"Non siete il futuro ma l'adesso di Dio" - PERIODICO D'INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI RAGUSA MARZO 2019 ANNO XXXV - N. 636 - Insieme Ragusa
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Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (cov. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCBRagusa Pubbl. inf. 45% CAMPIONE GRATUITO DELLA DIOCESI DI RAGUSA PERIODICO D’INFORMAZIONE «Non siete il futuro ma l’adesso di Dio» # g i o v a n ANNO XXXV - N. 636 MARZO 2019 i
# Giovani 3 Educare con la sapienza dell’amore Mario Cascone 4 La Giornata della Gioventù di Panama M. Michela Nicolais 6 Una Chiesa giovane per i giovani Riccardo Spatola 7 L’aiuto dei padri e maestri di vita Luca Farruggio 8 In cammino al fianco dei giovani Graziano Martorana 10 I giovani e la Sicilia: tempo di resilienza Reg. Trib. RG n.71 del 6.12.1977 Paolo La Terra ROC n. 1954 12 Il coraggio di chi resta a Ragusa Eleonora Pisana Direttore Responsabile 13 Vivo a Trento e vi spiego perché Mario Cascone Elisabetta Migliore 14 Quale rapporto tra università e lavoro Condirettore Martina Occhipinti Alessandro Bongiorno 15 Resto al Sud o scappo al Nord? Emanuele Occhipinti In redazione, segreteria e 16 L’emozione del servizio civile amministrazione Salvatore Schininà Gabriella Chessari 17 La San Vincenzo ha un cuore giovane 18 Da Ragusa all’Istituto di astrofisica Via Roma, 109 Ragusa Silvio Biazzo Tel. 0932646419 19 La festa dei ragazzi di Azione Cattolica insieme@diocesidiragusa.it Raffaella Refano 20 L’oratorio Spazio ricorda Adelia Stampa 21 Il teatro come sistema educativo NonsololibriSrls Lorenzo Bertolone Tel. e Fax 0932621130 22 Le difficoltà di una quindicenne Impaginazione a cura di Sarah Ines Savasta Gabriella Chessari In Diocesi 24 Che bella la Giornata per la vita Numero chiuso il Carlo e Maria Moltisanti 25 Febbraio 2019 25 «Così Dio mi ha indicato la sua strada» Luca Roccaro 26 Gli esercizi spirituali del clero diocesano Giuseppe Di Corrado 27 Il Gen Rosso entusiasma Ragusa Carmelo La Porta 28 Santa Croce onora San Giuseppe Luisella Lorefice Chiesa e società 31 «Sfruttare le persone è una bestemmia» 32 Il lavoro che prova a cambiare il mondo Elisa Gulino Attualità 33 Sul palco con la lingua dei segni Cettina Divita 34 In pensione con quota 100 Vito Piruzza
in 3 # giovani Educare con la sapienza dell’amore Il ruolo insostituibile della famiglia N onostante tutte le minacce, che continuamente imperversano contro di essa, si può dire che ancora parte, anche se non totalmente, il ri- sultato di quest’eredità biologica ed educativa. sto motivo il processo educativo non si limita ad un fatto di tecnica peda- gogica. Esso si fonda su una solida la famiglia “tiene”. Certo, non igno- Decisivi sono i primi anni di vita base valoriale, indicando di volta in riamo i mille problemi che la attana- del bambino, specialmente grazie ai volta e con la necessaria gradualità gliano, ma grosso modo possiamo meccanismi di imitazione e di iden- ciò che veramente “vale”, ossia quali affermare che la famiglia è dura a tificazione che si innescano tra lui e sono i criteri che devono guidare le morire… In un’ottica di fede, che ci i genitori. Fondamentale è inter- scelte di vita, quali devono essere le fa guardare i problemi sempre con pretare il processo educativo come motivazioni del nostro agire. Non speranza, possiamo dire che “le un itinerario teso a far emergere il esiste neutralità morale in campo forze degli inferi non prevarrano meglio della persona. Questo av- educativo, perché ogni processo for- contro di essa”. La famiglia infatti viene soprattutto nella misura in cui mativo è sempre trasmissione di va- nasce nel cuore stesso di Dio, che ha ognuno si sente accolto, accettato lori, anche quando ci si imponesse di creato l’uomo a sua immagine e so- nella sua diversità, orientato con pa- non trasmetterne nessuno: anche miglianza, facendolo perciò come un zienza e fiducia verso i valori, senza questa sarebbe una scelta etica… essere aperto alla comunione e al venire mortificato per gli insuccessi Nessuna scienza pedagogica può dialogo. È Lui che ha voluto la fami- o le cadute. “Non sai fare niente!”, sostituire la sapienza dell’amore che glia, e l’ha voluta come icona della “Non combinerai mai nulla di i genitori possiedono in modo natu- Trinità, ossia come “luogo” in cui buono!” sono frasi che penalizzano rale, anzi… soprannaturale! Dio regna l’amore in tutte le sue forme: l’autostima e forse producono la stesso dona loro una capacità unica coniugale, paterno, materno, fra- chiusura in se stessi, inducendo a di conoscenza e di guida dei figli. terno, filiale. pensare: “Sono così e basta, non Nessuno come loro sa come com- Alla luce di queste considerazioni, posso più cambiare!”. portarsi con il frutto del loro amore, possiamo dire che la famiglia rimane Educare vuol dire invece espri- come orientare i figli, come condurli ancora l’ambiente più idoneo alla mere se stessi in pienezza, mettere a fino alla fonte stessa dell’amore, che formazione della persona. L’influsso frutto tutte le proprie potenzialità, è Dio! educativo che i genitori esercitano tendere sempre al massimo. Per que- Mario Cascone sui figli è sicuramente di grande ef- ficacia. Ogni persona porta impresse in sé, nel corpo e nello spirito, le Il processo formativo è sempre trasmissione di valori tracce indelebili dei propri legami È Dio che dona ai genitori la capacità di guida dei figli coi genitori. Ogni uomo è in gran
in 4 # giovani La Giornata Mondiale Papa Francesco: «Non siete Q uattro abbracci con i giovani, tre parole d’ordine ricorrenti: amore, passione, concretezza, per mondo, facendo sedimentare l’espe- rienza vivificante del Sinodo sui gio- vani e mettendosi in cammino per isolatamente, uniti, creando uno spazio in comune. Uno spazio che non si regala né lo vinciamo alla lot- realizzare insieme un sogno co- Lisbona, sede nel 2022 della 37. teria, ma uno spazio per cui anche mune chiamato Gesù. Questa, in Giornata mondiale della gioventù. voi dovete combattere». sintesi, la Gmg di Panama, in cui Dal Sinodo a Panama. Nella messa «Non siete il futuro, ma l’adesso di Francesco ha esortato i giovani a al Metro Park, occasione per il Dio». L’appello del Papa: «Lui vi prendere coscienza di un’urgenza: quarto e ultimo abbraccio con i gio- convoca e vi chiama nelle vostre co- «Voi non siete il futuro, siete vani (erano circa 700mila), il Papa munità e città ad andare in cerca dei l’adesso di Dio». L’esempio da se- ha tracciato un “filo rosso” tra il Si- nonni, degli adulti; ad alzarvi in guire è quello di Maria, la più nodo sui giovani e la Gmg da lui for- piedi e insieme a loro prendere la grande “influencer” della storia al- temente voluta in questa piccola, ma parola e realizzare il sogno con cui l’insegna del primato della concre- strategica periferia che