Salernitana: in Ronaldo e Bagadur
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Salernitana: in arrivo Ronaldo e Bagadur Nelle prossime ore è atteso l’ingaggio del brasiliano Pompeu Da Silva Ronaldo, 25enne che ha appena rescisso il contratto che lo legava all’Empoli (nella prima parte di stagione ha raccolto solo 3 gettoni di presenza). Nonostante la corte dell’Empoli, l’interno carioca dovrebbe arrivare a Salerno grazie ai buoni uffici della Lazio e così il club granata dovrebbe vincere la concorrenza di Chievo, Ascoli e tanti altri team di Serie B interessati al ragazzo. Per il centrocampo, che potrà contare su Bovo, Moro, Odjer e forse anche su Pestrin, un altro elemento potrebbe arrivare solo dopo le cessioni (Sciaudone è destinato allo Spezia, Perrulli ha mercato in Lega Pro). Ad ogni modo Maiello non dovrebbe muoversi da Empoli, mentre per Romizi bisognerà aspettare prima le valutazioni di Camplone. L’altra operazione che dovrebbe essere ufficializzata (solo dopo la sfida tra Fiorentina e Lazio, però) è quella relativa al difensore Ricardo Bagadur, classe ’95. Mattarella firma il decreto che inserisce l’aeroporto di Salerno nella rete nazionale Porta la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il decreto di alta classificazione dell’Aeroporto Salerno Costa d’Amalfi e che inserisce lo scalo salernitano nella rete nazionale.
Il decreto del presidente della Repubblica pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 dicembre scorso è entrato in vigore il 2 gennaio. Il decreto a firma di Mattarella conferma, poi, anche i precisi requisiti che il Costa d’Amalfi dovrà garantire nel futuro per poter mantenere il suo status di scalo di interesse nazionale. L’aeroporto di Salerno, come tutti gli altri individuati nel decreto, dovrà essere«in grado di esercitare un ruolo ben definito all’interno del bacino – recita il testo del documento – con una specializzazione dello scalo e una riconoscibile vocazione dello stesso,funzionale al sistema aeroportuale di bacino da incentivare». Tasse alte, rifiuti alle stelle: la lettera di Celano “Il degrado che versa a Salerno è lo specchio di un’Amministrazione che si dimostra ormai incapace di assicurare, nonostante riunioni di vertice e rassicurazioni varie, perfino i servizi essenziali”. Un attacco chiaro e diretto quello che il consigliere comunale Roberto Celano ha lanciato ieri in una lettera indirizzata al sindaco Vincenzo Napoli e all’assessore all’Ambiente Gerardo Calabrese, dalla quale emerge nitido il risentimento nei confronti dell’amministrazione, rispetto allo stato di degrado che vive la città di Salerno. Dietro Luci d’Artista, il Capodanno in piazza, gli eventi culturali e ludici, che conferiscono lustro al capoluogo, si celano un lato oscuro e contraddizioni che non possono più essere ignorate: “Nel mentre i Salernitani pagano la tassa dei rifiuti più alta d’Italia, nel mentre le loro case sono inondate in questi giorni di avvisi di accertamento con pretese impositive spesso infondate, i marciapiedi di quasi tutti i quartieri della città trasbordano
di rifiuti di ogni genere – continua Celano – Si lamenta, inoltre, la manutenzione di strade e di verde pubblico con grave nocumento per l’igiene pubblica e la qualità della vita dei cittadini”. Una città non solo luci, ma anche ombre, dunque, che richiede interventi urgenti e determinanti. Non suonano nuove, in realtà, le serie problematiche sulle quali il consigliere ha posto l’accento, che inficiano la vivibilità della città, ledendone anche l’immagine. E’ di appena una settimana fa, infatti, il grido di protesta, tramutatosi poi in appello per la sicurezza e per l’intensificazione dei controlli nella aree interessate, rivolto all’amministrazione comunale, di Ermanno Minoliti, presidente del comitato del centro storico, che aveva, allo stesso modo del consigliere, ben messo in evidenza i disagi nei quali si imbattono quotidianamente i cittadini della Salerno vecchia, a causa della sporcizia e dell’incuria, evidenti, in particolare, durante e a seguito del periodo festivo, quindi in occasioni di grandi eventi come Luci d’Artista, e che hanno visto il crearsi di vere e proprie micro discariche, soprattutto nel centro e nelle zone centrali e alte della città. Una condizione non felice che, all’alba del nuovo anno, ha visto la discesa in campo dello stesso primo cittadino, come testimoniano gli ormai noti scatti che lo ritraggono impegnato a raccogliere rifiuti nella centralissima via Roma, in nome della salvaguardia dell’igiene e del decoro urbano. Un gesto simbolico ed esemplare, ma che da solo non basta: “Il Sindaco e l’Assessore prendano atto del fallimento ed assumano immediate, risolutive e conseguenti deliberazioni”, conclude Celano.
