Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso

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Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
Seminario      Rivista Trimestrale
               anno LVI • n° 1 2016                                                          TREVISO

...E LO
SEGUIRONO
                                                                                                      ALL’INTERNO
                                                                                                      Speciale Comunità
                                                                                                      Vocazionale

Spedizione in abbonamento postale - art 2 Comma 20/c - Legge 662/96 Filiale di Treviso
Direttore responsabile Mons. Antonio Marangon - Reg. del Tribunale di Treviso n. 168 del 19/03/1960
Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
COPERTINA
                       In questo numero primaverile “Seminario”   tanti altri inserti o box informativi
                       presenta lo speciale sulla Comunità        sulla comunità.
                       Vocazionale! La Comunità che in 40 anni    Inoltre in questo numero abbiamo voluto
                       ha visto passare veramente tanti per un    approfondire un’altra figura che ha
                       serio cammino di ricerca vocazionale.      segnato la storia del Seminario: mons.
                       Di questi possiamo contare anche i 130     Giuseppe Carraro; l’occasione è propizia
                       giunti a rispondere alla chiamata al       anche grazie al fatto che da poco è uscita
                       sacerdozio. Dopo l’articolo di apertura    una pubblicazione ben curata su questo
                       curato da don Giancarlo Pivato, attuale    testimone della chiesa di Treviso.
                       responsabile della Comunità Vocazionale,   Non mancano i consueti inserti
                       potrete conoscere gli albori di questa     per catechiste e ragazzi, qualche
                       comunità con l’intervista a don Giuseppe   suggerimento per la lettura e tanto altro.
Sommario

                       Sovernigo, l’approfondimento sul gruppo    Auguriamo a tutti i nostri lettori, un
                       Diaspora di don Livio Buso, ma anche       gioioso e sereno tempo pasquale!

            Editoriale                       Speciale comunità vocazionale
            4.
            Ricordare                        6.                               9.
            per annunciare                   Le origini: intervista           Testimonianza:
            a cura di                        a don Giuseppe Sover-            Dal lavoro al Seminario
            don Giancarlo Pivato             nigo
                                                                              10.
                                             8.                               Esperienze di carità
                                             Il gruppo vocazionale
                                             “Diaspora”                       11.
                                                                              Ho conosciuto
                                                                              la Comunità
                                                                              Vocazionale

           Redazione                                                         Seminario
           Don Pierluigi Guidolin          Don Andrea Caratozzolo            Rivista degli amici
           Don Tiziano Rossetto            Don Lorenzo Zannoni               del Seminario di Treviso
           Don Mauro Montagner                                               Quota abbonamento 10 euro
                                                                             c.c.p. n°. 12531315 Treviso
           Hanno collaborato
           Pivato don Giancarlo            Buso mons.Livio                   Ton Alessandro
           Chioatto mons.Stefano           Contò Paolo                       I giovani delle Comunità
           Sovernigo don Giuseppe          Vincenti Beatrice                 del Seminario
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Incontri con i vicariati e i sacerdoti

12.
Gli incontri
con i vicariati

13.
La giornata
sacerdotale
del 21 aprile 2016

Esperienze pastorali e spirituali

                                                                          Sommario
14.-17.
Settimana vocazionale
nella Collaborazione
di Paese

18.-19.
Itineranza in Emilia
della Comunità
giovanile sulle tracce
del Beato Rolando Rivi

                                            MO.CHILAND
                                            24.
Rubriche                                    Giochi
20.-21.
Profilo di mons.                             25.
Giuseppe Carraro                            Appuntamenti
                                            per chierichetti
23.                                         e ancelle
Letto per voi:
“La restituzione”
(F. Stoppa)
                                            Notizie in breve
                                            27.-28.
                                            Appuntamenti
Catechesi e vocazione                       vocazionali
23.
Idea Pasqua 2016

           La rivista è anche on-line nel sito: www.seminariotreviso.it     3
                       Buona lettura e buona...navigazione!
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40 ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE

                                   RICORDARE
                                   PER ANNUNCIARE
                                   QUARANT’ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE

                                            Questo numero della Rivista del Semi-        della Chiesa diocesana nei confronti delle voca-
                                            nario è dedicato in buona parte ai qua-      zioni giovani e adulte. Come racconta don Giu-
                                   rant’anni della Comunità vocazionale. Attraver-       seppe Sovernigo nell’intervista qui di seguito, la
                                   so le testimonianze di alcuni protagonisti, come      felice intuizione dalla quale è nata la Comunità
                                   già fatto per le altre comunità del Seminario, vo-    vocazionale, era quella di offrire ai giovani, che
                                   gliamo ricordare questa esperienza di vita cri-       provenivano da esperienze lavorative e da per-
                                   stiana tra giovani in ricerca vocazionale.            corsi scolastici diversificati, un luogo di vita co-
                                   Nel linguaggio comune il termine ricordare si-        mune nel quale poter discernere i segni di una
                                   gnifica anzitutto ri-portare nel cuore, ricondurre     vocazione presbiterale nella Chiesa diocesana.
                                   nel cuore un’esperienza significativa nella pro-       Una comunità per le vocazioni giovani adulte
                                   pria vita.                                            era una novità nel contesto ecclesiale dei semi-
                                   L’esperienza della Comunità vocazionale è sta-        nari e il segno di una Chiesa diocesana che, ne-
                                   ta decisiva per tanti giovani della nostra dio-       gli anni post conciliari, ha saputo interrogarsi e
                                   cesi: per i centotrenta sacerdoti che sono tran-      fare discernimento sulla necessità di prendersi
                                   sitati per la Vocazionale, per i laici, oggi sposa-   cura delle vocazioni, che è uno modi per avere
                                   ti, che nel Diaspora hanno intuito la loro voca-      a cuore le necessità di tutto il popolo di Dio.
                                   zione e per diversi consacrati che in questa co-      In questi quarant’anni alcuni aspetti sono cam-
                                   munità hanno vissuto la prima fase del loro di-       biati. La Comunità vocazionale si è progressiva-
                                   scernimento.                                          mente inserita all’interno delle comunità del Se-
                                   Portare nel cuore questa esperienza significa cre-     minario, pur mantenendo una sostanziale auto-
                                   scere nelle memoria riconoscente nei confronti        nomia, rispetto alla Comunità Teologica, nella
                                   di questo ambiente di vita, nato dall’interesse       gestione dei tempi, negli ambienti di vita e nelle
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figure educative. Sempre più si è caratterizzata          tà che interpella tutta la Chiesa.

                                                                                                               40 ANNI DI COMUNITA’ VOCAZIONALE
come luogo di primo discernimento vocaziona-             Guidati dallo Spirito Santo sia-
le, per il quale in passato era sufficiente il grup-      mo tutti interpellati, laici, preti,
po Diaspora.                                             consacrati e associazioni laicali,
Portare nel cuore significa ritrovare i tratti di         a discernere anche oggi le forme
un’esperienza spirituale segnata dal fascino e           e i modi per l’annuncio vocazionale, a
dalla bellezza di una chiamata che domanda di            partire dalla qualità di vita nelle nostre Comu-
lasciare una professione, gli affetti personali, en-     nità cristiane.
trare in una logica di relazioni tra fratelli, per se-   Oggi la Comunità vocazionale è costituita da
guire Cristo nel dono ai fratelli. Quando un pre-        cinque giovani, uno dei quali sta vivendo un’e-
te torna in Comunità vocazionale descrive que-           sperienza personale presso le comunità di Villa
sta sua esperienza degli inizi con le parole del         Pizzone (MI). Per loro va la nostra preghiera, sti-
primo amore, quell’amore che ha infiammato il             ma e vicinanza. Sono i numeri che la Comuni-
cuore, che è stato purificato e che oggi diventa          tà aveva quando è nata a Santa Bona. Fermar-
amore per quelle persone che sono affidate alla           si ai numeri è sempre una tentazione, che può
cura del pastore.                                        portare fuori strada, tuttavia l’occasione dei qua-
Ma la parola ricordare ha anche un altro signi-          rant’anni della Comunità vocazionale è motivo
ficato, quello di “re - accordare”, vale a dire far       per far vibrare nella Chiesa la parola di vocazio-
vibrare oggi le corde del cuore all’unisono, nello       ne che il Signore, anche oggi, rivolge ai giovani
stesso modo in cui erano vibrate quando era sta-         delle nostre comunità.
ta vissuta l’esperienza ricordata. Ricordare non è       Portare nel cuore un’esperienza e farla vibra-
solo celebrare un passato, quanto rilanciare con         re nel presente è opera dello Spirito del Risor-
forza la necessità di prendersi a cuore la realtà        to, ma è anche responsabilità nostra, sapendo
delle vocazioni giovanili. La fragilità della rispo-     che il contrario di ricordare è dimenticare, di-
sta vocazionale registrata negli ultimi dieci anni,      menticarsi.
non è una questione solo del Seminario, ma real-                                       don Giancarlo Pivato

