Troppi assembramenti, dal fine settimana scatta il coprifuoco

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Troppi assembramenti, dal
fine settimana scatta il
coprifuoco
Contrastare gli assembramenti e ridurre la mobilità. È questo,
in sintesi, l’oggetto a nuova ordinanza che sta per essere
pubblicata dalla Regione Campania. In sostanza, si prevederà
la limitazione degli spostamenti interprovinciali, se non
giustificati – previa autocertificazione – da motivi di
lavoro,   sanitari,   scolastici,    socio-assistenziali,
approvvigionamento di beni essenziali. La stessa ordinanza
conterrà anche l’apertura delle scuole elementari in Campania
a partire dal prossimo lunedì.

De Luca morirà democristiano
di Andrea Pellegrino

Da Mastella a Pomicino, passando per De Mita, recuperando Enzo
D’Anna e trattando con Luigi de Magistris. Vincenzo De Luca ha
già tredici liste complete e assapora già la vittoria. Escluso
il voto estivo l’indicazione romana è per il 20 settembre.
Sarà, con molta probabilità un election day, incluse le
amministrative ma senza (forse) il referendum costituzionale
sul taglio dei parlamentari. Una estate da campagna elettorale
con la macchina del consenso già messa in moto dal governatore
De Luca che prima dell’emergenza Covid partiva svantaggiato
dai sondaggi. Poi il recupero che ha convinto ex democristiani
a sposare la linea deluchiana che ora è guardata benevolmente
anche dal sindaco di Napoli, fino qualche giorno fa tra i
principali oppositori. Ambasciatori a lavoro per chiudere
l’accordo strategico che passa naturalmente anche per il
futuro del capoluogo partenopeo. Restano immobili sulle loro
posizioni i Cinque Stelle che non seguiranno lo schema
nazionale: in Campania andranno da soli. La candidata sul
tavolo è Valeria Ciarambino ma l’auspicio è di far scendere in
campo il ministro Costa. Piano C: un nome della società civile
e semmai liste civiche collegate. Tra l’altro è lo stesso
Partito democratico napoletano che sbarra ancora una volta le
porte ai Cinque Stelle mantenendo, invece, una finestra aperta
al sindaco de Magistris. E’ il ministro Vincenzo Amendola, tra
i primi ad auspicare l’appoggio di Luigi de Magistris a De
Luca per le regionali, seguito da Nicola Oddati, responsabile
Mezzogiorno della segreteria nazionale del Pd: «Abbiamo più
volte auspicato una riapertura del dialogo istituzionale e
auspichiamo che ci sia un unico schema Comune-Regione: se
sulla ricandidatura di De Luca si troverà un’ampia
convergenza, si lavorerà per un progetto che coinvolga tutti
anche al Comune. Se la battaglia sulla Regione dobbiamo
farcela da soli, poi sarà più complicato per il Comune».
Naviga a vista il centrodestra, dove si cerca un nome che
possa almeno contenere i danni o sperare nel miracolo.
Pressing sul pm Catello Maresca, che raccoglie numerosi
consensi sul web, con alla finestra l’armatore Grimaldi,
spinto da una parte della Lega di Matteo Salvini. Forza Italia
resiste sul nome di Stefano Caldoro, Fratelli d’Italia sul
salernitano Edmondo Cirielli ma la partita è apertissima. Oggi
si terrà una tavola rotonda, naturalmente sul web, per capire
quali saranno le dinamiche, verso le elezioni regionali, da
parte delle diverse anime del centrodestra campano e
dell’opposizione. L’incontro virtuale che si terrà a partire
alle ore 18, in diretta su Zoom e Facebook, è stato
organizzato e sarà moderato da Enzo Rivellini, dirigente
nazionale di Fratelli d’Italia. Annunciata la presenza di
Stefano Caldoro, Valeria Ciarambino (M5s), Gianluca
Cantalamessa (Lega), Severino Nappi, il forzista Domenico De
Siano, Severino Nappi, Marco Sarracino, il sindaco di
Benevento Clemente Mastella e Luigi Rispoli.
Regionali, Mastella con De
Luca   La   Lega   attacca:
«Voltagabbana»
di Andrea Pellegrino

