NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE
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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE
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INDICE

QUADRO MACROECONOMICO ................................................................ 4

LA PRODUZIONE CALZATURIERA NEGLI USA ...................................... 7

L’INDUSTRIA CONCIARIA NEGLI USA ................................................... 15

REGOLAMENTI E CERTIFICAZIONI ....................................................... 20

NORME PROTEZIONISTICHE DEL SETTORE ....................................... 21

COVID-19 .................................................................................................. 22

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ........................................................... 25

APPENDICE STATISTICA ........................................................................ 27

BIBLIOGRAFIA .......................................................................................... 33

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE
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QUADRO MACROECONOMICO
Nel primo trimestre 2020, il Prodotto Interno Lordo degli USA ha registrato una contrazione del
5% rispetto ad attese per una contrazione del 3,5%.

A pesare su tale lettura, è stata la diffusione del COVID-19, con le politiche di “lockdown”. Ciò ha
portato a rapidi cambiamenti nella domanda, poiché le aziende e le scuole sono passate al
lavoro a distanza o hanno annullato le loro attività e i consumatori hanno annullato, limitato o
reindirizzato le loro spese.

Il PIL corrente è diminuito di $ 191,2 miliardi rispetto al quarto trimestre del 2019, per
raggiungere, nel primo trimestre 2020, un livello di $ 21,54 trilioni.

Fonte: US Bureau of Economic Analysis

Oltre al PIL, sono crollate anche le spese personali, giù del 7,6% contro il -3,6% previsto. Tale
diminuzione è conseguenza della diminuzioni dell’acquisto di servizi, in particolare dall'assistenza
sanitaria e dell’acquisto di beni personali, guidati da autoveicoli (-18,7%). La riduzione degli
investimenti fissi non residenziali ha rispecchiato principalmente una diminuzione nell’acquisto di
macchinari e attrezzature, guidata da quelli relativi al settore dei trasporti. Il calo delle
esportazioni riflette principalmente una diminuzione dei servizi, relative a viaggi e spostamenti
merce (vedi tabella pagina seguente).

L'indice dei prezzi per gli acquisti interni lordi è aumentato dell'1,6% nel primo trimestre, rispetto
a un aumento dell'1,4% nel quarto trimestre. L'indice dei prezzi per la spesa personale è
aumentato dell'1,3%, rispetto a un aumento dell'1,4%.

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Fonte: US Bureau of Economic Analysis

L'occupazione totale nel settore non agricolo è aumentata di 2,5 milioni a maggio 2020 e il tasso
di disoccupazione è diminuito al 13,3 %, secondo quanto riportato dall'Ufficio Statistico del
Lavoro degli Stati Uniti. Il numero di disoccupati in stato di licenziamento temporaneo (congedo)
è diminuito di 2,7 milioni a maggio fino ad un totale stimato di 15,3 milioni mentre il numero di
persone che hanno perso il lavoro a tempo indeterminato ha raggiunto, a maggio 2020, i 2,3
milioni di unita’.

                   Fonte: US Bureau of Labor Statistics

Il Business Cycle Dating Committee del National Bureau of Economic Research ha
recentemente e ufficialmente classificato il presente periodo economico come “recessione”, a
causa dell'entità “senza precedenti del declino dell'occupazione e della produzione, e la sua

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ampia portata in tutta l'economia”.1 La recessione porta a termine l'espansione più lunga della
storia degli Stati Uniti, durata circa 128 mesi, ovvero quasi 11 anni.Tuttavia, la maggior parte
degli economisti pensa che la contrazione finirà nel secondo trimestre, ponendo fine anche alla
recessione. Jan Hatzius, economista capo di Goldman Sachs, ha affermato che, sebbene questa
sia "quasi certamente la recessione più profonda dal dopoguerra, è quasi certamente anche la
recessione più breve".

Il 2019 si era chiuso con un PIL reale aumentato del 2,1% rispetto al 2018 e un andamento
stabile – positivo – dell’economia USA che rispecchiava i contributi positivi della spesa per
consumi, investimenti fissi non residenziali, spese del governo federale, spese statali e locali e
investimenti nell'inventario privato.

L’analisi che segue si riferisce alla struttura dell’industria di riferimento fotografata nel suo
insieme nell’andamento consolidato dell’ultimo quinquennio, prima della crisi generata dalla
pandemia del COVID-19.

La produzione industriale in USA e il mercato calzaturiero
La produzione industriale totale negli Stati Uniti è diminuita dell'11,2% ad aprile 2020: si tratta
della contrazione più forte degli ultimi 101 anni. In particolare, nel primo trimestre 2020, la
produzione manifatturiera è calata del 13,7 % con un picco di -70% relativo al settore
automobilistico.

Fonte: Trendingeconomics / Federal Reserve

Secondo i dati aggiornati a marzo 2020 (pre COVID-19) di Footwear Distributors and Retailers of
America (FDRA) sono stati 25 milioni le paia di scarpe prodotte negli USA nel 2019 mentre
l’ammontare speso dagli americani per l’acquisto di scarpe nel 2019 era stato di $85,6 miliardi2.

1
  https://www.marketwatch.com/story/us-entered-recession-in-march-after-end-of-longest-expansion-in-history-nber-finds-2020-06-
08?link=MW_latest_news
2
  https://www.shoeconomy.us/

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LA PRODUZIONE CALZATURIERA NEGLI USA

Andamento e caratteristiche del settore
Da oltre un decennio l’industria calzaturiera e conciaria americana si e’ concentrata
sull’outsourcing nei paesi in via di sviluppo per sfruttare al massimo i bassi costi di manodopera.
Una prima, importante conseguenza di questa pratica sta nel fatto che dal 2015 ad oggi, ormai
stabilmente, la produzione calzaturiera d’importazione costituisce il 95% della domanda interna
del mercato. La Cina rimane la più grande fonte di calzature negli Stati Uniti, rappresentando
circa il 49,8% delle importazioni totali nel 2020. Tuttavia, altri paesi dell'Asia orientale sono
emersi come hub principali per i produttori di calzature statunitensi. Ad esempio, il Vietnam e
l'Indonesia.

Purtroppo per gli operatori domestici, la domanda di prodotti industriali sul mercato globale è
diminuita negli ultimi cinque anni. Sebbene le scarpe di produzione nazionale siano
tradizionalmente apprezzate in tutto il mondo, l'apprezzamento del dollaro USA ha fatto sì che i
prodotti “Made in USA” siano diventati meno accessibili all'estero, costringendo i consumatori
stranieri a soddisfare altrove le proprie esigenze di calzature.