fa da cer- il Signore vi ha sognato. Non do- tezza del reale sul mondo spesso niera alle due Americhe. «La ric- mani ma adesso. Sentite di avere illusorio e fuorviante del digitale. chezza dell’ascolto tra generazioni, una missione e innamoratevene, e Ma anche quello di Oscar Arnulfo la ricchezza dello scambio e il valore da questo dipenderà tutto», la con- Romero, il suo “sentire con la di riconoscere che abbiamo bisogno segna al popolo giovane: «Potremo Chiesa” come bussola per testimo- gli uni degli altri, che dobbiamo avere tutto, ma se manca la passione niare da cristiani nelle sfide poste sforzarci di favorire canali e spazi in dell’amore, mancherà tutto. La- dal mondo. Dalla città-istmo tra due cui coinvolgerci nel sognare e co- sciamo che il Signore ci faccia inna- oceani, definita “hub” della spe- struire il domani già da oggi», morare!». ranza, Francesco sprona i giovani ad l’elenco di Francesco di cui i giovani «Dio è reale perché l’amore è essere protagonisti di «una nuova e la Chiesa, in relazione reciproca, reale, Dio è concreto perché Pentecoste» per la Chiesa e il sono chiamati a far tesoro: «Ma non l’amore è concreto», la tesi di Fran- cesco, che chiede ai giovani un “sì” Il Papa detta tre parole d’ordine: per «una nuova Pentecoste al mondo e alla Chiesa». Non domani, amore, passione, concretezza ma adesso, perché per Dio non c’è
in 5 # giovani della Gioventù di Panama futuro ma l’adesso di Dio» un “frattanto”: nel “frattanto” i la vita». Come aveva già fatto nel suo ammala quando vive la mormora- sogni perdono quota e diventano primo giorno a Panama, Francesco zione che schiaccia e condanna, «illusioni rasoterra», piccole e tristi. torna sul primato del reale sul vir- senza sensibilità». Ritornano alla «Senza lavoro, senza istruzione, tuale, di cui la “testimonial” più ce- mente le parole pronunciate nel senza comunità, senza famiglia”: lebre è Maria: «Non basta stare tutto primo abbraccio di Pietro al popolo sono i quattro “senza” che “ucci- il giorno connessi per sentirsi rico- giovane di Panama: «Siete veri mae- dono». Li elenca il Papa rispon- nosciuti e amati. Sentirsi conside- stri e artigiani della cultura dell’in- dendo alle domande dei giovani, rato e invitato a qualcosa è più contro». Ancora una volta, come al durante la veglia al Metro Park: grande che stare nella rete». Sinodo, i giovani salgono in catte- «Senza istruzione è difficile sognare «Ognuno di noi è molto di più dra. È da loro che gli adulti devono il futuro; senza lavoro è molto diffi- delle sue etichette», il monito dal imparare: per una «politica autenti- cile sognare il futuro; senza famiglia carcere minorile di Pacora, esempio camente umana» che dica “no” alla e comunità è quasi impossibile so- di eccellenza nell’inclusione, nel corruzione, per accogliere, pro- gnare il futuro. Perché sognare il fu- reinserimento e nell’integrazione: muovere, proteggere e integrare i turo significa imparare a rispondere «Una società si ammala quando non migranti, molti dei quali hanno un non solo perché vivo, ma per chi è capace di far festa per la trasforma- volto giovane. vivo, per chi vale la pena di spendere zione dei suoi figli: una comunità si M. MichelaNicolais (Sir) “Tornare a far sognare i giovani con intelligenza e amore” «Bisogna ritornare a far sognare i giovani. Non possiamo essere i controllori dei loro sogni. Devono sognare con intelligenza, con amore, con grazia. Dobbiamo essere i custodi dei loro sogni. Anche i vecchi hanno i sogni e quando i vecchi e i giovani sognano insieme diventano la forza di Dio». Sono parole del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, al rientro dalla Giornata mondiale della Gioventù di Panama.
in 6 Da Panama alla nostra Ragusa Una Chiesa giovane per i giovani S i è da poco conclusa la Giornata Mondiale della Gioventù di Pa- nama, ma le parole pronunciate da scere già tutto, ma che siano compa- gni di viaggio nel cammino dell’esi- stenza terrena, che sappiano un fine comune: «in pratica la “sino- dalità” comporta il dialogo e la co- municazione tra i diversi soggetti # giovani Papa Francesco durante la messa ascoltare e che siano esempi edifi- ecclesiali e la partecipazione a conclusiva, risuonano ancora dal canti ai quali poter guardare con am- un’opera comune secondo il proprio campo “San Juan Pablo II” e giun- mirazione, come un modello da stato di vita nella Chiesa». La Chiesa gono fino al cuore della Diocesi di seguire. Occuparsi dei giovani è una Sinodale è, pertanto, capace di Ragusa, una Chiesa che gode di missione troppo importante che non gioire della presenza dei ragazzi al molte risorse umane e spirituali che può essere demandata solo a qualche proprio interno, è capace di amare i è chiamata adesso a mettere a dispo- giovane educatore, ma è un compito giovani e di ritenerli un tesoro pre- sizione delle nuove generazioni. che deve stimolare e mettere in crisi zioso da valorizzare e non come una I giovani, infatti, oggi chiedono tutta la comunità cristiana. Questo è minaccia alla logica atrofizzante del alla Chiesa ragusana di essere ac- sicuramente un cammino impegna- “si è fatto sempre così”. compagnati nella ricerca del senso tivo, perché si tratta di far incontrare I giovani, inoltre, non sognano una della vita; hanno bisogno di porsi generazioni diverse, per cui tale ini- Chiesa che offra una spiritualità sen- un’autentica domanda vocazionale: ziativa può realizzarsi solo in un sazionalistica, che ricerchi l’emo- «Signore, cosa vuoi che faccia? Dove clima di fiducia reciproca, che pre- zione del momento ma che poi posso applicare me stesso, le mie suppone una richiesta d'aiuto dei svanisce nella quotidianità; essi vo- doti e i miei interessi? Dove vuoi in- giovani verso gli adulti, ma anche vi- gliono vivere un’esperienza di Fede viarmi, in quale sofferenza?». Per ceversa, degli adulti verso i giovani. incarnata, che consenta loro di per- questo abbiamo bisogno di adulti I giovani sognano una “Chiesa Si- cepire che non si è soli nel cammino che non mostrino la pretesa di cono- nodale”, che cammina insieme verso della vita, ma che il Dio di Gesù Cri- sto vive e cammina con l’uomo per le strade del mondo, nelle occupazioni comuni e ordinarie. Essi chiedono una spiritualità che renda abili a vi- vere da cristiani credibili, ma hanno bisogno di testimoni autentici che trasmettano la bellezza della fede. Essi sognano comunità nelle quali è bello vivere insieme, lontane dalle logiche pessimistiche del mondo e dalla chiusura alla novità del Van- gelo. I giovani della Chiesa ragusana vogliono gridare al mondo: noi non siamo il futuro, noi siamo il pre- sente, l’adesso di Dio!. Crediamo pertanto, che un vero cammino si- nodale, un cammino di rinnova- mento, con l’aiuto di Dio, possa divenire realtà… crediamo una Chiesa Giovane per i giovani. Riccardo Spatola Una spiritualità per vivere da cristiani credibili in comunità lontane dalle logiche pessimistiche
