Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
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N. 4-2022 N. 4 - 2022 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - AUT. LO-NO/1280/04.2021- STAMPE IN REGIME LIBERO Periodico Trimestrale Rivista dell’Unione Buddhista Italiana L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI BACK TO THE FUTURE Intervista a Elisa Toccare LA TERRA
In redazione: Stefano Davide Bettera – Direttore responsabile Rev. Elena Seishin Viviani – Vicedirettore Giovanna Giorgetti Nicola Cordone Antonella Bassi Guido Gabrielli Segreteria di redazione: Clara De Giorgi Progetto grafico: Pulsa Srl Gio Colombi, Dora Ramondino Foto: Shutterstock Hanno scritto: Lucio Cavazzoni, Giancarlo Cavinato, Monica Colli, Nicoletta Dentico, Ron Eichhorn, Italo Fiorin, Silvia Francescon, Rev. Doruy Cappelli Kousai Fukioshi, Alessia Gemma, Caterina Giavotto, Giovanna Giorgetti, Dario Doshin Girolami, Anura Kalubowilage, Monaco Kusalananda, Rev. Shinnyo Marradi, Erica Francesca Poli, Emanuela Puchinotta, Vandana Shiva, Giada Storti, Rev. Elena Sishin Viviani, Nerina Vretenar UNIONE BUDDHISTA ITALIANA L’Unione Buddhista Italiana (UBI) è un Ente Religioso i cui soci sono centri e associazioni buddhisti che operano nel territorio italiano. Gli scopi dell’UBI sono: riunire i vari gruppi buddhisti, senza alcuna ingerenza dottrinale o senza prediligere alcuna tradizione rispetto alle altre, siano esse Theravāda, Mahāyāna o Vajrayāna; diffondere il Dharma buddhista; sviluppare il dialogo tra i vari centri; favorire il dialogo interreligioso e con altre istituzioni italiane e rappresentare il Buddhismo italiano nell’Unione Buddhista Europea. Per informazioni: www.unionebuddhistaitaliana.it Testata registrata presso il Tribunale di Milano N186 del 15/12/2020 - Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale AUT. LO-NO/1280/04.2021- STAMPE IN REGIME LIBERO Pubblicato e distribuito trimestralmente da UBI PEFC/18-31-85 Stampato: MEDIAGRAF SpA - via della Navigazione Interna, 89 Certificato PEFC 35027 Noventa Padovana (PD) Questo prodotto è realizzato con materia prima da foreste gestite in maniera sostenibile e da fonti controllate www.pefc.it
TOCCARE LA TERRA Toccare la terra è testimonianza. Forse il gesto più simbolico della tradizione buddhista che, non a caso, avviene nel momento del risve- glio, dove si attua la relazione con la totalità e l’infinito. EDITORIALE Toccare la terra è anche un atto di profonda guarigione, che implica la presa in carico della responsabilità della relazione con questa totalità che include ogni elemento della sfera spirituale ma anche di quella materiale. La terra è un corpo, ma non un corpo che ci appartiene, bensì una condizione di cui siamo parte e con la quale condividiamo un destino, una fragilità. Il gesto del contatto ci dice, infatti, che non c’è separazione tra l’io e il mondo ma un legame di interdipendenza che ci richiama, senza deroga, alla cura. La cura che inizia a brillare dal momento di quel gesto così semplice e così trasformativo, tota- lizzante come un momento senza ritorno nel fluire del tempo. Proprio quella cura è un modo di camminare dentro il cuore del mondo stesso che ci lascia una sola possibilità: ci appella a un impegno irrevocabile, all’imperativo etico che ci chiama a collaborare con la terra perché entrambi, noi e lei, possiamo rigenerarci, ricomporci, tornare uno. Toccare la terra per prenderci cura del mondo è riconoscere un’unità di fondo, una relazione profonda che la ferita creata dalla distanza illusoria tra natura e cultura ci ha fatto percepire come perduta, come altro da noi. Ci ha fatto dimenticare la sua voce, la sua poesia. Nelle radici che sprofondano nella terra sta il segreto di un lignaggio che dal momento del risveglio ci lega allo stesso destino, alla stessa necessità, quella di guardare alla vita da una prospettiva diversa, la necessità di coltivare giorno per giorno la nostra pratica di accoglienza e accu- dimento. Il chiamare la terra a testimone è il risveglio di una coscienza che avviene in un istante che appartiene all’assoluto ma che testimonia la vicinanza, l’incontro con il corpo di un mondo ferito che ci parla, ci chiama, ci appella. Un mondo che siamo noi. StefanoDavideBettera Direttore
N.4-2022 6 70 20 SOMMARIO EDITORIALE 03 TOCCARE LA TERRA SOSTENIBILITÀ 06 ELISA“BACK TO THE FUTURE” 10 LA VARIETÀ CI SALVERÀ 14 RECUPERARE UN’ETICA AGRICOLA 16 PUNTO ZERO 30 EDUCAZIONE 20 SGUARDI SULL'EDUCAZIONE DEL PRESENTE 24 COSTRUIRE ARMONIA E COMUNITÀ 26 CRESCERE BELLEZZA 26 46
14 34 10 30 IL SERVICE LEARNING 8X1000 56 LA VALUTAZIONE DI IMPATTO 34 MARIO LODI CENTRI UBI 36 EDUCARE ALLA PAROLA 59 LA NASCITA DI UN BUDDHA NEL MONDO 62 L'EREDITÀ DI HIROSHIMA 40 LA LUNGA CODA DELLO SRI LANKA LIBRI 46 VERSO BRUXELLES 66 LETTERE DALLA VACUITÀ: UN DONO PER NOI TUTTI EVENTI E APPUNTAMENTI 50 SGUARDI 70 HOLONOMICS, LA VIA PER IL BUSINESS RIGENERATIVO 52 LO ZEN E L'INCONTRO 54 MYTHOSLOGOS DHARMA IN LIGURIA PER APPROFONDIRE 76 LETTURE CONSIGLIATE 78 ELENCO CENTRI 40 PER ABBONARTI VISITA IL SITO: WWW.UNIONEBUDDHISTA ITALIANA.IT/MAGAZINE
À IT IL IB EN ST SO ELISA “BACK TO THE FUTURE” P er sei mesi UBI ha accompagnato Elisa abbiamo creato lo spazio EcoDharma all’inter- nel suo “Back to the Future” tour, che no dei Green Village voluti dall’artista nei luoghi ha attraversato l’Italia intera, toccando toccati dalle tappe del tour, con Legambiente av- - in 40 tappe - piccoli borghi e gran- viato la piantumazione di migliaia di alberi, con di città. Un tour che l’artista ha voluto dedicare l’ONU sostenuto un’App per testimoniare la po- alla Terra, una grande chiamata all’azione indi- tenza dell’azione di ciascuno di noi. Ma è stata viduale e collettiva cui migliaia di persone han- soprattutto la voce di Elisa dal palco a ricordare no risposto con entusiasmo. Lo abbiamo fatto che “Siamo Uno”. con partner preziosi: con Music Innovation Hub A conclusione del tour, Elisa ci svela che questo è 6
