Troppi assembramenti, dal fine settimana scatta il coprifuoco
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Troppi assembramenti, dal fine settimana scatta il coprifuoco Contrastare gli assembramenti e ridurre la mobilità. È questo, in sintesi, l’oggetto a nuova ordinanza che sta per essere pubblicata dalla Regione Campania. In sostanza, si prevederà la limitazione degli spostamenti interprovinciali, se non giustificati – previa autocertificazione – da motivi di lavoro, sanitari, scolastici, socio-assistenziali, approvvigionamento di beni essenziali. La stessa ordinanza conterrà anche l’apertura delle scuole elementari in Campania a partire dal prossimo lunedì. De Luca morirà democristiano di Andrea Pellegrino Da Mastella a Pomicino, passando per De Mita, recuperando Enzo D’Anna e trattando con Luigi de Magistris. Vincenzo De Luca ha già tredici liste complete e assapora già la vittoria. Escluso il voto estivo l’indicazione romana è per il 20 settembre. Sarà, con molta probabilità un election day, incluse le amministrative ma senza (forse) il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Una estate da campagna elettorale con la macchina del consenso già messa in moto dal governatore De Luca che prima dell’emergenza Covid partiva svantaggiato dai sondaggi. Poi il recupero che ha convinto ex democristiani a sposare la linea deluchiana che ora è guardata benevolmente anche dal sindaco di Napoli, fino qualche giorno fa tra i principali oppositori. Ambasciatori a lavoro per chiudere l’accordo strategico che passa naturalmente anche per il
futuro del capoluogo partenopeo. Restano immobili sulle loro posizioni i Cinque Stelle che non seguiranno lo schema nazionale: in Campania andranno da soli. La candidata sul tavolo è Valeria Ciarambino ma l’auspicio è di far scendere in campo il ministro Costa. Piano C: un nome della società civile e semmai liste civiche collegate. Tra l’altro è lo stesso Partito democratico napoletano che sbarra ancora una volta le porte ai Cinque Stelle mantenendo, invece, una finestra aperta al sindaco de Magistris. E’ il ministro Vincenzo Amendola, tra i primi ad auspicare l’appoggio di Luigi de Magistris a De Luca per le regionali, seguito da Nicola Oddati, responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale del Pd: «Abbiamo più volte auspicato una riapertura del dialogo istituzionale e auspichiamo che ci sia un unico schema Comune-Regione: se sulla ricandidatura di De Luca si troverà un’ampia convergenza, si lavorerà per un progetto che coinvolga tutti anche al Comune. Se la battaglia sulla Regione dobbiamo farcela da soli, poi sarà più complicato per il Comune». Naviga a vista il centrodestra, dove si cerca un nome che possa almeno contenere i danni o sperare nel miracolo. Pressing sul pm Catello Maresca, che raccoglie numerosi consensi sul web, con alla finestra l’armatore Grimaldi, spinto da una parte della Lega di Matteo Salvini. Forza Italia resiste sul nome di Stefano Caldoro, Fratelli d’Italia sul salernitano Edmondo Cirielli ma la partita è apertissima. Oggi si terrà una tavola rotonda, naturalmente sul web, per capire quali saranno le dinamiche, verso le elezioni regionali, da parte delle diverse anime del centrodestra campano e dell’opposizione. L’incontro virtuale che si terrà a partire alle ore 18, in diretta su Zoom e Facebook, è stato organizzato e sarà moderato da Enzo Rivellini, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. Annunciata la presenza di Stefano Caldoro, Valeria Ciarambino (M5s), Gianluca Cantalamessa (Lega), Severino Nappi, il forzista Domenico De Siano, Severino Nappi, Marco Sarracino, il sindaco di Benevento Clemente Mastella e Luigi Rispoli.
