I venerdì della chimica italiana
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I venerdì della chimica italiana La Società chimica italiana (Sci) organizza in diretta streaming, dal proprio canale YouTube, “I Venerdì della Sci” seminari dedicati ai vincitori delle Medaglie Sci per il 2020. Il prossimo incontro, dal titolo “Dal bianco al nero, il viaggio di un chimico inorganico tra gli allotropi di un elemento affascinante”, sarà tenuto il 12 febbraio da Maurizio Peruzzini, già direttore del Dipartimento di scienze chimiche e tecnologie dei materiali del (Dsctm) del Cnr, premiato con la prestigiosa Medaglia Stanislao Cannizzaro che viene assegnata a scienziati che abbiano contribuito con l’originalità delle loro attività scientifiche all’ampliamento delle conoscenze chimiche fondamentali a livello internazionale. Il premio viene conferito a Peruzzini come riconoscimento alle ricerche eccezionali condotte nello sviluppo della chimica del fosforo e dei materiali 2D di cui è punto di riferimento nazionale e mondiale da quarant’anni. Proprio per studiare il fosforo elementare o meglio la sua forma bidimensionale, il fosforene, parente del grafene, ma formato solo da atomi di fosforo, Peruzzini ha ottenuto l’Advanced Grant dello European Research Council (ERC) per il progetto PHOSFUN che può essere ‘applicato’ in vari campi, dalla sensoristica alla medicina. Il programma prosegue con Massimo Trotta (26 febbraio) con “I nuovi mezzi di comunicazione di massa stanno cambiando il mondo della scienza?”, Medaglia Marotta; Benedetta Mennucci, (12 marzo) vincitrice della Medaglia Pisani che interverrà con “Dalle molecole alla funzione biologica: una sfida possibile per la chimica computazionale?”. Il 26 marzo Giovanni Battista Appendino, Medaglia Piria, conclude il ciclo di incontri con “Perché si studiano (ancora) i composti naturali”. L’inizio dei seminari è alle ore 15,00, la durata è di 30 minuti
seguiti da discussione. Nello scorso mese di gennaio sono state assegnate altre due medaglie: la Bertini a Federico Bella e la Illuminati a Michele Antonio Floriano. Ogni tre anni la Sci, che riunisce oltre 3.500 soci accomunati dall’interesse per la scienza chimica e dalla volontà di contribuire alla crescita economica e culturale del paese, conferisce la medaglia Cannizzaro, che quest’anno, per la prima volta, va ad uno scienziato del Cnr. (Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay) www.soc.chim.it www.youtube.com/c/societachimicaitaliana2020 Associazione Culturale Le Mamme di Pomezia Conoscere Pomezia Attraverso Le Associazioni E I Comitati Di Quartiere Del Territorio Pomezia News ha pensato di dare spazio alla conoscenza delle tantissime associazioni e comitati di quartiere esistenti nel territorio di Pomezia. Il loro contributo, su base volontaria e senza scopo di lucro, arricchisce di valore la città incrementando il senso di comunità, migliorando e favorendo la crescita armonica di un positivo tessuto sociale indispensabile affinché una città non sia solo un luogo dove dormire.
Questa settimana vi presentiamo l’associazione Le Mamme di Pomezia attraverso una breve intervista alla quale ha gentilmente risposto Silvia Macchioni in qualità di presidente. 1. Quando è nata l’Associazione Le Mamme di Pomezia e quali sono gli obiettivi che vi siete preposti? L’Associazione nasce tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013 da un gruppo di mamme durante un corso preparto con l’idea e l’obiettivo di creare una realtà nuova sul territorio, una realtà fatta da mamme per le mamme. Di quanti membri è formata l’Associazione Le Mamme di Pomezia? I soci iscritti attualmente sono 76 In che modo un cittadino può entrare a far parte dell’Associazione Le Mamme di Pomezia? Per far parte dell’Associazione basta iscriversi versando una quota annuale di 15 euro. Con la tessera si ha diritto a diversi sconti negli esercizi commerciali pometini che hanno stipulato convenzione con noi. Quale, tra i progetti che avete realizzato finora, vi rappresenta di più? Non c’è un solo progetto che possa rappresentarci… Di sicuro il supporto che la nostra Associazione fornisce alle famiglie, un supporto inteso in più ampie prospettive, quindi non solo quello materiale. Siamo Mamme e ci siamo rese conto, nel corso degli anni di
rappresentare sul territorio di Pomezia un valido punto di riferimento per la realtà familiare. Mosse da questa consapevolezza, è stato naturale accogliere le varie richieste, che sono giunte in forma implicita ed esplicita, dalle nostre socie e non, che ci avvicinasse in qualche modo alle esigenze familiari. Da qui sono nati altri progetti di ugual importanza, parliamo di quelli di promozione culturale o di lettura, come il Bookcrossing e il club del libro, piuttosto che le attività dedicate all’infanzia, e quindi i vari laboratori e letture animate organizzate nel corso del tempo, e le collaborazioni per gli eventi con il comune e altre realtà associative territoriali”.
