ADAMELLO BRENTA - PERIODICO SEMESTRALE DI CULTURA DELLA MONTAGNA
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ANNO 23 - N. 1/2019 ADAMELLO NE/TN0256/2009 BRENTA Esemplare di orso bruno nel Parco (autore Alessandro Vitali) PERIODICO SEMESTRALE DI CULTURA DELLA MONTAGNA Sommario Adamello Brenta Parco Saluto del Presidente 1 semestrale del Parco Adamello Brenta Anno 23 n. 1/2019 di Joseph Masè Autorizzazione del Tribunale di Trento Il Parco Naturale Adamello Brenta è di nuovo “Unesco Global Geopark” 4 n. 670 Aprile 1997 di Chiara Grassi Edizioni Intervista al Direttore Cristiano Trotter 6 a cura della Redazione Giovanni Pedrotti e la prima proposta per l’istituzione di parchi Parco Adamello Brenta in Trentino del 1919 10 Sede dell’Ente e Redazione di Franco Pedrotti Via Nazionale, 24 - Strembo (TN) tel. 0465.806666 - fax 0465.806699 A vent’anni da Masun - Intervista ad Andrea Mustoni 13 www.pnab.it - info@pnab.it a cura di Chiara Grassi Direttore responsabile Chiara Grassi. Dopo Vaia il Trentino si rialza 17 di Elena Baiguera Beltrami Comitato di Redazione Elena Baiguera Beltrami, Roberto Bombarda, L’arte del Pegolòt 19 Giacomo Eccher, Joseph Masè, Matteo Masè, Sandro Osti. di Massimo Corradi e Giovanni Sicheri Un ringraziamento Abitare il Parco Adamello Brenta 22 a chi ha collaborato a questo numero di Ilaria Rigatti e Luca Concini Miriam Branz, Francesca Casella, Elisa Chesi, Luca Concini, Massimo Corradi, Catia Hvala, Nel Parco Adamello Brenta il workshop di fotografia di Surgiva e Mart 23 Franco Pedrotti, Ilaria Rigatti, Giovanni Sicheri, di Chiara Grassi Cristiano Trotter. Impaginazione e stampa: Nuovi vantaggi per i “Qualità Parco” 26 Litografia EFFE e ERRE a cura di Chiara Grassi Come ricevere questa rivista I parchi hanno bisogno dei popoli 28 Il periodico è inviato gratuitamente a tutte le di Francesca Casella famiglie dei Comuni del Parco, agli enti, alle associazioni e ai collaboratori. Tuenno - Lago di Tovel: 42 anni fa la navetta 33 I non residenti sottoscrivono un abbonamen- di Giacomo Eccher to di euro 8,00 da versare sul c.c. postale n. 15351380 (causale: abbonamento rivista) Villa Santi: realtà da vivere 36 intestato a: di Miriam Branz Parco Naturale Adamello Brenta Via Nazionale 24 – 38080 Strembo (TN) Un’estate da Parco 2019 38 a cura di Catia Hvala e Elisa Chesi La mobilità sostenibile 48 AdamelloBrenta l’App del Parco 49 Il marchio FSC® identifica i prodotti da fonti provenienti da foreste gestite in maniera responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Saluto del Presidente di Joseph Masè Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Partendo dal 2015, anno di pubblicazione dell’Enciclica Laudato Sì, il mani- festo di Papa Francesco dedicato alla cura della nostra “casa comune”, fino ad arrivare ai giorni nostri con i Fridays for future, gli scioperi scolastici per il clima lanciati dalla giovanissima attivista svedese, Greta Thunberg, si è andata diffondendo nel mondo una consapevolezza della necessità di inter- venire urgentemente per la tutela del nostro pianeta. L’attenzione da parte dell’opinione pubblica verso la protezione dell’ambien- te si è accentuata notevolmente negli ultimi anni, eppure, secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio Disastri, il bisogno di cambiare radicalmente rotta è noto da molto tempo. Le Nazioni Unite, infatti, hanno stimato che negli ultimi 20 anni le perdite economiche causate dai disastri ambientali sono aumentate di oltre il 150% rispetto al ventennio precedente e che la maggiore parte delle perdite è le- gata ad eventi meteo estremi come alluvioni, tempeste, uragani, siccità o ondate di caldo che sono conseguenza del surriscaldamento della Terra. Le perdite economiche maggiori si sono verificate nei Paesi più sviluppati, mentre la perdita di vite umane è maggiore nei Paesi meno avanzati, dove la vulnerabilità delle popolazioni più povere è molto più elevata. Talvolta i disastri naturali si consumano lontani, ciascuno di noi ha impresse le immagini di morte (oltre 1800 persone) e di devastazione dell’uragano Ka- trina, che nel 2005 si è abbattuto sugli Stati Uniti, e delle alluvioni dell’estate 2017 che hanno interessato il sud dell’Asia, causando la morte di oltre 1200 persone in Cina, India, Nepal, Bangladesh per le inondazioni, ma a volte ci interessano da vicino. Si pensi alla tempesta Vaia di fine ottobre 2018 che ha colpito anche il Tren- tino portando con sé morte ed ingenti danni. Le raffiche di vento di oltre 150 chilometri orari hanno abbattuto centinaia di migliaia di alberi. Fenomeni che in passato si verificavano in via del tutto eccezionale, ma che oggi, a cau- sa dei cambiamenti climatici in atto, sono sempre più frequenti. Accanto al tema dei disastri naturali determinati dal surriscaldamento del pianeta se ne pone un altro, altrettanto drammatico, l’inquinamento da pla- stica. Le immagini di enormi accumuli di spazzatura che galleggiano nei no- stri oceani sono sotto gli occhi di tutti. La più grande isola di plastica ed immondizia, individuata si trova nell’oceano Pacifico ed è sconcertante ap- prendere che ha un’estensione tre volte superiore la Francia. Gli oceani, ma anche i nostri mari italiani, dato che Greenpeace ha denun- ciato la presenza di una “zuppa” di plastica e materiale organico nel Mar Tir- reno, nella zona tra l’Isola d’Elba, la Corsica e Capraia, sono diventati delle discariche. Di tutto questo non c’è da stupirsi se si considera che il report “Fermiamo l’inquinamento da plastica”, pubblicato da WWF Italia nel 2019, ha stimato che ogni minuto più di 33.000 bottigliette di plastica finiscono nel Mediterraneo. Un fenomeno, quello dell’inquinamento da materiali plastici, che interessa prevalentemente ed in maniera più evidente e drammatica gli oceani e i mari, ma da cui non è esente nemmeno l’ambiente montano. 1 Adamello Brenta Parco
L’inquinamento da materiale plastico ed i cambiamenti climatici sono evi- dentemente riconducibili ad una cattiva gestione del pianeta da parte dell’uo- mo. A tal proposito è particolarmente significativo un passaggio iniziale del Laudato Sì laddove il Santo Padre osserva che siamo cresciuti pensando di essere proprietari e dominatori di mater Terra, autorizzati a saccheggiarla. Ora lei protesta per il male che le provochiamo con l’uso irresponsabile e l’abuso dei beni. La violenza che c’è nel cuore umano ferito, secondo Papa Francesco, si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata Terra che sof- fre. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costi- tuito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. Partendo da questa profonda riflessione è necessario, proprio perché non c’è più tempo solo per discuterne, chiedersi cosa si possa fare per contribuire a porre fine alla sofferenza della nostra “casa comune”. Il Parco, nato per la tutela e la conservazione del patrimonio naturale, è da sempre impegnato nella cura dell’ambiente. Oltre all’attività di studio, di vi- gilanza e di protezione del patrimonio naturale che caratterizza l’area pro- tetta, l’impegno è rivolto all’educazione ambientale ed alla diffusione delle buone pratiche tra cui, da ultimo e con l’obiettivo di contenere l’inquinamento da materiali plastici, il progetto di incentivazione all’uso di materiali biode- gradabili rivolto ai 30 comuni amministrativi del Parco. Da solo, però, senza la condivisione delle Amministrazioni e delle Comuni- Adamello Brenta Parco 2
