MENSILE DELLA COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO - APRILE 2010 - anno XXIII - n. 8
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Spedizione in abb. post. comma 2 ‐ Art. 1 D.L.353/03—Conv. L. 46/04 ‐ Filiale Rovigo ‐ Direttore responsabile: p. Carlo Ravano Sede: Casa San Sergio, 50135 Settignano (Firenze) ‐ Autorizzazione n. 3743 ‐ Tribunale di Firenze 10/8/1988 1 APRILE 2010 – anno XXIII – n. 8 MENSILE DELLA COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO
Notiziario CFD Aprile 2010 TRACCIA DEL MESE Ma Dio sarà contento di me? “Quante volte mi è stato domandato: ‘Ma Dio sarà contento di me?’. ‘Figlio mio, come vuoi che Dio sia contento di te? – ho risposto –. Dio si contenterebbe di troppo poco se dovesse contentarsi di te. Dio non si contenta che di Se stesso’. La cosa da domandarsi è piuttosto se noi siamo contenti di Dio, perché Dio non potrà essere contento di noi finché noi non saremo divenuti come Lui. Dio infatti sarà contento di te, quando sarai Dio, perché Dio non è contento che di Se stesso”. Le responsabilità dei preti, Edizioni San Paolo 2010, p. 138 Sommario Calendario 1 Da padre Benedetto: “Svegliati, tu che dormi, Cristo ti illuminerà” 2‐3 Avvisi ‐ In breve 3 La parola del Padre: “Discese agli inferi” 4‐5 Ringraziamenti 5‐6 Dall’Assistente Generale: Amore per la Comunità 6‐7 Inserto biblico: Levitico 8‐9 Formazione permanente: Quale missione? 10 Formazione e attualità: Relativismo etico: famiglia ed emergenza educativa 11‐13 Adunanze 2009–2010: Mattutino della Resurrezione 14‐15 Novità in biblioteca 15 Incontri comunitari 2010 16 Vita delle Famiglie 17‐31 Corrispondenza 32‐36 In ricordo di Paolo Canal 37‐38 In ricordo di Antonia Carrino 39‐43 Necrologi 44‐46 Ringraziamenti ‐ Anniversario dei defunti: Aprile 2010 47 I nostri Santi patroni dei gruppi: Aprile 2010 2 48
La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di Dio CASA SAN SERGIO via Crocifissalto, 2 055.697778 casasansergio@gmail.com 50135 SETTIGNANO (FI) CASA Santuario Madonna del Sasso MADONNA DEL SASSO 50065 Santa Brigida (FI) 055.8300013 sassocfd@gmail.com CASA via per Chiavazza, 30 SAN GREGORIO 13856 Vigliano Biellese (BI) 015.811134 sangregoriocfd@libero.it CASA via per Chiavazza, 30 MATER MISERICORDIAE 13856 Vigliano Biellese (BI) 015.811305 CASA Santuario Madonna di Pietracupa S. MARIA DELLE GRAZIE via Pietracupa, 20 50020 S. Donato in Poggio (FI) 055.8072924 CASA piazza Cappuccini, 10 SAN FRANCESCO 96010 Ferla (SR) 0931.879024 sorellecfd@gmail.com CASA Catholic Presbitery SANT’AGOSTINO 93 Saddleback Road DI CANTERBURY Dookie 3646 ‐ Victoria ‐ Australia 0061.03.58286473 saintaugustinecfd@gmail.com CASA via Rossellino, 7 DELLA TRASFIGURAZIONE 50135 Settignano (FI) 055.697101 CASA via Tevere, 12 “DON DIVO BARSOTTI” 09040 Guamaggiore (CA) 070.985495 casabarsotti@libero.it CASA via Monte Asolone, 8 SAN BENEDETTO 00195 Roma 06.37350711 CASA via A. Da Burgio, 7 DELLA VISITAZIONE 90136 Baida (PA) 091.6731238 CASA via dell’Olmeto, 7/F DELLE BEATITUDINI 50135 Settignano (FI) 055.697140 NUMERI UTILI Segreteria della Comunità: c/o Casa delle Beatitudini, via dell’Olmeto 7/F, 50135 Settignano (FI). Telefono e fax: 055.6557409, risposta telefonica diretta lunedì e mercoledì, segreteria e fax tutti i giorni 24 ore su 24; e‐mail: segreteriacfd@cheapnet.it. Ufficio Economato: c/o Casa delle Beatitudini, via dell'Olmeto 7/f 50135 Settignano (FI). Telefono 055.697140; e‐mail: amideicl@davide.it; telefono dell’economo Amidei Claudio 0573.479835. Archivio: c/o Casa delle Beatitudini, via dell’Olmeto 7/F, 50135 Settignano (FI). Tel. e fax: 055.697140, e‐mail: archiviocfd@gmail.com. Notiziario: c/o Casa Madonna del Sasso, 50065 Santa Brigida (FI). Tel.: 055.8300013, e‐mail: notiziariocfd@gmail.com. Conto corrente postale Comunità: n° 23703507, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, via Crocifissalto 2, 50135 Settignano (FI). Conto corrente bancario Comunità: n° 15302/68, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, presso Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Firenze, Codice IBAN: IT 28 I 01030 02857 000001530268. Per pagamento libri: conto corrente postale n° 98674914 , intestato a Tommaso Caldarone, via per Chiavazza 30, Vigliano Biellese, (Biella); per pagamenti con bonifico Codice IBAN: IT 16 X 07601 10000 000098674914. Per eventuali richieste sui libri, contattare Roberto Parisi all'indirizzo e‐mail: robycfd@tele2.it. 3 Sito internet CFD: http://www.figlididio.it (dal sito è possibile anche scaricare il Notiziario).
