L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini

Pagina creata da Claudia Ruggeri
 
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L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
l’elfo
          NUMERO 13
         DA FEBBRAIO
            A GIUGNO
                 2020

              stagione teatrale
              2019-2020
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
ELFO PUCCINI                                                                                                             Abbiamo cominciato molto giovani a sognare

                                                                                                                                                                               buon compleanno
C.SO BUENOS AIRES 33                                                                                                     il nostro teatro d’arte. Avevamo tra i 19
MILANO                                                                                                                   e i 22 anni ed era il 1973. Il lavoro è stato
MM1 LIMA
ELFO.ORG                                                                                                                 tanto, la strada lunga e grande l’esperienza
                                                                                                                         accumulata.
                                                                                                                             Siamo arrivati a conquistarci lo strumento
                                                                                                                         principale del nostro progetto dieci anni fa:
                                                                                                                         un teatro vero, costruito dalla città di Milano
INFORMAZIONI                                 BIGLIETTI                                                                   ma progettato da noi stessi fin nei minimi
PRENOTAZIONI
E ACQUISTI TELEFONICI
                                             intero 		             € 33                                                  particolari, con tre sale e tutto quello che gli
                                             convenzioni           € 29
                                             coop 		               € 25                                                  artisti desiderano per fare bene il loro lavoro.
il botteghino del teatro                     anziani > 65 anni     € 17,50
lun/sab 10.30/19.00                          giovani < 25 anni     € 17,50
                                                                                                                             Il 6 marzo 2010, con la maratona di Angels

                                                                                                                                                                            elfo puccini
tel. 02.00.66.06.06                                                                                                      in America, abbiamo inaugurato l’Elfo Puccini.
                                             giovani < 18 anni     € 13,50
biglietteria@elfo.org                        scuole                € 12,00                                               Già nei giorni seguenti abbiamo programmato
orario ridotto dal 25/5 al 7/6

                                                                                   Progetto grafico PLUM plumdesign.it
e dal 22/6 al 3/7                            online a partire da € 16,50                                                 quattrocento provini per giovani attrici e
lun/sab 15.00/18.30                          Generico utilité                                                            attori, selezionandone diciotto per le nuove
chiusura estiva dal 4 luglio                 Nuove storie
                                             intero 		             € 22                                                  produzioni. Nel 2011 otto di loro hanno vinto
il negozio online: biglietti.elfo.org                                                                                    il premio Ubu per il miglior attore under 35,
Esplora la stagione con il tuo
smartphone, trova le promozioni                                                                                          assegnato individualmente e collettivamente
esclusive e acquista i biglietti al prezzo   ORARI SPETTACOLI                                                            agli History Boys: era la prima volta che
più basso. Non serve stampare, ricevi
biglietti e abbonamenti direttamente         SALA SHAKESPEARE                                                            accadeva.
                                             feriali 20.30 / dom 16.00
sul telefono!                                                                                                                Da allora molti continuano a lavorare con
                                             SALA FASSBINDER
al telefono                                  feriali 21.00 / dom 16.30                                                   noi e tanti altri sono stati accolti in questa
I biglietti si possono acquistare            SALA BAUSCH                                                                 nostra comunità di artisti e spettatori che
anche telefonicamente con carta              feriali 19.30 / dom 15.30
di credito chiamando la biglietteria         EASY TO REMEMBER
                                                                                                                         cresce grazie al fatto di avere una casa, un
(tel. 02.00.66.06.06) e ritirare             feriali 22.00 / dom 17.30                                                   luogo dove il patrimonio della nostra storia
entro 30 minuti prima dell’inizio
dello spettacolo (servizio senza
                                             AQUADUEO                                                                    vive, si confronta, si evolve in accordo con i
                                             feriali 21.00
costi aggiuntivi).                                                                                                       tempi, senza ripieghi museali.
                                                                                                                             Mutiamo forma pur restando noi stessi,
                                                                                                                         imparando a declinare un’idea di teatro
                                             Il programma può subire variazioni.
                                                                                                                         d’arte sempre a stretto contatto con la vita
                                             Aggiornamenti sul sito elfo.org                                             sociale della città e del mondo intero. L’Elfo
                                                                                                                         è un teatro cosmopolita, ma al tempo stesso
                                                                                                                         urbano. Non è una nostra invenzione, i grandi
                                                                                                                         teatri d’arte sono glocal da sempre, lo erano
                                                                                                                         già prima che si inventasse la parola.
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
11 FEBBRAIO/1 MARZO   SALA FASSBINDER
                                                                     La storia di un uomo che non ha paura di compiere un
                                        mar-sab 21.00 / dom 16.30    viaggio terribile, una spietata indagine poliziesca che,
                                                                     passo dopo passo, guida il protagonista verso un abisso
                                                                     dove ad attenderlo trova l’inesorabile evidenza della sua
                                                                     colpa. Una favola nera, dove un trovatello dai piedi feriti
                                                                     sconfigge un mostro, sposa una regina e diventa re per
                                                                     assistere sgomento allo svelamento degli orrendi delitti

        Verso Tebe
                                                                     di cui si è inconsapevolmente macchiato. Un cammino
                                                                     verso la coscienza di sé conseguita anche a prezzo di una
                                                                     catastrofe. Il coraggio di confrontarsi con forze cieche
                                                                     che sfuggono alla nostra comprensione, che governano
                                                                     un destino che nessuna volontà umana è in grado di
                                                                     mutare.

        variazioni
                                                                          La storia di Edipo attraverso i secoli diviene lo
                                                                     specchio in cui si riflettono le inquietudini di chi l’ha
                                                                     riletta. Seneca, John Dryden e Nathaniel Lee, Hugo von
                                                                     Hoffmasthal e ancora Mann, Cocteau, Dürrenmatt,

        su Edipo
                                                                     Berkoff: sono alcuni degli autori che ci accompagnano in
                                                                     questa prima tappa verso la messa in scena del testo di
                                                                     Sofocle, che è all’origine di cento variazioni.
                                                                          Verso Tebe è un concerto di voci, un viaggio attraverso
                                                                     un mito che ci interroga da più di duemila anni.
                                                                          La tragedia sembra inattuale nel nostro patinato
                                                                     mondo occidentale, dove la luce della razionalità, il
                                                                     ghigno dell’ironia, lo sbadiglio del benessere hanno da
                                                                     tempo domato le belve dalla paura trasformandole in
                                                                     ansia, depressione, stress. Ma se spingiamo lo sguardo al
                                                                     di là dei nostri sempre più scricchiolanti confini, appena
                                                                     fuori dalle nostre rassicuranti certezze, il respiro gelido
                                                                     e antico della tragedia ci ricorda quanta poca parte
                                                                     del mondo ci appartenga davvero, quanto fragili siano
                                                                     le nostre vite, quanto debole lo scafo che affronta le
                                                                     tempeste di un mare nemico.
                                                                          Per questo, dopo vent’anni, vogliamo tornare al mito,
                                                                     dopo Oreste, Fedra, Alcesti, dopo Eschilo e Euripide,
                                                                     partiamo per questo viaggio verso una terra oscura e
                                                                     per noi ancora sconosciuta : «il luogo mitico, primario,
DI                                                                   immaginale (...) la città di Tebe, il posto maledetto
FERDINANDO BRUNI                                                     e patologizzato», secondo la definizione di James
FRANCESCO FRONGIA                                                    Hillmann, uno dei nostri compagni di viaggio.
TEATRO DELL’ELFO                                                          Quattro attori personaggi e coro – interpretati da
                                                                     EDOARDO BARBONE, FERDINANDO BRUNI, MAURO LAMANTIA
                                                                     e VALENTINO MANNIAS – e la musica. Uno spazio di
                                             ... SALUTE A TE,        rappresentazione libero, il punto di congiunzione di
                                             EDIPO! TU CHE           tre strade, l’incrocio verso Delfi, uno spazio in cui gli
                                                                     spettatori si vedano fra loro, lo spazio di una comunità.
                                             SOGNI I PROFONDI        Partiamo alla ricerca di un linguaggio perduto, partiamo
                                             SOGNI                   seguendo il bagliore di una stella che forse è morta
                                                                     migliaia di anni fa, ma la cui luce arriva ancora potente
                                             HUGO VON HOFFMANSTHAL   fino a noi.
                                                                     Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
11/23 FEBBRAIO              SALA SHAKESPEARE
                                                                                    11/16 FEBBRAIO          SALA BAUSCH
                                                mar-sab 20.30 / dom 16.00                                                      mar-sab 19.30 / dom 15.30

                                                                                              SOSPETTI
                                                                                                                                                 DI BARRIE KEEFFE

    Trascendi
                                                                                                                                                 REGIA BRUNO FORNASARI
                                                            DI E CON
                                                            ALESSANDRO BERGONZONI                                                                TEATRO FILODRAMMATICI

