Albano laziale, nuovo caso di covid-19. Quindici i nuovi casi nel territorio della Asl Roma 6 - L'Osservatore d'Italia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Albano laziale, nuovo caso di covid-19. Quindici i nuovi casi nel territorio della Asl Roma 6 ALBANO LAZIALE (RM) – 15 nuovi casi positivi di Covid-19 nel territorio di competenza della ASL Roma 6. Uno di questi nuovi casi, che si aggiunge ai 6 già noti, è relativo ad un cittadino di Albano Laziale. Questo quanto si apprende dal bollettino medico odierno emanato dall’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio che a partire da oggi informerà le Amministrazioni Comunali rispetto ai nominativi dei casi positivi e dei soggetti in quarantena, al fine di prevenire le richieste di conoscere le generalità di queste persone. Il virus continua a diffondersi e dal Comune ribadiscono a tutta la cittadinanza la raccomandazione di non uscire di
casa, di rispettare la distanza interpersonale di 1 metro e di osservare scrupolosamente le prescrizioni igienico-sanitarie. Marino, prevenzione coronavirus: il sindaco chiude cimitero, parchi, ville e aree gioco recintate MARINO (RM) – Accesso al Cimitero Civico di Marino consentito, a partire da oggi e fino a nuove disposizioni comunali, per le sole operazioni di tumulazione, con accesso ai soli operatori delle agenzie funebri e ai parenti stretti del defunto con le modalità di cui ai recenti D.P.C.M. Altro provvedimento adottato dall’amministrazione comunale,
sempre con decorrenza immediata e fino al 3 aprile 2020, quella relativa alla chiusura dei parchi, delle ville e delle aree gioco recintate al fine di contenere e prevenire il rischio di ulteriore contagio ed evitare assembramenti, in particolare in luoghi pubblici. Dal Comune fanno sapere che il mancato rispetto degli obblighi di cui all’ordinanza sindacale è punito ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale, salvo che il fatto costituisca più grave reato.
Bracciano, il Sindaco scrive a Città Metropolitana: “Servono più controlli e rigore” BRACCIANO (RM) – “Ho preso carta e penna e formalizzato un sollecito che faccio da quando è iniziata questa emergenza: ho chiesto alla Città Metropolitana di Roma Capitale un supporto alle nostre forze di Polizia Locale e Carabinieri per reprimere con ancora più rigore le condotte irresponsabili di quei cittadini che non si attengono alle linee guida del decreto sul Coronavirus e continuano a mettere a repentaglio la salute propria e dell’intera Comunità di Bracciano”. Queste le parole del Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli che in questo momento di emergenza assume toni perentori e di grande sdegno per quei cittadini che non rispettano le regole e hanno difficoltà a capire il messaggio di restare a casa: “In questo momento così delicato – conclude Tondinelli – rimango davvero deluso dal comportamento di quel 20 per cento della comunità di Bracciano che non ha rispetto per chi lavora giorno e notte per salvaguardarci. Le Forze dell’Ordine non possono essere dappertutto e a tutte le ore ma stanno facendo davvero il massimo per evitare che si creino assembramenti e per far rispettare le regole. E non finirò mai di ringraziarli. Ho chiesto alla Città Metropolitana maggiori controlli e più uomini a vigilare perché è vero che la polizia metropolitana è sul territorio ma purtroppo non si concentra sul controllo dell’adempimento delle direttive nazionali per quanto riguarda l’emergenza Coronavirus. Il Sindaco metropolitano Virginia Raggi dovrebbe disporre immediatamente questo genere di controlli. È una necessità. Ho fatto questo
ulteriore atto perché intendo tutelare con tutte le mie forze i cittadini responsabili che hanno capito la gravità della situazione. Restiamo a casa tutti per uscire presto da questa terribile emergenza. Insieme possiamo farcela!”. Il virus entra in Atac, scatta la psicosi. Polemiche sulle mascherine e pulizia mezzi Il Codiv-19 entra prepotentemente in Atac. «Caso positivo rimessa Grottarossa», questo il messaggio che