tà, l’Ente può fare poco anche perché la vera sfida in tema ambientale, nel nostro Parco come nel mondo, consiste nel creare una cultura del limite, dell’equilibrio e, quindi, in definitiva di rispetto per il patrimonio naturale. Nel nostro Parco i valori identitari dell’area protetta e della montagna, la sua biodiversità, la sua integrità, il suo silenzio, la sua naturalità devono essere condivisi da tutti, per così diventare patrimonio comune che ciascuno di noi, consapevolmente, ha desiderio di preservare. A tal fine è necessario che gli amministratori si impegnino convintamente nell’attuazione di efficaci politiche a favore dell’ambiente, ponendo in essere concrete azioni di protezione e soprattutto che nella gestione quotidiana dei territori e delle comunità agiscano da statisti e non da politici, pensando, quindi, alle future generazioni e non alle prossime elezioni. La tutela am- bientale esige serietà, coerenza e lungimiranza e non può essere attuata a giorni alterni. Anche se può apparire impopolare, è necessario che chi ha la responsabilità di governare sappia dire no ad iniziative imprenditoriali, ad eventi ed anche a privilegi riconosciuti nel tempo a taluni, che ledono un in- teresse collettivo superiore, quale è il nostro patrimonio naturale. Quanto a ciascuno di noi, semplici Cittadini, sarebbe sufficiente modificare talune anche piccole abitudini di vita, che potrebbero sembrare banali, ma che se attuate dall’intera collettività contribuirebbero certamente ad allevia- re la sofferenza ed il disagio che ci manifesta la Terra e che, come ci ricorda il Pontefice nel Laudato Sì, “… è anche come una sorella, con la quale condivi- Il Carè Alto dalla diamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia”. Val di Fumo Buona estate! Buon Parco! (foto Alessandro Vitali) 3 Adamello Brenta Parco
Il Parco Naturale Adamello Brenta è di nuovo “Unesco Global Geopark” di Chiara Grassi Adamello Brenta Parco 4
Il Parco Naturale Adamello Bren- ta è stato confermato “Unesco Global Geopark” della Rete Glo- bale dei Geoparchi UNESCO. A maggio è stato reso noto il Re- port del Consiglio della Rete che assegna il cartellino “green” al Parco, convalidando il riconosci- mento di Geoparco per i prossimi quattro anni. Grazie all’elevatissima geodiver- sità che si riscontra dalle Dolomi- ti di Brenta al Gruppo Adamello – Presanella e all’offerta di turi- smo sostenibile, il Parco si fregia di questa certificazione interna- zionale da undici anni. È stata, infatti, ottenuta in prima battuta il 26 giugno 2008, confermata nel 2012 e poi nel 2016. Nel 2015, durante la Conferenza di Parigi, il Geopark è anche divenuto pro- gramma Unesco, al pari del Pa- trimonio dell’Umanità e del Man and Biosphere. Nell’ultima verifica, tuttavia, era sta- Provincia, del Muse, della Fondazio- L'estensione del to dato il via libera con un cartellino ne Dolomiti Unesco e della Fondazio- Geoparco (1.188 km2), per definizione, equivale “giallo” ed erano stati chiesti all’Ada- ne Maria Pernici. a tutto il territorio dei mello Brenta ulteriori sforzi da com- comuni amministrativi piere nei successivi due anni. “Il riconoscimento del cartellino verde quindi risulta quasi il Lo scorso luglio la Rete aveva invia- – ha commentato il Presidente del Ge- doppio di quella del Parco (620 km2) to due ispettori ad appurare che l’A- oparco, Joseph Masè – è una grandis- damello Brenta avesse rispettato le sima soddisfazione ed è il risultato di raccomandazioni: Manfred Kupetz, tanti sforzi compiuti sia dalla struttu- del Muskauer Faltenbogen UNESCO ra sia dalla parte politica. Pochi mesi Global Geopark con sede a Döbern dopo la mia elezione, infatti, ci è sta- in Germania, e Richard Watson, del to convalidato il riconoscimento con il Marble Arch Caves UNESCO Glo- cartellino giallo e, quindi, per soli due bal Geopark con sede a Enniskillen anni. Unesco lamentava, per il perio- nell’Irlanda del Nord. do 2012-2016, uno scarso impegno e pochi contributi dell’Ente nella parte- Nei tre giorni in Trentino, Kupetz e cipazione ai lavori della rete mondiale. Watson avevano seguito un program- Ci siamo così rimboccati le maniche ma intenso che li ha portati a conosce- ed abbiamo lavorato sodo, ottempe- re l’Adamello Brenta Geopark nei suoi rando a tutte le raccomandazioni che 1.188 chilometri quadrati. Estensione ci erano state fatte, fornendo contri- che è doppia rispetto all’area parco dal buti alla rete mondiale e scambian- momento che i confini del Geopark de- do esperienze con gli altri Geoparchi. vono corrispondere per regolamento a L’assunzione a tempo indeterminato quelli dei comuni interessati. della geologa vincitrice del concorso Al fine di verificare le alleanze intrec- pubblico, che da svariati anni attende- ciate per valorizzare il Geopark, gli va di entrare definitivamente nell’or- ispettori avevano incontrato i rappre- ganico del Parco, e l’organizzazione sentanti dell’Apt Madonna di Campi- della Conferenza mondiale di Campi- glio Pinzolo Val Rendena, delle Re- glio hanno poi rappresentato la con- Nella pagina gole di Spinale e Manéz, dei Comuni creta volontà dell’Adamello Brenta di precedente di Pinzolo, di Tre Ville e di Ville d’A- ritornare ad essere protagonista nel la Val Brenta naunia, del Servizio geologico della mondo dei Geoparchi Unesco”. (foto Michele Zeni) 5 Adamello Brenta Parco