                                                                                              (SUS)
                                                                                                                                                 DI MILANO
                                                            REGIA

    e sali                                                  ALESSANDRO BERGONZONI
                                                            RICCARDO RODOLFI
                                                            ALLIBITO SRL                      1979, Inghilterra. Due agenti di turno in una caserma della periferia di Londra,
                                                                                              nella notte che porterà alla vittoria della Thatcher, scommettono su quale sarà
                                                                                              il partito vincitore. Nel Regno Unito sono in vigore le leggi SUS (Suspect Under
Trascendi e sali, ultimo successo di                                                          Suspicion), in italiano ‘sospetti da sospettare’, che consentono legalmente alla
ALESSANDRO BERGONZONI, è un consiglio,                                                        polizia di fermare e perquisire chiunque, solo sulla base di un sospetto. Viene
ma anche un comando. O forse una                                                              prelevato un uomo di colore. Gli agenti lo fanno infuriare, convinti che possa
constatazione dovuta a un’esperienza                                                          essere carne fresca per il governo entrante, entusiasta all’idea di mostrare i
vissuta o solo un pensiero da sviluppare                                                      muscoli attraverso legge e ordine.
o da racchiudere all'interno di un
                                                                                                   Lo spettacolo, che esplora con lucidità e sarcasmo il potere come forma di
concetto più complesso. Perché, in fin
                                                                                              abuso, è andato in scena per la prima volta nel 2011 al Teatro Filodrammatici.
dei conti, Bergonzoni in tutto il suo
                                                                                              Il testo di Keeffe, ancora attuale e necessario, torna dunque alla ribalta
percorso artistico, che in questi anni
                                                                                              nell'acuta regia di BRUNO FORNASARI con TOMMASO AMADIO, EMANUELE ARRIGAZZI
l'ha portato nei teatri, nei cinema e in
                                                                                              e UMBERTO TERRUSO.
radio, nelle pinacoteche, nelle carceri,
nelle corsie degli ospedali, nelle scuole
e nelle università, sulle pagine dei
giornali, nelle gallerie d'arte e nelle                                             18/23 FEBBRAIO           S A L A B AUSCH
piazze grandi e piccole, è diventato                                                                                            mar-sab 19.30 / dom 15.30
un ‘sistema artistico’ complesso che
produce e realizza le sue idee in svariate
discipline, per metabolizzare tutto                                                           Paolo Borsellino.
                                                                                              Essendo Stato
e ripartire da un’altra parte. E tutto
questo aggiunge un’ulteriore, ovvia,
complessità a un autore che, anche in
questo suo quindicesimo spettacolo, non
ha rinunciato alla matrice comica, mai                                              SCRITTO               Proprio su via D’Amelio, o meglio sull’ultimo secondo di vita di
satirica.                                                                           E INTERPRETATO DA     Paolo Borsellino il 19 luglio del 1992, si concentra il testo di RUGGERO
                                                                                    RUGGERO CAPPUCCIO
     Trascendi e sali come vettore artistico                                                              CAPPUCCIO che dilata questo singolare residuo di tempo in un intenso
                                                                                    TEATRO SEGRETO        monologo. Il giudice disteso sull’asfalto dubita di essere già morto
di tolleranza e pace, colmo di visioni
che, magari, riusciranno a scatenare                                                                      e dubita di essere ancora vivo. In questa dimensione di lucidità
le forze positive esistenti nel nostro                                                                    entrano i sogni, l’infanzia, la giovinezza, l’amore di Borsellino per la
essere. Piuttosto che in avanti potrebbe                                                                  sua Sicilia aspra e luminosa, per la sua famiglia e per chi ha cercato
essere, artisticamente, un salto di lato                                                                  di proteggerlo e sta morendo con lui. Ma c’è anche l’amico Giovanni
a dimostrazione che a volte per una                                                                       Falcone, dall’adolescenza fino all’ultimo abbraccio nel giorno di
progressione non è sempre necessario                                                                      Capaci. E c’è la denuncia della solitudine in cui i due magistrati sono
seguire una linea retta. Dove la carta                                                                    stati lasciati, perché esiste una parte deviata dello Stato che vuole
diventa forbice per trasformarsi in sasso,                                                                controllare la piaga rappresentata dalla mafia, ma non guarirla: di
dove il comico si interroga per confessare                                                                quell’infezione ha infatti bisogno, anche per mettere a morte le parti
e chiedere e tornare a indicare quello che                                                                sane del suo corpo che desidera siano messe a morte.
evidentemente lui vede prima degli altri.
                                                SULLA ‘PENSOSTRUTTURA’
                                                                                                              La nascita del testo fu accompagnata dall’entusiasmo di Agnese
Forse dall’alto delle sue scenografie o nella   CON BERGONZONI,                                           Borsellino che nel 2004 dichiarò pubblicamente come nelle parole
regia condivisa con Riccardo Rodolfi.           VETTORE ARTISTICO                                         dell’autore si concretizzasse la resurrezione spirituale di suo marito.
Forse. Sicuramente. Sicuramente forse.          DI TOLLERANZA E PACE                                      Per questo Essendo Stato da quindici anni attraversa i teatri italiani.
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
25 FEBBRAIO/1 MARZO         SALA SHAKESPEARE
                                                                                               Andrea Chiodi, già apprezzato regista di Una
                                                                                               bestia sulla luna, torna a dirigere l’immenso
                                               mar-sab 20.30 / dom 16.00
                                                                                               talento di Elisabetta Pozzi, qui affiancata da
                                                                                               un cast di ottimi attori come Alberto Fasoli,
                                                                           Elisabetta Pozzi:   Christian La Rosa, Francesca Porrini Trudi,
                                                                           resa dei conti      Martina Sammarco.

                                                                           in famiglia              «Trovarsi davanti a questa serata in
                                                                                               famiglia che si trasforma in una sorta di
                                                                                               resa dei conti della vita di tutti è stato
                                                                                               come trovarsi davanti a un Cechov
                                                                                               contemporaneo», racconta il regista, «per
                                                                                               tematiche, ma soprattutto per la costruzione
                                                                                               dei rapporti tra i personaggi e delle scene
                                                                                               tra di essi.
                                                                                                    Ho voluto immaginarmi una casa come
                                                                                               luogo privilegiato ed esclusivo, chiuso e
                                                                                               nascosto, dentro cui si muovono i pensieri,
                                                                                               gli sguardi, le difese e gli scontri di tutti.
                                                                                                    Il testo di Campbell, così perfettamente
                                                                                               orchestrato, con un ritmo serratissimo e un
                                                                                               plot molto chiaro, ci ha permesso di cercare di
                                                                                               lavorare sui ritmi e sui silenzi quali momenti
                                                                                               privilegiati per la riflessione e il pensiero.

        APOLOGIA
                                                                                                    In una serata succede tutto, si riaprono
                                                                                               ferite, si rivivono ricordi. Si spalancano le
                                                                                               grandi domande che ci hanno interrogato
                                                                                               per tutto il lavoro: il possibile fallimento
                                                                                               delle rivolte studentesche del ‘68,
                                                                                               l’imborghesimento di chi ne faceva parte e
                                                                                               poi ancora domande sul consumismo e sulla
                                                                                               fede, sui rapporti umani, sul coltivare i propri
                                                                                               talenti e sulla relazione tra genitori e figli, cosa
                                                                                               si è lasciato loro in eredità di quel periodo.
                                                                                               Peter e Simon sono le due facce di una stessa
                                                                                               medaglia: è così che la figura del figlio prende
                                                                                               valore nello spettacolo, interpretata a sere
                                                                                               alterne dai due attori o dallo stesso attore in
                                                                                               un vero gioco teatrale, non fine a se stesso, ma
DI                                                                                             capace di raccontare in maniera sorprendente
ALEXI KAYE CAMPBELL
                                                                                               diversità e similitudini dei due ragazzi, feriti
TRADUZIONE                                                                                     in modo diverso e uguale.
MONICA CAPUANI
                                                                                                    Dentro queste grandi tematiche abbiamo
REGIA                                                                                          dovuto muoverci e dar vita a una situazione
ANDREA CHIODI                                                                                  privata, con il desiderio di renderla universale,
                                                                                               senza dare delle risposte ma raccontando
CENTRO TEATRALE BRESCIANO                                                                      l’eccezionalità che è l’umano quando si mette
TEATRO STABILE DI CATANIA
                                                                                               in ricerca. Tutto questo passando da Giotto,
                                                                                               quale vero artista rivoluzionario, che offre
                                                                                               a noi l’occasione di riguardare ai grandi
                                                                                               del passato per capire meglio come essere
                                                                                               artisti oggi, ripartendo dalle esigenze reali e
                                                                                               importanti che ci muovono».
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
25 FEBBRAIO/15 MARZO                     S A L A B AUSCH
                                                                                               3/8 MARZO     S A L A FA S S B I N D ER
                                                           mar–sab 19.30 / dom 15.30                                                     mar–sab 21.00 / dom 16.30

          Due monologhi                                                                        Destinatario sconosciuto
          di Alan Bennett
                                                                           UN PROGETTO
                                                                           DI E CON
                                                                           LUCA TORACCA

