APPUNTI SU COVID-19 E DINTORNI - FASCICOLO "NUOVO SEFIR" 2020
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PREFAZIONE Nel marzo 2020 la pandemia di COVID- Le conferenze-dibattito (il 16 ottobre, il 19 investe l’attività dell’associazione 6 novembre e il 27 novembre 2020), con Nuovo SEFIR in due sensi. Da un canto qualificati relatori non soci, focalizzano su costringe all’annullamento di alcuni eventi tre argomenti speciali ma di particolare in presenza già previsti, dall’altro induce a significato. focalizzare la riflessione su aspetti collegati “COVID-19: distanziamento forzato e alla pandemia. Più precisamente, creata sul cura reciproca”, una riflessione filosofica su sito web un’area accessibile solo ai soci, vi quella che può sembrare una si raccoglie in primavera una prima serie di contraddizione. riflessioni scritte sull’argomento “Virus e “Progetto urbanistico, rigenerazione, dinamismo della natura”, innescate dal tutela della città: a partire dalla pandemia testo di Carlo Cirotto (il Presidente di di COVID-19”, una riflessione su quel che la Nuovo SEFIR) contenuto in questo pandemia suggerisce in merito alla fascicolo. Questa prima raccolta si conclude riscoperta delle nostre città come bene l’11 maggio 2020 con un seminario in comune. video-conferenza tra tutti i soci. “COVID-19: superare il trauma e Successivamente, sempre nell’area costruire una nuova trama”, una riflessione riservata ai soci del sito web, si raccoglie psicoanalitica sulla drammatica situazione una seconda serie di riflessioni scritte pandemica. sull’argomento “Numeri e modelli al tempo Una sintesi di ognuna delle tre relazioni del COVID-19”, innescate dal testo del socio è anch’essa contenuta in questo fascicolo. Lamberto Rondoni contenuto in questo È convinzione dell’associazione Nuovo fascicolo. La seconda raccolta si conclude il SEFIR che i contributi qui raccolti 28 maggio 2020 con un ulteriore seminario costituiscano utili appunti in merito al in video-conferenza tra i soci. COVID-19 e ai suoi dintorni, come recita il Dopo l’estate l’associazione continua a titolo del fascicolo. occuparsi di COVID-19 mediante L’associazione è grata ai cinque autori, l’organizzazione di un ciclo di tre in particolar modo agli amici non soci che conferenze-dibattito pubbliche online , nell’autunno del 2020 hanno aderito con destinate a soci e non soci, pubblicizzate tanto entusiasmo alla richiesta di Nuovo sul sito web , ma anche segnalate SEFIR. direttamente agli amici di una mailing list nonché a realtà associative varie. iii
INDICE Carlo Cirotto VIRUS E DINAMISMO DELLA NATURA Pagina 1 Lamberto Rondoni NUMERI E MODELLI AL TEMPO DEL COVID-19 Pagina 7 Giuseppina De Simone DISTANZIAMENTO FORZATO E CURA RECIPROCA Pagina 13 Maria Antonietta Crippa PROGETTO URBANISTICO, RIGENERAZIONE, TUTELA DELLA CITTÀ: A PARTIRE DALLA PANDEMIA DI COVID-19 Pagina 17 Nicolò Terminio COVID-19: SUPERARE IL TRAUMA E COSTRUIRE UNA NUOVA TRAMA UNA RIFLESSIONE PSICOANALITICA Pagina 23 v
VIRUS E DINAMISMO DELLA NATURA Carlo Cirotto La storia delle scoperte scientifiche ha assai ridotte. Il SARS-CoV-2, ad esempio – il sempre qualcosa da suggerire. Ecco in virus responsabile della pandemia COVID- breve come furono scoperti i virus. 19 (acronimo dell’inglese COrona VIrus Verso la fine del 1800, numerosi Disease 19) che tanto ci preoccupa – ha un botanici erano impegnati nell’identificare diametro che va da 100 a 150 nm (nano le cause del mosaico del tabacco – malattia metri), 600 volte più piccolo dello spessore che provoca l’arresto della crescita delle di un capello umano. Ciò vuol dire che per piante di tabacco e conferisce alle foglie un identificarlo e descriverne la morfologia è aspetto punteggiato a mosaico – e si d’obbligo il ricorso alla microscopia accorsero che la malattia poteva essere elettronica. Analizzati con questa tecnica, trasmessa alle piante sane semplicemente tutti i virus presentano morfologie che si spennellando le loro foglie con un estratto somigliano per alcuni caratteri significativi. di piante malate. Nel 1892, il botanico Tutti hanno un corpo formato da una russo D. Ivanowsky dimostrò che l’estratto capsula di molecole proteiche (capside) poteva produrre infezione anche dopo che contiene una o più molecole di acido essere passato attraverso filtri capaci di nucleico (DNA o RNA). Distribuite sulla trattenere qualsiasi batterio allora superficie e sporgenti verso l’esterno ci conosciuto. Qualche anno dopo, nel 1898, sono, poi, altre molecole proteiche M. Beijerinck, microbiologo olandese, fornì specializzate nel riconoscimento del tipo di la prova che l’agente che causava il mosaico cellule che il virus preferisce infettare. Ad del tabacco aveva alcune caratteristiche avvolgere tutto è spesso presente una proprie degli esseri viventi, ipotizzò che membrana di natura lipidica. questo agente infettivo potesse riprodursi Ci sono quindi virus a DNA e virus a RNA solo all’interno delle cellule e lo chiamò con funzioni molecolari diverse. virus, parola latina che significa ‘veleno’, Il SARS-CoV-2 è un virus a RNA. ‘secrezione velenosa’. Contiene un unico, lungo segmento di All’inizio del XX secolo gli scienziati che questo acido nucleico comprendente 7 geni studiavano gli agenti infettivi degli animali che codificano altrettante proteine e dei batteri evidenziarono comportamenti necessarie all’attività del virus. La capsula simili a quelli del virus del mosaico del proteica è, in questo caso, avvolta da una tabacco: anch’essi passavano indisturbati membrana lipidica, sottratta alla cellula da attraverso i filtri capaci di trattenere i cui il virus ha avuto origine, e da proteine batteri ed erano talmente piccoli da non di diversa natura, prime fra tutte le spicole essere visibili al microscopio ottico. Non che si protendono verso l’esterno, simili ad potevano inoltre crescere in coltura in altrettanti raggi. È per l’esistenza di questa assenza di cellule vive. raggiera che la numerosa famiglia di virus Si decise allora di continuare a chiamare con caratteri morfologici simili al nostro ha virus gli agenti che infettavano le cellule ricevuto il nome di coronavirus. Le fitte animali e vegetali mentre furono battezzati spicole infatti ricordano sia i raggi della batteriofagi quelli che infettavano i batteri. corona solare che quelle delle corone dei re. Oggi conosciamo alcune migliaia di specie La parte terminale delle spicole ha una di virus, tutte caratterizzate da dimensioni 1