                                                                                                                        5
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SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE

                                  “PERCHE’ NO?”                                                             vocazionale presso la cano-
                                                                                                            nica di S. Bona alla periferia
                                 Una comunità vocazionale                                                   di Treviso con don Giuseppe
                                                                                                            Sovernigo.
                                 per giovani e adulti a Treviso                                             Questa comunità vocaziona-
                                 INTERVISTA A DON GIUSEPPE SOVERNIGO                                        le sarebbe stata composta
                                                                                                            dai primi tre giovani che
                                          “Per quali motivi è nata la comunità         avevano già maturato una propria decisione vo-
                                          vocazionale?”                                cazionale nel gruppo di orientamento “Diaspora”,
                                 Nel 1974-75 nella diocesi di Treviso si stava vi-     sorto due anni prima.
                                 vendo da anni un momento assai delicato. Nel          L’obiettivo della comunità era quello di offrire un
                                 seminario diocesano si era creata per vari fattori    ambiente di vita adeguato alla ricerca vocazio-
                                 una situazione problematica, con la conseguenza       nale sostenuto dalla riservatezza e dall’impegno
                                 di un grosso calo numerico dei giovani, con un        di crescita umana e spirituale integrate, dal
                                 certo disorientamento e scontentezza, con previ-      contatto con la vita ordinaria delle persone e con
                                 sioni non rosee per l’avvenire.                       una comunità cristiana concreta di preti pastori
                                 Il clima della contestazione di allora, accesosi già  all’opera.
                                 nel 1968 e protrattosi a lungo, la notevole difficoltà   “C’erano esperienze simili in altre diocesi?
                                 ad accordare l’incarnazione educativa dei valori      C’erano due esperienze precedenti che sono state
                                 di sempre con le nuove istanze formative emerse       contattate direttamente per farsi un’idea e un
                                 dal concilio Vaticano II, alcune tensioni nel pre-    progetto su chi essere, come e che cosa fare, una
                                 sbiterio avevano portato il consiglio presbiterale a  a Verona e una a Torino. Ma c’erano pure varie
                                 fare una scelta coraggiosa e lungimirante.            altre esperienze in Francia chiamate appunto
                                 Era stato deciso dal vescovo Mistrorigo di far        “Diaspora” per la convocazione dei dispersi sul
                                 ripartire un’azione educativa rinnovata del           piano vocazionale. Per elaborare un progetto
                                 seminario in una nuova sede, a Campocroce di          adatto per la nostra diocesi si fecero vari incontri
                                 Mogliano, con un nuovo rettore, don Cleto Bedin,      con tre studenti di teologia già in seminario che
                                 e contemporaneamente avviare una comunità             erano giovani e adulti, provenienti da situazioni
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Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE
                                                               una chiamata personale
                                                               di Dio, se è vero che il pro-
                                                               getto di Dio entra nel pieno
                                                               della vita, se è vero che
                                                               Dio lo si può incontrare nella
                                                               preghiera, e se tutte queste cose se-
                                                               gnano un cammino personale.
                                                         II - Ricercatori della loro identità personale se-
                                                               condo le 5 domande di base: “Chi sono io per
                                                               davvero? Chi sono chiamato a essere? Quan-
                                                               to valgo? Da dove provengo? Ce la farò?” Il
                                                               principale sforzo del giovane è scoprire chi lui
di vita analoghe: Lucio Bonomo, Domenico Pilot-                è. Egli si è costruito e si costruisce in rapporto
to, Paolo Carnio,                                              ad alcuni punti di riferimento: a dei modelli di
   “Perché la scelta di vivere in canonica? Come               identificazione incontrati, nell’appartenenza
   ha reagito la comunità parrocchiale di S. Bona?”            a un gruppo forte e attraente, appropriandosi
La vita di canonica fu scelta per consentire                   della propria storia personale. Ma nella no-
di vedere dal vivo, in presa diretta, il farsi del             stra società, dove si dice e si fa di tutto, quali
servizio al Vangelo e la vita di una comunità                  modelli scegliere?
cristiana concreta. A S. Bona c’era come parroco         III - Ricercatori di un «cantiere» o campo di lavoro
don Giuseppe Vardanega, ex padre spirituale                    in cui impegnarsi
del seminario maggiore, don Dionisio Salvadori                 Questi tre tratti dei giovani in ricerca voca-
come viceparroco e come collaboratore nella for-               zionale vanno colti e inseriti entro il divenire
mazione nella comunità vocazionale, don Paolo                  personale, segnato da tanti doni, ma pure da
Cargnin come diacono per un anno.                              fragilità e problemi evolutivi ancora aperti.
I parrocchiani di S. Bona hanno reagito con                    Occorreva allora un costante cammino nei
grande cordialità e accoglienza. Alcuni momenti                seguenti cantieri: la conoscenza e la crescita
di preghiera comune, l’arrivo di generi alimentari             del sé, la conoscenza del contesto in cui si
in canonica e di inviti a pranzo o cena concretiz-             vive, un contesto geografico, culturale ed
zavano l’accoglienza e lo scambio.                             ecclesiale, la conoscenza del disegno di Dio
   “Chi erano i giovani che si accostavano al                  all’opera nella chiesa e nel mondo.
   gruppo Diaspora?”                                                                don Giuseppe Sovernigo
A partire dall’esperienza diretta del campo vo-
cazionale emergono tre tratti salienti dei giovani,
per la loro frequenza e significatività.
I - Cercatori appassionati di un senso valido per
     la vita e cercatori di Dio
     Significa cercare e trovare la sorgente di ciò
     che dà luce, forza, orientamento, gusto di
     vivere, gioia, ecc. Occorreva allenarsi a pas-
     sare dalla cronaca dei fatti, dai vari avveni-
     menti ai significati per la propria vita, al loro
     senso esistenziale. Ovviamente ci vogliono
     riferimenti alla Parola di Dio, alla riflessività,
     alla interiorizzazione.
     In definitiva hanno bisogno di sapere: se
     è vero che una vita può essere risposta a

