La voce del Santuario di FORNO ALPI GRAIE
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La voce del Santuario di FORNO ALPI GRAIE Telefono 335 373543 - E-mail: donsergio@accoglienza.it N. 159 - MAGGIO 2021 Il Padre vostro del cielo darà lo spirito santo a quelli che glielo chiedono! (Lc 11,13) Editoriale di don Sergio, addetto al santuario Un’altra estate da vivere al Santuario. Ed è già assurdità! Il mio Dio non è questo, ma è, prima di mia è scritto: Don Sergio Messina, essere spirituale l’ottava volta. Sono passati così in fretta questi anni tutto, il Padre di Gesù Cristo, il Dio che fa più festa che sta facendo un’esperienza corporea. E’ questa belli e impegnativi vissuti in questo Santuario che per Hitler pentito che per novantanove Madre Tere- la mia vera identità perché io non sono la materia ho conosciuto personalmente già nel lontano 1958 sa che non hanno bisogno di conversione (Luca del mio corpo, ma un essere ad immagine e somi- (avevo tredici anni ed ero già in Seminario). Allora 15,7). Dovremmo citare quella frase in questo mo- glianza Sua. Il problema grave è che pochi chiedono non avrei mai potuto immaginare che questo luogo do, altrimenti correremo sempre il rischio di rimane- questi valori, perché siamo stati abituati a chiedere dello spirito e questa oasi di pace immersa nella na- re nel vago e nell’illusorio, nell’insignificante e nel ben altro, a pretendere tutt’altro, a sperare tura, mi sarebbe stato affidato completamente tan- banale. nient’altro che i beni materiali, la salute fisica e psi- to da diventarne il responsabile e l’animatore dal E’ fatto così il mio Dio, il Dio di Gesù Cristo, il quale, chica, la salvaguardia dalle malattie corporee per sé giugno del 2013. La vita ti sorprende sempre. Essa, essendo tutto suo Padre, ce lo ha chiarito bene. Del e per i propri cari, la distruzione dei nemici, il casti- sono assolutamente convinto, è sempre una mera- resto la vita del Figlio dell’uomo (71 volte Gesù così go per chi ci ha arrecato danno. Sono assurde le viglia e uno sconcerto. Infatti la vita, a mio parere, definisce se stesso nei vangeli) ribadisce in modo preghiere che si mostrano lesive della dignità degli non è un castigo da scontare e neppure un compito evidentissimo chi è suo Padre. Lo mette in luce in esseri umani, quelle che, nella storia, hanno gene- da assolvere, ma un dono essenzialmente spirituale quel libretto che ci illudiamo di conoscere e che de- rato spesso nevrosi e scrupoli, razzismi e scomuni- da accogliere con gioia per riuscire a vivere la pro- finiamo il vangelo, ma che dovrebbe essere citato che, torture e violenze inaudite. pria esperienza materiale come un trampolino di non come un libro, ma come la narrazione delle bel- Facciamo la prova. Chiediamo allo Spirito che ci dia lancio per riuscire ad illuminarsi di Immenso e a le cose annunciate e compiute da Lui. Tra esse c’è il dono della sobrietà, il dono di riuscire a non spre- provare a naufragare nel mare del suo Infinito Amo- anche la frase che è il titolo di questo scritto, frase care nulla, ma proprio nulla; o quello di perdonare o re. Proprio su questo argomento voglio fermare la che, purtroppo, difficilmente si sente citare nella di condividere serenamente ciò a cui siamo partico- mia e la vostra attenzione, anche perché conosciate nostra chiesa. Eppure la frase, a mio parere, è di larmente attaccati e io sono certo (l’ho sperimenta- cosa, da sempre, sogno di essere e di costruire. una importanza straordinaria e unica perché ricorda to) che presto la vita ci metterà nell’occasione di Diventando prete nel 1973 promisi a me stesso che costantemente alla comunità dei credenti che Lui, constatare se quei valori spirituali li desideriamo ve- il mio impegno prioritario sarebbe stato quello di essendo Spirito, spera di riempire di sé, cioè del suo ramente o solo a parole. tentare di diminuire la sofferenza delle persone che Spirito, i suoi figli. Venendo al Santuario quest’anno troveremo avrei incontrato nella vita. Sofferenze non solo fisi- Lui non si aspetta da noi che gli chiediamo sempre all’inizio della scalinata questa frase: Sei in un luo- che, psichiche e materiali, ma anche e soprattutto le stesse cose banali come un aiuto per superare go di riflessione, di silenzio e di preghiera e al ter- quelle religiose. Una delle cause maggiori di soffe- un esame o per far splendere il sole perché si deve mine della salita ci accoglierà un cartello che an- renza religiosa nasce dalle idee che ci vengono pro- andare in gita. Dio si aspetta che noi chiediamo co- nuncia: Sei in un luogo di meditazione, di silenzio e poste su Dio, idee troppo spesso paurose