Germano Baldi racconta la sua giornata in ospedale: «Dobbiamo combattere» «Bisogna combattere per i nostri diritti». Germano Baldi, già consigliere comunale di Cava de’ Tirreni e medico metelliano racconta la sua esperienza personale. «Mi sono recato al “Ruggi d’Aragona” per mia figlia che ha partorito ieri nel pomeriggio – spiega Baldi – e mi sono accorto delle estreme difficoltà in cui versa il plesso di Salerno. Al pronto soccorso c’erano un solo medico e una ostetrica che dovevano visitare decine di donne, molte provenienti da Cava. Una donna inviata dal pronto soccorso di Cava è arrivata alle13,30 ed è stata visitata alle 16,00 con un’ambulanza, un ausiliario e un autista impegnati, senza che a Cava ci fosse un’altra disponibilità. Sulla salute non si risparmia e il direttore generale non deve essere un ragioniere ma un Manager. Basta non pagare il fitto a Roma, per un anno, di un Ministero, per assicurare la salute ai cittadini di una città come Cava. Lottiamo per salvaguardare la salute dei cittadini. Cacciamo i burocrati dai palazzi. Il mantenimento della ostetricia a Cava e a San Severino, attiene alla capacità gestionale, alla cosiddetta Governance, termine conosciuto dai manager ma non applicato nella sua essenza». Quanto al numero dei parti, Baldi spiega: «E’ errato fare il conto su Cava, perché il “Santa Maria dell’Olmo” è parte integrante del “Ruggi d’Aragona”. Dunque superiamo abbondantemente la soglia dei mille parti all’anno». (andpell)
Ruggi stracolmo di partorienti Mancano gli infermieri, è caos Da un lato c’è la necessità di razionalizzare i reparti, dall’altro c’è l’assenza del personale, dall’altro ancora c’è ora un improvviso e giustificabile ingolfamento di alcuni ospedali. Al centro c’è la salute dei cittadini che deve fare i conti con le criticità economiche delle strutture sanitarie. Il caso più eclatante riguarda la chiusura del reparto di ginecologia al “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni. Chiusura che sarebbe stata sospesa, o meglio congelata in attesa dell’udienza, dal Tribunale amministrativo regionale di Salerno dopo il ricorso presentato dal sindaco metelliano Enzo Servalli. Ma a quanto pare il reparto sarebbe ancora chiuso. D’altronde la disposizione del manager dell’azienda ospedale “Ruggi d’Aragona” (alla quale sono annessi i plessi di Cava, Mercato San Severino e Castiglione di Ravello) risponderebbe ad una direttiva commissariale. In pratica il reparto non potrebbe restare in piedi per la sostanziale diminuzione dei parti durante l’anno. Secondo i dati sarebbero al di sotto dei cinquecento. Ma se Cava piange, Salerno non ride per la mole di lavoro che ha aggravato il reparto nascite del “Ruggi d’Aragona”. Qui si conta un conseguente aumento dei parti ma con un personale rimasto sostanzialmente inalterato. Soprattutto per quanto riguarda i paramenti. Perché nel mentre si è proceduto al trasferimento di ginecologi ed ostetrici all’appello mancherebbero gli infermieri. A fronte di un bacino d’utenza di circa 700 parti all’anno tra Cava de’ Tirreni ed il “Fucito” di Mercato San Severino (anche qui il reparto è chiuso), mancherebbero uomini e mezzi. A quanto pare, il reparto sarebbe stato potenziato con una sola stanza in più da sei posti letto. Nel mentre, secondo il racconto di alcuni utenti, la situazione peggiore pare si sia determinata