Intervista a Elisa In occasione del “Back to the Future” tour di Silvia Francescon - responsabile Agenda Ecologia UBI il primo passo di un cammi- che c'è qualcosa che non va e va cambiata. no che la vedrà impegnata Gli ultimi mesi hanno dimostrato quanto la in prima linea per il Pianeta. nostra vita sia connessa con la natura: alluvio- ni, surriscaldamento globale, scioglimenti dei SF: Con BACK TO THE FU- ghiacciai, hanno portato a danni gravissimi TURE e HEROES hai lan- anche per l'uomo e la società. È importante e ciato dei messaggi mol- necessario fare qualcosa, ognuno di noi deve to forti, una call to action iniziare a farlo. A costo di cambiare anche rivolta alle persone per poco, dobbiamo riuscire a cambiare quoti- prendere coscienza e agi- dianamente e farlo tutti insieme. re per il clima, per il Piane- ta. Lo hai fatto con grazia, SF: In I feel It in the Earth parli di animali sa- molta energia e gioia, con cri, alberi e oceani, in Hope di abbattere muri un senso di apertura e di e Fuckin’ believers è un inno a prendere po- ritorno alla comunità per la sizione, soprattutto per gli ultimi. Sembri vo- salvezza ecologica. Cos’è ler tracciare un filo che interconnette tutti gli per te l’attivismo oggi? esseri della Terra… ELISA: Sì, sono convinta che siamo tutti con- ELISA: Lo dice la parola nessi: uomini, natura e tutti gli altri esseri stessa, attivismo è azione, viventi. La prima cosa che dobbiamo insegna- attivarsi per qualcosa che miri a un cambiamen- re alle future generazioni è proprio il rispetto to. Per me l'attivismo oggi è fare tutto quello che per l’altro, che si tratti di uomo, pianta o ani- si può, ognuno a suo modo, ognuno nella pro- male. pria vita, ma includendo la sostenibilità nelle azioni quotidiane. È importante farlo perché non Per me l'attivismo oggi basta agire sugli effetti, dobbiamo considerare è fare tutto quello che si anche le cause che hanno portato a questa situa- può, ognuno a suo modo, zione, ed essere consapevoli del fatto che la col- pa non è sempre "di qualcun altro"; ciascuno di ognuno nella propria vita, ma noi ha una parte di responsabilità e quindi anche includendo la sostenibilità il potere di innescare il cambiamento. È evidente nelle azioni quotidiane. 7
usic is social Chang HEROES, IL FESTIVAL SIMBOLO La musica, così legata all’esperienza umana, fondamentale nel farci rapportare con gli altri, può avere un positivo impatto sociale, contribuire a renderci più consapevoli ed uniti nell’affrontare le grandi sfide della contemporaneità. Nel 2018 è nata Music Innovation La terra è un organismo vivente e va rispettata. Hub, una realtà che in pochi anni Dobbiamo pensare, ad esempio, che è dalla ha sviluppato tantissimi progetti terra e dalle acque che otteniamo il cibo che che hanno messo al centro consumiamo e, così come l'aria che respiriamo, la musica per creare esperienze diventa parte di noi: cellule, tessuti, pensieri. di consapevolezza, inclusione, Se tutti riuscissimo a vedere la connessione promozione della diversità e che, nel 2020, in piena pandemia, nelle cose, forse riusciremmo a consumare il ha risposto al problema di una cibo con un atteggiamento diverso dal solito, società reclusa ed impaurita desiderando sapere da dove viene, come è sta- dal Covid con uno slancio to coltivato o allevato. di creatività e solidarietà. Così è nato Heroes Festival Dobbiamo riflettere di più sul valore di tutto ciò (il 28-31 maggio scorso a Verona) che ci circonda: l'uomo non può dominare la che incarna il motto “Music vita di altri esseri viventi. Siamo tutti ospiti di is social Change”, e che affida questa terra. ai grandi artisti della musica contemporanea popolare SF: La sfida che definirà la nostra generazione - il compito di farsi portavoce l’emergenza, ormai cronica, climatica - è solo la di messaggi capaci di generare punta di un iceberg. Abbiamo consumato un ter- la consapevolezza. Quest’anno, zo del Pianeta e ci siamo disconnessi dalla Terra. con Elisa, abbiamo costruito Da dove pensi si dovrebbe partire per un’azione un festival che al tempo stesso è stato spazio di riflessione efficace per la cura del Pianeta? e proposta concreta per affrontare la grave crisi del cambiamento ELISA: Come ho detto prima, dalle azioni quo- climatico, chiedendo a ciascuno tidiane. Se ci guardiamo attorno, non abbiamo di fare “semplicemente” la sua la percezione di quanto grave sia la situazio- parte, perché la risposta ai grandi ne, perché il pianeta è ancora in grado di of- dilemmi non si disperda frire i servizi di cui abbiamo bisogno, ma in re- nel vento ma sia vivida e presente altà molte soglie critiche stanno per essere in ciascuno di noi. 8
Dobbiamo riflettere di più sul valore di tutto ciò che ci circonda: l'uomo superate. Ciascuno di noi si può accorgere, non può dominare anche solo basandosi sull'esperienza, di quanto la vita di altri esseri viventi. il clima sia cambiato. I comportamenti individuali Siamo tutti ospiti hanno un proprio valore. Allora proviamo a evi- di questa terra. tare gli sprechi, compriamo meno, impariamo a conservare meglio, pensiamo a dove comprare sistema su cui si fondano le politiche attuali. e cosa, pensiamo alla durabilità delle cose che Gli artisti possono giocare un ruolo straordi- compriamo, per ridare alle cose il proprio valore nario nella trasformazione del pensiero per la d'uso. E poi è importante che anche la politica conversione ecologica. Da direttrice artistica di non resti insensibile a questo tema. L'invasione Heroes hai coinvolto e voluto sul palco artisti dell'Ucraina e il conseguente problema delle testimoni dell’impegno per il clima. Hai proget- politiche energetiche potrebbe almeno porta- ti di consolidamento e di espansione di questa re ad accelerare una transizione energetica. Mi comunità di artisti per il Pianeta? piacerebbe pensare che questo possa dare una spinta alle energie rinnovabili, invece di rispolve- ELISA: Sì, ho dei progetti futuri sui quali stia- rare fonti inquinanti che sembravamo pronti ad mo lavorando; questo per me è solo un pri- abbandonare come le centrali a carbone o l'uso mo passo. Essere artista mi dà la possibilità di del petrolio nelle centrali termoelettriche. mandare dei messaggi, ed oggi, in piena crisi climatica, per me è impensabile non parlarne. SF: La (non) azione dei governi offre soluzioni So di essere una persona fortunata e di avere di superficie. Per rigenerare il Pianeta avremmo delle possibilità che altri non hanno, proprio bisogno di una rigenerazione del pensiero e del per questo sento il dovere di farlo. 9
Un modello di pensiero per combattere la guerra dell’industrializzazione dell’agricoltura di Vandana Shiva - Presidente Navdanya International (Intervento al convegno Ecologia Profonda e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022) N ella filosofia indiana diciamo che “tut- più importante di tutti, per il Buddha, era la to è vibrazione”, e da qui emergono terra vivente e tutto il pensiero della non vio- le forme concrete. Lo dice anche la lenza è basato sulla nostra relazione con gli teoria quantistica: tutto è onda e poi altri esseri. Questa relazione, a cosa ci con- diventa particella. Ma l’idea meccanicistica ha nette? Al cibo: la terra ci dà il cibo, noi lo spezzato tutto questo considerando la materia mangiamo quindi il cibo è la connessione tra come inerte, fissa, atomi che non hanno intera- gli esseri senzienti. Siamo al 90% altri esseri zione. Questo modo cartesiano, meccanicistico, nel nostro corpo. Non siamo una macchina. ha invaso anche l’agricoltura e il cibo. La terra è Il cibo non è “merce”. Credo che l’illusione ormai materia morta; siamo stati