Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
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Seminario Rivista Trimestrale anno LVI • n° 1 2016 TREVISO ...E LO SEGUIRONO ALL’INTERNO Speciale Comunità Vocazionale Spedizione in abbonamento postale - art 2 Comma 20/c - Legge 662/96 Filiale di Treviso Direttore responsabile Mons. Antonio Marangon - Reg. del Tribunale di Treviso n. 168 del 19/03/1960
COPERTINA In questo numero primaverile “Seminario” tanti altri inserti o box informativi presenta lo speciale sulla Comunità sulla comunità. Vocazionale! La Comunità che in 40 anni Inoltre in questo numero abbiamo voluto ha visto passare veramente tanti per un approfondire un’altra figura che ha serio cammino di ricerca vocazionale. segnato la storia del Seminario: mons. Di questi possiamo contare anche i 130 Giuseppe Carraro; l’occasione è propizia giunti a rispondere alla chiamata al anche grazie al fatto che da poco è uscita sacerdozio. Dopo l’articolo di apertura una pubblicazione ben curata su questo curato da don Giancarlo Pivato, attuale testimone della chiesa di Treviso. responsabile della Comunità Vocazionale, Non mancano i consueti inserti potrete conoscere gli albori di questa per catechiste e ragazzi, qualche comunità con l’intervista a don Giuseppe suggerimento per la lettura e tanto altro. Sommario Sovernigo, l’approfondimento sul gruppo Auguriamo a tutti i nostri lettori, un Diaspora di don Livio Buso, ma anche gioioso e sereno tempo pasquale! Editoriale Speciale comunità vocazionale 4. Ricordare 6. 9. per annunciare Le origini: intervista Testimonianza: a cura di a don Giuseppe Sover- Dal lavoro al Seminario don Giancarlo Pivato nigo 10. 8. Esperienze di carità Il gruppo vocazionale “Diaspora” 11. Ho conosciuto la Comunità Vocazionale Redazione Seminario Don Pierluigi Guidolin Don Andrea Caratozzolo Rivista degli amici Don Tiziano Rossetto Don Lorenzo Zannoni del Seminario di Treviso Don Mauro Montagner Quota abbonamento 10 euro c.c.p. n°. 12531315 Treviso Hanno collaborato Pivato don Giancarlo Buso mons.Livio Ton Alessandro Chioatto mons.Stefano Contò Paolo I giovani delle Comunità Sovernigo don Giuseppe Vincenti Beatrice del Seminario 2
Incontri con i vicariati e i sacerdoti 12. Gli incontri con i vicariati 13. La giornata sacerdotale del 21 aprile 2016 Esperienze pastorali e spirituali Sommario 14.-17. Settimana vocazionale nella Collaborazione di Paese 18.-19. Itineranza in Emilia della Comunità giovanile sulle tracce del Beato Rolando Rivi MO.CHILAND 24. Rubriche Giochi 20.-21. Profilo di mons. 25. Giuseppe Carraro Appuntamenti per chierichetti 23. e ancelle Letto per voi: “La restituzione” (F. Stoppa) Notizie in breve 27.-28. Appuntamenti Catechesi e vocazione vocazionali 23. Idea Pasqua 2016 La rivista è anche on-line nel sito: www.seminariotreviso.it 3 Buona lettura e buona...navigazione!
40 ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE RICORDARE PER ANNUNCIARE QUARANT’ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE Questo numero della Rivista del Semi- della Chiesa diocesana nei confronti delle voca- nario è dedicato in buona parte ai qua- zioni giovani e adulte. Come racconta don Giu- rant’anni della Comunità vocazionale. Attraver- seppe Sovernigo nell’intervista qui di seguito, la so le testimonianze di alcuni protagonisti, come felice intuizione dalla quale è nata la Comunità già fatto per le altre comunità del Seminario, vo- vocazionale, era quella di offrire ai giovani, che gliamo ricordare questa esperienza di vita cri- provenivano da esperienze lavorative e da per- stiana tra giovani in ricerca vocazionale. corsi scolastici diversificati, un luogo di vita co- Nel linguaggio comune il termine ricordare si- mune nel quale poter discernere i segni di una gnifica anzitutto ri-portare nel cuore, ricondurre vocazione presbiterale nella Chiesa diocesana. nel cuore un’esperienza significativa nella pro- Una comunità per le vocazioni giovani adulte pria vita. era una novità nel contesto ecclesiale dei semi- L’esperienza della Comunità vocazionale è sta- nari e il segno di una Chiesa diocesana che, ne- ta decisiva per tanti giovani della nostra dio- gli anni post conciliari, ha saputo interrogarsi e cesi: per i centotrenta sacerdoti che sono tran- fare discernimento sulla necessità di prendersi sitati per la Vocazionale, per i laici, oggi sposa- cura delle vocazioni, che è uno modi per avere ti, che nel Diaspora hanno intuito la loro voca- a cuore le necessità di tutto il popolo di Dio. zione e per diversi consacrati che in questa co- In questi quarant’anni alcuni aspetti sono cam- munità hanno vissuto la prima fase del loro di- biati. La Comunità vocazionale si è progressiva- scernimento. mente inserita all’interno delle comunità del Se- Portare nel cuore questa esperienza significa cre- minario, pur mantenendo una sostanziale auto- scere nelle memoria riconoscente nei confronti nomia, rispetto alla Comunità Teologica, nella di questo ambiente di vita, nato dall’interesse gestione dei tempi, negli ambienti di vita e nelle 4
figure educative. Sempre più si è caratterizzata tà che interpella tutta la Chiesa. 40 ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE come luogo di primo discernimento vocaziona- Guidati dallo Spirito Santo sia- le, per il quale in passato era sufficiente il grup- mo tutti interpellati, laici, preti, po Diaspora. consacrati e associazioni laicali, Portare nel cuore significa ritrovare i tratti di a discernere anche oggi le forme un’esperienza spirituale segnata dal fascino e e i modi per l’annuncio vocazionale, a dalla bellezza di una chiamata che domanda di partire dalla qualità di vita nelle nostre Comu- lasciare una professione, gli affetti personali, en- nità cristiane. trare in una logica di relazioni tra fratelli, per se- Oggi la Comunità vocazionale è costituita da guire Cristo nel dono ai fratelli. Quando un pre- cinque giovani, uno dei quali sta vivendo un’e- te torna in Comunità vocazionale descrive que- sperienza personale presso le comunità di Villa sta sua esperienza degli inizi con le parole del Pizzone (MI). Per loro va la nostra preghiera, sti- primo amore, quell’amore che ha infiammato il ma e vicinanza. Sono i numeri che la Comuni- cuore, che è stato purificato e che oggi diventa tà aveva quando è nata a Santa Bona. Fermar- amore per quelle persone che sono affidate alla si ai numeri è sempre una tentazione, che può cura del pastore. portare fuori strada, tuttavia l’occasione dei qua- Ma la parola ricordare ha anche un altro signi- rant’anni della Comunità vocazionale è motivo ficato, quello di “re - accordare”, vale a dire far per far vibrare nella Chiesa la parola di vocazio- vibrare oggi le corde del cuore all’unisono, nello ne che il Signore, anche oggi, rivolge ai giovani stesso modo in cui erano vibrate quando era sta- delle nostre comunità. ta vissuta l’esperienza ricordata. Ricordare non è Portare nel cuore un’esperienza e farla vibra- solo celebrare un passato, quanto rilanciare con re nel presente è opera dello Spirito del Risor- forza la necessità di prendersi a cuore la realtà to, ma è anche responsabilità nostra, sapendo delle vocazioni giovanili. La fragilità della rispo- che il contrario di ricordare è dimenticare, di- sta vocazionale registrata negli ultimi dieci anni, menticarsi. non è una questione solo del Seminario, ma real- don Giancarlo Pivato 5
