Franceschini: Porto Vecchio è interesse nazionale

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16 Marzo 2020 -

Franceschini: Porto Vecchio è
interesse nazionale

TRIESTE – «Il recupero del Porto Vecchio può essere un’opera del Paese, di
vero interesse nazionale». E’ il giudizio espresso a Roma dal ministro dei
Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso
di un incontro con la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora
Serracchiani.
«Il recupero di un’area di questa tipologia, estremamente particolare e
pregiata anche per il fatto di essere ancora integra, può essere l’occasione
– ha osservato Serracchiani – per fare un grande investimento». L’obiettivo,
infatti, ha spiegato Serracchiani, è «coinvolgere investitori pubblici e
privati, cogliendo l’opportunità di attingere a fondi comunitari. E proprio
con l’intento di accelerare e rendere concrete le ipotesi abbozzate abbiamo
già preso accordi per incontrarci nuovamente e verificare i contenuti
dell’accordo di programma».
Insomma il Porto Vecchio potrebbe essere una occasione con «tutte le
caratteristiche necessarie per valorizzare la città di Trieste e un esteso
hinterland, contemperando le esigenze della tutela architettonica e
dell’attualità – ha proseguito Serracchiani -. L’attenzione del Governo, già
dalla fase iniziale, è estremamente importante, anche in considerazione delle
dimensioni dell’intervento. Abbiamo deciso di svolgere assieme un
approfondito ragionamento sullo sviluppo dell’area – ha aggiunto la
presidente della Regione – e di impegnarci a cercare le condizioni per un
accordo di programma tra tutte le istituzioni interessate, dal livello
governativo a quello regionale e locale. Ciascun soggetto può contribuire in
base al proprio ruolo e competenze, affinché siano avviate le procedure di
recupero dell’area».
All’incontro era presente, per il comune di Trieste, l’assessore allo
Sviluppo e Attività economiche Edi Kraus.

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Boom di container a Venezia in Marzo

  VENEZIA – Record storico per i container nello scalo veneziano, negli
ultimi dodici mesi, da Aprile 2014 a Marzo 2015, l’Autorità portuale di
Venezia ha registrato una movimentazione di 475mila teu che, in valore
assoluto, supera il precedente record di 458mila teu, ottenuto nel 2011.
Nel dettaglio, i dati di traffico del settore container fanno infatti segnare
+ 17,7% nel primo trimestre 2015, nel corso del quale i container si
assestano a 125.612 teu (+ 17,7%) rispetto ai 106.641 dei primi tre mesi del
2014.
Un indicatore che trova conferma anche nei dati del mese di Marzo + 32,6% e
un trend che pone l’ambizioso, ma ora raggiungibile, obiettivo di portare lo
scalo lagunare a superare i 500mila teu l’anno.
L’Authority segnala in particolare, l’aumento di container pieni in export
ancor più rilevante dell’aumento dei container vuoti in import, che conferma
la vocazione all’export del porto veneziano a servizio delle imprese e dei
mercati dell’hinterland.
Complessivamente per il porto di Venezia nel primo trimestre sono passate 5,9
milioni di tonnellate di merci (+ 12%) il settore commerciale cresce del 5% e
quello petrolifero del 44,9%; scende invece il settore industriale (- 4,9%).
Per quanto riguarda le altre merceologie, mostrano quasi tutte un segno
positivo, crescono le rinfuse liquide (petrolio e raffinati) a Marzo + 64% (+
35% nel trimestre) e le merci varie in colli + 20% (+ 14% nel trimestre)
scendono invece le rinfuse solide (- 9% sul trimestre) ma restano positive le
movimentazioni di carbone (+ 6,3% nel trimestre) e minerali (+ 19%) un dato
che sottolinea quanto il 2014 sia stato un anno record per le rinfuse solide
cerealicole grazie ai raccolti particolarmente buoni del centro-est europeo.
Scende invece, la movimentazione dei passeggeri – 35,5% sempre nel primo
trimestre, per effetto delle limitazioni imposte al traffico delle grandi
navi.