e ambi- se che riguardano la nostra crescita spirituale per- di preghiera. Salendo, allora, riflettiamo, nel silenzio gue, sempre in bilico tra la rabbia e le preghiere, tra ché Lui, essendo Spirito, gioisce nel dare se stesso, e nella preghiera, cosa dobbiamo chiedere allo Spi- il terrore e la confidenza, tra l’ignoranza abissale e nella speranza che noi, dotati di libero arbitrio, ci rito ed entrando nel Santuario meditiamo, nel silen- lo studio filosofico e teologico. Per troppi cristiani decidiamo una volta per tutte a chiedergli lo Spirito, zio e nella preghiera, sugli infiniti doni spirituali che Lui è visto come un Padrone duro e crudele che go- perché è evidente che se non glielo chiediamo, vuol il Padre dà a chi glieli chiede. de di uccidere i primogeniti d’Egitto, di annegare Fa- dire che non ci interessa affatto. raone e le sue milizie nel mar Rosso e di massacra- Lui offre se stesso a noi se noi intendiamo riempirci Don Sergio Messina re le popolazioni dedite, nella Terra Promessa, al dei valori che costituiscono la nostra essenza e che culto degli idoli cananei. Queste, però, sono vere costituiscono la nostra vera carta d’identità. Sulla PARLANO NOI
Un percorso per i pellegrini al santuario di Forno 1a tappa: l'accesso allo spazio sacro fisico desse ritmo al percorso interiore. Il cammino Il conte Francesetti nel 1823 descrive «l'immensa Benvenuto! Questo luogo ti accoglie su ispirazione è movimento a misura d’uomo, consente di arric- folla» che arrivava dalle Valli di Lanzo, di Pont, dal dell'amore più grande: quello del Dio di Gesù Cristo, chirsi osservando e ascoltando, obbliga a fare un Piemonte e dalla Savoia, in cordata per non cadere il Padre; quello incarnato da una madre umile e di- passo dopo l’altro. Ed è metafora dell’intima neces- nei crepacci dei ghiacciai. Passava la notte antece- sponibile, fiera di essere serva del Signore: Maria. sità di procedere nella vita. dente le celebrazioni a «confessarsi, pregare, fare Sei in un luogo di riflessione, silenzio e preghiera. Qui il tragitto è notevolmente scosceso: circa 110 novene, cantare inni». Feste «interamente devozio- Cogli l'occasione per rientrare in te stesso/a, far ta- metri di dislivello dal piano della valle al santuario. nali che non scivolano nel profano», come «il gioco cere voci e pensieri, ascoltare il respiro di Dio nella Le cronache di epoche lontane ci parlano di salite con la palla o i gioiosi pasti conviviali». Gli storici Mi- maestria della sua creazione e nella storia degli es- effettuate in preghiera, ginocchioni, sgranando ro- lone nel 1911 parlano di un «agglomeramento di seri umani attenti alla sua voce. Anche se non ne sari e invocando Maria. Ma anche oggi, come gli o- dieci, dodici e anche quindici mila persone». sei convinto/a, lui c'è ed è per te. Ti sta aspettando. biettivi più grandi si raggiungono soltanto con pas- Nel 1938-40 è costruita la casa del Pellegrino. Più sione e fatica, così ciò che davvero conta necessita avanti viene adibita a soggiorno per gruppi di per- Tra storia ed arte di uno sforzo. E cosa c’è di più importante e decisi- sone che trascorrono giornate di ritiro o di servizio Siamo nelle Alpi Graie, alle pendici del monte Leito- vo dell’incontro colui che chiamiamo Dio? al Santuario. Nel anni ’60, su disegno del geom. An- sa (2870 metri). Abbiamo lasciato da meno di un Tocca a noi decidere e scegliere. Come qui nel bo- tonio Copperi, sono realizzati i nuovi eleganti portici chilometro l'abitato di Forno di Groscavallo e ab- sco, tra scala e strada, tra passo veloce e lento, tra in pietra a vista (21 m x 4) e l’alloggio per i sacerdo- biamo oltrepassato a piedi il ponte sulla Stura di Via Crucis e gioia per la bellezza dei colori della na- ti, tre stanze con facciata nello stesso stile dei por- Sea. In questo terreno impervio ed esposto a mez- tura. Senza paura, perché la Vita è con noi. tici. Dall’estate del 2000 un salone al piano terra zanotte («a l’invers», dicono i piemontesi), di proprie- della casa del pellegrino è stato sede di mostre te- tà del fornese Pietro Garino, avviene qualcosa di Tra storia ed arte matiche a cura a cura dell’Associazione Valli di Lan- straordinario. La fede di tanti esseri umani diventa Questo terreno è lasciato da Pietro Garino nel te- zo – Genti, Cultura, Musei. L’edificio è stato rinnova- evidente, si moltiplica, li rende capaci di cose nuo- stamento del 1651 a beneficio della Cappella che to e reso nuovamente abitabile nel 2014-2015. ve, grandi, impensabili. Li aiuta a ricominciare pro- ha fatto costruire sul luogo dell’apparizione con la All’estremità opposta del piazzale risale al XVIII se- prio da