LUCA TORACCA prosegue la sua ricognizione del
teatro di Alan Bennett. Dopo i successi di Una
patatina nello zucchero (debutto del 2017) e
                                                                         25 FEBBRAIO/1 MARZO
                                                                                                                                         OLOCAUSTO
Aspettando il telegramma (del 2018), l’attore
                                                                           ASPETTANDO                                                    DI UN'AMICIZIA
propone un nuovo dittico che accosta a questo
                                                                           IL TELEGRAMMA
secondo testo un nuovo intenso monologo:
Un letto fra le lenticchie.
                                                                         3/15 M A R ZO
    In scena due personaggi femminili distanti,
                                                                           UN LETTO
ma ugualmente indimenticabili. Aspettando il                               FRA LE LENTICCHIE
telegramma vede protagonista Violet, un’anziana
novantacinquenne che vive in una casa di
riposo, con i suoi ricordi, le sue emozioni i suoi
rimpianti. Luca Toracca «commuove tutta la
platea con la sua bravura», ha scritto la testata
romana di cultura Il terzo news.
    Di temperamento diverso è invece Susan, la
protagonista di Un letto fra le lenticchie. «Voglio                                                                        Torna lo spettacolo che ha commosso molti spettatori nella
vivere la vita come voglio senza condizionamento                                                                           scorsa stagione, interpretato dal regista ROSARIO TEDESCO e
alcuno» potrebbe essere il suo manifesto.                                                                                  da NICOLA BORTOLOTTI, con la partecipazione del Coro di voci
Susan intende vivere al di là di quello che le                                                                             bianche “F. Gaffurio” del Conservatorio di musica Giuseppe
convenzioni sociali le imporrebbero in quanto                                                                              Verdi di Milano, diretto da Edoardo Cazzaniga. Il giovane coro
moglie di un vicario della chiesa anglicana.                                                                               esegue brani da Mozart, Hindemith e Weber, perché la musica
Afferma le sue convinzioni sociali e religiose                                                                             può raccontare meglio di mille parole ciò che resta ‘indicibile’.
combattendo contro i bacchettoni che la                                                        DI
circondano, portando avanti le sue istanze e il suo                                                                             Un progetto che ha replicato il successo del Vicario, firmato
                                                                                               KATHERINE                   dal regista più di 10 anni fa, portando nuovamente sul palco
modo di concepire la vita.                                                                     KRESSMANN-TAYLOR            i fatti che hanno travagliato l'Europa durante il nazismo.
    Il testo, come del resto i precedenti                                                                                  Qui l'attenzione si è rivolta alla fase che precede la Seconda
monologhi, gode della magistrale scrittura                                                     ADATTAMENTO E REGIA
                                                                                               ROSARIO TEDESCO             guerra mondiale quando, con l'ascesa di Hitler, le ombre si
di Alan Bennett che con leggerezza                                                                                         estendevano su un'intera nazione.
tratteggia personaggi ed ambiente creando                                                      TEATRO DELL’ELFO
un imprevedibile divertissement, lontano da                                                                                     «Ho scelto questo romanzo breve di K. Kressmann-Taylor,
qualsiasi esito superficiale o volgare. Una                                                                                Destinatario Sconosciuto, forse per il suo carattere privato,
scrittura acuminata, ironica e al tempo stesso                                                                             dapprima intimo e poi morboso. La grande amicizia che lega
commovente che offre a Luca Toracca la                                                                                     i due protagonisti e il suo progressivo disfarsi, come sintomo
possibilità di mostrarsi al pubblico in versioni                                                                           di una trasformazione – discesa agli inferi – dell’idea stessa di
nettamente diverse, nel suo modo d’essere                                                                                  umanità, valori, cultura. Ed è sorprendente come un testo breve
attore e nella sua capacità di identificarsi nei                                                                           riesca così bene a illuminare e dissolvere gli enigmi della Storia.
personaggi. Con quest’ultimo lavoro vuole                                                                                       Fin dalla prima lettura ho voluto che la ‘partita a scacchi’
in qualche modo omaggiare la donna, che in                                                                                 che si gioca tra i due protagonisti avesse un contrappunto
questi tempi di oscurantismo è sempre più                                                                                  musicale – non un accompagnamento, ma una struttura che si
frequentemente oggetto di violenze e soprusi.                                                                              intrecci al testo stesso».
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
10/15 MARZO         S A L A FA S S B I N D ER
                                                                                         17/29 MARZO              S A L A B AUSCH
                                                mar-sab 21.00 / dom 16.30                                                           mar-sab 19.30 / dom 15.30

                                                                                         Cercivento                                                         L’ultima notte
                                                                                                                                                            di due condannati
                                                                                                      DI CARLO TOLAZZI
                                                                                                                                                            a morte
                                                                                                      UNO SPETTACOLO DI
                                                                                                      RICCARDO MARANZANA                                    Due alpini della Grande Guerra,
                                                                                                      E MASSIMO SOMAGLINO                                   incriminati sotto la disonorevole
                                                                                                      TEATRO DELL’ELFO                                      accusa di insubordinazione
                                                                                                                                                            agli ordini, sono rinchiusi
                                                                                                                                                            nella sagrestia di una chiesa
                                                                                                                                                            tristemente riconvertita in
                                                                                                                                                            prigione, sospesi nell’attesa

          Farfalle
                                                                                                                                                            del proprio destino che di lì ad
                                                                                                                                                            un’ora sarà di morte.
                                                                                                                                                                ALESSANDRO MAIONE e FILIPPO
                                                                                                                                                            QUEZEL sono i nuovi interpreti
                                                                                                                                                            di questo delicato intrecciarsi
                                                                                                                                                            di sentimenti – rabbia,
                                                                                                                                                            paura, ricordi, umiliazione,
Una favola nera       Un gioco divertente, ironico e crudele. Un legame che non può
                      essere spezzato. Una madre suicida da lasciarsi alle spalle.
                                                                                                                                                            disperazione, speranza – in
                                                                                                                                                            un’altalena di umana pietà.
                      Un padre assente che appare solo per creare problemi.
                                                                                                                                                            Due esistenze destinate a essere
                      Un matrimonio combinato «perché è una cosa vintage».
                                                                                                                                                            cancellate dall’insensatezza e
                      La lontananza. Le scoperte. Diventare adulte.
                                                                                                                                                            dall’ottusità della guerra e dei
                          Due sorelle ormai lontane che raccontano la loro storia:                                                                          suoi macabri profeti, militari
                      «Io e mia sorella non siamo cretine come le nostre coetanee.                                                                          incompetenti e ubriachi solo
                      Tutte sciacquette fatte con lo stampino che si credono                                                                                di retorica.
TESTO E REGIA         speciali. Se parlate con loro vi diranno che sono complicate,
EMANUELE                                                                                                                                                        Lo spunto riprende
                      imprevedibili e un po’ matte, sensibili ma anche un po’ stronze,
ALDROVANDI                                                                                                                                                  liberamente la storica condanna
                      estroverse ma introverse, simpatiche ma snob, tenere, bizzarre,
                                                                                                                                                            che portò a decine di anni di
                      sensibili e stravaganti, in ogni caso diverse da come ve le
ASSOCIAZIONE                                                                                                                                                reclusione molti alpini del 109°
TEATRALE AUTORI VIVI, eravate immaginate, con un carattere particolare, difficili da                                                                        Battaglione Monte Arvenis e, per
ERT - EMILA ROMAGNA conoscere davvero, uniche...».                                                                                                          quattro di essi, all’esemplarità
TEATRO FONDAZIONE,        BRUNA ROSSI e GIORGIA SENESI danno vita alle inquietanti                                                                          dell’esecuzione capitale per
TEATRO DELL’ELFO      protagoniste di questa favola surreale che si dipana fra Milano,                                                                      fucilazione il 1° luglio 1916,
                      Palermo e New York. Farfalle ha vinto nel 2015 il Premio                                                                              dietro il cimitero di Cercivento
                      Hystrio (ed è stato pubblicato sulla rivista omonima) per la sua   È uno spazio metaforico, delimitato da piccoli oggetti –           in Friuli. Rei tutti di ‘rivolta in
                      tessitura drammaturgica «capace di mantenere alta l’attenzione,    candele, statuette votive della madonna, scarponi, fotografie,     presenza del nemico’ quando
                      ma anche di emozionare con barlumi di poesia. Per la bellezza di   lettere, libriccini di preghiere, borracce e bottiglie – povero    invece il rifiuto a conquistare la
                      due personaggi femminili credibili, a tuttotondo, sapientemente    riassunto di una vita e dei suoi affetti. All’interno Basilio e    cima est della Creta di Collinetta
                      tratteggiati con gusto contemporaneo. Ma anche per un realismo     Angelo rivivono nella loro ultima disperata notte l’episodio che   era motivato soltanto dalla
                      un po’ magico che lo trasforma in una curiosa favola nera».        li ha condannati.                                                  lucida consapevolezza che quello
                      Nel 2016 si è aggiudicato anche il Mario Fratti Award.                                                                                sarebbe stato un inutile suicidio
                                                                                         MARIO BRANDOLIN
                          Premi tutti meritati da EMANUELE ALDROVANDI, giovane           Messaggero Veneto                                                  e che altre vie – ben note a
                      e talentuoso autore che qui si mette alla prova anche come                                                                            quei militari esperti di monti –
                      regista.                                                                                                                              avrebbero potuto essere tentate.
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
13 MARZO/9 APRILE     SALA SHAKESPEARE
                                                                                            Il generale Dietrich von Choltitz,
                                                                                            governatore di Parigi durante
                                         mar-sab 20.30 / dom 16.00
				                                                                                        l’occupazione nazista e il console
                                                                                            svedese Raoul Nordling, nella notte tra
                                                                                            il 24 e il 25 agosto 1944 si fronteggiano
                                                                                            in uno scontro verbale senza esclusione
                                                                                            di colpi.
                                                                                                 Il militare tedesco ha ricevuto da
                                                                                            Hitler l’ordine perentorio di radere
                                                                                            al suolo la città e sterminare i suoi
                                                                                            abitanti prima della ritirata e il console
                                                                                            usa tutta la sua capacità dialettica e
                                                                                            astuzia diplomatica per convincerlo a
                                                                                            disobbedire all’ordine del führer.
                                                                                                 Sono due ruoli perfetti per ELIO
                                                                                            DE CAPITANI e FERDINANDO BRUNI –
                                                                                            rispettivamente nei panni del generale
                                                                                            e del diplomatico svedese – che
                                                                                            tornano a ‘sfidarsi’ sul palco, dopo
                                                                                            il confronto/scontro che li aveva
                                                                     BRUNI VS DE CAPITANI   visti protagonisti di Frost/Nixon e
                                                                                            dopo quello del Vizio dell’arte. Con
                                                                     PER SALVARE PARIGI     loro in scena anche Michele Radice,

