News - TARTARUGA D'ACQUA, COME ALIMENTARLA? TUTTO SUI PESCI ACQUARIOLOGIA - Tesoro in copertina
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News 1/2019 VITA A SEI ZAMPE ACQUARIOLOGIA IL SESTO SENSO TUTTO SUI PESCI DEL GATTO PULITORI TARTARUGA D’ACQUA, COME ALIMENTARLA?
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Editoriale Sesto senso, una “magia” a quattro zampe C ari lettori, colazione! C’è Hattori, balzato – lette- c’è Momi, gatta euro- ralmente – nella vita dei suoi umani pea, che la domenica in un momento di crisi, quasi a vo- ha il suo rituale: balza lerli rimettere insieme unendoli con sul tavolo della cu- l’affetto comune per lui. Chiamiamolo cina e aspetta la sua come vogliamo: sesto senso, empatia, ciotola di latte. Lo fa solo la do- sensibilità. Fatto sta che non è diffici- menica, come sapesse che giorno le imbattersi in storie di questo tipo, o è. E probabilmente sì, sa perfet- in altre ancora più clamorose: ter- tamente che giorno è. C’è Chico, remoti sentiti in anticipo, percezione il manto nero come la notte, che di “strane presenze”, individuazione tutte le mattine, al rumore delle di malattie ben prima delle diagnosi crocchette versate nelle ciotole per mediche. Non c’è dubbio che i nostri la colazione, si dirige verso Milly, felini domestici siano creature con l’altra gatta – sorda - di casa. Non una marcia in più. Come il Devon Rex, sentendo suoni, ancora dorme; la razza di cui ci occupiamo in questo Chico le si mette davanti, appog- numero: una presenza affettuosa e giando le zampe superiori alla sua giocherellona, un inseparabile com- cuccia, e la sveglia dolcemente. pagno di vita casalinga all’insegna Come a dirle: dai Milly, è pronta la della vivacità. Buona lettura! Annalisa Celeghin Direttore Responsabile 1
Sommario 1 EDITORIALE Sesto senso, una “magia” a quattro zampe 4 NEWS DALL’ISOLA Ancora una volta Insegna dell’anno! 5 Ritorna la Super Raccolta Punti 2019 6 VITA A SEI ZAMPE Vibrisse e sesto senso del gatto 10 Tutti gli accessori a prova di roditori 12 CURA&BENESSERE Le malattie urinarie di Fido e Micio 16 LA SALUTE VIEN MANGIANDO Cosa mangiano le tartarughe d’acqua? 18 COMPORTAMENTO Il mio cane è stato adottato in canile 21 RAZZE Il felino dal pelo riccio 23 Una razza à pois! 27 ASSOCIAZIONI Una Cascina per amare e capire gli animali
31 EDUCAZIONE Come insegnare a Fido i nostri comandi? 34 ETOLOGIA Chi ha paura dei pipistrelli? 36 LE MILLE BOLLE BLU Non chiamiamoli pesci “spazzini” 40 INTERVISTA Gli animali? Il segreto per una vita migliore 46 ASTROLOGIA A QUATTRO ZAMPE L’oroscopo della primavera per il tuo pet 47 L’ISOLA DEI GIOCHI L’Isola News n. 1/2019 Registrazione al Tribunale di Rovigo Foto: IngImage, Shutterstock n.2/2016 Per la pubblicità: L’Isola dei Tesori, Realizzazione: Arbre Sas via Maseralino, 23 - 35020 Pernumia via Andrea Costa, 2 - 20131 Milano (PD) Telefono: 0429-765911 Direttore responsabile: Annalisa Celeghin Stampa: Mediagraf Noventa Padovana (PD) - Tel. 049-8991511 Caporedattore: Stefania Colasuono Impaginazione: Silvia Ballarin Contatti Hanno collaborato: Telefono: 0429-765911 Federica Bartoli, Maria Chiara Catalani, Federica Farini, Sabrina Giussani, Sito web: www.isoladeitesori.it Stefano Mongiusti, Massimo Perla Email: info@dmopetcare.it
’Isola d al l s New 2015 -16 2016-1 7 20 -15 17 14 - 20 18 -14 201 2013 8-19 SESTA VOLTA INSEGNA DELL’ANNO L’ISOLA DEI TESORI È ANCORA UNA VOLTA LA MIGLIOR CATENA DI PRODOTTI PER ANIMALI D’ITALIA. PER IL SESTO ANNO CONSECUTIVO, IL MERITO DI QUESTO SUCCESSO È ANCHE VOSTRO! isoladeitesori.it
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Vita a sei zampe Vibrisse e sesto senso del gatto Maria Chiara Catalani Medico veterinario esperto in comportamento animale. Mistero o capacità sopraffini? Presidente SISCA - Dott. di Ricerca in Fisiopatologia In realtà, più che essere misterioso, questo mera- e Medicina degli Animali d’Affezione. viglioso animale ha doti sensoriali così raffinate e Mail: mchiaracatalani@gmail.com sensibili da renderlo ai nostri occhi un vero enigma. L’udito, ad esempio, gli permette di sentire suoni I gatti ci hanno sempre affascinato per il a noi sconosciuti. La visione notturna, invece, gli loro comportamento, talvolta per noi in- consente di muoversi al crepuscolo dando il mas- spiegabile e misterioso. Proviamo a capire simo di sé, tanto quanto in piena notte. cosa c’è dietro e cosa possiamo fare per Questione di... naso! instaurare con loro un legame ancora più L’olfatto (analogamente al gusto) - meno specializ- forte. zato di quello del cane ma di gran lunga più detta- Q gliato del nostro - è completato dalla possibilità di uando osserviamo un gatto non possiamo che rimanere quasi ipnotizzati. Sembra vi- vere in una realtà parallela fatta di stimo- li che noi non riusciamo a percepire con nessuno dei nostri sensi. Si acquatta, resta immobile, fissa concentrato un punto della stanza e poi balza ad afferrare un microscopico insetto che noi ignora- vamo totalmente. Forse è per questo che siamo soliti definirlo un animale “misterioso”. 6