Calendario Aprile 2010 Giovedì Santo. Prima della Messa vespertina (Messa nella Cena del Signore) termina il tempo di Quaresima ed 1 giov inizia il Triduo pasquale. Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso. Venerdì santo, Passione del Signore. 2 ven Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso. Sabato santo, Sepoltura del Signore. 3 sab Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso. Pasqua di Risurrezione. Si recita il Mattutino della Risurrezione. 4 dom Inizia il Tempo di Pasqua. Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso. 5 lun 6 mar 7 mer 8 giov 9 ven Il Padre Generale Benedetto in visita nella Famiglia del Piemonte. Padre Agostino in visita nella Delegazione Sicilia Ragusa; l’Assistente Generale Antonietta Petrosino. 10 sab Padre Bernardo e padre Silverio in visita a Bath, Inghilterra; padre Martino in visita nella Delegazione Calabria san Bruno; padre Serafino in visita nella Famiglia Sicilia Orientale; fratel Sergio in visita nella Delegazione Toscana Maremma. Il Padre Generale Benedetto in visita nella Famiglia del Piemonte. Padre Agostino in visita nella Delegazione Sicilia Ragusa; l’Assistente Generale Antonietta Petrosino. 11 dom Padre Bernardo e padre Silverio in visita a Bath, Inghilterra; padre Martino in visita nella Delegazione Calabria san Bruno; padre Serafino in visita nella Famiglia Sicilia Orientale; fratel Sergio in visita nella Delegazione Toscana Maremma. 12 lun 13 mar 14 mer 15 giov 16 ven Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso. 17 sab Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso. 18 dom Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso. 19 lun 20 mar 21 mer 22 giov 23 ven L’Assistente Generale Vito di Ciaula in visita nella Famiglia Emilia Occidentale; la Vice Assistente Generale 24 sab Maria Persico in visita nella Famiglia Trentino Alto Adige. Padre Stefano in visita nella Famiglia Sicilia Valle del Salso. L’Assistente Generale Vito di Ciaula in visita nella Famiglia Emilia Occidentale; la Vice Assistente Generale Maria Persico in visita nella Famiglia Trentino Alto Adige. 25 dom Padre Stefano in visita nella Famiglia Sicilia Valle del Salso. Anniversario del compleanno del Padre nella diocesi di San Miniato. 26 lun 27 mar 28 mer 29 giov 30 ven
“SVEGLIATI, TU CHE DORMI, CRISTO TI ILLUMINERÀ” da padre Benedetto Carissimi, In questi ultimi tempi mi riecheggiano spesso il 14 febbraio molti di noi hanno vissuto insie‐ nella mente le parole di Isaia riprese da San Pao‐ me, radunati nelle proprie famiglie, il ricordo del lo, e come vorrei che non cessassero mai di ri‐ Padre, la preghiera comune, l’incontro fraterno. suonare nel mio cuore e in quello di ciascuno di A Firenze sono state numerose le voci che lo voi: hanno rievocato, ricollegandosi ai suoi scritti, “Svegliati, o tu che dormi, alla sua testimonianza o ad episodi della propria destati dai morti vita personale. Anche io vorrei condividere con e Cristo ti illuminerà” (Ef 5, 14) tutti un’esperienza che feci vivendo con il Padre che mi appare oggi significativa e preziosa. Rie‐ Gli uomini dormono, noi stessi dormiamo, ma‐ voco un momento della normale preghiera litur‐ gari desideriamo non di svegliarci ma di fare un gica delle Lodi, e più precisamente durante il bel sogno… Il Padre ha avuto per noi la funzione canto del Benedictus: ad un certo punto, il Padre di un maestro che ci sveglia dal sonno, che ci ri‐ smise di cantare e interrompendo la preghiera ci vela che siamo destinati ad essere illuminati, che interpellò bruscamente con un tono duro, pro‐ non siamo fatti per il letargo, ma per essere de‐ vocatorio: “Mi domando se state davvero pre‐ sti, desti per gustare l’attesa, per riconoscere i gando, se vi rendete conto di quello che andate segni di una presenza (“bisogna battere il capo dicendo… se pensate al cantar bene voi non pre‐ contro quello di Nostro Signore”, ci ripeteva gate affatto…”. Lì per lì, data la mia scarsa per‐ spesso), desti per accogliere lo Sposo. Nella tra‐ spicacia spirituale mi turbai molto e cercai di da‐ dizione zen si parla spesso di illuminazione e ri‐ re varie spiegazioni all’accaduto: forse lo ha pun‐ sveglio: sono stato nella biblioteca del Padre do‐ to qualche insetto; avrà dormito male; non avrà ve si trova tutto uno scaffale sulle pratiche di digerito la cipolla, o ce l’ha con qualcuno che lo questa spiritualità orientale. Vi ho trovato un irrita. Il ricordo di questo episodio mi ha spinto libro in francese intitolato Le Zen di H. M. Lassal‐ ad andare a rivedere ciò che il Padre dice a pro‐ le, autore di cui avevo sentito pronunciare il no‐ posito del canto del Benedictus e questo è quel‐ me dal Padre. Lo ho aperto a caso e ho trovato lo che ho trovato nel testo di un ritiro predicato su quella pagina questi due brani sottolineati dal a Viareggio, il cui contenuto è ampiamente ri‐ Padre: “Il bonzo arrivava dietro di noi così dolce‐ portato nel libro Introduzione al breviario””: mente che malgrado l’assoluto silenzio che re‐ “Ogni giorno che si apre è un accogliere Dio. Lo gnava nella sala lo si poteva appena percepire. capite voi? Badate che se voi non vi aprite con Avvenne una volta che uno di noi si addormentò. questo sentimento, praticamente non vivete la Ciò può facilmente avvenire in queste circostanze vita cristiana… Ogni volta dunque che noi ci ri‐ di estrema concentrazione. Una vera tempesta di svegliamo dal sonno – e le lodi veramente saran‐ colpi e di insulti si riversò su di lui. Ci si sbaglie‐ no la prima preghiera dell’anima che esce dal rebbe completamente però se si credesse che sonno – ci dobbiamo svegliare con la coscienza di questa reazione fosse dovuta alla collera o alla un dono che ci è fatto … Ci apriamo ad accogliere malevolenza. Al contrario, era per pura benevo‐ più che la vita e la luce: tutta la nostra anima lenza… Il discepolo deve in qualche modo entrare nell’aprirsi alla luce ogni giorno non deve che nel maestro, deve essergli così vicino perché il aprirsi ad accogliere Dio … è in noi come il pas‐ maestro possa all’occasione applicargli un bel saggio immediato dall’aspettazione al posses‐ colpo o maltrattarlo a tal punto da farlo sussul‐ so... ”. tare dallo spavento. Si potrebbe obiettare che 2
