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La Cooperazione ANNO VII N.10 - DICEMBRE 2017 DIRETTORE RESPONSABILE IVANA TAMAI Italiana Informa YEMEN, OLTRE L’EMERGENZA L’INTERVENTO DELL’ITALIA COP23 DA BONN TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELL’ULTIMO NEGOZIATO Registrazione al Tribunale di Roma n. 192/2011 del 17 giugno 2011 SUL CLIMA DIASPORE IL 1° SUMMIT NAZIONALE A ROMA PROFIT E COOPERAZIONE UN ESEMPIO DAL SENEGAL CON LA COOP
Registrazione al Tribunale di Roma La riproduzione, totale o parziale, n. 192/2011 del 17 giugno 2011. del contenuto della pubblicazione Direttore responsabile Ivana Tamai. è permessa previa autorizzazione Anno VII n. 10 – dicembre 2017 dell’editore e citandone la fonte. Per commenti e suggerimenti scrivere a: Le opinioni espresse nei documenti cooperazione.informa@aics.gov.it pubblicati non rispecchiano necessariamente il punto di vista Questo periodico è realizzato a scopo dell’Agenzia italiana per la cooperazione divulgativo e ne è vietata la vendita. allo sviluppo.
EDITORIALE di Laura Frigenti Direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo Ci avviamo verso la conclusione di un al- mone al Canada la presidenza italiana ha tro intenso anno di lavoro, ma siamo con- voluto un ulteriore appuntamento di spes- vinti che il nostro impegno, nei vari pro- sore in linea con gli intenti del summit di getti di Cooperazione in tutto il mondo, Taormina, confermando così l’impegno non è certo finito. dei Paesi più sviluppati nei confronti del- Anzi, continua con più forte determina- la periferie dimenticate del mondo. Dal zione anche alla luce degli importanti ap- primo rapporto realizzato dall’Osservato- puntamenti che stiamo vivendo e di cui rio di Pavia, presentato a Roma da COSPE parliamo ampiamente in questo numero Onlus, FNSI e USIGRAI, emerge la neces- del nostro Magazine. sità di maggiori spazi di approfondimen- Non solo momenti attuali ma anche fu- to per far conoscere contesti locali appa- turi: sappiamo che il prossimo anno si rentemente lontani geograficamente ma aprirà con il grande evento della Prima sempre più vicini per le interdipendenze Conferenza Nazionale della Cooperazio- di una società globalizzata. ne, un’occasione di grande ri- In linea con gli sforzi dell’I- levanza per rilanciare la no- talia per applicare l’Accordo stra iniziativa in un momento di Parigi sulla riduzione del- in cui ne avvertiamo tutti la ne- le emissioni dannose a livello cessità, di fronte alle sfide che climatico, la riunione di Bonn abbiamo come quella dell’im- per rilanciare il negoziato sul migrazione e delle migrazio- clima si pone come un nuovo ni. Il Summit delle Diaspore, tassello verso un condiviso “li- verso le quali la nostra Agen- bro delle regole” contro ogni zia sta riservando la massima attenzione forma di inquinamento che finisce per co- si è svolto recentemente a Roma e ha po- stituire una causa rilevante del crescente sto con forza l’esigenza di favorire sempre squilibrio tra i Paesi più e meno sviluppa- più alti livelli di convivenza nel nostro Pa- ti di ogni continente. Infine, ma non certo ese e in Europa, fondati sui valori dell’ac- per importanza in quanto rappresentano coglienza, dell’integrazione e della con- il cuore del nostro lavoro, i reportage e gli vivenza, rispettosa delle diverse identità, stimoli che ci vengono rappresentati dai che devono coniugarsi col rispetto del- Paesi dove l’Aics sta lavorando con inizia- le regole, dello sviluppo, dell’uscita dalla tive e progetti concreti: Etiopia, El Salva- crisi e dell’impegno verso più alti livelli di dor, Perù, Giordania, Mozambico, Sudan, occupazione. La componente sociale del- Myanmar, Somalia, Senegal. le diaspore impegnata anche come vola- Un anno dunque che si avvia alla sua con- no di sviluppo nei loro Paesi d’origine. E clusione, ma non termina il nostro impe- ancora, a Firenze, si è svolto il Vertice del- gno per la Cooperazione, per un mondo le Agenzie della Cooperazione dei Paesi solidale ed ecosostenibile, un mondo ve- membri del G7: prima di lasciare il testi- ramente per tutti! La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 3
IN QUESTO NUMERO 3 EDITORIALE 16 Pane, pizza e fagiolini: con le cooperative dall’Italia al Burkina Faso e ritorno - di Gianfranco Belgrano EMERGENZE 6 Dalla Siria allo Yemen, dall’emergenza, 18 COP23: tutti gli aggiornamenti dall’ultimo oltre l’emergenza: l’intervento dell’Italia negoziato sul clima - di Emanuele Bompan in una visione regionale - di Umberto De Giovannangeli 24 Intervista a Tanja Gönner: clima, immigrazione e stabilità, la via tedesca alla cooperazione 8 Emergenze nel mondo - di Sara Bonanni - di Emanuele Bompan DOSSIER AICS NEL MONDO 10 A Roma le voci delle diaspore. 28 SUDAN: Obiettivo di sviluppo sostenibile 2, Dalle comunità al mondo, meno paura “Zero Hunger” - di Francesca Nardi e più cooperazione - di Vincenzo Giardina 30 ETIOPIA: un intervento di cooperazione che 14 Da Tassette a Mantova, come produrre aiuta anche le comunità ospitanti a garanzia sviluppo in Senegal e salvare posti di lavoro di pace stabilità - di Dario Poddighe in Italia - di Gianfranco Belgrano 32 PERÙ: verso l’Impresa Sociale: rafforzamento della filiera alimentare del tarwi organico sulle Ande del Perù - di Sara Catucci 4 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
IN QUESTO NUMERO 34 MOZAMBICO : uguaglianza di genere ATTUALITÀ ed empowerment delle donne in dialogo 50 Illuminare le periferie: temi e luoghi con la società civile - di Gloria Pracucci dimenticati dal mondo dell’informazione - di Ivana Tamai 36 KENYA: non solo spiagge e safari, anche un ricco patrimonio archeologico 51 Università italiane e Cooperazione e culturale - di Laura Burani - di Massimo Santucci 38 MYANMAR: lo Stato Chin, l’ultimo miglio 52 L’impatto delle migrazioni sull’economia del paese - di Alessia Bisson italiana - di Elena Ambrosetti 40 SENEGAL: il successo è anche scegliere di restar – di Chiara Barison BRUXELLES 54 L’AICS e la nuova Rete Europea 44 GIORDANIA: A tavola con i rifugiati dei Practitioners (PN) - di Chiara Venier - di Federico Geremei 46 SOMALIA : Storie di cooperazione. 56 ABSTRACTS Non ridere del matto, ridi con lui! - di Massimiliano Reggi 58 LE SEDI ESTERE DELLA COOPERAZIONE ITALIANA La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 5