Quali piattaforme social utilizzate per comunicare le vostre iniziative? Le nostre iniziative vengono divulgate soprattutto attraverso Facebook con la nostra pagina e gruppo, ma anche tramite il sito ed e-mail lemammedipomezia@gmail.com. Qual è il progetto al quale state lavorando ora? Causa Covid purtroppo abbiamo dovuto sospendere molte nostre attività, ma stiamo lavorando ad alcuni eventi online, con il patrocinio del Comune di Pomezia, e continuiamo a sostenere le nostre famiglie sperando di poter tornare presto alla normalità.
Se vuoi far conoscere la tua associazione o Comitato di Quartiere scrivi a redazione@pomezianews.it Trony apre Pomezia un nuovo punto vendita Con 1200 mq e un parcheggio di 1100 posti è ubicato in via Pontina km 27,800 Milano, 8 febbraio 2021 – Apre oggi un nuovo punto vendita Trony a Pomezia, all’interno del centro commerciale Parco 51. Nel nuovo store, che si trova a circa 10 minuti da Roma, in via Pontina, uscita via Naro, lavoreranno 14 addetti alla vendita. Nel punto vendita di Pomezia, che conterà oltre 6.000 referenze, saranno installati 7 schermi 65’’ touch, per un’esperienza di acquisto virtuale con un catalogo elettronico con più di 15.000 prodotti disponibili. Con l’inaugurazione di questo negozio prosegue il progetto di sviluppo del socio COPRE spa, che con questa nuova apertura conta oggi 70 punti vendita Trony.
In Italia, Trony porta il numero complessivo dei propri punti vendita a 166, cui si aggiungono 24 Mini Trony, per un totale di 190 negozi. I negozi Trony sono aree accoglienti e confortevoli, luoghi di shopping in cui muoversi in libertà, concepiti per la soddisfazione di bisogni concreti e precisi della clientela. Il concept store è caratterizzato da un’immagine giovane, chiara, dinamica e immediatamente riconoscibile. Tra i vari servizi offre consegna a domicilio, installazione elettrodomestici, preventivi e molto altro ancora. Tra i reparti attivi, tutti quelli compresi nelle categorie del format Trony: informatica e game, primo reparto che si incontra all’ingresso, piccoli e grandi elettrodomestici, più un’offerta completa per le sezioni audio/video, accessori, climatizzatori. Anche questa nuova apertura sarà comunicata a livello locale e sul sito COMUNICATO STAMPA
Museo Archeologico Lavinium di Pomezia Martedì e Giovedì visite guidate Questa settimana non perdete l’occasione di scoprire il Museo Archeologico Lavinium e la sua Area Archeologica! Sarà possibile visitare ogni martedì e giovedì, con la nostra guida, i XIII Altari e l’Heroon di Enea, con prenotazione obbligatoria. Inoltre potrete trovare nel reparto Bookshop tanti nuovi gadget pensati appositamente per voi. Nuovi orari Museo (almeno fino al 5 marzo, salvo nuove disposizioni) LUN. 10:00-13:00 / 15:00-18:00 dal MAR. al VEN. 09:00-13:00 / 15:00-18:00 SAB. e DOM. Chiuso
COMUNICATO STAMPA Pomezia diventa “Una città da favola” Pomezia vista con gli occhi dei bambini Pomezia si posiziona tra le prime 10 Città aderenti al progetto “Una Città da favola”, riservato ai Comuni d’Italia designati della qualifica “Città che legge” dal Centro per il Libro e la Lettura del Mibact.
