Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana

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Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
N. 4-2022

N. 4 - 2022
                                                  Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - AUT. LO-NO/1280/04.2021- STAMPE IN REGIME LIBERO

              Periodico Trimestrale
                                      Rivista dell’Unione Buddhista Italiana

                                                                                                                                   L'IMPATTO DEI
                                                                                                                                 NOSTRI PROGETTI

                                      BACK TO
                                      THE FUTURE
                                      Intervista a Elisa

                                                                                                                               Toccare
                                                               LA TERRA
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
In redazione:
                     Stefano Davide Bettera – Direttore responsabile
                         Rev. Elena Seishin Viviani – Vicedirettore
                                   Giovanna Giorgetti
                                     Nicola Cordone
                                     Antonella Bassi
                                     Guido Gabrielli

                                  Segreteria di redazione:
                                         Clara De Giorgi

                                       Progetto grafico:
                                        Pulsa Srl
                               Gio Colombi, Dora Ramondino

                                                Foto:
                                           Shutterstock

                                         Hanno scritto:
 Lucio Cavazzoni, Giancarlo Cavinato, Monica Colli, Nicoletta Dentico, Ron Eichhorn,
 Italo Fiorin, Silvia Francescon, Rev. Doruy Cappelli Kousai Fukioshi, Alessia Gemma,
 Caterina Giavotto, Giovanna Giorgetti, Dario Doshin Girolami, Anura Kalubowilage,
Monaco Kusalananda, Rev. Shinnyo Marradi, Erica Francesca Poli, Emanuela Puchinotta,
         Vandana Shiva, Giada Storti, Rev. Elena Sishin Viviani, Nerina Vretenar

                           UNIONE BUDDHISTA ITALIANA
                   L’Unione Buddhista Italiana (UBI) è un Ente Religioso
   i cui soci sono centri e associazioni buddhisti che operano nel territorio italiano.
     Gli scopi dell’UBI sono: riunire i vari gruppi buddhisti, senza alcuna ingerenza
       dottrinale o senza prediligere alcuna tradizione rispetto alle altre, siano esse
    Theravāda, Mahāyāna o Vajrayāna; diffondere il Dharma buddhista; sviluppare
     il dialogo tra i vari centri; favorire il dialogo interreligioso e con altre istituzioni
     italiane e rappresentare il Buddhismo italiano nell’Unione Buddhista Europea.

                                       Per informazioni:
                               www.unionebuddhistaitaliana.it

                 Testata registrata presso il Tribunale di Milano N186 del 15/12/2020 -
                         Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale
                        AUT. LO-NO/1280/04.2021- STAMPE IN REGIME LIBERO
                             Pubblicato e distribuito trimestralmente da UBI               PEFC/18-31-85

                    Stampato: MEDIAGRAF SpA - via della Navigazione Interna, 89           Certificato PEFC

                                      35027 Noventa Padovana (PD)
                                                                                          Questo prodotto
                                                                                          è realizzato
                                                                                          con materia prima
                                                                                          da foreste gestite in
                                                                                          maniera sostenibile e
                                                                                          da fonti controllate
                                                                                          www.pefc.it
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
TOCCARE LA TERRA
Toccare la terra è testimonianza. Forse il gesto più simbolico della
tradizione buddhista che, non a caso, avviene nel momento del risve-
glio, dove si attua la relazione con la totalità e l’infinito.

                                                                              EDITORIALE
Toccare la terra è anche un atto di profonda guarigione, che implica
la presa in carico della responsabilità della relazione con questa totalità
che include ogni elemento della sfera spirituale ma anche di quella
materiale. La terra è un corpo, ma non un corpo che ci appartiene,
bensì una condizione di cui siamo parte e con la quale condividiamo
un destino, una fragilità. Il gesto del contatto ci dice, infatti, che non
c’è separazione tra l’io e il mondo ma un legame di interdipendenza
che ci richiama, senza deroga, alla cura. La cura che inizia a brillare
dal momento di quel gesto così semplice e così trasformativo, tota-
lizzante come un momento senza ritorno nel fluire del tempo. Proprio
quella cura è un modo di camminare dentro il cuore del mondo stesso
che ci lascia una sola possibilità: ci appella a un impegno irrevocabile,
all’imperativo etico che ci chiama a collaborare con la terra perché
entrambi, noi e lei, possiamo rigenerarci, ricomporci, tornare uno.

Toccare la terra per prenderci cura del mondo è riconoscere un’unità
di fondo, una relazione profonda che la ferita creata dalla distanza
illusoria tra natura e cultura ci ha fatto percepire come perduta, come
altro da noi. Ci ha fatto dimenticare la sua voce, la sua poesia. Nelle
radici che sprofondano nella terra sta il segreto di un lignaggio che dal
momento del risveglio ci lega allo stesso destino, alla stessa necessità,
quella di guardare alla vita da una prospettiva diversa, la necessità
di coltivare giorno per giorno la nostra pratica di accoglienza e accu-
dimento. Il chiamare la terra a testimone è il risveglio di una coscienza
che avviene in un istante che appartiene all’assoluto ma che testimonia
la vicinanza, l’incontro con il corpo di un mondo ferito che ci parla,
ci chiama, ci appella. Un mondo che siamo noi.

                          StefanoDavideBettera
                                                                       Direttore
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
N.4-2022
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SOMMARIO

                    EDITORIALE
                    03 TOCCARE LA TERRA

                    SOSTENIBILITÀ
                    06 ELISA“BACK TO THE FUTURE”

                    10 LA VARIETÀ CI SALVERÀ

                    14 RECUPERARE UN’ETICA AGRICOLA

                    16 PUNTO ZERO

           30
                    EDUCAZIONE
                    20 SGUARDI SULL'EDUCAZIONE
                    DEL PRESENTE

                    24 COSTRUIRE ARMONIA E COMUNITÀ

                    26 CRESCERE BELLEZZA

                26 46
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
14

     34                             10
30 IL SERVICE LEARNING             8X1000
                                   56 LA VALUTAZIONE DI IMPATTO
34 MARIO LODI
                                   CENTRI UBI
36 EDUCARE ALLA PAROLA
                                   59 LA NASCITA DI UN BUDDHA

NEL MONDO                          62 L'EREDITÀ DI HIROSHIMA
40 LA LUNGA CODA DELLO SRI LANKA
                                   LIBRI
46 VERSO BRUXELLES
                                   66 LETTERE DALLA VACUITÀ:
                                   UN DONO PER NOI TUTTI
EVENTI E APPUNTAMENTI
50 SGUARDI                         70 HOLONOMICS, LA VIA PER IL BUSINESS
                                   RIGENERATIVO
52 LO ZEN E L'INCONTRO

54 MYTHOSLOGOS DHARMA IN LIGURIA   PER APPROFONDIRE
                                   76 LETTURE CONSIGLIATE

                                   78 ELENCO CENTRI

40                                     PER ABBONARTI VISITA IL SITO:
                                         WWW.UNIONEBUDDHISTA
                                           ITALIANA.IT/MAGAZINE
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
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 ELISA
   “BACK TO THE FUTURE”

    P
                  er sei mesi UBI ha accompagnato Elisa       abbiamo creato lo spazio EcoDharma all’inter-
                  nel suo “Back to the Future” tour, che      no dei Green Village voluti dall’artista nei luoghi
                  ha attraversato l’Italia intera, toccando   toccati dalle tappe del tour, con Legambiente av-
                  - in 40 tappe - piccoli borghi e gran-      viato la piantumazione di migliaia di alberi, con
      di città. Un tour che l’artista ha voluto dedicare      l’ONU sostenuto un’App per testimoniare la po-
      alla Terra, una grande chiamata all’azione indi-        tenza dell’azione di ciascuno di noi. Ma è stata
      viduale e collettiva cui migliaia di persone han-       soprattutto la voce di Elisa dal palco a ricordare
      no risposto con entusiasmo. Lo abbiamo fatto            che “Siamo Uno”.
      con partner preziosi: con Music Innovation Hub          A conclusione del tour, Elisa ci svela che questo è