EMERGENZE Dalla Siria allo Yemen, dall’emergenza, oltre l’emergenza: l’intervento dell’Italia in una visione regionale La tragedia umanitaria che sconvolge lo Yemen si aggiunge a quella che segna ancora la Siria. di Umberto De Giovannangeli umanitari e 60 milioni per inter- venti di resilienza. Ma intervenire sull’emergenza non significa, almeno per l’Italia, restare impri- gionati in una ottica “emergen- zialista”, incapace di una visione strategica che vada oltre la dram- matica contingenza. Ecco allora i finanziamenti a Iraq, Giordania, Libano, Siria, Turchia, attraverso accordi bilaterali e multilaterali, in settori strategici quali lo sviluppo economico, l’istruzione, la crescita di una governance democrati- ca fondata sulla società civile e delle sue istanze organizzate, così come l’attenzione al sostegno di istituzioni e organismi impe- gnati nel campo dei diritti umani e dell’affermarsi di uno stato di diritto. Uno schema che ha dato i Dall’emergenza, oltre l’emergenza. Italiana, attraverso il contributo primi frutti e che oggi è chiamato Assumendo un’ottica regionale e finanziario a Ong, agenzie delle a misurarsi anche con la tragedia tenendo bene uniti il sostegno alle Nazioni Unite, Croce rossa inter- yemenita. Una tragedia che ha popolazioni in fuga con il supporto nazionale. Impegni già realizzati inizio nel marzo del 2015, con una ai Paesi ospitanti. È l’ottica con cui ed altri che saranno implementati guerra civile che ha determinato l’Italia, attraverso l’Agenzia Italiana nei prossimi anni. Sull’emergenza conseguenze gravissime per la po- per la Cooperazione allo Svilup- siriana, la Cooperazione italiana polazione. I dati, certo, non sono po – AICS, interviene in una delle ha investito – in Iraq, Giordania, tutto, perché dietro i numeri vi aree più nevralgiche ed esplosive Libano, Siria, Turchia e a livello sono volti, storie, dolori indicibili al mondo: il Medio Oriente. Dalla regionale) circa 147 milioni di e un futuro negato. D’altra parte, Siria allo Yemen: conflitti che si euro, in un arco temporale che va però, i numeri possono dar conto trasformano in esodi biblici, in dal 2012 al 2017. Più nel dettaglio, delle dimensioni di un disastro. apocalisse umanitaria. Con l’Aiuto 92 milioni di euro sono andati in Nello Yemen, oltre 20milioni di allo Sviluppo, l’Italia è presente in aiuti umanitari, circa 55 in azioni persone necessitano di assistenza tutti i Paesi dell’area che devono per la resilienza. Per il triennio umanitaria per sopravvivere, 17 misurarsi, quotidianamente, con 2016-2018 a Londra nel febbraio milioni sono colpiti da insicurezza l’esodo di milioni di siriani e, se 2016 (conferenza "Supporting alimentare, 7 milioni sarebbero la situazione dovesse precipitare Syria and the Region"), l'Italia ha a rischio carestia e si contano 2,2 ulteriormente, anche con l’eso- annunciato un pacchetto com- milioni di bambini malnutriti, tra do degli yemeniti da un Paese plessivo pari a 400 milioni di dol- cui 385.000 bisognosi di assistenza trasformato in un devastato campo lari che include conversione del terapeutica per sopravvivere. Lo di battaglia. Un intervento diretto debito, crediti di aiuto e contributi Yemen conta inoltre una delle più o, ed è un altro punto caratteriz- a dono per 135 milioni di euro, di alte percentuali di sfollati interni zante l’azione della Cooperazione cui 75 milioni destinati a progetti al mondo: 2 milioni di persone in 6 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
EMERGENZE 21 governatorati che si aggiungono macerie lo Stato caraibico. Il tutto 2017, 3 milioni di euro sono stati ad oltre 1 milione di “returne- mentre nel Paese mediorientale erogati al Programma Alimentare es” che vivono in condizioni di il prezzo dell’acqua è raddoppia- Mondiale – PAM ed al Comitato assoluta precarietà. Lo Yemen sta to, i tassi di cambio sono crollati Internazionale della Croce Rossa implodendo, il suo popolo è in e i prezzi del carburante sono - CICR per la risposta urgente al condizioni disperate. A lanciare aumentati del 60%. “Milioni di rischio carestia mediante distri- l'allarme è il capo degli Affari uma- bambini in Yemen sono ancora buzione di aiuti alimentari urgen- nitari dell'Onu, Mark Lowcock, vivi grazie agli aiuti alimentari e ti. Il contributo rientra nel quadro parlando con i giornalisti dopo ai medicinali che sono entrati nel del Piano italiano di risposta alle una riunione a porte chiuse del Paese attraverso i porti. Finora è carestie da 10 milioni di euro per Consiglio di sicurezza delle Nazio- stato già molto difficile consentire i quattro Paesi maggiormente ni Unite, presieduto dall'Italia. La l’ingresso degli aiuti umanitari, colpiti, che includono, oltre allo decisione della Coalizione (a guida considerato che per anni siamo Yemen, anche Sud Sudan, Nigeria saudita) di ordinare, tra le altre stati costretti a utilizzare vie d’ac- e Somalia. Anche qui, come in misure, la chiusura temporanea di cesso lunghe e impervie. Ma se i Siria: dall’emergenza, oltre l’e- tutte le vie d’accesso terrestri, dello punti di accesso verranno chiusi mergenza. Va in questa direzione, spazio aereo e dei porti in Yemen è completamente, anche solo per ad esempio, un finanziamento di arrivata lunedì 13 novembre. una settimana, ci troveremo di 642.000 euro assegnato all’Orga- Tale decisione è stata motivata fronte a un vero e proprio disa- nizzazione Internazionale per la dalla Coalizione con la volontà di stro, a uno scenario da incubo e Migrazione -OIM per intervenire affrontare i casi di vulnerabilità milioni di bambini perderanno la nel settore educativo a favore dei nel corso del processo di ispe- vita. È dunque quanto mai fonda- minori appartenenti alle popo- zione, consentendo allo stesso mentale che tutti i blocchi ven- lazioni sfollate e alle comunità tempo l’ingresso e l’uscita di aiuti gano rimossi e che gli operatori ospitanti nei governatorati di e personale umanitario. Tuttavia, umanitari e gli aiuti essenziali Shabwah e di Lahj, che consen- la Coalizione non ha fornito alcun come cibo, medicine e carburan- tiranno la riabilitazione di 11 chiarimento circa la durata del te possano entrare in Yemen libe- strutture scolastiche utilizzate per blocco né sulle modalità degli ramente e senza ritardi”, avverte ospitare sfollati ed il supporto a interventi umanitari. A causa della Tamer Kirolas, Direttore di Save insegnanti e studenti attraverso grave crisi alimentare e dell’epide- the Children in Yemen. “Nelle la fornitura di materiale scola- mia di colera in corso in Yemen, ultime settimane la Coalizione stico. E altrettanto indicativo è qualsiasi ritardo nella ripresa e non ha permesso a Medici senza un progetto mirato del valore nell’espansione dell’accesso uma- frontiere di volare da Gibuti a di 350.000 mila euro avviato in nitario porterebbe alla perdita di Sana'a o Aden, nonostante le collaborazione con l’UNFPA nei vite di donne, uomini e bambini continue richieste di autorizza- governatorati di Al