circolava lunedì mattina nelle chat dei lavoratori, «moglie intubata a Rieti – autista positivo asintomatico – figlio negativo». Il passaparola è dirompente, come una slavina durante la vorticosa discesa. La tensione sale, qui e negli altri depositi di superficie e del metroferro. Nessuna comunicazione ufficiale dell’Azienda, anche se, ai primi rintocchi, funerei, ha subito attivato i protocolli sanitari e raccomandato ai dipendenti che rientrano di «non sostare nei locali della rimessa» una volta consegnata «tabella e foglio corsa». La giornata è interminabile. I lavoratori cercano e si interrogano su chi, nei giorni passati, ha potuto avere contatti con il “dipendente zero”. E salta fuori un loro collega che, appena saputa la triste notizia, informa la centrale operativa e si mette in «malattia preventiva», pur non avendo né febbre né tosse. Per sua fortuna. Nel frattempo carabinieri e personale della ASL presidiano la rimessa, una delle più articolate, con all’incirca 1200 lavoratori, tra autisti, operai, addetti alla mensa e bar e gli amministrativi. Sono ore concitate, nelle quali si fa largo l’ipotesi di chiudere la baracca e passare per il momento le linee esercitate al deposito di Magliana. La richiesta formale arriva intorno alle 17 dalle RSU Cisl di
Grottarossa: «in virtù delle ultime notizie riguardo alla positività di un nostro collega», recita la nota inviata tra gli altri al presidente Paolo Simioni e al direttore del personale Cristiano Ceresatto, «chiedono la totale messa in quarantena di tutti i dipendenti di questa rimessa, per la salvaguardia della salute dei colleghi stessi, delle loro famiglie nonché dell’utenza», nella speranza di «diminuire il contagio». «Qualora non venga applicato», concludono, «vi terremo responsabili dell’eventuale aumento dell’epidemia». L’istanza rimane però in sospeso, in quei precisi momenti infatti, si riuniscono in videoconferenza Atac e le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per attivare «una polizza assicurativa integrativa per la totalità dei dipendenti in forza», con l’esclusione di quelli in aspettativa. Che prevede «un’indennità di 100 euro al giorno a partire dall’ottavo giorno di ricovero causato da infezione Codiv-19», «un’indennità di convalescenza pari a 3mila auro, corrisposta alla dimissione dall’istituto di cura a seguito di ricovero» e, infine, il «pacchetto di assistenza post ricovero per gestire al meglio il recupero della salute e la gestione familiare (es. collaboratrice familiare, baby-sitter, consegna spesa a domicilio, ed altro)». «Stiamo cercando soluzioni, in tutte le Aziende», spiegano i diretti interessati nel comunicato congiunto, «attraverso un
tavolo di trattativa permanente, perché ogni lavoratore abbia la dovuta e necessaria tutela». Pungenti le reazioni: «Intervento buono ma tardivo, suona come una resa», commenta un autista, «l’Azienda riconosce implicitamente i suoi errori». «Siamo in emergenza dal 31 gennaio», dice un altro, «e questi stanno ancora parlando». Pesante il commento di Claudio De Francesco, segretario Faisa Sicel: «Troppo facile farlo dopo, la vita degli autoferrotranvieri costa 30 denari, come Guida. Grazie mille per il funerale pagato». Il botta e risposta prosegue, anche quando le stesse Segreterie regionali annunciano, in tarda serata, la costituzione del Comitato di Sicurezza Aziendale per fronteggiare l’emergenza. «Abbiamo chiesto», sottolineano, «di intensificare l’igienizzazione su tutti i luoghi di lavoro e su vetture, treni, metro e tutto il materiale rotabile, facendo un controllo accurato sulle igienizzazioni, utilizzando i lavoratori volontari resi disponibili dalla sospensione temporanea delle attività. È stato proposto di valutare la possibilità di sanificare le metropolitane prima dei cambio turno del personale e i bus in piazza, utilizzando turni di lavoro il più possibile compatibili con la riduzione dei contatti». Inoltre, «sono stati richiesti i kit guanti e mascherine, gel igienizzante per tutti i lavoratori