resi ciechi per- che il cibo sia merce e che la terra sia mor- ché viviamo nei processi, nella scienza. Tutte le ta è il risultato di 50 anni di industrializza- culture indigene parlano, invece, delle altre spe- zione e globalizzazione. L’agricoltura indu- cie come parenti; noi consideriamo che la terra striale sta introducendo strumenti di guerra è una famiglia e che tutti gli esseri sono nostri in agricoltura, una guerra contro le specie. parenti. Soltanto con il colonialismo e l’industria- Ormai l’80% delle specie sono scomparse dal lizzazione, gli esseri sono stati ridotti a macchine pianeta, a causa della cosiddetta moderna separate. agricoltura, basata sulle monocolture e sulle sostanze chimiche. Ad aggiungersi è arrivata OMICIDIO DELLA VITA la World Trade Organization, la globalizza- C’è voluto un secolo di strane persone come zione: io non riesco a immaginare una pan- Hobbes, Boyle e Cartesio che ci mettessero in nocchia di granturco ibrido dove le piantine testa l’idea di una terra morta, una terra che va schiavizzata. Circa quattro o cinquecento anni fa c’è stato questo progetto di uccidere AGRICOLTURA la conoscenza della vita. SIGNIFICA CULTURA Agricoltura significa cultura della terra, la cultura di prendersi cura della terra sot- DELLA TERRA, to le tue unghie; se non hai messo le ma- LA CULTURA ni nella terra, non ricordi che sei terra. C’è una bellissima mudra (posizione delle DI PRENDERSI CURA mani) del Buddha, Bhumisparsha, che par- DELLA TERRA SOTTO la della terra come testimone: il testimone LE TUE UNGHIE
sono tutte uguali, della stessa altezza e senza foglie perché devono essere raccolte dalle DOBBIAMO CREARE L’ECONOMIA macchine. In India noi non abbiamo macchine, VERITIERA, L’ECONOMIA DELLA NON eppure abbiamo queste pannocchie transge- niche che poi ho ritrovato in Germania e mi VIOLENZA E DELLA VERITÀ sono detta “Ma che succede?”. Alcune colture sembrano una persona all’ultimo stadio del Covid con il ventilatore. Un ventilatore che macchine, quindi abbiamo questi “deser- tiene in vita piante tossiche che hanno perso ti verdi” su ampia scala. Abbiamo rilevato la biodiversità. la differenza di temperatura tra il nostro ter- reno circondato da alberi e il terreno chimico RIGENERAZIONE dei vicini: ben il 25%! Dopo tutti questi anni abbiamo visto che ogni mito dell’agricoltura industriale globalizzata La desertificazione della terra, della mente è un mito che produce tossicità e contenuti e del cuore sono un’unica desertificazio- sempre più vuoti. Nel cibo industriale il va- ne. Ci fanno credere che le piante ricevono lore nutrizionale viene smembrato, è sceso l’idratazione attraverso l’irrigazione, ma nel del 78%; è cibo spezzato, ha apparenza di terreno ci sono 160 litri di acqua per una unità cibo ma non è cibo. Questa è grande sfida di terreno e possiamo avere il 5% in più di per la rigenerazione, per l’ecologia profonda, idratazione solo grazie alle radici degli albe- in questo sistema globale industrializzato ri. Non è soltanto una questione di radici; è che ha ridotto il cibo a prodotto, a bene di un sistema di coltivazione idrica, un sistema consumo, a “merce”. di riduzione della temperatura e questa è la D o b b i a m o c rea re l ’e c o n o m i a v e r i t i e ra , qualità di tutti gli esseri senzienti, non siamo l’economia della non violenza e della verità. monodimensionali. Ecco perché non c’è solo Questa è l’economia locale. Abbiamo misu- un Buddha ma ci sono queste divinità con rato il fatto che dobbiamo ridare amore alla tante mani, perché tutti dobbiamo avere tante terra. In questi venti anni di lavoro abbiamo mani e avere questa mente che si prende cura rilevato il 3000 per cento in più di funghi e della diversità. questi funghi sono il segreto per la vita e per Dalla monocoltura alla diversità della mente: la rigenerazione della terra. abbiamo iniziato a coltivare dei semi per la biodiversità e continuiamo a trovare così tan- Sappiamo che oggi il riscaldamento globale te altre cose che supportano la biodiversità. non risparmia nessuno, io con il mio team Se la tua agricoltura non vuole essere di ge- ci siamo detti: “Lavoriamoci!”. Com’è la tem- nocidio deve essere un’agricoltura fatta con peratura, come è l’umidità? Gli alberi sono amore; nelle nostre aziende agricole abbiamo molto importanti per i campi e per l’agricol- circa 1500 tipologie di riso e 250 tipologie di tura, ma cosa ha fatto l’agricoltura industriale? grano, tutta una serie di legumi. Non distrug- Ha tagliato gli alberi perché preferiscono le giamo nessuna pianta perché non utilizziamo 12
pesticidi. In un metro quadrato ho contato 13 “Dobbiamo scappare dalla miseria dell’Euro- piante, di cui 11 erano medicinali e 2 comme- pa”, andare a prenderci le ricchezze di quelle stibili; tutta questa ricchezza di biodiversità terre, a prenderci i lavoratori gratis, quella è è sempre stata trattata dall’agricoltura indu- la radice della schiavitù. striale come un nemico da sterminare. TUTTI INSIEME Noi siamo parte della terra, noi siamo membri Quindi, questa guerra contro la terra è radica- della famiglia della terra, noi sappiamo vivere ta nella paura della vita: bisogna trascendere in pace, perché abbiamo vissuto in pace per questa paura, cambiarla in amore e compas- la maggior parte della storia. Questa è la co- sione. Dobbiamo richiamare la verità del cibo. smovisione degli indigeni. Perché vogliono Perché tutto diventi una questione di giustizia, togliere gli agricoltori? Per creare l’agricoltura di non utilizzare la schiavitù, di ridurre l’im- industrializzata; perché sono tutti pronti con pronta di carbonio, di esprimere la verità del queste monocolture con proteine, carboidrati. nostro essere, la verità dell’essere parte della Tutta la vita è basata sulle piante: inizia con terra e avere delle relazioni senza violenza. una foglia verde, noi mangiamo le piante, gli animali mangiano i vegetali e quindi siamo Dobbiamo creare immagini, comunicazioni tutti basati sui vegetali. Ciò ha un significato che vengano da tutte le religioni, che ricordi- o è qualcosa di aleatorio dire che la vegeta- no che tutti gli esseri sono uniti nella catena zione è importante? alimentare. Che tutti i movimenti del siste- ma alimentare si prendano la mano e dicano “Giù le mani dai nostri parenti!”, “Giù le mani TUTTA LA VITA È BASATA SULLE dagli organismi della terra”. È il tempo del- PIANTE: INIZIA CON UNA FOGLIA VERDE, la verità, della gioia. Non è più il tempo di questi 10 miliardari che controllano il 50% NOI MANGIAMO LE PIANTE, GLI ANIMALI della terra, con queste macchine che pensa- MANGIANO I VEGETALI E QUINDI SIAMO no essere superiori agli animali. È arrivato il TUTTI BASATI SUI VEGETALI momento dell’interessere, della verità, della co-creazione, della co-produzione. Se conti- nuiamo a costruire insieme, non in uniformità Questa è l’agricoltura rigenerativa. In India ma in diversità, così come abbiamo visto oggi, diciamo “tutto è cibo e tutto è qualcos’altro ognuno di noi sarà se stesso, dal cibo”; quindi dal cibo non possiamo fug- ma abbiamo una risonanza gire, non possiamo fuggire dal ciclo dell’ali- nel nostro pensiero. mentazione, dalla catena alimentare. Il signor Serve costruire su questa Amazon o Tesla che vuole andare su Marte è risonanza. come dire: “A me non interessa della terra”, “A me non interessa di casa mia”. Gli antichi colonizzatori se ne sono andati e hanno detto 13
