SEMEIOTICA DELL'ADDOME - AA 2019/2020 Prof.ssa ML Attilia - eLearning
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Cari studenti, il momento di emergenza che stiamo vivendo ci colpisce anche nel progetto formativo che ci vede coinvolti. A questo riguardo, ho cercato di essere il più esaustiva e chiara nella realizzazione delle slide, con la coscienza che non potranno mai sostituire la lezione frontale, partendo dal presupposto che il docente non vi comunica solo conoscenza medico- scientifica ma anche un modello di comportamento ed approccio al paziente che deriva oltre che dalle evidenze scientifiche anche dalla nostra esperienza professionale. Spero che potremo rincontrarci presto, nel frattempo sono disponibile via mail a rispondere ad eventuali vostri quesiti. Questa è solo la prima parte delle slide che vi propongo, vi saranno poi altri due blocchi che verranno messi sulla piattaforma successivamente. Anche l’esperienza che stiamo vivendo farà parte del vostro bagaglio formativo oltre che umano e sociale. Prendiamo la parte migliore, per esempio oggi 16/03/2020 un buon motivo per uscire di casa lo hanno trovato quelle persone, in una lunga fila, che al policlinico hanno donato il sangue.
La diagnostica dell’addome si avvale di strumenti complementari: Anamnesi Esame obiettivo Esami di laboratorio e strumentali
Suddivisione dei visceri addominali Ipocondrio destro Epigastrio Ipocondrio sinistro Lobo sinistro fegato Milza Lobo destro fegato Stomaco Coda pancreas Flessura destra colon Duodeno Flessura sinistra colon Rene e surrene destro Pancreas Rene e surrene sinistro Colecisti Colecisti Fianco destro Mesogastrio Fianco sinistro Duodeno Rene destro Rene sinistro Digiuno Colon ascendente Colon discendente Mesentere Fossa iliaca destra Ipogastrio Fossa iliaca sinistra Cieco Vescica Appendice Ileo Sigma Ultima ansa ideale Ureteri destro e sinistro Uretere sinistro Uretere destro Utero Ovaio sinistro Ovaio destro
Ispezione dell’addome • Permette di valutare: • Simmetria, forma e volume • Ombelico • Movimenti respiratori e pulsazioni addominali • Cute (eventuale presenza di reticolo venoso sottocutaneo)
Simmetria, forma e volume. Aspetti patologici Normalmente le due metà dell’addome sono simmetriche. Asimmetria: per aumento del volume di un viscere o per la presenza di una voluminosa massa endoaddominale. In condizione normali, l’addome è pianeggiante e di forma esagonale. Forma: globosa per presenza di abbondante adipe e ipotonia dei muscoli parietali. Se l’ipotonia è notevole, l’addome si presenta incavato in alto e sporgente in basso (addome pendulo). Se è presente notevole adipe, l’addome si definisce “a grembiule”.
Simmetria, forma e volume. Aspetti patologici Forma: nei soggetti particolarmente dimagriti, l’addome è incavato (“avvallato” fino all’aspetto “a barca”); se esiste importante contrattura dei muscoli l’addome sarà “ligneo” con aumentata resistenza soprattutto al momento della palpazione. Volume: aumentato in caso di ascite (presenza di liquido nel cavo addominale), notevole meteorismo intestinale, aumento del volume di un viscere o neoformazione. L’ascite, soprattutto di vecchia data, determina ipotonia muscolare che, a sua volta, causa sfasamento laterale dell’addome (“addome batraciano”).
Simmetria, forma e volume. Aspetti patologici Volume: in caso di stenosi del tenue (neoplasie, aderenze), la distensione delle anse a monte determina una prominenza nelle regioni epigastrica e mesogastrica. Se la stenosi persiste e si determina uno stato paretico, si può apprezzare un’ansa intestinale a monte distesa ed immobile che permette di localizzare orientativamente il sito dell’ostruzione (segno di Wahl). In caso di diastasi dei retti addominali si può osservare una prominenza sulla linea mediana che si accentua facendo sollevare il capo in posizione supina o facendo compiere uno sforzo al paziente. È frequente nelle donne pluripare e in caso di ascite di vecchia data.
Ombelico. Aspetti patologici La cicatrice ombelicale è normalmente infossata (normointroflessa). In caso di ernia ombelicale o condizioni che aumentano la tensione addominale (es. ascite) può presentarsi appianata o sporgente. Può cambiare la sua sede (in alto, in basso o lateralmente) in caso di aumento asimmetrico dell’addome.
Movimenti respiratori Sollevamento inspiratorio della parete addominale alta, che scompare nell’espirazione. Nell’uomo, questo movimento è più evidente anche nella respirazione tranquilla poiché essa è prevalentemente addominale. In caso di peritonite acuta si ha un tipo di respirazione costale poiché i movimenti respiratori sono limitati o assenti. In caso di pericardite adesiva, all’inspirazione si ha rientramento inspiratorio a livello di sterno ed epigastrio (respiro incrociato di Wenckeback) invece che il tipico sollevamento di questi regioni.
Pulsazioni addominali Nei soggetti magri, si può apprezzare una pulsazione sincrona dall’aorta addominale con la sistole cardiaca a livello della linea mediana sulla parte anteriore (tra apofisi ensiforme e l’ombelico). Questa pulsazione addominale può essere più evidente ed estesa nel caso di aneurisma dell’aorta addominale. In caso di ipertrofia del ventricolo destro si può avere una pulsazione epigastrica alta che parte dall’arco costale destro e si dirige verso sinistra e in basso (segno di Harzer). In presenza di voluminose masse addominali, si possono apprezzare pulsazioni della parete dovute al contatto tra massa e aorta.
Cute, reticolo venoso sottocutaneo, tipo cava-cava e porto-cava L’esame della cute generale deve valutare prima di tutto le caratteristiche fisiche: colore, integrità, umidità, temperatura, spessore ed elasticità. In gravidanza è tipica la linea nigra (sulla linea mediana tra pube e ombelico) da iperpigmentazione della cute. Tipiche della gravidanza come del rapido ingrassamneto, ascite e neoplasie sono anche le strie, aree cicatriziali. Quelle recenti sono rosso-bluastre che diventano bianco-madreperlaceo con il procedere della riparazione cutanea. Nel morbo di Cushing e nel trattamento cronico con corticosteroidi, per la deficitaria riparazione cicatriziale le strie rimangono tipicamente rosso-violaceo (strie rubrae). Nel caso di Herpes Zoster (fuoco di Sant’Antonio), sono presenti lesioni vescicolari localizzate in un determinato dermatomero corrispondente al segmento nervoso colpito dal virus.