front-line, officine e anche per i lavoratori dell’indotto che igienizzano gli ambienti». «Prevenire è meglio che curare», riprende il segretario De Francesco, «lo avevamo detto prima che scoppiasse la pandemia. Bastava semplicemente sanificare tutti i bagni e parco mezzi a ogni capolinea. Mentre invece non si è fatto niente, non si è intervenuti per tempo a fornire i lavoratori con mascherine e guanti. Anzi», ricorda, «era uscita una disposizione dove si diceva che l’uso delle mascherine metteva in allarme i cittadini. Questa è l’incapacità manageriale messa dall’attuale Amministrazione: ad oggi i bagni ai capolinea sono fatiscenti». Le immagini e i video al riguardo, ricevuti e montanti dalla Redazione de l’Osservatore, lasciano effettivamente perplessi. Nell’analizzarli si denota una carenza nella pulizia delle vetture – metro e bus – e dei bagni aziendali, tanto da giustificare l’allarme del personale. I riflettori quindi si spostano in Campidoglio. Nella diretta facebook la Sindaca Raggi afferma: «Sto sentendo la Protezione Civile regionale e nazionale per ottenere un primo stock di mascherine per le forze dell’ordine e gli autisti. Sapete come tutta Italia sia alla ricerca di queste mascherine che stanno arrivando un po’ per volta». Immediata la risposta di Svetlana Celli, consigliera
comunale e capogruppo della lista civica RomaTornaRoma. «L’uscita della Sindaca ci sembra oltre modo tardiva», esordisce. «Il caso dell’autista Atac della rimessa Grottarossa riaccende i fari sulle criticità dei dipendenti aziendali front-line. È un campanello d’allarme, ma non del tutto inaspettato. Sono giorni e giorni che insieme ai rappresentanti sindacali e alle associazioni e ai comitati di pendolari chiedono mascherine e guanti, nel rispetto dei protocolli sanitari, delle direttive del Governo e della Regione Lazio. Perché i loro appelli sono rimasti inascoltati?» «Mentre a tutti i dipendenti è stato consegnato il gel antibatterico», sottolinea, «sembrerebbe che le mascherine siano state fornite ai soli macchinisti e ai capitreno delle ferrovie Roma- Lido e Roma-Viterbo, e per giunta sbagliate, tanto che l’azienda le avrebbe sostituite di corsa. Per tutti gli altri poi consegne al lumicino: nessuna protezione per autisti, macchinisti delle metropolitane e della Roma-Giardinetti, capistazione, agenti di stazione, bigliettai, verificatori e ausiliari del traffico». E annuncia un’interrogazione urgente sulle «misure a protezione dei lavoratori e le modalità e tempistiche della igienizzazione e sanificazione di treni, bus, tram e filobus».
Ma oltre alle mascherine inesistenti o sbagliate, nelle ultime settimane si è fatto largo un altro problema che investe gli autisti stessi: «Le direttive hanno imposto la chiusura dei bar e delle altre attività di ristorazione per contenere il contagio», racconta un conducente. «Bene, ma nessuno si è preoccupato di provvedere all’installazione di bagni chimici ai capolinea sprovvisti dei servizi igienici aziendali, e sono numerosi, in sostituzione a quanto gentilmente offerto dai commercianti, ora chiusi». E come fate? «Laddove è possibile utilizziamo i bagni di Cotral, fino a quando ce lo consentirà, altrimenti avvisiamo la centrale operativa e andiamo alla rimessa più vicina. Pensate a come si possono sentire le nostre colleghe». All’indomani iniziano le operazioni di igienizzazione nei locali della rimessa di Grottarossa. Ma numerose sarebbero le assenze per malattia, secondo le indiscrezioni circa 500 gli autisti sarebbero rimasti a casa, quasi il 50%. I timori sono comprensibili, del resto i contagi sono in aumento nel territorio laziale e le previsioni sono piene di incognite. «I tempi per uscire dall’epidemia di coronavirus non saranno brevi e molto probabilmente la data del 3 aprile verrà superata», afferma l’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. «Sul 3 aprile come data di ripresa di una vita normale non si può prevedere con
certezza. Ma penso che questa data verrà superata». Albano laziale, Nobilio (FdI): “5 semplici iniziative per dare un segnale forte di vicinanza ai cittadini” ALBANO LAZIALE (RM) – “Ad Albano al tempo dell’emergenza non servono le polemiche ma sicuramente servono proposte utili ad alleggerire il dramma che i nostri concittadini stanno vivendo. – Dichiara Federica Nobilio Capogruppo Fratelli d’Italia Albano Laziale – E’ incomprensibile in tal senso – prosegue Nobilio – che la maggioranza PD si arrocchi dietro la dichiarazione che tutto ciò che si sta facendo sia a livello comunale che regionale sia il meglio possibile. Già molte
