Nuove Mini John Cooper Works per un weekend racing - Weekend Premium

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Nuove Mini John Cooper Works per un weekend racing - Weekend Premium
Nuove Mini John Cooper Works
per un weekend racing
Mini presenta i suoi modelli più potenti mai costruiti per
l’utilizzo stradale. Si tratta di nuova MINI Clubman John
Cooper Works e nuova MINI Countryman John Cooper Works. Le due
premium car britanniche oltre a un motore da 306 cv montano un
telaio sportivo evoluto e un nuovo impianto frenante. Ritocchi
di design nel frontale per ottimizzare l’aerodinamica e una
maggiore sportività per gli interni sono i dettagli che
impreziosiscono queste due potenti sportive di casa Mini che
vi regaleranno un weekend pieno di emozioni.

Massima potenza    con il nuovo 4
cilindri da 306 cv
Nuova MINI Clubman John Cooper Works e nuova MINI Countryman
John Cooper Works montano un nuovo motore 4 cilindri con
tecnologia MINI TwinPower Turbo da 225 kW/306 cv di potenza e
450 Nm di coppia. Si tratta di un incremento di potenza del
32% in più rispetto al precedente propulsore, per un totale di
55kW/75 cv in più. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo
di turbocompressori con maggiori dimensioni e all’utilizzo
dell’ultima generazione del sistema di iniezione diretta.
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L’aumento di spinta si traduce in prestazini che recitano da
0-100 km/h in 4,9 secondi per MINI Clubman John Cooper Works,
e 5,1 secondi per MINI Countryman John Cooper Works. La
velocità è autolimitata a 250 km/h. Le accelerazioni
sprigionano un sound davvero piacevole da sentire ottenuto
grazie al nuovo impianto di scarico sportivo di nuova
concezione, specifico per i nuovi modelli. Tuttavia, quando
l’andatura è rilassata i versi del motore sono contenuti.
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Le vetture sono dotate di una nuova trasmissione sportiva
Steptronic ad 8 rapporti, che riesce ad assicurare cambi di
marcia ottimali e precisi sia nella guida sportiva che in
quella comfort. Infine, il differenziale autobloccante
meccanico lavora insieme al DSC (Dynamic Stability Control),
aumentando la trazione su terreno scivoloso o in condizioni
climatiche avverse e migliorando la dinamica di guida quando
si intraprende un percorso dinamico con uno stile di guida
sportivo.

Telaio sportivo e nuovo impianto
frenante
Anche il telaio ha subito dei miglioramenti in termini di
rigidità̀ dei suoi componenti, peso e cinematica per creare la
sensazione di guida racing. I nuovi supporti orientabili
permettono di conferire un camber maggiore alle ruote
anteriori, mentre grazie alla cinematica dell’asse posteriore
è stato possibile migliorare la tenuta in curva delle vetture.
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Maggiore rigidità anche per molle e sospensioni (che
garantiscono un assetto ribassato di 10 mm), gli
ammortizzatori invece si adattano in base alla scelta del
guidatore.

L’impianto frenante sportivo è stato ridisegnato e adesso
include pinze fisse a 4 pistoncini per le ruote posteriori in
modo da assicurare spazi di frenata contenuti anche dopo un
uso intensivo. I grandi dischi anteriori da 360×30 mm e
posteriori da 330×30 mm, abbinati a prese d’aria per il
raffreddamento, contribuiscono a raggiungere l’alto livello di
stabilità. Le pinze freno anteriori color rosso includono il
logo John Cooper Works.

Design più aerodinamico per                               il
frontale e interni sportivi
Alcuni elementi di design delle due nuove mini sportive sono
stati ritoccati per garantire un maggior livello aerodinamico.
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Le grandi prese d’aria nel frontale sono disegnate per
migliorare il raffreddamento del motore e dell’impianto
frenante. Nuovo anche il design delle minigonne laterali e
delle appendici posteriori, mentre uno spoiler specifico per i
due modelli assicura una maggiore aderenza alle alte velocità.
La grande attenzione per i particolari si nota anche dalle
calotte degli specchi con un’aerodinamica migliorata.

Internamente si percepisce una grande sensazione racing grazie
ai sedili con poggiatesta integrati, volante multifuzione, la
leva del cambio John Cooper Works e il padiglione color
antracite. Il sistema di infotainment garantisce l’utilizzo di
numerosi servizi online MINI connected e come optional è
disponibile anche il servizio Real Time Traffic Information
che mostra la situazione del traffico in tempo reale.
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Mercedes classe A AMG                                  35:
“l’ultima” della lista
Mercedes classe A AMG – Ancora una volta ci confrontiamo con
sportività, unita alla praticità. 306 CV, 0/100 in 4,7
secondi. Di valige potete caricarne quante volete, ma che
queste restino ferme tra le curve, non è sicuro. La nuova
classe A è stata presentata ad inizio anno, ma è questa la
versione giusta per uno sport-weekend. Una macchina da meno di
5 sec, con adattatori isofix (per il seggiolino) e 5 posti.
Impensabile solo rispetto a 10 anni fa.

