Nuove Mini John Cooper Works per un weekend racing - Weekend Premium
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Nuove Mini John Cooper Works per un weekend racing Mini presenta i suoi modelli più potenti mai costruiti per l’utilizzo stradale. Si tratta di nuova MINI Clubman John Cooper Works e nuova MINI Countryman John Cooper Works. Le due premium car britanniche oltre a un motore da 306 cv montano un telaio sportivo evoluto e un nuovo impianto frenante. Ritocchi di design nel frontale per ottimizzare l’aerodinamica e una maggiore sportività per gli interni sono i dettagli che impreziosiscono queste due potenti sportive di casa Mini che vi regaleranno un weekend pieno di emozioni. Massima potenza con il nuovo 4 cilindri da 306 cv Nuova MINI Clubman John Cooper Works e nuova MINI Countryman John Cooper Works montano un nuovo motore 4 cilindri con tecnologia MINI TwinPower Turbo da 225 kW/306 cv di potenza e 450 Nm di coppia. Si tratta di un incremento di potenza del 32% in più rispetto al precedente propulsore, per un totale di 55kW/75 cv in più. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di turbocompressori con maggiori dimensioni e all’utilizzo dell’ultima generazione del sistema di iniezione diretta.
L’aumento di spinta si traduce in prestazini che recitano da 0-100 km/h in 4,9 secondi per MINI Clubman John Cooper Works, e 5,1 secondi per MINI Countryman John Cooper Works. La velocità è autolimitata a 250 km/h. Le accelerazioni sprigionano un sound davvero piacevole da sentire ottenuto grazie al nuovo impianto di scarico sportivo di nuova concezione, specifico per i nuovi modelli. Tuttavia, quando l’andatura è rilassata i versi del motore sono contenuti.
Le vetture sono dotate di una nuova trasmissione sportiva Steptronic ad 8 rapporti, che riesce ad assicurare cambi di marcia ottimali e precisi sia nella guida sportiva che in quella comfort. Infine, il differenziale autobloccante meccanico lavora insieme al DSC (Dynamic Stability Control), aumentando la trazione su terreno scivoloso o in condizioni climatiche avverse e migliorando la dinamica di guida quando si intraprende un percorso dinamico con uno stile di guida sportivo. Telaio sportivo e nuovo impianto frenante Anche il telaio ha subito dei miglioramenti in termini di rigidità̀ dei suoi componenti, peso e cinematica per creare la sensazione di guida racing. I nuovi supporti orientabili permettono di conferire un camber maggiore alle ruote anteriori, mentre grazie alla cinematica dell’asse posteriore è stato possibile migliorare la tenuta in curva delle vetture.
Maggiore rigidità anche per molle e sospensioni (che garantiscono un assetto ribassato di 10 mm), gli ammortizzatori invece si adattano in base alla scelta del guidatore. L’impianto frenante sportivo è stato ridisegnato e adesso include pinze fisse a 4 pistoncini per le ruote posteriori in modo da assicurare spazi di frenata contenuti anche dopo un uso intensivo. I grandi dischi anteriori da 360×30 mm e posteriori da 330×30 mm, abbinati a prese d’aria per il raffreddamento, contribuiscono a raggiungere l’alto livello di stabilità. Le pinze freno anteriori color rosso includono il logo John Cooper Works. Design più aerodinamico per il frontale e interni sportivi Alcuni elementi di design delle due nuove mini sportive sono stati ritoccati per garantire un maggior livello aerodinamico.
Le grandi prese d’aria nel frontale sono disegnate per migliorare il raffreddamento del motore e dell’impianto frenante. Nuovo anche il design delle minigonne laterali e delle appendici posteriori, mentre uno spoiler specifico per i due modelli assicura una maggiore aderenza alle alte velocità. La grande attenzione per i particolari si nota anche dalle calotte degli specchi con un’aerodinamica migliorata. Internamente si percepisce una grande sensazione racing grazie ai sedili con poggiatesta integrati, volante multifuzione, la leva del cambio John Cooper Works e il padiglione color antracite. Il sistema di infotainment garantisce l’utilizzo di numerosi servizi online MINI connected e come optional è disponibile anche il servizio Real Time Traffic Information che mostra la situazione del traffico in tempo reale.
Mercedes classe A AMG 35: “l’ultima” della lista Mercedes classe A AMG – Ancora una volta ci confrontiamo con sportività, unita alla praticità. 306 CV, 0/100 in 4,7 secondi. Di valige potete caricarne quante volete, ma che queste restino ferme tra le curve, non è sicuro. La nuova classe A è stata presentata ad inizio anno, ma è questa la versione giusta per uno sport-weekend. Una macchina da meno di 5 sec, con adattatori isofix (per il seggiolino) e 5 posti. Impensabile solo rispetto a 10 anni fa. E non è tutto, questa versione della nuova Mercedes classe A AMG è la A35, quindi una versione meno estrema della futura A45. Quest’ultima avrà (a detta dei tecnici della divisione sportiva AMG) più di 400CV. Le “hot-hatch” potranno competere, ormai senza battere ciglio, con sportive molto più basse e larghe. Ritornando alla versione A35, l’estetica non cambia molto rispetto la versione di serie, ma i particolari aggiunti sono proprio quelli giusti.
Mascherine più aggressive, nuove prese d’aria, cerchi specifici ed alettone sono solo una parte di queste. Il design che prima ci sembrava carente di personalità, adesso ci convince. Il colore di lancio è un giallo acceso, simbolo di sportività e “frizzantezza”, colore che svecchia l’auto. La zona posteriore, secondo il nostro parere è la più azzeccata. I designer hanno raccordato alla perfezione l’estrattore. Le firme LED dei fanali posteriori, in combinazione con il sopraccitato alettone e i due generosi terminali di scarico rendono l’auto piacevole da osservare e con una buona presenza in strada.
