Studentessa atleta di alto livello

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Studentessa atleta di alto
livello
Anna Thei della classe 4A: brava Anna!

Leggete qui i motivi.

Da Montecatini 2018
Dal 18 al 21 aprile scorsi si è tenuto l’annuale Festival di
Primavera a Montecatini Terme al quale ha partecipato il
nostro coro. Erano presenti oltre trenta cori provenienti
dall’Italia, Slovenia e Francia; i nostri ragazzi hanno
presentato due brani: Suspir da l’anime e Stand by me,
ricevendo unanimi ed entusiasti consensi.
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Cinque minuti di anteprima
Sabato 21 aprile, alla Loggia di S.Giovanni in piazza della
Libertà, si è svolta anche quest’anno l’iniziativa Cinque
minuti: i vari gruppi teatrali che parteciperanno alla 47^
edizione del Palio Teatrale Studentesco della città di Udine,
hanno mostrato 5 minuti del loro spettacolo. Erano presenti
anche i due gruppi del nostro liceo, i The hope con “Sogno di
una notte di mezza estate” di Shakespeare e i (Non) solo
classici con “Lisistrata” di Aristofane. Se non c’eravate,
niente paura: potrete godervi gli spettacoli per intero al
Palamostre di Udine. Queste le date: gruppo The hope,
mercoledì 2 maggio alle ore 21.00; gruppo (Non) solo classici,
sabato 26 maggio, sempre alle ore 20.00.
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Anche Sofia D’Urso..
Anche Sofia D’Urso della classe 5C tra i premiati di Padova,
al Certamen Viscidi (sic!): ecco la graduatoria.

Archeologia romana nella X
regio
Si è concluso lo scambio con la scuola superiore italiana
Dante Alighieri di Pola: vi hanno partecipato i ragazzi della
classe 3A e alcuni della 4D, guidati dai prof. Termini,
Badalotti, Costantini, Cavasin. Insieme ai compagni croati
hanno svolto attività archeologiche ad Aquileia, Cividale,
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Udine. Seguono alcune foto.

And the Winner is..
Non sono ancora finiti i successi dei nostri ragazzi: Maria
Nimis della classe 5C si è classificata prima nel Certamen
Lucretianum di Pordenone.

Brava Maria!

Trekking urbano nei luoghi
del Ricordo
Quale modo migliore di ricordare, se non quello di
ripercorrere nel vero senso della parola i luoghi della
Storia?

Questa è stata l’esperienza di “Trekking urbano” che noi
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ragazzi della 2^E abbiamo effettuato a Udine il 22 marzo
scorso. Guidati dal professor Elio Varutti, vicepresidente
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Sezione
di Udine), abbiamo così visto con i nostri occhi i luoghi che
hanno fatto da sfondo a una parte della storia che appartiene
a tutti: quella degli esuli istriani.

La prima tappa è stata piazza Libertà, così chiamata nel 1945,
perché qui per la prima volta     sventolò la bandiera della
libertà. Essa era particolarmente cara agli esuli, che in essa
ritrovavano somiglianze con le piazze simili delle città che
avevano dovuto abbandonare. La piazza – con i due leoni,
simbolo della repubblica di Venezia – ci è stata presentata
come uno dei più begli esempi di arte veneziana sulla
terraferma. Il professor Varutti ci ha informato che
l’antistante Loggia del Lionello è stata progettata da un
architetto istriano, Bartolomeo Costa Sbardillini. Nella
piazza, oltre all’arte, abbiamo potuto ascoltare anche le
storie delle violenze compiute da parte dell’OZNA (i servizi
segreti iugoslavi) ai danni degli italiani.

La seconda tappa è stata la vicina Piazzetta Belloni, con la
scultura in ferro rappresentante un sestante, dello scultore,
anche lui   istriano, Michele Piva.

Ci siamo quindi spostati in via Aquileia, per la terza tappa,
la Chiesa della Beata Vergine del Carmine: qui, tra il 1953 e
il 1956, si celebrarono i matrimoni – anche 30/40 al giorno-
tra giovani esuli, prima di emigrare in Germania con la
speranza di rifarsi una nuova vita. La tappa è stata anche
l’occasione per parlare della chiesa, con i suoi affreschi e
il sarcofago del beato Odorico da Pordenone, grande
missionario del ‘300, che giunse fino in Cina.

Attraverso viale Ungheria siamo arrivati alla quarta tappa, il
Parco “Vittime delle Foibe“, dove si trova un cippo
monumentale a ricordo degli eccidi, eretto nel 2010.
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La penultima tappa è stata quella più carica di significato,
questa volta non per l’importanza storico-artistica, ma per
quella umana: si tratta dell’ex centro di smistamento di via
Pradamano, che oggi è la sede della scuola media “Enrico
Fermi”. Questo edificio accolse tra il 1945 e il 1960 oltre
100.000 persone, che condivisero insieme sogni e paure,
ignorando quale destino li avrebbe attesi.