À IT IL IB EN ST SO Recuperare un’Etica Agricola Cosa abbiamo perso con l’avvento dell’agricoltura industrializzata di Lucio Cavazzoni - Presidente di Goodland (Intervento al convegno Ecologia Profonda e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022) N ell’idea contadina la competizione L’equilibrio è stato dimenticato, a partire dall’i- non c’è. Nel mestiere contadino l’o- dentità dei lavoratori: in molte ricerche si denun- biettivo è l’equilibrio (e non è un caso cia da decenni la presenza quasi schiavizzata di che equilibrio ed equità abbiano lo 40.000 persone del Punjab, residenti fissi qui in stesso etimo). Italia. Il Prof. Carchedi dell’Università La Sapienza, 14
ALTRI VALORI DELLA TERRA Qual è il vero elemento importante nell’alimen- to? La relazione. Con la persona, la terra, ciò che ne fa parte, inclusi gli animali. Tutto questo viene dimenticato dall’agricoltura industriale. Un esempio? Un proprietario terriero che ge- stisce un appezzamento di 10-20 mila ettari a corpo unico con una sola monocultura. Ho visto nel Mato Grosso un solo campo di soia grande come la regione Umbria: questa è l’agricoltura industriale. È quella che dice che oggi sviluppa allevamenti con soia e mais che provengono dalla deforestazione brasiliana, con animali che vengono nutriti al 75% con questi due prodot- che redige una pubblicazione per conto della ti (ricordiamo che i bovini si sono nutriti di erba CGIL Nazionale sul fenomeno quantitativo e per milioni di anni) in stalle che in Europa rag- qualitativo dei lavoratori migranti e schiavizzati giungono i 500/1000 animali ma in Cina ve ne nel nostro Paese, stima 400.000 lavoratori agri- sono due con 124 mila capi. È un tipo di agri- coli invisibili e al nero in Italia e 1.250.000 in coltura che produce cibo senza contadini. Ma tutta Europa, solo nell’agricoltura. Con la Spa- di sicuro la mancanza dell’uomo rompe ogni gna messa molto peggio di noi, soprattutto possibilità di relazione dell’uomo con la ter- per quanto riguarda le condizioni delle lavora- ra, il cibo, il paesaggio e con esso tutto il resto. trici marocchine per la raccolta delle fragole. Il Dobbiamo smetterla di parlare di un cibo e di grande responsabile di tutto questo è il Nord una agricoltura: ci sono almeno 2 cibi e 2 agri- Europa, che vuole pagare poco le materie colture. Mi riferisco a un’agricoltura che vuole e agricole di cui si alimenta. pretende di continuare ad essere industrializza- ta; in Emilia-Romagna gli agricoltori sono soddi- NON SOLO LAVORO sfatti di ricevere 9 centesimi al kg di pomodoro Ci sono altri fattori rilevanti che una equili- - prezzo che frustra invece il sud Italia - perché la brata politica agricola dovrebbe considerare. produttività media di un ettaro di pomodoro nel Intanto non cadiamo nell’idea che l’agricoltore parmense sono mille quintali. Si può vivere solo faccia solamente alimenti. Il primo plus valore con le provvidenze comunitarie e quindi un etta- che oggi il contadino fa è la costruzione e la cu- ro di pomodoro proveniente da un supersfrutta- stodia del paesaggio. Il paesaggio è il territorio mento agricolo rende molto di più Ma la conse- dove l’uomo è intervenuto e continua a interve- guenza di una terra che produce 1000 quintali nire attraverso tutte le sue forme, nella sua bel- ad ettaro di pomodoro è che non ci sono più gli lezza o nel suo degrado. Il primo plus valore del agricoltori, perché il pomodoro viene coltivato mestiere di contadino - involontario, non ricono- con grandi macchine, diserbato con lo stesso si- sciuto e frustrato dalla Politica Agricola Comune stema e raccolto con macchine molto grandi su (PAC) - è il paesaggio. territori che devono essere molto grandi. 15
SO ST EN IB IL IT À Punto Zero
Ripartire da azioni semplici e concrete per riacquistare il senso della terra di cui ci nutriamo di Nicoletta Dentico - Direttrice programma Salute Globale Society for International Development (SID) (Intervento al convegno Ecologia Profonda e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022) N el maggio 2021, l'Assemblea Gene- noi invece sappiamo che – non solo per il cibo rale delle Nazioni Unite ha adottato – dobbiamo tornare alle pratiche sapienziali di una risoluzione per riunire la co- gestione della terra, di armonia, di interessere munità ambientale globale a Stoc- con la terra, con gli altri esseri viventi. Tutto ciò colma, in Svezia, per un importante incontro non esiste nella cultura politica del nostro Pa- ambientale internazionale chiamato Stoccolma ese. 50+. Questa data segna per tutti noi sicuramen- te un cammino di consapevolezza, ma è anche SUBAPPALTARE LA SOSTENIBILITÀ un momento per ricordarci quanti decenni ab- E non esiste nemmeno nella cultura politica biamo perso senza fare assolutamente nulla. europea e internazionale, dove ancora oggi proprio grazie al paradigma fissato dagli obiet- Questo circo Barnum autocompiacente, anche tivi per lo sviluppo sostenibile continuiamo a un po’ anodino, di una semantica della soste- coinvolgere il settore privato e le multinazionali nibilità, è ridicolo. Siamo già nel tempo succes- nella definizione degli obiettivi futuri. Quindi sivo. il conflitto di interessi non esiste più perché l’hanno sdoganato tutti, così come non esi- Il clima è già cambiato, è in peggioramento, ste più neanche la funzione pubblica perché il quindi l’azione che dobbiamo svolgere è ur- pubblico, a tutti i livelli, è asservito agli interessi gente e non ci sono più né scuse né retoriche. privati. Io che mi interfaccio con la comunità nazionale e internazionale e con quella locale trovo che la Se l’Eni fa il piano energetico significa che politica non stia dando i segni giusti, che non abbiamo un grande problema di conflitto di abbia capito niente di questa pandemia. interessi e non si risolve col fatto che l’Eni è a partecipazione statale, perché lo Stato ha com- Il problema è che sta facendo esattamente ciò pletamente delegato al privato la sua funzione. che faceva prima e sta definendo politiche per il futuro che dimostrano la fretta di tornare il Se abbiamo le aziende italiane Barilla e Ferrero prima possibile a fare ciò che si faceva prima. che fanno la politica del cibo italiano e interna- Si concepisce la digitalizzazione come l’unica zionale abbiamo un problema; se a livello glo- chiave per la costruzione degli scenari futuri e bale abbiamo la filantropia strategica, come la 17