Vaia, manutenzione del territorio, mobilità e sinergie internazionali Il punto con il Direttore Cristiano Trotter a cura della Redazione Il Direttore del Parco Adamello mento di tale recupero, mettendo a Brenta, Cristiano Trotter, dopo due disposizione anche importanti risorse. anni di incarico fa il punto rispetto Quindi la Provincia e i Comuni si alle questioni gestionali più impor- stanno occupando del recupero dei tanti in questo momento. danni nel bosco, il parco dei sentieri. Il settore tecnico ambientale ha fatto Direttore Trotter, in questo momen- un notevolissimo lavoro, soprattutto to tutto il Trentino si sta rimboccan- insieme alla SAT, di programmazio- do le maniche per il recupero dei ne degli interventi, procedendo già danni della Tempesta Vaia di fine da inizio primavera agli interventi. ottobre. Abbiamo negli occhi le im- Ora si sono anche rafforzate apposi- magini di boschi interamente rasi tamente le squadre di operai dedica- al suolo. L’area del Parco Adamello te ad essi. Brenta, o comunque in generale del Attualmente abbiamo recuperato Trentino occidentale, ha subito mol- moltissimi chilometri di sentieri e ti danni? Come avete fatto fronte a possiamo dire che la stagione esti- questa emergenza? va, sotto l’aspetto della percorribili- È ormai assodato, dal rilievo dei tà e della riapertura, si presenta del Cristiano Trotter danni seguito all’evento dell’ottobre tutto positiva: saranno infatti molto 2018, che la parte occidentale del pochi i tracciati che risulteranno an- Trentino ha complessivamente subi- cora chiusi agli escursionisti, garan- to danni al patrimonio boschivo e na- tendo così la presenza di una delle turale inferiori a quelli delle Valli di attrattive maggiori del Parco in esta- Fiemme, Valsugana, Primiero, ecc. te: la fruibilità dei sentieri. Tuttavia una serie di danni, anche importanti, si sono riscontrati in al- La manutenzione del territorio è cuni settori specifici e delimitati del comunque, indipendentemente da Parco: cito la Val Genova, i sentieri Vaia, uno dei filoni di attività prin- di Vallesinella, le valli laterali della cipali del Parco. Anche questo è fi- Rendena, alcune aree della Paga- nalizzato alla mission di conserva- nella. zione dell’area protetta. Come siete Fin da subito il Parco ha cercato di strutturati per questo e come inter- monitorare la situazione, favorendo venite? una rete locale di raccolta e scambio La manutenzione del territorio è una di informazioni. macro-categoria che ha bisogno di Successivamente, sopravvenuto l’in- una ulteriore declinazione. Così, bi- verno, il Parco ha partecipato al Tavolo sogna forse parlare e distinguere la costituito a livello provinciale che ha conservazione del territorio, la ma- messo insieme i soggetti interessati nutenzione vera e propria, infine la soprattutto alla verifica e al recupero valorizzazione. della rilevantissima rete di sentieri al- Nella prima ricadono quegli inter- pini presenti sul territorio. La provin- venti che tendono, come dire, a “sot- cia ha quindi individuato il Parco come trarre” pericoli dovuti ad un uso im- soggetto direttamente responsabile proprio del patrimonio naturale: ad dell’intervento diretto e del coordina- esempio la serie di importanti inter- Adamello Brenta Parco 6
venti di recupero e di conservazione tiva del primo Piano di incentivi eco- Rifugio ai Brentei (foto di aree umide presenti in varie parti nomici che la Giunta ha voluto appro- Andreas Tamanini) del Parco. vare quest’anno: coinvolgere enti e Gli interventi di manutenzione inve- privati, attraverso sostegni economici ce sono diretti a mantenere, appun- dedicati, nella realizzazione di inter- to pari pari, l’equilibrio virtuoso tra venti diretti di conservazione e recu- uomo e natura: possiamo ricordare pero: sfalci, strutture da recuperare, ancora i lavori sui sentieri alpini, la conservazione di ambienti, ecc. manutenzione delle strade foresta- li, gli sfalci a conservazione di aree A proposito di convenzioni con i co- aperte, ecc. muni, c’è un progetto che il Parco E poi vengono gli interventi di valo- sta conducendo con successo da di- rizzazione, che, se vogliamo, “ag- versi anni e che viene osservato con giungono” qualcosa al territorio, ma interesse anche da altre località che in un’ottica di rispetto della natura è quello della mobilità sostenibile. e di induzione di comportamenti co- Non si tratta solo di parcheggi e erenti da parte dei visitatori: gli ar- di bus navetta. Qual è la filosofia redi, le tabellazioni, la segnaletica, sottostante? i percorsi legati alla ricreazione e al È esattamente così: non si tratta di benessere (Sarnacli). trasformare il Parco in una Azienda Per tutte queste tipologie di inter- trasporti. Anche se i numeri pos- vento risultano comunque indispen- sono far credere il contrario. Ogni sabili alcune condizioni di approccio: anno il Parco stacca qualche centi- - una struttura tecnica preparata e naio di migliaia di biglietti per salire sensibile sui bus navetta di accesso alle valli e - la forza d’intervento (operai) per parcheggiare nelle aree dedica- - il raccordo strategico con le Ammi- te. Naturalmente così si sostengono nistrazioni (convenzioni) e i cittadini. anche le risorse finanziarie dell’En- Posso dire che se molto è ancora te, ma soprattutto si cerca di respon- raggiungibile, il Parco sta lavoran- sabilizzare l’utente ad un approccio do da anni e continuerà a farlo per il più consapevole ad aree delicatissi- futuro, proprio su questi aspetti, che me sotto l’aspetto dei possibili im- non sono davvero secondari. patti negativi sull’ambiente. In questo senso è importante l’inizia- Il fenomeno della Val di Tovel è in 7 Adamello Brenta Parco
Il Parco ha anche diverse altre si- nergie con il territorio, non solo con i comuni, ad esempio con le Apt o con gli operatori turistici. In pratica il Parco si pone anche come partner per progetti di sviluppo sostenibile. Qual è l’approccio? Ritengo che il Parco debba costitui- re un nodo di interesse comune per i territori, le Amministrazioni e le popolazioni che vivono e lavorano in esso. Questo non significa perseguire logi- che di esclusività o accentratrici, ma anzi, al contrario, mettere a dispo- sizione la propria missione e le pro- Mobilità in Val di Tovel prie risorse a servizio della colletti- (foto Enrico Povinelli) vità. Che è fatta, ricordiamolo, nelle tematiche ambientali, da tantissimi questo senso paradigmatico: l’af- piccoli centri, puntiformi e legate a flusso esponenziale e per certi versi logiche diversissime. inaspettato dei fruitori negli ultimi tre Credo quindi che il Parco debba per anni avrebbe potuto costituire il col- forza cercare di lavorare per simbio- lasso dell’area, in assenza di un siste- si e per osmosi con tutti questi sog- ma di regolazione voluto dal Parco in- getti, cercando soprattutto di elevare sieme alla Amministrazione interes- la qualità degli interventi e rendere sata. Così avviene da più tempo per la la natura non un processo ammini- Val Genova o per Vallesinella. strativo, bensì culturale. Imparare Allora il problema è: dobbiamo arri- insieme, quindi, ma anche lasciarsi vare a limitare la possibilità per tutti attrarre reciprocamente da espe- di godere delle bellezze di quei luo- rienze positive di