La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni - Spazzi & Gioia Avvocati Associati

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La responsabilità penale/amministrativa
 delle persone giuridiche, delle società
           e delle associazioni

  20145 Milano             00195 Roma            25121 Brescia           21100 Varese
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SOMMARIO                                         2

•   QUALI SOGGETTI SONO COINVOLTI

•   QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA’

•   COSA SI RISCHIA

•   COME ESIMERSI DALLA RESPONSABILITA’

•   FASI PER LA DEFINIZIONE DEL MODELLO

•   CARATTERISTICHE DEL MODELLO

•   CONCLUSIONI

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QUALI SOGGETTI SONO COINVOLTI
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•   Le disposizioni del Decreto si applicano a (art. 1):
     •   enti forniti di personalità giuridica;
     •   Società;
     •   associazioni anche prive di personalità giuridica.
•   Non si applicano allo Stato, agli enti pubblici territoriali, agli
    altri enti pubblici non economici nonché agli enti che
    svolgono funzioni di rilievo costituzionale.

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
                                                                        4

•   SOGGETTI APICALI E DIPENDENTI (art. 5)
•   L’ente è responsabile per i reati commessi da:
    •   persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di
        amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unità
        organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale
        nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la
        gestione e il controllo dello stesso;
    •   persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei
        soggetti di cui al punto precedente.

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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•   INTERESSE O VANTAGGIO DELL’ENTE (art. 5)

•   L'ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse
    o a suo vantaggio.
•   L'ente non risponde se i soggetti apicali e i dipendenti
    hanno agito nell'interesse esclusivo proprio o di terzi.

       IN SEDE DI GIUDIZIO L’INTERESSE DELL’ENTE VIENE PRESUNTO
           QUANDO AD AGIRE SIANO STATI SOGGETTI APICALI

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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COMPIMENTO DI ALCUNI SPECIFICI REATI:

•   indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente
    pubblico (art. 24);

•   delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis);

•   delitti di criminalità organizzata (24-ter);

•   concussione , induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione
    (art.25);

•   falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo (art.25-bis);

•   delitti contro l'industria e il commercio (25-bis.1);

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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 COMPIMENTO DI ALCUNI SPECIFICI REATI:

 •   reati societari (art.25-ter);

 •   delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine
     democratico (art.25-quater);

 •   delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinques);

 •   abusi di mercato (art. 25-sexies);

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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COMPIMENTO DI ALCUNI SPECIFICI REATI:

•   omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse
    con violazione delle norme sulla tutela della salute e
    sicurezza sul lavoro (art.25-septies);

•   ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità
    di provenienza illecita e autoriciclaggio (art. 25-octies);

•   delitti contro la proprietà intellettuale (art. 25-novies);

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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COMPIMENTO DI ALCUNI SPECIFICI REATI:

•   induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere
    dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 25-
    decies);

•   Reati ambientali (art. 25-undecies) – modificato con
    legge 68/15
     • inquinamento ambientale;
     • delitti colposi contro l’ambiente;
     • attività di gestione rifiuti non autorizzata.

•   impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è
    irregolare (art. 25-duodecies).

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I REATI PRESUPPOSTO                                                                                  10

•   24. Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento
    di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico.

•   24-bis. Delitti informatici e trattamento illecito di dati.

•   24-ter. Delitti di criminalità organizzata.

•   25. Concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione.

•   25-bis. Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento.

•   25-bis.1. Delitti contro l'industria e il commercio.

•   25-ter. Reati societari.

•   25-quater. Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico.

•   25-quater. 1. Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili.

•   25-quinquies. Delitti contro la personalità individuale.

•   25-sexies. Abusi di mercato.

•   25-septies. Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della
    salute e sicurezza sul lavoro.

•   25-octies. Ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio.

•   25-novies. Delitti in materia di violazione del diritto d'autore.

•   25-decies. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria.

•   25-undecies. Reati ambientali.

•   25-duodecies. Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.

