PUBLIC MIND: COSTRUZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA NELL'ERA DELL'ALGORITMO - RUMORS OF THE FUTURE
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N. 324 › RIVISTA DI CULTURA DIGITALE A N N O XXXI V | D i c e m br e 2 0 1 8 / G e nna i o 2 0 1 9 RUMORS OF THE FUTURE PUBLIC MIND: COSTRUZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA NELL’ERA DELL’ALGORITMO
RUMORS OF THE FUTURE CONSIGLIO DIRE T TIVO GIORGIA ABELTINO LAURA BONONCINI FABRIZIO CAROTTI GOOGLE FACEBOOK FIEG MARINA CERAVOLO DERRICK DE KERCKHOVE ROBERTO FERRARI RAI PUBBLICITÀ CONSIGLIERE SCIENTIFICO ENI OTM RAFFAELE LORUSSO GIOVANNA MAGGIONI MARIA ELEANORA LUCCHIN FNSI UPA MEDIASET LUIGI ROCCHI MARIA PIA ROSSIGNAUD FRANCO SIDDI RAI VICEPRESIDENTE OTM PRESIDENTE OTM SOCI Daniela D’Aloisi (FUB); Stefano Mignanego (GEDI Gruppo Editoriale); Fabrizio Paschina (Intesa Sanpaolo); Fernando Vacarini (Gruppo Unipol)
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X 324 DICEMBRE 2018/GENNAIO 2019 RUMORS OF THE FUTURE Maria Pia Rossignaud Media che collaborano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Franco Siddi Opinione e algoritmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Derrick de Kerckhove Youtubers e pubblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Vito Crimi IL giornalista sceglie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Gaetano Manfredi Università e lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Fabrizio Carotti Tutela dell’informazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Karina Laterza Firma e verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Claudio Brachino Democrazia fai da te . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Raffaele Lorusso Agcom e regole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Valeria Fascione Hub e opinione pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Massimo Di Felice Futuro del pensiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Carlo Bordoni Giovani e istruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Slvio Siliprandi Hoda e Big Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Carlo Verna Giornalismo di qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Antonio Pescapè Aiutiamo i giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Ottavio Lucarelli Formazione Campania . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Daniela D’Aloisi Unione fra media . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Antonio Scuotto Innovation manager . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Mario Cardoni Lotta fra saperi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Premi Nostalgia di Futuro Aziende - Mind sharing - Editoria - Startup- Innovazione . . 18 Maria Pia Rossignaud Federmanager e Nostalgia di Futuro . . . . . . . . . . . . 23 Stefano Cuzzilla Mercati competitivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Cinzia Barba Felicità in azienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Marco Mazzoni Smart & Start Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Maurizio Di Domenico Manager mentore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Luigi Bianco Algoritmo e management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Prix Italia 70 anni di storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Maria Eleanora Lucchin Tv e opinione pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Giovanna Maggioni Educare all’uso della rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Marina Ceravolo Omaggio a Giovannini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Paolo Lutteri Vecchi e nuovi media . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Giorgio Baglio Quarto potere social . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Simona Panseri Editoria e digitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 Alex Giordano Mediterraneo primo internet . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Paola Tricomi Fact Checking e fake news . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Newsletter del venerdì: invia una mail a redazione@mediaduemila.com per aderire Direttrice responsabile: Maria Pia Rossignaud Direttore scientifico: Derrick de Kerckhove Comitato di Direzione: Comitato Editoriale: Americo Bazzoffia, Furio Colombo, Paolo Coppola, Davide Dattoli Maurice Benayoun, Philippe Cahen, Fabrizio Carotti Mario Frullone, Giampiero Gramaglia, Bruno Lamborghini, Gianni Letta Marina Ceravolo, Matteo Ciastellardi, Giovanni Ciofalo Paolo Lutteri, Flavia Marzano, Angelo Raffaele Meo Gianni di Giovanni, Giorgio Fontana Noris Morano, Mario Morcellini, Francesco Passerini Glazel Carlo Formenti, Nicoletta Iacobacci, Joi Ito Egidio Pentiraro, Andrea Piersanti, Cesare Protettì, Gianni Puoti Marco Lanzarone, Sergio Maistrello, Roberto Masiero Mario Ricciardi, Pierluigi Ridolfi, Ruben Razzante, Guido Salerno Lella Mazzoli, Michele Mezza, Roberto Natale Franco Siddi, Roberto Saracco, Daniela Viglione, Alberto Vitale Luigi Nicolais, Daniele Pitteri, Livia Serlupi Crescenzi Imma Tubella, Vincenzo Maria Vita MILLENIUM s.r.l. Direzione e Redazione: Via Piemonte, 117 – 00187 Roma – Tel. +39 06 48 19 145 – mediaduemila@mediaduemila.it – www.mediaduemila.it Uff. Amministrazione - Sede legale: Piazza Sallustio, 15A – 00187 Roma – Tel. +39 06 48 19 145 – C.F. e P.I. 06756090012 – R.E.A. n.1080507 P e r a b b o n a me n t i : media2000@ tin.it – Un num ero 2 5 e . Copia arretra ta 30 e . Ab bonamento annuale: 100 e C/C 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 6 2 AB I 08327 CAB 03239 CIN I – IBAN: IT 02 I 0832 7 0 3 2 3 9 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 6 2 – I S S N 0 3 9 3 - 0 5 9 9 Grafica: Lucilla Rosati – Stampa: The Factory s.r.l. – Tel. +39 06 43 20 81
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Public Mind: costruzione dell’opinione pubblica nell’era dell’algoritmo Maria Pia Rossignaud Direttore di Media Duemila e Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia “No a steccati ma collaborazione fra media” (Giovannini 1996) N ostalgia di Futuro compie dieci anni, in ricordo di Giovanni Giovannini, storico pre- siamo arrivati fin qui, edizione dopo sidente Fieg, che già nel 1996 aveva anticipato i edizione, anticipando le grandi rotture comportamenti che avrebbero aiutato la società del terzo millennio. Il 2018 ha portato l’even- digitale a sopravvivere senza cannibalismi. to Nostalgia di Futuro dedicato a Public Mind: “Io devo rimanere qui perché tra poco ci sarà una costruzione dell’opinione pubblica nell’era dell’al- rivoluzione grandissima e voglio parteciparvi per- goritmo, organizzato da TuttiMedia e Media Due- ché tutti i media sono fratelli o almeno fratellastri mila, a Napoli perché in collaborazione con la tra loro: per l’osservatore non legato da particolari prestigiosa manifestazione del Prix Italia Rai, che interessi quella tra informatica telecomunicazioni e ha compiuto 70 anni. L’Università degli Studi di entertainment, più che come una sfida va vista come Napoli Federico II ha ospitato l’appuntamento un’opportunità – scriveva Giovannini nel 1996 – 4 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
