QUALE IMPRESA - Giovani ...
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SOMMARIO GENNAIO|FEBBRAIO|2012 EDITORIALE 28 DIGITAL ECONOMY E CAPITALE UMANO, DUE GRANDI RISORSE PER IL MEZZOGIORNO 02 IL DIRETTORE di Vincenzo Bove 03 IL VICE 30 IL PATTO SOCIALE SI È ROTTO? RIPARTIAMO DA GIOVANI E CULTURA STORIA DI COPERTINA di Anita Magno 04 IL SUCCESSO IMPRENDITORIALE? 32 2012: LA PARTITA SI GIOCHERÀ UNA QUESTIONE DI ECOSISTEMA di Alessandro Addari e Matteo Giudici A LIVELLO EUROPEO di Irene Rizzoli IN PRIMO PIANO 34 LE RETI DI IMPRESA: 10 FARE RETE. DAVVERO di Maria Carmela Berterame UNA OPPORTUNITÀ STRATEGICA PER IL FUTURO di Annapaola Trione 14 LA FLESSICUREZZA: MODELLI INTERNAZIONALI RUBRICHE E RIFLESSI PER LE IMPRESE di Alessandro Addari 36 COMMUNICATION di Enrico Accettola 38 VIEW a cura di Alessandro Addari INTERVISTA CON PAST PRESIDENT 40 TOOLS a cura di Domenico Del Sorbo 1 20 LORENZO GANCIA, IL PIONIERE 42 MANAGEMENT di Matteo Giudici DEL MOVIMENTO GIOVANI di Enrico Accettola 44 WOMAN di Manuela Andreani DAL TERRITORIO 46 TEAM 50 BOOKS 24 AD AGRIGENTO CON “TERRAMÌCA” FARE IMPRESA È PIÙ FACILE E MENO COSTOSO PER I GIOVANI 52 HAPPENING di Filippo Federico di Andrea Messina e Antonio Siracusa 54 SMILE 26 PETROLIO LUCANO: 55 EVENTS RISORSA E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE di Lorenzo Pagliuca 64 APPOINTMENTS direttore consulenza redazionale editore Alessandro Addari K4b srl » Via Podgora, 16 » 20122 Milano Servizio Italiano Pubblicazioni Internazionali S.I.P.I. SpA tel. 02 97384119 » fax 02 97384062 Via Pasteur, 6 » 00144 Roma vice direttore l.colombo@k4b.it » www.k4b.it tel. 06 5918856 » 5920509 Enrico Accettola Presidente » Daniel Kraus coordinatore redazionale Amministratore Delegato » Luigi Paparoni comitato di redazione Alessandro Corda » Giovani Imprenditori Confindustria Manuela Andreani, Maria Carmela Berterame, Simone Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma stampa e spedizione Colombo, Nicola Del Din, Anita Magno, Ioanna Mitracos, tel. 06 5903731 » fax 06 5914529 Eikon Italia Srl » Via Pietro Micca, 24 » 28100 Novara Matteo Giudici, Irene Rizzoli, Laura Tessera Chiesa a.corda@confindustria.it Rivista associata all’Unione della Stampa Periodica direttore responsabile direzione e redazione Confindustria Italiana » Aut. Tib. Roma n. 15373 del 28|01|1974 Giuseppe Rosa Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma Questo numero è stato chiuso in tipografia il 10|10|2011 tel. 06 59031 » fax 06 5914529 direttore editoriale www.confindustria.it » www.giovanimprenditori.org pubblicità Michela Fantini Per maggior informazioni ed eventuali prenotazioni di fotografie spazi pubblicitari sulla rivista Quale Impresa rivolgersi a: concept, coordinamento immagine, Archivio Quale Impresa » Filippo Federico K4b » Sede Operativa » Via R. Settimo, 4 » 20146 Milano progetto grafico e coordinamento all’impaginazione © iStockphoto.com/Eikon Italia Srl tel. 02 97384119 » fax 02 97384062 Emporio ADV » Via Buonarroti, 41 » 33010 Tavagnacco l.picasso@k4b.it » www.k4b.it (Feletto Umberto) » tel. 0432 546996 » info@emporioadv. immagine di copertina it www.emporioadv.it blogs.reuters.com, 2009 abbonamenti Italia Euro 37,00 » Estero Euro 47,00 » ccp 343509
EDITORIALE IL DIRETTORE a.addari@partnerforvalue.it WELFARE - Il mondo è cambiato e le parole chiave sono velocità e reattività alle variazioni, talvolta inattese, della domanda. La pianificazione strategica sembra essere stata depotenziata dalla grande complessità del mondo globalizzato. Si è passati dalla navigazione nelle sicure e stabili acque del mediterraneo a quella negli oceani, imprevedibile, con repentine bufere alternate a periodi di relativa stabilità. Questa situazione ha caratteri strutturali e non congiunturali. L’oceano tuttavia è anche scenario di scoperta di nuove opportunità e le mutate regole del gioco richiedono di adeguare imbarcazione ed equipaggio alle sfide che ci attendono. Per gli imprenditori significa valutare percentuale di lavoratori, mettendoli sempre l’adeguatezza del modello di business, la più in rete, proiettandoli nel Web 2.0 e propensione al cambiamento, i processi studiando modelli virtuosi come quello danese 2 organizzativi, la capacità di adeguare le in cui gli uffici del lavoro sono co-gestiti da competenze, innovare continuamente autorità pubbliche, sindacati e imprese. processi, prodotti, servizi e riposizionarsi In questi mesi la Flexicurity è al centro nella parte alta della catena del valore. del dibattito a livello internazionale e la In questo quadro, è evidente la necessità sua applicabilità a diversi sistemi-paese per le imprese di flessibilità per adeguarsi rappresenta la vera sfida da vincere, con ai cambiamenti repentini incrementando la equilibrio, equità e lungimiranza e con grande propria competitività; ogni anno occorre attenzione ai cosiddetti outsider. reinventarsi, apprendere, riqualificarsi per Dobbiamo anche guardare all’interno delle essere al passo con i tempi, ricercando nuove nostre imprese, focalizzandoci sempre più opportunità di business. sul training dei collaboratori, a tutti i livelli, Contestualmente c’è la necessità di creare un la vera leva competitiva nell’economia della sistema virtuoso in cui l’ingresso nel mondo conoscenza. del lavoro sia più rapido per i giovani e l’uscita Ognuno è chiamato ad assumersi le proprie più lenta per gli anziani, adeguata alle nuove responsabilità, con la forte convinzione aspettative di vita. che, come affermato dal Capo dello Stato, Un sistema in cui le politiche attive per riusciremo ad uscire dal “tunnel della crisi” il mercato del lavoro assumano un ruolo usando “l’arma vincente della coesione centrale, insieme alla formazione continua e sociale e nazionale”. riqualificazione, per una rapida ricollocazione dei lavoratori, coniugando flessibilità, sicurezza sociale e occupabilità, favorendo un salto culturale che porti a sfatare il mito del posto fisso, ancora molto radicato nel nostro Paese. Occorre ripensare rapidamente il sistema dei Centri per l’Impiego su base provinciale in Italia, che oggi collocano una bassissima Alessandro Addari