Hudaydah, in tutto il Paese. Al momento, sette zione dei nostri voli. L'accesso al Ibb e Taizz per la realizzazione di milioni di persone rischiano di personale umanitario e ai cargo interventi nel settore della salute morire di fame e più del doppio in Yemen è essenziale per fornire riproduttiva a favore di donne e necessitano di farmaci e assistenza assistenza a una popolazione già ragazze in giovane età, la preven- medica, un'emergenza umanitaria gravemente colpita da più di due zione e l’assistenza alle vittime resa ancora più urgente da un’epi- anni e mezzo di conflitto”, gli fa delle violenze di genere attraver- demia di colera in corso che entro eco Justin Armstrong, capo mis- so servizi di consulenza, supporto fine anno potrebbe interessare sione di MSF in Yemen. In questo psicologico, cure ostetriche di oltre un milione di persone. Da scenario apocalittico, l’Italia ha urgenza mediante cliniche mobili fine aprile sono oltre 2.177 i nuovi annunciato, in occasione della e la distribuzione di kit igienici. casi sospetti, che hanno fatto salire Conferenza Internazionale dei Un impegno umanitario che non il numero delle persone conta- donatori per lo Yemen tenutasi conosce soste ma che deve fare i giate – secondo OMS – a 862.000. a Ginevra il 25 aprile scorso, un conti con una guerra per procura Per intendersi, oltre 50.000 casi in contributo finanziario comples- a cui solo un condiviso impegno più di quelli registrati ad Haiti nei sivo di 10 milioni di euro per il diplomatico della comunità inter- sette anni successivi al terremoto biennio 2017-2018, equamente nazionale può porre fine. Prima catastrofico del 2010 che ridusse in ripartito tra i due anni. Per il che sia troppo tardi. • La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 7
EMERGENZE Emergenze nel mondo mediante il rafforzamento dei di Sara Bonanni sistemi di erogazione, a livello nazionale e locale, di servizi LIBANO: iniziativa HoPE della popolazione rifugiata educativi e sanitari di qualità e è rappresentata da minori in il miglioramento degli stru- Intervento bilaterale del valore età scolare: i dati ufficiali, vale menti di protezione sociale. di 5,75 milioni di euro da rea- a dire quelli che fanno riferi- lizzarsi in Libano in collabo- mento solo ai siriani registrati Verranno realizzate attività razione con le OSC presenti in presso UNHCR in Libano, poco volte ad aumentare e migliora- loco, nei settori dell’istruzione, più di un milione di persone, i re la qualità dell’offerta forma- protezione e salute. L’inter- minori in età scolare (tra 3 e 18 tiva, allargando la capacità di vento rientra nell’ambito degli anni) sarebbero circa 490mila. assorbimento delle strutture impegni assunti dall’Italia in Tuttavia, prendendo in con- scolastiche e a rafforzare la occasione della Conferenza dei siderazione anche i siriani domanda di servizi educativi donatori sulla Siria tenutasi a non ufficialmente registrati tra i gruppi più vulnerabili. Londra il 4 febbraio scorso, per da UNHCR, stimati in circa Inoltre, verranno potenziati i un totale di 45 Milioni di euro 500mila persone, e volendo servizi sanitari di qualità, con (circa 50 milioni di dollari), di presumere la stessa compo- focus sulla disponibilità e sulla cui 25 Milioni di Euro desti- sizione anagrafica, il numero qualità dei servizi e sul raffor- nati a progetti umanitari. Ciò dei minori siriani in età scolare zamento del network pubblico nell'ambito di un pacchetto presenti in Libano arriverebbe esistente. Infine, si prevedono complessivo di aiuti pari a 400 a circa 700 mila. interventi per rafforzare l’effi- milioni di dollari per il triennio cacia dei meccanismi e degli 2016-2018. L’intervento, dal titolo “HoPE – strumenti di protezione sociale Salute, Protezione e Istruzione per i gruppi più vulnerabili nel Tra i numerosi effetti causa- per i gruppi più vulnerabili tra i contesto della crisi libanese, ti dall’afflusso dei rifugiati, il rifugiati e le comunità ospitan- in particolare minori, donne, sistema scolastico nazionale ti”, mira a contribuire alla pro- anziani, persone con bisogni è stato, sin dall’inizio, uno dei tezione dei diritti per le fasce speciali e altri gruppi minorita- settori messi più a dura prova, più vulnerabili tra i rifugiati e ri esposti a pericolo di discri- visto che una quota rilevante le comunità ospitanti in Libano minazione e abuso. 8 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
EMERGENZE di Kermanshah). In collaborazio- ne con la Base di Pronto Inter- vento Umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi (UNHRD) sono stati disposte due operazioni umanitarie con destinazione Su- leymania in Iraq, per la successi- va distribuzione alla popolazione vittima del recente terremoto. Un Boeing 767 della nostra LIBIA: Contributo a UNOPS Sono stati inoltre realizzati due Aeronautica Militare è partito progetti per un totale comples- da Brindisi diretto in Iraq, con È stato sviluppato un programma sivo di 6.200.000 euro a favore un carico di 13 tonnellate di di salute ambientale per la città dei gruppi vulnerabili in Libia generi di prima necessità (tende, di Tripoli: gestione sostenibile attraverso interventi umanitari nei coperte, kit igienici e attrezzature dei rifiuti solidi urbani centri migranti e rifugiati di Gha- per cucinare) messi a disposizio- rayan, Sabratha, Zwara, Khoms, ne dalla Cooperazione Italiana L’iniziativa, che avrà una durata Garabulli e di rafforzamento dei e dalla Protezione civile. Il volo di 15 mesi, si propone di: i) con- servizi sanitari e di protezione ha fatto scalo negli Emirati Arabi tribuire al miglioramento delle delle comunità libiche ospitanti, Uniti prima di essere trasportato condizioni igienico-ambientali insieme all’iniziativa di emergen- con due successive rotazioni a della popolazione residente nella za da attuare in Libia, di durata destinazione. municipalità di Tripoli tramite un di 15 mesi, denominata “l’inizia- Un secondo volo umanitario più efficiente sistema di raccolta tiva di emergenza a favore della è decollato sempre dalla Base e gestione dei rifiuti solidi urbani; popolazione dei centri migranti e di Brindisi, con un carico di nonché ii) rafforzare le capacità rifugiati di Tarek al Sika, Tarek al oltre 10 tonnellate di aiuti della di programmazione e di gestione Matar e Tajoura in Libia. Cooperazione Italiana presenti tecnica ed amministrativa della nello stock della Base, tra cui kit raccolta dei rifiuti solidi da parte IRAQ sanitari, tende, coperte e altri della General Service Company generi di prima necessità come (GSC) e garantire l'applicazione La Cooperazione Italiana ha kit igienici e attrezzature per di