all’interno del pronto soccorso, dove ieri mattina, si contava un solo ostetrico. Intanto la direzione dell’azienda universitaria ospedaliera ha formalizzato l’incarico all’avvocato Antonio Nardone per la costituzione in giudizio contro il provvedimento che ha congelato gli effetti del piano di razionalizzazione firmato dal manager Viggiani e riguardo, nello specifico, l’ospedale di Cava de’ Tirreni. «Si tratta di un provvedimento “inaudita altera parte” – spiega il legale – rispetto al quale ci opponiamo, chiedendone la revoca». Inoltre si valuta anche la competenza del Tar di Salerno. Non si esclude che sia la sezione napoletana o addirittura quella romana a doversi esprimere sulla vicenda che si fonda su atti firmati da un commissario nominato dal governo. «Il 3 febbraio – prosegue l’avvocato Nardone – saremo presenti in udienza. Nel frattempo sto studiando gli atti». Termovalorizzatore: De Luca e Di Lorenzo in aula. Il 15 rinnovazione o requisitoria di Giuseppe D’Alto La Procura insiste per il peculato, le difese chiedono la rinnovazione del processo, Vincenzo De Luca ed Alberto Di Lorenzo sono pronti a rendere dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della Corte d’Appello. Questo in sintesi quanto accaduto ieri mattina in due ore di udienza (intervallati dal veloce rinvio del processo sul caso Mastrogiovanni). Il secondo round del processo relativo alle nomine per la realizzazione del termovalorizzatore, dopo polemiche ed illazioni, è partito con la relazione del giudice a latere e
la lettura dei motivi d’appello avanzata dalla Procura di Salerno (Roberto Penna il pubblico ministero titolare delle indagini in primo grado, Giannelli il procuratore generale in Appello). I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno condannarono Vincenzo De Luca, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Alberto Di Lorenzo, project manager, e Domenico Barletta, responsabile unico del procedimento, ad un anno per abuso d’ufficio. Motivi d’Appello della Procura. Tutto ruota intorno all’ordinanza numero 4 del 2008 del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti con la nomina di Alberto Di Lorenzo a project manager e la contestuale “retrocessione” di Lorenzo Criscuolo a componente del gruppo di lavoro in luogo del ruolo di responsabile. Secondo l’ipotesi dell’accusa non è condivisibile la tesi del Tribunale che in primo grado ha ritenuto non sussistente l’ipotesi di peculato (il tribunale ha ritenuto che la nomina di Alberto Di Lorenzo non determinasse ulteriori esborsi di denaro rispetto ai 180mila euro stabiliti per il gruppo di lavoro e che, nononstante l’atto di nomina illecito, abbia prestato un’opera di pubblica utilità) “Di Lorenzo ha svolto nel procedimento un ruolo marginale ed ha operato sempre come dirigente dello sportello unico e non ha partecipato al bando. Inoltre le testimonianza acquisite, dall’ingegnere Maresca al soprintendente Nava fino all’avvocato Fortunato (titolare dei suoli) evidenziano di aver avuto rapporti soprattutto con il Rup (Barletta) e con Vincenzo De Luca. Evidenziata anche la sovrapposizione di ruolo con il rup Barletta. Inoltre viene smentita dallo stesso Criscuolo la tesi della rinuncia all’incarico per via dei numerosi impegni già assunti. Viene evidenziato che… “si limitava a contattare i componenti del gruppo ed all’aspetto motivazionale”. Nella sostanza per la Procura non “aveva i requisiti per svolgere quest’incarico”. Viene contestata la nullità della nomina di Alberto Di Lorenzo (“atteso che avrebbe dovuto coordinare persone qualificate”). Contestata anche l’importo liquidato al project manager (20mila euro rispetto ai 180mila euro complessivi). La Procura, nel ricorso firmato dal pm Penna, pone l’accento