       Diplomazia
                                                                                            Alessandro Savarese, Simon Waldvogel.
                                                                                                 Diplomatie ha debuttato nel 2011
                                                                                            al Théâtre de la Madeleine di Parigi,
                                                                                            interpretato da Niels Arestrup e André
                                                                                            Dussollier, ed è stato poi portato
                                                                                            sugli schermi nel 2014 dal regista
                                                                                            Volker Schlöndorff e dagli stessi due
                                                                                            formidabili attori. Il film ha vinto
                                                                                            il premio César 2015 per il miglior
                                                                                            adattamento cinematografico e il
                                                                                            premio come miglior sceneggiatura
                                                                                            al Festival di Shanghai.
                                                                                                 Il testo del drammaturgo francese
                                                                                            Ciril Gely (1968) delinea due bellissimi
                                                                                            personaggi teatrali e offre ai registi
DI                                                                                          dell’Elfo Elio De Capitani e FRANCESCO
CYRIL GELY                                                                                  FRONGIA la materia viva per un nuovo
TRADUZIONE                                                                                  affondo nella storia del ‘secolo
MONICA CAPUANI                                                                              breve’. Sarà un’ulteriore verifica delle
                                                                                            potenzialità del teatro che sa rendere
UNO SPETTACOLO DI                                                                           palpitante il nostro passato recente,
ELIO DE CAPITANI                                                                            trasformando la Storia in un racconto
E FRANCESCO FRONGIA
                                                                                            epico ed emozionante nel quale
TEATRO DELL’ELFO                                                                            affondano le radici della nostra società.
LAC LUGANO ARTE E CULTURA                                                                       Libertà, destino e responsabilità
TEATRO STABILE DI CATANIA                                                                   individuali: grandi temi di ieri e di oggi
                                                                                            che sul palcoscenico s’illuminano di
                                                                                            tutta la loro attualità.
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
20 MARZO/9 APRILE    SALA FASSBINDER
                                                                                     Joyce Carol Oates è una scrittrice americana conosciuta
                                                                                     in Italia per i romanzi e i racconti, ma ancora poco nota
                                       mar-sab 21.00 / dom 16.30
                                                                                     come drammaturga. FRANCESCO FRONGIA ha diretto il
                                                                                     suo Dissonanze nel 2010 e L’eclisse nel 2016, spettacolo
                                                                                     che torna quest’anno in scena con lo stesso incisivo cast
                                                                                     del debutto: IDA MARINELLI ed ELENA GHIAUROV nei ruoli
                                                                                     principali, insieme a CINZIA SPANÒ e OSVALDO ROLDAN.
                                                                                          «Un testo commovente, caustico e divertente», spiega
                                                                                     il regista, «che racconta di una madre e di una figlia

LECLISSE
 ’
                                                                                     che imparano quanto è difficile vivere insieme. Le due
                                                                                     donne si affrontano e si sfidano, divise dalle differenze
                                                                                     generazionali e dalle scelte personali».
                                                                                          Già dal loro apparire in scena, al ritorno dalla spesa,
                                                                                     rivelano una quotidianità segnata da tensioni e inquietanti
                                                                                     zone d’ombra. Muriel è una stravagante e un po’ sinistra ex
                                                                                     professoressa di scienze e Stephanie, sua figlia, un’attivista
                                                                                     che lotta per la formazione di un partito politico
                                                                                     femminile.
                                                                   Madre e figlia:        «In questo contesto segnato da percezioni divergenti
                                                                   così vicine,      si muove L’eclisse», prosegue Frongia, «per raccontare il
                                                                                     passaggio dalla luce all’ombra nella mente umana. Muriel
                                                                   così lontane      e Stephanie vengono travolte dal destino che le lega l’una
                                                                                     all’altra in un rapporto vittima-carnefice creato dalla
                                                                                     dipendenza affettiva. E ogni battuta del testo diventa
                                                                                     duplice: attrazione/repulsione, buio/luce, amore/odio,
                                                                                     panico/serenità».

                                                                                     Francesco Frongia, nella sua rilettura, è bravo a cogliere
                                                                                     l’ambiguità di fondo. Evita le scorciatoie, la struttura protetta
                                                                                     del thriller, e si concentra, con obiettività e sospendendo il
                                                                                     giudizio, su quanto è più difficile da raccontare, il rapporto
                                                                                     quotidiano tra le protagoniste. Ma, allo stesso tempo,
                                                                                     lasciando intendere che qualcosa, dietro le parole, stride. Con
                                                                                     la metafora del pugilato, il salotto-ring, sospeso nel vuoto. Le
                                                                                     note del pianoforte che scendono a commentare i momenti
                                                                                     topici, le epifanie; la calibratura attenta dei pieni e dei vuoti, i
                                                                                     silenzi; il vago oscillare tra il buio e la luce, i quadri di Ferdinando
                                                                                     Bruni alle pareti, che rappresentano l’eclisse. Piccoli segni che
                                                                                     non invadono il campo e mai intaccano la sostanza umana di
                                                                                     cui è intessuta la pièce, piuttosto aiutando a darle un senso
                                                                                     ‘altro’, un respiro maggiore, una direzione.
      DI                                                                             Antitetiche all’apparenza, sole e fragili, profondamente
      JOYCE CAROL OATES                                                              contraddittorie, col sentimento del passato che incombe e
                                                                                     una mai nascosta speranza nel futuro, meravigliosamente
      REGIA                                                                          interpretate dalle due attrici, le due donne acquistano, così, la
      FRANCESCO FRONGIA
                                                                                     statura di icone di una condizione umana. Personaggi a tutto
      TEATRO DELL’ELFO                                                               tondo in cui è nascosta una scommessa, una verità. Cui noi ci
                                                                                     affezioniamo e che osserviamo piano, in punta di piedi e senza
                                                                                     fare rumore, dal buco della serratura evocato dalla scenografia.
                                                                                     ROBERTO RIZZENTE
                                                                                     Hystrio
L'elfo NUMERO 13 DA FEBBRAIO A GIUGNO 2020 - Elfo Puccini
14/30 APRILE    SALA SHAKESPEARE
                                                                                Dal celebre romanzo di Mark Haddon
                                   mar–sab 20.30 / dom 16.00                    all’intelligente riscrittura per il teatro di Simon
                                                                                Stephens: questo successo si è rinnovato anche
                                                                                sulle scene italiane grazie all’allestimento di
                                                                                FERDINANDO BRUNI ed ELIO DE CAPITANI. E grazie a
                                                                                uno splendido gruppo di interpreti: DANIELE FEDELI,
                                                                                Davide Lorino, Elena Russo Arman, Ginestra
                                                                                Paladino, Corinna Agustoni, Cristina Crippa,
                                                                                Marco Bonadei, Alessandro Mor, Nicola Stravalaci,
                                                                                Debora Zuin.
                                                               UN ECCEZIONALE        Lo spettacolo più visto nella storia dell’Elfo
                                                               PROTAGONISTA,    (oltre 20.000 presenze) torna in scena per
                                                               UNA SPECIE       raccontare la storia di Christopher, un
                                                                                quindicenne che decide di indagare sulla morte
                                                               DI PINOCCHIO     di Wellington, il cane della vicina. Il protagonista
                                                               DEL 2000         capisce subito di trovarsi davanti a uno di quei
                                                                                misteri che il suo eroe Sherlock Holmes saprebbe
                                                                                risolvere, perciò incomincia a scrivere un libro
                                                                                mettendo insieme gli indizi del caso dal suo punto
                                                                                di vista. E il suo punto di vista è davvero speciale.
                                                                                Perché Christopher ha un disturbo dello spettro
                                                                                autistico che rende complicato il suo rapporto
                                                                                con il mondo. Odia essere toccato, odia il giallo e
                                                                                il marrone, si arrabbia se i mobili di casa vengono
                                                                                spostati, non riesce a interpretare l'espressione
                                                                                del viso degli altri... Scrivendo il suo libro,
                                                                                Christopher inizia a far luce su un mistero ben più
                                                                                importante di quello del cane. Come è morta sua

         Lo strano caso
                                                                                madre? Perché suo padre non vuole che lui faccia
                                                                                troppe domande ai vicini?
                                                                                Poiché queste sue gesta sono ricostruite attraverso

         del cane ucciso
                                                                                il resoconto che è stato invitato a scrivere da una sua
                                                                                insegnante, il tema delle pagine, dei fogli bianchi che
                                                                                si riempiono delle sue fantasie è il filo conduttore

         a mezzanotte
                                                                                dell’intero allestimento. Nella scena di Andrea Taddei,
                                                                                dove tutto è chiaro, privo di colore, spicca solo la felpa
                                                                                rossa del protagonista, l’unica presenza concreta
                                                                                in un mondo irreale. Ad accentuare questo sfondo
                                                                                dolcemente visionario ci sono i bellissimi disegni
                                                                                - proiettati su tre schermi - di Ferdinando Bruni, le
DI                                                                              video animazioni di Francesco Frongia, le maschere
SIMON STEPHENS                                                                  spettrali che trasformano tutti i personaggi del viaggio
DAL ROMANZO DI                                                                  londinese in creature oniriche. Ma a rendere credibile
MARK HADDON                                                                     e appassionante la proposta è in special modo il
TRADUZIONE                                                                      magnifico exploit attorale del giovane Daniele Fedeli,
EMANUELE ALDROVANDI                                                             che, al centro di un’interpretazione corale, crea un
                                                                                impressionante ordito di piccoli gesti sconnessi, di
REGIA
FERDINANDO BRUNI                                                                intonazioni stralunate, di atteggiamenti maniacali. Ha
E ELIO DE CAPITANI                                                              ventiquattro anni, ma è difficile non scambiarlo per un
                                                                                vero adolescente disturbato.
TEATRO DELL’ELFO                                                                RENATO PALAZZI
TEATRO STABILE DI TORINO                                                        Il sole 24 ore
28 APRILE/17 MAGGIO    SALA FASSBINDER
                                         mar-sab 21.00 / dom 16.30

