Guerra democrat, De Luca con

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Guerra democrat, De                                 Luca
tenta    l’approccio                                 con
Franceschini
di Andrea Pellegrino

Occhi puntati alla direzione nazionale del Partito democratico
di oggi. Con molta probabilità parteciperà anche Vincenzo De
Luca, in cerca di una casa, dopo lo strappo con Matteo Renzi.
Il governatore, a quanto pare, dopo un primo approccio con il
ministro Calenda, pare si stia spostando verso l’area, un
tempo renziana, oggi critica nei confronti dell’ex premier. Si
tratterebbe di quella facente capo a Franceschini, Orlando e
Martina, tre esponenti del governo Renzi ed ora di quello
Gentiloni, pronti anche a far cadere la maggioranza
all’interno del partito democratico, costringendo così Matteo
Renzi alla resa. Dalla loro il numero dei parlamentari è
cospicuo e Vincenzo De Luca avrebbe, anche in questo caso,
fiutato l’affare politico. E, tra gli apripista, dovrebbe
esserci anche il deputato salernitano Tino Iannuzzi, vicino
alle posizioni di Dario Franceschini. Ma l’ex sindaco di
Salerno, naturalmente non si presenterà a mani vuote ma con il
movimento, “Campania Libera”, che negli ultimi mesi si è
imposto sui territori, imbarcando un po’ tutto. Si dice che,
in vista delle amministrative, si stia lavorando già alle
liste comunali. E’ il caso di molti comuni dell’area
napoletana, dove Tommaso Casillo ha lanciato la sfida al Pd di
Mario Casillo, ed anche nel salernitano, dove a Nocera
Inferiore è pronto a scendere in campo l’ex consigliere
regionale Salvatore Arena. Ma questa volta Vincenzo De Luca
non sarà il solo a gestire il quadro politico del Pd e della
sinistra in provincia di Salerno. La presenza di Emiliano a
Nocera Inferiore, sabato sera, e quella dell’europarlamentare
Paolucci ne sono la più ampia dimostrazione. Poi sullo sfondo
c’è anche Luigi de Magistris pronto a ramificarsi anche a sud
di Napoli, e nel regno di De Luca. Tra breve il primo
cittadino partenopeo potrebbe essere nuovamente ospite a
Salerno del consigliere comunale Dante Santoro. Ancora la
Sinistra Italiana pronta a formare le sue liste in vista delle
amministrative, a partire proprio da Nocera Inferiore. La
partita più delicata è comunque quella all’interno del Partito
democratico in provincia di Salerno, smembrato, tra l’altro,
dai deluchiani che “caricano” sempre più Campania Libera. Il
tutto mentre un nuovo movimento interno (ed anche esterno, nel
caso di scissione) sta crescendo. «Il Referendum ha
rivitalizzato forze che per anni si erano allontanate e
soprattutto ha portato all’impegno energie nuove – spiega
Andrea De Simone, già senatore della Repubblica – Noi
lavoriamo per consolidare un patrimonio fatto di vecchi
militanti che avevano abbandonato e giovani interessati a
partecipare, da protagonisti, ad una nuova stagione politica».
«Nelle manifestazioni, come quella di Nocera Inferiore con
Emiliano – prosegue – volti noti della politica sono una
minoranza. Noi insistiamo sulla novità. Il bisogno di
partecipazione che si avverte. La possibilità per una nuova
generazione di impegnarsi in politica, senza passare per le
segreterie dei capibastone. Dentro o fuori il Pd l’esigenza è
quella di dar vita ad una esperienza politica lontana da
quella che si è affermata dalle nostre parti. Fatta di
subalternità al potente, paura di parlare. Da queste parti, mi
hanno detto in tanti, quelli che incontro nelle riunioni,
c’e’perfino timore di cliccare un mi piace sul post che si
condivide. Si controlla anche questo e si contesta, si
emargina. Si attuano rappresaglie verso chi si sottrae al
pensiero unico. Io – prosegue De Simone -sto incontrando
tantissime persone che vogliono respirare e tornare a
esprimere opinioni in piena libertà senza che il “Kgb” possa
denunciare e processare. Una cosa è certa: a Salerno siamo
partiti in pochi ma oggi vedo tantissime persone in più. Ho
richieste di incontro da più parti, ed io lavoro per parlare
con tutti, raccordare ed organizzare con lo stesso entusiasmo
di un tempo, quando erano all’organizzazione del Pci.
Personalmente – conclude – non devo fare carriera, ho già
avuto. Ho meno tempo disponibile che sottraggo al mio nuovo
lavoro. Tra casa editrice e struttura ricettiva ho meno tempo
di allora ma cerco di utilizzarlo al meglio. Per la sinistra,
per affermare una classe dirigente autonoma dai poteri forti,
dai capibastone, e dai signori delle tessere». Intanto ad
aprile è atteso a Salerno, Massimo D’Alema: sarà l’occasione
per presentare qui il suo “Consenso”.