in 7 # giovani Imparare a guardare dentro di sé con l’aiuto di padri e maestri di vita F ino a che età si può dire di essere giovani? Tra chi si offende se non viene definito tale e chi non lo poeta: «Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha domandato ad altri. Li vorrebbe più essere perché sosta nel- invia alle riviste. Li confronta con l’incertezza, oggi è difficile com- altre poesie, e si allarma se certe re- prendere e definire il significato dazioni rifiutano le sue prove. Ora, della giovinezza. In tale confusione i poiché mi ha autorizzato a consi- valori spesso si invertono; ad esem- gliarla, le chiedo di rinunciare a tutto pio ci sono madri che si mettono in questo. Lei guarda all’esterno, ed è competizione con le figlie in que- appunto questo che ora non do- stione di bellezza, o figli che preten- vrebbe fare. Nessuno può darle con- dono di insegnare la vita ai propri siglio o aiuto, nessuno. Non v’è che Luca Farruggio padri pur portando a casa una pagella un mezzo. Guardi dentro di sé. Si in- Docente di filosofia piena di due e di tre. terroghi sul motivo che la intima di Rilke, come ogni grande maestro, È evidente che ormai esiste poca scrivere; verifichi se esso protenda le non esalta e non idolatra il giovane oggettività su questo “vivo con- radici nel punto più profondo del ammiratore, ma lo mette di fronte cetto”. Si potrebbe fare una sana ri- suo cuore; confessi a se stesso: mo- “alla cosa stessa”. Proprio di tali cerca e leggere opere sulla rirebbe, se le fosse negato di scri- maestri abbiamo bisogno, prima che giovinezza. Di certo, in altre epoche, vere? Questo soprattutto: si la crisi dei valori ci immetta in un c’era sicuramente più chiarezza! Ma domandi, nell’ora più quieta della caos poco raccomandabile. Per que- ciò che intendo sottolineare, oggi sua notte: devo scrivere? Frughi den- sto, nel non lontanissimo 1983, un più che mai, è qualcosa di stabile: tro di sé alla ricerca di una profonda altro grande maestro come Franco ogni giovane (reale o immaginario) risposta. E se sarà di assenso, se lei Battiato cantava in Tramonto Occi- ha un grande bisogno di una guida e potrà affrontare con un forte e sem- dentale: “L’analista sa che la famiglia di un maestro. In tutte le tradizioni plice “io devo” questa grave do- è in crisi da più generazioni per man- degne di rispetto il giovane cresce manda, allora costruisca la sua vita canza di padri”. Sì, abbiamo un sempre sotto la guida di un maestro, secondo questa necessità. La sua grande bisogno di padri e di maestri per diventare egli stesso un saggio vita, fin dentro la sua ora più indiffe- che ci possano invitare con costanza capace di essere maestro di altre per- rente e misera, deve farsi insegna e alla ricerca della “profonda risposta” sone in ricerca. testimone di questa urgenza». rilkiana. Per questo voglio ricordare le pa- role che Rilke scrisse a un giovane I giovani hanno bisogno di adulti che sappiano essere significativi
in Mettiamoci in cammino, insieme, 8 con la gioia del Vangelo come «L a nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla e in paziente attesa dei loro passi, a volte veloci da frenare, a volte lenti # giovani dell'autorità e non ha alcun rispetto da spronare. La realtà giovanile, degli anziani. I bambini di oggi sono sempre mutevole e mai statica, è in- dei tiranni. Non si alzano quando un vitata, assieme alla famiglia, a vivere vecchio entra in una stanza, rispon- quell’ “Evangelii gaudium” che dono male ai genitori. In una parola porta alla testimonianza della “Gau- sono cattivi». dete et exultate” della vita cristiana: Iniziare un articolo con queste pa- è chiaro allora il progetto pastorale role produce due distinti e distanti del Santo Padre per tutta la Chiesa atteggiamenti: il lettore più “adulto” che partendo da una fede che è gioia si rispecchia in questo messaggio e del Vangelo, produce frutti di santità plaude perché in esso vede un fonda- nella vita quotidiana, scuotendoci mento di verità; il lettore più gio- prima di tutto dai nostri salotti co- vane, invece, non continuerebbe modi per correre, perché no, il ri- oltre la lettura perché questo mes- schio di essere ospedali da campo e saggio se lo sente ripetere sempre e non musei. Questo i giovani lo si sentirà vittima di un luogo co- hanno capito molto bene e ce lo mune. chiedono, anche perché loro sono Ma non forse tutti sanno che que- disposti a scommettersi. ste parole non sono state scritte oggi La citazione con cui ho aperto o cinquanta o cento anni fa; risal- questo articolo non serve dunque a gono al 470 avanti Cristo e sono del cadere nei piagnistei e nei rimpianti, filosofo Socrate e quindi vuol dire serve invece a rimboccarci le mani- che accompagnare i giovani è stata, che e a scuotere noi adulti a non la- è e sarà una sfida che appartiene al mentarci dei giovani, ma a genere umano di ogni tempo e di incontrarli, a dialogare a interessarci ogni spazio. alle loro vite. Questo ci porta a rive- Non a caso Papa Francesco, dopo dere la nostra prassi e il nostro agire il sinodo sulla famiglia, ha voluto for- pastorale, perché se un tempo le no- temente il sinodo sui giovani, perché stre parrocchie e i nostri oratori anche al Chiesa possa affiancare i erano luoghi di aggregazione e di in- giovani nel loro cammino di discer- contro per i giovani, oggi non lo nimento e di fede. I padri sinodali, sono più, lo sono forse per i bambini infatti, hanno cercato di cogliere i e i preadolescenti, ma sicuramente segni dei tempi, con lo sguardo pro- non per i giovani. Re-inventare la pa- teso al futuro che si intravede nel storale giovanile vuol dire capire e presente dei giovani: non dunque conoscere i nuovi “riti sociali” i destinatari di progetti e programmi nuovi spazi di incontro, i loro inte- pastorali, ma protagonisti dal di den- ressi e i loro gusti, i loro nuovi modi tro a partire dalla capacità degli di comunicare: capire e conoscere adulti di mettersi in paziente ascolto per poter essere sullo stesso piano Re-inventare la pastorale giovanile vuol dire capire e conoscere i nuovi “riti sociali” i nuovi spazi di incontro, i loro interessi e i loro gusti, i loro nuovi modi di comunicare