sono paragonabili a Qu delle sensibilissi- defin ello che n i o me antenne. Col- so è i amo sesto i l ta s locate in molte perce tto del fe en- zone del corpo - attrav p i t l o non ino, e s guance, soprac- anche r s o la pel olo (e s lem ciglia, mento e dalle oprattutt a vibris o zona plantare – se. ) sono peli speciali: hanno la stessa strut- tura cheratinica di quelli tradizionali, ma sono più spesse e dure e, soprattutto, si ancorano a zone fortemente innervate. La loro importanza Tale struttura fa delle vibrisse degli organi sensoriali molto sensibili, in grado di essere sollecitati da vibrazioni di bassissima inten- sità che, attraverso la stimolazione tattile, forniscono informazioni su ciò che circonda il felino esploratore. Attraverso di esse, infatti, il gatto può percepire microscopici ostacoli, spostamenti, movimenti d’aria attorno a sé, nonché sentire la temperatura o la consisten- za di qualcosa che sfiora. Una sensibilità estrema Quindi non stupitevi, se accarezzando il vostro gatto, avrà un repentino cambiamento d’umo- percepire i “feromoni”, sostanze volatili con le qua- li il piccolo felino delimita ogni spazio che frequen- ta informando i propri simili della sua presenza, del suo stato fisiologico e delle emozioni che prova. Il sesto senso Infine, il tatto. Un senso fondamentale sin dal pe- riodo prenatale per ogni mammifero, grazie al qua- le la mamma trasferisce emozioni ai piccoli, li rico- nosce, li sollecita e li rassicura. A differenza degli altri sensi che ricevono informazioni da specifi- ci organi, il tatto è speciale poiché può essere sol- lecitato in tutto il corpo, anche da stimolazioni molto lievi. Esso, insomma, è riconducibile a ciò che comunemente nel gatto chiamiamo “sesto senso”. Vibrisse, peli speciali Questo animale, infatti, non percepisce stimolazio- ni tattili esclusivamente dalla pelle ma ha i cosid- detti “baffi”, più propriamente definiti vibrisse, che 7
Vita a sei zampe Se, accarezzando il nostro gatto, questo dovesse allontanarci da un momento all’altro è perché la sua sensibilità tattile gli ha provocato un fastidio improvviso! re e passerà dalle morbide fusa a un’antipatica zampata di allontanamento. Non è bisbetico, ma estremamente sensibile al tatto, ancor più quando inavvertitamente sfioriamo le vibrisse! La sua ne- cessità di dettare i tempi del contatto è una vera e propria necessità fisica, prima ancora che emozio- nale, e rispettarla ci permetterà di trasformare la nostra relazione con lui in una splendida amicizia. Gatto magico? No, magiche vibrisse Svelato parte del mistero, quindi: il gatto percepisce ciò che noi non possiamo nemmeno immaginare grazie ai suoi affinatissimi sensi e alle vibrisse che li rendono infallibili detective. Perciò, quando lo vediamo concentrato in un agguato, proviamo a godere di questo magnifico spettacolo rispettando un’attività che è di fondamentale importanza per il suo benessere psicologico. Se anche noi saremo capaci di affinare le nostre capacità di osservazione, potremo scoprire qual- cosa di importante per la relazione con il gatto. Le vibrisse, infatti, si spostano sulla base delle emozioni che l’animale sta provando: in avanti? Attenzione, potrebbe balzare contro chi gli sta di fronte. Indietro? Meglio non contrariarlo, è piut- tosto nervoso. Guardare e toccare poco, insomma, e l’amicizia sarà garantita! 9
Vita a sei zampe Tutti gli accessori a prova di roditori Per prenderci cura dei nostri amici Tanto spazio a disposizione roditori procuriamoci gabbie spaziose Le gabbie devono essere ampie, in modo da per- mettere loro di muoversi li- e sicure, pronte per accogliere questi beramente. È necessario teneri animaletti di grande compagnia. che siano in metallo, Federica Bartoli per scongiurare il ri- T schio di fuga, e devo- ra gli animali domestici più in voga, i roditori no contenere una sono quelli che riscuotono maggiore succes- casetta-nido, so. Ne esistono diverse specie e con caratte- uno spazio nel ristiche differenti: alcuni prediligono vivere in grup- quale l’ani- po, altri sono solitari. Determinati esemplari sono male possa molto delicati, quindi è preferibile non lasciare che rifugiarsi in siano i bambini a maneggiarli, altri ancora comu- tranquillità. nicano tramite suoni particolari o sono attivi nelle All’interno ore notturne. Scopriamo cosa non deve mai man- possono es- care nelle nostre case quando decidiamo di allevar- sere siste- ne uno. mati diversi 10
I criceti conservano l’istinto naturale di cercare il proprio cibo: per far sì che non perdano questa abitudine e per sti- molare l’attività fisica, non è necessario ricorrere alle classiche ciotole, ma basta spargere il mangime per la gabbia, ma- gari nascondendolo sotto il fondo rico- perto di fieno. attivi: il movimento è indispensabile per fare in mo- I conigli amano lanciare gli og- do che si mantengano in forma, ma soprattutto che getti, per cui è bene che le loro non cadano in depressione. La ruota è il gioco più ciotole per cibo e acqua siano composte da materiale pesante. ripiani, per consentire salti e spostamenti, e della sabbia, poiché alcuni esemplari sono scavatori. Ovviamente non devono mancare ciotole per il cibo e abbeveratoi. La giusta alimentazione I roditori si distinguono in erbivori e onnivori: i primi - tra cui si annoverano il cane della prateria, il cincillà e la cavia - si nutrono di semi, noci, bacche, fieno, ma anche rametti di alberi da frutta. Gli on- nivori invece - a cui appartengono il criceto e il topo - possono mangiare pezzetti di carne, anche scot- tata, piccoli invertebrati, formaggio. Le lec- cornie sono da somministrare con par- diffuso ed è disponibile in molte misure a seconda simonia perché alcune specie sono della taglia dell’animale: è bene che sia di plastica soggette all’obesità. Ad ogni modo, dura e non di metallo e che il fondo una vasta scelta di mangimi spe- della gabbia sia rivestito di mate- cializzati e pellet è disponibile in riale morbido per evitare danni commercio. alle zampe. Labirinti, casette di legno, tubi colorati sono tra i Sempre in divertimenti più apprezzati dai movimento roditori, badando sempre che i Si tratta di animali materiali di cui sono composti estremamente siano sicuri e atossici.