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Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
Intervista a Elisa In occasione
                        del “Back to the Future” tour
                        di Silvia Francescon - responsabile Agenda Ecologia UBI

                     il primo passo di un cammi-      che c'è qualcosa che non va e va cambiata.
                     no che la vedrà impegnata        Gli ultimi mesi hanno dimostrato quanto la
                     in prima linea per il Pianeta.   nostra vita sia connessa con la natura: alluvio-
                                                      ni, surriscaldamento globale, scioglimenti dei
                     SF: Con BACK TO THE FU-          ghiacciai, hanno portato a danni gravissimi
                     TURE e HEROES hai lan-           anche per l'uomo e la società. È importante e
                     ciato dei messaggi mol-          necessario fare qualcosa, ognuno di noi deve
                     to forti, una call to action     iniziare a farlo. A costo di cambiare anche
                     rivolta alle persone per         poco, dobbiamo riuscire a cambiare quoti-
                     prendere coscienza e agi-        dianamente e farlo tutti insieme.
                     re per il clima, per il Piane-
                     ta. Lo hai fatto con grazia,     SF: In I feel It in the Earth parli di animali sa-
                     molta energia e gioia, con       cri, alberi e oceani, in Hope di abbattere muri
                     un senso di apertura e di        e Fuckin’ believers è un inno a prendere po-
                     ritorno alla comunità per la     sizione, soprattutto per gli ultimi. Sembri vo-
                     salvezza ecologica. Cos’è        ler tracciare un filo che interconnette tutti gli
                     per te l’attivismo oggi?         esseri della Terra…

                                                      ELISA: Sì, sono convinta che siamo tutti con-
                     ELISA: Lo dice la parola         nessi: uomini, natura e tutti gli altri esseri
                     stessa, attivismo è azione,      viventi. La prima cosa che dobbiamo insegna-
attivarsi per qualcosa che miri a un cambiamen-       re alle future generazioni è proprio il rispetto
to. Per me l'attivismo oggi è fare tutto quello che   per l’altro, che si tratti di uomo, pianta o ani-
si può, ognuno a suo modo, ognuno nella pro-          male.
pria vita, ma includendo la sostenibilità nelle
azioni quotidiane. È importante farlo perché non
                                                          Per me l'attivismo oggi
basta agire sugli effetti, dobbiamo considerare
                                                         è fare tutto quello che si
anche le cause che hanno portato a questa situa-
                                                        può, ognuno a suo modo,
zione, ed essere consapevoli del fatto che la col-
pa non è sempre "di qualcun altro"; ciascuno di
                                                      ognuno nella propria vita, ma
noi ha una parte di responsabilità e quindi anche
                                                       includendo la sostenibilità
il potere di innescare il cambiamento. È evidente        nelle azioni quotidiane.

                                                                                                      7
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
usic is social Chang   HEROES,
                       IL FESTIVAL SIMBOLO
                       La musica, così legata
                       all’esperienza umana,
                       fondamentale nel farci rapportare
                       con gli altri, può avere un positivo
                       impatto sociale, contribuire
                       a renderci più consapevoli ed uniti
                       nell’affrontare le grandi sfide
                       della contemporaneità.
                       Nel 2018 è nata Music Innovation       La terra è un organismo vivente e va rispettata.
                       Hub, una realtà che in pochi anni
                                                              Dobbiamo pensare, ad esempio, che è dalla
                       ha sviluppato tantissimi progetti
                                                              terra e dalle acque che otteniamo il cibo che
                       che hanno messo al centro
                                                              consumiamo e, così come l'aria che respiriamo,
                       la musica per creare esperienze
                                                              diventa parte di noi: cellule, tessuti, pensieri.
                       di consapevolezza, inclusione,
                                                              Se tutti riuscissimo a vedere la connessione
                       promozione della diversità e che,
                       nel 2020, in piena pandemia,           nelle cose, forse riusciremmo a consumare il
                       ha risposto al problema di una         cibo con un atteggiamento diverso dal solito,
                       società reclusa ed impaurita           desiderando sapere da dove viene, come è sta-
                       dal Covid con uno slancio              to coltivato o allevato.
                       di creatività e solidarietà.
                       Così è nato Heroes Festival            Dobbiamo riflettere di più sul valore di tutto ciò
                       (il 28-31 maggio scorso a Verona)      che ci circonda: l'uomo non può dominare la
                       che incarna il motto “Music            vita di altri esseri viventi. Siamo tutti ospiti di
                       is social Change”, e che affida        questa terra.
                       ai grandi artisti della musica
                       contemporanea popolare
                                                              SF: La sfida che definirà la nostra generazione -
                       il compito di farsi portavoce
                                                              l’emergenza, ormai cronica, climatica - è solo la
                       di messaggi capaci di generare
                                                              punta di un iceberg. Abbiamo consumato un ter-
                       la consapevolezza. Quest’anno,
                                                              zo del Pianeta e ci siamo disconnessi dalla Terra.
                       con Elisa, abbiamo costruito
                                                              Da dove pensi si dovrebbe partire per un’azione
                       un festival che al tempo stesso
                       è stato spazio di riflessione          efficace per la cura del Pianeta?
                       e proposta concreta per affrontare
                       la grave crisi del cambiamento         ELISA: Come ho detto prima, dalle azioni quo-
                       climatico, chiedendo a ciascuno        tidiane. Se ci guardiamo attorno, non abbiamo
                       di fare “semplicemente” la sua         la percezione di quanto grave sia la situazio-
                       parte, perché la risposta ai grandi    ne, perché il pianeta è ancora in grado di of-
                       dilemmi non si disperda                frire i servizi di cui abbiamo bisogno, ma in re-
                       nel vento ma sia vivida e presente     altà molte soglie critiche stanno per essere
                       in ciascuno di noi.

            8
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
Dobbiamo
                                                                riflettere di più
                                                              sul valore di tutto
                                                         ciò che ci circonda: l'uomo
superate. Ciascuno di noi si può accorgere,
                                                              non può dominare
anche solo basandosi sull'esperienza, di quanto
                                                        la vita di altri esseri viventi.
il clima sia cambiato. I comportamenti individuali            Siamo tutti ospiti
hanno un proprio valore. Allora proviamo a evi-                di questa terra.
tare gli sprechi, compriamo meno, impariamo a
conservare meglio, pensiamo a dove comprare            sistema su cui si fondano le politiche attuali.
e cosa, pensiamo alla durabilità delle cose che        Gli artisti possono giocare un ruolo straordi-
compriamo, per ridare alle cose il proprio valore      nario nella trasformazione del pensiero per la
d'uso. E poi è importante che anche la politica        conversione ecologica. Da direttrice artistica di
non resti insensibile a questo tema. L'invasione       Heroes hai coinvolto e voluto sul palco artisti
dell'Ucraina e il conseguente problema delle           testimoni dell’impegno per il clima. Hai proget-
politiche energetiche potrebbe almeno porta-           ti di consolidamento e di espansione di questa
re ad accelerare una transizione energetica. Mi        comunità di artisti per il Pianeta?
piacerebbe pensare che questo possa dare una
spinta alle energie rinnovabili, invece di rispolve-   ELISA: Sì, ho dei progetti futuri sui quali stia-
rare fonti inquinanti che sembravamo pronti ad         mo lavorando; questo per me è solo un pri-
abbandonare come le centrali a carbone o l'uso         mo passo. Essere artista mi dà la possibilità di
del petrolio nelle centrali termoelettriche.           mandare dei messaggi, ed oggi, in piena crisi
                                                       climatica, per me è impensabile non parlarne.
SF: La (non) azione dei governi offre soluzioni        So di essere una persona fortunata e di avere
di superficie. Per rigenerare il Pianeta avremmo       delle possibilità che altri non hanno, proprio
bisogno di una rigenerazione del pensiero e del        per questo sento il dovere di farlo.