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Nuovo quartier generale Msc a Genova

              Cardinale Angelo Bagnasco – Arcivescovo di Genova
    Franco Zuccarino – Presidente e Amministratore Delegato dell’Agenzia
                              Marittima Le Navi
         Luca Lotti – Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
          Luigi Merlo – Presidente dell’Autorità Portuale di Genova
             Claudio Burlando – Presidente della Regione Liguria

GENOVA – Sono state inaugurate nel capoluogo ligure le “Torri Msc”, due nuove
costruzioni localizzate in via Balleydier nell’area di San Benigno (costo
dell’opera 51 milioni di euro). Ospitano dalla fine dello scorso mese di
Marzo il quartier generale del Gruppo “Msc”, secondo player al mondo di navi
portacontenitori. Ad accogliere gli ospiti, fra i quali erano presenti le
massime rappresentanze delle Istituzioni regionali, i vertici del Gruppo
“Msc” e numerosi operatori internazionali del settore dello shipping e dei
trasporti. Prima della visita ai nuovi locali, la benedizione del cardinale
Bagnasco e per concludere una cena per gli ospiti, il presidente e
amministratore delegato dell’agenzia marittima Le Navi, Franco Zuccarino ha
tenuto una conferenza stampa.
«La scelta di un nuovo quartier generale è un segnale importaante che abbiamo
voluto dare a tutta la città e a tutta la regione. L’agenzia maittima Le Navi
è nata a Genova quaranta anni fa e non ha mai abbandonato il capoluogo
ligure. Oggi la sola sede genovese de Le Navi impiega 217 dipendenti che
salgono a oltre 500 con quelli delle filiali dislocate in tutta Italia. Il
Gruppo “Msc” crede in questa città e nelle sue potenzialità, qui tutti noi
intendiamo lavorare e crescere. Prova ne sono i 500mila teu e i 671mila
passeggeri movimentati lo scorso anno tra il porto genovese e quello di
Spezia».
Durante l’incontro, molto partecipato come detto in apertura non è mancata
una “previsione” dell’armatore Gian Luigi Aponte, fondatore e proprietario
della Mediterranean Shipping Company che schiera una flotta di 500 navi.
«Nel 2015, nella movimentazione di contenitori dall’Italia verso l’estero
cresceremo sicuramente del 20-25%, perché credo che l’economia mondiale si

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sia equilibrata nel giusto senso. Il dollaro è tornato ad essere forte e
l’euro è sceso ad un livello “decoroso”, dopo che sfortunatamente, per sei
anni, è stato mantenuto elevato artificialmente ed ha rovinato l’Europa. Il
ritorno del dollaro ai giusti livelli, darà vita ad un boom economico in
Europa e in Italia. L’esportazione crescerà moltissimo, l’importazione
diminuirà e l’economia interna del Paese si svilupperà molto di più in virtù
di questo cambiamento dei livelli monetari. I consumi miglioreranno e
determinate materie anziché essere importate dall’Oriente saranno prodotte in
Italia».
L’armatore si è quindi soffermato sui porti e ad una nostra precisa domanda
che chiedeva che cosa bisogna fare per .avvicinarci al nord Europa ha detto:
«Occorre ridisegnare la mappatura dei porti italiani. In Italia bisognerebbe
svilupparne quattro o cinque al massimo. Sono più che sufficienti. E poi
sviluppare molto i porti interni, i dry port. La pianificazione va fatta “a
livello centrale e non regionale”. Non sono io il ministro delle
Infrastrutture – ha concluso Aponte -, ma secondo il mio parere, i porti e le
infrastrutture devono essere gestiti a livello centrale per poter fare una
strategia dando delle priorità. Basterebbe che lo facesse il ministro dei
Trasporti e delle Infrastrutture con un tavolo di addetti ai lavori. Lo
sviluppo degli interporti, consentirebbe infine, una logistica via treno
migliore e con una distribuzione dai terminal interni su gomma».
Durante la serata è stata fatta anche la “storia” dell’agenzia marittima Le
Navi che nasce a Genova nel 1974, ponendosi da subito come punto di
riferimento per il settore dello shipping soprattutto per quanto riguarda
l’area del Maghreb e i mercati del Sud America Costa Pacifica. La svolta
risale però all’anno successivo, quando giunge alla guida dell’azienda Franco
Zuccarino che acquisisce la rappresentanza di Mediterranean Shipping Company,
di Empremar e di alcune primarie compagnie operanti in Sud America e Asia. A
partire dal 1996 l’agenzia marittima Le Navi stabilisce un rapporto
monomandatario con la compagnia di Gianluigi Aponte: una partnership
vincente, in concomitanza con la rapida espansione che ha consentito al
Gruppo Msc di diventare in pochi anni il secondo operatore portacontainer al
mondo in termini di flotta e di capacità di stiva. In oltre quarant’anni di
attività, la sede non è mai stata spostata da Genova: nel tempo sono state
però inaugurate ben 9 filiali a La Spezia, Torino, Milano, Bologna, Roma,
Napoli, Bari, Gioia Tauro e Civitavecchia e 7 sub-agenzie a Trieste, Ravenna,
Ancona, Palermo, Catania, Pozzallo e Venezia.
Msc è il secondo player al mondo grazie a una flotta di 500 navi