                                                                     ‘La musica è cambiata’ non è solo un modo di
                                                                     dire. Il mondo è cambiato, così come il mercato.
                                                                     Ma sono cambiati anche gli uomini, sono
                                                                     cambiati i loro bisogni di esprimersi attraverso

        Robert
                                                                     l’arte, la poesia, la musica.
                                                                          Cosa determina il bisogno vitale di un
                                                                     artista di esprimersi? Intorno a questa domanda
                                                                     FRANCESCO FRONGIA ha chiesto a Emanuele

        e Patti
                                                                     Aldrovandi di interrogarsi e di scrivere un testo
                                                                     su misura per IDA MARINELLI, ANGELO DI GENIO e
                                                                     LORIS FABIANI.
                                                                          «Robert e Patti – spiega il regista – racconta
                                                                     il percorso di un’artista che non ha conosciuto
                                                                     il successo ma che non riesce a rinunciare alla
                                                                     sua arte e al ricordo del suo amore. I personaggi
                                                                     hanno lo stesso nome di Robert Mapplethorpe
                                                                     e Patti Smith, hanno sfiorato le stesse persone,
                                                                     vissuto negli stessi luoghi, ma non sono
DI                                                                   riusciti a diventare altrettanto famosi. E poi:
EMANUELE ALDROVANDI                                                  cosa significa diventare famosi? Famosi per
                                                                     chi, quanto bisogna essere famosi per essere
UNO SPETTACOLO DI                                                    famosi davvero? Andy Warhol prediceva che
FRANCESCO FRONGIA                                                    nel futuro tutti avremmo avuto quindici minuti
                                                                     di notorietà. Nello spettacolo l’agente musicale
TEATRO DELL'ELFO                                                     vende questa notorietà surrogata e cerca di
                                                                     convincere la nostra Patti ad esibirsi in club
                                                                     improbabili imitando Patti Smith. Ma l’anima
                                                                     di una vera artista non è mai in vendita, anche
                                                                     se naturalmente ha bisogno di qualcuno che
                                                                     la ascolti, perché gli artisti dialogano con la
                                                                     nostra coscienza, cercando di ricreare un mondo
                                                                     costruito sulla bellezza, sulla verità e non sul
                                                                     denaro. Robert e Patti ci trascina in un vortice di
                                                                     sentimenti, un viaggio nel mondo della musica
                                                                     alternativa in compagnia degli ultimi sognatori
                                                                     ‘duri e puri’ per cui ‘essere’ è più importante che
                      LA MUSICA                                      ‘apparire’. Una lezione di vita, oltre che di storia
                      È CAMBIATA                                     contemporanea, in cui la New York degli anni
                                                                     Settanta si confronta con il mondo di oggi. Uno
                                                                     spettacolo rock nel suo impianto scenico che
                                                                     ci trasporta in uno scalcinato loft newyorchese
                                                                     che diventa la porta per un’altra dimensione di
                                                                     spazio e di tempo.
                                                                          La musica oggi ha smesso di funzionare come
                                                                     ‘agente predittivo’ di cambiamenti più ampi.
                                                                     Perché? Cosa è cambiato? Davvero non esiste
                                                                     nessuna alternativa a questo modello di società?
                                                                     E se fosse l’arte che può aiutarci a cambiare il
                                                                     mondo?».
5/10 MAGGIO       SALA SHAKESPEARE
                                                                               Uno spettacolo ispirato ai testi di Eraclito,
                                                                               Omero, Eschilo, Sofocle ed Euripide, all’Antico e
                                     mar-sab 20.30 / dom 16.00
                                                                               Nuovo Testamento, a Friedrich Nietzsche, René
                                                                               Girard, Giuseppe Fornari, per indagare sull’uso
                                                                               della violenza, sia a livello macroscopico sia nel
                                                                               microcosmo familiare.
                                                                                   «Nella sua continua evoluzione tecnologica
                                                                               e scientifica la nostra specie non ha mai fatto a
                                                                               meno delle guerre, del sangue, della sopraffazione.
                                                                               Perché?», si chiede il regista CARMELO RIFICI. «Ancora
                                                                               oggi gli uomini cedono alla violenza, non trovano
                                                                               altro modo per combatterla se non usandola a loro
                                                                               volta, sempre in nome di un padre da vendicare, di un
                                                                               territorio da difendere, di un Dio da obbedire.
                                                                 Un simposio       In una sala prove, attori e pubblico insieme ad
                                                                 tra attori,   un regista e ad una drammaturga riprendono il Mito
                                                                 tecnici e     degli Atridi, partendo dal testo di Euripide, Ifigenia
                                                                               in Aulide. In realtà è solo un pretesto per portare alla
                                                                 spettatori    luce l’intuizione segreta di Euripide: l’eroe greco non
                                                                               è colpevole, colpevole è la folla che ha bisogno di un
                                                                               colpevole. Schiacciata dal volere paterno, contagiata
                                                                               dalla follia della folla, Ifigenia sembra non poter
                                                                               uscire da un destino senza speranza in cui solo il
                                                                               sangue di un innocente può placare la violenza del

            IFIGENIA, LIB ERATA
                                                                               popolo. Sul modello del simposio platonico, attori,
                                                                               tecnici e spettatori si ritrovano a discutere sul
                                                                               sacrificio, portando differenti teorie, tentativi
                                                                               di analisi».
                                                                               L’autentico nucleo dello spettacolo è una labirintica
                                                                               discesa nell’universo oscuro del sacrifico umano, del
                                                                               capro espiatorio quale emblema di un bisogno primordiale
                                                                               della folla di essere placata attraverso un tributo di
                                                                               sangue. A questo punto i due autori hanno intrapreso un
                                                                               denso percorso che spazia da Eraclito e Platone all’Antico
                                                                               Testamento, da Nietzsche a René Girard e al suo studioso
                                                                               italiano Giuseppe Fornari. Quella che ne è venuta fuori
                                                                               è una sorta di messinscena in divenire, una costruzione
                                                                               teatrale ‘a vista’ dove spezzoni dell’antico mito diventano
                                                                               strumenti di indagine e pretesti per il confronto delle idee.
                                                                               RENATO PALAZZI
                                                                               Sole 24 ore
PROGETTO E DRAMMATURGIA DI                                                     Disegnando attraverso l’interpretazione del testo una
ANGELA DEMATTÈ                                                                 sorta di polifonico monologo interiore della tragedia – uno
E CARMELO RIFICI                                                               dei possibili – Rifici rende la fluidità e la complessità del
                                                                               pensiero mettendo in scena, con inventiva, una prova
REGIA
CARMELO RIFICI                                                                 dello spettacolo, con il regista dalla dolce intransigenza di
                                                                               Tindaro Granata e la puntuta drammaturga di Mariangela
LUGANOINSCENA                                                                  Granelli che intervengono, pongono domande, sollevano
IN COPRODUZIONE CON                                                            dubbi.
LAC LUGANO ARTE E CULTURA
PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA                                     MAGDA POLI
AZIMUT                                                                         Corriere della Sera
teatro               11/23 FEBBRAIO
                     ALESSANDRO BERGONZONI

                     Trascendi e sali
                                                     13 MARZO/9 APRILE
                                                     FERDINANDO BRUNI
                                                     ELIO DE CAPITANI
                                                                                 12/17 MAGGIO
                                                                                 DANIELE RUSSO

                                                                                 Fronte del porto
elfo                 11/16 FEBBRAIO
                                                     Diplomazia
                                                     DI CYRIL GELY
                                                                                 DI BUDD SCHULBERG
                                                                                 REGIA ALESSANDRO GASSMANN

puccini              TOMMASO AMADIO

                     Sospetti (sus)
                                                     REGIA DE CAPITANI/FRONGIA

                                                     17/29 MARZO
                                                                                 19/24 MAGGIO
                                                                                 ANNA GUALDO
                     DI BARRIE KEEFFE                                            LILIANA LAERA
                     REGIA BRUNO FORNASARI           Cercivento
                                                     DI RICCARDO MARANZANA
                                                                                 Easy to remember
                     11 FEBBRAIO/1 MARZO             MASSIMO SOMAGLINO           DI RICCI/FORTE
                     FERDINANDO BRUNI
                                                     20 MARZO/9 APRILE           19/24 MAGGIO
                     Verso Tebe                      IDA MARINELLI               MILVIA MARIGLIANO
                     variazioni su Edipo             ELENA GHIAUROV
                     REGIA BRUNI/FRONGIA
                                                     CINZIA SPANÒ                Alda. Diario
                                                     L’eclisse                   di una diversa
                     18/23 FEBBRAIO                  DI JOYCE CAROL OATES        DA ALDA MERINI
                     RUGGERO CAPPUCCIO               REGIA FRANCESCO FRONGIA     REGIA GIORGIO GALLIONE
                     Paolo Borsellino.
                                                     14/30 APRILE
                     Essendo Stato                   DANIELE FEDELI
                                                                                 19/24 MAGGIO
                                                                                 COMPAGNIA OYES
                                                     ELENA RUSSO ARMAN
                     22 E 29 FEBBRAIO
                                                     Lo strano caso              Vania
                     UMBERTO PETRANCA                                            DA ANTON ČECHOV
                     Generico utilité                del cane ucciso
                     REGIA CHIARA CALLEGARI
                                                     a mezzanotte                3/7 GIUGNO
                                                     DI SIMON STEPHENS           FATTORIA VITTADINI