settimane fa avevamo offerto al Sindaco come opposizione la nostra collaborazione costituendo un tavolo permanente per l’emergenza dove si potesse ragionare insieme e condividere informazioni e proposte. Offerta caduta nel vuoto. Il nostro deputato ha chiesto pochi giorni fa di sollecitare la Regione affinché si autorizzasse quanto prima il nuovo reparto attualmente non utilizzato dell’Ospedale convenzionato Regina Apostolorum con il risultato di essere addirittura accusato di “sciacallaggio”. Abbiamo sul nostro quadrante oltre al Regina Apostolorum ben 2 ospedali chiusi recentemente (il San Giuseppe di Albano e il De Santis di Genzano) che potrebbero essere facilmente rimessi in funzione, ma proporlo sembra essere una “lesa maestà”! Noi riteniamo invece che sia un preciso dovere delle opposizioni essere da stimolo. La collaborazione si esprime anche e soprattutto traducendo le idee in proposte. Ed è per questo che continuiamo ad interpretare in tal senso il nostro ruolo e vogliamo sottoporre al Sindaco e alla Giunta, oltre a rinnovare quanto sopra esposto, 5 semplici iniziative per dare un segnale forte di vicinanza ai cittadini di Albano fin da subito: 1) SOSPENSIONE DELLA TARI 2) SOSPENSIONE DI EVENTUALI TASSE SCOLASTICHE E ALTRI ONERI CONNESSI (mensa, scuolabus, ecc) 3) SOSPENSIONE PER I COMMERCIANTI DELLE TASSE COMUNALI (occupazione suolo pubblico, tassa insegne, ecc.) 4) PRESENTAZIONE DELLE PRATICHE EDILIZIE VIA PEC E IN GENERALE
SEMPLIFICAZIONE DELLE PRATICHE AMMINISTRATIVE 5) AUMENTO AD ALMENO 2 GIORNI A SETTIMANA DEL RITIRO DELL’INDIFFERENZIATO E AD 1 VOLTA A SETTIMANA DEL VETRO SENZA COSTI AGGIUNTIVI PER I CITTADINI Ora ci aspettiamo risposte tempestive, puntuali e soprattutto scevre da qualunque polemica come richiede un contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo”.
Albano laziale, arrestato il rapinatore che terrorizzava commercianti e cittadini ALBANO LAZIALE (RM) – Per diverso tempo ha terrorizzato un intero paese con i suoi soprusi e le sue violenze. Si aggirava per le strade di Albano Laziale alla continua ricerca di soldi e non esitava ad usare violenza contro chi si opponesse alle sue richieste. La gente era esasperata e spaventata. Ieri sera, i Carabinieri della Stazione di Albano Laziale lo hanno arrestato, dando esecuzione ad un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal GIP del Tribunale di Velletri. Si tratta di A.A., 41enne del posto. I militari, che erano sulle tracce dell’uomo ormai da tempo, visionando i sistemi di videosorveglianza della zona ed acquisendo le testimonianze delle vittime, hanno ricostruito i suoi movimenti, ritenendolo responsabile da settembre 2019 a febbraio 2020, di numerose rapine ed estorsioni ai danni di commercianti e cittadini. Il primo fatto risale al 3 settembre 2019 allorquando l’uomo, con fare minaccioso e senza alcuna giustificazione, aveva chiesto del denaro ad un ignaro cittadino e, al suo
rifiuto, dopo averlo malmenato, si era impossessato della sua vettura a mo’ di risarcimento, per poi dileguarsi per le strade cittadine. Altro episodio finito alla ribalta delle cronache aveva interessato l’Ufficio Postale di Pavona dove l’uomo, pretendendo soldi ed in stato di agitazione, aveva terrorizzato i clienti distruggendo le vetrate dell’ufficio. L’escalation di violenza è proseguita poi nei mesi a seguire e fino a pochi giorni fa, in quanto il 41enne, ormai quasi sistematicamente, si presentava all’interno degli esercizi commerciali del centro di Albano, ma anche in studi medici piuttosto che da cittadini intenti a fare una passeggiata, chiedendo, dietro minaccia, svariate somme di denaro. Il fare aggressivo, minaccioso ed intimidatorio, faceva sì che le persone, per timore per la propria incolumità, assecondassero le richieste. Chi si opponeva, veniva aggredito. Ieri sera l’epilogo. I numerosi elementi raccolti dai Carabinieri a carico dell’uomo, hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento di arresto che è stato immediatamente eseguito, ponendo fine al terrore e riportando la serenità tra la gente di Albano. Il 41enne si trova ora nel carcere di Velletri.