qui. proibizione di «tagliar boschi», ma solamente racco- colo il cosiddetto «torrione», edificio abbarbicato sul- glierne i frutti («Il fino, l’impaglio e le foglie»). lo sperone roccioso, probabilmente dedicato a di- La via di accesso ben presto diventa una lunga sca- gnitoso alloggio di monsignori in visita o abitazione la di 366 gradini (uno al giorno, compreso l’anno del custode. I lavori di restauro sono stati ultimati bisestile). È del 1750 la delibera per la costruzione nel 2019. di una strada che la intersechi lunga 100 trabuchi (circa 300 metri) e larga 6 piedi (circa 2 metri) salvo piazzali e rondò, «con suolo sodo e sponde a pietra, senza concavità né montuosità», utile al transito di «persone e animali». L’attuale scala è invece stata costruita nella secon- da metà del XX secolo. I gradini sono diventati 444, più larghi e bassi per agevolare la salita. Due tratti di 27 e 12 gradini che precedono la cappella di San Giuseppe risalgono al 1954. La parte superiore, co- struita nel 1954-55, ha un muraglione di sostegno che raggiunge i dieci metri nel punto più alto. E’ suddivisa in forma di rosario intero, cioè tre parti 2a tappa: la cappella di San Giuseppe comprendenti ciascuna cinque decine di gradini, più Dobbiamo riconoscerlo. Senza san Giuseppe non ci dodici per raggiungere il piazzale. La parte mediana, sarebbero il Gesù e la Maria di Nazaret che cono- costruita nel 1968-71 con maggior aderenza alla sciamo. Un padre putativo, eppur decisivo. Colui natura del terreno, per evitare rischi di cedimenti, che si prende cura di moglie e figlio, nonostante ha una successione irregolare dei gruppi di gradini, 5a tappa: il pilone dell’apparizione una situazione inconsueta, ambigua e pericolosa. da 7 a 14, per un totale di 160 gradini. Tre grandi Davanti al pilone che indica il luogo esatto Una figura che i Vangeli appena accennano, che sta rotonde permettono la comoda sosta. La parte infe- dell’apparizione fermiamoci a pensare a ciò che ir- dietro le quinte, che parla attraverso la lucida pron- riore di 82 scalini è stata ultimata nel 1976. Ogni rompe nella nostra vita quando non ce l’aspet- tezza, la rettitudine e la fede in Dio e nei suoi mes- gradino è fiancheggiato da una targa col nome tiamo: un fatto, un incontro, una gioia o una croce... saggeri. All’inizio di questo percorso i nostri avi dell’offerente o di chi egli ha inteso ricordare. Sono le occasioni che la vita e il suo Creatore met- hanno voluto ricordarsi di lui, segno di un Dio che ci Negli anni ’80 e ’90 sono stati svolti imponenti lavo- tono sul nostro cammino, affinché cresciamo nella cammina accanto senza far rumore. ri per rendere più sicura la strada e per pavimentar- conoscenza e nell’amore. Senza dimenticarci che la in pietra di Luserna. L’impresa Losero nel 1993 siamo esseri umani e facciamo i conti con i limiti Tra storia ed arte ha edificato la Via Crucis, sul lato a monte della nostri e altrui, e soltanto alla fine dei nostri giorni in È l’unica rimasta di tre cappelle (questa, san Carlo e strada. All’altezza della cappella di San Giuseppe la Dio avremo tutto chiaro e troveremo pienezza. Madonna della Neve) costruite nel bosco lungo la introduce un pilone raffigurante la scena L’apparizione di Maria, per chi crede, è uno squar- strada di accesso al santuario. Sappiamo che era dell’Annunciazione dell’angelo a Maria. Nei tre cio sul futuro. Lei, che è già giunta alla meta, ce la già presente nella prima metà del XVIII secolo, pote- segmenti più lunghi è a gruppi di quattro stazioni; la ricorda sempre e prega per noi, «adesso e nell’ora va contenere trenta persone, era imbiancata e pa- tredicesima si trova all’ingresso del piazzale; della nostra morte». Amen, sia così anche per noi. vimentata con pietre, chiusa da una porta senza l’ultima davanti alla facciata del santuario, addos- chiave, aveva due finestre e un altare costruito in sata al muraglione di contenimento del terrapieno. I Tra storia ed arte mattoni, secondo una relazione del 1750. piloni hanno un basamento semicircolare in pietra È il 30 settembre 1630. Pietro Garino sta lavorando Oggi ha una pianta di forma approssimativamente locale e un piloncino a forma di croce in pietra di in questo bosco e si ritrova i due quadretti votivi quadrata e si prolunga oltre la facciata a formare un Luserna, con al centro il quadro in bronzo fuso, ri- presi sul Rocciamelone l’anno precedente che te- portico, sorretto frontalmente da due colonne di se- producente l’immagine della stazione. neva in casa a Forno, prima sulla punta di un albero zione circolare. La volta a crociera in pietra locale e e poi accanto a sé. Stupito dall’evento