IL VICE e.accettola@emporioadv.it COSTRUIRE UN’EUROPA VERA - Italiani, popolo di santi, navigatori (non è il massimo, visti i recenti fatti) e poeti. Ed eroi, sarebbe il caso di aggiungere, in questo caso senza ironia. Mai come oggi, nello scenario nebuloso di una situazione economica, politica e sociale seguita quotidianamente con un tam tam mediatico in stile “Tutto il calcio minuto per minuto”, ai cittadini è richiesto uno sforzo davvero notevole. Uno sforzo non più solo economico, a cui la popolazione si sta abituando con un vago senso di assuefazione, ma un passo in più, che riguarda una grande attribuzione di fiducia e di responsabilità sul proprio futuro alla classe politica dirigente, italiana ma anche degli altri Stati membri dell’Unione Europea. Dalla crisi, sempre se vogliamo ancora cui i contorni di una via di uscita dalla grave definirla con questo nome visto il protrarsi crisi che ha colpito l’Europa cominciano a della situazione, non si esce da soli: la prendere forma, seppur lentamente. È alla conditio sine qua non è la costruzione di una coesione politica e sociale fra gli Stati che 3 Unione Europea vera, forte, coesa. Mai come Monti guarda, con lungimiranza. Si tratta di in queste condizioni è possibile cementificare un aspetto primario, predominante rispetto a le intese, rafforzare il senso di appartenenza quello meramente economico, dal momento e contribuire a creare davvero qualcosa di che, come ha ribadito più volte il premier, le importante. Qualcuno, leggendo queste righe, riforme nazionali da sole non possono riuscire potrebbe pensare “questa congiuntura può a evitare i rischi di fallimento se non saranno essere l’occasione per costruire finalmente sostenute da scelte coerenti compiute un’Europa unita, non solo sulla carta”. In un a livello europeo. Il messaggio è chiaro, certo senso, se è vero che non esiste crisi indirizzato anche agli anti-europeisti e agli che non sia un’opportunità, allora possiamo scettici: mettiamo da parte egoismi nazionali, anche illuderci che quel progetto voluto dai compiamo un altro passo di fiducia verso “padri” della moderna Europa unita, il francese l’Europa per riscoprire le vie di un’Unione Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer solida e sincera. e l’italiano Alcide De Gasperi, trovi davvero In questo modo gli italiani, oltre che popolo compimento. Suona estremamente curioso di santi, navigatori e poeti, saranno davvero e per certi versi intrigante che gli artefici del eroi. progetto europeista, nel secondo dopoguerra, siano stati proprio un italiano, un tedesco e un francese. Italia, Germania e Francia: gli attori attorno a cui pare oggi ruotare il destino dell’Unione Europea. Tre Paesi profondamente diversi per cultura, economia, aspetti sociali, ma, oggi, legati come non mai per far sì che il Vecchio Continente possa riappropriarsi del ruolo che gli spetta nell’assetto mondiale. I recenti incontri europei hanno indotto Mario Monti a un moderato ottimismo, in Enrico Accettola
STORIA DI COPERTINA IL SUCCESSO IMPRENDITORIALE? UNA QUESTIONE DI ECOSISTEMA | di Alessandro Addari | | di Matteo Giudici | Direttore Qualeimpresa Comitato di Redazione Qualeimpresa Daniel Isenberg è il fondatore e direttore esecutivo di Babson Entrepreneurship Ecosystem Project (BEEP). Riconosciuto come uno dei più influenti esperti di management e imprenditorialità, ha insegnato nelle più importanti università internazionali tra cui Harvard, Columbia, Insead e Reykjavik e in istituti prestigiosi come il Theseus e il Technion, l’Istituto Israeliano di tecnologia. È stato un imprenditore, un venture capitalist e un angel investor. È autore di numerosi saggi sull’imprenditorialità, tra cui “How to Start an Entrepreneurial Revolution”, pubblicato nel numero di giugno 2010 della Harvard Business Review. Lo abbiamo incontrato per parlare della sua teoria sugli ecosistemi imprenditoriali e per chiedergli qualche consiglio su come rendere l’Italia un Paese più forte e competitivo. 5 PROFESSOR ISENBERG, ABBIAMO l’imprenditorialità è creazione di valore L’imprenditorialità non vive AVUTO IL PIACERE DI INCONTRAR- aggiunto; non è necessariamente inno- di stabilità ma di cambiamento, LA IN OCCASIONE DEL G20 DEI GIO- vazione, tecnologia o start-up. Il punto per stimolarla in maniera efficace VANI IMPRENDITORI A NIZZA ED È focale è la creazione di valore. Sembra bisogna creare un contesto STATO MOLTO APPREZZATO IL SUO scontato, ma non lo è. L’imprenditore favorevole. DISCORSO RIGUARDANTE LA TEO- è colui che vede opportunità che al- RIA DELL’ECOSISTEMA IMPRENDI- tri non scorgono e che riesce a trar- TORIALE; QUAL È LA GENESI DELL’I- ne valore e vantaggi. È fondamentale DEA? PERCHÉ QUESTO MODELLO che questo valore sia creato in maniera È IMPORTANTE PER I GIOVANI IM- non convenzionale, anche in situazioni PRENDITORI? o settori che sembrano privi di risorse. La teoria nasce dal mio lavoro in tanti L’imprenditorialità non vive di stabili- anni a contatto con imprese coinvolte tà ma di cambiamento, per stimolarla in un importante processo di transizio- in maniera efficace bisogna creare un ne, dalla mia attività accademica, e in- contesto favorevole. Il modello nasce fine dalla mia personale esperienza su dall’osservazione di come straordinarie cosa significa essere un imprenditore. imprese siano emerse in luoghi dif- Ho avuto la fortuna di vedere il proble- ferenti come Israele, Irlanda e Taiwan ma da diverse prospettive e questo mi grazie a numerosi fattori ambientali ha permesso di avere un quadro molto che si sono verificati contestualmente ampio e arrivare a conclusioni sorpren- e per un lungo periodo. Da qui è nata denti su che cosa è l’imprenditorialità. l’idea che esista un vero e proprio eco- La prima è che se la politica vuole sistema, un processo di evoluzione na- stimolare la nascita di nuove impre- turale che forse può essere accelerato se, deve capire che prima di tutto che intenzionalmente.