                                                                                                                            7
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SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE                       La “memoria”
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                                                     del “gruppo Diaspora”
                                           Il “Gruppo Diaspora” del
                                           nostro Seminario, è sta-
                                        to un “luogo” di vita che ha
                                        segnato particolarmente la
                                        mia esistenza di giovane, di
                                        seminarista e di prete. Lun-
                                       ga, infatti, è stata la mia
                                       esperienza nel Diaspora. So-
                                       no entrato in questo Gruppo
                                      sin dal momento del suo av-        gi vitali per l’esistenza, la fede e   segnati dal dolore e successiva-
                                      vio negli anni 1974 – 1975.        la vocazione di ogni singola per-      mente trasfigurati dalla gioia in-
                                     Ho continuato a frequentarlo        sona. Scrivere queste righe è per      contenibile per il familiare dive-
                                    in tutti gli anni della mia per-     me una speciale occasione per          nuto prete. Ringrazio il Signore
                                   manenza in seminario, prima           “far memoria” di un tempo bello,       per il dono che mi ha fatto con il
                                   come appartenente alla Co-            significativo e impegnativo del-        Gruppo Diaspora; certamente in
                                  munità Vocazionale e poi come          la vita. Non posso non ricordare       una “stagione” ecclesiale di pro-
                                 rappresentante della Comunità           e rivivere il clima di amicizia tra    fondo rinnovamento e di vivaci-
                                 Teologica, infine ci sono ritorna-       le persone, di gioia e di umanità      tà nella ricerca vocazionale dei
                                 to per sei anni come Assistente         nello stare insieme, di complicità     giovani. Un tempo nel quale la
                                 e per sette anni come Responsa-         nel “camminare in cordata” al-         famiglia e la comunità parroc-
                                 bile della Comunità Vocaziona-          la scoperta del progetto di Dio, di    chiale, a parte alcune eccezioni,
                                 le. Certo un lungo periodo della        gratitudine e di condivisione dei      erano di notevole aiuto nel cam-
                                 mia vita. Rivisitando questo tem-       momenti di fatica e sofferenza, di     mino spirituale della persona. So-
                                 po, la mente e il cuore ritornano       esultanza per la scelta di entrare     no fiducioso che anche oggi il Si-
                                 con nostalgia spirituale a quella       in Comunità Vocazionale. Sen-          gnore ci illuminerà per confer-
                                 che definirei una vera “primave-         to vivo, pure, il ricordo dei pas-     mare questa esperienza positiva
                                 ra” per la nostra Chiesa diocesa-       saggi dolorosi di alcuni giovani       e per proporre quanto è necessa-
                                 na. Così ripenso la proposta del        che ho accompagnato, per la fa-        rio alla risposta vocazionale delle
                                 cammino nel Diaspora. L’espe-           tica dei famigliari nell’accoglie-     famiglie, dei giovani e delle co-
                                 rienza di animazione e discerni-        re la particolare chiamata del Si-     munità cristiane.
                                 mento vocazionale è stata arric-        gnore per i propri figli. Nella pa-                        mons. Livio Buso
                                 chita, ben presto, dalla condivi-       zienza, nel silenzio e
                                 sione del progetto con la Dioce-        nella preghiera si so-
                                 si di Vittorio Veneto negli anni        no potute vedere le
                                 1986 – 1987. L’esperienza che ho        grandi opere di Dio
                                 fatto come giovane in formazio-         nei percorsi vocazio-
                                 ne e come educatore dei giova-          nali dei genitori. Ho
                                 ni, lascia non solo il ricordo di in-   impressi nel cuore e
                                 contri e attività, bensì una ricca      nella mente i volti di
                                 e preziosa storia fatta di relazioni,   mamme, papà, so-
                                 sentimenti, avventure e passag-         relle e fratelli, prima
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Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE
La sorpresa di un collega
che entra in Vocazionale
         Conobbi Mattia quando arrivò nel Priula
         una decina di anni fa. Giovane laureato
in scienze ambientali a Venezia, iniziava così il
suo viaggio professionale. Dopo un periodo inizia-
le di esperienza allo sportello utenti, il percorso la-
vorativo ha valorizzato le sue competenze sui fe-
nomeni ambientali che Priula, prima, e Contari-
na, poi, trattavano per mestiere. Dopo qualche
anno, Mattia entra a far parte dell'ufficio progetti
e si dedica ai sistemi di gestione rifiuti anche per
realtà esterne, come la Campania, la città di Par-
ma e gettando le basi di quello che sarebbe di-
ventato il progetto per la città di Treviso. Quel
giovane di Paese appariva vivere una normale
esperienza di lavoro e nella vita: una mansione           contribuito a formare un uomo, prima che un la-
specialistica e chissà, forse una casa, una fami-         voratore, a fare le sue scelte coraggiose e ci ac-
glia. La storia sembrava già scritta.                     carezza ancora il pensiero di un qualche picco-
Eppure c'era qualcosa di sfuggente in lui. Il suo         lo merito per aver dato alla comunità un servi-
fare riflessivo. Le sue parole misurate. Ma soprat-        zio inaspettato, mentre compivamo la nostra mis-
tutto la sua inquietudine interiore, la sua anima         sion. Anzi la storia di Mattia ci suggerisce che il la-
in ricerca di qualcosa... o Qualcuno.                     voro, le imprese e il mondo produttivo non esisto-
Quando ci ha chiesto un anno di aspettativa per           no per sè stesse, ma entrano pienamente nell'e-
entrare nel percorso vocazionale, è stata una sor-        sperienza umana comunitaria, portando e attin-
presa. Ma quando poi, alla scadenza, ha comu-             gendone il contributo. Non c'è forse bisogno oggi
nicato la sua scelta definitiva ci ha colpito ancora       di parlare anche di rifiuti, di ambiente e rispetto
di più. Quello era il periodo della grande crisi oc-      del creato? E non è forse necessario far echeg-
cupazionale, tuttora mordente. Vedere un dipen-           giare le parole del Laudato Sii di Papa France-
dente che lascia un lavoro a tem-                                           sco anche nelle nostre chiese
po indeterminato, in una azien-                                             e comunità? Forse Mattia po-
da solida e appassionante, con                                              trebbe aver imparato da noi
prospettive di sviluppo persona-                                            parole nuove e competenze
le, per buttarsi senza rete in un fu-                                       da diffondere.
turo tutto da scoprire, ci ha fatto                                         Lungo una strada di un no-
veramente pensare. Oltre che im-                                            stro comune leggo su un mu-
pensierire! Oggi la formazione sul-                                         retto vergato nottetempo: il
le persone in una azienda è un                                              diavolo brucia, Dio ricicla! Co-
investimento a ritorno non imme-                                            me sempre, attraverso le cose
diato e avremmo dovuto ricomin-                                             che nessuno vuole, come gli
ciare da capo con persone nuo-                                              scarti, gli ultimi e anche i rifiu-
ve.                                                                         ti, si scopre il senso vero del no-
Ma allora, e anche oggi, sentiva-                                           stro essere e il nostro fare.
mo che la nostra azienda aveva                                                                      Paolo Contó

                                                                                                                            9
Seminario TREVISO - Diocesi di Treviso
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE                  “
                                                “ABBIAMO   CRISTO CON NOI,
                                                CRISTO NEI NOSTRI CUORI,
                                                C
                                                CRISTO NEI POVERI CHE INCONTRIAMO,
                                                C
                                                CRISTO
                                                C      NEL SORRISO CHE DONIAMO
                                                CHE RICEVIAMO” (MADRE TERESA)
                                               EC
                                    Noi della comunità vocazionale abbiamo svolto servizio, per una
                                     settimana, presso la Caritas Diocesana, alternandoci tra centro d'a-
                                     scolto, mensa, accoglienza ai dormitori e ospitalità profughi. Siamo
                                     entrati in queste realtà, che oggi è al centro dell'informazione, con
                                     rispetto e semplicità, nello spirito dell'anno Santo della misericor-
                                     dia. Abbiamo incrociato in questa settimana, molti volti, volontari
                                    impegnati, persone bisognose di tutto e uomini arrivati in Italia per
                                    trovare lavoro e vita migliore. Abbiamo visto l'umanità, quella che a
                                   volte si fa' finta di non vedere, ma che in fondo è la stessa che ha
                                   assunto Gesù Cristo per salvarci.
                                                                                       Fabio Toscan, CV

                                 OGNI VENERDI’ A CONTATTO CON I POVERI
                                 Papa Francesco parla spesso di “periferie esistenziali”. Sin dalla prima udienza generale: imparare ad andare
                                 incontro agli altri, verso le periferie dell'esistenza, verso i fratelli che hanno più bisogno di aiuto.
                                 Come fare qui in Comunità vocazionale per concretizzare questo invito, che è poi quello della carità che Gesù
                                 rivolge ai suoi discepolo? Per non amare solo a parola, ma con i fatti, il venerdì mattina i giovani del propedeutico
                                 svolgono un servizio di carità a contatto con realtà di disagio e di povertà. Tra questi vi è l'esperienza a “La Nostra
                                                                                                                         Famiglia”, centro di riabilitazione
                                                                                                                         per disabili con sede a Treviso.
                                                                                                                         Anche questa attività, che richiede
                                                                                                                         vicinanza a chi è segnato da
                                                                                                                         ingiuste sofferenze serve per il
                                                                                                                         discernimento vocazionale.
                                                                                                                         Sorrisi, carezze, tenerezza:
                                                                                                                         un'occasione per aderire a
                                                                                                                         Cristo cosicchè “Ognuno
                                                                                                                         senta viva davanti a Dio e agli
                                                                                                                         uomini la responsabilità di
                                                                                                                         questi bambini e il compito
                                                                                                                         che si assume lo porti
                                                                                                                         a termine con amore e
                                                                                                                         dedizione”, diceva il Padre
                                                                                                                         Fondatore dell'Opera, beato
                                                                                                                         Luigi Monza.
                                                                                                                                  Matteo Pietrobon, CV