E non è tutto, questa versione della nuova Mercedes classe A
AMG è la A35, quindi una versione meno estrema della futura
A45. Quest’ultima avrà (a detta dei tecnici della divisione
sportiva AMG) più di 400CV. Le “hot-hatch” potranno competere,
ormai senza battere ciglio, con sportive molto più basse e
larghe. Ritornando alla versione A35, l’estetica non cambia
molto rispetto la versione di serie, ma i particolari aggiunti
sono proprio quelli giusti.
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Mascherine più aggressive, nuove prese d’aria, cerchi
specifici ed alettone sono solo una parte di queste. Il design
che prima ci sembrava carente di personalità, adesso ci
convince. Il colore di lancio è un giallo acceso, simbolo di
sportività e “frizzantezza”, colore che svecchia l’auto. La
zona posteriore, secondo il nostro parere è la più azzeccata.
I designer hanno raccordato alla perfezione l’estrattore. Le
firme LED dei fanali posteriori, in combinazione con il
sopraccitato alettone e i due generosi terminali di
scarico rendono l’auto piacevole da osservare e con una buona
presenza in strada.
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I particolari neri poi regalano proprio il giusto look
arrabbiato, che qualsiasi pepata merita. I cambiamenti, però
non riguardano solo l’esterno. Gli interni sono dominati dagli
splendidi sedili sportivi in pelle nera firmati AMG.
L’alluminio è poi molto usato in questa Mercedes classe A AMG.
Immancabile proprio sui sedili è anche il materiale del
bilanciere per il selezionare le marce. Il cambio automatico
4Matic è infatti controllato tramite leve al volante.
Immancabile inoltre tutta la tecnologia già presente nella
Calle A standard.
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Il cuore che spinge questa sportiva è il 2.0 turbo, che
abbiamo già visto sulla A200 e che eroga 224 CV. Ciò che
cambia è la scelta del turbo, maggiorato e con caratteristiche
tali da sfruttare i gas di scarico. Non è solo votato alle
prestazioni, il twin-scroll (la tipologia di turbo) rende la
risposta al pedale molto più reattiva. Il cambio è automatico,
come citato prima. E’ nello specifico un doppia frizione a 7
marce, dotato anche della funzione Race Start, una modalità di
partenza… piuttosto violenta.
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La trazione sarà integrale, con un sistema per la ripartizione di
coppia molto sofisticato e votato esclusivamente alle prestazione
(ripartizione fino al 50% in caso di fondo con poca aderenza. Così
come un inedito controllo di trazione molto sofisticato (e per fortuna
disinseritile). Insomma una vera super-car, pratica per tutti i giorni
e in questa versione con un grande carattere.

Ferrari Monza SP1 ed SP2: le
corse nel cuore
E’ improbabile che le vedremo mai circolare per strada, poiché
ne costruiranno pochissime e diventeranno preziosi pezzi da
collezione. Ma le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono certamente
motivo di meraviglia. Ammiriamole quindi ora. E poi
l’equazione Sport = Ferrari ha la stessa ferrea validità
universale della relatività di Einstein.

FERRARI MONZA SP1 ED SP2: GIOIELLI DI ESTREMA PUREZZA

Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono due vetture in serie
limitata, molto limitata, appena presentate a Maranello.
Richiamano stilisticamente un passato più che glorioso,
leggendario: quello delle “barchette” degli anni ’50 che hanno
dominato le competizioni mondiali nella categoria Sport (Mille
Miglia, Le Mans, Targa Florio, 1000 Km di Monza, eccetera). In
gergo tecnico, una barchetta è un tipo particolare di
carrozzeria scoperta. Rispetto ad una normale spider, la
differenza è la totale assenza di montanti e tetto, oltre a
disporre di un parabrezza ridottissimo, a volte anch’esso
assente.
Tale conformazione fa somigliare la vettura appunto ad una
piccola barca. Il primo modello del genere fu la Ferrari 166
MM, presentata nel 1948 e carrozzata dalla Touring. Pare che
l’appellativo barchetta sia un’invenzione di Gianni Agnelli il
quale, vedendola esposta al salone di Torino, disse “Questa
non è un’auto ma una barchetta”. L’aneddoto non è certo. E’
invece assodato che l’Avvocato poi comprò effettivamente
quella vettura.

Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono quindi un omaggio a quei
tempi eroici e indimenticabili: un periodo, ricordiamolo, in
cui le case italiane crearono le auto più belle del mondo e di
tutti i tempi, Ferrari in prima fila. L’appellativo Monza è un
tributo alle 750 Monza ed 860 Monza, altri due splendidi
modelli di quegli anni, disegnati sempre con tale tipo di
carrozzeria.
Le vetture di oggi rappresentano un autentico regalo a chi,
milioni a parte, cerca in un’auto esclusiva la suprema
emozione nella guida ad alte prestazioni. Sono ispirate a
vetture da corsa e troveranno nella pista l’habitat ideale;
tuttavia le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono omologate per
circolare in strada. La SP1 è una monoposto, la SP2 ha due
posti.

MOTORE E PRESTAZIONI STELLARI
Sono vetture molto leggere. Grazie al telaio in fibra di
carbonio, il peso a secco è contenuto in soli 1.500 Kg. Per
un’auto stradale di oggi sono molto pochi, considerando che
sotto il cofano anteriore ruggisce, urla, canta e suona il
superlativo motore V12 6.5 che anima anche la Ferrari 812
Superfast. Quindi una potenza massima devastante di 810
cavalli ad 8.500 giri, così in alto da fare invidia ad un
soprano. La coppia massima è altrettanto micidiale, 719 Newton
metri a 7.000 giri. In parole povere, questo motore spinge
sempre fortissimo e non si ferma mai. Abbiamo detto che è una
Ferrari?

Il peso di 1.500 Kg è riferito alla SP1, mentre la SP2 arriva
a 1.520 Kg. Le prestazioni, per entrambi i modelli, non
lasciano spazio ad altre parole: accelerazione 0-100 in 2,9
secondi, 0-200 in 7,9 secondi, velocità massima oltre 300
Km/h. Non osiamo immaginare quanto oltre.
Lancia    Delta    Futurista:
omaggio alla regina dei rally
No, non mettete mano al portafoglio. Ne costruiranno solo 20 e
sono state già tutte prenotate, nonostante costino circa
300.000 euro ciascuna. E’ più facile entrare in lista d’attesa
per una Ferrari. Ma ogni tanto è bello far volare la fantasia.
E tornare con la memoria agli anni in cui la Lancia Delta
dominava nei rally di tutto il mondo. Un’epoca che fu e che
mai più potrà tornare, per svariate ragioni. Però un super
appassionato ha avuto un’idea che sconfina nel romantico. Con
la sua Lancia Delta Futurista ha ricreato quell’emozione,
seppure alla lontana. Si chiama Eugenio Amos, fondatore del
marchio Automobili Amos. La passione per la passione.

LANCIA DELTA FUTURISTA, OMAGGIO ALLA REGINA DEI RALLY

Dalla tremenda e paurosa S4 alla superlativa Integrale,
chiunque fosse cosciente, nonché appassionato di automobili,
tra gli anni ’80 e ’90, ha scolpita a caratteri indelebili
nella memoria e nel cuore la mitica Lancia Delta. Come Eugenio
Amos. Imprenditore e collezionista, pilota di vetture GT, ha
usato i propri mezzi per assecondare la sua passione.
Obiettivo: ricreare la Deltona.