Volley Club Frascati (Under 18/f), Boccuccia: “Dobbiamo provare a centrare le finali nazionali” Frascati (Rm) – L’emergenza Coronavirus ha ovviamente bloccato anche tutte le competizioni pallavolistiche. Un peccato doppio per l’Under 18 femminile Eccellenza del Volley Club Frascati, vogliosa di riscatto dopo una prima parte di stagione non brillantissima. Le ragazze di coach Flavia Mola hanno chiuso al quinto posto la prima fase del campionato e stanno aspettando di cominciare l’avventura nel tabellone regionale. La palleggiatrice classe 2002 Alice Boccuccia, uno dei tre capitani del gruppo tuscolano, fa il punto della situazione:
“La prima parte del campionato non è andata benissimo. Probabilmente abbiamo preso un po’ sotto gamba qualche partita e non siamo riuscite ad esprimere il potenziale reale del nostro gruppo. A mio parere solo Volleyro’ e Volley Friends sono più forti, ma dobbiamo cercare di dimostrarlo sul campo e per questo dobbiamo dare il massimo nel momento in cui si riprenderà l’attività”. Tenersi “sul pezzo” non è semplice in questo periodo di stop assoluto: “Fare allenamento a casa non è ovviamente la stessa cosa che vedersi in palestra, ma in questo momento non si può fare altro – rimarca la Boccuccia – Il nostro staff tecnico ci dà indicazioni quotidianamente per cercare di mantenere un buono stato di forma fisico in attesa della ripresa”. Una volta terminata (si spera al più presto) questa brutta situazione che coinvolge l’Italia intera, l’Under 18 femminile Eccellenza del Volley Club Frascati si tufferà nel tabellone finale: “Dobbiamo cercare di centrare le finali nazionali, ovvero uno dei primi tre posti nel tabellone regionale. Il gruppo ci crede, è chiaro che tanto dipenderà dal nostro atteggiamento” spiega che la Boccuccia che come tante sue compagne gioca anche nel gruppo della serie C: “Anche lì la strada per la salvezza è complicata, ma non dobbiamo mollare nulla e continuare a lottare fino alla fine”.
Guidonia Montecelio, l’opposizione tutta al sindaco: “Facciamo presto!” GUIDONIA MONTECELIO (RM) – A Guidonia Montecelio i consiglieri comunali Giovanna Ammaturo, Arianna Cacioni, Mauro De Santis , Emanuele Di Silvio, Paola De Domenicis, Simone Guglielmo, Mario Lomuscio, Mario Proietti, Loredana Terzulli, Mario Valeri, Claudio Zarro hanno rilasciato una nota comune riguardo l’attuale emergenza coronavirus e alla necessità di intervenire immediatamente a tutela della cittadinanza sia sotto il profilo economico sia sotto quello della sanità. Di seguito la nota congiunta dei consiglieri comunali: “Basta con risposte esitanti. È in atto una emergenza sanitaria che si annuncia di dimensioni spaventose e non è una brutta influenza come qualcuno ripeteva come un carillon. In Inghilterra si aspettano quattrocentomila decessi. A Guidonia Montecelio, seconda Città non capoluogo di provincia in Italia c’è bisogno di mezzi. Ed i mezzi si chiamano mascherine, occhiali a prova di contagio, raccolta sangue oltre e tute sanitarie per gli operatori della Croce Rossa. Supportare i cittadini e sospendere i ruoli tributi comunali dare le più ampie informazioni ai consiglieri ed alla Città intera. È necessaria la sanificazione del territorio con protocolli che sono ben noti alla protezione civile,
Prefetture e ASL. Mezzi per i volontari della CRI che hanno già sostenuto i nove concittadini risultati positivi. Per fare, per concretizzare e per evitare che la politica resti un vuoto bla bla bla è necessario saltare a piè pari le procedure e affrontare l’emergenza. Soprattutto la burocrazia che erode energie e non solo: fa perdere tempo. Lasciamo il tempo ai fatti e non ai bandi di gara Si decida in fretta ci sono 259.000 euro a disposizione del Sindaco Barbet che deve dare prova di sapere e volere amministrare e costituire esempio per gli altri Enti. Sta bene la balconata canora, gli slogan sui social ad alleviare le tensioni ma prima ancora occorre dare il buon esempio di una sana capacità amministrativa. Presso il Ministero dell’Interno c’è un fondo per 75 dedicato ai comuni per la sanificazione di scuole uffici e strade. Occorrono mascherine, occhiali e la vigilanza continua sulle centinaia di auto che sciamano per le nostre arterie . Occorre rimodulare il Gruppo di lavoro con risorse dalle specifiche competenze. Siamo in emergenza, i soldi ci sono. Lasciamo stare il Mepa, la Cuc di Tivoli o il Consip. Il sindaco ha pieni poteri decidendo di acquistare ciò che serve. Abbiamo guidoniani che hanno convertito la loro produzione per fare mascherine secondo norma ed a cui hanno riservato un ottimo servizio al TG5 e si possono distribuire a tutti prima che qualche farabutto sfrutti l’occasione. Sono stati undici i consiglieri comunali di opposizione: Giovanna Ammaturo, Arianna Cacioni, Mauro De Santis , Emanuele Di
