Svolta epocale per il porto di Trieste

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24 Agosto 2022 -

Svolta epocale per il porto di Trieste

               Delrio, Serracchiani e D’Agostino ieri a Trieste

TRIESTE – Punto di svolta per il porto di Trieste: lo scalo ha finalmente un
decreto che consente di gestire con chiarezza i suoi punti franchi. Il
ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio ha firmato ieri
mattina a Trieste nella sede della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia il
decreto attuativo sui punti franchi, alla presenza della presidente Debora
Serracchiani e del presidente dell’AdSp del Mare Adriatico orientale, Zeno
D’Agostino.
«È una data epocale – ha detto D’Agostino – perché in meno di un anno abbiamo
reso operativo uno strumento che per 23 anni nessuno ha avuto la forza, ma
soprattutto la voglia, di portare a compimento. Convegni, proclami e
strumentalizzazioni sull’argomento, ma nessun atto concreto. Solo grazie al
lavoro sinergico svolto assieme alla presidente della Regione Debora
Serracchiani, all’Agenzia delle Dogane e al Governo, si è arrivati a una
svolta definitiva sull’annosa questione del Porto Franco Internazionale di
Trieste».
Il presidente dell’AdSp ha inoltre evidenziato che «la mancanza di un testo
normativo sull’argomento, previsto già dalla precedente legge di riforma sui
porti (L. 84/94) ma mai realizzato, ha comportato che la gestione dei punti
franchi si sostenesse fino ad oggi, grazie alla collaborazione tra le
Amministrazioni coinvolte nella gestione dello scalo. Naturalmente una
situazione come questa non è riuscita a determinare l’effettivo sviluppo
delle enormi potenzialità che questo regime comporta. Oggi si apre una nuova
era per il porto e per Trieste».
Con l’emanazione del nuovo decreto – previsto dal Decreto legislativo del 4
Agosto 2016, che ha creato le nuove Autorità di Sistema portuale – si
semplifica la gestione dei punti franchi, rendendoli più efficienti e più
funzionali alle sfide globali che in questa fase storica il porto di Trieste
è chiamato a sostenere.
Dettaglio di rilievo è che, a differenza delle proposte passate, il presente
decreto ha riconosciuto in modo organico l’attuale vigenza della normativa
internazionale che caratterizza i punti franchi triestini, ma soprattutto ha
evidenziato come l’Italia sia ancora impegnata nel rispetto della volontà del

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legislatore internazionale. Non a caso i richiami espliciti del decreto
all’Allegato VIII del Trattato Internazionale di pace del 1947, al memorandum
di Londra del 1954, ai decreti del commissario del Governo del 1955 e del
1959, testimoniano da parte governativa la vocazione internazionale dello
scalo giuliano, come unicum nel panorama del nostro Paese.
Tra i contenuti salienti del decreto, l’attribuzione all’AdSp del Mare
Adriatico orientale del potere di modificare l’area dei punti franchi. E’ di
certo la novità più importante, che attualizza i principi contenuti
nell’Allegato VIII del Trattato di pace agli artt. 18-20: il nuovo decreto
prevede che tale valutazione sia in capo al presidente del porto, quale
soggetto istituzionalmente deputato alla gestione dei punti franchi.
L’Autorità avrà anche il potere di autorizzare le attività di manipolazione e
trasformazione industriale delle merci nei punti franchi, fornendo assistenza
tecnica agli investitori.
Potrà inoltre riorganizzare le aree del Porto Franco per rispondere alle
molteplici esigenze del commercio internazionale, prevedendo l’individuazione
di aree specifiche da destinare alle attività industriali quali stoccaggio,
manipolazione, trasformazione, e di aree in cui concentrare le attività del
settore logistico legate al transito della merce. Importante il riferimento
allo sviluppo ferroviario con l’attribuzione all’Authority del compito di
potenziare i collegamenti ferroviari e di vigilare sul rispetto delle regole
di utilizzo delle infrastrutture. Infine non potevano mancare i compiti della
promozione internazionale e della gestione della formazione, aspetti che
rivestiranno un’importanza cruciale per il rilancio in chiave innovativa dei
punti franchi triestini.
«Il Porto Franco ha quasi 300 anni – ha concluso D’Agostino – ma con questo
decreto lo abbiamo riportato a nuova vita. Ora potremo dare certezze agli
investitori internazionali e far diventare questo status una leva strategica
da integrare con i poteri di pianificazione e i compiti di promozione propri
dell’ente per un vero decollo del porto e del suo sistema logistico in ambito
internazionale. Penso soprattutto agli sviluppi della Via della Seta, da oggi
potremo giocare un ruolo finalmente decisivo: non saremo più solo un porto,
ma un nodo chiave delle catene logistico industriali globali».
La presidente Debora Serracchiani, ha definito la firma del decreto «una
svolta epocale che segna un momento storico per il porto di Trieste: la firma
del decreto attuativo che norma il regime di punto franco internazionale
dello scalo giuliano. Il che, in concreto, significa la possibilità di poter
fare manifattura industriale, trasformazione delle merci e logistica in un