al fianco dei giovani in 9 compagna di viaggio dialogico, consapevoli che sono più # giovani i nostri esempi a parlare che le no- stre parole. E i giovani che hanno fiuto capi- scono quando gli adulti facciamo le cose per servizio o per interesse e sanno fiutare bene. La vivacità di al- Graziano Martorana cune realtà ecclesiali della diocesi ri- Direttore del Servizio Diocesano mandano a questa “arte per la Pastorale dei Giovani dell’educatore” che facendosi com- pagno di viaggio, riesce ad entrare in nale dei vescovi a conclusione dei la- dialogo con il giovane e lo aiuta a vori sinodali: il camminare insieme, leggere la propria vita in Dio e Dio il fare la stessa strada, il portare lo nella propria vita: sono le esperienze stesso zaino mette educatore ed di primo annuncio come il Tlc, il educando sullo stesso piano, apre i Campo Base, il 12X12 che rispon- cuori e le menti all’incontro e al con- dono a questi bisogni del cuore dei fronto, ed evita gli atteggiamenti di giovani, ma anche percorsi e cam- maestro/alunno: questo lo sanno mini strutturati come gli oratori, molto bene gli scout; questo ab- l’Azione Cattolica e lo scautismo che biamo vissuto con alcuni giovani lo mirano alla formazione personale, scorso mese di agosto percorrendo umana, sociale e cristiana di ogni in- insieme gli ultimi 100 chilometri dividuo. Un bel ruolo gioca pure della Via Francigena; questo inse- l’esperienza del Servizio Civile che gna ogni cammino; questo ha fatto tramite la Caritas Diocesana e la Gesù con i suoi discepoli. I giovani Fondazione San Giovanni Battista sono in cammino e mettono il accompagna i giovani per un anno in mondo e l’umanità in continui cam- un’occasione di servizio. biamenti, ai tempi di Socrate e ai no- Certo molto ci sarebbe da fare per stri tempi. A noi adulti non resta che proporre alle parrocchie e alle asso- iniziare a metterci in cammino: e il ciazioni dei percorsi di crescita: primo cammino da fare è il cambia- penso a una scuola per educatori, a mento di mentalità, l’uscire fuori una scuola di formazione politica, a dalle nostre abitudini e dalle nostre percorsi per educare i teenagers al- esperienze che seppur belle e l’affettività e all’amore, a incentivare buone, rischiano di chiuderci e di il progetto Policoro, a “caffè teolo- fossilizzarci, privandoci di ardori, di gici” nei luoghi di ritrovo dei gio- slanci e di entusiasmo che solo i gio- vani: tutte occasioni, che insieme a vani sanno darci. Sì, abbiamo biso- quelle esistenti, potrebbero essere gni di riscoprire nella nostra azione una nuova opportunità perché la pastorale l’entusiasmo nel senso eti- Diocesi di Ragusa si faccia compa- mologico del termine: con Dio den- gna di viaggio dei giovani. tro di sé, ognuno può riprendere il E l’idea dei compagni di viaggio è cammino e tracciare una strada la- l’idea che sottostà al documento fi- sciando un segno del suo passaggio.
in I giovani e la Sicilia: tempo 10 ovvero tempo di speranza e # giovani Paolo La Terra Cancelliere, assistente nazionale scout d’Europa -FSE, assistente Fuci e Meic P iero Messina, in un articolo pub- blicato sul numero dello scorso maggio di Limes, la rivista italiana di base,peraltro molto apprezzata e spesso prossima all’eccellenza. Poi andranno via, e qualcun altro – per- delle università, dal canto suo, basato soltanto sul numero di iscritti, pena- lizza ulteriormente una situazione già geopolitica, afferma con crudo reali- sona, luogo, istituzione, impresa, etc. precaria di suo. smo: «Per gli analisti la ripresa eco- – se li godrà, campando di rendita Potrei continuare ad aggiungere ul- nomica della Sicilia potrà avvenire sulle risorse investite da noi a fondo teriori elementi a questo quadro de- soltanto a partire dal 2030». perduto. Sì, torneranno per le va- pressivo, ma preferisco fermarmi qui. Michele Guccione, dal canto suo, canze, ma spesso per poco tempo e Cosa fare, dunque? Come bloccare in un recente articolo pubblicato su insofferenti per la differenza di situa- – o quantomeno contrastare – questo La Sicilia dello scorso 8 febbraio, ri- zione e stile di vita, che ritroveranno drammatico trend? portando i recenti dati dell’Istat, af- a casa e in cui non si ritroveranno più, Il cardinale Bassetti, nella sua prima ferma: «I siciliani continuano in ormai assuefatti a stili di vita e menta- prolusione al consiglio permanente massa a cambiare residenza per mo- lità “forestiere”. della Cei, ha caldeggiato la presenza tivi di lavoro. Infatti, nel 2018 l’isola E l’università in Sicilia? È senz’al- di un “pensiero lungo”, da attivare ha perso ben 25.000 dei suoi “figli”. tro presente, in alcuni casi, una qua- principalmente nell’ambito della ri- In quattro anni abbiamo perso lità rilevante nella formazione e nella flessione su lavoro e Mezzogiorno, la- 90.000 cittadini, in media 22.500 didattica, ma i contatti con imprese e voro e famiglia, lavoro e giovani. l’anno». A scuro coronamento di opportunità professionali di alto li- Il “pensiero lungo” di cui parla il questo quadro demografico, va ag- vello non ci sono; ma la presenza dei cardinale Bassetti necessita dell’eser- giunto che il saldo tra nati e deceduti, baroni continua ad imperversare, gat- cizio – nella nostra Isola – della virtù nella nostra Isola, è negativo per topardescamente adeguatasi alle mu- della resilienza. La resilienza è molto 10.600 unità. tate situazioni legislative; ma gli più della semplice resistenza: la resi- In Sicilia, a quanto pare, non c’è sbocchi lavorativi e professionali non lienza è la capacità di resistenza dei spazio per i giovani; o, meglio, c’è si vedono; ma c’è anche la moda di metalli alle violente sollecitazioni cui spazio solo per la loro crescita fino andare a studiare fuori della Sicilia. sono sottoposti. alla fine delle scuole superiori: giusto Alla fine, nella gran parte dei casi, La resilienza, a livello ecclesiale, il tempo di investire energie familiari, resta a studiare in Sicilia chi non può sociale e politico, si esprime attra- valoriali ed economiche nella loro permettersi di andare a studiare fuori; verso la speranza e la profezia. formazione umana e scolastica di e il sistema di finanziamento pubblico Se la ripresa della Sicilia inizierà nel
di resilienza in 11 di profezia # giovani 2030, è fondamentale uno sforzo anche lungimirante e accorto. gno a livello sociale e politico; di un educativo e formativo che permetta ai E sul versante universitario? Un episcopato che – in modo compatto giovani, che in quell’anno finiranno grande segnale di speranza e profezia – crei le condizioni per l’implanta- l’università o si approcceranno al sarebbe l’apertura di alcune facoltà zione dell’Università cattolica in Si- mondo del lavoro, di farsi trovare strategiche dell’Università Cattolica cilia, senza far mancare attenzione pronti. Ciò vuol dire curare al meglio in Sicilia. Non è giusto che moltissimi alle istituzioni universitarie già pre- la crescita dei ragazzi e degli adole- giovani siciliani siano costretti ad an- senti nella nostra Isola. scenti che oggi frequentano la scuola dare a Milano o a Roma per studiare E se questa resilienza inducesse media e superiore, e che magari sono alla Cattolica, sradicandosi dalla loro una inversione di tendenza? E se la ancora inseriti nei percorsi di cate- terra. Non è giusto che la Cattolica, a Sicilia, da alcuni immaginata e pro- chesi parrocchiale o nei gruppi eccle- vocazione nazionale, si stia svilup- gettata come