struttura che è complementare a quella di Ogni organismo vivente, monocellulare alcune proteine che sporgono dalla o pluricellulare che sia, dai batteri alle membrana dei bersagli cellulari preferiti balene, ha come proprio compito primario dal virus. La corrispondenza delle proteine naturale quello di riprodursi, cioè di dell’una e dell’altra parte è per il virus il mettere al mondo nuovi individui della sua segnale di essere in contatto con il partner stessa specie. Per una cellula, in giusto e dà il via all’ingresso nella cellula. particolare, riprodursi significa duplicarsi, Nelle figure seguenti sono schematizzate cioè dividersi in due cellule figlie, identiche la struttura esterna (sopra) e quella a sé stessa. Ciò in concreto comporta la interna (sotto) del virus SARS-CoV-2. duplicazione di tutto il patrimonio molecolare in modo che possa essere equamente suddiviso tra le due cellule figlie. Operazione impegnativa dal punto di vista molecolare e piuttosto pericolosa. Per arrivare ad avere due cellule figlie identiche alla cellula madre è necessario, prima di tutto, che venga duplicata la molecola che conserva l’informazione genetica, cioè il DNA. Il DNA, però, non può auto-copiarsi. Ha bisogno dell’intervento di grosse molecole di natura proteica che, utilizzandolo come stampo, ne costruiscono la copia. Non può sfuggire l’importanza che si giunga a copie identiche all’originale. Errori di copiatura infatti porterebbero a delle modifiche locali del DNA (mutazioni) che, nelle nuove cellule, potrebbero addirittura determinare la produzione di proteine deformi, incapaci di svolgere le proprie funzioni. Ma è esperienza comune, risalente alle elementari, che il momento in cui è più facile che in un testo vengano inseriti degli errori è proprio il momento della copiatura. Sembra esserne a conoscenza anche la cellula che al lavoro particolarmente meticoloso delle proteine che copiano il DNA fa seguire il lavoro altrettanto meticoloso di un’altra squadra di proteine che rileggono il DNA appena copiato, lo confrontano con l’originale, identificano gli errori di copiatura e li correggono. Non è senza motivo che i biologi chiamino questa attività correzione Il meccanismo dell’infezione virale, anche se delle bozze. di primo acchito può apparire complicato, Ma queste grosse e complesse proteine, in realtà non lo è. Basta tener presente che svolgono lavori tanto delicati, da dove come si svolge la vita in una qualsiasi vengono? È la cellula stessa che le fabbrica cellula. perché è in possesso di tutti i macchinari 2
adatti a farlo. Ed è lo stesso DNA a fornire sostituirlo con il proprio. Obbligarle le informazioni necessarie alla loro insomma a fabbricare tanti nuovi virus costruzione. Quindi per attuare la identici all’invasore. duplicazione cellulare è necessario sia il I virus a DNA entrano nella cellula, DNA, in quanto molecola che conserva il inibiscono la duplicazione del DNA patrimonio d’informazione di tutta la cellulare promuovendo a suo posto la cellula, che il complesso macchinario che lo propria e lasciando che la sintesi proteica traduce in proteine. Sono loro, le proteine, prosegua regolarmente con la costruzione le molecole che fanno tutto all’interno della delle proteine virali che alla fine si cellula, ivi compresa la copiatura del DNA. uniranno al DNA virale per formare Adoperando il linguaggio altrettanti nuovi virus. L’infezione potrà dell’Informatica, si può dunque affermare così continuare sempre più potentemente. che all’interno di ogni cellula esiste un Per i virus a RNA, dei quali il SARS-CoV- software, il DNA, e un hardware, il 2 è un esponente, il processo è analogo solo macchinario che traduce l’informazione in in certi aspetti. La differenza sta nel fatto concrete molecole proteiche. che ad essere coinvolto nel processo In ogni cellula il software-DNA è infettivo non è il DNA della cellula ma mantenuto rigorosamente separato, anche l’altro suo acido nucleico, l’RNA, e le spazialmente, dall’hardware-macchinario conseguenze sono piuttosto pesanti. Vale adibito a fabbricare le proteine. Come il allora la pena di dedicare ancora un po’ del progetto di una nuova casa è nostro tempo ad approfondire l’argomento. accuratamente conservato nello studio del L’azione dei virus a RNA è quella di far progettista, lontano dal trambusto del copie del proprio acido nucleico per cantiere, così il DNA è conservato nella dirigere la produzione delle sue proteine e zona più interna della cellula, nel nucleo, ampliare così lo sciame virale. ben separato dalla fabbrica delle proteine, A prima vista il processo sembrerebbe che si trova nel citoplasma. E, come il migliore rispetto a quello dei virus a DNA progetto cartaceo della casa non lascia per perché più diretto. L’azione del virus, nessun motivo lo studio del progettista ma infatti, riguarda direttamente ad essere portate nel cantiere sono le l’intermediario RNA, saltando a pié pari la fotocopie di quelle parti di progetto da fase precedente degli interventi sul DNA. In attuare nell’immediato, così anche dal realtà esso è molto più rischioso dell’altro nucleo escono solo le ‘fotocopie' relative al perché meno preciso. Per il processo di piano di costruzione delle proteine di copiatura dell’RNA, infatti, non esiste nella interesse immediato. Le ‘fotocopie’ in cellula nessun meccanismo di correzione questione sono molecole di RNA che si degli errori commessi; il procedimento di trasferiscono nel citoplasma e dirigono correzione delle bozze è riservato al solo direttamente la produzione delle relative DNA. Il risultato è che un virus a RNA ad proteine. ogni ciclo riproduttivo può inserire errori di copiatura nel proprio acido nucleico, A differenza delle cellule, i virus hanno il cioè va incontro a mutazioni genetiche le software ma non hanno l’hardware. Hanno cui conseguenze non sono sempre positive l’informazione su come ottenere le per noi umani. Nel caso particolare del proteine che rendono possibile la loro coronavirus, poi, a questo handicap se ne riproduzione ma sono privi dei macchinari aggiunge un altro legato alle dimensioni del adatti a costruirle. Non resta loro altra suo RNA (circa 30.000 subunità), di gran possibilità, allora, che comportarsi da lunga superiore a quella di qualsiasi altro parassiti: invadere cellule in grado di virus. , ovviamente, quanto più riprodursi, inibire il loro software e abbondante è il materiale da copiare, tanto 3