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE “PERCHE’ NO?” vocazionale presso la cano- nica di S. Bona alla periferia Una comunità vocazionale di Treviso con don Giuseppe Sovernigo. per giovani e adulti a Treviso Questa comunità vocaziona- INTERVISTA A DON GIUSEPPE SOVERNIGO le sarebbe stata composta dai primi tre giovani che “Per quali motivi è nata la comunità avevano già maturato una propria decisione vo- vocazionale?” cazionale nel gruppo di orientamento “Diaspora”, Nel 1974-75 nella diocesi di Treviso si stava vi- sorto due anni prima. vendo da anni un momento assai delicato. Nel L’obiettivo della comunità era quello di offrire un seminario diocesano si era creata per vari fattori ambiente di vita adeguato alla ricerca vocazio- una situazione problematica, con la conseguenza nale sostenuto dalla riservatezza e dall’impegno di un grosso calo numerico dei giovani, con un di crescita umana e spirituale integrate, dal certo disorientamento e scontentezza, con previ- contatto con la vita ordinaria delle persone e con sioni non rosee per l’avvenire. una comunità cristiana concreta di preti pastori Il clima della contestazione di allora, accesosi già all’opera. nel 1968 e protrattosi a lungo, la notevole difficoltà “C’erano esperienze simili in altre diocesi? ad accordare l’incarnazione educativa dei valori C’erano due esperienze precedenti che sono state di sempre con le nuove istanze formative emerse contattate direttamente per farsi un’idea e un dal concilio Vaticano II, alcune tensioni nel pre- progetto su chi essere, come e che cosa fare, una sbiterio avevano portato il consiglio presbiterale a a Verona e una a Torino. Ma c’erano pure varie fare una scelta coraggiosa e lungimirante. altre esperienze in Francia chiamate appunto Era stato deciso dal vescovo Mistrorigo di far “Diaspora” per la convocazione dei dispersi sul ripartire un’azione educativa rinnovata del piano vocazionale. Per elaborare un progetto seminario in una nuova sede, a Campocroce di adatto per la nostra diocesi si fecero vari incontri Mogliano, con un nuovo rettore, don Cleto Bedin, con tre studenti di teologia già in seminario che e contemporaneamente avviare una comunità erano giovani e adulti, provenienti da situazioni 6
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE una chiamata personale di Dio, se è vero che il pro- getto di Dio entra nel pieno della vita, se è vero che Dio lo si può incontrare nella preghiera, e se tutte queste cose se- gnano un cammino personale. II - Ricercatori della loro identità personale se- condo le 5 domande di base: “Chi sono io per davvero? Chi sono chiamato a essere? Quan- to valgo? Da dove provengo? Ce la farò?” Il principale sforzo del giovane è scoprire chi lui di vita analoghe: Lucio Bonomo, Domenico Pilot- è. Egli si è costruito e si costruisce in rapporto to, Paolo Carnio, ad alcuni punti di riferimento: a dei modelli di “Perché la scelta di vivere in canonica? Come identificazione incontrati, nell’appartenenza ha reagito la comunità parrocchiale di S. Bona?” a un gruppo forte e attraente, appropriandosi La vita di canonica fu scelta per consentire della propria storia personale. Ma nella no- di vedere dal vivo, in presa diretta, il farsi del stra società, dove si dice e si fa di tutto, quali servizio al Vangelo e la vita di una comunità modelli scegliere? cristiana concreta. A S. Bona c’era come parroco III - Ricercatori di un «cantiere» o campo di lavoro don Giuseppe Vardanega, ex padre spirituale in cui impegnarsi del seminario maggiore, don Dionisio Salvadori Questi tre tratti dei giovani in ricerca voca- come viceparroco e come collaboratore nella for- zionale vanno colti e inseriti entro il divenire mazione nella comunità vocazionale, don Paolo personale, segnato da tanti doni, ma pure da Cargnin come diacono per un anno. fragilità e problemi evolutivi ancora aperti. I parrocchiani di S. Bona hanno reagito con Occorreva allora un costante cammino nei grande cordialità e accoglienza. Alcuni momenti seguenti cantieri: la conoscenza e la crescita di preghiera comune, l’arrivo di generi alimentari del sé, la conoscenza del contesto in cui si in canonica e di inviti a pranzo o cena concretiz- vive, un contesto geografico, culturale ed zavano l’accoglienza e lo scambio. ecclesiale, la conoscenza del disegno di Dio “Chi erano i giovani che si accostavano al all’opera nella chiesa e nel mondo. gruppo Diaspora?” don Giuseppe Sovernigo A partire dall’esperienza diretta del campo vo- cazionale emergono tre tratti salienti dei giovani, per la loro frequenza e significatività. I - Cercatori appassionati di un senso valido per la vita e cercatori di Dio Significa cercare e trovare la sorgente di ciò che dà luce, forza, orientamento, gusto di vivere, gioia, ecc. Occorreva allenarsi a pas- sare dalla cronaca dei fatti, dai vari avveni- menti ai significati per la propria vita, al loro senso esistenziale. Ovviamente ci vogliono riferimenti alla Parola di Dio, alla riflessività, alla interiorizzazione. In definitiva hanno bisogno di sapere: se è vero che una vita può essere risposta a 7
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE La “memoria” della bella avventura del “gruppo Diaspora” Il “Gruppo Diaspora” del nostro Seminario, è sta- to un “luogo” di vita che ha segnato particolarmente la mia esistenza di giovane, di seminarista e di prete. Lun- ga, infatti, è stata la mia esperienza nel Diaspora. So- no entrato in questo Gruppo sin dal momento del suo av- gi vitali per l’esistenza, la fede e segnati dal dolore e successiva- vio negli anni 1974 – 1975. la vocazione di ogni singola per- mente trasfigurati dalla gioia in- Ho continuato a frequentarlo sona. Scrivere queste righe è per contenibile per il familiare dive- in tutti gli anni della mia per- me una speciale occasione per nuto prete. Ringrazio il Signore manenza in seminario, prima “far memoria” di un tempo bello, per il dono che mi ha fatto con il come appartenente alla Co- significativo e impegnativo del- Gruppo Diaspora; certamente in munità Vocazionale e poi come la vita. Non posso non ricordare una “stagione” ecclesiale di pro- rappresentante della Comunità e rivivere il clima di amicizia tra fondo rinnovamento e di vivaci- Teologica, infine ci sono ritorna- le persone, di gioia e di umanità tà nella ricerca vocazionale dei to per sei anni come Assistente nello stare insieme, di complicità giovani. Un tempo nel quale