Cute, reticolo venoso sottocutaneo, tipo cava-cava e porto-cava
Cute, reticolo venoso sottocutaneo, tipo cava- cava e porto-cava La cute può essere iperemica, edematosa e calda in presenza di infezioni della parete o degli organi sottostanti. In caso di stasi, la cute sarà succulenta o edematosa. Se la stasi è cronica, l’edema sarà duro. Normalmente si apprezza la presenza di un reticolo venoso nei soggetti magri e anziani, sulle pareti antero-laterali (segno di G. Gasbarrini). L’ostruzione di vasi venosi del torace e dell’addome possono determinare la comparsa di reticoli venosi patologici.
Reticoli venosi • Se presenti in regione latero-addominale e degli ipocondri di destra e sinistra sono segno di ostacolato deflusso in ambito cavale; se presenti all’epigastrio sono espressione di una condizione di ipertensione portale. • In caso di ostruzione della cava inferiore (da cause intrinseche o estrinseche) il reticolo presenta un flusso invertito rispetto al normale, cioè dal basso verso l’alto, tipo cava inferiore-cava superiore. In caso di ostruzione della cava superiore, il reticolo è di tipo cava superiore-inferiore con flusso diretto dall’alto verso il basso e si estende alla parete addominale e toracica.
Reticoli venosi • In caso di ipertensione portale intraepatica o postepatica , si sviluppa un un reticolo venoso in sede periombelicale. • Il reticolo portale può anche estendersi dalla linea ombelicale trasversa: verso l’alto (reticolo tipo portale puro), verso il basso con aspetto a raggiera (reticolo porto-cava), a raggiera tutt’intorno all’ombelico (caput medusae). I reticoli portale puro e porto-cava sono determinati dalla pervietà delle vv. paraombelicali. Il caput medusae è determinato dalla pervietà della vena ombelicale.
Palpazione dell’addome Rappresenta la fase essenziale della semiologia dell’addome. Il paziente si pone in decubito supino. Si esegue poggiando la mano a piatto (destra se l’osservatore è a destra del paziente, sinistra se è a sinistra del paziente).
Palpazione dell’addome Palpazione superficiale: con la mano a piatto ed il palmo ben poggiato sull’addome, si esercita una pressione dolce ed uniforme. È consigliabile iniziare dai quadranti inferiore per poi risalire ai quadranti superiori e/o iniziare dalle regioni eventualmente non dolenti. Con questa tecnica è possibile apprezzare meglio i limiti inferiori del fegato e della milza e di masse addominali. Con essa si valuta anche la trattabilità dell’addome (reazioni di dolore e difesa). Inoltre, permette di valutare lo stato di idratazione della cute, un eventuale edema diffuso dell’addome con il classico segno della fovea e il pannicolo adiposo sottocutaneo.
Palpazione dell’addome Palpazione profonda: con la mano a piatto esercitando pressione anche con il braccio. È sempre consigliabile iniziare dai quadranti inferiori. Permette di valutare eventuali masse, il margine inferiore di organi splancnici se aumentati di volume e punti dolorosi diretti o riflessi. In caso di massa addominale, bisogna stabilire se è endoaddominale o della parete (in questo caso si muove con i movimenti dei muscoli). Per rendere la palpazione più agevole si sovrappongono le due mani (palpazione bimanuale o a doppia mano).
Palpazione dell’addome Durante questa procedura è importante valutare la tensione dell’addome, che sarà aumentata per presenza di gas, liquido, masse addominali o contrazione dei muscoli. Aumento della tensione si può apprezzare anche in caso di ipertensione addominale per pancreatite acuta o perforazioni addominali, le quali rappresentano delle vere emergenze cliniche.
Palpazione dell’addome Durante la palpazione, si può provocare una contrazione muscolare di difesa da dolore viscerale, per intolleranza o solletico del paziente e che si può vincere da un aumento della pressione della mano oppure si può apprezzare la contrattura, una rigidità lignea o “a tavola” della parete addominale. È causata dall’infiammazione del peritoneo (peritonite). Fiotto addominale: se l’addome è aumentato di volume e si sospetta presenza di liquido endoaddominale, si poggia la mano a piatto su un lato dell’addome e con l’altra si provocano delle scosse sul punto diametralmente opposto; se è presente liquido libero nel cavo peritoneale si percepisce con la mano a piatto un movimento ondulatorio trasmesso dal liquido.
Palpazione del fegato Il fegato si trova nell’ipocondrio destro. La palpazione va eseguita dal basso verso l’alto con le dita indirizzate cranialmente fino ad incontrare il margine inferiore mentre il paziente compie delle inspirazioni profonde. Normalmente, non si apprezza il margine inferiore del fegato e la sua consistenza. Negli aumenti di volume si valuta il margine anteriore del fegato utilizzando la distanza in cm dall’arcata costale sulla linea emiclaveare destra e parasternale destra. In caso di abbondante versamento ascitico, si può utilizzare la palpazione a scosse imprimendo con i polpastrelli dei piccoli colpi sulla parte alta della parete addominale in modo da spostare il liquido dal fegato. Si potrà così apprezzare il fegato (sensazione paragonata a quella di praticare la stessa manovra su un pezzo di ghiaccio galleggiante in acqua-fenomeno del ghiacciolo).
Palpazione del fegato Permette di apprezzare: • Eventuale abbassamento dell’organo (viscero-ptosi) o del diaframma (enfisema, versamenti pleurici ecc.). • Ingrandimenti del fegato: modesto tale da rendersi apprezzabile al di sotto dell’arcata costale in inspirazione; abnorme tale da occupare gran parte dell’addome fino alla spina iliaca antera-superiore o più in basso. • Margine: normalmente regolare, rotondeggiante (smusso). Se il fegato è ingrandito, si possono apprezzare due incisure, una livello del legamento rotondo, l’altra a livello della colecisti, a 6-7 cm dalla prima. Nelle epatomegalie il margine può essere liscio, regolare, arrotondato; nella steatosi, arrotondato; nella cirrosi (soprattutto atrofica) tagliente e frastagliato.