Cura&Benessere stro i ta re c he il no ffrano p o Può ca ostro gatto s zioni i l n m a cane e zioni o infiam io, che di infe arato urinar to con- all’app o di un atten inario itan ter necess a parte del ve e cure d trollo bilirne caus e per sta ppropriate. a Le malattie urinarie di Fido e Micio Stefania Colasuono L ’apparato urinario dei nostri animali do- mestici, formato - oltre che da reni e ve- scica, anche da ureteri e uretra - può es- sere colpito da alcune patologie, sorte per mo- tivi diversi e con sintomi che possono variare da un caso all’altro. I segnali d’allarme Sicuramente, quando cane e gatto avvertono il bisogno di bere e di urinare più spesso, quan- do si leccano maggiormente nella regione ge- nitale provocando arrossamenti o iniziano a soffrire di incontinenza urinando anche in luo- ghi per loro inusuali, è necessaria una visita veterinaria per agire tempestivamente. Da non 12
verso la vescica: in alcuni casi, per risolvere il problema è necessario intervenire chirur- gicamente. Può succedere, però, che il cal- colo arrivi fino alla vescica creando delle ci- stiti: la minzione risulta dolorosa e può com- parire del sangue nelle urine. Parola d’ordine: tempestività Nel caso più grave, infine, un calcolo di gros- se dimensioni potrebbe ostruire l’uretra, impedendo alla vescica di svuotarsi e al no- stro amico a quattro zampe di eliminare le sostanze di scarto dal proprio organismo. La sottovalutare, inoltre, una loro eventuale inappe- tenza o debolezza fisica nonché episodi di vomi- to e perdita di peso. Cosa fare? Per valutare lo stato dei reni, il primo esame effettuato è quello delle urine: se, in effetti, è in corso un’infezione, esse saranno particolarmen- te chiare e conterranno proteine (una situazione non usuale, perché un rene sano non ne consen- te l’eliminazione). Anche l’analisi del sangue è molto importante, per verificare eventuali valo- ri anomali che evidenzino la presenza di una pa- tologia. La cura più appropriata tempestività, qui, gioca un ruolo fondamentale: se Pepe per Nel caso di insufficienza renale cronica, è impor- non curato in tempo, infatti, il nostro cane o gatto tante fare in modo che gli organi non vengano af- può entrare in coma e morire in pochi giorni. faticati e che ci sia un maggiore equilibrio anche dal punto di vista alimentare, con il giusto apporto Esistono diversi tipi di cistiti che di acqua, sali minerali e proteine nonché una ridu- colpiscono la vescica: neoplasie (le più zione del fosforo. gravi, curate con interventi chirurgici e chemio-radioterapia), batteriche o Calcoli e cistiti parassitarie (curate con medicinali) e Le altre parti dell’apparato urinario possono es- quelle da stress (che colpiscono i felini sere colpite dalla formazione di calcoli, che ostru- iscono l’uretere impedendo il passaggio dell’urina e passano con la giusta alimentazione). 13
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La salute vien mangiando Cosa mangiano le tartarughe d’acqua? CARNIVORE, ERBIVORE, ONNIVORE: LE ABITUDINI ALIMENTARI DELLE TARTARUGHE TRACHEMYS SCRIPTA SONO VARIABILI. ECCO COME FARE PER ALLEVARLE AL MEGLIO. Federica Bartoli O riginaria del nord degli Stati Uniti, la tartaruga d’acqua è considerata un ani- male domestico a tutti gli effetti. Essa ha bisogno di un habitat adeguato in cui vive- re e soprattutto di un’alimentazione diversi- ficata, che cambia a seconda delle caratteri- stiche specifiche dei singoli esemplari. Carne o vegetali? Le tartarughe d’acqua possono essere carni- vore, erbivore oppure onnivore. Esse modifica- no il loro regime alimentare nel tempo: duran- 16
La maggior parte delle tartarughe domestiche segue una dieta a base di gamberetti secchi, spesso consigliata del rivenditore. In re- altà, questo tipo di alimentazione monotematica può essere causa di preoccupanti carenze vitaminiche, che mettono a repentaglio la salute dell’animale! te il periodo della crescita si la carne va somministrata con parsimonia nutrono prevalentemente di ricca ed è bene ricordare che il fegato è una n a d ie ta molto D3 carne, poiché hanno bisogno U a m in a fonte importante di vitamina A. La ver- e vit di assumere grassi, proteine di calcio r m a z io ne dura è fondamentale in età avanzata, la fo e carboidrati per completare favorisce po delle ossa specialmente lattuga, rucola e cicoria, p il loro sviluppo. Negli adulti, e lo svilu pace. Il tutto mentre possiamo tralasciare pomodori a invece, aumenta il fabbisogno e del car sposizione ai e spinaci. Alcuni insetti, come grilli e ’e di fibre e vitamine, quindi la unito all i solari. cavallette, sono invece ricchi di fosforo, dieta delle nostre tartarughe do- ragg mentre la frutta va servita solo di rado. vrà essere ricca di vegetali. Questione di età Dall’età dell’esemplare, inoltre, dipende il numero di pasti che la Trachemys Scripta può assumere nell’arco di una giornata: i piccoli devono essere nutriti quotidianamente, anche somministrando loro il cibo in momenti separati, in modo da favorir- ne la crescita. Gli adulti, invece, hanno un metabo- lismo molto lento, quindi possono mangiare anche ogni tre giorni. Una dieta variegata Un’alimentazione diversificata garantisce il corret- to apporto di tutte le sostanze nutritive. Tra i cibi principali c’è il pesce (vivo o morto), gamberetti, granchietti e molluschi per l’incremento di proteine; 17
Comportamento Il mio cane è stato adottato in canile Adottare un cane dev’essere una scelta ponderata e consapevole, per far sì che il nostro nuovo amico a quattro zampe possa entrare a far parte di una famiglia che lo ami, lo rispetti e si prenda cura di tutti i suoi bisogni. Sabrina Giussani Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF Master in Etologia applicata e Benessere animale Past President SISCA sabrinagiussani@yahoo.it S cegliere di condividere una parte del- la propria esistenza con un cane è una decisione importante, poiché la re- sponsabilità di soddisfare le esigenze dell’a- nimale spetta alla famiglia. Cura e protezione Esso possiede fabbisogni primari (mangia- re, bere, urinare e defecare, accoppiarsi) e secondari legati alle necessità della specie. La famiglia umana, quindi, deve garantirgli una giornata ricca di attività, innanzitutto 18