anche sulla mancanza di pubblicità sul sito del Comune del viaggio a Los Angeles dello stesso Di Lorenzo. Appello difese. La difesa del rup Barletta, avvocato Francesco Saverio Dambrosio, evidenzia che il fatto non sussiste perché il tribunale non avrebbe tenuto conto dell’urgenza del progetto e della complessità dello stesso. Lo stesso Rup ha individuato in Di Lorenzo una figura di supporto. Viene sottolineata l’insussistenza della sovrapposizione nelle completenze esplatate. Viene rilevato che Barletta avrebbe percepito una somma inferiore rispetto all’attività svolta. Per quanto concerne Di Lorenzo viene sottolineato, nel ricorso dell’avvocato Arnaldo Franco, che già nell’ordinanza numero 3 viene indicato come componente del gruppo di lavoro e già questo giustificherebbe un compenso. La più ampia qualifica di project manager giustificherebbe la somma più elevata assegnata a Di Lorenzo. A tal riguardo il legale chiede la rinnovazione del processo chiedendo di ascoltare l’avvocato Di Mauro e l’ingegnere Savino sulle specifiche competenza del responsabile dello staff di Vincenzo De Luca. Viene rilevata la legittimità dell’ordinanza. in quanto De Luca aveva ampi poteri in considerazione dell’emergenza, e viene evidenziato che, in relazione ai compensi percepiti, non sono documentate le attività dei componenti del gruppo di lavoro. Anche gli avvocati Carbone e Castaldo, per Vincenzo De Luca chiedono la rinnovazione del processo inserendo anche testi che i giudici di primo grado avevano deciso di non esaminare: Raffaele Pace dell’Ufficio Legale del Comune di Venezia e Maurizio Fassone di Torino, sulla pratica diffusa di nominare project manager, e Armando Zambrano per valutare la necessità di nominare una figura del genere. Stigmatizzato dai legali del governatore anche il comportamento del Tribunale in relazione all’ipotesi di reato con una condanna per un capo di imputazione diverso (abuso d’ufficio) rispetto al contestato pecultato. Sottolineata la deroga con poteri discrezionali del commissario in relazione alla situazione di emergenza e di conseguenza non era necessaria ulteriore motivazione per l’ordinanza numero 4 con la quale si nominava il projetc
manager. De Luca in aula. L’avvocato Carbone ha confermato l’intenzione del governatore di rendere dichiarazioni (il 15 gennaio) al pari di Alberto Di Lorenzo. Dopo la decisione dei giudici dell’Appello (presidente Michelangelo Russo) sulla rinnovazione si procederà, eventualmente, alla requisitoria del procuratore generale. In caso contrario sarà fissato un nuovo calendario. Cava. Aspettando la Befana. Lamberti: calza nera al Comune CAVA DE’ TIRRENI. Il Comune prima interdice una manifestazione e poi, incomprensibilmente, lo autorizza. A sollevare la questione, il professor Armando Lamberti, presidente dello Studio Teatro Incontri e consigliere comunale. Lamberti ricostruisce l’annosa vicenda che ha portato Studio teatro Incontri ad annullare la XXV edizione dell’iniziativa “Aspettando la Befana con il Trenino della solidarietà”, originariamente programmata per la scorsa vigilia di Natale e poi rimandata ad oggi a causa del maltempo. «L’annullamento – scrive Lamberti – si è reso necessario a causa della sovrapposizione con un’altra manifestazione alla sua prima edizione, dalla denominazione sorprendentemente similare e nata da motivazioni pretestuose. Tale manifestazione, il cui svolgimento per il giorno 5 gennaio era stato già interdetto con provvedimento del Sindaco di Cava de’ Tirreni in data 30 dicembre, è stata, poi, in maniera incomprensibile autorizzata per lo stesso 9 gennaio. L’autorizzazione risulta ancora più incomprensibile, poiché il sindaco in data 30 dicembre scorso aveva riconosciuto allo
Studio Teatro Incontri la primogenitura della manifestazione “Aspettando la Befana con il trenino della solidarietà”, in quanto ideata e curata da Armando Lamberti e Franco Apicella sin dal 1990, sulla base dell’esigenza di affermare il rispetto della verità storica e della legalità nella nostra città. Per questo motivo, quindi, il Sindaco aveva concesso alla manifestazione il patrocinio del Comune, negando al contempo l’autorizzazione agli organizzatori dell’iniziativa parallela». Il docente universitario, a nome anche di Studio Tetaro Nuovo, esprime il fermo disappunto «per la successiva decisione dello stesso Sindaco di