la e per sette anni come Responsa- nel “camminare in cordata” al- famiglia e la comunità parroc- bile della Comunità Vocaziona- la scoperta del progetto di Dio, di chiale, a parte alcune eccezioni, le. Certo un lungo periodo della gratitudine e di condivisione dei erano di notevole aiuto nel cam- mia vita. Rivisitando questo tem- momenti di fatica e sofferenza, di mino spirituale della persona. So- po, la mente e il cuore ritornano esultanza per la scelta di entrare no fiducioso che anche oggi il Si- con nostalgia spirituale a quella in Comunità Vocazionale. Sen- gnore ci illuminerà per confer- che definirei una vera “primave- to vivo, pure, il ricordo dei pas- mare questa esperienza positiva ra” per la nostra Chiesa diocesa- saggi dolorosi di alcuni giovani e per proporre quanto è necessa- na. Così ripenso la proposta del che ho accompagnato, per la fa- rio alla risposta vocazionale delle cammino nel Diaspora. L’espe- tica dei famigliari nell’accoglie- famiglie, dei giovani e delle co- rienza di animazione e discerni- re la particolare chiamata del Si- munità cristiane. mento vocazionale è stata arric- gnore per i propri figli. Nella pa- mons. Livio Buso chita, ben presto, dalla condivi- zienza, nel silenzio e sione del progetto con la Dioce- nella preghiera si so- si di Vittorio Veneto negli anni no potute vedere le 1986 – 1987. L’esperienza che ho grandi opere di Dio fatto come giovane in formazio- nei percorsi vocazio- ne e come educatore dei giova- nali dei genitori. Ho ni, lascia non solo il ricordo di in- impressi nel cuore e contri e attività, bensì una ricca nella mente i volti di e preziosa storia fatta di relazioni, mamme, papà, so- sentimenti, avventure e passag- relle e fratelli, prima 8
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE La sorpresa di un collega che entra in Vocazionale Conobbi Mattia quando arrivò nel Priula una decina di anni fa. Giovane laureato in scienze ambientali a Venezia, iniziava così il suo viaggio professionale. Dopo un periodo inizia- le di esperienza allo sportello utenti, il percorso la- vorativo ha valorizzato le sue competenze sui fe- nomeni ambientali che Priula, prima, e Contari- na, poi, trattavano per mestiere. Dopo qualche anno, Mattia entra a far parte dell'ufficio progetti e si dedica ai sistemi di gestione rifiuti anche per realtà esterne, come la Campania, la città di Par- ma e gettando le basi di quello che sarebbe di- ventato il progetto per la città di Treviso. Quel giovane di Paese appariva vivere una normale esperienza di lavoro e nella vita: una mansione contribuito a formare un uomo, prima che un la- specialistica e chissà, forse una casa, una fami- voratore, a fare le sue scelte coraggiose e ci ac- glia. La storia sembrava già scritta. carezza ancora il pensiero di un qualche picco- Eppure c'era qualcosa di sfuggente in lui. Il suo lo merito per aver dato alla comunità un servi- fare riflessivo. Le sue parole misurate. Ma soprat- zio inaspettato, mentre compivamo la nostra mis- tutto la sua inquietudine interiore, la sua anima sion. Anzi la storia di Mattia ci suggerisce che il la- in ricerca di qualcosa... o Qualcuno. voro, le imprese e il mondo produttivo non esisto- Quando ci ha chiesto un anno di aspettativa per no per sè stesse, ma entrano pienamente nell'e- entrare nel percorso vocazionale, è stata una sor- sperienza umana comunitaria, portando e attin- presa. Ma quando poi, alla scadenza, ha comu- gendone il contributo. Non c'è forse bisogno oggi nicato la sua scelta definitiva ci ha colpito ancora di parlare anche di rifiuti, di ambiente e rispetto di più. Quello era il periodo della grande crisi oc- del creato? E non è forse necessario far echeg- cupazionale, tuttora mordente. Vedere un dipen- giare le parole del Laudato Sii di Papa France- dente che lascia un lavoro a tem- sco anche nelle nostre chiese po indeterminato, in una azien- e comunità? Forse Mattia po- da solida e appassionante, con trebbe aver imparato da noi prospettive di sviluppo persona- parole nuove e competenze le, per buttarsi senza rete in un fu- da diffondere. turo tutto da scoprire, ci ha fatto Lungo una strada di un no- veramente pensare. Oltre che im- stro comune leggo su un mu- pensierire! Oggi la formazione sul- retto vergato nottetempo: il le persone in una azienda è un diavolo brucia, Dio ricicla! Co- investimento a ritorno non imme- me sempre, attraverso le cose diato e avremmo dovuto ricomin- che nessuno vuole, come gli ciare da capo con persone nuo- scarti, gli ultimi e anche i rifiu- ve. ti, si scopre il senso vero del no- Ma allora, e anche oggi, sentiva- stro essere e il nostro fare. mo che la nostra azienda aveva Paolo Contó 9
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE “ “ABBIAMO CRISTO CON NOI, CRISTO NEI NOSTRI CUORI, C CRISTO NEI POVERI CHE INCONTRIAMO, C CRISTO C NEL SORRISO CHE DONIAMO CHE RICEVIAMO” (MADRE TERESA) EC Noi della comunità vocazionale abbiamo svolto servizio, per una settimana, presso la Caritas Diocesana, alternandoci tra centro d'a- scolto, mensa, accoglienza ai dormitori e ospitalità profughi. Siamo entrati in queste realtà, che oggi è al centro dell'informazione, con rispetto e semplicità, nello spirito dell'anno Santo della misericor- dia. Abbiamo incrociato in questa settimana, molti volti, volontari impegnati, persone bisognose di tutto e uomini arrivati in Italia per trovare lavoro e vita migliore. Abbiamo visto l'umanità, quella che a volte si fa' finta di non vedere, ma che in fondo è la stessa che ha assunto Gesù Cristo per salvarci. Fabio Toscan, CV OGNI VENERDI’ A CONTATTO CON I POVERI Papa Francesco parla spesso di “periferie esistenziali”. Sin dalla prima udienza generale: imparare ad andare incontro agli altri, verso le periferie dell'esistenza, verso i fratelli che hanno più bisogno di aiuto. Come fare qui in Comunità vocazionale per concretizzare questo invito, che è poi quello della carità che Gesù rivolge ai suoi discepolo? Per non amare solo a parola, ma con i fatti, il venerdì mattina i giovani del propedeutico svolgono un servizio di carità a contatto con realtà di disagio e di povertà. Tra questi vi è l'esperienza a “La Nostra Famiglia”, centro di riabilitazione per disabili con sede a Treviso. Anche questa attività, che richiede vicinanza a chi è segnato da ingiuste sofferenze serve per il discernimento vocazionale. Sorrisi, carezze, tenerezza: un'occasione per aderire a Cristo cosicchè “Ognuno senta viva davanti a Dio e agli uomini la responsabilità di questi bambini e il compito che si assume lo porti a termine con amore e dedizione”, diceva il Padre Fondatore dell'Opera, beato Luigi Monza. Matteo Pietrobon, CV 10