straordinario malta si prolunga all’esterno sino ad appoggiarsi ai 4a tappa: il piazzale del santuario si inginocchia, scopre il capo e a mani giunte invoca due pilastri. Il tetto rifatto nel 1987 è in lose. Le mu- Il cancello che delimita il piazzale è sempre aperto. la Beata Vergine. Su di un sasso, tra due donne, gli rature verticali sono intonacate sia all’esterno che Come l’amore del Dio cristiano. Chi ha gestito il appare con un velo verde in capo e una lunga veste all’interno. In una fotografia d’epoca è possibile no- santuario ha immaginato varie modalità di acco- argentata, coperta di gioielli lucenti. Ha i piedi scal- tare come la facciata fosse completamente affre- glienza: il riparo dei portici, servizi e alloggi per gli zi, candidi come la neve, i sandali allacciati da cor- scata, mentre oggi è completamente di colore bian- ospiti, o semplicemente una parola di saluto, acqua dicelle. Pietro Garino si ritrova trasportato «senza co. fresca per dissetarsi e un focolare sempre acceso. sapere come» ai suoi piedi e le chiede se è la «Ma- L’interno è dipinto in colori assai vivaci e con un ri- Cosa c’è di più cristiano, se il discorso conclusivo di dre di Dio». Ella risponde affermativamente e gli la- cercato disegno che riproduce rivestimenti in stoffa, Gesù nel Vangelo di Matteo ci ricorda che saremo scia l’incarico di invitare il popolo di Dio, tramite tendaggi con nappe e ghirlande floreali. La statua di giudicati sui gesti concreti d’amore? Nessuno però parroco o altro religioso, a celebrare messe in suo San Giuseppe alta circa un metro è appoggiata può apprendere l’amore senza essere prima amato. onore per ottenere dal proprio Figlio la salvezza dal- sull’altare. Sul soffitto sovrastante sono dipinti gli E Cristo oggi non ha altre mani che quelle la peste. Alla domanda sulle sorti della guerra, lei attrezzi tradizionali del falegname. dell’umanità. Qui siamo accolti, affinché scendendo risponde promettendo una pace «sicura». Garino Nel 2011 si sono conclusi i lavori di risanamento e possiamo accogliere e amare. esprime il timore che il popolo «se ne rida» di questo restauro a cura dell’impresa fratelli Losero e del pit- racconto, ma la risposta della Madonna è perento- tore Gianni Codoni. Tra storia ed arte ria: ci penserà lei. Ciò detto, alza la mano destra, lo Il grande flusso di pellegrini provenienti da zone lon- benedice e scompare. 3a tappa: il bosco tane ha richiesto la costruzione di portici, senz'altro Nei giorni seguenti racconta ciò che è avvenuto; le Il cammino è sempre stato uno dei migliori stru- già presenti nel XIX secolo, per ricoverare chi giun- sue parole sono registrate sotto giuramento dal no- menti per nutrirsi di spiritualità. È come se il corpo geva a piedi già alla vigilia delle feste mariane. taio di Monastero davanti a 22 testimoni.
Il 10 ottobre 1630 torna al luogo dell'apparizione e permettere la realizzazione della curvatura sulla durante la preghiera sente una voce che gli ripete il quale è applicata la lastronatura dell’intarsio. messaggio: «Dì al popolo che per l’avvenire siano Il gradino più in basso è costituito da un unico fron- più devoti del passato, altrimenti la peste con diffi- te continuo, mentre gli altri due sono divisi dal ta- coltà si leverà dal mondo». E gli aggiunge di non bernacolo, arricchito da un piccolo fregio dorato a portare più alcun tipo d’arma, «tanto offensive che frontone spezzato. Al di sopra dei gradini, si trova difensive». un primo ordine di balaustrini dorati, interrotti da Sul pilone compare dal 1877 una scritta su marmo pilastrini intarsiati, ai lati dei quali ci sono due alette che esorta a fermarsi per onorare la Madre e riporre decorative anch’essere intarsiate. in lei fede e speranza. Dal 2016 è arredato Otto colonne lastronate in avorio e legni pregiati, dall’immagine della statua della Madonna di Forno, con la base ed i capitelli compositi dorati con foglia da quella di un antico palliotto del santuario con la metallica sostengono una fascia architravata, sulla scena dell’apparizione e da ceramiche raffiguranti quale poggia un secondo ordine di balaustrini simile Maria e il Bambino, realizzate dall’artista Cristina al primo: nello spazio tra le quattro colonne più in- Rolando di Forno Canavese. Sono della stessa ma- terne, tamponando l’intercolumnio posteriore e no le ceramiche con due frasi pronunciate dalla quelli laterali con antine vetrate, è stata ricavata Madonna, secondo i Vangeli: «Sono la serva del Si- 7a tappa: l’interno del santuario una sorta di teca nella quale trova posto la statua gnore. Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc Fermiamoci nel santuario. Abbiamo meritato un della Madonna Nera. 1,38); «Qualsiasi cosa Gesù vi dica, fatela» (Gv 2,5). tempo di riposo, fisico e mentale. Preghiamo al rit- Appoggiato alla fascia architravata, contenuto in mo del respiro. Lasciamoci cullare dalla musica e questa seconda balaustra, si trova un cupolino in- dalla bellezza dei simboli artistici di cui siamo cir- tarsiato, che termina con una sfera dorata sulla 6a tappa: l’esterno del santuario condati. Ascoltiamo ciò che una fede secolare dice quale si erge una croce in avorio ed ebano. Per Prima di entrarci, ammiriamo il santuario alla nostra anima. Facciamo pace con le nostre dif- l’intarsio, l’autore è ricorso all’uso di avorio e legni dall’esterno. Il professor Augusto Cavallari Murat ficoltà e preoccupazioni. Mettiamo la nostra vita in pregiati, quali ebano e palissandro. scriveva nel 1972: “La ristrettezza del sito costrinse mano a Dio. Non ci può essere posto migliore. Nel ricco repertorio decorativo costituito da foglia- a creare nella roccia un allungato gradone (...). Cre- me replicato in diverse varianti e da riserve con va- do che sotto aspetto urbanistico il nostro non abbia Tra storia ed arte si, cesti e cornucopie traboccanti di fiori, bisogna altri concorrenti santuari su tutte le Alpi piemontesi Il corpo del santuario è smussato e avvolgente con segnalare in particolare la porticina del tabernacolo, in siffatte condizioni. E neppure sotto aspetto socia- le sue rotondità. Siamo richiamati dall’impatto del dove spicca un Pellicano Eucaristico di qualità par- le, perché qui non esiste patronato gentilizio alcu- presbiterio, con al centro la statua di Maria; dalle ticolarmente elevata, sulla testa del quale viene po- no. È il popolo, col suo slancio mistico che l'ha volu- pareti ricoperte dai quadretti ex voto; dai quattro sta una corona regale da due putti alati. to così». confessionali che aprono lo sguardo due altari late- Proprio questo indizio ha fatto pensare a un altare Dobbiamo l’esistenza del cristianesimo alla tra- rali. Nella cappella di sinistra vi è un quadro degno commissionato dalla famiglia reale piemontese, smissione della fede, fatta più da gente semplice e di nota raffigurante san Girolamo, venerato perché probabilmente per la Cappella del Beato Amedeo IX comune che da alti funzionari del culto. Sopravvive- l’apparizione avvenne nel giorno a lui dedicato dal di Savoia nella Cattedrale di Sant’Eusebio a Vercelli rà fino a quando ci saranno persone che lo annun- calendario liturgico. In quella di destra l’immagine di nel 1723 all’ebanista Luigi Prinotto, su suggerimen- ceranno. E se non ci saranno, profetizzava Gesù, ci sant’Anna e Maria giovinetta. Una teca contiene il to di Filippo Juvarra. Gli elementi di gusto tardo sei- penseranno le pietre. Non scoraggiamoci se i nu- simulacro di Maria bambina. Al fondo, all’altezza del centesco non in linea con le idee del famoso archi- meri non sono quelli del passato. Dio è più grande cornicione dell’abside, un quadro ci presenta la tetto potrebbero essere la ragione della bocciatura, dei nostri modi di incontrarlo. L’uomo avrà sempre scena dell’apparizione. per cui l’alzata d’altare è depositata provvisoria- bisogno di lui. Tra il 1930 e il 1970 è stata restaurata la tinteggia- mente presso la cappella regia di Venaria; nel 1725 tura interna policroma, arricchita da pitture sul sof- viene donata da Vittorio Amedeo II al proprio Cre- Tra storia ed arte fitto eseguite dal pittore Favaro della scuola Reffo di denziere e Aiutante di Camera Giovanni Anselmo Dopo l’apparizione il Garino costruisce sul luogo del- Torino. Partendo dal fondo abbiamo la scena Cavalleri, che proprio in quell’anno aveva acquistato la visione un pilone e poi una cappella (1631) per la dell’Assunzione di Maria al cielo; l’ostensorio e il il feudo di Groscavallo. Nonostante la probabile in- custodia del reliquiario. Il 16 luglio 1632 pane eucaristico che sovrasta il globo terrestre; la tenzione di usarlo nella chiesa di Santa Maria Mad- l’arcivescovo autorizza il curato di Groscavallo a be- colomba dello Spirito Santo. dalena, rimane per anni smontato nella cappella di nedire e officiare nella nuova cappella intitolata alla La pavimentazione è stata rinnovata nel 1992. Santa Lucia. Le prime notizie che ne attestano la Madonna di Loreto. È chiusa, pavimentata e fornita Il 13 agosto 1994 il card. Giovanni Saldarini e il suo presenza nel santuario sono del 1843. del necessario per le sacre funzioni. È già in grande vescovo ausiliare mons. Michiardi hanno consacra- La costruzione dell’ossatura del mobile, i materiali venerazione, secondo la comunità di Groscavallo. to la chiesa