Regionali, Mastella con De Luca La Lega attacca: «Voltagabbana» di Andrea Pellegrino Il feeling è nato già qualche mese fa ma oggi si è saldato, al punto che Clemente Mastella ha scoperto le sue carte: alle regionali andrà con Vincenzo De Luca. Addio centrodestra, l’area che l’aveva accolto dopo la caduta del Campanile dell’Udeur, dopo l’esperienza del governo Prodi. Da centrista, ora, Mastella si riposiziona e sposa il progetto deluchiano. Il tutto mentre la moglie Sandra, un tempo presidente del Consiglio regionale, sotto la gestione Bassolino, resta senatrice di Silvio Berlusconi. Almeno per ora. Con i «due forni» accesi, Mastella prepara la lista. Rigorosamente di centro e possibile contenitore degli scontenti e degli esclusi di centrodestra e centrosinistra. L’obiettivo dell’attuale sindaco di Benevento è conquistare seggi in Consiglio regionale per giocare un ruolo da protagonista nella composizione del governo regionale. Un bis di quella strategia messa in campo da Ciriaco De Mita che con il patto di Marano distrusse l’alleanza con Caldoro, consegnando così la Campania nella mani di Vincenzo De Luca. L’effetto pandemia avrebbe convinto Mastella a lasciare perfino l’ambizione di candidarsi governatore con il centrodestra e a ritornare nell’alveo del centrosinistra, così come avvenne all’epoca del governo Prodi che lo portò sulla poltrona di ministro della Giustizia, dopo l’esperienza berlusconiana di ministro del Lavoro. Con Vincenzo De Luca, Mastella ci ha già governato. Proprio a Salerno. L’Udeur, ai tempi del 10 per cento in Campania, ha espresso per ben due volte un assessore nella giunta deluchiana. Anche quando, dopo la sconfitta di Alfonso Andria, si riposizionò in aula consiliare a favore dell’ex sindaco e attuale governatore. La Lega Campana ironizza: «Mastella che
sosterrà De Luca è una scelta coerente – una novità clamorosa per un noto voltagabbana come il sindaco di Benevento – viste le tragiche scelte che il governatore della Campania e Mastella hanno condiviso sulla sanità, tra ospedali chiusi e case di riposo abbandonate durante l’emergenza Covid-19. I campani meritano di voltare pagina e non meritano il “duo sciagura” De Luca-Mastella». La replica non è tardata ad arrivare: «Il mio voto sarà all’opposto di dove siete voi. Per il bene della Campania e del Mezzogiorno che considerate ancora terre da conquista». Sì all’asporto, ancora un passo indietro di De Luca Si è svolto questa mattina l’incontro di merito con la task force e i rappresentanti delle Camere di Commercio della Campania – presenti Ciro Fiola (Napoli), Andrea Prete (Salerno), Tommaso de Simone (Caserta), Oreste La Stella (Avellino), Antonio Campese (Benevento) – per affrontare la questione della vendita con asporto. Si è decisa la riapertura all’attività dell’asporto sulla base di queste norme: Il servizio viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o online; il banco vendita sarò posto all’ingresso dell’esercizio commerciale; i gestori sono responsabili del distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery; è assolutamente obbligatorio l’uso da parte del personale di mascherine e guanti. Il mancato rispetto delle norme comporterà la chiusura per una settimana del locale. “E’ un atto di fiducia sul senso di responsabilità di tutti. Rimane l’obbligo per ognuno di contribuire alla non diffusione dell’epidemia. Si farà alla fine della prossima settimana una verifica. Eventuali comportamenti errati
porterebbero alla revoca di queste decisioni”, ha dichiarato De Luca. Si è deciso inoltre, anche in conseguenza delle decisioni di questa mattina, di eliminare le fasce orarie in cui era consentita l’uscita dei cittadini. Rimane in vigore la fascia oraria tra le 6 e le 8,30 del mattino che viene riservata a quanti intendono svolgere attività sportiva anche con corsa veloce e senza mascherina (jogging), rispettando comunque il distanziamento sociale. Si ribadisce per quanto riguarda la nautica, che sono consentite le attività di manutenzione e rimessaggio e anche la consegna delle imbarcazioni. Per quanto riguarda il Napoli Calcio, è stato già trasmesso al Governo il parere favorevole della Regione allo svolgimento degli allenamenti purchè vengano garantite pienamente tutte le esigenza di tutela sanitaria. Per correttezza di rapporti la Regione ha inteso inviare preventivamente al Governo questa valutazione, sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la ripresa dell’attività già da lunedì. Riapertura delle cartolibrerie? Non in Campania. De Luca firma l’ordinanza In Campania cartolerie e librerie non riapriranno martedi’ prossimo ma resteranno chiuse fino al 3 maggio: lo stabilisce un’ordinanza appena firmata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, il quale ricorda che “risultano diffusi sul territorio nuovi e diversi cluster familiari e locali, presumibilmente originati dalla inosservanza delle misure di