Silvio, Paola De Domenicis, Simone Guglielmo, Mario Lomuscio, Mario Proietti, Loredana Terzulli, Mario Valeri, Claudio Zarro a farsi carico dei costi per sopportare la CRI con generi di prima necessità. Ma si stanno adoperando soprattutto a rintracciare i presidi e soddisfare le esigenze della locale Croce Rossa che è arrivata al limite della riserva e della intera Città. Un dono essenziale per la logistica senza tante parole che non sempre rendono interessanti i discorsi , servono i fatti. A dimostrazione che in questi giorni la vita politica locale non è dormiente, anzi al contrario. I social a volte sono troppo generici : c’è dedizione di ognuno dei consiglieri di opposizione che ascoltano, visitano e tranquillizzano tantissimi cittadini per le più svariate richieste anche quella di sensibilizzare le Forze dell’Ordine sui ritrovi di giovani, negozi aperti, farmacia furbetta arrivando anche a redarguire chi ha ospitato parenti scappati da Milano. A volte un solo gesto fatto dalla variegata opposizione politica ha il solo fine di concretizzare il rispetto e l’attenzione dell’intera Città . Si agisca al più presto, questo il senso della videoconferenza tenuta ieri con il sindaco Barbet e i consiglieri di opposizione a Guidonia Montecelio. Non c’è tempo per attendere per dire vedremo: occorrono i fatti, subito. PER TUTTI I CITTADINI CHE VOGLIONO RISPONDERE ALLA DONAZIONE DI SANGUE SI DEVONO RECARE PRESSO L’OSPEDALE DI TIVOLI DALLE ORE 8,00 alle ore 11,00 PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONANDO AI NR. 07743164422 -3164388.”
Agricoltura e grande caldo in arrivo: l’ANBI comincia a irrigare L’agricoltura italiana, una delle poche certezze produttive al tempo del coronavirus, deve fare i conti con le disponibilità idriche per una stagione irrigua, che si preannuncia anticipata in molte zone a causa di temperature superiori alla media del periodo. E’ così nel Sud del Paese, dove è ormai emergenza: negli
invasi meridionali, dove ci sono attualmente circa 2.100 milioni di metri cubi d’acqua, ne mancano all’appello circa 400 rispetto all’anno scorso, ma addirittura un migliaio, se confrontiamo il dato con il 2010. Se in Basilicata, il deficit sul 2019 è di 153 milioni di metri cubi d’acqua trattenuta (oggi sono 260 milioni ca., ma erano circa 711 nel 2010!), in Puglia (disponibili oggi, ca. 147 milioni di metri cubi), le riserve sono più che dimezzate rispetto ad un anno fa; percentualmente la crisi più evidente è, però, in Calabria: l’attuale disponibilità di circa 6 milioni di metri cubi è meno del 40% di un anno fa, ma addirittura il 25% delle riserve idriche regionali nel 2010! In deficit idrico permangono complessivamente anche gli invasi della Sicilia (- 83 milioni di metri cubi d’acqua), così come in leggera sofferenza sono i bacini di Marche ed Umbria. I dati, resi noti dall’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche, testimoniano anche come al Nord la situazione, pur non ancora allarmante, necessiti di costante monitoraggio, soprattutto in prospettiva. “Risponde a questa esigenza, l’opportuna scelta, operata dall’Autorità Distrettuale del fiume Po, che ha reso permanente l’Osservatorio sulla carenza idrica – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – La prossima riunione è già in calendario per mercoledì 8 Aprile.” Allo stato attuale, la situazione dei corsi d’acqua in
Piemonte è di sufficiente copertura dei fabbisogni idrici propri del periodo invernale, essenzialmente legati agli usi idroelettrici ed industriali. Per quanto riguarda le previsioni future, se non interverranno significative precipitazioni e dovessero innalzarsi le temperature, si avrà un rapido scioglimento delle nevi, che si tradurrà in un aumento dei deflussi idrici verso valle con la rapida perdita delle riserve idriche immagazzinate, che termineranno in mare inutilizzate prima ancora dell’attivarsi delle derivazioni irrigue. “E’ un’ulteriore dimostrazione della necessità di un Piano Nazionale Invasi per trattenere le acque sul territorio ed utilizzarle al bisogno con evidenti benefici anche di carattere ambientale – evidenza Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Senza considerare le criticità idrogeologiche, che possono derivare da forti ed improvvisi afflussi idrici dalle aree di montagna.” Per quanto riguarda le acque sotterranee, la rete di monitoraggio del comprensorio Est Sesia evidenzia livelli di falda inferiori di circa 20 centimetri rispetto a quelli della media del periodo negli ultimi 10 anni. A fronte della precaria situazione nivometrica va pertanto sottolineata l’importanza del lago Maggiore, che ha una possibilità di invaso pari a 315 milioni di metri cubi, che salgono a 420 milioni nel periodo invernale. La disponibilità di questo bacino è fondamentale per l’agricoltura e l’ambiente della pianura piemontese (vercellese e novarese), ma anche lombarda (lomellina, milanese e pavese).