la Florida dell’Europa, siali; e questo nonostante le recenti pando soltanto in Lombardia – e in luogo di turismo e di amene resi- parole, ostili ed insipienti, del mini- ogni caso vicino a Milano: la deserti- denze assistite per anziani, si riap- stro dell’istruzione, che lo scorso 9 ficazione generazionale e culturale propriasse del suo ruolo storico di febbraio ha lasciato intendere chiara- del Sud non può essere alimentata centro del Mediterraneo, crocevia di mente che per lui Sud è una terra di proprio da una realtà “cattolica”, che popoli e ponte culturale tra Europa, lavativi e parassiti. dovrebbe assicurare presenza e re- Africa e Medio Oriente? E se…? Occorrono adulti significativi, che spiro nazionale. Ma su questo tema “A Muntagna brucia, eppuri a nivi esercitino la resilienza in questo pe- preciso, sarà opportuno tornare in è sempri ddà!”, canta Carlo Mura- riodo così pesante, facendosi carico modo più disteso in seguito. tori: è questa la resilienza di cui dell’educazione, della formazione, Tutto ciò richiede la resilienza di siamo debitori alla nostra Terra, di dell’animazione sociale e di un ritro- comunità che alimentano la speranza cui siamo debitori verso i nostri gio- vato impegno politico, di profondo e la profezia; di fedeli che non ab- vani. Nella speranza e nella profezia. respiro valoriale e culturale, ma biano paura di caricarsi di un impe- Un segnale potrebbe essere l’apertura in Sicilia di alcune facoltà strategiche dell’Università Cattolica
in Il coraggio di chi resta a Ragusa 12 nella più difficile delle sfide S e sei un giovane a un certo punto della tua vita ti trovi per certo a chiederti: “Vado o resto?”. Una do- cenzo, «perché la più difficile delle sfide è quella di apportare dei cam- biamenti. Se si ama la propria città, # giovani manda obbligata sia se decidi di con- il minimo che si possa fare è di rea- tinuare gli studi dopo il diploma, sia lizzare qualcosa per essa. Ciò che ti se preferisci buttarti subito nel spinge a restare è lo stesso motivo mondo del lavoro. L’antifona ri- che un po’ ti porterebbe ad allonta- torna: restare o andare? narti, cioè quello che non piace: per Se sei giovane, vivere a Ragusa è migliorare quello che non piace si un atto di coraggio. Come spiega resta». Vincenzo, di 27 anni, che, dopo un È bene tenere però conto che, Eleonora Pisana periodo di studio al Nord Italia, ha come sottolinea Elisabetta, una ra- Volontaria Servizio Civile scelto di tornare: «Dietro lo sce- gusana 26enne che ha vissuto al- gliere tra stare o andarsene c’è un l’estero per conoscere e studiare tanto ciò che manca in città: «Vorrei vero e proprio conflitto continuo do- nuove culture, ma che attualmente è che i ragusani si accorgessero di quel vuto alla forza un po’ insulare, all’at- ritornata nella sua città natale: piccolo gioiello che hanno tra le mani, taccamento alla propria terra che «L’amore per una città dipende dallo c’è arte, c’è tradizione, c’è natura, ma trattiene. Dall’altro però c’è la con- stato d’animo e dalle esperienze per- nessuno ne sa sfruttare le potenzialità sapevolezza che quello che il territo- sonali». A Ragusa le opportunità bi- al meglio, preferiscono piuttosto la- rio può offrire sia poco, ma c’è anche sogna saperle creare e quest’ottica mentarsi piuttosto che essere fattivi la voglia di riscatto di persone che vi- ancora non è insita nel nostro retag- (ma non tutti)». vono in una realtà ancora incantata, gio culturale, troppo spesso il lavoro «Dalla mia città vorrei un’apertura, poco propensa a cambiamenti che si lo si cerca e non lo si crea, proprio una presa di consapevolezza del pro- discostano un po’ troppo dalle sue perché mancano le competenze ne- prio valore. Bisognerebbe investire abitudini tipiche». cessarie nell’inventare qualcosa. del tempo ad ascoltare chi propone Un elemento importante è l’atteg- Vincenzo, Marzia, Federico, Elisa- qualcosa di diverso, vedere con giamento che assumono i giovani nel betta, Carmelo: sono solo alcuni dei occhi nuovi. Una città che investa vivere a Ragusa. C’è chi resta, quasi ragazzi che lottano per amore della sulla diversità come valore, in un pe- “parcheggiato”, nell’attesa di poter propria città. Affrontano con orgoglio riodo di conformismo. Si dovrebbe trovare un’alternativa, con un fare le difficoltà perché un domani Ragusa puntare alla valorizzazione del terri- quasi disfattista. E poi c’è chi ri- possa tornare a riempirsi di giovani. torio, della storia. Confronto, aper- mane, come spiega ancora Vin- L’appello che lanciano non riguarda tura, dialogo: isola, ma non chiusa!». Migliorare la città dove ci sono le radici puntando alla valorizzazione del territorio
Vivo a Trento, cercando quel di più in 13 che la nostra terra non può dare [ …] Il Mezzogiorno sembra si stia spegnendo. Dal Sud in 15 anni se ne sono andate via 800mila persone, parte dei servizi. Durante la stesura della mia tesi di laurea mi sono tro- vata a dover fare i conti con il mio fu- # giovani perlopiù giovani […]. turo prossimo e con le scelte che Giorni fa ho letto un articolo avrebbero dato una nuova rotta alla dell’Huffington Post, e davanti a mia vita: così, su consiglio dei miei queste parole mi sono detta: tra docenti, ho deciso di continuare gli quelle migliaia di persone adesso ci studi a Trento, considerata da molti sono anche io. la patria della Sociologia e del Servi- Sono sempre stata legata alla mia zio Sociale. terra, al mio paese, orgogliosamente Da qualche mese vivo in Trentino fiera delle tradizioni e della bellezza e ho iniziato a conoscere il territorio Elisabetta Migliore che da sempre colorano la Sicilia. e le sue opportunità; ho scoperto Studentessa universitaria a Trento Cresciuta tra piazze e campanili una qualità superiore del mondo dei delle valli “viscarane”, felicemente Servizi alla persona: lavorare qui, nel vano in poco tempo lavoro; i servizi, ancorata ai pranzi domenicali a casa settore che ho scelto, è possibile. Le qui, hanno bisogno di voi”. dei nonni, quando vedevo i miei imprese sociali, le cooperative, svi- Era la prima volta che percepivo il amici o familiari che per motivi di luppano progetti all’avanguardia, in mio lavoro come necessario alla so- studio o lavoro si trasferivano al perenne movimento e sviluppo, cietà. nord, ripetevo a me stessa: “io non tanto che nel piano di studi è stato da Come me, molti altri giovani della riuscirei mai a lasciare tutto questo”. poco inserito il corso di “Servizi So- mia generazione hanno scelto di la- Così, tre anni fa, ho scelto di stu- ciali Innovativi”. Da studenti siamo sciare la Sicilia alla ricerca di quel “di diare Scienze del Servizio sociale bombardati di opportunità forma- più” che purtroppo la nostra terra all’Università di Catania; una “laurea tive, corsi e aggiornamenti sul sembra non riesca a dare. Perché debole” di fronte ad altri corsi che mondo del sociale, stimolati a cono- questo evidente divario di opportu- danno maggiore possibilità di tro- scere di più e a metterci in gioco in nità deve continuare a esistere nel vare l’agognato posto di lavoro; ma maniera appassionata e competente. tempo? E se i giovani come me (per io ho sempre avuto una passione per Non dimenticherò mai il saluto del forza di cose) decidono di portare le l’essere umano, una predilezione presidente del corso di laurea all’ini- loro competenze altrove, chi riuscirà per coloro che sono considerati “al zio dell’anno accademico: “Quasi il a ricostruire bellezza al sud? margine” e che per questo necessi- 100% degli studenti che studiano Me lo chiedo, spesso. E chissà, tano di un supporto maggiore da presso questo corso di laurea tro- forse un giorno tornerò anche io. Tante opportunità e la sensazione di sentirsi importanti per la società