Nervi tesi in maggioranza,
saltano le commissioni
di Andrea Pellegrino

Nervi tesi in maggioranza. Il caso Campania Libera, pare che
abbia provocato non pochi malumori in Consiglio regionale. Al
punto che da giorni ormai si verificano assenze mirate
nell’ambito di commissioni consiliari. L’ultimo episodio ieri
mattina, quando la commissione bilancio è stata sospesa per
assenza di numero legale. All’ordine del giorno c’era la
discussione sul collegato alla finanziaria con la relazione
dell’assessore regionale al bilancio. «Persino su di un
provvedimento importante come il Collegato alla manovra 2017
il governatore Vincenzo De Luca non riesce a mettere insieme
una maggioranza. Oggi, in Commissione Bilancio, mi è bastato
chiedere il numero legale per averne conferma. Assente la
maggioranza – afferma il Presidente del gruppo di Forza Italia
del Consiglio regionale della Campania, Armando Cesaro – Che
il centrosinistra fosse in fibrillazione perenne non è una
novità, ma che neppure su atti di governo fondamentali ritrovi
un minimo di senso di responsabilità è davvero grave». «Il
presidente della giunta De Luca piuttosto che dedicarsi alle
sue performance televisive e radiofoniche – conclude il
capogruppo campano di Forza Italia – meglio farebbe a
dedicarsi al governo di questa regione, ai bisogni concreti
dei suoi cittadini». A creare fibrillazioni, dunque, il nuovo
gruppo di Tommaso Casillo. Il vicepresidente del Consiglio
regionale mirerebbe, infatti, alla costituzione del gruppo
autonomo di “Campania Libera”, chiudendo così le porte agli
attuali alleati. Tra questi al socialista Enzo Maraio,
promotore della protesta silenziosa nell’ambito delle
commissioni consiliari. Il salernitano, infatti, pare che stia
lanciando non pochi segnali politici, sia agli alleati che
allo stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca.

De Luca assente da Renzi e
D’Alema, Fortini, Servalli e
Volpe a Rimini
di Andrea Pellegrino

Non si vedono da D’Alema e non si vedono da Renzi. I
deluchiani disertano ogni appuntamento politico, mantenendo il
loro isolamento forzato e portando avanti la guerra politica
contro il resto del mondo. I salernitani, fino al referendum
renziani di ferro, non si vedono. Neppure il sindaco Enzo
Napoli che la mattina aveva disertato anche l’inaugurazione
dell’anno giudiziario, per i soliti motivi personali che
contraddistinguono le numerose assenze durante le già poche
occasioni istituzionali. E non c’è neppure il segretario
provinciale del Pd, Nicola Landolfi, alle prese con il
problema “Campania Libera”. Non è escluso che Landolfi, così
come fu durante le primarie tra Bersani e Renzi (costretto a
cambiare schieramento dalla sera alla mattina), si possa
ritrovare a doversi trasferire nell’associazione di Ciccio
D’Acunto, Nello Mastursi e Mena Arcieri. Tra i «coraggiosi»
salernitani che hanno preso parte all’appuntamento con Matteo
Renzi c’erano, invece, due sindaci della provincia: Mimmo
Volpe (Bellizzi) e Vincenzo Servalli (Cava de’ Tirreni). Tra i
presenti, invece, anche un assessore della giunta De Luca. Si
tratta di Lucia Fortini, approdata a Rimini, insieme alla
segretaria regionale del Pd, Assunta Tartaglione ed il
capogruppo regionale Mario Casillo. A dimostrazione, questo,
che la componente renziana, con o senza De Luca, in Campania è
ancora viva. Dalla sua, il governatore, in attesa di tempi
migliori, avrebbe congelato ogni rimpasto. Così alla porta
resterebbero proprio i renziani che stanno facendo sentire il
loro peso (o meglio la loro assenza) in seno alle commissioni
regionali. Ricca la pattuglia di salernitani che sostiene il
«Consenso» di Massimo D’Alema. Tra l’altro l’ex premier ha
annunciato che a marzo sarà a Salerno e lancerà anche qui la
sua associazione. All’appuntamento romano c’erano Andrea De
Simone, Federico Conte ed un gruppo di Giovani Democratici
guidati da Roberta D’Amico. Intorno alla cinquantina i
salernitani che guardano con interesse al nuovo progetto
politico di Massimo D’Alema. Tra questi, ancora, Polichetti di
Roccapiemonte, Iannone di Fisciano, Soriente di Nocera,
Gravano e Tavella della Cgil. Ed anche questo gruppo potrebbe
essere una ulteriore spina nel fianco per Vincenzo De Luca.

