Dal buio alla luce - Stazioni quaresimali 2019 - Diocesi di Brescia
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SUSSIDIO PER LE STAZIONI QUARESIMALI PREMESSA Analogamente al tempo liturgico dell’Avvento, l’Ufficio per la Litur- gia ha pensato un piccolo sussidio in cinque “Stazioni” per la Quaresima 2019 che possono diventare un contributo per le nostre Parrocchie in questo tempo favorevole in preparazione alla Pasqua di Resurrezione. Rispetto alle molte possibilità che si possono reperire in “rete”, le cin- que Stazioni quaresimali si distinguono per la proposta, corposa ogni vol- ta, almeno rispetto all’Ora Decima, dei testi tratti dai Discorsi, Omelie e Udienze di san Paolo VI che possono essere d'aiuto all'ascolto del Vangelo della domenica successiva ad ogni singola stazione. Abbiamo cercato testi che diventassero un invito all’ascolto del van- gelo domenicale, una sorta di preparazione che disponga il cuore ad una attenzione affettuosa della Parola del Signore, a un ascolto non solo at- tento, ma anche vivo. San Paolo VI, pur non essendo sempre di immediata e agevole let- tura-ascolto, è sempre profondo e puntuale e, senza dubbio, di grande valore. Sperando di essere di aiuto alle nostre Parrocchie, volentieri offriamo questo lavoro, che non vuole sostituire le tradizionali devozioni, ma af- fiancarsi ad esse e sostenere la preghiera, sulla base del Vangelo, anzitutto, e della riflessione di un santo, affinchè siamo aiutati e sostenuti nel cam- mino di Quaresima per scoprirne le ricchezze spirituali e progredire nella vita cristiana. 3
I SETTIMANA - QUARESIMA C __________________________________________ I STATIO Gesù tentato nel deserto Chi presiede e gli eventuali altri ministri entrano in silenzio nel presbiterio Guida: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. BREVE MONIZIONE G. Fratelli e sorelle carissimi facciamo ora memoria del nostro Battesimo nel quale siamo rinati come creature nuove nella misericordia di Colui che ha tanto amato il mondo da dare a noi suo Figlio. L’uomo interiore, uscito dalle acque del sacramento battesimale non deve vivere nella nostalgia delle opere della carne, non rivolgere il suo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne. 4
MEMORIA DEL BATTESIMO G. Cristo ci ha liberato dalla collera che sovrasta i colpevoli. T. Grande è il suo amore! G. Dal fianco suo squarciato sul Calvario acqua e sangue fluirono. T. Grande è il suo amore! G. Pace e grazia nell’onda del battesimo sono donate ai popoli. T. Grande è il suo amore! (aspersione con l’acqua del fonte battesimale) G. O Dio, che generi sempre nuovi figli alla Chiesa, donaci di vivere nella testimonianza della vita quotidiana il mistero del Battesimo che ci ha reso tuoi figli in Cristo Gesù nostro Signore. Amen. CANTO: SE TU MI ACCOGLI Se Tu mi accogli, Padre buono, prima che venga sera; se Tu mi doni il tuo perdono, avrò la pace vera: ti chiamerò, mio salvatore e tornerò, Gesù, con Te. Se nell’angoscia più profonda, quando il nemico assale; se la tua grazia mi circonda, non temerò alcun male: ti invocherò, mio redentore e resterò, Gesù, con Te. Signore, a Te veniam fidenti, Tu sei la vita, sei l’amor; dal sangue tuo siam redenti, Gesù Signore salvator. Ascolta Tu che tutto puoi: vieni, Signor, resta con noi. 5
INVITO ALL’ASCOLTO CON SAN PAOLO VI Si tratta di una pagina grande, arcana, del Vangelo. Dopo trent’anni di vita nascosta ed operosa in Nazaret, Gesù si accinge ad iniziare la sua pre- dicazione; ma prima si reca nel sud della Giudea al Giordano, ove vuol ricevere il Battesimo di penitenza dal Precursore, Giovanni Battista. Poi sale sui monti circostanti che costituiscono un paesaggio privo di vegeta- zione, orrido, senza vita (il Santo Padre lo ha a lungo considerato durante il viaggio in Palestina) e, in una solitudine non certo riposante, bensì di pauroso silenzio, Gesù digiuna per quaranta giorni e quaranta notti. Ed ecco apparire un personaggio spirituale, ma tremendo e cattivo: è il demonio; e osa tentare il Salvatore. Non staremo a soffermarci sulle sin- gole tre proposte fatte dal maligno; basterà por mente al semplice quadro che ci raffigura, l’urto tra lo spirito del male e il Figlio di Dio fatto Uomo. Il Vangelo ci presenta appunto questo dramma, questo duello tra Gesù e Satana. Gesù è tentato. Anche Egli, cioè, vuol conoscere il combattimen- to tra l’anima che intende restare fedele a Dio e l’invasore che la raggira per distoglierla e indurla al male. Qui va ricordato che quanto si riferisce a Gesù tocca pure noi. La vita di Gesù si configura alla nostra: quello che avviene a Lui si riflette in noi. È stato tentato Gesù? Tanto più possiamo e dobbiamo esserlo noi. Appare logica, anzi, la domanda, giacchè noi viviamo in un mondo tutto insidiato e turbato da questa inimicizia nascosta di coloro che San Paolo chiama “rectores tenebrarum harum”. Siamo come circondati da qualche cosa di funesto, cattivo, perverso, che eccita le nostre passioni, approfitta delle nostre debolezze, si insinua nelle nostre abitudini, viene dietro ai nostri passi e ci suggerisce il male. La tentazione è, dunque, l’incontro fra la buona coscienza e l’attrattiva del male; e nella forma più insidiosa di tutte. Il male infatti non ci si presenta col suo reale volto che è nemico, orribile e spaventoso. Accade proprio il contrario. La tentazione è la simulazione del bene; è l’inganno per cui il male assume la maschera del bene; è la confusione tra il bene e il male. Questo equivoco, che può essere continuamente davanti a noi, tende a farci ritenere il bene là dove, al contrario, è il male. BREVE SILENZIO 6