“Una Città da favola” dà la possibilità a bambini e ragazzi di 50 Comuni d’Italia, designati dalla qualifica “Città che legge”, di scrivere un libro. Nasceranno filastrocche, favole e fiabe ambientate nei luoghi caratteristici di ogni territorio tra principesse, castelli e boschi incantati. I giovani protagonisti di Pomezia saranno docenti e studenti delle scuole dell’infanzia comunali Maria Immacolata, Sant’Andrea Uberto, San Francesco D’assisi e Gianni Rodari, degli istituti comprensivi Enea, Pestalozzi, De Andrè, Orazio, Via della Tecnica e del circolo didattico Matteotti. “Abbiamo partecipato con entusiasmo al progetto ‘Città da favola’ – ha spiegato l’Assessore Miriam Delvecchio – coinvolgendo materne comunali e istituti comprensivi del territorio. L’adesione è stata unanime ed è per noi motivo di orgoglio. Pomezia ha un centro storico di impianto razionalista, un importante polmone verde grazie alla Riserva naturale della Sughereta e la sua frazione di Torvaianica è cullata da un meraviglioso litorale dove è presente una riserva marina. Insomma, una Città da favola: siamo proprio curiosi di vedere come i nostri bambini, attraverso l’uso della fantasia, disegneranno e descriveranno i luoghi caratteristici della nostra Città”. “Pomezia è una Città giovane e moderna – ha dichiarato il Sindaco Adriano Zuccalà – ricca di servizi, con una spiccata attenzione alla sostenibilità ambientale e alle nuove tecnologie. Una Città fatta di giovani, che trovano nella cultura e nelle iniziative che mettiamo a punto durante l’anno il giusto collante per la costruzione di un senso di comunità e aggregazione. Le attività dedicate alla lettura sono molto apprezzate, basti pensare che l’ampliamento degli orari e dei servizi della biblioteca ha portato all’aumento del 40% delle presenze”.
COMUNICATO STAMPA SILVIA SALIANI E GIULIANA FARBO NOMINATE ALLA GUIDA DEGLI STABILIMENTI PRODUTTIVI DI P&G A GATTATICO E POMEZIA A FRANCESCA SAGRAMORA IL “PREMIO MINERVA DONNA D’ECCELLENZA” DI FEDERMANAGER 4 febbraio 2020 – Per la prima volta nella storia della Procter & Gamble in Italia, la direzione degli stabilimenti di produzione è tutta al femminile. Merito di Silvia Saliani e Giuliana Farbo, nominate alla direzione rispettivamente degli impianti di Gattatico (Reggio Emilia) e Pomezia (Roma). Due nomine che rinforzano ancora di più l’impegno di P&G nella parità di genere sottolineando come la competenza e professionalità debbano essere i criteri alla base di ogni scelta. A dimostrarlo, anche gli attestati che arrivano dall’esterno come il “Premio Minerva Donna d’Eccellenza 2020” promosso da Federmanager assegnato a Francesca Sagramora, Vice Presidente Risorse Umane P&G Italia, un riconoscimento dell’impegno dell’azienda nel favorire policy aziendali ed un ambiente di lavoro sempre più inclusivo, privo di stereotipi e pregiudizi e unicamente teso alla valorizzazione di tutti i dipendenti. «Mi congratulo a nome di tutta l’azienda con Silvia, Giuliana e Francesca – commenta Paolo Grue, Presidente e Amministratore Delegato della Procter & Gamble in Italia. Silvia e Giuliana
sono due grandi professioniste che sono state in grado di farsi strada in un settore, quello della “produzione”, ritenuto solitamente “maschile”, dimostrando ancora una volta, che non esistono ruoli solo per gli uomini o solo per le donne. Congratulazioni anche a Francesca per l’importante riconoscimento ricevuto, a prova della sua grande professionalità che l’ha portata, già da qualche anno, ad assumere il ruolo di leader nella gestione delle risorse umane per il Sud Europa. Avere tre leader di grandi capacità come Silvia, Giuliana e Francesca in posizioni così strategiche – conclude Grue – oltre che dimostrare il nostro impegno nella valorizzazione dei talenti, senza alcuna distinzione di genere, sono certo che avrà un impatto positivo sul nostro business. Sappiamo infatti quanto sia fondamentale assicurare una maggiore presenza di donne in posizioni di leadership per assicurare all’Italia una crescita economica responsabile, sostenibile e paritaria». Paolo Grue, Presidente e Amministratore Delegato della Procter & Gamble in Italia La lotta al Gender Gap vede da tempo in prima linea Procter &