autorizzare per il medesimo giorno 9 gennaio un’altra manifestazione con finalità e modalità similari (un secondo Trenino!), senza valutare adeguatamente l’anomalia di una sovrapposizione assolutamente inopportuna, anche perché motivo di incomprensibile confusione nell’ambito di tematiche come la solidarietà e la povertà che devono essere affrontate sulla base del valore della condivisione e che di per sé esigono di respingere ogni forma di arroganza e di prevaricazione». Gli organizzatori di quella che doveva essere la XXIV edizione della manifestazione sottolineano i motivi del suo annullamento: «Per evitare equivoci, distorsioni ed inutili quanto dannose contrapposizioni su queste tematiche, lo Studio Teatro Incontri – d’intesa con tutti i collaboratori, con le associazioni e con i volontari che anche quest’anno hanno assicurato la loro adesione – ha deciso con grande sofferenza, ma nella consapevolezza di difendere i valori fondamentali della dignità e della legalità, di non svolgere (oggi) la XXV edizione della manifestazione “Aspettando la Befana con il trenino della solidarietà”, ribadendo al tempo stesso la piena paternità ed autenticità di questa iniziativa che organizza da ventisei anni, da ultimo anche nel ricordo sempre vivo del compianto Padre Fedele Malandrino, il quale sin dalla prima edizione, nel 1990, ha condiviso e sostenuto la manifestazione, accompagnando sempre il trenino per le vie cittadine».
La manifestazione è stata rinviata al 5 gennaio del prossimo anno. «L’organizzazione si augura che questa manifestazione, che ha inteso contribuire a far crescere la cultura della solidarietà nella nostra Città, volendo anche unire il tessuto sociale, continui ad essere un appuntamento consolidato nel calendario delle attività natalizie di Cava de’Tirreni, accogliendo il contributo di tutti per migliorarla ed arricchirla ulteriormente conclude Lamberti-. Grazie a quanti hanno collaborato e lavorato per la buona riuscita di tutte le edizioni dal 1990 al 2015, a quanti hanno, comunque, lavorato per preparare l’edizione del 2016 ed ancora a quanti non faranno mancare la loro vicinanza per la migliore realizzazione delle future edizioni».
Pagani. “Insieme al centro con Progetto Comune” Toscano lancia la volata al Forum dei giovani. E poi, Alessia, un’energia in libertà per il Forum dei giovani PAGANI. Appare sempre più lanciata la corsa della lista “Insieme al Centro con Progetto Comune” per il Forum dei Giovani di Pagani. Presentato il candidato coordinatore Vincenzo Striano, è pronto a scendere in campo il candidato al consiglio Emilio Toscano (nella foto), 26enne perito chimico appassionato letteratura e sport acquatici, ma che soprattutto vanta un alto livello di esperienza nell’ambito delle politiche sociali acquisita in tre anni di militanza nell’associazione Progetto Comune:
quelle di una categoria o di un cittadino, ed al tempo stesso dovrà essere la voce delle ”risposte” rispetto a ciò che ci viene evidenziato. Dovrà essere una guida valida, costante e produttiva che miri al sostegno dei giovani in difficoltà fornendo loro opportunità formative e di crescita, ed anche delle famiglie e delle categorie che si affidano ad organizzazioni sociali di cosi spiccato riconoscimento, per essere sostenute nelle difficoltà. Dovrà essere la voce rappresentativa di tutta la comunità e di ogni sua componente. Dovrà essere il volano di un riscatto sociale collettivo e complessivo che renda i giovani meno rassegnati e più speranzosi». In conclusione, Toscano spiega perché abbia deciso di affiancare Vincenzo Striano in questo percorso:«Tutti possiamo, nel proprio ruolo, essere parte integrante di una ripresa sociale, graduale ma possibile. Vincenzo Striano, candidato coordinatore della nostra lista, rappresenta la perfetta sintesi tra sensibilità, competenza