Allora ha assemblato un team di progettazione a Milano, un
reparto di ricerca e sviluppo in Piemonte, dove è stato
eseguito l’assemblaggio. Ed eccola qui, la Lancia Delta
Futurista, presentata da poco in Svizzera, a Basilea.

Il design esterno è quasi identico all’originale (l’ultima
Integrale), salvo avere tre porte invece di cinque e un
frontale ancora più massiccio. Gli interni sono invece stati
completamente ridisegnati, ispirati alla S4.

La Lancia Delta Futurista è però un’auto stradale, non da
corsa. Sebbene i suoi 330 cavalli per 1.250 Kg di peso
annuncino prestazioni da paura. Nasce da una vera Delta
originale che ha fatto da “donatrice”, ecco perché ne hanno
potute produrre così poche. Per essere così leggera e ottenere
l’omologazione stradale odierna ci volevano mezzi pesanti.
Infatti parecchie parti originariamente in acciaio sono state
sostituite da elementi in fibra di carbonio, dal paraurti ai
parafanghi enteriori, dall’alettone al diffusore posteriore,
dalle minigonne al cofano motore.

Per renderla resistente, a prova di crash test attuali, sono
stati applicati parecchi rinforzi in acciaio ai componenti
strutturali di scocca, sospensioni, gabbia di sopravvivenza e
altre parti che in un rally subiscono violenti colpi
(sospensioni, parafanghi e così via). Rinforzati anche cambio
e differenziale originali, così come il motore.

Abarth   595:                     sempre              più
velenosa
Abarth è un nome magico per gli appassionati italiani della
guida. La nuova Abarth 595 si moltiplica e si fa non in
quattro ma in cinque per accontentare i clienti fedeli e
intrigare potenziali acquirenti che non erano mai entrati
prima nel mondo dello Scorpione. Sport alla portata di molti,
stile dinamico e brillante, certamente qualcosa che sfugge
alle convenzioni.

ABARTH 595 2019 SI FA IN CINQUE

Sono infatti cinque gli allestimenti predisposti per la nuova
Abarth 595. Nel dettaglio: 595, 595 Pista, 595 Turismo, 595
Competizione e 695 Rivale, tutti disponibili sia con
carrozzeria berlina che cabrio. Il motore a benzina è il
grintoso 1.4 T-Jet turbo, declinato per questa gamma in
quattro livelli di potenza, da 145 a 180 cavalli, tutti
omologati Euro 6D-Temp.

Le novità sono incentrate soprattutto nell’esaltare la
prestazione, com’è naturale per ogni Abarth. Ad esempio la
presa d’aria frontale più ampia migliora la capacità di
raffreddamento del motore del 18%; l’estrattore posteriore è
bello deciso.

Soprattutto, per le versioni Competizione e Pista, è ora di
serie il celebre scarico Record Monza. Premendo l’apposito
tasto “Sport”, si apre una valvola attiva e il suono del
motore diventa molto più profondo e aggressivo. La gamma della
nuova Abarth 595 2019 è disponibile nei concessionari dal 15
settembre. Ora vediamo una panoramica dei singoli
allestimenti.

GLI ALLESTIMENTI ABARTH 595   ABARTH 595 TURISMO

Il “modello base” Abarth 595 ha una potenza di 145 cavalli a
5.500 giri. Coppia massima 206 Newton metri a 3.000 giri.
Turbina IHI. Peso a vuoto 1.035 Kg col cambio manuale a cinque
marce di serie, 1.045 col cambio sequenziale robotizzato MTA,
sempre a 5 marce e con palette al volante. Accelerazione 0-100
in 7,8 secondi col cambio manuale, 8 con l’MTA. Velocità
massima 210 Km/h.
Freni a pinza flottante, dischi anteriori autoventilanti da
284 x 22 mm, posteriori da 240 x 11 mm. Ammortizzatori
telescopici (anteriori con valvola FSD). Stilisticamente si
distingue per i cerchi in lega da 16 pollici e dal cruscotto
racing. Scarico Abarth con doppio terminale cromato.

Abarth 595 Turismo ha una potenza di 165 cavalli a 5.500 giri
e una coppia massima di 230 Nm a 3.000 giri. Turbina Garrett.
Peso 1.035 Kg; accelerazione 0-100 in 7,3 secondi, velocità
massima 218 Km/h. Freni come la 595 base ma i dischi anteriori
sono forati.

Ammortizzatori anteriori telescopici con valvola FSD e
posteriori Koni con valvola FSD. Cerchi da 17 pollici con
superficie ventilante maggiorata, specchietti in fibra di
carbonio, interni in pelle Abarth, finiture in cromo satinato,
vetri oscurati.

ABARTH 595 PISTA, 595 COMPETIZIONE E 695 RIVA
Abarth 595 Pista ha una potenza di 160 cavalli a 5.500 giri e
una coppia massima di 230 Nm a 3.000 giri. Turbina IHI. Peso
1.035 Kg. Accelerazione 0-100 in 7,3 secondi, velocità massima
216 Km/h. Freni come la 595 Turismo. Ammortizzatori anteriori
telescopici con valvola FSD e posteriori Koni con valvola FSD.
Cerchi da 17. Scarico Record Monza a 4 terminali; multimedia
Uconnect 7 HD con navigatore, radio digitale, Apple CarPlay e
Android Auto; Abarth Telemetry per analizzare i tempi sul giro
sui circuiti precaricati.

Abarth 595 Competizione ha una potenza di 180 cavalli a 5.500
giri, coppia massima 250 Nm a 3.000 giri; peso 1.045 Kg.
Turbina Garrett. Accelerazione 0-100 in 6,7 secondi, velocità
massima 225 Km/h. Freni anteriori Brembo a pinza fissa in
alluminio e 4 pistoncini, dischi anteriori autoventilati e
forati da 305 x 28 mm, posteriori come le altre versioni.
Ammortizzatori anteriori e posteriori Koni con valvola FSD.
Cerchi da 17. Optional il differenziale autobloccante
meccanico. Scarico Record Monza. Sedili sportivi a gusco
Abarth Corsa by Sabelt.