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portacontainer, 52 nuove unità in costruzione e una capacità di stiva pari a
2,5 milioni di teu. Nel 2014 ha movimentato nei porti italiani un totale di
1.160.000 teu, di cui 500mila in Liguria, tra il porto di Genova e quello di
Spezia.

Obama cancella Cuba dalla «lista nera»

NEW YORK – Con un nuovo significativo passo verso la normalizzazione delle
relazioni diplomatiche tra Washington e l’Avana, Barack Obama ha deciso di
depennare Cuba dalla “lista nera” dei Paesi che sostengono il terrorismo. Una
decisione sollecitata dal governo cubano, che ha subito espresso
soddisfazione, ma che negli Usa ha anche sollevato aspre critiche da parte di
diversi alti esponenti repubblicani, in particolare di coloro che sperano di
ottenere la candidatura alla elezioni presidenziali del 2016.
Si tratta però di una mossa che era ampiamente attesa, in particolare dopo
l’incontro di Obama con Raul Castro a Panama, sabato scorso, e che è maturata
grazie ad una revisione della “lista” da parte del Dipartimento di Stato. Una
revisione effettuata in base a diversi parametri e informazioni di
intelligence, che ha portato a stabilire che «il governo cubano non ha
fornito alcun sostegno al terrorismo internazionale negli ultimi sei mesi» e
«ha fornito rassicurazioni che non sosterrà atti di terrorismo in futuro»,
come ha affermato Obama in un’informativa spedita al Congresso.
Il presidente non ha bisogno di una approvazione formale da parte del
Congresso, che però ha 45 giorni di tempo per compiere una analisi della sua
decisione e eventualmente promuovere una apposita legge per bloccarla;
un’eventualità che però è considerata quantomeno improbabile. Tuttavia, il
senatore di origini cubane Marco Rubio, che lunedì ha annunciato la sua
candidatura alla Casa Bianca, l’ha già definita un passo «terribile», perchè
«invia ai nostri nemici all’estero il messaggio agghiacciante che la Casa
Bianca non è più seria nel chiamare il terrorismo col suo vero nome». Per
l’ex governatore della Florida Jeb Bush, in questo modo Obama «ha abbracciato
l’oppressivo dittatore di Cuba».
Ma ci sono anche numerosi esponenti politici di entrambi gli schieramenti che