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE UNA VISITA SPECIALE IN COMUNITA’ VOCAZIONALE Il giorno 7 dicembre sono giunti nella Noi giovani, assieme a don Andrea Gui- Diocesi di Treviso i simboli che la Chiesa done, ci siamo inizialmente avvicinati al- italiana ha scelto di donare a Cracovia in vista la Comunità Vocazionale durante l'ora di pran- della Giornata Mondiale dei Giovani: il Crocifis- zo. C’era un po’ di titubanza e invece come se fos- so di San Damiano e la statua della Madonna se stata una qualsiasi ora della giornata, tutti e di Loreto che stanno percorrendo tutte le Dioce- quattro i giovani presenti in questa Comunità si si d’Italia, per poi essere consegnati alla Chie- sono alzati da tavola e con grande disponibilità ci sa polacca in occasione della GMG del prossi- hanno accolto, accogliendo insieme anche i sim- mo Luglio. L’intenzione di questa preregrinazio- boli dal pellegrinaggio e disponendoli con cura ne è quella di avvicinare i due simboli a tutti all’interno della loro cappellina. Abbiamo incon- quei giovani che difficilmente avranno la possi- trato così Jacopo, Matteo, Fabio e Luca che assie- bilità di raggiungere Cracovia la prossima esta- me a don Giancarlo vivono questa esperienza di te, in modo che non ci sia differenza nel sentir- ricerca vocazionale. E’ bello vedere ragazzi che si tutti uniti in questo importante cammino dei prendono sul serio la loro vita! Nel tardo pome- giovani cristiani. riggio ci siamo uniti nuovamente a loro nel- La Comunità Vocazionale è stata la “terza tap- la cappella per celebrare i Vespri e per fare pa” della visita di questi simboli nella nostra una breve catechesi sul Crocifisso di San Da- Diocesi e così, alla vigilia dell’Immacolata, il miano e sulla statua della Madonna di Lore- Crocifisso e la statua della Madonna hanno so- to. Pregare con loro il Signore davanti a que- stato all’interno della cappellina al primo piano ste immagini è stata una vera grazia; abbia- della Comunità, dopo aver visitato il carcere e mo così potuto affidare le nostre vite alla pro- la Casa della Carità. tezione di Gesù e di Maria. questo piacevole Sul tardo pomeriggio sono stati celebrati i Ve- incontro con Jacopo, Matteo, Fabio, Luca e spri con tutti i giovani e i seminaristi presenti. don Giancarlo si è concluso con un simpatico Infine gli stessi seminaristi si sono premurati di momento di convivialità dove abbiamo po- portare il Crocifisso in processione nella chiesa tuto conoscerci un po' meglio, personalmente di San Nicolò durante la Veglia dei Giovani con sono tornata a casa arricchita e felice di aver il Vescovo. potuto trascorrere un pomeriggio così. Alessandro Ton Beatrice Vincenti 11
PASTORALE VOCAZIONALE CONDIVISA Incontri del rettore con le congreghe vicariali Tradizionalmente il ret- sona a riconsiderare quello che Concilio Vaticano II, Presbyte- Vita comunitaria tore del seminario in- ha vissuto fino a quel momento rorum ordinis, al n. 6 troviamo contra periodicamente i e a ricomprendere il suo futuro. scritto: “spetta ai sacerdoti, nel- sacerdoti della Diocesi riu- Porgli la domanda “Cosa vuole la loro qualità di educatori nel- niti nella congrega del lo- Dio da Te?” è mettersi a servizio la fede, di curare, per proprio ro vicariato. È solitamente del discernimento vocazionale conto o per mezzo di altri, che una riunione informativa e della persona. ciascuno dei fedeli sia condotto di condivisione. In occasio- Come educatori costatiamo che nello Spirito Santo a sviluppare ne dei 40anni di fondazione non è più sufficiente il nostro im- la propria vocazione personale delle comunità del Semina- pegno per condurre i giovani secondo il Vangelo”. rio sto incontrando, nei loca- ad interrogarsi sulla propria vo- Non è da oggi che il Semina- li del Seminario stesso, i fratelli cazione sacerdotale. Differente- rio collabora con vari orga- preti, è un felice convenire nel mente da 40anni fa dove era nismi diocesani, associazioni, luogo che li ha formati. il Seminario ad essere in crisi in laici e fratelli sacerdoti, tutta- Tutti hanno ricordi della rifor- un mondo che stava cambian- via è giunto il tempo di mette- ma iniziata 4 decadi fa. I più do, oggi è la pastorale giovani- re in agenda come priorità il te- anziani ne sono stati prota- le che non riesce più a raggiun- ma della pastorale vocaziona- gonisti, direttamente coinvol- gere i giovani con una proposta le per una maggiore collabo- ti nell’assemblea del clero che, che li faccia interrogare sulla razione. Se insieme non pensia- con il vescovo Mistrorigo, scel- chiamata che Dio rivolge loro. mo alla semente del futuro sia- se di rifondare le realtà educa- Perciò come Seminario ci rivol- mo condannati alla carestia, se tive del Seminario accoglien- giamo ai confratelli che in par- un gregge non ha più il pasto- do la proposta di portare la te- rocchia sono i primi responsa- re diventa un branco. Non dob- ologia a Campocroce. Gli altri bili della vocazione dei compo- biamo avere paura, solo vivere hanno abitato chi la Comuni- nenti della loro comunità cri- l’oggi, abitare questa realtà di tà Ragazzi, chi Giovanile o Vo- stiana. Nel decreto sul ministe- chiesa, in questo mondo. cazionale e sicuramente quella ro e la vita dei presbiteri del don Pierluigi Guidolin Teologica. L’incontro ha come centro una condivisione della pastorale vocazionale messa in atto dagli educatori del Seminario: una rete di relazioni, incontri, itine- rari che cerca di intercettare i momenti che uno ragazzo o un giovane vivono anche sotto il tema della scelta vocaziona- le. Il passaggio da una scuola ad un’altra, da un’età ad un’al- tra porta naturalmente la per- 12
Vita comunitaria LA GIORNATA DI FRATERNITA’ SACERDOTALE Ringraziare i sacerdoti che hanno tanto la- lo specializzarsi della varie figure educative, sono vorato per il seminario, renderci conto dei solo alcuni dei punti di forza del sistema educativo doni che sono le Comunità del Seminario per la no- iniziato nel 1975-1976. Don Nico Dal Molin, Diret- stra Diocesi, rendere presente alla nostra coscien- tore del Centro Nazionale Vocazioni della Confe- za presbiterale la situazione attuale della pastorale renza Episcopale Italiana, psicologo della vicina vocazionale per lavoravi meglio, sono alcuni degli diocesi di Vicenza, presenterà questi punti di forza obiettivi della giornata di fraternità sacerdotale della nostra vicenda formativa, certamente origi- che, come presbiterio, vivremo il prossimo 21 apri- nale rispetto ad altre realtà e tutt’ora capace di le. L’occasione è il 40ennale delle comunità del se- educare in questi tempi non facili. minario, non un momento di memoria nostalgica Guardare indietro rendendoci conto del pre- o incontro tra reduci, ma vera interpretazione dei sente per guardare avanti. Tutto ciò in un’oc- tempi e capacità della struttura educativa di inter- casione che ci vede presenti nei luoghi che ci pretare quanto la realtà poneva e pone innanzi. hanno formato e che rappresentano, senza Interverrà perciò don Cleto Bedin, rettore del Semi- paura di esagerare, il futuro della nostra Chie- nario Maggiore in quegli anni difficili. Gli abbiamo sa. La mattinata si concluderà con un pranzo chiesto di ricordare la vicenda di quegli anni. Tutto a cui tutti sono coinvolti. Ogni sacerdote della ciò a beneficio dei più giovani che conoscono solo Diocesi si ritenga invitato. Avrà l’occasione di frammenti di narrazione di quegli anni, ma anche mangiare assieme con gli altri preti e con i di chi ha ormai raggiunto la saggezza perché fa seminaristi, dalle medie alla teologia. Ci sarà bene ricordare quei cambiamenti, espressione di anche la possibilità di rivedere i luoghi prota- un confronto efficace vissuto dentro al presbiterio. gonisti della sua formazione, la possibilità di La scuola d’obbligo frequentata in istituti esterni fare un giro per i luoghi delle comunità, ma- al Seminario, la formazione non più per classi ma gari coni seminaristi come ciceroni: la storia e il per gruppi trasversali alle varie età, la presenza presente in cammino con il futuro. in comunità degli educatori e non più dei prefetti, don Pierluigi Guidolin 13