                                                                                                      9
Toccare - L'IMPATTO DEI NOSTRI PROGETTI - Unione Buddhista Italiana
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          LA VARIETÀ
          CI SALVERÀ
Un modello di pensiero per combattere
la guerra dell’industrializzazione dell’agricoltura
di Vandana Shiva - Presidente Navdanya International

(Intervento al convegno Ecologia Profonda
e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022)

N
            ella filosofia indiana diciamo che “tut-   più importante di tutti, per il Buddha, era la
            to è vibrazione”, e da qui emergono        terra vivente e tutto il pensiero della non vio-
            le forme concrete. Lo dice anche la        lenza è basato sulla nostra relazione con gli
            teoria quantistica: tutto è onda e poi     altri esseri. Questa relazione, a cosa ci con-
diventa particella. Ma l’idea meccanicistica ha        nette? Al cibo: la terra ci dà il cibo, noi lo
spezzato tutto questo considerando la materia          mangiamo quindi il cibo è la connessione tra
come inerte, fissa, atomi che non hanno intera-        gli esseri senzienti. Siamo al 90% altri esseri
zione. Questo modo cartesiano, meccanicistico,         nel nostro corpo. Non siamo una macchina.
ha invaso anche l’agricoltura e il cibo. La terra è    Il cibo non è “merce”. Credo che l’illusione
ormai materia morta; siamo stati resi ciechi per-      che il cibo sia merce e che la terra sia mor-
ché viviamo nei processi, nella scienza. Tutte le      ta è il risultato di 50 anni di industrializza-
culture indigene parlano, invece, delle altre spe-     zione e globalizzazione. L’agricoltura indu-
cie come parenti; noi consideriamo che la terra        striale sta introducendo strumenti di guerra
è una famiglia e che tutti gli esseri sono nostri      in agricoltura, una guerra contro le specie.
parenti. Soltanto con il colonialismo e l’industria-   Ormai l’80% delle specie sono scomparse dal
lizzazione, gli esseri sono stati ridotti a macchine   pianeta, a causa della cosiddetta moderna
separate.                                              agricoltura, basata sulle monocolture e sulle
                                                       sostanze chimiche. Ad aggiungersi è arrivata
OMICIDIO DELLA VITA                                    la World Trade Organization, la globalizza-
C’è voluto un secolo di strane persone come            zione: io non riesco a immaginare una pan-
Hobbes, Boyle e Cartesio che ci mettessero in          nocchia di granturco ibrido dove le piantine
testa l’idea di una terra morta, una terra che
va schiavizzata. Circa quattro o cinquecento
anni fa c’è stato questo progetto di uccidere             AGRICOLTURA
la conoscenza della vita.
                                                          SIGNIFICA CULTURA
Agricoltura significa cultura della terra, la
cultura di prendersi cura della terra sot-                DELLA TERRA,
to le tue unghie; se non hai messo le ma-                 LA CULTURA
ni nella terra, non ricordi che sei terra.
C’è una bellissima mudra (posizione delle
                                                          DI PRENDERSI CURA
mani) del Buddha, Bhumisparsha, che par-                  DELLA TERRA SOTTO
la della terra come testimone: il testimone               LE TUE UNGHIE
sono tutte uguali, della stessa altezza e senza
foglie perché devono essere raccolte dalle
                                                                     DOBBIAMO CREARE L’ECONOMIA
macchine. In India noi non abbiamo macchine,                       VERITIERA, L’ECONOMIA DELLA NON
eppure abbiamo queste pannocchie transge-
niche che poi ho ritrovato in Germania e mi
                                                                       VIOLENZA E DELLA VERITÀ
sono detta “Ma che succede?”. Alcune colture
sembrano una persona all’ultimo stadio del
Covid con il ventilatore. Un ventilatore che                     macchine, quindi abbiamo questi “deser-
tiene in vita piante tossiche che hanno perso                    ti verdi” su ampia scala. Abbiamo rilevato
la biodiversità.                                                 la differenza di temperatura tra il nostro ter-
                                                                 reno circondato da alberi e il terreno chimico
RIGENERAZIONE                                                    dei vicini: ben il 25%!
Dopo tutti questi anni abbiamo visto che ogni
mito dell’agricoltura industriale globalizzata                   La desertificazione della terra, della mente
è un mito che produce tossicità e contenuti                      e del cuore sono un’unica desertificazio-
sempre più vuoti. Nel cibo industriale il va-                    ne. Ci fanno credere che le piante ricevono
lore nutrizionale viene smembrato, è sceso                       l’idratazione attraverso l’irrigazione, ma nel
del 78%; è cibo spezzato, ha apparenza di                        terreno ci sono 160 litri di acqua per una unità
cibo ma non è cibo. Questa è grande sfida                        di terreno e possiamo avere il 5% in più di
per la rigenerazione, per l’ecologia profonda,                   idratazione solo grazie alle radici degli albe-
in questo sistema globale industrializzato                       ri. Non è soltanto una questione di radici; è
che ha ridotto il cibo a prodotto, a bene di                     un sistema di coltivazione idrica, un sistema
consumo, a “merce”.                                              di riduzione della temperatura e questa è la
D o b b i a m o c rea re l ’e c o n o m i a v e r i t i e ra ,   qualità di tutti gli esseri senzienti, non siamo
l’economia della non violenza e della verità.                    monodimensionali. Ecco perché non c’è solo
Questa è l’economia locale. Abbiamo misu-                        un Buddha ma ci sono queste divinità con
rato il fatto che dobbiamo ridare amore alla                     tante mani, perché tutti dobbiamo avere tante
terra. In questi venti anni di lavoro abbiamo                    mani e avere questa mente che si prende cura
rilevato il 3000 per cento in più di funghi e                    della diversità.
questi funghi sono il segreto per la vita e per                  Dalla monocoltura alla diversità della mente:
la rigenerazione della terra.                                    abbiamo iniziato a coltivare dei semi per la
                                                                 biodiversità e continuiamo a trovare così tan-
Sappiamo che oggi il riscaldamento globale                       te altre cose che supportano la biodiversità.
non risparmia nessuno, io con il mio team                        Se la tua agricoltura non vuole essere di ge-
ci siamo detti: “Lavoriamoci!”. Com’è la tem-                    nocidio deve essere un’agricoltura fatta con
peratura, come è l’umidità? Gli alberi sono                      amore; nelle nostre aziende agricole abbiamo
molto importanti per i campi e per l’agricol-                    circa 1500 tipologie di riso e 250 tipologie di
tura, ma cosa ha fatto l’agricoltura industriale?                grano, tutta una serie di legumi. Non distrug-
Ha tagliato gli alberi perché preferiscono le                    giamo nessuna pianta perché non utilizziamo

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pesticidi. In un metro quadrato ho contato 13        “Dobbiamo scappare dalla miseria dell’Euro-
piante, di cui 11 erano medicinali e 2 comme-        pa”, andare a prenderci le ricchezze di quelle
stibili; tutta questa ricchezza di biodiversità      terre, a prenderci i lavoratori gratis, quella è
è sempre stata trattata dall’agricoltura indu-       la radice della schiavitù.
striale come un nemico da sterminare.
                                                     TUTTI INSIEME
Noi siamo parte della terra, noi siamo membri        Quindi, questa guerra contro la terra è radica-
della famiglia della terra, noi sappiamo vivere      ta nella paura della vita: bisogna trascendere
in pace, perché abbiamo vissuto in pace per          questa paura, cambiarla in amore e compas-
la maggior parte della storia. Questa è la co-       sione. Dobbiamo richiamare la verità del cibo.
smovisione degli indigeni. Perché vogliono           Perché tutto diventi una questione di giustizia,
togliere gli agricoltori? Per creare l’agricoltura   di non utilizzare la schiavitù, di ridurre l’im-
industrializzata; perché sono tutti pronti con       pronta di carbonio, di esprimere la verità del
queste monocolture con proteine, carboidrati.        nostro essere, la verità dell’essere parte della
Tutta la vita è basata sulle piante: inizia con      terra e avere delle relazioni senza violenza.
una foglia verde, noi mangiamo le piante, gli
animali mangiano i vegetali e quindi siamo           Dobbiamo creare immagini, comunicazioni
tutti basati sui vegetali. Ciò ha un significato     che vengano da tutte le religioni, che ricordi-
o è qualcosa di aleatorio dire che la vegeta-        no che tutti gli esseri sono uniti nella catena
zione è importante?                                  alimentare. Che tutti i movimenti del siste-
                                                     ma alimentare si prendano la mano e dicano
                                                     “Giù le mani dai nostri parenti!”, “Giù le mani
    TUTTA LA VITA È BASATA SULLE                     dagli organismi della terra”. È il tempo del-
 PIANTE: INIZIA CON UNA FOGLIA VERDE,                la verità, della gioia. Non è più il tempo di
                                                     questi 10 miliardari che controllano il 50%
 NOI MANGIAMO LE PIANTE, GLI ANIMALI                 della terra, con queste macchine che pensa-
  MANGIANO I VEGETALI E QUINDI SIAMO                 no essere superiori agli animali. È arrivato il