in 14 # giovani Il rapporto studi universitari-lavoro Ripensare la facoltà di Lingue di Ibla? L a questione della percezione del rapporto fra università e lavoro tra gli studenti ragusani è estrema- paesaggistico di cui il nostro territo- rio è molto ricco. A tal proposito, è stato aperto anche un tavolo Mast mente eterogenea e il quadro che ne (Management per lo Sviluppo Terri- risulta è coerente, anche se non toriale) ed è stata ampliata la collabo- molto positivo. razione con il Con (Centro In termini occupazionali, si rileva Orientamento e Formazione). una limitata domanda di lavoro qua- È indubbio che l’Università di Ibla lificato nel nostro territorio: la con- stia attraendo risorse umane qualifi- trazione del mercato, anche cate: funzione che, come nota Gian- ragusano, a seguito della crisi del franco Viesti, «si aggiunge alle altre Martina Occhipinti 2008, si è accompagnata a una mag- ormai note (accumulazione di capi- Presidente Fuci Ragusa giore mobilità dei ragazzi in uscita tale umano, creazione e trasferi- verso centri cittadini più dinamici e mento della conoscenza, le condizioni del mercato del lavoro ricchi di opportunità lavorative e miglioramento della qualità delle locale, malgrado siano con esso professionali. Non indifferente, a tal economie locali e dei sistemi poli- compatibile. proposito, è il peso del fattore sala- tici). Ma i dati relativi all’occupa- E tutto questo, per di più, in un riale: la retribuzione, infatti, è un zione dei laureati risentono di una quadro di politiche nazionali che pa- elemento non determinante ma in- notevole distorsione legata alla situa- ventano nuovi tagli all’istruzione e fluente nella scelta dei ragazzi. zione ambientale». che pongono a rischio la mediazione Tra i fattori endogeni della Strut- Infatti, esclusi alcuni laboratori in culturale e l’insegnamento della lin- tura Didattica di Lingue a Ragusa, ambito culturale, quali, ad esempio, gua ai non comunitari. che favoriscono l’inserimento pro- gli incubatori d’impresa come Bassi La strada è senz’altro in salita: è fessionale dello studente, sono da Comunicanti, le realtà esterne al- auspicabile una maggiore assun- annoverare le maggiori occasioni di l’Università risultano insufficienti zione di consapevolezza da parte di formazione postlaurea (con la re- sotto tutti i profili: dai fattori di con- tutti gli attori coinvolti – a livello so- cente predisposizione di un master) testo che non incontrano le aspetta- ciale, economico, politico ed eccle- e il miglioramento qualitativo del tive di benessere dei laureati, ai siale – orientata ad imprimere una processo di progettazione dei corsi diversissimi sbocchi professionali, discontinuità significativa a questo di studio nei confronti dell’adegua- cui prepara la Facoltà di Ibla (nel- trend, che, se continuasse, provo- mento degli sbocchi professionali, l’area dei trasporti, del marketing, cherebbe una penalizzazione sempre tra cui l’insegnamento per l’accesso comunicazione, mediazione lingui- più forte della nostra realtà accade- ai concorsi e quello turistico, orien- stica, etc.), che si scontrano con un mica e un impoverimento del nostro tato verso il patrimonio culturale e bassissimo tasso di occupazione per tessuto sociale ed economico.
Resto al Sud o scappo al nord? in Ecco l’opportunità per restare o tornare 15 R estare o partire? Intere genera- zioni, non solo i giovani di que- sti nostri anni, hanno lasciato le loro natari. Interessa tutti i giovani, anche chi lo è meno, basta avere un’età inferiore a 46 anni, residenti per cento dell’investimento com- plessivo e un finanziamento banca- rio a tasso zero per il restante 65 per città ed i loro paesi per trovare la- nelle regioni del Sud, che non hanno cento. Ciascun aspirante imprendi- # giovani voro al nord Italia o all’estero. Il fe- un rapporto di lavoro a tempo inde- tore o professionista può ricevere nomeno è oggi lievitato causa la crisi terminato o non sono già titolari di fino a 50mila euro e, se costituisce economica che aggredisce le econo- un’attività d’impresa; e pure chi una società o una cooperativa, mie più deboli e che stenta a tra- vuole esercitare una libera profes- 50mila euro per ogni socio che montare. sione. abbia i requisiti, fino ad un massimo A chi ha un’idea di business e Cosa si può fare? Si può aprire un di 200mila euro. vuole avviare un’impresa, a chi vuole bed&breakfast, una bottega artigia- Si possono spendere le somme ri- cimentarsi nella libera professione nale o un panificio, si possono fare cevute per l’acquisto di impianti, ed avviare uno studio, a chi vuole conserve di marmellata o di sottoli, macchinari, attrezzature e pro- tornare in un sud a misura d’uomo e si può aprire un asilo o si può fare grammi informatici oltre che, con provare, pur nelle difficoltà, a fare una software house; cioè tutto delle limitazioni, per le spese di ri- impresa, viene in soccorso un’age- quanto rientra nei settori della pro- strutturazione degli immobili e per volazione particolarmente interes- duzione di beni nei settori industria, le principali voci di spesa corrente sante per le semplici modalità con le artigianato, trasformazione dei pro- utili all’avvio dell’attività. quali avanzare le istanze e soprat- dotti agricoli, pesca e acquacoltura, Verificati i requisiti, subito sul tutto per la certezza dei tempi di fornitura di servizi alle imprese e alle web, sito di Invitalia, per predi- concessione del contributo. persone e turismo. Purtroppo non si sporre l’istanza esclusivamente on- È la misura Resto al Sud, l’incen- può aprire un negozio, né produrre line. Il resto vi sarà svelato poco a tivo che sostiene la nascita di nuove fiori in serra poiché sono escluse dal poco, come in un libro giallo, ma chi attività imprenditoriali avviate dagli finanziamento le attività agricole e il è curioso fin d’ora può trovarlo sul under 46 nelle regioni del Mezzo- commercio. sito citato. giorno, affidata alla gestione di Invi- Quali sono i numeri che contano? Per chi volesse un’opportunità in talia e che si muove su una Il finanziamento copre il 100 per più, presso la fondazione San Gio- piattaforma web e su un’app parti- cento delle spese e consiste in con- vanni Battista di Ragusa colarmente gradita ai giovani desti- tributo a fondo perduto pari al 35 (info@fsgb.it) si svolgono i corsi “Yes I start up”, iniziative di forma- zione per l’avvio d’impresa e di pre- sentazione di ulteriori opportunità di finanziamenti e agevolazioni. Emanuele Occhipinti Un incentivo statale sostiene la nascita di nuove attività avviate dagli under 46 nelle regioni del Mezzogiorno
