Racconti favolosi" - Cronache ...

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Campagna   elettorale   sui
rifiuti,    Celano:   “solo
racconti favolosi”
E’   battaglia   sulla   realizzazione   di   un   impianto   di
compostaggio secondo previsto dal piano regionale. “Spiace che
in campagna elettorale possano accettarsi racconti favolosi
come fossero realtà       e ripetere paradossali sciocchezze,
soprattutto quando       le stesse sono smentite da fatti
incontrovertibili. – spiega il consigliere provinciale Roberto
Celano di Forza Italia –      Pochi giorni fa i consiglieri
provinciali di maggioranza hanno respinto un emendamento di FI
che avrebbe impedito che il piano regionale, in cui è previsto
la realizzazione dell’impianto di compostaggio allo Stir
confermato nel corso del consesso dal dirigente all’ambiente
(come facilmente evincibile dai filmati), avesse potuto
“derogare” ad una delibera che dichiara Battipaglia area
inidonea ad ospitare i rifiuti. Goffamente qualche
amministratore comunale si è poi spinto a difendere la mancata
approvazione dell’emendamento e, dunque, un atto contrario
all’interesse della città, sostenendo che una mozione non
possa essere retroattiva (dimostrando di non conoscere la
differenza tra mozione ed emendamento e neppure altro!) e,
dunque, arrendendosi di fatto alla decisione di realizzare
altri impianti sovracomunali in città. Oggi qualche altro
amministratore si affretta a ripetere falsità alla ricerca del
consenso. Se ciò che si refirisce fosse vero, allora l’Eda
dovrebbe immediatamente revocare l’esito della gara per la
realizzazione dell’impianto presso lo Stir, la regione
dovrebbe modificare subito, nell’immediato, il piano regionale
dei rifiuti escludendo Battipaglia da ogni possibile ipotesi
di realizzare l’impianto ed il Comune di Battipaglia avrebbe
beneficio ad impugnare la delibera per chiedere l’eliminazione
di una deroga, palesemente illegittima, che avremmo voluto
abrogare con un emendamento e che comporta il rischio di
annullamento dell”intera deliberazione nel caso di ricorso di
privati. Capiamo le difficoltà di chi deve barcamenarsi tra
l’interesse della città e la sudditanda al sistema deluchiano.
Battipaglia ha bisogno di fatti e non di “chiacchiere”
riferite. Il vice Sindaco Cappelli ha possibilità di chiedere
e promuovere atti concreti. Lo faccia evitando di ergersi a
megafono di promesse poco credibili e, finora, smentite da
fatti e dichiarazioni ufficiali. La politica ha bisogno di
fatti e concretezza. Di chiacchiere ne sentiamo già fin troppe
il venerdì!

Riprogrammare    i  “Grandi
Eventi”, a rischio Luci,
Ravello Festival e Giffoni
di Andrea Pellegrino

I «Grandi eventi» della Regione Campania tutti rinviati al
prossimo anno, o almeno, riprogrammati (per quanto possibile)
secondo i protocolli di sicurezza. La giunta regionale della
Campania ha così “congelato” i finanziamenti già stanziati per
le tante manifestazioni culturali e turistiche. Dai teatri,
fino al Ravello Festival, passando, naturalmente, dalle “Luci
d’Artista” di Salerno. Un programma da 52 milioni di euro che
il governo regionale, a guida De Luca, aveva messo su per il
2020. E’ il piano “strategico cultura e beni culturali”, nel
quale figura anche un finanziamento da 2 milioni e mezzo di
euro per le Luci d’Artista che dovrà essere riprogrammato.
Nello specifico, si rinviano al 30 giugno del 2022 gli
interventi di manutenzione straordinaria, mentre al 31
dicembre 2021 tutti gli altri. O quasi. «Si possono prevedere
– si legge nella delibera – ove possibile, a parziale
rimodulazione progettuale delle stesse, la previsione di una
modalità di produzione che utilizzi le possibilità offerte
dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per
la fruizione a distanza degli eventi previsti ed allo stesso
tempo per offrire all’utenza una conoscenza antologica, delle
attività svolte nelle precedenti annualità del Piano
strategico, documentando con il supporto digitale una efficace
rassegna delle attività pregresse». Inoltre: «E’
imprescindibile che, per gli eventi che verranno proposti in
presenza, gli Enti attuatori garantiscano ed attestino la
piena e stretta osservanza di tutti gli obblighi di
sanificazione e protezione, secondo le vigenti disposizioni
regionali e nazionali». Nell’elenco figurano gli eventi del
Comune di Salerno (300mila euro); il Ravello Festival (1
milione e mezzo di euro); il sistema delle Mostre del Parco
Archeologico di Paestum (200mila euro), le Luci d’Artista (2
milioni e mezzo di euro), la programmazione del Teatro Verdi
(un milione di euro) e il Giffoni Film Festival (4 milioni di
euro) che quest’anno festeggiava i suoi primi 50 anni.