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sistema doganale unico in Europa. Lo sblocco di una situazione di stallo che
attendeva una soluzione operativa da sessant’anni».
E proprio il ministro Delrio ha voluto ribadire le formidabili opportunità
che si aprono per il porto di Trieste e di conseguenza per tutto il
territorio regionale: la garanzia di poter operare in uno spazio
extradoganale, la capacità di sviluppare impresa e l’offerta sui mercati
internazionali dell’unico porto franco in Europa.
«Una vocazione continentale, quella di Trieste, che – ha sottolineato il
ministro – fa parte della storia della città e che in questo caso può
diventare una forza trainante per l’intero Paese. Essere l’unico porto franco
in Europa significa per Trieste più facilità di accesso delle merci, extra
territorialità doganale, e quindi più competitività». «Questo riconoscimento
– ha concluso – rentra nella nostra visione del sistema portuale italiano
come unico. L’Italia deve porsi sempre più come porta del Sud e dell’Est
Europa. In questo senso Trieste rafforza l’interno sistema, non a scapito
degli altri, ma attraendo più traffici. Si rafforza la vocazione europea
dell’Italia che intende essere protagonista del sistema logistico e portuale
mondiale».
Serracchiani ha poi posto l’accento sulle prospettive occupazionali che il
decreto di fatto favorisce: «Un porto che da due anni si sta già sviluppando
con 250 posti in più e al quale adesso diamo un’ulteriore impennata che può
tradursi in tanti posti di lavoro».
Infine, il sindaco Roberto Dipiazza, intervenuto alla firma del decreto
attuativo, ha parlato di «un momento veramente storico per la nostra città.
Questo porterà veramente molto interesse, lavoro e sviluppo per Trieste. Oggi
credo che siamo l’unico scalo d’Europa Porto Franco. Mi sono emozionato
perché ho capito l’importanza della giornata. I triestini forse non si
ricordano, ma il Porto Franco era fermo da 20-30 anni. Oggi il decreto
attuativo lo sblocca, con grande opportunità di lavoro e crescita per la
nostra città».

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Il Gnl azzererà emissioni particolato

CATANIA – «Il Gnl azzererà le emissioni di particolato e abbasserà
notevolmente le emissioni di CO2. L’obiettivo è quello di creare poli di
stoccaggio per la produzione di Gas Naturale Liquefatto in Sicilia per una
riconversione energetica totalmente ecologica che coinvolgerà tutti, dai
piccoli pescherecci alle grandi ammiraglie del mare, cambiando radicalmente i
consumi e la qualità ambientale in tutta l’area del Mediterraneo». Lo ha
affermato il sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali
Giuseppe Castiglione a Catania durante un incontro sulle linee guida del
Piano strategico nazionale per la diffusione del Gas naturale liquefatto
(Gnl) e le prospettive di sviluppo per l’economia del mare nell’area
euromediterranea.
All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, l’eurodeputato Salvo Pogliese,
membro della Commissione Trasporti Ue, ed il direttore generale del Trasporto
marittimo Enrico Maria Pujia. Il sottosegretario ha aggiunto che «stiamo
anticipando gli investimenti sull’energia rinnovabile nel settore del
trasporto marittimo nel rispetto dei vincoli che impone l’Ue per il 2025».
«Catania – ha detto Pogliese – è di nuovo nella Ten-T Comprehensive network,
la rete che raggruppa le principali infrastrutture dell’Unione europea, una
posizione che permetterà alla Sicilia di accedere ai fondi provenienti da
Bruxelles. Cresce il traffico di traghetti e merci – ha aggiunto – e crescerà
ancora di più l’incidenza dei passeggeri provenienti dalle crociere con nuove
tecnologie. Ecco perché il sistema portuale di Catania e Augusta, con Gela in
futuro, deve essere antesignano rispetto all’utilizzo di carburanti ecologici
e compatibili che portano al risparmio energetico e al rispetto
dell’ambiente».