LEADESHIP IL MODELLO DELL’ECOSISTEMA IMPRENDITORIALE DI DANIEL ISENBERG • unequivocal support • social legitimacy • open door for advocate • entrepreneurship strategy • urgency, crisis and challenge GOVERNMENT • institutions - e.g. investment, support • financial supportare -e.g. for R&D, jump start funds • regulatory framework incentives - e.g. tax benefits • research institutes • venture-friendly legislation ENTREPRENEURSHIP • e.g. Bankruptcy, contract enforcement, property rights, and labour FINANCIAL CAPITALS • micro-loans • angel investors, friends and family • zero-stage venture capital • venture capital funds • private equity • public capital markets • debt SUCCESS STORIES • visible successes • wealth generation for founders LEADERSHIP • international reputation GOVERNMENT SOCIETAL NORMS • tolerance of risk, mistakes, failure • innovation, creativity, experimentation • social status of entrepreneur 6 • wealth creation FINANCIAL CAPITAL • ambition, drive, hunger NON-GOVERNMENT INSTITUTIONS • entrepreneurship promotion in non-profits SUCCESS STORIES • business plan contests • conferences SOCIETAL NORMS • entrepreneur-friendly associations SUPPORT PROFESSIONS • legal • accounting NON-GOVERNMENT INSTITUTIONS • investment bankers SUPPORT PROFESSIONS • technical exprts, advisors INFRASTRUCTURE INFRASTRUCTURE • telecommunications • transportation & logistics • energy • zones, incubation centers, clusters LABOR EDUCATIONAL INSTITUTIONS EDUCATIONAL INSTITUTIONS • general degrees (professionals and academic) • specific entrepreneurship training LABOUR • skilled and unskilled • serial entrepreneurs NETWORKS • later generation family EARLY CUSTOMERS NETWORKS • entrepreneur’s networks • diaspora networks • multinational corporations EARLY CUSTOMERS • early adopters for proof-of-concept • expertise in producing • reference customer © 2009, 2010, 2011 Daniel Isenberg • first reviews • distribution channels
È UN MODELLO VALIDO PER OGNI di nuove idee imprenditoriali. L’ecces- SITUAZIONE O HA BISOGNO DI UN sivo conformismo è molto negativo e ADATTAMENTO PAESE PER PAESE? lo dimostra il caso di Singapore, dove Il modello è universale, ma la sostan- nonostante la ricchezza diffusa, il za, il processo e i dettagli variano da tasso di imprenditorialità rimane bas- regione a regione anche all’interno di so a causa dell’eccessiva rigidità della uno stesso paese. Anche in Italia, al- struttura sociale. Al contrario, in paesi cune regioni sono considerate più fer- come Israele e l’Islanda, società più li- tili per intraprendere rispetto ad altre. bere e aperte, ci sono molte più perso- C’è tuttavia un elemento decisivo per- ne pronte ad andare controcorrente e ché il sistema funzioni ed è l’apertura dunque a far nascere nuove imprese. alla novità e il confronto tra opinioni differenti. Le società che favorisco- DA QUESTO PUNTO DI VISTA, no l’imprenditorialità sono quelle che COME VEDE L’ITALIA E L’EUROPA? riescono a coniugare la definizione di Non ho avuto la possibilità di studiare regole comuni con la libertà di agire in maniera approfondita l’Italia ma la in modo non convenzionale. Un po’ mia impressione è quella di un Paese di caos è fondamentale per la nascita non omogeneo dal punto di vista so- Se si vuole aumentare la presenza di venture capital in un sistema economico si deve fare di tutto per renderlo competitivo e di successo. 7 ciale e imprenditoriale. Sebbene ci sia all’interno di questi, mettere in moto le una sostanziale unità politica e legale, istituzioni locali - non solo politiche ma le differenze tra il nord e il sud riman- anche finanziarie educative e imprendi- gono ancora rilevanti dal punto di vista toriali - in modo da stimolare le forze del livello di industrializzazione e della imprenditoriali presenti sul territorio. società. Questo significa che se voles- Gli ecosistemi imprenditoriali funzio- simo analizzare l’ecosistema imprendi- nano bene solo quando, all’interno di toriale italiano sarebbe difficile definire una specifica regione, gli obiettivi sono un quadro nazionale perché le differen- definiti chiaramente e tutte le istitu- ze locali contano ancora molto. Forse zioni collaborano tra di loro per creare bisognerebbe ragionare su diversi eco- le condizioni che favoriscono l’attività sistemi che interagiscono tra di loro e, imprenditoriale.
QUALI SUGGERIMENTI DAREB- imprenditoriale, nel senso che fati- BE A UN GIOVANE IMPRENDITORE cano a crescere e pensano a man- CHE HA APPENA INIZIATO LA SUA tenere la loro nicchia di mercato ATTIVITÀ? senza pensare in grande. Prese sin- Non penso che l’età sia una discri- golarmente sono molto spesso delle minante nel successo di un impresa, ottime realtà, ma non sono efficaci non esistono evidenze empiriche su nel creare un ecosistema imprendi- come la differenza di età possa in- toriale capace di espandersi. Sono fluenzare l’attività imprenditoriale. convinto che, nonostante molti la Detto questo, penso che per un sin- pensino in maniera opposta, le PMI golo imprenditore, giovane o vecchio non sono necessariamente un driver che sia, è fondamentale compren- per la crescita economica. O meglio, dere l’ecosistema in cui si agisce e lo sono soltanto se sono capaci di non vederlo come un “nemico”, ma trasformarsi e hanno l’ambizione di una fonte di sfide e di opportunità. crescere, creando nuovi prodotti e In molti casi il sistema è bloccato scoprendo nuovi mercati. dalla burocrazia e questo viene visto comprensibilmente come un limite LE PICCOLE IMPRESE ITALIANE da parte degli imprenditori. Tuttavia, SPESSO NON CRESCONO PERCHÉ pensare di poter cambiare il sistema HANNO DIFFICOLTÀ NEL TROVARE 8 è illusorio e frustrante, per questo I FINANZIAMENTI GIUSTI. QUAN- l’imprenditore deve capire come TO CONTA QUESTO ASPETTO? trarre vantaggio da questi limiti, e Per quanto riguarda l’Italia non pos- questo si può fare solo se si ha una so dirlo con certezza perché non visione molto ampia e non conven- ho dati a sufficienza sull’argomen- zionale del contesto in cui si opera. to, ma in generale molto spesso la presenza di investitori disponibili a PENSA CHE QUESTA REGOLA scommettere su start-up è l’effetto VALGA SOLO A LIVELLO LOCALE O di un sistema imprenditoriale di suc- SI APPLICA ANCHE AGLI IMPREN- cesso, non la causa. Spesso i busi- DITORI CHE HANNO UNA PRO- ness angels sono imprenditori che SPETTIVA GLOBALE? hanno avuto successo in altri settori Si può applicare a entrambi anche e poiché hanno fiducia nel sistema perché un’azienda che nasce loca- decidono di investire su nuove idee le presto può espandersi e imporsi imprenditoriali. Se si vuole aumenta- su mercati più ampi. Ciò che conta re la presenza di venture capital in è l’ambizione, e nel caso dell’Italia un sistema economico si deve fare di Occorre coniugare la definizione questo aspetto è importante perché tutto per renderlo competitivo e di di regole comuni con la libertà di agire è un Paese ricco di piccole e medie successo, una volta fatto questo gli in modo non convenzionale. imprese. Il problema è che poche investitori arriveranno. di queste hanno una reale capacità