ed esperienza social, dato il suo lungo trascorso in questo ambito. La nostra città va vissuta, ascoltata e difesa quotidianamente. Abbiamo tutti il dovere di ricondurla al suo indiscusso prestigio». PAGANI. “Libertà è partecipazione”. E’ questo il motto nel quale si rivede la giovane commerciante Alessia Mariacristina Esposito, uno dei volti femminili che aspirano a un posto all’interno del consiglio del Forum dei Giovani di Pagani a sostegno della lista “Insieme al Centro con Progetto Comune” con Vincenzo Striano candidato coordinatore. Alessia, 25 anni e una maturità conseguita presso il Liceo Scientifico B.Mangino, è titolare di una Tabaccheria in via Andrea Tortora che porta avanti da un po’ di tempo con grande passione e senso del sacrificio. Pur non essendo paganese di origini, Esposito ha sempre
vissuto la realtà locale e non solo in qualità di commerciante, senza dimenticare che durante le festività è stata anche tra i promotori di un evento che ha coinvolto in quartiere in cui lavora: «Ho scelto di vivere e far vivere Pagani perché vorrei tanto contribuire alla rinascita della città. Il mio desiderio è dare nuovo splendore a ciò che la circonda infatti, con alcuni amici, ho dato una mano all’organizzazione della manifestazione “Vivi Il Pennino a Pagani”, coinvolgendo un’intera strada nel periodo natalizio». Alessia Mariacristina Esposito racconta anche la sua idea di Forum e quale dovrebbe essere il reale obiettivo di chi, dopo il voto, andrà a insediarsi per formare il nuovo direttivo: «Per raggiungere grandi traguardi è importante avere un unico obiettivo, aiutarci gli uni con gli altri nel realizzare progetti ambiziosi, nell’ambito sociale e culturale, per il bene della nostra città ma soprattutto di tanti giovani. Noi siamo lo specchio del nostro futuro e tocca rimboccarsi le maniche con umiltà e saggezza, essere propositi e fattivi in un momento difficile come questo per la nostra comunità. Con questo gruppo, sono convinta che si possa arrivare lontano». Infine, qualche considerazione sul candidato presidente Vincenzo Striano: «Ho scelto di affiancare Vincenzo Striano perché rispecchia i miei valori. E’ un ragazzo vero, con idee precise e la sua esperienza nel campo delle tematiche sociali sarà utile a promuovere tanti importanti eventi in favore di tutte le categorie sociali». Castel San Giorgio. Sammartino sceglie Donato, un
deluchiano per consigliere. Ed è polemica CASTEL SAN GIORGIO. Amministrazione Sammartino, fa discutere la nomina di Andrea Donato a consigliere personale politico del primo cittadino. Ne esce a pezzi Manuel Capuano che da capolista si era affrettato a chiarire tutte le sere che Donato non c’entrava nulla con la futura amministrazione. Ne esce sconfitto Sammartino che per rimettere ordine tra i suoi assessori evidentemente ha bisogno di un carisma e di una volontà fino a questo momento insufficiente, ne esce massacrato il gruppo dei Cirielliani che si ritrovano il più deluchiano dei deluchiani a consigliere politico del primo cittadino. Ne esce vittorioso chi dalla lista di Longanella aveva avvisato i cittadini che Sammartino era solo la “foglia di fico” pubblica di Andrea Donato e chi, come Salvati, Lanzara e De Caro, avevano detto a chiare lettere che i giovani capeggiati da Capuano avrebbero finito per essere ridotti a vassalli dell’ex sindaco. Così è stato. La nomina di Donato è gratuita e senza neanche rimborsi spese. Non costerà nulla al Comune, ma il significato politico è chiaro e vale più di qualsiasi cifra. La nomina parla esplicitamente di: “… come consigiiere politico, per assicurare una efficace sinergia nei rapporti con tutti i livelli istituzionaii, ai fìni dell’attuazione delle linee programmatiche di mandato derivanti dal programma elettorale, con particolare riferimento ai procedimenti relativi all’accesso a finanziamenti comunitari governativi, regionali, provinciali e di tutti gli altri Enti preposti, nonché a quelli relativi alla gestione del territorio…..”. Volendo quindi Donato potrebbe interessarsi anche di rifiuti, scuole, lavori pubblici , insomma di tutto….il sindaco ombra in poche parole. Donato è l’unico politico di Castel San Giorgio a vantare importanti traguardi raggiunti e di certo non ha rivali sul territorio, ma a questo punto non era meglio che a candidarsi