per tutti e tre i settori, e tout court per tutto il nuovo mondo della comunicazione. In questa ottica non ha senso alzare steccati tra settore e settore, non ha senso farsi la guerra ad oltranza come per un po’ è stato fatto ciecamente – per esempio tra carta stampata e televisione. Meglio imparare a conoscere meglio, alla luce delle nuove tecnologie collaborative, le possibili interrelazioni tra media, canali, mezzi trasmissivi e prodotti finali…, sto creando un Osservatorio Tut- tiMedia partendo dal mondo della carta stampata ma ovviamente aperto a tutto il mondo della comu- Duemila); Fabrizio Carotti (Direttore generale nicazione – è indubbio che occorre un maggior sforzo FIEG); Karina Laterza (Segretario Generale Prix comune per rispondere ad una sempre più assillante Italia Rai); Claudio Brachino (Direttore Video- esigenza conoscitiva per scrutare meglio gli orizzonti News); Raffaele Lorusso (Segretario FNSI); Va- della società dell’informazione del terzo millennio”. leria Fascione (Assessore Innovazione Regione L’Osservatorio TuttiMedia è dunque figlio di Campania); Massimo Di Felice (Università San questa riflessione ed oggi siamo qui a festeggiare Paolo del Brasile); Carlo Bordoni (Corriere della il decimo compleanno con l’Ordine dei Giorna- Sera); Silvio Siliprandi (HODA); Carlo Verna listi di Napoli, il mio ordine di appartenenza, che (Presidente del Consiglio dell’Ordine Naziona- ringrazio unitamente a tutti i relatori presenti nel le dei giornalisti); Antonio Pescapè (Direttore dibattito: Vito Crimi (Sottosegretario Editoria); scientifico DIGITA Academy); Ottavio Luca- Franco Siddi (Presidente TuttiMedia); Gaetano relli (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Manfredi (Rettore Università degli Studi di Na- Campania); Daniela D’Aloisi (FUB); Antonio poli Federico II); Derrick de Kerckhove (Diret- Scuotto (Presidente Federmanager Napoli); Ma- tore scientifico Osservatorio TuttiMedia e Media rio Cardoni (Direttore generale Federmanager). Franco Siddi Presidente Osservatorio TuttiMedia Opinione pubblica centrale: è il tempo di conquistare l’algoritmo all’umanità P er TuttiMedia questa è una giornata felice, Giovanni Giovannini: un grande del giornalismo di cui andare fieri e di cui sarebbe – come italiano, una personalità di rilievo assoluto nella noi – orgoglioso Giovanni Giovannini, formazione di un’industria moderna dei media, fondatore del nostro Osservatorio e della rivista molto attento ai giusti equilibri azienda-lavoro Media Duemila. Questo incontro per il premio intellettuale, permanentemente proiettato sul annuale “Nostalgia di futuro” nella prestigiosa futuro e sullo sviluppo e il rafforzamento della Università Federico II di Napoli per mettere al democrazia. centro il tema della ricostruzione dello spirito Oggi sono 10 anni dalla morte di Giovan- e dell’opinione pubblica nell’era dell’algoritmo, nini. Con la sua biografia, lui ci insegna molto è un sigillo per l’opera e la visione di futuro di oggi, forse ancora più di ieri. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 5
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Quando all’inizio degli anni ’80 cominciava chiede intelligenza, umanità, regole di siste- a vedere il futuro dell’era digitale, prima di tutti ma. È il tempo di riconnettere tutti i fili di un noi, tanto per lui appariva prossima e per noi processo formativo, di conoscenza e di rappre- di un tempo lontano da venire, preparò il ter- sentazione. Restano centrali i fondamenti del- reno sul piano culturale e su quello delle opere la preparazione, della capacità di inquadrare il concrete. contesto nell’aderenza alla verità dei fatti come Da Presidente della Fieg, Giovannini fu pro- alla trasparenza delle opinioni. Se il dibattito motore – sollecitando convergenze dei giorna- pubblico ieri era continuativo e passava dalla listi (Fnsi in primis e alla pari) e della politica, piazza ai giornali, dalle sale dei consigli (di base impegno dei tecnici e dei poligrafici – della ri- come quelli istituzionali) ai media e così via, il forma dell’editoria del 1981, pensando e sapen- percorso era comunque chiaro e per i media il do prima di tutti che, arrivando i computer per punto era affermarsi attraverso la completezza, la prima volta in redazione, sarebbe progressiva- la credibilità e/o l’originalità nel confronto delle mente e continuamente cambiato il paesaggio differenze, in un ambito circolare, comunitario. dei media. Bellissimo e illuminante il suo libro Oggi nella frammentazione, con l’avvento dei “Dalla Selce al Silicio”. Sempre, fino all’ultimo new media e dei social, ciascuna entità pensa di giorno continuava ad avere Nostalgia di Futuro essere già e si propone come opinione pubblica. perché prevedeva, “guardava” il futuro e nello In realtà, sempre più spesso finisce per ripete- stesso tempo si poneva il problema di come sal- re mode, derivanti da modalità comunicative vaguardare il bene pubblico dell’informazione, rapide, brevi, non necessariamente (anzi sem- dei media nel mondo che sarebbe, a sua volta, pre meno) fatte di ragionamenti, orientate da cambiato profondamente, nell’economia come espressioni che trasformano le informazioni in nei rapporti sociali. E cercava di farlo capire ai propaganda. suoi colleghi editori e alle istituzioni, perché È il tempo di conquistare l’algoritmo all’u- tutto ciò diventasse patrimonio comune il più manità. presto possibile. Si comincia a capire, per fortuna che non Oggi ci troviamo di nuovo in una situazione basta un like per certificare l’autenticità di una in qualche modo similare. I processi della rivo- notizia o la bontà di un progetto. luzione tecnologica sono permanenti, i “fattori Il momento non è facile. Le difficoltà di esi- fisici” cambiati, integrati, “intelligenti”: dalla stenza e gli attacchi da tutte le parti ai media lo semplice tastiera elettronica ormai all’algorit- dimostrano. Eppure si comincia a comprendere mo. La fase è di una vera e propria epoca nuova. che cancellare l’intermediazione, perché tanto Ma il tema dell’opinione pubblica è centrale. Si ormai l’informazione è alla portata di tutti sia pone in termini diversi rispetto a 30/40 anni fa. come attori che come riceventi, non porta dav- Tuttavia per lo sviluppo e la crescita reale delle vero in avanti la comunità umana. persone e delle comunità non si può prescinde- Lo spirito