MENSILE DELLA COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO - APRILE 2010 - anno XXIII - n. 8

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Spedizione in abb. post. comma 2 ‐ Art. 1 D.L.353/03—Conv. L. 46/04 ‐ Filiale Rovigo ‐ Direttore responsabile: p. Carlo Ravano
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APRILE 2010 – anno XXIII – n. 8
                                  MENSILE DELLA COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO
Notiziario CFD
Aprile 2010

                                                 TRACCIA DEL MESE
   Ma Dio sarà contento di me?
   “Quante volte mi è stato domandato: ‘Ma Dio sarà contento di me?’. ‘Figlio mio, come vuoi che Dio sia
  contento di te? – ho risposto –. Dio si contenterebbe di troppo poco se dovesse contentarsi di te. Dio
  non si contenta che di Se stesso’.
   La cosa da domandarsi è piuttosto se noi siamo contenti di Dio, perché Dio non potrà essere contento
  di noi finché noi non saremo divenuti come Lui. Dio infatti sarà contento di te, quando sarai Dio, perché
  Dio non è contento che di Se stesso”.
                                                Le responsabilità dei preti, Edizioni San Paolo 2010, p. 138

Sommario
Calendario                                                                                                     1

Da padre Benedetto: “Svegliati, tu che dormi, Cristo ti illuminerà”                                        2‐3

Avvisi ‐ In breve                                                                                              3

La parola del Padre: “Discese agli inferi”                                                                 4‐5

Ringraziamenti                                                                                             5‐6

Dall’Assistente Generale: Amore per la Comunità                                                            6‐7

Inserto biblico: Levitico                                                                                  8‐9

Formazione permanente: Quale missione?                                                                         10

Formazione e attualità: Relativismo etico: famiglia ed emergenza educativa                               11‐13

Adunanze 2009–2010: Mattutino della Resurrezione                                                         14‐15

Novità in biblioteca                                                                                           15

Incontri comunitari 2010                                                                                       16

Vita delle Famiglie                                                                                      17‐31

Corrispondenza                                                                                           32‐36

In ricordo di Paolo Canal                                                                                37‐38

In ricordo di Antonia Carrino                                                                            39‐43

Necrologi                                                                                                44‐46

Ringraziamenti ‐ Anniversario dei defunti: Aprile 2010                                                         47

I nostri Santi patroni dei gruppi: Aprile 2010           2                                                     48
La Casa Madre e le altre case
                                                          della Comunità dei figli di Dio

                                     CASA SAN SERGIO
                                     via Crocifissalto, 2                055.697778               casasansergio@gmail.com
                                     50135 SETTIGNANO (FI)
CASA
                           Santuario Madonna del Sasso
MADONNA DEL SASSO
                           50065 Santa Brigida (FI)                  055.8300013                       sassocfd@gmail.com
CASA
                           via per Chiavazza, 30
SAN GREGORIO
                           13856 Vigliano Biellese (BI)                  015.811134                sangregoriocfd@libero.it
CASA
                           via per Chiavazza, 30
MATER MISERICORDIAE
                           13856 Vigliano Biellese (BI)                  015.811305
CASA                       Santuario Madonna di Pietracupa
S. MARIA DELLE GRAZIE      via Pietracupa, 20
                           50020 S. Donato in Poggio (FI)            055.8072924
CASA                       piazza Cappuccini, 10
SAN FRANCESCO              96010 Ferla (SR)                          0931.879024                      sorellecfd@gmail.com
CASA                       Catholic Presbitery
SANT’AGOSTINO              93 Saddleback Road
DI CANTERBURY              Dookie 3646 ‐ Victoria ‐ Australia    0061.03.58286473             saintaugustinecfd@gmail.com
CASA                  via Rossellino, 7
DELLA TRASFIGURAZIONE 50135 Settignano (FI)                              055.697101
CASA                       via Tevere, 12
“DON DIVO BARSOTTI”        09040 Guamaggiore (CA)                        070.985495                   casabarsotti@libero.it
CASA                       via Monte Asolone, 8
SAN BENEDETTO              00195 Roma                                06.37350711
CASA                       via A. Da Burgio, 7
DELLA VISITAZIONE          90136 Baida (PA)                          091.6731238
CASA                       via dell’Olmeto, 7/F
DELLE BEATITUDINI          50135 Settignano (FI)                         055.697140

                                                          NUMERI UTILI
Segreteria della Comunità: c/o Casa delle Beatitudini, via dell’Olmeto 7/F, 50135 Settignano (FI).
 Telefono e fax: 055.6557409, risposta telefonica diretta lunedì e mercoledì, segreteria e fax tutti i giorni 24 ore su 24;
 e‐mail: segreteriacfd@cheapnet.it.
Ufficio Economato: c/o Casa delle Beatitudini, via dell'Olmeto 7/f 50135 Settignano (FI).
 Telefono 055.697140; e‐mail: amideicl@davide.it; telefono dell’economo Amidei Claudio 0573.479835.
Archivio: c/o Casa delle Beatitudini, via dell’Olmeto 7/F, 50135 Settignano (FI).
 Tel. e fax: 055.697140, e‐mail: archiviocfd@gmail.com.
Notiziario: c/o Casa Madonna del Sasso, 50065 Santa Brigida (FI).
 Tel.: 055.8300013, e‐mail: notiziariocfd@gmail.com.
Conto corrente postale Comunità: n° 23703507, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, via Crocifissalto 2, 50135
 Settignano (FI).
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 Siena, Filiale di Firenze, Codice IBAN: IT 28 I 01030 02857 000001530268.
Per pagamento libri: conto corrente postale n° 98674914 , intestato a Tommaso Caldarone, via per Chiavazza 30,
 Vigliano Biellese, (Biella); per pagamenti con bonifico Codice IBAN: IT 16 X 07601 10000 000098674914.
 Per eventuali richieste sui libri, contattare Roberto Parisi all'indirizzo e‐mail: robycfd@tele2.it.
                                                              3
Sito internet CFD: http://www.figlididio.it (dal sito è possibile anche scaricare il Notiziario).
Calendario
                                                                                                      Aprile 2010
        Giovedì Santo. Prima della Messa vespertina (Messa nella Cena del Signore) termina il tempo di Quaresima ed
 1 giov inizia il Triduo pasquale.
        Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso.
          Venerdì santo, Passione del Signore.
 2 ven
          Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso.
          Sabato santo, Sepoltura del Signore.
 3 sab
          Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso.
       Pasqua di Risurrezione. Si recita il Mattutino della Risurrezione.
 4 dom Inizia il Tempo di Pasqua.
       Triduo pasquale al Santuario della Madonna del Sasso.
 5 lun
 6 mar
 7 mer
 8 giov
 9 ven
       Il Padre Generale Benedetto in visita nella Famiglia del Piemonte. Padre Agostino in visita nella Delegazione
       Sicilia Ragusa; l’Assistente Generale Antonietta Petrosino.
10 sab Padre Bernardo e padre Silverio in visita a Bath, Inghilterra; padre Martino in visita nella Delegazione Calabria
       san Bruno; padre Serafino in visita nella Famiglia Sicilia Orientale; fratel Sergio in visita nella Delegazione
       Toscana Maremma.
       Il Padre Generale Benedetto in visita nella Famiglia del Piemonte. Padre Agostino in visita nella Delegazione
       Sicilia Ragusa; l’Assistente Generale Antonietta Petrosino.
11 dom Padre Bernardo e padre Silverio in visita a Bath, Inghilterra; padre Martino in visita nella Delegazione Calabria
       san Bruno; padre Serafino in visita nella Famiglia Sicilia Orientale; fratel Sergio in visita nella Delegazione
       Toscana Maremma.
12 lun
13 mar
14 mer
15 giov
16 ven Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso.
17 sab Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso.
18 dom Seminario su Vladimir Solov’ёv presso il Santuario della Madonna del Sasso.
19 lun
20 mar
21 mer
22 giov
23 ven
       L’Assistente Generale Vito di Ciaula in visita nella Famiglia Emilia Occidentale; la Vice Assistente Generale
24 sab Maria Persico in visita nella Famiglia Trentino Alto Adige.
       Padre Stefano in visita nella Famiglia Sicilia Valle del Salso.
       L’Assistente Generale Vito di Ciaula in visita nella Famiglia Emilia Occidentale; la Vice Assistente Generale
       Maria Persico in visita nella Famiglia Trentino Alto Adige.
25 dom
       Padre Stefano in visita nella Famiglia Sicilia Valle del Salso.
       Anniversario del compleanno del Padre nella diocesi di San Miniato.
26 lun
27 mar
28 mer
29 giov
30 ven
“SVEGLIATI, TU CHE DORMI, CRISTO TI ILLUMINERÀ”