a sindaco sei mesi fa fosse stato lui in prima persona? Ma cosa si nasconde dietro l’affidamento dell’incarico? Non è un mistero che Sammartino non riesce più a tenere a bada alcuni suoi assessori e lo stesso Donato vuole da tempo “rimettere in riga” alcuni assessori e consiglieri che non hanno dimostrato particolare obbedienza. Ora nessuno potrà più parlare di ingerenze di Donato nella vita pubblica. L’ex sindaco ha tutte le carte non solo per farlo ma anche per non nascondersi più. E le fesserie dette in campagna elettorale? Fesserie, appunto. l’ex sindaco Andrea Donato Nuova condanna per Franceschelli. Dieci anni per i pusher acrobatici Dieci anni di carcere per i pusher acrobati. Questa la decisione del Gup del Tribunale di Salerno Emiliana Ascoli che ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali difensori in accordo con il pubblico ministero Roberto Penna. In concreto è stata disposta la pena di tre anni e otto mesi, e ottomila euro di multa, per Luca Franceschelli (avvocato
Michele Tedesco), tre anni e ottomila euro di multa per Maurizio Liguori (avvocati Agostino Allegro e Antonio Ferrari) e Andrea Cammarota (avvocato Ivan Nigro). Riconosciute anche le attenuanti generiche con giudizio di equivalenza. Inoltre il Gup del Tribunale di Salerno ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Ivan Nigro ed ha disposto la remissione in libertà per Andrea Cammarota per il quale il Gup ha disposto l’obbligo di dimora (ed il divieto di allontanarsi dall’abitazione dalle 21 alle 5 del mattino). La vicenda risale allo scorso 24 giugno. In manette finirono due vecchie conoscenze della malavita salernitana, Luca Franceschelli e Francesco D’Elia e due giovani incensurati. L’affaire è stato bloccato dall’immediato intervento della polizia di stato, da tempo sulle tracce di Franceschelli. Gli uomini della squadra mobile, all’epoca guidati dal vice questore Claudio De Salvo, entrarono in azione quando notarono D’Elia entrare nell’appartamento di Franceschelli con un borsone. In virtù dei precedenti dei due elementi sott’osservazione gli agenti hanno preferito entrare subito in azione. Gli uomini della mobile sorpresero i quattro giovani nel momento in cui si procedeva allo scambio dei 20 chili di hashish. Oltre Franceschelli e D’Elia finirono in manette anche Andrea Cammarota, classe 77’) e Maurizio Liguori. Francesco D’Elia, originario di Nocera Inferiore, aveva trasportato un grosso borsone a bordo di una moto. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Bonaventura Carrara, è stato giudicato separatamente ed ha patteggiato la pena a tre anni. Nell’appartamento era stato già notato, in precedenza, l’ingresso del pregiudicato salernitano Luca Franceschelli. I quattro, furono sorpresi a controllare il contenuto del borsone, tentavano la fuga, lanciandosi dal balcone dell’appartamento e portando con sé il borsone. L’opportuna predisposizione del personale della Squadra Mobile a cinturazione della palazzina ove era stato monitorato l’incontro, consentì di impedire la fuga dei quattro giovani che venivano immediatamente bloccati. Nel borsone fu rinvenuta sostanza stupefacente del tipo hashish per un peso complessivo
di 20 kg. Ieri la sentenza del Gup del Tribunale di Salerno Emiliana Ascoli.
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