e rinnovato l’atto di dedicazione alla impiegati e la fattura dell’intarsio permettono di cir- Nel 1649 vi è un decreto arcivescovile che stabili- beata vergine di Loreto. Nell’occasione è stato con- coscrivere con certezza l’ambito di provenienza sce l’amministrazione del curato di Groscavallo, che sacrato il nuovo altare in pietra, su cui campeggia la dell’arredo e la mano di Prinotto, unanimemente ha anche le chiavi, del Sindaco, di Pietro Garino e scritta dorata «Verbum caro factum est» (dal Vange- considerato il secondo ebanista della storia piemon- un tesoriere eletto di tre anni in tre anni. Da una re- lo di Giovanni, «il Verbo si è fatto carne») e le lettere tese dopo Pietro Piffetti. lazione della visita dell’arcivescovo del 1653 è an- mariane incrociate (AM), dalla duplice valenza: Au- La qualità della bulinatura è qui però spesso supe- notata l’esistenza della cappella della Vergine di Lo- spice Maria (in latino, «sotto la protezione di Maria») riore alla media prinottiana, salvo alcune escursioni reto e della statua lignea della Madonna, dorata e e Ave Maria (dal saluto dell’angelo Gabriele al mo- qualitative ai fianchi del cupolino, probabilmente posta in una cassa di legno dipinta e ornata con mento dell’Annunciazione). Maria continua la sua eseguite dai lavoranti della bottega artigiana. Si può due angeli. In quella del 1674 si fa cenno alla Beata missione materna di darci il Salvatore. Nel vano si- a ragione parlare di un capolavoro dell’ebanista. Vergine del Forno come luogo tra i più venerati di nistro del Santuario, di fronte alla porta laterale di L’altare, definito giornalisticamente «il tesoro della tutte le valli di Lanzo e dove maggiormente conflui- ingresso, è posta la lapide a ricordo. Val Grande», è stato restaurato dal Centro di Con- scono i pellegrini a chieder grazie, a far penitenza, a servazione e Restauro della Venaria Reale, il cui la- porger elemosina. boratorio di arredi lignei è leader mondiale, nel 8a tappa: il capolavoro artistico dell’altare In una relazione parrocchiale del 1750 si parla del 2018. L’altare è il centro eucaristico di ogni Chiesa. Lì Ge- santuario capace di ospitare 150 persone, dotato di (a cura di Pierfortunato Raimondo - Continua) sù, vivo e presente nella fede, si fa pane per noi. sacrestia, campana di 100 libre e 3 ampie camere Come il pellicano (intarsiato sul tabernacolo) che per i sacerdoti e confessori. In quell’anno tuttavia si nutre i suoi piccoli dalla tasca addominale di cui la pongono le fondamenta di un nuovo ampliamento. natura l'ha fornito. Sull’ambone è proclamata la sua Il primo parroco di Forno (staccatosi dopo lunghe Parola di vita; nell'ostia consacrata possiamo pen- diatribe da Groscavallo) don Venera, nel 1757 ri- sarlo vicino, adorarlo e ringraziarlo. In ginocchio, in prende i lavori erigendo i muri perimetrali; sulla fac- segno di riverenza o affidamento; in piedi in segno ciata è dipinta la data del 1758. I lavori sono a cura di considerazione e rispetto; o seduti, per lasciarsi dei luganesi Francesco Brilli (progettista) e Bernar- avvolgere dal calore del suo sole, illuminare dalla do Lesne (capomastro). L’edificazione è condotta a luce della sua sapienza, curare dalla sua forza che termine nel 1770 dall’architetto Giovanni Battista ci salva. Gagliardi, anch’egli di Lugano. Sono dell’Ottocento gli ampliamenti definitivi: il pic- Tra storia ed arte colo campanile nel 1852, il presbiterio con la bala- Una balaustra circolare in legno delimita il presbite- ustra ovale che racchiude l’altar maggiore, e la par- rio sopraelevato. Al centro l’altare maggiore, forma- te absidale in armonia col corpo esistente, su dise- to da 4 sezioni: la base anteriore e la parte poste- gno di Luigi Baretta di Torino eseguito dai capima- riore (utilizzata come ricovero dei paramenti sacri e stri Pietro Roberto e Bernardo Michiardi di Migliere del corredo ecclesiastico) realizzate con arredi pre- tra il 1869 e il 1870. Come è ancora scritto su di esistenti nella parrocchia del XVII e XVIII secolo; le essa, la facciata è ultimata nel 1873. ali laterali di giunzione e l’alzata dell’altare, vero e Nei lavori di rifacimento del tetto del 1996 sono sta- proprio capolavoro di ebanisteria piemontese del te rinforzate le travature, relativamente in buono XVIII secolo. stato, risalenti nella parte anteriore a 250 anni pri- Quest’ultima ha una struttura portante di noce su ma e nella parte posteriore (abside e presbiterio) a cui si inseriscono tre gradini d’altare, smontabili, oltre 100 prima. A settembre dello stesso anno è costituiti da masselli in legno di noce o noce e quer- stato eseguito il ritocco della facciata esterna. cia incollati tra loro con colla di origine animale per