critico è affievolito ma lo spirito re da un’opinione pubblica alimentata da cono- critico va alimentato. I media hanno un ruolo scenza, consapevolezza, discernimento. nel promuovere comunità intorno a valori e cir- Ieri i media erano quasi da soli interpreti costanze che contano nella vita dei singoli e dei ed espressione dell’opinione pubblica. Oggi – gruppi, a livello locale come a livello globale. come ricorda Derrick de Kerckhove – Direttore I media hanno ancora una funzione rilevante scientifico di TuttiMedia e Media Duemila – e con essi l’industria che li organizza e i giorna- l’opinione è frammentata in tanti individuali- listi che li riempiono di contenuti. Per chi orga- smi e quella espressione di opinione pubblica nizza c’è bisogno di investire sul cambiamento e è sostanzialmente estinta, come un fiume non sul tempo medio, in un quadro di garanzie e di più alimentato. attenzioni pubbliche dedicate alla salvaguardia La questione si propone come sfida univer- del bene prezioso del pluralismo. E per questo sale del futuro, nel presente che viviamo che servono, più di ieri giornalisti preparati, credibi- 6 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
li, rispettati. Bisogna uscire dalla tempesta per- importante statista italiano – sono per tutti e fetta, comprendendo che attori diversi (vecchi soprattutto per chi lavora per i media e il loro editori, nuovi soggetti editoriali, giornalisti dei futuro quanto mai attuali e motivo di riflessione vecchi e dei new media) stanno su una barca che per la costruzione dell’opinione pubblica molte naviga in un mare molto mosso. sue intuizioni anticipate sugli sviluppi sociali Nuovi scenari sono già in vista, se non affer- dell’Italia democratica. mati. Guardare al passato deve servire solo per E per concludere mi piace proprio citare una sviluppare la nostalgia di futuro. Per guardare sua riflessione, valida per tutti ma sempre at- avanti avendo a cuore i valori del bene dell’in- tualissima per ogni giornalista e ogni operatore formazione che è pubblico se coraggiosamente e che non guardi solo all’orizzonte quotidiano: con verità tratta spigolosità, rischi e meraviglie. “… quando si dice la verità non bisogna dolersi In fondo, oggi, un secolo dalla nascita di Aldo di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci Moro – un grande studioso della società e di un aiuta ad essere coraggiosi.”… Derrick De Kerkhove Direttore scientifico Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila Siamo alla minoranza che urla e agli youtubers con il loro pubblico T re mesi fa, insieme a Karina Laterza, mentale tra una notizia “positiva” e una notizia abbiamo ‘scoperto’ la tematica di questa “negativa” sulla rete. Una notizia positiva rag- giornata. Ci siamo ricordati assieme che giunge un piccolo pubblico. Una notizia nega- trent’anni fa Bill Moyers, un grande giornalista tiva è letta da migliaia di persone e scatta un e regista della televisione americana, aveva fatto meccanismo virale. una serie di sei puntate chiamata appunto ‘Pu- Le fake news sono sempre esistite ma oggi sono blic Mind’”. In quella serie Moyers analizzava velocissime, istantanee, i lettori non hanno modo con grande precisione i vari modi in cui la televi- di difendersi e riflettere. Chi potrebbe riflettere sione dell’epoca produceva una coesione sociale non ha più un contesto avendo messo la propria dando a tutti lo stesso menù, la stessa quantità “memoria” nel telefonino. Molte volte c’è addirit- di notizie e lo stesso tipo di pubblicità. Era un tura l’indifferenza alla verità. La verità, la verifica, tempo in cui dominava la cosiddetta “maggio- non interessa più a tantissime persone. ranza silenziosa”. Altro problema grave è la pirateria dei dati Quando si pensa a questo termine viene da personali. Che succede se abbiamo la divisione chiederci: c’è ancora una maggioranza? Ed è generalizzata? Se tutti hanno modo di dire qual- ancora silenziosa? Assolutamente no. Siamo nel siasi cosa, falsa o vera? tempo della minoranza che urla. Tutto è comin- In Cina si controllano le persone a partire ciato con l’atomizzazione della televisione, quan- dai dati. Hanno creato un sistema all’interno do la quantità di canali si moltiplicava. del quale i cittadini sono costantemente valutati Oggi abbiamo gli youtubers che hanno un e controllati su ogni piano. loro pubblico. Poco tempo fa ho assistito alla presentazione di una collega canadese, Regina Dal canto nostro abbiamo già molti dati nei Crime, che ci ha mostrato la differenza fonda- cloud. È ora di reagire. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 7
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Vito Crimi Sottosegretario per l’Editoria L’algoritmo nella mente del giornalista che sceglie le priorità? I dati del Governo sono pubblici e trasparenti l’algoritmo di quel giornale? È nella testa del diret- ma non sono dati facilmente accessibili dagli tore, della redazione. Si tratta di un sistema creato aggregatori o dai sistemi di verifica. Si tratta a tavolino per “condizionare”, formare l’opinione di documenti scansionati, disponibili in pdf, per pubblica. Ciò vale per la carta stampata come per la cui anche i giornalisti hanno difficoltà nell’ap- televisione. Il raggiungimento di un obiettivo avvie- profondirli. Veniamo poi al problema della mo- ne attraverso delle scelte: un algoritmo è una serie netizzazione e del trattamento dei dati, di cui di scelte. Su una prima pagina di un giornale se si ho discusso diverse volte con Fieg. L’editore del sceglie di darne una invece di un’altra si sta facendo proprio lettore sa poco. Le piattaforme invece una scelta. Una scelta che spesso non è trasparente. sanno molto di loro, anche come sono approda- A chi oggi chiede che i social network abbiano ti su di esse. Eppure manca ancora un “valore” trasparenza negli algoritmi, e dev’essere così, dico: dei dati. È arrivato il momento di valorizzare i anche le logiche che sottintendono l’editoria do- dati personali. Forse in questo modo anche il vrebbero esserle. La formazione dell’opinione pub- cittadino si rende conto di quanto sta cedendo. blica non è più esclusiva dei giornalisti. È un fatto Quando poi parliamo di algoritmo che può e bisogna prenderne atto e comprendere come pre- condizionare la vita delle persone si fa riferimen- venire il futuro, inventarlo, non regolarlo o gover- to all’algoritmo che c’è nelle piattaforme dei so- narlo. Dobbiamo guardare avanti, in prospettiva. cial network. Invece di perdere tempo e cercare di regolamentare Eppure anche nella formazione della prima pa- qualcosa che è già vecchio, cerchiamo di immagi- gina di un giornale c’è un algoritmo? Chi possiede nare cosa può succedere tra due anni ad esempio. Gaetano Manfredi Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II All’università servono competenze - conoscenze e dibattiti M ettere insieme tecnologia, competenze, tecnologie che fino a pochi anni fa erano scono- informazione e formazione rappresenta sciute oggi sono diventate di uso comune, come la vera sfida per la società di oggi. Come gli smartphone o le smart tv. La velocità è il fattore Ateneo siamo molto impegnati su questi argomenti. determinante di questa trasformazione in relazione Siamo molto concentrati sui temi dell’innovazione alla capacità di adattamento della società. La tec- e dello sviluppo di nuove tecnologie, percepiamo nologia condiziona fortemente i comportamenti e come tutto sia avvenuto con una velocità inusuale: in questo caso l’opinione pubblica. Dunque dopo 8 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