distanziamento sociale prescritte, che destano notevoli preoccupazioni”. Quanto ai negozi che vendono abbigliamento per bambini e neonati, riaperti dal Dpcm nazionale, De Luca stabilisce che in Campania potranno operare solo due mattine a settimana, il martedi’ e il venerdi’ con orario 8,00-14,00. Nella settimana del 1 maggio 2020, l’apertura e’ consentita nelle mattinate del martedi’ e del giovedi’, sempre dalle 8 alle 14. Coronavirus:contagiato sindaco Auletta, chiese a De Luca tampone Il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, è risultato positivo al Covid-19. Lo annuncia lui stesso in una diretta Facebook poco fa. Questa mattina, l’esito dei tamponi. “Il bollettino ha portato altri due positivi e, tra i due, ci sono io”, dice. “Non sapevo come avrei reagito alla notizia. Ora che il risultato è confermato, mi sento ancor più motivato. E’ vero che con il Covid si può morire, ma e’ anche vero che si puo’ guarire. Non posso, non voglio e non mi abbattero'”, promette. Poi, rivolgendosi ai suoi concittadini, aggiunge che l’auspicio e’ che “quanto successomi vi convinca a restare a casa perché e’ l’unico modo per vincere la battaglia. A chi puo’ succedere? E’ successo a me che non sono restato a casa”. Il primo cittadino, in un’altra diretta social delle scorse ore, aveva comunicato che e’ risultato positivo anche il suo vicesindaco. Qualche giorno fa, proprio Pessolano aveva lanciato l’appello al ‘governatore’ della Campania, Vincenzo De Luca, perche’ facesse eseguire i tamponi sulla giunta comunale di Auletta.
Coronavirus, 13 contagi in Campania De Luca: «Le scuole devono riaprire» di Erika Noschese Sono 13, in totale, le persone contagiate da coronavirus in Campania. Ad annunciarlo è stato proprio il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ormai da giorni sta monitorando la situazione. Di queste 13 persone, una (la biologa di origini ucraine) proviene dal salernitano, a Vallo della Lucania; 9 a Napoli; due a Caserta e uno nel beneventano. «La task force della Regione Campania continua il monitoraggio costante e continuo della situazione relativa al Covid19», ha infatti dichiarato il presidente di Palazzo Santa Lucia. Nella tarda mattinata di ieri, infatti, nuovi tamponi sono stati esaminati dall’ospedale Cotugno di Napoli, con esito negativo. Delle 13 persone contagiate 3 sono ricoverate in condizioni buone e 10 in quarantena. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha poi preso parte alla videoconferenza con il presidente del Consiglio Conte e le altre Regioni d’Italia alla quale erano presenti anche i componenti della stessa task force regionale. Nel corso della riunione, il governatore ha sottolineato il massimo rigore nella cura e sulla ricostruzione della catena dei contagi e fatto un richiamo alla responsabilità individuale, chiedendo eventuali misure atte ad arginare il rischio di persone già contagiate che, non rispettando le prescrizioni, aumentano la possibilità di nuovi contagi. In merito alle scelte di fondo da adottare, il presidente De Luca ha ribadito il senso di responsabilità della Campania nel garantire scelte coerenti, confermando la riapertura delle scuole e delle università da
lunedì e l’espletamento dei concorsi pubblici. Non sono previsti, anche a livello di Governo centrale, provvedimenti di chiusura per scuole e università della Campania, dove da lunedì possono regolarmente continuare le attività didattiche, fermo restando le precauzioni di prevenzione e sorveglianza già in atto. «Stiamo seguendo una linea che punta ad un’operazione verità, a dire esattamente ai nostri concittadini qual è la situazione – ha infatti detto De Luca a margine dell’incontro tenutosi ieri mattina a Palazzo Santa Lucia – Noi dobbiamo avere grande responsabilità nel seguire la vicenda del contagio; ogni cittadino deve sentirsi dirigente e responsabile». De Luca ha poi puntato l’attenzione sulla «irresponsabilità» di alcune persone che di fatto hanno portato a nuovi casi di contagio: «se viene una persona da Cremona ed è un tecnico di laboratorio e va in giro per l’Italia, o nel caso specifico per la nostra regione, io credo che questo sia un comportamento poco responsabile ed è chiaro che se ogni cittadino si comporta in questo modo diventa complicato fermare il contagio». Da qui l’appello a chiamare il medico di famiglia, in caso di presenza di sintomi, piuttosto che a recarsi in ospedale. «Abbiamo individuato tutta la rete di contatti che hanno preso questi concittadini che hanno avuto il contagio e, dal punto di vista medico non c’è alcuna situazione preoccupante». Nessuna proroga all’ordinanza di chiusura delle scuole, dunque, che riapriranno regolarmente domani mattina: «possono riprendere tutte le attività pubbliche, anche quelle scolastiche, salvo diverso orientamento del governo nazionale e del ministero della Salute». De Luca ha inoltre annunciato che provvederanno a denunciare le persone che non rispondono ad obblighi di responsabilità.