Come per il mercato dell’abbigliamento (anch’esso caratterizzato da una forte percentuale di
outsourcing), anche per l’industria calzaturiera la massiccia delocalizzazione ha stimolato una
reazione contraria portando gli operatori rimanenti a concentrarsi su attività ad alto valore
aggiunto, come la progettazione, la commercializzazione e la distribuzione di scarpe. Ad
esempio, Nike Inc. (Nike) esternalizza quasi tutta la sua produzione, scegliendo di utilizzare la
sua capacità domestica per le sole funzioni di progettazione e vendita al dettaglio. Tuttavia, negli
ultimi cinque anni, la preferenza dei consumatori per le scarpe fabbricate in patria è riemersa in
linea con l'espansione del reddito disponibile pro capite. Anche New Balance Athletics Inc. ha
registrato una forte crescita delle vendite negli ultimi 5 anni. Inoltre, aziende come Red Wing
Shoes, specializzata in calzature da lavoro, hanno registrato vendite in aumento a causa della
riduzione della disoccupazione. Questo fenomeno ha incoraggiato molti piccoli e piccolissimi
produttori – per lo piu’ artigiani – ad entrare nel mercato, seppure in nicchie selettive del mercato.
Inoltre, alcuni dei principali attori globali, come Nike e Adidas AG, hanno recentemente aperto
strutture produttive con sede negli Stati Uniti come mezzo per razionalizzare le proprie catene di
approvvigionamento. Ciononostante, la forte concorrenza basata sul prezzo da parte dei prodotti
importati, continua ad ostacolare la crescita dei profitti per l’industria calzaturiera domestica.

I profitti dell'industria sono aumentati dal 5,1% nel 2015 a un 7,3% stimato nel 2020 pari a 1,9
miliardi di USD.

Nel medesimo periodo, favorevoli condizioni macroeconomiche, come l'aumento dei livelli di
reddito disponibile e il calo dei prezzi delle materie prime come pelle e plastica, hanno
incoraggiato la strategia di rilocalizzazione produttiva negli USA, poiché da un lato i consumatori
sono stati più disposti a spendere per prodotti come calzature e dall’altro i costi di acquisto per i
produttori si sono ridotti. Ad inizio 2020 il numero delle aziende americane del settore era 936
unità per un totale stimato di 12.252 lavoratori.

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L'occupazione nel settore ha, negli anni, subito forti pressioni dall'esterno, poiché gli attori del
settore hanno continuato a preferire i costi di manodopera più bassi offerti da paesi esteri.
Tuttavia, a causa della particolare natura della produzione di scarpe, la manodopera rimane una
componente di costo significativa e irrinunciabile per l'industria. Di conseguenza, si prevede che
l'occupazione nel settore stagnerà ampiamente nei prossimi cinque anni, aumentando a un tasso
annualizzato inferiore allo 0,3% fino a 12.461 lavoratori.

Entro i prossimi 5 anni, si prevede che il fatturato del settore aumenterà a un tasso
annualizzato dello 0,1% fino a $ 1,9 miliardi. Questa leggera crescita è principalmente attribuibile
a un deprezzamento anticipato del dollaro USA. Le condizioni commerciali favorevoli possono
aiutare l'industria a stabilizzarsi durante il periodo di previsione, ma l'outsourcing della
produzione continuerà a incidere negativamente sulle entrate del settore in quanto i produttori
nazionali hanno difficoltà a competere con le loro controparti estere. I produttori cercheranno
probabilmente nuove fonti di manodopera a basso costo in località non sfruttate all'estero, come
le Filippine, la Thailandia e la Repubblica Dominicana.

       Fonte: IBIS World

Nell’analisi della domanda dei prodotti del settore, il prezzo del prodotto finito gioca un prezzo
relativo: diverse linee di prodotti beneficiano del prezzo elevato pagato per le calzature prodotte
nel paese, poiché si ritiene che segnali una differenza di qualità.

Un altro fattore importante che influenza la domanda di prodotti dell'industria calzaturiera e
conciaria è il livello di reddito disponibile reale delle famiglie. Ciò determina la quantità, la qualità
e la frequenza degli acquisti di calzature. Con l'aumentare del livello del reddito disponibile la
domanda di prodotti industriali cresce di conseguenza.

Anche il riconoscimento del marchio svolge un ruolo importante. Prodotti affermati come Nike e
Adidas possono limitare l'effetto dei nuovi modelli di calzature sul mercato in quanto detengono
una parte gia’ decisamente ampia del mercato. Certamente il riconoscimento e la popolarità del

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marchio possono cambiare insieme alle tendenze della moda, del design e, non ultima, alla
mutevole popolarità delle attività sportive. Inoltre, il mercato interno delle scarpe "Made in
America" è ampiamente saturo. I grossisti e i rivenditori di calzature a valle scelgono di reperire
materie prime e semilavorati dagli importatori piuttosto che dalle aziende locali per ridurre i costi.

Mentre l'innovazione di prodotto nelle scarpe avviene ogni stagione, i produttori nazionali non
sempre ne traggono vantaggio a causa di veloci repliche a minor costo (e minor qualità)
realizzate nei paesi in via di sviluppo. La necessità di accorciare le catene di approvvigionamento
tuttavia, soprattutto per aziende produttrici di livello globale, come Nike Inc. e Adidas AG, ha
recentemente invertito la tendenza e indotto a riportare alcune attività produttive negli Stati Uniti.

La domanda: segmentazione del mercato per prodotti
Le calzature da uomo (escluse le scarpe da ginnastica) costituiscono il segmento di prodotto più
ampio della produzione manifatturiera americana, con una stima del 51,8% delle entrate nel
2020. Il declino di questo segmento è stato lento ma costante negli ultimi 5 anni. Le calzature in
gomma e plastica sono il secondo segmento di prodotti del settore per importanza e
rappresentano il 25,5% delle entrate del settore nel 2020. Le scarpe da donna (escluse le scarpe
da ginnastica) rappresentano il 19,5% delle entrate. Nonostante i produttori nazionali di calzature
da donna abbiano sempre più specializzato la propria produzione, questo articolo soffre, negli
USA, di una importante concorrenza da parte dei prodotti italiani (relativamente alla nicchia di
alta gamma) e dei prodotti cinesi (relativamente alla fascia di prezzo). Altri prodotti come scarpe
sportive specializzate, rivestimenti protettivi, stivali da lavoro, e pantofole rappresentano il
restante 3,2% del settore. Tuttavia, è proprio questo il segmento con il potenziale di crescita più
ampio poichè è quello più interessato dal Barry Emendament per la promozione della manifattura
“made in USA”.

        Fonte: IBIS World

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La domanda: segmentazione del mercato per destinazione d’uso
Negli ultimi anni i rivenditori di calzature, che negli USA rappresentano il 42,2% delle destinazioni
dei prodotti conciari e calzaturieri. hanno iniziato a gestire in modo sempre più autonomo i propri
canali di distribuzione in una catena di approvvigionamento fortemente verticalizzata. Il secondo
più grande segmento di mercato per i produttori di calzature è ancora il mercato all'ingrosso, che
si stima rappresenti il 20,6% delle entrate del settore nel 2020 mentre le esportazioni sono il
33,2%. Alcuni produttori di calzature hanno anche i propri outlet/punti vendita (4% del totale
delle entrate del settore) per vendere direttamente ai consumatori eliminando gli intermediari. Un
esempio concreto è New Balance Athletics, tra le aziende più significative del settore che,
sfruttando i suoi 5 impianti di produzione su suolo statunitense, ha progressivamente aperto
anche i propri punti vendita, controllando l’intera filiera industriale, dalla manifattura alla vendita.