Campania Libera, ecco come si
ricicla il centrodestra
di Andrea Pellegrino
In Regione Campania il Partito democratico ha messo la
retromarcia. Attende le prossime mosse del governatore e
soprattutto della nascente Campania Libera. Si dice che anche
le commissioni consiliari vadano a rilento. Poche sedute,
molte delle quali annullate per assenza di numero legale. Si
guarda a Roma e a Matteo Renzi e s’attendono le nomine della
segreteria nazionale, programmando poi quella regionale del
Partito democratico. Con il possibile rimpasto che resta
congelato a Palazzo Santa Lucia. Giorni di attesa, dunque, e
di riposizionamento, in vista delle prossime scadenze
elettorali. A partire dai territori impegnati nel voto
amministrativo della prossima primavera. Ed anche in questo
caso il Pd guarda Campania Libera. Per ora fanno sapere il
presidente dell’associazione Francesco (Ciccio) D’Acunto ed il
tesoriere Matteo Picardi che «nei prossimi giorni,
opportunamente, saremo impegnati ad individuare riferimenti
nei territori, guardando innanzitutto alla società civile ed
alla rappresentanza di associazioni giovanili. Intendiamo
valorizzare ogni disponibilità ad un impegno con
caratteristiche civiche e di militanza assolutamente libera».
A Salerno il Pd è quasi tutto Campania Libera. Basti pensare
che nell’assise consiliare del capoluogo il simbolo del
Partito democratico non ci è mai entrato. Qui si lavora
intensamente per la crescita del movimento nato proprio in
città e fondato da deluchiani doc. La prima operazione sarebbe
targata Nello Fiore. Il consigliere regionale e presidente
dell’Asis, con tanto di placet di Fulvio Bonavitacola (vice di
De Luca in Regione), starebbe lavorando ad una fusione con
“Scelta Civica” di Sebastiano Odierna. La prima prova è stata
già compiuta alle Provinciali con l’elezione del sindaco di
Angri Cosimo Ferraioli. Ma Odierna, un tempo esponente di
centrodestra, potrebbe, ora, coinvolgere anche il suo gruppo
di Sarno. A Pagani, Campania Libera potrebbe essere utile a
Salvatore Bottone ed al suo gruppo di (ex) centristi di
destra. Ma anche ad un possibile avvicinamento di Massimo
D’Onofrio verso Vincenzo De Luca. Si dice che i due, tra
l’altro, bazzicavano nei pressi del Genio Civile venerdì
scorso, proprio nel giorno di ricevimento salernitano del
governatore. A Nocera Inferiore, si pensa ad una adesione di
Salvatore Arena (ex consigliere regionale) nonché del gruppo
di riferimento di Guido Verderosa. Anche gli ex di Pasquale
Aliberti (ex primo cittadino) a Scafati, guarderebbero con
interesse il movimento di Vincenzo De Luca. Insomma non si
esclude che Campania Libera possa essere un contenitore di
forze eterogenee, utile solo all’ennesima prova di forza del
governatore. O, in alternativa, a candidature alle prossime
politiche. E non è un caso che i deluchiani stiano cercando di
rafforzarsi nell’Agro Nocerino Sarnese. A sud, invece, il
maggior attivista pare che sia Vittorio Esposito di Sanza.
Tempi duri, invece, per il segretario provinciale del Pd,
Nicola Landolfi, stretto ancora una volta tra partito e
deluchiani.

Alfieri scarica De                             Luca        e
tratta con De Mita
di Andrea Pellegrino