Andava a fare la spesa da
sola ma era cieca, scoperta
dalla Guardia di Finanza
Percepiva pensione di invalidità da 7 anni, e per 700 euro al
mese, perchè cieca. Solo che, una signora 66enne, faceva la
spesa, si recava nei negozi per fare acquisti, camminava
speditamente senza alcuna limitazione invalidante. La Guardia
di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di
Salerno, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per
equivalente finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di
Salerno, per un importo complessivo di oltre 73mila
euro relativo a beni e denaro nella disponibilità della
signora V.C., di anni 66.

Centrodestra, prove tecniche
di unità per le elezioni
I responsabili provinciali dei partiti del Centrodestra –
Giuseppe Fabbricatore, commissario provinciale di Fratelli
d’Italia, Nicolas Esposito, commissario provinciale della Lega
e Roberto Celano delegato dal commissario provinciale di Forza
Italia sen. Domenico De Siano – si sono incontrati questa
mattina per definire le iniziative da mettere in cantiere
nelle prossime settimane. I rappresentanti delle forze
politiche della coalizione hanno convenuto di dar vita ad
attività comuni da organizzare sul territorio della provincia
di Salerno, in linea con le iniziative già annunciate a
livello nazionale dai leader del Centrodestra. I responsabili
dei tre partiti si incontreranno nuovamente nei prossimi
giorni per discutere delle imminenti scadenze elettorali.

Estate    salata     per    i
salernitani: il mare solo per
pochi eletti a                         causa           dei
prezzi eccessivi
Sarà un’estate salata per i salernitani. Il mare rischia di
essere un miraggio o, in alcuni casi, per pochi eletti o
fortunati. Per molti salernitani la spiaggia, il mare,
potrebbe restare soltanto un sogno dettato dai costi che si
sarà costretti ad affrontare per cercare la giusta rinfrescata
sul litorale cittadino. Altro che prezzi calmierati, perché
chi vorrà pensare di usufruire degli stabilimenti cittadini
dovrà pensare seriamente ad accedere anche a un mutuo. Si
passa a un semplice tagliando a persona di 250 euro, con
stabilimento senza annessa piscina, a uno di quasi 500 con la
presenza della stessa. Passando con costi che lievitano sui
400 euro. Prezzi per singoli ma che sarebbero ben poco
ipotizzabili, perché si privilegia, per l’emergenza imperante,
nuclei familiari. Già, perché per la normativa che riguarda il
distanziometro, per evitare pericolosi contatti, ogni piantana
che prevede un ombrellone presenterà spazio per quattro
persone. Che, al momento, è impensabile lasciare per uso
promiscuo, se non non vi siano rapporti abbastanza stretti
amicali. Meglio se per nucleo familiare con l’esborso che
varia da un minimo di mille euro fino a un massimo di duemila.
Difficoltà, dunque, per chi single, è pronto ad acquistare un
solo ingresso. In questo caso, ci sarebbero non pochi
imbarazzi, se non si ritrovi all’interno di un nucleo di
persone, sempre di quattro tanti quanto è possibile ospitare
al riparo di un ombrellone, abbastanza conosciuto. Ma ci
sarebbero anche altre novità e nemmeno di poco conto. Per chi
deciderà di servirsi di stabilimenti balneari sarà necessario
avere una certa liquidità anche immediata. In pratica, non si
giocherà più sulla “parola”, perché chi sottoscriverà un
cartellino d’ingresso sarà chiamato a versare come caparra
almeno il 50% dell’intera somma come anticipo. Non solo, con
il saldo che è previsto entro il prossimo 15 luglio quando,
fino allo scorso anno, era possibile saldare l’intero costo
dell’ingresso stagionale entro, e anche dopo il ferragosto.
Tutto qui? Macchè. In caso di mancato versamento del
corrispettivo saldo entro il 15 luglio, automaticamente non si
avrà alcun diritto su quanto versato in precedenza a titolo di
caparra. Regole chiare, precise e decise, ancor più rispetto
alla passata stagione balneare che si andranno ad assommare
alle restrizioni da rispettare in modo certosino. Di certo, il
mare, questa estate, potrebbe diventare l’oasi rinfrescante
soltanto per pochi a Salerno.