Bill e Melinda Gates Foundation che definisce le politiche della salute e della rivoluzione ver- de in Africa – dove non era arrivata la rivoluzio- ne verde ce l’hanno portata, dal 2008 ad oggi, la Rockefeller Foundation e la Gates Founda- tion, portandosi dietro tutto il comparto delle loro multinazionali, con la benedizione delle Nazioni Unite -, abbiamo un enorme problema. RITORNO A CASA Bisogna tornare alla terra, partire dalla terra, perché noi siamo la terra e soltanto nella terra possiamo ritrovare i germi della speranza; per- ché la terra è molto solida, continua a generare nonostante tutta la devastazione che continuia- mo a produrre. Nonostante tutto la terra vorrebbe darci anche un’altra chance. Se solo ci mettessimo in sinto- nia con questa terra, essa sarebbe disposta ad un patto con questa umanità. Noi siamo lo zero virgola qualcosa di presenza Dopo 3 anni di pandemia il discorso sui sistemi su questo pianeta, ma in termini di devastazio- alimentari delle Nazioni Unite è fatto e definito ne invece oggi rappresentiamo un agente di dai signori di Davos. I sistemi alimentari del fu- pericolo assoluto. turo prevedono l’intelligenza artificiale e la di- gitalizzazione del cibo, quindi una produzione UNA NUOVA AGENDA agricola senza i contadini. Parlare dell’agricoltura, del cibo, della salute vuol dire parlare dei presupposti fondamentali Il nostro Paese ha costruito la propria competi- per ristabilire questo rapporto non solo con la zione, la propria posizione agricola sulla schia- terra ma con noi stessi. Perché evidentemen- vitù, sullo sfruttamento delle persone (tutto il te noi siamo i primi a soffrire di un cibo ormai comparto della produzione agricola di Latina, industrializzato, ormai finto, che non nutre ma di Fondi poggia sullo sfruttamento di persone che ci rende malati, obesi, sottoposti a malattie che provengono dall’India e dallo Sri Lanka). La cardiovascolari; siamo noi i primi a soffrire per politica non parla di queste cose e nemmeno la la medicalizzazione del cibo. stampa. Al G8 di Genova avevamo esattamen- 18
Dobbiamo superare il consueto dialogo con la politica, a cui non po- trebbe importare di meno di dialogare con la società civile (come si è visto sino ad oggi è solo un teatro, una recita). È quella che al- te la stessa Agenda che potremmo avere oggi cuni storici chiamano “democrazia recitativa”. (sono passati vent’anni!) e non è che le cose si- Usciamo da questo teatro e usciamo nelle ano rimaste ferme… no, sono largamente peg- piazze, nei territori, a moltiplicare le battaglie giorate, nel solco della stessa visione politica, locali: è il tempo di una rivolta gioiosa per la che è una visione necrofila, che porta alla morte. vita! Non una rivolta armata. PARTIGIANI PER LA VITA Dobbiamo sopravanzare questo multista- Dobbiamo rilanciare la vita e dobbiamo far- keholderismo feudale che fa sì che gli oligar- lo secondo il punto di vista che non abbiamo chi dell’Occidente e dell’Oriente abbiano in più niente da perdere, neanche in Occidente. mano le leve della storia di questo tempo e Abbiamo la forza della nostra debolezza, come della politica di tutte le nazioni del mondo. La direbbe Dietrich Bonhoeffer (teologo luterano partigianeria è decidere se vuoi continuare a tedesco, protagonista della resistenza al Nazi- stare dalla parte degli interessi del profitto e smo): quando non abbiamo più niente da per- della morte oppure se vuoi stare dalla parte dere possiamo mettere in campo azioni. del bene comune e della vita. 19
E N O ZI A UC ED SGUARDI SULL'EDUCAZIONE DEL PRESENTE
Perché l’apprendimento è una scommessa sul domani di Rev. Elena Seishin Viviani - Vice Presidente UBI Giovanna Giorgetti - Vice Presidente UBI (Introduzione al convegno Semi di futuro: S consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022) abato 1 ottobre ha avuto luogo Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azio- ne educativa, il primo convegno del- l’Agenda Educazione UBI. Si è svolto a Roma, in un suggestivo contesto di campagna, che non a caso ha inteso richiamare quella che, fin dal titolo, è un’ambiziosa scommessa sul do- mani: semi, input gettati in un fertile terreno - le giovani generazioni - da coltivare con consape- Insieme ai relatori si è cercato di rispondere alle volezza e cura, per favorirne la migliore crescita. domande più urgenti e stimolanti del presen- È stato un incontro denso di riflessioni, cui han- te, per quanti operano nel settore (educatori, no preso parte professionisti del settore, illu- insegnanti, genitori), così come per l’intera so- strando teorie, ma soprattutto raccontando le cietà: quale tipo di ambiente influenza mag- loro dirette esperienze sul campo, ciascuno dal giormente i bambini e il loro sviluppo? Che proprio specifico punto di osservazione, dal relazione esiste fra bellezza e cervello e che ri- proprio ambito disciplinare. Tutti, però, acco- cadute essa ha sui processi di apprendimento? munati dal medesimo monito: mettere al centro Come possiamo sensibilizzare maggiormente bambini e ragazzi, promuovendo lo sviluppo bambini e ragazzi nei confronti del Pianeta? interiore. Un’educazione, dunque, che ponga Non esistono risposte chiuse, né rigide ricet- in primo piano - come è già insito nella visione te da seguire - è ciò che emerso diffusamente dell’Agenda Educazione UBI - un "ben-essere dai relatori - bensì una costante, appassionata integrale", una crescita "etica, emotiva, socia- ricerca, che coinvolga attivamente il bambino, le’, per riprendere la cifra identitaria del SEE che si ponga autenticamente in ascolto dei suoi Learning®, progetto d’avanguardia nato negli bisogni, proprio come fece Mario Lodi, la cui le- USA e già attivo in svariate nazioni, finanziato zione, a distanza di anni, resta tuttora vivissima. in Italia dall’UBI, di cui Constance Miller e Pier Così, Giancarlo Cavinato e Nerina Vretenar del- Paolo Eramo hanno descritto l’implementazio- l’MCE (Movimento di cooperazione educativa), ne in diverse scuole del territorio nazionale. nel centenario della nascita del grande Maestro Coltivare benessere, resilienza, inclusione a di Piadena, ci hanno raccontato la bellezza ri- scuola è stato il titolo del loro intervento, che ha voluzionaria della sua scuola: l’impegno per la offerto alle numerose maestre presenti in sala costruzione di una convivenza civile attraverso una serie di testimonianze riguardo al significa- il linguaggio, nonché l’importanza del senso di to e agli impatti di un’educazione “del cuore e democrazia, attivabile fin dall’infanzia tramite un della mente”. dialogo paritario fra alunni e fra alunni e docenti.