                     25 FEBBRAIO/1 MARZO
                                                     REGIA BRUNI/DE CAPITANI
                                                                                 iLove+Omòs
                     ELISABETTA POZZI
                                                     14/19 APRILE
                     Apologia                        GABRIELLA GREISON
                                                                                 5/21 GIUGNO
                                                                                 ELENA RUSSO ARMAN
                     DI ALEXI KAYE CAMPBELL
                     REGIA ANDREA CHIODI
                                                     Einstein & me               Harper Regan
                                                     REGIA CINZIA SPANÒ          Due giorni nella vita di una donna
                     25 FEBBRAIO/15 MARZO                                        DI SIMON STEPHENS
                     LUCA TORACCA                    28 APRILE/17 MAGGIO         REGIA ELIO DE CAPITANI
                                                     IDA MARINELLI
                     Aspettando il telegramma        ANGELO DI GENIO
                                                     LORIS FABIANI               8/12 GIUGNO
                     (25 FEB/1 MAR)
                                                                                 BANDA OSIRIS, TELMO PIEVANI
                     Un letto fra le lenticchie      Robert e Patti              Aquadueo
                     (3/15 MARZO)                    DI EMANUELE ALDROVANDI
                     DI ALAN BENNETT                 REGIA FRANCESCO FRONGIA
                                                                                 16/19 GIUGNO
                                                                                 ATIR
                     3/8 MARZO                       5/10 MAGGIO
                     Destinatario sconosciuto        Ifigenia, liberata          Italia anni dieci
                                                                                 DI EDOARDO ERBA
                     DI KATHERINE KRESSMANN-TAYLOR   DI ANGELA DEMATTÈ           REGIA SERENA SINIGAGLIA
                     REGIA ROSARIO TEDESCO           CARMELO RIFICI
                                                     REGIA CARMELO RIFICI
FEBBR AIO - GIUGNO                                                               16/20 GIUGNO
                     10/15 MARZO                                                 CORRADO ACCORDINO
                                                     5/10 MAGGIO
                     Farfalle                                                    Munch
                     DI EMANUELE ALDROVANDI
                                                     L’incidente è chiuso
                                                     MENOVENTI
La cronaca è il tentativo di raccontare un fatto accaduto
secondo la successione cronologica, cercando di non
dare un’interpretazione critica degli eventi. Ma la realtà,
parafrasando Wilde, raramente è pura e non è mai semplice.
     A teatro il tentativo di descrivere i fatti porta a risultati
imprevisti. Ci si può trovare in fondo a un pozzo alla cui
fine non troviamo un coniglio bianco ma un bambino
intrappolato. E Nuove storie 2020 parte da qui: Alfredino -
l’Italia in fondo al pozzo racconta il momento preciso in cui
i mezzi di informazione italiani sono cambiati e ci hanno
trasformati da normali spettatori a morbosi voyeur. Un
evento è significativo perché ci permette di avviare una
riflessione su cosa siamo diventati.
     Guardare dentro il buco nero dell’informazione, riflettere
sui meccanismi che ci spingono a discutere ossessivamente
di vite che non sono le nostre, ricercare informazioni che
ci servono per conoscere la realtà, ma da cui non riusciamo
a ottenere risposte, sono i motivi della scelta dei titoli
dell’edizione 2020.
     Viviamo in un mondo in cui il percepito è più forte del
reale. La realtà si trasforma attraverso quello che ci viene
raccontato o attraverso come ci viene raccontato? Quando
un fatto di cronaca viene usato dai mezzi di informazione a
fini spettacolari possiamo dire di rimanere obiettivi? A volte
esprimiamo giudizi su vicende che non conosciamo fino in
fondo e in questo modo partecipiamo al rumore di fondo
creato ad hoc per non farci capire. Dimentichiamo che dietro
al fatto di cronaca ci sono delle persone reali, delle storie e
dei dolori che appartengono a degli esseri feriti.
     Nuove storie 2020 non tratterà i fatti di cronaca con
modellini e ricostruzioni ossessive aumentando quel
sovraccarico di informazione tipico della nostra epoca.
Vogliamo provare a ricostruire un volto, a restituire
l’umanità rimasta celata dietro quelle storie e attraverso
queste trovare una pacificazione.
     La cronaca diventa uno studio sulle tragedie che
avvengono nel mondo e il teatro, con i suoi spettatori,
diventa il coro, la comunità che comprende il senso della
tragedia e partecipa alla cura delle ferite.
31 MARZO/5 APRILE                 S A L A B AUSCH
                                                                                                         12/17 MAGGIO           S A L A B AUSCH
                                                      mar-sab 19.30 / dom 15.30                                                                    mar-sab 19.30 / dom 15.30

                               ALFREDINO                                                                                   L’EFFETTO CHE FA
                  L’ITALIA IN FONDO A UN POZZO                                                           SCRITTO E DIRETTO DA GIOVANNI
                                                                                                         FRANCI
                                                                                                         CON VALERIO DI BENEDETTO
                                                                                                                                                   Giovanni Franci porta in scena uno dei casi di cronaca
                                                                                                                                                   più spaventosi degli ultimi anni: l’omicidio Varani.
                                                                                                                                                   Manuel è un ragazzo di 29 anni, studente fuoricorso
DI E CON FABIO BANFO              Uno spettacolo che è al contempo narrazione e                          RICCARDO PIERETTI                         di giurisprudenza. Marco è un ragazzo di 30 anni,
REGIA SERENA PIAZZA               rappresentazione, cronaca giornalistica e poesia. È lo                 FABIO VASCO
                                                                                                                                                   laureato con master all’estero. Nell’appartamento di
EFFETTO MORGANA                   specchio dell’Italia degli anni ’80 ma soprattutto è il ricordo        FONDAMENTA TEATRO E TEATRI
                                                                                                                                                   Manuel, nella periferia romana, i carabinieri trovano il
CENTRO TEATRALE MAMIMÒ            commosso di un bambino che tutti sono stati convinti fino                                                        corpo massacrato di un ragazzo di 23 anni, Luca.
                                  all’ultimo si sarebbe salvato. Alfredino racconta la tragica
                                                                                                                                                        Manuel e Marco dichiarano di aver attirato la
                                  vicenda del piccolo Alfredo Rampi, precipitato il 10 giugno
                                                                                                                                                   vittima in quell’appartamento promettendogli soldi
                                  1981 in un pozzo artesiano di 80 metri nelle campagne di
                                                                                                                                                   e cocaina in cambio di prestazioni sessuali. Manuel
                                  Vermicino, e dei disperati tentativi di salvarlo nei tre
                                                                                                                                                   e Marco dichiarano di aver attirato la vittima in
                                  giorni successivi.
                                                                                                                                                   quell’appartamento perché avevano intenzione di
                                       Una storia che ha sconvolto l’intero Paese con la prima                                                     fare del male a qualcuno. Manuel e Marco dichiarano
                                  diretta televisiva non stop a reti unificate a coprire un                                                        di aver torturato Luca fino alla morte, sopraggiunta
                                  caso di cronaca, un evento mediatico che avrebbe dovuto                                                          soltanto dopo due ore di sevizie indicibili,
                                  documentare una storia a lieto fine e che alla fine si è                                                         semplicemente perché avevano voglia di vedere
                                  trasformato in uno shock collettivo nazionale.                                                                   l’effetto che fa.

21/26 APRILE           S A L A B AUSCH
                                                                                                         26/31 MAGGIO            S A L A B AUSCH
                                         mar-sab 19.30 / dom 15.30                                                                                 mar-sab 19.30 / dom 15.30

SCRITTO E DIRETTO
                                            LIFE         Due storie che hanno segnato l’immaginario
                                                                                                                  CIRCEO, IL MASSACRO
                                                                                                         DI ELISA CASSERI E FILIPPO RENDA          Il 29 settembre 1975 il ventenne di buona famiglia
DA EMILIANO BRIOSCHI                                collettivo di un’epoca. Sono stati anni di           REGIA FILIPPO RENDA                       Angelo Izzo, insieme ad Andrea Ghira e Gianni Guido,
CON EMILIANO BRIOSCHI                               grandi ideali gli anni in cui hanno vissuto          CON MICHELE DI GIACOMO                    sequestra due coetanee e le sevizia, rendendosi
E CINZIA SPANÒ                                      Ulrike Meinhof e Roberto Peci. Anni che              ALICE SPISA, ARIANNA PRIMAVERA            protagonista del famigerato massacro del Circeo: un
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA                          hanno generato movimenti, sogni, delusioni           LUCA MAMMOLI                              crimine che scuote l’opinione pubblica e scatena una
PRIMA NAZIONALE                                     e infine, enormi violenze. Ulrike Meinhof            TEATRO DELLE DONNE /IDIOT SAVANT          delle prime decise reazioni del movimento femminista.
                                                    è tra i fondatori della RAF – Rote Armee                                                       Il caso pone le basi affinché lo stupro si trasformi da
                                                    Fraktion – gruppo terroristico responsabile                                                    reato contro la morale a reato contro la persona.
                                                    dei più eclatanti attacchi allo stato tedesco.                                                      Renda sceglie di non portare in scena i fatti
                                                    Roberto Peci viene sequestrato, imprigionato e                                                 ma di evocarli attraverso un’altra storia: “Circeo
                                                    condannato a morte dalle Brigate Rosse. La sua                                                 ci mostra in modo efficace come i meccanismi
                                                    condanna a morte è la prima, in Italia, a essere                                               della violenza crescano nelle crepe delle tensioni
                                                    ripresa da una telecamera.                                                                     relazionali, si nutrano dei rapporti di forza che tutti
                                                         Life vuole soffermarsi sulla sorte di un                                                  noi instauriamo più o meno consapevolmente nella
                                                    uomo e di una donna. Vuole dirci chi erano,                                                    nostra quotidianità, e capovolgano spesso la nostra
                                                    cosa volevano e in che modo sono state straziate                                               definizione di vittima. E ci ricorda, soprattutto, come
                                                    le loro esistenze. Vuole raccontarci, soprattutto,                                             gli ingranaggi del massacro prevedano sempre un
                                                    gli ultimi istanti della loro vita.                                                            complice-spettatore”.
8/11 GIUGNO           S A L A B AUSCH
                                                                                                      14/19 APRILE          SALA BAUSCH
                                        mar-sab 19.30 / dom 15.30                                                                               mar-sab 19.30 / dom 15.30