Il feeling è nato già qualche mese fa ma oggi si è saldato, al
punto che Clemente Mastella ha scoperto le sue carte: alle
regionali andrà con Vincenzo De Luca. Addio centrodestra,
l’area che l’aveva accolto dopo la caduta del Campanile
dell’Udeur, dopo l’esperienza del governo Prodi. Da centrista,
ora, Mastella si riposiziona e sposa il progetto deluchiano.
Il tutto mentre la moglie Sandra, un tempo presidente del
Consiglio regionale, sotto la gestione Bassolino, resta
senatrice di Silvio Berlusconi. Almeno per ora. Con i «due
forni» accesi, Mastella prepara la lista. Rigorosamente di
centro e possibile contenitore degli scontenti e degli esclusi
di centrodestra e centrosinistra. L’obiettivo dell’attuale
sindaco di Benevento è conquistare seggi in Consiglio
regionale per giocare un ruolo da protagonista nella
composizione del governo regionale. Un bis di quella strategia
messa in campo da Ciriaco De Mita che con il patto di Marano
distrusse l’alleanza con Caldoro, consegnando così la Campania
nella mani di Vincenzo De Luca. L’effetto pandemia avrebbe
convinto Mastella a lasciare perfino l’ambizione di candidarsi
governatore con il centrodestra e a ritornare nell’alveo del
centrosinistra, così come avvenne all’epoca del governo Prodi
che lo portò sulla poltrona di ministro della Giustizia, dopo
l’esperienza berlusconiana di ministro del Lavoro. Con
Vincenzo De Luca, Mastella ci ha già governato. Proprio a
Salerno. L’Udeur, ai tempi del 10 per cento in Campania, ha
espresso per ben due volte un assessore nella giunta
deluchiana. Anche quando, dopo la sconfitta di Alfonso Andria,
si riposizionò in aula consiliare a favore dell’ex sindaco e
attuale governatore. La Lega Campana ironizza: «Mastella che
sosterrà De Luca è una scelta coerente – una novità clamorosa
per un noto voltagabbana come il sindaco di Benevento – viste
le tragiche scelte che il governatore della Campania e
Mastella hanno condiviso sulla sanità, tra ospedali chiusi e
case di riposo abbandonate durante l’emergenza Covid-19. I
campani meritano di voltare pagina e non meritano il “duo
sciagura” De Luca-Mastella». La replica non è tardata ad
arrivare: «Il mio voto sarà all’opposto di dove siete voi. Per
il bene della Campania e del Mezzogiorno che considerate
ancora terre da conquista».

Sì all’asporto, ancora un
passo indietro di De Luca
Si è svolto questa mattina l’incontro di merito con la task
force e i rappresentanti delle Camere di Commercio della
Campania – presenti Ciro Fiola (Napoli), Andrea Prete
(Salerno), Tommaso de Simone (Caserta), Oreste La Stella
(Avellino), Antonio Campese (Benevento) – per affrontare la
questione della vendita con asporto. Si è decisa la riapertura
all’attività dell’asporto sulla base di queste norme: Il
servizio viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o
online; il banco vendita sarò posto all’ingresso
dell’esercizio commerciale; i gestori sono responsabili del
distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders
per il delivery; è assolutamente obbligatorio l’uso da parte
del personale di mascherine e guanti. Il mancato rispetto
delle norme comporterà la chiusura per una settimana del
locale. “E’ un atto di fiducia sul senso di responsabilità di
tutti. Rimane l’obbligo per ognuno di contribuire alla non
diffusione dell’epidemia. Si farà alla fine della prossima
settimana una verifica. Eventuali comportamenti errati
porterebbero alla revoca di queste decisioni”, ha dichiarato
De Luca.   Si è deciso inoltre, anche in conseguenza delle
decisioni di questa mattina, di eliminare le fasce orarie in
cui era consentita l’uscita dei cittadini. Rimane in vigore la
fascia oraria tra le 6 e le 8,30 del mattino che viene
riservata a quanti intendono svolgere attività sportiva anche
con corsa veloce e senza mascherina (jogging), rispettando
comunque il distanziamento sociale. Si ribadisce per quanto
riguarda la nautica, che sono consentite le attività di
manutenzione e rimessaggio e anche la consegna delle
imbarcazioni. Per quanto riguarda il Napoli Calcio, è stato
già trasmesso al Governo il parere favorevole della Regione
allo svolgimento degli allenamenti purchè vengano garantite
pienamente tutte le esigenza di tutela sanitaria. Per
correttezza di rapporti la Regione ha inteso inviare
preventivamente al Governo questa valutazione, sollecitando ad
horas la condivisione, per poter consentire la ripresa
dell’attività già da lunedì.