Palpazione del fegato • Superficie: normalmente è liscia. Nella cirrosi epatica la superficie è finemente irregolare. È invece grossolanamente irregolare in caso ad esempio in caso di epatocarcinoma o cisti multiple da Echinococco. • Consistenza: normalmente è molle-parenchimatosa. Nell’epatomegalia può presentarsi elastica; nelle epatiti acute è dura; nella steatosi è molle; nella fibrosi e cirrosi la consistenza è aumentata. Si va dal molle al duro elastico fino ad arrivare al duro fibroso e duro ligneo. • Dolorabilità: essa è in rapporto alla velocità con cui l’organo si è ingrandito ed è dovuta alla distensione della glissoniana. Si ha dolorabilità in caso di fegato da stasi (venosa o biliare) ed epatiti acute. Nell’epatopatia cronica di solito è assente dolorabilità
La colecisti In condizioni normali non è palpabile. Laddove è palpabile, si ha un aumento del volume dovuto a: • Aumento del suo contenuto (ritenzione di bile, idrope, empiema, calcolosi biliare). • Ispessimento delle sue pareti (di solito di natura neoplastica). Nella ritenzione biliare (stasi biliare), l’ostacolo è al di sotto della confluenza del dotto cistico con quello epatico. Generalmente, esso è rappresentato da una neoplasia del coledoco o della testa del pancreas. Per differenziare queste due condizioni ci si può avvalere della legge di Courvoisier-Terrier: 1. Ittero con volume aumentato della colecisti orienta verso diagnosi di neoplasia della testa del pancreas o del coledoco al di sotto dello sbocco del dotto cistico o della papilla. 2. Ittero senza aumento di volume della colecisti orienta verso diagnosi di calcolosi biliare (poichè in questo caso le pareti sono ispessite, sclerotiche e inestensibili per concomitante colecistite calcolosa). Segno di Murphy: segno di flogosi colecistica. Si mette la mano destra a piatto nel quadrante superiore destro, posizionando le estremità dell’indice e del medio sul punto colecistico (all’inserzione costale del margine esterno del retto addominale), e si esercita una compressione. A questo punto si chiede al paziente di fare un’inspirazione profonda; se viene provocato o accentuato il dolore si ha arresto dell’inspirazione.
Palpazione della milza •Normalmente la milza non è palpabile poiché si trova al di sotto dell’arcata costale (ipocondrio sinistro). Se è apprezzabile, ci si orienta verso l’aumento di volume del viscere (splenomegalia) oppure verso uno abbassamento di esso (ptosi). •La splenomegalia può essere lieve (il polo inferiore all’arcata costale), moderata (se supera l’arcata costale di 3-4 dita), notevole (se raggiunge la linea ombelicale trasversa) e cospicua se supera l’ombelicale trasversa. Può raggiungere la fossa iliaca sinistra. •Si procede alla palpazione ponendo sotto il margine costale sinistro tra l’emiclaveare e l’ascellare media la faccia palmare della mano sinistra esercitando una lieve pressione partendo sempre dal basso. Il punto da palpare è sotto il margine costale sinistro tra l’emiclaveare e l’ascellare media partendo sempre dal basso. Esistono altri tipi di palpazione: Ad uncino, combinata, a scosse (se presente versamento ascitico).
Palpazione della milza La palpazione dell’organo ingrandito permette di valutare: • Dimensione (splenomegalia) in cm. • Consistenza: molle-parenchimatosa, duro-elastica, duro-fibrosa, duro- ligneo. • Superficie: liscia e regolare, presenza di incisure trasversali sul margine mediale (distinguo tra milza e massa renale o neoplastica addominale). • Margini: quasi sempre lisci e regolari. • Dolenzia: in genere le splenomegalie non sono dolenti tranne che nelle infezioni acute, negli ascessi (rari), negli infarti splenici e nella rapida distensione della capsula splenica.
Palpazione dei reni In condizioni normali non sono palpabili. Per esserlo, devono o essere aumentati di volume o essere spostati dalla loro sede naturale. Si procede alla palpazione bimanuale con il paziente in decubito supino. Per il rene destro: osservatore alla destra del paziente con la mano sinistra parallelamente e subito al di sotto della XII costa nella loggia lombo-renale e la mano destra anteriormente nella regione del fianco destro. Per il sinistro: a sinistra del paziente con le mani collocate allo stesso modo. Se si invita al paziente a inspirare si può apprezzare il polo inferiore del rene in caso di aumento o abbassamento (manovra di Guyon). Esistono altre manovre di palpazione: manovra di Glenard, manovra inversa di Glenard, manovra di Israel. Il rene ptosico può essere riscontrato in caso di forti dimagramenti che riducono l’adipe della capsula perirenale (tre gradi di ptosi a seconda di quante porzioni di rene si apprezzano). Se si apprezza una superficie grossolanamente irregolare (come palpare un sacco di noci) con aumento del volume del rene, ci si orienta verso il rene policistico.
Palpazione dei reni Una massa addominale del rene può presentare tre segni utili: • Segno del contatto lombare • Fenomeno del ballottamento bimanuale • Fenomeno della ricaduta
Pancreas Il pancreas è situato troppo profondamente per poter essere apprezzato alla palpazione (posizione anatomica centrale, profonda, retroperitoneale). Tumori solidi del pancreas possono essere palpati se abbastanza grandi in corrispondenza della proiezione anteriore dell’organo. In genere si apprezza una tumefazione oblunga, di consistenza dura, a superficie liscia o irregolare, immobile durante la respirazione. La formazione si allontana dalla mano che palpa durante l’inspirazione, come avviene tipicamente per i tumori retroperitoneali. Inoltre, possono presentare delle pulsazioni trasmesse dato il rapporto con l’aorta. Poiché l’esame obiettivo di questo organo è limitato, si deve ricorrere ad esami di laboratorio e strumentali (ecografia e TC principalmente).
Palpazione dello stomaco In condizioni normali, lo stomaco vuoto non si apprezza alla palpazione. Se sono presenti gas e/o alimenti si può rilevare una resistenza elastica. In condizioni patologiche (infiammazioni, neoplasie, ipertrofia della tunica muscolare da stenosi del piloro), si ha ispessimento delle pareti gastriche che rendono apprezzabile l’organo. Con la palpazione a scosse in regione epigastrica, si può provocare un rumore di guazzamento da presenza di liquido e gas. Se il guazzamento è presente dopo ore dall’ultimo pasto, indica un’ ipersecrezione gastrica o uno svuotamento gastrico ritardato (per stenosi pilorica, ipotonia o ptosi gastrica).
Palpazione dell’intestino Normalmente le anse del tenue sfuggono alla mano che palpa, si apprezza soltanto una lieve resistenza elastica. L’intestino crasso si può apprezzare, al contrario, dal cieco fino al sigma dove è più palpabile come un cordone duro-elastico che sfugge a scatto sotto le dita (corda colica), a volte dolente. È un reperto comune tra i soggetti vagotonici e con stipsi spastica. In condizioni patologiche (infiammazioni, neoplasie, ulcerazioni, stenosi intrinseca o da aderenze), si può apprezzare un’ansa del tenue o un tratto del colon. Una massa intestinale può formarsi repentinamente per invaginazione o per volvolo.