I renziani ormai non vogliono sentirne parlare. L’argomento De
Luca per il giglio magico è cosa chiusa. E, naturalmente, lo
stesso vale per Matteo Renzi che stavolta non ha ceduto di un
passo rispetto alla vicenda De Luca. Il governatore,
dall’altro lato, tenta di mostrare ancora i muscoli. Battezza
il movimento “Campania Libera” per poi tirarsi fuori e
lasciare allo scoperto Tommaso Casillo e Luigi Bosco. Da
giorni ribadisce che non lascerà il Partito democratico. E di
questo sono certi al Nazareno dove l’operazione “Campania
Libera” è stata marchiata come semplice scialuppa di
salvataggio e, in questo momento, prova muscolare del
presidente della Regione Campania. A Roma, però, De Luca è
isolato. Perso Renzi, pare che pure l’approccio con
Franceschini sia alquanto complicato. Peggio ancora con
Emiliano che seppur intento nella scalata nazionale, non
vorrebbe incrociare De Luca sulla sua strada.Intanto il gruppo
democrat campano si mobilita. Qui il riferimento di Matteo
Renzi sarà Ciro Bonajuto che ben presto entrerà nella
segreteria nazionale del Pd. Intanto sono stati già diversi i
contatti e gli incontri che i consiglieri regionali Topo e
Casillo hanno avuto con Matteo Renzi ed il suo staff. Per ora,
giunta regionale a parte, si lavora per la segreteria
regionale del partito. Quasi certamente non ci sarà il bis per
la Tartaglione, così come sono in netto calo le quotazioni di
Nicola Landolfi, che, tra l’altro, qui a Salerno è combattuto
tra le posizioni di Vincenzo De Luca e quelle del Partito
democratico. Tra i nomi si fa spazio quello di Vincenza Amato.
A Salerno, invece, il governatore rischia di perdere una fetta
importante del partito, e quindi del suo gruppo. Franco
Alfieri, sindaco di Agropoli, starebbe dialogando con i
centristi. In particolare, direttamente con Ciriaco De Mita.
Nonostante abbia dimostrato la sua forza alle provinciali,
pare che nessun segnale sia arrivato da Palazzo Santa Lucia.
Inoltre, proprio in Provincia, il suo candidato Luca Cerretani
(che ha superato perfino il sindaco di Salerno Enzo Napoli)
resterebbe a bocca asciutta. La vicepresidenza, infatti,
sarebbe stata congelata in attesa di un confronto politico.
Così non si esclude che Alfieri possa traslocare al centro ed
abbandonare definitivamente Vincenzo De Luca. Quanto a
Campania Libera, in provincia di Salerno, c’è poca roba.
L’unico gruppo è quello al Comune di Salerno che è, tra
l’altro, in poca sintonia con il primo cittadino Napoli.
Tant’è che ognuno viaggerebbe per conto suo. L’unica cosa
salernitana di Campania Libera, sono i suoi eccellenti
fondatori. Tra cui Ciccio D’Acunto, Mena Arcieri, Nello
Mastursi e Matteo Picardi.
De Luca: “Ci ricandideremo e
vinceremo”
di Andrea Pellegrino

Sfida a de Magistris ed al Pd: «Ci ricandidiamo e vinciamo».
Vincenzo De Luca presenta il suo partito e pensa già al 2020.
Ad Afragola il battesimo del movimento “Campania Libera”. Una
iniziativa promossa da Tommaso Casillo, vicepresidente del
Consiglio regionale della Campania e condivisa dall’intero
gruppo regionale. Sala piena, con tanti amministratori della
Regione pronti ad aderire al progetto di Vincenzo De Luca. «Un
movimento aperto agli amministratori di centrodestra e di
centrosinistra», ha dichiarato Vincenzo De Luca: «Campania
Libera vuole offrire una occasione per chi si vuole impegnare
in politica senza aderire ad un partito tradizionale. Oggi
nasce un movimento con sani principi come la legalità, la
correttezza, l’onestà e la concretezza. Espressione della
gente normale, dei territori e dei quartieri, non della
politica politicante. Un movimento di volontariato politico e
civile aperto ai giovani, ai professionisti, agli imprenditori
e alle famiglie. La nostra politica seria è quella che risolve
i problemi dei cittadini. Siamo qui per fare una rivoluzione
democratica. Questo è un movimento nato in una sala stracolma
di cittadini, di giovani e di professionisti in un lunedì
freddo e piovoso». Tra gli interventi anche quello di Franco
Moxedano che dall’Idv dovrebbe aderire ufficialmente a
Campania Libera: «Con tanti amici guardiamo a questo proposta
politica». Una mossa, quella di Moxedano, che potrebbe
consentire la costituzione del gruppo regionale “Campania
Libera”, oggi stretto tra Psi e Verdi. Non c’è fisicamente il
consigliere regionale di Salerno, Nello Fiore, in viaggio di
piacere con la famiglia. Critiche, invece, dal Movimento 5
Stelle: «La Campania diventerà veramente Libera quando
personaggi della peggior politica dei sistemi di potere come
Vincenzo De Luca e amici smetteranno di occupare con le
clientele e le fritturine di pesce le istituzioni, come
abbondantemente dimostra l’inchiesta della Procura di Napoli –
dice Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle –
Scaricato persino da Renzi, ecco che al teatro Gelsomino di
Afragola il presidente De Luca ha messo in scena il solito
copione da Prima Repubblica, dove annuncia di cambiare tutto
per non cambiare niente e per nascondere i fallimenti del suo
governo regionale. De Luca è disperato, è incapace di
governare e di risolvere i problemi veri dei cittadini, e lo
dimostra ogni giorno: Liberi la Campania una volta per tutte e
faccia tornare i cittadini al voto».