più alta è la probabilità che vengano C’è da tener presente che fra ciò che è introdotti degli errori. Il risultato è che senz’alcun dubbio vivo e ciò che altrettanto questi virus mutano più rapidamente degli inequivocabilmente non lo è, esistono casi altri e, come conseguenza, possono intermedi, difficili da qualificare. Una acquisire in modo del tutto inatteso nuove roccia, ad esempio, sicuramente non è viva. proprietà, come la capacità di infettare E neppure una membrana cellulare privata nuovi tipi di cellule o persino nuove specie del suo corredo genetico e della capacità di viventi. propagarsi, lo è. Un batterio, invece, è decisamente vivo: nonostante sia un Coronavirus è un termine che quasi organismo unicellulare è in grado di certamente era sconosciuto alla maggior promuovere al suo interno un flusso di parte di noi prima di quest’anno. ppure energia, di produrre molecole necessarie c’è da scommettere che tanti di noi lo alla propria sopravvivenza e anche di hanno già incontrato essendo la causa di riprodursi. Ma che dire dei globuli rossi del molti dei comuni raffreddori. Altri tipi di nostro sangue circolante? Sono strutture coronavirus, più aggressivi, causano piccole, prive di acidi nucleici, incapaci di malattie endemiche in alcune popolazioni trasformare l’energia, di sintetizzare animali ma fino a meno di due decenni fa, proteine e di riprodursi. Li possiamo tutte le varietà umane conosciute definire vivi? E che dire dei virus? provocavano disturbi talmente lievi che la Il fatto è che domande di tal genere sono ricerca sui coronavirus non era al centro semplici solo all’apparenza. Hanno come degli interessi dei ricercatori. presupposto infatti che si sappia definire di Quasi certamente il coronavirus nuovo, preciso che cos’è la ‘vita’. che ci costringe a casa, il SARS-CoV-2, ha Il concetto di vita, invece, sfugge da avuto origine nei pipistrelli. Questi animali, sempre a una precisa definizione però, non c'erano nel mercato di Wuhan, in scientifica. Di solito si cerca di supplire a Cina, dove si ritiene che sia iniziata l'attuale questa carenza utilizzando come parametri epidemia. Probabilmente è avvenuto che, alcune qualità della vita sulle quali di mutazione in mutazione, è stata concordano tutti gli addetti ai lavori. Ad coinvolta una specie animale intermedia, esempio, perché un organismo possa presente nel mercato di Wuhan, che ha poi essere considerato vivo deve godere di un facilitato il passaggio del virus all’uomo. certo grado di autonomia biochimica, deve Simili passaggi in ospiti intermedi essere in grado di svolgere alcune attività sembrano essere una caratteristica molto metaboliche fondamentali come l’utilizzo diffusa in questo genere di epidemie. Gli dell’energia e la sintesi delle molecole ospiti intermedi infatti aumentano la necessarie alla cellula e all’organismo di cui diversità genetica facilitando la comparsa eventualmente fa parte. Questo però è un delle mutazioni e stabilizzandole. elenco di caratteristiche, non una I virus sono vivi? È la domanda che sorge definizione. spontanea a questo punto della trattazione. Un modo di concepire la vita – a mio Sulla base di quanto ho qui sopra esposto, parere abbastanza convincente – è di infatti, un virus sembra assomigliare di più considerarla come una proprietà che a un complesso di molecole chimiche che a emerge, in modo impossibile da prevedere, un organismo vivente e questo da un insieme complesso di interazioni tra giustificherebbe la conclusione che i virus elementi indubbiamente non viventi. sono semplicemente dei parassiti inanimati Anche la coscienza, intesa come dei sistemi viventi. Attenti però a non consapevolezza, è una proprietà che trarre conclusioni troppo affrettate. emerge da una complessità di elementi. Un neurone isolato, ad esempio, non è 4
consapevole. Perché ci sia consapevolezza maggioranza dei virus sia in realtà innocua, deve essere presente la complessità non patogena. Alcuni di essi si insediano dell’intero cervello con tutte le interazioni all’interno delle cellule dove possono interne che lo strutturano. Analogamente rimanere per lungo tempo in uno stato non sono vivi, di per sé, né i geni cellulari, quiescente e riacquisire virulenza solo a né quelli virali né tantomeno le proteine. seguito di stimoli metabolici o ambientali, Neanche i virus raggiungono il livello di Altri sfruttano l’apparato di replicazione complessità critica che è proprio della vita cellulare per riprodursi a un ritmo molto perché sono privi delle strutture capaci di lento. Altri ancora possono colonizzare in assicurare un hardware autonomo. Al modo permanente la cellula che li ospita, tempo stesso, però essi sono più che aggiungendo geni virali al patrimonio semplice materia inerte essendo in cellulare e diventando, alla fine, una possesso degli stessi elementi basilari della componente del genoma stesso. Può anche vita già opportunamente organizzati. accadere che questa integrazione del Insomma, non credo sia da rigettare la genoma virale avvenga nelle cellule della definizione che vede i virus come ‘strutture linea germinale dell'ospite, nel qual caso organizzate che tendono alla vita’. può essere ereditato e passare da una generazione all'altra. Studi recenti Virus ed evoluzione Non si deve pensare dimostrano che, di fatto, questo processo si che il dibattito sulla natura vivente o meno è verificato molte volte nella storia dei dei virus sia un puro esercizio accademico vertebrati e oggi queste antiche sequenze capace di coinvolgere più i filosofi della genetiche possono essere studiate come scienza che coloro che la scienza la ‘fossili genomici’ utili per ricostruire la praticano nella concretezza di un storia evolutiva - finora ben poco laboratorio. Prendiamo ad esempio i approfondita - di questi lontani biologi che studiano l’evoluzione degli colonizzatori di genomi. organismi viventi. Quelli di loro che sono I virus, insomma, possono essere fonte fermi nella convinzione che i virus sono dei di effetti evolutivi assai più rapidi e più parassiti inanimati tenderanno a non diretti di quelli esercitati dalle forze considerarli come agenti che spingono selettive esterne che si limitano a operare ‘dall’interno’ i processi evolutivi ma a una cernita fra variazioni genetiche interne collocarli sul medesimo piano dei tanti prodotte molto più lentamente per fattori ambientali ‘esterni’, che operano la mutazioni casuali. Le enormi dimensioni selezione naturale. Che selezionano cioè gli delle popolazioni virali – secondo stime organismi più capaci di sopravvivere e recenti, gli oceani ospiterebbero qualcosa prosperare nonostante le infezioni virali. come 1030 particelle virali – unite alla Una chiara prova di questa diffusa rapidità con cui questi organismi si convinzione sta nel fatto che delle 1205 replicano e mutano, fanno di loro una fonte pagine di cui è composto il rapporto non secondaria di innovazione genetica: i annuale 2002 della “ ncyclopedia of virus ‘inventano’ di continuo nuovi geni e le volution”, solo quattro sono quelle varianti di geni virali possono viaggiare, dedicate ai virus. andando a inserirsi in altri organismi e Indagini di questi ultimi anni, però, contribuendo attivamente ai cambiamenti hanno dimostrato con crescente evidenza evolutivi. che i virus sono anche degli agenti attivi nei I virus, insomma, svolgono un ruolo non processi evolutivi. secondario nell’evoluzione dei viventi È probabile che ad alcuni lettori, avvezzi delineando il confine in continuo divenire ad associare l’idea di virus a infezioni ed fra la sfera biologica e quella biochimica. epidemie, risulti nuovo il fatto che la Già nel 1959, il premio Nobel Salvador 5