SPIRITUALITÀ MARIANA LUOGHI MARIANI Pregare in comunione con Maria Cari fratelli e sorelle, buongiorno! poco prima di morire in croce. Da quel momento, Oggi la catechesi è dedicata alla preghiera in comu- noi siamo collocati tutti sotto il suo manto, come si nione con Maria, e ricorre proprio alla vigilia della vede in certi affreschi o quadri medievali. Anche la solennità dell’Annunciazione. Sappiamo che la via prima antifona latina – Sub tuum praesidium con- maestra della preghiera cristiana è l’umanità di Ge- fugimus, sancta Dei Genitrix: la Madonna che, come sù. Infatti, la confidenza tipica dell’orazione cristia- Madre alla quale Gesù ci ha affidati, avvolge tutti na sarebbe priva di significato se il Verbo non si noi; ma come Madre, non come dea, non come cor- fosse incarnato, donandoci nello Spirito la sua rela- redentrice: come Madre. È vero che la pietà cristia- zione filiale con il Padre. Abbiamo sentito, nella let- na sempre le dà dei titoli belli, come un figlio alla tura, di quel raduno dei discepoli, le pie donne e mamma: quante cose belle dice un figlio alla Maria, pregando, dopo l’Ascensione di Gesù: è la mamma alla quale vuole bene! Ma stiamo attenti: le prima comunità cristiana che aspettava il dono di cose belle che la Chiesa e i Santi dicono di Maria Visitazione di Maria Gesù, la promessa di Gesù. nulla tolgono all’unicità redentrice di Cristo. Lui è Cristo è il Mediatore, il ponte che attraversiamo per l’unico Redentore. Sono espressioni d’amore come a S. Elisabetta rivolgerci al Padre (cfr Catechismo della Chiesa Cat- un figlio alla mamma – alcune volte esagerate. Ma tolica, 2674). È l’unico Redentore: non ci sono co- l’amore, noi sappiamo, sempre ci fa fare cose esa- Dalla pianura canavesana si vede a occhio nudo la redentori con Cristo. È il Mediatore per eccellenza, è gerate, ma con amore. sua sagoma bianca, alle pendici del monte Quinzei- il Mediatore. Ogni preghiera che eleviamo a Dio è E così abbiamo cominciato a pregarla con alcune na, sopra Cuorgnè a 1211 metri d'altitudine. Tutti lo per Cristo, con Cristo e in Cristo e si realizza grazie espressioni a lei dirette, presenti nei Vangeli: “piena chiamano Santa Elisabetta, ma in realtà il santuario alla sua intercessione. Lo Spirito Santo estende la di grazia”, “benedetta fra le donne” (cfr CCC, è dedicato a Maria, celebrata nel momento della mediazione di Cristo ad ogni tempo e ogni luogo: 2676s.). Nella preghiera dell’Ave Maria sarebbe visita alla sua parente (cugina secondo la tradizione non c’è altro nome nel quale possiamo essere sal- presto approdato anche il titolo “Theotokos”, “Ma- cristiana successiva ai Vangeli) Elisabetta. vati (cfr At 4,12). Gesù Cristo: l’unico Mediatore tra dre di Dio”, sancito dal Concilio di Efeso. E, analo- Attraverso i boschi a sinistra di Colleretto Castel- Dio e gli uomini. gamente a come avviene nel Padre Nostro, dopo la nuovo si snoda una strada a tornanti che conduce Dall’unica mediazione di Cristo prendono senso e lode aggiungiamo la supplica: chiediamo alla Madre al Colle Crosiglietto (oggi detto di Santa Elisabetta), valore gli altri riferimenti che il cristiano trova per la di pregare per noi peccatori, perché interceda con la un belvedere naturale da cui è possibile abbraccia- sua preghiera e la sua devozione, primo tra tutti sua tenerezza, “adesso e nell’ora della nostra mor- re con lo sguardo una vasta porzione del Piemonte. quello alla Vergine Maria, la Madre di Gesù. te”. Adesso, nelle concrete situazioni della vita, e Ai piedi del Santuario, disposti in modo da formare Ella occupa nella vita e, quindi, anche nella preghie- nel momento finale, perché ci accompagni – come quasi un semicerchio come gli abitati antichi intorno ra del cristiano un posto privilegiato, perché è la Madre, come prima discepola – nel passaggio alla ai castelli, i paesi della Valle Sacra da Chiesanuova Madre di Gesù. Le Chiese d’Oriente l’hanno spesso vita eterna. a Sale (Castelnuovo Nigra). Più in basso Cuorgné, raffigurata come l’Odigitria, colei che “indica la via”, Maria è sempre presente al capezzale dei suoi figli Castellamonte, Rivarolo e la pianura solcata dal cioè il Figlio Gesù Cristo. Mi viene in mente quel bel che partono da questo mondo. Se qualcuno si ritro- bianco serpeggiante nastro del torrente Orco, fino dipinto antico dell’Odigitria nella cattedrale di Bari, va solo e abbandonato, ella è Madre, è lì vicino, alla riconoscibile Basilica di Superga. A destra il semplice: la Madonna che mostra Gesù, nudo. Poi come era accanto al suo Figlio quando tutti Monte Soglio e