             Fonte: IBIS World

Distribuzione geografica delle industrie conciarie                             e    calzaturiere        e
caratteristiche del mercato competitivo domestico
In termini di distribuzione geografica, la West Coast accoglie il maggior numero di stabilimenti del
settore (circa il 28,3%). In particolare le California, da sola, ospita più strutture industriali rispetto
a qualsiasi altro stato della nazione, con il 21,5% di tutti gli stabilimenti di produzione di calzature
statunitensi. Grazie alla relativa vicinanza all'Asia, gli attori del settore che operano nella regione
sono posizionati per soddisfare la domanda dei consumatori sia nazionali che esteri, riducendo al
minimo i costi di spedizione. I produttori di calzature nella regione del New England beneficiano
della vicinanza della regione ai porti commerciali internazionali e dell'accesso a input a basso
costo. Mentre solo il 12,8% degli stabilimenti industriali si trova all'interno della regione, New
Balance, la più grande azienda del settore in termini di quota di mercato, mantiene la propria
sede a Boston e la maggior parte delle sue strutture produttive in Massachusetts. Le regioni del
Sud-Ovest, del Medio Atlantico, del Sud-Est e dei Grandi Laghi rappresentano rispettivamente il
16,4%, il 12,8%, il 12,3% e il 6,8% degli stabilimenti industriali. Data la loro bassa densità di

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popolazione, le regioni delle Montagne Rocciose e delle Pianure comprendono il minor numero
di stabilimenti industriali, pari rispettivamente al 5,9% e al 4,6%.

New Balance Athletics (quota di mercato 25.3%), è una società di calzature con sede a Boston.
Fondata nel 1906, è l'unica grande azienda rimasta di scarpe da ginnastica con una significativa
presenza manifatturiera negli Stati Uniti. New Balance possiede sei stabilimenti produttivi negli
Stati Uniti (Massachusetts, Maine e California) anche se le sue attività produttive domestiche
rappresentano poco meno del 20% delle sue vendite globali. I ricavi del 2019 sono stati stimati in
484 milioni di dollari.

Red Wing Shoes (quota di mercato 12,9%) è un rivenditore e produttore di calzature fondato nel
1905 a Red Wing, MN. La compagnia era il principale produttore di calzature per i soldati
statunitensi durante la prima guerra mondiale e ha continuato a mantenere una forte presenza
domestica. Red Wing Shoes è uno dei pochi principali produttori di calzature rimasti negli Stati
Uniti. L'azienda è specializzata in stivali di pelle per lavori pesanti e calzature per una varietà di
scopi professionali, tra cui calzature antiscivolo per l'industria dei servizi e stivali dotati di
protezioni metatarsali, ideali per i lavoratori del settore minerario. Complessivamente, la
produzione nazionale rappresenta circa il 40 % della produzione totale di calzature dell'azienda.
Le rimanenti attività produttive dei prodotti calzaturieri dell'azienda, insieme alla produzione dei
vari marchi di Red Wing Shoes, vengono condotte in Cina. Le entrate stimate dell’azienda per il
2019 ruotano attorno ai 240 milioni di USD.

Fondata nel 1922, Allen Edmonds (quota di mercato 5,3%) è uno dei pochi produttori di scarpe
eleganti negli Stati Uniti. La società gestisce oltre 75 punti vendita negli Stati Uniti e genera la
maggior parte dei suoi ricavi vendendo i suoi prodotti a grandi magazzini come Macy's e
Nordstrom. La maggior parte delle scarpe di Allen Edmonds sono prodotte a livello nazionale,
con un impianto a Port Washington (sede dell’azienda) che produce circa 2.500 scarpe al giorno.
Le entrate del 2019 sono state stimate in 101,4 milioni di USD

Timberland LLC, fondata nel 1952 ad Abington, MA, è un produttore e rivenditore statunitense di
calzature, sussidiaria dal 2011 di VF Corporation (VF), che possiede e gestisce più di 30 altri
marchi di calzature e abbigliamento, come Vans e North Face. VF utilizza principalmente
appaltatori esterni per fabbricare i suoi prodotti di marca. Delle oltre 370 strutture di proprietà e
gestione di Timberland in tutto il mondo, solo cinque producono calzature e prodotti per calzature
negli Stati Uniti.

Macchinari in uso e tendenze del settore
La maturita’ tecnologica del settore calzaturiero e conciario negli Stati Uniti è piuttosto basso a
causa della sua natura ad alta intensità di manodopera. L’automazione dei processi di cucitura e
taglio e’ ancora poco diffuso e demandato quasi totalmente al lavoro umano. A causa della
consistente delocalizzazione, la maggior parte della produzione è completata offshore, per cui i
produttori nazionali sono meno motivati ad investire in nuove attrezzature per gli stabilimenti
domestici o nella ricerca e sviluppo di innovazioni produttive.

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La nuova fase di ritorno alla produzione su suolo americano ha finora evidenziato interesse
rinnovato per macchinari ad etichettatura automatica, utili per fornire nuove opportunità di
branding, risparmi sui costi e gestione della sicurezza sul prodotto. Tale macchinario infatti può
incorporare loghi di marchi, strumenti anti-contraffazione, codici a barre e tecnologie di
identificazione a radiofrequenza in etichette in un processo consolidato relativamente semplice.

Secondo una ricerca di Allied Market Research 3, inoltre, e’ il segmento di macchine semi-
automatiche ad aver contribuito per quasi la metà del parco macchine statunitense nel 2018 e si
prevede che mantenga tale quota fino al 2025. Ciò è dovuto alle caratteristiche di questa
tipologia di macchinari come la facilità di funzionamento, l'elevata velocità operativa e
all'aumento della sua precisione con l’assistenza umana.

Altra tendenza tecnologica del settore riguarda l’utilizzo estensivo del software e l’aumento della
digitalizzazione in ambito di progettazione, particolarmente significativa per i produttori
statunitensi che stanno sempre più riportando la fase di sviluppo prodotto, marketing e strategia
all’interno dei confini nazionali. Si prevede che la progettazione e lo sviluppo del prodotto
utilizzeranno ulteriormente strumenti tridimensionali che consentono di creare calzature in 3D e
convertirle automaticamente in 2D per i metodi di produzione tradizionali.

A confermare che, laddove esiste, la maggiore meccanizzazione si presenta sotto forma di
stampa 3D, e’ anche il report di FDRA (Federal Distributors and Retailers of America) 4. In
particolare i processi di stampa meccanizzati sono quelli che utilizzando tessuti a maglia e che
incorporano materiali non tradizionali come rifiuti riciclati, lana e altro. A confermare questa
tendenza e’ stata la stessa Fashion Footwear Association che, alla New York June Market Week
2019, ha riportato alcune tendenze del settore moda che progressivamente stanno
condizionando la produzione e l’utilizzo di macchinari: l’utilizzo di materiali più leggeri, plastica,
strass e fluorescenze sembra essere l’esigenza del presente per i principali produttori di
calzature.

Nell’indagine 2020 sullo sviluppo di prodotto in ambito calzaturiero curato da LECTRA e Sourcing
Journal5 emerge che per il 41% di coloro che hanno visto un miglioramento nella propria
performance industriale, il merito va agli strumenti di sviluppo dei prodotti integrati, soprattutto su
base digitale. Un esempio è la società calzaturiera Crocs, che ha investito pesantemente in
strumenti di progettazione 3D sin dal suo lancio. Secondo un 25% degli intervistati invece la
maggiore efficienza di prodotto e’ stata raggiunta semplicemente riportando all’interno della sede
centrale l’intero processo di progettazione e sviluppo.