Riprogrammare    i   «Grandi
Eventi»   A  rischio   Luci,
Ravello Festival e Giffoni
I «Grandi eventi» della Regione Campania tutti rinviati al
prossimo anno, o almeno, riprogrammati (per quanto possibile)
secondo i protocolli di sicurezza. La giunta regionale della
Campania ha così “congelato” i finanziamenti già stanziati per
le tante manifestazioni culturali e turistiche. Dai teatri,
fino al Ravello Festival, passando, naturalmente, dalle “Luci
d’Artista” di Salerno. Un programma da 52 milioni di euro che
il governo regionale, a guida De Luca, aveva messo su per il
2020. E’ il piano “strategico cultura e beni culturali”, nel
quale figura anche un finanziamento da 2 milioni e mezzo di
euro per le Luci d’Artista che dovrà essere riprogrammato.
Nello specifico, si rinviano al 30 giugno del 2022 gli
interventi di manutenzione straordinaria, mentre al 31
dicembre 2021 tutti gli altri. O quasi. «Si possono prevedere
– si legge nella delibera – ove possibile, a parziale
rimodulazione progettuale delle stesse, la previsione di una
modalità di produzione che utilizzi le possibilità offerte
dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per
la fruizione a distanza degli eventi previsti ed allo stesso
tempo per offrire all’utenza una conoscenza antologica, delle
attività svolte nelle precedenti annualità del Piano
strategico, documentando con il supporto digitale una efficace
rassegna delle attività pregresse». Inoltre: «E’
imprescindibile che, per gli eventi che verranno proposti in
presenza, gli Enti attuatori garantiscano ed attestino la
piena e stretta osservanza di tutti gli obblighi di
sanificazione e protezione, secondo le vigenti disposizioni
regionali e nazionali ». Nell’elenco figurano gli eventi del
Comune di Salerno (300mila euro); il Ravello Festival (1
milione e mezzo di euro); il sistema delle Mostre del Parco
Archeologico di Paestum (200mila euro), le Luci d’Artista (2
milioni e mezzo di euro), la programmazione del Teatro Verdi
(un milione di euro) e il Giffoni Film Festival (4 milioni di
euro) che quest’anno festeggiava i suoi primi 50 anni.

Emergenza     e    attività
anticrimine, il report dei
provvedimenti del Questore
Il Questore di Salerno ha inoltrato all’Autorità Giudiziaria,
nell’ultimo mese di maggio, 5 proposte della misura di
prevenzione della Sorveglianza Speciale della P.S. nei
confronti di altrettante persone che, registrando a loro
carico numerosi pregiudizi di polizia, hanno dimostrato di
essere particolarmente inclini a violare le leggi e con ciò
rappresentare un pericolo per la collettività Per lo stesso
motivo, il Questore ha inoltrato richiesta al Tribunale di
Salerno per l’aggravamento di misure di prevenzione già in
corso, atteso il perdurare delle condotte antigiuridiche dei
soggetti sottoposti, che ha reso necessario richiedere
l’inasprimento della misura. Nello stesso periodo il Questore,
ha emesso 26 provvedimenti di Divieto di Ritorno nei confronti
di soggetti pluripregiudicati che, fuori dal proprio luogo di
residenza, hanno posto in essere truffe o tentativi di truffa
nei confronti degli anziani, approfittando della loro
vulnerabilità, acuitasi con l’emergenza sanitaria in corso,
violando altresì, le misure di contenimento della diffusione
da contagio da coronavirus, stabilite dal D.L. nr. 19 del
25.03.2020, allontanandosi dal proprio domicilio senza una
giustificata motivazione e pertanto venendo sanzionati anche
ai sensi ex art. 4 comma 1 del D.L. nr.19 del 25.03.2020..
Infine,
48 sono stati i provvedimenti di Avviso Orale, adottati dal
Questore
nei confronti di altrettanti pregiudicati che, in particolare
in questo periodo, hanno manifestato spregio verso le regole
del vivere civile, contravvenendo alle misure di contenimento
della diffusione da contagio da coronavirus, stabilite dal
D.L. nr. 19 del 25.03.2020