I particolari neri poi regalano proprio il giusto look arrabbiato, che qualsiasi pepata merita. I cambiamenti, però non riguardano solo l’esterno. Gli interni sono dominati dagli splendidi sedili sportivi in pelle nera firmati AMG. L’alluminio è poi molto usato in questa Mercedes classe A AMG. Immancabile proprio sui sedili è anche il materiale del bilanciere per il selezionare le marce. Il cambio automatico 4Matic è infatti controllato tramite leve al volante. Immancabile inoltre tutta la tecnologia già presente nella Calle A standard.
Il cuore che spinge questa sportiva è il 2.0 turbo, che abbiamo già visto sulla A200 e che eroga 224 CV. Ciò che cambia è la scelta del turbo, maggiorato e con caratteristiche tali da sfruttare i gas di scarico. Non è solo votato alle prestazioni, il twin-scroll (la tipologia di turbo) rende la risposta al pedale molto più reattiva. Il cambio è automatico, come citato prima. E’ nello specifico un doppia frizione a 7 marce, dotato anche della funzione Race Start, una modalità di partenza… piuttosto violenta.
La trazione sarà integrale, con un sistema per la ripartizione di coppia molto sofisticato e votato esclusivamente alle prestazione (ripartizione fino al 50% in caso di fondo con poca aderenza. Così come un inedito controllo di trazione molto sofisticato (e per fortuna disinseritile). Insomma una vera super-car, pratica per tutti i giorni e in questa versione con un grande carattere. Ferrari Monza SP1 ed SP2: le corse nel cuore E’ improbabile che le vedremo mai circolare per strada, poiché ne costruiranno pochissime e diventeranno preziosi pezzi da
collezione. Ma le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono certamente motivo di meraviglia. Ammiriamole quindi ora. E poi l’equazione Sport = Ferrari ha la stessa ferrea validità universale della relatività di Einstein. FERRARI MONZA SP1 ED SP2: GIOIELLI DI ESTREMA PUREZZA Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono due vetture in serie limitata, molto limitata, appena presentate a Maranello. Richiamano stilisticamente un passato più che glorioso, leggendario: quello delle “barchette” degli anni ’50 che hanno dominato le competizioni mondiali nella categoria Sport (Mille Miglia, Le Mans, Targa Florio, 1000 Km di Monza, eccetera). In gergo tecnico, una barchetta è un tipo particolare di carrozzeria scoperta. Rispetto ad una normale spider, la differenza è la totale assenza di montanti e tetto, oltre a disporre di un parabrezza ridottissimo, a volte anch’esso assente.
Tale conformazione fa somigliare la vettura appunto ad una piccola barca. Il primo modello del genere fu la Ferrari 166 MM, presentata nel 1948 e carrozzata dalla Touring. Pare che l’appellativo barchetta sia un’invenzione di Gianni Agnelli il quale, vedendola esposta al salone di Torino, disse “Questa non è un’auto ma una barchetta”. L’aneddoto non è certo. E’ invece assodato che l’Avvocato poi comprò effettivamente quella vettura. Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono quindi un omaggio a quei tempi eroici e indimenticabili: un periodo, ricordiamolo, in cui le case italiane crearono le auto più belle del mondo e di tutti i tempi, Ferrari in prima fila. L’appellativo Monza è un tributo alle 750 Monza ed 860 Monza, altri due splendidi modelli di quegli anni, disegnati sempre con tale tipo di carrozzeria.
Le vetture di oggi rappresentano un autentico regalo a chi, milioni a parte, cerca in un’auto esclusiva la suprema emozione nella guida ad alte prestazioni. Sono ispirate a vetture da corsa e troveranno nella pista l’habitat ideale; tuttavia le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono omologate per circolare in strada. La SP1 è una monoposto, la SP2 ha due posti. MOTORE E PRESTAZIONI STELLARI
Sono vetture molto leggere. Grazie al telaio in fibra di carbonio, il peso a secco è contenuto in soli 1.500 Kg. Per un’auto stradale di oggi sono molto pochi, considerando che sotto il cofano anteriore ruggisce, urla, canta e suona il superlativo motore V12 6.5 che anima anche la Ferrari 812 Superfast. Quindi una potenza massima devastante di 810 cavalli ad 8.500 giri, così in alto da fare invidia ad un soprano. La coppia massima è altrettanto micidiale, 719 Newton metri a 7.000 giri. In parole povere, questo motore spinge sempre fortissimo e non si ferma mai. Abbiamo detto che è una Ferrari? Il peso di 1.500 Kg è riferito alla SP1, mentre la SP2 arriva a 1.520 Kg. Le prestazioni, per entrambi i modelli, non lasciano spazio ad altre parole: accelerazione 0-100 in 2,9 secondi, 0-200 in 7,9 secondi, velocità massima oltre 300 Km/h. Non osiamo immaginare quanto oltre.