Al termine fase transitoria pesatura

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contenitori

GENOVA – Come stabilito dalla circolare del Comando generale del Corpo delle
Capitanerie di porto (133/2017), sabato primo Luglio, terminerà la fase
transitoria dell’implementazione delle regole sulla pesatura dei contenitori
(Vgm) in conformità alla Regola VI/2 della Convenzione Solas 74.
Il processo di documentazione del Vgm è in carico allo “shipper” (come
qualificato sulla polizza di carico o documento di trasporto marittimo) o in
carico di chi opera per nome e per conto di esso. Pertanto lo “shipper” deve
compilare la dichiarazione detta Shipping Document e conservarla per tre
mesi, per metterla a disposizione in sede di eventuali controlli.
In una sua circolare, Cosco Shipping Lines Italy sottolinea i requisiti
necessari alla documentazione del Vgm con il “Metodo 2”: lo shipper deve
essere in possesso di processi di gestione della qualità che comprendono le
attività di pesatura conformi alle direttive dello stato dove si completa il
contenitore (esempio: ISO 9001), se già in possesso di autorizzazioni Aeo
(Aeos / Aeoc) esso deve avere procedure aziendali conformi e documentate alle
linee guida sul Vgm.
Se si intende utilizzare il “Metodo 2”, bisogna dare comunicazione al reparto
competente del ministero via Pec allegando le certificazioni e la visura
camerale (o documento analogo in caso di stato estero).
Se si intende utilizzare il “Metodo 1”, la pesa certificata deve comunicare
la matricola, che deve essere riportata sullo Shipping Document.

Record a Los Angeles: 9 milioni di teu

SAN PEDRO – Il porto di Los Angeles ha stabilito il nuovo record di
contenitori movimentati in un anno. La scorsa settimana, infatti, la nave
“Ever Sigma” della Evergreen Line, ha sbarcato nello scalo californiamo il
nono milioniesimo teu, fissando anche il nuovo primato di teu movimentati in
dodici mesi in qualsiasi porto del Nord America.

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«Nove milioni di teu rappresentano una pietra miliare per Los Angeles, ed è
per noi una grande soddisfazione che proprio Evergreen Line, nostro cliente
di lunga data, abbia sbarcato il contenitore che ha stabilito questo nuovo
record», ha dichiarato il direttore esecutivo del porto, Gene Seroka.
Da parte sua, Roy Amalfitano, vice presidente della Evergreen Shipping Agency
(America) Corporation ha dichiarato che «Evergreen, partner del porto di Los
Angeles da oltre 50 anni, è orgogliosa di essere la compagnia di navigazione
che ha sbarcato il nono milionesimo teu degli ultimi di dodici mesi.
Complimenti a tutti coloro che sono stati coinvolti, inclusi il capitano e
l’equipaggio della “Ever Sigma”, i lavoratori portuali della International
Longshore and Warehouse Union, il management del terminal Everport di Los
Angeles. Los Angeles rimane un importante e strategico gateway per Evergreen
e intendiamo accrescere la nostra attività nello scalo californiano».
Il periodo di dodici mesi in cui è stato raggiunto questo nuovo record, va
dal 1° Luglio 2016 al 30 Giugno 2017. Inoltre, lo scalo è anche in corsa per
concludere il 2017 con un volume superiore a quello dell’anno scorso.
Nel 2006, Los Angeles fu il primo porto a superare una movimentazione annua
di otto milioni di teu, un record decennale che è stato battuto nel 2016 con
un traffico di 8,8 milioni.
Quello di Los Angeles è il principale porto dell’America, fortemente
impegnato a sviluppare attività strategiche innovative e sostenibili a
beneficio dell’economia e della qualità della vita nella California del sud.
Come principale scalo del Nord America per volume di container e valore delle
merci, nel 2016 ha generato scambi per un valore di 272 miliardi di dollari.
Per capire meglio il suo impatto sulla popolazione locale, basti ricordare
che le operazioni portuali e le relazioni commerciali generate dal complesso
portuale di San Pedro Bay creano un posto di lavoro su nove nelle cinque
contee della Southern California.