altri. ghi o piuttosto dobbiamo cercare le Tradotto, significa che con le APT si condizioni migliori per perseguire un stanno portando avanti progetti di equilibrio tra i diritti di chi vive di tu- qualità turistica, forse meno nume- rismo, chi vuole fruire della natura e rosi rispetto al passato, ma che aiu- l’altrettanto sacrosanto diritto della tino anche ad elevare il livello della natura di non essere aggredita? visita del turista. Il sistema della mobilità sostenibile Con gli imprenditori turistici si sta è perciò una possibile risposta. Che deve essere queste più cose insieme. Una delle nuove Da quest’anno, inoltre, il Parco è passerelle sul Sentiero titolare diretto della gestione dei delle Cascate Alte in servizi, che però vengono definiti di Vallesinella (foto Bruno comune accordo con tutti i Comuni Battocchi) competenti. Ecco, per il futuro, si dovrà pensare all’intero territorio protetto come un tutt’uno, non un insieme di valli di- stinte, ciascuna con i propri servizi, bensì come un sistema unitario, nel quale la mobilità alternativa diventi un valore, non una limitazione. È importante, in questo senso, la volontà di alcune aree, di affrontare ragionamenti ancora più profondi in materia, dando avvio a possibili pro- getti di mobilità green, attraverso l’uso di veicoli elettrici. Adamello Brenta Parco 8
potenziando l’esperienza di Qualità dente della Rete mondiale dei geo- Parco, coinvolgendo le strutture in parchi, che ha posto anche per que- una gestione più responsabile degli sto consesso UNESCO la necessità obiettivi da raggiungere. di fare riferimento all’Agenda 2030 Abbiamo avviato un discorso comu- dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile. ne con tutte le Biblioteche del terri- Alcune azioni dell’Agenda sembrano torio, per avvicinare la popolazione, lontane dalle logiche di vita e di cre- soprattutto giovane, alle tematiche scita, legata al benessere raggiunto culturali-ambientali. dalle Nazioni cosiddette dell’Occi- Abbiamo iniziato un percorso di co- dente del mondo. noscenza con gli ecomusei, impor- Eppure, alcune ci toccano da vicino tanti realtà di comunità del territorio. e impongono, soprattutto a chi ope- Cercheremo inoltre di coinvolgere ra direttamente nel vasto sistema maggiormente le Amministrazioni e dell’ambiente e delle aree protette, a queste stesse realtà associative nel- ragionare in termini locali in un’otti- la gestione delle Case del Parco. ca universale. Una mostra, Montagne Verdi, aperta Così, gli obiettivi dell’Agenda riguar- a Pinzolo da poco e fino al 20 agosto, danti la salute delle persone, la piena inaugura la volontà dell’Ente di di- parità di genere, l’acqua pulita, l’ener- ventare anche promotore culturale, gia accessibile, il lavoro e la crescita itinerante sul territorio, che si ripe- economica, le comunità sostenibili, il terà ogni anno con nuovi eventi. consumo responsabile, l’attenzione al clima, la perdita della biodiversità, Abbiamo letto che recentemente al non sono tematiche di interesse sol- Parco è stato rinnovato il riconosci- tanto in relazione alla deforestazione mento di Unesco Global Geopark. del Brasile piuttosto che alle immis- Quindi il Parco coltiva sinergie an- sioni nocive in atmosfera della Cina. che in ambito internazionale. Cosa Anche nel nostro piccolo pezzetto di significa per voi far parte di una terra e di cielo, possiamo declinare rete globale che è quella dei Geo- azioni positive. parchi di tutto il mondo sotto l’egida Ne cito soltanto due, seguite dal Par- dell’Unesco? co: Il rinnovo del riconoscimento di Geo- - il programma della ricerca scien- park è arrivato a seguito della Con- tifica BioMiti, diretto a studiare gli ferenza Internazionale del settem- effetti del cambiamento del clima in bre scorso organizzata a Madonna di ragione di perdita della biodiversità Campiglio dal Parco insieme alla APT - l’attivazione, a breve, di azioni con- La mostra “Montagne di Campiglio Pinzolo Val Rendena. crete, sia pure locali, per ridurre Verdi” al Paladolomiti Posso dire che quell’esperienza in- l’uso della plastica a favore di ma- di Pinzolo (foto Chiara segna innanzitutto ad evitare di ra- teriali riciclabili. Grassi) gionare sempre in termini di “om- belico del mondo”. Le persone, le storie, le esperienze, le condizioni geografiche e anche politiche te- stimoniate dai partecipanti ci han- no ricordato che il globo terrestre è grande e piccolo allo stesso tempo: in terre diverse si possono trovare condizioni diversissime, ma molte volte rispecchiano anche problemi comuni, aspirazioni condivise, spe- ranze nella possibilità di scambiare avvicinamenti attraverso un approc- cio con l’ambiente, che in tutto il glo- bo terraqueo soffre per ragioni tutto sommato equiparabili. In questo senso mi ha molto colpito il ragionamento espresso dal presi- 9 Adamello Brenta Parco
Giovanni Pedrotti e la prima proposta per l’istituzione di parchi in Trentino del 1919 di Franco Pedrotti Professore emerito Università di Camerino Nel 1988 la Provincia Autonoma di tradizione culturale e per i suoi abi- Trento, su proposta dell’Assesso- tanti. re Walter Micheli, ha istituito i due La prima proposta per l’istituzione di Parchi dell’Adamello-Brenta e di parchi in Trentino si deve a Giovan- Paneveggio-Pale di San Martino. È ni Pedrotti (Rovereto 1867 – Andalo stato un grande risultato ottenuto 1938), storico e botanico, grande co- dopo lunghi anni di tentativi ad ope- noscitore e studioso delle montagne ra di molti naturalisti e protezionisti del Trentino, Presidente della S.A.T. ed oggi i due parchi sono una realtà, dal 1925 al 1928. un orgoglio per il Trentino, per la sua Lasciato il Trentino per Roma a se- guito dello scoppio della guerra, nel 1915 e nel 1916 Giovanni Pedrotti ha compiuto due escursioni in Abruzzo; egli ebbe così la possibilità di pren- dere visione dell’ambiente dell’Ap- pennino centrale per il quale si stava lavorando all’idea del Parco Nazio- nale d’Abruzzo, poi istituito nel 1922. Rientrato a Trento dopo la cessa- zione delle ostilità, egli ha subito scritto un articolo per l’istituzione di due parchi nazionali in Trentino, uno nel Trentino occidentale (Adamello) e l’altro in quello orientale (Pale di San Martino – Paneveggio), pubbli- cato sul Giornale d’Italia forestale di Roma del 1919. Egli scrive che per questa sua proposta si era ispirato al progetto per la costituzione del Par- co nazionale d’Abruzzo “per il quale già dai primi anni del ‘900 si occupa- vano con singolare amore e compe- tenza Pietro Romualdo Pirotta, Luigi Parpagliolo, Ercole Sarti, Erminio Si- pari ed altri benemeriti”. Quest’anno ricorre, pertanto, il cen- tenario della proposta di Giovanni Pedrotti, ricordata con ammirazio- ne da tutti i protezionisti posteriori, Adamello Brenta Parco 10