 da padre Benedetto
  Carissimi,                                               In questi ultimi tempi mi riecheggiano spesso
  il 14 febbraio molti di noi hanno vissuto insie‐        nella mente le parole di Isaia riprese da San Pao‐
me, radunati nelle proprie famiglie, il ricordo del       lo, e come vorrei che non cessassero mai di ri‐
Padre, la preghiera comune, l’incontro fraterno.          suonare nel mio cuore e in quello di ciascuno di
A Firenze sono state numerose le voci che lo              voi:
hanno rievocato, ricollegandosi ai suoi scritti,
                                                                        “Svegliati, o tu che dormi,
alla sua testimonianza o ad episodi della propria
                                                                             destati dai morti
vita personale. Anche io vorrei condividere con
                                                                     e Cristo ti illuminerà” (Ef 5, 14)
tutti un’esperienza che feci vivendo con il Padre
che mi appare oggi significativa e preziosa. Rie‐           Gli uomini dormono, noi stessi dormiamo, ma‐
voco un momento della normale preghiera litur‐            gari desideriamo non di svegliarci ma di fare un
gica delle Lodi, e più precisamente durante il            bel sogno… Il Padre ha avuto per noi la funzione
canto del Benedictus: ad un certo punto, il Padre         di un maestro che ci sveglia dal sonno, che ci ri‐
smise di cantare e interrompendo la preghiera ci          vela che siamo destinati ad essere illuminati, che
interpellò bruscamente con un tono duro, pro‐             non siamo fatti per il letargo, ma per essere de‐
vocatorio: “Mi domando se state davvero pre‐              sti, desti per gustare l’attesa, per riconoscere i
gando, se vi rendete conto di quello che andate           segni di una presenza (“bisogna battere il capo
dicendo… se pensate al cantar bene voi non pre‐           contro quello di Nostro Signore”, ci ripeteva
gate affatto…”. Lì per lì, data la mia scarsa per‐        spesso), desti per accogliere lo Sposo. Nella tra‐
spicacia spirituale mi turbai molto e cercai di da‐       dizione zen si parla spesso di illuminazione e ri‐
re varie spiegazioni all’accaduto: forse lo ha pun‐       sveglio: sono stato nella biblioteca del Padre do‐
to qualche insetto; avrà dormito male; non avrà           ve si trova tutto uno scaffale sulle pratiche di
digerito la cipolla, o ce l’ha con qualcuno che lo        questa spiritualità orientale. Vi ho trovato un
irrita. Il ricordo di questo episodio mi ha spinto        libro in francese intitolato Le Zen di H. M. Lassal‐
ad andare a rivedere ciò che il Padre dice a pro‐         le, autore di cui avevo sentito pronunciare il no‐
posito del canto del Benedictus e questo è quel‐          me dal Padre. Lo ho aperto a caso e ho trovato
lo che ho trovato nel testo di un ritiro predicato        su quella pagina questi due brani sottolineati dal
a Viareggio, il cui contenuto è ampiamente ri‐            Padre: “Il bonzo arrivava dietro di noi così dolce‐
portato nel libro Introduzione al breviario””:            mente che malgrado l’assoluto silenzio che re‐
“Ogni giorno che si apre è un accogliere Dio. Lo          gnava nella sala lo si poteva appena percepire.
capite voi? Badate che se voi non vi aprite con           Avvenne una volta che uno di noi si addormentò.
questo sentimento, praticamente non vivete la             Ciò può facilmente avvenire in queste circostanze
vita cristiana… Ogni volta dunque che noi ci ri‐          di estrema concentrazione. Una vera tempesta di
svegliamo dal sonno – e le lodi veramente saran‐          colpi e di insulti si riversò su di lui. Ci si sbaglie‐
no la prima preghiera dell’anima che esce dal             rebbe completamente però se si credesse che
sonno – ci dobbiamo svegliare con la coscienza di         questa reazione fosse dovuta alla collera o alla
un dono che ci è fatto … Ci apriamo ad accogliere         malevolenza. Al contrario, era per pura benevo‐
più che la vita e la luce: tutta la nostra anima          lenza… Il discepolo deve in qualche modo entrare
nell’aprirsi alla luce ogni giorno non deve che           nel maestro, deve essergli così vicino perché il
aprirsi ad accogliere Dio … è in noi come il pas‐         maestro possa all’occasione applicargli un bel
saggio immediato dall’aspettazione al posses‐             colpo o maltrattarlo a tal punto da farlo sussul‐
so... ”.                                                  tare dallo spavento. Si potrebbe obiettare che

                                                      2
tale metodo sia piuttosto barbaro, ma ha la sua          sce da segni e parole che possono essere di una
importanza che è grande: perché il maestro non           povertà estrema, ed è lì invece che il Signore ha
deve unicamente dirigere il discepolo con delle          voluto celarsi, e farsi cercare, mentre denuncia‐
parole, deve anche suscitare in lui                      va l’inganno di segni o di un linguaggio troppo
l’illuminazione, ciò che è molto più difficile. Si       ricco o troppo alto per essere vero, che compor‐
può dire che il maestro sente quando il discepolo        ta il rischio di farci perdere il contatto con Dio e
è maturo per riceverla; se stima che sia giunto il       tra noi (cfr I Vol. Circolari, p. 99). È per salvaguar‐
momento buono gli dà un bel colpo oppure lo              dare questo contatto che ci risveglia dal torpore,
maltratta. Così con uno shock lo fa uscire dalla         è per far scoccare la scintilla che ci illumina, che
sua tenebra. Una luce sorge all’interno del disce‐       vorrei ricordare il Padre come un maestro che
polo come una scintilla che scaturisce dal cozzare       talvolta, proprio come Gesù, metteva da parte la
di due pietre …”.                                        parola eloquente sostituendola con una parola
  Il Padre per coloro che lo ricordano bene era          brusca e spiacevole, ed era capace di dare qual‐
così: dolce, pacato, sorridente, poetico, un             che colpo ben assestato per richiamarci al Bene
“dolcissimo profeta”, come lo amava definire             che in modo sommo desiderava farci conoscere.
Guido Lorenzi. Ma ad un tratto, come un mae‐               Nella speranza che queste mie parole non scan‐
stro zen, attaccava inaspettatamente, ci scrolla‐        dalizzino ma scrollino gli animi ad una fede più
va improvvisamente; con una parola ci bruciava,          viva, auguro a tutti un risveglio alla luce del Ri‐
e con uno sguardo ci ricordava che “c’è una co‐          sorto che si traduca in un’esperienza gioiosa del‐
noscenza fatta di parole e c’è una conoscenza            la verità racchiusa nel saluto pasquale
reale che è già possesso”. Continuamente ci              dell’oriente: “Il Signore è risorto! Egli è veramen‐
metteva “in guardia” contro la delusione che na‐         te risorto!”.