Lancia Delta Futurista: omaggio alla regina dei rally No, non mettete mano al portafoglio. Ne costruiranno solo 20 e sono state già tutte prenotate, nonostante costino circa 300.000 euro ciascuna. E’ più facile entrare in lista d’attesa per una Ferrari. Ma ogni tanto è bello far volare la fantasia. E tornare con la memoria agli anni in cui la Lancia Delta dominava nei rally di tutto il mondo. Un’epoca che fu e che mai più potrà tornare, per svariate ragioni. Però un super appassionato ha avuto un’idea che sconfina nel romantico. Con la sua Lancia Delta Futurista ha ricreato quell’emozione, seppure alla lontana. Si chiama Eugenio Amos, fondatore del marchio Automobili Amos. La passione per la passione. LANCIA DELTA FUTURISTA, OMAGGIO ALLA REGINA DEI RALLY Dalla tremenda e paurosa S4 alla superlativa Integrale, chiunque fosse cosciente, nonché appassionato di automobili,
tra gli anni ’80 e ’90, ha scolpita a caratteri indelebili nella memoria e nel cuore la mitica Lancia Delta. Come Eugenio Amos. Imprenditore e collezionista, pilota di vetture GT, ha usato i propri mezzi per assecondare la sua passione. Obiettivo: ricreare la Deltona. Allora ha assemblato un team di progettazione a Milano, un reparto di ricerca e sviluppo in Piemonte, dove è stato eseguito l’assemblaggio. Ed eccola qui, la Lancia Delta Futurista, presentata da poco in Svizzera, a Basilea. Il design esterno è quasi identico all’originale (l’ultima Integrale), salvo avere tre porte invece di cinque e un frontale ancora più massiccio. Gli interni sono invece stati completamente ridisegnati, ispirati alla S4. La Lancia Delta Futurista è però un’auto stradale, non da corsa. Sebbene i suoi 330 cavalli per 1.250 Kg di peso annuncino prestazioni da paura. Nasce da una vera Delta originale che ha fatto da “donatrice”, ecco perché ne hanno potute produrre così poche. Per essere così leggera e ottenere l’omologazione stradale odierna ci volevano mezzi pesanti. Infatti parecchie parti originariamente in acciaio sono state
sostituite da elementi in fibra di carbonio, dal paraurti ai parafanghi enteriori, dall’alettone al diffusore posteriore, dalle minigonne al cofano motore. Per renderla resistente, a prova di crash test attuali, sono stati applicati parecchi rinforzi in acciaio ai componenti strutturali di scocca, sospensioni, gabbia di sopravvivenza e altre parti che in un rally subiscono violenti colpi (sospensioni, parafanghi e così via). Rinforzati anche cambio e differenziale originali, così come il motore. Abarth 595: sempre più velenosa Abarth è un nome magico per gli appassionati italiani della guida. La nuova Abarth 595 si moltiplica e si fa non in quattro ma in cinque per accontentare i clienti fedeli e
intrigare potenziali acquirenti che non erano mai entrati prima nel mondo dello Scorpione. Sport alla portata di molti, stile dinamico e brillante, certamente qualcosa che sfugge alle convenzioni. ABARTH 595 2019 SI FA IN CINQUE Sono infatti cinque gli allestimenti predisposti per la nuova Abarth 595. Nel dettaglio: 595, 595 Pista, 595 Turismo, 595 Competizione e 695 Rivale, tutti disponibili sia con carrozzeria berlina che cabrio. Il motore a benzina è il grintoso 1.4 T-Jet turbo, declinato per questa gamma in quattro livelli di potenza, da 145 a 180 cavalli, tutti omologati Euro 6D-Temp. Le novità sono incentrate soprattutto nell’esaltare la prestazione, com’è naturale per ogni Abarth. Ad esempio la presa d’aria frontale più ampia migliora la capacità di raffreddamento del motore del 18%; l’estrattore posteriore è
bello deciso. Soprattutto, per le versioni Competizione e Pista, è ora di serie il celebre scarico Record Monza. Premendo l’apposito tasto “Sport”, si apre una valvola attiva e il suono del motore diventa molto più profondo e aggressivo. La gamma della nuova Abarth 595 2019 è disponibile nei concessionari dal 15 settembre. Ora vediamo una panoramica dei singoli allestimenti. GLI ALLESTIMENTI ABARTH 595 ABARTH 595 TURISMO Il “modello base” Abarth 595 ha una potenza di 145 cavalli a 5.500 giri. Coppia massima 206 Newton metri a 3.000 giri. Turbina IHI. Peso a vuoto 1.035 Kg col cambio manuale a cinque marce di serie, 1.045 col cambio sequenziale robotizzato MTA, sempre a 5 marce e con palette al volante. Accelerazione 0-100 in 7,8 secondi col cambio manuale, 8 con l’MTA. Velocità massima 210 Km/h.
Freni a pinza flottante, dischi anteriori autoventilanti da 284 x 22 mm, posteriori da 240 x 11 mm. Ammortizzatori telescopici (anteriori con valvola FSD). Stilisticamente si distingue per i cerchi in lega da 16 pollici e dal cruscotto racing. Scarico Abarth con doppio terminale cromato. Abarth 595 Turismo ha una potenza di 165 cavalli a 5.500 giri e una coppia massima di 230 Nm a 3.000 giri. Turbina Garrett. Peso 1.035 Kg; accelerazione 0-100 in 7,3 secondi, velocità massima 218 Km/h. Freni come la 595 base ma i dischi anteriori sono forati. Ammortizzatori anteriori telescopici con valvola FSD e posteriori Koni con valvola FSD. Cerchi da 17 pollici con superficie ventilante maggiorata, specchietti in fibra di carbonio, interni in pelle Abarth, finiture in cromo satinato, vetri oscurati. ABARTH 595 PISTA, 595 COMPETIZIONE E 695 RIVA
Abarth 595 Pista ha una potenza di 160 cavalli a 5.500 giri e una coppia massima di 230 Nm a 3.000 giri. Turbina IHI. Peso 1.035 Kg. Accelerazione 0-100 in 7,3 secondi, velocità massima 216 Km/h. Freni come la 595 Turismo. Ammortizzatori anteriori telescopici con valvola FSD e posteriori Koni con valvola FSD. Cerchi da 17. Scarico Record Monza a 4 terminali; multimedia Uconnect 7 HD con navigatore, radio digitale, Apple CarPlay e Android Auto; Abarth Telemetry per analizzare i tempi sul giro sui circuiti precaricati. Abarth 595 Competizione ha una potenza di 180 cavalli a 5.500 giri, coppia massima 250 Nm a 3.000 giri; peso 1.045 Kg. Turbina Garrett. Accelerazione 0-100 in 6,7 secondi, velocità massima 225 Km/h. Freni anteriori Brembo a pinza fissa in alluminio e 4 pistoncini, dischi anteriori autoventilati e forati da 305 x 28 mm, posteriori come le altre versioni. Ammortizzatori anteriori e posteriori Koni con valvola FSD. Cerchi da 17. Optional il differenziale autobloccante meccanico. Scarico Record Monza. Sedili sportivi a gusco
Abarth Corsa by Sabelt. Infine abbiamo Abarth 695 Rivale, concepita in collaborazione con la famosa firma della nautica Riva. Meccanica e prestazioni identiche alla 595 Competizione. Lo scarico è un Akrapovic con terminali in carbonio. Livrea esclusiva a due tonalità Riva Blu Sera e Riva Shark Grey con un doppio tratto color acquamarina; cruscotto in legno di mogano e intarsi in acero; volante in pelle blu e nera e tanti altri tocchi preziosi ispirati allo yacht Riva 95.