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approvano la decisione di Obama, così come, secondo diversi sondaggi, la
maggioranza degli americani.
Josefina Vidal, direttore delle relazioni con gli Usa al ministero degli
Esteri di Cuba, ha espresso soddisfazione, affermando in un comunicato che
«il governo cubano riconosce la giusta decisione del presidente degli Stati
Uniti di cancellare Cuba da una lista in cui ha mai meritato di comparire».
Era «un imprescindibile passo prima della ripresa di rapporti bilaterali» ha
scritto il sito web dell’Avana “Cubadebate”.
Cuba fu iscritta nella “lista nera” in piena guerra fredda, nel 1982, per il
suo sostegno a gruppi ribelli comunisti dell’ America Latina, alle Farc
colombiane, all’organizzazione basca Eta. Ora, che è stata depennata, il
prossimo passo della marcia di riavvicinamento iniziata il 17 Dicembre con lo
storico annuncio in contemporanea di Obama e Castro, sarà con ogni
probabilità la riapertura dell’ambasciata americana all’Avana e di quella
cubana a Washington. Non ci sono ancora indicazioni sui tempi, ma c’è chi è
pronto a scommettere che, dopo oltre 50 anni, non ci sarà più molto da
attendere.

Ambiente e tecnologia navale al
Propeller Trieste

TRIESTE – Martedì prossimo, 21 Aprile, con inizio alle 18.30, all’Hotel Greif
Maria Theresia di Viale Miramare, l’International Propeller Club Port of
Trieste terrà un incontro dedicato alle nuove normative attinenti alla
riduzione delle emissioni sulfuree e con particolare riferimento alle
relative ricadute e sviluppi nel comparto marittimo.
Relatori all’incontro Massimiliano Rimaboschi (Studio Legale Rimaboschi),
Giorgio Cigui (Ufficio Rina di Trieste), Carlo Contessi (general manager Ship
power-application development di Wartsila Italia), Giorgio Sulligoi
(Dipartimento Ingegneria ed Architettura dell’Università di Trieste), Carlo
Franzosini (Area protetta marina di Miramare).
La crescente attenzione verso le problematiche ambientali ha spinto la

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Comunità europea a disciplinare in modo più determinato e stringente la
materia delle emissioni sulfuree con riguardo anche all’ambito marittimo.
La direttiva comunitaria 2012/33 è solo l’ultimo tassello di una serie di
interventi e provvedimenti progressivamente recepiti anche in Italia. Quali
saranno gli sviluppi che ne deriveranno nei diversi campi d’applicazione? In
che modo l’industria marittima ha risposto e risponderà all’esigenza di
essere sempre più “environmentally friendly”? Che impatto ha avuto la
normativa internazionale sullo sviluppo tecnologico nella propulsione navale
e qual’ è l’attuale dinamica della produzione e del mercato?
A questi ed altri quesiti cercheranno di dare una risposta gli esperti del
settore seduti al tavolo dei relatori, moderati dal giornalista Riccardo
Coretti.

Due unità per Marina Militare da
Fincantieri

  ROMA – Orizzonte Sistemi Navali spa, joint venture tra Fincantieri (51%) e
Finmeccanica (49%), e prime contractor per l’Italia nell’ambito del programma
internazionale italo-francese Fremm (Fregate europee multi missione), ha
ricevuto da “Occar” (l’Organizzazione congiunta di cooperazione europea in
materia di armamenti) la comunicazione dell’esercizio dell’opzione per la
costruzione della nona e decima unità, a completamento della fornitura alla
Marina Militare italiana di una serie di dieci navi. Il valore dell’ordine
per Orizzonte Sistemi Navali è pari a 764 milioni di euro.
Anche queste unità, la cui consegna è prevista dopo il 2020, al pari delle
precedenti saranno caratterizzate da un’elevata flessibilità d’impiego e
avranno la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. Avranno una
lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno
carico di circa 6.700 tonnellate. Potranno raggiungere una velocità superiore
ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200
persone.
Le navi del programma Fremm rappresentano lo stato dell’arte della difesa

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italiana ed europea e sostituiranno le fregate della classe “Lupo” e della
classe “Maestrale”, costruite da Fincantieri negli anni Settanta e destinate
ad essere radiate dalla flotta.
A margine dell’annuncio l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe
Bono ha dichiarato: «Considerato lo sforzo che lo Stato italiano compie, ci
attendiamo che i nostri lavoratori e quelli di tutte le aziende che
beneficiano di queste commesse si adoperino al fine di consentire il
raggiungimento di un livello di efficienza tale da permettere di ridurre i
costi del prodotto finale, a vantaggio di tutto il Paese».
«Il programma italo-francese per le nuove Fremm – ha dichiarato
l’amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica, Mauro Moretti
– è il più importante programma militare in ambito navale mai realizzato a
livello europeo. I sistemi prodotti da Finmeccanica e imbarcati sulle diverse
unità navali consentono di gestire scenari operativi diversi ed in continua
evoluzione con tecnologie all’avanguardia».