questa cavalcata la sfida è riuscire a governare i pro- e dibattiti. Come fare ad avere un’opinione pubblica cessi e per farlo ci vogliono competenze, conoscenze bene informata è il grande dilemma di oggi. Fabrizio Carotti Direttore generale Fieg Le tutele che mancano nell’industria dell’informazione O gni confronto o dibattito su quali pos- scenza e dell’esperienza collettiva globale. Ma lo sano essere gli strumenti e le misure squilibrio esistente tra il valore che la produzione più efficaci per salvaguardare il settore di contenuti editoriali genera per il sistema di dell’editoria deve necessariamente partire dal Internet e i ricavi percepiti dai produttori degli tema del riconoscimento e della tutela del diritto stessi provoca danni incalcolabili al finanziamen- d’autore e della proprietà intellettuale. to dell’intero sistema dell’informazione, e rischia La declinazione di questo diritto sposta l’at- di comprometterne il funzionamento. tenzione di tutti su un tema di cruciale impor- Come si protegge allora un’industria culturale se tanza: ovvero, come proteggere un’industria, non con gli strumenti del diritto? Ognuno è pro- quella dell’informazione, tutelata dall’articolo duttore di notizie e imporre limiti alla possibilità 21 della Costituzione, presidio essenziale della dei singoli di veicolare, condividere o commentare democrazia e della formazione di una opinione le notizie sulla Rete non è e non può essere un pubblica consapevole, come di recente ricorda- obiettivo. Tuttavia, tendiamo a sottovalutare l’im- to anche dal Presidente della Repubblica Sergio portanza di avere informazioni che sono il prodotto Mattarella? Non è una discussione da “addetti ai di una specifica attività professionale, garantita da lavori” ma un principio fondamentale di cui tutti regole. Esiste, infatti, un presidio di regole impor- ci dobbiamo preoccupare e occupare. tante che va da quelle deontologiche della pro- I dati sono chiari: l’ultimo decennio è stato fessione giornalistica a quelle cogenti del Codice caratterizzato da una profonda crisi dell’editoria Civile e del Codice Penale. tradizionale, quotidiana e periodica, con una Queste regole hanno lo scopo di garantire il let- contrazione dei ricavi, sia da vendita sia da pub- tore nella fruizione di contenuti informativi di alta blicità, pari a circa il 50%. qualità che rappresentano, ad oggi, il solo argine Contemporaneamente, si sono affermate nuove possibile alla proliferazione delle fake news o di forme di diffusione e distribuzione delle informa- analoghe attività di misinformation. Per continuare zioni, a conferma delle intuizioni di alcune menti a garantire anche nell’era digitale questa fondamen- illuminate come quella del compianto Giovanni tale precondizione di ogni società democratica e Giovannini: infatti, quando fu da lui creato, l’Os- libera, gli editori di giornali devono poter contare servatorio TuttiMedia rappresentava già un elemen- su una effettiva tutela del prodotto informativo. to anticipatorio di quell’evoluzione digitale che al- Oggi più che mai, il diritto d’autore assume lora in pochi avevano percepito nella sua portata. una funzione di equilibrio tra innovazione e Nell’attuale ecosistema digitale, la replica e la produzione. diffusione potenzialmente infinite dei prodot- Per preservare il settore servono, dunque, inve- ti dell’intelletto e della creatività sono pratica stimenti, giornalisti formati, un adeguamento ad quotidiana e costituiscono una estensione, fino una società in costante evoluzione. Occorre rico- a tempi recentissimi inimmaginabile, della cono- noscere a chi investe nel settore garanzie e tutele. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 9
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Karina Laterza Segretario Generale Prix Italia Rai Algoritmo e editoria: la differenza nella firma del giornalista R ingrazio gli organizzatori e l’Università che per scontato. Hanno recuperato ed hanno avuto ci ospita per averci permesso di discutere una loro vittoria. Il servizio pubblico era molto di temi fondamentali per la nostra profes- criticato ma gli svizzeri hanno capito che avreb- sione. Gli editori dei giornali si sono in parte “sui- bero rinunciato ad un punto di aggregazione della cidati” mettendo gratuitamente su internet, un comunità senza un terreno comune di confronto. mondo che si è rivelato senza regole, dei contenuti Sul caso della Brexit, invece, la Bbc sta facendo che comunque venivano realizzati da una redazio- una profonda seduta di autocoscienza. La doman- ne cartacea. Hanno trasferito in un mondo senza da è: dove abbiamo sbagliato? Non per i risultati regole un loro prodotto intellettuale e aziendale ma per il ripensamento successivo della società. che è stato trasformato. Io credo che tutto quello Qual è stato l’errore? La mancanza di cornice. È che abbiamo come informazione sul web è parte un problema di competenza, di condivisione di di un lavoro giornalistico alla base. Gli aggregatori discorso, di professionalità. di notizie utilizzano news che all’origine sono fatte Sul tema dell’editoria e dell’algoritmo: l’edi- da una redazione. Non si può fare giornalismo toria non è neutrale ma è firmata, l’algoritmo senza una redazione di base. Come segretario di meno. Le scelte editoriali sono dichiarate, l’al- Prix Italia ho avuto modo di parlare con molti goritmo meno. È una bella differenza. Le piatta- colleghi stranieri. Ho ascoltato una discussione forme sono nate non identitarie, avevano un uso in cui intervenivano il gruppo televisivo svizzero molto diverso da quello che ne facciamo oggi. nazionale di servizio pubblico e la Bbc inglese. Il Non si capisce perché su internet una persona gruppo svizzero raccontava la sua epopea nell’am- debba essere nessuno. Se si agisce bisogna essere bito del referendum abrogativo che era dato quasi qualcuno, magari con una carta d’identità. Claudio Brachino Direttore VideoNews Con la “democrazia fai da te” il ruolo del giornalista cambia C ome VideoNews, anche grazie al nostro Sulla questione degli algoritmi e dei giornali editore, abbiamo quasi cento collabora- credo che la prima pagina sia una grammatica e tori giovani che man mano, in base ai che alla fine sono il direttore e l’editore che de- nostri budget, diventano a tempo indeterminato. cidono. In quel caso l’algoritmo è umano, forse Anche con la cosiddetta nuova Rete 4 c’è stato troppo umano se si pensa poi che la televisione sia questo tipo di opportunità. la sola capace di formare l’opinione pubblica, non 10 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