Le Sardine chiedono il passo indietro di De Luca di Adriano Rescigno E se il leader delle Sardine, Mattia Santori, etichetta come “divisivo” Vincenzo De Luca, lo stesso si offre per un incontro al fine di «Andare oltre il sentito dire». «Anche le Sardine sono state “divisive” a Bologna – dice De Luca a Santori – att quando si sono opposte ai rigurgiti di razzismo e di antisemitismo, e al linguaggio violento che dilaga. Anche Papa Francesco è “divisivo” quando parla di ambiente, di Amazzonia, di povertà. Figuriamoci la Campania; qui è divisivo chi usa parole chiare e parla con i fatti». Excusatio non petita da parte delle Sardini che non sentono storie e chiedono il passo indietro di De Luca in nome dell’unità del polo che si oppone alla destra: «Abbiamo affermato che la figura e non la persona di De Luca è divisiva. Divisiva verso un percorso di unità che contrapponga un pluralismo di forze politiche e sociali alle destre, al sovranismo e ai valori ai quali ci opponiamo dal 14 novembre. Crediamo di non dovere nessuna risposta nel merito dei suoi pregi o demeriti amministrativi. Le sardine campane avranno modo e tempo di rimarcare le problematiche emerse in questi 5 anni! Abbiamo molto da ridire sul linguaggio spesso adottato dal presidente della regione Campania; anche questo è un tema sul quale sempre ci batteremo. Quello che ci preme ribadire è la richiesta di un atto di generosità da parte di De Luca, nel fare un passo di lato e mettersi a disposizione di un processo unitario». De Luca non ci sta ad essere appellato “divisivo” e dunque: «Qui, nelle nostre istituzioni, c’è chi risana i bilanci, e chi sprofonda nei debiti; c’è chi combatte le clientele, e chi le coltiva; c’è chi combatte la camorra e le intimidazioni, e chi le subisce; c’è chi parla di lavoro e chi lo realizza; c’è chi risana la sanità, e chi la distrugge; chi
risana le aziende di trasporto, e chi le porta al fallimento; c’è chi dà il trasporto gratuito a 130.000 studenti, e chi lo toglie anche ai pensionati; chi realizza opere pubbliche, e chi non riesce a manutenere neanche i cimiteri; chi sostiene le università e la ricerca e le borse di studio, e chi promuove matrimoni neomelodici con cavalli bianchi; c’è chi investe nella cultura, e chi alimenta il plebeismo… E si potrebbe continuare a lungo – dice il governatore – che passa al contrattacco anche se poi termina con l’apertura al dialogo consapevole di non dover essere “divisivo” – Le sardine, in Emilia, hanno detto cose importanti: rifiutare la violenza del linguaggio; difendere i valori umani e costituzionali; respingere le banalità, il propagandismo, valorizzare le competenze, i fatti concreti. Io sono d’accordo. So che ci sarà una iniziativa delle sardine a Scampia. Se si ritiene può essere un’occasione importante per un confronto di merito, a partire dalla conoscenza piena della realtà regionale, oltre il “sentito dire”». Sergio Vetrella: «La metro di Salerno? Semplice, non è una metropolitana» di Andrea Pellegrino «La metropolitana di Salerno? Quello che ho sempre detto: non è una metropolitana». Sergio Vetrella è stato assessore regionale ai trasporti nella giunta Caldoro. All’epoca fu al centro dello scontro politico con l’allora sindaco – oggi governatore – Vincenzo De Luca. Al centro la disputa sulla metropolitana di Salerno. Oggi Vetrella è un esponente di
Fratelli d’Italia e ieri mattina ha preso parte alla convention salernitana, alla presenza di Edmondo Cirielli. Professore Vetrella, ricorda lo scontro politico con De Luca sulla metropolitana di Salerno. Oggi c’è ma cosa porta al sistema di mobilità? «Porta poco. E’ quello che ho sempre detto, la metropolitana non è tale. E’ stato realizzato un sistema che dal punto di vista infrastrutturale non rispecchia le norme di una metropolitana. Altro problema riguarda l’utilizzo. Guardi, le risorse sui trasporti sono state ridotte ed occorre fare delle scelte politiche ed investire sugli ambiti in cui i cittadini soffrono di più. Questo secondo me è un qualcosa che dovrebbe essere indipendente dal risultato politico che si vuole raggiungere. Altrimenti si rischia di realizzare