attraverso le passeggiate, che gli permettono di comunicare con i propri simili, incontrare esseri umani, annusare e conoscere il mondo. È necessario, inoltre, accoglierlo e proteggerlo nelle situazioni difficili: anche i fabbisogni di sicurezza devono essere soddisfatti! Un’adozione consapevole Tutti i membri della famiglia devono essere d’accordo per quanto riguarda l’adozione, altri- menti “il pelo sparso ovunque” o “l’obbligo del- la passeggiata” possono scatenare “una guer- ra” che a volte esita nell’abbandono dell’anima- le. Inoltre, il cane adottato “per i bambini” dev’essere desiderato in prima istanza dai genitori in quanto saranno questi ultimi a occuparsene, anche quando “i piccoli” sono ragazzi adolescen- ti. tarsi ai ritmi di vita della famiglia umana. Nu- Prima di accogliere un merosi canili e rifugi, infatti, realizzano Un cucciolo o un cane è necessario che percorsi che preparano all’adozione gli cane adulto? tutti i membri della fa- animali arrivati in età adulta presso la Si è portati a pensare che miglia siano d’accordo struttura. Grazie alla presenza di Medici il cucciolo sia la scelta mi- sull’adozione, per evita- Veterinari Esperti in Comportamento Ani- gliore, perché è possibile re successivi problemi male, ogni cane possiede un indice di adot- accompagnarlo nella cre- che potrebbero porta- tabilità che riassume i suoi punti di forza e scita e formarlo con il pas- re all’allontanamento le “criticità”. sare del tempo. Anche un cane dell’animale. adulto, però, è in grado di adat- Le fasi precedenti l’adozione La visita pre-adozione (un colloquio tra l’adottante e il Medico Veterinario) è un momento fondamentale per la nascita di un futuro legame uomo-animale pienamente soddisfacente per entrambe le parti. Saranno valutate le precedenti esperienze di convi- venza della famiglia adottante con un cane, la com- Affidiamoci a un esperto Nel caso in cui il cane, dopo l’adozione, mo- strasse particolari difficoltà - come paura delle persone o dei propri simili (con fuga o aggressione), vocalizzi o distruzioni in presenza della famiglia o quando è solo oppure altri sintomi spia di un disagio - è opportuno rivolgersi a un Medico Veteri- nario Esperto in Comportamento così da effettuare una visita e realizzare un per- corso riabilitativo. 19
Comportamento un mese o più prima di ambientarsi e mostrare se stesso. Secondo la mia esperienza, ciò potrebbe essere dovuto all’inespressività emozionale e alla difficoltà comunicativa che la maggior parte degli animali adottati mostra durante i primi mesi di con- vivenza con la famiglia, probabilmente perché vive un momento di confusione per l’inserimento in un nuovo ambiente di vita. Calma e protezione Durante questo periodo l’animale dev’essere protet- to e la famiglia avere molta pazienza: è necessario realizzare brevi passeggiate in luoghi tranquilli, evitare l’area cani quando troppo affollata, atten- dere che l’animale si avvicini agli sconosciuti senza forzarlo e così via. Le uscite, inoltre, devono essere numerose durante il primo periodo: nel box del ca- nile, infatti, poteva urinare e defecare quando ne aveva necessità, senza aspettare di essere condotto all’esterno. Non lasciamolo da solo Consiglio, poi, di lasciarlo da solo il meno possibile durante il primo mese di convivenza: l’animale deve imparare a gestirsi con tranquillità nel nuovo spazio posizione della famiglia stessa (la presenza di bam- abitativo dapprima in presenza della famiglia (per bini e anziani), l’ambiente di vita (appartamento, esempio allontanarsi dalle persone cambiando stan- casa con giardino, centro urbano o campagna), il za in autonomia, non sussultare ad ogni rumore e tempo che i membri della famiglia possono dedicare perlustrare i balconi). Proviamo a metterci nei suoi al cane ogni giorno e così via. Queste informazioni panni: l’abbandono, la vita in canile, l’adozione e un saranno poi “incrociate” con quelle presenti sulla mondo sconosciuto mettono a dura prova! Sono ne- scheda comportamentale dell’animale così da tro- cessari tempo e pazienza, comprensione e supporto vare la giusta coppia. Nel caso in cui in famiglia fos- così che possa sentirsi parte della nuova famiglia. sero già presenti cani, gatti o altri animali è neces- sario predisporre un inserimento programmato così Un cane adulto ha alle spalle un passato che possano conoscersi in sicurezza. e una serie di esperienze vissute che lo hanno formato: quando lo adottiamo, Consigli per una corretta adozione quindi, dobbiamo avere pazienza e Prima di accogliere definitivamente il cane nella no- rispettare i suoi tempi di adattamento stra abitazione è opportuno dunque, quando possi- alla nuova vita. bile, farci conoscere. Portarlo in passeggiata quan- do si trova ancora in canile permette, in particolare, di iniziare a creare un legame. È necessario consi- derare, inoltre, che il cane ha bisogno di un riferi- mento una volta uscito dalla struttura: il centro re- ferenziale (la famiglia) lo aiuterà a conoscere il mon- do. L’importanza del suo passato Anche quando il passato del cane è conosciuto, al- meno in parte, non è possibile valutare con certezza le sue competenze e, soprattutto, le esperienze ne- gative vissute. Quando è adulto, infatti, ha un passa- to che lo ha plasmato e, dopo l’adozione, impiega 20
Razze Il felino dal pelo riccio Il Devon Rex, famoso per il suo mantello arriccia- to, ha un carattere piuttosto dolce ed estroverso. Armando Brescia Ama stare in compagnia della propria famiglia umana e, per questo, non sopporta la solitudine. A cura di ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana) L a storia del Devon Rex inizia negli anni ’60 in Gran Bretagna, quando la signora Cox trova un gatto che vive in una miniera abbandonata vicino a casa sua e decide di prendersene cura. Successivamente, questo felino dal pelo riccio si accoppia con una gatta della sua nuova proprietaria e da qui nascono diversi cuccio- li, di cui solo uno – Kirlee – con le stesse caratteristiche del papà. Dalla collaborazione, poi, con un allevatore di Cornish e da una serie di incroci con Burmesi, Siamesi e British (che ha allontana- to la possibilità di trasmissione di una rara forma di distrofia mu- scolare) è nata la razza del Devon Rex, riconosciuta ufficialmente nel 1967. Snello e muscoloso Questi felini sono di taglia media e hanno una corporatura forte e muscolosa. Le zampe sono lunghe e snelle, mentre la coda è sottile, affusolata e ricoperta da peli corti. La testa, a forma di un piccolo cuneo, presenta una fronte arrotondata e curvata all’in- dietro, mentre gli zigomi sono prominenti. Riconoscere un esem- plare di questa razza è facile anche per il muso corto e i baffi 21