è così. Siamo continuamente connessi ad una di- sopravvivono i siti dei grandi giornali: un media- mensione segnica che ci fornisce un grande flusso tore è necessario, ha una responsabilità etica, ha di comunicazione. una deontologia, può fare il fact-checking. Gli Parlo di comunicazione e non di informazio- strumenti per il controllo delle fonti sono sì cam- ne perché senza una mediazione l’uomo non è in biati nel tempo, ma restano sempre strumenti per grado di distinguerle. Senza una guida l’indivi- il controllo delle fonti. duo non è in grado di trasformare questo flusso Strumenti che esistono anche se è la cosa che in esperienza e in conoscenza del mondo. spaventa di più i politici. L’analisi dei dati, dei Siamo in una fase molto complessa della civiltà numeri, dei documenti: il professionista che lo occidentale. In un periodo di “democrazia fai da fa rimane fondamentale, rimane un mediatore. te” anche il ruolo del giornalista è differente. È Il mondo si è trasformato ma la carta stampata diventato meno necessario secondo alcuni. Oggi c’è ancora. Raffaele Lorusso Segretario FNSI I colossi della Rete non si fanno “misurare” dall’Agcom Sul web c’è grande domanda di credi- ora sempre più spostata verso i social e i mezzi bilità se ne sono accorti anche Fa- digitali, anche con il rischio di una diffusione di cebook e Google, infatti, entrambi informazioni errate. i colossi del web si sono posti il problema di Tocca all’informazione professionale in proporre notizie credibili ai propri utenti. Tutto generale, ricreare questo clima di fiducia questo dimenticando un tema fondamentale, nell’opinione pubblica, facendo capire quello del diritto d’autore. Per la loro raccolta che la lettura dei giornali così come un pubblicitaria, Facebook e Google racimolano approfondimento di ricerca culturale serve alla un bel po’. Ad esempio, Google da solo riesce crescita civile del paese. a raccogliere un miliardo e mezzo di euro e una La rotta si inverte restituendo dignità e bella fetta di quei soldi arriva proprio dal mon- decoro alla professione nel momento in cui do dell’informazione. Nonostante ciò, i colossi in alcuni casi è stata messa in discussione o è della Rete si oppongono alla pubblicazione dei andata persa purtroppo ci sono giornalisti, dati della raccolta pubblicitaria. Alla faccia della una minoranza, che non fanno il loro dovere. trasparenza. L’obbligo fondamentale di chi fa informazione Su giornali e opinione pubblica esiste una è rispettare la verità dei fatti. larghissima fascia di opinione pubblica che Il giornalismo, quindi, può riprendersi quel i giornali non li leggeva già in passato, a cui ruolo principe di formazione di un’opinione si è aggiunta una fascia di nuovo pubblico, pubblica informata e coinvolta portando una costituito soprattutto da giovani, che alle fonti regola che è vecchia quanto il mondo e quindi di informazione tradizionali non si avvicinano quanto la professione. Facendo le opportune affatto. Parto da questa considerazione per verifiche. Il copia incolla è nemico della verità e indagare le motivazioni della crisi del giornalismo nemico della professione. Ogni giornalista prima riguardo la formazione dell’opinione pubblica, di pubblicare una notizia è tenuto a verificarla. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 11
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Valeria Fascione Ass.re Internazionalizzazione - Startup - Innovazione Regione Campania Gli hub dell’opinione pubblica si stanno sgretolando In un momento storico come questo, nel esprimere. Ci dobbiamo staccare dal contingente, quale a livello geopolitico termini come che è ottuso e ci allontana dai problemi più seri. intolleranza e differenza sono all’ordine Vent’anni fa ho partecipato ad iniziative europee di del giorno, il tema fondante è riportare la discus- promozione della partecipazione sociale alle scelte. sione sulle sfide globali che interessano tutti, tutto il C’è stato un tempo in cui si chiamavano a raccolta mondo. Gli astronauti di ritorno dallo spazio sotto- i cittadini e si chiedeva loro: come immaginate il lineano sempre quanto è piccolo il mondo rispetto futuro di questo quartiere? Sono nati così strumenti all’universo. Bisogna staccarsi un po’ dalle problema- di governo importanti e si ragionava sugli scenari. tiche dei singoli Paesi quando ci troviamo di fronte In quei casi ci si chiedeva: quanto saranno influenti a sfide globali. Perché si alzano barriere per la paura le innovazioni? Anche senza i social i punti di rifles- della globalizzazione? Siamo arrivati nel “futuro” ma sione erano gli stessi. a volte è come se tendessimo a tornare indietro. La Ogni epoca ha la sua contraddizione tra lo scienza e la ricerca sono temi universali. La diploma- status quo e l’innovazione, a volte con dei lassi zia scientifica, la ricerca e la comunicazione rappre- temporali più lunghi, a volte più ristretti. Ma la sentano dei modi fantastici per parlare di argomenti preoccupazione di abbracciare il cambiamento che ci portano ad avere una visione del futuro. senza il dovuto approccio critico è un dilemma Mi preoccupa quando la discussione è vinco- che ha accompagnato tutte le epoche. Anche lata all’oggi, alle reazioni, e si perde l’attenzione oggi la contraddizione tra innovazione e tradi- sui trend, su dove sta andando il mondo. Gli hub zione si inserisce tra la globalizzazione e il locale. dell’opinione pubblica si stanno sgretolando. Per- Se la formazione dell’opinione pubblica e la par- ché accade questo? Perché a volte sembriamo senza tecipazione al dibattito sociale e politico si svol- alternative. A me piacerebbe costruire un ragiona- gono prevalentemente online e sulle piattaforme mento sul futuro della nostra società più consi- social, è più che mai necessario e urgente educare stente con chi possiede le competenze per potersi alla cittadinanza digitale attiva e consapevole. Massimo Di Felice Università San Paolo (BR) Opinione pubblica? Così come la conosciamo non esisterà più Q uanti giovani si informano con tv e gior- stessa domanda in Brasile, Portogallo, Francia e nali? Quanti Millennials preferiscono i Italia, in aule affollate di studenti universitari. In media tradizionali al web? Ho fatto la pochissimi hanno alzato la mano. Ciò dimostra 12 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