Riapertura                                delle
cartolibrerie?                        Non    in
Campania.   De                      Luca  firma
l’ordinanza
In Campania cartolerie e librerie non riapriranno martedi’
prossimo ma resteranno chiuse fino al 3 maggio: lo stabilisce
un’ordinanza appena firmata dal presidente della Regione
Vincenzo De Luca, il quale ricorda che “risultano diffusi sul
territorio nuovi e diversi cluster familiari e locali,
presumibilmente originati dalla inosservanza delle misure di
distanziamento sociale prescritte, che destano notevoli
preoccupazioni”. Quanto ai negozi che vendono abbigliamento
per bambini e neonati, riaperti dal Dpcm nazionale, De Luca
stabilisce che in Campania potranno operare solo due mattine a
settimana, il martedi’ e il venerdi’ con orario 8,00-14,00.
Nella settimana del 1 maggio 2020, l’apertura e’ consentita
nelle mattinate del martedi’ e del giovedi’, sempre dalle 8
alle 14.

Coronavirus:contagiato
sindaco Auletta, chiese a De
Luca tampone
Il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, è risultato positivo
al Covid-19. Lo annuncia lui stesso in una diretta Facebook
poco fa. Questa mattina, l’esito dei tamponi. “Il bollettino
ha portato altri due positivi e, tra i due, ci sono io”, dice.
“Non sapevo come avrei reagito alla notizia. Ora che il
risultato è confermato, mi sento ancor più motivato. E’ vero
che con il Covid si può morire, ma e’ anche vero che si puo’
guarire. Non posso, non voglio e non mi abbattero'”, promette.
Poi, rivolgendosi ai suoi concittadini, aggiunge che
l’auspicio e’ che “quanto successomi vi convinca a restare a
casa perché e’ l’unico modo per vincere la battaglia. A chi
puo’ succedere? E’ successo a me che non sono restato a casa”.
Il primo cittadino, in un’altra diretta social delle scorse
ore, aveva comunicato che e’ risultato positivo anche il suo
vicesindaco. Qualche giorno fa, proprio Pessolano aveva
lanciato l’appello al ‘governatore’ della Campania, Vincenzo
De Luca, perche’ facesse eseguire i tamponi sulla giunta
comunale di Auletta.
Coronavirus, 13 contagi in
Campania De Luca: «Le scuole
devono riaprire»
di Erika Noschese