      TUTTI BASATI SUI VEGETALI                      momento dell’interessere, della verità, della
                                                     co-creazione, della co-produzione. Se conti-
                                                     nuiamo a costruire insieme, non in uniformità
Questa è l’agricoltura rigenerativa. In India        ma in diversità, così come abbiamo visto oggi,
diciamo “tutto è cibo e tutto è qualcos’altro        ognuno di noi sarà se stesso,
dal cibo”; quindi dal cibo non possiamo fug-         ma abbiamo una risonanza
gire, non possiamo fuggire dal ciclo dell’ali-       nel nostro pensiero.
mentazione, dalla catena alimentare. Il signor       Serve costruire su questa
Amazon o Tesla che vuole andare su Marte è           risonanza.
come dire: “A me non interessa della terra”,
“A me non interessa di casa mia”. Gli antichi
colonizzatori se ne sono andati e hanno detto

                                                                                                  13
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      Recuperare
      un’Etica Agricola
      Cosa abbiamo perso con l’avvento dell’agricoltura industrializzata
      di Lucio Cavazzoni - Presidente di Goodland

      (Intervento al convegno Ecologia Profonda e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022)

    N
                  ell’idea contadina la competizione          L’equilibrio è stato dimenticato, a partire dall’i-
                  non c’è. Nel mestiere contadino l’o-        dentità dei lavoratori: in molte ricerche si denun-
                  biettivo è l’equilibrio (e non è un caso    cia da decenni la presenza quasi schiavizzata di
                  che equilibrio ed equità abbiano lo         40.000 persone del Punjab, residenti fissi qui in
      stesso etimo).                                          Italia. Il Prof. Carchedi dell’Università La Sapienza,

       14
ALTRI VALORI DELLA TERRA
                                                       Qual è il vero elemento importante nell’alimen-
                                                       to? La relazione. Con la persona, la terra, ciò
                                                       che ne fa parte, inclusi gli animali. Tutto questo
                                                       viene dimenticato dall’agricoltura industriale.
                                                       Un esempio? Un proprietario terriero che ge-
                                                       stisce un appezzamento di 10-20 mila ettari a
                                                       corpo unico con una sola monocultura. Ho visto
                                                       nel Mato Grosso un solo campo di soia grande
                                                       come la regione Umbria: questa è l’agricoltura
                                                       industriale. È quella che dice che oggi sviluppa
                                                       allevamenti con soia e mais che provengono
                                                       dalla deforestazione brasiliana, con animali che
                                                       vengono nutriti al 75% con questi due prodot-
  che redige una pubblicazione per conto della         ti (ricordiamo che i bovini si sono nutriti di erba
  CGIL Nazionale sul fenomeno quantitativo e           per milioni di anni) in stalle che in Europa rag-
  qualitativo dei lavoratori migranti e schiavizzati   giungono i 500/1000 animali ma in Cina ve ne
  nel nostro Paese, stima 400.000 lavoratori agri-     sono due con 124 mila capi. È un tipo di agri-
  coli invisibili e al nero in Italia e 1.250.000 in   coltura che produce cibo senza contadini. Ma
  tutta Europa, solo nell’agricoltura. Con la Spa-     di sicuro la mancanza dell’uomo rompe ogni
  gna messa molto peggio di noi, soprattutto           possibilità di relazione dell’uomo con la ter-
  per quanto riguarda le condizioni delle lavora-      ra, il cibo, il paesaggio e con esso tutto il resto.
  trici marocchine per la raccolta delle fragole. Il   Dobbiamo smetterla di parlare di un cibo e di
  grande responsabile di tutto questo è il Nord        una agricoltura: ci sono almeno 2 cibi e 2 agri-
  Europa, che vuole pagare poco le materie             colture. Mi riferisco a un’agricoltura che vuole e
  agricole di cui si alimenta.                         pretende di continuare ad essere industrializza-
                                                       ta; in Emilia-Romagna gli agricoltori sono soddi-
  NON SOLO LAVORO                                      sfatti di ricevere 9 centesimi al kg di pomodoro
  Ci sono altri fattori rilevanti che una equili-      - prezzo che frustra invece il sud Italia - perché la
brata politica agricola dovrebbe considerare.          produttività media di un ettaro di pomodoro nel
Intanto non cadiamo nell’idea che l’agricoltore        parmense sono mille quintali. Si può vivere solo
faccia solamente alimenti. Il primo plus valore        con le provvidenze comunitarie e quindi un etta-
che oggi il contadino fa è la costruzione e la cu-     ro di pomodoro proveniente da un supersfrutta-
stodia del paesaggio. Il paesaggio è il territorio     mento agricolo rende molto di più Ma la conse-
dove l’uomo è intervenuto e continua a interve-        guenza di una terra che produce 1000 quintali
nire attraverso tutte le sue forme, nella sua bel-     ad ettaro di pomodoro è che non ci sono più gli
lezza o nel suo degrado. Il primo plus valore del      agricoltori, perché il pomodoro viene coltivato
mestiere di contadino - involontario, non ricono-      con grandi macchine, diserbato con lo stesso si-
sciuto e frustrato dalla Politica Agricola Comune      stema e raccolto con macchine molto grandi su
(PAC) - è il paesaggio.                                territori che devono essere molto grandi.

                                                                                                         15
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                           À

Punto
 Zero
Ripartire da azioni semplici e concrete
per riacquistare il senso della terra di cui ci nutriamo
di Nicoletta Dentico - Direttrice programma Salute Globale Society
for International Development (SID)

(Intervento al convegno Ecologia Profonda e Agricoltura Rigenerativa - giugno 2022)

N
           el maggio 2021, l'Assemblea Gene-           noi invece sappiamo che – non solo per il cibo
           rale delle Nazioni Unite ha adottato        – dobbiamo tornare alle pratiche sapienziali di
           una risoluzione per riunire la co-          gestione della terra, di armonia, di interessere
           munità ambientale globale a Stoc-           con la terra, con gli altri esseri viventi. Tutto ciò
colma, in Svezia, per un importante incontro           non esiste nella cultura politica del nostro Pa-
ambientale internazionale chiamato Stoccolma           ese.
50+. Questa data segna per tutti noi sicuramen-
te un cammino di consapevolezza, ma è anche            SUBAPPALTARE LA SOSTENIBILITÀ
un momento per ricordarci quanti decenni ab-           E non esiste nemmeno nella cultura politica
biamo perso senza fare assolutamente nulla.            europea e internazionale, dove ancora oggi
                                                       proprio grazie al paradigma fissato dagli obiet-
Questo circo Barnum autocompiacente, anche             tivi per lo sviluppo sostenibile continuiamo a
un po’ anodino, di una semantica della soste-          coinvolgere il settore privato e le multinazionali
nibilità, è ridicolo. Siamo già nel tempo succes-      nella definizione degli obiettivi futuri. Quindi
sivo.                                                  il conflitto di interessi non esiste più perché
                                                       l’hanno sdoganato tutti, così come non esi-
Il clima è già cambiato, è in peggioramento,           ste più neanche la funzione pubblica perché il
quindi l’azione che dobbiamo svolgere è ur-            pubblico, a tutti i livelli, è asservito agli interessi
gente e non ci sono più né scuse né retoriche.         privati.
Io che mi interfaccio con la comunità nazionale
e internazionale e con quella locale trovo che la      Se l’Eni fa il piano energetico significa che
politica non stia dando i segni giusti, che non        abbiamo un grande problema di conflitto di
abbia capito niente di questa pandemia.                interessi e non si risolve col fatto che l’Eni è a
                                                       partecipazione statale, perché lo Stato ha com-
Il problema è che sta facendo esattamente ciò          pletamente delegato al privato la sua funzione.
che faceva prima e sta definendo politiche per
il futuro che dimostrano la fretta di tornare il       Se abbiamo le aziende italiane Barilla e Ferrero
prima possibile a fare ciò che si faceva prima.        che fanno la politica del cibo italiano e interna-
Si concepisce la digitalizzazione come l’unica         zionale abbiamo un problema; se a livello glo-
chiave per la costruzione degli scenari futuri e       bale abbiamo la filantropia strategica, come la