Infine abbiamo Abarth 695 Rivale, concepita in collaborazione
con la famosa firma della nautica Riva. Meccanica e
prestazioni identiche alla 595 Competizione. Lo scarico è un
Akrapovic con terminali in carbonio. Livrea esclusiva a due
tonalità Riva Blu Sera e Riva Shark Grey con un doppio tratto
color acquamarina; cruscotto in legno di mogano e intarsi in
acero; volante in pelle blu e nera e tanti altri tocchi
preziosi ispirati allo yacht Riva 95.
Ferrari 488 Pista                              Spider:
sogno esclusivo
In questo caso il mare è l’Oceano Pacifico, data la location
californiana; ma una spider è per definizione l’auto da ampi
spazi aperti, appunto le località marine. Una vettura
esclusiva e da sogno come la Ferrari 488 Pista Spider
personifica in pieno la voglia di libertà che proprio
l’invenzione dell’automobile stessa ha reso reale, ben oltre
un secolo fa. Da Maranello a Pebble Beach, dalla California
alla Motor Valley e da qui verso tutto il mondo. Sognare è
sempre bello.

FERRARI 488 PISTA SPIDER: CON QUESTA SONO 50

La Ferrari 488 Pista Spider è una serie speciale, la versione
scoperta della 488 Pista coupé, a sua volta una serie speciale
della 488 GTB. E’ stata svelata il 25 agosto durante il
tradizionale concorso d’eleganza di Pebble Beach, occasione
quanto mai adatta ad una vettura che ha l’eleganza impressa
nel codice genetico, quel carattere ereditario generato da
Enzo Ferrari più di 70 anni fa.

Si tratta del 50° modello di vettura aperta prodotto a
Maranello. La Ferrari 488 Pista Spider tuttavia non nasce
precisamente con intenzioni turistiche. Questa è un’auto
concepita soprattutto per andare forte in pista. Lo esprime
anche il suo design, grazie alla tipica fascia centrale che
attraversa l’intera carrozzeria in senso longitudinale.
Esclusivi per questa vettura i cerchi diamantati a stella da
20 pollici.

Disponibili come optional anche i cerchi in fibra di carbonio,
del 20% più leggeri. Anche gli interni fanno ampio uso di
carbonio, oltre ai rivestimenti in Alcantara. Le pedane in
alluminio mandorlato sostituiscono i normali tappeti in
moquette. Per risparmiare qualche ulteriore grammo, la
maniglia della portiera lato pilota è sostituita da un
laccetto.

PRESTAZIONI ENTUSIASMANTI, DA VERA FERRARI
Perché un’auto molto veloce anche e particolarmente nelle
curve deve non solo essere potente ma anche leggera.
L’esperienza Ferrari in materia è sconfinata. Così come per la
coupé, molte delle caratteristiche della vettura da corsa 488
GTE sono state trasferite a questo modello stradale. Per far
sì che l’auto sia guidabile ad alte prestazioni in sicurezza
non solo da piloti professionisti, il nuovo sistema
elettronico di controllo Ferrari Dynamic Enhancer rende le
reazioni del veicolo più prevedibili e intuitive.
La meccanica della Ferrari 488 Pista Spider è la stessa della
coupé. Quindi motore V8 3.9 biturbo con devastante potenza di
720 cavalli ad 8.000 giri e strabiliante coppia massima di 770
Newton metri a 3.000 giri. Grazie anche al peso a secco
contenuto in 1.380 Kg le prestazioni sono ovviamente da paura:
accelerazione 0-100 in 2,85 secondi; accelerazione 0-200 in 8
secondi netti (tempo alla portata di poche auto normali anche
per arrivare solo a 100 Km/h); velocità massima 340 Km/h.
Dateci un pizzicotto per svegliarci. Anzi no, non vogliamo
smettere di sognare.
Maserati Levante: prestigio
italiano in California
Le versioni dalle prestazioni più elevate di Maserati Levante
saranno protagoniste del tradizionale appuntamento
californiano. Infatti alla Monterey Car Week verranno esposte
le più recenti interpretazioni del SUV italiano, vale a dire
Levante Trofeo e Levante GTS. Auto di prestigio in una
manifestazione prestigiosa. Non lontano dalla Silicon Valley,
due eccellenti rappresentanti della Motor Valley.

MASERATI LEVANTE ALLA MONTEREY CAR WEEK

La Monterey Car Week, in programma quest’anno dal 18 al 26
agosto, rientra fra gli appuntamenti collaterali al concorso
d’eleganza di Pebble Beach, riservato alle auto storiche.
Infatti negli ultimi anni le case automobilistiche hanno
sempre più spesso approfittato di questa importante vetrina
per presentare le proprie novità o qualche prototipo
particolarmente significativo.

Essendo quello americano uno dei mercati più importanti per il
marchio del Tridente, è logico che in questa occasione esponga
i modelli più suggestivi. Maserati Levante GTS sbarca per la
prima volta in California dopo l’esordio a Goodwood avvenuto a
luglio. Il motore V8 3.8 biturbo prodotto dalla Ferrari in
questa versione raggiunge ben 550 cavalli a 6.250 giri; la
coppia massima è altrettanto generosa, ammonta a 730 Newton
metri erogati fra 2.500 e 5.000 giri al minuto. Le prestazioni
sono impressionanti: 4,2 secondi per accelerare da 0 a 100
Km/h e una velocità massima di 292 Km/h. Non dimentichiamo che
si tratta di un SUV, cioè un veicolo molto alto, grosso e
pesante. Tutta questa potenza è sapientemente gestita dalla
trazione integrale intelligente Q4.

Se tutto ciò non bastasse, c’è sempre qualcosa che va ancora
più forte. Come il Maserati Levante Trofeo. Qui il motore,
sempre lo stesso V8, raggiunge 590 cavalli; la coppia massima,
sempre di 730 Nm, è disponibile prima, a partire da 2.250
giri. Ciò si traduce in uno spunto sullo 0-100 di 3,9 secondi,
mentre la velocità massima supera i 300 Km/h. Con prestazioni
di questo livello è importante ottenere una sufficiente
stabilità, quindi troviamo appendici aerodinamiche come
splitter anteriore o estrattore posteriore. Gli interni sono
il consueto concentrato di lusso di alta scuola artigianale
italiana.