Convegno a Livorno sui Depositi Iva

  LIVORNO – In Camera di Commercio si è tenuto ieri un interessante convegno
tecnico sulla materia fiscale dei Depositi Iva, è stato promosso nell’ambito

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della Convenzione stipulata tra la Direzione Interregionale delle Dogane per
la Toscana, la Sardegna e l’Umbria e la Camera di Commercio della Maremma e
del Tirreno.
Hanno aperto i saluti: Maurizio Macera, presidente del Consiglio territoriale
degli spedizionieri doganali di Firenze, e Mario Benvenutti, vice presidente.
Daniela Miele, funzionaria dell’Area legale dell’Agenzia delle Dogane e
Monopoli, Direzione Interregionale di Toscana, Sardegna e Umbria – Ufficio
delle Dogane di Livorno, è entrata nel vivo della recentissima modifica
normativa dell’art. 50 bis del D. L. 30 Agosto 1993, n. 331, che ha
interessato l’istituto del Deposito Iva; una relatrice d’eccezione,
specialista del settore e della materia, già conosciuta per i numerosi
seminari tenuti in passato.
Al seminario ha partecipato anche Adelia Soloperto della Direzione
provinciale dell’Agenzia delle entrate di Livorno per rispondere a quesiti
riguardandi specifiche circolari della stessa Agenzia.
La Dogana, nella persona della Miele, in un’ottica di collaborazione tra
Agenzie, ha richiesto la presenza all’evento anche dell’Agenzia delle Entrate
per il commento delle recenti circolari emanate dalla stessa a seguito delle
modifiche entrate in vigore dal primo Aprile 2017.
È stato spiegato ai numerosi operatori economici presenti,
importatori/imprese, agenzie marittime, case di spedizione, studi commerciali
e di avvocati, il contenuto della recentissima riforma normativa di Aprile a
seguito del decreto legge n. 193 del 22 ottobre 2016, che ha modificato
l’art. 50 bis, comma 6 del dl n. 331 del 1993 e demandato ad un nuovo Decreto
ministeriale del 23/2/2017 la normativa di dettaglio. Con schemi e una
disamina caso per caso, sono stati forniti importanti ragguagli agli
operatori e risposte ai quesiti pervenuti.
I Depositi Iva sono “luoghi privilegiati” in cui vengono immessi beni e le
merci in sospensione dell’imposta sul valore aggiunto Iva, sono speciali
strutture in cui gli operatori possono custodire le merci senza che le stesse
siano sottoposte alla relativa imposizione tributaria temporaneamente
differita.
Daniela Miele ha esposto una interessante panoramica dello sviluppo
dell’istituto a livello comunitario sottolineando come non tutti gli Stati
membri prevedono i depositi Iva, soprattutto in quegli Stati in cui le
procedure di rimborso dell’Iva sono molto rapide ed efficienti le procedure
di compensazione dell’imposta.
Ha precisato che nel 2011 l’istituto era già stato interessato da una