tale metodo sia piuttosto barbaro, ma ha la sua sce da segni e parole che possono essere di una importanza che è grande: perché il maestro non povertà estrema, ed è lì invece che il Signore ha deve unicamente dirigere il discepolo con delle voluto celarsi, e farsi cercare, mentre denuncia‐ parole, deve anche suscitare in lui va l’inganno di segni o di un linguaggio troppo l’illuminazione, ciò che è molto più difficile. Si ricco o troppo alto per essere vero, che compor‐ può dire che il maestro sente quando il discepolo ta il rischio di farci perdere il contatto con Dio e è maturo per riceverla; se stima che sia giunto il tra noi (cfr I Vol. Circolari, p. 99). È per salvaguar‐ momento buono gli dà un bel colpo oppure lo dare questo contatto che ci risveglia dal torpore, maltratta. Così con uno shock lo fa uscire dalla è per far scoccare la scintilla che ci illumina, che sua tenebra. Una luce sorge all’interno del disce‐ vorrei ricordare il Padre come un maestro che polo come una scintilla che scaturisce dal cozzare talvolta, proprio come Gesù, metteva da parte la di due pietre …”. parola eloquente sostituendola con una parola Il Padre per coloro che lo ricordano bene era brusca e spiacevole, ed era capace di dare qual‐ così: dolce, pacato, sorridente, poetico, un che colpo ben assestato per richiamarci al Bene “dolcissimo profeta”, come lo amava definire che in modo sommo desiderava farci conoscere. Guido Lorenzi. Ma ad un tratto, come un mae‐ Nella speranza che queste mie parole non scan‐ stro zen, attaccava inaspettatamente, ci scrolla‐ dalizzino ma scrollino gli animi ad una fede più va improvvisamente; con una parola ci bruciava, viva, auguro a tutti un risveglio alla luce del Ri‐ e con uno sguardo ci ricordava che “c’è una co‐ sorto che si traduca in un’esperienza gioiosa del‐ noscenza fatta di parole e c’è una conoscenza la verità racchiusa nel saluto pasquale reale che è già possesso”. Continuamente ci dell’oriente: “Il Signore è risorto! Egli è veramen‐ metteva “in guardia” contro la delusione che na‐ te risorto!”. AVVISI Lettura biblica del mese Nel mese di aprile si leggerà il libro del Levitico; Nel mese di maggio si leggerà il libro degli Atti degli Apostoli; Nel mese di giugno si leggerà il libro dei Numeri. IN BREVE Bimbi arrivati La Famiglia Lombarda accoglie l’ultimo nato: sabato 6 febbraio è nato Serafino Ballestra, per la gioia di papà Stefano, mamma Annalisa e dei fratelli Angelo, Maria e Michele. Annunciamo una grande gioia: il 20 febbraio è nata Alessandra Imolesi, figlia di Thomas e Clau‐ dia consacrati di Argelato (BO), che va fare compagnia a Riccardo, primogenito di 6 anni. È nata anche il 1° marzo Marta, terzogenita di Salvatore e Caterina Riggi di San Cataldo (CL): “Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi”. 25 aprile – Commemorazione del Padre nell’anniversario del suo compleanno Domenica 25 aprile, anniversario del compleanno del Padre, si terrà nella diocesi di San Miniato una giornata in suo ricordo: interverranno don Silvano Nistri e un fratello del IV Ramo. Ancora non sappiamo dirvi se la giornata si terrà a San Miniato o a Palaia, paese natale del Padre. Il ritrovo è fissato per le ore 15.00 con la preghiera di Ora Nona e il pomeriggio si concluderà con il Vespro e la celebrazione eucaristica intorno alle 17.30. 3
LA PAROLA DEL PADRE “DISCESE AGLI INFERI” (meditazione tenuta a Desenzano il 18 aprile 1987, Sabato Santo) “Il contenuto liturgico del Sabato Santo è molto complesso ed anche diverso nell’oriente dall’occidente. L’occidente è più legato all’avvenimento esterno ed in questo giorno in particolare alla sepoltura di Gesù, mentre l’oriente cerca di comprendere, o almeno di percepire, il mistero che l’avvenimento esteriore fa presente, come il segno fa presente la realtà. Il senso del mistero che si cela nella sepoltura del Cristo è ambiguo, cioè ha due aspetti diversi ma complementari, tanto che non si possono separare. Anzitutto è da tener presente che la Chiesa in questi ultimi secoli ha messo da parte, pur senza negarlo, uno dei dogmi fondamentali del Cristianesimo primitivo: la discesa di Gesù agli inferi. Che significato ha per i cristiani di oggi questa espressione? È grave cercare di dimenticare o almeno non cercare di realizzare tutto quello che crediamo (...). L’espressione “descendit ad inferos” contenuta nel Simbolo degli Apostoli ci richiama un’altra discesa di Gesù oltre a quella della sua incarnazione. Come l’ascensione porta il Cristo nel seno del Padre, cioè al di là di ogni limite, di ogni misura, nella trascendenza infinita di Dio, così questa discesa implica di per sé l’affondare nell’abisso più fondo della creazione: infatti gli inferi, l’inferno, indicano la più grande umiliazione del Figlio di Dio. Ma, come dicevo prima, questo dogma nella sua dimensione misterica, ha due facce: implica sì, la suprema umiliazione del Cristo ma anche la suprema glorificazione, la massima espressione della potenza del Cristo vittorioso. Da una parte la discesa negli inferi è il precipitare di Dio negli abissi: prima si fa uomo, muore, poi discende nella tomba ed infine addirittura nell’abisso più profondo, cioè negli inferi. Ma d’altra parte, siccome si tratta della discesa di un Dio, gli inferi divengono cielo! Poiché gli inferi non possono trattenere un Dio né in qualche modo limitarlo, condizionarne la vita, sono invece essi stessi che vengono distrutti dal fatto che Dio discende! Da qui derivano certe proposizioni, non dogmatiche, ma proprie anche dei Padri greci, per i quali l’apocatastasi (il ristabilimento nell’ordine primitivo) è un fatto, direi, di cui non si può dubitare (...). Tenete presente la pittura occidentale portata sempre a dipingere soltanto i fatti esterni, la storia: essa non rappresenta mai la discesa negli inferi. Né Masaccio né Giotto né altri pittori occidentali fanno alcun richiamo a questo dogma. Invece quasi tutte le icone delle Chiese orientali, quando rappresentano il Cristo, o raffigurano il Pantokrator (l’Onnipotente) o la discesa negli inferi. Così nella rappresentazione della resurrezione si vedono le porte crollare e i piedi di nostro Signore sui battenti delle porte e Lui che dà la mano da una parte ad Adamo e dall’altra ad Eva e li trae a sé (...). Perciò nella discesa agli inferi l’umiltà più profonda si identifica alla gloria di Gesù Cristo: l’impotenza, la debolezza di un Dio che discende fino negli abissi, quasi, del nulla, divengono la manifestazione dell’onnipotenza divina, di un potere che vince gli inferi (...). Eppure io debbo credere alla realtà di un inferno eterno! Ma che cosa vuol dire allora questa discesa negli inferi di nostro Signore? Bisogna ricordare quello che diceva la beata Giuliana di Norwich che si può leggere nelle Rivelazioni del Divino Amore o nel piccolo libro scritto da me, Tre mistici e il loro messaggio (dei tre il più importante è proprio quello di Giuliana di Norwich). Di fronte a questo dogma non dobbiamo dire né di sì né di no, ma soltanto tacere. A Giuliana il Signore diceva: “Tutto andrà a buon fine, io ti dico che tutto andrà a buon fine”. Non dice che noi dobbiamo negare l’inferno, ma che tu non devi metterti al di sopra di Dio (...). Il mistero che celebriamo in questo giorno, la discesa di Gesù negli inferi, ci dice che non c’è più un luogo della terra, della creazione, anche in senso metaforico, spaziale, che non sia pieno di Dio, cioè, della sua santità, della sua gloria, del suo amore. Ma allora i dannati? La contraddizione potrà essere 4