CANTO AL VANGELO VANGELO Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo. DAL VANGELO DI LUCA 4,1-13 In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono termina- ti, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». 5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli ri- spose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 9 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infat- ti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; 11 e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. PREGHIAMO INSIEME SALMO 90 (a due cori) Eternità di Dio e brevità della vita dell’uomo 1 Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio. Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 2 Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, o Dio. 7
3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». 4 Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. 5 Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; 6 al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. 7 Sì, siamo distrutti dalla tua ira, atterriti dal tuo furore! 8 Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. 9 Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo i nostri anni come un soffio. 10 Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via. 11 Chi conosce l’impeto della tua ira e, nel timore di te, la tua collera? 12 Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. 13 Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! 14 Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. 15 Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. 8
16 Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. 17 Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda. RIFLESSIONE / CONDIVISIONE SILENZIO CANONE MEDITATIVO: Laudate omnes gentes, laudate Dominum,… INTERCESSIONI G. Benediciamo Cristo Signore, che ha dato se stesso per la salvezza nostra e di tutti, e con affettuosa implorazione diciamo: Rit. Donaci di sperare sempre nel tuo amore. Tu che hai segnato col tuo sangue l’alleanza nuova ed eterna, rendi santa e immacolata la tua Chiesa. Rit. Luce del mondo, custodisci coloro che hai mandato come tuoi testimoni, e fa’ che tutte le genti possano entrare nel tuo regno. Rit. Redentore degli uomini, vinci col tuo amore coloro che vivono nella colpa e si riconcilino con te e con la tua Chiesa. Rit. Condividendo nella tua passione la nostra sorte, hai santificato il nostro dolore: consola chi soffre nel corpo e nello spirito. Rit. Sii propizio ai nostri fratelli defunti, perché godano pienamente i frutti della tua redenzione. Rit. 9
G. Facendo memoria di Gesù, che morendo sulla croce si affidò al Padre suo, preghiamo filialmente: PADRE NOSTRO ORAZIONE CONCLUSIVA G. Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile Per Cristo nostro Signore. T. Amen. BENEDIZIONE L’assemblea si scioglie in silenzio 10
II SETTIMANA - QUARESIMA C __________________________________________ II STATIO Gesù trasfigurato Chi presiede e gli eventuali altri ministri entrano in silenzio nel presbiterio Guida: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. AZIONE PENITENZIALE G. O Cristo, unico e eterno Mediatore, versando sulla croce il tuo sangue, ci hai purificati e redenti; astergi da ogni colpa i nostri cuori, accoglici al tuo cospetto sereni della giustizia che ci hai donato, e fa’ che le nostre labbra sciolgano la lode del popolo nuovo che hai riscattato. 11
G. Tu che a Pietro pentito hai offerto il tuo perdono, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. G. Tu che al ladro in croce hai promesso il paradiso, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. G. Tu che hai donato agli apostoli il tuo Spirito per la remissione dei peccati, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. ORAZIONE G. O Signore, Tu non ci nutri soltanto di cibo terreno, non ci fai vivere solo di pane, ma di ogni tua santa parola; se ci priviamo per tuo amore di qualche alimento, in modo più alto e più vero veniamo saziàti. E se cibo e bevanda sono vigore del corpo, rinunce e dominio di sé ritemprano il cuore. Grande salvezza hai posto per noi nel tuo dono, tu, che hai voluto questo tempo di conversione perché digiunando torniamo a quel paradiso da cui una fame orgogliosa, non dominata, ci escluse. Per Cristo. T. Amen. CANTO: SIGNORE ASCOLTA (oppure un altro canto adatto) Rit. Signore ascolta, Padre perdona: fa’ che vediamo il tuo amore. A Te guardiamo, redentore nostro, da Te speriamo gioia di salvezza, fa’ che troviamo grazia di perdono. Rit. Ti confessiamo ogni nostra colpa, riconosciamo ogni nostro errore e Ti preghiamo: dona il tuo perdono. Rit. 12