come le nuove generazioni non guardino più la Oggi con i big data le informazioni non sono tv, ma sono attirate da serie, format e da quanto più fatte solo dagli umani. In questo momento offre la Rete. non siamo più gli unici esseri intelligenti sul Questo porta ad una significativa conclusio- pianeta. ne: l’Opinione pubblica come la conosciamo e È finita l’era della comunicazione con attori tutta quella architettura che ha formato gli Stati umani intelligenti che si scambiavano opinioni. non esisteranno più. E non è un problema di È finita l’opinione pubblica come è sempre stata Ordine dei Giornalisti. intesa, adesso esiste l’opinione di ognuno. E ne Le società cambiano rapidamente e in questo consegue anche un problema di democrazia. momento non abbiamo il dovere di cambiarle, Gran parte della popolazione non va più a bensì di comprendere cosa sta accadendo. Al- votare perché non si ritrova. Ne consegue un trimenti rischiamo di fare come la Chiesa con cambiamento totale anche nella comunicazio- l’invenzione della stampa da parte di Gutenberg, ne, che si è trasformata da disseminativa a di- quando si bruciavano i libri per impedirne la dif- stributiva. fusione. Invece erano un’innovazione che andava Ognuno, in pratica, può diffondere le notizie, compresa, non ostacolata. anche le fake news. Carlo Bordoni Corriere della Sera Rischiamo di insegnare ai giovani concetti e saperi inutili O rmai siamo finiti nel tema del post uma- via. In questo momento, vedo che nella scuola i no, dobbiamo solo capire cosa può di- docenti non sanno cosa dover trasmettere. ventare l’uomo dopo la diffusione della Ciò che conosciamo adesso e siamo stati abi- tecnologia. E mi riferisco alla tecnologia raffina- tuati a sapere in futuro potrebbe non servire a ta, che può sopraffarci. nulla. Rischiamo di insegnare alle nuove gene- Tutto il Sapere sta cambiando, e il pensiero razioni concetti e saperi inutili. Il “saper fare” va soprattutto alla scuola, che è in grande crisi. attuale è in crisi. Mi riferisco in particolare ai Perché è cambiata la concezione del sapere, la corsi scuola-lavoro, che possono essere una pri- trasmissione della conoscenza. Le cose si sono ma risposta. evolute: ora si trasmettono le competenze, il La soluzione quale potrebbe essere? Dobbia- konw how, il come si fa. Siamo in una fase di mo imparare a dimenticare perché in questo passaggio, nella cosiddetta società liquida, in momento ciò che conosciamo ci fa da zavorra. transito da quella società tradizionale a una nuo- Dobbiamo dimenticare per poi imparare. va concezione. Se la scuola non si evolve, non ha grande fu- E questo aspetto comporta importantissimi turo perché siamo davanti ad un nuovo Rinasci- cambiamenti: saper imparare, saper fare, saper mento al quale non possiamo sottrarci e che dob- essere sono tutti concetti che saranno spazzati biamo affrontare con la giusta consapevolezza. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 13
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Silvio Siliprandi Founder di Weople – Hoda Digital Big Data: Hoda cambia le regole del gioco e l’individuo guadagna C redo che con Hoda abbiamo fatto un In Italia il mercato dei dati vale 1,6 miliardi di passo in avanti nella direzione giusta euro. È un mercato importantissimo, le persone (premio Nostalgia di Futuro all’innova- producono questi dati e non viene riconosciuto zione 2018 vedi articolo a pag. 18). loro niente, perciò Weople, è un progetto an- “Weople cos’è? Cominciamo a vedere gli che etico e internazionale. Weople è una banca ingredienti del suo algoritmo quali sono. Il 25 senza i difetti della banca. Una app che aggrega maggio è andato in vigore la Gdpr, una legge gli utenti del web con l’obiettivo di tutelare e bellissima che dà tanti diritti ai cittadini. I più valorizzare i dati a favore di ognuno, rendendo importanti riguardano il Data Portability, ovve- l’individuo protagonista attivo, consapevole e ro il diritto che ognuno di noi ha di chiedere remunerato. a qualsiasi azienda se e quali nostri dati ha nei L’obiettivo di Hoda è quello di cambiare le suoi archivi e di averne una copia. Altro diritto è regole del gioco e favorire una vera disinterme- la possibilità di revisionare le autorizzazioni che diazione tra azienda e consumatore, costruendo abbiamo dato sul web. La legge è bellissima ma strumenti che supportino nuove relazioni che ha bisogno di strumenti idonei per essere attuata. generano valore per entrambi. Carlo Verna Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei giornalisti Il giornalismo garantisce la qualità dell’informazione D esidero ricordare Giancarlo Siani perché tavolo per lavorare ad una legge per tutelare la la ricorrenza del suo sacrificio è diven- categoria. tato un giorno dedicato alla memoria Allo stesso tempo, però, il giornalismo ga- di tutti i giornalisti vittime della camorra. Pro- rantisca la qualità dell’informazione e continui prio lui, Giancarlo, ha lavorato da giornalista ma ad essere libero, pur nel rispetto delle regole. La è morto da precario. riforma deve riguardare anche alle regole di ac- E i contratti di lavoro in questo momen- cesso alla professione. to devono essere un vero indicatore di equi- Non si sta parlando di abolizione dell’Ordine tà. Inoltre, molti colleghi vedono la propria dei Giornalisti. Anzi, la discussione è incentra- sicurezza minacciata da querele temerarie che ta su come attrezzare la professione per la sfida servono solo a compromettere il racconto della dell’innovazione. Il giornalismo deve rimanere il verità. Con il Ministro Bonafede siamo ad un sale della democrazia. 14 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