Ferrari               Portofino: tour
europeo              chiuso in grande
stile
Non c’è niente di meglio che un tour europeo per lanciare un
nuovo modello di alto prestigio. La Ferrari Portofino ha
appena concluso il suo giro d’Europa, per mostrare e far
provare ai collezionisti più fedeli le doti dinamiche di
questa spider. Un viaggio nelle località più suggestive del
Vecchio Continente: dalle colline toscane ai versanti alpini,
poi Costa Azzurra, Europa centrale, foreste tedesche, approdi
scandinavi e punti strategici della Gran Bretagna,
attraversando le strade che meglio esaltano le qualità della
nuova vettura di Maranello.

IL TOUR EUROPEO DELLA FERRARI PORTOFINO

Il viaggio della Ferrari Portofino è cominciato il 16 aprile e
si è concluso il 1° agosto. La carovana era composta da venti
esemplari. Il tour è stato suddiviso in 60 tappe raggruppate
in tre differenti itinerari che hanno attraversato 16 nazioni.
Naturalmente l’onore della partenza è toccato all’Italia.
Semaforo verde ovviamente a Portofino; discesa verso la
Toscana poi Perugia, Spoleto e Roma. Inversione a U con
sgommata per risalire verso Ancona. Da qui le bellissime
spider italiane hanno cominciato il secondo itinerario,
attraversando Svizzera, Francia e Spagna, quindi Belgio,
Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Danimarca.
Traghetto per il terzo itinerario, destinazione Svezia verso
Stoccolma. Infine il Regno Unito, da Londra all’Irlanda del
Nord, dove a Belfast è stata sventolata un’ideale bandiera a
scacchi.

Una Ferrari Portofino al castello di Moritzburg, in Germania

La Ferrari Portofino è una convertibile a 2 posti + 2 con
tetto rigido retrattile. E’ dotata anche di un discreto
bagagliaio per la categoria. Questa vettura è l’erede della
California T ed è stata presentata nel settembre 2017 al
salone di Francoforte. Completamente nuovo il telaio, più
rigido e leggero. Monta l’attuale motore V8 turbo che ha
esordito nella serie 488. Cilindrata 3.9, potenza 600 cavalli.
Accelerazione 0-100 in 3,5 secondi, velocità massima 320 Km/h.
Particolare attenzione è stata rivolta dai progettisti al
comfort, sia a tetto chiuso che aperto. A vettura scoperta un
nuovo elemento deflettore riduce del 30% il flusso d’aria
all’interno dell’abitacolo,      contribuendo    anche   alla
diminuzione del rumore.

Lamborghini                           Avventura:
viaggio   tra                         i   fiordi
norvegesi
Quando si parla di spedizione automobilistica tra i fiordi
norvegesi la prima cosa che viene in mente è un fuoristrada o
almeno un grosso SUV. Mai si penserebbe ad una carovana di
supercar. Invece è quanto ha fatto la Lamborghini. E non è la
prima volta. L’iniziativa si chiama Lamborghini Avventura,
quest’anno si è tenuta la terza edizione. I primi due capitoli
sono stati in Andalusia e Transilvania.

LAMBORGHINI AVVENTURA 2018: SPEDIZIONE IN NORVEGIA TRA I
FIORDI
Naturalmente per “spedizione tra i fiordi” s’intende
percorrere le strade asfaltate costruite accanto alle
caratteristiche coste frastagliate della nazione scandinava.
Altrimenti nessuna auto sportiva esasperata, né Lamborghini né
qualsiasi altra, avrebbe potuto avvicinarsi. Tuttavia le
fantastiche auto costruite a Sant’Agata Bolognese sono
riuscite a cavarsela anche lungo un breve tratto sterrato,
merito delle quattro ruote motrici e della loro sofisticata
gestione elettronica.
Si è trattato di un viaggio molto suggestivo al centro dello
spettacolo naturale. Un convoglio di sette vetture tra
Aventador e Huracàn è partito a luglio dalla cittadina di
Alesund, nella zona settentrionale della Norvegia. Le
Lamborghini hanno quindi proseguito attraverso la strada dei
Trolls (quelli mitologici, non gli infestatori dei siti
internet altrui), Trollstigen in lingua locale. Quest’arteria
è entrata in funzione nel 1936, costruita in otto anni di
lavoro. Si snoda attraverso 11 tornanti che si arrampicano su
un vero e proprio muro di roccia e cascate.

TAPPA AL GEIRANGER FJORD, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ UNESCO
La carovana ha successivamente attraversato Valdall, cioè la
valle delle fragole, avendo come destinazione il Geiranger
Fjord, luogo che l’Unesco ha dichiarato patrimonio
dell’umanità. Altra  tappa, altro  spettacolo:  lo
Jostedalsbreen, il più grande ghiacciaio d’Europa. E’ qui che
le sette Lambo hanno dimostrato di non essere buone solo per
la pista, poiché il tratto sterrato sopra accennato, paesaggio
quasi lunare, è stato superato senza problemi.
Dopo alcuni trasferimenti in traghetto, la carovana della
Lamborghini Avventura 2018 è approdata al suo traguardo, il
monte Aksla, rilievo che sovrasta Alesund. Un viaggio di circa
500 Km tra alcuni dei paesaggi naturali più belli del mondo.

Audi TT: restyling ancora più
sportivo
Coupé e spider sono l’essenza della sportività. Quando
parliamo di auto sportive di alto livello pensate soprattutto
per il divertimento alla guida, Audi TT è una delle scelte
d’obbligo. Ora arriva il restyling, sia della coupé che della
spider TT Roadster. Aggiornamenti tecnici, una leggera
rinfrescata al design, tanti accessori in più, per godersi le
emozioni che un’auto come questa sa regalare. Appuntamento nei
concessionari alla fine del 2018.

LA NUOVA AUDI TT, LE NOVITÀ

Il design della Audi TT restyling punta sulla calandra
tridimensionale e le ampie prese d’aria laterali che
enfatizzano l’impronta a terra della vettura. Optional i
proiettori a LED o a matrice di LED. Chi sceglie il pacchetto
S Line exterior trova lo splitter anteriore, le prese d’aria
verticale e la griglia del radiatore in nero titanio, oltre ad
un estrattore posteriore ampliato e agli sfoghi d’aria sui
passaruota.