Luria, riflettendo sull’influenza che i virus contengano solo materiale genetico riescono a esercitare sull’evoluzione, ‘rubato’ alle cellule, e suggerisce che siano, domandava: «È possibile che non in termini genetici, dei veri creatori di riusciamo a percepire che nei virus e nella novità. Hanno anche permesso di loro fusione con il genoma cellulare da cui ricostruire un passaggio fondamentale poi riemergono, osserviamo le unità e il dell'evoluzione dei virus: lo sviluppo del processo che, nel corso dell’evoluzione, capside. È probabilmente avvenuto non hanno creato gli schemi genetici vincenti molto tempo dopo la stessa comparsa delle che stanno alla base di tutte le cellule cellule batteriche, avvenuta circa 3,5 viventi?» 1 . miliardi di anni fa. Solo nei casi fortunati di alcuni virus è Spero di essere riuscito a delineare una stato possibile tracciare un percorso panoramica delle attuali conoscenze evolutivo plausibile che desse indicazioni fondamentali che riguardano i virus e di sui tempi della loro comparsa nella storia aver fatto soprattutto intravedere quanto della vita. L’elevato tasso di variabilità sia ancora lunga la strada che i virologi genomica rende evidentemente difficoltoso devono percorrere. disegnare un albero evolutivo di queste strutture sulla base della frequenza delle mutazioni geniche. Carlo Cirotto è professore universitario di Un nuovo e originale modo di affrontare prima fascia di Anatomia Comparata e il problema è stato favorito dallo Citologia in quiescenza. straordinario sviluppo che in questi ultimi anni hanno avuto le tecniche di informatizzazione delle analisi di laboratorio e di elaborazione dei big data. Si tratta dell’analisi dei proteomi, cioè dell'insieme delle proteine di un gran numero di cellule e di virus. Oggetto delle indagini sono state, in particolare, le strutture spaziali delle proteine – in termini tecnici ‘strutture terziarie’ – cioè il loro modo di ripiegarsi nello spazio. È noto infatti che le strutture tridimensionali delle proteine, nel corso dell’evoluzione si mantengono più stabili della rispettiva sequenza genica. Analizzando più di 5000 organismi, tra cui 3.460 virus, con questi avanzati metodi di bioinformatica, i ricercatori hanno identificato 442 strutture tridimensionali condivise tra cellule e virus e 66 che sono esclusivamente virali. Questi risultati contraddicono l'ipotesi, che tuttora va per la maggiore, che i virus 1Citato da Luis P. Villarreal nell’articolo I virus sono vivi? , in “le Scienze”, n. 438, febbraio 2005, pp. 39- 45. 6
NUMERI E MODELLI AL TEMPO DEL COVID-19 Lamberto Rondoni Stiamo vivendo un momento senza Saggiatore, 2019), intervistato ad Aprile precedenti nella storia, nel quale dati e 2020 dal New York Times 3, ha affermato di statistiche hanno invaso ogni angolo della avere avvisato le autorità statunitensi del nostra vita e sono stati inoculati anche ai pericolo devastante costituito dal COVID- più refrattari a questo tipo di informazione. 19 già a metà febbraio e ha sostenuto di La pandemia di COVID-19 ha portato sotto essersi sentito rispondere: “tutto questo gli occhi di tutti numeri carichi di avviene nel tuo computer, non nella realtà” preoccupazioni, anche con la complicità aggiungendo poi “nessuno ferma una dell’isolamento sociale, che inevitabilmente nazione a causa di un modello”. ha spinto chi ha a disposizione mezzi di In effetti, poco dopo che il presidente comunicazione di massa telematici (TV, Trump si era adeguato all’idea che di serio radio, internet) a farne molto più uso che in pericolo si trattasse, nella primavera 2020, passato. Nonostante l’Italia sia meno e che qualcosa si dovesse fare, veniva detto attrezzata di altri paesi, cosa che sta che gli USA sarebbero stati bravi se si comportando difficoltà, per esempio a fossero verificati meno di 200mila decessi molti studenti, la frazione di popolazione legati al virus. A distanza di poche non raggiunta da questo diluvio di dati è settimane si pensava che avrebbero potuto sicuramente ridotta. limitarsi a 60-70mila, al momento (12 Ma perché? È solo il fatto che da sempre dicembre 2020), si contano qualcosa come le buone notizie televisivamente “non 296mila vittime. Uno studio dell’Imperial bucano”, mentre le cattive notizie College di Londra a marzo 2020 aveva catturano l’attenzione e possono essere previsto sei milioni di infetti in Lombardia; utilizzate ai fini dell’Auditel e dei suoi la conclusione che si sarebbe potuto trarre epigoni moderni e, quindi, a scopi è che si sarebbe potuto autorizzare la commerciali? I quali sono poi il motore di riapertura della regione, in quanto già tutto? allora sarebbe stata raggiunta l’immunità Servono a qualche cosa tutti questi dati? di gregge… Ovviamente e per fortuna, E ci fanno veramente intravedere il questo non è stato fatto; stime successive possibile futuro, dandoci strumenti per hanno poi ridotto quel numero a meno di indirizzarlo nel miglior modo possibile, due milioni. Lo stesso Vespignani, nella sua come ci viene implicitamente ed anche intervista al New York Times, dopo aver esplicitamente detto? 2 snocciolato i numeri di infetti previsti dai Alessandro Vespignani, italiano alla guida suoi modelli, riconosceva che: “i numeri del Network Science Institute della reali potrebbero essere sostanzialmente Northeastern University di Boston, autorità inferiori o superiori a quelli previsti”, mondiale dei cosiddetti Big Data e involontariamente dando ragione a quei dell’intelligenza artificiale applicata funzionari o politici che non all’epidemiologia, oltre che autore del bloccherebbero una nazione, cosa che volume “L’algoritmo e l’oracolo” (Il comporta conseguenze pesantissime, solo 2 Questo testo, scritto a fine aprile del 2020, è stato 3https://www.nytimes.com/2020/04/23/us/ leggermente rivisto il 12 dicembre 2020. coronavirus-early-outbreaks-cities.html. 7