Ferrari 488 Pista Spider: sogno esclusivo In questo caso il mare è l’Oceano Pacifico, data la location californiana; ma una spider è per definizione l’auto da ampi spazi aperti, appunto le località marine. Una vettura esclusiva e da sogno come la Ferrari 488 Pista Spider personifica in pieno la voglia di libertà che proprio l’invenzione dell’automobile stessa ha reso reale, ben oltre un secolo fa. Da Maranello a Pebble Beach, dalla California alla Motor Valley e da qui verso tutto il mondo. Sognare è sempre bello. FERRARI 488 PISTA SPIDER: CON QUESTA SONO 50 La Ferrari 488 Pista Spider è una serie speciale, la versione scoperta della 488 Pista coupé, a sua volta una serie speciale della 488 GTB. E’ stata svelata il 25 agosto durante il tradizionale concorso d’eleganza di Pebble Beach, occasione quanto mai adatta ad una vettura che ha l’eleganza impressa nel codice genetico, quel carattere ereditario generato da
Enzo Ferrari più di 70 anni fa. Si tratta del 50° modello di vettura aperta prodotto a Maranello. La Ferrari 488 Pista Spider tuttavia non nasce precisamente con intenzioni turistiche. Questa è un’auto concepita soprattutto per andare forte in pista. Lo esprime anche il suo design, grazie alla tipica fascia centrale che attraversa l’intera carrozzeria in senso longitudinale. Esclusivi per questa vettura i cerchi diamantati a stella da 20 pollici. Disponibili come optional anche i cerchi in fibra di carbonio, del 20% più leggeri. Anche gli interni fanno ampio uso di carbonio, oltre ai rivestimenti in Alcantara. Le pedane in alluminio mandorlato sostituiscono i normali tappeti in moquette. Per risparmiare qualche ulteriore grammo, la maniglia della portiera lato pilota è sostituita da un laccetto. PRESTAZIONI ENTUSIASMANTI, DA VERA FERRARI
Perché un’auto molto veloce anche e particolarmente nelle curve deve non solo essere potente ma anche leggera. L’esperienza Ferrari in materia è sconfinata. Così come per la coupé, molte delle caratteristiche della vettura da corsa 488 GTE sono state trasferite a questo modello stradale. Per far sì che l’auto sia guidabile ad alte prestazioni in sicurezza non solo da piloti professionisti, il nuovo sistema elettronico di controllo Ferrari Dynamic Enhancer rende le reazioni del veicolo più prevedibili e intuitive.
La meccanica della Ferrari 488 Pista Spider è la stessa della coupé. Quindi motore V8 3.9 biturbo con devastante potenza di 720 cavalli ad 8.000 giri e strabiliante coppia massima di 770 Newton metri a 3.000 giri. Grazie anche al peso a secco contenuto in 1.380 Kg le prestazioni sono ovviamente da paura: accelerazione 0-100 in 2,85 secondi; accelerazione 0-200 in 8 secondi netti (tempo alla portata di poche auto normali anche per arrivare solo a 100 Km/h); velocità massima 340 Km/h. Dateci un pizzicotto per svegliarci. Anzi no, non vogliamo smettere di sognare.
Maserati Levante: prestigio italiano in California Le versioni dalle prestazioni più elevate di Maserati Levante saranno protagoniste del tradizionale appuntamento californiano. Infatti alla Monterey Car Week verranno esposte le più recenti interpretazioni del SUV italiano, vale a dire Levante Trofeo e Levante GTS. Auto di prestigio in una manifestazione prestigiosa. Non lontano dalla Silicon Valley, due eccellenti rappresentanti della Motor Valley. MASERATI LEVANTE ALLA MONTEREY CAR WEEK La Monterey Car Week, in programma quest’anno dal 18 al 26 agosto, rientra fra gli appuntamenti collaterali al concorso d’eleganza di Pebble Beach, riservato alle auto storiche. Infatti negli ultimi anni le case automobilistiche hanno sempre più spesso approfittato di questa importante vetrina per presentare le proprie novità o qualche prototipo
particolarmente significativo. Essendo quello americano uno dei mercati più importanti per il marchio del Tridente, è logico che in questa occasione esponga i modelli più suggestivi. Maserati Levante GTS sbarca per la prima volta in California dopo l’esordio a Goodwood avvenuto a luglio. Il motore V8 3.8 biturbo prodotto dalla Ferrari in questa versione raggiunge ben 550 cavalli a 6.250 giri; la coppia massima è altrettanto generosa, ammonta a 730 Newton metri erogati fra 2.500 e 5.000 giri al minuto. Le prestazioni sono impressionanti: 4,2 secondi per accelerare da 0 a 100 Km/h e una velocità massima di 292 Km/h. Non dimentichiamo che si tratta di un SUV, cioè un veicolo molto alto, grosso e pesante. Tutta questa potenza è sapientemente gestita dalla trazione integrale intelligente Q4. Se tutto ciò non bastasse, c’è sempre qualcosa che va ancora più forte. Come il Maserati Levante Trofeo. Qui il motore, sempre lo stesso V8, raggiunge 590 cavalli; la coppia massima, sempre di 730 Nm, è disponibile prima, a partire da 2.250 giri. Ciò si traduce in uno spunto sullo 0-100 di 3,9 secondi, mentre la velocità massima supera i 300 Km/h. Con prestazioni di questo livello è importante ottenere una sufficiente stabilità, quindi troviamo appendici aerodinamiche come splitter anteriore o estrattore posteriore. Gli interni sono il consueto concentrato di lusso di alta scuola artigianale italiana. Ferrari Portofino: tour europeo chiuso in grande