Gamble, che oggi annovera il 46% di donne nel proprio organico manageriale in tutto il mondo. Un impegno che nasce internamente all’azienda, con policy e progetti volti a rompere gli stereotipi. Come “Share The Care”, introdotto oltre un anno fa: un congedo parentale di otto settimane consecutive retribuito al 100% per i neo papà, che intende restituire alla coppia, anche se non sposata o dello stesso sesso, la libertà di scegliere come vivere l’arrivo di un figlio. Un impegno che si riflette anche verso l’esterno con la comunicazione, affrontando il tema delle discriminazioni di genere attraverso l’utilizzo dei propri marchi e con iniziative, come “Future Female Leaders”, che mirano ad avvicinare le studentesse laureande o neolaureate al mondo del lavoro in settori, come ad esempio quello commerciale, ritenuti tradizionalmente ed erroneamente “maschili”. O ancora sostenendo Valore D e il programma “Inspiring Girls”, per portare nelle scuole la testimonianza di donne manager P&G. Proprio come Francesca Sagramora, Vice Presidente Risorse Umane di Procter & Gamble Italia, recentemente insignita del Premio Minerva Donna d’Eccellenza 2020, con cui Federmanager, attraverso una giuria di top manager, rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle parti sociali, premia ogni anno donne manager in grado di conciliare impegno professionale e famiglia con risultati decisivi nel mondo dell’industria. «Ho sempre avuto chiare le mie priorità, a livello familiare e professionale, e ho fatto scelte che potessero conciliare e garantire l’equilibrio che mi ero prefissata. Scelte rese possibili soprattutto grazie alla condivisione delle responsabilità familiari con il mio partner – che ha usufruito per esempio per ben due volte del congedo parentale per alternarci nella cura dei nostri figli – e grazie ad
un’azienda che mi ha sempre supportato, garantendomi flessibilità e ascolto» dichiara Francesca Sagramora Vice Presidente Risorse Umane P&G Italia. Francesca Sagramora Vice Presidente Risorse Umane P&G Italia. Scelte di equilbrio tra famiglia e professione che sono state possibili anche per Silvia Saliani e Giuliano Farbo, ora pronte ad accogliere con entusiasmo la grande sfida del comando dei poli produttivi di P&G a Gattatico e Pomezia. Silvia Saliani, classe ‘76, romana di origini Sardo-Pugliesi, una laurea in Ingegneria Meccanica e un temperamento competitivo che ha dimostrato in tutti gli ambiti della sua carriera sportiva e professionale. Entra in P&G nel 2001 come Process Engineer sulle linee del Dash in Polvere dello Stabilimento di Pomezia. Ricopre vari ruoli in Product Supply a livello regionale e globale: Operation Manager a Pomezia,
Europe Business Planner di Fairy Brand a Ginevra, a capo del team di Market Planning negli uffici di Roma, per poi passare al ruolo di Global Innovation Leader per Fairy/Dawn/Cascade di nuovo a Ginevra. Ora, allo Stabilimento di Gattatico, hub europeo per i Detergenti per la Casa come Viakal e Mastro Lindo, affronta una nuova sfida con un obiettivo chiaro: posizionare lo stabilimento nell’eccellenza dei processi produttivi per soddisfare la crescente richiesta di prodotti sicuri e in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Silvia Saliani, nuova Plant Director dello stabilimento P&G di Gattatico. «Diventare Direttore dello stabilimento di Gattatico, per me, è come tornare a casa. Sono partita dall’Italia, qui ho messo le basi della mia carriera e qui, sono orgogliosa di fare ritorno, con nuove competenze e responsabilità. Fiera di poter contribuire concretamente allo sviluppo di un impianto produttivo italiano che oggi come mai prima è chiamato a