                                               AVVISI

  Lettura biblica del mese
  Nel mese di aprile si leggerà il libro del Levitico;
  Nel mese di maggio si leggerà il libro degli Atti degli Apostoli;
  Nel mese di giugno si leggerà il libro dei Numeri.

                                             IN BREVE
  Bimbi arrivati
  La Famiglia Lombarda accoglie l’ultimo nato: sabato 6 febbraio è nato Serafino Ballestra, per la
 gioia di papà Stefano, mamma Annalisa e dei fratelli Angelo, Maria e Michele.
  Annunciamo una grande gioia: il 20 febbraio è nata Alessandra Imolesi, figlia di Thomas e Clau‐
 dia consacrati di Argelato (BO), che va fare compagnia a Riccardo, primogenito di 6 anni.
  È nata anche il 1° marzo Marta, terzogenita di Salvatore e Caterina Riggi di San Cataldo (CL):
 “Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi”.

   25 aprile – Commemorazione del Padre nell’anniversario del suo compleanno
   Domenica 25 aprile, anniversario del compleanno del Padre, si terrà nella diocesi di San Miniato
 una giornata in suo ricordo: interverranno don Silvano Nistri e un fratello del IV Ramo. Ancora non
 sappiamo dirvi se la giornata si terrà a San Miniato o a Palaia, paese natale del Padre. Il ritrovo è
 fissato per le ore 15.00 con la preghiera di Ora Nona e il pomeriggio si concluderà con il Vespro e
 la celebrazione eucaristica intorno alle 17.30.

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LA PAROLA DEL PADRE

                                    “DISCESE AGLI INFERI”
            (meditazione tenuta a Desenzano il 18 aprile 1987, Sabato Santo)

  “Il contenuto liturgico del Sabato Santo è molto complesso ed anche diverso nell’oriente
dall’occidente. L’occidente è più legato all’avvenimento esterno ed in questo giorno in particolare alla
sepoltura di Gesù, mentre l’oriente cerca di comprendere, o almeno di percepire, il mistero che
l’avvenimento esteriore fa presente, come il segno fa presente la realtà.
  Il senso del mistero che si cela nella sepoltura del Cristo è ambiguo, cioè ha due aspetti diversi ma
complementari, tanto che non si possono separare. Anzitutto è da tener presente che la Chiesa in
questi ultimi secoli ha messo da parte, pur senza negarlo, uno dei dogmi fondamentali del
Cristianesimo primitivo: la discesa di Gesù agli inferi. Che significato ha per i cristiani di oggi questa
espressione? È grave cercare di dimenticare o almeno non cercare di realizzare tutto quello che
crediamo (...).
  L’espressione “descendit ad inferos” contenuta nel Simbolo degli Apostoli ci richiama un’altra discesa
di Gesù oltre a quella della sua incarnazione. Come l’ascensione porta il Cristo nel seno del Padre, cioè
al di là di ogni limite, di ogni misura, nella trascendenza infinita di Dio, così questa discesa implica di
per sé l’affondare nell’abisso più fondo della creazione: infatti gli inferi, l’inferno, indicano la più
grande umiliazione del Figlio di Dio. Ma, come dicevo prima, questo dogma nella sua dimensione
misterica, ha due facce: implica sì, la suprema umiliazione del Cristo ma anche la suprema
glorificazione, la massima espressione della potenza del Cristo vittorioso. Da una parte la discesa negli
inferi è il precipitare di Dio negli abissi: prima si fa uomo, muore, poi discende nella tomba ed infine
addirittura nell’abisso più profondo, cioè negli inferi. Ma d’altra parte, siccome si tratta della discesa
di un Dio, gli inferi divengono cielo! Poiché gli inferi non possono trattenere un Dio né in qualche
modo limitarlo, condizionarne la vita, sono invece essi stessi che vengono distrutti dal fatto che Dio
discende! Da qui derivano certe proposizioni, non dogmatiche, ma proprie anche dei Padri greci, per i
quali l’apocatastasi (il ristabilimento nell’ordine primitivo) è un fatto, direi, di cui non si può dubitare
(...).
  Tenete presente la pittura occidentale portata sempre a dipingere soltanto i fatti esterni, la storia:
essa non rappresenta mai la discesa negli inferi. Né Masaccio né Giotto né altri pittori occidentali
fanno alcun richiamo a questo dogma. Invece quasi tutte le icone delle Chiese orientali, quando
rappresentano il Cristo, o raffigurano il Pantokrator (l’Onnipotente) o la discesa negli inferi. Così nella
rappresentazione della resurrezione si vedono le porte crollare e i piedi di nostro Signore sui battenti
delle porte e Lui che dà la mano da una parte ad Adamo e dall’altra ad Eva e li trae a sé (...).
  Perciò nella discesa agli inferi l’umiltà più profonda si identifica alla gloria di Gesù Cristo: l’impotenza,
la debolezza di un Dio che discende fino negli abissi, quasi, del nulla, divengono la manifestazione
dell’onnipotenza divina, di un potere che vince gli inferi (...).
  Eppure io debbo credere alla realtà di un inferno eterno! Ma che cosa vuol dire allora questa discesa
negli inferi di nostro Signore? Bisogna ricordare quello che diceva la beata Giuliana di Norwich che si
può leggere nelle Rivelazioni del Divino Amore o nel piccolo libro scritto da me, Tre mistici e il loro
messaggio (dei tre il più importante è proprio quello di Giuliana di Norwich). Di fronte a questo
dogma non dobbiamo dire né di sì né di no, ma soltanto tacere. A Giuliana il Signore diceva: “Tutto
andrà a buon fine, io ti dico che tutto andrà a buon fine”. Non dice che noi dobbiamo negare l’inferno,
ma che tu non devi metterti al di sopra di Dio (...).
  Il mistero che celebriamo in questo giorno, la discesa di Gesù negli inferi, ci dice che non c’è più un
luogo della terra, della creazione, anche in senso metaforico, spaziale, che non sia pieno di Dio, cioè,
della sua santità, della sua gloria, del suo amore. Ma allora i dannati? La contraddizione potrà essere

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LA PAROLA DEL PADRE
eliminata dalla conoscenza che avremo domani riguardo il dannato. È evidente che Dio riprende tutte
le cose da lui create riassumendole e glorificandole in sé mediante il suo Verbo, ma la persona umana
che è pura determinazione di sé, che è libertà pura, può anche non essere assunta, se non lo vuole
(...)”.
                                                                                          il Padre

                                       RINGRAZIAMENTI
  Qualche settimana fa abbiamo inviato al Santo Padre Benedetto XVI, al cardinale Re, Prefetto della
Congregazione per i Vescovi e all’Arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori, una copia della
ristampa del libro del Padre che racchiude le sue meditazioni rivolte all’allora pontefice Paolo VI.
 Riportiamo qui e a pag. 7 due delle tre lettere che abbiamo ricevuto in risposta, rievocando quanto il
Padre ci tenesse al rapporto di comunione con la gerarchia della Santa Chiesa e ringraziando di cuore il
Signore di ricevere da essa conferme così consolanti.