Gli interni hanno una plancia ispirata all’ala di un
aeroplano, mentre le bocchette di ventilazione con comandi
integrati s’ispirano ai motori di un jet. Di serie ci sono i
sedili sportivi con poggiatesta integrati. Esordisce il quadro
strumenti digitale Audi Virtual Cockpit, con schermo da 12,3
pollici. L’apparato multimediale MMI riduce i tasti
all’essenziale, solo 6, il resto viene comandato dal
touchscreen.
La Audi TT Roadster (e la variante top TTS Roadster) ha la
tradizionale capote in tessuto, può essere nero o grigio,
molto leggera (39 Kg) e curata nell’insonorizzazione.
L’azionamento elettrico permette di aprire e chiudere in dieci
secondi ad auto in movimento, fino a 50 Km/h.

Sono tre le motorizzazioni disponibili per il nuovo modello,
tutte a quattro cilindri, 2.0 a benzina, ad iniezione diretta
e turbocompresse. Si parte dalla versione con 197 cavalli, poi
si sale a quella da 245 cavalli. La nuova Audi TTS è il top di
gamma con potenza di 306 cavalli: accelerazione 0-100 in 4,5
secondi per la coupé e 4,8 secondi per la Roadster. Tutti i
motori montano il filtro antiparticolato.
Cambio manuale a sei marce oppure automatico S tronic a doppia
frizione e sette marce. La trasmissione si completa con la
scelta fra trazione anteriore o integrale permanente quattro.
Sulla TTS invece è di serie la quattro, insieme alle
sospensioni magnetiche e al controllo dinamico della marcia
Audi Drive Select.

DUE SERIE SPECIALI PER I 20 ANNI
Audi TT compie 20 anni. La prima generazione è infatti uscita
nel 1998, ritagliandosi presto una consistente posizione nel
mercato. Per celebrare questo importante traguardo, Audi
produrrà una serie limitata in 999 esemplari chiamata TT 20
years, in arrivo in Italia a fine anno. Lo stile prende spunto
dal concept originale del 1995. Gli interni saranno in pelle
nappa in marrone mocassino con cuciture a contrasto, come la
prima TT. Sulla plancia ci sarà una targhetta con la
numerazione progressiva dell’esemplare, oltre al logo TT 20
years su volantee pomello del cambio. Completano il tutto gli
scarichi in acciaio dal nuovo design, i fanali posteriori OLED
a matrice e gli anelli Audi opachi al di sopra dei listelli
sottoporta.

Verrà prodotta una serie speciale anche della TTS, chiamata
TTS Competition. Spiccano l’alettone posteriore fisso, le
pinze dei freni verniciate in rosso, i cerchi in lega da 20
pollici in nero lucido e i rivestimenti interni in pelle
bicolore.
70 anni della Lotus: omaggio
ai campioni del mondo
Non è italiana bensì inglese ma per gli appassionati autentici
ciò non importa: i 70 anni della Lotus sono sempre un
avvenimento degno di nota. La casa britannica celebra in
questi giorni la ricorrenza presentando due modelli speciali,
“one-off” come si dice in gergo, pezzi unici. Due varianti
della Exige, Type 49 e Type 79. L’omaggio è alle monoposto di
Formula 1 che portarono quel codice e vinsero il campionato
del mondo. La Lotus 49 trionfò nel mondiale del 1968 con
Graham Hill, 50 anni fa; la Lotus 79 fu la dominatrice del
campionato 1978, 40 anni fa, vinto da Mario Andretti,
rivoluzionando il mondo delle corse grazie all’introduzione
dell’effetto suolo.

I 70 ANNI DELLA LOTUS: UNA STORIA DI SUCCESSI

Formalmente l’azienda Lotus Cars venne fondata nel 1952. Ma fu
nel 1948 che Colin Chapman portò in gara la prima vettura da
lui costruita, la Lotus Mark 1 (mark è il termine inglese per
assegnare un numero di versione). Era una Austin 7 modificata.
Il nome Lotus deriverebbe dal soprannome che Colin diede alla
fidanzata Hazel, in seguito diventata sua moglie: “bocciolo di
loto”. Tuttavia non si hanno certezze su questa
interpretazione.

Chapman fece progredire la sua organizzazione rapidamente a
livello tecnico e finanziario, così nel 1958 sbarcò in Formula
1, al Gran Premio di Monaco. Il resto è storia, sintetizzata
dai numeri: 489 corse disputate nella massima serie, 6 titoli
mondiali piloti e 7 costruttori, 79 gran premi vinti.

La caratteristica principale di Colin Chapman come costruttore
fu l’abilità nel trovare sempre soluzioni tecniche non
convenzionali. Abbiamo già parlato dell’effetto suolo (le
prime minigonne), ma le innovazioni furono parecchie; una
delle prime e più importanti fu l’adozione su un’auto da corsa
del telaio in monoscocca, nel 1962. Esso forniva diversi
vantaggi, soprattutto quello della leggerezza. Tema che guidò
la filosofia di Chapman per tutta la sua vita. Famosa ed
esemplare la seguente frase: “Un’auto potente sarà veloce in
rettilineo; una leggera sarà veloce ovunque”.

LOTUS EXIGE TYPE 49 ED EXIGE TYPE 79, OMAGGIO ALLA LEGGENDA

La leggerezza è diventata un marchio di fabbrica anche e
soprattutto nelle Lotus stradali. Come appunto le due
fuoriserie di cui stiamo parlando oggi. Entrambe derivano
dalla Exige Cup 430; sono tecnicamente identiche, differiscono
solo dal punto di vista estetico. Leggere sì, solo 1.056 Kg,
 ma anche strapotenti. Il motore V6 3.5, sovralimentato sia da
un compressore volumetrico che da un turbo, ha 436 cavalli e
440 Newton metri di coppia a 4.000 giri. L’accelerazione 0-100
è devastante: 3,3 secondi. Velocità massima 290 Km/h. Record
sul giro nella pista di casa, quella di Hethel: 1’24″8.
La livrea dei due esemplari è ovviamente anch’essa ispirata
alle rispettive monoposto. La Lotus Exige Type 49 è quindi
rossa, formalmente Solid Red, con finiture dorate a contrasto,
chiamate Championship Gold. La Lotus Exige Type 79 è
naturalmente nera, anzi Motorsport Black, anch’essa con
finiture dorate. Combinazione bicolore anche per gli interni
di entrambe le vetture, coordinata con quella della
carrozzeria. Rivestimenti in Alcantara con finiture in
alluminio e fibra di carbonio.