Figli d’ Arte : La finestra
sul mondo di Roman e Alessio
Vlad
I due Vlad uniti e a confronto nel mondo della musica, della
composizione e della direzione artistica          di eventi
internazionali come il Ravello Festival, tra ricerca, libertà
e tanta curiosità.

Di Olga Chieffi & Alessio Vlad

 Compositore prolifico e versatile, pianista e musicologo,
uomo di profonda e vasta cultura, Roman Vlad, generoso
sapiente e ironico intrattenitore. Il nostro personale ricordo
è legato ad una serata di un’edizione del Ravello Festival
d’inizio secondo millennio. Pubblico delle grandi occasioni
per un Tristan und Isolde in forma semiscenica. La pioggia
ospite inattesa e indesiderata scrosciò potente prima
dell’esecuzione. Il maestro Roman non si perse d’animo:
sedendo al pianoforte e intrattenendo il pubblico, offrì una
preziosa lezione-concerto nel piccolo auditorio della villa,
interpretando splendidamente le trascrizioni lisztiane delle
opere di Wagner. Quindi, la luna illuminò i giardini e si
dette inizio all’ opera, ma, forse, lo spettacolo era già
andato in scena. Oggi nel giorno del 140° anniversario
dell’ascesa a Ravello di Richard Wagner, un giorno particolare
per quanti hanno vissuto e continuano a mantenere alta la
tradizione artistica e culturale della costiera, passiamo il
testimone al figlio d’arte di Roman Vlad, Alessio, unito al
padre dal miracolo della musica e alla sottomissione assoluta,
unicamente ad essa.

Una figura eclettica quella di Roman Vlad, i cui insegnamenti
e il bagaglio di affetti donatoLe l’accompagnerà per sempre:
quali i suoi pregi, quali i suoi difetti

“Non sono certo la persona più indicata per dare una
risposta, ma una cosa mi sento di dire: mio padre è sempre
stato un uomo profondamente curioso. Essere curiosi significa
essere aperti verso gli altri e non avere preconcetti. Il che
non significa non avere convinzioni proprie ma “sentire”
l’esigenza di confrontarsi, d’altra parte, la prima qualità
di chi fa musica è quella di sapere ascoltare. Non bisogna
dimenticare che mio padre veniva da una regione, la cosiddetta
Mitteleuropa, che stava al confine tra l’impero Austroungarico
e quello Ottomano; caratteristica di ambedue gli imperi, da
sempre, era la tolleranza e la libertà di culto, con queste
garanzie   sono riusciti per secoli a mantenere imperi che
comprendevano popoli profondamente diversi e potenzialmente
in contrasto tra loro”.
Immagini belle con Papà e lezioni facili e lezioni difficili
della vita e di Roman Vlad in veste di padre e di maestro. L’
iniziazione al mondo della Musica. Con a fianco la mamma Licia
archeologa, immagino tanti incontri, tanti aneddoti.

“Mio padre, appena ho deciso di dedicarmi alla musica, mi ha
affidato a dei maestri eccellenti, Guido Turchi per la
composizione, Franco Ferrara e Sergiu Celibidache per la
direzione d’orchestra. Poi da lui ho appreso indirettamente:
seguendolo interessatissimo      nei teatri che dirigeva e
frequentando le persone con cui insieme a mia madre aveva una
consuetudine. Mi ricordo perfettamente i Maggi tematici,
quello sull’Espressionismo, Il Naso di Shostakovitch con la
regia di Eduardo de Filippo,       la scoperta del talento
strepitoso del giovanissimo Riccardo Muti, le battaglie per il
libero pensiero fuori da ideologie imposte, e poi Cesare
Brandi, Igor Stravinsky, Rene Clair   i Nijinsky,  Massimo
Mila, i grandi direttori Giulini,  Abbado, Pretre, Maazel,
Schippers, Gavazzeni, un mondo….