LA PAROLA DEL PADRE eliminata dalla conoscenza che avremo domani riguardo il dannato. È evidente che Dio riprende tutte le cose da lui create riassumendole e glorificandole in sé mediante il suo Verbo, ma la persona umana che è pura determinazione di sé, che è libertà pura, può anche non essere assunta, se non lo vuole (...)”. il Padre RINGRAZIAMENTI Qualche settimana fa abbiamo inviato al Santo Padre Benedetto XVI, al cardinale Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e all’Arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori, una copia della ristampa del libro del Padre che racchiude le sue meditazioni rivolte all’allora pontefice Paolo VI. Riportiamo qui e a pag. 7 due delle tre lettere che abbiamo ricevuto in risposta, rievocando quanto il Padre ci tenesse al rapporto di comunione con la gerarchia della Santa Chiesa e ringraziando di cuore il Signore di ricevere da essa conferme così consolanti. 5
AMORE PER LA COMUNITÀ Dall’Assistente Generale Carissimi fratelli e sorelle, una giornata bella, emotivamente intensa. Tante nel Cristo risorto vi abbraccio tutti. Vi scrivo testimonianze toccanti hanno messo in evidenza all’indomani della giornata commemorativa nel come nostro Signore si serve di ogni situazione, quarto anniversario della morte del Padre, che anche di dolore, per attirarci a Lui. Il Padre è ha visto mobilitata tutta la Comunità dei figli di riuscito in questa giornata a riunire tutta la CFD Dio. Ovunque si è pregato insieme, si è vissuta e non solo, perché non pochi erano i mariti o le 6
mogli o i figli non consacrati che hanno quando i consacrati non avvertono la bellezza, partecipato e condiviso con noi la giornata. l’importanza, la ricchezza di questa vocazione Tutto bello: belle meditazioni, commoventi che, se vissuta pienamente, è davvero una ricordi; si respirava aria di fraternità e vocazione semplicemente cristiana. venerazione (giusta) verso il Padre fondatore, Per quell’amore che ho per la Comunità e per don Divo Barsotti, e ripeto: tutto bello! tutti voi, faccio mie le parole di san Pietro: Alcune domande che all’indomani sorgono «Cercate di render sempre più sicura la vostra spontanee: quanti hanno percepito e preso vocazione e la vostra elezione. Se farete questo coscienza del senso di appartenenza alla non inciamperete mai. Così infatti vi sarà Famiglia religiosa nella quale Dio ci ha riuniti per ampiamente aperto l’ingresso nel regno del un suo piano divino di salvezza? Eravamo Signore nostro e salvatore Gesù Cristo» (2Pt 1, consapevoli del legame che ci unisce come 10‐11). fratelli e sorelle in virtù della consacrazione? Ci E il Padre dice: «Ricordiamoci che una nostra sentiamo figli spirituali di don Divo Barsotti risposta a Dio è inseparabile dal nostro amore anche di fronte a tutti coloro che nella Chiesa alla Comunità nella quale Egli ci ha voluto. hanno un grande rispetto per la sua figura? Ricordiamoci che l’amore alla Comunità non è Oppure si è trattato solo di ricordare e divisibile dal nostro amore per il Cristo e per la “festeggiare” un uomo di Dio, perdendo di vista sua Chiesa. La Comunità non è un qualunque tutto il tesoro che egli ci ha lasciato facendosi accessorio, qualche cosa che si aggiunge alla strumento del disegno di Dio su di noi, ossia la nostra professione cristiana: è per tutti noi la via Comunità dei figli di Dio? sicura che ci conduce a Dio. E come nulla può E la Comunità sei tu, caro fratello, sei tu, cara anteporsi a Dio, così per noi nulla è più sacro sorella. La salvezza di tante anime non dipende dell’amore che dobbiamo alla Comunità nella da don Divo Barsotti o da padre Tizio. Anche da quale il Signore ci ha voluto. La Comunità è la loro, certo, ma essenzialmente dipende dalla tua nostra madre. Dalla Comunità noi riceviamo il risposta al Signore, dipende dalla tua fedeltà a pane che ci nutre, la luce per il nostro cammino, quel «Cerco Dio Solo» che dicesti nella Comunità la gioia della comunione fraterna» (dalla circola‐ dei figli di Dio. E allora festeggiamo don Divo re Amore per la Comunità in USFPV IV vol., p. Barsotti tutti i giorni con la nostra fedeltà agli 69). impegni e con l’amore ai fratelli, con la nostra Il Padre è semplice e chiaro: noi tutti, con la incessante preghiera. Così quello di assomigliar‐ consacrazione, ci siamo offerti a Dio e legati alla gli sarà il nostro modo migliore di festeggiarlo. Comunità; per noi non ci sono altre vie (a meno Carissimi, sento su di me la responsabilità di che non decida di uscire dalla CFD) e non Assistente Generale. Per questo sono ancora più possiamo camminare contemporaneamente qua impegnato ad “essere” e a spronarvi, non e là o partecipare agli impegni comunitari solo perché, credetemi, ci provi gusto, ma perché quando siamo liberi da altre cose. Questa è la via dall’incontro con un uomo che mi ha indicato che il Signore ci ha dato per raggiungere la una via di salvezza ho ricevuto un “fuoco” che santità e quanto più crescerà l’amore alla non posso trattenere. Ma, se non riesco a Comunità, tanto più saremo sicuri della nostra salvare me stesso, come potrò salvare gli altri? salvezza. Dobbiamo fermamente credere a questa La pace del Signore risorto sia nei vostri cuori e chiamata, a questa vocazione! Non certo per dei nei cuori di tutti i vostri cari. nostri meriti. No! Soltanto per la misericordia di Affettuosamente Dio. E il solo non credere o avere qualche dubbio, dice il Padre, è per me una condanna. Vito Vedete, carissimi fratelli, il nostro cammino, la nostra spiritualità, è al tempo stesso assai semplice e assai impegnativa. Più che impegnativa. Totalizzante! E dispiace vedere 7
