto in Cina. Lo stesso anno ha debuttato anche          speciali per la migliore interpretazione di musiche di
alla Biennale Musica di Venezia dirigendo due atti        Bach, Mozart, Schubert, Schoenberg e Beethoven.
unici in prima assoluta.                                     Nel 2003 si è distinto come miglior italiano nella
   Alessandro Cadario ha inoltre collaborato con          prestigiosa Leeds International Piano Competition,
solisti come Mario Brunello, Vittorio Grigolo, Ales-      raggiungendo la semifinale, ottenendo un notevole
sandro Carbonare, Gautier Capuçon, Francesco              apprezzamento da parte di pubblico e critica, debut-
Meli, Giovanni Sollima, Francesca Dego.                   tando dunque alla Salle Cortot di Parigi. Da sempre
   Nella primavera 2017 è ritornato alla Società          si interessa al repertorio cameristico e dal 2002 al
del Quartetto di Milano con la Quinta Sinfonia di         2006 ha fatto parte del Quartetto Accademia.
Čajkovskij e al Teatro Massimo di Palermo nel-               Vasta è la sua esperienza anche nel repertorio li-
la Stagione d’Opera e Balletto. È stato scelto dalla      rico come maestro collaboratore. Dal 2006 al 2013
Presidenza del Senato per dirigere il prestigio-          è stato Altro maestro del coro del Maggio Musicale
so concerto natalizio 2017, in diretta tv su Rai 1        Fiorentino, incarico che gli ha permesso di collabo-
dall’Aula del Senato.                                     rare con alcuni dei più grandi direttori d’orchestra,
fra i quali Zubin Mehta, Riccardo Muti, Seiji Oza-       Buenos Aires e il Regio ospite per la seconda volta al
wa, Lorin Maazel, Kurt Masur, Riccardo Chailly,          Festival di Edimburgo con quattro recite di Bohème,
Daniel Oren, Semyon Bychkov e Gianandrea Nose-           tre di Macbeth (riproposto in forma di concerto a
da. Dall’agosto del 2013 è Maestro sostituto e Altro     Parigi) e la Messa da Requiem di Verdi. Nel set-
maestro del Coro alla Den Norske Opera & Ballett         tembre 2017 si è infine tenuta la prima tournée in
di Oslo. Come maestro collaboratore è stato invita-      Medioriente, con tre rappresentazioni di Aida alla
to alla Staatsoper di Vienna e al Teatro Regio dove,     Royal Opera House di Muscat, in Oman.
dopo una prima collaborazione nel 2012-2013, ha             L’Orchestra e il Coro del Teatro hanno una in-
assunto nel corso di questa stagione il ruolo di Di-     tensa attività discografica, nell’ambito della quale si
rettore del Coro.                                        segnalano diverse produzioni video di particolare
                                                         interesse: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur,
   L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del            Boris Godunov, Un ballo in maschera, I Vespri siciliani,
complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Artu-      Leggenda, Don Carlo, Faust, Aida, La bohème e L’in-
ro Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti    coronazione di Dario. Tra le incisioni discografiche
numerosissimi concerti e molte storiche produzioni       più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, fi-
operistiche. L’Orchestra ha in particolare eseguito      gurano la Seconda Sinfonia di Mahler (Fonè), il cd
la prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner     Fiamma del Belcanto con Diana Damrau (Warner-
e della Salome di Strauss, nonché le prime assolute      Classics/Erato), recensito dal «New York Times»
di Manon Lescaut e La bohème di Puccini. Nel cor-        come uno dei 25 migliori dischi di musica classica del
so della sua lunga storia ha dimostrato una spicca-      2015, due cd verdiani con Rolando Villazón e Anna
ta duttilità nell’affrontare il grande repertorio così   Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando D’Ar-
come molti titoli del Novecento, anche in prima          cangelo (Deutsche Grammophon); Chandos ha
assoluta, come Gargantua di Corghi e Leggenda di         pubblicato Quattro pezzi sacri di Verdi e, nell’ambito
Solbiati.                                                della collana «Musica Italiana», due album dedicati a
   L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri    composizioni sinfonico-corali di Petrassi.
e alla guida del complesso si sono alternati diret-
tori di fama internazionale come Roberto Abba-              Fondato alla fine dell’Ottocento e ricostituito nel
do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella,          1945 dopo il secondo conflitto mondiale, il Coro
Dantone, Gelmetti, Gergiev, Hogwood, Luisi,              del Teatro Regio e uno dei maggiori cori teatrali
Luisotti, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infi-      europei. Sotto la guida di Bruno Casoni (1994-
ne Gianandrea Noseda, che dal 2007 al 2018 ha            2002) ha raggiunto un alto livello internazionale,
ricoperto il ruolo di Direttore musicale del Teatro      dimostrato anche dall’esecuzione dell’Otello di Ver-
Regio. Ha inoltre accompagnato grandi compagnie          di sotto la guida di Claudio Abbado e dalla stima di
di balletto come quelle del Bol’šoj di Mosca e del       Semyon Bychkov che, dopo averlo diretto al Regio
Mariinskij di San Pietroburgo.                           nel 2002 per la Messa in si minore di Bach, lo ha
   Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri;   invitato a Colonia per l’incisione della Messa da Re-
negli ultimi anni è stata ospite, sempre con la di-      quiem di Verdi ed è tornato a coinvolgerlo nel 2012
rezione del maestro Noseda, in Germania, Spagna,         in un concerto brahmsiano con l’Orchestra Sinfo-
Austria, Francia e Svizzera. Nell’estate del 2010 ha     nica Nazionale della Rai. Il Coro è stato successiva-
tenuto una trionfale tournée in Giappone e in Cina       mente diretto da Claudio Marino Moretti e Rober-
con La traviata e La bohème, un successo ampia-          to Gabbiani, raggiungendo ulteriori vette artistiche;
mente bissato nel 2013 con il “Regio Japan Tour”.        nel 2010 l’incarico è stato assegnato a Claudio Fe-
Nel 2014, dopo le tournée a San Pietroburgo ed           noglio, che nel febbraio 2018 ha passato il testimo-
Edimburgo, si è tenuto a dicembre il primo tour          ne ad Andrea Secchi. Oltre alla Stagione d’Opera, il
negli Stati Uniti e in Canada. Tre gli importanti        Coro svolge una significativa attività concertistica e,
appuntamenti internazionali nel 2016: i complessi        insieme all’Orchestra del Teatro Regio, figura oggi
artistici del Teatro sono stati ospiti d’onore al 44°    nei video di alcune delle più interessanti produzioni
Hong Kong Arts Festival, poi a Parigi e a Essen,         delle ultime Stagioni, nonché in diverse registrazio-
infine allo storico Savonlinna Opera Festival. La        ni discografiche, quali, in particolare, i Quattro pezzi
scorsa stagione, dopo le tappe a Ginevra e a Luga-       sacri di Verdi e i due cd dedicati a Petrassi sotto la
no, ha visto l’Orchestra impegnata in un concerto a      direzione di Noseda.
Teatro Regio