In genere, le neoplasie dell’intestino non raggiungono mai dimensioni abnormi poiché determinano fenomeni di occlusione o subocclusione che provocano dolori violenti, accessionali e intermittenti con borborigmi, alvo chiuso (occlusione) o quasi chiuso (subocclusione) a feci e gas, meteorismo. Il meteorismo è in sede centrale se è occluso l’ultimo tratto del tenue e del cieco; è laterale “a cornice” se è occluso il sigma.
Palpazione dell’intestino. Neoplasie In genere, le neoplasie dell’intestino non raggiungono mai dimensioni abnormi poiché determinano fenomeni di occlusione o subocclusione che provocano dolori violenti, accessionali e intermittenti con borborigmi, alvo chiuso (occlusione) o quasi chiuso (subocclusione) a feci e gas, meteorismo. Il meteorismo è in sede centrale se è occluso l’ultimo tratto del tenue e del cieco; è laterale “a cornice” se è occluso il sigma. A livello del tenue, è caratteristica la spostabilità passiva della massa (può perfino cambiare la sua sede da un giorno all’altro). A livello del colon, la sede più comune di neoplasia è il sigma (seguito dal trasverso, il cieco e il discendente). La massa si presenta circoscritta, a margini netti o sfumati, di forma tondeggiante, a superficie liscia o irregolare o bozzoluta.
Palpazione dell’intestino. Neoplasie I tumori del sigma e del colon discendenti possono essere confusi con un’ altra evenienza clinica che è la malattia diverticolare. Questo vale soprattutto nel caso di una diverticolite acuta o complicata, quando si apprezza una massa in regione iliaca sinistra con il corollario semeiotico di febbre, alvo alterato, segni di peritonismo. Difficoltà nella diagnosi differenziale. Ad ogni modo la palpazione di una tumefazione dolorosa mal delimitabile è indicativa di diverticolite più che di tumore. Nella diagnosi differenziale, va considerato il fecaloma (anche di grande volume, indolente, a superficie liscia o bernoccoluta, di consistenza dura, elastica o pastosa). Il fecaloma può essere causa di pseudodiarrea. Si apprezza di solito alla porzione distale del colon e della flessura destra con difficoltà nell’eliminazione spontanea. Somministrando un purgante o dopo enteroclisma il reperto scompare.
Porte erniarie La palpazione dell’addome prevede anche l’esplorazione delle porte erniarie. Le ernie sono classificate in: •Inguinale (esterna, interna) •Ombelicale (congenita, dell’adulto) •Epigastrica •Crurale •Lombare (rara)
Porte erniarie L’esplorazione del canale inguinale va eseguita con il paziente in posizione eretta; si introduce attraverso la borsa scortale nel canale inguinale l’indice rivolto dal basso verso l’altro e dall’interno verso l’interno. Si invita il paziente a tossire o ad espirare a glottide chiusa (manovra di Valsalva). Se è presente un’ernia inguinale si palpa nel canale una tumefazione rotondeggiante e molliccia che pulsa sotto i colpi di tosse. Le ernie sono più frequenti negli anziani per debolezza della muscolatura, lassità del connettivo e per l’aumento della pressione endoaddominale.
Altri elementi da valutare alla palpazione Nei soggetti magri, soprattutto nelle donne giovani si può apprezzare in regione epigastrica-mesogastrica sulla linea paramediana sinistra, la pulsazione dell’aorta addominale (diverso il caso dell’aneurisma, caratterizzato da pulsazione espansiva cioè in tutte le direzioni e spesso dalla presenza di un soffio, da dolore al dorso). La palpazione superficiale e profonda in regione ipogastrica e nelle fosse iliache permette di trovare eventuali masse dell’ovaio o dell’utero (cisti ovariche, utero gravido) o una vescica ripiena (globo vescicale). Alla palpazione profonda è consigliabile valutare la pulsatilità delle arterie femorali. Assenza di polso femorale si ha nella Sindrome di Leriche, coartazione dell’aorta, aneurisma dissecante dell’aorta (sintomatologia dolorosa acuta).
Peritoneo Nella peritonite acuta: addome a “tavola” con elevata resistenza e dolore che si esacerba con la palpazione, ileo paralitico. Si associano alvo chiuso a feci e gas, vomito, singhiozzo, febbre, facies peritonitica. La causa più comune è la perforazione gastrointestinale, rottura nel cavo addominale di raccolta purulenta, traumi, strangolamenti, infarto intestinale, pancreatite acuta. Rara è la peritonite acuta primaria (principalmente infettiva). A volte la flogosi acuta resta circoscritta e può determinare la formazione di una raccolta saccata (alla palpazione si presenta come un’area di resistenza circoscritta in sede, mal delimitabile, meglio delimitabile con la percussione). Altri reperti alla palpazione sono le neoformazioni (neoplasie, cisti, metastasi) e la peritonite tubercolare.
Dolorabilità dell’addome Si ricerca con la palpazione profonda a livello di punti diretti e indiretti. La dolorabilità può derivare da flogosi peritoneale, flogosi viscerale, distensione o spasmo dei visceri cavi. I punti dolorosi indiretti sono: • Segno di Murphy • Segno di Blumberg • Segno di Aaron • Segno di Rovsing • Segno di Markle • Segno del muscolo otturatore pelvico • Segno del muscolo Ileo-psoas
Dolorabilità dell’addome I punti dolorosi diretti: • Quadrante superiore destro: punto cistico (all’incontro tra la X costa e margine esterno del retto addominale), nelle affezioni colecistiche (in aggiunta segno di Murphy); zona coledoco-pancreatica di Chauffard-Rivet (tra la linea xifo-ombelicale e la bisettrice dell’angolo tra questa e l’ombelicale trasversa) che si estende per 5-6 cm, nelle affezioni coledociche. • Regione epigastrica: dolorabile nelle affezioni ulcerose gastroduodenali. I punti dolorosi corrispondono press’a poco alle aree di proiezione cutanea del dolore.
Dolorabilità dell’addome •Quadrante superiore sinistro: dolorabile in caso di affezione della milza, del pancreas o della flessura splenica. •Mesogastrio: dolorabile per lesioni dell’intestino, del pancreas, del rene e delle vie escretrici. Per quanto riguarda il pancreas, in questa regione si può valutare il punto pancreatico di Dejardins (corrisponde allo sbocco del dotto di Wirsung nel duodeno situato a 5-6 cm dall’ombelico sulla linea che congiunge l’ombelico al cavo ascellare di destra).