Confronto-scontro con Roman Vlad su qualche autore, partitura,
scelta interpretativa?

“Rispetto alle necessità legate alla messinscena di un’opera
ci siamo trovati spesso su posizioni diverse. Io da subito mi
sono posto il problema di come mantenere attuale l’opera
convinto della necessità di mantenerla viva attraverso    un
rapporto con la contemporaneità. Mio padre è sempre stato
convinto che la fedeltà ad un testo dovesse passare in ogni
caso dall’osservare una serie di convenzioni. E’ un discorso
tutt’ora aperto e su cui , pur andando avanti in un percorso
per quanto mi riguarda definito, non mi sento certo di
ostentare certezze”.

Ha pesato nella sua carriera portare questo cognome? Ingombro,
responsabilità, qualche porta chiusa?

“Non è certo facile. Ci sarebbe molto da dire sui rapporti
padri/figli che condividono la stessa professione e lo stesso
mondo. Bisogna riuscire ad essere indipendenti assorbendo
tutto il possibile e a sfruttare quello che obiettivamente è
un vantaggio enorme. Se si riescono a superare tutte quelle
insidie legate anche a quella che si potrebbe configurare come
una sotterranea competizione si esce molto rafforzati e
soprattutto pronti ad affrontare un mondo che certo non ti è
favorevole”.

Lei nasce due anni dopo la prima edizione del Ravello
Festival, ricorda la sua prima volta nella città della Musica
da ragazzo con papà?

“Da sempre ho vissuto in costiera e, quindi, frequento Ravello
sin da ragazzino. La costiera per me ha rappresentato una
iniziazione al mondo del lavoro. Qui ho conosciuto, anche
grazie a mio padre, due persone che hanno avuto un ruolo
importantissimo nella mia vita lavorativa: Franco Zeffirelli,
con cui ho collaborato per tutto l’ultimo periodo della sua
attività, scrivendo la musica per tutti i suoi lavori di
cinema e teatro dagli anni ’90 in poi, e Leonard Bernstein.
Ambedue hanno creduto in me in quanto tale e non in quanto
figlio, proiettandomi nel mondo. A Ravello ho frequentato Gore
Vidal, che non amava né Bernstein né tantomeno Zeffirelli, e
tutto quel mondo cosmopolita che per buona parte dell’anno
animava quello che è ancora uno dei luoghi più belli del
mondo”.

Già per diversi anni direttore artistico       del Festival, ha
preparato questo ritorno alla vera libertà,   che è quella delle
arti, oggi per celebrare i 140 anni della     visita di Richard
Wagner a Ravello, quale il programma e le      ragioni estetiche
di questo evento?

“Mi è stato chiesto di ricordare i centoquaranta anni della
visita di Wagner a Ravello. Non devo certo dirle la difficoltà
del momento, ma ho pensato all’opportunità di dimostrare che
ricordare    il passato, che in questi luoghi rappresenta
moltissimo, può essere l’occasione di dimostrare che ci siamo
e che questi luoghi, dove il nord ha incontrato il sud, sono e
saranno sempre i più belli del mondo. Vede, Wagner a Ravello
trovò quell’abbandono per dare forma a quel contrasto tra
purezza e sensualità di cui aveva bisogno per dare forma al
secondo atto del Parsifal. L’evento vuole cercare di dare
forma a questo sentimento, che solo i colori e i profumi di
questo luogo possono generare. Saranno coinvolti, in una Villa
Rufolo deserta, tre artisti: un attore, Alessandro Preziosi,
che racconterà la visita di Wagner, una cantante Carmen
Giannattasio, che in una ideale unione tra il mondo musicale
tedesco e quello italiano canterà un’aria di Wagner e una di
Bellini, e una ballerina, Eleonora Abbagnato, che danzerà, con
una coreografia creata appositamente, sulla musica del
Preludio del Parsifal, proprio a voler rappresentare
quell’abbandono estetico di cui parlavo prima”.