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importante modifica legislativa, volta a ridurre i le numerosi frodi
perpetrate a danno del gettito erariale con il D. L. 70/2011 (“decreto
sviluppo”), pertanto era stato modificato il comma 4 lett. b dell’art. 50 bis
del D. L. n. 331 del 1997, prevedendo la prestazione di una idonea garanzia,
per le merci Extra Ue immesse in libera pratica e introdotte in deposito Iva,
vincolata sino “all’estrazione del bene” dal deposito.
L’attuale nuova disciplina da una parte è volta a potenziare nuovamente le
misure antifrode e di evasione dell’Iva all’estrazione delle merci,
prevedendo nuovi oneri e responsabilità in capo ai gestori del deposito e al
versamento del tributo tramite F24 all’uscita dei beni dal deposito, ma da
contraltare positivo, ha anche esteso a qualsiasi tipologia di transazione e
beni l’utilizzo dello stesso, creando nuove opportunità di
commercializzazione prima precluse.
La funzionaria, esperta dell’agenzia doganale, ha evidenziato con premura gli
importanti vantaggi di tale istituto fiscale a favore degli scambi
commerciali, così riassunti:
– la funzione di convenienza finanziaria, che consente di rinviare ad un
momento successivo l’esborso economico del tributo e soltanto qualora vi sia
effettiva commercializzazione della merce nel territorio dello stato;
permette un recupero di liquidità differendo l’esborso finanziario.
– per tutto il tempo che le merci sono custodite all’interno del deposito
possono essere oggetto di cessioni a catena, nonché di lavorazioni e
manipolazioni oltre la semplice custodia dei beni nazionali e comunitari
senza pagamento dell’Iva all’interno della struttura (fino all’estrazione).
– gode di semplificazione in tema di rappresentanza (la cosiddetta
Rappresentanza Leggera del depositario), con ridotti obblighi e risparmio di
costi.
– influenza positivamente le scelte commerciali e strategiche aziendali
conservandone la competitività, consentendo l’acquisto di materie
prime/prodotti finiti per le esigenze di mercato quando il prezzo è più basso
o di rivenderle quando è più alto.

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Anita e Confindustria su misure
autotrasporto

ROMA – La conversione in Legge della cosiddetta “Manovrina” ha apportato
significative novità anche nel settore dell’autotrasporto, tra cui misure per
contrastare la concorrenza sleale e favorire la lotta all’abusivismo, lo
snellimento di alcuni oneri amministrativi, i fondi a favore
dell’intermodalità e ulteriori stanziamenti per le riduzioni compensate dei
pedaggi autostradali e interventi a sostegno della sicurezza stradale. Il
raggiungimento di tali risultati è frutto anche del grande lavoro di
collaborazione tra Confindustria e Anita, che si sono impegnate su queste
tematiche per incentivare l’efficienza e la competitività delle imprese
italiane e di tutto il sistema Paese.
«Lo shift intermodale – afferma Guido Ottolenghi, presidente del Comitato
tecnico di Confindustria su logistica, trasporti, economia del mare –
rappresenta una soluzione strategica dell’attuale sistema trasportistico
italiano, nell’ottica di un trasporto merci più efficiente ed economicamente
più sostenibile, volto al potenziamento della catena logistica e alla
riduzione di ingenti costi diretti e indiretti (incidentalità, congestione,
inquinamento acustico ed atmosferico) per operatori, utenti finali e per la
collettività. Dobbiamo, pertanto, dare atto al Governo e al Parlamento –
conclude Ottolenghi – di aver saputo ben interpretare questa visione
dell’intermodalità come volano per la crescita del Paese».
Anche il presidente di Anita, Thomas Baumgartner ha espresso soddisfazione
per «l’introduzione di misure che, pur essendo a costo zero per lo Stato,
rappresentano un incentivo concreto allo sviluppo dell’intermodalità e
favoriscono l’operatività quotidiana delle imprese».

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Economia circolare target di Bureau
Veritas

MILANO – Bureau Veritas Italia assume un ruolo pionieristico nello sviluppo
dell’economia circolare in Italia, investendo in anticipo anche rispetto a un
quadro normativo tutt’oggi incerto. Lo fa proponendosi come player nella
certificazione “Remade in Italy”, la prima eco-etichetta accreditata per la
verifica della circolarità di un prodotto realizzato con materie prime
seconde da riciclo.
Per questo si è rivolta a oltre 20.000 aziende clienti per sondare la loro
disponibilità a rivedere i propri processi in ottica circolare, cogliendone
aspettative e bisogni.
La ricerca, condotta su un campione significativo di imprese da Bureau
Veritas Italia in collaborazione con “Altis” – Alta scuola Impresa e Società
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e con “Aisec” – Associazione
italiana per lo sviluppo dell’economia circolare, ha evidenziato un dato
estremamente positivo: più del 90% dei rispondenti è interessato a valutare
progetti di economia circolare e più del 60% sta già prendendo in
considerazione progetti specifici di economia circolare che consentano di
passare da un modello di semplice riduzione di impatto ambientale a un
modello economico alternativo di creazione di valore attraverso riciclo,
utilizzi alternativi dei rifiuti, utilizzo sostenibile delle risorse.
In questa ottica Bureau Veritas Italia si candida ad affiancare le aziende
nella quantificazione e rendicontazione dei progetti di economia circolare,
con l’obiettivo finale di avvalorare e asseverare le dichiarazioni in tema di
tracciabilità dei rifiuti, utilizzo di materiali riciclati e/o avvio a
riciclo dei propri scarti.