                                                                                                           17
Bill e Melinda Gates Foundation che definisce
le politiche della salute e della rivoluzione ver-
de in Africa – dove non era arrivata la rivoluzio-
ne verde ce l’hanno portata, dal 2008 ad oggi,
la Rockefeller Foundation e la Gates Founda-
tion, portandosi dietro tutto il comparto delle
loro multinazionali, con la benedizione delle
Nazioni Unite -, abbiamo un enorme problema.

RITORNO A CASA
Bisogna tornare alla terra, partire dalla terra,
perché noi siamo la terra e soltanto nella terra
possiamo ritrovare i germi della speranza; per-
ché la terra è molto solida, continua a generare
nonostante tutta la devastazione che continuia-
mo a produrre.

Nonostante tutto la terra vorrebbe darci anche
un’altra chance. Se solo ci mettessimo in sinto-
nia con questa terra, essa sarebbe disposta ad
un patto con questa umanità.

Noi siamo lo zero virgola qualcosa di presenza       Dopo 3 anni di pandemia il discorso sui sistemi
su questo pianeta, ma in termini di devastazio-      alimentari delle Nazioni Unite è fatto e definito
ne invece oggi rappresentiamo un agente di           dai signori di Davos. I sistemi alimentari del fu-
pericolo assoluto.                                   turo prevedono l’intelligenza artificiale e la di-
                                                     gitalizzazione del cibo, quindi una produzione
UNA NUOVA AGENDA                                     agricola senza i contadini.
Parlare dell’agricoltura, del cibo, della salute
vuol dire parlare dei presupposti fondamentali       Il nostro Paese ha costruito la propria competi-
per ristabilire questo rapporto non solo con la      zione, la propria posizione agricola sulla schia-
terra ma con noi stessi. Perché evidentemen-         vitù, sullo sfruttamento delle persone (tutto il
te noi siamo i primi a soffrire di un cibo ormai     comparto della produzione agricola di Latina,
industrializzato, ormai finto, che non nutre ma      di Fondi poggia sullo sfruttamento di persone
che ci rende malati, obesi, sottoposti a malattie    che provengono dall’India e dallo Sri Lanka). La
cardiovascolari; siamo noi i primi a soffrire per    politica non parla di queste cose e nemmeno la
la medicalizzazione del cibo.                        stampa. Al G8 di Genova avevamo esattamen-

18
Dobbiamo superare il consueto
                                                            dialogo con la politica, a cui non po-
                                                     trebbe importare di meno di dialogare con
                                                     la società civile (come si è visto sino ad oggi
                                                     è solo un teatro, una recita). È quella che al-
te la stessa Agenda che potremmo avere oggi          cuni storici chiamano “democrazia recitativa”.
(sono passati vent’anni!) e non è che le cose si-    Usciamo da questo teatro e usciamo nelle
ano rimaste ferme… no, sono largamente peg-          piazze, nei territori, a moltiplicare le battaglie
giorate, nel solco della stessa visione politica,    locali: è il tempo di una rivolta gioiosa per la
che è una visione necrofila, che porta alla morte.   vita! Non una rivolta armata.

PARTIGIANI PER LA VITA                               Dobbiamo sopravanzare questo multista-
Dobbiamo rilanciare la vita e dobbiamo far-          keholderismo feudale che fa sì che gli oligar-
lo secondo il punto di vista che non abbiamo         chi dell’Occidente e dell’Oriente abbiano in
più niente da perdere, neanche in Occidente.         mano le leve della storia di questo tempo e
Abbiamo la forza della nostra debolezza, come        della politica di tutte le nazioni del mondo. La
direbbe Dietrich Bonhoeffer (teologo luterano        partigianeria è decidere se vuoi continuare a
tedesco, protagonista della resistenza al Nazi-      stare dalla parte degli interessi del profitto e
smo): quando non abbiamo più niente da per-          della morte oppure se vuoi stare dalla parte
dere possiamo mettere in campo azioni.               del bene comune e della vita.

                                                                                                   19
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    SGUARDI
     SULL'EDUCAZIONE DEL PRESENTE
Perché l’apprendimento
è una scommessa sul domani
di Rev. Elena Seishin Viviani - Vice Presidente UBI
Giovanna Giorgetti - Vice Presidente UBI
(Introduzione al convegno Semi di futuro:

S
consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022)

         abato 1 ottobre ha avuto luogo Semi di
         futuro: consapevolezza e cura nell'azio-
         ne educativa, il primo convegno del-
         l’Agenda Educazione UBI. Si è svolto a
Roma, in un suggestivo contesto di campagna,
che non a caso ha inteso richiamare quella che,
fin dal titolo, è un’ambiziosa scommessa sul do-
mani: semi, input gettati in un fertile terreno - le
giovani generazioni - da coltivare con consape-        Insieme ai relatori si è cercato di rispondere alle
volezza e cura, per favorirne la migliore crescita.    domande più urgenti e stimolanti del presen-
È stato un incontro denso di riflessioni, cui han-     te, per quanti operano nel settore (educatori,
no preso parte professionisti del settore, illu-       insegnanti, genitori), così come per l’intera so-
strando teorie, ma soprattutto raccontando le          cietà: quale tipo di ambiente influenza mag-
loro dirette esperienze sul campo, ciascuno dal        giormente i bambini e il loro sviluppo? Che
proprio specifico punto di osservazione, dal           relazione esiste fra bellezza e cervello e che ri-
proprio ambito disciplinare. Tutti, però, acco-        cadute essa ha sui processi di apprendimento?
munati dal medesimo monito: mettere al centro          Come possiamo sensibilizzare maggiormente
bambini e ragazzi, promuovendo lo sviluppo             bambini e ragazzi nei confronti del Pianeta?
interiore. Un’educazione, dunque, che ponga            Non esistono risposte chiuse, né rigide ricet-
in primo piano - come è già insito nella visione       te da seguire - è ciò che emerso diffusamente
dell’Agenda Educazione UBI - un "ben-essere            dai relatori - bensì una costante, appassionata
integrale", una crescita "etica, emotiva, socia-       ricerca, che coinvolga attivamente il bambino,
le’, per riprendere la cifra identitaria del SEE       che si ponga autenticamente in ascolto dei suoi
Learning®, progetto d’avanguardia nato negli           bisogni, proprio come fece Mario Lodi, la cui le-
USA e già attivo in svariate nazioni, finanziato       zione, a distanza di anni, resta tuttora vivissima.
in Italia dall’UBI, di cui Constance Miller e Pier     Così, Giancarlo Cavinato e Nerina Vretenar del-
Paolo Eramo hanno descritto l’implementazio-           l’MCE (Movimento di cooperazione educativa),
ne in diverse scuole del territorio nazionale.         nel centenario della nascita del grande Maestro
Coltivare benessere, resilienza, inclusione a          di Piadena, ci hanno raccontato la bellezza ri-
scuola è stato il titolo del loro intervento, che ha   voluzionaria della sua scuola: l’impegno per la
offerto alle numerose maestre presenti in sala         costruzione di una convivenza civile attraverso
una serie di testimonianze riguardo al significa-      il linguaggio, nonché l’importanza del senso di
to e agli impatti di un’educazione “del cuore e        democrazia, attivabile fin dall’infanzia tramite un
della mente”.                                          dialogo paritario fra alunni e fra alunni e docenti.
METTERE
AL CENTRO     La lingua è stata al centro anche nell’intervento
              di Carla Marulo, esperta di didattica L2, materia