Sono 13, in totale, le persone contagiate da coronavirus in
Campania. Ad annunciarlo è stato proprio il governatore della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ormai da giorni sta
monitorando la situazione. Di queste 13 persone, una (la
biologa di origini ucraine) proviene dal salernitano, a Vallo
della Lucania; 9 a Napoli; due a Caserta e uno nel
beneventano. «La task force della Regione Campania continua il
monitoraggio costante e continuo della situazione relativa al
Covid19», ha infatti dichiarato il presidente di Palazzo Santa
Lucia. Nella tarda mattinata di ieri, infatti, nuovi tamponi
sono stati esaminati dall’ospedale Cotugno di Napoli, con
esito negativo. Delle 13 persone contagiate 3 sono ricoverate
in condizioni buone e 10 in quarantena. Il presidente della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha poi preso parte alla
videoconferenza con il presidente del Consiglio Conte e le
altre Regioni d’Italia alla quale erano presenti anche i
componenti della stessa task force regionale. Nel corso della
riunione, il governatore ha sottolineato il massimo rigore
nella cura e sulla ricostruzione della catena dei contagi e
fatto un richiamo alla responsabilità individuale, chiedendo
eventuali misure atte ad arginare il rischio di persone già
contagiate che, non rispettando le prescrizioni, aumentano la
possibilità di nuovi contagi. In merito alle scelte di fondo
da adottare, il presidente De Luca ha ribadito il senso di
responsabilità della Campania nel garantire scelte coerenti,
confermando la riapertura delle scuole e delle università da
lunedì e l’espletamento dei concorsi pubblici. Non sono
previsti, anche a livello di Governo centrale, provvedimenti
di chiusura per scuole e università della Campania, dove da
lunedì possono regolarmente continuare le attività didattiche,
fermo restando le precauzioni di prevenzione e sorveglianza
già in atto. «Stiamo seguendo una linea che punta ad
un’operazione verità, a dire esattamente ai nostri
concittadini qual è la situazione – ha infatti detto De Luca a
margine dell’incontro tenutosi ieri mattina a Palazzo Santa
Lucia – Noi dobbiamo avere grande responsabilità nel seguire
la vicenda del contagio; ogni cittadino deve sentirsi
dirigente e responsabile». De Luca ha poi puntato l’attenzione
sulla «irresponsabilità» di alcune persone che di fatto hanno
portato a nuovi casi di contagio: «se viene una persona da
Cremona ed è un tecnico di laboratorio e va in giro per
l’Italia, o nel caso specifico per la nostra regione, io credo
che questo sia un comportamento poco responsabile ed è chiaro
che se ogni cittadino si comporta in questo modo diventa
complicato fermare il contagio». Da qui l’appello a chiamare
il medico di famiglia, in caso di presenza di sintomi,
piuttosto che a recarsi in ospedale. «Abbiamo individuato
tutta la rete di contatti che hanno preso questi concittadini
che hanno avuto il contagio e, dal punto di vista medico non
c’è alcuna situazione preoccupante». Nessuna proroga
all’ordinanza di chiusura delle scuole, dunque, che
riapriranno regolarmente domani mattina: «possono riprendere
tutte le attività pubbliche, anche quelle scolastiche, salvo
diverso orientamento del governo nazionale e del ministero
della Salute». De Luca ha inoltre annunciato che provvederanno
a denunciare le persone che non rispondono ad obblighi di
responsabilità.
Le Sardine chiedono il passo
indietro di De Luca
di Adriano Rescigno