l’investimento ma di andarci a perdere economicamente. E questo è uno dei mali della Campania». L’attuale governatore accusa la passata gestione di non aver acquistato né treni, né bus… «Nei cinque anni che noi abbiamo governato non solo ho messo in cantiere e fatto partire diversi treni nuovi, cose di cui De Luca si è preso i meriti. Solo per citare alcune cose, ho risollevato l’Ansaldo affrontando un problema, trovando dei treni che erano bloccati completamente. Non bisogna dimenticare, inoltre, il grande buco che c’era nel bilancio dell’Eav. Stefano Caldoro ed io abbiamo fatto un miracolo. Visti i numeri, l’unica alternativa era il fallimento dell’Eav, ed invece, abbiamo scelto di tenerla in piedi scegliendo la strada più difficile e riuscendo ad ottenere una legge nazionale che consentisse il ripianamento dei debiti dell’Eav, con tutte le conseguenze anche sotto il profilo dei rapporti con le ditte che vantavano crediti dell’Eav. Anche di questo nostro merito se n’è appropriato De Luca». Passiamo all’aeroporto “Costa d’Amalfi” di Pontecagnano Faiano
e alla recente fusione con la Gesac «Ho scritto insieme agli altri assessori italiani ed al ministro dei trasporti dell’epoca il piano degli aeroporti italiani. Anche in base alla mia competenza ho fatto in modo di inserire gli aeroporti in un network che fosse di distribuzione dei carichi sia dal punto di vista del trasporto passeggeri che del trasporto merci. Continuo ad insistere come ho sempre fatto sul fatto che nel meridione ed in particolare in Camp a n i a d o v r e m m o realizzare un aeroporto internazionale in grado di a c c o g l i e r e aerei di nuova generazione che non potrebbero atterrare a C a p o d i – chino. Il Meridione sta subendo il danno di non avere infrastrutture. Se non si creano queste non si può avere sviluppo nel Meridione. Per questo mi sono battuto affinché l’alta Velocità arrivi sullo Jonio ed a Reggio Calabria. Ma la Tav non è solo traffico passeggeri. Ho sempre insistito sulla possibilità di sviluppare vagoni commerciali che possano consentire lo spostamento delle merci sull’alta velocità». Hammamet, in mille intorno alla tomba di Craxi: fiori, abbracci e l’Ave Maria “Un gesto del Quirinale”: e’ quello che si aspetta la figlia Stefania, dopo la tre giorni di Hammamet in cui il popolo socialista ha ricordato Bettino Craxi a 20 anni dalla morte. “Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi”, sorride pensando alla passione del padre per l’eroe dei due mondi. “Un incontro? Il presidente Mattarella saprà trovare le forme giuste”, crede la senatrice di Forza Italia. Probabilmente
Stefania Craxi sara’ ricevuto con la Fondazione Craxi, come gia’ accaduto in passato. “Il dibattito sulla sua figura finalmente si e’ aperto”, esulta Claudio Martelli, ex numero 2 di Craxi. E dalla Lega Giancarlo Giorgetti dichiara: “Sarei andato a Hammamet, era un politico lungimirante”. Nel cimitero della cittadina tunisina dove l’ex presidente del Consiglio trascorse gli ultimi 6 anni di vita, intorno alla tomba ombreggiata da fronde, centinaia di militanti e dirigenti del Psi di un tempo (con qualche giovane) rendono omaggio al segretario che si considerava in esilio, inseguito dai processi. Occhi lucidi e molti che per l’eta’ si muovono a fatica tra le lapidi. La vedova Anna Craxi, 84 anni, si appoggia a Stefania. “Sono molto commossa dalla fiducia degli amici e dei compagni, piu’ grande di quanto mi aspettassi”, dice la moglie, che non ha quasi mai parlato dal 19 gennaio 2000. E’ rimasta a vivere qui. Sulla lapide bianca appoggiata sulla nuda terra mazzi di garofani rossi, il simbolo dei socialisti. Dietro la tomba, accanto alle bandiere italiana e tunisina, quelle del Psi e del Nuovo Psi, oltre al vessillo dei giovani socialisti, per una diaspora che molti si augurano di ricomporre. All’arrivo della famiglia, un cantante intona l’Ave Maria di Schubert. Qualcuno sul libro delle dediche scrive ‘Craxi l’immortale’. Anziani si chiamano ‘compagno’ tra loro. Il nipote di Craxi, il figlio di Bobo, nel vialetto innalza orgoglioso un mazzo di garofani. “E’ il piccolo Bettino”, commenta qualcuno. Paola