Gruppo   Fiore   e  Campania
Libera: Le incognite per Enzo
Napoli
di Andrea Pellegrino

Enzo Napoli è preoccupato. Le elezioni provinciali rischiano
davvero di minare il suo percorso politico ed amministrativo.
Soprattutto ora che il malcontento interno ed esterno aumenta
giorno dopo giorno. E a Palazzo di Città pare che non si
faccia nulla per tenere unita la maggioranza. I casi Criscuolo
(nominato nel comitato di gestione dell’Autorità Portuale) e
Ferrazzano (a capo del Consorzio aeroportuale) hanno accesso
ancora di più il clima all’interno della maggioranza
consiliare. Napoli ha fissato a quindici la soglia sotto la
quale non dovrà scendere. Già così perderebbe quattro
consiglieri comunale per strada. Sotto questa soglia il caso
politico inesorabilimente scoppierà. Attenzione massima,
dunque, ai franchi tiratori. Ufficialmente il no alla
candidatura di Enzo Napoli è arrivato nel corso dell’ultimo
vertice di maggioranza solo dai consiglieri comunali Sara
Petrone ed Ermanno Guerra. Ma nelle stanze i numeri dei
dissidenti sono molto più alti. A partire dal “gruppo Fiore”
(che conta due consiglieri comunali, forse anche tre) pronto a
sostenere le indicazioni del consigliere regionale – e
presidente dell’Asis – Nello, ispiratore della lista
“Cittadini per la provincia” composta da Scelta Civica.
Naturalmente sempre a supporto di Giuseppe Canfora presidente.
A quanto pare voti dall’assise del capoluogo dovrebbero uscire
per il sindaco di Angri Cosimo Ferraioli. Ieri, intanto, si è
visto anche il sindaco di Cava de’ Tirreni Enzo Servalli
girare intorno – in compagnia di un consigliere regionale – a
Palazzo di Città. Anche il primo cittadino metelliano vorrebbe
almeno un voto di Salerno città. Più probabile che il suo nome
esca tra le fila del gruppo socialista. Antonio Cammarota,
invece, consigliere d’opposizione e già consigliere
provinciale (quando venivano scelti dai cittadini) ha
annunciato che non si recherà alle urne domenica a Palazzo
Sant’Agostino. Acque agitate, invece, all’interno dei
Moderati. Stasi non avrebbe sciolto ancora la riserva, mentre
il collega Gallo forse sarà ancora in viaggio di nozze.
Indiscrezioni però, parlano di una rottura tra Gallo ed il
segretario provinciale dell’Udc Luigi Cobellis. Quest’ultimo,
inoltre, dovrebbe abbandonare De Mita per abbracciare Alfano e
spuntare un assessorato regionale (o la riconferma di Matera)
a Palazzo Santa Lucia. I Verdi, invece, saranno con Antonio
Anastasio, seppur la lista contempli Antonio Carbonaro,
consigliere comunale di Salerno che dovrà pur autovotarsi per
non uscire a zero voti. Campania Libera il gruppo più
dubbioso. Non tutti, infatti, potrebbero sostenere la
candidatura di Enzo Napoli. I dissidi sono sempre più accesi
tra il primo cittadino ed i componenti del gruppo consiliare
rimasto a bocca asciutta sia per quanto riguarda il governo
che il sottogoverno. Più che una elezione provinciale, dunque,
all’orizzonte si prevede una nuova e vera e propria prova di
forza.