L'adozione di strumenti di prototipazione 3D ha fatto la differenza, migliorando drasticamente
l'intero processo di produzione calzaturiera, in particolare il lato di adattamento e
personalizzazione del modello. Quindi, in che misura il software di onboarding del settore
potrebbe aiutare a migliorare lo sviluppo del prodotto? La risposta varia in base al tipo di

3
 https://www.prnewswire.com/news-releases/footwear-manufacturing-machines-market-to-reach-23-37-bn-globally-by-2025-at-4-3-
cagr-allied-market-research-300803229.html
4
    http://fdra.org/wp-content/uploads/2017/04/made-in-usa-brief-FDRA.pdf
5
  “2020 PRODUCT DEVELOPMENT SURVEY REPORT” How the apparel industry is developing future-facing strategies in the face
of ongoing obstacles on the road to greater efficiency (Marzo 2020, Sourcing Journal)

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strumento. Le piattaforme PLM sono le più diffuse, con un tasso di adozione del 51% degli
intervistati mentre più di un terzo (37 %) utilizza comunque strumenti digitali di previsione per
costi e materiali. Inoltre, il 27% delle aziende interpellate lavora con software di prototipazione
3D, il 25% con strumenti di modellazione digitale 2D. Oltre alle aziende che stanno già
utilizzando un sistema PLM, un altro 18% ha dichiarato di avere in programma di farlo. Allo
stesso tempo tuttavia la metà degli intervistati ha dichiarato che, se le loro aziende non hanno
finora fatto investimenti in strumenti di prototipazione 3D e’ stato solo a causa dei costi ritenuti
elevati. Ad esempio, U.S. Apparel & Textiles ha investito in un finisher laser (costo totale
$200.000), ma la società non può utilizzarlo su tutti gli ordini. Per il 44% di coloro che hanno (o
useranno) strumenti di prototipazione 3D, il principale vantaggio è abbreviare i cicli di sviluppo
prodotto.

Secondo il rapporto di SmarTech Analysis sul futuro della stampa 3D nella produzione di
calzature 6, l'interesse del settore calzaturiero per la tecnologia continuerà a crescere nei prossimi
anni negli USA e nel mondo, raggiungendo a libello globale $ 6,5 miliardi di fatturato nel 2029. Si
prevede, anzi, che il segmento delle calzature stampate in 3D diventerà il più grande segmento
di prodotti di consumo stampati in 3D, insieme ai casalinghi.

Fonte: SmartTech Analysis

Altrimenti conosciuta come produzione additiva (AM), la stampa 3D è particolarmente versatile
per qualsiasi produttore di calzature e permette di essere implementata correttamente senza
troppi sforzi economici nelle catene di approvvigionamento. I ricavi delle calzature stampate in

6
    https://www.smartechanalysis.com/wp-content/uploads/2019/05/SmarTech_WP_Footwear.pdf

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3D rappresentano attualmente circa lo 0,3% delle entrate globali delle calzature, afferma
SmarTech, ma tale numero è destinato a crescere.

SmarTech afferma inoltre che il mercato dei componenti per calzature stampati in 3D sarà il
primo a crescere nel futuro, coinvolgendo in modo particolare la produzione di solette, intersuole
e tomaie. In particolare, la stampa 3D nell'intersuola dovrebbe rappresentare l'opportunità di
guadagno più significativa, generando fino a $ 1,5 miliardi entro la fine del 2029 e crescendo a
un tasso annualizzato del 24%.

I maggiori ostacoli alla crescita delle calzature stampate in 3D sono la sua dipendenza dalle
tecnologie di acquisizione dei dati in 3D e il fatto che la maggior parte della produzione AM è già
stata esternalizzata in Asia insieme alla maggior parte della produzione di calzature. Tuttavia
SmarTech sostiene che più la domanda crescerà, più le aziende saranno propense a riportare
anche i processi digitali all’interno dei confini nazionali, in modo da ripristinare un controllo di
qualità più vicino.

Alcuni case history significativi

Reformation, marchio californiano specializzato in sandali, che ha optato per l’inserimento nei
propri articoli di elementi ecologici come la pelle senza cromo e la iuta.

Huntsman Corporation, uno dei principali sviluppatori mondiali di poliuretano per calzature,
negli ultimi 2 anni ha investito in nuovi macchinari per la produzione di calzature. L'azienda in
particolare ha sviluppato la tecnologia DALTOPED AquaPUR, un metodo per creare un
poliuretano complesso "soffiato ad acqua” che migliora le capacità di presa della suola. Per
attrezzature di colata in poliuretano che aiuteranno nella produzione diretta, nello stampaggio ad
iniezione multi-sezione e nella produzione di poliuretano termoplastico (TPU).Inoltre, Huntsman
ha sviluppato variazioni di materiale sia più dure che più morbide in modo da resistere ai raggi
UV.

BASF ha investito nel 2019 nell’apertura di un nuovo centro di sviluppo calzature negli Stati Uniti.
Situato a Wyandotte, nel Michigan, il Centro è un laboratorio di 2000 piedi quadrati
completamente attrezzato con macchinari avanzati per calzature per lo sviluppo di suole,
intersuola e suole unitarie. Il Centro utilizza soprattutto macchinari di produzione di prototipi
tramite stampaggio ad iniezione diretta di poliuretano.

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

L’INDUSTRIA CONCIARIA NEGLI USA
Nel 2020 l'industria della concia negli USA era costituita da 1.106 aziende e un totale di 4.096
dipendenti: sostanzialmente una nicchia nell’industria manifatturiera statunitense.
Rappresentativa in questo senso e’ l’unica Associazione di settore, il Leather and Hide Council of
America (LHCA) lanciata ufficialmente il 1 gennaio 2020 e che riunisce appena 75 aziende di
appartenenza diversificata tra confezionatori di carne, trasformatori di pelli, commercianti,
conciatori di pelletteria, produttori di pelletteria, aziende calzaturiere, fornitori di prodotti chimici e
produttori di macchinari per il trattamento delle pelle.

Tale settore ha registrato una volatilità significativa negli ultimi cinque anni. Questo ha avuto
effetti negativi per le operazioni del settore. In particolare, il crollo dei prezzi delle materie prime
nel 2015 ha scosso anche il settore delle concia in quanto anche la redditività dei prodotti in pelle
è fortemente diminuita in breve tempo.

Negli ultimi 5 anni il profitto del settore, e’ passato da rappresentare circa il 9,6% delle entrate del
settore del 2015 (un picco positivo nell’ultimo decennio) al 6,7% delle entrate del settore nel
2020. Come risultato della riduzione della redditività, diversi operatori sono usciti dal settore e
altri hanno contratto le attività e attuato misure di riduzione dei costi. Si prevede che le attività del
settore continueranno a contrarsi man mano che offre la competizione di operatori stranieri più
efficienti. I ricavi e la redditività del settore dovrebbero aumentare nei prossimi cinque anni,
beneficiando della volatilità dei prezzi della pelle (ultimamente in calo). Il fatturato del settore
potrebbero quindi crescere di uno 0,8% annualizzato fino a raggiungere 1,6 miliardi di dollari nel
2025.