       10
SPECIALE COMUNITA’ VOCAZIONALE
UNA VISITA SPECIALE
IN COMUNITA’ VOCAZIONALE
         Il giorno 7 dicembre sono giunti nella                Noi giovani, assieme a don Andrea Gui-
         Diocesi di Treviso i simboli che la Chiesa            done, ci siamo inizialmente avvicinati al-
italiana ha scelto di donare a Cracovia in vista      la Comunità Vocazionale durante l'ora di pran-
della Giornata Mondiale dei Giovani: il Crocifis-      zo. C’era un po’ di titubanza e invece come se fos-
so di San Damiano e la statua della Madonna           se stata una qualsiasi ora della giornata, tutti e
di Loreto che stanno percorrendo tutte le Dioce-      quattro i giovani presenti in questa Comunità si
si d’Italia, per poi essere consegnati alla Chie-     sono alzati da tavola e con grande disponibilità ci
sa polacca in occasione della GMG del prossi-         hanno accolto, accogliendo insieme anche i sim-
mo Luglio. L’intenzione di questa preregrinazio-      boli dal pellegrinaggio e disponendoli con cura
ne è quella di avvicinare i due simboli a tutti       all’interno della loro cappellina. Abbiamo incon-
quei giovani che difficilmente avranno la possi-       trato così Jacopo, Matteo, Fabio e Luca che assie-
bilità di raggiungere Cracovia la prossima esta-      me a don Giancarlo vivono questa esperienza di
te, in modo che non ci sia differenza nel sentir-     ricerca vocazionale. E’ bello vedere ragazzi che
si tutti uniti in questo importante cammino dei       prendono sul serio la loro vita! Nel tardo pome-
giovani cristiani.                                    riggio ci siamo uniti nuovamente a loro nel-
La Comunità Vocazionale è stata la “terza tap-        la cappella per celebrare i Vespri e per fare
pa” della visita di questi simboli nella nostra       una breve catechesi sul Crocifisso di San Da-
Diocesi e così, alla vigilia dell’Immacolata, il      miano e sulla statua della Madonna di Lore-
Crocifisso e la statua della Madonna hanno so-         to. Pregare con loro il Signore davanti a que-
stato all’interno della cappellina al primo piano     ste immagini è stata una vera grazia; abbia-
della Comunità, dopo aver visitato il carcere e       mo così potuto affidare le nostre vite alla pro-
la Casa della Carità.                                 tezione di Gesù e di Maria. questo piacevole
Sul tardo pomeriggio sono stati celebrati i Ve-       incontro con Jacopo, Matteo, Fabio, Luca e
spri con tutti i giovani e i seminaristi presenti.    don Giancarlo si è concluso con un simpatico
Infine gli stessi seminaristi si sono premurati di     momento di convivialità dove abbiamo po-
portare il Crocifisso in processione nella chiesa      tuto conoscerci un po' meglio, personalmente
di San Nicolò durante la Veglia dei Giovani con       sono tornata a casa arricchita e felice di aver
il Vescovo.                                           potuto trascorrere un pomeriggio così.
                                   Alessandro Ton                                      Beatrice Vincenti

                                                                                                                 11
PASTORALE VOCAZIONALE CONDIVISA

                        Incontri del rettore
                       con le congreghe vicariali
                             Tradizionalmente il ret-      sona a riconsiderare quello che       Concilio Vaticano II, Presbyte-
Vita comunitaria

                             tore del seminario in-        ha vissuto fino a quel momento        rorum ordinis, al n. 6 troviamo
                          contra periodicamente i          e a ricomprendere il suo futuro.      scritto: “spetta ai sacerdoti, nel-
                          sacerdoti della Diocesi riu-     Porgli la domanda “Cosa vuole         la loro qualità di educatori nel-
                         niti nella congrega del lo-       Dio da Te?” è mettersi a servizio     la fede, di curare, per proprio
                         ro vicariato. È solitamente       del discernimento vocazionale         conto o per mezzo di altri, che
                         una riunione informativa e        della persona.                        ciascuno dei fedeli sia condotto
                        di condivisione. In occasio-       Come educatori costatiamo che         nello Spirito Santo a sviluppare
                        ne dei 40anni di fondazione        non è più sufficiente il nostro im-   la propria vocazione personale
                       delle comunità del Semina-          pegno per condurre i giovani          secondo il Vangelo”.
                      rio sto incontrando, nei loca-       ad interrogarsi sulla propria vo-     Non è da oggi che il Semina-
                     li del Seminario stesso, i fratelli   cazione sacerdotale. Differente-      rio collabora con vari orga-
                     preti, è un felice convenire nel      mente da 40anni fa dove era           nismi diocesani, associazioni,
                   luogo che li ha formati.                il Seminario ad essere in crisi in    laici e fratelli sacerdoti, tutta-
                   Tutti hanno ricordi della rifor-        un mondo che stava cambian-           via è giunto il tempo di mette-
                   ma iniziata 4 decadi fa. I più          do, oggi è la pastorale giovani-      re in agenda come priorità il te-
                   anziani ne sono stati prota-            le che non riesce più a raggiun-      ma della pastorale vocaziona-
                   gonisti, direttamente coinvol-          gere i giovani con una proposta       le per una maggiore collabo-
                   ti nell’assemblea del clero che,        che li faccia interrogare sulla       razione. Se insieme non pensia-
                   con il vescovo Mistrorigo, scel-        chiamata che Dio rivolge loro.        mo alla semente del futuro sia-
                   se di rifondare le realtà educa-        Perciò come Seminario ci rivol-       mo condannati alla carestia, se
                   tive del Seminario accoglien-           giamo ai confratelli che in par-      un gregge non ha più il pasto-
                   do la proposta di portare la te-        rocchia sono i primi responsa-        re diventa un branco. Non dob-
                   ologia a Campocroce. Gli altri          bili della vocazione dei compo-       biamo avere paura, solo vivere
                   hanno abitato chi la Comuni-            nenti della loro comunità cri-        l’oggi, abitare questa realtà di
                   tà Ragazzi, chi Giovanile o Vo-         stiana. Nel decreto sul ministe-      chiesa, in questo mondo.
                   cazionale e sicuramente quella          ro e la vita dei presbiteri del                   don Pierluigi Guidolin
                   Teologica.
                   L’incontro ha come centro una
                   condivisione della pastorale
                   vocazionale messa in atto dagli
                   educatori del Seminario: una
                   rete di relazioni, incontri, itine-
                   rari che cerca di intercettare i
                   momenti che uno ragazzo o un
                   giovane vivono anche sotto il
                   tema della scelta vocaziona-
                   le. Il passaggio da una scuola
                   ad un’altra, da un’età ad un’al-
                   tra porta naturalmente la per-
    12
Vita comunitaria
LA GIORNATA DI FRATERNITA’
SACERDOTALE
         Ringraziare i sacerdoti che hanno tanto la-    lo specializzarsi della varie figure educative, sono
         vorato per il seminario, renderci conto dei    solo alcuni dei punti di forza del sistema educativo
doni che sono le Comunità del Seminario per la no-      iniziato nel 1975-1976. Don Nico Dal Molin, Diret-
stra Diocesi, rendere presente alla nostra coscien-     tore del Centro Nazionale Vocazioni della Confe-
za presbiterale la situazione attuale della pastorale   renza Episcopale Italiana, psicologo della vicina
vocazionale per lavoravi meglio, sono alcuni degli      diocesi di Vicenza, presenterà questi punti di forza
obiettivi della giornata di fraternità sacerdotale      della nostra vicenda formativa, certamente origi-
che, come presbiterio, vivremo il prossimo 21 apri-     nale rispetto ad altre realtà e tutt’ora capace di
le. L’occasione è il 40ennale delle comunità del se-    educare in questi tempi non facili.
minario, non un momento di memoria nostalgica           Guardare indietro rendendoci conto del pre-
o incontro tra reduci, ma vera interpretazione dei      sente per guardare avanti. Tutto ciò in un’oc-
tempi e capacità della struttura educativa di inter-    casione che ci vede presenti nei luoghi che ci
pretare quanto la realtà poneva e pone innanzi.         hanno formato e che rappresentano, senza
Interverrà perciò don Cleto Bedin, rettore del Semi-    paura di esagerare, il futuro della nostra Chie-
nario Maggiore in quegli anni difficili. Gli abbiamo    sa. La mattinata si concluderà con un pranzo
chiesto di ricordare la vicenda di quegli anni. Tutto   a cui tutti sono coinvolti. Ogni sacerdote della
ciò a beneficio dei più giovani che conoscono solo      Diocesi si ritenga invitato. Avrà l’occasione di
frammenti di narrazione di quegli anni, ma anche        mangiare assieme con gli altri preti e con i
di chi ha ormai raggiunto la saggezza perché fa         seminaristi, dalle medie alla teologia. Ci sarà
bene ricordare quei cambiamenti, espressione di         anche la possibilità di rivedere i luoghi prota-
un confronto efficace vissuto dentro al presbiterio.    gonisti della sua formazione, la possibilità di
La scuola d’obbligo frequentata in istituti esterni     fare un giro per i luoghi delle comunità, ma-
al Seminario, la formazione non più per classi ma       gari coni seminaristi come ciceroni: la storia e il
per gruppi trasversali alle varie età, la presenza      presente in cammino con il futuro.
in comunità degli educatori e non più dei prefetti,                                  don Pierluigi Guidolin