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Copenaghen: rimorchiatore manovrato da
remoto

  COPENAGHEN – Il rimorchiatore “Svitzer Hermod”, 28 metri, ha fatto manovra
nel porto di Copenaghen, ha effettuato una rotazione di 360 gradi per
arrivare fino all’attracco e ha ormeggiato. Tutto senza equipaggio. Il
comandante lo ha guidato da terra, dalla sala di controllo in banchina.
«Rolls Royce e Svitzer, operatore globale di rimorchiatori, hanno effettuato
la dimostrazione della prima nave commerciale a controllo remoto» annuncia
una nota del colosso Rolls Royce, che sta lavorando al progetto di
realizzazione entro il 2020 di navi senza pilota ed equipaggio,
portacontainer e petroliere pilotate da terra e con il test segna il primo
passo concreto.
«Credo che sia stato un momento storico per l’industria marittima – ha
sottolineato Mikael Makinen, presidente della divisione Marine di Rolls Royce
-. Da un paio d’anni stiamo dicendo che le prime navi a controllo remoto
sarebbero entrate in servizio entro fine decennio ma grazie alla combinazione
tra la conoscenza operativa di Svitzer e la nostra capacità tecnologica
questa visione diventerà realtà prima».
Il progetto per le navi autonome a controllo remoto Aawa (Advanced autonomous
waterborne applications initiative) di cui Rolls Royce è capofila, sta
testando una serie di sensori in una gamma di condizioni operative e
climatiche in Finlandia e ha creato un sistema simulato di controllo autonomo
per analizzare il comportamento dell’intero sistema di comunicazione, con
l’obiettivo, appunto di far diventare le navi senza equipaggio realtà in
tempi brevi.

Gip rafforza management Sech e Tdt

GENOVA – Gruppo Investimenti Portuali (Gip), rafforza il proprio “senior

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management team” nei settori finanza, commerciale e human resources per la
piattaforma portuale costituita dai terminal container Sech di Genova e Tdt
di Livorno, con l’assunzione di due senior managers di riconosciuta
professionalità nel settore e con la promozione di due manager a livello di
Gruppo. A seguito dell’investimento realizzato da Infracapital e Infravia lo
scorso Febbraio (con l’aquisizione del 95% del Gruppo, ndr), Gip – si legge
in un comunicato stampa – continua ad investire nel rafforzamento della
propria organizzazione con l’obiettivo di ofrire alla propria clientela
servizi sempre più in linea con i migliori standard internazionali.
Paolo Casali, che ha ricoperto incarichi analoghi nel settore della
portualità e proviene da Contship Italia Group dove ha avuto la
responsabilità di varie posizioni fra cui Group Cfo, entra a far parte di Gip
nella funzione di Finance and Integration Director, con compiti di
integrazione fra Sech e Tdt Livorno (Terminal Darsena Toscana).
Roberto Ferrari, che ha maturato varie esperienze in diverse realtà portuali,
sarà il nuovo direttore generale del Terminal Sech di Genova in sostituzione
di Alberto Cordella, che dopo tanti anni lascia l’azienda per assumere una
nuova posizione di prestigio in un altro settore.
Viene inoltre costituita la nuova posizione di direzione human resources di
Gruppo. Massimo Lavezzini, mantenendo la carica di direttore personale e
qualità di Sech, assume anche l’incarico di responsabile di tutte le
politiche human resources di Gip spa (Sech e Tdt).
Infine, conclude la nota, nell’ambito di questa riorganizzazione è stata
creata a Genova la Direzione marketing di Gip, di cui è entrato a far parte
Massimiliano Cozzani, che ha ricoperto negli ultimi anni il ruolo di
direttore commerciale di Tdt.