I prodotti di pelle destinati agli interni di automobili rappresentano il 55,6% delle entrate del
settore nel 2020. Nonostante un andamento in calo, il mercato automobilistico ha garantito
l’afflusso di una domanda costante per prodotti industriali legati ai rivestimenti di cuoio o dettagli
in pelle negli ultimi 5 anni. Le industrie conciarie legate a questo settore comprendono uno dei
maggiori mercati nazionali a valle per i prodotti poiché la pelle e’ un rivestimento molto comune
nonche’ ricercato. Le scarse prestazioni del suo più grande mercato a valle potrebbero pero’
trascinare al ribasso questa quota di mercato.

Tradizionalmente per questo settore le esportazioni rappresentano il secondo mercato più
ampio con la Cina quale prima (e incontrastata) destinazione. Tuttavia, a causa delle recenti
controversie commerciali, le esportazioni verso la Cina sono diminuite del 21,4% su base annua
dal 2015 ad oggi facendo emergere altri paesi partner come Messico, Italia e Vietnam.

Nel complesso, l'industria della concia sta traendo vantaggio dall'enfatizzazione di alcune
caratteristiche di lavorazione, come la sostenibilità ambientale (o etica) dei propri prodotti. I
timori circa l’uso di sostanze chimiche nocive nella tintura della pelle hanno portato a un costante
cambiamento nelle preferenze del consumatore vero pelli conciata in modo naturale grazie a
processi di fabbricazione rispettosi dell'ambiente. Per questo ad esempio, i produttori di
automobili Volvo Cars e BMW hanno deciso di incorporare pelli conciate al vegetale negli interni
delle loro automobili per ridurre l'impatto ambientale dei loro prodotti finali.

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

La domanda di prodotti conciari è influenzata sia dalle mode e tendenze dei mercati a valle che
dalla disponibilità economica di famiglie, aziende e altri settori che utilizzano prodotti conciari.
Una flessione delle fortune economiche delle imprese e delle famiglie si traduce in genere in una
minore domanda di materiali più costosi come la pelle.

Allo stesso modo, la qualità è un fattore importante che influenza la domanda. La differenza
percepita tra i prodotti realizzati all'estero e negli Stati Uniti influenzano la domanda di pellami
domestici. Le pelli prodotte in alcuni paesi stranieri come l'Italia, per esempio, sono spesso
percepite come realizzate con uno standard di qualità superiore rispetto a quello statunitense,
causando un calo della domanda interna

Anche il prezzo dei prodotti sostitutivi è un fattore determinante per la domanda. La concorrenza
della pelle finita importata influisce sulla domanda. Alcuni produttori a valle sono disposti ad
acquistare pelli conciate e finite meno costose con una qualità inferiore. Al contrario, la domanda
di pelli finite di alta qualità importate, relativamente più costosa, può essere favorevole per alcuni
produttori di abbigliamento. Questa competizione sulle importazioni potrebbe fare pressione sulle
imprese statunitensi affinché aumentino l'efficienza e migliorino i livelli di produttività attraverso
l'implementazione di nuove tecnologie e attrezzature di capitale. Se questi progressi possono
abbassare i prezzi unitari dei prodotti del settore, gli acquirenti a valle possono spostare la
domanda verso articoli fabbricati negli Stati Uniti.

La domanda: segmentazione del mercato per prodotti
In un settore che, nel 2020, vale all’incirca 1,5 miliardi di USD, la tintura al cromo è la
lavorazione più comune negli USA e si stima che rappresenti il 73,6% delle entrate totali del
settore nel 2020. In particolare, gli Stati Uniti convertono circa 10 milioni di pelli wet-blue all'anno 7
in, principalmente per il mercato estero. La maggior parte delle pelli viene lavorata fresca,
proveniente direttamente dal macello. Allo stato attuale, ci sono dieci impianti di conica “wet blu”
che funzionano negli Stati Uniti.

                     Fonte: IBIS World

7
    http://www.ushsla.org/sites/default/files/documents/USHSLA.HideGuide2019.pdf

                                                                                                              16
NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

La capacità di produzione è di circa 185.000 pelli. Gli Stati Uniti producono circa 600.000 pelli
alla settimana e circa 185.000 capi di questa produzione vengono convertiti in wet blue, che
equivale a circa il 30% del macello di manzo alimentato negli Stati Uniti.

La concia al vegetale è il modo più antico e naturale per tingere la pelle ma rappresenta solo
l'8,2% delle entrate totali del settore. I processi di finitura delle pelle (curry, liquefazione,
asciugatura ma anche tintura e smaltatura) non sempre richiesti al termine del processo di
concia, rappresentano, complessivamente, il 17,4% delle entrate del settore nel 2020

La domanda: segmentazione del mercato per destinazione d’uso
Si stima che le esportazioni rappresentino il 41% del fatturato del settore nel 2020. Ad essere
esportate sono soprattutto pelli semilavorate per ulteriori lavorazioni e finiture all’estero per
essere poi reimportate sottoforma di prodotti finali, come scarpe o borse. Le principali
destinazioni di esportazione di prodotti industriali sono Cina, Italia e Messico. I produttori
nazionali di abbigliamento in pelle, accessori e calzature infatti rappresentano appena l'1,3%
delle entrate del settore nel 2020. Il segmento di mercato piu’ importante negli USA rimane
quello costituito dai produttori di sedili per automobili, aerei o arredamento domestico (57,7%
delle entrate del settore nel 2020).

Fonte: IBIS World

Distribuzione geografica delle industrie conciarie                             e    calzaturiere        e
caratteristiche del mercato competitivo domestico
Le concerie di cuoio si trovano spesso vicino o a distretti di fornitori di pelli grezze o a significativi
raggruppamenti industriali di acquirenti a valle. Le aziende scelgono queste località per ridurre i
costi di trasporto e ottenere un accesso più facile alle forniture e ai mercati. La regione del Medio

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

Atlantico rappresenta la quota maggiore di stabilimenti (22,1% nel 2020). New York fornisce il
contributo maggiore, rappresentando il 15,2% degli stabilimenti della nazione. Questa
concentrazione è dovuta al numero significativo di allevamenti di New York che sono in grado di
fornire la pelle per tintura e finitura. Inoltre, New York comprende molti mercati a valle di
importanza nazionale per scarpe e borse in pelle che sono spesso considerati articoli di lusso. La
regione sud-est rappresenta il 19,1% degli stabilimenti. Florida e Carolina del Nord
rappresentano rispettivamente il 4,9% e il 4,4% del totale La maggior parte di questi sono
imprese su piccola scala che servono piccoli produttori locali. Spicca infine la California (10,3%
degli stabilimenti totali) per la vasta offerta di terreni agricoli dove viene allevato bestiame. Infine,
diverse grandi imprese (12,3%) si trovano nel Michigan, sede storica di produttori di automobili,
importanti acquirenti di pelletteria nella regione per quasi 90 anni.