misure volte al conseguimen- prontamente risposto all’emer- cucinare. to degli standard ambientali genza terremoto di magnitudo Altri 2 contributi dal valore com- minimi per la gestione dei rifiuti 7.2 che ha colpito le zone a con- plessivo di 3 milioni di euro sono a Tripoli. I beneficiari dell’inter- fine di Iraq (Governatorato di stati deliberati dal VM lo scorso vento saranno gli abitanti della Sulaymaniyah) e Iran (provincia 17 novembre. • municipalità di Tripoli (circa 1,3 milioni di abitanti) e dell’area urbana della grande Tripoli (circa 3 milioni di abitanti). Beneficiari diretti saranno anche il personale del Ministero del governo locale, nonché altri Ministeri e agen- zie coinvolte nella gestione dei rifiuti, come l'Autorità Generale dell'Ambiente, la General Service Company (GSC) e la Società di Pubblica Utilità di Tripoli. Il progetto, che sarà realizzato attraverso un contributo pari a 2 milioni di Euro a UNOPS, è finan- ziato attraverso il Fondo Africa. La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 9
DOSSIER A Roma le voci delle diaspore Dalle comunità al mondo, meno paura e più cooperazione. Un caleidoscopio di associazioni per la prima volta tutte insieme dopo mesi di confronto e incontri sul territorio. Con l’obiettivo di favorire la convivenza, contro gli “imprenditori della paura”. Per un’Italia più ricca, pronta a riscoprire un suo ruolo nel mondo. di Vincenzo Giardina “L a prossima tappa è Oua- gli sprechi” spiega Sakande: “In Burkina Faso gadougou” sorride Madi la corrente elettrica è per pochi e allora i mer- Sakande, mostrando la ma- cati popolari sono assediati da montagne di glietta con l’Africa stilizzata e prodotti marcescenti”. la scritta “Burkina Faso”. È proprio lì, nel cuo- A parlare non è uno qualsiasi. Nel 2016 Sakan- re del Sahel, che il prossimo anno la sua New de è stato premiato come imprenditore stra- Cold System dovrebbe cominciare a produrre niero dell’anno dalla presidente della Camera celle per refrigerazione alimentate da pannelli dei deputati, Laura Boldrini. Il merito? Aver solari. “Una soluzione all’avanguardia ma l’u- rilevato un’azienda storica del bolognese, in nica possibile per conservare il cibo e tagliare difficoltà a causa della crisi, trasformando- 10 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER la in una realtà tra più dinamiche nel settore Che non sia un’esagerazione non lo si della refrigerazione. E che si tratti di impresa capisce dalle statistiche: nella Penisola le sociale lo confermano i numeri delle Nazioni imprese di stranieri sono più di 350mila Unite: circa il 70 per cento della frutta, delle e le associazioni di migranti circa 2100. verdure e delle derrate alimentari prodotte in Sono loro, ong, onlus e cooperative, gran- Africa vanno perse per la mancanza di sistemi di, piccole e piccolissime, le protagoniste di conservazione. Sakande è appena torna- della giornata romana. “Il Summit delle to dalla Tunisia, un altro dei Paesi dove offre diaspore non è un progetto ma un pro- consulenze come esperto dell’Unido, l’Orga- cesso di partecipazione politica” spiega nizzazione delle Nazioni Unite per lo svilup- Ada Ugo Abara. Si definisce “nigeriana, po industriale. L’intervista si tiene a Roma il afroitaliana e sognatrice” e rilancia un 18 novembre, a margine del primo Summit impegno fatto proprio dalle istituzioni. delle diaspore, un appuntamento promosso “Il ruolo delle diaspore deve essere in- dal ministero degli Affari esteri e dall’Agen- cisivo, devono contare” conferma Ma- zia italiana per la cooperazione allo sviluppo rio Giro, vice-ministro degli Affari este- (Aics) dopo mesi di dialogo e incontri con le ri e della cooperazione internazionale. associazioni dei migranti dalla Lombardia Convinto che con le comunità migranti alla Sardegna. Secondo Sakande, “è l’econo- sia necessario dialogare sempre e che a mia il lubrificante universale” e “tanto più in loro spetti il compito di “combattere gli un momento di crisi come questo le comunità imprenditori della paura”, fautori di un straniere possono essere i migliori ambascia- Paese chiuso, incapace di vita. “Prende- tori dell’Italia nel mondo, aiutando a trovare te la parola ovunque e dovunque come sbocchi sui mercati internazionali”. comunità della diaspora, in tv o sui social La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 11
DOSSIER media” l’appello di Giro: “Questo è il mo- nizio di un percorso” sintetizza Emilio mento della svolta; o si va verso l’alto o si Ciarlo, di Aics che cita uno studio pubbli- cade verso il basso. Gli italiani di nascita cato quest’anno insieme con l’Università potranno elaborare la nuova coscienza di Roma Tor Vergata: “Dalle rimesse agli del Paese, rendendolo più ricco”. E poi investimenti in loco, le diaspore sono la c’è la cooperazione internazionale. “Le chiave”. • associazioni migranti ne sono soggetti spontanei” sottolinea Andrea Stocchie- ro, ricercatore del Centro studi di poli- tica internazionale (Cespi): “Sentono l’obbligo morale di sostenere le famiglie e i Paesi d’origine e sviluppano natural- mente competenze preziose”. Una risor- sa tutta da utilizzare, che si tratti di pro- iettare l’Italia nel mondo o di avvicinare il mondo all’Italia. Durante il Summit è stato presentato un documento di sintesi con le richieste delle comunità stranie- re, sui criteri per il riconoscimento come organizzazioni della società civile, per la partecipazione ai bandi, per le proposte e gli interventi nei Paesi d’origine. “È l’i- CLEOPHAS DIOMA: CHE ENTUSIASMO, Migrazioni e sviluppo. “Ci siamo confrontati sulla legge 125/2014 ORA RISPONDIAMO ALLE ASPETTATIVE per la cooperazione italiana, una riforma ancora poco conosciuta, che bisogna ora rendere efficace e concreta”. Nel testo, per la prima volta, le diaspore sono ricono- sciute come strumento chiave nella prospettiva delle relazioni internazionali. “L’Italia – si legge all’articolo 26 – promuove la partecipazione delle associazioni di comunità di immigrati che mantengano con i Paesi di origi- ne rapporti di cooperazione e so- stegno allo sviluppo”. Il Summit, allora, può essere l’inizio di un percorso. “A partire dagli incontri territoriali delle settimane scorse abbiamo presentato una road “C’è tanta voglia di partecipare” occasione di confronto con le map per favorire la partecipazio- sorride Adrien Cleophas Dioma, associazioni migranti, in Italia ne delle diaspore alla cooperazio- documentarista e scrittore origi- ben 2100. “A Roma siamo arrivati ne internazionale” spiega Dioma. nario del Burkina Faso, direttore dopo sette incontri territoriali, Convinto che un primo risultato del Festival Ottobre africano e da Cagliari a Padova, e dopo due sia già stato raggiunto: “C’era animatore del Consiglio nazio- appuntamenti a Torino e Milano pessimismo mentre ora parlerei nale per la cooperazione allo con gli imprenditori” spiega addirittura di entusiasmo; spe- sviluppo. Parla del primo Sum- Dioma che presso il Consiglio riamo che il governo risponda a mit nazionale delle diaspore, coordina il gruppo di lavoro tutte queste aspettative”. 