Antonio Pescapè Direttore scientifico DIGITA Academy Programmiamo – creiamo – aiutiamo i giovani a crescere O pinione pubblica, informazione, cambia- data e algoritmi. Altrimenti, rischiamo di comprarli mento, sono tutti temi bellissimi e impor- già belli e confezionati, e compriamo prodotti che tantissimi. Ma sarebbe stato più utile par- non ci appartengono e che non ci servono come larne alla presenza di ragazzi, perché sono gli unici a dovrebbero. Rischiamo seriamente di pagare chi poterci spiegare veramente cosa ne pensano. Le paro- li fa. Se non capiamo questo piccolo dettaglio, ri- le, poi, sono importanti. Non bisogna mai confonde- schiamo veramente di fare peggio di chi bruciava re dato e informazione: questa è la prima lezione che i libri per bloccarne la diffusione. E il nostro Paese facciamo al mio corso. Noi siamo quelli che “fanno” come sta dal punto di vista di dati e algoritmi? In materialmente la tecnologia, quelli che la mettono Italia siamo ingessati. C’è chi pensa che solo la dife- dappertutto, quelli che programmano e creano. E sa della tradizione sia buona e magari attacca chi si il tema della diffusione della tecnologia è essenziale. crede paladino della modernità. Invece, quello che Non bisogna ostacolarne la diffusione, anzi. serve veramente è un forte cambio generazionale, Ci vuole più tecnologia. Ma soprattutto, qui in dappertutto, anche e soprattutto nella scuola. Serve Italia abbiamo bisogno di chi faccia materialmente formare ragazzi che sappiano fare data e algoritmi. Ottavio Lucarelli Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania In cinque anni svolti 540 corsi di formazione in Campania C inque anni fa è cominciato il percorso di mento nella formazione dei giornalisti e oltre a formazione per i giornalisti, al pari di altre lui abbiamo avuto tra i relatori Raffaele Canto- professioni che già la effettuavano. Qual- ne, Federico Cafiero de Raho, Franco Roberti, cuno all’inizio non l’ha presa in maniera positiva. Francesco Paolo Casavola, e tantissimi altri ma- Noi l’abbiamo impostata subito in modo chia- gistrati, professori universitari, con tante altre si- ro e netto in cinque anni sono stati svolti 540 cor- nergie messe in campo. Abbiamo avuto rapporti si di formazione in Campania, dal Sannio fino alle con tutte le università, le accademie, gli Enti, le coste del Cilento: tutti totalmente gratuiti. Abbia- istituzioni e gli ordini professionali campani. In mo registrato oltre 100mila presenze e oltre 500 un momento in cui c’è un dibattito aperto sul relatori. Neanche un gettone di presenza è stato ruolo dell’Ordine dei Giornalisti siamo noi stessi dato. Siamo stati in oltre 80 città della Campania. a ritenere necessaria un’ulteriore riforma. L’Ordine Il rettore dell’Università Federico II di Napoli non è una casta: organizza, partecipa ad iniziative Gaetano Manfredi ha creduto sin dal primo mo- importanti come Nostalgia di Futuro. N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 15
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X Daniela D’Aloisi Fondazione Ugo Bordoni La parola chiave di questa giornata è convergenza tra i media D ieci anni del Premio Nostalgia di Fu- chiave di questa giornata è “convergenza”: tra i turo: per noi che ci abbiamo lavorato e media, tra le tecnologie, tra le competenze tec- creduto dall’inizio è un traguardo im- nologiche ed umanistiche. portante. Nasce come un ricordo di Giovanni Convergenze che si concretizzano nel pensiero Giovannini. Un ricordo attivo. Il Premio ha or- di Giovannini e che oggi rappresentiamo anche mai una connotazione forte e riconosciuta. attraverso i premi che mostrano un universo va- È importante ricordare alcune frasi celebri di riegato ed innovativo in tutti i campi. Giovannini come: “Non ha senso alzare steccati Cosa sarebbe un algoritmo senza conoscenza? tra settore e settore. Non ha senso farsi la guerra ad E non parliamo solo di conoscenza tecnologica oltranza, come per un po’ è stato fatto ciecamente, ma anche di come inglobare i meccanismi della tra carta stampata e televisione e computer. Meglio mente, quelli sociali, di ciò che ci circonda. imparare a conoscere meglio alla luce delle nuove Tutto questo e molto altro serve per far tecnologie collaborative le possibili interazioni tra funzionare un algoritmo. Io nasco come in- media, canali, mezzi trasmissivi e prodotti finali”. gegnere informatico, da anni mi occupo di Queste parole sono state dette molti anni fa Intelligenza Artificiale e nel corso di quelle ma sono parole attualissime e con ogni probabi- ricerche ho compreso l’importanza della co- lità lo saranno anche in futuro. noscenza. È un po’ come l’uomo nuovo del Nostalgia di Futuro sono tre parole che sin- Rinascimento, a tutto tondo: senza quell’uo- tetizzano perfettamente la nostra idea. La parola mo, saremmo qui adesso? Antonio Scuotto Presidente Federmanager Napoli Innovation manager: trait d’union tra management e giornalismo F orse con Federmanager arriviamo al tavolo ad esempio nei manager dei “privilegiati”, è fini- TuttiMedia con un po’ di ritardo, ma ab- to. Ci sono dei punti importanti da cui partire. biamo voglia di recuperare il tempo perso. Innanzitutto, la funzione degli innovation ma- E non siamo stati soltanto a guardare. nager è probabilmente il trait d’union giusto tra Infatti, il management non è rimasto in attesa il mondo manageriale e il giornalismo. E poi, il di provvedimenti dall’alto e ha provato a cercare Paese può sicuramente contare su un manage- soluzioni alle crisi dei vari settori tradizionali. È ment tra i migliori in Europa e al mondo, capace chiaro che il tempo degli stereotipi, che vedono di innovarsi continuamente. 16 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
Mario Cardoni Direttore generale Federmanager Nella lotta tra sapere e tecnologia non può vincere la seconda S iamo in una fase di grande trasformazione e si basi sull’esperienza, che sappia bene come come Federmanager dobbiamo porci leader i nuovi modelli organizzativi possano trarre di una opportunità che ci si presenta. maggior valore dall’inserimento delle tecnolo- Se nella lotta tra sapere e tecnologia vincesse gia nelle varie aziende. In poche parole, servo- la seconda forse avremmo perso un po’ tutti. La no competenze manageriali che abbiano questo tecnologia evolve continuamente, lo sforzo di tipo di capacità, che sappiano considerarsi in tutti è cercare di governarla, facendo sì che la termini di skill. stessa sia al servizio dell’uomo. Su queste basi Federmanger ha svolto un’im- L’Italia è sempre stato un Paese vivo e reattivo portante operazione abbiamo già formato 150 e credo che abbiamo tutte le caratteristiche per innovation manager, pronti a dare input de- rispondere positivamente alla trasformazione tec- cisivi al tessuto delle piccole e medie imprese. nologica, che non rappresenta un pericolo, bensì Adesso bisogna trovare soluzioni giuste per av- un’opportunità. vicinare i manager che hanno queste capacità Come può essere colta questa opportunità e competenze al tessuto imprenditoriale, che è presto detto: il problema di fondo è com- nel frattempo sta acquisendo consapevolezza prenderne le ragioni profonde. Non solo com- sulla necessità di modificare la propria gover- prendere le tecnologie, ma come esse possano nance con l’inserimento di nuove figure per la essere impiegate nei modelli organizzativi delle gestione delle società. Senza dimenticare che il imprese. Dunque, bisogna spingere sulla consa- tessuto storico italiano vede aziende a condu- pevolezza e la formazione è certamente il driver zione imprenditoriale, quasi familiare, con le principale per farlo. Non una formazione qual- micro imprese con meno di 10 dipendenti che siasi, però, serve una formazione concreta, che ne rappresentano il 95%. Un assetto, questo, che non riesce più ad essere competitivo con la globalizzazione. Gli incentivi del passato governo hanno per- messo alle aziende italiane di avere una reazione più veloce delle altre presenti in Europa, nono- stante quelle – ad esempio in Germania – siano più strutturate. Ciò dimostra che il terreno è fer- tile, ma dobbiamo avere una visione completa, pensare a quello che siamo stati e a quello che dobbiamo diventare, ricordando che le aziende italiane non sono inferiori a nessuno in quanto a competenze. In pratica dobbiamo recuperare il terreno perso e abbiamo tutte le caratteristiche e le possibilità per farlo. FRANCESCO FERRIGNO E DARIO SAUTTO N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 17