in Dare una mano e riceverne cento L’emozione del servizio civile 16 I ncontro Giovanni al bar, siamo amici da anni, è sempre la stessa giornata ma qualcosa di diverso è a cui era stato assegnato, e mi ri- sponde che c’era preoccupazione, ovviamente, e che il timore di non # giovani successo: da un mese ho iniziato il riuscire ad aiutare i beneficiari del servizio civile. Giovanni ha fatto il centro e non saper dar nessun soste- servizio l’anno scorso in un centro gno era concreto. Ma l’entusiasmo e d’accoglienza gestito dalla fonda- la voglia di fare gli hanno permesso zione San Giovanni Battista. I nostri di inserirsi velocemente e capire fin Salvatore Schininà sono progetti differenti, ma accomu- da subito la sua reale possibilità di Volontario servizio civile nati dalla stessa voglia di mettersi a servire la comunità. Ma, una volta ca- servizio della comunità. pita la reale possibilità di incidere e civile non solo sia dare ma anche ri- So bene quello che erano i suoi quindi trasformare responsabilità in cevere. compiti al centro, ne abbiamo par- opportunità, l’esperienza è diventata Gli faccio un’ultima domanda: lato tante volte, e tante volte mi ha non solo crescita professionale e co- cosa ha provato finendo il suo anno convinto, parlandone, di attivarmi e gnitiva ma anche e soprattutto per- di servizio. La risposta immediata è di iniziare anch’io questo percorso. sonale: un’emozione. stata tristezza, ma tutto passa in se- Ma qualcosa è appunto differente, I beneficiari del centro hanno co- condo piano rispetto all’emozione di e quindi gli chiedo cosa ha provato minciato a consideralo una figura di aver contribuito con impegno e durante il suo anno. Mi risponde che riferimento per le loro vite dentro e quindi sentirsi un cittadino attivo di le sue aspettative erano quelle di fuori la struttura. I consigli, le richie- una comunità unica e vitale. un’esperienza a metà tra lavoro e for- ste e i racconti dei ragazzi hanno per- Perché questo è il fine ultimo del- mazione, e che, pronto ad assorbire messo, col passare dei mesi, la l’anno di servizio civile: dare una ogni lezione di vita e di professio- creazione di un rapporto non solo mano e riceverne cento, prendere nale, era curioso di inserirsi in un formale ma anche amichevole. Im- coscienza di vivere all’interno di un gruppo di lavoro, misurandosi in un provvisamente si rese conto che non unico organismo, che necessita di ambiente fin lì conosciuto solo da solo lui poteva dare tanto a loro ma impegno e partecipazione, di profes- lontano. che anche loro potevano dare tanto sionalità e di energie, ma capace di E di quell’ambiente conosciuto da a lui. E se la prima presa di coscienza restituire emozioni e gratificazione, lontano iniziamo a parlare. Gli era stata subito chiara e fa parte di crescita e coscienza. chiedo quale sia stato l’impatto e quel processo di formazione profes- Mi chiedo se sarà così anche per quali fossero le sue emozioni la sionale, la seconda è la chiave essen- me, e mentre vado via mi rispondo: prima volta che è entrato nel centro ziale per capire quanto il servizio certamente sì. Un’esperienza tra lavoro e formazione che aiuta a crescere anche a livello umano
Quando la solidarietà colora la vita in La San Vincenzo ha un cuore giovane 17 P roprio così, ci sono dei giovani in San Vincenzo, anche nella vo- stra città, se c’è la Società di San # giovani Vincenzo De Paoli. Vi chiederete “cosa è”, “dove è” e soprattutto “cosa fa” questa San Vincenzo? Ebbene, basta cercarla e vi accor- gerete che è tutt’intorno a voi anche se non ve ne accorgete; cosa è può essere descritto da questa espres- sione di San Vincenzo: “Dobbiamo amare Dio e i poveri, ma a spese delle nostre braccia e col sudore della nostra fronte” e possiamo anche aggiungere: “perché dare una mano colora la vita”; ciò che fa è così semplice ed umile, che per molti quasi non è degna di nota. A questo punto potete sostenere di non aver mai letto la frase: “dare una mano colora la vita” con il logo che ne completa il messaggio? Cercatelo. Potremmo parlare di tante attività della San Vincenzo, ma oggi vo- razione del nostro spirito fa sì che la contributo, forti della fede e del- gliamo raccontare l’esperienza che carità senza l’umiltà si riduca a filan- l’amicizia, che ci permettono di so- noi ragazzi vincenziani delle provin- tropica e verbosa; si parla di carità stenerci l’un l’altro nelle difficoltà cia di Ragusa, ed in particolare senza farla”, riflettendoci possiamo indicando la strada da percorrere, dell’Associazione Consiglio Cen- renderci conto di come il messaggio per poter poi affermare come Pino trale di Vittoria, abbiamo vissuto a di Ozanam ,espresso alla fine del Daniele: Yes I know my way”! Bergamo, il 12 e 13 gennaio scorso. 1800 sia così attuale, anzi così pre- Abbiamo scoperto che è vero che Un incontro che è stato il prosieguo sente nella realtà di questo nostro “dare una mano colora la vita”; basta del campo Ozanam, tenutosi in ago- mondo. ricordarsi sempre che proprio per sto, nel quale si è fatta esperienza di- Proprio di questo si è parlato a questo ne abbiamo due, con una aiu- retta del servizio. A Bergamo ci si è Bergamo, dell’incontro-scontro con tiamo e con l’altra ci aiutiamo, soffermati sulle due colonne del Ca- le povertà, tutte le povertà quelle vi- dando spazio a tutte le altre esigenze risma vincenziano: la missione (an- sibili e quelle nascoste, anche delle che ci appartengono. nunciare la misericordia del padre) nostre povertà di giovani del terzo Aiutiamo coloro che, intorno a e la carità (testimoniare l’amore di millennio. Sono tante, tantissime e noi, si trovano in difficoltà e riusci- Dio nelle opere concrete), il tutto non possiamo permetterci il lusso di remo anche noi a trovare il nostro con l’umiltà tanto amata dal nostro rimanere ancora fermi con le mani posto nella vita. Venite a cono- fondatore, il beato Federico Oza- su uno smartphone se veramente scerci! Un abbraccio. nam. sogniamo ed esigiamo un “mondo Sì, umiltà e carità insieme! Fede- migliore”. Allora è tempo di rimboc- I Giovani Vincenziani rico Ozanam sostiene che: “un’alte- carsi le maniche e dare il proprio della Diocesi di Ragusa Missione, carità e umiltà le parole chiave di un impegno al servizio dei più poveri