                     SONO SOLO NELLA                                                                              EINSTEIN & ME
                                                                                                                                                                                 DI E CON
                                                                                                                                                                                 GABRIELLA GREISON
                                                                                                                                                                                 REGIA CINZIA SPANÒ

DRAMMATURGIA
                     STANZA ACCANTO                                                                   GABRIELLA GREISON è una fisica e una scrittrice. Pubblica romanzi che spesso diventano
                                                                                                      monologhi teatrali: Einstein e io, edito da Salani nel 2018, è diventato uno spettacolo nel quale
                                                                                                      la Greison veste i panni di Mileva Maric, fisica anche lei e prima moglie di Albert Einstein.
                               Il 23 febbraio 2018 il diciassettenne Michele Ruffino si getta
TOBIA ROSSI                    da un ponte nei pressi di Torino. Il ragazzo, affetto da una lieve         «La storia delle donne nella scienza non è stata ancora scritta», ha detto Vera Rubin,
REGIA                          disabilità fisica, veniva definito dai compagni di scuola ‘storpio’,   una delle più grandi scienziate contemporanee. «Perché le donne non hanno ancora
GIACOMO FERRAÙ                 ‘zoppo’, ‘sfigato’. Le umiliazioni, le continue vessazioni, le         imparato ad apprezzare le loro lotte, non sanno festeggiare la loro forza, e quindi
CON EDOARDO BARBONE            torture psicologiche hanno alimentato le fiamme del palazzo            comprendere il loro dolore».
E EUGENIO FEA
                               della sua esistenza, fino a renderlo invivibile.                           La Greison di questa frase ha fatto un prezioso insegnamento: è arrivato il momento di
COMPAGNIA CATERPILLAR                                                                                 capire quale è stato il percorso delle donne nella fisica. Ed è con questo spirito che ha deciso
CON IL SOSTEGNO DI                 Lo spettacolo indaga le reazioni di una comunità di
ECO DI FONDO                   adolescenti, una classe di una scuola superiore sconvolta              di dare voce a Mileva Maric, una figura che, a suo avviso, non è stata restituita dagli studiosi
PRIMA NAZIONALE                dalla notizia di una morte così brutale e improvvisa. Come             e dai biografi con sufficiente onestà e rispetto. Studentessa modello, è la quinta donna a
                               impatta questa perdita sui ragazzi, come sono vissute colpe            frequentare il Politecnico di Zurigo (la Svizzera è l’unico paese che accetta le donne negli
                               e responsabilità e soprattutto come influisce una morte                atenei). Qui conosce Einstein, inizialmente compagno di studi e di ricerca e poi marito nel
                               scioccante sulle dinamiche di bullismo ancora (per sempre?)            1903. Un nuovo punto di vista quindi con il quale guardare anche alla vita del premio Nobel
                               in corso. Due attori in scena danno vita a una moltitudine di          con cui Mileva ha condiviso vita privata e professionale.
                               personaggi, l’affresco complesso e variopinto del reticolo di
                               relazioni tra un gruppo di giovani adulti impegnati a capire cosa
                               accade dentro e fuori di loro e a cercare risposte e spiegazioni,
                               tra slanci vitali e indicibili terrori.                                5/10 MAGGIO             S A L A B AUSCH
                                   Un racconto dolceamaro non solo sulla piaga sociale del                                                       mar-sab 19.30 / dom 15.30
                               bullismo, ma su rischi e pericoli del nostro presente.

MARTEDÌ 24 MARZO
                                                                                                                  L’incidente è chiuso
                                 ore 18.30                                                            TRATTO DA IL DEFUNTO          La compagnia romagnola Menoventi (GIANNI FARINA e CONSUELO
                                                                                                      ODIAVA I PETTEGOLEZZI         BATTISTON) si misura con l’universo del grande poeta e scrittore

                     Presentazione Nuove storie:                                                      DI SERENA VITALE
                                                                                                      REGIA, SUONO, LUCI
                                                                                                                                    russo Vladimir Majakóvskij attraverso un percorso teatrale
                                                                                                                                    che parte da questo primo studio dal titolo L’incidente è

                         DIRITTO DI CRONACA
                                                                                                      GIANNI FARINA
                                                                                                                                    chiuso e prosegue con la messa in scena de Il defunto odiava i
                                                                                                      MENOVENTI/                    pettegolezzi.
                                                                                                      E-PRODUCTION,
                                                                                                      OPERAESTATE                        In questo primo capitolo si torna alla mattina del 14 aprile
Ingresso libero                Francesco Frongia e gli artisti incontrano                             FESTIVAL VENETO               1930 quando un colpo di pistola risuona all’improvviso dalla
prenotazione obbligatoria      il pubblico e la stampa                                                                              stanza di Majakovskij. Il poeta si è ucciso. Perché lo ha fatto?
biglietteria@elfo.org          Brevi show case degli spettacoli                                                                     È vittima di un complotto? Di una delusione d’amore? Del
                                                                                                                                    fallimento di Banja? Quale fantasma ha guidato la canna della
                                                                                                                                    pistola verso il cuore?
                                                                                                                                         Un giallo fantastico che utilizza la ripetizione e il time-
                               Orari degli spettacoli         Posto unico € 22                                                      shift per riprodurre le molteplici prospettive delle numerose
                               di Nuove storie:               Carnet 5 ingressi € 65                                                testimonianze legate al mistero della morte di Majakovskij.
                               mar-sab ore 19.30              Sono validi gli abbonamenti                                           Questo primo capitolo si focalizza sull’ossessione di
                               dom ore 15.30                  e le carte dell’Elfo Puccini                                          Majakovskij per il viaggio nel tempo, manifestazione di una
                                                                                                                                    profonda fascinazione verso l’incipiente teoria della relatività.
12/17 MAGGIO   SALA SHAKESPEARE
                                                                        Dopo il successo di Qualcuno volò sul nido del
                                  mar–sab 20.30 / dom 16.00             cuculo, ALESSANDRO GASSMANN dirige di nuovo
                                                                        DANIELE RUSSO nella riscrittura di una storia

                  Fronte del porto
                                                                        cinematografica: l’adattamento teatrale del
                                                                        capolavoro di Elia Kazan Fronte del porto. Il regista,
                                                                        con la sua cifra inconfondibile, costruisce uno
                                                                        spettacolo che ci trascina nella Napoli di quasi
                                                                        40 anni fa: i colori della moda sono sgargianti, la
                                                                        sonorità è quella dei film dell’epoca e un cast di
                                                                        dodici attori straordinari porta in scena una storia
                                                                        corale dalla forte carica emotiva e sociale, fatta di
                                                                        relazioni intense e rabbiose e di atmosfere cariche
                                                                        di suspance.
                                                                            «Credo che in questo momento in questo paese
                                                                        non ci sia storia più urgente da raccontare di Fronte
                                                                        del Porto», racconta con convinzione Alessandro
                                                                        Gassmann. «Una comunità di onesti lavoratori
                                                                        sottopagati e vessati dalla malavita organizzata,
                                                                        trova attraverso il coraggio di un uomo, la forza di
                                                                        rialzare la testa e fare un passo verso la legalità, la
                                                                        giustizia, la libertà. Ho chiesto a ENRICO IANNIELLO
                                                                        un adattamento che sposta l’azione originariamente
                                                                        ambientata negli Stati Uniti degli anni 50, in
                                                              SFIDA     una Napoli degli anni 80, dove la camorra era
                                                                        organizzata e presente tra gli operai del porto
                                                              ALLA      industriale. (...) Mi piace continuare il mio lavoro di
                                                              CAMORRA   regista con Daniele Russo, nel quale ho trovato un
                                                                        interprete ideale e credibile per raccontare i limiti
                                                                        ed i difetti umani di protagonisti imperfetti, ma
                                                                        proprio per questo emozionanti».
                                                                        Come è bravo Daniele Russo nel suo ottuso vivere
                                                                        da gregario. E come è commovente quando il suo
                                                                        personaggio scopre e si scopre, vittima di piccoli sogni di
                                                                        grandiosità miserabile e protagonista di una incosciente
                                                                        ribellione, necessaria e provvida come un riscatto che
                                                                        nemmeno sa di stare organizzando per sé e per i suoi.
                                                                        È un uomo giovane il suo Gargiulo, ma sembra già spento,
                                                                        incosciente, offeso ed umiliato troppo, e innamorato un
                                                                        poco, a spalancare gli occhi su un universo bieco che
   DI                                                                   sfrutta e taglieggia chi ha bisogno di lavorare, ed uccide
   BUDD SCHULBERG                                                       chi non ci vuole stare perché sogna una vita nemmeno
                                                                        ricca, ma almeno decente.
   UNO SPETTACOLO DI                                                    (...) Alessandro Gassmann firma non soltanto l’attenta
   ALESSANDRO GASSMANN                                                  e serrata regia ma anche una scena mobile di grande
                                                                        bellezza e d’intelligenza contemporanea adoperando,
   FONDAZIONE TEATRO
   DI NAPOLI - TEATRO BELLINI                                           per dare forza al suo progetto, opportune videografie
   TEATRO STABILE DI CATANIA                                            di Marco Schiavone, luci eccellenti di Marco Palmieri,
                                                                        musiche che sanno ferire firmate da Pivio
                                                                        e Aldo De Scalzi.
                                                                        GIULIO BAFFI
                                                                        la Repubblica
19/24 MAGGIO     SALA SHAKESPEARE
                                                                                   Partendo dall’opera poetica di ALDA MERINI, una
                                    mar-sab 20.30 / dom 16.00
                                                                SONO I TREMENDI    delle più significative e riconosciute voci del ‘900,
                                                                                   lo spettacolo di GIORGIO GALLIONE esplora gli infiniti
                                                                ELETTROSHOCK       intrecci tra poesia, follia e teatro danza. La biografia
                                                                CUI TI SOTTOPONE   della Merini è in questo senso emblematica,
                                                                                   segnata come è da una lunga e dolorosa degenza
                                                                LA POESIA          manicomiale, causata probabilmente da una
                                                                ALDA MERINI        patologia definita ‘sindrome bipolare’.
                                                                                       Ed è proprio intorno all’esperienza del
                                                                                   manicomio che la Merini produce le sue opere
                                                                                   più significative e sconvolgenti; testi che non sono
                                                                                   solo testimonianza o documenti critici, ma pura
                                                                                   creazione fatta di storie brevi, poesie, rime, nenie,
                                                                                   canzoni, epifanie, aforismi e deliri che disegnano
                                                                                   una vita tragica, ma nelle sue infinite ramificazioni
                                                                                   «più bella della poesia».
                                                                                       Uno spettacolo costruito come una visione, un
                                                                                   lucido delirio che attraversa tutta l’opera di questa
                                                                                   straordinaria poetessa. Un universo di contrasti
                                                                                   forti, dove «l’estate esplode all’improvviso in mezzo
                                                                                   ai rami gelati dell’inverno», caratterizzato da
                                                                                   continui slittamenti emotivi, poetici e stilistici tipici
                                                                                   di un’artista che più volte è stata sbattuta ai margini