Dolorabilità dell’addome • Punti dolorosi renali: nelle affezioni renali il dolore è più facilmente evidenziabile posteriormente, in corrispondenza della loggia renale, al di sotto dell’arcata costale e all’esterno del muscolo quadrato dei lombi. In questa zona la dolorabilità renale (soprattutto da calcolosi) può essere evocata più facilmente con la manovra del Giordano (percussione con il margine ulnare della mano posta a taglio sulla loggia renale). • In caso di affezioni della pelvi renale, sono stati proposti diversi punti di dolorabilità: il punto costo-vertebrale di Guyon, il punto costo-lombare di Guyon.
Dolorabilità dell’addome • Punti dolorosi ureterali: sulla parete anteriore punti ureterali superiore e medio e il sovrapubico di Bazy. Con l’esplorazione rettale nell’uomo e vaginale nella donna, il punto ureterale inferiore (premendo sul punto di sbocco dell’uretere in vescica. Punti dolorosi vescica sono evocabili premendo in sede sovra pubica.
Dolorabilità dell’addome • Quadranti inferiori: si possono avere i punti dolorosi ureterali inferiori e vescicali, i punti a carico della fossa iliaca sinistra, punti dolorosi corrispondenti a condizioni patologiche di annessi, sigma. • Punti appendicolari: il più importante è il punto di Mac Burney. Si trova ad un cm all’esterno della metà della linea tra spina iliaca antera-superiore di destra e ombelico. La dolorabilità è indicativa di infiammazione di gangli e vie linfatiche poste vicino all’appendice. Altro punto è quello di Morris, di Lanz, di Clado, di Jalaguier, di Munro.
Percussione Ha un’importanza importanza nella semeiotica dell’addome rispetto alla palpazione. Serve a confermare i limiti inferiori degli organi apprezzati con la palpazione, a delimitare i margini superiori di essi, a delimitare i limiti dello stomaco e del colon, a delimitare gli organi cavi che contengono aria dagli organi solidi, ad apprezzare l’eventuale presenza di gas nel peritoneo (pneumoperitoneo) e a dimostrare la presenza di versamenti addominali scarsi. In condizioni normali, la percussione provoca un suono timpanico in relazione all’aria contenuta negli organi cavi.
Percussione del fegato Delimitazione del margine superiore (aia di ottusità epatica): a paziente supino si procede alla percussione della parete anteriore; a paziente seduto la percussione avviene sulla parete laterale e posteriore. Si effettua dall’alto verso il basso secondo le linee verticali del torace. Ottusità: •Relativa: indica i confini superiori del viscere ricoperti dalle basi del polmone che quindi per la loro sede profonda richiede una percussione forte (suono ipofonetico). Essa corrisponde ai primi 3-4 cm di sovrapposizione tra polmone e fegato; andando verso l’indietro (latero- posteriormente) questo scarto si riduce poiché si riduce la superficie occupata dal polmone. •Assoluta: indica la parte del fegato che non è coperta dai lembi inferiori del polmone che richiede una percussione leggera (ottusità assoluta). Essa corrisponde al decorso dei margini inferiori del polmone destro.
Percussione del fegato • Limiti dell’ottusità relativa corrispondono: al margine inferiore della IV costa sulla margino-sternale destra, al margine superiore della V costola sulla parafernale, al margine inferiore della V costa sull’emiclaveare, al VI spazio intercostale sull’ascellare anteriore, al VII spazio sull’ascellare media, alla IX apofisi spinosa sulla linea spondiloidea. Vengono quindi a coincidere con la cupola del fegato. • Limiti superiori dell’ottusità assoluta corrispondono: al margine inferiore della V costa sulla marginosternale destra, al margine superiore della VI costa sulla parasternale, al margine inferiore della VI sull’emiclaveare, al margine superiore della VII costa sull’ascellare anteriore, al margine inferiore della VII costa sull’ascellare media, all’VIII costa sull’ascellare posteriore, alla IX costa sull’angolare della scapola, all’XI costa sulla paravertebrale. • Le due ottusità presentano un limite superiore che discende di 2 cm nelle inspirazioni profonde e di circa 1 cm nel passaggio dalla posizione supina a quella ortostatica. È grossomodo uguale lo spostamento in basso del margine inferiore del fegato.
Percussione del fegato Il margine inferiore dell’organo si può delimitare con una leggera percussione partendo dal mesogastrio a destra e continuando verso l’alto sino ad incontrare l’aia di ottusità assoluta. La procedura può risultare difficile perché si determina una risonanza timpanica data dalla sottigliezza del margine epatico che ricopre stomaco e colon. Normalmente il bordo epatico in decubito supino corrisponde all’arcata costale dell’ascellare media all’emiclaveare da dove inizia a debordare raggiungendo “un dito” traverso tra emiclaveare e parasternale.
Percussione del fegato Sulla linea mediana il bordo epatico: Normalmente, taglia la xifo-ombelicale a metà e si immette sotto l’arcata costale sinistra tra parasternale ed emiclaveare. Nei microsplancnici è a livello dell’unione del terzo superiore con i due terzi inferiori e si immette sulla parasternale sinistra. Nei macrosplancnici è a livello dei due terzi superiori con il terzo inferiore e si immette sull’emiclaveare sinistra. Dimensioni normali del fegato: Si calcolano in base alla distanza tra il margine superiore dell’ottusità assoluta ed il margine inferiore sull’emiclaveare. Valori normali: nel maschio adulto 10-14 cm; sull’ascellare anteriore 8-9 cm; sull’ascellare posteriore 6-7 cm; sull’angolo scapolare 4-6 cm.
Percussione del fegato Condizioni patologiche: •Abbassamento dei limiti superiori dell’aia di ottusità (relativa e assoluta) per abbassamento dei lembi polmonari e del diaframma (enfisema e pneumotorace) o per ptosi dell’organo. •Impiccolimento reale dell’ottusità epatica per atrofia epatica (atrofia giallo-acuta, cirrosi) (difficilmente dimostrabile). •Impiccolimento apparente in caso di notevole meteorismo che sposta il fegato verso l’alto. •Scomparsa dell’ottusità assoluta del fegato per presenza di aria o gas nella cavità peritoneale (come nella perforazione dei visceri) oppure nella sindrome di Chilaiditi dove si ha interposizione del colon tra parete addominale e fegato. •Ingrandimento dell’aia di ottusità assoluta del fegato può essere presente in tutte le epatomegalie.