E se il leader delle Sardine, Mattia Santori, etichetta come
“divisivo” Vincenzo De Luca, lo stesso si offre per un
incontro al fine di «Andare oltre il sentito dire». «Anche le
Sardine sono state “divisive” a Bologna – dice De Luca a
Santori – att quando si sono opposte ai rigurgiti di razzismo
e di antisemitismo, e al linguaggio violento che dilaga. Anche
Papa Francesco è “divisivo” quando parla di ambiente, di
Amazzonia, di povertà. Figuriamoci la Campania; qui è divisivo
chi usa parole chiare e parla con i fatti». Excusatio non
petita da parte delle Sardini che non sentono storie e
chiedono il passo indietro di De Luca in nome dell’unità del
polo che si oppone alla destra: «Abbiamo affermato che la
figura e non la persona di De Luca è divisiva. Divisiva verso
un percorso di unità che contrapponga un pluralismo di forze
politiche e sociali alle destre, al sovranismo e ai valori ai
quali ci opponiamo dal 14 novembre. Crediamo di non dovere
nessuna risposta nel merito dei suoi pregi o demeriti
amministrativi. Le sardine campane avranno modo e tempo di
rimarcare le problematiche emerse in questi 5 anni! Abbiamo
molto da ridire sul linguaggio spesso adottato dal presidente
della regione Campania; anche questo è un tema sul quale
sempre ci batteremo. Quello che ci preme ribadire è la
richiesta di un atto di generosità da parte di De Luca, nel
fare un passo di lato e mettersi a disposizione di un processo
unitario». De Luca non ci sta ad essere appellato “divisivo” e
dunque: «Qui, nelle nostre istituzioni, c’è chi risana i
bilanci, e chi sprofonda nei debiti; c’è chi combatte le
clientele, e chi le coltiva; c’è chi combatte la camorra e le
intimidazioni, e chi le subisce; c’è chi parla di lavoro e chi
lo realizza; c’è chi risana la sanità, e chi la distrugge; chi
risana le aziende di trasporto, e chi le porta al fallimento;
c’è chi dà il trasporto gratuito a 130.000 studenti, e chi lo
toglie anche ai pensionati; chi realizza opere pubbliche, e
chi non riesce a manutenere neanche i cimiteri; chi sostiene
le università e la ricerca e le borse di studio, e chi
promuove matrimoni neomelodici con cavalli bianchi; c’è chi
investe nella cultura, e chi alimenta il plebeismo… E si
potrebbe continuare a lungo – dice il governatore – che passa
al contrattacco anche se poi termina con l’apertura al dialogo
consapevole di non dover essere “divisivo” – Le sardine, in
Emilia, hanno detto cose importanti: rifiutare la violenza del
linguaggio; difendere i valori umani e costituzionali;
respingere le banalità, il propagandismo, valorizzare le
competenze, i fatti concreti. Io sono d’accordo. So che ci
sarà una iniziativa delle sardine a Scampia. Se si ritiene può
essere un’occasione importante per un confronto di merito, a
partire dalla conoscenza piena della realtà regionale, oltre
il “sentito dire”».

Sergio Vetrella: «La metro di
Salerno? Semplice, non è una
metropolitana»
di Andrea Pellegrino

«La metropolitana di Salerno? Quello che ho sempre detto: non
è una metropolitana». Sergio Vetrella è stato assessore
regionale ai trasporti nella giunta Caldoro. All’epoca fu al
centro dello scontro politico con l’allora sindaco – oggi
governatore – Vincenzo De Luca. Al centro la disputa sulla
metropolitana di Salerno. Oggi Vetrella è un esponente di
Fratelli d’Italia e ieri mattina ha preso parte alla
convention salernitana, alla presenza di Edmondo Cirielli.

Professore Vetrella, ricorda lo scontro politico con De Luca
sulla metropolitana di Salerno. Oggi c’è ma cosa porta al
sistema di mobilità?

«Porta poco. E’ quello che ho sempre detto, la metropolitana
non è tale. E’ stato realizzato un sistema che dal punto di
vista infrastrutturale non rispecchia le norme di una
metropolitana. Altro problema riguarda l’utilizzo. Guardi, le
risorse sui trasporti sono state ridotte ed occorre fare delle
scelte politiche ed investire sugli ambiti in cui i cittadini
soffrono di più. Questo secondo me è un qualcosa che dovrebbe
essere indipendente dal risultato politico che si vuole
raggiungere. Altrimenti si rischia di realizzare
l’investimento ma di andarci a perdere economicamente. E
questo è uno dei mali della Campania».

L’attuale governatore accusa la passata gestione di non aver
acquistato né treni, né bus…

«Nei cinque anni che noi abbiamo governato non solo ho messo
in cantiere e fatto partire diversi treni nuovi, cose di cui
De Luca si è preso i meriti. Solo per citare alcune cose, ho
risollevato l’Ansaldo affrontando un problema, trovando dei
treni che erano bloccati completamente. Non bisogna
dimenticare, inoltre, il grande buco che c’era nel bilancio
dell’Eav. Stefano Caldoro ed io abbiamo fatto un miracolo.
Visti i numeri, l’unica alternativa era il fallimento
dell’Eav, ed invece, abbiamo scelto di tenerla in piedi
scegliendo la strada più difficile e riuscendo ad ottenere una
legge nazionale che consentisse il ripianamento dei debiti
dell’Eav, con tutte le conseguenze anche sotto il profilo dei
rapporti con le ditte che vantavano crediti dell’Eav. Anche di
questo nostro merito se n’è appropriato De Luca».