                                                                                                                  13
Chiamati e mandati
                                        tra la gente
Settimana vocazionale

                                        LLA SETTIMANA VOCAZIONALE A PAESE

                                   Anche quest’anno noi
                                   giovani della comunità
                               teologica abbiamo vissuto
                               l’esperienza della Settima-
                               na di Animazione Vocazio-
                              nale nelle parrocchie della
                              Collaborazione Pastorale di
                              Paese. Da sabato 13 a do-
                             menica 21 febbraio ci sia-
                             mo trasferiti a Paese, Casta-
                            gnole, Postioma, Porcellengo     chiamata del Signore e abbia-        le varie parrocchie, incontrato
                            e Padernello per annunciare      mo pregato perché non man-           le classi di catechismo, i gruppi
                           la vocazione del prete dioce-     chino anche oggi vocazioni al        di Azione Cattolica e gli Scout.
                          sano e testimoniare con la no-     sacerdozio.                          Alcuni di noi hanno incontrato
                         stra vita di seminaristi quanto     Dopo la Messa d’inizio, saba-        anche gli ospiti del centro per
                        sia bello porsi in ascolto della     to sera a Paese, ognuno di noi       disabili “la Cascina” e “Amica
                        Parola che il Signore rivolge ad     seminaristi è stato accolto a ca-    Luna” e gli anziani della casa
                        ogni uomo.                           sa di una famiglia delle cinque      di riposo.
                        Quest’anno abbiamo iniziato          parrocchie, con la quale ha          Ogni giorno la nostra comuni-
                        venerdì 12 febbraio con una          condiviso la vita quotidiana di      tà si riuniva per le lodi e la lec-
                        veglia di preghiera dal tito-        tutta la settimana.                  tio divina al mattino in chiesa a
                        lo “Senza misura” nella chiesa       Il pomeriggio di domenica 14         Porcellengo, per il pranzo a Pa-
                        di Padernello, durante la qua-       febbraio a Porcellengo, nel con-     ese e per la Messa feriale alla
                        le abbiamo accostato alcune fi-       testo del Forum “1 sport x la Vi-    sera a Castagnole.
                        gure di sacerdoti che hanno te-      ta”, abbiamo incontrato alcu-        La settimana si è conclusa sa-
                        stimoniato con il dono della vi-     ni giovani e adulti impegna-         bato sera con la rappresenta-
                        ta la bellezza di rispondere alla    ti in vari sport, dialogando e ri-   zione del nuovo recital dal tito-
                                                             flettendo insieme sulla capaci-       lo “Dove si va”, scritto e recita-
                                                             tà che ha lo sport di rivelare chi   to da noi seminaristi, e domeni-
                                                             sia l’uomo, quali siano i suoi bi-   ca 21 con un torneo di calcio a
                                                             sogni e desideri più profondi.       Porcellengo.
                                                             Come gli anni scorsi, le nostre      Rimanere per più giorni a con-
                                                             giornate durante la settimana        tatto con la vita di queste par-
                                                             sono state molto ricche di in-       rocchie è stato motivo di gioia e
                                                             contri e appuntamenti. Abbia-        di crescita per i molti incontri e
                                                             mo proposto a ragazzi e ragaz-       testimonianze di vita che portia-
                                                             ze delle scuole elementari e me-     mo nel cuore e che ci spingono
                                                             die un momento di preghiera          a rendere lode a Dio che anche
                                                             al mattino prima di scuola, vi-      in questo modo si è preso cura
                                                             sitato e portato la comunione        di noi e del nostro cammino.
                                                             ad alcune persone malate del-                       Tommaso Bertolin,
     14
GIOIA E SEMPLICITA’

                                                                                                             Settimana vocazionale
          Siamo la famiglia Dal
          Colle e nel mese di
febbraio abbiamo provato la
gioia di ospitare Carlo Breda,
un giovane ragazzo di 20 anni,
che da 10 condivide la vita e
la ricerca con altri ragazzi in
seminario.
Quando abbiamo proposto ai
nostri figli, Alberto e Giulia, di
condividere la nostra casa con
un'altra persona, hanno subito
espresso un parere favorevole,
forse anche per colmare un po' il
vuoto che la nostra primogenita,
Lisa, ha lasciato, dal momento che è all'estero         ispirato alla loro vita all'interno del seminario,
per un anno di studio. Avere Carlo in casa è            e all'attività che alcuni di loro svolgono nelle
stato un toccasana per tutti: per Alberto è stato       parrocchie. È stato entusiasmante e in certi
come avere un fratello maggiore e per Giulia            momenti commovente il loro impegno, davvero
un compagno di scherzi e gioco. Insieme a               notevole, nello scrivere la sceneggiatura e nella
Carlo abbiamo ritrovato la gioia di pregare             rappresentazione.
prima di cena e, condividendo i momenti                 La nostra esperienza si è conclusa la domenica
quotidiani di vita, ci ha aperto gli occhi su           con il torneo di calcio: lì abbiamo salutato Carlo
quanta normalità c'è in un giovane che                  con la promessa di sentirci in futuro.
desidera diventare sacerdote, certo con tanto           Non ci resta che pregare affinché Dio protegga
impegno, studio, incontri, riunioni, ma tutto con       e aiuti questi ragazzi che ora per noi non sono
semplicità.                                             solo seminaristi qualunque ma sono ragazzi
A conclusione della settimana, al sabato sera,          con un volto e un nome.
tutti i seminaristi hanno proposto un recital                           Famiglia Dal Colle, Castagnole

Una serata per crescere
         Mercoledì 18 febbraio       la comunità dei rover e delle        davvero positiva, raramente
         nella casa del Giovane      scolte ha potuto condividere         abbiamo la possibilità di
della parrocchia di Paese il         le riflessioni che questi video      discutere di questi temi tra
clan Husky ha partecipato            avevano suscitato. E' stato          noi ragazzi, specialmente
alla serata organizzata da           affrontato il tema della vita        per quanto riguarda
Carlo e Francesco, giovani del       con la metafora del viaggio,         la scelta di entrate in
Seminario di Treviso. L'attività è   ipotizzando una gita alle tre cime   seminario. Personalmente
stata proposta con la visione di     di Lavaredo. Il clan ha potuto       penso che cercherò di
alcuni pezzi del film La leggenda    così maturare nuove riflessioni      approfondire il tema della
del pianista sull'oceano e           circa la vita come vocazione.        ricerca vocazionale in futuro.
con delle discussioni in cui         Penso sia stata una cosa                          Giacomo Cavallin

                                                                                                                15
Settimana vocazionale

                            Seminaristi in collaborazione
                            LA SETTIMANA VOCAZIONALE NELLE PARROCCHIE DI PAESE