SE POTESSE DARE TRE SUGGERIMENTI cui operano. Il terzo è non copiare le so- AI GIOVANI IMPRENDITORI PER MIGLIO- luzioni semplici che non sempre funziona- RARE IL NOSTRO ECOSISTEMA COSA no. Mi riferisco agli incubatori di imprese, DIREBBE? al crowd founding, angel networks. Non Il primo è di essere capaci di incoraggia- penso che siano inefficaci in assoluto, ma re, identificare e premiare il successo. Il è importante capire che non funzionano vostro è un Paese ricco di imprenditori di “di per sé”, ogni contesto ha bisogno del- successo: dovete valorizzarli di più, e non la sua specifica soluzione. In generale però è necessario che siano grandi imprenditori, sono convinto che sia difficile, e in qualche possono essere anche piccoli casi di suc- modo sbagliato, dire agli imprenditori cosa cesso con grandi potenzialità. Il secondo è dovrebbero fare. Gli imprenditori sono per di capire che per favorire il cambiamento e loro natura dei decision maker e devono il miglioramento del vostro ecosistema im- avere la libertà di scegliere quali sono le prenditoriale dovete trovare delle soluzioni strategie migliori per creare valore. Quello specifiche per i diversi contesti territoriali che possiamo fare è dare dei suggerimenti e agire in ciascuno di questi per favorire la alle istituzioni per mettere gli imprenditori nascita di imprese veloci, ambiziose e ca- nelle condizioni migliori per creare ricchez- paci di sfruttare in maniera non convenzio- za e sviluppo. Possiamo agire sull’ecosiste- nale le opportunità presenti nel contesto in ma, ma non sugli attori. 9 Il vostro è un Paese ricco di imprenditori di successo: dovete valorizzarli di più
IN PRIMO PIANO FARE RETE. DAVVERO. | di Maria Carmela Berterame | Comitato di Redazione Qualeimpresa Il Contratto di Rete è una nuova forma giuridica nata per consentire alle imprese di sviluppare network, mantenendo l’individualità, ma regolando i rapporti giuridici derivanti da una collaborazione stabile basata su obiettivi strategici. Abbiamo chiesto a Fulvio D’Alvia, Direttore di RetImpresa quali sono le iniziative di Confindustria in questo settore e quali sono i vantaggi per un’azienda giovane che decide di entrare a far parte di una rete di imprese. 10 CHE COS’È RETIMPRESA E DA QUALI PRESE APPARTENENTI ALLA MEDESIMA ESIGENZE DEGLI IMPRENDITORI PRENDE FILIERA. DI CHE NATURA PUÒ ESSERE LE MOSSE? UN PROGRAMMA DI UN CONTRATTO DI Le aggregazioni in rete sono un patrimonio RETE? proprio delle imprese italiane, che da tempo La verità è che l’aggregazione è uno stru- attuano diverse forme di collaborazione ed mento fondamentale per il nostro tessuto integrazione tra di loro. In questa fase dell’e- imprenditoriale troppo frammentato, ma se conomia, fare rete costituisce vero e proprio gli imprenditori non hanno un obiettivo con- Fulvio D’Alvia, “plus“ per accrescere la competitività del Si- diviso e un progetto imprenditoriale valido direttore di RetiImpresa stema sui mercati. Confindustria è da sempre non è certo il contratto di rete la risposta ad molto sensibile al tema delle aggregazioni e ogni problema. Il contratto di rete è impor- nel corso della Presidenza Marcegaglia è sta- tante perché obbliga a fare un programma, a ta affidata al Vice Presidente Aldo Bonomi la depositarlo e monitorarlo e a capire dunque realizzazione di un progetto ad hoc. È così qual’ è l’obiettivo che si vuole raggiungere e che nel 2009 è nata RetImpresa - L’Agenzia come lo si realizza. Il programma di rete può Confederale per le Reti d’Imprese - con l’o- essere “cucito su misura” adattandosi alle biettivo di creare condizioni favorevoli per la esigenze e alle caratteristiche delle aziende diffusione e la valorizzazione delle aggrega- ed è proprio questo che costituisce il mag- zioni in rete. L’Agenzia ha sviluppato numerosi gior elemento di innovazione del contratto progetti ad alto valore aggiunto a favore delle di rete. Questo elemento di progettualità imprese, anche attivando importanti collabo- aumenta dunque il valore del contratto ren- razioni con i soggetti esterni al sistema più dendolo unico nel suo genere per caratteri- direttamente interessati, nel mondo del cre- stiche e contenuti, permettendo a soggetti dito, della formazione e delle professioni. terzi quali istituti Bancari e Pubblica Ammi- nistrazione di averne una conoscenza chiara IL CONTRATTO DI RETE NASCE CON e approfondita e quindi di apprezzare sul IL PRECIPUO INTENTO DI CONDIVISIONE concreto la validità dell’iniziativa imprendi- DI UN PROGRAMMA DA PARTE DI IM- toriale che si vuole realizzare in rete.
I NUMERI DI RETIMPRESA 39 Associazioni Territoriali 10 Confindustrie Regionali 8 Federazioni di Settore 2 Associazioni di Categoria 2 Soci Aggregati (Reti di imprese) 11
SI PARLA DI RETI D’IMPRESA • i distretti come uno dei fattori at- RETIMPRESA AREEE COME SUPERAMENTO, O INTE- traverso i quali indirizzare le politiche GRAZIONE, DELL’AGGREGAZIO- da sviluppare a livello territoriale per DI INTERVENTO NE BASATA SULLA DIMENSIONE creare un contesto favorevole all’atti- TERRITORIALE, CHE SI REALIZZA vità d’impresa (efficienza energetica, FORMAZIONE ATTRAVERSO I DISTRETTI. QUALI infrastrutture, logistica, formazione, Scuola di Alta formazione per Manager SONO I VANTAGGI DI UNA RETE ecc.) di Rete D’IMPRESA RISPETTO AD UN DI- • le “reti d’impresa” quali forme di Cicli di formazione per funzionari STRETTO INDUSTRIALE? libera aggregazione tra soggetti pri- del Sistema Superare il concetto distrettuale vati sulle quali veicolare gli interventi vuol dire offrire alle imprese coin- diretti alle imprese (incentivi, agevo- ACCESSO AL CREDITO volte possibilità di collaborazione più lazioni, semplificazioni …). Accordi con importanti istituti bancari estese. Lo sviluppo dei mezzi di co- municazione e delle tecnologie e il più PER RENDERE EFFETTIVA UNA SENSIBILIZZAZIONE generale processo di globalizzazione RETE D’IMPRESA SI PASSA AT- Ciclo di seminari e convegni che ha coinvolto il sistema produtti- TRAVERSO IL CONTRATTO DI Accordo con Unioncamere vo italiano hanno reso in molti casi la RETE. QUALI SONO I VANTAGGI E Pubblicazione della Guida Pratica collaborazione su base esclusivamen- QUALI INVECE I LIMITI? al contratto di rete te territoriale insufficiente per rispon- Il contratto di rete è per definizione Intesa con AIDI (Associazione Italiana dere ai crescenti bisogni di scambio un contratto tra le parti che permette 12 dei docenti di impianti industriali) di tipo relazionale, informativo ed alle imprese che lo sottoscrivono di economico delle imprese. Mentre il poter ufficializzare la propria colla- ASSEVERAZIONE distretto si riferisce per definizione borazione attraverso uno strumento RetInsieme srl, organismo di asseverazione ad un fenomeno locale e dunque cir- che ne metta in risalto le peculiarità dei contratti di rete espressione coscritto, in cui le imprese sono spe- e ne evidenzi le prospettive di svilup- di Confindustria cializzate in un determinato settore, il po. Il contratto di rete è dunque da concetto di rete invece abbraccia un considerarsi come l’ufficializzazione ideale di collaborazione tra imprese di un rapporto di collaborazione che RETI ASSOCIATIVE più ampio, basato non solo sulla vi- metta in evidenza