                                                   5
AMORE PER LA COMUNITÀ

 Dall’Assistente Generale
 Carissimi fratelli e sorelle,                           una giornata bella, emotivamente intensa. Tante
 nel Cristo risorto vi abbraccio tutti. Vi scrivo        testimonianze toccanti hanno messo in evidenza
all’indomani della giornata commemorativa nel            come nostro Signore si serve di ogni situazione,
quarto anniversario della morte del Padre, che           anche di dolore, per attirarci a Lui. Il Padre è
ha visto mobilitata tutta la Comunità dei figli di       riuscito in questa giornata a riunire tutta la CFD
Dio. Ovunque si è pregato insieme, si è vissuta          e non solo, perché non pochi erano i mariti o le

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mogli o i figli non consacrati che hanno                   quando i consacrati non avvertono la bellezza,
partecipato e condiviso con noi la giornata.               l’importanza, la ricchezza di questa vocazione
Tutto bello: belle meditazioni, commoventi                 che, se vissuta pienamente, è davvero una
ricordi; si respirava aria di fraternità e                 vocazione semplicemente cristiana.
venerazione (giusta) verso il Padre fondatore,               Per quell’amore che ho per la Comunità e per
don Divo Barsotti, e ripeto: tutto bello!                  tutti voi, faccio mie le parole di san Pietro:
  Alcune domande che all’indomani sorgono                  «Cercate di render sempre più sicura la vostra
spontanee: quanti hanno percepito e preso                  vocazione e la vostra elezione. Se farete questo
coscienza del senso di appartenenza alla                   non inciamperete mai. Così infatti vi sarà
Famiglia religiosa nella quale Dio ci ha riuniti per       ampiamente aperto l’ingresso nel regno del
un suo piano divino di salvezza? Eravamo                   Signore nostro e salvatore Gesù Cristo» (2Pt 1,
consapevoli del legame che ci unisce come                  10‐11).
fratelli e sorelle in virtù della consacrazione? Ci          E il Padre dice: «Ricordiamoci che una nostra
sentiamo figli spirituali di don Divo Barsotti             risposta a Dio è inseparabile dal nostro amore
anche di fronte a tutti coloro che nella Chiesa            alla Comunità nella quale Egli ci ha voluto.
hanno un grande rispetto per la sua figura?                Ricordiamoci che l’amore alla Comunità non è
Oppure si è trattato solo di ricordare e                   divisibile dal nostro amore per il Cristo e per la
“festeggiare” un uomo di Dio, perdendo di vista            sua Chiesa. La Comunità non è un qualunque
tutto il tesoro che egli ci ha lasciato facendosi          accessorio, qualche cosa che si aggiunge alla
strumento del disegno di Dio su di noi, ossia la           nostra professione cristiana: è per tutti noi la via
Comunità dei figli di Dio?                                 sicura che ci conduce a Dio. E come nulla può
  E la Comunità sei tu, caro fratello, sei tu, cara        anteporsi a Dio, così per noi nulla è più sacro
sorella. La salvezza di tante anime non dipende            dell’amore che dobbiamo alla Comunità nella
da don Divo Barsotti o da padre Tizio. Anche da            quale il Signore ci ha voluto. La Comunità è la
loro, certo, ma essenzialmente dipende dalla tua           nostra madre. Dalla Comunità noi riceviamo il
risposta al Signore, dipende dalla tua fedeltà a           pane che ci nutre, la luce per il nostro cammino,
quel «Cerco Dio Solo» che dicesti nella Comunità           la gioia della comunione fraterna» (dalla circola‐
dei figli di Dio. E allora festeggiamo don Divo            re Amore per la Comunità in USFPV IV vol., p.
Barsotti tutti i giorni con la nostra fedeltà agli         69).
impegni e con l’amore ai fratelli, con la nostra             Il Padre è semplice e chiaro: noi tutti, con la
incessante preghiera. Così quello di assomigliar‐          consacrazione, ci siamo offerti a Dio e legati alla
gli sarà il nostro modo migliore di festeggiarlo.          Comunità; per noi non ci sono altre vie (a meno
  Carissimi, sento su di me la responsabilità di           che non decida di uscire dalla CFD) e non
Assistente Generale. Per questo sono ancora più            possiamo camminare contemporaneamente qua
impegnato ad “essere” e a spronarvi, non                   e là o partecipare agli impegni comunitari solo
perché, credetemi, ci provi gusto, ma perché               quando siamo liberi da altre cose. Questa è la via
dall’incontro con un uomo che mi ha indicato               che il Signore ci ha dato per raggiungere la
una via di salvezza ho ricevuto un “fuoco” che             santità e quanto più crescerà l’amore alla
non posso trattenere. Ma, se non riesco a                  Comunità, tanto più saremo sicuri della nostra
salvare me stesso, come potrò salvare gli altri?           salvezza.
  Dobbiamo fermamente credere a questa                       La pace del Signore risorto sia nei vostri cuori e
chiamata, a questa vocazione! Non certo per dei            nei cuori di tutti i vostri cari.
nostri meriti. No! Soltanto per la misericordia di           Affettuosamente
Dio. E il solo non credere o avere qualche
dubbio, dice il Padre, è per me una condanna.                                                            Vito
  Vedete, carissimi fratelli, il nostro cammino, la
nostra spiritualità, è al tempo stesso assai
semplice e assai impegnativa. Più che
impegnativa. Totalizzante! E dispiace vedere