In Lombardia, la principale preoccupazione per la stagione irrigua interessa il livello di riempimento dei bacini montani e la quantità di neve ancora presente sulle Alpi; per quanto riguarda i grandi laghi, sotto la media del periodo sono i bacini di Como e di Iseo, mentre il Garda è abbondantemente sopra. Con le attuali disponibilità idriche sarà però difficile soddisfare pienamente le esigenze degli agricoltori; preoccupano specialmente le aree servite dai fiumi Adda e Oglio, ma anche da Brembo, Serio e Cherio. L’attenzione è comunque elevata in tutta la regione, poiché l’assenza di pioggia nei mesi di gennaio e febbraio ha reso le campagne secche ed abbassato il livello freatico. Situazione tranquilla, al momento, in Emilia-Romagna: il livello delle falde freatiche non desta preoccupazione ed il confronto con l’autunno 2018 non evidenzia variazioni significative di livello nel bacino del fiume Po, mentre sono evidenti situazioni localmente differenziate nel fiume Reno ed in quelli romagnoli; infine, vanno segnalate le scarse portate dei fiumi appenninici (Taro, Trebbia, Parma, Panaro, Lamone e Savio). In Veneto, infine, non si riscontrano particolari criticità ed anche gli sbarramenti antisale non sono ancora in funzione.
Coronavirus, il fallimento dell’Europa: alle 12 di oggi confini sigillati La Cina ha registrato ieri un solo caso a Wuhan, focolaio del coronavirus, e altri 20 di contagio di ritorno. Secondo gli aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc), i morti sono stati 13, di cui 12 nella provincia dell’Hubei – di cui Wuhan è capoluogo – e uno in quella di Shaanxi. Tra i casi mortali, nove sono stati rilevati a Pechino, tre a Shanghai e nel Guangdong, e uno nelle province di Zhejiang, Shandong, Guangxi, Yunnan e Shannxi. I contagi di ritorno sono così saliti a 143. La Corea del Sud ha approvato una stretta ai controlli a partire da giovedì su tutti gli arrivi internazionali contro i rischi del contagio di ritorno, nel mentre ha annunciato su lunedì 84 nuovi casi di coronavirus che hanno portato il totale a quota 8.320. Secondo i Korea Centers for Disease
Control and Prevention, i morti sono saliti a 81. Malgrado un leggero rialzo sui 74 casi di domenica, il trend è sotto quota 100 per il terzo giorno di fila. Circa il 61% dei casi certi sono legati alla Chiesa di Gesù Shincheonji, setta religiosa di Daegu. La pandemia di coronavirus ha raggiunto un altro, allarmante traguardo: per la prima volta i contagi e i morti nel mondo hanno superato quelli in Cina. In questo scenario l’Europa, che è il nuovo epicentro, chiude da oggi a mezzogiorno le frontiere esterne dell’Unione. “Questa è una crisi sanitaria che segna la nostra epoca”, ha sottolineato l’Oms, avvertendo che la lotta contro questa “malattia grave, che uccide anche giovani e bambini”, richiederà “mesi”. Lo dimostrano gli 87.000 contagi registrati nel mondo, che hanno superato gli 80.000 della Cina, e lo stesso vale per il numero dei morti, ben oltre i 3.200 degli oltre 7.000 complessivi. La crescita più robusta è in Europa, dove in diversi Paesi si assiste all’escalation iniziata in Italia. La situazione nel Vecchio Continente è stata tra i temi al centro della videoconferenza dei leader del G7 in cui è stato concordato di fare tutto il possibile per garantire la crescita. Ai suoi partner, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha anticipato di aver proposto “una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l’Ue, per trenta giorni, ma da prolungare se necessario”. Tale blocco, soggetto ad esenzioni per cittadini europei che tornano a casa, ma anche per personale sanitario e ricercatori, ha come obiettivo quello di “non appesantire ulteriormente i sistemi sanitari”, ha spiegato von der Leyen, che domani ne discuterà con i capi di Stato e di governo convocati per un consiglio straordinario, sempre in video. Ma la decisione è presa, tanto che in serata è stato il presidente francese Emmanuel Macron ad annunciare che la chiusura scatterà da martedì a