O buon pastore, Tu che dai la vita, parola certa, roccia che non muta, perdona ancora con pietà infinita. Rit. INVITO ALL’ASCOLTO CON SAN PAOLO VI Qui dovremmo fermarci. (…). A noi basterà ricordare come il volto umano di Cristo nasconda e riveli ad un tempo il suo volto divino; come Gesù, e con lui il cristiane- simo che ne deriva, si presenti a noi con sembianze, che spesso, a prima vista, non mostrano nulla di straordinario, nulla di originale, nulla di profondo. Anzi, alcune volte, la faccia di Cristo è quella d’un sofferen- te, d’un condannato, d’un morto; ascolteremo presto, nelle rievocazioni della Liturgia quaresimale, le parole strazianti di Isaia, che si riferiscono al Cristo crocifisso: “...egli non ha bellezza alcuna, nè splendore: noi lo abbiamo visto, e non aveva alcuna apparenza che attirasse i nostri sguardi. Era abbietto, l’ultimo degli uomini, l’uomo dei dolori, che conosce la sofferenza...” (Is. 53, 2-3). La faccia di Cristo e quella della sua religione ci appare talvolta misera e miserabile, lo specchio dell’infermità e della deformità umana. Ci sembra macchiata, profanata, inetta a irradiare ciò che piace tanto al gusto della gente di oggi: la bellezza sensibile, l’espressione formale, l’ap- parenza gioiosa. Ci sembra, da un lato, priva di luce sua, non più bella e splendente delle luci artificiali della bravura umana che incantano e abba- gliano gli occhi della nostra più giovane generazione; dall’altro, ci sembra privata della luce sua da chi dovrebbe farla risplendere e tenerla alta e consolatrice sulla scena umana. Cioè Cristo e la sua Chiesa sembrano non aver alcuna attrattiva per noi, alcun segreto con cui affascinarci e salvarci. Ebbene, bisogna ripensare al prodigio della Trasfigurazione; biso- gna accogliere il monito che riempie il cielo di Cristo e ci invita ad ascol- tarlo. Fu un’ora unica e prodigiosa quella che i discepoli fedeli trascorsero quella notte sul Tabor; ma sarà un’ora continuata e consueta per noi, se sapremo tenere l’occhio fisso sul viso di Cristo e su quello, che storica- mente lo riproduce, della sua Chiesa: una trasparenza singolare ci lascerà dapprima intravedere, poi scorgere, poi ammirare la faccia nascosta, la 13
faccia vera, la faccia interiore del Signore e del suo mistico Corpo; e la no- stra meraviglia, la nostra letizia non avranno più nè misura nè smentita. Bisogna riscoprire il volto trasfigurato di Gesù, per sentire ch’E- gli è ancora, e proprio per noi, la nostra luce. Quella che illumina ogni anima che lo cerca e che lo accoglie, che rischiara ogni scena umana, ogni fatica, e le dà colore e risalto, merito e destino, speranza e felicità. Figli carissimi, lasciate dunque che oggi il lume soave e folgorante di Cristo di qui vi rischiari e vi illumini, e con la Nostra benedizione ac- compagni il vostro terreno cammino alla visione dell’eterna luce. BREVE SILENZIO CANTO AL VANGELO VANGELO Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto. DAL VANGELO DI LUCA 9,28b-36 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. PREGHIAMO INSIEME 14
SALMO 26 (a responsorio) Nelle prove, il Signore è rifugio sicuro 1 Di Davide Rit. Il Signore è mia luce e mia salvezza. Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? 2 Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. 3 Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. 4 Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. 5 Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. 6 E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. 15
Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. 7 Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! 8 Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. 9 Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 10 Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. 11 Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. 12 Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzàti falsi testimoni che soffiano violenza. 13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. 14 Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. RIFLESSIONE / CONDIVISIONE SILENZIO CANONE MEDITATIVO: Misericordias Domini, in aeternum cantabo, Misericordias Domini, in aeternum cantabo… 16
INTERCESSIONI G. Al Re del cielo, che esaudisce i poveri e li colma di beni, rivolgiamo con fede l’implorazione: Rit. Mostraci, o Dio, la tua misericordia. Conforta, o Padre, le membra doloranti della tua Chiesa, e dona a tutti i popoli la libertà di lodarti. Rit. Tu che nella risurrezione di Cristo hai vinto la morte e hai manifestato la vita, soccorri i malati e assisti i morenti. Rit. Non guardare le nostre colpe, e cancella tutte le nostre iniquità. Rit. Tu che nel Figlio crocifisso ti sei rivelato Dio di misericordia e di perdo- no, aiuta chi è nella pena e ha perduto ogni speranza umana. Rit. Abbi pietà di chi oggi è morto sul lavoro o sulla strada, e accogli tutti i fedeli defunti nell’eterna dimora della tua luce. Rit. G. Al Padre di ogni consolazione rivolgiamo la nostra preghiera di figli: PADRE NOSTRO ORAZIONE CONCLUSIVA G. Ancora e sempre sul monte di luce Cristo ci guidi perché comprendiamo il suo mistero di Dio e di uomo, umanità che si apre al divino. Ora sappiamo ch’è il Figlio diletto in cui il Padre si è compiaciuto; ancor risuona la voce: «Ascoltatelo!», perché egli solo ha parole di vita. In lui soltanto l’umana natura trasfigurata è in presenza divina, in lui già ora son giunti a pienezza giorni e millenni e leggi e profeti. 17
Andiamo dunque al monte di luce, liberi andiamo da ogni possesso: solo dal monte possiamo diffondere luce e speranza per ogni fratello. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. BENEDIZIONE L’assemblea si scioglie in silenzio 18
III SETTIMANA - QUARESIMA C __________________________________________ III STATIO Gesù legge le parole di Dio negli eventi della storia Chi presiede e gli eventuali altri ministri entrano in silenzio nel presbiterio Guida: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. BREVE MONIZIONE G. Fratelli carissimi, invochiamo Dio nostro Padre perché ravvivi in noi la grazia del Battesimo per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui a vita nuova.