La nostra camminata si è conclusa, come in un viaggio, alla
stazione ferroviaria: qui, sul muro esterno, è appesa dal 2013
una targa in onore delle donne e delle bambine che aiutarono
“senza armi” i deportati. E’ straziante pensare alle
sofferenze di quegli uomini, ma riempie il cuore di gioia
sapere che delle bambine, anime pure in mezzo all’orrore,
abbiano raccolto lettere e biglietti lanciati dai treni da
portare alle famiglie per poter dire loro: “Il vostro caro è
passato di qua”.

Vogliamo esprimere un ringraziamento sincero al professor
Varutti, alla sua erudizione e semplicità con cui ci ha
accompagnati in questa esperienza di trekking urbano: grazie a
lui abbiamo compreso che, camminando nella nostra città,
camminiamo da sempre nella dolorosa e indelebile storia degli
esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia.

(testo redatto da Michelle Ricciardi Calderaro e Martina
Rimicci della classe 2^E, con il contributo di Caterina
Cosatto, Matteo Mete, Errique F.V. Orfino, Gioia Panizzo.)
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Pierre Cesaratto, Pedalando
mi perdo
Il giorno 28 febbraio 2018 alcune classi del liceo Stellini
hanno assistito alla conferenza tenuta in aula magna dal
ciclista e fotografo Pierre Cesaratto.

Nonostante abbia appena ventinove anni, è già un fotografo e
“ciclo-viaggiatore” professionista: ha compiuto numerosi
viaggi più o meno “estremi” contando unicamente sulla sua
bici. È da poco tornato da un viaggio di oltre 15.000
kilometri nel sud-est asiatico e in Australia, ed è proprio di
questo che ci ha parlato.

Con il sottofondo delle fotografie scattate da lui stesso, ci
ha affascinati raccontandoci delle persone conosciute, dei
luoghi visitati e anche dei pericoli corsi. Ci ha svelato che,
per sua scelta, ogni notte per dormire bussava alle porte
delle case chiedendo ospitalità, e spesso le persone
litigavano per decidere a chi spettasse accoglierlo nella
propria casa per la notte. Grazie alla generosità e alla
commovente ospitalità di queste famiglie, Pierre ha avuto modo
di imparare le tradizioni locali e i piatti tipici, e a sua
volta ha insegnato ai suoi ospiti canzoni italiane e
succulente ricette. Certo, comunicare con le persone non era
sempre facile: a volte al ciclista è successo di passare
serate intere dialogando unicamente con Google Traduttore.
Altre volte ha provato con l’inglese, ma anche quello era
spesso lingua sconosciuta nelle sperdute contrade del Laos o
della Cambogia. Nonostante queste difficoltà, Pierre ha
scoperto persone di una generosità e di un’umanità
straordinarie, disposte a dare con gioia tutto ciò che avevano
nonostante la povertà. Il ciclista è convinto che a renderlo
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così amato e rispettato sia stato proprio il fatto di
viaggiare con la bici, mezzo “pacifico” e “disarmante”,
faticoso e povero, che agli occhi delle persone ha reso il
viaggiatore meno turista e più uomo, ricco di esperienze e di
cose da raccontare e condividere.

Trovare un luogo per dormire non è stato sempre così facile,
però: più volte gli è capitato di dover montare una tenda in
mezzo al nulla, minacciato dai serpenti e da altri animali non
meno pericolosi. In particolare ricorda alcuni momenti in cui
ha rischiato la vita, come quando si è ritrovato senza volerlo
in una riserva di tigri.

Dopo averci raccontato un po’ di avventure, Pierre ci ha
mostrato alcuni video caricati sul suo canale YouTube, che
riprendono vari momenti del suo viaggio nel sud-est asiatico
nonché di quelli in Australia e in India. Ha risposto
cortesemente a ogni nostra domanda dimostrando di essere
davvero una persona alla mano, come ci aveva assicurato
all’inizio della conferenza. Ci ha raccontato ancora qualche
aneddoto, come quando ha rischiato di disidratarsi a causa di
una gastroenterite o quando si è ritrovato con il corpo
interamente coperto di macchie. O ancora, di quanto fosse
difficile trovare dell’acqua pulita in India, di un mercato
che si tiene sopra alle rotaie, che viene smontato quando deve
passare il treno, e di tante altre curiosità.

Tutti i suoi viaggi sono documentati da video e fotografie
presenti sul suo canale YouTube e sulla sua pagina facebook
“Pedalando mi perdo”, e ci ci ha pregato di seguirlo su tutti
i social perché è grazie a questo che potrà continuare a
coltivare la sua passione.

Salutandoci e presentandoci il suo prossimo, ambizioso
progetto di un viaggio in Africa, ci ha ricordato che lo scopo
della vita è inseguire i propri sogni e le proprie passioni,
anche rischiando di andare controcorrente e sfidando la
diffidenza e le resistenze di chi ci sta vicino: solo
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coltivando se stessi e le proprie inclinazioni si può
raggiungere la felicità!

Alice Orzincolo, 2^C

I millennials                     al      dono         del
sangue
Nei mesi scorsi diversi studenti del Liceo hanno donato il
sangue per la prima volta: tra loro anche Emma Bonutti e Paolo
Petrucco i primi “millennials” della nostra sezione AFDS.
Bravi, continuate così!
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