mezzogiorno. E centomila agenti tra poliziotti e gendarmi verranno dispiegati in Francia per piazzarsi ai posti di blocco fissi e mobili nel quadro delle misure coercitive annunciate dal presidente francese Emmanuel Macron contro il coronavirus: lo ha detto il ministro dell’Interno, Christophe Castaner. Sempre più Stati membri però hanno già rinunciato alla libera circolazione interna sancita da Schengen. Così dopo Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania, anche la Spagna ha sigillato i suoi confini: è il secondo Paese più colpito in Europa, con oltre 9.000 contagi (anche il governatore catalano Quim Torra) e 300 morti. Non va meglio in Germania, dove gli esperti sanitari hanno confermato che i casi “crescono piuttosto velocemente”. Mentre la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che parlamento e Laender hanno varato “misure straordinarie ma necessarie” per ridurre i contatti sociali. La ricca Baviera ha dichiarato lo stato di calamità ed è praticamente chiusa. Cresce l’allarme anche in Gran Bretagna: il brusco aumento delle infezioni da Covid-19 ha convinto Boris Johnson ad abbandonare la linea dell’attendismo, tanto che il capo del governo di Sua Maestà ha raccomandato lo stop di tutti i viaggi non necessari, il lavoro da casa e la rinuncia ai contatti sociali, incluse le ‘istituzionali’ bevute al pub. Misure draconiane sulla falsariga italiana sono state adottate in Svizzera e uno scenario simile è stato imposto in Francia: spostamenti drasticamente ridotti per 15 giorni e sanzioni per chi non rispetta le regole. “Siamo in guerra”, è stato il
monito di Macron. La stretta anti-pandemia non riguarda solo l’Europa. Negli Stati Uniti le due città simbolo, New York e Los Angeles, di fatto si fermeranno, con lo stop a scuole, bar, ristoranti, cinema e all’iconica Statua della Libertà. Anche a Washington si resterà a casa e Las Vegas ha chiuso i casinò, mentre in New Jersey è scattato il coprifuoco. La città di San Francisco ha ordinato ai residenti di gran parte della regione della Baia di restare a casa per le prossime tre settimane e il più possibile lontano dalle altre persone per fermare la diffusione del contagio da coronavirus. In Africa infine si registrano solo un centinaio di contagi complessivi in 27 Paesi ma c’è da dubitare che i controlli siano massicci. L’Oms ha messo in guardia i paesi a basso reddito perché l’infezione avrebbe un impatto devastante sulle fasce più deboli. Per questo l’imperativo è sempre lo stesso: “Test, test, test” su ogni caso sospetto.
Germogli tricolore ai tempi del coronavirus: un videomessaggio di speranza da L’Osservatore d’Italia Anche noi de L’Osservatore d’Italia vogliamo contribuire nel lanciare l’appello a restare a casa in questi giorni di emergenza da coronavirus. Sconfiggiamo questo mostro! Non usciamo se non strettamente necessario e soprattutto atteniamoci alle regole dettate dal Governo. E’ l’unica arma che abbiamo al momento: Restare a casa!
Germogli tricolore ai tempi del coronavirus Ai tempi del Coronavirus mi ritengo fortunato perché io e la mia famiglia, dalle finestre vediamo il prato. E gli alberi che iniziano a germogliare mentre fuori il bilancio dei contagiati sale. E sale anche la paura e la tristezza, l’incertezza di un futuro che adesso è scuro. Poi mi perdo in un un abbraccio, l’unico che posso dare ai miei familiari e al mio cane. E studio e gioco a pallone contro un muro o con mio fratello sempre più sicuro che troverà in noi quel coraggio perso, dimenticato a causa di un decreto. E torno ad ammirare la natura e questa prigionia diventa meno dura. E la luce torna dopo un’altra notte passata, io e la mia famiglia siamo in casa. Uniti più di prima solo più consapevoli, a tavola col TG di fondo in attesa di un nuovo giorno.
Puoi anche leggere