Chiamati e mandati tra la gente Settimana vocazionale LLA SETTIMANA VOCAZIONALE A PAESE Anche quest’anno noi giovani della comunità teologica abbiamo vissuto l’esperienza della Settima- na di Animazione Vocazio- nale nelle parrocchie della Collaborazione Pastorale di Paese. Da sabato 13 a do- menica 21 febbraio ci sia- mo trasferiti a Paese, Casta- gnole, Postioma, Porcellengo chiamata del Signore e abbia- le varie parrocchie, incontrato e Padernello per annunciare mo pregato perché non man- le classi di catechismo, i gruppi la vocazione del prete dioce- chino anche oggi vocazioni al di Azione Cattolica e gli Scout. sano e testimoniare con la no- sacerdozio. Alcuni di noi hanno incontrato stra vita di seminaristi quanto Dopo la Messa d’inizio, saba- anche gli ospiti del centro per sia bello porsi in ascolto della to sera a Paese, ognuno di noi disabili “la Cascina” e “Amica Parola che il Signore rivolge ad seminaristi è stato accolto a ca- Luna” e gli anziani della casa ogni uomo. sa di una famiglia delle cinque di riposo. Quest’anno abbiamo iniziato parrocchie, con la quale ha Ogni giorno la nostra comuni- venerdì 12 febbraio con una condiviso la vita quotidiana di tà si riuniva per le lodi e la lec- veglia di preghiera dal tito- tutta la settimana. tio divina al mattino in chiesa a lo “Senza misura” nella chiesa Il pomeriggio di domenica 14 Porcellengo, per il pranzo a Pa- di Padernello, durante la qua- febbraio a Porcellengo, nel con- ese e per la Messa feriale alla le abbiamo accostato alcune fi- testo del Forum “1 sport x la Vi- sera a Castagnole. gure di sacerdoti che hanno te- ta”, abbiamo incontrato alcu- La settimana si è conclusa sa- stimoniato con il dono della vi- ni giovani e adulti impegna- bato sera con la rappresenta- ta la bellezza di rispondere alla ti in vari sport, dialogando e ri- zione del nuovo recital dal tito- flettendo insieme sulla capaci- lo “Dove si va”, scritto e recita- tà che ha lo sport di rivelare chi to da noi seminaristi, e domeni- sia l’uomo, quali siano i suoi bi- ca 21 con un torneo di calcio a sogni e desideri più profondi. Porcellengo. Come gli anni scorsi, le nostre Rimanere per più giorni a con- giornate durante la settimana tatto con la vita di queste par- sono state molto ricche di in- rocchie è stato motivo di gioia e contri e appuntamenti. Abbia- di crescita per i molti incontri e mo proposto a ragazzi e ragaz- testimonianze di vita che portia- ze delle scuole elementari e me- mo nel cuore e che ci spingono die un momento di preghiera a rendere lode a Dio che anche al mattino prima di scuola, vi- in questo modo si è preso cura sitato e portato la comunione di noi e del nostro cammino. ad alcune persone malate del- Tommaso Bertolin, 14
GIOIA E SEMPLICITA’ Settimana vocazionale Siamo la famiglia Dal Colle e nel mese di febbraio abbiamo provato la gioia di ospitare Carlo Breda, un giovane ragazzo di 20 anni, che da 10 condivide la vita e la ricerca con altri ragazzi in seminario. Quando abbiamo proposto ai nostri figli, Alberto e Giulia, di condividere la nostra casa con un'altra persona, hanno subito espresso un parere favorevole, forse anche per colmare un po' il vuoto che la nostra primogenita, Lisa, ha lasciato, dal momento che è all'estero ispirato alla loro vita all'interno del seminario, per un anno di studio. Avere Carlo in casa è e all'attività che alcuni di loro svolgono nelle stato un toccasana per tutti: per Alberto è stato parrocchie. È stato entusiasmante e in certi come avere un fratello maggiore e per Giulia momenti commovente il loro impegno, davvero un compagno di scherzi e gioco. Insieme a notevole, nello scrivere la sceneggiatura e nella Carlo abbiamo ritrovato la gioia di pregare rappresentazione. prima di cena e, condividendo i momenti La nostra esperienza si è conclusa la domenica quotidiani di vita, ci ha aperto gli occhi su con il torneo di calcio: lì abbiamo salutato Carlo quanta normalità c'è in un giovane che con la promessa di sentirci in futuro. desidera diventare sacerdote, certo con tanto Non ci resta che pregare affinché Dio protegga impegno, studio, incontri, riunioni, ma tutto con e aiuti questi ragazzi che ora per noi non sono semplicità. solo seminaristi qualunque ma sono ragazzi A conclusione della settimana, al sabato sera, con un volto e un nome. tutti i seminaristi hanno proposto un recital Famiglia Dal Colle, Castagnole Una serata per crescere Mercoledì 18 febbraio la comunità dei rover e delle davvero positiva, raramente nella casa del Giovane scolte ha potuto condividere abbiamo la possibilità di della parrocchia di Paese il le riflessioni che questi video discutere di questi temi tra clan Husky ha partecipato avevano suscitato. E' stato noi ragazzi, specialmente alla serata organizzata da affrontato il tema della vita per quanto riguarda Carlo e Francesco, giovani del con la metafora del viaggio, la scelta di entrate in Seminario di Treviso. L'attività è ipotizzando una gita alle tre cime seminario. Personalmente stata proposta con la visione di di Lavaredo. Il clan ha potuto penso che cercherò di alcuni pezzi del film La leggenda così maturare nuove riflessioni approfondire il tema della del pianista sull'oceano e circa la vita come vocazione. ricerca vocazionale in futuro. con delle discussioni in cui Penso sia stata una cosa Giacomo Cavallin 15