L'industria della concia americana è caratterizzata da un basso livello di concentrazione. Ciò si
traduce in un tessuto economico caratterizzato soprattutto da piccoli lavoratori autonomi o senza
dipendenti regolari. Nel 2020, i tre principali attori nel settore rappresentavano insieme il 12,6%
del fatturato totale. Tra questi si segnalano Eagle Ottawa (quota di mercato 6.1%), produttore
con sede a Southfield, MI, e’ il principale fornitore di pelletteria per l'industria automobilistica negli
Stati Uniti (ma anche Jaguar Land Rover Automotive PLC e BMW). Fondata nel 1865, Eagle
Ottawa impiega ora oltre 6.000 dipendenti nelle sue sedi in tutto il mondo. Si stima che i ricavi
dell’azienda, nel 2020 raggiungeranno i 93 milioni di USD. Altra importante azienda del settore e’
Horween Leather Company (quota di mercato 3,3%) con sede a Chicago, fondata nel 1905.
L'azienda produce pelli per calzature, prodotti sportivi e altri accessori. L'azienda fornisce la pelle
utilizzata nella produzione di palloni da calcio per la National Football League (NFL) e Arena
Football League, nonché pallacanestro per la National Basketball Association (NBA). Nonostante
la fama indiscussa, l’azienda e’ di medie dimensioni, non supera infatti i 140 dipendenti e si stima
che nel 2020 raggiunga i 51 milioni di USD di entrate. Completano il gruppo SB Foot Tanning
che è stata fondata nel 1872 e ha sede a Red Wing, MN. E’ di fatto una filiale del produttore di
Red Wing Shoes Company e produce pelle per l’industria calzaturiera con qualche incursione
nella moda (borse, portamonete e altri accessori). SB Foot Tanning è inoltre un importante
fornitore di cuoio per le forze armate statunitensi. I prodotti in pelle dell'azienda comprendono
ignifughi, impermeabili e altri tipi di pelli finite; Tasman Leather Group LLC, con sede in
Kentucky, fornisce pellami finiti per altri produttori e soprattutto per le forze armate statunitensi
(custodie per armi).

Macchinari in uso e tendenze del settore
La maggior parte dei recenti sviluppi tecnologici nel settore della concia, incluso l’orientamento
degli investimenti in macchinari e ricerca e sviluppo, si e’ rivolta alla riduzione dei rifiuti nei
processi di lavorazione e degli agenti inquinanti. A causa della natura riduttiva della lavorazione
della pelle, un'alta percentuale (75%) si trasforma in sottoprodotti o rifiuti sotto forma di detriti,
rifilature e trucioli grossolani. La minimizzazione dei rifiuti rappresenta quindi la più grande
opportunità per i macchinari del settore ed, ultimamente, anche una necessità poichè
regolamentazioni più rigorose richiedono ora di ridurre le sostanze inquinanti nell'ambiente

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

I ricercatori hanno tentato di utilizzare la silice anziché i prodotti chimici a base di cromo per la
pre-conciatura per preservare le pelli. L'uso di prodotti chimici a base di silice ha ridotto la
quantità di cromo assorbito nella pelle, migliorato la qualità della pelle e ridotto i costi complessivi
di lavorazione. Tuttavia, questa è una nuova tecnica attualmente utilizzata da una piccola
minoranza di conciatori perché non è un processo tradizionale e ci vorrà del tempo perché i
conciatori di pelle effettuino il cambiamento.

Un altro processo di lavorazione in fase di rivitalizzazione è quello di calcinazione, in cui le pelli
vengono messi in ammollo in soluzione alcalina per rimuovere proteine interfibrillari e
cheratiniche, gonfiori, collagene, e grassi. Le soluzioni alcaline consentono alle proteine
interfibrillari di diventare solubili, il che aiuta a rimuoverle dalla pelle. Inoltre, la soluzione accorcia
e divide le fibre, preparando la pelle ad essere colorata o trattata.

Recentemente, i macchinari sono diventati sempre più importanti nel processo di calcinazione e
rotolano per estrarre l'acqua in eccesso. L'uso di macchinari in questo processo consente alle
aziende di ridurre i costi e diventare più competitivi rispetto ai mercati internazionali, dove i costi
di manodopera e capitale rimangono relativamente bassi.

Non richiede investimenti aggiuntivi in termini di macchinari ma, piuttosto, un utilizzo diverso
degli stessi un il metodo di conciatura chiamato concia bianca (wet white), che utilizza il cromo
ma in associazione ad una combinazione di composti vegetali e minerali che raggiungono lo
stesso livello di qualità della concia al cromo puro. Sebbene le pelli conciate senza cromo
rappresentino soltanto il 5% della produzione automobilistica totale, i maggiori produttori
automobilistici utilizzano il 30% del materiale in pelle esente da cromo. Audi, ad esempio, utilizza
esclusivamente pellame privo di cromo per tutti gli interni d’auto. A partire dal 2015 inoltre, il 95%
dei materiali di cui è composta un’automobile deve poter essere riciclato. Le pelli che non
contengono metalli pesanti sono più facilmente riciclabili rispetto a quelle contenti cromo. Inoltre,
tali tipologie di pellame, possono essere bruciate senza la formazione di cromo esavalente.

Un altro aspetto da tenere presente riguarda la particolare composizione delle pelli lavorate negli
USA: queste infatti vengono ricavate da animali la cui eccessiva peluria superflua (aumentata
negli ultimi decenni a causa di cambiamenti nella razza, nei mangimi e nel clima) spesso
sovraccarica le operazioni meccaniche dei tamburi dei macchinari nelle operazioni di ammollo,
estrazione e limatura. Al momento l'industria sembra avere accettato che imperfezioni del
materiale dovute a questa peluria siano un problema stagionale e non risolvibile, ma ulteriori
ricerche e sviluppo in ambito ingegneristico sono in corso per tentare di ridurre questi ben noti
sovraccarichi del tamburo: macchinari in grado di ridurre al minimo i carichi del tamburo hanno
quindi una vantaggio competitivo non indifferente.

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

REGOLAMENTI E CERTIFICAZIONI
Come per altre industrie manifatturiere di abbigliamento, l'industria calzaturiera e conciaria è
soggetta a diverse leggi, requisiti e normative ambientali imposte da enti federali, statali, locali e
internazionali. I produttori di calzature statunitensi hanno a lungo utilizzato quantità considerevoli
di sostanze chimiche, alcune delle quali altamente tossiche per produrre i loro articoli. Di
conseguenza, negli ultimi anni Stati come il Minnesota e la California hanno implementato
restrizioni o limitazioni su alcuni prodotti chimici utilizzati dagli operatori del settore. I materiali
utilizzati nella produzione di calzature sono ulteriormente disciplinati a livello federale dalla
Consumer Product Safety Commission (CPSC) attraverso leggi come la Consumer Product
Safety Improvement Act del 2008 e la Federal Hazardous Substances Act.

I produttori di calzature sono inoltre soggetti ai dazi doganali statunitensi per i materiali importati.
All'inizio del 2003, gli Stati Uniti hanno iniziato a far rispettare le norme che impongono a tutti gli
importatori di presentare documenti di accompagnamento dettagliati alle dogane statunitensi
almeno 24 ore prima che il carico lasci il paese di origine.

Le aziende all'interno di questo settore sono inoltre soggette a leggi ambientali relative allo
scarico di rifiuti materiali specie in seguito alla lavorazione di pelle. L'EPA ha promulgato le linee
guida e gli standard sugli effluenti per il trattamento e la finitura della pelle (40 CFR, parte 425)
nel 1974, e successivamente modificato il regolamento nel 1977, 1982, 1988 e 1996. I requisiti
normativi richiesti (autorizzazioni e controlli) sono elencati nelle autorizzazioni NPDES (National
Pollutant Discharge Elimination System) previste per aziende che hanno scarichi diretti e indiretti
su corsi d’acqua ma non solo.