LEVITICO I Leviti sono i figli di Levi ‐ uno dei figli di La Chiesa primitiva prese le distanze da questo Giacobbe ‐ che svolgevano in Israele compiti libro; molte prescrizioni sono legate agli usi e sacerdotali sotto la direzione prima di Aronne e costumi del tempo e molti atti cultuali oggi fanno poi dei suoi successori. Da una generazione ad meravigliare. Bisogna avere una chiave di lettura un’altra i sacerdoti trasmettevano norme e storico‐antropologica e comprendere l’intenzione formule rituali che risalivano ai tempi della del libro, quella di affermare che il culto di Dio, la peregrinazione nel deserto e che si erano lode, l’adorazione, il ringraziamento, l’espiazione, sviluppate nel corso dei secoli specialmente ai necessitano di atti capaci di trasferire l’uomo in tempi di Davide e Salomone. L’opera di quella una dimensione sacra (la liturgia). corrente della tradizione sacerdotale più legata al Nucleo centrale del libro, come già detto, è il tempio di Gerusalemme trova il suo culmine nella CODICE DI SANTITÀ. Santità non solo religiosa o “legge di santità”, vero nucleo centrale di tutto il morale, ma quasi “fisica”, nel senso che genera un libro, ed è parallela all’opera di quell’altra campo di attrazione talmente potente e ampio da corrente sacerdotale che darà origine al far confluire in esso tutta l’esistenza. Tutta la Deuteronomio. legge, tanto quella rituale che quella morale e Il libro del Levitico, che è scritto dopo l’esilio, è la civile, tende a realizzare sulla terra un popolo ed sintesi del pensiero sacerdotale riguardo al culto e un sacerdozio santo. La vita umana è un rito la tradizione sacerdotale. Nel libro sono messi religioso ininterrotto in onore di Dio. L’esigenza di insieme elementi dell’epoca mosaica e preesilica, santità del singolo e del popolo è dettata da Dio con prescrizioni proprie dell’epoca post‐esilica stesso. Il suo pressante invito è: «Siate santi come (l’epoca della restaurazione, l’epoca della legge io sono santo» (Lv 19,2). deuteronomista). La santità, peraltro, non si realizza nel semplice Come un manuale, contiene le “rubriche” atto o nelle cose, ma è opera di Dio stesso che in‐ riguardo al culto, ai sacrifici, ai sacerdoti, alle feste terviene: «Io sono Jahvè che vi santifica» (Lv dell’anno, associate a una serie di norme morali, 22,32). pratiche, rivolte al popolo, in relazione al suo Non si tratta di ritualità magica o di prescrizioni essere “popolo santo” di fronte a Dio. vuote di significato. Ma si vuole entrare, È da tenere presente comunque che la tradizione attraverso la legge, in un rapporto con Dio che sacerdotale attraversa tutto il Pentateuco: l’opera passa per la purificazione interiore ed esteriore. degli scribi sacerdotali è quella di ripensare e Anche situazioni indipendenti dalla propria ricostruire la storia del popolo di Israele dalle volontà possono rendere impuro chi le vive (tabù). origini fino all’insediamento a Canaan ed a La progressiva interiorizzazione e Gerusalemme. Una storia sacra che è la storia personalizzazione del culto, attraverso la dell’alleanza di Dio con gli uomini: la creazione, predicazione dei profeti, educherà alla l’alleanza con Noè, l’alleanza con Abramo, comprensione dello spirito che anima la legge. l’alleanza al Sinai. È possibile rileggere nei libri del Il libro si può suddividere in quattro sezioni: Pentateuco questa storia che diviene una sintesi 1. RITUALE DEI SACRIFICI (Lv 1‐7) mirabile nell’intento di superare la descrizione dei Tutto il rituale nel suo insieme è collegato alla fatti, raccontati in modo schematico, mettendo in peregrinazione nel deserto e viene così posto evidenza il senso finale dei cinque libri attribuiti a sotto l’autorità di Mosè. In realtà il rituale riceve la Mosè: Dio si allea con gli uomini dando ad essi sua forma definitiva in epoca post‐esilica. una Legge, il popolo israelita ha la primogenitura di un popolo santo, che vive della stessa santità di Il sacrificio di olocausto, che prevede l’intera Dio. consumazione della vittima, risente di rituali 8
cananaici ed è presente nelle conoscenze che qualche modo della santità di Dio. Separazione da Israele ha dei riti dei profeti di Baal (vedi 1Re 18). ciò che è profano ed esigenza di purità per essere La tradizione cristiana riconosce in questo santi come è santo Dio. Le prescrizioni riguardano sacrificio la preparazione e la prefigurazione del la vita sessuale, la vita quotidiana con relative sacrificio unico del Cristo (Eb 10,1‐10). sanzioni. Di particolare importanza è il capitolo 23 dove si Il sacrificio di offerta, in cui si offrono le primizie dei prodotti della terra. Questo rito è descrive l’anno liturgico del popolo ebraico, con le accompagnato da un sacrificio cruento e si feste ed i rituali ad esse legate. conclude con una libagione di vino. Il capitolo 25 parla degli anni santi. È il dominio di Il sacrificio di comunione, in cui la vittima è divisa Dio sul tempo e sulla terra che viene affermato e tra Dio e l’offerente, realizza un vero banchetto la necessità di riconoscerne periodicamente il sacro. dominio con questa celebrazione. L’anno giubilare Il sacrificio di espiazione e di riparazione, nel (jobel è il corno con il cui suono si annuncia l’inizio quale più di ogni altro è prefigurato il sacrificio di dell’anno) vuole essere una reale “liberazione” Cristo. delle persone e dei beni: ciascuno ritorna al suo clan e riprende il suo patrimonio originario in una 2. L’INVESTITURA DEI SACERDOTI (Lv 8‐10) riconciliazione con i suoi simili e con la terra. Il rituale comprende la vestizione e l’unzione. Riprendere questo significato originario ed Quest’ultima trasferisce al sacerdote un potere interiorizzarlo, trasferirlo sul piano spirituale è regale ed è tipica del rituale del secondo tempio quanto la Chiesa periodicamente invita a fare. (dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia). In epoca più antica non c’era una ordinazione sacerdotale Il libro del Levitico è prezioso per comprendere il propriamente detta. culto cristiano ed il suo simbolismo. Molti sono i sensi con cui è possibile una lettura del testo. 3. LA LEGGE DI PURITÀ (Lv 11‐15) Il senso della trascendenza e della santità di Dio: Viene descritto un ideale di purezza morale e la purificazione del cuore e della mente è fisica in vista del rapporto con Dio. È puro ciò che condizione per essere “vicini” a Dio ed entrare nei può avvicinare a Dio, è impuro ciò che rende inetti luoghi e nei tempi “separati”, sacri, all’interno dei al culto o addirittura esclude dal culto. Le regole quali viviamo, nel mistero, un rapporto con Dio. da osservare riguardano gli animali (gli animali Per il cristiano significa vivere il mistero pasquale impuri sono quelli che i pagani considerano sacri), del Cristo nella sua oggettività e realtà. ma anche la vita fisica, biologica dell’uomo: la Il senso del sacro ci apre poi al senso liturgico. La nascita, la vita sessuale, la morte. liturgia non è un insieme di gesti vuoti di Dio solo è Signore della vita. significato. Attraverso il rito entriamo a far parte I profeti insisteranno poi sulla purificazione del del sacro, comprendiamo ed interiorizziamo il cuore preparando il Nuovo Testamento in cui mistero; ed estendendo la realtà rituale, con i suoi Gesù libera i suoi discepoli da precetti che abbiano ritmi, a tutta l’esistenza (nel tempo e nello spazio), solo valore esteriore. intuiamo il profondo significato religioso della vita. La sezione termina con il capitolo 16: IL GIORNO Bisogna fare in modo che la liturgia diventi un DELLA ESPIAZIONE. La tradizione sacerdotale vero respiro dell’esistenza, il suo ritmo è il vero mette insieme due rituali: un sacrificio espiatorio segnatempo della nostra vita. Una liturgia come e quello dell’invio del capro sul quale vengono pedagogia del sacro che ci introduce trasferiti i peccati e le impurità. progressivamente alla ricerca degli spazi e dei 4. LA LEGGE DI SANTITÀ (Lv 17‐26) tempi di Dio. Risale all’epoca monarchica e riflette gli usi del Domenico Ientile tempio di quell’epoca. Dio nella sua trascendenza è inaccessibile; può comunicare la sua santità solo a ciò che a Lui si avvicina, ciò che è a Lui consacrato. I tempi, i luoghi, l’arca, le persone, i sacerdoti sono separati e sacri e partecipano in 9