Sacchi, cronista che tante volte e’ stata ad Hammamet, assicura: “c’e’ piu’ gente del giorno del funerale”. “Fu vittima di una persecuzione senza pari, come disse il presidente della Repubblica 10 anni fa”, lo ricorda il figlio Bobo, citando Giorgio Napolitano. “Il Pd e la Lega sono assenti? Possiamo fare a meno di entrambi, come molti italiani”, sferza il figlio di Bettino. Della Lega – che nel ’93 era tutta con i pm di Milano e un tempo alzo’ il cappio anche contro Craxi – ad Hammamet si e’ visto solo Armando Siri. Intanto il senatore dem e giornalista Tommaso Cerno esorta a “non fare l’ennesimo favore alla destra, che sulle spoglie di un democratico laico e progressista vuole
avere la scusa per liberare dai processi i potenti che delinquono. Diamo a Craxi la tessera del Pd”. Caldoro: “Finalmente verità su Bettino, un grande leader” Politica estera, intuizioni economiche, desiderio di innovazione, finalmente la storia consegna a Craxi il giusto tributo. Pagine di verita’ vengono scritte, grazie a chi chi ha creduto, alla Fondazione Craxi, a tanti che rileggono, con piu’ attenzione, quegli anni”. Cosi’ da Hammamet Stefano Caldoro, gia’ esponete del PSI ed oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. L’ex Presidente della Regione, conversando nei vicoli della Medina, ha ricordato le lunghe passeggiate con Craxi “ero con lui al Rapahel, ho avuto modo di rivederlo in Tunisia. E’ stato un grande leader, uno statista”. Il governatore De Luca: “Che la figura di Craxi sia consegnata alla storia” “E’ tempo che la figura di Craxi, con i suoi limiti, la sua grandezza, la sua dimensione tragica, sia consegnata alla Storia. Egli ci appare oggi come una delle grandi personalità della nostra Repubblica”. Lo scrive il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui “a vent’anni dalla morte di Bettino Craxi il mondo politico, le forze intellettuali, i progressisti sono chiamati a una riflessione di respiro, al di là di ogni residuo ideologismo, e di ogni forma di permanente ipocrisia. E tempo – aggiunge – che si cominci a valutare la sua vicenda in una prospettiva storica, riflettendo sul senso complessivo della sua esperienza politica”. Secondo De Luca “colpisce oggi, sul piano umano, il coraggio con cui Craxiha affrontato nei suoi ultimi anni la sua malattia, il suo tramonto politico, i tanti tradimenti subiti. Egli si è aggrappato tenacemente alla volontà di rimanere uomo libero, in un contesto nazionale segnato da un clima di aggressività nei suoi confronti, di mancanza di serenità, di scomparsa di ogni sentimento di umanità”.
“Colpisce – prosegue il governatore campano – l’imbarazzo con cui ancora oggi ci si avvicini alla sua figura, senza riuscire a valutare con obiettività i suoi limiti ed errori, ma anche le grandi intuizioni e le decisioni coraggiose sul piano nazionale e internazionale. Egli ha certamente sottovalutato la necessità di unire le forze progressiste del Paese, come precondizione per una grande riforma, cedendo a illusioni politiche non sorrette dai rapporti di forza reali. La sua ricerca permanente di una egemonia politica ha dato luogo negli anni ad una competizione per il potere che in tante realtà del Paese è stata ossessiva”. Ma, sottolinea De Luca, “Craxi ha anche combattuto con coraggio scorie di ideologismo nel campo delle politiche economiche e delle relazioni sociali. Egli ha letto in anticipo le trasformazioni della nostra società e i ceti urbani moderni; ha dato all’Italia una politica estera che ci ha garantito dignità, sicurezza e peso internazionale; ha sollevato con forza il tema di una riforma istituzionale che fosse in grado di tirare fuori l’Italia e il suo sistema democratico dalla palude burocratica che ancora oggi paralizza le istituzioni e le energie dinamiche del Paese. E tutto questo lo ha fatto da dirigente e da militante socialista, collocandosi sempre con coerenza, in Italia e in Europa, nel campo dei riformisti, senza mai abbandonare la lezione di Matteotti, di Nenni e di Pertini, coltivando i valori risorgimentali dell’unità d’Italia”, conclude.
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