METTERE AL CENTRO La lingua è stata al centro anche nell’intervento di Carla Marulo, esperta di didattica L2, materia BAMBINI fra le più necessarie nella scuola di oggi, eppu- re ancora non sufficientemente valorizzata a li- vello istituzionale. Che cos’è il lessico? Come si E RAGAZZI, apprende una lingua straniera? La relatrice ha invitato a considerare l’alunno nella sua unicità, PROMUOVENDO ponendosi in ascolto e senza mai trascurare il contesto di provenienza, culturale e psicologi- LO SVILUPPO co, spesso non semplice, poiché fatto di sra- dicamenti dalla propria lingua-madre. Marulo INTERIORE propone un metodo che si avvale del corpo e della musica, giocando con il ritmo delle parole e con i loro suoni; un percorso di apprendimen- to che si basa sulla multi-modalità, che faciliti e renda godibile l’apprendimento. Non si può tuttavia parlare di apprendimento ed educazione, senza considerare la bellezza. Non basta soltanto crescere: è fondamentale che ciò avvenga nel bello, inteso nell’accezione dell’antica sapienza greca (kalòs kai agathòs), ossia bellezza associata alla bontà, all’armonia. È su questo che intende gettare una luce la dot- toressa Erica Poli, medico psichiatra, psicotera- peuta e counselor. Tracciando una panoramica che attraversa il mondo dell’epigenetica, delle neuroscienze e della neuroestetica, Poli ha illu- strato come tale valore aumenti lo sviluppo dei talenti naturali dei bambini. «Il nostro DNA vive in una dimensione bidi- mensionale: ciò che siamo dipende tanto dal codice genetico già dentro di noi quanto dalle condizioni esterne », ha affermato la dottoressa, richiamando così la potente metafora del seme, concetto peraltro peculiare del mondo buddhi- sta, secondo cui cause e condizioni concorrono
a produrre la realtà entro cui l’individuo agisce e sperimenta il mondo. Quanto conti il contesto, quanta influenza eser- citi sui bambini, lo ha ricordato anche Manuel Gentile, responsabile dell’Istituto per le Tecno- logie Didattiche del CNR di Palermo. Presen- tando il progetto Stringhe-piccoli numeri in movimento, Gentile ha portato a riflettere sulle - ancora troppe - situazioni di povertà educativa presenti nel nostro Paese, illustrando soluzioni di contrasto dal forte impatto, grazie all’impie- di tale processo, fondamentali si rivelano life go di una metodologia didattica che vede l’ef- skills come empatia e altruismo, oltre che una ficace combinazione di una proposta digitale particolare attenzione, specie da parte del do- d’avanguardia (coding, robotica) unita a psico- cente, nei confronti del tempo: la gradualità motricità e avviamento allo sport. dell’azione educativa, il rispetto dei ritmi di cia- scun bambino. Fra le avanguardie educative più rilevanti, è sta- ta esposta dal professor Italo Fiorin, Presidente «Le api non apprendono la vita da un manuale. della Scuola di Alta Formazione “Educare all’in- Sono infinitamente più complesse, sono un su- contro e alla solidarietà” (EIS) dell’Università per organismo», afferma Monica Colli, respon- LUMSA di Roma, quella del Service Learning. sabile del progetto. «Una singola ape non può Un metodo che promuove l’idea di una scuo- vivere da sola, ma ha bisogno di ritornare ogni la definita civica: luogo di incontro fra sapere sera al nido. Ha bisogno di ricollegarsi alle so- formale e informale, ossia di integrazione con il relle e ai fratelli. Esattamente come noi maestri territorio e dalla forte ricaduta sociale. e maestre abbiamo bisogno di sentirci parte di una comunità educante capace di soste- Il convegno ha offerto, infine, l’occasione di pre- nerci e motivarci, viste le sfide complesse che, sentare uno dei progetti nati all’interno dell’A- spesso, ci attendono in aula. Una comunità vi- genda: To bee or not to bee. Costruire comuni- brante capace di collaborare insieme in modo tà dall’io al noi, che ha coinvolto cinque scuole armonioso, una Comunità capace di prendersi primarie di diverse regioni, fra cui la scuola “G. cura». Mazzini” di Terni, la prima ad aver sperimenta- to il programma nel 2021. Prendendo spunto Semi di futuro, dunque, gli stimoli lanciati in dall’esemplare modello delle api, la cui società questo convegno, un potenziale, cui tutti gli si fonda su imprescindibili regole di coopera- educatori sono chiamati a contribuire per una zione, il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un crescita sana e rigogliosa della società di do- forte senso di comunità nei bambini. Alla base mani. 23
E N O ZI A UC ED COSTRUIRE ARMONIA E COMUNITÀ Le linee guida di un percorso ispirato dalla visione buddhista di Monica Colli - scrittrice, esperta di educazione, organizzatrice del Convegno (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022) 24
N ei percorsi educativi è importante del miele o alla visione di un campo di fiori che porre l’accento non solo sul vedere sbocciano. crescere il germoglio ma anche sul- la “bellezza”. La bellezza della Natu- Le api non apprendono la vita da un manuale. ra, delle immagini, delle parole. Non è un caso Sono infinitamente più complesse, sono un su- che il Convegno sia intitolato Semi di futuro e per organismo. Una singola ape non può vivere si svolga in autunno, la stagione della semina. da sola, ma ha bisogno di ritornare ogni sera al Il ricorso alla stagionalità rimanda ad un con- nido. Ha bisogno di ricollegarsi alle sorelle e ai cetto chiave in ambito educativo ovvero “Tutto fratelli. ha il suo tempo”. L’educazione non deve avere fretta, né deve seguire o inseguire i tempi della ANCHE NOI comunicazione, altrimenti fa altro, con il rischio Noi insegnanti abbiamo bisogno di sentirci par- di perdersi. te di una comunità educante capace di soste- nerci e motivarci, viste le sfide complesse che, COME LE API spesso, ci attendono in aula. Una comunità vi- C’è peraltro una fortissima connessione tra la brante capace di collaborare insieme in modo provenienza del nostro cibo e il fatto che 1/3 armonioso, una Comunità capace di prendersi dei prodotti che arriva sulle nostre tavole abbia cura. Questa comunità trova le proprie basi, in origine nell’operato delle api impollinatrici o primis nella possibilità di parlare bene, “mera- bottinatrici e col fatto che queste contribuisco- vigliosamente”, scegliendo con cura le parole, no alla nostra salutogenesi, non solo con in modo immaginifico e avvincente. Nel Mani- i loro “doni” (propoli, mieli, pol- festo di Educazione Linguistica del Movimento line), ma anche attraverso di Cooperazione Educativa è emersa la grande l’esperienza multisen- importanza di educare alla parola bambini e ra- soriale che ci offro- gazzi, per costruire modi armoniosi e pacifici di no, fatta di suono e vivere. Sappiamo bene quanto tutto ciò possa profumo, elementi essere determinante in questo momento storico capaci di calmare in cui i conflitti sono all’ordine del giorno. Ricor- il nostro siste- diamoci poi che bambini e ragazzi ci guardano, ma nervoso e di ci osservano e spesso prendono esempio da creare piacere. quel che vedono, per questo risulta ancora più Pensate al gusto essenziale, come proposto anche nel progetto SEE Learning®, che noi adulti, educatori, mae- stri, docenti diventiamo consapevoli delle emo- zioni che ci attraversano, così da prendercene cura e assumerci la responsabilità delle parole e dei comportamenti che agiamo. 25