Razze basta, infatti, una spuntati- Carta d’identità na bisettimanale alle un- Corpo: taglia media, ghie, una pulizia settimana- muscolatura salda le alle orecchie - che essen- Colore: ammesse tutte le do piuttosto grandi accumu- variabilità sia nei colori lano molto cerume - e una sia nei disegni spazzolatura quindicinale Testa: piccola e cuneifor- della pelliccia. Per quanto me, angolosa, zigomi spor- genti, naso corto, cranio riguarda il cibo, invece, bi- piatto, mento forte sogna stare particolarmen- Occhi: grandi, ovali, ben te attenti alle quantità, distanziati, leggermente perché il Devon Rex è on- obliqui verso l’esterno nivoro e goloso! Il suo me- Orecchie: grandi e larghe tabolismo, infatti, gli con- alla base, arrotondate sente di bruciare in fretta in punta quanto mangia, quindi biso- Coda: lunga e sottile gna controllarlo per evitare Pelo: corto e fine, che ingrassi troppo. arricciato e ondulato crespi nonché per le orecchie molto grandi e basse, da Il Devon Rex non cui spunta un ciuffetto in punta simile a quello di una lin- muta e ha la partic ce. Il pelo, infine, è corto e sottile, soffice e ondulato, un tessitur o lare a del su po’ arruffato e con ricci disordinati. tello fa o man- sì che s tabile a ia soppo nche a p r- Socievole e dinamico solitam ersone Il Devon Rex ha un carattere estroverso, molto vivace e ente alle al pelo rgiche giocherellone: in pratica, è un piccolo folletto che vive del gatt o. nella nostra casa! Socievole sia con i suoi simili sia con altri pet, detesta la solitudine, quindi è meglio farlo vive- re con un compagno per evitare che soffra troppo durante la nostra assenza. Il suo essere freddoloso e la sua curio- sità estrema, inoltre, lo rendono perfetto per la vita in appartamento, dove può evitare di cacciarsi nei guai all’e- sterno. Le cure necessarie Prendersi cura di questo gatto è estremamente semplice: 22
Razze Una razza à POIS! Molto legato ai suoi familiari umani, il Dalmata è un cane giocherellone e socie- vole, mansueto e a volte imprevedibile. La sua allegria lo ha reso famoso anche sul grande schermo e la sua storia ha origini lontane. Federica Bartoli I l Dalmata appartiene alla famiglia dei segu- gi: gli studiosi, infatti, ritengono che possa vantare tra i suoi antenati l’Alano arlecchino o il Bracco del Bengala. Si tratta di una razza dotata di una struttura fisica atletica ed ele- gante, prestante e reattiva, il cui caratteristi- co manto bianco a chiazze nere è entrato nei cuori di grandi e piccini grazie al famigerato film Disney “La carica dei 101”. Una storia molto antica I Dalmata hanno origini misteriose: le prime testimonianze dell’esistenza di una razza affi- ne risalgono all’epoca degli egizi e dei greci, ma il loro arrivo in Europa è fatto risalire alle invasioni dei popoli slavi. Come si evince dal 23
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nome, infatti, questa spe- Non solo notorietà e si cie canina proviene dai Quando è uscito nelle sale cinematografiche, il film Non è un cane ch fa cil m en te , ma territori dell’antica d’animazione “La Carica dei 101” ha reso questa ammala e sia Dalmazia e i suoi razza canina ancora più celebre. Allo stesso tempo, per assicurarci ch te è be ne co n- esemplari erano im- però, allevatori poco attenti e spinti da scopi com- in salu pe rio di ca m en te piegati nella caccia. In merciali non hanno preservato la specie, mettendo trollare de i de nt i e de lle Inghilterra, invece, a rischio la salute di questi esemplari per rispon- lo stato orecchie. erano noti come “cani dere alle richieste sempre più numerose di cuccio- da carrozza” poiché ne li dal manto maculato. fungevano da scorta. Una razza in forma Proprio per quanto riguarda la salute, gli esperti affermano che il Dalmata ha una vita media di circa 11 anni e può soffrire di alcune patologie, come la sordità congenita, i calcoli renali e - in pochi casi - la displasia dell’anca. I maschi possono misu- rare dai 56 ai 61 cm e pesare dai 27 ai 32 kg. Le femmine misurano dai 54 ai 59 cm e pesano tra i 24 e i 29 kg. Carta d’iden Sensibili e vivaci tità Dal carattere energico e gioio- Corpo: taglia medio-grande, atletico e mu so, i Dalmata sono estrema- scoloso Colore: manto mente giocherelloni, intelligen- bianco, con macchie nere ti e adatti alla compagnia dei o marroni dal diametro di 2- bambini. Molto attaccati alla 3 centimetri Testa: squadr famiglia e ai proprietari, ama- ata e piatta, muso lungo no essere sempre al centro Occhi: rotond i, marrone sc dell’attenzione: tendono a ro negli esem u- plari a macchi soffrire se trascurati, quindi nere, color am e bra in quelli è bene non lasciarli troppo con le macchi e marroni tempo soli in casa, poiché Orecchie: lung hezza media, potrebbero dare sfogo al lo- pendenti sull e guance Coda: lunga, ro spirito imprevedibile. Lun- ricurva verso l’alto ghe passeggiate e attività Mantello: cort familiari sono ideali per te- o, liscio, lucido, folto nere a bada il loro grande dinamismo. 26
Associazioni Una Cascina per amare e capire gli animali Stefania Colasuono Fondata in un podere in mezzo Com’è nata l’idea di fondare l’Associazione? Cascina Myriam è un progetto nato prima della alla natura dell’Appennino par- fondazione dell’associazione: mi sono trasferita in mense, l’associazione Casci- questo podere dell’Appennino parmense nel 2006, na Myriam ospita tanti animali dopo aver abbandonato il mio lavoro e la mia vita precedenti. Qui, grazie all’esperienza diretta con gli bisognosi di una casa. Attraverso animali in un ambiente quasi naturale, ho matura- la Scuola di Etologia Razionale®, to la mia visione personale di approccio agli anima- inoltre, ne studia il comporta- li e al loro studio, che ho registrato con il nome di Etologia Relazionale®. Ho inizialmente utilizzato il mento e offre corsi di formazione podere come polo didattico, svolgen- online per promuovere una re- do in contemporanea attività in asili, lazione uomo-animale ba- scuole elementari e medie. Nel 2011 ho pubblicato il mio primo libro (“L’a- sata non solo sull’amore, more che dai è l’amore che resta”), ma anche sull’empatia in cui ho spiegato tutte le ipotesi, i e sulla conoscenza. progetti e le ispirazioni a cui stavo lavorando e - dopo un intenso tour di Ne abbiamo parlato presentazione - sono cominciate ad con la fondatrice arrivare sempre più richieste di per- Myriam Riboldi. sone che volevano imparare ciò di cui 27