MEMORIA DEL BATTESIMO G. O Dio creatore, che nell’acqua e nello Spirito hai dato forma e volto all’uomo e all’universo. T. Purifica e benedici la tua Chiesa. G. O Cristo, che dal petto squarciato sulla croce hai fatto scaturire i sacramenti della nostra salvezza. T. Purifica e benedici la tua Chiesa. O Spirito Santo, che dal grembo battesimale della Chiesa ci hai fatto rinascere come nuove creature. G. Purifica e benedici la tua Chiesa. (aspersione con l’acqua del fonte battesimale) ORAZIONE G. O Dio, che generi sempre nuovi figli alla Chiesa, donaci di vivere nella testimonianza della vita quotidiana il mistero del Battesimo che ci ha reso tuoi figli in Cristo Gesù nostro Signore. Amen. CANTO: IL CANTICO DEI REDENTI (Oppure un altro canto adatto) Rit. Il Signore è la mia salvezza, e con lui non temo più, perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me. Ti lodo Signore perché un giorno eri lontano da me, ora invece sei tornato e mi hai preso con Te. Rit. Berrete con gioia alle fonti, alle fonti della salvezza e quel giorno voi direte: lodate il Signore, invocate il suo Nome. Rit. 20
INVITO ALL’ASCOLTO CON SAN PAOLO VI «Lo scetticismo, il pessimismo, il nulla invadono e divorano quella realtà, che per noi sembra essere tutto, la nostra esistenza, la nostra vita, e che assumono davanti alla nostra coscienza, non illuminata d’altra speranza, l’aspetto d’un dramma illusorio e disperato. è questa la verità definitiva e atroce della nostra esperienza? È questo il destino fatale che incombe su ciascuno di noi? Qual è il senso della nostra presenza nel tempo? Sono dunque annullati tutti i valori, che hanno incantato la nostra anima e hanno fatto sca- turire dal nucleo vitale del nostro essere tanta attività, tanto impegno, tante opere, tanto amore e tante speranze? Noi siamo sospinti da questa cerimonia ad una critica radicale della nostra abituale e superficiale men- talità, tutta satura delle esperienze e delle relazioni che le vengono dalla nostra immersione nel tempo e nelle cose circostanti. Con una scossa, che sa quasi di urto brutale, noi siamo risvegliati ad una concezione realistica della vita temporale, che parte da zero ed a zero sem- bra finire, e che la disinfetta drasticamente dalle troppe facili illusioni a noi fornite dall’incantesimo d’un’esistenza fluente e sognante nel tempo, generatore e divoratore d’ogni suo dono. Ma facciamo attenzione, Fratelli; questa non è la saggezza totale, non è la verità completa che riguarda il nostro ultimo destino; noi non siamo, per grazia di Dio, condannati alla tristezza, “come gli altri, che non hanno speranza”, secondo la parola dell’Apostolo Paolo. La morte, intesa come annullamento totale e definitivo del nostro essere, anche se questo nostro preziosissimo corpo è ridotto in polvere e restituito alla terra da cui proviene, non esiste; non esiste specialmente per noi credenti e già inseriti nel Corpo mistico di Cristo, e destinati alla risurrezione e, a Dio piacendo, alla vita eterna. Questa è la verità!» (Mercoledì delle Ceneri, OMELIA, 03/03/1976, Città del Vaticano) BREVE SILENZIO CANTO AL VANGELO 21
VANGELO Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo DAL VANGELO DI LUCA 13,1-9 In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». 6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?». 8 Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai»». PREGHIAMO INSIEME SALMO 102 (103) (solista e assemblea) Inno alla bontà e all’amore di Dio 1 Di Davide. Rit. Il Signore ha pietà del suo popolo. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. 2 Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. 22
3 Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, 4 salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, 5 sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. 6 Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. 7 Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. 8 Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9 Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. 10 Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11 Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; RIFLESSIONE / CONDIVISIONE SILENZIO CANONE MEDITATIVO: Ubi caritas, et amor. Ubi caritas, Deus ibi est... (ad libitum) INTERCESSIONI G. Invochiamo il Signore Gesù che, nel misterioso piano della divina sapienza, è stato consegnato alla morte per i nostri delitti ed è risorto per la nostra santificazione: 23
Rit. Abbi pietà di noi. Tu che hai il potere di perdonare i peccati, cancella le nostre colpe. Rit. Redentore del mondo, converti il cuore del malvagio che distrugge per egoismo i beni naturali e non ricerca il bene comune; vinci ogni durezza dell’animo e ridona il desiderio della giustizia. Rit. Tu che tutti hai chiamato al pentimento, donaci di riconoscere i nostri errori, perché sia mutata la nostra vita. Rit. Concedi pazienza e fortezza interiore a quanti associ nella sofferenza al mistero della tua croce. Rit. Tu che al ladro pentito hai aperto il paradiso, accogli nella tua casa i nostri fratelli defunti. Rit. G. Fiduciosi di essere esauditi, così supplichiamo il nostro Dio: PADRE NOSTRO ORAZIONE CONCLUSIVA 24