Gli inquinanti regolamentati variano in base alla sottocategoria e includono:

   •   domanda biochimica di ossigeno
   •   cromo
   •   pH (anormalmente alto o basso)
   •   olio e grasso
   •   solidi sospesi
   •   solfuro

Qui l’elenco completo delle linee guida: https://www.epa.gov/eg/leather-tanning-and-finishing-
effluent-guidelines

I produttori devono inoltre attenersi alle leggi statunitensi in materia di brevetti e marchi relativi
alla protezione della proprietà intellettuale. Sono previste sanzioni per la violazione dei brevetti.

Sono previste sanzioni per i produttori di calzature che violano le leggi statunitensi sul lavoro e
sui salari. Le aziende devono inoltre attenersi a varie normative in materia di salute e sicurezza
sul lavoro.

Riguardo a dazi doganali, i macchinari codificati sotto il gruppo HS 8453 (e derivati) non sono
sottoposti a tariffe doganali, come verificabile a questo link.

                                                                                                           20
NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

NORME PROTEZIONISTICHE DEL SETTORE
All'inizio del 2017, gli Stati Uniti si sono formalmente ritirati dal Trans-Pacific Partnership (TPP).
Se ratificato dagli Stati Uniti, l'accordo avrebbe influenzato negativamente l'industria. Rilevanti
per questo settore sono state le riduzioni tariffarie proposte dal TPP e l'eliminazione di altre
barriere commerciali imposte alle merci dal Vietnam. Se l'accordo fosse stato ratificato, avrebbe
potuto mettere a dura prova i produttori nazionali e incoraggiare una significativa penetrazione
delle importazioni. Una potenziale tariffa di importazione futura andrebbe a beneficio
dell'industria riducendo efficacemente la competitività dei prezzi delle calzature importate sul
mercato interno, causando in definitiva una diminuzione della quota delle importazioni della
domanda interna.

Negli ultimi anni, varie e importanti azioni di lobby da parte dell’industria manifatturiera americana
hanno aumentato la pressione sul governo degli Stati Uniti affinché attuasse il Berry
Emendament (10 USC, sez. 2533a) 8. Mentre l'applicazione dell'emendamento Berry è stata
approvata in linea di principio nel 2013, l'implementazione completa non e’ ancora stata attuata a
causa di svariate “eccezioni” presenti nella norma. Secondo uno studio del 2017 del Wall Street
Journal, l'esercito spende ogni anno tra $ 65,00 e $ 70,00 in calzature per soldato. Se tutte le
calzature militari provenissero davvero da produttori nazionali, i ricavi del settore potrebbero
aumentare di $ 147 milioni (+7,8% rispetto al suo valore attuale). Al momento, solo New Balance,
tra le aziende domestiche, ha ottenuto la prima commessa di calzature sportive per l’esercito
(marzo 2018, per un valore di $17,3 milioni e la durata di 18 mesi) dovuto all’applicazione del
Berry Emendments. Anche le industrie a monte, come quelle che producono suole per calzature
sportive, si stanno preparando per l'ulteriore attuazione dell'emendamento Berry. Inoltre, gli
operatori del settore hanno anche iniziato a migliorare la propria catena di produzione negli Stati
Uniti in previsione dell'aumento della domanda da parte dell'esercito. Alcune delle sfide che gli
operatori possono incontrare sono legate alla produzione di calzature conformi all'emendamento
Berry, che devono essere fabbricati negli Stati Uniti con materie prime acquistate da aziende
statunitensi a un costo deciso però dallo Stato.

Dal 2018, l'amministrazione USA ha imposto diverse serie di dazi aggiuntivi sulle merci
importate dalla Cina, invitando ritorsioni dai cinesi e scatenando una guerra commerciale tra le
due maggiori economie del mondo. Nonostante tali tariffe non riguardino direttamente i
macchinari per la lavorazione delle pelle o per la finitura di calzature, queste tuttavia hanno
colpito i materiali grezzi e semilavorati influenzando negativamente il settore industriale di
riferimento anche negli USA.

Attualmente, la maggior parte delle pelli degli Stati Uniti è soggetta a una tariffa aggiuntiva del
5% in Cina, e allo stesso modo molti prodotti in pelle cinesi, come i rivestimenti dei divani e la
piccola pelletteria, sono soggetti a un dazio supplementare del 10% negli Stati Uniti. Le

8
 Berry Emendament è il nome popolare per una legge che richiede che i tessuti, scarpe, l'abbigliamento, il cibo e gli strumenti di
misurazione manual acquistati dal Dipartimento della Difesa (DOD) siano coltivati, rielaborati, riutilizzati o prodotti interamente negli
USA.

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NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

calzature, invece, non sono state incluse sugli elenchi target degli Stati Uniti. Il Governo USA
aveva originariamente intenzione di aumentare le tariffe al 25% entro marzo 2019, il che avrebbe
probabilmente provocato una risposta simile dalla Cina, ma questa escalation è stata evitata.

COVID-19

Quadro macroeconomico
All’indomani dell’arrivo dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 negli USA – che per
convenzione possiamo identificare nella prima metà di Marzo 2020, in corrispondenza della
Dichiarazione di Emergenza Nazionale da parte del Presidente Donald Trump – l’economia
statunitense ha visto stravolti il proprio andamento e le previsioni per il settore.

La prima conferma ufficiale di tale andamento è stata la stima anticipata sul PIL del primo
trimestre 2020 del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che il 29 aprile 2020 ha registrato
una contrazione del 5%, come già visto all’inizio di questo rapporto.

Secondo il Conference Board per l'economia degli Stati Uniti 9, nel secondo trimestre la
contrazione potrebbe essere molto più profonda tra -38,8 e -43,7 per cento (annualizzato). Il
grado di contrazione dipenderà dal percorso seguito dal virus fino a giugno e dal grado di
“riapertura” dell’economia. Anche le previsioni di crescita per Q3 e Q4 sono molto ambigue e
dipenderanno da nuovi tassi di infezione, opzioni di trattamento, disponibilità di test e politiche
governative. Il Board Conference ha attualmente tre scenari distinti per la crescita economica
degli Stati Uniti nel 2020 che vanno da una ripresa a caduta a "U" scenario (che produce una
crescita del PIL annuo del -6,5 per cento) a uno scenario più scoraggiante in cui COVID-19 le
infezioni ricominciano nel quarto trimestre (portando una crescita del PIL annuo del -7,4 per
cento).

Secondo le ultime previsioni della Federal Reserve 10, l'economia statunitense si contrarrà del
6,5% nel 2020. In termini di disoccupazione, a maggio 2020 il numero delle persone che

9
    https://www.conference-board.org/pdf_free/economics/GDP%20Q1%202020%20statement.pdf
10
     https://www.theguardian.com/business/2020/jun/10/us-economy-federal-reserve-jobs-coronavirus

                                                                                                              22
NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

avevano perso il lavoro si e’ fermato al 13,3%: si tratta del piu’ alto tasso di disoccupazione mai
registrato dagli anni ’40.
Inoltre, al 1 aprile 2020 (ultimo dato disponibile), l’indice di produzione industriale e’ crollato di 17
punti raggiungendo in soli 30 giorni i livelli della crisi generatasi nel 2008.