Bilancio Anas in utile presto nuovo
presidente

ROMA – Il bilancio dell’Anas, «chiude in utile da sette anni consecutivi», ha
affermato in una nota il presidente dimissionario Pietro Ciucci commentando
ieri il voto del Cda che lo ha approvato. Al positivo risultato, ha aggiunto,
ha contribuito «in maniera determinante la politica di contenimento dei costi
di gestione perseguita dall’azienda, in linea con la normativa in materia di
spending review». Il presidente ha sottolineato anche che il risultato «è già
al netto della quota di versamento dovuto allo Stato a fronte della riduzione
dei consumi intermedi e tiene conto dell’effetto negativo, quantificabile in
13,5 milioni di euro, determinato dalla svalutazione dei crediti, prevista
dal decreto legge Sblocca-Italia».
Il bilancio d’esercizio 2014 dell’Anas si è chiuso con un utile di 17,6
milioni di euro, in significativo miglioramento rispetto al 2013, che si era
chiuso con un utile di 3 milioni.

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Attualmente l’Anas «è fortemente impegnata nel dare attuazione nei tempi più
brevi al Piano ordinario e straordinario di investimenti deciso dalle
autorità di Governo – continua Ciucci – per colmare il gap infrastrutturale
del nostro Paese con i partner europei e per favorire il superamento della
crisi». Gli investimenti in nuove opere e in interventi di manutenzione
straordinaria nel corso del 2014 sono stati pari a 2.140 milioni di euro.
Secondo la nota, sono state portate a termine 26 opere con l’apertura al
traffico di 130 km di strade e autostrade per un investimento di oltre 3
miliardi di euro. Alla data del 31 dicembre 2014 – prosegue la nota – i
lavori in esecuzione per nuove opere ammontano a circa 8 miliardi di euro e
riguardano 78 cantieri lungo i principali itinerari del Paese. Per quanto
riguarda, in particolare, la nuova Salerno – Reggio Calabria, ad oggi sono
stati realizzati 355 km, mentre è attualmente in corso la gara per la
realizzazione del tratto tra il viadotto Stupino ed Altilia per 6 km,
finanziato dalla Legge di stabilità 2014. Il cda ha convocato l’assemblea
degli azionisti per il prossimo 18 Maggio per l’approvazione del bilancio
nonché, in relazione alle dimissioni presentate dal presidente Ciucci, per la
nomina del nuovo consiglio di amministrazione.

Sia export che import in crescita
tendenziale

ROMA – Rispetto al mese precedente, a Febbraio l’Istat rileva una crescita
per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più ampia per le esportazioni
(+ 2,5%) che per l’import (+ 0,6%). L’incremento congiunturale dell’export è
determinato da una crescita delle vendite particolarmente sostenuta verso i
mercati extra Ue (+ 4,5%), a fronte di un incremento più limitato (+ 0,8%)
verso l’area Ue. I beni strumentali (+ 7,6%), i beni di consumo durevoli (+
3,9%) e i prodotti energetici (+ 2,7%) sono in espansione.
L’aumento congiunturale dell’import – secondo l’Istat – è principalmente
determinato dall’area extra Ue (+ 1,1%). La crescita è diffusa a tutti i
principali raggruppamenti di beni, a eccezione dei prodotti intermedi (-