Psicodramma Napoli: «Se esce
un voto in meno vado via»
di Andrea Pellegrino

“Non un voto in meno, o vado via”. Il sindaco Enzo Napoli,
prima di accettare la candidatura alle provinciali (lista Pd),
ha riunito ieri mattina la sua maggioranza. O meglio i tre
gruppi (Progressisti, Campania Libera e Salerno per i giovani)
che dovranno sostenerlo alle elezioni dell’8 gennaio. Conti
alla mano dovranno venir fuori 19 voti per Enzo Napoli. Senza
se e senza ma. Al massimo – si dice – la soglia da raggiungere
(considerato qualche franco tiratore) dovrà essere almeno di
16 preferenze. In caso contrario, avrebbe dichiarato il
sindaco Napoli ai consiglieri, prenderà tutte le decisioni
politiche del caso. Un patto d’onore quello che ha chiesto
Napoli alla sua maggioranza, pur nella consapevolezza che
alcuni consiglieri – anche se velatamente – hanno fatto capire
che il loro sostegno non ci sarà. L’aria è tesa. Al punto che
alcuni consiglieri pare che abbiano chiesto le dimissioni
degli assessori Gaetana Falcone e Mariarita Giordano, i cui
gruppi politici e consiliari di riferimento sostengono altri
candidati alle Provinciali. Come i Verdi che addirittura
voteranno Antonio Anastasio di Pontecagnano Faiano. Bocciata
la linea di alcuni arrabbiati consiglieri che avevano
proposto, invece, un voto unanime (quindi compresi i gruppi
dei Verdi, Socialisti e Moderati) intorno al primo cittadino.
O tutti o nessuno, in pratica. Ma i gruppi satelliti alla
maggioranza starebbero al lavoro per comporre le proprie liste
e mettere in campo i propri candidati. Insomma, nulla da fare,
avrebbe annunciato Napoli suscitando malumori tra i presenti.
Impossibile anche l’accordo interno alla maggioranza, con
Napoli che avrebbe dovuto fare un passo indietro a favore di
due candidature condivise. Sul tavolo c’era il nome di Felice
Santoro. Anche in questo caso le consultazioni non avrebbero
portato a nulla. Tra l’altro, pare che la discesa in campo di
Napoli sia voluta dallo stesso governatore Vincenzo De Luca
che avrebbe indicato al Pd salernitano la strada da percorrere
per le elezioni provinciali. Ma l’aria all’interno dei tre
gruppi di maggioranza è tesa e preoccupa non poco lo stesso
primo cittadino Napoli, chiamato ad una prova di forza in un
momento delicato della vita politica e partitica della città
di Salerno e della Regione Campania. Ieri pomeriggio il
vertice nella sede provinciale del Pd. Oltre Napoli confermata
la presenza dei sindaci della provincia di Salerno. Ma anche
in questo caso non sarebbero mancate le sorprese. A sfilarsi
sono stati, infatti, Gianfranco Valiante (sindaco di
Baronissi) e Franco Alfieri (Agropoli). In particolare
Valiante, conti alla mano, avrebbe riscontrato l’impossibilità
di una elezione sicura. Il comuni della Valle dell’Irno
avrebbero già stretto accordi con altri candidati. E’ il caso
di Fisciano dove l’amministrazione (Pd) è a sostegno di
Antonio Rescigno, primo cittadino di Bracigliano e consigliere
provinciale uscente. Inoltre in lista compare anche il sindaco
di Pellezzano Giuseppe Pisapia. Via anche Franco Alfieri che
avrebbe confermato la sua indisponibilità nonostante la
candidatura d’ufficio da parte del Pd. In Costiera Amalfitana
ci sarà Paolo Vuilleumier, ex sindaco Ravello, da sempre
vicino al presidente della provincia Giuseppe Canfora. Restano
confermate le indiscrezioni dei giorni scorsi. In campo ci
saranno Enzo Servalli (sindaco di Cava de’ Tirreni), Michele
Strianese (primo cittadino di San Valentino Torio), Giorgio
Marchese (Siano), oltre i cinque i consiglieri provinciali
uscenti. Da Nocera Inferiore arriva Guido Tafuro (presidente
del consiglio comunale) indicato da Manlio Torquato.
All’appello mancherebbe una donna ma la casella potrebbe
essere riempita nelle prossime ore. Confusione al centro, dove
si prospetta la scissione di Ncd ed Udc. A superare l’ostacolo
dovrebbe essere la nascita di una nuova formazione “Cittadini
per la provincia” che dovrebbe comprendere Scelta Civica e
dissidenti centristi, oltre l’uscente Milo. In bilico la
posizione del sindaco di Pontecagnano Faiano Ernesto Sica che
per ora non conferma il suo impegno ma neppure il suo partito
di appartenenza. L’area dell’Udc di Cobellis dovrebbe
confluire tutta in Ncd che dovrebbe far sintesi con i Verdi di
Michele Ragosta. Il deputato del Pd, ispiratore di Verdi
Davvero metterebbe in campo il consigliere comunale (ex
Fratelli d’Italia) di Pontecagnano Faiano Antonio Anastasio.
C’è da capire la posizione di Massimo Cariello che attraverso
l’Udc si avvicinerebbe a Vincenzo De Luca e si garantirebbe la
riconferma all’interno del consiglio dell’Asi. Altri nomi in
campo nella formazione centrista sono Ametrano e Paolillo.
Quasi fatta anche per i socialisti. Da definire c’è la
candidatura di Matteo Bottone, assessore al Comune di Amalfi
ed ex assessore provinciale della giunta Cirielli. Certe,
invece, al momento le candidature di Pasquale Sorrentino,
vicesindaco di San Giovanni a Piro; Angelo Rizzo, presidente
della   comunità    montana   Calore   Salernitano;    Enzo
Passa consigliere comunale di Cava de’ Tirreni) ed Antonio
Zarrella, consigliere comunale di Nocera Inferiore. Nel
centrodestra la curiosità è il doppio simbolo che sfoggerà
Forza Italia. All’interno della bandiera italiana ci sarà
anche il garafalo del Nuovo Psi di Antonio Fasolino. In campo
ci saranno (al momento): Buonfiglio, consigliere comunale di
Nocera Inferiore che sarà in quota Nuovo Psi; Gregorio
Fiscina, Mimmo Di Giorgio, gli uscenti Francesco Marrazzo e
Flavio Vitagliano, Ciro Troccoli (Camerota) e Luigi Morello
(Teggiano).
Naddeo bacchetta l’assessore:
«Il centro non diventi un Far
West»
di Brigida Vicinanza