i singoli attraver- Contratti di rete tra le società cinanza geografica, ma sulla reale ed so la rete stessa, una forma di aggre- di servizi delle Associazioni effettiva possibilità di accrescere la gazione più flessibile ed innovativa competitività, anche tra imprese ge- rispetto a quelle tradizionali, in grado COMUNICAZIONE ograficamente distanti o di settori di- di aumentare la capacità competitiva Web: www.retimpresa.it versi, attraverso lo scambio di tecno- delle imprese senza però costringerle logie, informazioni e conoscenze. Per a rinunciare alla propria autonomia. questo motivo la rete, mettendo in In sostanza il “contratto di rete” non comunicazione imprese provenienti sostituisce gli strumenti già esistenti da diversi ambienti, ma che possono nel nostro ordinamento, ma li affian- trovare vantaggi nel reciproco scam- ca permettendo la creazione di una bio di saperi e conoscenze, si confi- struttura gestionale: gura come la naturale evoluzione del • semplice modello di collaborazione del sistema • senza sovrastrutture burocratiche produttivo moderno.Di qui l’orienta- • di natura privatistica mento di Confindustria, confermato • con piena autonomia fra le parti. anche da quanto va maturando a li- Per gli interessati ad approfondire, vello comunitario, che riconosce: RetImpresa ha recentemente
I CONTRATTI DI RETE IN ITALIA Dati Unioncamere del 5 Dicembre: • 214 contratti di rete • 1063 imprese in rete • 86 province e 19 regioni coinvolte Elaborazione Retimpresa su dati Unioncamere aggiornate al 5 dicembre 2011 13 realizzato La Guida Pratica al contratto di tori a investire nella rete eventuali utili. esperienze. Il network è una realtà che rete d’impresa che è a disposizione degli Importanti istituti bancari hanno già rea- caratterizza il nostro tempo, dalla sfera imprenditori. lizzato e reso disponibili servizi e prodotti sociale a quella lavorativa. La collabo- per le aziende che lavorano in rete attra- razione in rete ha in sé delle peculiarità FACCIAMO UN FOCUS SULLO STATO verso accordi sviluppati con RetImpresa. che la rendono robusta verso l’esterno DELL’ARTE IN ITALIA, IN CUI SI SONO Regioni come Emilia Romagna, Marche, ma estremamente duttile al suo interno. PREVISTE 4 LINEE D’INTERVENTO A Toscana, Piemonte Lombardia e Basilica- Il contratto di rete si inserisce in questo SUPPORTO DI QUESTA NUOVA FORMA ta hanno realizzando misure e bandi per contesto non è perciò corretto indicare AGGREGATIVA (SEMPLIFICAZIONE, la creazione e lo sviluppo di contratti di un settore di riferimento perché si rivolge INCENTIVAZIONE, SUPPORTO FINAN- rete e molti altri saranno i progetti regio- a tutte le tipologie di impresa. Dall’analisi ZIARIO E AGEVOLAZIONE FISCALE). nali nel corso dei prossimi mesi. Anche il dei primi 200 contratti emerge che il set- QUALI DI QUESTE LINEE HA AVUTO mondo accademico sta seguendo questo tore che conta il maggior numero di reti è UNA SUA CONCRETEZZA E IN CHE strumento come ad esempio l’AIDI (l’As- il manifatturiero nelle sue diverse artico- MODO? sociazione Italiana dei Docenti di Impian- lazioni, stanno però già sviluppandosi reti Rispetto all’avvio del progetto, sono stati ti Industriali) che si è resa disponibile a nel mondo dei servizi (energia, ambiente, fatti importanti passi in avanti, le oppor- supportare le Associazioni e le Imprese del commercio, della consulenza e delle tunità per le imprese sono numerose e nella realizzazione dei programmi di rete infrastrutture).Certamente un contributo stanno crescendo nel tempo. Il Gover- per i profili tecnologici. fondamentale potrà arrivare dai Giovani no ha cercato di supportare e favorire Imprenditori perché la logica che c’è die- la collaborazione a rete dotandola di un QUALI SONO I SETTORI IN CUI È tro le reti è familiare alle nuove genera- istituto giuridico ad hoc: “il contratto di PIÙ VANTAGGIOSO INVESTIRE IN UN zioni, abituate a confrontarsi in contesti rete”. A questo strumento è stata affian- CONTRATTO DI RETE? allargati, a partecipare ai social network, cata una misura fiscale che ha messo a Partiamo da un concetto: fare rete a superare il contesto locale ampliando disposizione 48 mln di euro in tre anni conviene a prescindere perché ci si sempre di più i propri orizzonti. con l’obbiettivo di spingere gli imprendi- scambiano informazioni, conoscenze e
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IN PRIMO PIANO LA FLESSICUREZZA: MODELLI INTERNAZIONALI E RIFLESSI PER LE IMPRESE | di Alessandro Addari | Direttore Qualeimpresa Flessibilità e competitività delle imprese in un mercato in continua e rapida evoluzione e, al contempo, politiche attive per il mercato del lavoro in grado di proteggere i giovani dal rischio che la flessibilità diventi sinonimo di precarietà a vita. Queste le sfide che ci attendono per rilanciare insieme occupazione e produttività. 15 PROFESSOR ROSINA, FLEXICURITY E riguarda soprattutto: a) la formazione, in FLEXINSURANCE SONO PAROLE CHIAVE modo che i periodi di inattività siano utiliz- NEL DIBATTITO INTERNAZIONALE, QUALI zati come opportunità per aggiornamento SONO I MODELLI CUI ISPIRARSI E QUA- delle competenze b) la ricerca attiva di un LI RITIENE MAGGIORMENTE APPLICABILI nuovo impiego, potenziando le possibilità di ALLA REALTÀ ITALIANA? adeguato reinserimento. Nella “flessicurez- La flessibilità è considerata positivamente za”, la sicurezza non si riferisce quindi né al dalle aziende perché consente loro di essere lavoro sicuro né ad un sussidio sicuro. È la più competitive in uno scenario sempre più combinazione tra sostegno economico, for- globalizzato, adattandosi al meglio ad un mazione e assistenza nella transizione ad un mercato in continua e rapida evoluzione. La nuovo impiego. La Danimarca è generalmen- flessibilità è però tanto più positiva quanto te considerata il punto di riferimento per le più favorisce occupabilità e produttività. politiche attive della “flessicurezza”. In que- In particolare se consente ai lavoratori di sto Paese l’indennità di disoccupazione arri- cumulare esperienza e migliorare progres- va al 90% del precedente stipendio nel primo sivamente la propria posizione nel mercato anno e scende poi gradualmente. L’indennità del lavoro. La flessibilità espone, tuttavia, è condizionata alla realizzazione di un piano anche a nuovi rischi ed è quindi importante individuale di attivazione, che prevede corsi prevedere adeguati strumenti di protezione, di formazione professionale e azioni di ri- in particolare di sostegno al reddito tra la collocamento. Esistono in ogni caso diverse fine di un contratto e un nuovo lavoro. La esperienze interessanti in Europa e non una “flessicurezza” prevede misure attive, non che sia necessariamente migliore delle altre. Alessandro Rosina in logica assistenzialista ma, al contrario, L’Italia dovrà quindi aderire ai principi di base insegna Demografia mirate a ridurre la passività nei periodi di della “flessicurezza” e adeguarli alle sue spe- e Statistica sociale inoccupazione, aiutando e allo stesso tem- cificità, più che copiare semplicemente quan- all’Università Cattolica po responsabilizzando le persone. L’azione to fatto dagli altri Paesi. di Milano.