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QUANDO SI HA LA RESPONSABILITA
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 • I reati compresi nel Decreto sono di diverso genere.

 • Inizialmente erano contemplati solo i reati contro la
   Pubblica amministrazione e i reati societari.

 • L’evoluzione nel tempo ha portato all’aggiunta di
   nuovi reati, tra gli ultimi quelli relativi alla tutela
   ambientale e all’impiego di cittadini di paesi terzi con
   soggiorno irregolare.

 • Non si escludono ulteriori ampliamenti del novero dei
   reati 231.

        L’ATTUAZIONE DEL D. LGS. 231/01 RIGUARDA DUNQUE IN
        MANIERA DIVERSA SOCIETA’ CHE SVOLGONO ATTIVITA’
       DIFFERENTI E OGNI REATO HA RILEVANZA SPECIFICA PER IL
                           SINGOLO ENTE
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COSA SI RISCHIA
                                                                      12

 Le sanzioni associate al compimento dei reati sono di tipo
 amministrativo:
     •   pecuniarie;
     •   interdittive;
     •   confisca;
     •   pubblicazione della sentenza.

             LE TIPOLOGIE DI SANZIONI SONO DUNQUE VARIEGATE
ALCUNE DI ESSE PREVEDONO DANNI MOLTO GRAVI PER L’ENTE CHE LE SUBISCE
 LA GRADUAZIONE DELLE SANZIONI DIPENDE DA UNA SERIE DI CIRCOSTANZE
   TRA LE QUALI SI SEGNALA IL LIVELLO DI ADEGUATEZZA DELLA STRUTTURA
                             ORGANIZZATIVA

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COSA SI RISCHIA
                                                                           13

Le sanzioni interdittive sono (art. 9):
    •   l'interdizione dall'esercizio dell'attività;
    •   la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o
        concessioni funzionali alla commissione dell'illecito;
    •   il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo
        che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio;
    •   l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e
        l'eventuale revoca di quelli già concessi;
    •   il divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Le sanzioni pecuniarie sono calcolate con il meccanismo delle quote
(art. 10):
    •   la sanzione minima prevista è di 25.800 €, quella massima di
        1.549.000 €.

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COME ESIMERSI DALLA RESPONSABILITA’
                                                                  14

  L'ente non risponde per i reati commessi dai soggetti
  apicali se prova che (art. 6):
     •   l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente
         attuato, prima della commissione del fatto, modelli di
         organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati
         della specie di quello verificatosi;
     •   il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza
         dei modelli di curare il loro aggiornamento è stato
         affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi
         poteri di iniziativa e di controllo;
     •   le persone hanno commesso il reato eludendo
         fraudolentemente i modelli di organizzazione e di
         gestione;
     •   non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte
         dell'organismo indicato ai punti precedenti;

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COME ESIMERSI DALLA RESPONSABILITA’
                                                                        15

  Gli elementi richiesti al fine di godere dell’esimente sono
  dunque:
     •   Modello organizzativo;
     •   Organismo di controllo sul Modello (negli enti di piccole
         dimensioni tale ruolo può essere ricoperto direttamente
         dall'organo dirigente);
     •   vigilanza tempo per tempo sull’efficacia del Modello e sulle
         persone coinvolte nell’attività aziendale;

   L’ADOZIONE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO, INDIPENDENTEMENTE DALLE
 FINALITA’ LEGISLATIVE, GARANTISCE ELEMENTI DI GESTIONE E CONTROLLO CHE
 RENDONO PIU’ EFFICACI LE ATTIVITA’ AZIENDALI, ANCHE IN CONSIDERAZIONE
                     DELLA SPECIFICITA’ DI OGNI SOCIETA’

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FASI PER LA DEFINIZIONE DEL MODELLO
                                                                  16

  •   La prima fase è rappresentata dallo studio della situazione
      aziendale che consiste in:
      • esame della documentazione (Statuto,
        organigramma e struttura societaria, sistema di
        deleghe dei poteri, verbali degli organi sociali,
        bilanci recenti, Codice Etico, procedure ecc.);
      • analisi storica rispetto ai temi in questione (reati o
        ipotesi di reati verificatisi in passato);
      • comprensione del business model della società.