Cause di epatomegalia Con splenomegalia: • Infettiva • Infiammatoria • Granulomatosa • Cirrotica • Da emopatie e linfomi • Circolatoria • Da disordini metabolici Senza splenomegalia: • Infettiva e parassitaria • Circolatoria • Da stasi biliare • Da farmaci tossici, carenze nutrizionali e disordini metabolici • Neoplasie
Percussione della milza Quando l’aumento della milza è modesto e non è palpabile è utile ricorrere alla percussione per la sua delimitazione. Va eseguita a paziente in decubito diagonale destro (intermedia tra la supina e la laterale destra) con l’arto superiore sinistro sollevato sopra la testa. La percussione va eseguita dall’alto in basso lungo l’ascellare media fino ad incontrare l’estremità superiore del viscere che essendo ricoperta dal polmone, richiede una percussione medio-forte. In seguito si traccia la proiezione toracica del margine anteriore del viscere utilizzando una percussione leggera e procedendo lungo gli spazi intercostali dalla parete anteriore del torace verso quello laterale (dallo spazio semilunare di Traube). Poi si delimita il polo inferiore del viscere procedendo dalla parere posteriore a quella laterale lungo gli spazi intercostali.
Percussione della milza Normalmente l’ottusità splenica si trova tra il margine superiore della VIII costa e il margine inferiore della X costa con direzione obliqua dall’alto in basso e dall’indietro all’avanti con il polo superiore sull’ascellare media e il polo inferiore che raggiunge l’ascellare anteriore. La proiezione ha forma ovoidale, diametro longitudinale di 8-10 cm e trasverso di 6-8 cm. Può presentarsi ingrandita (splenomegalia) o anche stretta e lunga (a lingua di cane). Inoltre si può riscontare una milza in regressione (valutare il polo superiore e inferiore con la percussione) da splenomegalia.
Diagnosi differenziale della splenomegalia •Ingrandimento del rene sinistro •Neoplasia dell’angolo sinistro del colon •Ipertrofia della piccola ala del fegato. Tipi di splenomegalia • Infettiva e parassitaria • Vascolari • Granulomatose • Emopatiche • Dismetaboliche • Collagenopatiche • Neoplastiche
Percussione dello stomaco e dell’intestino Percussione dello stomaco vuoto per delimitare i confini superiori del viscere che corrisponde alla bolla gassosa (area del timpanico di Traube). Medialmente è delimitata dal lobo sinistro del fegato e dal cuore, lateralmente dalla milza, in basso dall’arcata costale e in alto dal polmone. Suono timpanico basso. L’intestino tenue dà un suono timpanico alto, il colon produce un suono di altezza intermedia tra quello dello stomaco e quello del tenue (l’altezza del suono è inversamente proporzionale al diametro del lume del viscere).
Percussione di versamenti addominali La presenza di un versamento produce un suono ottuso alla percussione. Un versamento libero (ascite) si dispone nelle parti più declivi dell’addome; quindi in posizione supina o eretta esso assume una disposizione arcuata con concavità rivolta verso l’alto. Si delimita procedendo ad una percussione raggiata a partire dall’ombelico. Il versamento libero si sposta con i cambiamenti di posizione del paziente seguendo la gravità. Per versamenti modesti si può usare la manovra di Stradiotti: paziente seduto o in piedi, la percussione si fa in corrispondenza della regione parasacrale bilateralmente. Se è presente versamento compare un’ottusità bilaterale a livello del sacro che si modifica con l’inclinazione del tronco in senso laterale. L’ascite può essere di: •I grado se è evidenziabile solo con ecografia dell’addome (>150 cc). •II grado apprezzabile alla percussione con ottusità mobile (>600 cc). •III grado con fiotto addominale (>1500 cc)
Diagnosi differenziale dell’ascite • Voluminosa cisti ovarica • Gravidanza con idramnios • Raccolta saccata • Anse intestinali dilatate con abbondante contenuto liquido • Globo vescicale
Auscultazione dell’addome • Gorgoglio • Guazzamento • Borborigmi • Sfregamenti peritoneali
Segni e sintomi delle patologie digestive • Ruminazione • Reflusso gastroesofageo • Disfagia • Anoressia, nausea e vomito • Pirosi • Dispepsia • Aerofagia • Singhiozzo • Meteorismo • Stipsi (cronica e acuta) • Diarrea • Sindrome da colon irritabile • Distensione addominale con timpanismo • Dilatazione acuta dello stomaco
Emorragie digestive Delle alte o basse vie digestive se avvengono, rispettivamente, al di sopra o al di sotto del legamento di Treitz. Possono essere acute o come stillicidio cronico. Le emorragie acute delle alte vie digerenti (esofago, stomaco e duodeno) possono presentarsi con: ematemesi (emissione di sangue rosso o “a posa di caffè” con il vomito) e melena (feci picee). Le emorragie acute delle basse vie digerenti si presentano con: emissione di sangue rosso (enterorragia). Il colore del sangue varia a seconda che la sede sia più alta o più bassa (partendo dal digiuno) e a seconda del tempo impiegato fino alla sua emissione.
Emorragie digestive L’aspetto delle feci e del sangue sono indicativi della sede di emorragia delle basse vie: feci commiste a sangue se la sede della perdita ematica è a livello del tenue e/o del colon destro (fino alla metà destra del colon trasverso); feci verniciate di sangue se la sede dell’emorragia è nella parte sinistra del colon trasverso e/o nel discendente e sigma e/o nel retto. In caso di emorroidi, il sangue spruzza le feci e si ritrovano tracce di sangue sulla carta dopo l’evacuazione. Nel caso di stillicidio cronico, non ci sono alterazioni macroscopiche delle feci (l’unico modo per rilevare il sangue in questo caso è l’esame del sangue occulto nelle feci).
Cause di emorragie digestive • A livello dell’esofago: varici, esofagite, ulcera peptica, diverticoli, tumori, sindrome di Mallory-Weiss e di Boerhaave. • A livello gastroduodenale: tumori, ulcera peptica, ernia iatale da ulcera gastrica, gastropatie erosive, varici, polipi, carcinomi. • A livello del digiuno e ileo: ulcere digiunali primitive o post anastomotiche, ulcere del diverticolo di Meckel, ulcere tifose, enterite regionale, neoplasie e volvolo. • A livello del colon: rettocolite ulcerosa, colite amebica, polipi, carcinomi, emorroidi, ragadi.
Ittero É caratterizzato dalla colorazione giallastra delle mucose e della cute dovuta a impregnazione dei tessuti da parte della bilirubina per un aumento del suo contenuto nel sangue. Valori normali di bilirubina nel sangue sono inferiori a 1 mg/dl di cui 0,20 mg/dl di bilirubina coniugata. • Subittero: se è presente solo a livello delle sclere e della mucosa sottolinguale. Compare per valori di bilirubinemia superiori a 1,7-1,8 mg/dl. • Ittero franco: se tutti i tegumenti sono di colorazione giallastra. Si ha per valori di bilirubinemia superiori a 2,0 mg/dl.