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1,8%) e dei prodotti energetici (- 1,3%).
Nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export (+ 1,1%) risulta
positiva per entrambe le aree di interscambio. Al netto dei prodotti
energetici la crescita è più sostenuta (+ 1,8%), con i beni di consumo
durevoli (+ 3,2%) in rilevante espansione.
A Febbraio l’incremento tendenziale delle esportazioni (+ 3,7%) è trainato
dalle vendite verso l’area extra Ue (+ 7,1%). L’aumento in valore riflette la
positiva dinamica sia dei valori medi unitari (+ 2,4%), sia dei volumi (+
1,3%).
Nello stesso mese, il contenuto incremento tendenziale dell’import (+ 1,0%) è
la sintesi della crescita degli acquisti dall’area Ue (+ 4,9%) e della
flessione (- 4,1%) dall’area extra Ue. Al netto dei prodotti energetici (-
27,8%), si registra una marcata crescita tendenziale (+ 6,8%).
Sempre nl mese di Febbraio, l’avanzo commerciale è di 3,5 miliardi (+ 2,7 mld
su Febbraio 2014). Al netto dell’energia, la bilancia risulta in attivo per
6,1 miliardi.
Nel mese in esame, inoltre, la crescita tendenziale dell’export è
particolarmente sostenuta per Stati Uniti (+ 48,5%) e Repubblica Ceca (+
14,3%). Anche Polonia (+ 10,8%) e Turchia (+ 10,6%) sono in forte espansione.
In marcata crescita le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+
32,8%) e solo autoveicoli (+ 31,6%).
Gli acquisti da Stati Uniti (+ 20,5%) e Cina (+ 18,1%) e di mezzi di
trasporto, esclusi autoveicoli (+ 30,1%) e solo autoveicoli (+ 19,1%) sono in
forte crescita.

Anversa: nel trimestre 2,351 milioni
di teu

ANVERSA – (M. B.) Nei primi tre mesi di quest’anno, iI porto di Anversa ha
gestito un volume di merci di 51.023.670 tonnellate, il 5,9% in più rispetto
allo stesso periodo dello scorso anno. Il traffico contenitori ha visto una
forte espansione, così come ha mostrato una solida crescita anche il comparto

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delle rinfuse liquide.
L’Autorità portuale di Anversa si è detta molto soddisfatta di questi
risultati, ciò nonostante, mantiene un cauto ottimismo per il prosieguo
dell’anno a causa della continua turbolenza e volatilità del mercato.
La quantità della merce containerizzata è aumentata dell’ 8,5%, a 28.216.101
tonnellate. In termini numerici, sono stati movimentati 2.351.299 teu, con un
incremento del 9,5% rispetto al primo trimestre del 2014.
Per contro, il volume ro-ro ha accusato una contrazione dell’ 8,7% a
1.081.344 tonnellate, con un calo del numero delle auto del 6,9% a 291.900
unità. Diminuito anche il volume delle merci convenzionali, – 3,5%, con
2.322.921 tonnellate. Con 1.566.113 tonnellate la quantità di acciaio gestito
nel porto belga, è praticamente la stessa dello scorso anno (+ 0,3%). Balzo
negativo, invece, nel segmento breakbulk, dovuto tra l’altro a una
diminuzione della quantità di frutta movimentata (- 37,7%) a 173.321
tonnellate.
Il comparto delle rinfuse liquide, sempre nei primi tre mesi del 2015,
registra un aumentato del 4,7% a 15.801.788 tonnellate. I prodotti derivati
del petrolio ammontano a 11.931.034 tonnellate, con un incremento dell’ 8,0%.
Al contrario, risultano in contrazione, i prodotti chimici (- 3,0% a
2.650.778 tonnellate) e il petrolio greggio (- 7,0% a 1.135.059 tonnellate).
Per quanto concerne le rinfuse solide, il loro volume nel trimestre è
arrivato a 3.601.516 tonnellate, con un incremento del 3,6% rispetto ai primi
tre mesi del 2014. La crescita è dovuta alla quantità di sabbia e ghiaia,
aumentata del 63,3% a 541.293 tonnellate.
Nel periodo in esame, è aumentata anche la quantità di carbone movimentato
nel porto, + 24,6% a 373.829 tonnellate.
Le statistiche diffuse dalla Port Authority, riguardano infine, il numero di
navi che hanno fanno scalo ad Anversa: 3.408, ovvero l’1% in meno rispetto
allo stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia, la stazza lorda complessiva
è aumentata del 4,2% a 83.804.319 tonnellate.