A PROPOSITO DI ESPERIENZE IN- caratteristiche del nostro paese, è il caso impegnano a seguire le attività necessa- TERNAZIONALI, QUALI SONO I PRIN- della Francia. I cugini d’oltralpe hanno rie per migliorare la propria condizione CIPALI PUNTI DI FORZA E DEBO- attivato uno strumento che si chiama occupazionale. Molto interessante è an- LEZZA DEI MODELLI DI WELFARE? Revenue de Solidarité Active (RSA) e che che il caso dell’Olanda che presenta tassi GENERALMENTE SI CITANO OLANDA funziona sia da “reddito minimo” per chi di disoccupazione dei giovani particolar- E DANIMARCA MA ANCHE FRANCIA non lavora, sia da integrazione del reddi- mente bassi. Per aver diritto ad un sussi- E GERMANIA HANNO SISTEMI PIUT- to per la categoria sempre più estesa dei dio di disoccupazione è necessario avere TOSTO “COLLAUDATI”. working poor. Era inizialmente rivolto a avuto almeno un’esperienza lavorativa. I Abbiamo già citato la Danimarca. In chi ha più di venticinque anni ma è sta- giovani sono però in questo Paese incen- Germania la flessibilità, più che la pos- to poi esteso anche ai disoccupati sotto tivati a fare esperienze lavorative già in sibilità di licenziare, riguarda gli orari di tale età. L’entità del sostegno al reddito concomitanza con il percorso formativo. lavoro. È quindi soprattutto una flessi- rimane comunque molto bassa, tale da Difficilmente quindi una persona senza bilità interna che consente alle aziende non disincentivare il ritorno al lavoro. Il lavoro dopo gli studi non ha mai lavorato di adattarsi alle fluttuazioni del merca- reddito minimo per un single senza figli è e rischia di trovarsi per questo senza di- to, accorciando o allungando in modo di 466 euro mensili, ma dà diritto anche ritto a un sussidio. Esiste anche qui una molto elastico l’orario di lavoro. Per chi, a esenzioni di imposte sull’abitazione e a forma di reddito minimo garantito della poi, perde l’occupazione è prevista un’in- riduzione di tariffe su telefono e traspor- quale possono godere anche i giovani, dennità pubblica che può arrivare fino al ti, considerate spese utili per chi cerca la- pur con entità minore rispetto a quanto 67% della retribuzione. Particolarmente voro. Per godere della RSA il beneficiario previsto per la popolazione adulta. interessante, per la vicinanza ad alcune deve sottoscrivere alcuni contratti che lo 16 Fa parte del consiglio direttivo della Società Italiana di Statistica. Presiede l’associazione ITalents. Collabora con varie riviste e quotidiani scrivendo soprattutto di cambiamento sociale, rapporti generazionali e di genere, lavoro e welfare. Tra i suoi libri più recenti: “Non è un paese per giovani” (con E. Ambrosi, Marsilio), “Il secolo degli anziani. Come cambierà l’Italia” (con A. Golini, il Mulino), è in arrivo un libro per Laterza sugli alibi italiani che frenano la crescita.
17 IN TERMINI DI EQUITÀ INTERGENERA- La flessicurezza 2008 (dato più recente Eurostat) pari allo ZIONALE, QUALE DOVREBBE ESSERE IL prevede misure 0,5% del PIL, contro una spesa del 16,1% di GIUSTO EQUILIBRIO DELLE VOCI DI SPESA attive, non in logica protezione dai rischi della vecchiaia. I corri- IN ITALIA? assistenzialista spondenti valori medi europei (EU-27) sono In tutti i Paesi con i quali ci confrontiamo, e ma, al contrario, pari a 1,3% per disoccupazione e 11,5% per in generale nell’Europa nord-occidentale, si mirate a ridurre la vecchiaia. Un riequilibrio che ci riavvicini alla investe di più in politiche attive per il merca- passività nei periodi media europea è quindi necessario e urgente. to del lavoro, in grado di proteggere i giovani di inoccupazione, aiutando e allo dal rischio che la flessibilità diventi preca- QUALI RIFLESSI GENERANO I SISTEMI stesso tempo rietà a vita. L’anomalia italiana a svantaggio DI WELFARE NEL MERCATO DEL LAVORO responsabilizzando le dei giovani, deriva dalla combinazione dei E PER LE IMPRESE? persone. L’Italia dovrà due seguenti aspetti: a) la flessibilità è sta- Attivando meglio le capacità e le competenze aderire ai principi di ta inserita solo per i nuovi entranti, creando base della flessicurezza delle nuove generazioni e superando gli squi- così un mercato del lavoro “duale”; b) non è e adeguarli alle sue libri di un mercato duale, si ottiene un mer- stata accompagnata da adeguati ammortiz- specificità, più che cato del lavoro più dinamico, con maggiori zatori sociali. Abbiamo quindi il peggio del copiare semplicemente possibilità per una efficiente valorizzazione bilanciamento tra flessibilità e sicurezza ed quanto fatto dagli altri delle risorse umane. Mario Draghi nelle sue il carico è quasi tutto sulle nuove generazio- Paesi. considerazioni finali come Governatore della ni, costringendole così a dipendere a lungo Banca d’Italia (31 maggio 2011), ha del re- dalla famiglia di origine. Questo si è ancor sto affermato che agire verso un welfare più più accentuato durante la crisi perché, in un equilibrato “migliorerebbe le aspirazioni di mercato duale, è più facile non rinnovare il vita dei giovani; spronerebbe le unità produt- contratto di un giovane che licenziare un la- tive a investire di più nella formazione delle voratore maturo, anche se magari il primo è risorse umane, a inserirle nei processi produt- più produttivo del secondo. In Italia la spesa tivi, a dare loro prospettive di carriera”. Qual- a difesa dei rischi di disoccupazione era nel che svantaggio lo potrebbero avere
le imprese poco virtuose, quelle che cer- QUALI SONO I CRITERI PER EVITARE cano di rimanere sul mercato solo pagan- CHE NON SI TRADUCA IN UNA RICER- do i nuovi assunti con contratti al mas- CA “INATTIVA” DEL LAVORO simo ribasso. Per le altre si aprono più Il “reddito minimo” è una forma di so- possibilità di valorizzazione del capitale stegno al reddito non legata all’anzianità umano, con conseguente maggiore pro- lavorativa. È uno strumento di protezione duttività e competitività. Nel complesso rispetto al rischio di povertà, utile per chi verrebbe favorita una maggior crescita non ha altri strumenti di sostegno e si del Paese. Le politiche nello spirito della trova sotto il 60% del reddito medio del “flessicurezza” non sono, infatti, assi- Paese. Il Parlamento Europeo ha più volte stenzialiste, ma specificamente mirate sottolineato l’utilità che i vari Stati mem- all’occupazione di qualità, possibilmente bri si dotino di tale strumento. Misure di