Ittero Classificazione in base al tipo di bilirubina prevalente: A bilirubina coniugata A bilirubina non coniugata Classificazione in base alla patogenesi: • Ittero preepatico o emolitico • Ittero epatocellulare • Ittero da ostruzione
Sindromi dolorose addominali acute • Appendicite acuta: dolore che si accentua gradualmente, malessere, dolori addominali fugaci. All’inizio il dolore è in regione epimesogastrica, ben localizzato, accompagnato da nausea e vomito e poi si sposta nella fossa iliaca destra associato a contrazione muscolare. Il dolore si accentua con i movimenti. Al quadro si aggiungono febbre, alvo chiuso a feci e gas e leucocitosi neutrofila. Si ha dolorabilità nella zona di Mac Burney (area estesa intorno al punto di Mac Burney). • Colica renale: il dolore si intensifica gradualmente, di tipo crescendo-decrescendo nella regione lombare; si irradia all’inguine, il pube e i genitali esterni. Spesso sono presenti disturbi della minzione ed ematuria. Il segno di Giordano è positivo e sono dolenti i punti renali e ureterali.
Sindromi dolorose addominali acute • Colica epatica: il dolore è violento e improvviso all’epigastrio per irradiarsi all’ipocondrio destro, alla base del torace e alle spalle. Di solito è presente vomito biliare e spesso compare subissero. Sono dolenti anche i punti frenici, il punto scapolare e quello acromiale. La colica biliare è principalmente dovuta a colelitiasi. Se i calcoli si trovano nel coledoco, di solito si ha dolore nella regione mediana profonda, si irradia al dorso interscapolare e di solito è presente ittero. • Pancreatite acuta: dolore atroce epimesogastrico (di solito dopo un pasto o una libagione abbondanti) che si irradia ai fianchi e al dorso senza difesa muscolare. Frequentemente si associano nausea e vomito, subittero o ittero, febbre lieve-modesta. L’addome è trattabile con resistenza epigastrica. Possono comparire le chiazze di Grey-Turner e di Cullen (ecchimosi periombelicali e lombari). La pancreatica edematosa è causa del 5 % di mortalità, quella necrotico-emorragica del 10-50 %. Si possono utilizzare i segni di Ranson per stimare la prognosi della pancreatica acuta (suddivisi in precoci e tardivi). Altro strumento per predire la prognosi è l’APACHE II (Acute Physiological Assessment and Chronic Health Evaluation II) utilizzato in Terapia Intensiva.
Sindromi dolorose addominali acute • Occlusione intestinale: il dolore è periodico con borborigmi associati. Si ha vomito ed alvo chiuso a feci e gas. L’ addome è meteorico senza difesa muscolare. La radiografia rivela la presenza di livelli idroaerei nelle anse a monte dell’occlusione. • Perforazione di ulcera gastrica o duodenale nel peritoneo libero: dolore intenso, “a colpo di pugnale”. È presente contrattura addominale fin dall’inizio, scompare l’aia di ottusità epatica ed è presente ileo paralitico. La radiografia mostra la presenza di gas al di sotto delle cupole diaframmatiche. • Rottura di una gravidanza extrauterina: amenorrea, crisi dolorose ai quadranti inferiori, anemizzazione e versamento addominale. Presenza di massa molliccia a lato dell’utero con rammollimento del collo della cervice all’esame ginecologico.
Dolore addominale cronico e recidivante •Ulcera peptica: dolore epigastrico, stagionale, dura molti giorni o settimane con remissione di mesi. É crampiforme, urente o rodente o come sensazione di vuoto doloroso da fame, specie notturno nell’ulcera duodenale. •Affezioni epatobiliari: dolore gravativo, continuo all’epigastrio e/o all’ ipocondrio destro con sensazione di pesantezza alla spalla destra. Spesso si associa senso di peso epigastrico dopo il pasto, nausea, sensazione di bocca amara, eruttazioni, flatulenza, intolleranza ai grassi. •Appendicite cronica: dolori spontanei e gravativi o trafittivi alla fossa iliaca destra con frequente irradiazione alla radice della coscia. Il dolore si accentua in ortostatismo e con la stipsi. Dolorabilità alla regione ceco- appendicolare che si accentua facendo contrarre lo psoas. Si associa dispepsia e stipsi. •Cancro del colon: dolore comune nei tumori prossimali, meno comune nei tumori del sigma-retto.
Dolore addominale cronico e recidivante • Diverticolite cronica sigmoidea: dolore quasi permanente alla fossa iliaca sinistra dove si palpa una massa mal definita e dolorosa. Si associano di solito febbre e alvo alterato, le feci contengono muco e sangue, a volte pus. Possono esserci episodi di occlusione intestinale. • Affezioni pancreatiche: dolore epigastrico continuo, sordo e gravitavo, con frequente irradiazione al dorso ed agli ipocondri destro o sinistro che compare dopo 2-3 ore dopo i pasti, dura ore o giorni. Si ha sollievo ad assumere la posizione fetale. Dopo la crisi dolorosa si ha: senso di peso e di ripidezza postprandiale, nausea, meteorismo, flatulenza; spesso compare ittero. Il dolore è localizzato nella zona coledoco- pancreatica o nel punto di Desjardins. Alla palapazione è preferibile la manovra di Grott (paziente supino in lordosi forzata).
Dolore addominale cronico e recidivante •Affezioni del tenue: dolore a livello periombelicale, crampiforme, vomito e alvo alterato. •Colon irritabile: dolore ipogastrico o in fossa iliaca sinistra; si attenua con emissione di feci o gas. •Dolore renale: gravativo o trafittivo alla loggia renale che si irradia all’inguine e al testicolo, disturbi della minzione. •Aneurisma dell’aorta addominale: dolore continuo od intermittente all’epigastrio-mesogastrio. Presente massa con pulsazione espansiva a livello dell’aorta. all’auscultazione è comune un soffio che si propaga verso il basso. •Insufficienza dell’arteria mesenterica: dolori crampiformi all’epigastrio e al mesogastrio (angina abdominis). Spesso si associano meteorismo, eruttazioni e vomito. •Ernie. Spesso queste condizioni croniche e recidivanti sono responsabili di addome acuto.