ultimo dei quali è stato James Sie- della magnifica e rara visione di una vert, storico americano dell’ambien- vita naturale indisturbata, lontana talismo, che ne parla nel suo libro dall’azione perturbatrice della mo- “The origins of nature conservation derna civiltà. Quindi soli sentieri per in Italy” del 2000. i pedoni; alberghi modesti simili a Per Giovanni Pedrotti le zone del «chalets»; divieto assoluto di caccia Trentino da destinare a parco hanno anche per gli animali nocivi; divieto il vantaggio non trascurabile di com- di tagliar legna, di coglier fiori, ecc., prendere gruppi di monti ed alte val- insomma attività umana di qualsiasi late prive di aggregati importanti di specie ridotta al minimo entro i con- popolazione stabile. Il loro territorio fini del parco. è composto in parte di roccia e di alti Giovanni Pedrotti prevede che venga e magri pascoli, in parte di boschi e istituito un Ente per la manutenzione di prati. Terreni, insomma, che per del parco, il quale dovrebbe avere a quanto possano avere una rendita, disposizione anche fondi per inden- non presuppongono però uno sfrut- nizzare sotto forma di canone annuo tamento intensivo come i campi e le popolazioni locali. Nei decenni gli orti delle basse valli. Egli accen- successivi, anche Paolo e Renzo Vi- na alle bellezze naturali ivi presenti, desott avevano proposto di stanziare alla geologia, alla mineralogia, alla fondi per gli indennizzi ai comuni con flora e alla fauna, compreso l’orso territori nei parchi, ma ciò nel nostro bruno. La fauna e la flora, continua, paese non è mai stato fatto, con po- hanno più che mai bisogno di prote- chissime eccezioni. La preoccupa- zione severa ed efficace. È preoccu- zione di Giovanni Pedrotti è quella di pato per l’incolumità del paesaggio, ottemperare, da una parte, alle esi- che nelle valli destinate ai futuri par- genze per la protezione della natu- chi dovrà essere difeso da un intenso ra (intesa come flora, fauna, boschi, turismo e dalla possibile costruzione acque e paesaggio) e dall’altra alle di impianti idroelettrici, poi avvenuta necessità delle popolazioni locali. circa 30 anni dopo. Giovanni Pedrotti è annoverato fra i Per Giovanni Pedrotti i parchi, più grandi pionieri della protezione del- che per allettare il gran pubblico la natura nel nostro paese dei primi internazionale, amante degli sport, decenni del 1900, assieme a Luigi del ballo e dei grandi alberghi, de- Parpagliolo, Erminio Sipari, Renato vono servire - oltre che di luogo di Pampanini, Alessandro Ghigi, Pietro rifugio e di conservazione per i rap- Romualdo Pirotta, Lino Vaccari, Gio- presentanti della fauna e della flora van Battista Miliani, Oreste Mattiro- alpina - agli studiosi ed agli amanti lo, Oscar de Beaux, Guido Castelli e della Natura, i quali vogliono godere Gian Giacomo Gallarati Scotti. 11 Adamello Brenta Parco
I parchi naturali del Trentino - Un secolo di storia 100 ANNI DI PARCO Un evento per celebrare i 100 anni dalla prima intuizione da parte di Giovanni Pedrotti dell’importanza di istituire delle aree protette in Trentino e ricordare le nostre origini. Ripercorriamo insieme 100 anni di storia. MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 Spazio Alpino, Casa della SAT - via Manci 57 - Trento PROGRAMMA Inaugurazione ore 15.00 - Anna Facchini, Presidente della SAT - Mario Tonina, Assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, con funzioni di Vicepresi- dente della PAT Modera: Elena Baiguera Beltrami (Ufficio Stampa SAT) Il sapere storico. I Parchi ieri Proiezione del video “L’occhio borghese. Il Trentino alla viglia della Grande Guerra nella foto- grafia di Giovanni Pedrotti” 15.30 Franco Pedrotti, professore emerito Università di Camerino “Giovanni Pedrotti e la prima proposta di istituzione di parchi nazionali in Trentino” 15.45 Claudio Ambrosi, direttore SAT, storico e studioso della figura di Giovanni Pedrotti “Giovanni Pedrotti e l’ambiente culturale di Trento agli inizi del 1900” 16.00 Liliana Zambotti, Unione Bolognese Naturalisti “Il movimento per i parchi nazionali in Italia all’inizio del ‘900“ Tavola rotonda Nuove prospettive: i Parchi oggi e domani 16.30 “I traguardi in termini di conoscenza e diffusione introdotti dalla ricerca sul campo”. L’esperienza delle due Aree Protette Andrea Mustoni, referente del settore Ricerca Scientifica Educazione Ambientale del Parco Naturale Adamello Brenta Piergiovanni Partel, referente del settore Ricerca Scientifica del Parco di Paneveggio 17.00 “Il ruolo delle aree protette e la sfida ambientale dei prossimi decenni” Spazio alle interviste con Vittorio Ducoli, direttore del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e Cristiano Trotter direttore del Parco Naturale Adamello Brenta 17.30 “I parchi naturali una opportunità e una risorsa per l’economia turistica” - Anna Facchini, Presidente della SAT - Joseph Masè, Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta - Silvio Grisotto, Presidente del Parco Naturale Paneveggio - Pale di S. Martino - Romano Stanchina, Dirigente del Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette 17.45 Dibattito A seguire, visita guidata alla Biblioteca della Montagna con Riccardo Decarli bibliotecario Rinfresco a buffet Adamello Brenta Parco 12
A 20 anni da Masun a cura di Chiara Grassi Sono passati vent’anni da quel 26 negli uffici provinciali mi avevano so- maggio 1999 in cui il primo orso, prannominato “capro espiatorio (del proveniente dalla Slovenia, Masun, è progetto orso)”, a conferma che i più stato rilasciato in Val di Tovel, dando si aspettavano un fallimento. così “vita” a un progetto di reintrodu- Ricordo però anche la fiducia dell’En- zione destinato a fare storia. te e in particolare dell’allora Direttore Andrea Mustoni, all’epoca coordi- Arrigo Franceschi, capace di risolvere natore tecnico del Life Ursus, come con semplicità problemi significativi libero professionista incaricato dal e figura chiave del progetto, senza la Parco, oggi è responsabile del setto- quale sarebbe forse stato impossibile re Ricerca Scientifica ed Educazione che un “capro espiatorio” sovvertisse Ambientale. Gli abbiamo chiesto di i pronostici... ripercorrere in modo molto perso- Anche grazie a lui, con il rilascio di Andrea Mustoni (foto Alessio Jacona) nale questi due decenni. Masun e con la gestione delle situa- zioni successive, abbiamo realizzato Dott. Mustoni, che ricordo ha di Ma- quello che a detta di molti è stato uno sun e degli eventi legati al primo dei progetti più importanti mai realiz- rilascio? zati sulla fauna a livello mondiale. L’arrivo del primo orso in