Settimana vocazionale Seminaristi in collaborazione LA SETTIMANA VOCAZIONALE NELLE PARROCCHIE DI PAESE Nella nostra collabora- noi sacerdoti abbiamo accolto no. E’ stata una settimana nel- zione di Paese, abbia- con positività e con gioia que- la quale, grazie ai seminaristi, mo avuto la grazia di condi- sti seminaristi e i loro educato- ci siamo interrogati sul signifi- videre una settimana con i se- ri, e sono stati giorni nei quali, cato della nostra Collaborazio- minaristi della Comunità Teo- in qualche modo, ci siamo presi ne e sul senso di essere collabo- logica del Seminario. E’ stata del tempo per fermarci e riflet- razione mettendo insieme le for- un’esperienza edificante e coin- tere sulla necessità oggi di pre- ze e scoprendo carismi e quali- volgente soprattutto per quan- gare e lavorare nell’educazione tà di tante persone che sono ai to riguarda i ragazzi delle ele- con i giovani per aiutarli a leg- margini delle nostre comunità mentari e delle medie con l’e- gere nella loro storia i segni di parrocchiali. Da parte della no- sperienza “Buongiorno Gesù”, la un Dio che è presente e agisce stra Collaborazione e di noi sa- preghiera del mattino prima di nel quotidiano. Ci è servito an- cerdoti, vogliamo esprimere un andare a scuola. Anche la pre- che come tempo di ascolto, re- sentito grazie per quanto è stato ghiera comunitaria delle Lodi e lazione, dialogo con una realtà seminato con la settimana vo- la meditazione ci ha aiutato co- che si chiama Seminario e che cazionale. Grazie anche per la me comunità a fermarci e pre- non è distante da noi, non è ne- gratuità e la disponibilità che ci gare. Inoltre la visita agli am- anche un luogo chiuso, non è è stata riservata, manterremo a malati, il pranzo di noi sacerdo- neppure un ambiente estraneo lungo uno sguardo di amicizia ti con i seminaristi e i loro edu- o solo per una categoria di per- e profonda stima per quei gio- catori, la loro presenza in fa- sone, ma è una realtà che è ve- vani che stanno compiendo il miglia, dentro le nostre comu- nuta in mezzo a noi, che ha abi- loro cammino di ricerca verso nità parrocchiali. E’ stata un’e- tato nelle nostre comunità par- il sacerdozio. La Chiesa dioce- sperienza che ci ha interroga- rocchiali, e che ci ha fatto toc- sana e le Comunità aspettano to tutti sulla vocazione e sul mo- care con mano la propria vita con speranza annunciatori del- do “nuovo” di vivere oggi la ri- comunitaria, anche attraverso la Parola di Dio e testimoni del cerca vocazionale, dei giovani un recital che ha reso ancora Risorto. che sono chiamati dal Signore più vicino a noi la vita dei semi- don Graziano Santolin a consacrarsi a Lui nel sacerdo- naristi e dei sacerdoti che li ac- parroco di Postioma zio. La nostra Collaborazione e compagnano nel loro cammi- e Porcellengo 16
“Tutto con il gioco, niente per il gioco”... Comunità Giovanile Questo è stato il deno- minatore comune che ci ha accompagnato per tutta l'attività. Nel contesto della settimana in cui i seminaristi sono stati ospi- tati nella nostra parrocchia ci è stata data l'opportunità di con- dividere una mattinata in loro Nonostante le condizioni clima- Da parte dei ragazzi è stata compagnia. L'attività si è svol- tiche avverse, l'attività è risulta- vissuta in maniera assolu- ta divisa per età, Lupetti e Coc- ta un’ottima opportunità di inte- tamente positiva e diver- cinelle dagli 8 agli 11 anni ed reducazione ed avvicinamento tente, sebbene dietro al Esploratori e Guide dai 12 ai 16 tra il mondo degli scout e del gioco e al divertimento ci anni. seminario. fosse una finalità ben più profonda: la nostra chia- mata. In particolar modo è stata apprezzata la bre- ve testimonianza da par- te di due ragazzi del semi- nario che ci hanno invita- to a riflettere sulle nostre scelte, e a interrogarci sen- za timore sulla strada che il Signore ci ha riservato. Damiano, FSE Postioma 17
SULLE TRACCE DI UN SEMINARISTA MARTIRE Comunità Giovanile LA COMUNITÀ GIOVANILE NEI LUOGHI DEL BEATO ROLANDO RIVI Dal 5 all’8 febbraio noi del- la Comunità Giovanile di Treviso abbiamo vissuto l’e- sperienza dell’Itineranza sul- le orme del seminarista mar- tire Rolando Maria Rivi, be- atificato il 5 ottobre 2013 su previa autorizzazione di pa- pa Francesco. Per preparar- ci spiritualmente abbiamo let- to una biografia, la quale rac- conta la vita, il contesto storico e gli eventi che hanno portato al martirio di questo giovane ragaz- zo di appena 14 anni. Le vicende sono accadute a San Valentino, un piccolo paese in provincia di Castellarano (RE) ne- gli anni che vedono svolgersi la seconda guerra mondiale. È pro- prio fra le colline emiliane che cresce e si rafforza il so, da Ferruccio, Franco e Alfieri che ci hanno fatto movimento partigiano nelle sue molteplici anime da mangiare, e siamo stati ospitati negli ambienti (sia di ispirazione comunista che cristiana), susci- che alcune parrocchie ci hanno gentilmente mes- tando interesse e fascino anche nel giovane semi- so a disposizione. Lungo il cammino siamo rimasti narista. I nazisti occupano il Seminario e i ragazzi in silenzio la maggior parte del tempo per favorire vengono mandati nelle loro rispettive famiglie con la preghiera personale o di gruppo, in alcuni mo- l’impegno di continuare gli studi aiutati dai loro menti abbiamo vissuto una condivisione a coppie parroci. Mentre cresce la tensione tra nazisti e re- e ovviamente anche qualche meritata pausa. Ci sistenza partigiana, Rolando Rivi viene allontana- sono state di aiuto anche le persone incontrate du- to da casa con l’inganno da un gruppo di giova- rante il cammino perché hanno contribuito, attra- ni partigiani comunisti. Sarà brutalmente percos- verso i loro sguardi di stupore, la curiosità e le pa- so, condannato senza neanche un processo som- role di incoraggiamento, a far crescere nel nostro mario ed infine ucciso “in odio alla fede” in un pic- animo la consapevolezza della straordinarietà e colo boschetto lontano dal suo paese natale. dell’unicità dell’esperienza che stavamo vivendo. Il cammino della Comunità Giovanile è comincia- Si può dire, in conclusione, che l’esperienza dell’iti- to a Monchio (MO), luogo del martirio di Rolando, neranza ha portato noi seminaristi di Treviso a ve- e si è concluso a San Valentino (RE), luogo di na- dere con occhi nuovi il mondo che ci circonda, ma scita e di sepoltura. ci ha anche invitati a vivere con più autenticità, Durante l’itineranza siamo stati accompagna- coraggio e determinazione la nostra fede. ti dagli educatori che hanno preparato il percor- Giacomo Baesso, CG 18