                                                       7
LEVITICO

  I Leviti sono i figli di Levi ‐ uno dei figli di                 La Chiesa primitiva prese le distanze da questo
Giacobbe ‐ che svolgevano in Israele compiti                     libro; molte prescrizioni sono legate agli usi e
sacerdotali sotto la direzione prima di Aronne e                 costumi del tempo e molti atti cultuali oggi fanno
poi dei suoi successori. Da una generazione ad                   meravigliare. Bisogna avere una chiave di lettura
un’altra i sacerdoti trasmettevano norme e                       storico‐antropologica e comprendere l’intenzione
formule rituali che risalivano ai tempi della                    del libro, quella di affermare che il culto di Dio, la
peregrinazione nel deserto e che si erano                        lode, l’adorazione, il ringraziamento, l’espiazione,
sviluppate nel corso dei secoli specialmente ai                  necessitano di atti capaci di trasferire l’uomo in
tempi di Davide e Salomone. L’opera di quella                    una dimensione sacra (la liturgia).
corrente della tradizione sacerdotale più legata al
                                                                   Nucleo centrale del libro, come già detto, è il
tempio di Gerusalemme trova il suo culmine nella
                                                                 CODICE DI SANTITÀ. Santità non solo religiosa o
“legge di santità”, vero nucleo centrale di tutto il
                                                                 morale, ma quasi “fisica”, nel senso che genera un
libro, ed è parallela all’opera di quell’altra
                                                                 campo di attrazione talmente potente e ampio da
corrente sacerdotale che darà origine al
                                                                 far confluire in esso tutta l’esistenza. Tutta la
Deuteronomio.
                                                                 legge, tanto quella rituale che quella morale e
  Il libro del Levitico, che è scritto dopo l’esilio, è la       civile, tende a realizzare sulla terra un popolo ed
sintesi del pensiero sacerdotale riguardo al culto e             un sacerdozio santo. La vita umana è un rito
la tradizione sacerdotale. Nel libro sono messi                  religioso ininterrotto in onore di Dio. L’esigenza di
insieme elementi dell’epoca mosaica e preesilica,                santità del singolo e del popolo è dettata da Dio
con prescrizioni proprie dell’epoca post‐esilica                 stesso. Il suo pressante invito è: «Siate santi come
(l’epoca della restaurazione, l’epoca della legge                io sono santo» (Lv 19,2).
deuteronomista).                                                   La santità, peraltro, non si realizza nel semplice
  Come un manuale, contiene le “rubriche”                        atto o nelle cose, ma è opera di Dio stesso che in‐
riguardo al culto, ai sacrifici, ai sacerdoti, alle feste        terviene: «Io sono Jahvè che vi santifica» (Lv
dell’anno, associate a una serie di norme morali,                22,32).
pratiche, rivolte al popolo, in relazione al suo                   Non si tratta di ritualità magica o di prescrizioni
essere “popolo santo” di fronte a Dio.                           vuote di significato. Ma si vuole entrare,
  È da tenere presente comunque che la tradizione                attraverso la legge, in un rapporto con Dio che
sacerdotale attraversa tutto il Pentateuco: l’opera              passa per la purificazione interiore ed esteriore.
degli scribi sacerdotali è quella di ripensare e                   Anche situazioni indipendenti dalla propria
ricostruire la storia del popolo di Israele dalle                volontà possono rendere impuro chi le vive (tabù).
origini fino all’insediamento a Canaan ed a                      La progressiva interiorizzazione e
Gerusalemme. Una storia sacra che è la storia                    personalizzazione del culto, attraverso la
dell’alleanza di Dio con gli uomini: la creazione,               predicazione dei profeti, educherà alla
l’alleanza con Noè, l’alleanza con Abramo,                       comprensione dello spirito che anima la legge.
l’alleanza al Sinai. È possibile rileggere nei libri del
                                                                  Il libro si può suddividere in quattro sezioni:
Pentateuco questa storia che diviene una sintesi
                                                                  1. RITUALE DEI SACRIFICI (Lv 1‐7)
mirabile nell’intento di superare la descrizione dei
                                                                  Tutto il rituale nel suo insieme è collegato alla
fatti, raccontati in modo schematico, mettendo in
                                                                 peregrinazione nel deserto e viene così posto
evidenza il senso finale dei cinque libri attribuiti a
                                                                 sotto l’autorità di Mosè. In realtà il rituale riceve la
Mosè: Dio si allea con gli uomini dando ad essi
                                                                 sua forma definitiva in epoca post‐esilica.
una Legge, il popolo israelita ha la primogenitura
di un popolo santo, che vive della stessa santità di              Il sacrificio di olocausto, che prevede l’intera
Dio.                                                             consumazione della vittima, risente di rituali

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cananaici ed è presente nelle conoscenze che         qualche modo della santità di Dio. Separazione da
Israele ha dei riti dei profeti di Baal (vedi 1Re 18).
                                                     ciò che è profano ed esigenza di purità per essere
La tradizione cristiana riconosce in questo          santi come è santo Dio. Le prescrizioni riguardano
sacrificio la preparazione e la prefigurazione del   la vita sessuale, la vita quotidiana con relative
sacrificio unico del Cristo (Eb 10,1‐10).            sanzioni.
                                                       Di particolare importanza è il capitolo 23 dove si
  Il sacrificio di offerta, in cui si offrono le primizie
dei prodotti della terra. Questo rito è              descrive l’anno liturgico del popolo ebraico, con le
accompagnato da un sacrificio cruento e si           feste ed i rituali ad esse legate.
conclude con una libagione di vino.                    Il capitolo 25 parla degli anni santi. È il dominio di
  Il sacrificio di comunione, in cui la vittima è divisa
                                                     Dio sul tempo e sulla terra che viene affermato e
tra Dio e l’offerente, realizza un vero banchetto    la necessità di riconoscerne periodicamente il
sacro.                                               dominio con questa celebrazione. L’anno giubilare
  Il sacrificio di espiazione e di riparazione, nel  (jobel è il corno con il cui suono si annuncia l’inizio
quale più di ogni altro è prefigurato il sacrificio di
                                                     dell’anno) vuole essere una reale “liberazione”
Cristo.                                              delle persone e dei beni: ciascuno ritorna al suo
                                                     clan e riprende il suo patrimonio originario in una
  2. L’INVESTITURA DEI SACERDOTI (Lv 8‐10)
                                                     riconciliazione con i suoi simili e con la terra.
  Il rituale comprende la vestizione e l’unzione.
                                                     Riprendere questo significato originario ed
Quest’ultima trasferisce al sacerdote un potere
                                                     interiorizzarlo, trasferirlo sul piano spirituale è
regale ed è tipica del rituale del secondo tempio
                                                     quanto la Chiesa periodicamente invita a fare.
(dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia). In epoca
più antica non c’era una ordinazione sacerdotale Il libro del Levitico è prezioso per comprendere il
propriamente detta.                                  culto cristiano ed il suo simbolismo. Molti sono i
                                                     sensi con cui è possibile una lettura del testo.
  3. LA LEGGE DI PURITÀ (Lv 11‐15)
                                                       Il senso della trascendenza e della santità di Dio:
  Viene descritto un ideale di purezza morale e
                                                     la purificazione del cuore e della mente è
fisica in vista del rapporto con Dio. È puro ciò che
                                                     condizione per essere “vicini” a Dio ed entrare nei
può avvicinare a Dio, è impuro ciò che rende inetti
                                                     luoghi e nei tempi “separati”, sacri, all’interno dei
al culto o addirittura esclude dal culto. Le regole
                                                     quali viviamo, nel mistero, un rapporto con Dio.
da osservare riguardano gli animali (gli animali
                                                     Per il cristiano significa vivere il mistero pasquale
impuri sono quelli che i pagani considerano sacri),
                                                     del Cristo nella sua oggettività e realtà.
ma anche la vita fisica, biologica dell’uomo: la
                                                       Il senso del sacro ci apre poi al senso liturgico. La
nascita, la vita sessuale, la morte.
                                                     liturgia non è un insieme di gesti vuoti di
  Dio solo è Signore della vita.
                                                     significato. Attraverso il rito entriamo a far parte
  I profeti insisteranno poi sulla purificazione del
                                                     del sacro, comprendiamo ed interiorizziamo il
cuore preparando il Nuovo Testamento in cui
                                                     mistero; ed estendendo la realtà rituale, con i suoi
Gesù libera i suoi discepoli da precetti che abbiano
                                                     ritmi, a tutta l’esistenza (nel tempo e nello spazio),
solo valore esteriore.
                                                     intuiamo il profondo significato religioso della vita.
  La sezione termina con il capitolo 16: IL GIORNO
                                                     Bisogna fare in modo che la liturgia diventi un
DELLA ESPIAZIONE. La tradizione sacerdotale
                                                     vero respiro dell’esistenza, il suo ritmo è il vero
mette insieme due rituali: un sacrificio espiatorio
                                                     segnatempo della nostra vita. Una liturgia come
e quello dell’invio del capro sul quale vengono
                                                     pedagogia del sacro che ci introduce
trasferiti i peccati e le impurità.
                                                     progressivamente alla ricerca degli spazi e dei
  4. LA LEGGE DI SANTITÀ (Lv 17‐26)                  tempi di Dio.
  Risale all’epoca monarchica e riflette gli usi del                                      Domenico Ientile
tempio di quell’epoca. Dio nella sua trascendenza
è inaccessibile; può comunicare la sua santità solo
a ciò che a Lui si avvicina, ciò che è a Lui
consacrato. I tempi, i luoghi, l’arca, le persone, i
sacerdoti sono separati e sacri e partecipano in

                                                            9
FORMAZIONE PERMANENTE

                                       QUALE MISSIONE?
  Abbiamo raggiunto il centro del nostro percorso
nel mese di marzo, considerando il nostro essere
figli di Dio. Il percorso per giungere a questa
affermazione è stato di carattere dogmatico:
abbiamo, cioè, studiato i fondamenti di fede della
nostra spiritualità per cogliere su quali verità riposa
la consacrazione nella Comunità dei figli di Dio.
Abbiamo così cercato di rispondere alla domanda:
qual è il nostro volto? Da ora in avanti prenderemo
in considerazione i comportamenti che scaturiscono
dal nostro essere figli di Dio. Quale missione
dobbiamo vivere nel mondo?