Trentino Masun è stato quindi l’inizio di qualche era atteso con grande attenzione da cosa di grande per il Parco, la dimo- tutti. Ricordo la grande pressione strazione che l’Ente era maturo per mediatica, l’enorme interesse delle gestire progetti importanti e lasciare persone e delle strutture. Ci sen- una traccia nella comunità trentina. tivamo “osservati speciali”, anche Da parte mia del 26 maggio 1999, a livello sovra provinciale perché la giorno del rilascio di Masun, trat- reintroduzione degli orsi era, ed è, di tengo il ricordo delle Dolomiti infuo- notevole interesse globale. cate, trattengo lo spirito di gruppo Per questi motivi, il ricordo che ho maturato con molte delle persone del rilascio di Masun è un mix di sod- presenti, alcune delle quali sareb- disfazioni e di tensioni. bero diventate e rimaste fino ad oggi Solo alcuni anni dopo ho scoperto come una famiglia, trattengo il senso Orso bruno (foto con un sorriso che in quel periodo di responsabilità nei confronti di un Alessandro Vitali) 13 Adamello Brenta Parco
coinvolte nella cattura. Ad esempio Joze, il maschio di 140 chili rilasciato nel 2000, era stato chiamato così in ricordo del guardacaccia sloveno che si era prodigato di più per le catture di quell’anno. La cerimonia di battesimo era la par- te romantica della vicenda, sempre fatta nel folto dei boschi sloveni e con l’orso ormai al sicuro nella gabbia di trasporto. Si apriva una bottiglia di spumante e tutte le persone presenti partecipavano alla scelta del nome e poi al brindisi. Un momento di relax prima della partenza verso l’Italia e un momento di comunione tra tutti coloro che avevano partecipato alle delicate fasi della cattura. Ora non siamo più abituati a sentire i nomi propri per gli orsi ma li vediamo associati a sigle e numeri. Perché? Dare un nome proprio a un animale è sempre un’arma a doppio taglio. Se da un lato, nel contesto di un progetto di reintroduzione può essere utile in termini di comunicazione e più sem- plicemente per identificare un sog- getto, più in generale si corre il rischio di fare perdere all’animale parte del- la sua essenza, della sua selvaticità, dandogli dei connotati antropomorfi che allontanano le persone dalla cor- retta percezione delle sue vere ca- ratteristiche. Gli animali selvatici do- Un momento dopo animale dalla pelliccia folta e bruna, vrebbero essere, anche a livello di no- la cattura di Masun inconsapevole capostipite della nuo- stra percezione intellettuale, qualche in Slovenia e le va popolazione di orsi del Trentino. cosa di molto diverso dagli animali di operazioni di rilascio (foto Archivio PNAB) In questi giorni, quando nel mio compagnia come, solo per fare due tempo libero vagabondo nei boschi esempi, i gatti e i cani, ai quali siamo per viverne l’essenza e per caso mi abituati a dare un nome proprio. Dare imbatto in un’impronta di un orso, il un nome vuol dire anche aumentare mio pensiero corre libero verso Ma- il rischio di allontanarci dalla con- sun e il suo ricordo. vinzione che stiamo lavorando per la conservazione di una popolazione Da cosa deriva il nome Masun? animale e non per la salvaguardia di Masun è la località slovena vicino alla un singolo individuo che, per quanto quale è stato catturato il primo orso. importante, non deve distoglierci dal Tutti gli orsi che abbiamo catturato, vero obiettivo di lavoro. sedici in totale, dieci dei quali por- tati in Trentino, sono stati battezzati Quanti orsi ci sono sul territorio? in accordo con i colleghi sloveni con I dati forniti dal Servizio Foreste e i quali lavoravamo. I nomi che ab- Fauna della Provincia di Trento, per biamo scelto erano per lo più legati il 2018 confermano la presenza di 48 al ricordo di luoghi, Masun appunto soggetti tra adulti e giovani, ai qua- e Kirka (il nome di un fiume sloveno li vanno aggiunti i nati nello stesso solo leggermente italianizzato), o di anno. Per il 2019 i dati non sono an- persone che a vario titolo erano state cora disponibili e dovranno essere Adamello Brenta Parco 14
a cura della Redazione attesi i risultati della campagna di spesso visto come una parte essen- Orso bruno (foto Carlo monitoraggio attualmente in atto. ziale del nostro contesto territoriale, Frapporti - Archivio Servizio Foreste e Nonostante questo, osservando il come il testimone della bellezza e Fauna - Provincia trend degli ultimi 5 anni che ha mo- dell’integrità delle nostre montagne. autonoma di Trento) strato una sostanziale stabilità della È proprio l’aspetto culturale da non popolazione, anche per l’anno in cor- sottovalutare. Per le genti trentine so è facile pensare a una presenza l’orso è stato infatti un elemento di simile al 2018. identificazione, facilmente inter- Al di là del numero, è importante pretabile dalla quantità di situazioni sottolineare che negli ultimi anni il nelle quali questo animale viene ri- trend di crescita che aveva caratte- cordato o raffigurato: nei loghi co- rizzato la popolazione circa fino al munali, in dipinti, sculture, nomi di 2014, si è sostanzialmente interrotto località, leggende ecc… e la popolazione di orsi, contraria- Molti trentini sono in realtà orgogliosi mente a quello che spesso si sente di vivere nella terra degli orsi e, sep- dire, è aumentata di poche unità e pur consapevoli delle problematiche forse, nel 2018 addirittura diminuita connesse alla sua presenza, non ri- rispetto all’anno precedente. nuncerebbero alle ricadute positive A livello provinciale, più che il nume- in termini culturali e ambientali e alla ro assoluto degli orsi, dovrebbe far sensazione piacevole di avere ancora riflettere la loro distribuzione poco un elemento caratterizzante. omogenea che vede, a parità di ha- Sono convinto che l’importanza di bitat idoneo, vaste zone del Trentino tipo ecologico legata alla presenza Occidentale caratterizzate da basse dell’orso, animale posto ai vertici del- densità e aree poco estese nelle qua- la catena trofica, sia attualmente se- li la presenza dell’orso è alta fino al condaria rispetto a quella culturale. punto da provocare disagi. È il caso È indiscutibile che un ecosistema di- delle pendici meridionali delle Dolo- versificato, potremmo dire “biodiver- miti di Brenta e dell’area compresa so”, sia più stabile rispetto ad uno più tra la Valle dei Laghi, la Paganella e banale, ma il valore della presenza di le pendici del Bondone. una specie, per quanto rilevante come l’orso, non è facilmente quantificabile. Qual è il valore della presenza dell’or- Parlare di valore della presenza so in Trentino? dell’orso vuol dire anche parlare della Grande, potenzialmente enorme… responsabilità che ci viene data dalla prima di tutto l’orso è una sorta di comunità nazionale e internazionale in marchio di fabbrica del Trentino che termini di conservazione della specie. testimonia lo stato di salute del no- Se da un lato è vero che avere l’orso stro patrimonio naturale ed in parti- nelle nostre valli può essere a tratti colare dei boschi che ricoprono più difficile per chi è costretto a convi- del 60% del territorio provinciale. Da verci, è vero anche che la fauna, per questo punto di vista, pur nel mas- legge nazionale n. 157 del 1992 è simo rispetto di chi non vorrebbe considerata “res publica, patrimonio l’orso in Trentino, questo animale è indisponibile dello Stato e tutelata 15 Adamello Brenta Parco