stile Non c’è niente di meglio che un tour europeo per lanciare un nuovo modello di alto prestigio. La Ferrari Portofino ha appena concluso il suo giro d’Europa, per mostrare e far provare ai collezionisti più fedeli le doti dinamiche di questa spider. Un viaggio nelle località più suggestive del Vecchio Continente: dalle colline toscane ai versanti alpini, poi Costa Azzurra, Europa centrale, foreste tedesche, approdi scandinavi e punti strategici della Gran Bretagna, attraversando le strade che meglio esaltano le qualità della nuova vettura di Maranello. IL TOUR EUROPEO DELLA FERRARI PORTOFINO Il viaggio della Ferrari Portofino è cominciato il 16 aprile e si è concluso il 1° agosto. La carovana era composta da venti esemplari. Il tour è stato suddiviso in 60 tappe raggruppate in tre differenti itinerari che hanno attraversato 16 nazioni. Naturalmente l’onore della partenza è toccato all’Italia. Semaforo verde ovviamente a Portofino; discesa verso la
Toscana poi Perugia, Spoleto e Roma. Inversione a U con sgommata per risalire verso Ancona. Da qui le bellissime spider italiane hanno cominciato il secondo itinerario, attraversando Svizzera, Francia e Spagna, quindi Belgio, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Danimarca. Traghetto per il terzo itinerario, destinazione Svezia verso Stoccolma. Infine il Regno Unito, da Londra all’Irlanda del Nord, dove a Belfast è stata sventolata un’ideale bandiera a scacchi. Una Ferrari Portofino al castello di Moritzburg, in Germania La Ferrari Portofino è una convertibile a 2 posti + 2 con tetto rigido retrattile. E’ dotata anche di un discreto bagagliaio per la categoria. Questa vettura è l’erede della California T ed è stata presentata nel settembre 2017 al salone di Francoforte. Completamente nuovo il telaio, più rigido e leggero. Monta l’attuale motore V8 turbo che ha esordito nella serie 488. Cilindrata 3.9, potenza 600 cavalli. Accelerazione 0-100 in 3,5 secondi, velocità massima 320 Km/h. Particolare attenzione è stata rivolta dai progettisti al comfort, sia a tetto chiuso che aperto. A vettura scoperta un nuovo elemento deflettore riduce del 30% il flusso d’aria
all’interno dell’abitacolo, contribuendo anche alla diminuzione del rumore. Lamborghini Avventura: viaggio tra i fiordi norvegesi Quando si parla di spedizione automobilistica tra i fiordi norvegesi la prima cosa che viene in mente è un fuoristrada o almeno un grosso SUV. Mai si penserebbe ad una carovana di supercar. Invece è quanto ha fatto la Lamborghini. E non è la prima volta. L’iniziativa si chiama Lamborghini Avventura, quest’anno si è tenuta la terza edizione. I primi due capitoli sono stati in Andalusia e Transilvania. LAMBORGHINI AVVENTURA 2018: SPEDIZIONE IN NORVEGIA TRA I FIORDI
Naturalmente per “spedizione tra i fiordi” s’intende percorrere le strade asfaltate costruite accanto alle caratteristiche coste frastagliate della nazione scandinava. Altrimenti nessuna auto sportiva esasperata, né Lamborghini né qualsiasi altra, avrebbe potuto avvicinarsi. Tuttavia le fantastiche auto costruite a Sant’Agata Bolognese sono riuscite a cavarsela anche lungo un breve tratto sterrato, merito delle quattro ruote motrici e della loro sofisticata gestione elettronica.
Si è trattato di un viaggio molto suggestivo al centro dello spettacolo naturale. Un convoglio di sette vetture tra Aventador e Huracàn è partito a luglio dalla cittadina di Alesund, nella zona settentrionale della Norvegia. Le Lamborghini hanno quindi proseguito attraverso la strada dei Trolls (quelli mitologici, non gli infestatori dei siti internet altrui), Trollstigen in lingua locale. Quest’arteria è entrata in funzione nel 1936, costruita in otto anni di lavoro. Si snoda attraverso 11 tornanti che si arrampicano su un vero e proprio muro di roccia e cascate. TAPPA AL GEIRANGER FJORD, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ UNESCO
La carovana ha successivamente attraversato Valdall, cioè la valle delle fragole, avendo come destinazione il Geiranger Fjord, luogo che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Altra tappa, altro spettacolo: lo Jostedalsbreen, il più grande ghiacciaio d’Europa. E’ qui che le sette Lambo hanno dimostrato di non essere buone solo per la pista, poiché il tratto sterrato sopra accennato, paesaggio quasi lunare, è stato superato senza problemi.
Dopo alcuni trasferimenti in traghetto, la carovana della Lamborghini Avventura 2018 è approdata al suo traguardo, il monte Aksla, rilievo che sovrasta Alesund. Un viaggio di circa 500 Km tra alcuni dei paesaggi naturali più belli del mondo. Audi TT: restyling ancora più sportivo Coupé e spider sono l’essenza della sportività. Quando parliamo di auto sportive di alto livello pensate soprattutto per il divertimento alla guida, Audi TT è una delle scelte d’obbligo. Ora arriva il restyling, sia della coupé che della spider TT Roadster. Aggiornamenti tecnici, una leggera rinfrescata al design, tanti accessori in più, per godersi le
emozioni che un’auto come questa sa regalare. Appuntamento nei concessionari alla fine del 2018. LA NUOVA AUDI TT, LE NOVITÀ Il design della Audi TT restyling punta sulla calandra tridimensionale e le ampie prese d’aria laterali che enfatizzano l’impronta a terra della vettura. Optional i proiettori a LED o a matrice di LED. Chi sceglie il pacchetto S Line exterior trova lo splitter anteriore, le prese d’aria verticale e la griglia del radiatore in nero titanio, oltre ad un estrattore posteriore ampliato e agli sfoghi d’aria sui passaruota. Gli interni hanno una plancia ispirata all’ala di un aeroplano, mentre le bocchette di ventilazione con comandi integrati s’ispirano ai motori di un jet. Di serie ci sono i sedili sportivi con poggiatesta integrati. Esordisce il quadro strumenti digitale Audi Virtual Cockpit, con schermo da 12,3 pollici. L’apparato multimediale MMI riduce i tasti all’essenziale, solo 6, il resto viene comandato dal touchscreen.