IV SETTIMANA - QUARESIMA C __________________________________________ IV STATIO Gesù misericordia del Padre Chi presiede e gli eventuali altri ministri entrano in silenzio nel presbiterio Guida: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. AZIONE PENITENZIALE G. Ecco, fratelli, il tempo favorevole, ecco il giorno della misericordia di Dio e della nostra salvezza; ecco il tempo in cui fu sconfitta la morte ed ebbe inizio la vita eterna. Con cuore pentito invochiamo il Signore che abbiamo offeso con le nostre colpe. 25
Egli ci aiuti con il suo Spirito, perché nella Chiesa, comunità dei redenti dalla sua misericordia, possiamo unirci alla gloria del Signore risorto. G. Tu, che fai passare dalla morte alla vita chi ascolta la tua parola, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. G. Tu, che innalzato da terra ci attiri a te, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. G. Tu che ci sottoponi al giudizio della croce, Kyrie eleison. T. Kyrie eleison. ORAZIONE G. Ai nostri peccati non guardare; anche noi come i padri siamo umiliati da immense colpe: non lasciarci in balia delle nostre infedeltà, ma liberaci ancora, liberaci sempre, per il tuo amore fedele. Signore, facci scoprire che di fronte al tuo amore infinito siamo degli eterni figli prodighi che sperperano le tue meraviglie. Aiutaci a prendere coscienza del nostro peccato, perché solo così potremo partecipare al banchetto che ci hai preparato nell’eternità. Per Cristo nostro Signore. Amen. CANTO: APRI LE TUE BRACCIA Hai cercato la libertà lontano, hai trovato la noia e le catene, hai vagato senza via, solo con la tua fame. Rit. Apri le tue braccia, corri incontro al Padre, oggi la sua casa sarà in festa per te. (2v) Se vorrai spezzare le catene, troverai la strada dell’amore, la tua gioia canterai: questa è la libertà. Rit. 26
I tuoi occhi ricercano l’azzurro, c’è una casa che aspetta il tuo ritorno e la pace tornerà: questa è la libertà. Rit. INVITO ALL’ASCOLTO CON SAN PAOLO VI «Noi parliamo ancora della penitenza, via della salvezza, ch’è il tema di stagione, sia perché siamo in quaresima. (…) Per amore di brevità e di semplicità fissiamo la nostra attenzione su due punti fondamentali, nei quali ci sembra convergere la topografia dottrinale del tema stesso (…). Quali sono? Ancora una volta S. Agostino ci fornisce la formula, che non è solo verbale, ma reale, umana e teologica, e che si restringe nelle due formidabili parole: miseria e misericordia. Dicendo miseria intendiamo parlare del peccato, tragedia umana che si svolge nella storia del male, abisso oscuro che precipita verso una paurosa rovina. Il peccato: se ne è parlato altre volte; e sempre ritorna la sua conturban- te presenza in ogni nostro discorso religioso ed umano; ora è il caso di mettere sotto la lente d’una più chiara visione questa nozione, la quale tiene posto di cardine inferiore e negativo di tutta la concezione cristiana dell’umana esistenza; e ciò è tanto più opportuno in quanto le ideologie teoriche e pratiche del mondo contemporaneo tentano di espungere il nome e la realtà del peccato dal discorso moderno. Dove non è religione, il peccato non ha più senso d’essere. Perché esso consiste nella violazione dell’ordinato rapporto, che congiunge l’uomo a Dio. Anche qui è sempre valida la definizione classica del peccato, data da S. Agostino e dopo di lui dai maestri del pensiero cristiano: esso è un atto, un fatto, una parola e anche solo un cattivo desiderio contrario alla legge eterna di Dio, cioè a quella divina ragione che stabilisce l’ordine essenziale insito nella natura delle cose. Non parliamo qui del peccato originale, che costituisce un fondamentale capitolo della nostra teologia e dell’antropologia cattolica; ma il solo ricordo di questa triste e fatale eredità ci dice come nella no- stra concezione della vita non possiamo prescindere da un inestinguibile bisogno di salvezza, e dall’impossibilità di conseguirla con le nostre sole forze: a nulla ci gioverebbe l’essere nati, se non ci fosse data la fortuna di rinascere. Parliamo del peccato così detto attuale, quello cioè che mette in 27