12 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER L’AMBASCIATORE VENIER: DIASPORE migliaia di euro. L’obiettivo era MODELLO SENEGAL far leva sulla diaspora in Italia per un’azione organica di partecipa- zione allo sviluppo del Senegal, l’ambasciatore d’Italia in Sene- con il rafforzamento del settore gal, Paolo Venier, sul Summit di privato. Un esperimento riusci- Roma del 18 novembre. E secon- to, spiega Venier, che evidenzia do il diplomatico, l’impegno del- come ora il governo di Dakar ab- la nostra cooperazione nel Paese bia chiesto il bis. “Noi vogliamo africano si arricchirà ancora. farlo allargando con risorse Ue “Vogliamo allargare all’Unione del fondo fiduciario della Valletta Europea – sottolinea Venier - per e puntando alla soglia dei 30 mi- replicare un progetto capace di lioni” dice l’ambasciatore. Con- trasformare l’energia delle dia- vinto che il lancio potrà avvenire spore in imprese al servizio dello presto anche perché, fin d’ora, si sviluppo dell’Africa”. Plasepri è stanno mettendo a punto i mec- l’acronimo per Piattaforma di canismi con il Senegal. “Della appoggio al settore privato e alla partita è anche la Cassa depositi e “Si può ritenere che il Plasepri valorizzazione della diaspora prestiti” sottolinea Venier: “Lavo- abbia fatto un po’ da precursore, senegalese in Italia. Tra il 2009 e riamo al ‘fine-tuning’, ai ritocchi, avendo l’intento di rendere la il 2015, a partire da un accordo consapevoli che in prospettiva la diaspora un vero attore di coo- siglato dai governi di Roma e sfida fondamentale è agganciare perazione, come del resto ha poi Dakar, è stato possibile erogare i fondi privati per colmare il gap previsto la legge 125/2014”: così credito a imprese per decine di degli investimenti”. OPPORTUNITÀ BURKINA FASO: villaggi - sottolinea Gentile – pre- CIAK SI GIRA sentiamo le possibilità nuove per il credito, la formazione e l'im- prenditoria offerte grazie a Jem, un programma finanziato da Aics con la cooperazione belga e realizzato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni". In Burkina Faso, in particolare nelle regioni centro-orientali, la mancanza di opportunità generatrici di reddito e l'alto tasso di disoccupazione giovanile sono storicamente alla base di un ampio fenomeno di migrazione. Dai villaggi si parte verso centri “L'accento è sulle opportunità, serali dei film nei villaggi, una urbani come Ouagadougou e con le iniziative del governo loca- formula storica, continua a Bobo Dioulasso ma anche verso le e il sostegno alle micro-imprese essere occasione di dibattito, i Paesi europei. "In queste regioni veicolato dall'Organizzazione confronto e sensibilizzazione. al confine con il Ghana e il Togo internazionale delle migrazioni”: Ci sono le informazioni sui CinemArena era già arrivato Bruno Gennaro Gentile, direttore rischi dell'emigrazione, rispetto alcuni mesi fa" spiega Gentile: in Burkina Faso della sede dell'A- sia al viaggio che alle difficoltà "Ritornando possiamo verifi- genzia italiana per la cooperazio- dell'integrazione per chi riesce a care l'impatto degli interventi, ne allo sviluppo (Aics), parla della raggiungere l'Europa. Ma questa incentrati sul credito rotatorio e il nuova campagna di CinemArena. volta, tra novembre e dicembre, rafforzamento dell'occupazione e Il progetto, con le proiezioni in evidenza c’è anche altro. "Nei delle capacità imprenditoriali". La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 13
DOSSIER Da Tassette a Mantova, come produrre sviluppo in Senegal e salvare posti di lavoro in Italia La capitale italiana dei meloni ha puntato sul Paese dell’Africa occidentale per allungare i periodi di produzione: una risposta intelligente alle pressioni della globalizzazione e dei supermercati che ha aiutato un piccolo villaggio ma ha anche contribuito a rafforzare l’occupazione negli stabilimenti produttivi situati in Italia. di Gianfranco Belgrano U n circolo virtuoso lega da sione dallo Stato, in accordo con la comu- cinque anni Tassette, piccolo nità locale” racconta Silvano Chieregati, villaggio senegalese, con Ro- responsabile commerciale dell’impresa digo, in provincia di Mantova. mantovana OP Francescon, coinvolto fin Se quest’ultima può fregiarsi del titolo di dall’inizio in questa operazione che alla capitale italiana dei meloni, la gemella fine non è solo commerciale ma parla senegalese da cinque anni sta seguendo di sviluppo, difesa del lavoro e coopera- la stessa strada contribuendo alla crescita zione, grazie anche al coinvolgimento di di un progetto di cooperazione economi- Coop Italia e della onlus fiorentina Fon- ca e sociale che si fonda sul rispetto e sul dazione Giovanni Paolo II. reciproco vantaggio. Cosa abbia spinto l’azienda italiana a tro- A due ore di auto da Dakar, dopo aver la- vare partner locali e a scegliere il Senegal, sciato alle spalle Thiés e aver imboccato Chieregati lo ha ben chiaro: “Non si è trat- una polverosa strada in terra battuta, si tato di delocalizzare la nostra produzione arriva a Tassette. Qui, da circa tre anni, è ma di rispondere a precise esigenze di disponibile un centro sanitario fornito di mercato e di dare stabilità ai nostri lavo- ambulanza e finanziato dalla vendita di ratori a Rodigo”. quegli stessi meloni che la gente del posto Quale sia il collegamento è presto detto. ha imparato a produrre per il mercato ita- Il progetto nasce da una doppia esigenza: liano. “Abbiamo 286 ettari dati in conces- commerciale, perché la globalizzazione 14 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER impone di avere tutti i frutti tutto l'anno, e buona accoglienza del progetto da parte aziendale, dal momento che Francescon dei senegalesi dei villaggi coinvolti e del- produce solo meloni e nel periodo che va lo sviluppo che si sta creando non solo in da febbraio ad aprile sarebbe costretta a termini di occupazione diretta (circa 250 fermarsi. In Italia, racconta ancora Chie- senegalesi hanno lavoro nel periodo di regati, “la produzione di meloni comin- massimo impiego) ma anche di indotto. cia in Sicilia alla fine di aprile, in Senegal “Inoltre - conclude Chieregati - lavorare possiamo invece cominciare a produrre con una onlus sta creando un valore ag- già a febbraio”. Questo