In questo “tempo sospeso” ha dovuto rinviare o abbandonare
qualche progetto che stava realizzando? La sua vena
compositiva è stata particolarmente toccata dall’aver vissuto
questa tragedia?

“Ho dovuto abbandonare la vita del Teatro ed una serie di
progetti su cui avevamo messo molte energie ed aspettative. La
nostra è un’attività dal vivo che presuppone il contatto
umano. Spero i lavoratori dello spettacolo, insieme a tutti
gli altri, possano riprendere al più presto la loro attività”.

Un suo sogno nel cassetto

“Vorrei lasciare un segno in quello che faccio”.
I Fumetti nei musei
“Ippocrates e Jones” e il “Parco dei piccoli”, appositamente
concepito per garantire ai bambini il piacere del gioco
all’aperto, le nuove idee per educare il nuovo pubblico dei
parchi di Paestum e Velia dopo il lockdown

Di Gaetano Del Gaiso

A partire da lunedì scorso, i Parchi Archeologici di Paestum e
Velia si sono finalmente schiusi dalla lunga letargia del
lockdown richiesto, all’unanimità, dallo Stato e dalle Regioni
per ovviare alla rapida e inesorabile diffusione della
pandemia da Covid-19. Un’accurata rimodulazione della
fruizione delle attrazioni presenti all’interno degli ambienti
dei parchi, proposta per garantire la sicurezza tanto del
pubblico quanto del personale operante presso i due siti, ha
permesso ai due poli turistici cilentani di poter rientrare
fra i primi musei e luoghi della cultura d’Italia a riaprire,
dando finalmente il via alla “fase 2” della cultura,
all’insegna della condivisione del nostro patrimonio
artistico, storico, sociale e culturale nel rispetto delle
linee guida illustrate dal Ministro Dario Franceschini in
materia di sicurezza. Fra i primi a sperimentare questa nuova
formula di fruizione, alcuni gruppi di ragazzi autistici
accompagnati dalle proprie famiglie a cui verrà consegnata
un’agenda visiva con un percorso formativo accuratamente
congegnato per gli ospiti con bisogni speciali che riprende i
personaggi del fumetto “Ippocrates e Jones” realizzato dalla
Direzione generale dei musei per il progetto “Fumetti nei
musei”. Dalla collaborazione, poi, con Legambiente, nasce un
nuovo spazio, denominato il “Parco dei piccoli”, appositamente
concepito per garantire ai bambini il piacere del gioco
all’aperto. Fra le misure di sicurezza adottate per la
riapertura dei parchi, agli avventori sarà richiesto di
indossare una mascherina protettiva e di misurare la propria
temperatura corporea, a mezzo di termo-scanner, prima di
effettuare l’ingresso nel parco, di cui potranno visitare gli
ambienti seguendo un percorso obbligato progettato al fine di
prevenire eventuali assembramenti. Lungo questo il percorso, e
in altri ambienti del parco, saranno poi messi a disposizione
degli avventori dei distributori di gel sanificante con cui
potranno detergersi le mani. Grazie, poi, alle notevoli
modifiche apportate all’App Paestum, sarà possibile monitorare
, in tempo reale, gli spostamenti dei visitatori nell’area
archeologica di Paestum: messaggi di alert avvertiranno il
personale competente del mancato rispetto delle distanze di
sicurezza in un area che si estende per circa 20 ettari. Le
visite, in entrambi i parchi, saranno mediate da guide locali
e i biglietti potranno essere acquistati online con la
possibilità di prenotare queste stesse per fasce orarie. Gli
eventi previsti per il 2020, tuttavia, resteranno sospesi fino
a nuovo ordine, tranne che per la kermesse “Posidonia città
d’acqua. Archeologia e Cambiamenti climatici” prevista per il
6 Settembre 2020. Rimarranno attivi anche i dispositivi di
videomapping della facciata del Tempio di Nettuno, a cura di
Alessandra Franco.