Associazioni Quali sono le principali attività che svolgete e qua- li gli animali a cui sono dedicate? Ci occupiamo di divulgazione, formazione, studio e recupero di animali. La maggior parte degli anima- li in cascina arriva da abbandoni, allevamenti, ne- gozi a fine attività e laboratori. A livello di specie, l’associazione è fortemente orientata verso il recu- pero di cosiddetti “avicoli da cortile”: galline, anatre, oche, tacchini, faraone, pavoni, quaglie, ma tra gli altri animali ospitati abbiamo avuto - e in parte abbiamo ancora - anche capre, pecore, maiali, gat- ti, cani, equini, cavie, ratti, topolini, criceti, conigli, cincillà, degu, rettili, pappagallini, ricci africani e altro ancora! parlavo. Il contesto da “fattoria didattica” era diven- tato troppo “stretto” e così ho intuito che avrei po- tuto offrire una formazione senza confini di tempo e spazio, organizzando una scuola sul web (corsi online). Di lì a poco è nato il portale di Etologia Re- lazionale® (etologiarelazionale.it) e nel 2015 ho fondato l’associazione scientifico-culturale Cascina Myriam-Scuola di Etologia Relazionale®. Chi ne fa parte e con quali esperti collaborate? L’associazione è stata fondata da me, insieme a mio marito Matteo e all’amica e attivista Carla Maria e ne fanno formalmente parte tutti gli studenti iscrit- ti ai corsi e chiunque ci aiuti tramite donazioni, ado- zioni a distanza e tesseramenti. Non siamo un’as- sociazione fondata sul volontariato e siamo esclu- sivamente mio marito ed io ad occuparci della formazione e della gestione di tutti gli animali ospi- tati, ma ci appoggiamo ovviamente alla competen- Organizzate eventi e campagne per coinvolgere za di diversi veterinari (in Emilia Romagna e non maggiormente i cittadini? solo). Inoltre, per tutto ciò che concerne l’attività di Ho organizzato seminari e conferenze in giro per formazione e certi- ficazione collabo- l’Italia per diversi anni, ma ora non mi è più possi- riamo con l’ente di ricerca bile a causa di problemi di salute. Ho fatto di neces- Progetto Italia. sità virtù e sono diventata molto attiva sui social, in particolare sulla piattaforma Facebook, su cui ho un seguito complessivo di oltre 10.000 perso- ne. Curo costantemente i conte- nuti del nostro portale scri- vendo articoli e promuoven- do-patrocinando i proget- ti, i crowdfunding e le 28
petizioni dei nostri studenti e delle associazioni con comportamento, in un ambiente consono alle loro obiettivi comuni. esigenze! Parlando della Scuola di Etologia Razionale®, co- Quali sono i progetti futuri? sa vi ha spinto a fondarla e a chi è rivolta? In Italia le realtà come la nostra vivono quotidiana- Con la nascita della Scuola di Etologia Razionale® mente una sfida soltanto: sopravvivere alla “Spada sono fiera di dire che abbiamo raggiunto contem- di Damocle” dei debiti e riuscire a continuare i pro- poraneamente due obiettivi, uno puramente cultu- pri progetti di ospitalità, assistenza agli animali e divulgazione. Il nostro sogno per il futuro è ovvia- mente quello di ampliare gli spazi e le risorse da destinare agli animali in modo da ospitarne di più, garantendo loro ancora più protezione, più libertà di espressione e più cure. Per ciò che concerne la mission culturale dell’associazione continuerò a scrivere libri e a progettare nuovi percorsi formati- vi, affinché si diffonda sempre di più una cultura di amore “consapevole” per gli animali. rale e uno più attivista. Il primo è stato quello di dare l’opportunità a tutti gli appassionati di avvici- narsi-riavvicinarsi alla conoscenza degli animali e del loro comportamento, attraverso un approccio che tenesse conto delle emozioni e dell’empatia, imparando a disciplinare l’osservazione e l’inter- pretazione sulla base dei fondamenti dell’etologia (in accordo con la massima che “l’amore è impor- tante ma non basta”). Il secondo è stato quello di sfruttare i proventi dei servizi di formazione per riuscire a ospitare e mantenere in cascina gli ani- mali recuperati. Il modello (per quel che ne so ine- dito) che abbiamo inaugurato è quello di un piccolo santuario-scuola in grado di sostenersi autonoma- mente attraverso attività formative online offerte ai propri soci. La dimensione web è una strategia stra- ordinaria per gli animali ospitati anche perché non prevede il loro “utilizzo” ai fini della didattica. La maggior parte degli animali che vive con noi ha già sofferto a causa dell’uomo e ritengo non debba la- vorare ulteriormente per i nostri scopi. Il loro unico lavoro qui è vivere esprimendo liberamente il proprio Per saperne di più: info@etologiarelazionale.it - www.etologiarelazionale.it 29
Educazione Come insegnare a Fido i nostri comandi? Per far sì che il nostro cane apprenda velocemente e in maniera efficace i nostri insegnamenti è indispensabile avere pazienza e passare con lui un po’ di tempo, divertendoci insieme. Massimo Perla che si alzi su due zampe anziché sedersi. Il cane Addestratore cinofilo e responsabile nazionale deve seguire con lo sguardo la mano che spostiamo del settore CSEN Cinofilia piano piano verso la sua schiena, così da alzare la P testa e abbassare il sedere. Appena si mette sedu- er insegnare alcune competenze basilari al to gli possiamo dare il bocconcino come premio. nostro cane bisogna prima di tutto tenere a mente che tutti apprendono gradualmente, quindi è importante seguire sempre un criterio per volta. Bisogna iniziare in una stanza senza troppe distrazioni e dedicare pochi minuti per insegnargli qualche esercizio in totale relax e divertendoci insieme. A scuola di... “seduto!” L’esercizio più comune da cui si può iniziare è il “seduto”. Per insegnarlo possiamo tenere in mano un bocconcino e portarlo verso il muso del nostro amico a quattro zampe: non troppo basso così che possa raggiungerlo, ma neanche troppo alto così 31
Educazione Il tono della voce non deve mai essere di rimprovero o malcon- tento, ma deve sem- pre motivare il nostro cane in maniera posi- tiva. così potrà associare questa parola alla posizione. Non bisogna, però, mai ripetere il comando più volte altri- menti il cane imparerà a mettersi seduto quando vuole lui anziché alla nostra prima richiesta. Dopo varie ripetizioni si può iniziare a chiedere il La pazienza paga comando prima che il cane sia già in posizione. Si può continuare a fare questo movimento varie volte Se si siede subito dopo averci sentito allora avrà per fargli capire che, appena si mette nella posizione associato correttamente la parola a quel com- richiesta, viene premiato con un bocconcino. Dopo qual- portamento e si potrà che ripetizione basterà muovere leggermente la mano premiare con un con il piccolo premio e vedrete che il cane si siederà bocconcino. Se, subito! invece, non dovesse se- Aggiungiamo il comando vocale dersi è me- Dopo aver fissato questo comportamento possiamo ag- g l i o fa re giungere il comando vocale e iniziare a dire la parola un passo “seduto” quando il cane appoggia il sedere a terra. Ini- indietro e zialmente è importante dirlo mentre si posiziona seduto ripetere il procedi- mento con il gesto della ! d a c u c c io li è meglio mano e il co- Imparare iasi mando vocale ap- r ic