La Audi TT Roadster (e la variante top TTS Roadster) ha la tradizionale capote in tessuto, può essere nero o grigio, molto leggera (39 Kg) e curata nell’insonorizzazione. L’azionamento elettrico permette di aprire e chiudere in dieci secondi ad auto in movimento, fino a 50 Km/h. Sono tre le motorizzazioni disponibili per il nuovo modello, tutte a quattro cilindri, 2.0 a benzina, ad iniezione diretta e turbocompresse. Si parte dalla versione con 197 cavalli, poi si sale a quella da 245 cavalli. La nuova Audi TTS è il top di gamma con potenza di 306 cavalli: accelerazione 0-100 in 4,5 secondi per la coupé e 4,8 secondi per la Roadster. Tutti i motori montano il filtro antiparticolato.
Cambio manuale a sei marce oppure automatico S tronic a doppia frizione e sette marce. La trasmissione si completa con la scelta fra trazione anteriore o integrale permanente quattro. Sulla TTS invece è di serie la quattro, insieme alle sospensioni magnetiche e al controllo dinamico della marcia Audi Drive Select. DUE SERIE SPECIALI PER I 20 ANNI
Audi TT compie 20 anni. La prima generazione è infatti uscita nel 1998, ritagliandosi presto una consistente posizione nel mercato. Per celebrare questo importante traguardo, Audi produrrà una serie limitata in 999 esemplari chiamata TT 20 years, in arrivo in Italia a fine anno. Lo stile prende spunto dal concept originale del 1995. Gli interni saranno in pelle nappa in marrone mocassino con cuciture a contrasto, come la prima TT. Sulla plancia ci sarà una targhetta con la numerazione progressiva dell’esemplare, oltre al logo TT 20 years su volantee pomello del cambio. Completano il tutto gli scarichi in acciaio dal nuovo design, i fanali posteriori OLED a matrice e gli anelli Audi opachi al di sopra dei listelli sottoporta. Verrà prodotta una serie speciale anche della TTS, chiamata TTS Competition. Spiccano l’alettone posteriore fisso, le pinze dei freni verniciate in rosso, i cerchi in lega da 20 pollici in nero lucido e i rivestimenti interni in pelle bicolore.
70 anni della Lotus: omaggio ai campioni del mondo Non è italiana bensì inglese ma per gli appassionati autentici ciò non importa: i 70 anni della Lotus sono sempre un avvenimento degno di nota. La casa britannica celebra in questi giorni la ricorrenza presentando due modelli speciali, “one-off” come si dice in gergo, pezzi unici. Due varianti della Exige, Type 49 e Type 79. L’omaggio è alle monoposto di Formula 1 che portarono quel codice e vinsero il campionato del mondo. La Lotus 49 trionfò nel mondiale del 1968 con Graham Hill, 50 anni fa; la Lotus 79 fu la dominatrice del campionato 1978, 40 anni fa, vinto da Mario Andretti, rivoluzionando il mondo delle corse grazie all’introduzione dell’effetto suolo. I 70 ANNI DELLA LOTUS: UNA STORIA DI SUCCESSI Formalmente l’azienda Lotus Cars venne fondata nel 1952. Ma fu nel 1948 che Colin Chapman portò in gara la prima vettura da lui costruita, la Lotus Mark 1 (mark è il termine inglese per
assegnare un numero di versione). Era una Austin 7 modificata. Il nome Lotus deriverebbe dal soprannome che Colin diede alla fidanzata Hazel, in seguito diventata sua moglie: “bocciolo di loto”. Tuttavia non si hanno certezze su questa interpretazione. Chapman fece progredire la sua organizzazione rapidamente a livello tecnico e finanziario, così nel 1958 sbarcò in Formula 1, al Gran Premio di Monaco. Il resto è storia, sintetizzata dai numeri: 489 corse disputate nella massima serie, 6 titoli mondiali piloti e 7 costruttori, 79 gran premi vinti. La caratteristica principale di Colin Chapman come costruttore fu l’abilità nel trovare sempre soluzioni tecniche non convenzionali. Abbiamo già parlato dell’effetto suolo (le prime minigonne), ma le innovazioni furono parecchie; una delle prime e più importanti fu l’adozione su un’auto da corsa del telaio in monoscocca, nel 1962. Esso forniva diversi vantaggi, soprattutto quello della leggerezza. Tema che guidò la filosofia di Chapman per tutta la sua vita. Famosa ed esemplare la seguente frase: “Un’auto potente sarà veloce in
rettilineo; una leggera sarà veloce ovunque”. LOTUS EXIGE TYPE 49 ED EXIGE TYPE 79, OMAGGIO ALLA LEGGENDA La leggerezza è diventata un marchio di fabbrica anche e soprattutto nelle Lotus stradali. Come appunto le due fuoriserie di cui stiamo parlando oggi. Entrambe derivano dalla Exige Cup 430; sono tecnicamente identiche, differiscono solo dal punto di vista estetico. Leggere sì, solo 1.056 Kg, ma anche strapotenti. Il motore V6 3.5, sovralimentato sia da un compressore volumetrico che da un turbo, ha 436 cavalli e 440 Newton metri di coppia a 4.000 giri. L’accelerazione 0-100 è devastante: 3,3 secondi. Velocità massima 290 Km/h. Record sul giro nella pista di casa, quella di Hethel: 1’24″8.