  SPIRITUALITÀ ESCATOLOGICA
  I brani di riferimento per questo Incontro sono i
§§ 5 e dal 51 al 62 de La spiritualità della CFD,             risolve sempre in un servizio ai fratelli. Questa
l’inserto del Notiziario di settembre 2009. I testi           deve essere la nostra intenzione (La spiritualità
biblici che più interessano sono le Beatitudini (Mt           della CFD §§ 51‐56. È da tenere presente che il
5, 1‐12) e 1 Cor 7, 29‐31.                                    Padre sta parlando al Consiglio della Comunità,
  Il § 5 de La spiritualità della CFD introduce               in una riunione di governo; per questo fa
magnificamente il tema che poi viene sviluppato               riferimento al lavoro dei Comitati, in questo
nei §§ 51‐62 dello stesso testo. Che cosa comporta            caso di quello della cultura. Da questo stesso
il fatto che la nostra spiritualità sia escatologica,         fatto dipende la scelta degli esempi);
cioè, tendente alle cose ultime ed eterne?                  - il secondo riguarda la vita matrimoniale e
  Lo svolgimento dell’argomento parte dal principio           familiare, il trascendimento dei legami della
di fondo espresso da san Paolo in 1 Cor 7, 29‐31: «Il         carne e del cuore per tendere a una vera carità
tempo ormai si è fatto breve», il Signore è qui ed è          divina anche negli affetti più naturali e umani
la nostra salvezza, la nostra vita, il nostro scopo,          (La spiritualità della CFD §§ 57‐62. Qui il Padre
perciò bisogna vivere nel mondo senza fare del                parla per il Comitato della famiglia).
mondo stesso il fine della nostra vita. Sant’Ignazio
di Loyola esprime lo stesso concetto con il principio        Per l’eventuale approfondimento:
del tantum quantum (come lo definisce il Padre),             ‐ Vademecum, cap. III, § Le Beatitudini;
che vuol dire: bisogna usare delle cose del mondo            ‐ Barsotti Divo, Meditazione sulla prima Lettera di
solo nella misura, a condizione e per il tempo che         Giovanni, Editrice Queriniana, Brescia 1990, pp. 51‐
mi sono utili per andare verso Dio.                        57. Questo è un testo utile e importante, anche se
  Dopo l’affermazione di questo principio, il              è il commento ad un brano biblico che non
discorso del Padre si sviluppa in due esempi sul           abbiamo preso in considerazione;
piano pratico, sul piano del nostro comportamento            ‐ Esercizi grandi di Greccio, il 3 agosto 1969
nel mondo:                                                 (inserto del Notiziario di marzo 2009), i §§ da Gli
  - il primo considera come il consacrato debba            ammonimenti di san Francesco a Buono e umile
    vivere una sua missione nel mondo, infatti, la         religioso compresi (pp. 7‐9).
    ricerca di Dio soltanto porta con sé l’obbedienza                    a cura del Comitato della Formazione
    alla sua volontà e il compimento di questa si

                                                      10
FORMAZIONE E ATTUALITÀ

     RELATIVISMO ETICO: FAMIGLIA ED EMERGENZA EDUCATIVA
  La vocazione al matrimonio nel pensiero del           puro egoismo (Enciclica Deus Caritas Est).
Padre                                                   Parlando ai giovani, li invita a riscoprire il senso
  Dio dà ad ognuno una vocazione specifica, ma          vero dell’amore e il valore della castità
chiama tutti ugualmente alla perfezione                 spiegando che essa non va vista come
evangelica. La santità è la risposta dell’uomo ‐        limitazione, al contrario, rappresenta la scuola
ciascuno nel suo stato di vita ‐ all’unica              dell’amore pienamente vissuto e inteso come
vocazione all’amore ricevuta da Dio. In                 dono di sé: “L’amore è possibile: un amore che
particolare, gli sposi vivono quell’unione con Dio      genera pace e gioia. Come si manifesta a noi
che è la vocazione ultima di ogni cristiano,            Dio‐Amore? La manifestazione dell’amore divino
attraverso il coniuge che fa presente Cristo nella      è totale e perfetta nella Croce. Redenta dal Suo
loro vita. Come i voti religiosi costituiscono i        sangue, nessuna vita umana è inutile o di poco
mezzi necessari per purificare l’anima consacrata       valore, perché tutti siamo amati personalmente
a Dio, così il matrimonio è il mezzo che libera         da Lui. Il periodo del fidanzamento è un tempo di
dall’egoismo coloro che vivono nella famiglia.          attesa e di preparazione che va vissuto nella
Come ricorda Padre Barsotti, “non si creda che la       castità dei gesti e delle parole. Ciò permette di
santità nel matrimonio debba esigere meno della         maturare nell’amore e nell’attenzione verso
santità di coloro che vivono nei conventi”. E           l’altro. L’Eucarestia è la grande scuola
aggiunge: “Il matrimonio cristiano è impegno di         dell’Amore”.
vivere l’amore perfetto nel dono di ciascuno              Per don Divo è fondamentale che Dio abbia
all’altro e ai figli, nell’umiltà, nella pazienza,      voluto elevare a sacramento la naturale unione
nella liberazione da ogni egoismo. L’amore è            dell’uomo e della donna perché per vivere a
sacrificio, l’amore ci spoglia, è dono di tutta la      pieno questa vocazione è necessaria la grazia
vita (…) Se voi viveste il matrimonio fino in fondo,    divina. La stessa fedeltà è frutto di questa grazia:
non ci vorrebbe nulla di più per essere santi!”.        essa non consiste “solo” nel non commettere
Nel matrimonio si vive quaggiù il sacramento,           adulterio, ma è da intendersi, in senso positivo,
cioè il segno, del rapporto nuziale che lega            come impegno a vivere totalmente per l’altro:
l’anima a Cristo: ognuno deve vivere per l’altro        amare vuol dire donarsi e il solo voler trattenere
come, nella SS. Trinità, ogni Persona divina, vive      qualcosa per sé, sottrarlo al dono, è già la
per l’altra. Tutto il Nuovo Testamento ruota            negazione stessa dell’amore. L’unione coniugale,
intorno al tema delle nozze come simbolo della          continua il Padre, ha carattere soprannaturale,
nuova Alleanza, dell’unione intima tra Dio e            infatti, “nella vita del Cielo, coloro che saranno
l’uomo, sigillata in Cristo e fondata sulla nuova       salvati vivranno pienamente, nella loro unione
legge dell’Amore, ma sin dalla Genesi impariamo         con Dio, anche l’unione con tutti coloro che
che Dio ha creato l’uomo e la donna come esseri         hanno amato, perciò anche il marito o la moglie,
incompleti e che solo la loro unione nel                pur vivendo un rapporto diverso, non si
matrimonio realizza quella completezza per la           perderanno”.
quale essi sono stati creati.                             L’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, spesso
                                                        ricordata anche da Giovanni Paolo II e Benedetto
 Matrimonio e amore coniugale nel Magistero             XVI, è un documento fondamentale del
della Chiesa: castità e fedeltà                         Magistero della Chiesa, su questi temi.
 Papa Benedetto XVI afferma che l’amore                 Pubblicata nel 1968, in un contesto storico
umano, quando è separato dall’Amore divino,             infervorato da sconvolgimenti sociali, essa è
conduce alla mercificazione del corpo e diviene         stata oggetto di feroci critiche sia da parte del