soddisfare la domanda di prodotti legati alla pulizia e all’igiene delle superfici in tutta Europa come i nostri Viakal e Mastro Lindo. Una sfida a cui sono felice di poter rispondere, lavorando con persone che hanno una passione infinita e una straordinaria professionalità» commenta Silvia Saliani, nuova Plant Director dello stabilimento P&G di Gattatico. Giuliana Farbo, palermitana, appassionata di corsa e di cucina, è entrata in P&G a 22 anni dedicandosi da subito all’Information Technology. Di base a Roma, ha ricoperto negli anni diversi incarichi in europei e mondiali. Subito dopo la maternità, assume il ruolo di Responsabile Information Technology per la divisione Cura dei tessuti e della casa per l’Europa proprio dallo stabilimento di Pomezia, di cui ora è al vertice, per ricoprire successivamente ruoli sia europei che globali con responsabilità sempre crescente includendo anche l’area dei Global Business Services. Giuliana Farbo, nuova Plant Director dello stabilimento P&G di Pomezia. «Pomezia è un luogo in cui ho lasciato il cuore. Tornare qui oggi come Direttore dello Stabilimento è una grande emozione:
sono entusiasta di poter portare la mia esperienza digitale al servizio di uno impianto produttivo che ha fortissime potenzialità di sviluppo nella transizione verso il paradigma 4.0. Un’esperienza che affronterò con umiltà, entusiasmo e tanta voglia di ascoltare ed imparare, sapendo di poter contare, su una organizzazione di enorme valore, per rendere Pomezia un gioiello produttivo di respiro internazionale» dichiara Giuliana Farbo, nuova Plant Director dello stabilimento P&G di Pomezia. COMUNICATO STAMPA “UN MESE, UN PIATTO, UNA STORIA…” FEBBRAIO FRAPPE Le frappe come tutti noi sappiamo, sono i tipici dolci del Carnevale; vengono anche chiamate cenci, chiacchiere, bugie. Quasi ogni regione ha un nome diverso per questi golosi dolcetti, ma la ricetta è più o meno la stessa. Quando arrivava il Carnevale a casa mia le frappe, o cenci perché mia madre era toscana, si facevano seguendo scrupolosamente la ricetta del Talismano della Felicità. Lei impastava gli ingredienti e poi appoggiava canovacci un po’ dappertutto perché, una volta steso l’impasto, con la rotella dentata ritagliava la sfoglia e preparava fiocchetti e
girandole, c’era bisogno quindi di spazio dove appoggiarle prima di friggerle. Una volta cotte spolverava i fiocchetti di zucchero a velo per me e mia sorella, e le girandole con il miele per mio padre, a casa sua in Abruzzo si facevano così. Le frappe necessitano almeno un paio d’ore per essere preparate, ma il loro profumo e la loro fragranza meritano tutto il nostro tempo e la nostra dedizione, ne vale assolutamente la pena. INGREDIENTI: per 500 gr. di frappe farina 500 gr. strutto 30 gr. tuorli d’uovo 2 1 uovo intero un pizzico di sale un cucchiaio di zucchero vino bianco strutto per friggere PROCEDIMENTO: Formate una fontana con la farina sulla spianatoia, al centro mettete tutti gli altri ingredienti e impastate aiutandovi con
il vino bianco, fino ad ottenere una pasta morbida e liscia. Fate una palla e avvolgetela con della pellicola, lasciate riposare almeno mezz’ora a temperatura ambiente. Stendete l’impasto in una sfoglia molto sottile aiutandovi con un po’ di farina, utilizzando poi una rotella dentata ritagliate delle strisce e formate fiocchi o girandole. Appoggiate le forme ottenute su piani infarinati, vassoi o canovacci e aspettate che lo strutto diventi caldo a sufficienza. Per verificare la giusta temperatura fate la prova con un pezzetto di impasto. Friggete le frappe finchè diventano dorate, e appoggiatele su un vassoio coperto di carta assorbente. Quando i dolci saranno pronti, aspettate che si freddino un pò e “conditeli” con lo zucchero a velo o il miele. Le frappe si conservano qualche giorno ben coperte con un foglio di alluminio o messe in una scatola di latta per mantenerne intatta la fragranza.