sulla base delle previsioni epidemiologiche. quando l’orizzonte è costantemente Altre considerazioni, per esempio suggerite alterato da una nube di smog? Ma si può da un principio di prudenza sollecitato farne a meno? In fenomeni complessi, poi, anche dalle previsioni dei modelli il buon senso non basta. Si può gestire un matematici, potranno semmai giustificare aeroporto sulla base del solo buon senso? I tali drastiche risoluzioni. dati su che cosa è successo e che cosa sta Tante e tali fluttuazioni su stime e loro succedendo diventano indispensabili. deviazioni dalla realtà sono avvenute in un I dati sono la traduzione quantitativa e periodo inferiore ai dieci mesi. Già solo il sperabilmente quanto più oggettiva titolo di un libro su un argomento simile, possibile dell’esperienza. Averli, però, non scritto in tempi non sospetti da Luca basta a capire a che cosa questi preludano Gammaitoni e Angelo Vulpiani, la dice e a suggerire come affrontare le lunga sul peso da dare ai modelli conseguenze future del passato e del matematici di fenomeni così complessi presente. Servono modelli interpretativi come una pandemia: “Perché è difficile dei dati. Magari questi modelli potranno prevedere il futuro. Il sogno più sfuggente essere elaborati per noi da macchine dell’uomo sotto la lente della fisica” istruite a imparare – questo è un altro (Dedalo, 2019). argomento delicato – ma servono modelli. Cosa possono fare i nostri politici, messi D’altro canto, in certi ambiti, hanno fra incudine e martello? Da un lato la triste dimostrato capacità predittive al limite e innegabile evidenza delle morti dell’incredibile; pensiamo a cosa voglia quotidiane, dall’altro i giustificati timori di dire avere inviato una sonda nello spazio, crisi economiche devastanti, che possono per poi adagiarsi su una cometa. Perché indurre altrettanti morti, come modelli non usarli nelle previsioni delle epidemie? matematici analoghi a quelli epidemiologici Vespignani ci dice che si può fare molto possono quantificare. Si può stare a vedere meglio degli indovini, al punto che cosa succederà, senza agire, perché i dovremmo cominciare a preoccuparci di modelli non sono affidabili? Si può agire non esagerare nel far prevedere a degli affidandosi agli esperti che comunque algoritmi i nostri gusti, le nostre carriere, la decidono di affidarsi a modelli per dedurre nostra fine … pena forse il diventare delle strategie? E quanti e quali tipi di succubi delle macchine. vittime sono accettabili o non accettabili? E noi cittadini, a che cosa e a chi dobbiamo Non tento nemmeno di dare risposte, credere? prendo invece in esame il modello epidemiologico che è salito alla ribalta, il Domande impellenti e prive di una risposta cosiddetto SIR, che significa “suscettibile- semplice. La complessità del mondo e delle infetto-rimosso”. Nota bene: la R è spesso sue dinamiche non ci fa sconti: serve espressa come “ristabilito”, ma questo non maggior cultura scientifica e cultura tout corrisponde alla realtà del modello; nel court, per comprendere questo fatto. Vie modello, guariti e deceduti sono contati d’uscita semplici e indolori non esistono. Il insieme; il termine “rimossi” li qualifica miglior antidoto in qualunque circostanza è meglio come non più suscettibili o infetti. la coscienza della complessità e spesso della problematicità dell’esistenza. Che cosa ci si può attendere dall’evoluzione di un’epidemia, ma anche delle ricchezze Cerchiamo di capire. Se non ci affidiamo accumulabili da un individuo o dal all’esperienza, su cosa possiamo far conto? successo di un autoveicolo nel mercato Certo, anche l’esperienza può essere dell’auto, ecc.? Facciamo alcune ipotesi: inadatta e insufficiente o superata: come si fa a dire “rosso di sera, bel tempo si spera” 8
1. Immaginiamo di avere una tempo, in quanto ogni rimosso resterà tale, popolazione di individui, che non varia mentre dagli infetti ne arriveranno altri. Gli sensibilmente nel lasso di tempo preso in infetti, invece, potranno subire diverse considerazione; per un’infezione può evoluzioni: potrebbero calare, se i essere un periodo variabile dai 6 mesi a suscettibili si infettassero meno qualche anno, ma poco importa in un rapidamente di quanto fossero rimossi, per discorso qualitativo e non quantitativo. Si esempio per la scarsa infettività del virus tratta di una ipotesi che comunque esclude e/o per la bontà delle strutture sanitarie. che l’infezione possa intaccare visibilmente Potrebbero crescere, in condizioni il numero dei cittadini, cosa che può essere contrarie. In ogni caso, a un certo punto gli giusta oppure no. In Italia si è da poco infetti saranno comunque obbligati a superato il limite dei decessi dell’ 1 per calare; se non prima, quando tutti i mille abitanti. Forse siamo ancora entro il suscettibili saranno stati infettati. Una volta limite di validità di questa ipotesi. che gli infetti fossero ridotti a zero, la 2. Supponiamo che gli individui della popolazione si dividerebbe fra rimossi e popolazione possano essere suddivisi in tre suscettibili mai infettati. classi, cui daremo i nomi di “suscettibili”, Senza alcuna conoscenza del fenomeno, le “infetti” e “rimossi”. Questo significa che considerazioni appena fatte consentono di altre categorie come, per esempio, gli disegnare un grafico, qualitativamente di asintomatici, non siano da trattare questo tipo: separatamente e possano ricadere in una delle tre classi già stabilite. Questo significa anche non si facciano differenze fra classi sociali, regioni geografiche, ecc. 3. Diciamo che un suscettibile possa infettarsi, ma non sempre, venendo a contatto con un infetto e che gli infetti nel tempo diventino rimossi (guariti o deceduti che siano). Questo esclude, per esempio, che nell’arco di tempo di considerato ci siano coloro che si sono infettati ma non sono guariti, o che possano esserci coloro che sono rimossi (per esempio deceduti) senza mai aver avuto a (fonte: https://medium.com/data-for- che fare con un infetto, forse perché colpiti science/epidemic-modeling-101-or-why- da infarto. Se non si aggiungono altre your-covid19-exponential-fits-are-wrong- ipotesi, questo significa pure che i rimossi 97aa50c55f8). non si infetteranno mai più, cosa che è poi E si può poi immaginare un modello stata smentita. matematico in grado di produrre una figura 4. Diamo infine per conosciuta la simile 4 . Il SIR fa esattamente questo, popolazione iniziale, composta di un certo attraverso un semplicissimo sistema di numero di suscettibili e un certo numero di equazioni differenziali (non importa infetti, supponendo che inizialmente non ci conoscerne la matematica), che ora siano rimossi. Questo esclude che ci siano illustriamo: sacche di casi sconosciuti. Si capisce, senza invocare conoscenze 4Le curve degli infetti e dei suscettibili matematiche, che i suscettibili caleranno continueranno a scendere, ma la decrescita può nel tempo, in quanto una loro frazione si diventare estremamente lenta, tanto da sembrare infetterà. I rimossi, invece, cresceranno nel praticamente cessata come in figura. 9