Nissan GT-R50 by Italdesign:
Made in Italy
Una volta c’era la Nissan GT-R. C’è ancora, viva, vegeta e
cattiva. Ora si aggiunge una sorellona speciale,
specialissima. Un’edizione limitata, molto limitata, che
arriva dove nessuna GT-R è giunta prima, a cura di un’azienda
italiana che tutti gli appassionati conoscono bene. Ecco
allora la Nissan GT-R50 by Italdesign, quando le eccellenze
del Made in Italy incontrano i loro pari.

NISSAN GT-R50 BY ITALDESIGN: GODZILLA AL QUADRATO

Da   Moncalieri   al   Giappone,   passando   per   Goodwood.   La
Italdesign è la celebre azienda di progettazione fondata da
Giorgetto Giugiaro nel 1968, oggi di proprietà del gruppo
Volkswagen. Compie quindi 50 anni. Ma anche la Nissan GT-R si
appresta a tagliare questo traguardo, nel 2019. Da questo
doppio compleanno ravvicinato è nata l’idea di un’auto che
celebrasse il raggiungimento di queste due importanti pietre
miliari.

Per serie limitata intendiamo estremamente rara. Infatti la
Nissan GT-R50 by Italdesign verrà prodotta in soli 50
esemplari, progettati, sviluppati e costruiti a mano dalla
Italdesign su misura per ciascun cliente. Del resto, quando il
prezzo stimato è di ben 900.000 euro, chi li sborsa avrà pur
diritto a qualche soddisfazione.

Abbiamo quindi l’unione tra potenza esplosiva giapponese
(Godzilla è il soprannome storico della GT-R) e alta maestria
artigianale italiana. Questa serie speciale è basata
sull’ultima evoluzione della GT-R Nismo. Il motore V6 3.8
guadagna altri 120 cavalli e raggiunge così la potenza massima
di 720 cavalli, insieme a 780 Newton metri di coppia. Senza
parole.

Adeguate alle maggiori prestazioni le sospensioni sportive
Bilstein a smorzamento continuo, oltre all’impianto frenante
Brembo, ancora una sezione del Made in Italy di alta classe.

Dal punto di vista estetico lo stile è a cura dei team di
design Nissan in Europa e America. Le differenze più visibili
sono la pronunciata nervatura sul cofano motore, i fari a LED
dalla forma allungata, le grandi prese d’aria dietro alle
ruote anteriori e la linea del tetto ribassata. In coda domina
come sempre l’esteso alettore regolabile. I colori della
livrea sono un misto di grigio e oro, anzi di Liquid Kinetic
Gray ed Energetic Sigma Gold.

Anche gli interni sono in tema. Spiccano le due diverse
finiture in fibra di carbonio per consolle, quatro strumenti e
rivestimenti portiere. I sedili invece tornano ad esprimere
l’Italia, grazie all’Alcantara nero e alla pelle pregiata
nazionale. Diversi accenti dorati fanno pendant con la
carrozzeria.

La prima occasione, una delle poche, per vedere dal vivo la
Nissan GT-R50 by Italdesign è il 12 luglio, in Inghilterra, al
Festival of Speed di Goodwood.

Aston       Martin       DBS
Superleggera: la Super GT
D’accordo, è per pochissimi, però lasciateci il piacere di
ammirarla. La fantastica Aston Martin DBS Superleggera scuote
il mondo delle supercar gran turismo e si mette in scia
all’altrettanto sbalorditiva Ferrari 812 Superfast. Potenza
esagerata, prestazioni da panico e tanto lusso. Per weekend
inarrivabili.

ASTON MARTIN DBS SUPERLEGGERA, POTENZA E BELLEZZA

Il nome di questo nuovo modello della casa di Gaydon richiama
un passato recente e uno abbastanza lontano, in cui c’è un
diretto omaggio all’Italia. La sigla DBS infatti non si vedeva
dal 2012, tuttavia la sua origine risale al lontano 1967.
Invece l’appellativo Superleggera ci proietta nel pieno della
migliore tradizione dei carrozzeri italiani, quelli che hanno
disegnato le auto più belle del mondo.

Touring Superleggera, la celebre azienda milanese che negli
anni Trenta inventò un procedimento produttivo che attingeva a
piene mani all’aeronautica, il quale permise di costruire
carrozzerie leggerissime, ideali per le competizioni e le
vetture sportive stradali. La collaborazione tra Aston e
Touring cominciò nei primi anni Sessanta con la DB4, per
proseguire con DB5 (sì, quella del primo James Bond) e altri
modelli eccezionali.

La nuova Aston Martin DBS Superleggera sostituisce la Vanquish
S. Viene definita dai suoi creatori come una “Super GT”. La
leggerezza non è solo nel nome, perché qui la carrozzeria è
quasi tutta in fibra di carbonio. Il motore è lo stesso della
DB11 ma sottoposto a decise manovre d’irrobustimento. Così il
V12 5.2 biturbo (Aston, non Mercedes-AMG) passa da 608 a 725
cavalli, senza contare la coppia massima di 900 Newton metri.

PRESTAZIONI DA SUPERCAR DI RAZZA
Le prestazioni sono altrettanto spaventose. Nonostante la
massa imponente di 1.693 Kg a secco, l’accelerazione da 0 a
100 Km/h scatta in soli 3,4 secondi. Trovando una pista con un
rettilineo abbastanza lungo, si potrebbe provare l’ebbrezza di
raggiungere la velocità massima di 340 Km/h.