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Confetra condivide perplessità M5S su
bando «Pln»

ROMA – «Il mercato non è disposto a pagare per servizi che ormai hanno tutte
le più importanti flotte di autotrasporto e le case di spedizioni»: questo il
commento di Confetra in merito alla scelta di affidare, ad un soggetto
privato, ad un cosi detto promotore, la realizzazione dell’estensione della
Piattaforma logistica nazionale (Pln) e la sua gestione per i prossimi venti
anni. La piattaforma di tipo “Its” (Intelligent network system), programmata
da Uirnet, soggetto pubblico responsabile del sistema logistico nazionale, è
mirata a consentire il dialogo integrato degli attori intermodali e diversi
“buffer” di compensazione per la gestione ottimale dei flussi di traffico da
e per i nodi del sistema logistico, della catena logistica.
  La preoccupazione di Confetra, ribadita anche a sostegno della recente
  interrogazione presentata dall’onorevole Diego De Lorenzis (nella foto)
(Movimento 5 Stelle) al ministro Graziano Delrio proprio sull’argomento.
Ad aggiudicarsi l’appalto è stato il raggruppamento temporaneo di imprese
(Rti) formato da “HP enterprise services Italia srl”, da “F. A. I. Service
società cooperativa” e da Vitrociset. L’impegno per Rti e quello di
finanziare l’operazione con l’apporto di almeno 20 milioni di euro e di
corrispondere a Uirnet un canone annuo di almeno 2 milioni e mzzo di euro a
partire dall’anno 2015.
«Si tratta di soggetti giuridici di natura privatistica che – rileva De
Lorenzis – si troveranno a gestire dati tanto sensibili attinenti la
piattaforma logistica nazionale ed in un ruolo che dovrebbe essere di
assoluta imparzialità» che, secondo l’onorevole del Movimento 5 Stelle
«appare in nuce tradita dal, tutt’altro che potenziale, conflitto di
interesse generato dalla circostanza che si tratta, nel caso della Fai
Service, di un’emanazione di un’associazione di categoria del trasporto».
«I rilevanti interessi economici che necessariamente guidano l’attività dei
soggetti privati – prosegue De Lorenzis – si pongono in forte attrito con la
“mission” istituzionale volta alla realizzazione dell’interesse pubblico,
ragion per cui sarebbe stato ben più utile ricorrere ad una società di natura
pubblica».
Nel tempo Uirnet – ricorda il parlamentare – ha fruito di un rilevante

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contributo pubblico (25,3 milioni di euro per la piattaforma e 15,2 milioni
per il progetto security) «di cui occorre render conto, specie in
considerazione del prossimo graduale traghettamento verso altri soggetti, tra
l’altro di natura privata».
Al ministro Delrio l’onorevole De Lorenzis chiede quindi di riferire «circa
la scelta di attivare una procedura mediante pubblicazione di bando
finalizzato alla presentazione di offerte col meccanismo della finanza di
progetto e non della concessione, facendo specifico riferimento allo studio
di fattibilità posto alla base della decisione» e sulla scelta «di avvalersi
di un soggetto privato» sollecitando accertamenti «per la verifica dei
requisiti dei singoli soggetti del Rti ai fini di escludere ipotesi, anche
potenziali, di conflitto di interesse» e sulle «specifiche competenze
tecniche del raggruppamento temporaneo di impresa».
Le perplessità di De Lorenzis sono pienamente condivise da Confetra che «da
tempo – si legge in una nota – sostiene, con ripetute sollecitazioni ai
diversi Ministri, che il sistema logistico non sopporterà ulteriori costi per
strutture inutili e “grandi fratelli” affidati a soggetti non meritevoli. E’
scontato che i cosiddetti promotori della Piattaforma logistica nazionale
continueranno ad avere necessità di finanziamenti».

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                               Marzo 2020 -
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