FORMAZIONE PERMANENTE QUALE MISSIONE? Abbiamo raggiunto il centro del nostro percorso nel mese di marzo, considerando il nostro essere figli di Dio. Il percorso per giungere a questa affermazione è stato di carattere dogmatico: abbiamo, cioè, studiato i fondamenti di fede della nostra spiritualità per cogliere su quali verità riposa la consacrazione nella Comunità dei figli di Dio. Abbiamo così cercato di rispondere alla domanda: qual è il nostro volto? Da ora in avanti prenderemo in considerazione i comportamenti che scaturiscono dal nostro essere figli di Dio. Quale missione dobbiamo vivere nel mondo? SPIRITUALITÀ ESCATOLOGICA I brani di riferimento per questo Incontro sono i §§ 5 e dal 51 al 62 de La spiritualità della CFD, risolve sempre in un servizio ai fratelli. Questa l’inserto del Notiziario di settembre 2009. I testi deve essere la nostra intenzione (La spiritualità biblici che più interessano sono le Beatitudini (Mt della CFD §§ 51‐56. È da tenere presente che il 5, 1‐12) e 1 Cor 7, 29‐31. Padre sta parlando al Consiglio della Comunità, Il § 5 de La spiritualità della CFD introduce in una riunione di governo; per questo fa magnificamente il tema che poi viene sviluppato riferimento al lavoro dei Comitati, in questo nei §§ 51‐62 dello stesso testo. Che cosa comporta caso di quello della cultura. Da questo stesso il fatto che la nostra spiritualità sia escatologica, fatto dipende la scelta degli esempi); cioè, tendente alle cose ultime ed eterne? - il secondo riguarda la vita matrimoniale e Lo svolgimento dell’argomento parte dal principio familiare, il trascendimento dei legami della di fondo espresso da san Paolo in 1 Cor 7, 29‐31: «Il carne e del cuore per tendere a una vera carità tempo ormai si è fatto breve», il Signore è qui ed è divina anche negli affetti più naturali e umani la nostra salvezza, la nostra vita, il nostro scopo, (La spiritualità della CFD §§ 57‐62. Qui il Padre perciò bisogna vivere nel mondo senza fare del parla per il Comitato della famiglia). mondo stesso il fine della nostra vita. Sant’Ignazio di Loyola esprime lo stesso concetto con il principio Per l’eventuale approfondimento: del tantum quantum (come lo definisce il Padre), ‐ Vademecum, cap. III, § Le Beatitudini; che vuol dire: bisogna usare delle cose del mondo ‐ Barsotti Divo, Meditazione sulla prima Lettera di solo nella misura, a condizione e per il tempo che Giovanni, Editrice Queriniana, Brescia 1990, pp. 51‐ mi sono utili per andare verso Dio. 57. Questo è un testo utile e importante, anche se Dopo l’affermazione di questo principio, il è il commento ad un brano biblico che non discorso del Padre si sviluppa in due esempi sul abbiamo preso in considerazione; piano pratico, sul piano del nostro comportamento ‐ Esercizi grandi di Greccio, il 3 agosto 1969 nel mondo: (inserto del Notiziario di marzo 2009), i §§ da Gli - il primo considera come il consacrato debba ammonimenti di san Francesco a Buono e umile vivere una sua missione nel mondo, infatti, la religioso compresi (pp. 7‐9). ricerca di Dio soltanto porta con sé l’obbedienza a cura del Comitato della Formazione alla sua volontà e il compimento di questa si 10
FORMAZIONE E ATTUALITÀ RELATIVISMO ETICO: FAMIGLIA ED EMERGENZA EDUCATIVA La vocazione al matrimonio nel pensiero del puro egoismo (Enciclica Deus Caritas Est). Padre Parlando ai giovani, li invita a riscoprire il senso Dio dà ad ognuno una vocazione specifica, ma vero dell’amore e il valore della castità chiama tutti ugualmente alla perfezione spiegando che essa non va vista come evangelica. La santità è la risposta dell’uomo ‐ limitazione, al contrario, rappresenta la scuola ciascuno nel suo stato di vita ‐ all’unica dell’amore pienamente vissuto e inteso come vocazione all’amore ricevuta da Dio. In dono di sé: “L’amore è possibile: un amore che particolare, gli sposi vivono quell’unione con Dio genera pace e gioia. Come si manifesta a noi che è la vocazione ultima di ogni cristiano, Dio‐Amore? La manifestazione dell’amore divino attraverso il coniuge che fa presente Cristo nella è totale e perfetta nella Croce. Redenta dal Suo loro vita. Come i voti religiosi costituiscono i sangue, nessuna vita umana è inutile o di poco mezzi necessari per purificare l’anima consacrata valore, perché tutti siamo amati personalmente a Dio, così il matrimonio è il mezzo che libera da Lui. Il periodo del fidanzamento è un tempo di dall’egoismo coloro che vivono nella famiglia. attesa e di preparazione che va vissuto nella Come ricorda Padre Barsotti, “non si creda che la castità dei gesti e delle parole. Ciò permette di santità nel matrimonio debba esigere meno della maturare nell’amore e nell’attenzione verso santità di coloro che vivono nei conventi”. E l’altro. L’Eucarestia è la grande scuola aggiunge: “Il matrimonio cristiano è impegno di dell’Amore”. vivere l’amore perfetto nel dono di ciascuno Per don Divo è fondamentale che Dio abbia all’altro e ai figli, nell’umiltà, nella pazienza, voluto elevare a sacramento la naturale unione nella liberazione da ogni egoismo. L’amore è dell’uomo e della donna perché per vivere a sacrificio, l’amore ci spoglia, è dono di tutta la pieno questa vocazione è necessaria la grazia vita (…) Se voi viveste il matrimonio fino in fondo, divina. La stessa fedeltà è frutto di questa grazia: non ci vorrebbe nulla di più per essere santi!”. essa non consiste “solo” nel non commettere Nel matrimonio si vive quaggiù il sacramento, adulterio, ma è da intendersi, in senso positivo, cioè il segno, del rapporto nuziale che lega come impegno a vivere totalmente per l’altro: l’anima a Cristo: ognuno deve vivere per l’altro amare vuol dire donarsi e il solo voler trattenere come, nella SS. Trinità, ogni Persona divina, vive qualcosa per sé, sottrarlo al dono, è già la per l’altra. Tutto il Nuovo Testamento ruota negazione stessa dell’amore. L’unione coniugale, intorno al tema delle nozze come simbolo della continua il Padre, ha carattere soprannaturale, nuova Alleanza, dell’unione intima tra Dio e infatti, “nella vita del Cielo, coloro che saranno l’uomo, sigillata in Cristo e fondata sulla nuova salvati vivranno pienamente, nella loro unione legge dell’Amore, ma sin dalla Genesi impariamo con Dio, anche l’unione con tutti coloro che che Dio ha creato l’uomo e la donna come esseri hanno amato, perciò anche il marito o la moglie, incompleti e che solo la loro unione nel pur vivendo un rapporto diverso, non si matrimonio realizza quella completezza per la perderanno”. quale essi sono stati creati. L’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, spesso ricordata anche da Giovanni Paolo II e Benedetto Matrimonio e amore coniugale nel Magistero XVI, è un documento fondamentale del della Chiesa: castità e fedeltà Magistero della Chiesa, su questi temi. Papa Benedetto XVI afferma che l’amore Pubblicata nel 1968, in un contesto storico umano, quando è separato dall’Amore divino, infervorato da sconvolgimenti sociali, essa è conduce alla mercificazione del corpo e diviene stata oggetto di feroci critiche sia da parte del 11