BAMBINI
              fra le più necessarie nella scuola di oggi, eppu-
              re ancora non sufficientemente valorizzata a li-
              vello istituzionale. Che cos’è il lessico? Come si

E RAGAZZI,    apprende una lingua straniera? La relatrice ha
              invitato a considerare l’alunno nella sua unicità,

PROMUOVENDO   ponendosi in ascolto e senza mai trascurare il
              contesto di provenienza, culturale e psicologi-

LO SVILUPPO
              co, spesso non semplice, poiché fatto di sra-
              dicamenti dalla propria lingua-madre. Marulo

INTERIORE
              propone un metodo che si avvale del corpo e
              della musica, giocando con il ritmo delle parole
              e con i loro suoni; un percorso di apprendimen-
              to che si basa sulla multi-modalità, che faciliti e
              renda godibile l’apprendimento.

              Non si può tuttavia parlare di apprendimento
              ed educazione, senza considerare la bellezza.
              Non basta soltanto crescere: è fondamentale
              che ciò avvenga nel bello, inteso nell’accezione
              dell’antica sapienza greca (kalòs kai agathòs),
              ossia bellezza associata alla bontà, all’armonia.
              È su questo che intende gettare una luce la dot-
              toressa Erica Poli, medico psichiatra, psicotera-
              peuta e counselor. Tracciando una panoramica
              che attraversa il mondo dell’epigenetica, delle
              neuroscienze e della neuroestetica, Poli ha illu-
              strato come tale valore aumenti lo sviluppo dei
              talenti naturali dei bambini.

              «Il nostro DNA vive in una dimensione bidi-
              mensionale: ciò che siamo dipende tanto dal
              codice genetico già dentro di noi quanto dalle
              condizioni esterne », ha affermato la dottoressa,
              richiamando così la potente metafora del seme,
              concetto peraltro peculiare del mondo buddhi-
              sta, secondo cui cause e condizioni concorrono
a produrre la realtà entro cui l’individuo agisce
e sperimenta il mondo.

Quanto conti il contesto, quanta influenza eser-
citi sui bambini, lo ha ricordato anche Manuel
Gentile, responsabile dell’Istituto per le Tecno-
logie Didattiche del CNR di Palermo. Presen-
tando il progetto Stringhe-piccoli numeri in
movimento, Gentile ha portato a riflettere sulle
- ancora troppe - situazioni di povertà educativa
presenti nel nostro Paese, illustrando soluzioni
di contrasto dal forte impatto, grazie all’impie-     di tale processo, fondamentali si rivelano life
go di una metodologia didattica che vede l’ef-        skills come empatia e altruismo, oltre che una
ficace combinazione di una proposta digitale          particolare attenzione, specie da parte del do-
d’avanguardia (coding, robotica) unita a psico-       cente, nei confronti del tempo: la gradualità
motricità e avviamento allo sport.                    dell’azione educativa, il rispetto dei ritmi di cia-
                                                      scun bambino.
Fra le avanguardie educative più rilevanti, è sta-
ta esposta dal professor Italo Fiorin, Presidente     «Le api non apprendono la vita da un manuale.
della Scuola di Alta Formazione “Educare all’in-      Sono infinitamente più complesse, sono un su-
contro e alla solidarietà” (EIS) dell’Università      per organismo», afferma Monica Colli, respon-
LUMSA di Roma, quella del Service Learning.           sabile del progetto. «Una singola ape non può
Un metodo che promuove l’idea di una scuo-            vivere da sola, ma ha bisogno di ritornare ogni
la definita civica: luogo di incontro fra sapere      sera al nido. Ha bisogno di ricollegarsi alle so-
formale e informale, ossia di integrazione con il     relle e ai fratelli. Esattamente come noi maestri
territorio e dalla forte ricaduta sociale.            e maestre abbiamo bisogno di sentirci parte
                                                      di una comunità educante capace di soste-
Il convegno ha offerto, infine, l’occasione di pre-   nerci e motivarci, viste le sfide complesse che,
sentare uno dei progetti nati all’interno dell’A-     spesso, ci attendono in aula. Una comunità vi-
genda: To bee or not to bee. Costruire comuni-        brante capace di collaborare insieme in modo
tà dall’io al noi, che ha coinvolto cinque scuole     armonioso, una Comunità capace di prendersi
primarie di diverse regioni, fra cui la scuola “G.    cura».
Mazzini” di Terni, la prima ad aver sperimenta-
to il programma nel 2021. Prendendo spunto            Semi di futuro, dunque, gli stimoli lanciati in
dall’esemplare modello delle api, la cui società      questo convegno, un potenziale, cui tutti gli
si fonda su imprescindibili regole di coopera-        educatori sono chiamati a contribuire per una
zione, il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un    crescita sana e rigogliosa della società di do-
forte senso di comunità nei bambini. Alla base        mani.

                                                                                                       23
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     COSTRUIRE
     ARMONIA E COMUNITÀ
     Le linee guida di un percorso ispirato dalla visione buddhista
     di Monica Colli - scrittrice, esperta di educazione, organizzatrice del Convegno

     (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza
     e cura nell'azione educativa - ottobre 2022)

     24
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               ei percorsi educativi è importante        del miele o alla visione di un campo di fiori che
               porre l’accento non solo sul vedere       sbocciano.
               crescere il germoglio ma anche sul-
               la “bellezza”. La bellezza della Natu-    Le api non apprendono la vita da un manuale.
ra, delle immagini, delle parole. Non è un caso          Sono infinitamente più complesse, sono un su-
che il Convegno sia intitolato Semi di futuro e          per organismo. Una singola ape non può vivere
si svolga in autunno, la stagione della semina.          da sola, ma ha bisogno di ritornare ogni sera al
Il ricorso alla stagionalità rimanda ad un con-          nido. Ha bisogno di ricollegarsi alle sorelle e ai
cetto chiave in ambito educativo ovvero “Tutto           fratelli.
ha il suo tempo”. L’educazione non deve avere
fretta, né deve seguire o inseguire i tempi della        ANCHE NOI
comunicazione, altrimenti fa altro, con il rischio       Noi insegnanti abbiamo bisogno di sentirci par-
di perdersi.                                             te di una comunità educante capace di soste-
                                                         nerci e motivarci, viste le sfide complesse che,
COME LE API                                              spesso, ci attendono in aula. Una comunità vi-
C’è peraltro una fortissima connessione tra la           brante capace di collaborare insieme in modo
provenienza del nostro cibo e il fatto che 1/3           armonioso, una Comunità capace di prendersi
dei prodotti che arriva sulle nostre tavole abbia        cura. Questa comunità trova le proprie basi, in
origine nell’operato delle api impollinatrici o          primis nella possibilità di parlare bene, “mera-
bottinatrici e col fatto che queste contribuisco-        vigliosamente”, scegliendo con cura le parole,
     no alla nostra salutogenesi, non solo con           in modo immaginifico e avvincente. Nel Mani-
                   i loro “doni” (propoli, mieli, pol-   festo di Educazione Linguistica del Movimento
                        line), ma anche attraverso       di Cooperazione Educativa è emersa la grande
                           l’esperienza    multisen-     importanza di educare alla parola bambini e ra-
                              soriale che ci offro-      gazzi, per costruire modi armoniosi e pacifici di
                               no, fatta di suono e      vivere. Sappiamo bene quanto tutto ciò possa
                                 profumo, elementi       essere determinante in questo momento storico
                                  capaci di calmare      in cui i conflitti sono all’ordine del giorno. Ricor-
                                   il nostro siste-      diamoci poi che bambini e ragazzi ci guardano,
                                   ma nervoso e di       ci osservano e spesso prendono esempio da
                                    creare piacere.      quel che vedono, per questo risulta ancora più
                                    Pensate al gusto     essenziale, come proposto anche nel progetto
                                                         SEE Learning®, che noi adulti, educatori, mae-
                                                         stri, docenti diventiamo consapevoli delle emo-
                                                         zioni che ci attraversano, così da prendercene
                                                         cura e assumerci la responsabilità delle parole e
                                                         dei comportamenti che agiamo.