significa allungare giunto determinato dalla sicurezza che i la stagione e dare lavoro agli operai in Ita- fondi siano utilizzati in maniera appro- lia che possono occuparsi del packaging e priata a beneficio della comunità locale delle operazioni di magazzino già all’arri- e dalla conoscenza del territorio che la vo dei primi meloni senegalesi. La scelta stessa onlus ha maturato nel tempo”. • del Senegal è stata invece suggerita dalla Coop, uno dei principali clienti dell’a- zienda mantovana. Una sinergia sfociata poi in una precisa assunzione di respon- sabilità sociale. “Tre anni fa, in accordo con Coop Italia - prosegue Chieregati - abbiamo varato progetti che prevedevano un’autotassa- zione per entrambe le parti di 5 centesimi al chilo sul prodotto che veniva venduto nei supermercati. Questi proventi, trami- te la Giovanni Paolo II Onlus, sono stati usati per costruire un centro medico a Tassette, che allora ne era privo; abbiamo preso un’ambulanza e macchinari per fare esami. Il secondo anno abbiamo rea- lizzato alcune aule nella scuola di un vil- laggio vicino, dove attingiamo personale che lavora in azienda. Adesso stiamo at- trezzando la scuola con i banchi, le sedie e altro materiale didattico”. Che questa sinergia che vede coinvolti comunità locale, un’azienda italiana e il terzo settore funzioni, lo testimonia la Il centro sanitario di Tassette, finanziato dai meloni prodotti in Senegal e venduti in Italia, è uno dei fiori all’occhiello dell’impegno congiunto messo in atto da Coop e Francescon e dalla onlus Fondazione Giovanni Paolo II. “La realtà solidale - dice Bruno Francescon, presidente e amministratore dell’azienda che porta il suo nome - è stata la ciliegina sulla torta di un percorso che ci sta dando soddisfazioni immense dal punto di vista umano. Abbiamo scoperto che si può fare del bene senza rinunciare al business. E i vantaggi sono per tutti”. Un impegno che si è tradotto anche in uno sforzo di formazione del personale locale (coltivatori, trattoristi e falegnami per la costruzione delle cassette), in un trasferimen- to di competenze e di prassi. Ma anche gli standard lavorativi sono, per quanto pos- sibile, italiani: ai lavoratori sono garantiti la copertura sanitaria, la formazione di base su norme igienico-sanitarie, di dispositivi di protezione individuale e un servizio di trasporto dai villaggi vicini alle zone di lavoro. La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 15
DOSSIER Pane, pizza e fagiolini: con le cooperative dall’Italia al Burkina Faso e ritorno di Gianfranco Belgrano U nicoop Firenze, Movimento Sha- mappa di un continente gigantesco. “Ma la lom e comunità locali burkinabé scelta di puntare sul Burkina Faso ha ripa- hanno avviato una collaborazio- gato perché il prodotto si è rivelato buono e ne che è riuscita a coniugare le perché siamo stati in grado di generare un esigenze di un marchio commerciale a una valore sociale forte” sottolinea Claudio Van- grande sensibilità sociale con ricadute posi- ni, responsabile relazioni esterne di Unicoop tive e concrete per l’occupazione giovanile e Firenze e membro del Consiglio di ammini- per alcuni significativi progetti di solidarietà. strazione della Fondazione Il cuore si scio- Panifici e ortaggi. Pane e fagiolini per parla- glie, onlus cui Unicoop ha delegato i suoi re di cose concrete, costruire iniziative che progetti di cooperazione. siano legate a un modo di fare business so- lidale e sostenibile. E in campo alcuni attori Vanni, ci parli della vostra storia in Burki- fondamentali per la riuscita dell’iniziativa: na Faso. Partendo magari dai fagiolini… un marchio noto nella grande distribuzione Nei primi anni Duemila, tramite il Movimen- come quello di Unicoop, una storica realtà to Shalom veniamo a conoscenza di una co- associativa come il Movimento Shalom, una operativa di coltivatori burkinabé che fino ad cooperativa di contadini burkinabé e tanti allora aveva lavorato per il mercato francese. giovani del Burkina Faso pronti a sbracciarsi Quando i francesi però optano per procurarsi per costruire il proprio futuro. i fagiolini in Egitto, questa cooperativa si tro- Quando nei primi anni Duemila, Unicoop va improvvisamente senza il committente di Firenze viene invitata dal Movimento Sha- peso che fino ad allora aveva avuto. Così en- lom in Burkina Faso, questo Paese dell’Africa triamo in gioco noi, prendendo la decisione occidentale appare lontano, un punto nella di subentrare ai francesi pur consapevoli di 16 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER una serie di difficoltà logistiche. Viene creata ma, dove si sta definendo un accordo con la cooperativa Scobam e ogni famiglia riceve il carcere locale per permettere ai detenuti 2000 m2 di terreno che in ottobre è semina- minorenni a fine pena di poter essere inse- to con fagiolini e mais: tra gennaio e marzo riti in un percorso formativo, e Kupela, dove avviene la raccolta dei fagiolini, la cui prima grazie a un accordo con la Comunità di San scelta è poi venduta alla Coop a un prezzo Patrignano due giovani di Kupela hanno im- equo e garantito nel tempo, mentre la secon- parato le basi del mestiere nel centro di for- da scelta e il mais restano alle famiglie. Da al- mazione della Comunità. Inoltre abbiamo in lora (anche se purtroppo il prossimo anno il programma l’avvio di una iniziativa analoga progetto verrà sospeso per motivi organizza- in Benin il prossimo anno. tivi) i nostri supermercati ricevono forniture di fagiolini prodotti nelle campagne del Bur- In questo caso qual è stato il vostro modus kina Faso, conservati nelle celle frigorifere di operandi? cui nel frattempo la cooperativa si è dotata e Il Movimento Shalom ha individuato il luo- trasportati quindi per via aerea in Italia. go, noi abbiamo finanziato, Shalom ha sele- zionato i giovani, noi siamo andati giù a fare In che modo ha funzionato questa colla- la formazione e a gestire l’avviamento. Ma la borazione tra voi, che siete un’entità com- storia non finisce qui perché tra i nostri di- merciale, il Movimento Shalom e la comu- pendenti e i ragazzi burkinabé è rimasta una nità locale? relazione: così alcuni nostri colleghi di lavoro Shalom è stato l’anello iniziale, ha interagi- ogni tanto in maniera autonoma vanno giù e to con agronomi propri, lavorando in stret- danno una mano. I panifici sono tutti e tre in to contatto con la cooperativa di contadini, attivo e con risultati buoni: producono utili seguendo anche la parte logistica e com- che servono poi a finanziare le attività sociali. merciale. Il Movimento opera in Burkina con personale burkinabé e questo ha sicu- Una sorta di emblema solidale. ramente