del mondo laicista, sia, purtroppo, da ampi fonda la società cristiana, e questo il diavolo lo settori del mondo cattolico (a vari livelli), sa bene, ecco perché punta a distruggerla, sia “inquinati” dalle teorie moderniste che pur in modo subdolo, servendosi della diffusione imperversavano (a dimostrazione, come Gesù di principi apparentemente condivisibili sul insegna, che la Verità attira sempre contro di sé piano umano come falsi concetti di libertà e la persecuzione). Essa riassume, senza tolleranza. Il Padre definisce la secolarizzazione compromessi, i principi che esprimono il senso come “una forza aggressiva contro il profondo del matrimonio e dell’amore Cristianesimo tradizionale” e aggiunge che “la coniugale, quali la non separabilità delle due famiglia che l’accetta per una illusoria conquista finalità del matrimonio (comunione tra coniugi e di libertà, finisce in pratica col sottrarsi alla finalità procreativa), la sua indissolubilità, Chiesa”. Il proliferare di forme di unioni e l’illegittimità dell’uso di mezzi contraccettivi e convivenze, alle quali si vorrebbe riconoscere la abortivi, compreso il preservativo, per la stessa dignità della famiglia consacrata nel regolazione delle nascite (viene dunque negato il matrimonio, è il segno di un vero e proprio presunto diritto dei coniugi attacco sferrato contro la famiglia. Una all’autodeterninazione nel compito della conferma ci arriva proprio da Papa Benedetto trasmissione della vita) e il richiamo ai sacerdoti XVI: “Queste false concezioni della famiglia e del a predicare senza ambiguità gli insegnamenti matrimonio che non rispettano il progetto della Chiesa su matrimonio, amore e castità. originario di Dio sono la causa principale dell’instabilità delle famiglie; non si possono Il ruolo della donna nel pensiero del Padre ammettere iniziative che mirano a benedire le Secondo il Padre “la causa del fallimento dei unioni illegittime: divorzio, convivenza, famiglie matrimoni è anche il femminismo moderno: se la allargate, rovinano la vita di molti bambini. Mai donna vuole essere come l’uomo si distrugge la come ora l’istituzione naturale del matrimonio e complementarietà su cui si basa il matrimonio. della famiglia è stata vittima di attacchi tanto La vita umana suppone la distinzione dei sessi; violenti”. Non ci si rende conto, dice anche don non si può andare contro l’ordine della Divo, che proprio questa confusione etica che creazione”. Poi ricorda come “il Cristianesimo rende indistinto il bene dal male, è la principale eleva la donna ad una dignità mai conosciuta causa dell’emergenza educativa e del fallimento prima, sin dai tempi dell’antichità; infatti non c’è dei matrimoni. Il Papa spiega che “si tratta di tra le creature umane una che possa reggere il un’emergenza inevitabile: in una società e in una confronto con Maria, la Madre di Dio”. Ecco la cultura che troppo spesso fanno del relativismo il straordinarietà sconvolgente del Cristianesimo in proprio credo, viene a mancare la luce della uno dei suoi misteri più grandi, quello verità, anzi si considera pericoloso parlare della dell’Incarnazione: “una donna che può dire a verità”. Dio: Figlio! E un Dio che dice ad una donna: Il Catechismo (n. 460‐461) così definisce il Mamma!”. Infine, sul ruolo della donna compito dei genitori: “Partecipi della paternità nell’educazione dei figli afferma: “Quanti santi divina, sono, per i figli, i primi responsabili conosciamo educati e cresciuti nella fede dalle dell’educazione e i primi annunciatori della fede loro madri! La donna ha, dunque, una attraverso l’esempio, la preghiera, la catechesi grandissima missione da realizzare nella familiare e la partecipazione alla vita della famiglia: spesso è lei che porta l’uomo al Signore Chiesa”. Il Padre, più volte ci ricorda che perché gli uomini sono meno aperti alla grazia nell’educazione dei giovani le parole e le opere divina perché hanno maggiore orgoglio, invece non bastano: ciò che conta è l’esempio di una la donna sa amare e dimenticarsi di sé”. vita, l’essere santi. Bisogna ridare centralità alla preghiera in famiglia: fin da piccoli i bambini La famiglia nella società secolarizzata e devono imparare dai genitori a pregare, a l’emergenza educativa cominciare dalla Messa, dalla liturgia delle ore e La famiglia è la cellula fondamentale su cui si dal Rosario. Tanti sacerdoti e religiosi 12
attribuiscono la loro vocazione all’educazione comprenderne la grandezza e la bellezza. cristiana e alla preghiera ricevuta in famiglia. Il Concludendo, l’eredità autentica che dobbiamo crollo delle vocazioni non è dovuto ad una lasciare ai nostri figli non sono le proprietà, né il minore generosità del Signore nel suscitarle, denaro, ma la nostra fede. bensì va spiegato con la mancanza di esempi di a cura di Vito Muschitiello vita che aiutino i giovani a riconoscere la per il Comitato della Formazione chiamata divina a donarsi totalmente a Dio e a Graciela, Franquelina, p. Paolo, Mons. Oscar Urbina, p. Gustavo, Ana María, Carmenza e Martha. Siamo nella casa di Ana María a Villavicencio. Le prime due e Ana María sono del Gruppo di quella città chiamato San Martino de Porres. María Consuelo, John, Graciela, p. Paolo, Carmenza, Franquelina, Luis Alejandro (marito di Carmenza) e Martha. Sono i partecipanti degli Esercizi di Villavicencio. Luis Alfredo, p. Paolo, Ángela, Gustavo, María Consuelo, Juan Sebastián (simpatizzante), Emperatriz (aspirante), Carolina, Judith, Mauricio (marito di María Consuelo), Angélica María (nipote di Luz Marina e simpatizzante). Sono i partecipanti agli esercizi di Bogotá II. Luis Alfredo è il marito di Melba e Ángela, Gu‐ stavo e Juan Sebastián sono tre dei loro cinque figli. 13