                                                                                                          25
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    A
  UC
ED

  Tra neuroestetica, neuroscienze ed emozioni,
  una nuova visione dell’azione educativa
  di Erica Francesca Poli - psichiatra e docente

  (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022)

   P
              arto proprio dalla vision, dalla prospet-       grande metafora. Se è pur vero che una pianta
              tiva di questo evento, che è nel titolo.        di rose lo è in ogni terreno, in Siberia come in Si-
              Semi di futuro è una locuzione piena            cilia, è altrettanto vero che il profumo delle rose,
              di suggestioni anche per il medico. So-         il rigoglio della pianta dipende anche molto dal
     prattutto quando si occupa come me di storie di          terreno in cui si trova. E questa è una riflessione
     vita, di psiche, di neuroscienze sposate al per-         che oggi nel mondo della scienza trova dei ri-
     corso interiore, di crescita. Di quel seme verso il      svolti veramente interessanti. Mi riferisco proprio
     germoglio, verso la pianta che verrà. La poetica         agli studi che vengono dall’epigenetica e dalle
     del seme è in tutte le epoche, in tutte le civiltà, in   neuroscienze affettive.
     tutte le antropologie, in tutte le religioni: è una

     26
CRESCERE
BELLEZZA
PARTIAMO DALL’EPIGENETICA                              vazione - che può essere quello di un bambino
Watson e Crick, grandi scopritori del DNA, alla        in una situazione di ipertono simpatico, cioè di
fine del secolo scorso ritenevano di poterlo           agitazione, in un campo che percepisce come
mappare, di poterne individuare i mattoni e così       non sicuro - quei geni si accendono con molta
avere in mano le chiavi della nostra vita, le chiavi   più difficoltà. L’epigenetica sta facendo luce su
dell’espressione vitale di quel codice genetico.       tutte le sindromi che hanno a che fare con l’i-
Ma il progetto genoma umano dimostrò che               perattività, il deficit di attenzione, le sindromi
non era così. Ci volle un genetista, Richard Stro-     dell’autismo, le sindromi di Asperger. L’ambiente
man, per affermare che in realtà non avevamo           in qualche modo incide sullo sviluppo cerebra-
capito che il nostro DNA vive in una direzione         le, sull’insieme delle relazioni che si creano tra i
bidirezionale.                                         neuroni per costituire l’insieme delle conoscen-
                                                       ze, delle memorie, dei copioni comportamentali,
Quello che noi siamo, dipende tanto dal codice         delle reazioni che noi siamo.
genetico, che si esprime verso l’esterno, tanto da
ciò che l’esterno può effettivamente condiziona-       L’epigenetica ci dice che l’ambiente non è
re dell’espressione di questo DNA. Ciò ha preso        dato soltanto dall’aria che respiriamo, dal cibo,
il nome di epigenetica (“quel che sta sopra la         dall’acqua che beviamo; quindi non c’è soltan-
genetica”). L’ambiente interagisce con il nostro       to una componente squisitamente materica, ma
DNA; può far sì che alcuni geni si accendano,          l’ambiente è da considerarsi in fortissima parte
altri si spengano, che ci sia una influenza vera e     in termini emotivi, in termini relazionali. Dunque
propria nell’espressione del nostro patrimonio.        quel che plasma il DNA è anche la qualità della
In qualche modo questo DNA viene plasmato              relazione con la quale ci troviamo a vivere nel
ogni volta. Ci sono geni che si accendono molto        nostro mondo, nel nostro ambiente.
rapidamente in risposta allo stress, ci sono geni
che invece si accendono più lentamente.                L’epigenetica e questi studi forse ci danno la mi-
                                                       sura di quanto veramente noi esseri umani, e for-
APPRENDIMENTO ED EPIGENETICA                           se gli esseri viventi in generale, siamo relazionali.
Ci sono poi degli studi che dimostrano che in          Se consideriamo che l’ambiente emotivo, l’am-
tema di apprendimento, in uno stato di iperatti-       biente relazionale è effettivamente un fattore

                                                                                                         27
LA FIGURA DEL MAESTRO,
                                                                DEL DOCENTE, MA ANCHE TUTTE
                                                                LE FIGURE CHE SONO COINVOLTE,
                                                                  CHE IO CHIAMO “EDUCATORI”,
                                                                 POSSONO FARE LA DIFFERENZA
                                                                LADDOVE IL CAMPO SIA UN CAMPO
                                                                            DIFFICILE.

di ordine epigenetico allora abbiamo un’oppor-         farlo ma perché il loro sviluppo cerebrale, il loro
tunità, ce l’hanno le famiglie. In un tempo come       connettoma necessita di una relazione amorevo-
questo, in cui la famiglia si sfalda, in cui i valo-   le per crescere al meglio.
ri che un tempo erano magari molto più stabili
oggi invece sono estremamente incerti, ecco            Durante la crescita dei primi due anni esiste una
che la figura dell’educatore diventa fondamen-         fase nella quale è effettivamente necessario tut-
tale.                                                  to questo insieme di connessioni, di reti neurali,
                                                       che derivano proprio dalle ramificazioni delle
In un tempo come quello che stiamo vivendo,            relazioni con il mondo: servono al bambino per
dove le strutture sociali, familiari, sono messe a     articolare un potenziale relazionale e a un certo
dura prova, la figura del maestro, del docente,        punto devono prendere una forma, esattamente
ma anche tutte le figure che sono coinvolte, che       come in un giardino il giardiniere deve potare
io chiamo “educatori”, possono fare la differenza      perché il giardino sia armonioso. E chi fa que-
laddove il campo sia un campo difficile.               sto? Un ormone che conosciamo molto bene,
                                                       il cortisolo, l’ormone dello stress. Ma se questa
IMPARARE LA COMPASSIONE                                potatura avviene precocemente, quindi prima
C’è uno studio - raccontato nel libro di una psi-      che il connettoma si sia ramificato nella manie-
coanalista che si occupa anche di epigenetica          ra migliore, ecco che noi ci ritroviamo con un
e neuroscienze, Sue Gerhardt, “Perché biso-            cervello del bambino che soprattutto in un’area
gna amare i bambini” - che porta diverse prove         della corteccia - quella prefrontale che è l’area
scientifiche che supportano l’idea che l’amore         che si sviluppa con la meditazione, quella delle
non è soltanto qualcosa di sentimentale, appan-        funzioni mentali superiori, che i neuroscienziati
naggio di poeti, ma è una forza biologica. Biso-       chiamano “the Queen”, la Regina - è disarmoni-
gna amare i bambini non soltanto perché è bello        co. Questa area presiede all’empatia, al senso
amarli e non soltanto perché il cuore ci dice di       di connessione, al senso di appartenenza, è in