mortalità e (insieme) con la capacità di guarire, la quale comprende, per esempio, la bontà delle strutture sanitarie. È evidente che sono state fatte una serie di assunzioni, forse ragionevoli, ma sicuramente parziali. Per esempio, a singoli parametri si è chiesto di rappresentare realtà estremamente complesse; non si è La prima equazione dice che la data alcuna importanza alla distribuzione variazione nel tempo della frazione geografica o sociale della popolazione e suscettibile della popolazione, , è delle tre classi; non si è tenuto in conto che proporzionale al numero dei suscettibili i comportamenti delle persone possono (più ce ne sono, più possono infettarsi) ed cambiare, per esempio in conseguenza di è pure proporzionale al numero di infetti, nuove norme e direttive. Tutti i punti (più ce ne sono, più è facile che colpiscano presentati potrebbero pertanto essere un suscettibile). Matematicamente, questo modificati e discussi a lungo, elencando le corrisponde a ritenere che gli individui tipologie escluse dalla classificazione in tre siano indipendenti, cosa che non può gruppi, ecc. ecc. Ma converrebbe essere vera quando una delle popolazioni aumentare la complessità del modello? domina abbondantemente l’altra: se i Ecco il grafico della situazione italiana degli suscettibili sono pochi, è inutile che gli infetti, aggiornato al 25 aprile 2020 (fonte: infetti siano tanti. Il segno meno a destra https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus indica che si sta riducendo il numero dei /): suscettibili e l’assenza di altri termini indica che una volta usciti dalla classe dei suscettibili non vi si fa più ritorno. La seconda equazione dice che la frazione di infetti, , varia nel tempo perché acquisisce i soggetti che erano suscettibili e che si sono poi infettati. Il segno più nel primo termine del membro di destra rappresenta questo contributo alla crescita degli infetti. A seguire c’è un termine con il segno meno, che sta a dire che gli infetti tendono a ridursi Sembrerebbe, ingrandito, il grafico degli spontaneamente, senza interventi esterni, e infetti riportato sopra per il modello SIR. In tanti più essi sono, tanti più lasciano la altre parole, sembrerebbe che il modello classe degli infetti. Questi ultimi infine riproduca quanto comunque ci aspettiamo: (terza equazione) vanno a incrementare la che gli infetti partano da pochi, diventino classe dei rimossi. tanti e poi si riducano fino a essere di Ci sono due coefficienti che compaiono nuovo pochi o scomparire del tutto. Se in questo modello: e . Il primo indica l’andamento del modello dicesse il vero, l’infettività del virus rispetto alla potremmo prendere quei parametri che popolazione, perché tanto più è grande, fanno sì che la prima parte della curva del tanto più velocemente diminuiscono i modello si sovrapponga alla curva reale, suscettibili e crescono gli infetti. Il secondo sperando che la parte non ancora avvenuta parametro rappresenta concisamente tutto nella realtà, ma prevista dal modello, possa quanto, al netto, ha a che vedere con la corrispondere a quanto dovrà accadere nel 10
tempo a venire. Questo servirebbe a chi ha Quanto diversa appare da quando era il compito di decidere come gestire la crisi, nascosta assieme al resto! Evidentemente, quando poter riaprire in sicurezza ecc. troppa informazione non facilita la comprensione di un fenomeno e gli stessi Sarebbe meglio avere un modello più dati possono essere rappresentati in modi complesso? Più realistico? che lasciano impressioni diverse. Se il Confrontiamo l’intelligibilità di una modello deve essere di qualche utilità, è figura più dettagliata dei nuovi casi bene che non sia troppo complicato, è bene giornalieri, con una meno dettagliata, che si riferisca alle sole variabili veramente relativa alla prima ondata e con il importanti ed è bene che le informazioni lockdown ancora in corso (fonte: https: siano riportate in modi che ci risultino //lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/): significativi. Se questo è possibile nel caso di fenomeni conosciuti, chi è in grado di farlo nel caso di fenomeni sconosciuti? Possiamo fidarci di strumenti di questo tipo, di cui il SIR è di per sé un esempio molto semplice, ma è anche parte di modelli più sofisticati? E se le cose stessero in modi molto diversi? E che cosa è significativo? Le specie di campane che si possono disegnare, apportando dei ritocchi al modello, possono essere piuttosto diverse, pur conservando l’idea di ciò che dovrebbe succedere agli infetti. Questa varietà andrebbe a suggerire interventi legislativi sostanzialmente diversi; si veda per esempio la figura che segue, dove vengono considerate più popolazioni. Si osservi come le tre variazioni portino In alto l’andamento giorno per giorno; in qualitativamente a circa lo stesso basso quello mediato su una settimana. andamento del numero degli infetti, ma con Entrambe sono fedeli rappresentazioni differenze quantitative notevoli: passano della realtà, ma non è molto più chiara la un paio di mesi fra la prima e l’ultima delle figura in basso? fini dell’epidemia (ovvero le riduzioni a Ed ecco la figura dei decessi (la curva valori bassi del numero di infetti): nera nelle due figure qui sopra), se isolata dal resto (fonte: https: //lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/): (fonte: https://medium.com/data-for- science/epidemic-modeling-101-or-why- 11
your-covid19-exponential-fits-are-wrong- decisamente utile a chi deve prendere 97aa50c55f8). decisioni, mostrando loro gli esiti dei Se questo è quanto dei semplici ritocchi diversi meccanismi e dei possibili possono produrre, pensiamo cosa interventi. succederebbe con variazioni più sostanziali, come quelle suggerite nella discussione delle equazioni del SIR. Alla Lamberto Rondoni è professore fine dei conti, tutte le campane universitario di prima fascia di Fisica corrispondono all’intuizione sul fenomeno, Matematica al Politecnico di Torino. a ciò che anche il solo buon senso ci farebbe pensare, prima gli infetti crescono, poi decrescono, ma un conto è il ritorno alla normalità nell’arco di tre mesi e un altro conto sarebbe se richiedesse due anni. Dovremo concludere che dati e modelli sono inutili e tutto sommato tanto vale rivolgersi alla Sibilla Cumana? Certo che no, ma non sarebbe meglio utilizzare tutti gli strumenti disponibili, compresi i modelli matematici, muniti sia di interesse che di un sano distacco e di buon senso, senza pretendere che forniscano la soluzione finale ai nostri problemi? In effetti, si deve spezzare una lancia a favore dei modelli matematici, perché, pur nella consapevolezza che vanno utilizzati con cautela, hanno l’enorme vantaggio, rispetto ad altri modi di ragionare, di rappresentare una quantità di scenari possibili, in tempi rapidi e a costi ridottissimi. Si possono infatti facilmente variare nella loro struttura, come pure nei loro parametri. Nel costruire un modello, diventano evidenti la scelta delle variabili ritenute essenziali e le assunzioni che ne determinano l’evoluzione nel tempo. Quando ci si accorgesse, anche grazie all’uso del modello, che essenziali sono invece altre variabili, si potrebbe facilmente sostituire le vecchie con le nuove o si potrebbe decidere di affiancare alle vecchie altre variabili ancora. Si possono modificare i meccanismi di interazione fra i diversi soggetti ecc. Mentre non è detto che questo sfoci in una vera comprensione del fenomeno, torna 12