Mentre Dario Loffredo lavora “alla Salerno di domani con
progetti che prevedono una riduzione della Tosap ed una nuova
regolamentazione della musica nei locali che abbia rispetto
per i residenti, senza criminalizzare però la musica di
qualità, che ha un enorme valore d’intrattenimento e di
offerta turistica”, Corrado Naddeo consigliere comunale di
Campania Libera storce il naso. In un post su Facebook
l’assessore all’annona e al commercio presenta infatti i
progetti in cantiere: “Perché facciamo tutto questo? Perché la
rinascita della Movida salernitana passa attraverso il
rispetto delle regole, la semplificazione amministrativa,
nuovi parcheggi e soprattutto attraverso un’offerta culturale
di qualità, non più slegata e scoordinata, ma adeguata e
pensata per la Salerno “città del buon vivere” che stiamo
costruendo, un pezzo per volta.” A risponderlo è proprio
Naddeo, che ha rilaciato non proprio contento delle iniziative
che l’assessore sta sponsorizzando, sottolineando che così
facendo Salerno potrebbe essere trasformata in un Far West
senza precedenti: “Non sfuggono le lodevoli motivazioni al
fine di migliorare l’accoglienza in città dell’assessore
Loffredo ma mi corre l’obbligo di esprimere la mia personale
posizione in merito. Si può discutere su tutto, ma alcune cose
vanno chiarite: il diritto a fare impresa nel settore
intrattenimento non può prescindere dal diritto dei cittadini
a non essere espropriati delle parti più belle della nostra
Salerno o privati del sacrosanto diritto di vedere rispettate
le più elementari regole del vivere civile”. Poi il
consigliere ha continuato, puntando i riflettori sulle reali
mancanze della città, che non permetterebbero comunque di dare
vita a dei progetti degni di una città turistica: “Pensare di
trasformare una grande parte del centro di Salerno in un far-
west dove non si possono fare rispettare le regole per carenza
cronica di uomini della polizia municipale realmente operativi
in strada, oppure per la limitazione del loro orario di lavoro
(visto che dalle 23.30 circa la città non ha più presidio di
forze dell’ordine significativo in termini numerici per
arginare ogni forma di abuso che va dal parcheggio auto
criminale, agli schiamazzi di ogni genere, musicali e non,
senza trascurare l’alcool che si dispensa a go-go a tutti,
compresi ubriachi e minorenni). Pensare poi di agevolare
qualunque forma di trasformazione di micro-locali in pizzerie,
friggitorie, pub, discoteche per distruggere la vita normale
delle persone non mi troverà mai d’accordo. Se parliamo poi
del nostro meraviglioso centro storico coi suoi magnifici
palazzi lo sono ancora meno. Su questo sarò intransigente e
chiaro, sempre. Essere al fianco degli operatori del settore,
come voglio essere anche io, «Riattivate l’ambulatorio
veterinario»: l’appello dei cittadini al sindaco Napoli non
può prescindere dalla tutela dei cittadini tutti”. Ma il
consigliere non si ferma, mostrando sempre sui social e sulla
sua bacheca (in attesa di un confronto) il suo disappunto tra
i commenti: “Purtroppo non è ipotizzabile che, a Salerno,
chiunque possa avviare qualsiasi tipo di attività. D’altronde
anche nel campo dei negozi di abbigliamento e’ successo un
vero e proprio terremoto che ha lasciato macerie ovunque,
complice la perdurante crisi economica. Penso quindi che una
riflessione profonda ed una ripartenza diversa possa
rilanciare una città come Salerno baciata dal mare, collegata
a due coste che il mondo conosce per unicità”. Naddeo infine
serve uno spunto di riflessione e un paragone significativo
con Cava: “Qualche mese fa ho passato, dopo circa 20 anni, una
serata (sabato) al borgo antico di Cava: piacevole,
accogliente, pulizia, gusto ed educazione che mi hanno
colpito. Mi pare che anche altre persone hanno avuto le
medesime impressioni. Insomma lavoriamo per migliorare la
qualità della nostra accoglienza”. L’idea di Loffredo comunque
rimane quella di dare a tutti i commercianti tempo ed
opportunità, semplificando la burocrazia, idea che potrebbe
comunque trovare d’accordo il consigliere Naddeo, che
probabilmente ha “criticato” alcune modalità messe in campo.