La livrea dei due esemplari è ovviamente anch’essa ispirata alle rispettive monoposto. La Lotus Exige Type 49 è quindi rossa, formalmente Solid Red, con finiture dorate a contrasto, chiamate Championship Gold. La Lotus Exige Type 79 è naturalmente nera, anzi Motorsport Black, anch’essa con finiture dorate. Combinazione bicolore anche per gli interni di entrambe le vetture, coordinata con quella della carrozzeria. Rivestimenti in Alcantara con finiture in alluminio e fibra di carbonio. Nissan GT-R50 by Italdesign: Made in Italy Una volta c’era la Nissan GT-R. C’è ancora, viva, vegeta e cattiva. Ora si aggiunge una sorellona speciale, specialissima. Un’edizione limitata, molto limitata, che
arriva dove nessuna GT-R è giunta prima, a cura di un’azienda italiana che tutti gli appassionati conoscono bene. Ecco allora la Nissan GT-R50 by Italdesign, quando le eccellenze del Made in Italy incontrano i loro pari. NISSAN GT-R50 BY ITALDESIGN: GODZILLA AL QUADRATO Da Moncalieri al Giappone, passando per Goodwood. La Italdesign è la celebre azienda di progettazione fondata da Giorgetto Giugiaro nel 1968, oggi di proprietà del gruppo Volkswagen. Compie quindi 50 anni. Ma anche la Nissan GT-R si appresta a tagliare questo traguardo, nel 2019. Da questo doppio compleanno ravvicinato è nata l’idea di un’auto che celebrasse il raggiungimento di queste due importanti pietre miliari. Per serie limitata intendiamo estremamente rara. Infatti la Nissan GT-R50 by Italdesign verrà prodotta in soli 50 esemplari, progettati, sviluppati e costruiti a mano dalla Italdesign su misura per ciascun cliente. Del resto, quando il
prezzo stimato è di ben 900.000 euro, chi li sborsa avrà pur diritto a qualche soddisfazione. Abbiamo quindi l’unione tra potenza esplosiva giapponese (Godzilla è il soprannome storico della GT-R) e alta maestria artigianale italiana. Questa serie speciale è basata sull’ultima evoluzione della GT-R Nismo. Il motore V6 3.8 guadagna altri 120 cavalli e raggiunge così la potenza massima di 720 cavalli, insieme a 780 Newton metri di coppia. Senza parole. Adeguate alle maggiori prestazioni le sospensioni sportive Bilstein a smorzamento continuo, oltre all’impianto frenante Brembo, ancora una sezione del Made in Italy di alta classe. Dal punto di vista estetico lo stile è a cura dei team di design Nissan in Europa e America. Le differenze più visibili sono la pronunciata nervatura sul cofano motore, i fari a LED dalla forma allungata, le grandi prese d’aria dietro alle ruote anteriori e la linea del tetto ribassata. In coda domina come sempre l’esteso alettore regolabile. I colori della
livrea sono un misto di grigio e oro, anzi di Liquid Kinetic Gray ed Energetic Sigma Gold. Anche gli interni sono in tema. Spiccano le due diverse finiture in fibra di carbonio per consolle, quatro strumenti e rivestimenti portiere. I sedili invece tornano ad esprimere l’Italia, grazie all’Alcantara nero e alla pelle pregiata nazionale. Diversi accenti dorati fanno pendant con la carrozzeria. La prima occasione, una delle poche, per vedere dal vivo la Nissan GT-R50 by Italdesign è il 12 luglio, in Inghilterra, al Festival of Speed di Goodwood. Aston Martin DBS Superleggera: la Super GT D’accordo, è per pochissimi, però lasciateci il piacere di ammirarla. La fantastica Aston Martin DBS Superleggera scuote
il mondo delle supercar gran turismo e si mette in scia all’altrettanto sbalorditiva Ferrari 812 Superfast. Potenza esagerata, prestazioni da panico e tanto lusso. Per weekend inarrivabili. ASTON MARTIN DBS SUPERLEGGERA, POTENZA E BELLEZZA Il nome di questo nuovo modello della casa di Gaydon richiama un passato recente e uno abbastanza lontano, in cui c’è un diretto omaggio all’Italia. La sigla DBS infatti non si vedeva dal 2012, tuttavia la sua origine risale al lontano 1967. Invece l’appellativo Superleggera ci proietta nel pieno della migliore tradizione dei carrozzeri italiani, quelli che hanno disegnato le auto più belle del mondo. Touring Superleggera, la celebre azienda milanese che negli anni Trenta inventò un procedimento produttivo che attingeva a piene mani all’aeronautica, il quale permise di costruire carrozzerie leggerissime, ideali per le competizioni e le
vetture sportive stradali. La collaborazione tra Aston e Touring cominciò nei primi anni Sessanta con la DB4, per proseguire con DB5 (sì, quella del primo James Bond) e altri modelli eccezionali. La nuova Aston Martin DBS Superleggera sostituisce la Vanquish S. Viene definita dai suoi creatori come una “Super GT”. La leggerezza non è solo nel nome, perché qui la carrozzeria è quasi tutta in fibra di carbonio. Il motore è lo stesso della DB11 ma sottoposto a decise manovre d’irrobustimento. Così il V12 5.2 biturbo (Aston, non Mercedes-AMG) passa da 608 a 725 cavalli, senza contare la coppia massima di 900 Newton metri. PRESTAZIONI DA SUPERCAR DI RAZZA
Le prestazioni sono altrettanto spaventose. Nonostante la massa imponente di 1.693 Kg a secco, l’accelerazione da 0 a 100 Km/h scatta in soli 3,4 secondi. Trovando una pista con un rettilineo abbastanza lungo, si potrebbe provare l’ebbrezza di raggiungere la velocità massima di 340 Km/h. Per scaricare a terra tutta questa potenza viene impiegata una trasmissione a trazione posteriore con cambio automatico ZF ad otto rapporti; tra l’altro, l’albero di trasmissione è in fibra di carbonio. Ruote da 21 pollici con pneumatici Pirelli P Zero. Le sospensioni comprendono ammortizzatori adattivi con tre modalità di guida. Dal punto di vista del design, la DBS Superleggera è ispirata alla Vulcan. La tipica griglia centrale a nido d’ape ha dimensioni abbondanti. Le prese d’aria sul cofano accentuano l’idea di potenza (e fanno respirare meglio il V12).