rappresentato un vantaggio perché È un progetto che ha fatto scuola e che sta ha consentito di instaurare un dialogo senza avendo riflessi importanti sul piano sociale. eccessivi filtri, rappresentando anzi un valo- Oltre a dar lavoro ai giovani burkinabé, si è re aggiunto. Ha infine avuto un’importanza creato un circuito positivo che va a vantaggio determinante sia nel dialogo con la comu- delle comunità locali. Abbiamo raggiunto un nità locale sia nella formazione. Un tipo di doppio obiettivo, in qualche modo simboleg- approccio che in definitiva si è sposato bene giato da un tipo di pane inventato dai nostri con la nostra volontà di costruire una rela- dipendenti. È una baguette, ma con sesamo zione che poggiasse su criteri di sostenibilità, e olio, che ha riscontrato un enorme succes- responsabilità e reciproco vantaggio. so commerciale; attorno a questo simbolo di prosperità è stato costruito un futuro per Parallelamente alla produzione di fagioli- giovani che cercavano lavoro e per i piccoli ni, la vostra presenza in Burkina Faso è le- ospiti dell’orfanotrofio. • gata allo sviluppo di un altro progetto che ha avuto successo… Negli stessi anni abbiamo aperto un pani- ficio-pizzeria a Loumbila. In questa zona al centro del Burkina Faso la scommessa è stata quella di creare un’attività imprenditoriale, di affidarla a giovani locali e usare i proventi per pagare gli stipendi ma anche per finan- ziare un orfanotrofio adiacente che aveva messo a disposizione l’area in cui realizzare il panificio. La scommessa è stata vinta tan- to che oggi i panifici aperti sono tre: oltre a Loumbila, lavoriamo anche a Fada N’gour- La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 17
DOSSIER COP23: tutti gli aggiornamenti dall’ultimo negoziato sul clima I lavori sul clima avanzano lentamente: si deciderà nel 2018 il “libro delle regole” per implementare dal 2020 l’Accordo di Parigi. Tra i nodi irrisolti la finanza climatica e le strategie per sostenere i paesi meno sviluppati esposti ai disastri climatici. Approvato il piano di azione di genere e la piattaforma delle popolazioni indigene. Italia: «Stop al Carbone entro il 2025 e COP26 a Milano» Di Emanuele Bompan «A l prossimo anno», si sa- plicare l’accordo di Parigi, dall’accoun- lutano i delegati e gli ad- ting per il sostegno economico ai Paesi detti ai lavori lasciando la meno sviluppati per mitigazione e adat- desolata Bula Zone, nel tamento allo sviluppo di un processo che quartiere ONU di Bonn. La ventitreesima dovrebbe aiutare i paesi a rivedere e ad conferenza delle parti del negoziato sul aumentare i loro impegni per ridurre le clima si è chiusa con una serie di risultati emissioni. Il lavoro continuerà per tutto il molto tecnici, tante discussioni rimanda- 2018 con due incontri preliminari a Bonn te al 2018 e qualche vittoria. Toccherà alla e tramite il Talanoa Dialogue, un tavolo COP24 in Polonia, a Katowice, il compito aperto dove si lavorerà sugli impegni dei di definire i meccanismi più delicati, il paesi, consultando negoziatori, ONG, or- RuleBook, il “libro delle regole” per ap- ganizzazioni internazionali e scienziati. 18 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER Perdura il senso di urgenza, ma si riman- mo minuto», ha dichiarato Frank Baini- dano le decisioni, in attesa di maggiore marama, primo ministro delle isole Fiji e assenso politico, che potrebbe essere cor- presidente della COP di quest’anno. roborato da un maggiore protagonismo dei paesi industrializzati, senza deraglia- Quella di Bonn è stata la prima con- re dal percorso inaugurato nel lontano ferenza sul clima dove gli USA, come 1992. Persistono le divisioni tra i paesi in governo, sono stati quasi ininfluenti: via di sviluppo e di nuova industrializza- tantissimi invece i governatori, sindaci zione, esacerbati dalla richiesta dei PVS e businessman americani presenti per ai paesi firmatari del Protocollo di Kyoto sostenere “noi ci siamo ancora” con di raggiungere gli obiettivi di riduzione #WeAreStillIn, una piattaforma per mo- delle emissioni fissati dalla seconda fase strare cosa sta facendo concretamente di impegno - per il periodo 2013-2020 – l’America per decarbonizzarsi, ignoran- che però non ha ancora ottenuto il nu- do Donald Trump. Assurge a ruolo di mero necessario di ratifiche entrare in leader la Cina, che ha ribadito il proprio vigore. Senza di questo le richieste sulla impegno per sostenere l’accordo di Pa- finanza climatica potrebbero aprire una rigi, ponendosi sia come interlocutore faglia insanabile nei prossimi due round con l’Occidente che come leader del di negoziati. G77. L’Europa procede felpata, cauta soprattutto sul nodo della finanza cli- «Accogliamo con piacere i molti progres- matica, ovvero dove (e come) prendere si fatti, tuttavia molti elementi sono sta- i 100 miliardi necessari per il 2020, cre- ti trascurati. Questo mina l’obiettivo di ando risorse addizionali – non conteg- terminare il “libro delle regole” entro la giando ad esempio i soldi investiti nella data stabilita, la fine del 2018. Dobbiamo cooperazione allo sviluppo – e sugli im- rimetterci subito al lavoro per finalizzare pegni pre-2020, quando di fatto entrerà questo set di regole, senza corse all’ulti- in pieno vigore l’accordo di Parigi. La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 19
DOSSIER Italia, per la prima volta protagonista dell’accordo #PoweringPastCoal per di- smettere il carbone come fonte di elet- La differenza nel blocco EU l’ha fatta in tricità. «Saremo fuori dal carbone entro il parte l’Italia che cerca il ruolo da prota- 2025», ha annunciato il ministro durante gonista guidando l’alleanza per il pha- una conferenza stampa a Bonn. «Abbia- se-out del carbone e marcando stretto mo costruito la SEN su obiettivi ambien- per promuovere il Belpaese – Milano in tali basati sull’Accordo di Parigi, inclu- particolare – come sede dell’importante dendo questo obiettivo. Questa decisione COP26 del 2020, quando gli stati dovran- va nella direzione di ridurre le emissioni no mostrare la vera ambizione nelle poli- del 40%, raggiungere una quota del 28% tiche industriali e ambientali per la ridu- di energie alternative sui consumi com- zione delle emissioni, al fine di rimanere plessivi al 2030 rispetto al 17,5% del 2015, sotto la soglia di 1,5°C di aumento medio raggiungendo per il solo consumo elettri- della temperatura globale. Un evento co una quota del 55%. Chiudere le centra- che, se sarà confermato, spingerà l’Italia li a carbone costerà tre miliardi. Ma è una e il futuro governo ad essere sempre più scelta necessaria». ambiziosa sulle strategie di mitigazione, Il governo italiano e la Convenzione Qua- sia in casa che attraverso i propri proget- dro ONU per i cambiamenti climatici ti. «Noi vogliamo obiettivi ambiziosi, ma (UNFCCC) hanno lanciato un program- l’Europa ci deve seguire», ha dichiarato il ma di borse di studio finalizzato a raffor- ministro dell’ambiente Gianluca Galletti. zare la capacità istituzionale dei piccoli E sempre l’Italia si è posta tra i firmatari Stati insulari in via di sviluppo e dei paesi 20 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