in Da Ragusa all’Istituto di astrofisica 18 E ora via alla scoperta di Mercurio # giovani U na missione nei misteri del- l’Universo della quale va orgo- gliosa l’Italia anche per il razione tra Esa (Agenzia Spaziale Europea) e Jaxa (Agenzia Spaziale Giapponese). Prevede un viaggio in- gherà circa sette anni prima di giun- gere a destinazione. La consorte Katia da anni alterna determinante apporto dell’inge- terplanetario di sette anni per un to- la sua vita di moglie e madre con gnere aerospaziale Michele Zusi, tale di nove miliardi di chilometri quella di scrupolosa ricercatrice, originario di San Martino Buon Al- prima di raggiungere Mercurio, il professione che l’ha portata ad effet- bergo in quel di Verona, marito di pianeta di tipo terrestre più piccolo tuare le sue ricerche focalizzate prin- una nostra concittadina Katia e meno esplorato del Sistema So- cipalmente su stelle in formazione Biazzo, ricercatrice laureata in Fisica lare». nella nostra Via Lattea e in galassie all’Università di Catania: la meta è il L’ingegnere Michele Zusi, in col- esterne e sui pianeti extrasolari, primo pianeta del nostro sistema so- laborazione con molteplici colleghi ossia pianeti al di fuori del nostro Si- lare, Mercurio. Dopo diversi anni di anche internazionali, ha lavorato con stema Solare. Autrice di molteplici gestazione si è finalmente arrivati al scrupolo, costanza e tanta professio- pubblicazioni apparse su prestigiose via, avvenuto alle 3.45 della notte tra nalità per mettere a punto Simbio- testate scientifiche internazionali, le venerdì 19 e sabato 20 ottobre 2018. SYS, uno degli strumenti della sue ricerche l’hanno portata in mol- Gli ultimi preparativi si sono svolti a missione collocati a bordo della tissimi istituti ed osservatori astrofi- Kourou, la base di lancio europea sonda, e deputato all’investigazione sici esistenti in Europa e nel mondo. nella Guyana Francese da cui è poi chimica e geomorfologica della su- È proprio il caso di dire che la gio- partito il satellite della missione “Be- perficie di Mercurio. «Si tratta in vane famiglia Zusi-Biazzo (entrambi piColombo” a bordo del vettore pratica di una macchina fotografica a fanno parte dell’Istituto Nazionale di Ariane 5. «La missione – spiega l’in- tre occhi – ha dichiarato ancora Zusi Astrofisica) è una di quelle eccel- gegnere Zusi – è frutto della collabo- – uno spettrometro per identificare lenze italiane che vive con la “testa la composizione chimico-mineralo- tra le stelle”: le ricerche della coppia gica della superficie, una camera ste- Zusi-Biazzo sono tra quelle che reoscopica la ricostruzione in 3D stanno arricchendo la conoscenza della topografia e infine una camera dello sconfinato e tutto da scoprire ad alta risoluzione spaziale studiata universo che ci circonda e che non per ottenere immagini della superfi- cessa mai di stupirci grazie al lavoro cie con un livello di dettaglio e niti- e all’abnegazione anche di tanti dezza prima d’ora impensabile nelle scienziati italiani che come loro esplorazioni spaziali». La sonda fanno parte dell’Istituto Nazionale di come già sopra accennato impie- Astrofisica. S.B. La giovane famiglia Zusi-Biazzo è una eccellenza scientifica italiana
La festa dei ragazzi di Azione Cattolica in In marcia verso un futuro di pace 19 L a sveglia di domenica 17 febbraio non ha mai suonato! L’adrena- lina scorre nelle vene, il buon umore “Sono loro il nostro futuro!” non è solo un motto da tirare fuori nelle grandi occasioni ma diventa obiet- commozione del sindaco Peppe Cassì, nel vedere la città che rappre- senta con un nuovo volto, allegro e scopre un sorriso smagliante. Anche tivo di un progetto che va accompa- motivato. La gratitudine del diret- # giovani quest’anno l’Azione Cattolica dei gnato e tutelato. Ma la mattina tore della Caritas, Domenico Leggio Ragazzi festeggia la Pace, con una ta- riserva tantissime sorprese, a comin- e del cappellano del carcere, don vola apparecchiata e con un menù da ciare dalla scoperta che la parola è Carmelo Mollica, nel ricevere i tanti leccarsi i baffi. Nessun particolare è strumento importante da utilizzare doni raccolti dai ragazzi. Tra un stato trascurato, dalla tovaglietta per con consapevolezza, perché siamo canto e un ballo la festa volge al ter- ospitare i piatti, alle ricette più gu- bulli e non ce ne rendiamo conto e mine e i ragazzi ringraziano il buon stose. Mancano gli invitati. Ancora infine un sano e corretto utilizzo dei Gesù per aver vissuto una giornata poche ore al loro arrivo! Sono 776 social network, ha visto i nostri cari ricca di emozioni. Grazie ragazzi, anime colorate e saporite che aspet- 12/14 alle prese con la ricerca del grazie Acr e, come un bambino a cui tano solo di essere accolti. Tutto è post migliore da condividere. trema la voce, grazie a Te che non ti pronto! Un suono di tromba e inizia Arriva l’ora del pranzo e “con stu- stanchi mai di prenderti cura di me, la giornata. Tra una classificazione di pore provo la ricetta, l’assaporo a di prenderti cura di noi. paste e di calorie e un giro di pizza, fondo, senza fretta”; ci siamo nutriti, Raffaella Refano ci si ferma a giocare con gli amici insieme al vescovo Carmelo ed ai no- della lontana Africa, che propon- stri assistenti, con il Pane che forti- gono il gioco “Samanachighel”, ti- fica e abbeverati con il Sangue che pico della loro infanzia, detto tra noi rallegra. Recuperate le forze si parte # good ne ws una rivisitazione africana del cono- marciando per le strade di Ragusa, sciutissimo gioco “pugno-cutugno”, verso villa Margherita. Un impasto di Durante la mattinata i ragazzi dai perché in fondo, la voglia di mettersi colori, un coro di voci all’unisono, 12 ai 14 anni si sono cimentati in un in gioco e di divertirsi non diversifica rendeva visibile la Pace; e pensare gioco che li ha visti diventare ma solo accomuna. Anche la chia- che la Pace è sempre presente e ne- giornalisti e divulgatori di mata al servizio dei piccoli è stata ac- anche la vediamo. I nostri piccoli #goodnews sui social network. colta da insegnanti, genitori, soci di A.C. ci hanno preso proprio Hanno sperimentato l’importanza educatori, medici, dirigenti di banca gusto a marciare per la Pace, hanno di selezionare con cura tra le tante e persino il presidente dell’ordine superato ostacoli, hanno incontrato notizie che riceviamo giornalmente dei dottori commercialisti, perché in personaggi insoliti e finalmente sono quelle vere ed attendibili, fondo i piccoli ci stanno a cuore. arrivati a destinazione. La gioia, la di scegliere le parole più adatte al contenuto e di evitare le diffusione di fake news. Nella retro copertina abbiamo pubblicato alcune delle notizie che hanno catturato la loro attenzione e che vogliono raccontare.
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