                                  Nella nostra collabora-    noi sacerdoti abbiamo accolto        no. E’ stata una settimana nel-
                                  zione di Paese, abbia-     con positività e con gioia que-      la quale, grazie ai seminaristi,
                          mo avuto la grazia di condi-       sti seminaristi e i loro educato-    ci siamo interrogati sul signifi-
                        videre una settimana con i se-       ri, e sono stati giorni nei quali,   cato della nostra Collaborazio-
                        minaristi della Comunità Teo-        in qualche modo, ci siamo presi      ne e sul senso di essere collabo-
                        logica del Seminario. E’ stata       del tempo per fermarci e riflet-      razione mettendo insieme le for-
                        un’esperienza edificante e coin-      tere sulla necessità oggi di pre-    ze e scoprendo carismi e quali-
                        volgente soprattutto per quan-       gare e lavorare nell’educazione      tà di tante persone che sono ai
                        to riguarda i ragazzi delle ele-     con i giovani per aiutarli a leg-    margini delle nostre comunità
                        mentari e delle medie con l’e-       gere nella loro storia i segni di    parrocchiali. Da parte della no-
                        sperienza “Buongiorno Gesù”, la      un Dio che è presente e agisce       stra Collaborazione e di noi sa-
                        preghiera del mattino prima di       nel quotidiano. Ci è servito an-     cerdoti, vogliamo esprimere un
                        andare a scuola. Anche la pre-       che come tempo di ascolto, re-       sentito grazie per quanto è stato
                        ghiera comunitaria delle Lodi e      lazione, dialogo con una realtà      seminato con la settimana vo-
                        la meditazione ci ha aiutato co-     che si chiama Seminario e che        cazionale. Grazie anche per la
                        me comunità a fermarci e pre-        non è distante da noi, non è ne-     gratuità e la disponibilità che ci
                        gare. Inoltre la visita agli am-     anche un luogo chiuso, non è         è stata riservata, manterremo a
                        malati, il pranzo di noi sacerdo-    neppure un ambiente estraneo         lungo uno sguardo di amicizia
                        ti con i seminaristi e i loro edu-   o solo per una categoria di per-     e profonda stima per quei gio-
                        catori, la loro presenza in fa-      sone, ma è una realtà che è ve-      vani che stanno compiendo il
                        miglia, dentro le nostre comu-       nuta in mezzo a noi, che ha abi-     loro cammino di ricerca verso
                        nità parrocchiali. E’ stata un’e-    tato nelle nostre comunità par-      il sacerdozio. La Chiesa dioce-
                        sperienza che ci ha interroga-       rocchiali, e che ci ha fatto toc-    sana e le Comunità aspettano
                        to tutti sulla vocazione e sul mo-   care con mano la propria vita        con speranza annunciatori del-
                        do “nuovo” di vivere oggi la ri-     comunitaria, anche attraverso        la Parola di Dio e testimoni del
                        cerca vocazionale, dei giovani       un recital che ha reso ancora        Risorto.
                        che sono chiamati dal Signore        più vicino a noi la vita dei semi-              don Graziano Santolin
                        a consacrarsi a Lui nel sacerdo-     naristi e dei sacerdoti che li ac-                parroco di Postioma
                        zio. La nostra Collaborazione e      compagnano nel loro cammi-                              e Porcellengo
     16
“Tutto con il gioco,
niente per il gioco”...

                                                                                                            Comunità Giovanile
         Questo è stato il deno-
         minatore comune che
ci ha accompagnato per tutta
l'attività.
Nel contesto della settimana in
cui i seminaristi sono stati ospi-
tati nella nostra parrocchia ci è
stata data l'opportunità di con-
dividere una mattinata in loro       Nonostante le condizioni clima-        Da parte dei ragazzi è stata
compagnia. L'attività si è svol-     tiche avverse, l'attività è risulta-   vissuta in maniera assolu-
ta divisa per età, Lupetti e Coc-    ta un’ottima opportunità di inte-      tamente positiva e diver-
cinelle dagli 8 agli 11 anni ed      reducazione ed avvicinamento           tente, sebbene dietro al
Esploratori e Guide dai 12 ai 16     tra il mondo degli scout e del         gioco e al divertimento ci
anni.                                seminario.                             fosse una finalità ben più
                                                                            profonda: la nostra chia-
                                                                            mata. In particolar modo
                                                                            è stata apprezzata la bre-
                                                                            ve testimonianza da par-
                                                                            te di due ragazzi del semi-
                                                                            nario che ci hanno invita-
                                                                            to a riflettere sulle nostre
                                                                            scelte, e a interrogarci sen-
                                                                            za timore sulla strada che il
                                                                            Signore ci ha riservato.
                                                                                   Damiano, FSE Postioma
                                                                                                               17
SULLE TRACCE DI UN
                                     SEMINARISTA MARTIRE
Comunità Giovanile

                           LA COMUNITÀ GIOVANILE NEI LUOGHI DEL BEATO ROLANDO RIVI

                               Dal 5 all’8 febbraio noi del-
                               la Comunità Giovanile di
                            Treviso abbiamo vissuto l’e-
                            sperienza dell’Itineranza sul-
                            le orme del seminarista mar-
                            tire Rolando Maria Rivi, be-
                           atificato il 5 ottobre 2013 su
                           previa autorizzazione di pa-
                          pa Francesco. Per preparar-
                          ci spiritualmente abbiamo let-
                         to una biografia, la quale rac-
                         conta la vita, il contesto storico
                        e gli eventi che hanno portato al
                        martirio di questo giovane ragaz-
                      zo di appena 14 anni.
                     Le vicende sono accadute a San
                     Valentino, un piccolo paese in
                     provincia di Castellarano (RE) ne-
                     gli anni che vedono svolgersi la
                     seconda guerra mondiale. È pro-
                     prio fra le colline emiliane che cresce e si rafforza il   so, da Ferruccio, Franco e Alfieri che ci hanno fatto
                     movimento partigiano nelle sue molteplici anime            da mangiare, e siamo stati ospitati negli ambienti
                     (sia di ispirazione comunista che cristiana), susci-       che alcune parrocchie ci hanno gentilmente mes-
                     tando interesse e fascino anche nel giovane semi-          so a disposizione. Lungo il cammino siamo rimasti
                     narista. I nazisti occupano il Seminario e i ragazzi       in silenzio la maggior parte del tempo per favorire
                     vengono mandati nelle loro rispettive famiglie con         la preghiera personale o di gruppo, in alcuni mo-
                     l’impegno di continuare gli studi aiutati dai loro         menti abbiamo vissuto una condivisione a coppie
                     parroci. Mentre cresce la tensione tra nazisti e re-       e ovviamente anche qualche meritata pausa. Ci
                     sistenza partigiana, Rolando Rivi viene allontana-         sono state di aiuto anche le persone incontrate du-
                     to da casa con l’inganno da un gruppo di giova-            rante il cammino perché hanno contribuito, attra-
                     ni partigiani comunisti. Sarà brutalmente percos-          verso i loro sguardi di stupore, la curiosità e le pa-
                     so, condannato senza neanche un processo som-              role di incoraggiamento, a far crescere nel nostro
                     mario ed infine ucciso “in odio alla fede” in un pic-       animo la consapevolezza della straordinarietà e
                     colo boschetto lontano dal suo paese natale.               dell’unicità dell’esperienza che stavamo vivendo.
                     Il cammino della Comunità Giovanile è comincia-            Si può dire, in conclusione, che l’esperienza dell’iti-
                     to a Monchio (MO), luogo del martirio di Rolando,          neranza ha portato noi seminaristi di Treviso a ve-
                     e si è concluso a San Valentino (RE), luogo di na-         dere con occhi nuovi il mondo che ci circonda, ma
                     scita e di sepoltura.                                      ci ha anche invitati a vivere con più autenticità,
                     Durante l’itineranza siamo stati accompagna-               coraggio e determinazione la nostra fede.
                     ti dagli educatori che hanno preparato il percor-                                         Giacomo Baesso, CG
    18
Comunità Giovanile
Un proiettile alla tempia,
un proiettile al cuore
IL CAMMINO SPIRITUALE ACCANTO AL SEMINARISTA MARTIRE ROLANDO