Passiamo all’aeroporto “Costa d’Amalfi” di Pontecagnano Faiano
e alla recente fusione con la Gesac

«Ho scritto insieme agli altri assessori italiani ed al
ministro dei trasporti dell’epoca il piano degli aeroporti
italiani. Anche in base alla mia competenza ho fatto in modo
di inserire gli aeroporti in un network che fosse di
distribuzione dei carichi sia dal punto di vista del trasporto
passeggeri che del trasporto merci. Continuo ad insistere come
ho sempre fatto sul fatto che nel meridione ed in particolare
in Camp a n i a d o v r e m m o realizzare un aeroporto
internazionale in grado di a c c o g l i e r e aerei di nuova
generazione che non potrebbero atterrare a C a p o d i –
chino. Il Meridione sta subendo il danno di non avere
infrastrutture. Se non si creano queste non si può avere
sviluppo nel Meridione. Per questo mi sono battuto affinché
l’alta Velocità arrivi sullo Jonio ed a Reggio Calabria. Ma la
Tav non è solo traffico passeggeri. Ho sempre insistito sulla
possibilità di sviluppare vagoni commerciali che possano
consentire lo spostamento delle merci sull’alta velocità».

Hammamet, in mille intorno
alla tomba di Craxi: fiori,
abbracci e l’Ave Maria
“Un gesto del Quirinale”: e’ quello che si aspetta la figlia
Stefania, dopo la tre giorni di Hammamet in cui il popolo
socialista ha ricordato Bettino Craxi a 20 anni dalla morte.
“Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi”, sorride
pensando alla passione del padre per l’eroe dei due mondi. “Un
incontro? Il presidente Mattarella saprà trovare le forme
giuste”, crede la senatrice di Forza Italia. Probabilmente
Stefania Craxi sara’ ricevuto con la Fondazione Craxi, come
gia’ accaduto in passato. “Il dibattito sulla sua figura
finalmente si e’ aperto”, esulta Claudio Martelli, ex numero 2
di Craxi. E dalla Lega Giancarlo Giorgetti dichiara: “Sarei
andato a Hammamet, era un politico lungimirante”. Nel cimitero
della cittadina tunisina dove l’ex presidente del Consiglio
trascorse gli ultimi 6 anni di vita, intorno alla tomba
ombreggiata da fronde, centinaia di militanti e dirigenti del
Psi di un tempo (con qualche giovane) rendono omaggio al
segretario che si considerava in esilio, inseguito dai
processi. Occhi lucidi e molti che per l’eta’ si muovono a
fatica tra le lapidi. La vedova Anna Craxi, 84 anni, si
appoggia a Stefania. “Sono molto commossa dalla fiducia degli
amici e dei compagni, piu’ grande di quanto mi aspettassi”,
dice la moglie, che non ha quasi mai parlato dal 19 gennaio
2000. E’ rimasta a vivere qui. Sulla lapide bianca appoggiata
sulla nuda terra mazzi di garofani rossi, il simbolo dei
socialisti. Dietro la tomba, accanto alle bandiere italiana e
tunisina, quelle del Psi e del Nuovo Psi, oltre al vessillo
dei giovani socialisti, per una diaspora che molti si augurano
di ricomporre. All’arrivo della famiglia, un cantante intona
l’Ave Maria di Schubert. Qualcuno sul libro delle dediche
scrive ‘Craxi l’immortale’. Anziani si chiamano ‘compagno’ tra
loro. Il nipote di Craxi, il figlio di Bobo, nel vialetto
innalza orgoglioso un mazzo di garofani. “E’ il piccolo
Bettino”, commenta qualcuno. Paola Sacchi, cronista che tante
volte e’ stata ad Hammamet, assicura: “c’e’ piu’ gente del
giorno del funerale”. “Fu vittima di una persecuzione senza
pari, come disse il presidente della Repubblica 10 anni fa”,
lo ricorda il figlio Bobo, citando Giorgio Napolitano. “Il Pd
e la Lega sono assenti? Possiamo fare a meno di entrambi, come
molti italiani”, sferza il figlio di Bettino. Della Lega – che
nel ’93 era tutta con i pm di Milano e un tempo alzo’ il
cappio anche contro Craxi – ad Hammamet si e’ visto solo
Armando Siri. Intanto il senatore dem e giornalista Tommaso
Cerno esorta a “non fare l’ennesimo favore alla destra, che
sulle spoglie di un democratico laico e progressista vuole
avere la scusa per liberare dai processi i potenti che
delinquono. Diamo a Craxi la tessera del Pd”.