coerente con aspirazioni e professionali- questo tipo sono attualmente presenti tà, e alla crescita economica. in quasi tutti i Paesi europei, rimangono fuori, oltre all’Italia, Grecia e Ungheria ALTRA ESPRESSIONE ENTRATA PRE- soltanto. Questo strumento è declinato in POTENTEMENTE NEL DIBATTITO PUB- vari modi nei diversi Paesi. L’idea di base BLICO È “REDDITO DI CITTADINANZA”. è di incentivare fortemente la persona a COME È APPLICATO IN EUROPA E migliorare la propria condizione 18 La Danimarca è generalmente considerata il punto di riferimento per le politiche attive della flessicurezza. L’indennità è condizionata alla realizzazione di un piano individuale di attivazione. In Italia la flessibilità è stata inserita solo per i nuovi entranti, creando così un mercato del lavoro “duale” e non è stata accompagnata da adeguati ammortizzatori sociali. sociale. Se coniugato con lo spirito della causa degli alti livelli di lavoro sommerso “flessicurezza”, non svolge solo la funzio- e di evasione fiscale. Tuttavia questi limiti ne di contrasto alla povertà, ma anche non possono essere un alibi per non agire di stimolo ad attivarsi. In particolare il in materia. disoccupato è incentivato a seguire spe- cifici programmi concordati con i servizi I CENTRI PER L’IMPIEGO IN ITA- per l’impiego, pena la revoca del sussidio, LIA POTREBBERO SOSTENERE LA lasciando solo una minima copertura di RICOLLOCAZIONE DEI LAVORATORI base. L’esempio più interessante è forse NELL’OTTICA DELLA FLEXICURITY? il già accennato caso francese. In tutte le COME DOVREBBERO ESSERE RIOR- esperienze si tende però ad allentare la GANIZZATI CONSIDERANDO I BENCH- parte sanzionatoria e a potenziare il più MARK INTERNAZIONALI? possibile i canali di accesso alle oppor- In Italia il sostegno al reddito è di tipo tunità lavorative. La strategia è quella del tradizionale, fortemente frammentato e bastone e della carota, ma privilegian- lascia fuori un’ampia quota di lavoratori do fortemente la carota. Le difficoltà di non stabili, incentivando così la preca- applicazione alla situazione italiana non rietà. Inoltre, chi riceve un sussidio di sono solo i costi, ma anche i limiti dell’ef- disoccupazione non è tenuto a cercare fettiva valutazione delle condizioni di attivamente un nuovo lavoro e i centri occupazione e di reddito delle persone, a per l’impiego sono largamente inefficien-
19 ti nel proporre nuove soluzioni. In molti casi il I servizi per l’impiego Non sono da intendere come sale d’attesa lavoratore percepisce l’aiuto statale rimanen- vanno intesi come dei ferroviarie, in cui si passa più o meno util- do passivamente a casa o svolgendo lavori in “pit stop” della Formula mente il tempo, aspettando la coincidenza nero di vario tipo. Nei Paesi che si ispirano alla uno: ci si ferma per fare successiva. Vanno intese piuttosto come dei “flessicurezza”, si cerca di combinare la prote- benzina, ma si coglie “pit stop” della Formula uno: ci si ferma per zione della continuità del reddito con un’as- anche l’occasione per fare benzina, ma si coglie anche l’occasione sistenza intensiva nella ricerca della nuova cambiare le gomme e per cambiare le gomme e adattarle ai cam- occupazione e con l’investimento sull’aggior- adattarle ai cambia- biamenti del tempo, oltre che per ricalibrare namento professionale. I servizi per l’impiego menti del tempo. gli strumenti dell’auto da corsa. In modo da hanno un ruolo cruciale in tutto questo. La tornare in pista più veloci di prima. loro funzione è quella di valutare le esigen- ze formative, di potenziare le competenze, di fornire orientamento, di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, di sorvegliare l’effettiva realizzazione delle azioni previste.
20 “... L’eccessivo presenzialismo non mi piace, e poi si corre il rischio di far piovere commenti dall’alto solo perché si è stati protagonisti degli stessi appuntamenti, anni prima.”
INTERVISTA CON PAST PRESIDENT GI LORENZO GANCIA, IL PIONIERE DEL MOVIMENTO GIOVANI | di Enrico Accetola | Vice Direttore Qualeimpresa “Libertà d’impresa, competizione, merito e senso dello Stato: Giovani Imprenditori, non abbiate mai timore di esprimere le vostre idee”. Un lungo applauso e una platea commossa, vibrante, che si alza in piedi e mentre batte forte le mani torna con la mente a quarant’anni fa, e a tutta la strada percorsa. Così Lorenzo Vallarino Gancia, primo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, al vertice del Movimento dal 1966 al 1970, è stato accolto sul palco di Santa Margherita Ligure nella due giorni dedicata al Convegno dello scorso giugno. A distanza di quasi un anno Gancia - Presidente dell’omonima Casa vinicola canellese - ricorda con un sorriso quella manifestazione spontanea di stima e affetto. “Ci tenevo davvero ad essere presente a Santa Margherita – dice – è stata un’occasione speciale, anche perché non vado spesso ai convegni. È da sempre una mia scelta: credo che gli “ex” debbano dosare i propri interventi nell’ambito di questi eventi. L’eccessivo presenzialismo non mi piace, e poi si corre il rischio di far piovere commenti dall’alto solo perché si è stati protagonisti degli stessi appuntamenti, anni prima”. 21 Ne è passata di acqua sotto i ponti da quan- Lorenzo Vallarino NEL MAGGIO DEL ‘62 FU LEI A LAN- do Gancia, e con lui i “genitori” del Movi- Gancia, classe 1930, CIARE UN DURO ATTACCO AI VERTICI DI mento dei Giovani Imprenditori di Confin- è esponente della CONFINDUSTRIA ACCUSANDOLI DI NON dustria, a metà degli anni ‘60 ha saputo quarta generazione della ESSERE IN GRADO DI ELABORARE VALI- cogliere la sferzata del cambiamento che in famiglia Gancia a capo DE PROPOSTE DI STRATEGIA ECONOMI- quegli anni scuoteva l’assetto economico e dell’omonima azienda CA E SOCIALE E DI ESSERE UN GRUP- sociale del Paese per ridisegnare l’impian- produttrice di spumanti PO SORDO ALLE PRESSIONI DEL PAESE. to dell’organizzazione di rappresentanza fondata nel 1850. Dal COSA È CAMBIATO DA ALLORA? 