          Un proiettile alla tem-     dire “No, non ne vale la pena,        vane martire un poeta: “Io so-
         pia, un proiettile al cuo-   non ce la posso fare”. Ma, come       no di Gesù” questa è la poesia
re. Così, i partigiani, hanno cer-    dice Tolkien, le vere storie che      di Rolando, che nasconde tutta
cato di mettere fine alla vita di      vale la pena raccontare sono          la bellezza della sua vita. Essere
Rolando Rivi. Gli hanno spara-        quelle in cui il protagonista non     poeti della propria vita significa
to alla tempia, per uccidere le       ha mollato andando avanti fino         non fermarsi alle apparenze. I
sue idee. Gli hanno sparato al        in fondo. Queste sono le gran-        veri poeti sono cercatori instan-
cuore, per uccidere i suoi senti-     di storie da raccontare. Questo       cabili della bellezza, sono can-
menti, ma, non sapevano, che          è quello che ha fatto Rolando.        tori della gioia, sono capa-
la sua forza non stava in nessu-       Questo è quello che ci ha vo-        ci di immaginare oltre l’oriz-
na delle due cose perché lui era      luto lasciare: non avere timo-        zonte. Si mettono dalla par-
in Gesù.                              re degli ostacoli o del cammi-        te del Creatore per il quale
  La figura del Beato Rolando,         no che sembra portare ad un’i-        niente è povero, ma tutto
però, non è solamente quella di       nevitabile sconfitta, perché nel-      è carico di ricchezza, an-
un martire da ammirare per co-        la vita ci saranno difficoltà, fati-   che la vita di un ragazzo
me è morto, ma è anche quel-          che e anche delusioni ma que-         ucciso a 14 anni. Siamo,
la di un cristiano da imitare. Ha     sto giovane martire ci ha dimo-       quindi, invitati a cercare
amato tanto Gesù e ha dato an-        strato che le parole di Gesù so-      la ricchezza che in questo
che la vita pur di non tradir-        no vere: “Ecco io sono con voi        martire attende nascosta,
lo. Ha percorso con convinzio-        tutti i giorni fino alla fine del       tenendo sempre presente
ne la strada che aveva davan-         mondo”.                               il segreto che la volpe ri-
ti e che lo Spirito gli indicava.     Rolando, inoltre, cela un gran-       vela al Piccolo Principe:
Il cammino fatto da Rolando           de tesoro e per scoprirlo bisogna     “Non si vede bene che col
mi ha fatto pensare che ci so-        guardare con attenzione. Don          cuore: l’essenziale è invisi-
no tante occasioni nella vita         Lorenzo Zannoni, il nostro padre      bile agli occhi”.
per voltarsi, per mollare, per        spirituale, definisce questo gio-           Giuseppe Simionato, CG

                                                                                                                    19
monsignor Carraro

                                    1923 d. Giuseppe Carraro al centro tra i seduti, con i compagni di ordinazione sacerdotale

                        Mons. Giuseppe Carraro
                        è venerabile
                            Mons. Giuseppe Carraro, nato a Mira                   che lo aveva avuto come suo assistente.
                            (Ve), allora nella Diocesi di Treviso, il 26
                         giugno 1899 e morto a Verona il 30 dicem-                Docente e direttore spirituale
                        bre 1980, è la figura più significativa che il Se-          Conseguita la laurea nel 1929 con il massimo
                        minario di Treviso ha avuto nel corso del XX              dei voti, mentre già da un anno insegna, man-
                       secolo. Il 20 dicembre 2005 la Diocesi di Vero-            terrà l’incarico di docente di materie scientifiche
                       na, che lo ha avuto come vescovo, ha aperto il             fino al 1938, e successivamente di Direttore del
                      processo per la sua beatificazione. Conclusa la              Museo fino al 1942, svolgendo anche attività di
                     fase diocesana, il 15 luglio 2015 la Congregazio-            ricerca. Nello stesso periodo vanno sempre più
                    ne per le Cause dei Santi ha pubblicato il decre-             aumentando gli impegni di carattere spiritua-
                    to che ne riconosce le virtù eroiche dichiarando-             le e pastorale, che la Diocesi gli domanda sem-
                    lo “venerabile” e potrà essere proclamato beato               pre più, riconoscendo il suo alto profilo spiritua-
                    quando verrà riconosciuto un miracolo attribuito              le. Proprio per questo motivo nel 1938 sarà chia-
                    alla sua intercessione.                                       mato al delicato compito di direttore spirituale
                                                                                  del Seminario Maggiore. Nel nuovo incarico, a
                    La formazione                                                 cui si dedica con grande passione dà prova di
                    Giuseppe nasce in una famiglia di una profon-                 un grande equilibrio che, mettendo a proprio
                    da fede. Figlio di Sebastiano, un artigiano, e di             agio i seminaristi, li fa aprire alla confidenza. Do-
                    Clotilde Pizzati, è il quintogenito di otto, di cui           tato di un buon intuito spirituale, sa mettere in-
                    due moriranno prematuramente. Nel 1910 rice-                  sieme conoscenze psicologiche, solidità di dottri-
                    ve la cresima e la prima comunione dalle ma-                  na spirituale e grande paternità, offrendo inco-
                    ni del vescovo Beato Andrea Giacinto Longhin,                 raggiamento e stimolando l’impegno nei giova-
                    che diverrà il suo modello pastorale e spirituale.
                    A ottobre di quell’anno entra in Seminario. Chia-
                    mato alle armi il 17 giugno 1917 vi rimarrà fi-
                    no all’aprile del 1920, facendo il servizio militare
                    al fronte e successivamente in Libia. Rientrato in
                    Seminario dopo gli studi teologici viene ordinato
                    prete il 31 marzo 1923. Il suo primo impegno fi-
                    no al 1925 è quello di cappellano a Castelminio
                    di Resana, nel frattempo si iscrive alla Facoltà di
                    Scienze Naturali dell’Università di Padova, su in-              7 aprile 1949 don Giuseppe Carraro in primo piano alla posa della prima
                                                                                    pietra della ricostruzione ed ampliamento del Seminario
                    dicazione del direttore del Museo del Seminario,
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ni a lui affidati. Si impegna molto                                                nari, ma incontra
    nella predicazione e nelle istru-                                                 alcune resistenze
    zioni comunitarie: per ogni occa-                                                 a Treviso.
    sione, anche la meno importan-
    te prepara scrupolosamente al-                                                    Vescovo
    meno una traccia. Nel 1940 pub-                                                  Il 12 ottobre 1952 è nominato ve-

                                                                                                                            monsignor Carraro
    blica Veni-Mecum del seminari-                                                   scovo ausiliare di Treviso e con-
    sta, un manuale di preghiere e                                                   sacrato il 1° novembre successi-
    di devozioni.                                                                    vo, mantenendo fino all’anno se-
                                                                                     guente l’incarico di rettore. Al-
    Rettore                                                                          la morte del vescovo di Treviso,
    Il 7 aprile 1944, venerdì san-                                                   mons. Antonio Mantiero, il 15 feb-
    to, Treviso è oggetto di un furio-                                               braio 1956 viene eletto vicario ca-
    so bombardamento alleato che                                                     pitolare per reggere la Diocesi si-
    provoca oltre 1700 morti nella città e distrugge               no all’arrivo del nuovo vescovo. Nel frattempo, il 9
    o danneggia l’80% degli edifici, tra cui lo stesso              aprile, vienetrasferito alla sede di Vittorio Veneto.
    Seminario. Appena due giorni prima, il 5 aprile,               Tornerà a reggere la diocesi di Treviso, in qualità
    mons. Vittorio D’Alessi, rettore del Seminario, è              di Amministratore Apostolico, dopo la prematura
    nominato vescovo di Concordia e mons. Carra-                   scomparsa del vescovo Egidio Negrin, da genna-
    ro è chiamato a succedergli. il 27 dicembre del-               io ad agosto 1958. Nel dicembre dello stesso an-
    lo stesso anno un nuovo bombardamento dan-                     no verrà trasferito a Verona, di cui sarà pastore
    neggia gran parte del Seminario, che per fortu-                per 20 anni. Conclude la sua vita terrena il 30 di-
    na è già sfollato. Al nuovo rettore spetta l’arduo             cembre 1980. La sua attenzione alla formazione
    compito della ricostruzione. Le sue principali pre-            del clero rimarrà una costante di tutto il suo mi-
    occupazioni sono però di ordine formativo. Lui                 nistero tanto da essere nominato membro della
    stesso si assume l’onere di alcuni insegnamenti:               Commissione dei Seminari al Vaticano II e in au-
    Teologia Morale fondamentale, Teologia Pasto-                  la relazionerà più volte sul documento riguardan-
    rale, Pedagogia, Teologia Ascetica. Istituisce tra             te la formazione sacerdotale. A Verona istituirà il
    la fine del Liceo e l’inizio dei corsi teologici l’anno         Seminario Italiano per l’America Latina per pre-
    di Propedeutica, forse per la prima volta in Ita-              parare i sacerdoti diocesani Fidei donum. Sa-
    lia. Il contributo più importante del suo rettorato            rà anche membro della Congregazione per l’E-
    è dato dal nuovo regolamento, pubblicato nel                   ducazione Cattolica e presidente dell’analoga
    1952, redatto con il contributo di molti collabora-            commissione della Conferenza Episcopale Ita-
    tori, che si avvale degli apporti della psicologia             liana, di cui diverrà per un triennio dal 1975
    e della pedagogia. La nuova impostazione gua-                  al 1978 Vice-presidente.
    dagna il plauso della Congregazione dei Semi-                                          mons. Stefano Chioatto

                BIOGRAFIA DI CARRARO
                  La Postulazione per la causa di beatificazione di mons. Carraro ha recentemente pubblicato una
                 densa e documentatissima biografia del titolo «Il piccolo vescovo dell’Eucaristia», come amava
                definirsi lui stesso, curata da mons. Dario Cervato, storico della diocesi scaligera e bibliotecario della
             Capitolare. L’autore con uno stile chiaro fa emergere l’alto profilo spirituale del vescovo in 650 pagine,
          di cui 250 dedicate al periodo trevigiano. In appendice a ciascuno dei 16 capitoli sono riportati i documenti
          più importanti che vi si riferiscono. La cronologia della vita, un’abbondante bibliografia, l’indice dei nomi e
a             l’apparato fotografico completano la pubblicazione.