                                                       11
del mondo laicista, sia, purtroppo, da ampi          fonda la società cristiana, e questo il diavolo lo
settori del mondo cattolico (a vari livelli),        sa bene, ecco perché punta a distruggerla, sia
“inquinati” dalle teorie moderniste che              pur in modo subdolo, servendosi della diffusione
imperversavano (a dimostrazione, come Gesù           di principi apparentemente condivisibili sul
insegna, che la Verità attira sempre contro di sé    piano umano come falsi concetti di libertà e
la persecuzione). Essa riassume, senza               tolleranza. Il Padre definisce la secolarizzazione
compromessi, i principi che esprimono il senso       come “una forza aggressiva contro il
profondo del matrimonio e dell’amore                 Cristianesimo tradizionale” e aggiunge che “la
coniugale, quali la non separabilità delle due       famiglia che l’accetta per una illusoria conquista
finalità del matrimonio (comunione tra coniugi e     di libertà, finisce in pratica col sottrarsi alla
finalità procreativa), la sua indissolubilità,       Chiesa”. Il proliferare di forme di unioni e
l’illegittimità dell’uso di mezzi contraccettivi e   convivenze, alle quali si vorrebbe riconoscere la
abortivi, compreso il preservativo, per la           stessa dignità della famiglia consacrata nel
regolazione delle nascite (viene dunque negato il    matrimonio, è il segno di un vero e proprio
presunto           diritto       dei    coniugi      attacco sferrato contro la famiglia. Una
all’autodeterninazione nel compito della             conferma ci arriva proprio da Papa Benedetto
trasmissione della vita) e il richiamo ai sacerdoti  XVI: “Queste false concezioni della famiglia e del
a predicare senza ambiguità gli insegnamenti         matrimonio che non rispettano il progetto
della Chiesa su matrimonio, amore e castità.         originario di Dio sono la causa principale
                                                     dell’instabilità delle famiglie; non si possono
  Il ruolo della donna nel pensiero del Padre        ammettere iniziative che mirano a benedire le
  Secondo il Padre “la causa del fallimento dei unioni illegittime: divorzio, convivenza, famiglie
matrimoni è anche il femminismo moderno: se la allargate, rovinano la vita di molti bambini. Mai
donna vuole essere come l’uomo si distrugge la come ora l’istituzione naturale del matrimonio e
complementarietà su cui si basa il matrimonio. della famiglia è stata vittima di attacchi tanto
La vita umana suppone la distinzione dei sessi; violenti”. Non ci si rende conto, dice anche don
non si può andare contro l’ordine della Divo, che proprio questa confusione etica che
creazione”. Poi ricorda come “il Cristianesimo rende indistinto il bene dal male, è la principale
eleva la donna ad una dignità mai conosciuta causa dell’emergenza educativa e del fallimento
prima, sin dai tempi dell’antichità; infatti non c’è dei matrimoni. Il Papa spiega che “si tratta di
tra le creature umane una che possa reggere il un’emergenza inevitabile: in una società e in una
confronto con Maria, la Madre di Dio”. Ecco la cultura che troppo spesso fanno del relativismo il
straordinarietà sconvolgente del Cristianesimo in proprio credo, viene a mancare la luce della
uno dei suoi misteri più grandi, quello verità, anzi si considera pericoloso parlare della
dell’Incarnazione: “una donna che può dire a verità”.
Dio: Figlio! E un Dio che dice ad una donna: Il Catechismo (n. 460‐461) così definisce il
Mamma!”. Infine, sul ruolo della donna compito dei genitori: “Partecipi della paternità
nell’educazione dei figli afferma: “Quanti santi divina, sono, per i figli, i primi responsabili
conosciamo educati e cresciuti nella fede dalle dell’educazione e i primi annunciatori della fede
loro madri! La donna ha, dunque, una attraverso l’esempio, la preghiera, la catechesi
grandissima missione da realizzare nella familiare e la partecipazione alla vita della
famiglia: spesso è lei che porta l’uomo al Signore Chiesa”. Il Padre, più volte ci ricorda che
perché gli uomini sono meno aperti alla grazia nell’educazione dei giovani le parole e le opere
divina perché hanno maggiore orgoglio, invece non bastano: ciò che conta è l’esempio di una
la donna sa amare e dimenticarsi di sé”.             vita, l’essere santi. Bisogna ridare centralità alla
                                                     preghiera in famiglia: fin da piccoli i bambini
  La famiglia nella società secolarizzata e devono imparare dai genitori a pregare, a
l’emergenza educativa                                cominciare dalla Messa, dalla liturgia delle ore e
  La famiglia è la cellula fondamentale su cui si dal Rosario. Tanti sacerdoti e religiosi

                                                      12
attribuiscono la loro vocazione all’educazione          comprenderne la grandezza e la bellezza.
cristiana e alla preghiera ricevuta in famiglia. Il     Concludendo, l’eredità autentica che dobbiamo
crollo delle vocazioni non è dovuto ad una              lasciare ai nostri figli non sono le proprietà, né il
minore generosità del Signore nel suscitarle,           denaro, ma la nostra fede.
bensì va spiegato con la mancanza di esempi di
                                                                                  a cura di Vito Muschitiello
vita che aiutino i giovani a riconoscere la
                                                                          per il Comitato della Formazione
chiamata divina a donarsi totalmente a Dio e a

 Graciela, Franquelina,
 p. Paolo, Mons. Oscar
  Urbina, p. Gustavo,
 Ana María, Carmenza
 e Martha. Siamo nella
  casa di Ana María a
 Villavicencio. Le prime
 due e Ana María sono
  del Gruppo di quella
   città chiamato San
   Martino de Porres.

                                                                                             María Consuelo,
                                                                                              John, Graciela,
                                                                                                 p. Paolo,
                                                                                                Carmenza,
                                                                                             Franquelina, Luis
                                                                                                Alejandro
                                                                                                (marito di
                                                                                               Carmenza) e
                                                                                              Martha. Sono i
                                                                                               partecipanti
                                                                                              degli Esercizi di
                                                                                               Villavicencio.

Luis Alfredo, p. Paolo, Ángela, Gustavo, María Consuelo, Juan Sebastián (simpatizzante), Emperatriz
(aspirante), Carolina, Judith, Mauricio (marito di María Consuelo), Angélica María (nipote di Luz Marina e
simpatizzante). Sono i partecipanti agli esercizi di Bogotá II. Luis Alfredo è il marito di Melba e Ángela, Gu‐
stavo e Juan Sebastián sono tre dei loro cinque figli.

                                                      13
ADUNANZE 2009‐2010

                          MATTUTINO DELLA RESURREZIONE
                              «Noi recitiamo il Mattutino della Resurrezione
                     che nella Chiesa anche occidentale ha distinto in qualche modo
                   il nostro volto, ha dato a noi una nostra fisionomia particolare»[1].