Caldoro: “Finalmente verità su Bettino, un grande leader”

Politica estera, intuizioni economiche, desiderio di
innovazione, finalmente la storia consegna a Craxi il giusto
tributo. Pagine di verita’ vengono scritte, grazie a chi chi
ha creduto, alla Fondazione Craxi, a tanti che rileggono, con
piu’ attenzione, quegli anni”. Cosi’ da Hammamet Stefano
Caldoro, gia’ esponete del PSI ed oggi capo della opposizione
di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. L’ex
Presidente della Regione, conversando nei vicoli della Medina,
ha ricordato le lunghe passeggiate con Craxi “ero con lui al
Rapahel, ho avuto modo di rivederlo in Tunisia. E’ stato un
grande leader, uno statista”.

Il governatore De Luca: “Che la figura di Craxi sia consegnata
alla storia”

“E’ tempo che la figura di Craxi, con i suoi limiti, la sua
grandezza, la sua dimensione tragica, sia consegnata alla
Storia. Egli ci appare oggi come una delle grandi personalità
della nostra Repubblica”. Lo scrive il presidente della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui “a vent’anni
dalla morte di Bettino Craxi il mondo politico, le forze
intellettuali, i progressisti sono chiamati a una riflessione
di respiro, al di là di ogni residuo ideologismo, e di ogni
forma di permanente ipocrisia. E tempo – aggiunge – che si
cominci a valutare la sua vicenda in una prospettiva storica,
riflettendo sul senso complessivo della sua esperienza
politica”. Secondo De Luca “colpisce oggi, sul piano umano, il
coraggio con cui Craxiha affrontato nei suoi ultimi anni la
sua malattia, il suo tramonto politico, i tanti tradimenti
subiti. Egli si è aggrappato tenacemente alla volontà di
rimanere uomo libero, in un contesto nazionale segnato da un
clima di aggressività nei suoi confronti, di mancanza di
serenità, di scomparsa di ogni sentimento di umanità”.
“Colpisce – prosegue il governatore campano – l’imbarazzo con
cui ancora oggi ci si avvicini alla sua figura, senza riuscire
a valutare con obiettività i suoi limiti ed errori, ma anche
le grandi intuizioni e le decisioni coraggiose sul piano
nazionale e internazionale. Egli ha certamente sottovalutato
la necessità di unire le forze progressiste del Paese, come
precondizione per una grande riforma, cedendo a illusioni
politiche non sorrette dai rapporti di forza reali. La sua
ricerca permanente di una egemonia politica ha dato luogo
negli anni ad una competizione per il potere che in tante
realtà del Paese è stata ossessiva”. Ma, sottolinea De Luca,
“Craxi ha anche combattuto con coraggio scorie di ideologismo
nel campo delle politiche economiche e delle relazioni
sociali. Egli ha letto in anticipo le trasformazioni della
nostra società e i ceti urbani moderni; ha dato all’Italia una
politica estera che ci ha garantito dignità, sicurezza e peso
internazionale; ha sollevato con forza il tema di una riforma
istituzionale che fosse in grado di tirare fuori l’Italia e il
suo sistema democratico dalla palude burocratica che ancora
oggi paralizza le istituzioni e le energie dinamiche del
Paese. E tutto questo lo ha fatto da dirigente e da militante
socialista, collocandosi sempre con coerenza, in Italia e in
Europa, nel campo dei riformisti, senza mai abbandonare la
lezione di Matteotti, di Nenni e di Pertini, coltivando i
valori risorgimentali dell’unità d’Italia”, conclude.
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