Le        Ricette        del
Nutrizionista:Cuscus,     il
piatto della contaminazione
È per eccellenza uno degli alimenti più tradizionali del
Nordafrica, tanto da poterlo definire “piatto nazionale” dei
Berberi. Ricavato dallo sminuzzamento dei semi di grano duro,
il cuscus ricorda la polenta, sebbene i suoi chicchi siano più
grossolani
Di Angelo Persico

Il cuscus (in francese couscous o cous cous) è un alimento
tipico del Nordafrica, della Sicilia e della Sardegna
sudoccidentale. È per eccellenza uno degli alimenti più
tradizionali del Nordafrica, tanto da poterlo definire “piatto
nazionale” dei Berberi. Nell’ undicesimo secolo, con la
conquista arabo-islamica, il cuscus si diffuse in tutta la
parte settentrionale dell’Africa. Da lì fu poi portato in
Spagna, nella regione meridionale dell’Andalusia e quindi
lungo tutto il mediterraneo. Mentre in Europa settentrionale,
troviamo uno dei primi riferimenti relativi a questo cibo in
Bretagna, in una lettera del 1699, sebbene già molto prima,
era stato descritto in Provenza dal viaggiatore Jean Jacques
Bouchard che scrive di averlo assaggiato a Tolone, nel
1630. Ricavato dallo sminuzzamento dei semi di grano duro, il
cuscus ricorda la polenta, sebbene i suoi chicchi siano più
grossolani. È un alimento calorico, costituito principalmente
da amido , ma con un buon apporto di fibra alimentare e alcune
vitamine idrosolubili del gruppo B. Va ricordato che contiene
glutine e quindi è un cibo non adatto alla dieta dei celiaci,
ma non lattosio e né tantomeno istamina. Nonostante sia un
alimento energetico, va precisato tuttavia, che le sue calorie
si riferiscono in genere all’alimento a crudo. Tale apporto
calorico si riduce a circa 1/3 in seguito alla cottura,
mediante l’assorbimento di acqua, che ne triplica volume e
peso. Inoltre calorico non vuol dire “ipercalorico”: questo
significa che, nella giusta quantità e cucinato in maniera
sana e con i giusti abbinamenti, può essere incluso, proprio
come la pasta, anche in una dieta dimagrante. Fra i sali
minerali ricordiamo la cospicua presenza di fosforo e, in
misura minore di ferro, zinco e potassio. Ricordiamo anche che
più di recente, oltre al classico cuscus in commercio sono
reperibili diversi tipi di cuscus integrale, con un maggior
apporto di fibra, ideale soprattutto per chi soffre di
stitichezza. Come nutrizionista lo consiglio soprattutto per
la preparazione di piatti unici, che risultano visivamente più
abbondanti ma anche invitanti e quindi potrebbero aiutare a
placare la fame durante una dieta dimagrante. Oggi propongo
cuscus di pesce con verdure allo zafferano, che è un piatto
unico colorato, nutrizionalmente completo e gustosissimo.
Questa pietanza che prende spunto dalla tradizione siciliana –
ma più light – riesce a mettere insieme carboidrati, vitamine,
sali minerali e proteine. Inoltre è molto comodo, in quanto
può essere gustato anche freddo e quindi utilizzato come
pranzo fuori casa.Di seguito la ricetta (ingredienti per 2
persone): 1) Da parte lessare il pesce (io ho utilizzato 100
grammi di calamaro, 100 g di seppia e una manciata di
gamberetti che ho unito alla fine). Scolarlo e tagliarlo a
pezzetti. Conservare il brodo di cottura del pesce che servirà
successivamente per il cous cous. 2) In una padella cuocere in
un mestolo d’acqua o brodo della cipollina di Tropea, 1 carota
e 1 zucchina. Lasciarle cuocere fino a cottura desiderata (io
consiglio di lasciarle un po’ “croccanti”). 3) Cuocere il cous
cous (100 g) secondo le indicazioni riportate sulla
confezione, utilizzando il brodo di pesce al posto dell’acqua.
Sciogliere nel brodo 1 bustina di zafferano, prima di versarlo
sul cuscus. 4) Unire gli ingredienti, mescolando in modo da
amalgamarli. Condire con un filo d’olio EVO a crudo e decorare
con qualche fogliolina di menta. Il piatto è pronto!
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