Orchestra
Violini primi                 Viole                        Ottavino                     Corni
Sergey Galaktionov *          Enrico Carraro *             Roberto Baiocco              Natalino Ricciardo *
Marina Bertolo                Gustavo Fioravanti           Flauti                       Giacomo Bianchi
Francesco Gilardi             Martina Anselmo              Federico Giarbella *         Fabrizio Dindo
Elio Lercara                  Andrea Arcelli               Maria Siracusa               Evandro Merisio
Carmen Lupoli                 Rita Bracci                                               Trombe
Enrico Luxardo                                             Oboi
                              Federico Carraro                                          Sandro Angotti *
                                                           Luigi Finetto *
Miriam Maltagliati            Maria Elena Eusebietti                                    Mauro Pavese
                                                           Stefano Simondi
Alessio Murgia                Alma Mandolesi                                            Marco Rigoletti
Valentina Rauseo              Roberto Musso                Corno inglese
                                                           Alessandro Cammilli          Tromboni
Daniele Soncin                Nicola Russo                                              Vincent Lepape *
Marta Tortia                                               Clarinetti
                              Violoncelli                                               Paolo Masi
Giuseppe Tripodi                                           Alessandro Dorella *
                              Amedeo Cicchese *                                         Roberto Basile
Claudia Zanzotto                                           Vittoria Ecclesia
Roberto Zoppi                 Martina Biondi                                            Tuba
                              Fabio Fausone                Clarinetto basso             Rudy Colusso
Violini secondi               Alfredo Giarbella            Edmondo Tedesco
Marco Polidori *                                                                        Timpani
                              Giuseppe Massaria            Fagotti                      Ranieri Paluselli *
Tomoka Osakabe
                              Armando Matacena             Corrado Barbieri *
Bartolomeo Angelillo                                       Anna Maria Barbaglia         Percussioni
                              Luisa Miroglio
Paola Bettella                                             Orazio Lodin                 Massimiliano Francese
                              Marco Mosca
Antonella D’Andrea                                         Federico Lodovichi           Arpa
Andrea Del Moro               Contrabbassi
                                                                                        Elena Corni *
Silvio Gasparella             Davide Botto *
Fation Hoxholli               Atos Canestrelli
Marcello Iaconetti            Alessandra Avico
Anselma Martellono            Fulvio Caccialupi
Paola Pradotto                Andrea Cocco
Seo Hee Seo                   Stefano Schiavolin                                        * Prime parti

Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori
Sergey Galaktionov (violino Giovanni Battista Guadagnini, Torino 1772), Marco Polidori (violino Alessandro
Gagliano, Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.), Amedeo Cicchese
(violoncello Giovanni Grancino, Milano 1712), Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano
1751) e Bartolomeo Angelillo (violino Bernardo Calcanius, Genova 1756).

Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola.
Argomento
              Atto I
             Quadro I. In una piazza di Siviglia.
             Il conte di Almaviva ha seguito a Siviglia da Madrid – dove l’aveva intravista casualmente, innamoran-
             dosene – la bella Rosina: sotto le finestre della casa dove la ragazza vive sotto l’occhiuta protezione di
             Don Bartolo, canta una serenata. Giunge l’intraprendente barbiere Figaro, «factotum della città», che
             Coro
             in passato aveva già incontrato il conte. Figaro spiega che Bartolo, suo cliente, è il tutore e non il padre
             Soprani                     Mezzosoprani
             della ragazza. Rosina si affaccia             / un biglietto
                                                 per gettare           Tenori                       Baritoni / ilBassi
                                                                          al giovane ma Bartolo, notandone        comporta-
             Sabrina  Amè                Contralti
             mento circospetto, si allarma: decide di dar corso al proprio progetto di sposarla,Leonardo
                                                                       Pierangelo   Aimé                       Baldi
                                                                                                     ed esce ordinando  alla
             Nicoletta
             servitù diBaù               Angelica
                        impedire l’ingresso         BuzzolanAccompagnato
                                             a chicchessia.            Janos Buhalla                Mauro
                                                                               alla chitarra da Figaro,    Barra risponde
                                                                                                        Almaviva
             alle domande
             Chiara  Bongiovanni         Sabina
                             di Rosina con        Cacioppo
                                             un’altra                  Marino Capettini
                                                       serenata, dichiarando    di chiamarsi LindoroLorenzo  Battagion
                                                                                                        e di essere  povero.
             Ma come
             Anna  Mariaincontrarla?
                          Borri          Shiow-hwa     Chang           Antonio   Coretti            Enrico Bava
                                      L’astuzia di Figaro, esaltata dalla prospettiva di una ricompensa, partorisce su
             due piediBorruso
             Caterina                    Corallina
                        un piano: Almaviva           Demaria
                                               fingerà  di appartenereLuigi   Della Monica
                                                                        al reggimento               Umberto
                                                                                         appena giunto        Ginanni
                                                                                                        in città, ed entrerà
             per mezzo
             Sabrina                     Claudia
                         di un biglietto di
                      Boscarato                    De Pian
                                            alloggio.                  Luis Odilon Dos Santos Vladimir Jurlin
             Eugenia                        Maria Di Mauro               Alejandro Escobar               Desaret Lika
             QuadroBraynova
                       II. Una camera nella casa di Don Bartolo.
             Serafina  Cannillo             Roberta   Garelli            Giancarlo   Fabbri              Riccardo Mattiotto
             Figaro entra    in casa di Bartolo per sondare i sentimenti di Rosina, che gli affida una lettera per il
             Chiara                         Rossana   Gariboldi          Sabino   Gaita                  Gianluca Monti
             giovaneChisu
                       sconosciuto, di cui si sta innamorando. Giunge Basilio, maestro di musica                 e faccendiere di
             famiglia,Cogno
             Cristina                       Elena Induni
                        che riferisce allo sgomento                      Mauro
                                                       Bartolo la voce della      Ginestrone
                                                                              presenza                   Davide
                                                                                         in città del conte       Motta Frée sug-
                                                                                                             di Almaviva,
             gerisce che                    Naoko   Ito                  Roberto   Guenno                Gheorghe
                           solo una calunnia potrà mettere fuori gioco il potente aristocratico. Sempre più          Valentin Nistor
                                                                                                                        inquieto,
             Cristiana  Cordero
             Bartolo Degregori              Antonella   Martin           Leopoldo    Lo  Sciuto          Sandro
                       affronta Rosina rimproverandole il comportamento sospetto. Infine si presenta Almaviva,    Pucci
             Eugenia
             fingendosi DiperPaolo          Raffaella
                               di più ubriaco,   e creaRiello            Vito
                                                        un tale scompiglio  daMartino
                                                                                provocare l’intervento   Franco
                                                                                                            dellaRizzo
                                                                                                                  forza pubblica.
             Alessandra
             Ma   Almaviva,   furtivamente, Marina
                                               rivelaSandberg
                                                      la propria identitàMatteo   Mugavero
                                                                          all’ufficiale: le guardie  si  Gianluca
                                                                                                        allontanano Secci
                                                                                                                      senza arre-
             Manuela Giacomini
             starlo,                        Teresa  Uda                  Matteo   Pavlica                Enrico  Speroni
             Rita Lalasciando
                     Vecchia tutti stupiti e disorientati.
                                            Daniela Valdenassi           Dario Prola                     Marco Tognozzi
             Laura Lanfranchi               Tiziana Valvo                Gualberto Silvestri             Francesco Toso
             INTERVALLO
             Paola Isabella Lopopolo Barbara Vivian                      Sandro Tonino                   Emanuele Vignola
             Lyudmyla
             Atto II Porvatova                                           Franco Traverso
             M. Lourdes
             Quadro        Rodrigues
                       I. In casa di Don Bartolo.                        Valerio Varetto
               Martins si ripresenta a casa di Bartolo, questa volta spacciandosi per Don Alonso, maestro di
             Almaviva
             Pierina
             musica Trivero
                      inviato dal malato Basilio per sostituirlo. Per vincere i sospetti dell’anziano tutore gli conse-
             Giovanna    Zerilli del conte, che sostiene di aver trovato sotto la sua locanda; gli propone di sottoporlo
             gna un biglietto
              a Rosina, dicendole di averlo avuto da un amante del conte, per provarle che Almaviva si prende gioco
              di lei. Dunque Bartolo acconsente allo svolgimento della lezione di musica, durante la quale giunge
              Figaro, che convince il padrone di casa a farsi radere, e ne approfitta per sottrargli la chiave del balcone.
              All’arrivo inaspettato di Basilio, i tre cospiratori lo convincono con una ricca borsa ad allontanarsi,
              dando seguito alla storia della presunta malattia: i due giovani possono finalmente accordarsi per
              fuggire insieme, ma una parola imprudente richiama l’attenzione di Bartolo, che scaccia tutti.
              Quadro II. La stessa scena.
              Rosina si fa convincere da Don Bartolo che Lindoro è un impostore, inviato dal subdolo Almaviva,
              e per ripicca accetta di sposare l’anziano tutore, cui svela il piano concordato con Figaro per fuggire
              a mezzanotte. Mentre Don Bartolo si allontana per trovare i gendarmi che arrestino Figaro e Almaviva,
              questi ultimi si recano, entrando dal balcone, all’appuntamento fissato con la ragazza; le chiariscono
              l’equivoco – Lindoro è in realtà lo stesso conte di Almaviva – e quando arriva Basilio con il notaio
              convocato da Bartolo per il contratto nuziale, Figaro, con un’ulteriore astuzia, fa sì che le nozze a essere
              ratificate siano quelle tra i due giovani. A Bartolo, giunto troppo tardi, non resta che far buon viso
              a cattivo gioco.