gioco la nostra libertà, la nostra responsabilità, e che trova tanto spesso in- centivo nelle circostanze ambientali, sfavorevoli alla rettitudine del nostro operare. Ora sta il fatto che proprio perché noi siamo intelligenti, liberi e responsabili, le nostre azioni hanno una ripercussione trascendente il cerchio della nostra personale esperienza e, volere o no, assumono un’im- portanza positiva o negativa, a seconda della loro conformità o della loro difformità alle esigenze del volere di Dio, nel quale, come pesci nell’ac- qua, noi siamo immersi (…). La conseguenza del peccato è la morte ”, afferma S. Paolo. Questa è la verità; questa è la sorte dell’uomo, che si è staccato scientemente e volontariamente dalla sorgente unica e somma della vita, che è Dio. Ma un’altra verità succede; un’altra sorte è riservata all’uomo per il sopraggiungere d’un gratuito, onnipotente e ineffabile di- segno di Dio: la misericordia. Alla miseria dell’uomo viene in soccorso la misericordia divina». (Udienza, Città del Vaticano, 20/03/1974) BREVE SILENZIO CANTO AL VANGELO VANGELO Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita. DAL VANGELO DI LUCA 15,1-3. 11-32 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I fa- risei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 1 5 Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziar-
si con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17 Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». 20 Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perdu- to ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa. 25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27 Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29 Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso». 31 Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». PREGHIAMO INSIEME SALMO 33 (a due cori) Inno a Dio, sorgente di gioia e di pace 2 Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
3 Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. 4 Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. 5 Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. 6 Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. 7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. RIFLESSIONE / CONDIVISIONE SILENZIO CANONE MEDITATIVO: Misericordias Domini, in aeternum cantabo, Misericordias Domini, in aeternum cantabo… INTERCESSIONI G. Con umile devozione preghiamo il nostro Salvatore che ha dato alla sua Chiesa il mandato di annunziare agli uomini il mistero della croce: Rit. Ti preghiamo: ascoltaci, Signore. Signore Gesù che, venuta la tua ora, ci hai amati sino alla fine, donaci di ricambiare il tuo amore con animo semplice e cuore fedele. Rit. Signore Gesù, che ti sei fatto nostro servo e hai lavato i piedi agli apostoli, custodisci nella tua protezione coloro che hai chiamato al sevizio dei fratelli. Rit. 30
Signore Gesù, tradito da un amico e messo a morte dalla tua gente, spegni l’odio dei cuori e avvolgi nel tuo perdono noi che reciprocamente ci offendiamo. Rit. Signore Gesù, uomo dei dolori, che ci hai risanati con le tue piaghe, aiuta i sofferenti perché, sopportata serenamente ogni pena, portino a compimento nella loro carne il mistero della tua passione. Rit. Signore Gesù, che sei morto in croce per noi, ricordati di quelli che abbandonano questa vita nella solitudine e senza conforto umano. Rit. G. Nel nome di Cristo, che ha obbedito al Padre fino alla morte, fiduciosi, diciamo: PADRE NOSTRO PREGHIERA CONCLUSIVA CORALE Tardi Ti ho amato, Bellezza tanto antica, eppure tanto nuova. Tardi Ti ho amato. Sì, perché Tu eri dentro di me; io invece ero fuori e lì Ti cercavo. Tu eri con me e io non ero con Te. Mi tenevano lontano da Te le cose da Te create, che sarebbero inesistenti, se non esistessero in Te. Mi hai chiamato e la tua voce ha vinto la mia sordità. Mi sei apparso e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza, io l’ho respirata e adesso anelo a Te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di Te. Mi hai toccato e si è acceso in me il desiderio della tua pace. Amen. (Agostino, Le Confessioni) BENEDIZIONE L’assemblea si scioglie in silenzio 31
V SETTIMANA - QUARESIMA C __________________________________________ V STATIO Gesù ridona la vita Chi presiede e gli eventuali altri ministri entrano in silenzio nel presbiterio Guida: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. INVOCAZIONE ALLA SPIRITO SANTO Vieni, o Spirito Santo, e dà a noi un cuore nuovo, che ravvivi in noi tutti i doni da te ricevuti con la gioia di essere Cristiani, un cuore nuovo sempre giovane e lieto. Vieni, o Spirito Santo, e dà a noi un cuore puro, 32