ADUNANZE 2009‐2010 MATTUTINO DELLA RESURREZIONE «Noi recitiamo il Mattutino della Resurrezione che nella Chiesa anche occidentale ha distinto in qualche modo il nostro volto, ha dato a noi una nostra fisionomia particolare»[1]. La liturgia bizantina riserva un ruolo centrale al possiamo anche realizzare in modo più concreto Vespro e al Mattutino. Il Vespro si recita al il nostro incontro con Dio»[2]. Il cuore si fa umile, tramonto, simbolo della caduta dell’uomo nel la preghiera si fa nostra, si interiorizza, è buio del peccato, il Mattutino, l’òrthros, preghiera del cuore, ed ecco che «tutto sparisce officiatura dell’aurora, è collegato al sole che e noi non viviamo più che di Cristo risorto»[3]. sorge, simbolo di Gesù Cristo che con la morte «Se nel Canone è la Chiesa che canta, nei Salmi vince la morte e il peccato e ci conduce alla è Cristo stesso che prega. La preghiera di Gesù! salvezza. Preghiera composta prima dell’Incarnazione, L’òrthros ha caratteristiche diverse a seconda preghiera profetica che si realizza nel Cristo: e dei giorni in cui si recita – feriali, domenicali, Gesù usa i Salmi per la sua preghiera festivi – e rappresenta l’officiatura quotidiana personale»[4]. Recitando i Salmi noi preghiamo più ricca e complessa. Tra tutti il Padre ha scelto con Gesù, siamo uniti a Lui, «i nostri cuori sono il Mattutino di Pasqua, o Canone di Pasqua, in cielo»[5]. Il Sermone di san Giovanni opera di san Giovanni Damasceno, teologo e Crisostomo dà piena ragione di questa gioia. innografo dell’VIII secolo, che include i salmi di Attraverso il mistero della Resurrezione abbiamo lode e il Sermone di un altro grande Padre della ricevuto tangibile il dono gratuito dell’amore di Chiesa, san Giovanni Crisostomo. Dio, che trasforma e trasfigura. Non è Il Canone, una esplosione di gioia, si colloca non concepibile un contrasto maggiore rispetto a caso tra due preghiere litaniche. «La Preghiera all’opinione corrente: la morte ha perduto per litanica: non vi è nulla di più grande; fra tutte le sempre il suo pungiglione, è divenuta fonte di preghiere liturgiche l’amo in un modo vita. particolarissimo. Quale abbracciamento, per Gesù «con la morte ha calpestato la morte», ha l’uomo, quale impeto di amore non implica trasformato per sempre il nostro oggi in Pasqua, questa preghiera! […]. La Preghiera litanica è in fiduciosa consapevolezza della vita eterna. una preghiera che implica certamente il mettersi L’«abbandoniamoci a Cristo», così spesso ripetu‐ dell’anima davanti al Signore, ma implica che to dal Padre, è carico di questa consapevolezza. l’anima davanti al Signore porti con sé tutte le Non un invito al riposo, ma ad un operare conti‐ cose, i ricordi, le esperienze di tutta la sua vita, i nuo alla sequela di Gesù, a vivere il rapporto di suoi bisogni, il senso del suo peccato, il timore fede in una costante relazione con Dio, nutren‐ per i pericoli imminenti, l’angoscia per la propria doci di Lui per il tramite dell’Eucarestia e della miseria, i bisogni, tutto. È proprio nell’istante in preghiera. cui noi ci uniamo più strettamente con gli altri e Il Mattutino della Resurrezione è il vademecum nell’umiltà riconosciamo di più la nostra della nostra vita di consacrati nella CFD, è la condizione di pena, è forse in questo istante che preghiera per eccellenza che celebra la Pasqua, più realmente possiamo anche rivolgerci a Lui. la Resurrezione di Gesù Cristo, è la Festa delle Perché in quell’istante in cui veramente vogliamo feste. È inno alla Croce fiorita, alla gioia, nucleo assumerci la pena degli altri e ci rendiamo conto fondante del nostro cammino, puntello nella di questo loro bisogno e della nostra umiltà, in salita che ci conduce all’incontro con Gesù quell’istante, vivendo maggiormente l’amore, Cristo. 14
Pasqua come dimensione di vita. tutto e in tutti c’è qualcosa di buono[7]. Per questo il Padre ha voluto che il Mattutino «La nostra carità (perché in fondo la vita della Resurrezione ci accompagnasse non solo in cristiana non è che amore) si deve esprimere tutte le solennità, ma in ogni momento della soprattutto, più che nel servizio, nella preghiera: nostra vita per dare forza e spessore alla nostra in una preghiera che ci unisca sempre più dimensione personale di credenti, alimentando intimamente a Dio, in una preghiera che ci metta la volontà di mettere in pratica le regole di vita a servizio degli altri […]. Precisamente nella che abbiamo accettato con la consacrazione. preghiera noi vogliamo realizzare questa duplice «È il giorno della Resurrezione: popoli, irraggia‐ unità: l’unità dell’anima con Dio e l’unità mo di gioia!». Che cosa esige la Comunità da dell’anima col mondo […]. L’unità di ognuno di noi? Esige di vivere la Pasqua, vivere il rapporto noi col Signore, l’unità di ognuno di noi con tutta con Cristo risorto. Cristo non è più soggetto alla quanta la Chiesa, con tutta quanta l’umanità, morte, ma è vita e gioia infinita. È questo il dove‐ con tutta l’umanità di oggi, con tutta l’umanità re primo dei cristiani, di noi consacrati nella CFD: di ieri, con l’umanità di domani. La nostra rendere testimonianza della gioia; essere consa‐ preghiera non ha confine»[8]. pevoli che è un carisma, un dono dello Spirito a cura di Raffaella Monasteri Santo; restituirla al mondo che l’ha perduta; es‐ per il Comitato della cultura sere attraverso la preghiera al servizio del mon‐ do; «metterci a servizio dell’universale famiglia umana» [6] ; realizzare quell’ecumenismo [1] Ritiro di Viareggio 16 dicembre 1960. interiore che ci trasforma in cuore del mondo [2] Meditazione del 25 aprile 1963. che pulsa all’unisono con la Chiesa occidentale, [3] Adunanza del 1° aprile 1951. ortodossa, protestante, anglicana, con i musul‐ [4] Adunanza del 6 maggio 1951. mani e con gli indù: «Bisogna che l’unità della [5] Adunanza del 6 maggio 1951. Chiesa si realizzi prima di tutto in me. Ecco quello [6] Meditazione del 25 aprile 1963. che importa la spiritualità della Comunità»: sen‐ [7] Ritiro di Viareggio 16 dicembre 1960. tire che nulla e nessuno mi è estraneo, che in [8] Meditazione del 25 aprile 1963. NOVITÀ IN BIBLIOTECA PER CONOSCERE MEGLIO IL SANTO CURATO D'ARS Siamo nell’anno sacerdotale indetto dal Papa e il santo Curato d’Ars è stato indicato come figura da prendere come esempio per tutti i sacerdoti. Per conoscerlo meglio (e per farlo conoscere di più, magari ai nostri sacerdoti, parroci e amici), segnaliamo il libro della Casa Editrice Shalom Ho visto Dio in un uomo. Si tratta di una biografia molto semplice, scorrevole, ma efficace, che fa conoscere bene la grandissima figura del parroco francese. Al termine sono riportate diverse frasi del santo e preghiere per chiedere la sua intercessione. Il prezzo di copertina è di € 7,00. La stesura del testo, di 393 pagine, con molte fotografie a colori e con la prefazione di Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino, è stata curata da p. Serafino. 15
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