              Prima rappresentazione assoluta: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816.
              Questa scheda di sala è scaricabile dal sito del Regio all’indirizzo www.teatroregio.torino.it/node/6820.

              Se ritieni che la cultura musicale sia un valore irrinunciabile e pensi che sia importante dare direttamente
              il tuo appoggio, puoi f irmare a favore del tuo Teatro, destinando il 5 per mille dell’IRPEF. È suf f iciente
              scrivere il codice f iscale del Regio (00505900019) nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi.
              La destinazione del 5 per mille non comporta nessuna spesa e non è alternativa all’8 per mille né al 2 per mille.

             © Fondazione Teatro Regio di Torino                                                                                  Prezzo: € 1
Scheda di sala Il barbiere di Siviglia.indd 3                                                                                          13/03/2018 12:31:33
APPUNTAMENTO STRAORDINARIO

#ANTROPOCENE
L’ODISSEA TRAGICOMICA DI DUE NAUFRAGHI DELL’ERA CONTEMPORANEA

Teatro Regio
Venerdì 25 maggio 2018 ore 20.30
Sabato 26 maggio 2018 ore 20.30
MARIO BRUNELLO DIRETTORE E VIOLONCELLO
MARCO PAOLINI VOCE NARRANTE
FRANKIE HI-NRG MC TESTI RAP E VOCE CONCERTANTE
MAURO MONTALBETTI MUSICHE
ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO
Una coproduzione Fondazione Teatro Massimo, Romaeuropa Festival
e Fondazione Musica per Roma, Teatro Regio Torino, Fondazione Teatro di San Carlo

BIGLIETTI
Biglietteria del Teatro Regio - Tel. 011.8815.241/242
Infopiemonte-Torinocultura - Tel. 800329329 - www.vivaticket.it
Informazioni - Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it
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