DISTANZIAMENTO FORZATO E CURA RECIPROCA Giuseppina De Simone Un’apparente contraddizione richiesto è un pensiero che sappia ascoltare Nel titolo che è stato indicato per il mio le emozioni, i moti del cuore, che sappia intervento c’è un ossimoro che reca in sé accogliere le provocazioni della vita. un’apparente contraddizione: ci può essere Sono tante le emozioni provate in cura reciproca essendo distanziati, vale a questo strano tempo. La misura del dire che si può essere uniti pur essendo distanziamento sociale resa necessaria per separati da uno spazio fisico, pur non il contenimento del contagio suscita potendo fisicamente entrare in contatto. anch’essa differenti stati d’animo e si Si potrebbe pensare ai legami affettivi discute su ciò che essa implica o produce. che permangono pur nella distanza, Distanziamento sociale o distanziamento rafforzandosi anche, talvolta. Ma qui il fisico? La distanza richiesta non è di tipo riferimento non è a situazioni particolari, a sociale: non si tratta di allentare o recidere relazioni specifiche. Distanti ma uniti, come i legami, ma di rimanere a distanza lo si può essere nella cura reciproca ossia fisicamente, di evitare il contatto. Quanto rivolti verso l’altro e legati all’altro, lo si è però il distanziamento fisico possa minare essenzialmente, lo siamo in quanto esseri le relazioni, o comunque incidere su di umani. esse, è questione aperta; e molto dipende Siamo uniti da un legame assolutamente da come si è disposti a comprendere e a reale che prescinde dal nostro volere e che, vivere tale distanziamento. prima ancora di essere scelto, ci è dato. Un Ciò che si coglie in questa misura legame che, a rifletterci, appare evidente: adottata è prima di tutto il suo carattere di per il fatto che non possiamo essere senza divieto: ciò che non possiamo fare, ciò a cui gli altri, che abbiamo bisogno gli uni degli dobbiamo rinunciare. Non possiamo altri in una imprescindibile abbracciarci, stringerci le mani, restare interdipendenza, per il fatto che le scelte di vicini per un tempo prolungato, non ciascuno si riflettono sugli altri possiamo vedere parenti e amici, come implicandoli inevitabilmente. Ma quella che eravamo abituati a fare, non possiamo far si dà come un’evidenza fattuale è anche festa insieme. E non è questa forse una qualcosa che interpella la nostra limitazione della nostra libertà, una responsabilità, chiama in causa la nostra coercizione delle nostre relazioni? C’è chi capacità di risposta e di consapevolezza. ha visto in tutto questo una pericolosa Così dinanzi a quanto sta accadendo, e forma di controllo che pretende di alla inedita situazione di relazioni che spingersi fino ai livelli più privati impone, non possiamo non interrogarci su dell’esistenza. Chi può dirci come che cosa possa significare per noi. dobbiamo vivere le relazioni con chi ci è caro, chi può stabilire quando e come Pensare ciò che accade incontrarci? Quanto è accaduto ci ha indubbiamente Dalla sofferenza che indubbiamente colto di sorpresa. Non avremmo mai producono queste limitazioni nasce la immaginato di poterlo vivere. Lo choc che protesta di molti. Il disagio, lo sgomento ne è derivato chiede di essere pensato, di avvertito, il senso di incertezza, alimentano essere attraversato con la forza e il le manifestazioni più esasperate. Non sono coraggio del pensiero. Ma il pensiero che è 13
in pochi a negare il problema della comprensione della nostra umanità, in pandemia, a minimizzarne la portata, ordine a un divenire umani? spiegandolo nella maniera più bizzarra, Quello che stiamo sperimentando è oppure immaginando complotti da cui certamente il venir meno di un assetto che tutto sarebbe derivato. Un atteggiamento sembrava solidissimo e irreversibile; il che viene rivendicato spesso in nome di vacillare di alcune rassicuranti certezze che una capacità critica alla quale non implicitamente reggevano il nostro possiamo rinunciare. quotidiano. È sotto i nostri occhi l’esplodere di disuguaglianze che forse Elaborare il senso conoscevamo ma che la pandemia ha Ma è veramente così che funziona la nostra radicalizzato in tutta la loro insostenibile capacità di pensare? È così che si muove il drammaticità; l’emergere di un sommerso nostro pensiero: sospettando, negando, volutamente ignorato o tollerato in quello ridisegnando la realtà a partire da quello che pensavamo fosse un ordine generale che vorremmo? non sostituibile. Il pensiero si rapporta ai fatti, a quello E su tutto, quello che prevale è il senso che accade e alle evidenze che attesta, della procedendo prima di tutto nella direzione precarietà e della vulnerabilità. Ci di una ricognizione e raccolta dei dati, per sentiamo tutti più fragili e incredibilmente poi rintracciare i nessi, ed elaborare esposti. proiezioni prospettiche. Ma lo spazio che è ancor più essenziale L’avvertimento della precarietà al pensiero e al nostro stesso vivere è lo C’è chi ha parlato a tale proposito della spazio della riflessione e della elaborazione «sindrome del limbo» 6 subentrata alla del senso, dell’appropriazione e paura e al disorientamento, più forti nella risignificazione di quanto accade prima fase della pandemia. Uno stato di lasciandosi da esso interrogare. sospensione, in cui diventa difficile fare È questo lo spazio proprio progetti. Una crescente difficoltà a pensare dell’esperienza umana. Aldous Huxley, voce il futuro di cui sarebbe ulteriore conferma geniale della letteratura distopica, afferma un netto calo delle nascite. in tal senso: l’esperienza «non è ciò che E in questo clima di spaesamento, accade a un uomo: è ciò che un uomo fa nell’avvertimento della propria precarietà, con quel che gli accade» 5 . può accadere che prevalga la logica del si C’è nella nozione stessa di esperienza il salvi chi può. Non più il senso di solidarietà senso del viaggio, dell’attraversamento. Un emerso di fronte al primo profilarsi di un attraversamento doloroso che implica dramma che coinvolgeva tutti l’essere esposti. Fare esperienza è accettare indistintamente, ma la difesa del proprio di essere trasformati da quello che viviamo. spazio individuale, dei propri diritti ai quali Non subire semplicemente, ma agire, non si è disposti a rinunciare; la implica accogliere e dare senso, o meglio, rivendicazione di tutele e di garanzie; e, in riconoscere il senso di quanto accade. E ciò dentro una storia nella quale siamo e nella quale ci costruiamo come esseri umani. 6P. Di Thiene, Ansia da limbo, il nuovo disagio di Che cosa ha da dire allora quello che sta Covid-19, in “ la Repubblica” 18 ottobre 2020. «Quello che preoccupa la Società italiana di accadendo in ordine a una più profonda psichiatria (Sip) è una nuova forma di ansia, cosiddetta ‘da limbo’: una situazione di ‘sospensione’, di ‘stasi’ che, nell’era del Covid, sta 5A. Huxley, Texts and Pretexts, an Anthology with cominciando ad abbracciare un numero elevato di Commentaries, Chatto & Windus, London 1932, p. persone». 282. 14