Il corpo, uno spazio sacro “La Terapia Polivagale è nata dalla mia esigenza di trovare un nuovo metodo, nell’ambito delle psicoterapie, che permettesse di affrontare in modo efficace e più rapido traumi, emozioni bloccate e tutto l’ampio spettro dei disturbi psicosomatici che, fino alla creazione di questo nuovo metodo, affrontavo con le tecniche del modello Psicofisiologico clinico integrato, e la Psicoterapia breve strategica unita all’ipnosi che già andavano ad intervenire sul decimo nervo cranico: il nervo Vago. Così si legge nelle pagine di “Libera-Azione attraverso la crisi. La Terapia Polivagale“ libro di Silvia Trucco edito Golem, da poco uscito nelle librerie. L’autrice è psicoterapeuta, psicofisiologa, ipnoterapeuta che con questo approccio terapeutico unisce formazione e ricerca sul campo su se stessa e sugli altri. Da vent’anni lavora sul concetto di individuo come unica unità psicofisica, in cui psiche e soma sono in un rapporto circolare come nelle tradizioni più
antiche, da quella greca a quella cinese, che nel suo lavoro integra con la più attuale ricerca neuropsicofisiologica. Dopo anni di sperimentazione su centinaia di pazienti l’autrice ha brevettato la Terapia Polivagale che affonda le sue radici nelle teorie dei neurofisiologi Stephen W. Porges, che mette al centro del sua Teoria Polivagale l’esperienza psicologia, e del sistema di David Becali, che enfatizza le manifestazioni fisiche nel corpo con il suo sistema denominato Tension and Trauma Releasing Exercises (TRE). Il metodo lavora sul rapporto tra corpo e mente. Ha ottenuto dati clinici che ne sottolineano l’efficacia nei problemi relazionali, ansie, attacchi di panico, depressioni e disturbi neurovegetativi trattati di solito con terapie lunghe. “La persona ha l’opportunità di sciogliere le tensioni che bloccano le emozioni attraverso il corpo, e far uscire il vissuto bloccato, che la spinge in automatico a diventare autonoma, indipendente dal processo” sostiene Trucco. “L’incontro con il metodo TRE mi ha dato l’imput per agire a livello corporeo in modo ancor più viscerale, in quanto attinge dalla Bioenergetica, dal Tai Chi e da altre pratiche orientali che attraverso esercizi muscolari evocano nel corpo un tremore neurogeno (fase di induzione al tremore neurogeno all’interno del mio metodo), che consente di rilasciare le tensioni accumulate nel corpo e che rappresentano la causa del mantenimento di blocchi emotivi”. La terapia brevettata da Silvia Trucco nasce quindi dall’integrazione di tecniche e approcci che privilegiano la storia del paziente e il suo rapporto con il terapeuta in un contesto in cui tutte le percezioni si integrano in uno spazio sacro: il corpo. Nello scorrere delle pagine emerge come questo metodo sia centrato sull’importanza di una rivoluzione nella persona, un reset, una ‘Crisi’ legata al timore di ‘lasciarsi andare’, concetto che occuperà un intero capitolo nel volume. Nel libro si parla di tecnica e di applicazione clinica in cui vengono raccontate 20 storie che, nel rispetto della privacy di ogni paziente, sono il risultato di più casi riuniti per assonance rispetto
al materiale clinico reale, che testimoniano un’attività terapeutica orientata all’indissolubilità tra psiche e soma. Nel 2015 Silvia Trucco ha fondato a Roma Centro Mentecorpo dove propone attività multidisciplinari e terapie per il benessere della persona. (www.silviatrucco.com; info@centromentecorpo.com) titolo: Libera-Azione attraverso la crisi. La Terapia Polivagale categoria: Manuale di psicologia autrice: Silvia Trucco editore: Golem pagine: 168 prezzo: € 18.00 Perché Febbraio si chiama così? Febbre, maschere e mascherine Nel calendario romano più antico, febbraio era l’ultimo mese dell’anno, che iniziava a marzo, momento di risveglio della natura e degli uomini al suono delle armi del dio Marte. Febbraio era dunque dedicato alla purificazione e alla preparazione di un nuovo ciclo, di un nuovo inizio. In verità, l’origine del suo nome non è poi tanto nascosta… Ebbene sì: come in un gioco, possiamo rinvenire facilmente tra le sue lettere la parola febbre! Occorre premettere che nell’antica Roma ogni aspetto della