allenato ad amare Dio, un cuore puro, che non conosca il male se non per definirlo, per combatterlo e per fuggirlo; un cuore puro, come quello di un fanciullo, capace di entusiasmarsi e di trepidare . Vieni, o Spirito Santo, e dà a noi un cuore grande, aperto alla tua silenziosa e potente parola ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina ambizione, un cuore grande e forte ad amare tutti, a tutti servire, con tutti soffrire; un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col cuore di Dio. (San Paolo VI) MEMORIA DEL BATTESIMO G. Fratelli e sorelle, prima di ascoltare la Parola, supplichiamo Dio Padre, per Cristo Signore nostro, perché ci accolga nel suo amore e ci costituisca in unità. Facciamo ora memoria del Battesimo, nel quale siamo rinati a vita nuova. Divenuti figli nel Figlio, riconosciamo con gratitudine il dono ricevuto, per rimanere fedeli all’amore a cui siamo stati chiamati. G. Padre, nel Battesimo del tuo Figlio Gesù al fiume Giordano hai rivelato al mondo l’amore sponsale per il tuo popolo. T. Noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie. G. Cristo Gesù, dal tuo costato aperto sulla Croce hai generato la Chiesa, tua diletta sposa. T. Noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie. G. Spirito Santo, potenza del Padre e del Figlio, tu rivesti di vita le aridità dei nostri giorni. T. Noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie. 33
G. Dio onnipotente, origine e fonte della vita, che ci hai rigenerati nell’acqua con la potenza del tuo Spirito, ravviva in noi la grazia del Battesimo, che ci ha liberato dal peccato e fatto rinascere ad una speranza nuova nella morte e resurrezione del tuo Unigenito Figlio, concedici di non essere mai separati dal tuo popolo, ora e per la vita eterna. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. (aspersione con l’acqua del fonte battesimale) CANTO: TU FONTE VIVA Tu, fonte viva: chi ha sete beva! Fratello buono, che rinfranchi il passo: nessuno è solo se tu lo sorreggi, grande Signore! Tu, pane vivo: chi ha fame venga! Se tu l’accogli entrerà nel Regno: sei tu la luce per l’eterna festa, grande Signore! Tu, segno vivo: chi ti cerca veda! Una dimora troverà con gioia: dentro l’aspetti, tu sarai l’amico, grande Signore! INVITO ALL’ASCOLTO CON SAN PAOLO VI «Fare la Pasqua, che cosa significa? Significa innanzitutto entrare nella contemplazione delle realtà supreme, che riguardano la nostra salvezza. Queste realtà, noi dicevamo, possono essere riassunte ed espresse in due quadri estremamente drammatici: il primo prospetta la condizione esistenziale dell’uomo, una condizione infelicissima, qual è quella d’una 34
creatura mancata, vivente cioè in una natura decaduta e viziata, operante in un suo anormale funzionamento, ereditata dalla nascita stessa e aggravata di solito da falli personali e responsabili; la condizione cioè del peccato originale peggiorata dalle colpe volontarie, incapace di per sé di ridare al proprio essere uno stato d’innocenza e quindi di rapporti positivi e felici con Dio, a cui noi saremmo destinati come a nostra vera vita e a nostra perfetta beatitudine. (…) È a questa dolorosa coscienza che ci deve condurre l’umanesimo profano e pagano, alle soglie cioè della follia e del pessimismo. L’uomo non può salvarsi da sé. Il secondo quadro, quello stupendo e originale della nostra religione, ci presenta il mistero dell’intervento divino per la nostra salvezza. Sì, Dio è venuto in soccorso dell’umanità, franata nella rovina dopo la rottura del primo anello che la agganciava alla Vita stessa di Dio, e resa inferma per giunta dalle colpe proprie degli uomini peccatori. Una prodigiosa rivelazione, di per sé non dovuta a noi creature trascinate nella disgrazia di Adamo e oppresse dalle nostre proprie mancanze, ci annuncia questa sorpresa: “Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia”; e ciò: “per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”. Stampiamo profondamente nei nostri animi questo duplice quadro delle supreme verità che descrivono la nostra sorte e la bontà ineffabile e po- tente di Dio nella celebrazione della nostra salvezza, della nostra Pasqua. S. Agostino, ancora una volta, ci rivela il suo genio di sintesi, sigillando in due parole questa storia dell’umana Redenzione; e le parole sono: “mi- seria”, la quale condensa la condizione dell’uomo, la nostra fatale antro- pologia; e: “misericordia”, il poema dell’amore salvifico di Dio, la sua folgorante teologia. Miseria e misericordia: uno sforzo per entrare con la mente, col cuore, nell’abissale significato di queste due parole, l’una al fondo dell’analisi umana, l’altra in vetta alla divina rivelazione, ci può aiutare a comprendere qualche cosa del dramma pasquale, e ci può ser- vire a raccogliere sopra queste schede decisive della nostra religione tante altre parole della Sacra Scrittura, non meno densa di rivelatrici ricchezze. Ricordiamone alcune. (…). Giovanni, nel suo Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”; e ancora: “Da questo noi abbia- mo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi”. 35