Comunità Giovanile Un proiettile alla tempia, un proiettile al cuore IL CAMMINO SPIRITUALE ACCANTO AL SEMINARISTA MARTIRE ROLANDO Un proiettile alla tem- dire “No, non ne vale la pena, vane martire un poeta: “Io so- pia, un proiettile al cuo- non ce la posso fare”. Ma, come no di Gesù” questa è la poesia re. Così, i partigiani, hanno cer- dice Tolkien, le vere storie che di Rolando, che nasconde tutta cato di mettere fine alla vita di vale la pena raccontare sono la bellezza della sua vita. Essere Rolando Rivi. Gli hanno spara- quelle in cui il protagonista non poeti della propria vita significa to alla tempia, per uccidere le ha mollato andando avanti fino non fermarsi alle apparenze. I sue idee. Gli hanno sparato al in fondo. Queste sono le gran- veri poeti sono cercatori instan- cuore, per uccidere i suoi senti- di storie da raccontare. Questo cabili della bellezza, sono can- menti, ma, non sapevano, che è quello che ha fatto Rolando. tori della gioia, sono capa- la sua forza non stava in nessu- Questo è quello che ci ha vo- ci di immaginare oltre l’oriz- na delle due cose perché lui era luto lasciare: non avere timo- zonte. Si mettono dalla par- in Gesù. re degli ostacoli o del cammi- te del Creatore per il quale La figura del Beato Rolando, no che sembra portare ad un’i- niente è povero, ma tutto però, non è solamente quella di nevitabile sconfitta, perché nel- è carico di ricchezza, an- un martire da ammirare per co- la vita ci saranno difficoltà, fati- che la vita di un ragazzo me è morto, ma è anche quel- che e anche delusioni ma que- ucciso a 14 anni. Siamo, la di un cristiano da imitare. Ha sto giovane martire ci ha dimo- quindi, invitati a cercare amato tanto Gesù e ha dato an- strato che le parole di Gesù so- la ricchezza che in questo che la vita pur di non tradir- no vere: “Ecco io sono con voi martire attende nascosta, lo. Ha percorso con convinzio- tutti i giorni fino alla fine del tenendo sempre presente ne la strada che aveva davan- mondo”. il segreto che la volpe ri- ti e che lo Spirito gli indicava. Rolando, inoltre, cela un gran- vela al Piccolo Principe: Il cammino fatto da Rolando de tesoro e per scoprirlo bisogna “Non si vede bene che col mi ha fatto pensare che ci so- guardare con attenzione. Don cuore: l’essenziale è invisi- no tante occasioni nella vita Lorenzo Zannoni, il nostro padre bile agli occhi”. per voltarsi, per mollare, per spirituale, definisce questo gio- Giuseppe Simionato, CG 19
monsignor Carraro 1923 d. Giuseppe Carraro al centro tra i seduti, con i compagni di ordinazione sacerdotale Mons. Giuseppe Carraro è venerabile Mons. Giuseppe Carraro, nato a Mira che lo aveva avuto come suo assistente. (Ve), allora nella Diocesi di Treviso, il 26 giugno 1899 e morto a Verona il 30 dicem- Docente e direttore spirituale bre 1980, è la figura più significativa che il Se- Conseguita la laurea nel 1929 con il massimo minario di Treviso ha avuto nel corso del XX dei voti, mentre già da un anno insegna, man- secolo. Il 20 dicembre 2005 la Diocesi di Vero- terrà l’incarico di docente di materie scientifiche na, che lo ha avuto come vescovo, ha aperto il fino al 1938, e successivamente di Direttore del processo per la sua beatificazione. Conclusa la Museo fino al 1942, svolgendo anche attività di fase diocesana, il 15 luglio 2015 la Congregazio- ricerca. Nello stesso periodo vanno sempre più ne per le Cause dei Santi ha pubblicato il decre- aumentando gli impegni di carattere spiritua- to che ne riconosce le virtù eroiche dichiarando- le e pastorale, che la Diocesi gli domanda sem- lo “venerabile” e potrà essere proclamato beato pre più, riconoscendo il suo alto profilo spiritua- quando verrà riconosciuto un miracolo attribuito le. Proprio per questo motivo nel 1938 sarà chia- alla sua intercessione. mato al delicato compito di direttore spirituale del Seminario Maggiore. Nel nuovo incarico, a La formazione cui si dedica con grande passione dà prova di Giuseppe nasce in una famiglia di una profon- un grande equilibrio che, mettendo a proprio da fede. Figlio di Sebastiano, un artigiano, e di agio i seminaristi, li fa aprire alla confidenza. Do- Clotilde Pizzati, è il quintogenito di otto, di cui tato di un buon intuito spirituale, sa mettere in- due moriranno prematuramente. Nel 1910 rice- sieme conoscenze psicologiche, solidità di dottri- ve la cresima e la prima comunione dalle ma- na spirituale e grande paternità, offrendo inco- ni del vescovo Beato Andrea Giacinto Longhin, raggiamento e stimolando l’impegno nei giova- che diverrà il suo modello pastorale e spirituale. A ottobre di quell’anno entra in Seminario. Chia- mato alle armi il 17 giugno 1917 vi rimarrà fi- no all’aprile del 1920, facendo il servizio militare al fronte e successivamente in Libia. Rientrato in Seminario dopo gli studi teologici viene ordinato prete il 31 marzo 1923. Il suo primo impegno fi- no al 1925 è quello di cappellano a Castelminio di Resana, nel frattempo si iscrive alla Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Padova, su in- 7 aprile 1949 don Giuseppe Carraro in primo piano alla posa della prima pietra della ricostruzione ed ampliamento del Seminario dicazione del direttore del Museo del Seminario, 20
ni a lui affidati. Si impegna molto nari, ma incontra nella predicazione e nelle istru- alcune resistenze zioni comunitarie: per ogni occa- a Treviso. sione, anche la meno importan- te prepara scrupolosamente al- Vescovo meno una traccia. Nel 1940 pub- Il 12 ottobre 1952 è nominato ve- monsignor Carraro blica Veni-Mecum del seminari- scovo ausiliare di Treviso e con- sta, un manuale di preghiere e sacrato il 1° novembre successi- di devozioni. vo, mantenendo fino all’anno se- guente l’incarico di rettore. Al- Rettore la morte del vescovo di Treviso, Il 7 aprile 1944, venerdì san- mons. Antonio Mantiero, il 15 feb- to, Treviso è oggetto di un furio- braio 1956 viene eletto vicario ca- so bombardamento alleato che pitolare per reggere la Diocesi si- provoca oltre 1700 morti nella città e distrugge no all’arrivo del nuovo vescovo. Nel frattempo, il 9 o danneggia l’80% degli edifici, tra cui lo stesso aprile, vienetrasferito alla sede di Vittorio Veneto. Seminario. Appena due giorni prima, il 5 aprile, Tornerà a reggere la diocesi di Treviso, in qualità mons. Vittorio D’Alessi, rettore del Seminario, è di Amministratore Apostolico, dopo la prematura nominato vescovo di Concordia e mons. Carra- scomparsa del vescovo Egidio Negrin, da genna- ro è chiamato a succedergli. il 27 dicembre del- io ad agosto 1958. Nel dicembre dello stesso an- lo stesso anno un nuovo bombardamento dan- no verrà trasferito a Verona, di cui sarà pastore neggia gran parte del Seminario, che per fortu- per 20 anni. Conclude la sua vita terrena il 30 di- na è già sfollato. Al nuovo rettore spetta l’arduo cembre 1980. La sua attenzione alla formazione compito della ricostruzione. Le sue principali pre- del clero rimarrà una costante di tutto il suo mi- occupazioni sono però di ordine formativo. Lui nistero tanto da essere nominato membro della stesso si assume l’onere di alcuni insegnamenti: Commissione dei Seminari al Vaticano II e in au- Teologia Morale fondamentale, Teologia Pasto- la relazionerà più volte sul documento riguardan- rale, Pedagogia, Teologia Ascetica. Istituisce tra te la formazione sacerdotale. A Verona istituirà il la fine del Liceo e l’inizio dei corsi teologici l’anno Seminario Italiano per l’America Latina per pre- di Propedeutica, forse per la prima volta in Ita- parare i sacerdoti diocesani Fidei donum. Sa- lia. Il contributo più importante del suo rettorato rà anche membro della Congregazione per l’E- è dato dal nuovo regolamento, pubblicato nel ducazione Cattolica e presidente dell’analoga 1952, redatto con il contributo di molti collabora- commissione della Conferenza Episcopale Ita- tori, che si avvale degli apporti della psicologia liana, di cui diverrà per un triennio dal 1975 e della pedagogia. La nuova impostazione gua- al 1978 Vice-presidente. dagna il plauso della Congregazione dei Semi- mons. Stefano Chioatto BIOGRAFIA DI CARRARO La Postulazione per la causa di beatificazione di mons. Carraro ha recentemente pubblicato una densa e documentatissima biografia del titolo «Il piccolo vescovo dell’Eucaristia», come amava definirsi lui stesso, curata da mons. Dario Cervato, storico della diocesi scaligera e bibliotecario della Capitolare. L’autore con uno stile chiaro fa emergere l’alto profilo spirituale del vescovo in 650 pagine, di cui 250 dedicate al periodo trevigiano. In appendice a ciascuno dei 16 capitoli sono riportati i documenti più importanti che vi si riferiscono. La cronologia della vita, un’abbondante bibliografia, l’indice dei nomi e a l’apparato fotografico completano la pubblicazione. 21