all'imbocco della Valle di Susa il Mu- gli hanno messo la camicia per coprire quella nudi- l’avevano abbandonato. siné e la Sacra di San Michele; nello sfondo il Mon- tà, ma la verità è che Gesù è ritratto nudo, ad indi- Maria è stata ed è presente nei giorni di pandemia, viso e le Alpi Marittime. A sinistra le montagne che care che lui, uomo nato da Maria, è il Mediatore. E vicino alle persone che purtroppo hanno concluso il scendono dalle valli del Chiusella e di Aosta, l'inse- lei segnala il Mediatore: lei è la Odigitria. loro cammino terreno in una condizione di isola- natura di Alice Superiore con il suo lago, poi Ivrea, la Nell’iconografia cristiana la sua presenza è ovun- mento, senza il conforto della vicinanza dei loro ca- Serra, il biellese; più in giù il lago di Candia e Vive- que, a volte anche in grande risalto, ma sempre in ri. Maria è sempre lì, accanto a noi, con la sua tene- rone e la pianura fino a Vercelli e Novara. relazione al Figlio e in funzione di Lui. Le sue mani, i rezza materna. La prima attestazione storica risale al 1707 quando suoi occhi, il suo atteggiamento sono un “catechi- Le preghiere rivolte a lei non sono vane. Donna del venne edificato un piccolo santuario a ricordo di smo” vivente e sempre segnalano il cardine, il cen- “sì”, che ha accolto con prontezza l’invito una serie di miracoli. A lato dello stesso nel 1796 tro: Gesù. Maria è totalmente rivolta a Lui (cfr CCC, dell’Angelo, risponde pure alle nostre suppliche, a- venne costruito l’attuale edificio che presenta una 2674). A tal punto, che possiamo dire che è più di- scolta le nostre voci, anche quelle che rimangono facciata a capanna e il campanile attualmente into- scepola che Madre. Quella segnalazione, alle nozze chiuse nel cuore, che non hanno la forza di uscire nacati di bianco. Il resto della muratura si presenta di Cana: Maria dice “Fate quello che Lui vi dirà”. ma che Dio conosce meglio di noi stessi. Le ascolta in pietra grezza. L’interno è un'aula unica in forme Sempre segnala Cristo; ne è la prima discepola. come Madre. Come e più di ogni buona madre, Ma- semplici. Elemento di rilievo è la pala con la scena Questo è il ruolo che Maria ha occupato per tutta la ria ci difende nei pericoli, si preoccupa per noi, an- della Visitazione dipinta dal pittore Defendente Pe- sua vita terrena e che conserva per sempre: essere che quando noi siamo presi dalle nostre cose e racino di Celino in Valsesia, artista del XVII secolo. l’umile ancella del Signore, niente di più. A un certo perdiamo il senso del cammino, e mettiamo in peri- Alle pareti vari ex voto dei fedeli e numerosi fiocchi punto, nei Vangeli, ella sembra quasi scomparire; colo non solo la nostra salute ma la nostra salvezza. rosa e azzurri, segno dell'affidamento dei molti ma ritorna nei momenti cruciali, come a Cana, Maria è lì, a pregare per noi, a pregare per chi non bambini della zona a Maria. quando il Figlio, grazie al suo intervento premuroso, prega. A pregare con noi. Perché? Perché lei è la Nella zona limitrofa sorgono diverse cappelle votive, fece il primo “segno” (cfr Gv 2,1-12), e poi sul Gol- nostra Madre. numerosissime in tutto il territorio della Valle Sacra, gota, ai piedi della croce. Papa Francesco un tempo teatro di sacre rappresentazioni ricche di Gesù ha esteso la maternità di Maria a tutta la suggestioni. Chiesa quando le ha affidato il discepolo amato, Curiosa la storia dell'inno alla "bella Vergine Maria", lode ufficiale del santuario, scritta dal professor An- tonio Zeuli, fondatore e direttore dell'Istituto Galileo Ferraris di Torino, durante la sua villeggiatura estiva trascorsa per vent'anni in questo territorio. Numerosi pellegrini e devoti della Madonna rag- giungono il santuario, aperto tutto l'anno, per sosta- re e pregare ai piedi della Vergine. Non pochi i cicli- sti che affrontano una salita impegnativa, laicamen- te consacrata dal passaggio del Giro d'Italia nel 2019. Ma non ci sono dubbi: ne vale davvero la pe- na. Parola di chi ci ha provato! Pierfortunato Raimondo La voce del Santuario di Forno Alpi Graie è il giornalino di collegamento di pellegrini e affezio- nati al Santuario N.S. di Loreto, situato a Forno di Groscavallo, nelle Valli di Lanzo. Viene pubblicato due volte l'anno (Mag- gio/Apertura; Dicembre/Natale); è spedito in ab- bonamento postale, reperibile nel tempo di aper- tura del Santuario, visionabile e scaricabile gra- tuitamente in internet. Informazioni e appunta- menti sul sito www.santuariofornoalpigraie.it. Stampa: Artigrafiche M.A.R. snc Castelnuovo Don Bosco - info@artigrafichemar.it - 011 99 27 294
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