E N O ZI A UC ED Tra neuroestetica, neuroscienze ed emozioni, una nuova visione dell’azione educativa di Erica Francesca Poli - psichiatra e docente (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022) P arto proprio dalla vision, dalla prospet- grande metafora. Se è pur vero che una pianta tiva di questo evento, che è nel titolo. di rose lo è in ogni terreno, in Siberia come in Si- Semi di futuro è una locuzione piena cilia, è altrettanto vero che il profumo delle rose, di suggestioni anche per il medico. So- il rigoglio della pianta dipende anche molto dal prattutto quando si occupa come me di storie di terreno in cui si trova. E questa è una riflessione vita, di psiche, di neuroscienze sposate al per- che oggi nel mondo della scienza trova dei ri- corso interiore, di crescita. Di quel seme verso il svolti veramente interessanti. Mi riferisco proprio germoglio, verso la pianta che verrà. La poetica agli studi che vengono dall’epigenetica e dalle del seme è in tutte le epoche, in tutte le civiltà, in neuroscienze affettive. tutte le antropologie, in tutte le religioni: è una 26
CRESCERE BELLEZZA PARTIAMO DALL’EPIGENETICA vazione - che può essere quello di un bambino Watson e Crick, grandi scopritori del DNA, alla in una situazione di ipertono simpatico, cioè di fine del secolo scorso ritenevano di poterlo agitazione, in un campo che percepisce come mappare, di poterne individuare i mattoni e così non sicuro - quei geni si accendono con molta avere in mano le chiavi della nostra vita, le chiavi più difficoltà. L’epigenetica sta facendo luce su dell’espressione vitale di quel codice genetico. tutte le sindromi che hanno a che fare con l’i- Ma il progetto genoma umano dimostrò che perattività, il deficit di attenzione, le sindromi non era così. Ci volle un genetista, Richard Stro- dell’autismo, le sindromi di Asperger. L’ambiente man, per affermare che in realtà non avevamo in qualche modo incide sullo sviluppo cerebra- capito che il nostro DNA vive in una direzione le, sull’insieme delle relazioni che si creano tra i bidirezionale. neuroni per costituire l’insieme delle conoscen- ze, delle memorie, dei copioni comportamentali, Quello che noi siamo, dipende tanto dal codice delle reazioni che noi siamo. genetico, che si esprime verso l’esterno, tanto da ciò che l’esterno può effettivamente condiziona- L’epigenetica ci dice che l’ambiente non è re dell’espressione di questo DNA. Ciò ha preso dato soltanto dall’aria che respiriamo, dal cibo, il nome di epigenetica (“quel che sta sopra la dall’acqua che beviamo; quindi non c’è soltan- genetica”). L’ambiente interagisce con il nostro to una componente squisitamente materica, ma DNA; può far sì che alcuni geni si accendano, l’ambiente è da considerarsi in fortissima parte altri si spengano, che ci sia una influenza vera e in termini emotivi, in termini relazionali. Dunque propria nell’espressione del nostro patrimonio. quel che plasma il DNA è anche la qualità della In qualche modo questo DNA viene plasmato relazione con la quale ci troviamo a vivere nel ogni volta. Ci sono geni che si accendono molto nostro mondo, nel nostro ambiente. rapidamente in risposta allo stress, ci sono geni che invece si accendono più lentamente. L’epigenetica e questi studi forse ci danno la mi- sura di quanto veramente noi esseri umani, e for- APPRENDIMENTO ED EPIGENETICA se gli esseri viventi in generale, siamo relazionali. Ci sono poi degli studi che dimostrano che in Se consideriamo che l’ambiente emotivo, l’am- tema di apprendimento, in uno stato di iperatti- biente relazionale è effettivamente un fattore 27
LA FIGURA DEL MAESTRO, DEL DOCENTE, MA ANCHE TUTTE LE FIGURE CHE SONO COINVOLTE, CHE IO CHIAMO “EDUCATORI”, POSSONO FARE LA DIFFERENZA LADDOVE IL CAMPO SIA UN CAMPO DIFFICILE. di ordine epigenetico allora abbiamo un’oppor- farlo ma perché il loro sviluppo cerebrale, il loro tunità, ce l’hanno le famiglie. In un tempo come connettoma necessita di una relazione amorevo- questo, in cui la famiglia si sfalda, in cui i valo- le per crescere al meglio. ri che un tempo erano magari molto più stabili oggi invece sono estremamente incerti, ecco Durante la crescita dei primi due anni esiste una che la figura dell’educatore diventa fondamen- fase nella quale è effettivamente necessario tut- tale. to questo insieme di connessioni, di reti neurali, che derivano proprio dalle ramificazioni delle In un tempo come quello che stiamo vivendo, relazioni con il mondo: servono al bambino per dove le strutture sociali, familiari, sono messe a articolare un potenziale relazionale e a un certo dura prova, la figura del maestro, del docente, punto devono prendere una forma, esattamente ma anche tutte le figure che sono coinvolte, che come in un giardino il giardiniere deve potare io chiamo “educatori”, possono fare la differenza perché il giardino sia armonioso. E chi fa que- laddove il campo sia un campo difficile. sto? Un ormone che conosciamo molto bene, il cortisolo, l’ormone dello stress. Ma se questa IMPARARE LA COMPASSIONE potatura avviene precocemente, quindi prima C’è uno studio - raccontato nel libro di una psi- che il connettoma si sia ramificato nella manie- coanalista che si occupa anche di epigenetica ra migliore, ecco che noi ci ritroviamo con un e neuroscienze, Sue Gerhardt, “Perché biso- cervello del bambino che soprattutto in un’area gna amare i bambini” - che porta diverse prove della corteccia - quella prefrontale che è l’area scientifiche che supportano l’idea che l’amore che si sviluppa con la meditazione, quella delle non è soltanto qualcosa di sentimentale, appan- funzioni mentali superiori, che i neuroscienziati naggio di poeti, ma è una forza biologica. Biso- chiamano “the Queen”, la Regina - è disarmoni- gna amare i bambini non soltanto perché è bello co. Questa area presiede all’empatia, al senso amarli e non soltanto perché il cuore ci dice di di connessione, al senso di appartenenza, è in 28