La Pasqua diventa allora la scoperta meravigliosa dell’amore che Dio, me- diante Cristo, nell’effusione dello Spirito Santo, ha per noi; e se questa scoperta accresce il pentimento della nostra coscienza per l’indegnità della nostra condotta, ci inonda poi di fiducia e di gaudio, sapendo ristabilito il nostro rapporto filiale e felice col Dio vivente». (Udienza, Città del Vaticano, 14/04/1976). BREVE SILENZIO CANTO AL VANGELO VANGELO Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei DAL VANGELO DI GIOVANNI 8,1-11 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a inse- gnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha coman- dato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’in- terrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». B PREGHIAMO INSIEME 36
Salmo 125 ( a responsorio) La gioia del ritorno Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi! Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. 2 Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Rit. Allora si diceva tra le genti: »Il Signore ha fatto grandi cose per loro». 3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. Rit. 4 Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. 5 Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Rit. 6 Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. Rit. RIFLESSIONE /CONDIVISIONE SILENZIO CANONE MEDITATIVO: Misericordias Domini, in aeternum cantabo, Misericordias Domini, in aeternum cantabo… INTERCESSIONI G. Con umile devozione preghiamo il nostro Salvatore che ha dato alla sua Chiesa il mandato di annunziare agli uomini il mistero della croce: 37
Rit. Ti preghiamo: ascoltaci, Signore. Signore Gesù che, venuta la tua ora, ci hai amati sino alla fine, donaci di ricambiare il tuo amore con animo semplice e cuore fedele. Rit. Signore Gesù, che ti sei fatto nostro servo e hai lavato i piedi agli apostoli, custodisci nella tua protezione coloro che hai chiamato al sevizio dei fratelli. Rit. Signore Gesù, tradito da un amico e messo a morte dalla tua gente, spegni l’odio dei cuori e avvolgi nel tuo perdono noi che reciprocamente ci offendiamo. Rit. Signore Gesù, uomo dei dolori, che ci hai risanati con le tue piaghe, aiuta i sofferenti perché, sopportata serenamente ogni pena, portino a compimento nella loro carne il mistero della tua passione. Rit. Signore Gesù, che sei morto in croce per noi, ricordati di quelli che abbandonano questa vita nella solitudine e senza conforto umano. Rit. G. Nel nome di Cristo, che ha obbedito al Padre fino alla morte, fiduciosi, diciamo: PADRE NOSTRO PREGHIERA CONCLUSIVA CORALE (a due cori) Gesù, è un puro caso che al posto della donna adultera non ci sia stato io! Lei è come il mio specchio: mi rivela debolezze e tresche. Quante volte nella mia vita ti ho tradito e recriminando affetto ti sono stato infedele. 38
Sono riuscito a scappare! Dinanzi al pericolo si fugge e s’abbandona! Pietà di me, Gesù, che presuntuoso credo d’essere più furbo degli altri e sfido gli eventi. “Nessuno si accorgerà”, mi dico, e quando sono scoperto mi corrode l’umiliazione e la vergogna. “Potevo pensarci prima!” mi dico. Ma quando? Pietà di me, Signore, che dinanzi alla fragilità degli altri mi sento giusto e santo. Pietà per tutte quelle volte che ho tirato le pietre della detrazione. Sferzante, ho pettegolato. Pungente, ho criticato. Maligno, ho calunniato. Ma è a te, Maestro Gesù, che devo chiedere perdono soltanto? Od implorare pietà a chi ho abbandonato a un futuro solitario per non essere coinvolto?! O forse a me stesso concedere perdono, al posto del disprezzo con il quale ho ucciso la mia capacità di compatire?! Grazie, Gesù, per tutte quelle volte in cui colto in flagranza non mi hai messo a disagio, ridonandomi dignità, facendomi sentire amato. BENEDIZIONE L’assemblea si scioglie in silenzio 39
Appuntamenti quaresimali SCUOLA DI PREGHIERA PER GIOVANI Scuola di preghiera con il Vescovo Pierantonio: Giovedì 14, 21 marzo e 4 aprile alle ore 20.45 nella chiesa di San Cristo (via Piamarta, 9 - Missionari Saveriani) QUARESIMALI IN CATTEDRALE San Paolo VI - Il Papa che ebbe il coraggio di amare e soffrire Venerdì 15, 22, 29 marzo e 5, 12 aprile alle ore 20.30 VEGLIA DELLE PALME - 13 APRILE Sabato 13 aprile dalle ore 20 in 4 chiese della città... Basilica di S. Maria delle Grazie - Chiesa di S. Maria della Pace Chiesa di S. Francesco d’Assisi - Chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso Segue processione verso piazza Paolo VI e omelia del Vescovo in Cattedrale VIA CRUCIS CITTADINA - 17 APRILE Partenza dalla Basilica di S. Faustino alle ore 20.45 fino a S. Pietro in Castello GIOVEDÌ SANTO - 18 APRILE S. Messa Crismale - Cattedrale, ore 9.30 S. Messa nella Cena del Signore - Cattedrale, ore 20.30 VENERDÌ SANTO - 19 APRILE Ufficio di Letture e Lodi mattutine - Cattedrale, ore 8.30 Celebrazione della Passione del Signore - Cattedrale, ore 20.30 SABATO SANTO - 20 APRILE Ufficio di Letture e Lodi mattutine - Cattedrale, ore 8.30 Veglia Pasquale in Cattedrale, ore 20.30 DOMENICA DI PASQUA - 21 APRILE S. Messa in Cattedrale, ore 10.00 40 Vespri e benedizione eucaristica - Cattedrale, ore 17.45
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