Addome acuto Insieme di sindromi caratterizzate da dolore improvviso e violento e che rappresentano una situazione di grave emergenza. Per la diagnosi gli elementi essenziali sono: la valutazione dei caratteri del dolore, il comportamento della parete addominale, il comportamento della canalizzazione intestinale, l’esistenza di disturbi riflessi o stato di shock. N.B. non somministrare farmaci oppiacei o analgesici in genere per il rischio di far misconoscere diagnosi di addome acuto per rilascio della contrattura addominale. Tre tipi di sindrome: • Peritonitico • Occlusivo • Vascolare
Addome acuto 1.Tipo peritonitico: da appendicite acuta, da peritonite acuta da perforazione di ulcera peptica, da perforazione della colecisti, di diverticoli o di neoplasie ulcerate del tubo digerente, da pancreatite acuta, da peritonite da cause ginecologiche, da torsione di tumore ovarico o di fibromioma peduncolato dell’utero. Caratteristiche del dolore: improvviso, continuo, violento, diffuso a tutto l’addome, accentuato dagli atti respiratori e dai movimenti; alvo chiuso a feci e gas, vomito, singhiozzo e febbre (precoce nelle forme settiche), contrattura dell’addome che da localizzata diventa diffusa fino al quadro di addome ligneo; segno di Blumberg positivo; silenzio peristaltico.
Addome acuto Scompare l’aia di ottusità epatica e splenica per la perforazione degli organi cavi e per presenza di germi aerogeni nel cavo peritoneale; il diaframma è immobile. Segni di shock (polso piccolo e frequente, ipotensione arteriosa, contrazione della diuresi, sudore freddo, cianosi, ipotermia , facies ippocratica), labbra aride, occhi infossati, naso affilato. Alla radiografia dell’addome: ileo dinamico (distensione da meteorismo delle anse intestinali.
Addome acuto 2.Tipo occlusivo: l’ occlusione intestinale o ileo può essere meccanica o dinamica (o paralitica). L’ileo meccanico può dipendere da un’occlusione semplice che interessa il solo intestino oppure da un’occlusione con strangolamento con interessamento anche della vascolarizzazione e dell’innervazione intestinale per compressione del mesentere. Cause della compressione: invaginazione intestinale o da volvolo dello stomaco, del tenue, dell’appendice, del cieco, del sigma oppure da ernie intasate o strozzate. Segni e sintomi: vomito precoce e biliare nelle occlusione ileali alte, tardivo e fecaloide nelle occlusione del colon, alvo chiuso a feci e gas. Distensione iniziale dell’ansa a monte dell’ostruzione (segno di von Wahl), iperperistalsi delle anse a monte e borborigmi (tonalità metallica) le quali poi si distendono con comparsa di livelli idroaerei. Assente la contrattura addominale, si può apprezzare eventuale massa tumorale che ha causato l’occlusione o una massa dall’intestino strangolato. Le condizioni generali sono compromesse più precocemente se la sede dell’occlusione è alta. È necessario inoltre, ricordare di esplorare le porte erniarie e ridurre manualmente l’ernia laddove sia possibile.
Addome acuto 3.Tipo vascolare. Può essere dovuto a infarto intestinale per occlusione dei vasi mesenterici da trombosi od embolia dell’arteria mesenterica superiore. Il dolore è violento in sede epigastrica, mesogastrica od ipogastrica che si diffonde poi a tutto l’addome e spesso anche ai lombi. Il dolore può scomparire per qualche ora per poi ricomparire. Frequente è la diarrea, a volte con feci ematiche per poi instaurarsi un alvo chiuso. Compare inoltre meteorismo, le anse intestinali sono distese senza livelli idroaerei e senza iperperistalsi.
Addome acuto Altre cause di addome acuto vascolare sono la trombosi portale acuta (ematemesi, melena, dolori addominali, ascite a rapida formazione, ileo paralitico, frequente il subittero), la rottura di formazioni aneurismatiche (dolore improvviso e violento in regione epigastrico-mesogastrico o dorso-lombare, continuo cui segue shock emorragico), aneurisma dissecante dell’aorta (dolore lacerante ed intenso che all’inizio ha sede toracica con irradiazione agli arti superiori e poi si estende ai lombi e agli arti inferiori, aumento della pressione arteriosa, diminuzione e discordanza tra i polsi radiali e femorali).
Indagini di laboratorio • AST, ALT, GGT • LDH • Amilasi e lipasi • Bilirubinemia totale e diretta • Fosfatasi alcalina • Proteine sieriche totali • Albumina sierica • Globuline sieriche • Tempo di protrombina • Pseudocolinesterasi • Colesterolemia totale, LDL, HDL • Emocromo • Markers tumorali
Laboratorio per il fegato • AST, ALT per la valutazione della citolisi. • Gamma-GT e fosfatasi alcalina (ALP) per la valutazione della colestasi. • Tempo di protrombina, albumina sierica per la funzione di sintesi. • Bilirubinemia, bilirubinuria, acidi biliari per la valutazione della funzione di coniugazione, detossificazione e secrezione. • Gammaglobuline sieriche , ANA, ASMA, AMA, LKM per la valutazione della funzione immunologica. • Markers delle epatiti virali. • Markers tumorali: CEA, alfa1 fetoproteina (AFP), CA 19-9, CA-50.
Indagini strumentali Valutazione della funzione esofagea: • Radiografia con pasto baritato (single contrast) e con doppio contrasto (double contrast: bario e gas). Studia: spasmo muscolare esofageo, acalasia, sclerodermia, presenza di corpi estranei, stenosi, difetti di riempimento da varici, neoplasie benigne e maligne, diverticoli. • Esofagoscopia come parte della esofagogastroduodenoscopia- EGDS (esofagite, stenosi esofagea, ulcera esogagea, sindrome di Barrett, varici, neoplasie benigne o maligne) con eventuale biopsia. • Manometria esofagea (acalasia, spasmo esofageo, sclerodermia). Rappresenta il principale strumento per lo studio funzionale dell’esofago. • pH-metria che studia reflusso gastroesofageo.
Indagini strumentali Valutazione del giunto gastro-esofageo: • Esame radiologico è utile per rilevare grosse ernie iatali da scivolamento oppure ernie iatali paraesofagee. • Esame endoscopico per rilevare ernie iatali da scivolamento, paraesofagee. Valutazione dello stomaco e del duodeno: • Studio dei succhi gastrici con sondino • pH-metria (reflusso duodenogastrico) • Esame radiologico dello stomaco e del duodeno • EGDS (sindromi dispeptiche non ulcerose, erosioni superficiali, ulcera gastrica, tumori benigni dello stomaco –rari-, cancro gastrico iniziale, cancro gastrico avanzato, ricerca di H. pylori attraverso la biopsia in corso di esame).
Indagini strumentali Diagnosi di infezione da H. Pylori *: • Test invasivi su materiale bioptico • Test non invasivi (come il breath test e determinazione del titolo anticorpale, test antigenico fecale) *questo batterio ha un ruolo importante nella patogenesi dell’ulcera gastrica e delle gastriti croniche e predispone il paziente all’insorgenza di linfomi gastrici e adenocarcinomi.
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