            Fonte: FED St. Luis, Aprile 2020

Il pacchetto di stimolo economico da $ 2 trilioni di dollari pensato dal Governo USA per sostenere
l’economia ha contenuto i danni alla produzione industriale spingendo alcuni produttori di scarpe
a convertire la propria manifattura in articoli utilizzabili in ambito sanitario invece di sospendere la
produzione.

Le organizzazioni dei datori di lavoro nel settore dell'abbigliamento e delle calzature negli Stati
Uniti hanno tuttavia chiesto uno sgravio tariffario temporaneo per le merci in arrivo dalla Cina
(poiché aumenterebbero esponenzialmente i costi della supplì chain) e un maggiore accesso al
capitale e al credito per garantire il pagamento degli stipendi che stanno attualmente colpendo
un totale stimato di 4 milioni di lavoratori nella catena di approvvigionamento 11.

L’impatto del COVID-19 sui settori a monte e a valle dell’industria calzaturiera
e conciaria negli USA
La spesa per consumi, tradizionalmente un indicatore economico fondamentale per la
produzione di calzature e per la filiera di produzione e lavorazione del cuoio è diminuita del
13,6% in aprile, riflettendo una riduzione della domanda sia di beni che di servizi.

In un sondaggio, la FDRA 12 ha riferito che il 70% dei dirigenti calzaturieri prevede che le vendite
scenderanno dal 20% al 40% nel 2020. Inoltre, gli intervistati hanno indicato che potrebbero
essere necessari sei mesi o più affinché le aziende tornino alle normali operazioni della catena di
approvvigionamento.

11
     https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---eddialogue/sector/documents/briefingnote/wcms_741344.pdf

12
     https://fdra.org/latest-news/report-covid-19-has-not-reduced-consumers-demand-for-sustainable-solutions/

                                                                                                                23
NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

Infatti, secondo un sondaggio dell'Institute for Supply Management (ISM) 13, quasi il 75% delle
aziende americane ha segnalato interruzioni nella propria catena di approvvigionamento dovute
a restrizioni di trasporto legate al coronavirus.

                            Fonte: US Bureau of Economic Analysis

Allo stesso tempo, la pandemia ha iniettato una incertezza senza precedenti nei mercati
statunitensi di bovini e carni bovine e ha esacerbato le sfide del mercato gia’ esistenti
nell'industria dei sottoprodotti di origine animale. Le conseguenze sono state particolarmente
acute per l'industria americana della pelle e del cuoio, che stavano già affrontando una
domanda globale più debole e un calo importante dei prezzi. I sottoprodotti dei capi di bestiame
all’interno dei quali si considera la pelle, sono passati dal rappresentare in media l'8-10% del
valore totale del manzo alimentato vivo, all’1% , forse la percentuale più bassa mai registrata.

13
     https://fdra.org/latest-news/coronavirus-has-disrupted-supply-chains-for-nearly-75-percent-of-u-s-companies/

                                                                                                                    24
NOTA DI MERCATO MACCHINE PER LAVORAZIONE CUOIO E CALZATURE

INTERSCAMBIO COMMERCIALE
Secondo i dati di TDM (Trade Data Monitor) il totale delle importazioni statunitensi nell’ambito
del settore dei macchinari lavorazione cuoio e calzature hanno raggiunto nel 2019 il valore
complessivo di oltre 26,7 milioni di USD, in calo del 12,7% rispetto al 2018. L’Italia é il primo e
piú importante fornitore degli USA, con esportazioni che nel 2019 hanno superato gli 11 milioni di
USD. Pur continuando a detenere, storicamente, la quota di mercato più cospicua, tale
percentuale é scesa dal 55.2% al 42.3% dal 2018 al 2019: si tratta di una contrazione del 33.1%.
Analizzando i dati degli ultimi 3 anni si può evidenziare un trend in questo senso che vede
competitors europei quali Germania e Francia guadagnare progressivamente quote di mercato a
sfavore dell’Italia. Sono proprio Germania e Francia, insieme a Giappone, Turchia e Australia, gli
unici paesi a registrare performance positive nel 2019. Nel 2019 la Germania ha esportato negli
USA beni per oltre 7 milioni di USD, in aumento del 73,1% rispetto al 2018 e una quota di
mercato salita, nel corso degli ultimi 12 mesi, dal 13,4% al 26,7%. La Francia, terzo fornitore
degli USA nel 2019, ha segnato un +69.2% rispetto all’anno precedente per una quota di
mercato par al 9.8%. In calo le importazioni da Cina (-5,2%), Vietnam (-6,3%), Canada (-33,3%)
e Taiwan (-50,9%). (v. Tabella 1 in Appendice Statistica).

Analizzando più nel dettaglio le importazioni di macchinari per lavorazione del cuoio e delle
calzature degli Stati Uniti nel 2019 (v. Tabella 2 in Appendice Statistica), si nota che una sola
voce ha segno positivo. Si tratta delle parti e dei ricambi per macchine dedicate alla lavorazione
delle pelli (HS 845390) la cui importazione nel 2019 é aumentata del 4,3% per un totale di 10,6
milioni di USD sorpassando la voce che fino al 2018, costituiva la maggior parte delle
importazioni negli USA per il settore, ovvero i macchinari per la lavorazione del cuoio (HS
845310), che ha rappresentato nel 2019 solo il 27% del totale importato e in calo del 35,6%
rispetto al 2018. In calo anche i macchinari per la lavorazione delle calzature (HS 845320, -3,2%)
e macchinari per la riparazione del cuoio (HS 845380, -2,2%).

Per quanto riguarda le importazioni degli USA dall’Italia (v. Tabella 3 in Appendice Statistica)
in prima posizione con il 37,6% nel 2019, troviamo i macchinari per la lavorazione del cuoio con
un valore complessivo di oltre 4 milioni di USD ma un decremento superiore al 50% rispetto al
2018. In contrazione anche le parti e gli accessori per la lavorazione delle pelle (-25,5%) mentre i
macchinari per la lavorazione delle calzature e i macchinari per la riparazione del cuoio hanno
subito un incremento, rispettivamente, del 12,3% e del 39,2%.

Nel dettaglio, gli Stati americani che, insieme, costituiscono il 51% dell’export italiano negli USA
sono il Texas (22,5%), il Missouri (17%) e New York (12,1%). Tutte e tre le destinazioni
chiudono tuttavia il 2019 con segno negativo (v. Tabella 4 in Appendice Statistica).

In termini di esportazioni (v. Tabella 5 in Appendice Statistica), nel 2019 gli USA hanno
esportato macchinari per lavorazione di cuoio e calzature per oltre 15 milioni di USD: un aumento
del 16% rispetto al 2018. Il partner commerciale più importante si conferma essere il Messico
con un peso percentuale pari al 43,8%, e un valore di beni esportati pari a quasi 6,7 milioni di
USD (-4,8%). Secondo mercato di destinazione é il Regno Unito con una quota di mercato pari a
8,5% nel 2019 e un aumento di beni esportati del 475,5%. Seguono Canada (+7,7%), Ungheria

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