                                                                                                                               21
FRANCESCO STOPPA
                    La restituzione
                    PERCHÉ SI È ROTTO IL PATTO TRA GENERAZIONI - ED. FELTRINELLI

                          Perché si è interrotto il patto tra le      Francesco Stoppa utilizza per delineare un
                          generazioni? E’ questo l’interrogativo da   nuovo scenario di riconoscimento reciproco in
                         cui prende spunto e cerca di dare una        cui il debito del figlio nei confronti del padre
                        risposta il libro dello psicologo Francesco   non consiste solamente nell’assumere in sé un
                        Stoppa che intravede nel concetto di          valore ma nel rivitalizzarlo nel proprio contesto
Letto per voi

                        “Restituzione” il punto di svolta che può                         individuale, sociale, culturale.
                        guidare nell’attuale                                              Soltanto così potrà entrare in
                       periodo di crisi                                                    gioco ssia per il padre che per
                       della civiltà                                                       il figlio:
                                                                                               glio la possibilità di una
                      contemporanea.                                                        continuazione
                                                                                            contin              dell’esistenza
                      L’adolescenza                                                         come desiderio di ricerca di
                     diventa la                                                              un senso,
                                                                                                  se       quella che Lacan
                    cifra simbolica                                                          definiva
                                                                                                   ni come sentimento
                   di un bisogno di                                                           della vita.
                  cambiamento che                                                             Il sentimento
                                                                                                 sen            della vita
                 rimane però sospeso nel                                                       rappresenta
                                                                                               rapp             la tensione
                passaggio tra la fedeltà                                                       verso
                                                                                               vers la ricerca di un
                a certi valori ereditati e                                                      senso
                                                                                                sens in cui riconoscersi;
                il tradimento di essi nella                                                      ciò che il padre lascia
                prospettiva di una ricerca                                                       in eredità
                                                                                                     e        al figlio,
                autonoma di un senso.                                                             è l’accettazione
                                                                                                     l                del
                Tra una generazione                                                               suo
                                                                                                  su essere altro e il
                di adulti che non vuole                                                            riconoscere
                                                                                                   ric            in lui quella
                smettere di essere giovane                                                         ricerca
                                                                                                   ric      di senso che ha
                e una generazione di                                                                animato
                                                                                                    a          la sua stessa
                giovani che fa fatica ad                                                            vita.
                                                                                                    v      Così si attua una
                affrancarsi dal padre, si                                                             reciproca
                                                                                                      r          fiducia nelle
                insinua il rischio, subdolo                                                           potenzialità
                                                                                                      p             dell’altro.
                e invisibile, della frena il                          Il padre allora accetta anche
                                                                                                  an       che il figlio si
                cammino del cambiamento e, soprattutto,               faccia orfano di tutti i valori ereditati.
                interrompe ogni forma di dialogo autentico tra        E secondo il nostro autore è proprio nella
                padri e figli.                                         possibilità di una ricerca affrancata dai
                Ecco che allora vanno esplicitate due                 dettami del padre che si attua la restituzione;
                prospettive: quella del trasmettere e quella          padre e figlio restituiscono qualcosa di
                dell’ereditare. In che cosa consiste il passaggio     sé all’altro nell’accettazione dell’altrui
                di testimone tra padre e figlio? Trasmettere dei       identità; è in questo continuo ed ininterrotto
                valori può essere sufficiente per dare voce alla       movimento conflittuale, tra distanziamento
                legittima rivendicazione dell’adolescente alla        e riconoscimento, che si svolge la storia dei
                propria autonomia?                                    popoli e si sviluppa l’identità dei molteplici
                La restituzione è il termine che lo psicologo         universi culturali.
   22
Idea Pasqua 2016
ITINERARIO DI PREGHIERA PER GRUPPI
       DI CATECHESI NEL TEMPO PASQUALE
                                                                     Per il tempo pasquale, Ufficio ca-
                                                                     techistico e Seminario rilanciano,
                                                                     anzitutto per chi non lo avesse
                                                                     ancora vissuto, l’itinerario sulle
                                                                     opere di misericordia già propo-
                                                                     sto nel tempo di Quaresima che
                                                                     ben si adatta anche al cammino
pasquale a cui il Signore ci chiama in questo tempo. Si tratta di sette verbi, per sette passaggi di pre-
ghiera alla scoperta e attualizzazione delle opere di misericordia corporali e spirituali. Oltre a questo
itinerario proponiamo anche due momenti di preghiera un po’ più prolungati da vivere durante un incontro di catechesi a
scelta. Questa pagina riporta la traccia per catechisti e sacerdoti, mentre nel sito del Seminario saranno disponibili gli altri
strumenti per vivere al meglio la preghiera con i ragazzi.

Primo passo… TANTI PRIMA DI NOI & ORA TOCCA A NOI!

Un primo schema di preghiera vuole accostare figure di santi e testimoni, in particolare della nostra diocesi
o delle Chiese a noi vicine, che hanno preso sul serio il Vangelo e lo hanno vissuto nel dono di sè.

ENTRIAMO IN PREGHIERA... Suggeriamo di vivere un primo momento nella stanza dell’in-
contro. Ai ragazzi viene chiesto di elencare e scrivere i testimoni di Gesù che loro hanno incontrato nel loro
cammino. Chi ha parlato loro di Gesù, chi ha mostrato loro qualche “tratto” di Gesù. Ci si porta poi in Chiesa
alla scoperta dei santi testimoni della fede che sono più cari alla nostra comunità. Sarà sufficiente guardarsi
attorno (immagini, statue, ecc..).

UNA PAROLA CHE CHIAMA... (Lc 8,19-21) Ci lasciamo stupire da questo brano di Vangelo:
anche noi possiamo essere “familiari di Gesù”, uniti intimamente a lui, se ascoltiamo la sua parola e la vi-
viamo concretamente. Questo renderebbe fortissima la nostra amicizia con Lui. In questa avventura non
siamo i primi, anzi tanti testimoni prima di noi ci hanno aperto la strada.

LA MIA RISPOSTA... Ogni ragazzo raccoglie davanti all’altare una piccola scheda (allegata) che
riporta la piccola biografia di un santo della nostra terra e alcune domande. In un breve tempo personale
vissuto anche in chiesa ci si può lasciar stupire dall’esempio di con quel discepolo e mettersi in gioco.

Secondo passo… PREGHIAMO CON MARIA MADRE DI MISERICORDIA
Un secondo momento di preghiera è indicato per il mese di maggio. Vorremmo riprendere, con “gli
occhi di Maria” alcuni passi del Vangelo sulla misericordia (in particolare quelli che danno il tema
alle immagini che “vestono” l’ingresso della cattedrale), sullo stile della preghiera del rosario.

ENTRIAMO IN PREGHIERA... in stanza del proprio gruppo vengono riproposte le imma-
gini del “Giardino della Misericordia” e ogni ragazzo potrà sceglierne una cercando di decifrare il
Vangelo cui si riferisce. Fatto questo ci si può recare in chiesa o ad un capitello mariano per mettersi
in ascolto con Maria.

UNA PAROLA CHE CHIAMA... Per ogni immagine proporremo il brano del Vangelo pro-
prio. Dopo un breve silenzio, la preghiera del “Padre nostro”, di alcune “Ave Maria” e del “Gloria” vogliono
aiutarci a far entrare in profondità il dono di quella “buona notizia”.

LA MIA RISPOSTA... Ciascun ragazzo sceglie un gesto per essere anche lui buona notizia per altri.
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