  La liturgia bizantina riserva un ruolo centrale al      possiamo anche realizzare in modo più concreto
Vespro e al Mattutino. Il Vespro si recita al             il nostro incontro con Dio»[2]. Il cuore si fa umile,
tramonto, simbolo della caduta dell’uomo nel              la preghiera si fa nostra, si interiorizza, è
buio del peccato, il Mattutino, l’òrthros,                preghiera del cuore, ed ecco che «tutto sparisce
officiatura dell’aurora, è collegato al sole che          e noi non viviamo più che di Cristo risorto»[3].
sorge, simbolo di Gesù Cristo che con la morte              «Se nel Canone è la Chiesa che canta, nei Salmi
vince la morte e il peccato e ci conduce alla             è Cristo stesso che prega. La preghiera di Gesù!
salvezza.                                                 Preghiera composta prima dell’Incarnazione,
  L’òrthros ha caratteristiche diverse a seconda          preghiera profetica che si realizza nel Cristo: e
dei giorni in cui si recita – feriali, domenicali,        Gesù usa i Salmi per la sua preghiera
festivi – e rappresenta l’officiatura quotidiana          personale»[4]. Recitando i Salmi noi preghiamo
più ricca e complessa. Tra tutti il Padre ha scelto       con Gesù, siamo uniti a Lui, «i nostri cuori sono
il Mattutino di Pasqua, o Canone di Pasqua,               in cielo»[5]. Il Sermone di san Giovanni
opera di san Giovanni Damasceno, teologo e                Crisostomo dà piena ragione di questa gioia.
innografo dell’VIII secolo, che include i salmi di        Attraverso il mistero della Resurrezione abbiamo
lode e il Sermone di un altro grande Padre della          ricevuto tangibile il dono gratuito dell’amore di
Chiesa, san Giovanni Crisostomo.                          Dio, che trasforma e trasfigura. Non è
  Il Canone, una esplosione di gioia, si colloca non      concepibile un contrasto maggiore rispetto
a caso tra due preghiere litaniche. «La Preghiera         all’opinione corrente: la morte ha perduto per
litanica: non vi è nulla di più grande; fra tutte le      sempre il suo pungiglione, è divenuta fonte di
preghiere liturgiche l’amo in un modo                     vita.
particolarissimo. Quale abbracciamento, per                 Gesù «con la morte ha calpestato la morte», ha
l’uomo, quale impeto di amore non implica                 trasformato per sempre il nostro oggi in Pasqua,
questa preghiera! […]. La Preghiera litanica è            in fiduciosa consapevolezza della vita eterna.
una preghiera che implica certamente il mettersi          L’«abbandoniamoci a Cristo», così spesso ripetu‐
dell’anima davanti al Signore, ma implica che             to dal Padre, è carico di questa consapevolezza.
l’anima davanti al Signore porti con sé tutte le          Non un invito al riposo, ma ad un operare conti‐
cose, i ricordi, le esperienze di tutta la sua vita, i    nuo alla sequela di Gesù, a vivere il rapporto di
suoi bisogni, il senso del suo peccato, il timore         fede in una costante relazione con Dio, nutren‐
per i pericoli imminenti, l’angoscia per la propria       doci di Lui per il tramite dell’Eucarestia e della
miseria, i bisogni, tutto. È proprio nell’istante in      preghiera.
cui noi ci uniamo più strettamente con gli altri e          Il Mattutino della Resurrezione è il vademecum
nell’umiltà riconosciamo di più la nostra                 della nostra vita di consacrati nella CFD, è la
condizione di pena, è forse in questo istante che         preghiera per eccellenza che celebra la Pasqua,
più realmente possiamo anche rivolgerci a Lui.            la Resurrezione di Gesù Cristo, è la Festa delle
Perché in quell’istante in cui veramente vogliamo         feste. È inno alla Croce fiorita, alla gioia, nucleo
assumerci la pena degli altri e ci rendiamo conto         fondante del nostro cammino, puntello nella
di questo loro bisogno e della nostra umiltà, in          salita che ci conduce all’incontro con Gesù
quell’istante, vivendo maggiormente l’amore,              Cristo.

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Pasqua come dimensione di vita.                       tutto e in tutti c’è qualcosa di buono[7].
  Per questo il Padre ha voluto che il Mattutino         «La nostra carità (perché in fondo la vita
della Resurrezione ci accompagnasse non solo in         cristiana non è che amore) si deve esprimere
tutte le solennità, ma in ogni momento della            soprattutto, più che nel servizio, nella preghiera:
nostra vita per dare forza e spessore alla nostra       in una preghiera che ci unisca sempre più
dimensione personale di credenti, alimentando           intimamente a Dio, in una preghiera che ci metta
la volontà di mettere in pratica le regole di vita      a servizio degli altri […]. Precisamente nella
che abbiamo accettato con la consacrazione.             preghiera noi vogliamo realizzare questa duplice
  «È il giorno della Resurrezione: popoli, irraggia‐    unità: l’unità dell’anima con Dio e l’unità
mo di gioia!». Che cosa esige la Comunità da            dell’anima col mondo […]. L’unità di ognuno di
noi? Esige di vivere la Pasqua, vivere il rapporto      noi col Signore, l’unità di ognuno di noi con tutta
con Cristo risorto. Cristo non è più soggetto alla      quanta la Chiesa, con tutta quanta l’umanità,
morte, ma è vita e gioia infinita. È questo il dove‐    con tutta l’umanità di oggi, con tutta l’umanità
re primo dei cristiani, di noi consacrati nella CFD:    di ieri, con l’umanità di domani. La nostra
rendere testimonianza della gioia; essere consa‐        preghiera non ha confine»[8].
pevoli che è un carisma, un dono dello Spirito
                                                                                a cura di Raffaella Monasteri
Santo; restituirla al mondo che l’ha perduta; es‐
                                                                                 per il Comitato della cultura
sere attraverso la preghiera al servizio del mon‐
do; «metterci a servizio dell’universale famiglia
umana» [6] ; realizzare quell’ecumenismo                    [1] Ritiro di Viareggio 16 dicembre 1960.
interiore che ci trasforma in cuore del mondo               [2] Meditazione del 25 aprile 1963.
che pulsa all’unisono con la Chiesa occidentale,            [3] Adunanza del 1° aprile 1951.
ortodossa, protestante, anglicana, con i musul‐             [4] Adunanza del 6 maggio 1951.
mani e con gli indù: «Bisogna che l’unità della             [5] Adunanza del 6 maggio 1951.
Chiesa si realizzi prima di tutto in me. Ecco quello        [6] Meditazione del 25 aprile 1963.
che importa la spiritualità della Comunità»: sen‐           [7] Ritiro di Viareggio 16 dicembre 1960.
tire che nulla e nessuno mi è estraneo, che in              [8] Meditazione del 25 aprile 1963.

                                       NOVITÀ IN BIBLIOTECA

                                 PER CONOSCERE MEGLIO IL SANTO CURATO D'ARS
                                 Siamo nell’anno sacerdotale indetto dal Papa e il santo Curato
                                 d’Ars è stato indicato come figura da prendere come esempio per
                                 tutti i sacerdoti. Per conoscerlo meglio (e per farlo conoscere di
                                 più, magari ai nostri sacerdoti, parroci e amici), segnaliamo il libro
                                 della Casa Editrice Shalom Ho visto Dio in un uomo. Si tratta di una
                                 biografia molto semplice, scorrevole, ma efficace, che fa
                                 conoscere bene la grandissima figura del parroco francese. Al
                                 termine sono riportate diverse frasi del santo e preghiere per
                                 chiedere la sua intercessione. Il prezzo di copertina è di € 7,00. La
                                 stesura del testo, di 393 pagine, con molte fotografie a colori e
                                 con la prefazione di Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino, è
                                 stata curata da p. Serafino.

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