vita, anche il più piccolo, era sotto la protezione di una specifica divinità: ci sono quindi decine e decine di culti per noi quasi sconosciuti ma molto praticati dal popolo. Ad esempio, la dea Numeria tutelava e contava i mesi della gravidanza, la dea Edula aveva in custodia le carni commestibili e la loro conservazione, il dio Redicolo proteggeva il ritorno dai viaggi. E veniamo così alla dea Febbre, in latino Februa o Febris, che origina probabilmente da Februus, un dio antichissimo etrusco- italico ed è legata alla purificazione dalle febbri, in particolare da quelle malariche. Febbraio – Mosaico dal Museo Archeologico di Sousse In virtù della potenza purificatrice che si attribuiva al fenomeno della febbre, si è concretizzato nel nome Februarius il legame con questa fase dell’anno, segnata da una serie di riti e di feste molto caratteristiche. Una festa in particolare merita la nostra attenzione: il 15 febbraio si festeggiavano nell’antica Roma i Lupercalia, una solennità celebrata dai Luperci, giovani e giovanissimi romani consacrati, di solito abbigliati con pelli di lupo, in onore
della Lupa che aveva allattato i gemelli Romolo e Remo. Frammento di rilievo con Luperci dal Museo Nazionale Romano Nel corso della festa essi si raccoglievano nel Lupercale, una grotta ai piedi del colle Palatino, dove sacrificavano un gran numero di capre, tagliavano le pelli in lunghe strisce, dette februa, e poi si slanciavano seminudi in una folle corsa agitando queste fruste e colpendo tutti coloro che incontravano. Le donne desiderose di gravidanza si esponevano ai colpi, certe del potere del rito, che propiziava la fecondazione. Nella fase finale dell’Impero romano, quando ormai il Cristianesimo dominava, vari vescovi tentarono di sopprimere l’antica consuetudine pagana, ma nulla si poteva contro la tenacia dei Senatori, i quali attribuivano le pestilenze e ogni altro danno al fatto che si trascurasse la festa dei Lupercalia. La solennità era talmente radicata nella vita dell’antica Roma che si perpetuò anche nei secoli tardi, fino all’anno 468. Infine pare che il rito sia stato abolito dal papa Gelasio ma
tuttora lo si può riconoscere probabilmente nella processione con le candele del giorno della Candelora, il 2 febbraio. L’evocazione di tali riti ancestrali dal fascino unico ci conducono a considerare legami insospettati tra la febbre e l’infiammazione rossa e calda lasciata dai colpi di februa, le strisce di capra usate come fruste. E’ poi molto suggestivo pensare alla nostra modernità e al fatto che proprio a febbraio soprattutto capita di venir colti dalle influenze di stagione e da quelle purificanti sudate al caldo del letto. A proposito: quanta nostalgia per… la solita influenza! Oggi, immersi come siamo nell’atmosfera pandemica, viviamo mille inibizioni che ci precludono gli abbracci e ci impongono le mascherine. Mascherine e maschere di Carnevale… Febbraio è anche il mese delle tipiche atmosfere carnevalesche, che oggi possiamo godere a metà. Ed emerge, forte più che mai, un desiderio di purificazione, di guarigione sociale, di annientamento del virus, per tornare a danzare scatenati, liberi e senza maschera. Dott.ssa Maria Cristina Zitelli Noi, animali sociali, ai tempi della pandemia In questo periodo di secondo lockdown se ne parla tanto: tra
colleghi, amici, familiari, conoscenti, al supermercato o dal benzinaio. Non ce la facciamo più, siamo stanchi, stufi. La percezione di quest’emergenza sanitaria oramai, dopo un anno, ci ha logorati, sfilacciati, sfiniti. All’inizio, noi, animali sociali, abbiamo modificato, giocoforza, le nostre vite, dal lavoro agli affetti, alle relazioni sociali. Ognuno ha ‘dato’, si è sforzato, ma ora quasi non ci riconosciamo più, vogliamo riappropriarci della nostra quotidianità. Sono giunti poi i colori legati alle varie regioni a crearci altra insicurezza e disorientamento: giallo, arancione, rosso. E allora si arranca, si fa fatica a tenere il passo, si comincia a pensare che venga meno la