nell’interesse della comunità nazio- gli orsi. A distanza di vent’anni è evi- nale ed internazionale”. dente che tutte le previsioni riportate Per legge abbiamo quindi delle espres- dallo studio si sono avverate, a con- se responsabilità, trascurando le quali ferma del suo valore tecnico. Anche possiamo “scivolare” nell’illegalità e oggi quindi la lettura dello studio di fare un evidente danno alla natura. fattibilità rimane un esercizio uti- Allo stesso tempo è vero che il valore le per tutti coloro i quali sono chia- dell’orso va pesato anche in funzio- mati a gestire la popolazione di orsi ne di chi subisce danni alle proprie e per le persone che a vario titolo attività economiche o di chi sempli- sono interessate dalla sua presenza. cemente ne ha paura. La conserva- Lo studio di fattibilità realizzato nel zione dell’orso deve passare anche 1998 rimane una chiave interpretati- dal rispetto di queste persone e dal va utile per comprendere il presente tentativo di trovare delle soluzioni e il futuro dell’orso in Trentino. che abbassino i disagi e valorizzino i I rischi maggiori che la popolazio- vantaggi della sua presenza. ne attualmente corre sono legati al bracconaggio e, nel medio periodo, A distanza di 20 anni, si può dire che alla consanguineità del nucleo che tutte le previsioni poste alla base discende da soli due maschi fonda- del progetto Life Ursus si sono av- tori, un collo di bottiglia che potreb- verate. Quali sono i rischi che corre be essere capace nel futuro di ripor- attualmente la popolazione? tare la specie verso l’estinzione. Nel 1998, un anno prima del rilascio di Masun, era stato realizzato un Qual era l’obiettivo iniziale del pro- attento studio di fattibilità da parte getto? Ed è stato raggiunto? dell’Istituto Nazionale per la Fauna L’obiettivo dichiarato nel citato studio Selvatica (attuale ISPRA). Tale docu- di fattibilità era quello di ricostruire mento è stato posto alla base di tutte una popolazione vitale di orsi sul- le richieste dei permessi ministeria- le Alpi Centrali. Ad oggi, nonostante Orso bruno (foto li e provinciali necessarie per poter gli indiscutibili successi di tappa, tale Alessandro Vitali) procedere con la reintroduzione de- obiettivo non può dirsi ancora rag- giunto. È infatti evidente che la po- polazione sia ancora eccessivamente concentrata in poche aree delle Dolo- miti di Brenta, o nelle sue vicinanze, e che, soprattutto le femmine, non sia- no ancora andate a colonizzare altre aree delle Alpi, dando alla popolazio- ne quel respiro territoriale del quale necessita per una definitiva afferma- zione. Inoltre, il problema genetico e i rischi di deriva che la popolazione corre, non possono lasciarci sereni rispetto al suo futuro senza nuovi in- terventi da parte dell’uomo. Quale futuro vede per la popolazio- ne di orsi in Trentino? Il futuro dell’orso in Trentino è incer- to. L’auspicio è quello che la nostra comunità passi dal tollerarne la pre- senza a credere che l’orso sia un ele- mento imprescindibile del territorio. Per inseguire questo obiettivo do- vremmo tendere alla civiltà e cer- care costantemente soluzioni il più possibile condivise, nel rispetto di tutti e della natura… Adamello Brenta Parco 16
Dopo Vaia il Trentino si rialza Roberto Bertoldi, vicepresidente della SAT, fa il punto della situazione di Elena Baiguera Beltrami Ufficio Stampa SAT I boschi del Trentino stanno lentamen- di occupa di segnarli, classificarli e te tornando alla normalità, grazie alla curarne la manutenzione. governance di una Provincia a Statuto Speciale all’avanguardia per antono- Un evento non facile da gestire masia nel gestire le emergenze den- quello dello scorso autunno, nem- tro e fuori il territorio provinciale. Le meno per la SAT, il punto sulla si- ferite sui fianchi delle montagne, con tuazione lo abbiamo chiesto al vi- migliaia di ettari di bosco abbattuti cepresidente del sodalizio trentino dalla tempesta Vaia, con il tempo e il Roberto Bertoldi. lavoro dell’uomo si rimargineranno, “Su 5.500 chilometri di sentieri ge- mentre le ferite dell’anima nei familia- stiti dalla SAT al 31 ottobre erano ri delle vittime di un evento calamitoso circa 1.700 quelli danneggiati, con che non ha eguali nella nostra storia parecchi casi di fratte (distruzione metereologica, sono profonde ed ol- di intere foreste) – spiega Bertoldi tremodo difficili da rimarginare. ingegnere idraulico, ex dirigente del E se dal punto di vista paesaggistico Corpo Permanente dei Vigili del Fuo- il fenomeno è impressionante, non co del Trentino – dal giorno del disa- di meno lo è nei numeri: circa 19.000 stro siamo riusciti a ripristinarne già Roberto Bertoldi ettari di superficie con oltre 3 milio- 700, le zone più colpite sono il Lago- ni e 300.000 metri cubi di legname a rai, la zona di Piné, le valli dell’Avi- terra, causate da un vento con raffi- sio. Il Trentino occidentale ha subito che di 120 chilometri all’ora, che in danni, ma non così ingenti come la certe aree ha soffiato anche toccare parte centro orientale”. Alcuni danni causati i 190 KM/h. I danni stimati ammon- dalla tempesta Vaia nel tano a circa 400 milioni di euro (di È stato istituito un tavolo per coor- Parco (foto Ufficio Tecnico PNAB) questi 270 milioni li stanzierà il Go- dinare le operazioni di ripristino con verno). Per l’anno in corso il Trentino ha previsto di mettere in campo 180 milioni di euro per progetti finanziati, alcuni dei quali già completati. I la- vori di messa in sicurezza del paese di Dimaro, il ripristino dei Parchi, la predisposizione della cartellonistica di emergenza e la comunicazione nel 2019 vedranno un esborso comples- sivo di 11 milioni e 400 mila euro. I danni più consistenti si registrano sui sentieri, nei collegamenti tra le valli e sulle vie d’accesso alle baite e ai rifugi, la SAT (Società Alpinisti Tri- dentini) ne gestisce la maggior par- te, grazie ad una rete di 87 sezioni territoriali, con oltre 1000 volontari del GIS (Gruppo Intervento Sentieri) al lavoro, la quale da quasi 150 anni 17 Adamello Brenta Parco