In forte crescita l’export extra-Ue

ROMA – Sfiora il 14% l’incremento delle nostre vendite di beni al di fuori
dell’Europa su base annua. In particolare, l’export di beni strumentali
registra un ottimo + 17,4%. Anche le importazioni aumentano in maniera molto
importante a Maggio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e pure

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qui la componente beni strumentali fornisce un contributo superiore alla
media (+ 31,7%).
Oltre al dato tendenziale complessivo, l’Istat ha comunicato ieri le
performance notevoli in molti mercati prioritari per il nostro export, Cina,
Russia e Stati Uniti in testa. Anche sul fronte degli acquisti si delinea una
forte accelerazione degli scambi con l’Asia: l’import dal Giappone è più che
raddoppiato nel corso dell’ultimo anno e lo stesso dato riferito a India e
Turchia supera il 35%.
«Sono risultati molto incoraggianti» ha commentato il sottosegretario allo
Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto (foto) «sia per la forte espansione
delle nostre vendite all’estero che per la dinamica delle importazioni. In
entrambi i casi è notevole il contributo dei beni strumentali, oltre che
della componente energetica. Questo non mancherà di sostenere ulteriormente
la nostra ripresa».
Secondo il sottosegretario, «il dato sul commercio extra-Ue fa il paio con il
tendenziale riferito al fatturato dell’industria, cresciuto del 6% sui
mercati esteri negli ultimi dodici mesi. L’attenzione sempre maggiore che le
nostre imprese dedicano ai mercati più lontani e a maggior potenziale sta
dando i suoi frutti. In questo, il supporto pubblico che offriamo con il
Piano straordinario per il Made in Italy è essenziale, soprattutto perché
permette anche alle Pmi di cogliere le opportunità offerte dai mercati».
I dati forniti ieri dall’Istat, infatti, evidenziano una crescita a Maggio
delle esportazioni italiane verso l’area extra Ue del 2,2% rispetto al mese
precedente e del 13,9% su base annua nei dati grezzi. Espansioni ancora
maggiori riguardano le importazioni (+ 4,3% sul mese e + 22,3% sull’anno). La
crescita dell’export è molto marcata per l’energia (+ 39%), ed elevata anche
per i beni strumentali (+ 17,4%) e per i beni di consumo non durevoli (+
12,3%). I mercati di sbocco più dinamici sono i paesi Mercosur (+ 38,2%),
Cina (+ 35,3%), Russia (+ 26,7%) e Stati Uniti (+ 16%).
Conseguono un incremento più contenuto le vendite verso paesi Asean (+
14,8%), Giappone (+ 10,6%), Svizzera (+ 7,3%) e Turchia (+ 2,5%).
Sul lato delle importazioni, aumentano soprattutto gli acquisti italiani da
Giappone (+ 125,1%), India (+ 36,4%) e Turchia (+ 35,5%) e quelli di beni di
consumo durevoli (+ 49%), beni strumentali (+ 31,7%) ed energia (+ 28,9%).
Rispetto ad Aprile, l’incremento congiunturale delle esortazioni verso i
paesi extra europei è esteso a quasi tutti i raggruppamenti principali di
industrie, a esclusione dell’energia (- 6,3%) e dei beni di consumo durevoli
(- 2,7%). L’aumento è marcato per i beni intermedi (+ 4,3%) e i beni di

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consumo non durevoli (+ 4%).
Quanto all’import, l’incremento congiunturale è più ampio per i beni
strumentali (+ 15,2%) che registrano un marcato aumento dovuto anche
all’acquisto di mezzi di navigazione marittima e per i beni di consumo
durevoli (+ 10%). Il surplus commerciale (+ 2.658 milioni) è in diminuzione
rispetto a quello dello stesso mese del 2016 (+ 3.257 milioni). Al contrario,
il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici (+ 5.494 milioni) è
in lieve aumento rispetto a Maggio 2016 (+ 5.492 milioni).

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