o r d a r c i che quals pena si è seduto. empre al cuc- Dobbiamo s mento da insegnare Parola d’ordine: r ta stiamo sia il compo più impor tante che divertimento sa re: se ciolo, la co imparare ad apprende arci Il segreto del successo con questi esercizi è di è l’ ad costr uendo ua giovinezza impara oi e renderli un momento di gioco tra voi e il vostro as in cane e di divertirvi insieme: non bisogna mai un cane nell n adulto motivato su d ec- avere fretta o spazientirsi. Lo scopo, infatti, è di ou appreso il m retta avrem u n a v o lt a migliorare la comunicazione tra di voi, di pas- Infatti, rono e propositivo. adulti ben impostati off en- sare del tempo insieme insegnandogli delle ani tam competenze e di ottenere effettivamente un co- canismo, i c rapidamente il compor mando affidabile e sicuro, ossia un controllo del lto colgono mo ercando di insegnare. cane generalizzandolo in qualsiasi situazione o oc to che stiam circostanza. Quindi, il passaggio successivo sa- rà quello di chiedergli di mettersi seduto per qualche istante in altri posti o mentre siamo in passeggiata o al parco. 32
Il momento del “resta” Quando il nostro cucciolo avrà appreso il seduto, mettiamo un bocconcino nella ma- no a due passi da lui e alla sua altezza, mentre teniamo l’altra mano tesa e aperta per fargli capire di non muoversi. Nel caso in cui rimanga fermo, lo premiamo subito portando la nostra mano con il premio ver- so la sua bocca. Se, invece, cerca di muo- versi per raggiungere il bocconcino dobbia- mo bloccarlo e rimetterlo nella stessa po- sizione in cui si trovava e ripetere l’esercizio. Quando avrà ben chiaro il fatto che non si deve muovere possiamo dire la parola “re- sta”. L’importanza del richiamo L’ultima competenza basilare importante per i nostri cani è sicuramente il richiamo. I cuccio- Il richiamo non è sinonimo di sgridata Uno dei primi errori è quello di abbinare sempre il richiamo ad esperienze sgradevoli o a punizioni oppure alla conclusione di qualcosa di bello come l’uscita dal parco. La conseguenza è che la parola “vieni” inizia presto a logorarsi se abbinata ad av- venimenti negativi. Quindi, per esempio se siamo al parco, premiamo il cane quando fa spontanea- mente un check su di noi e rimandiamolo a giocare. Premiamolo quando ci raggiunge Per quanto riguarda i cani adulti, magari con qual- cuno bisogna essere un po’ più convincenti. Non bisogna mai andare verso di lui ma, al contrario, li hanno una naturale tendenza ad approcciare dobbiamo allontanarci chiamandolo e facendo dei verso di noi se battiamo le mani o facciamo dei rumoretti invitanti. Possiamo indietreggiare, chi- rumori, perché sono dei salutatori compulsivi e narci, utilizzare un tono di voce allegro per far sì che tendono ad essere molto ricettivi. Bisogna sfrutta- ci raggiunga. Appena arriva, lo premiamo e lo man- re questa loro tendenza e premiarli ogni volta che diamo di nuovo a divertirsi così da fargli capire che vengono da noi quando li chiamiamo, con qualche avvicinarsi quando lo chiamiamo è una cosa positi- carezza o un biscottino per poi lasciarli di nuovo li- va e conveniente. beri di giocare. Chi è Massimo Perla Massimo Perla è presente da 40 anni nel mondo della cinofilia, dove ha raggiunto alti livelli sia negli sport cinofili che nella diffusione dell’educazione cinofila. A Roma dirige la sua scuola di addestramento e circolo sportivo “Indiana Kayowa” ed è il Responsabile Nazionale del settore CSEN Cinofilia per lo sviluppo delle attività sportive cinofile. Inoltre addestra e dirige sui set televisivi e cinematografici la mag- gior parte dei cani attori che vediamo in tv. 33
Etologia Chi ha paura dei pipistrelli? Federica Bartoli DA SEMPRE TEMUTO E PROTAGONISTA DI LEGGENDE E STORIE DELL’ORRORE, IL PIPISTRELLO È IN REALTÀ UN ANIMALE TUTT’ALTRO CHE PERICOLOSO, I COMPLESSO E SPESSO UTILE ALL’UOMO. Chiroptera sono il secondo gruppo di mammi- feri più numeroso al mondo: contano circa 1200 specie, vivono in colonie molto numerose e prediligono rifugi bui e riparati, come le caverne, le grotte, ma anche i sottotetti degli edifici citta- dini. Scopriamo alcune delle loro caratteristiche più importanti. Mammiferi che volano Nel corso dell’evoluzione, gli arti anteriori dei pipistrelli hanno subito una profonda mutazione: tra le dita, che sono diventate sempre più lunghe, si è creata una membrana - chiamata patagio - che ha trasformato le “mani” di questi animali in vere e proprie ali, rendendoli gli unici mam- miferi al mondo in grado di volare. Questa muta- zione è testimoniata anche dal nome scientifico dei pipistrelli: il termine Chiroptera, infatti, deri- va dalle parole greche “mano” e “ala”. 34
Artigli acuminati e un parti- colare sistema circolatorio permettono ai pipistrelli di resistere per lunghi periodi appesi a testa in giù. Questa posizione agevola il decollo, ma consente loro anche di non gravare col peso sulle zampe posteriori, indebolite durante l’evoluzione. Famiglie numerose I pipistrelli sono suddivisi in numerose specie, dif- fuse in svariate parti del mondo e diverse per di- Vedere con i suoni mensioni e abitudini alimentari. Infatti, a seconda Nonostante la loro natura di animali notturni, i pipi- della famiglia, i Chiroptera seguono “diete” diffe- strelli non sono dotati di una grande vista: per que- renti: quelli che troviamo in Italia e in Europa sono sto hanno sviluppato un modo di orientarsi e muo- prevalentemente insettivori e si nutrono di zanza- versi nell’oscurità che sfrutta gli ultrasuoni. I Chi- re e insetti dannosi per l’agricoltura. Altre specie roptera li emettono attraverso la laringe e utilizzano si nutrono di frutta, vegetali, nettare, pesci e mam- l’eco che essi producono rimbalzando sugli oggetti miferi di piccole dimensioni, altre ancora di sangue. per conoscere l’ambiente che li circonda. La letteratura e il ci- nema si sono ispirati alla specie dei desmo- dontidi per la creazio- ne del mito del vampi- ro: questa particolare razza di pipistrello, diffusa prevalentemen- te in America Latina, si nutre esclusivamen- te di sangue di altri animali, raramente di sangue umano. 35