SPECIALE NOSTALGIA DI FUTURO X PREMI INNOVAZIONE 2018 6 o Vw 6 PREMIO SEZIONE AZIENDE HODA A lgoritmi e machine learning sanno tutto di noi e grazie a que- ste informazioni le grandi aziende fanno affari d’oro. Ma oggi le persone possono riappropriarsi del loro capitale digitale. Ecco la formula della start-up HODA per fare business con i dati in una prospettiva inedita. Arriva un momento nella vita di un manager in cui la necessità di sperimentare strade nuove è così forte che la scelta di lasciare l’appagante ruolo di vertice, in una multinazionale o grande Momento della premiazione con a sini- azienda, per tentare la scommessa imprenditoriale in proprio, rappre- stra Silvio Siliprandi (fondatore Hoda) e senta una strada quasi obbligata. Per Silvio Siliprandi – oltre venti anni in alla destra Fabrizio Carotti (FIEG) GfK Eurisko, dove ha raggiunto la carica di presidente e amministratore delegato - questa consapevolezza è maturata assieme alla volontà di creare qualcosa di innovativo. Nasce così HODA, crasi di Holistic Data Activation, start-up che ha l’obiettivo di fare business con i dati personali ma in una prospettiva inedita e dalla parte delle persone, cui garantisce un ritorno economico. Una scommessa pronta a cimentarsi con il mercato a poco tempo dall’esplosione del tema dell’uso illegale o spregiudicato di informazioni provenienti da milioni di profili di utenti della Rete. “I dati digitali – spiega Siliprandi – sono strategici per le aziende, posseggono e producono valore. Il giro di affari in Italia è oggi di 1,6 miliardi, in aumento ogni anno. A questi si aggiungerà la comunicazione audio-video oggi gestita off-line, che progressivamente transiterà sempre più attraverso canali digitali: parliamo di altri 7 miliardi. Di questo fiume di denaro, però, agli utenti non arriva nulla”. L’idea di Siliprandi è stata quella di realizzare la prima banca di investimento dei dati, delle persone e per le persone. Una piattaforma digitale chiamata Weople (app per Apple, Android e PC) lanciata a ridosso dell’entrata in vigore del GDPR, la normativa Ue che sancisce nuovi diritti come la portabilità dei propri dati e la possibilità di limitarne l’uso da parte di terzi, anche a fronte di autorizzazioni già date. L’app è disponibile 18 | N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019
dal 20 settembre 2018 su Google Play e in applicazione per PC, dal sito weople.space. Dal 30 settembre sarà disponibile anche su Apple Store. “Con Weople, per la prima volta, ognuno può gratuitamente depositare i propri dati personali in una sorta di istituto di credito digitale, aprendovi un “conto corrente dati”, individuale e protetto. La piattaforma raccoglie i dati dei singoli consentendo a loro, senza alcun impegno o sforzo, di esercitare il diritto alla por- tabilità sancito dal GDPR. Weople, poi, gestisce e valorizza i dati sul mercato, in modo aggregato, anonimo e totalmente protetto per le persone. Pagate le spese tecnologiche e gestionali, almeno il 90% dell’utile è restituito al singolo “correntista”. Il tutto sarà certificato in un’apposita sezione della App. Weople ha anche una sezione attraverso la quale il correntista può richiedere, con un semplice click, il blocco del trasferimento dei suoi dati personali a terzi, pratica che è diffusa, purtroppo, e che ha portato ai recenti scandali e allarmi sociali. Weople, quindi, è un’app che coniuga ritorno economico e pratica di diritti”. “Entro fine anno – conclude Siliprandi – sarà pronto a produrre informazioni anche Lifekosmos, un pa- nel, integrato nativamente con Weople, che completa la nostra logica win-win fra persone e operatori del mercato. Lifekosmos, infatti, darà risalto e completezza ai dati di Weople e consentirà quindi di spuntare il massimo valore, sul mercato, dai dati stessi. Questo innanzitutto per il beneficio dei correntisti di Weople; mentre ai Clienti di HODA e di Weople - aziende, editori, agenzie di comunicazione - garantirà una data activation di successo attraverso una visione omogenea del Big Data in termini di caratteristiche socio-cul- turali, media exposure e comportamenti di consumo”. o PREMI SEZIONE MIND SHARING (DIVULGAZIONE) MSD ITALIA Il Premio viene attribuito a MSD Italia, azienda farmaceutica che ha saputo coniugare l’eccellenza nella Ricerca e Sviluppo a progettua- lità - nel campo dell’informazione e della comunicazione - etiche ed innovative, in partnership con le più importanti Società Scientifiche ed Momento della premiazione con Nico- al servizio della Sanità Pubblica, contribuendo ad arginare il dilagante letta Luppi (Presidente e A.D. MSD) a fenomeno delle false verità e favorendo un processo di alfabetizzazione sinistra e alla destra Vito Crimi (Sotto- sanitaria dei pazienti e della popolazione in generale. segretario Editoria). DIGITA ACADEMY Per festeggiare il decimo compleanno di NDF la giuria ha scelto di segnalare iniziative congiunte fra università ed aziende. DIGITA Academy rappresenta l’unione fra la Federico II e la Deloitte Consulting S.r.L. per preparare i giovani alle professioni coerenti con le necessità delle imprese. Unire le forze è indispensabile, già nel 1996 il nostro fondatore Giovanni Giovannini sosteneva: “non bisogna alzare steccati ma collaborare”, si riferiva al mondo dei media. Momento della premiazione con a partire Oggi vale per tutti. L’accademia significa anche multidisciplinarietà, da sinistra Raffaele Lorusso (FNSI), Valeria infatti gli allievi provengono da diverse facoltà: economia, ingegneria Fascione (Assessore Innovazione Regione e scienze umane. “Mix indispensabile per vincere la sfida dell’oggi”, Campania), una ragazza della DIGITA Aca- sostiene Antonio Pescapè che è stato con noi. In lui abbiamo apprezzato demy, Antonio Pescapè (direttore scientifico particolarmente la sua voglia di lavorare al neorinascimento napoletano. DIGITA Academy) e Roberto Ferrari (ENI). N. 324 | Dicembre 2018/Gennaio 2019 | 19
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