  IL MODELLO DEVE ESSERE RITAGLIATO IN MODO SPECIFICO
          SULL’AZIENDA CHE INTENDE ADOTTARLO

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FASI PER LA DEFINIZIONE DEL MODELLO
                                                                    17

  •   Il lavoro di realizzazione prevede quindi una ricognizione
      delle fattispecie penali previste dal decreto in
      comparazione con la situazione aziendale concreta.

  •   Acquisite le informazioni sulla struttura e sui rischi settoriali si
      procede alla verifica circa l’esistenza di procedure,
      volontarie o di legge, già applicate in particolare ai settori
      aziendali di interesse.

  •   E’ così possibile effettuare il confronto tra il sistema di
      controllo esistente con il modello astratto funzionale alla
      prevenzione dei reati contemplati nel Decreto.

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FASI PER LA DEFINIZIONE DEL MODELLO
                                                                   18

  •    Effettuata la gap analysis fra modello ideale e realtà
       aziendale, si procede alla redazione in bozza del Modello
       Organizzativo, ricercando l’efficienza ed evitando
       duplicazioni di ruoli e di procedure.
  •    Per l’effettiva implementazione e attuazione del Modello
       sono necessarie ulteriori fasi:
        • condivisione con il management;
        • delibera del CdA per l’adozione del Modello;
        • nomina dell’Organismo di Vigilanza (sempre a cura del
           CdA);
        • comunicazione ai dipendenti;
        • formazione successiva.

         IL MODELLO DEVE ESSERE REALMENTE ATTUATO, ANCHE
      MEDIANTE CONTROLLI PREDISPOSTI AD HOC, E DEVE EVOLVERSI
       COSTANTEMENTE SEGUENDO LE DINAMICHE AZIENDALI E GLI
               EVENTUALI CAMBIAMENTI ORGANIZZATIVI

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CARATTERISTICHE DEL MODELLO                                          19

Le caratteristiche principali del Modello ex. D. Lgs.231/01:
   •   è ritagliato su misura per la società;
   •   è stato costruito attraverso un percorso strutturato;
   •   prevede l’istituzione di un apposito Organismo di Vigilanza
       che monitori l’applicazione dello stesso
   •   prevede la comunicazione ai dipendenti e la formazione
       degli stessi;
   •   deve essere aggiornato ogni qual volta cambiamenti
       all’interno della società o legislativi lo richiedano.

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CARATTERISTICHE DEL MODELLO                                          20

Il Modello adottato deve rispondere alle seguenti
esigenze (art. 6 del decreto 231/01):
   •   individuare le attività nel cui ambito possono essere
       commessi reati;
   •   prevedere specifici protocolli diretti a programmare la
       formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione
       ai reati da prevenire;
   •   individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie
       idonee ad impedire la commissione dei reati;
   •   prevedere obblighi di informazione nei confronti
       dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e
       l'osservanza dei modelli;
   •   introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il
       mancato rispetto delle misure indicate nel modello.

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CARATTERISTICHE DEL MODELLO                                21

  Il Modello è così strutturato:
  1. Documento Master: Parte generale;
  2. Documento Master: Parte speciale;
  3. Mappatura dei poteri/governance societaria;
  4. Codice Etico;
  5. Sistema sanzionatorio.

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CONCLUSIONI                                    22

I motivi per i quali le aziende scelgono di adottare e implementare un
                           Modello ex D. Lgs.231/01:

  •   godere dell’esenzione da responsabilità sancita dall’art. 6;
  •   evitare le pesanti sanzioni e i gravi rischi per la società;
  •   migliorare la governance aziendale;
  •   promuovere comportamenti etici e prevenire il compimento dei reati
      previsti dal Decreto;
  •   sostenere e migliorare l’immagine aziendale sia internamente sia
      esternamente.

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