Le mille bolle blu Non chiamiamoli pesci “spazzini” Erroneamente si pensa che il compito dei pesci pulitori sia quello di rimuovere dall’acquario qualsiasi tipo di sporcizia (sia dai vetri che dal fondale): la realtà, però, è ben diversa! Andiamo alla scoperta di questa meravigliosa ”categoria”, composta da numerose specie. Stefano Mongiusti Medico veterinario, acquariofilo ed erpetofilo come non ci sono pesci in grado di ripulire per- A fettamente i vetri o altro dalle alghe al nostro ncora oggi, con il nome generico di pulitori posto. Tutte queste creature, per vivere a lungo, molti acquariofili raggruppano tut- devono essere alimentate in maniera mirata e ti quei pesci d’acqua dolce che hanno le loro esigenze specifiche che de- si nutrono sul fondo o che, grazie Una cur vono essere rispettate come tutte le pulitori iosità: i alla loro bocca a ventosa, sono in C orydo p e s c i altre specie. grado d grado di aderire ai vetri dell’ac- i respira ras sono in atmosfe re l’oss Pulitori da fondo quario e alle decorazioni. r ige ta di ved ico, per cui ca no e r li a bb p i- Senza dubbio i più conosciuti sono i r Tante esigenze da vasacpidamente il foannddonare Corydoras, un genere di piccoli a pe o de rispettare cie a pr r andare in sup lla pesci-gatto corazzati del Sudame- Occorre subito chiarire una cosa: endere erfi- rica presenti da decenni sul mercato u d’aria fr na “boccata non esistono pesci “spazzini” in e sca”! acquariofilo con svariate specie. Se ne grado di ripulire il fondale da rifiu- trovano sia di allevamento che di cattu- ti ed escrementi di altri pesci, così ra, sono molto robusti ed economici e vi- 36
piccoli gruppi e che devono ricevere un’alimenta- zione mirata. Le Botia tendono a mangiare le pian- te più tenere e sono ghiotte di lumache acquatiche. I pesci “pulivetro” Con questo nome si descrivono (in modo fuorviante) tutti quei pesci dotati di un apparato boccale le cui labbra formano una specie di anello che permette all’animale di aderire alle superfici lisce. Questa conformazione a ventosa della bocca, però, non serve a raschiare le alghe ma, in molti casi, è un adattamento evolutivo che ha permesso ad alcune specie ittiche di vivere anche in fiumi e torrenti dal- la corrente impetuosa, aggrappandosi saldamente alle rocce senza venir trascinati via. Diverse specie In commercio si trovano facilmente sia specie asia- tiche appartenenti, come le Botia, alla famiglia di Ciprinidi (la stessa del comune pesce rosso) sia specie sudamericane appartenenti alla famiglia dei Loricaridi. Fra i primi, il più conosciuto in acquario- filia è senza dubbio il Gyrinochellius: si tratta di un pesce dalla forma piuttosto affusolata che da gio- vane si nutre esclusivamente di alghe, poi crescen- vono in gruppo, ragione per cui è bene inserirli in do si alimenta anche di squame e muco di grossi vasca in gruppi di almeno 4 o 5 esemplari. pesci. L’errore più comune Questi simpatici pesciolini, lunghi pochi centimetri, spesso sono allevati in maniera inadeguata e non vengono alimentati nella convinzione che quello che troveranno sul fondale nella loro continua ri- cerca di cibo sia sufficiente al loro fabbisogno. Non è assolutamente così, però, e per questo motivo è facile trovare in acquario esemplari magri e denu- triti. Il mangime giusto Per allevarli con cura, vederli muoversi incessan- temente sul fondo della vasca alla ricerca di cibo e magari assistere alla loro deposizione, occorre in- Mangiatori di alghe serirli in vasche già avviate da tempo (e, quindi, Altro ospite asiatico che si nutre di alghe è il Cros- ricche di piccoli organismi dei quali si nutrono) e socheilus siamensis, pesciolino di branco molto completare la loro alimentazione con un buon man- vivace, che non supera i 15 cm di lunghezza mas- gime da fondo in compresse. sima. Un altro ciprinide asiatico comunemente re- peribile nei nostri negozi, infine, è il piccolo Ga- Come allevare le Botia stromyzon: si tratta di un pesciolino che non supe- Altri pesci popolari per lo strato inferiore dell’ac- ra i 5-6 cm di lunghezza, dalla classica forma del quario sono i cobiti asiatici del genere Botia. Ri- corpo a goccia con ventre appiattito a formare una spetto ai colleghi americani hanno dimensioni su- specie di grande ventosa. periori, che vanno dai 10 ai 30 cm della bellissima Botia Pagliaccio. Anche in questo caso si tratta di Il gruppo dei sudamericani pesci di branco che vanno allevati perlomeno in Come accennato, il Sudamerica è la terra dei Lo- 37
Le mille bolle blu ricaridi. Si tratta di una famiglia appartenente all’ordine dei siluriformi che raggruppa diver- si generi e specie, molte delle quali ancora da classificare, la cui taglia varia dai pochi centi- metri fino a superare il mezzo metro. Alcuni sono fitofagi (mangiano alghe e piante acqua- tiche), molti altri sono onnivori o addirittura carnivori. Ci sono, poi, esemplari con livree molto vistose e per questo particolarmente ricercati dagli appassionati e venduti a prezzi molto elevati. ... agli Otocinclus Dai piccoli Ancystrus... e Plecostomus La maggior parte degli esemplari in commercio è Altro genere piuttosto comune è quello degli Oto- di cattura e ha esigenze di allevamento specifiche, cinclus: si tratta di pesciolini di pochi centimetri, per cui prima di acquistarli occorre informarsi dal ventre bianco e il dorso scuro, piuttosto timidi correttamente. Fra le specie più diffuse in com- e delicati (per cui vanno allevati in piccoli gruppet- mercio c’è l’Ancystrus: si tratta di un pesciolino ti come in natura) e amano nutrirsi di alghe. Il Ple- lungo una decina di centimetri, di colore scuro, costomus, al contrario, non è certo adatto a tutti gli con piccole macchie bianche su tutto il dorso. acquari: venduto spesso come mangia alghe quan- do misura pochi centimetri, questo pesce onnivoro I Loricaridi sudamericani han- supera facilmente in poco tempo i 30 cm sconvol- no in comune solo la forma del gendo con i suoi movimenti l’arredo e la vita degli inquilini della normale vasca casalinga. corpo compresso dorso-ventral- mente, ricoperto da placche os- La pulizia dipende da noi! see e la grande bocca a ventosa. In conclusione, i cosiddetti pesci pulitori sono ani- mali molto diversi fra loro, spesso attraenti e dal Gli Ancystrus sono onnivori, per cui è necessario comportamento interessante. Meritano, perciò, di integrare la loro dieta con vegetali come zucchine essere allevati con cura e attenzione e non sem- sbollentate e mangimi in compresse se si vuole plicemente per tenere pulito l’acquario: questo evitare che la fame li spinga a mangiare le piante compito resta inevitabilmente a carico di un diligen- dell’acquario o le uova di altri pesci! te acquariofilo e nessun pesce può sostituirlo! ATTENZIONE ALLA TEMPERATURA! Alcune specie del genere Botia sono piuttosto sen- sibili all’Ichtyo, la malat- tia “dei puntini bianchi”: per questo è importante evitare sbalzi di tempe- ratura e altri stress che possono indebolire le loro difese immunitarie, come la qualità dell’acqua (che deve essere sempre cura- ta) e la vasca piccola e/o sovraffollata. 39
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