L’aerodinamica è stata studiata per ottenere un elevato carico verticale ottimizzando il passaggio dei flussi d’aria sotto la vettura. Fanno tutto lo splitter anteriore e il grande estrattore posteriore, al punto che lo spoiler è di minime dimensioni. Il risultato è un carico verticale di ben 180 Kg alla velocità massima. E c’è anche un piccolo bagagliaio. Mercedes-AMG C 43: la stella sportiva La Mercedes-AMG C 43 è una vera auto sportiva, in tutto e per tutto. In più mantiene il comfort della berlina da cui deriva; e si può scegliere anche nella versione station wagon, coupé e cabriolet. Il modello 2019 è ancora più potente e scattante,
il design evoca sensazioni grintose ma senza rinunciare all’eleganza propria di ogni Mercedes. Con questa vettura i weekend ad alte prestazioni si fondono perfettamente col lusso di un viaggio assolutamente di vertice. MERCEDES-AMG C 43 2019, SEMPRE PIU’ SPORTIVA E’ un restyling, quello della Mercedes-AMG C 43, però di sostanza. Intanto il poderoso motore V6 3.0 biturbo guadagna 23 cavalli, raggiungendo quota 390 con una coppia massima di 520 Newton metri, disponibile fra 2.500 e 5.000 giri. Riferendoci alla berlina, le prestazioni danno un’accelerazione 0-100 in 4,7 secondi (la velocità massima, come sempre nelle auto tedesche, è limitata elettronicamente a 250 Km/h). Il cambio automatico qui non è il solito 9G-Tronic, il quale funziona è composto da un convertitore di coppia; si tratta invece di un doppia frizione, nome formale Speedshift TCT AMG, sempre 9 le marce. Perché la velocità in questo caso è tutto; esso consente anche di scalare più marce contemporaneamente; inoltre i programmi di marcia Sport e Sport+ permettono la
doppietta automatica. C’è anche la modalità Manuale, dove viene mantenuta la marcia selezionata (senza cambiare automaticamente) anche quando il motore raggiunge il limitatore. L’esuberante potenza è trasferita a terra dall’affidabile trazione integrale 4Matic, dove la ripartizione della coppia privilegia l’asse posteriore (69%), spostandosi parzialmente verso l’anteriore quando il fondo è viscido o c’è un imminente slittamento delle ruote. I programmi di marcia si completano con Comfort, Individual e il nuovo Slippery, specifico per neve e fondi altrimenti viscidi. Le sofisticate sospensioni meccaniche a regolazione elettronica Ride Control AMG garantiscono sportività e comfort. I ritocchi al design riguardano i paraurti e i fari, i quali ora dispongono della tecnologia a matrice di LED: 84 diodi gestiti singolarmente da un sistema di sensori e centralina che indirizzano con precisione il fascio di luce senza abbagliare gli altri utenti della strada. Il disegno dei
cerchi in lega è stato ottimizzato in funzione aerodinamica, così come le varie prese d’aria. Chi poi sceglie l’optional del kit aerodinamico AMG si ritrova con un pacchetto veramente “cattivo”, in senso buono. Gli interni esaltano come sempre la sportività, fra cuciture rosse, pelle ecologica e microfibra, poi pelle pregiata, alluminio o look carbonio. Il cruscotto ora può essere completamente digitale, come sulla Classe E; aggiunge tre stili specifici AMG. Il menu speciale può richiamare molte funzioni legate alla guida sportiva: assetto, scarico, trazione, forza G, temperature olio motore e cambio, pressione turbo, dati di potenza e coppia, cronometro tempo sul giro. Nuovo anche il volante AMG, offerto di serie con rivestimento in pelle nappa. Infine, sono stati aggiornati tutti i sistemi di assistenza alla guida.
Mazda MX-5 2019: sempre più sportiva Mancano pochi mesi al lancio della Mazda MX-5 2019, aggiornamento della spider più venduta al mondo. La commercializzazione sul mercato italiano comincerà ad ottobre 2018. Quest’auto ha sempre catturato i suoi fedelissimi appassionati soprattutto grazie alle doti di guidabilità che ne fanno una sportiva autentica. L’ultima versione regala più potenza. MAZDA MX-5 2019, INIEZIONE DI POTENZA I motori a benzina a quattro cilindri Skyactiv 1.5 e 2.0 della Mazda MX-5 2019 sono stati rivisti nella combustione per
adeguarli alle nuove norme sulle emissioni Euro 6d-temp. Ne guadagnano però anche le prestazioni, secondo uno stile caro ai guidatori: giri più alti e migliore sonorità. La potenza dell’unità 2.0 è passata da 160 a 184 cavalli a 7.000 giri; leggero aumento per la coppia massima, ora di 205 Newton metri contro 200, sempre a 4.000 giri. E’ migliorata anche la precisione tra azione sull’acceleratore e risposta della vettura, riducendo al minimo il ritardo. Ma anche la sicurezza della Mazda MX-5 2019 ha fatto dei passi avanti, sfruttando le ultime evoluzioni tecnologiche. Il pacchetto i-Activsense dispone del supporto intelligente avanzato alla frenata in città, comprendendo il rilevamento pedoni; si trova anche il supporto alla frenata in retromarcia, il quale rileva veicoli e altri ostacoli dietro la vettura. Completano il panorama i sistemi di avviso stanchezza conducente, riconoscomento segnali stradali e telecamera posteriore. Per quanto riguarda il design di questa nuova Mazda, ora i cerchi in lega da 16 e 17 pollici hanno una vernice più scura; per i modelli a tetto morbido è disponibile una nuova capote in tela marrone.
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