Per scaricare a terra tutta questa potenza viene impiegata una
trasmissione a trazione posteriore con cambio automatico ZF ad
otto rapporti; tra l’altro, l’albero di trasmissione è in
fibra di carbonio. Ruote da 21 pollici con pneumatici Pirelli
P Zero. Le sospensioni comprendono ammortizzatori adattivi con
tre modalità di guida. Dal punto di vista del design, la DBS
Superleggera è ispirata alla Vulcan. La tipica griglia
centrale a nido d’ape ha dimensioni abbondanti. Le prese
d’aria sul cofano accentuano l’idea di potenza (e fanno
respirare meglio il V12).
L’aerodinamica è stata studiata per ottenere un elevato carico
verticale ottimizzando il passaggio dei flussi d’aria sotto la
vettura. Fanno tutto lo splitter anteriore e il grande
estrattore posteriore, al punto che lo spoiler è di minime
dimensioni. Il risultato è un carico verticale di ben 180 Kg
alla velocità massima. E c’è anche un piccolo bagagliaio.

Mercedes-AMG C 43: la stella
sportiva
La Mercedes-AMG C 43 è una vera auto sportiva, in tutto e per
tutto. In più mantiene il comfort della berlina da cui deriva;
e si può scegliere anche nella versione station wagon, coupé e
cabriolet. Il modello 2019 è ancora più potente e scattante,
il design evoca sensazioni       grintose ma senza rinunciare
all’eleganza propria di ogni     Mercedes. Con questa vettura i
weekend ad alte prestazioni si    fondono perfettamente col lusso
di un viaggio assolutamente di   vertice.

MERCEDES-AMG C 43 2019, SEMPRE PIU’ SPORTIVA

E’ un restyling, quello della Mercedes-AMG C 43, però di
sostanza. Intanto il poderoso motore V6 3.0 biturbo guadagna
23 cavalli, raggiungendo quota 390 con una coppia massima di
520 Newton metri, disponibile fra 2.500 e 5.000 giri.
Riferendoci     alla   berlina,    le   prestazioni     danno
un’accelerazione 0-100 in 4,7 secondi (la velocità massima,
come sempre nelle auto tedesche, è limitata elettronicamente a
250 Km/h).

Il cambio automatico qui non è il solito 9G-Tronic, il quale
funziona è composto da un convertitore di coppia; si tratta
invece di un doppia frizione, nome formale Speedshift TCT AMG,
sempre 9 le marce. Perché la velocità in questo caso è tutto;
esso consente anche di scalare più marce contemporaneamente;
inoltre i programmi di marcia Sport e Sport+ permettono la
doppietta automatica. C’è anche la modalità Manuale, dove
viene mantenuta la marcia selezionata (senza cambiare
automaticamente) anche quando il motore raggiunge il
limitatore.

L’esuberante potenza è trasferita a terra dall’affidabile
trazione integrale 4Matic, dove la ripartizione della coppia
privilegia l’asse posteriore (69%), spostandosi parzialmente
verso l’anteriore quando il fondo è viscido o c’è un imminente
slittamento delle ruote. I programmi di marcia si completano
con Comfort, Individual e il nuovo Slippery, specifico per
neve e fondi altrimenti viscidi. Le sofisticate sospensioni
meccaniche a regolazione elettronica Ride Control AMG
garantiscono sportività e comfort.

I ritocchi al design riguardano i paraurti e i fari, i quali
ora dispongono della tecnologia a matrice di LED: 84 diodi
gestiti singolarmente da un sistema di sensori e centralina
che indirizzano con precisione il fascio di luce senza
abbagliare gli altri utenti della strada. Il disegno dei
cerchi in lega è stato ottimizzato in funzione aerodinamica,
così come le varie prese d’aria. Chi poi sceglie l’optional
del kit aerodinamico AMG si ritrova con un pacchetto veramente
“cattivo”, in senso buono.

Gli interni esaltano come sempre la sportività, fra cuciture
rosse, pelle ecologica e microfibra, poi pelle pregiata,
alluminio o look carbonio. Il cruscotto ora può essere
completamente digitale, come sulla Classe E; aggiunge tre
stili specifici AMG. Il menu speciale può richiamare molte
funzioni legate alla guida sportiva: assetto, scarico,
trazione, forza G, temperature olio motore e cambio, pressione
turbo, dati di potenza e coppia, cronometro tempo sul giro.
Nuovo anche il volante AMG, offerto di serie con rivestimento
in pelle nappa. Infine, sono stati aggiornati tutti i sistemi
di assistenza alla guida.
Mazda MX-5 2019: sempre più
sportiva
Mancano   pochi   mesi   al   lancio   della   Mazda   MX-5   2019,
aggiornamento della spider più venduta al mondo. La
commercializzazione sul mercato italiano comincerà ad ottobre
2018. Quest’auto ha sempre catturato i suoi fedelissimi
appassionati soprattutto grazie alle doti di guidabilità che
ne fanno una sportiva autentica. L’ultima versione regala più
potenza.

MAZDA MX-5 2019, INIEZIONE DI POTENZA

I motori a benzina a quattro cilindri Skyactiv 1.5 e 2.0 della
Mazda MX-5 2019 sono stati rivisti nella combustione per
adeguarli alle nuove norme sulle emissioni Euro 6d-temp. Ne
guadagnano però anche le prestazioni, secondo uno stile caro
ai guidatori: giri più alti e migliore sonorità. La potenza
dell’unità 2.0 è passata da 160 a 184 cavalli a 7.000 giri;
leggero aumento per la coppia massima, ora di 205 Newton metri
contro 200, sempre a 4.000 giri. E’ migliorata anche la
precisione tra azione sull’acceleratore e risposta della
vettura, riducendo al minimo il ritardo.

Ma anche la sicurezza della Mazda MX-5 2019 ha fatto dei passi
avanti, sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche. Il
pacchetto i-Activsense dispone del supporto intelligente
avanzato alla frenata in città, comprendendo il rilevamento
pedoni; si trova anche il supporto alla frenata in
retromarcia, il quale rileva veicoli e altri ostacoli dietro
la vettura. Completano il panorama i sistemi di avviso
stanchezza conducente, riconoscomento segnali stradali e
telecamera posteriore.

Per quanto riguarda il design di questa nuova Mazda, ora i
cerchi in lega da 16 e 17 pollici hanno una vernice più scura;
per i modelli a tetto morbido è disponibile una nuova capote
in tela marrone.
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