Comune, riparte l’attività:
convocati i capigruppo
di Andrea Pellegrino

Commissioni e gettoni di presenza, Piero De Luca e Nicola
Landolfi convocano per questo pomeriggio i capigruppo
consiliari di maggioranza (delle liste riconducibili al Pd)
per fare il punto della situazione e superare gli ostacoli
prima della ripresa (o meglio dell’avvio) delle attività a
Palazzo di Città. Le commissioni, a quanto pare, si dovranno
rifare. E prima delle convocazioni ufficiali già fissate per
il 29, 30 e 31 agosto, quando bisognerà eleggere presidenti e
vicepresidenti ed evitare, dunque, eventuali e nuovi franchi
tiratori. La proposta al vaglio riguarda la riduzione di due
posti a danno dei Progressisti per Salerno e a favore dei
gruppi “Campania Libera” e “Salerno per i giovani”, così da
assicurare una completa rappresentanza all’interno degli
organismi da parte delle tre liste civiche. Allo stato, per
mero calcolo elettorale, i Progressisti avrebbero occupato
numerose caselle, al punto da ridurre al minimo la presenza
dei consiglieri comunali di “Campania Libera” e “Salerno per i
giovani”. Ma all’ordine del giorno ci sarà anche la proposta
di riduzione del gettone di presenza, condiviso da tutti in
maniera ufficiale ma contestato da tutti nelle segrete stanze.
Soprattutto perché il taglio riguarderebbe solo il Consiglio
comunale, escludendo così dalla tagliola i compensi di
sindaco, assessori e manager di società pubbliche. Da più
parti, infatti, si chiede una equa riduzione dei compensi a
partire proprio dagli organi governo. Infine ci sarà spazio
anche per una riflessione politica e su un fermento che agita
la maggioranza. Problema deleghe (congelate per i consiglieri
comunali) e prossime nomine, le spine nel fianco dei vertici
provinciali del Partito democratico. A settembre, infatti, sul
tavolo ci sarà sicuramente la presidenza dell’Asis ma anche le
nomine all’Aeroporto di Pontecagnano (divenuto regionale a
tutti gli effetti) e anche – a quanto pare – all’Autorità
Portuale di Salerno. Pare che ci siano pressioni (politiche)
per sostituire Annunziata e piazzare, dunque, un deluchiano
doc al vertice dell’Authority, soprattutto durante questo
delicato periodo di transizione, prima dell’accorpamento con
Napoli. Più spinosa la vicenda Asis che rischia di avere
ripercussioni a livello comunale. A quanto pare Nello Fiore
(attuale consigliere regionale e presidente dell’Asis) sarebbe
intenzionato a non mollare la presa. A lui rispondono in
Consiglio comunale di Salerno, il figlio Antonio ed il
consiglieri comunali Rocco Galdi e Rosa Scannapieco. Ma il
gruppo di “dissidenti” sarebbe in aumento. In pratica Fiore
(Nello) avrebbe chiesto un suo rinnovo al vertice dell’Asis o
la nomina di un suo fedelissimo. Proposta rispedita al
mittente e che per ora avrebbe avuto già i suoi primi effetti,
con la rinuncia ad ogni incarico (presidenza di commissione)
da parte di Fiore jr e Scannapieco. Ancora la partita
dell’Aeroporto di Pontecagnano dove questa volta sarà solo e
soltanto Vincenzo De Luca a giocarsela.
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