la Provincia, Trentino Marketing, Servizio Foreste, gli Enti Parco, le comunità montane, le Pro Loco, gli Il Parco Naturale Adamello Brenta è stato enti territoriali. Come viene orga- indicato dalla Provincia nizzato il lavoro? quale coordinatore dei “Ognuno si è impegnato anche sui lavori di recupero dei sentieri gestiti dalla SAT nei terri- danni sui sentieri tori di competenza – spiega Bertoldi nell’area protetta e zone limitrofe. Dei 325 km di – ma se per i nostri volontari rimuo- sentieri assegnati ne è vere un albero da un sentiero non stata recuperata quasi rappresenta un problema, affron- la totalità. Un grazie va tare un’intera foresta schiantata è a tutti i protagonisti di un’impresa che va gestita con mezzi questa operazione, alla SAT centrale e alle attrezzati, personale e ditte specia- sezioni locali (in lizzate. Sia per questioni di sicurezza particolare a tutti i che di carico di lavoro e di tempo, era volontari), alle Stazioni impensabile far fronte a certe situa- Forestali, a Trentino Marketing, al Servizio zioni. Una volta che sono terminati i Turismo e al Servizio lavori di esbosco da parte dei fore- per il Sostegno stali e delle ditte incaricate, i nostri Occupazionale e la soci si prodigano per ridisegnare i Valorizzazione tracciati e segnarli. Consapevoli del Ambientale della Provincia. fatto che non si tratta di rifiniture ma di vere e proprie ricostruzioni. Avete stabilito delle priorità negli cartellonistica molto ben visibile per interventi? informare gli escursionisti sui punti “Esistono delle priorità alle quali tutti dove i sentieri sono stati cancellati. i soggetti si attengono: in primo luo- Nei piazzali a valle degli impianti di go le principali vie di accesso ai rifugi risalita e nei parcheggi si potranno – argomenta il vicepresidente SAT – consultare delle mappe aggiornate secondariamente i collegamenti tra con indicati i sentieri aperti e quelli vallate contigue, quindi il ripristino chiusi.” dei circuiti che spesso sono inseriti in una speciale offerta di trekking turi- E per chi volesse programmare una stici (esempio l’Alta Via del Granito) e escursione da casa, prefigurandosi da ultimo gli accessi secondari a mal- un percorso sul quale potersi infor- ghe e rifugi. Sono stati posizionati ben mare da remoto? 180 grandi avvisi di allerta con una “Nei siti di tutte le APT è stato inseri- to un link con delle mappe aggiorna- te ogni due o tre giorni dai Comuni, dalla SAT, dai Parchi, dalle Pro Loco, sulla percorribilità dei sentieri. Inol- tre c’è il sito della SAT www.sat.tn.it che al menù “sentieri” propone un link con il quale si accede alla pa- gina della Commissione Sentieri, cliccando sulla finestra di dialogo “cartografia” si apre la carta com- pleta dei sentieri del Trentino, quelli percorribili contrassegnati in rosso e quelli chiusi in grigio. Attenzione però: quelli sul sito della SAT sono i sentieri in gestione al sodalizio, che sono la maggior parte, ma cer- tamente non sono tutti i sentieri di montagna del Trentino”. Adamello Brenta Parco 18
L’arte del Pegolòt In Val d’Algone si ricorda una fiorente industria della pece di Massimo Corradi e Giovanni Sicheri La pece è una sostanza bituminosa illuminato mediante un susseguirsi di densa e molto scura ricavata dalla bocce formate da un impasto di sega- liquefazione di rami di conifere, in tura, cenere, sego e pece, sostituita particolare dal pino. Nel passato era in seguito dal petrolio, che venivano comunemente chiamata “pegola”. È accese con l’ausilio di una stoppino. un prodotto infiammabile, molto ri- L’indiscussa attività della pegola in- chiesto in passato per i suoi molte- duceva la comunità ad autorizzare plici usi. Veniva utilizzata principal- la produzione ad esperti “pegolòti”, mente per calafatare gli scafi di navi ovvero artigiani del settore che, come e imbarcazioni ma serviva anche per risulta dalla documentazione, prove- impermeabilizzare i canoni dell’ac- nivano dalla Riviera del Garda o dalla qua, che erano tubature in legno, e Val di Ledro. Con questi lavoratori, così pure pali e travature che rimane- la Comunità stipulava dei contratti vano a contatto con l’umidità. La pece di lavorazione pluriennali che con- serviva poi al calzolaio per impecia- templavano anche precise norme re la “trada”, cioè lo spago utilizzato regolamentari. Il proprietario doveva, per cucire le calzature di cuoio, e per innanzitutto, utilizzare le piante difet- rendere impermeabili alcuni indu- tose, cioè schianti, pini malformati, menti da lavoro in ambiente umido. radici, e salvaguardare quelle miglio- Anticamente questo prodotto trovava ri, utili per altri scopi. Potevano poi anche altre applicazioni, ad esempio avvalersi dell’opera di altri due ope- per approntare le torce usate per se- ratori e non di più. Dovevano allestire gnalazioni notturne ed illuminare gli il forno nella località indicata dalla ingressi dei castelli, oppure, per dife- Comunità, sempre e comunque nel- sa degli stessi, durante gli assalti alle la Val d’Algone, e utilizzare la legna mura, venivano gettati sugli assalitori di faggio esistente nel luogo indicato olio e pece bollente, ma anche per il- per alimentare il forno per cuocere la luminare cunicoli e antri oscuri du- pece. Il contratto prevedeva, inoltre, rante i lavori di scavo da parte dei mi- la regolarità nel pagamento di due natori. In tal senso, si sono rinvenuti rate dell’affitto, una a fine luglio e la monconi di torcia carbonizzata anche seconda a fine settembre, sottoscri- La pece è una sostanza nella piccola miniera di ferro, detta vendo, alla presenza del notaio Betta, bituminosa densa “del Bus”, vicino a Stenico, attiva nei l’atto di impegnare tutti i loro beni a e molto scura ricavata secoli 15º e 16º fino al 1630. garanzia della locazione. L’impresa dalla liquefazione di rami di conifere, in Fino agli anni ‘50 del secolo scor- per la produzione della pece aveva particolare dal pino. so, a Stenico vigeva la consuetudine inizio a primavera, appena il di accendere delle luminarie lungo terreno era libero dalla le strade del paese in occasione di neve, quindi in Val particolari festività, come il Venerdì d’Algone tra aprile e Santo, quando si effettuava una sug- maggio. Il locatario e gestiva processione notturna. A ri- i suoi aiutanti allora cordo degli anziani, questa toccante potevano provvedere Via Crucis vedeva la partecipazione all’allestimento della di numerosi fedeli ed era compito dei “baracca” nel luogo in- giovani quello di organizzare l’allesti- dicato dalla Comunità, che mento di questo singolare percorso serviva da alloggio, sia per custodia 19 Adamello Brenta Parco
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