FRANCESCO STOPPA La restituzione PERCHÉ SI È ROTTO IL PATTO TRA GENERAZIONI - ED. FELTRINELLI Perché si è interrotto il patto tra le Francesco Stoppa utilizza per delineare un generazioni? E’ questo l’interrogativo da nuovo scenario di riconoscimento reciproco in cui prende spunto e cerca di dare una cui il debito del figlio nei confronti del padre risposta il libro dello psicologo Francesco non consiste solamente nell’assumere in sé un Stoppa che intravede nel concetto di valore ma nel rivitalizzarlo nel proprio contesto Letto per voi “Restituzione” il punto di svolta che può individuale, sociale, culturale. guidare nell’attuale Soltanto così potrà entrare in periodo di crisi gioco ssia per il padre che per della civiltà il figlio: glio la possibilità di una contemporanea. continuazione contin dell’esistenza L’adolescenza come desiderio di ricerca di diventa la un senso, se quella che Lacan cifra simbolica definiva ni come sentimento di un bisogno di della vita. cambiamento che Il sentimento sen della vita rimane però sospeso nel rappresenta rapp la tensione passaggio tra la fedeltà verso vers la ricerca di un a certi valori ereditati e senso sens in cui riconoscersi; il tradimento di essi nella ciò che il padre lascia prospettiva di una ricerca in eredità e al figlio, autonoma di un senso. è l’accettazione l del Tra una generazione suo su essere altro e il di adulti che non vuole riconoscere ric in lui quella smettere di essere giovane ricerca ric di senso che ha e una generazione di animato a la sua stessa giovani che fa fatica ad vita. v Così si attua una affrancarsi dal padre, si reciproca r fiducia nelle insinua il rischio, subdolo potenzialità p dell’altro. e invisibile, della frena il Il padre allora accetta anche an che il figlio si cammino del cambiamento e, soprattutto, faccia orfano di tutti i valori ereditati. interrompe ogni forma di dialogo autentico tra E secondo il nostro autore è proprio nella padri e figli. possibilità di una ricerca affrancata dai Ecco che allora vanno esplicitate due dettami del padre che si attua la restituzione; prospettive: quella del trasmettere e quella padre e figlio restituiscono qualcosa di dell’ereditare. In che cosa consiste il passaggio sé all’altro nell’accettazione dell’altrui di testimone tra padre e figlio? Trasmettere dei identità; è in questo continuo ed ininterrotto valori può essere sufficiente per dare voce alla movimento conflittuale, tra distanziamento legittima rivendicazione dell’adolescente alla e riconoscimento, che si svolge la storia dei propria autonomia? popoli e si sviluppa l’identità dei molteplici La restituzione è il termine che lo psicologo universi culturali. 22
Idea Pasqua 2016 ITINERARIO DI PREGHIERA PER GRUPPI DI CATECHESI NEL TEMPO PASQUALE Per il tempo pasquale, Ufficio ca- techistico e Seminario rilanciano, anzitutto per chi non lo avesse ancora vissuto, l’itinerario sulle opere di misericordia già propo- sto nel tempo di Quaresima che ben si adatta anche al cammino pasquale a cui il Signore ci chiama in questo tempo. Si tratta di sette verbi, per sette passaggi di pre- ghiera alla scoperta e attualizzazione delle opere di misericordia corporali e spirituali. Oltre a questo itinerario proponiamo anche due momenti di preghiera un po’ più prolungati da vivere durante un incontro di catechesi a scelta. Questa pagina riporta la traccia per catechisti e sacerdoti, mentre nel sito del Seminario saranno disponibili gli altri strumenti per vivere al meglio la preghiera con i ragazzi. Primo passo… TANTI PRIMA DI NOI & ORA TOCCA A NOI! Un primo schema di preghiera vuole accostare figure di santi e testimoni, in particolare della nostra diocesi o delle Chiese a noi vicine, che hanno preso sul serio il Vangelo e lo hanno vissuto nel dono di sè. ENTRIAMO IN PREGHIERA... Suggeriamo di vivere un primo momento nella stanza dell’in- contro. Ai ragazzi viene chiesto di elencare e scrivere i testimoni di Gesù che loro hanno incontrato nel loro cammino. Chi ha parlato loro di Gesù, chi ha mostrato loro qualche “tratto” di Gesù. Ci si porta poi in Chiesa alla scoperta dei santi testimoni della fede che sono più cari alla nostra comunità. Sarà sufficiente guardarsi attorno (immagini, statue, ecc..). UNA PAROLA CHE CHIAMA... (Lc 8,19-21) Ci lasciamo stupire da questo brano di Vangelo: anche noi possiamo essere “familiari di Gesù”, uniti intimamente a lui, se ascoltiamo la sua parola e la vi- viamo concretamente. Questo renderebbe fortissima la nostra amicizia con Lui. In questa avventura non siamo i primi, anzi tanti testimoni prima di noi ci hanno aperto la strada. LA MIA RISPOSTA... Ogni ragazzo raccoglie davanti all’altare una piccola scheda (allegata) che riporta la piccola biografia di un santo della nostra terra e alcune domande. In un breve tempo personale vissuto anche in chiesa ci si può lasciar stupire dall’esempio di con quel discepolo e mettersi in gioco. Secondo passo… PREGHIAMO CON MARIA MADRE DI MISERICORDIA Un secondo momento di preghiera è indicato per il mese di maggio. Vorremmo riprendere, con “gli occhi di Maria” alcuni passi del Vangelo sulla misericordia (in particolare quelli che danno il tema alle immagini che “vestono” l’ingresso della cattedrale), sullo stile della preghiera del rosario. ENTRIAMO IN PREGHIERA... in stanza del proprio gruppo vengono riproposte le imma- gini del “Giardino della Misericordia” e ogni ragazzo potrà sceglierne una cercando di decifrare il Vangelo cui si riferisce. Fatto questo ci si può recare in chiesa o ad un capitello mariano per mettersi in ascolto con Maria. UNA PAROLA CHE CHIAMA... Per ogni immagine proporremo il brano del Vangelo pro- prio. Dopo un breve silenzio, la preghiera del “Padre nostro”, di alcune “Ave Maria” e del “Gloria” vogliono aiutarci a far entrare in profondità il dono di quella “buona notizia”. LA MIA RISPOSTA... Ciascun ragazzo sceglie un gesto per essere anche lui buona notizia per altri. 23
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