libertà personale anche facendo i conti con una instabilità di governo che non fa che aumentare confusione, paura e smarrimento. Questa condizione psico- fisica viene definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Pandemic Fatigue, “la tendenza a sentirsi demotivati nel seguire i comportamenti raccomandati per proteggere sé stessi e gli altri dal virus Sars-CoV-2”. Stress da pandemia che porta ansia, stanchezza, stress emotivo nel seguire i comportamenti suggeriti per combattere l’emergenza e che sta affaticando tutto il mondo. “La Pandemic Fatigue non è una condizione fisica, ma appunto una condizione mentale che porta i soggetti di una condizione straordinaria, come la crisi attuale, a reazioni che vanno dalla depressione e chiusura in sé stessi fino al rifiuto delle misure in favore della disinformazione” afferma Hans Kluge, direttore Oms per la regione europea durante un recente incontro sul coronavirus. ”Ne soffre oltre il 60% dei cittadini di Stati che hanno implementato regole restrittive ed è un problema generalizzato su cui l’Oms si sta concentrando per trovare sempre nuove soluzioni creative per sentirsi vicini agli altri e provare felicità”. I sintomi, così come elencati dall’Oms, sono vari: dall’ansia alla rabbia, dalla tristezza alla rassegnazione, dalla passività alla negazione del problema e, ovviamente, possono variare da persona a persona. “Prima di tutto è fondamentale accettare il fatto che si possa essere stanchi, spossati e demotivati. È una risposta normale
dell’organismo e della mente, che come autodifesa si settano in uno stato cronico di stress” spiega Marco Vitiello psicologo del lavoro e delle organizzazioni, coordinatore per l’Ordine degli psicologi del Lazio della sezione ‘Lavoro’ (fonte Sanità Informazione). “Prima che questa condizione cronica faccia insorgere disturbi legati all’ansia, comportando anche un abbassamento delle difese immunitarie, meglio accettare la situazione e studiare una strategia di evasione, tra le mura domestiche, puntando al rilassamento. Bisogna crearsi delle piccole progettualità. Inseguire nuovi spunti e tornare ad avere una propensione per il futuro”. Tra le varie ricerche sul tema, di recente è stato pubblicato sulla rivista Plosone “Cognitive and mental health changes and their vulnerability factors related to Covid-19 lockdown in Italy”, un’indagine condotta dai ricercatori dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Irccs Santa Lucia di Roma, che ha studiato gli effetti del lockdown sul funzionamento delle proprie abilità mentali nella quotidianità come memoria, attenzione, concentrazione. “Durante la fase finale del primo lockdown in Italia (dal 29 aprile al 17 maggio 2020) hanno partecipato all’indagine online 1215 individui ed è emerso come il lockdown abbia avuto un significativo impatto sul funzionamento cognitivo percepito, oltre che sul benessere psicologico” spiega Giorgia Cona, coordinatrice della ricerca, del Dipartimento di psicologia generale dell’Università di Padova e del Padua Neuroscience Center (Fonte Università di Padova). Donne, under 45, e disoccupati hanno risentito maggiormente di questo peggioramento nelle abilità cognitive. La situazione nazionale è ancora complessa su tutti i fronti, politico, economico, sociale e sanitario. In attesa che arrivino presto iniziative socio sanitarie, da una migliore gestione delle cure a quella dei vaccini per tutti, che si riflettano positivamente sul benessere psico-fisico dei cittadini, noi che possiamo fare? Gli esperti ci dicono di proseguire con le misure sanitarie come mascherina, lavaggio mani e distanziamento, ma anche di seguitare a dare spazio a passatempi e passioni come cucina,
bricolage, scrittura creativa, yoga e meditazione, passeggiate, sport (quello consentito dai decreti), e a tutto ciò che ci fa star bene. Qualora le difficoltà divenissero più ‘faticose’, il suggerimento è quello di contattare il medico di base e/o professionisti del settore. (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
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