Alda
                                                                                   del destino, ma che è sempre miracolosamente
                                                                                   ‘resuscitata’ grazie al potere taumaturgico, quasi
                                                                                   magico, della parola poetica.
                                                                                       Protagonista una bravissima MILVIA MARIGLIANO,

Diario di una
                                                                                   affiancata da un gruppo di danzatori che, in una
                                                                                   creazione vicina alle modalità del teatro/danza,
                                                                                   danno vita ad un universo mentale abitato di
                                                                                   ricordi, fantasmi, deliri, amori e follia.

diversa
                                                                                   Alda, diario di una diversa è un attraversamento che il
                                                                                   regista Giorgio Gallione ha fatto della vita e dell’opera di
                                                                                   Alda Merini. Un robusto lavoro di drammaturgia, con le
                                                                                   scene di Marcello Chiarenza e, al centro, una attrice di
                                                                                   rara qualità, Milvia Marigliano. La seguiamo da tempo, è
                                                                                   forse una delle maggiori interpreti del nostro teatro. (...) si
                                                                                   avverte quella capacità rara di esser se stessi attraverso
                                                                                   il personaggio, di mantenere viva una propria identità
                                                                                   pur dando – o evocando? – il personaggio. In Milvia
                                                                                   Marigliano c’è questa innegabile capacità di attingere a
                                                                                   un proprio bagaglio di sentimenti, sensazioni, a un carico
   DA                                                                              di umanità unico e straordinario. E di Alda Merini, allora,
   ALDA MERINI                                                                     l’attrice dà un ritratto amaro, dolente, segnato: la toglie
                                                                                   dall’icona dell’amour fou in cui troppe semplicistiche
   DRAMMATURGIA E REGIA                                                            interpretazioni hanno relegato la poetessa, e ne fa
   GIORGIO GALLIONE                                                                intellettuale raffinata ma anche madre disagiata, donna
   CON                                                                             incompresa, solitudine disperata al di là di ogni retorica
   MILVIA MARIGLIANO                                                               sulla follia.
                                                                                   ANDREA PORCHEDDU
   TEATRO NAZIONALE DI GENOVA                                                      glistatigenerali.com
19/24 MAGGIO     S A L A FA S S B I N D ER
                                             mar-sab 22.00 / dom 17.30

        EASY
        TO REMEMBER
DRAMMATURGIA    Punto di partenza e accesa ispirazione di questo lavoro è la lirica pura
RICCI/FORTE     di una delle più grandi poetesse russe, MARINA CVETAEVA, figura che
REGIA           ben si incastona nell’universo visionario di RICCI/FORTE. In Easy to
STEFANO RICCI   remember, il corpo e la parola aprono un varco poetico sulla libertà
                individuale e le catene collettive proprie della società dei consumi.
RICCI/FORTE
©2017           Nello spettacolo Easy to remember, la vicenda esistenziale di Cvetaeva
                diventa una sorta di radiografia di un’anima che è quella di chi ha sacrificato
                la sua vita alle pulsioni dell’arte piuttosto che a quelle del vivere, diventando
                forestiero a se stesso. Due donne, le brave Anna Gualdo e Liliana Laera,
                una carrozzina, l’altra gelida infermiera, in una grande scatola scenica di
                allucinato chiarore dove da una bara di legno chiaro spuntano batuffoli
                gialli a disegnare un riquadro di natura, ovviamente di plastica, affidano
                a liberi flussi di coscienza frammenti di una storia personale segnata nel
                profondo dalla solitudine. E se nei primi quadri il gioco tra le due è quello
                della vittima e del carnefice, del rinfacciarsi, un rincorrere fantasmi a scapito
                dell’autenticità e del calore dell’esistere, nell’evolversi dello spettacolo che
                si segnala per un rigore formale di superba raffinatezza, il rapporto, smesse
                                                                                                        AMA LA CULTURA.
                le maschere, si trasforma in giocosa complicità fino a diventare una persona
                sola nel valzer che conclude lo spettacolo.
                Uno spettacolo di un algore quasi geometrico che inchioda lo spettatore
                a una partecipazione che più che alla ratio chiede di abbandonarsi alle
                suggestioni, tante e tutte gravide di senso, di cui lo spettacolo vive.
                MARIO BRANDOLIN
                Messaggero Veneto

        Cvetaeva
        e il suo
        doppio

                                                                                                    Per tutti i Soci Coop al Teatro Elfo Puccini
                                                                                                    biglietti a prezzi ridotti.
19/24 MAGGIO             SALA BAUSCH
                                          mar-sab 19.30 / dom 15.30

            Vania
IDEAZIONE E REGIA     Dopo aver esplorato le conseguenze dell’abbandono in Va Tutto
STEFANO CORDELLA      Bene, la COMPAGNIA OYES porta avanti la sua ricerca tra le crepe
DRAMMATURGIA          e le contraddizioni dell’animo umano. Vania racconta le paure,
COMPAGNIA OYES
                      le frustrazioni e il senso di vuoto dei nostri tempi attraverso una
PRODUZIONE OYES       drammaturgia originale costruita a partire dai temi e dai personaggi
NEXT - LABORATORIO
DELLE IDEE PER
                      principali di Zio Vanja, uno dei capolavori di Anton Cechov. «Tutti,
LA PROMOZIONE         finché siamo giovani, cinguettiamo come passeri sopra un mucchio di
E LA DISTRIBUZIONE    letame. A vent'anni possiamo tutto, ci buttiamo in qualsiasi impresa.
DELLO SPETTACOLO
DAL VIVO 2016/2017    E verso i trenta siamo già stanchi, è come dopo una sbornia. A
                      quarant'anni poi siamo già vecchi e pensiamo alla morte. Ma che razza
                      di eroi siamo? Io vorrei solo dire alla gente, in tutta onestà, guardate
                      come vivete male, in che maniera noiosa. E se lo comprenderanno
                      inventeranno sicuramente una vita diversa, una vita migliore, una
                      vita che io non so immaginare». Così scriveva Anton Cechov in una
                      delle sue lettere. Ed è proprio dalla stessa pervasiva sensazione di
                      stagnamento e immobilismo che è nata la necessità di questo nuovo
                      lavoro della compagnia.

3/7 GIUGNO           S A L A B AUSCH
                                       mar–sab 19.30/dom 15.30

             iLove + Omós
                                                                             DI E CON
                                                                             CESARE BENEDETTI
                                                                             E RICCARDO OLIVIER
                                                                             FATTORIA VITTADINI

                                       Due pezzi al maschile per FATTORIA VITTADINI.
                                           iLove è un duetto autobiografico che parla d’amore.
                                       Dell’amore di due personaggi, Cesare e Riccardo, che si
                                       incontrano in uno stesso spazio condiviso: si studiano,
                                       si presentano, provano a esporsi, si riconoscono nel
                                       semplice vestire una tuta da jogging. Questo vestito è
                                       in realtà indossato soltanto per metà, per metà pare
                                       indossato da sempre, come un'identità in parte biologica
                                       e in parte scelta, creata vivendola.
                                           Omós è una sovrascrittura di tre percorsi differenti:
                                       testo video-proiettato, scrittura coreografica e partitura
                                       musicale che intendono comporre la polifonia complessa
                                       dello stare conflittuale di Riccardo Oliver di fronte alla
                                       parola omossessuale. Il percorso coreografico perlustra
                                       tra le molte ombre personali e sociali di un corpo che si
                                       esprime per essere, che agisce dunque è.
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