28
grado di attribuire un significato agli eventi, fa-      IL CERVELLO SI NUTRE DI BELLEZZA
vorisce la resilienza. Se in quest’area in bambini          E SE VOGLIAMO SOPRAVVIVERE,
hanno un livello di cortisolo troppo alto, in una
fase troppo precoce del loro sviluppo, perché
                                                              SE VOGLIAMO CHE I NOSTRI
inseriti in un campo ad alto stress, in un campo            CIRCUITI CEREBRALI, IL NOSTRO
instabile, in un campo insicuro, questa corteccia               SISTEMA IMMUNITARIO,
risulta potata troppo presto.
                                                        LA NOSTRA RISPOSTA ALLO STRESS
Questo solo per dire che l’epigenetica non è sol-                SIANO BEN REGOLATI,
tanto un insieme di conoscenze per lo studioso,
ma è la possibilità di riflettere sul futuro del seme
                                                            ABBIAMO BISOGNO DI QUALCOSA
e comprendere quanto l’ambiente, soprattutto              CHE SEMBRA COSÌ LONTANO DALLA
dal punto di vista relazionale-emotivo può fare.            SOPRAVVIVENZA: LA BELLEZZA.
CRESCERE BELLEZZA
Proprio dal punto di vista delle neuroscienze,          La bellezza sembra così lontana da tutto que-
della neuroestetica torno a ribadire un concetto        sto, la bellezza sembra inutile. Invece il grande
che è antichissimo, e cioè che la bellezza è in re-     dilemma tra la sopravvivenza e l’esistenza viene
altà un elemento fondamentale, imprescindibile          a essere in qualche modo sanato proprio dalla
se vogliamo davvero crescere bene, se voglia-           scienza stessa quando si comprende che la vi-
mo stare bene. Il neuroscienziato Semir Zeki, un        sione di un’opera percepita come bella attiva
po' di anni fa, inaugurò il filone della neuroeste-     dei circuiti cerebrali particolari, che sono quelli
tica: diede il nome a questa disciplina partendo        della corteccia prefrontale e in particolar modo
da quelle che furono le intuizioni di grandissimi       anche la zona orbitofrontale, il giro del cingolo,
artisti come Klee, Kandinsky, che univano già in        che sono aree deputate al decision making.
forma sinestesica l’approccio musicale, l’approc-
cio visivo. Si rendevano conto che l’elemento           Chi sta a contatto con la bellezza diventa più for-
artistico era in grado di parlare all’anima. Cosa       te, più resiliente, più capace di prendere decisio-
dice la neuroestetica in tre parole? Ci dice che        ni: un individuo più adatto a vivere in un tempo
il cervello si nutre di bellezza e se vogliamo so-      difficile come questo. Allora crescere bellezza
pravvivere, se vogliamo che i nostri circuiti ce-       potrebbe significare in qualche modo - per un
rebrali, il nostro sistema immunitario, la nostra       educatore, insegnante, maestro, anche un geni-
risposta allo stress siano ben regolati, abbiamo        tore - curare quell’aspetto dell’educazione che
bisogno di qualcosa che sembra così lontano             non ha a che fare tanto con il dare una forma,
dalla sopravvivenza: la bellezza.                       l’immettere informazioni, trasmettere qualche
                                                        cosa ma piuttosto con un aspetto maieutico: ti-
Si sente dire che l’educazione deve preparare al        rar fuori qualcosa. Del resto, educazione viene
lavoro, al futuro professionale; indubbiamente          da ex-ducere “portare fuori”. Come in forma ari-
questo è anche vero, ma sembra una prospet-             stotelica portare in atto un potenziale che è già
tiva di stampo molto funzionale e utilitaristico.       di bellezza.

                                                                                                       29
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Il Service
Learning

     Un esempio di avanguardia educativa
     di Italo Fiorin - Presidente della Scuola di Alta Formazione
     "Educare all'incontro e alla solidarietà" (EIS) dell'Università LUMSA DI ROMA

     (Intervento al convegno Semi di futuro: consapevolezza e cura nell'azione educativa - ottobre 2022)

   D
                ice Eliot, “Quando tu lavori l’invito è     ternazionale: il Libro Bianco dell’Unione Europea
                quello di non pensare al raccolto, ma       del’95 (“Insegnare e apprendere verso la socie-
                alla semina giusta”. L’idea della semina    tà conoscitiva o della conoscenza”) e il Rapporto
                giusta è quella che ci accomuna come        dell’Unesco curato da Jacques Delors.
     educatori, insegnanti, qualsiasi ruolo abbiamo
     nella scuola, ma anche non nella scuola, nella co-     VISIONI SULL’APPRENDIMENTO
     munità. Ci sono sull’apprendimento tante chiavi        Il Libro Bianco vede il ruolo della scuola soprat-
     di interpretazione. Io a volte cito i due Rapporti     tutto in relazione funzionale con il mondo dell’e-
     che hanno segnato uno spartiacque a livello in-        conomia che cambia, per cui la scuola di qualità

     30
è la scuola che sa rispondere alle sollecitazioni      dini nazionali, europei, del mondo, del Pianeta.
di un cambiamento costante. Così facendo               Quindi una cittadinanza plurale. Essere cittadi-
in qualche modo colloca la scuola in una fun-          ni significa sviluppare cittadinanza attiva, è fare
zione di subordine rispetto a un potere esterno:       qualcosa per la tua comunità. La sfida è essere
chi dice cosa è importante apprendere?                 cittadini planetari attraverso queste appartenen-
                                                       ze e attraverso questa cura per il bene comune;
Il Rapporto Delors con i suoi 4 pilastri - insegna-    ma anche la cittadinanza digitale che non è esse-
re ad apprendere, insegnare a fare, insegnare a        re sufficientemente alfabetizzati per poter fare lo
vivere e insegnare a vivere con gli altri, a convi-    Spid, ma essere capaci di muoversi nell’universo
vere - ci dice che l’apprendimento può essere          dei social, dei nuovi media, del digitale, con con-
declinato in maniera molto più articolata e che        sapevolezza critica.
il cuore è dentro l’educazione e non fuori.
                                                       IMPARARE NELLA RELAZIONE
STARE AL MONDO                                         Un filosofo spagnolo, Antonio Marina, introdu-
Secondo questa idea, scuola non è semplicemen-         cendo un libro sul Service Learning, afferma:
te saper rispondere alle sollecitazioni economi-       “Mai come in questi giorni è andata ad affievo-
che per avere successo: stare al mondo significa       lirsi la consapevolezza della nostra relazione con
imparare a vivere e quindi c’è una dimensione an-      gli altri; è come se l’enfatizzare l’Io portasse allo
che personale, spirituale. Significa che la scuola     sbiadirsi del Noi. Noi non siamo nomadi, mondi
sta dentro al mondo e porta il mondo dentro alla       chiusi, senza legami. Non siamo come palle del
scuola: la scuola non è una città fortificata che si   biliardo che si scontrano sul tappeto verde del-
difende da ciò che sta fuori.                          la vita e poi schizzano da tutte le parti impertur-
                                                       babili”. La dimensione del Noi abita l’Io: non è
EDUCAZIONE CIVICA                                      un’altra cosa. Dobbiamo imparare ciò che siamo.
Prendo la prima parte dell’art. 1: “L’educazione       C’è un filosofo, Jacques Maritain, il quale dice che
civica contribuisce a formare cittadini respon-        “educare significa aiutare la persona umana a di-
sabili e attivi e a promuovere la partecipazione       ventare più umana”. Per cui l’educazione è un per-
piena e consapevole alla vita civica, culturale        corso di umanizzazione. In che modo possiamo
e sociale delle comunità, nel rispetto delle rego-     educare l’intelligenza sociale? Io penso che il Ser-
le, dei diritti e dei doveri”. Se al posto di educa-   vice Learning sia una proposta interessante, che si
zione civica sostituiamo la parola scuola, il testo    misura con questa domanda.
recita “La scuola contribuisce a formare cittadi-
ni responsabili e attivi e a promuovere ecc ecc”.      IL CASO DI HOSPITALET
Questo ci dice che il cuore della scuola è questa      Quando è stata costruita, in una città molto po-
“non disciplina”, questo insegnamento, questa          polata e piena di problemi sociali di tutti i tipi,
tensione. Mentre un tempo essere cittadini signi-      questa scuola dell’infanzia era tutta bianca. È sta-
ficava essere cittadini nazionali, oggi essere cit-    ta costruita vicino a un istituto d’arte, frequentato
tadini significa avere delle appartenenze plurali:     mal volentieri da ragazzi che andavano lì trasci-
essere cittadini del proprio Paese, della propria      nando la loro adolescenza, non volevano anda-
città, della propria comunità locale; essere citta-    re a scuola. Passano davanti, inevitabilmente,

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