maniera generalizzata, l’aggrapparsi al già alla quale siamo irriducibilmente affidati. noto, la strenua difesa di equilibri ed Che siamo affidati gli uni agli altri e che assetti precedenti, nell’attesa che tutto solo la cura può far fiorire l’umano. Lo passi, l’invocare una normalità da sperimentiamo nelle tante situazioni di ripristinare quando tutto sarà finito. ogni giorno, nelle piccole come nelle grandi Può accadere anche che a prevalere sia questioni della vita. Anche se spesso la paura dell’altro, avvertito come una tendiamo a dimenticarcene. minaccia nella sua stessa presenza. Ma la precarietà ci dice anche che della Protocolli esasperati di sanificazione, la cura ha bisogno il mondo, la nostra casa medicalizzazione o quasi di alcuni ambienti comune; che non serve a nulla pretendere di vita possono indurre a pensare che di ritagliarsi isole felici o spazi di benessere dall’altro occorre difendersi ad ogni costo costruiti sulla povertà di altri o di altri neutralizzandone la presenza in una luoghi della terra. È l’aver cura che può far dimensione di asetticità. fiorire il mondo: il mondo in cui viviamo e Ma c’è un’altra via di confronto con la il mondo di tutti. Oltre ogni forma di precarietà, certamente più faticosa. Ed è la prevaricazione e di rapina, oltre ogni via di una consapevole assunzione della contrapposizione, occorre aver cura gli uni precarietà e della fragilità che ne deriva: degli altri e, insieme, del mondo che ci è non la fuga o la neutralizzazione, ma il loro affidato. riconoscimento come cifra dell’umano. È solo in questa prospettiva che La precarietà è ciò che ci unisce, perché possiamo comprendere il senso delle è di tutti, e ci appartiene in quanto esseri regole imposte dalla situazione attuale. umani, scritta com’è nella nostra Stare “a un metro di distanza”, per quanto condizione creaturale. È questa precarietà paradossale possa sembrare, è un modo che ci spinge a non smettere mai di per aver cura dell’altro. Significa che non camminare. E a imparare a farlo insieme. solo la mia salute, ma la salute dell’altro mi sta a cuore, e in modo particolare quella dei Il valore della cura più fragili che magari non conosco, ma La mia libertà incontra quella dell’altro che della cui condizione scelgo di farmi carico non è per essa una minaccia ma condizione non come concessione dall’alto, ma come del suo stesso farsi. Non si può essere riconoscimento di una comune fragilità che veramente liberi senza l’altro. Occorre solo insieme possiamo portare. perciò guardarsi – come ha recentemente Le regole non sono una limitazione della ricordato il presidente Mattarella nel libertà, sono un modo per viverla discorso tenuto all’Università di Macerata – consapevolmente e responsabilmente in dal virus di un ego smisurato e solidificato, una rete di relazioni senza cui non siamo e forse ancor più di quanto occorra dentro la quale riconoscersi. Sono un modo difendersi dal virus della pandemia. Un ego per sentirsi parte di una comunità. A che tende ad essere senza limiti e che questo indirizza la norma nelle regole che proprio per questo presidia solidamente i una comunità si dà a partire suoi confini, difende in maniera strenua ciò dall’intelligenza delle situazioni. Le regole che è suo e che rivendica come tale. ci aiutano a vivere appieno la nostra La precarietà ci ricorda invece che umanità nella sua imprescindibile natura abbiamo bisogno gli uni degli altri, che non relazionale, assumendo la precarietà e la bastiamo a noi stessi e soprattutto che fragilità come punto di forza abbiamo bisogno di cura. nell’esperienza condivisa dell’aver cura. La precarietà ci fa cogliere che, Questa inedita situazione che ci continuamente e non solo in situazioni troviamo a vivere può allora aiutarci a straordinarie, veniamo dalla cura dell’altro comprendere meglio, e in maniera 15
concretissima, le dimensioni portanti dell'impotenza, poiché una delle cose più dell’umano. Prima fra tutte il valore della urgenti da apprendere è il potere della cura. E questo, proprio nel distanziamento nostra vulnerabilità. Liberaci, Signore, dal forzato che siamo tenuti ad osservare. virus delle notti senza fine, poiché tu non smetti di ricordarci che tu stesso ci hai Sentinelle dell’aurora posto a sentinelle dell'aurora». Vivere l’aver cura in questo tempo significa però anche ritrovare la capacità di guardare avanti, garantirsi lo spazio per ripensare il nostro stare insieme e il nostro Giuseppina De Simone è ordinaria di stare al mondo: lo spazio per prospettare, filosofia alla Pontificia Facoltà Teologica immaginare, creare strade nuove lungo le dell’Italia Meridionale (sezione San Luigi – quali camminare, esponendosi al nuovo, Napoli). piuttosto che rimpiangere il già stato. È un aver cura esigente che richiede la capacità di sognare, e di sognare insieme, senza di cui nessun futuro può darsi, recuperando la prospettiva realissima e sempre da costruire dell’ essere uniti al di là e attraverso ogni distanza, di una fraternità che ci è data in radice ma che chiede di essere pazientemente costruita con tenacia e coraggio, così come l’artigiano cesella l’opera che è affidata alle sue mani. Chiudo con un bel testo di José Tolentino Mendonça pubblicato su “Avvenire” domenica 11 ottobre 2020. È una preghiera che possiamo fare nostra. «Liberaci, Signore, da questo virus, e da tutti gli altri virus. Liberaci dal virus del panico disseminato, che invece di infondere saggezza ci scaraventa impotenti nel labirinto dell'angoscia. Liberaci dal virus dello scoraggiamento, che ci ruba la forza dell'anima, grazie alla quale si possono affrontare meglio le ore difficili. Liberaci dal virus del pessimismo, che non ci lascia vedere che, se non possiamo aprire la porta, possiamo ancora aprire le finestre. Liberaci dal virus dell'isolamento interiore che disgrega: il mondo continua a essere una comunità viva. Liberaci dal virus dell'individualismo che fa ergere muraglie, e fa saltare in aria tutti i ponti intorno a noi. Liberaci dal virus della comunicazione vuota a dosi massicce, che si sovrappone alla verità delle parole che ci raggiungono dal silenzio. Liberaci dal virus 16
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