DOSSIER meno sviluppati di rispondere alle le sfi- de derivanti dai cambiamenti climatici. Il nuovo programma CAPACITY, acronimo di Capacity Award Programme to Advan- ce Capabilities and Institutional Training in one Year, punta sulla formazione di professionisti in grado di lavorare su temi di sviluppo sostenibile, dagli esperti di resilienza ai negoziatori, dagli economi- sti per lo sviluppo sostenibile alla forma- Oltre l’Accordo di Parigi zione di leader politici green. «L’Italia ha accettato di fornire un fi- Se gli stati faticano a trovare l’intesa sul “li- nanziamento di 2,5mln di euro per il bro delle regole” per implementare il Paris programma di borse di studio, che sarà Agreement, per la prima volta si ha l’im- inizialmente lanciato per un periodo di pressione che il grosso dei lavori per accele- cinque anni», spiega sempre il Ministro rare la decarbonizzazione del pianeta non si Galletti, durante una serie d’interviste nel svolga all’interno dell’area negoziale ma ne- padiglione italiano. «Con l’ambizione di gli spazi delle organizzazioni internazionali, coinvolgere altri paesi in questo impor- business e società civile. Tra impegni delle tante programma, il governo italiano cre- grandi città a nuove alleanze d’imprese per de fermamente che migliorare la capacità la decarbonizzazione, per grandi piani di di individui, organizzazioni e istituzioni mitigazione e adattamento, fino al lavoro nei paesi in via di sviluppo di identificare, delle agenzie di cooperazione e sviluppo per pianificare e implementare modi per mi- accelerare i processi di mitigazione e adat- tigare e adattarsi ai cambiamenti climati- tamento (si veda anche l’intervista a GIZ in ci è fondamentale per consentire ai paesi questo numero). in via di sviluppo di perseguire i nostri Una forza laterale, rinforzata dalla reticenza obiettivi comuni per lo sviluppo sosteni- degli USA, unico stato oggi che si vuole fuori bile in modo rispettoso del clima». dall’Accordo di Parigi, che durante la COP23 non ha saputo far di meglio che organizzare una conferenza ufficiale sul carbone. «L’equi- valente di organizzare un incontro promozio- nale sulle sigarette ad una convention sul can- cro», ha commentato sprezzante l’ex sindaco di NY, Michael Bloomberg. «Credo che questo grande attivismo del mondo degli affari, delle città, dell’associazionismo sia una dimostrazio- ne che anche dal basso l’azione deve essere im- ponente, e che la rapidità necessaria arriverà da questi attori», spiega Mariagrazia Midulla, responsabile clima di WWF Italia. «Le imprese, i territori e le ONG hanno un ruolo centrale in questo. Deve crescere l’attenzione su questo tipo di azioni, da parte di ogni attore». E chissà che le prossime COP non diventino una gran- de fiera della decarbonizzazione. Dopo l’EXPO sul Cibo di Milano nel 2020 potremmo avere un EXPO sulle strategie di mitigazione ed adatta- mento, su green finance, sul ruolo dell’agricol- tura sostenibile nel ridurre metano e anidride carbonica, sull’economia circolare come stra- tegia industriale a basse emissioni. La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017 21
DOSSIER Loss and Damge sistema di finanziamento incontrollato per ogni disastro, giacché gli uragani, ad Uno dei meccanismi discussi a Bonn è esempio, non sono direttamente correla- stato quello del Loss & Damage, noto an- ti al cambiamento climatico», spiega una che come Warsaw International Mecha- fonte negoziale che preferisce non rivela- nism (WIM), il meccanismo di compen- re la sua identità per coinvolgimento nel sazione delle perdite dovute ai fenomeni negoziato. «La mancanza di correlazione meteo estremi causati dai cambiamenti diretta tra evento catastrofico e climate climatici nei paesi meno sviluppati, nato change rende il meccanismo complesso. con la COP19 di Varsavia. Per il WIM è Inoltre c’è forte pressione da parte delle stata definita una tabella di marcia di grandi imprese energetiche che temono cinque anni, la quale vede soddisfatti che questo meccanismo apra il vaso di Unione Europea e Umbrella Group (i pandora per una serie di processi dove le paesi sviluppari non-EU), ma trova un compagnie petrolifere o carbonifere deb- forte dissenso dal gruppo AOSIS (l’alle- bano pagare direttamente per gli impat- anza dei piccoli stati insulari) e i Least ti catastrofici del climate change». Una Developed Countries (LDCs) i quali paura fondata. Si è discusso ampliamen- chiedono molte più risorse economiche te di azioni legali per il clima: nei prossi- per il Warsaw International Mechanism mi anni c’è da scommettere sull’aumento (WIM). «Noi abbiamo bisogno di una delle class action contro le società legate soluzione chiara per i danni che il cam- ai combustibili fossili. biamento climatico, con l’aumento dei Intanto le soluzioni agli impatti del cam- livelli del mare, infliggerà alle mie isole, biamento arrivano anche dal settore pri- alle città costiere e a tutte le comunità vato. A Bonn si è lanciata l’InsuResilience del mondo», ha commentato l’amba- Global Partnership for Climate and Di- sciatore delle Seychelles Ronny Jumeau, saster Risk Finance and Insurance Solu- sottolineando che «un elemento chiave tions, un piano per aumentare la coper- della soluzione è il Loss & Damage. Ab- tura assicurativa contro gli impatti avversi biamo bisogno di una strategia finanzia- degli eventi meteo estremi, a 400 milioni ria per affrontare gli impatti. Servirebbe di poveri nei PVS entro il 2020. La part- una tassa sui danni climatici, come fon- nership supporterà l’analisi del rischio, il te finanziaria, scalabile ed equilibrata. capacity building e soluzioni assicurative Questa proposta deve avanzare». e finanziarie, supporto per l’implementa- Varie soluzioni di finanziamento sono zione, il monitoraggio e la valutazione di state prese in considerazione, ma il bloc- progetti di messa in sicurezza, in partico- co negoziale europeo avanza con i piedi lare per le popolazioni urbane più pove- di pietra. «Il rischio è che questo crei un re, e le attività agricole in aree depresse. 22 La Cooperazione Italiana Informa - dicembre 2017
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