1966 al 1970 è stato il dell’industria italiana. Era il 1962 quando Tra la realtà di oggi e quella di allora ci primo Presidente dei a un convegno a Venezia, negli anni in cui sono profonde differenze. Quando abbia- Giovani Imprenditori di ancora non esisteva una struttura naziona- mo iniziato a “fare rivoluzione” volevamo Confindustria. le dei Giovani Imprenditori, il futuro primo cambiare la Confindustria, che in quegli presidente - Vallarino Gancia appunto - at- anni appariva isolata: secondo noi era stato taccò i vertici di Confindustria accusandoli delegato troppo alla classe politica. Vole- di delegare troppo alla politica, di non saper vamo un cambiamento netto, quello che è cogliere i fermenti di novità che nascevano poi avvenuto grazie all’adozione da parte di nella società. Quattro anni dopo il presiden- Confindustria del documento Pirelli, che per te confederale Angelo Costa istituiva il “Co- me rappresenta uno dei momenti più alti mitato Centrale dei Giovani Industriali”, con della cultura espressa dall’impresa. Aprire l’obiettivo di farlo diventare “uno strumento il mondo imprenditoriale a una visione più di forza per l’organizzazione tutta dell’indu- ampia delle proprie responsabilità sociali e stria”, che eleggeva alla presidenza Lorenzo politiche era per noi una priorità per la qua- Vallarino Gancia. le era d’obbligo battersi con forza: i temi
22 che portavamo all’attenzione erano COME SI È EVOLUTO IL MOVIMEN- quelli dell’innovazione, dell’apertura TO IN QUESTI ANNI? verso la società, della trasparenza. Vo- Il mio era un Movimento di “ragazzacci”, levamo “sprovincializzare” la Confindu- di banditi, con tante idee in testa e tanta stria che ci pareva autoreferenziale e energia. All’epoca avevamo quattromila davvero troppo chiusa. La nostra grande iscritti ma questi erano solo “sulla car- vittoria è stata quella di collaborare al ta”. Erano impalpabili. Io giravo tutta documento Pirelli e, appunto, di riuscire Italia per incontrarli e confrontarmi con a farlo adottare. Lo Statuto Pirelli rece- loro ma oggi le relazioni sono diverse, gli piva, in parte, quelle che erano le nostre strumenti per dialogare sono cambiati e istanze e ha segnato un risultato im- la partecipazione è tangibile. Negli anni portante, perché riconosce e valorizza il il nostro Movimento, che ha rappresen- Movimento all’interno dell’organizzazio- tato e continua a rappresentare l’inno- ne. Lo riconosco: il mio discorso all’as- vazione, si è nobilitato e ha conquista- semblea di Venezia nel ‘62 fu “al vetrio- to credibilità e autorevolezza in tutti lo”, violentissimo, tant’è che lasciò senza i settori. Sono convinto che i Giovani fiato tutti. Ricordo che la sera stessa era Imprenditori debbano continuare ad es- Negli anni in cui ancora non in programma un incontro conviviale e sere la coscienza critica di tutto il corpo esisteva una struttura nazionale durante l’incontro molti mi “guardavano imprenditoriale e che non bisogna mai dei Giovani Imprenditori, il futuro strano” tenendomi quasi isolato. Oggi stancarsi di sottolineare l’importanza primo presidente - Vallarino Gancia chiaramente la mia “uscita” sarebbe fuo- di valori come la libertà dell’impresa, la - attaccò i vertici di Confindustria ri tempo: le nostre richieste sono state competizione, la competenza, il merito, accusandoli di delegare troppo tutte più che recepite. Si guarda oltre, il senso dello Stato. Un’azione più che alla politica, di non saper cogliere com’ è ovvio: la società cambia, e con mai importante in un momento di crisi i fermenti di novità che nascevano lei il tessuto imprenditoriale e le priorità. di valori come quello che stiamo nella società
attraversando. Io d’altronde lo dico Ai miei tempi i Senior non ci lasciavano sempre: “Non mi preoccupa tanto la certo fare ma ora è tutto cambiato, c’è presenza di falsi dèi, quanto quella stata una legittimazione totale. Quella della mancanza di qualsiasi fede”. In- dei Giovani Imprenditori, ormai è chia- tendo dire che bisogna avere convin- ro a tutti, è una voce importante: un zioni profonde e battersi per queste, imprenditore sotto i quarant’anni che mettendo sempre in conto che si può crede nei valori del Movimento ed è sbagliare. pronto ad impegnarsi per raggiungere certi obiettivi deve per definizione es- Il 3 agosto 1966 il Presidente I GIOVANI IMPRENDITORI DEVO- sere innovatore nel Dna, la sua “forza” confederale Angelo Costa istituiva NO RITAGLIARSI IL PROPRIO SPAZIO viene dalla validità delle proposte fatte, il “Comitato Centrale dei Giovani E FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE dai valori che sono alla base delle singo- Industriali”, augurandosi che potesse MA NON SEMPRE È SEMPLICE. LEI le azioni. Anche i politici hanno capito divenire “uno strumento di forza per COSA SENTE DI SUGGERIRE? l’importanza innovativa dei giovani e il l’organizzazione tutta dell’industria” Oggi Confindustria - e non solo - guar- grande contributo che possono dare, e e affidandone la presidenza a Lorenzo da con interesse ai Giovani Imprenditori. finalmente li ascoltano. Vallarino Gancia. “Il mio era un Movimento di “ragazzacci”, di banditi, con tante idee in testa e tanta energia. All’epoca avevamo quattromila iscritti ma questi erano solo “sulla carta”. Erano impalpabili. Io giravo tutta Italia per incontrarli e confrontarmi con loro ma oggi le relazioni sono diverse, gli strumenti per 23 dialogare sono cambiati e la partecipazione è tangibile.” COME SONO CAMBIATI I CON- dare lontano per vedere oltre”, come è VEGNI DEI GIOVANI IMPRENDITORI stato detto e più volte ribadito al con- IN QUESTI ANNI E COSA SUGGERI- vegno di Santa Margherita Ligure del REBBE PER MIGLIORARLI ANCORA? 2011 dal Presidente Morelli. Non partecipo spesso ai convegni perché, come dicevo, non mi piace COSA AUGURA AL PRESIDENTE? in questi contesti l’idea di una pre- A Jacopo Morelli auguro il meglio, e senza assidua dell’ “ex” di turno che lo invito a continuare a fare ciò che dispensa consigli o critiche sulla base fa con la stessa convinzione e grinta, della propria esperienza, o di ciò che con lo stesso spirito e la stessa pas- ha vissuto molti anni prima. A tutti i sione. Viviamo una fase complessa, giovani e a chi guida oggi il Movimen- dove sono poche le certezze e il fu- to, come a chi lo guiderà negli anni a turo presenta molte incognite anche venire, consiglio di non avere mai ti- per gli imprenditori, ma proprio in more nell’esprimere le proprie idee, di questo momento difficile i Giovani “Ai miei tempi i Senior non ci lasciavano continuare a innovare e a fungere “da Imprenditori possono far sentire più certo fare ma ora è tutto cambiato, c’è pungolo”, se serve. Insomma a “guar- forte la propria voce. stata una legittimazione totale.”
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