grado di attribuire un significato agli eventi, fa- IL CERVELLO SI NUTRE DI BELLEZZA vorisce la resilienza. Se in quest’area in bambini E SE VOGLIAMO SOPRAVVIVERE, hanno un livello di cortisolo troppo alto, in una fase troppo precoce del loro sviluppo, perché SE VOGLIAMO CHE I NOSTRI inseriti in un campo ad alto stress, in un campo CIRCUITI CEREBRALI, IL NOSTRO instabile, in un campo insicuro, questa corteccia SISTEMA IMMUNITARIO, risulta potata troppo presto. LA NOSTRA RISPOSTA ALLO STRESS Questo solo per dire che l’epigenetica non è sol- SIANO BEN REGOLATI, tanto un insieme di conoscenze per lo studioso, ma è la possibilità di riflettere sul futuro del seme ABBIAMO BISOGNO DI QUALCOSA e comprendere quanto l’ambiente, soprattutto CHE SEMBRA COSÌ LONTANO DALLA dal punto di vista relazionale-emotivo può fare. SOPRAVVIVENZA: LA BELLEZZA. CRESCERE BELLEZZA Proprio dal punto di vista delle neuroscienze, La bellezza sembra così lontana da tutto que- della neuroestetica torno a ribadire un concetto sto, la bellezza sembra inutile. Invece il grande che è antichissimo, e cioè che la bellezza è in re- dilemma tra la sopravvivenza e l’esistenza viene altà un elemento fondamentale, imprescindibile a essere in qualche modo sanato proprio dalla se vogliamo davvero crescere bene, se voglia- scienza stessa quando si comprende che la vi- mo stare bene. Il neuroscienziato Semir Zeki, un sione di un’opera percepita come bella attiva po' di anni fa, inaugurò il filone della neuroeste- dei circuiti cerebrali particolari, che sono quelli tica: diede il nome a questa disciplina partendo della corteccia prefrontale e in particolar modo da quelle che furono le intuizioni di grandissimi anche la zona orbitofrontale, il giro del cingolo, artisti come Klee, Kandinsky, che univano già in che sono aree deputate al decision making. forma sinestesica l’approccio musicale, l’approc- cio visivo. Si rendevano conto che l’elemento Chi sta a contatto con la bellezza diventa più for- artistico era in grado di parlare all’anima. Cosa te, più resiliente, più capace di prendere decisio- dice la neuroestetica in tre parole? Ci dice che ni: un individuo più adatto a vivere in un tempo il cervello si nutre di bellezza e se vogliamo so- difficile come questo. Allora crescere bellezza pravvivere, se vogliamo che i nostri circuiti ce- potrebbe significare in qualche modo - per un rebrali, il nostro sistema immunitario, la nostra educatore, insegnante, maestro, anche un geni- risposta allo stress siano ben regolati, abbiamo tore - curare quell’aspetto dell’educazione che bisogno di qualcosa che sembra così lontano non ha a che fare tanto con il dare una forma, dalla sopravvivenza: la bellezza. l’immettere informazioni, trasmettere qualche cosa ma piuttosto con un aspetto maieutico: ti- Si sente dire che l’educazione deve preparare al rar fuori qualcosa. Del resto, educazione viene lavoro, al futuro professionale; indubbiamente da ex-ducere “portare fuori”. Come in forma ari- questo è anche vero, ma sembra una prospet- stotelica portare in atto un potenziale che è già tiva di stampo molto funzionale e utilitaristico. di bellezza. 29
E N O ZI A UC ED Il Service Learning Un esempio di avanguardia educativa di Italo Fiorin - Presidente della Scuola di Alta Formazione "Educare all'incontro e alla solidarietà" (EIS) dell'Università LUMSA DI ROMA (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022) D ice Eliot, “Quando tu lavori l’invito è ternazionale: il Libro Bianco dell’Unione Europea quello di non pensare al raccolto, ma del’95 (“Insegnare e apprendere verso la socie- alla semina giusta”. L’idea della semina tà conoscitiva o della conoscenza”) e il Rapporto giusta è quella che ci accomuna come dell’Unesco curato da Jacques Delors. educatori, insegnanti, qualsiasi ruolo abbiamo nella scuola, ma anche non nella scuola, nella co- VISIONI SULL’APPRENDIMENTO munità. Ci sono sull’apprendimento tante chiavi Il Libro Bianco vede il ruolo della scuola soprat- di interpretazione. Io a volte cito i due Rapporti tutto in relazione funzionale con il mondo dell’e- che hanno segnato uno spartiacque a livello in- conomia che cambia, per cui la scuola di qualità 30
è la scuola che sa rispondere alle sollecitazioni dini nazionali, europei, del mondo, del Pianeta. di un cambiamento costante. Così facendo Quindi una cittadinanza plurale. Essere cittadi- in qualche modo colloca la scuola in una fun- ni significa sviluppare cittadinanza attiva, è fare zione di subordine rispetto a un potere esterno: qualcosa per la tua comunità. La sfida è essere chi dice cosa è importante apprendere? cittadini planetari attraverso queste appartenen- ze e attraverso questa cura per il bene comune; Il Rapporto Delors con i suoi 4 pilastri - insegna- ma anche la cittadinanza digitale che non è esse- re ad apprendere, insegnare a fare, insegnare a re sufficientemente alfabetizzati per poter fare lo vivere e insegnare a vivere con gli altri, a convi- Spid, ma essere capaci di muoversi nell’universo vere - ci dice che l’apprendimento può essere dei social, dei nuovi media, del digitale, con con- declinato in maniera molto più articolata e che sapevolezza critica. il cuore è dentro l’educazione e non fuori. IMPARARE NELLA RELAZIONE STARE AL MONDO Un filosofo spagnolo, Antonio Marina, introdu- Secondo questa idea, scuola non è semplicemen- cendo un libro sul Service Learning, afferma: te saper rispondere alle sollecitazioni economi- “Mai come in questi giorni è andata ad affievo- che per avere successo: stare al mondo significa lirsi la consapevolezza della nostra relazione con imparare a vivere e quindi c’è una dimensione an- gli altri; è come se l’enfatizzare l’Io portasse allo che personale, spirituale. Significa che la scuola sbiadirsi del Noi. Noi non siamo nomadi, mondi sta dentro al mondo e porta il mondo dentro alla chiusi, senza legami. Non siamo come palle del scuola: la scuola non è una città fortificata che si biliardo che si scontrano sul tappeto verde del- difende da ciò che sta fuori. la vita e poi schizzano da tutte le parti impertur- babili”. La dimensione del Noi abita l’Io: non è EDUCAZIONE CIVICA un’altra cosa. Dobbiamo imparare ciò che siamo. Prendo la prima parte dell’art. 1: “L’educazione C’è un filosofo, Jacques Maritain, il quale dice che civica contribuisce a formare cittadini respon- “educare significa aiutare la persona umana a di- sabili e attivi e a promuovere la partecipazione ventare più umana”. Per cui l’educazione è un per- piena e consapevole alla vita civica, culturale corso di umanizzazione. In che modo possiamo e sociale delle comunità, nel rispetto delle rego- educare l’intelligenza sociale? Io penso che il Ser- le, dei diritti e dei doveri”. Se al posto di educa- vice Learning sia una proposta interessante, che si zione civica sostituiamo la parola scuola, il testo misura con questa domanda. recita “La scuola contribuisce a formare cittadi- ni responsabili e attivi e a promuovere ecc ecc”. IL CASO DI HOSPITALET Questo ci dice che il cuore della scuola è questa Quando è stata costruita, in una città molto po- “non disciplina”, questo insegnamento, questa polata e piena di problemi sociali di tutti i tipi, tensione. Mentre un tempo essere cittadini signi- questa scuola dell’infanzia era tutta bianca. È sta- ficava essere cittadini nazionali, oggi essere cit- ta costruita vicino a un istituto d’arte, frequentato tadini significa avere delle appartenenze plurali: mal volentieri da ragazzi che andavano lì trasci- essere cittadini del proprio Paese, della propria nando la loro adolescenza, non volevano anda- città, della propria comunità locale; essere citta- re a scuola. Passano davanti, inevitabilmente, 31
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